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Tra il 1880 e i primi del ‘900 vi era stato in Russia un forte sviluppo e la produzione

industriale era cresciuta a un ritmo elevato. La produzione di carbone era quintuplicata ed

era iniziata l’estrazione di petrolio (a Baku), con l’aiuto di tecnici e ingegneri stranieri. Il

bacino industriale che va dalla Polonia (allora Russia) ai dintorni di San Pietroburgo fu

quello in cui si svilupparono forme di capitalismo moderne, grazie ai finanziamenti

stranieri o della Banca di Stato, con elevate concentrazioni della classe operaia.

Tuttavia, tale sviluppo fu “a macchia di leopardo”, con forti differenze regionali.

L’industrializzazione della Russia era stata avviata e si erano sviluppati alcuni grossi

agglomerati urbano-industriali. Questo però avveniva in un quadro di forte arretratezza e

di gravi squilibri tra le diverse aree del paese.

Il 27 dicembre 1922 fu decisa, al Congresso Panrusso dei Soviet, la creazione dell’Unione delle

R ep u b b lich e S o cialiste S o v ietich e, ch e d iv en tò u n o S tato p lu rin azio n ale. N el g en n aio 1924

en trò in v ig o re la Costituzione dell’U.R.S.S., ch e p rev ed ev a la d ittatu ra d el p ro letariato : i

b o rg h esi, g li ecclesiastici e q u an ti n o n sv o lg ev an o u n lav o ro p ro d u ttiv o eran o esclu si d al

v o to . Il comunismo è una dottrina politica ed economica b asata su l co n cetto ch e la p ro p rietà

privata e l’economia basata sul profitto possano essere sostituite dalla proprietà pubblica e d al

controllo comune dei mezzi di produzione, co m e ad esem p io m in iere ed in d u strie. S i p u ò d ire ch e il

co m u n ism o è u n a fo rm a d i so cialism o . L a d ifferen za p rin cip ale tra co m u n ism o e so cialism o sta

nel fatto che il comunismo aderisce in linea di massima al socialismo rivoluzionario ideato da Karl Marx

(1818-1883), un rivoluzionario, sociologo storico ed economista tedesco. La prima società

“comunista” mai descritta potrebbe essere il modello della città ideale immaginato nella Repubblica

di Platone. In questo dialogo il filosofo greco immaginava quello che per lui era il miglior stato
possibile, una società governata da una casta di illuminati al servizio dell’intera comunità: per loro

la proprietà privata era abolita. Questa società era simile ad una grande famiglia, che condivideva

tutto, anche i figli .

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