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Maria Gabriella Trapani

L’amore è femmina
In copertina: Portrait of Stephy Langui di Rene Magritte.

© Città del Sole Edizioni s.a.s.


di Antonella Cuzzocrea & C.
Via del Gelsomino, 45 (Cedir)
89128 REGGIO CALABRIA
Tel. 0965.644464
Fax 0965.1812040
e-mail: info@cdse.it
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www.facebook.com/cdsedizioni

Impaginazione: Piera Ruggeri

Stampa: Creative 3.0 S.r.l. - Reggio Calabria


Luglio 2018
A mia madre

“Io sono te
tu sei in me
nella luce dei tuoi orecchini
riflessa nel mio specchio!“

22 dicembre 2016

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Prefazione

Cos’è la poesia?
Scrivere una poesia è impostare l’anima ad una velocità
diversa, lenta.
Le poesie sono destinate a lettori non trascinati dalla
fretta nevrotica che caratterizza questa nostra epoca. Leg-
gere una poesia è mettersi in una condizione controcorren-
te che non stabilisce e quantifica il valore di ogni cosa in
base alla perdita o al risparmio di tempo, ma dà una con-
notazione completamente diversa al concetto di tempo.
La poesia accoglie la necessità di rallentare, e il poeta al-
lora diventa un richiamo alle infinite possibilità offerte dal-
l’anima quando ne si ascolta il sussurro.
Per Maria Gabriella Trapani la poesia è un volo liberatorio.
Nelle parole scelte con cura, accostate l’una all’altra co-
me note di una sinfonia o come sfumature leggere di un ac-
querello, la sua poesia prende le ali.
Leggero, delicato eppure forte e potente: nelle metafore,
nei richiami al passato, nell’osservazione del presente,
ogni verso poetico è un racconto di sé.
Nelle sue poesie Maria Gabriella Trapani evoca immagi-
ni, apre il cassetto dei ricordi, tocca corde dal profondo
che svela al lettore anche una parte di sé, forse offuscata,
forse non completamente riconosciuta, che diventa comu-
nanza.

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L’intimismo poetico sceglie con garbo e cura la parola da
usare, che non prevale sull’emozione ma accompagna il
lettore, immergendolo in un vissuto personale, dove po-
tersi ritrovare o comunque trovare una parte del proprio
animo.
Ad ogni verso corrisponde un fremito, il sentimento lo
potenzia, la poesia lo sostiene come felice mescolanza di
luci ed ombre.
E anche se oggi Maria Gabriella Trapani ha “come dei chio-
di sotto la pianta dei piedi” non si arrende, ma continua a
danzare:
…adesso provo la mia vecchia coreografia
sono un uccello dalle grandi ali blu
il mio corpo è bianco
inizio a volare lentamente
dopo aver misurato il cielo.

Là dove l’ombra protende la mano alla luce, nella poesia


di Maria Gabriella Trapani risuona una musica profonda
e amorosa che danza sul fragile filo della vita.

Daniela Orlando

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La mia battaglia

Io soldato
lo scudo insanguinato
il nemico in piedi
mi dice: “Tocca a te!
Sferra il tuo colpo
Dai, tocca a te!”
Il viso diventa di bambina
basso lo sguardo
le mani sulle orecchie
per non sentire
per non ascoltare
le urla del mio nemico
che mi incalza
mi trascina…
Sono sfinita
sono finita
sono annichilita
e non ho armi

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Nove estati di me

La prima estate comprai un profumo


al the bianco
sapeva di libertà
di fine della servitù
arrivò l’autunno
quando incontrai il profumo di Me
quello che
pensavo
sarebbe stato mio PER SEMPRE
E ci trascorsi un inverno!
la seconda e terza estate
furono aria luce e
un tocco di malinconia
e feci di testa mia!
Adesso da sei estati
mi destreggio tra valigie
e fiori di ciliegio.
Talvolta mi avvicino al ciglio di una strada
insieme a un vento inquieto.
L’estate di quest’anno, invece
ho conosciuto il sale
sulla mia pelle bianca
ho nuotato in un mare
quasi sempre ostile
ed ho visto un’isola all’orizzonte

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Le nostre iniziali

Un filo di perle attorno al mio collo


una carezza di vento
un istante tra te e me
un filo che può diventare storia
una voce, la mia
che grida
“non voglio perderti”
mentre già sei lontano
mentre la pioggia ti costringe via da me
sulle ali del mare
complice l’ira di Giunone!
E la tua mancanza è già assenza
e ti cerco quando ormai sei lontano
brancolo nella sera quando Venere brilla

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Tornare indietro dal tempo

È tempo di Me
è l’ora di Me.
È notte
tutto intorno è silenzio
sono davanti allo specchio
mi spoglio lentamente
con modi decisi
e penso…
Non ho dato retta
ai messaggi
che il corpo mi ha inviato
dal nostro ultimo litigio
per aspettare di ascoltarli insieme.
Mi tolgo la biancheria
immagino che ci sia tu a guardarmi
vorrei aver su di me - oltre ai tuoi sguardi -
le tue mani e le tue labbra

hai fatto bene ad aspettarmi, amore


- dici quando ti telefono -
perché domani verrò da te

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Piedi

Piedi in piedi
piedi stanchi
piedi fieri
piedi uniti
mentre l’uno bacia l’altra
piedi nudi
piedi stesi
stessi piedi
dell’inizio della nostra storia
piedi scalzi
sul pavimento
piedi come tormento
piedi sul cuscino blu
piedi vicino al tuo e al mio cuore
piedi che vogliono le tue mani

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I miei giorni slegati

I miei giorni slegati


le mie sere avvinghiate
i silenzi che scoppiano
mi aggroviglio
sui miei pensieri
che scalano pareti
e decidono confini
Lei esiste
e mi cerca come un bimbo lamentoso
si muove come corrente elettrica.
Si collega e si sconnette
parla fa domande
si ripete
mi costringe a ripetermi.
Cedo
dico di sì stancamente
alle sue richieste.
Le ciglia non proteggono abbastanza
i miei occhi.
i lunghi capelli
non coprono abbastanza
le mie spalle.
Sono a piedi nudi
pronta a scappare
poi cedo di nuovo.
Sono bambina e madre
corro da lei
e ci mettiamo a giocare
senza confini

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L’amore è femmina

Un gatto
dagli occhi grandi
spadroneggia
nel cortile
di casa mia.

Appena sente
il mio passo stanco
inarca la schiena
e punta la coda.

Io cammino nervosamente.

E penso al gatto
del cortile
che non si lamenta
della sua solitudine
che mi fissa negli occhi
impavido.

Il gatto si acciambella
sotto un’automobile
dal motore spento

Io invece mi libero della corazza


e slego il cilicio
attorno alla vita.

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Nodi nervosi
di una vecchia corda scurita dal tempo
Amare senza via di scampo
è una gioia crudele!

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Uscire

Disegno con una linea azzurra


il profilo delle mie palpebre
piano
vicino alle ciglia.
Coloro di rosso le mie labbra
lentamente
seguendo il loro tratto.
Pettino con cura
i biondi capelli
senza esitare.
Indosso un abito
con tantissimi fiorellini
come fosse un prato
infinito.
Ed esco
per imparare a volare!
Una leggera brezza
accarezza subito la mia nuca.
Lentamente
mi abbandono

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Paesaggio umbro

Cipressi e ginestra
cavalli e greggi
e pianura.
Distese di campagne
allineate.
Una pietra enorme
un macigno
con altre pietre antiche
spigolose di silenzio.
Un falco libero
dagli anni
dispiega le sue ali
nell’azzurro del cielo umbro

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Oggi non so se

Non esisto
non ci sono
non vivo
flash di luce e di ombre
di buio e luce
come negativi di vecchi rullini.
Questo amore andato a monte
mi cattura
mi attrae
e ancora adesso
la dissolvenza
della sua acqua
mi incanta
come il re barbaro
e la fata Morgana.
E lo rivedo
lo sento vicino
avverto il suo respiro.

Questo amore monco


ripetitivo e ripetuto
gioca d’azzardo.
Il suo affanno mi cerca.
Finto il fragile muro
che innalzo intorno a me.
Finte le sue parole
seducenti i suoi affanni
talmente falsi
da sembrare veri

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La spiaggia

Io e la spiaggia
la spiaggia ed io
e i sassi
le spalle nude
di velluto
la schiena bianca
di seta.
E mani
tante mani
che scavano
solchi
sulla mia pelle.
Conto sassi solchi
e silenzi
e costruisco confini

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Il segreto

Custodisco un segreto
voglio accarezzarlo
stargli vicino
afferrarlo…
All’improvviso
l’aria diventa irrespirabile
il ritmo frenetico…
Di notte sogno
il mare che ribolle
sogno soffitti bassi
che incombono sulla mia testa.
Sogno di imboccare una strada
e poi di smarrirmi

E il segreto
cade
senza tonfi
senza veli
senza sbalzi termici!
Tra alti e bassi
tra disincanto e sogni
si dipana il mio giorno.
E il mio segreto non è più tale!

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Automobili e autobus

Automobili e autobus
rotatoie e capolinea
palazzi geometrici
che salgono
verso il cielo.
Inferriate e tristi balconi
viali con alberi
prigionieri di grate.
Segnali stradali e asfalto.
Corro e percorro kilometri.
Sudo e trasudo.
Ti penso oltre il mio sguardo
e oltrepasso ostacoli
poso allora i miei passi:
sono a piedi nudi
senza nodi alle dita

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Ritratto

Mia madre nell’ombra


scivola ricordi.
Conserva fiori appassiti
e seppellisce foto ingiallite.
Nasconde le mie bambole
per ritrovarle
di nuovo intatte.
Mia madre si rattrista
ascoltando la storia
delle mie storie.
Piange di nascosto
su giocattoli rotti
e bambole sole

23
Tempo di mezzo

Acqua
scivola via
le impronte
della mia ombra
il tempo di mezzo è il tempo dell’attesa
quando
la saggezza si rivela inutile
pozzanghere di vita e
neon di solitudine
cielo di fulmini intermittenti
un reale fragore
adesso scappo via
nel deserto di un nuovo viaggio

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Giano bifronte

Luci gialle di semafori guasti


sincronizzate
con le bianche luci della
insegna di una sala giochi
il rosso di un cartello stradale
sembra un biglietto di invito
per infrangere le regole
sono in una strada senza via di uscita
attraverso un terreno fangoso di pioggia
incontro divieti e transenne
scorgo in lontananza scavi di lavori in corso
ancora piove
ancora i tergicristalli allontanano acqua
il fango aumenta
copre ormai
gli pneumatici
gli ultimi due cominciano a lacerarsi
il mio viso si divide in due
come Giano bifronte
le ferite si riaprono
ma corrugo la fronte.
continuo il mio viaggio per
trovare
l’oceano

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Strada

Sentieri e silenzio
foreste e pensieri
e un mare di anemoni viola

26
Creusa ed Enea

Il bianco e il blu
il fantasma e il mare che divide
schiuma d’onda e
un nuovo orizzonte da accettare

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Parole

Scavano
raccontano
si intrecciano
parlano
le parole.
Tacciono
incantano
si mimetizzano
le parole.
Come macerie dell’ anima
disegnano alvei di Storia.
E io sono un fiume
che scorre lento
sulla tua assenza
che bagna di sale
il sale della vita.
Ma dimmi dove sei?
Resta resisti rimani
Dove volgerò lo sguardo?
Troverò il filo
colore di luna
per tessere la mia Storia?
Troverò un gancio
di luna
per appendere la mia Storia?
E le stelle, incredule, disegneranno il mio nome?

28
Senza radici

Grigio e bianco
dolore e lacrime
terra e sale
cielo e mare
io, senza radici

29
Una voce che non ha voce

MI MANCA QUESTA

30
Vita

Sono quasi pronta


chignon e scarpette con le punte
sguardo dritto
spalle dritte
ho quindici anni
la vita davanti.

Faccio un selfie
prima che lo spettacolo cominci
la foto svela
i lineamenti dolci
lo sguardo malinconico
le labbra rosse
di una donna matura
mi accorgo cosi
che sono passati
tanti anni
multipli di cinque
adesso ho come dei chiodi
sotto la pianta dei piedi

Adesso provo la mia vecchia coreografia


sono un uccello dalle grandi ali blu
il mio corpo è bianco
inizio a volare lentamente
dopo aver misurato il cielo.

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Poi il battito accelera
Il blu delle ali si confonde con il cielo
nella foga si scopre il mio petto bianco
i miei pensieri ora cercano un nuovo nido
per riposare.
Le ali si chiudono
la testa si fa accarezzare dalle piume.
È notte

32
Parole e musica

Musica in sottofondo.
Parole per impazzire.
Numeri.
Minuti
e ore.
Caro diario degli errori
non so più chi sono
mi gira la testa
metamorfosi in me

33
Anche se fino a poco fa

Anche se fino a poco fa era giorno


e c’era luce intorno
anche se la domenica è quasi agli sgoccioli
e Crono implacabile mi guarda da vicino
anche se ascolto una canzone
per scacciare i pensieri tristi
anche se ho dieci dita
ma soltanto un anello di acciaio
souvenir di un viaggio di tanto tempo fa
anche se più volte mi immergo in me stessa
anche se la mia pelle sa di buono
continuo ad indossare abiti scuri
per passare inosservata.
Continuo a stancarmi
per non pensare ai sogni sognati
continuo a non incontrare te che amo come l’acqua
per paura di essere felice!

34
Baci scritti

Io ascolto le tue parole come carezze


tu intuisci i miei pensieri
e intravedi un orizzonte di baci!
Io non dovrò pensare a te
tu non dovrai pensare a me
ma l’orizzonte è lì, immobile!
Inutile cercare di cambiare le cose
pensieri di baci
desiderio di baci
baci chiamati per nome
baci urlati
baci scritti
parole di Noi

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Terra

Piove sulla
mia sete
ormai buia.
Divento terra fertile.

36
Noi

Tra cielo e mare, la terra -


tra te e me la nostra carne.
Il mare lambisce le coste
le tue mani sui miei fianchi

Il crepuscolo si unisce alla notte


che avanza da oriente
io ti amo, non sai quanto!

37
Esisto

“La mia storia


i malintesi
Il vento delle parole
le attese…
esisto negli attimi di felicità
senza rumore“

38
Numeri gemelli

Non porterò fiori


colorati su un marmo
freddo di morte
non vedrò i cipressi
tendere verso il cielo infinito
non toccherò angeli bianchi
di bianca pietra.
Preferisco aprire i cassetti della tua vita
che ancora mi riscalda
avvolgendo il mio caldo collo
con la sciarpa tua rossa.
Preferisco respirare il tuo profumo
che aleggia nella casa.
La mia immagine si riflette allora
negli specchi inondati di Sole:
sono madre come Te
sono mare come Te
soffro come hai sofferto tu
e quando guardo che ore sono
ci siamo tu ed io
nei numeri gemelli

39
Gesù cade per la terza volta

Gesù cade per la terza volta


sulla via del calvario
e soffia un vento leggero
sulla collina degli Angeli
Eccomi per la terza volta
sotto la croce del Signore .
Stasera fa freddo ed è buio
sulla collina degli Angeli e vi
ritorno la quarta volta :
sono ai piedi della Croce.
Occhiali scuri sul mio volto.
La luna è quasi piena
Il cielo nitido.
Mi avvio e
riprendo il viaggio.
Gesù incontra la madre
e io ripercorro per la quinta volta
la collina degli Angeli .
Ora ci sarà anche mamma
da quassù.
Il Cielo non è mai stato così vicino!

40
15 aprile 2017

È il sabato santo
ed io piango sul tuo corpo rigido
è il sabato del silenzio attonito
perché non odo già da tempo
né udirò più la tua voce
mai più i tuoi perlacei consigli!
Ti ho cercato oggi nel Sole
ti trovo nelle mie lacrime
che disegnano piccole gocce di rugiada.
Sole silenzio sabbia…
La tua clessidra è vuota
la mia anima
una rosa rossa cui hanno tagliato lo stelo
vado avanti
nonostante tutto
il sepolcro è buio
quando la domenica di Pasqua
tutto sarà Luce
tu ci sarai
e inonderai di luce
le mie buie giornate

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Madre e figlia

Il tuo spirito è nell’immensità


del cielo bianco e azzurro di giugno.
Il tuo spirito è nel profumo
della biancheria
che inonda la mia pelle
quando apro
con un po’ di pudore
il tuo armadio.
È nella luce che inonda
la tua camera.
Le tue cose sono riposte
con l’ordine
che solo tu conoscevi
quell’ordine che hai sempre dato
a tutto.
Anche l’estate di un anno fa
avevi ripetuto lo stesso rituale
del “cambio stagione”
poi venne l’autunno
i margini del bosco
iniziò l’inverno
la pioggia violenta e nervosa
i giorni sempre più corti
il fiato sempre flebile…
i tuoi piedi gelati
le parole a metà
gli occhi si aggrappavano ai miei.

42
Io mi aggrappavo a te come ad una speranza
avevo bisogno di te
ho bisogno di te!
Ma tu ordinatamente te ne sei andata

43
Luna piena

È lei, è vicina a Me
un leggero sorriso nei suoi tratti
come una carezza
sulla pelle di una bimba appena nata!
Vorrei toccarla
vorrei starle vicino, più vicino di così.
Le lacrime scivolano sul mio viso
ed ecco che la distanza tra di noi si accorcia.
Lei ed io ora siamo una cosa sola!
Il suo cerchio perfetto
la sua pallida luce
mi incoraggiano a non aver paura.
Di fronte al mio sguardo lucido
c’è soltanto Lei
io adesso sono calma:
il cielo buio è un vestito elegante
di cui ammiro lo strascico!

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Albero

Inizio a respirare
dalle radici
e accarezzo
i miei piedi scalzi

45
Felicità

Quando ti ho detto
che ero felice
la sentivo sulla pelle
la felicità!

46
Anima

Finalmente posso sentire


il profumo del silenzio!
Se avesse sembianze umane
lo abbraccerei questo silenzio
così desiderato.

Accarezzo ad occhi chiusi


la mia fronte
le guance
il contorno e il profilo del mio viso.
Sono quelli di una giovane donna
raccolgo i lunghi capelli biondi in uno chignon
sono davanti ad uno specchio:
è come se il passato remoto e recente
non avessero più un gran peso
sono soltanto io e la mia pelle morbida.
Mi lascio avvolgere da questa sensazione
intorno a me nessun suono o rumore

47
QUESTA NON ME L’HAI INSERITA

Io sono te

L’ho vista la morte,


da lontano
sul volto di mia madre
sulle sue rughe sempre più fitte
sempre più vicine.
L’ho riconosciuta
sul suo corpo più magro

L’ho vista la morte,


invitarsi senza essere invitata.
Le parlo e non si muove
mi guarda con lo sguardo che annaspa
perché le mie parole portano altrove:
raccontano di me, delle vite che sono Vita!
Ed ecco un ghigno della morte
si fa strada
si fa breccia
si impossessa
prepotente ed arrogante
del volto di mia madre.

Mia madre è ormai un fantasma


che scivola passi lenti e pesanti
la Vita nonostante tutto
è lì…

48
nelle sue mani gelate
che si appoggiano
al braccio di mio padre

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Indice

La mia battaglia
Nove estati di Me
Le nostre iniziali
Tornare indietro dal tempo
Piedi
I miei giorni slegati
L’amore è femmina
Uscire
Paesaggio umbro
Oggi non so se
La spiaggia
Il segreto
Automobili e autobus
Ritratto
Tempo di mezzo
Giano bifronte
Strada
Creusa ed Enea
Parole
Senza radici
Una voce che non ha voce
Vita
Parole e musica
Anche se fino a poco fa

51
Baci scritti
Terra
Noi
Esisto
Numeri gemelli
Gesù cade per la terza volta
15 aprile 2017
Madre e figlia
Luna piena
Albero
Felicità
Anima

52

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