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Edito

Struttura analogica per l’editing


Cos’è Edito?
Edito è uno strumento analogico che aiuta a migliorare i manoscritti
grazie a un processo molto simile a quello adottato dall’editor di una
casa editrice.

Finita la prima stesura di un romanzo (ma anche di un racconto, una


biografia o una sceneggiatura) non dobbiamo pensare che l’opera sia
pronta: è necessario rileggerla, correggere gli errori, riscrivere alcune
parti e verificare cosa funziona e cosa no. Gli americani dicono «write
hot, edit cool» (Scrivi bollente, edita freddo): mentre la prima stesura è
© 2022 Sefirot Srl, Torino anche un processo di pancia, l’editing può essere visto come un lavoro
www.fabuladeck.com/edito più ragionato, artigianale.
ISBN: 979-12-80241-10-8
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Ma su cosa bisogna concentrarsi? Quante volte è necessario rileggere, Che cos’è l’editing?
cosa è opportuno cambiare, quali sono le scelte fondamentali da fare
e come farle in maniera consapevole? L’editing è il processo di miglioramento di un testo. Quando una casa
Edito aiuta a rispondere a queste domande: fornisce un metodo ordinato editrice decide di pubblicare un’opera, all’autore o all’autrice viene
che permette di ottimizzare il processo di editing e di trasformare un affidato un editor che legge il manoscritto, ne individua il cuore e le
testo nella migliore versione di se stesso. potenzialità e aiuta chi l’ha scritto a svilupparle proponendo soluzioni
alternative e cambiamenti mirati, rispettando sempre l’identità dei testi
Edito è stato sviluppato in un dialogo continuo con editor e scrittori, e la volontà degli autori.
con la supervisione di Dalia Oggero, editor di una delle più importanti L’editing in genere viene fatto da un professionista che riesce ad avere
case editrici italiane, e raccoglie gli insegnamenti dei più efficaci testi uno sguardo allo stesso tempo partecipe e distaccato sul testo che ha
di self-editing sul mercato internazionale: insomma, è uno strumento davanti. Questo non significa che un autore non possa fare editing sul
completo; usarlo sarà un po’ come avere l’editor di una grande casa proprio testo, anzi: come sanno molti scrittori che considerano finito un
editrice sempre a portata di mano. libro solo dopo molte stesure, i processi di revisione degli autori possono
essere importantissimi, decisivi.
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Se siamo scrittori, seguendo Edito avremo un metodo che ci permetterà com’è appena finito; lo lavoriamo ancora e ancora, finché non sen-
di acquisire temporaneamente gli occhi di un editor e potremo trarre il tiamo di averlo portato alla migliore versione di se stesso.
meglio dalla nostra opera. •Per presentarlo nella sua forma migliore. Questo è il motivo
per cui le case editrici fanno l’editing prima di proporre il libro al loro
PERCHÉ SERVE FARE EDITING? pubblico. Lo stesso possono fare gli autori e le autrici che scelgono la
Un testo non può considerarsi finito senza l’editing. Un progetto com- strada del self-publishing, per rispetto di chi li leggerà.
plesso come la scrittura richiede verifiche finali e un’accurata revisione: •Per avere maggiori possibilità di pubblicazione. Va da sé:
chi scrive lo fa in momenti diversi, sovente cambia direzione a metà migliore è il livello di finitura di un testo, maggiori sono le possibilità
dell’opera, magari non ha ancora messo a fuoco il disegno complessi- che il lettore di una casa editrice non lo scarti.
vo. La prima stesura il più delle volte è un testo incompleto, una figura
abbozzata nella cera ma non rifinita. MA IN PRATICA, CHE COSA VUOL DIRE FARE EDITING?
Editare un testo non significa correggere solo gli errori di grammatica
Il processo di editing è fondamentale per tre ragioni: o cambiare qualche frase. Gli interventi si realizzano su più livelli: ad
•Per amore. Se amiamo e rispettiamo un testo, non lo lasciamo così esempio lessicale (cercare la parola giusta, o meglio segnalare le parole
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che non sembrano giuste, magari perché fuori registro, troppo stereoti- ROMANZI E RACCONTI
pate, o semplicemente vuote), strutturale (interrogarsi sulla disposizione Edito è uno strumento pensato principalmente per l’editing di romanzi,
migliore delle sequenze narrative), di contenuto (chiedersi cosa si vuole infatti ci riferiamo sempre all’opera che si edita come «il romanzo»,
dire e verificare di averlo detto). tuttavia può essere utile per qualsiasi genere di narrativa. Fatte le oppor-
tune distinzioni, il processo di editing di un racconto ha tratti in comune
Edito ci guiderà in questo viaggio di crescita. Attraverso varie letture e con quello di un romanzo; consigliamo quindi di sperimentare questo
mantenendo uno sguardo lucido sul testo che stiamo curando, ci con- metodo anche con racconti brevi.
centreremo di volta in volta su elementi diversi con l’obiettivo di trarre
il meglio dall’opera.
Impareremo anche a conoscerci come scrittori, scopriremo i nostri punti
di forza e i nostri errori ricorrenti, e approfondiremo le ragioni delle
nostre scelte più o meno felici.
Potremo usare Edito sul nostro testo, ma anche su quello di altri autori.

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Chi può usare Edito? seguire e non perdere nulla per strada, per condividere il tuo lavoro
con collaboratori e collaboratrici e per organizzare in maniera chiara
Edito è pensato sia per gli scrittori sia per gli editor di professione. le fasi di lavoro. Per chi ha meno esperienza rappresenta una scaletta
preziosa per non saltare passaggi o uno strumento di supporto alla
•Se sei scrittore/scrittrice: Edito ti fornirà un metodo completo formazione.
e accessibile per perfezionare il tuo manoscritto a seconda dei tuoi
obiettivi. Individuerai gli aspetti su cui concentrarti per migliorare, e
diventerai più consapevole dei tuoi punti di forza e delle tue debo-
lezze. Riuscirai a fare un passo indietro e a guardare il tuo testo con
occhi diversi.
•Se sei editor: in Edito troverai una schematizzazione della tua pro-
fessione. Anche se questo strumento si rivolge agli scrittori, lo potrai
usare come una mappa con cui orientarti. Sicuramente conosci già gli
argomenti trattati, ma Edito ti può essere utile per avere una traccia da
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Com’è strutturato Edito? In ogni fase lavoreremo su diversi aspetti del testo: strutturale, contenu-
tistico, macro e micro testuale.
Edito è un mazzo di 41 carte che guida nel processo di miglioramento
dei manoscritti. Ti consigliamo di stendere tutte le carte su un tavolo per farti un’idea
È diviso in 5 categorie, corrispondenti a 5 diverse fasi dell’editing, che generale del processo di editing, e poi di dividerle in categorie che
sono affrontate in ordine cronologico dalla prima all’ultima. Le 5 fasi affronterai una per volta. Ogni fase del processo è diversa e sarà perciò
sono: PRE-EDITING, PRIMA REVISIONE, SECONDA REVISIONE, TERZA diversa anche la modalità di utilizzo delle carte: in alcuni momenti ti
REVISIONE e ULTIMI RITOCCHI. consiglieremo di appenderle al muro e di segnare i tuoi appunti su dei
post-it, altre volte di usare fogli o un taccuino.
verdi viola arancio rosse nere

PRE-ED. I REV. II REV. III REV. ULTIMI R.


x5 x11 x13 x8 x4
13
Iniziamo!
Siamo pronti: prendiamo il manoscritto, Edito e rimbocchiamoci le maniche.

•Se sei editor, puoi iniziare a lavorare subito con il mazzo saltando
la prima fase e partendo dalla PRIMA REVISIONE, andando a pag.
28 e usando le carte viola.

•Se sei scrittore/scrittrice, è molto importante che tu ti prenda tre


o quattro settimane per far sedimentare l’opera in modo da riuscire
a giudicarla a mente fresca. Mentre il tuo manoscritto resta al sicuro
nel cassetto, puoi fare gli esercizi che trovi nelle pagine seguenti.

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Cose da fare prima di iniziare •Fai leggere la prima stesura. Farlo è talvolta spaventoso ma è
indispensabile per migliorare. Stampane due copie (è più comodo
•Fai un esame di coscienza. Chiediti: perché ho scritto questo leggere una copia stampata) e dalle a due lettori: noi ti consigliamo la
libro? Voglio pubblicare o volevo solo divertirmi? Voglio che lo leg- persona che ti vuole più bene e quella del cui giudizio hai più paura.
gano tutti o solo alcuni amici? Scrivi i tuoi obiettivi su un foglio per Spiega loro che è una prima stesura e che hai bisogno di sapere quali
averli sempre sott’occhio. passaggi sono piaciuti e quali no. Chiedi specificatamente che li se-
gnino sul manoscritto. Non rivedere il testo prima di darglielo: magari
•Leggi libri simili. Trova uno o più titoli che senti affini al tuo per nella prima stesura può nascondersi un gioiello che rischi di perdere
genere, stile, atmosfera. Leggili, non avere troppa paura che t’influen- con la prima revisione. I feedback dei lettori ti aiuteranno anche a
zino: fatti un’idea delle differenze e delle somiglianze, segna cosa individuare tratti negativi ed errori ripetuti: le tue cattive abitudini.
ti è piaciuto particolarmente e cosa invece non ti ha fatto impazzire.
Queste riflessioni potrebbero servirti per risolvere i problemi che tro- Mentre attendi che i tuoi lettori leggano, puoi dedicarti alla prima fase,
verai rileggendo la tua opera. quella del Pre-editing.

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Pre-editing
Feedback
Puoi iniziare il Pre-editing subito dopo aver concluso il libro, ancor prima Cuore
Post-it

di rileggere l’opera completa per la prima volta. Le carte invitano a


brevi esercizi che servono a definire la direzione che vuoi prendere, le Titolo Post-it Post-it
aspettative e i punti di forza di ciò che hai scritto. Post-it Post-it Post-it

Le carte PRE-EDITING sono quelle BLU nel mazzo.


Post-it Post-it
Ci sono 4 carte PRE-EDITING.
Lettori
Leggile una a una, appendile al muro e rispondi alle domande dispo-
Post-it
nendo dei post-it attorno ad esse. Le risposte che darai ti guideranno
durante tutto il lavoro di editing del libro.
Post-it

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CUORE DEL ROMANZO In Cattedrale di Carver capiamo fin dalle prime righe che il narratore, un uomo
che possiede la vista in senso fisico, è cieco in senso emotivo: e a poco a poco
Prova a raccontare il romanzo in due righe. Qual è il suo cuore?
capiremo che potrà aiutare una persona che vede solo emotivamente, come Ro-
Non stiamo parlando del riassunto della trama; stai cercando il tema bert, a vedere in senso fisico. Tutto ciò che i personaggi dicono e fanno in questo
centrale. Non devi chiederti cosa succede nella tua storia, ma qual è il racconto serve a supportare il tema. E il fatto che Carver scelga di raccontare
senso alla base della tua storia. attraverso il punto di vista del narratore in prima persona non è certo casuale: in
questo modo noi lettori viviamo la cecità emotiva del narratore attraverso la sua
Ne Il grande Gatsby di Fitzgerald il tema potrebbe essere la corruzione del sogno
mente. In tutto il racconto voce, punto di vista, dialoghi, descrizioni, stile, sono
americano, ne La signora con il cagnolino di Cechov il conflitto tra l’amore roman-
totalmente immersi nella cecità emotiva del narratore, e quindi nel tema della
tico e il vincolo del matrimonio, in Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen il conflitto
storia. E quello che ci chiediamo leggendo – la domanda principale sottesa al
tra l’orgoglio di classe di Mr Darcy e il pregiudizio di Miss Elizabeth Bennet.
tema – è: riuscirà il narratore a «vedere» davvero?
Trovare il cuore di tutto è cruciale: ti aiuterà a orientare la tua narra- Se non riesci a sintetizzarlo in due righe, è possibile che il cuore sia
zione in ogni istante e a compiere delle scelte importanti nel corso debole e ci voglia un po’ di lavoro per rafforzarlo. Vai per tentativi,
della revisione, ad esempio ti consentirà di decidere cosa mantenere scrivi le due righe più volte su un foglio finché non senti di aver trovato
e cosa tagliare. la versione definitiva. Quando troverai il cuore, te ne accorgerai; a
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quel punto segnalo su un post-it e tienitelo stretto. Individuare il cuore proprio sotto il tuo naso, tra le righe del testo, in una scena importante
del testo ti aiuterà anche a presentare nel modo migliore la tua opera: o in una frase molto forte.
potrai utilizzare queste due righe nella lettera di presentazione.
Potrebbe essere semplicemente il nome del protagonista, come Oliver Twist, o di
un luogo. Oppure potrebbe rimandare al tema centrale, come Angeli e demoni
TITOLO DEL ROMANZO di Dan Brown, che evoca subito la dicotomia bene/male.
Hai già un titolo per il romanzo? Funziona? Ce ne sono altri possibili?
Trovare il titolo di un romanzo è un’operazione difficile quanto quella Trovare il titolo ti aiuterà a definire meglio il cuore della storia e a ren-
d’individuarne il cuore perché sono in gioco molti elementi. Come nell’e- derti conto di quali sono le parti o i personaggi più forti del romanzo.
sercizio precedente, non riuscire a trovare un titolo potrebbe essere il
Sapevi che Il maestro e Margherita nella prima bozza si chiamava Il consulente con gli
sintomo di un problema. zoccoli? E che Il nome della rosa doveva inizialmente chiamarsi L’abbazia del delitto
o Adso da Melk? Quanto sarebbe stato diverso il destino del romanzo con quei titoli?
Prova a ipotizzare alcuni titoli. Non ti preoccupare di trovarne uno de- Sapevi che Il giovane Holden in inglese si chiama The Catcher in the Rye, una
finitivo: in genere nelle case editrici si usa un titolo provvisorio, il «titolo frase presa da una filastrocca citata nel libro? Ci sono titoli brevi, come Twilight,
di lavoro», attendendo che si riveli quello giusto. Spesso si nasconde che condensano il tema principale; o più didascalici, come A sangue freddo
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di Truman Capote, che ne anticipano il contenuto; o addirittura solo evocativi, Segna sotto questa carta anche le persone a cui lo hai dato da leggere
come Tropico del Cancro di Henry Miller, che in apparenza non hanno nulla a
e chiediti se fanno parte del tuo pubblico ideale. Questo ti aiuterà a
che fare con il libro.
pesarne i giudizi in modo più accurato.

LETTORI FEEDBACK
Chi sono i tuoi lettori ideali? Chi lo sta leggendo? Che feedback vorresti ricevere dai lettori?
Immagina a che pubblico si rivolge principalmente. Il pubblico ideale Cosa vorresti sentirti dire? Immagina proprio le singole frasi: scrivile su
del tuo libro dipende dal genere, dallo stile e dal contenuto, e può dei post-it e appiccicali vicino a questa carta.
essere vario. Cerca di andare oltre la superficie, oltre a un semplice «Mi è piaciuto»,
perché i feedback che vuoi ricevere rivelano il vero motivo che ti ha
Se pensi a Harry Potter ad esempio, il primo libro era sicuramente rivolto a bambi-
ni e a giovani adolescenti, ma ha avuto un grande successo anche con adolescenti
spinto a scrivere.
e adulti. Se il tuo pubblico è specifico, assicurati di averne rispettato le aspettative. Vuoi emozionare, intrattenere, fare riflettere? Se sogni che ti dicano «Quando
I lettori di libri di genere come gialli o sci-fi sono molto attenti ed esigenti. scrivi il sequel?» o «Non sono riuscito a smettere di leggere!» è probabile che

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la tua motivazione principale sia intrattenere. In questo caso è utile usare dei
meccanismi narrativi che aumentino la suspense o lasciare dei fili di trama aperti
per il sequel. Se invece vorresti che ti dicessero «Mi ha sconvolto, mi ha messo
in crisi» potresti rendere il messaggio del libro ancora più forte e dirompente.

È utile conservare i feedback che vorresti ricevere per confrontarli con


quelli veri che ti arriveranno dai lettori. Sarà il momento per chiederti:
«Ho centrato lo scopo?»

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Prima revisione •Se sei editor, ti serve per conoscere il testo e rilevarne le principali
criticità e i punti di forza;
La PRIMA REVISIONE è da affrontare dopo una lettura di pancia, im-
mersiva, di tutta l’opera, da completare in una, massimo due sessioni, •Se sei scrittore/scrittrice, ti serve per avere una visione d’insieme,
resistendo alla tentazione di segnare a matita i piccoli errori. Ciò può per rinfrescare la memoria dopo aver lasciato riposare il testo.
risultare difficile all’inizio, ma non preoccuparti. Nelle revisioni suc-
cessive copriremo tutti gli aspetti del testo, quindi non c’è il rischio di In questa fase non ti concentrerai sul singolo capitolo, o sulla parola,
perdersi qualcosa per strada in questa revisione. ma sul libro nella sua interezza. È il momento di chiederti: ho trasmesso
quello che volevo? Ci sono buchi nella trama? Come mi ha fatto sentire
In questa fase costruirai una struttura che ti permetterà di segnare i leggere il libro a mente fredda, dopo un po’ di tempo?
principali problemi di trama, intreccio e costruzione del libro. Questa
struttura ti servirà per tenere traccia dei cambiamenti da fare e di quelli
già fatti, e ti farà riflettere sul perché di certe tendenze.

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PUNTI F.
Prendi le carte PRIMA REVISIONE. Sono quelle VIOLA del mazzo. Controllo Controllo Controllo Personaggi
Ci sono 2 tipi di carte Prima Revisione: 7 carte PUNTI FOCALI, orizzon- trama senso intreccio
tali, e 3 carte PROCESSO verticali.
Individuo
Post-it i problemi e
Disponi le carte PUNTI FOCALI in linea su un muro o su un’altra super- Post-it come risolverli
Cose Post-it
ficie libera. Metti quindi a sinistra le carte PROCESSO una sotto l’altra da fare Post-it

in modo da costruire un framework.


Mi chiedo
Post-it perché ci sono
Perché quei problemi

Risolto
Post-it il problema,
Cose
sposto il post-it
fatte
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CONTROLLO DELLA TRAMA Ragionare sulla trama è più facile se si fa riferimento a strutture narrative
Scrivi le sequenze e mettile in fila. Funzionano? collaudate come ad esempio Fabula Deck, che si basa su Il viaggio
Alla fine della prima stesura spesso la trama traballa e presenta delle dell’eroe, o come L’arco di trasformazione del personaggio. Verifica
incongruenze; elenca una dopo l’altra le sequenze narrative per come che ci siano tutti gli ingredienti indispensabili alla storia, e che non ci
compaiono nel libro. Puoi farlo su un foglio oppure usare una serie di siano vistosi errori di trama.
post-it. Dopo aver segnato le sequenze, riassumi ad alta voce la storia
dei protagonisti principali, i loro obiettivi e le loro motivazioni. CONTROLLO DEL SENSO
Riassumendoli ad alta voce ti accorgerai più facilmente se ci sono dei Ogni sequenza ha un obiettivo? È coerente con il cuore dell’opera?
problemi. Gli eventi si legano bene l’uno all’altro o senti che manca Non basta che gli eventi siano ordinati e la trama completa. Ogni
qualcosa, o che qualcosa è di troppo? Capita spesso di dover aggiun- sequenza deve tendere a un obiettivo, muoversi in direzione del cuore
gere o riscrivere una sequenza oppure di doverne cancellare alcune. del libro. Chiediti quali significati evocano le sequenze narrative e come
Chiediti se hai scelto con cura tutti gli eventi necessari per raccontare s’inseriscono nel senso del libro. Può capitare che una sequenza sia
la tua storia e se ci sono delle parti in cui, per così dire, ti schiarisci la apparentemente giusta dal punto di vista della trama, ma superficiale
gola e che potresti eliminare. o addirittura dannosa dal punto di vista di ciò che vuoi dire.
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Spesso poi nella prima stesura si scrivono più scene che hanno lo stesso degli eventi e far scoprire l’identità dell’assassino solo alla fine, o con-
obiettivo e rispondono alla stessa esigenza. Se ti rendi conto di averlo cepire un’intera storia al contrario, come nel film Memento.
fatto, prova a unirle o taglia direttamente la più debole. Chiediti se l’ordine che hai usato è il più efficace o se invece avresti fatto
meglio a raccontare qualcosa dopo o ad anticipare una sequenza. Chie-
N.B.: Per sequenza intendiamo una parte del testo ben delimitabile che diti anche se hai fatto iniziare la storia al momento giusto. Kurt Vonnegut
può svolgere una funzione narrativa, descrittiva, riflessiva o dialogica, ad esempio consiglia di iniziare la storia il più possibile vicino alla fine.
come se fosse una scena in un film. Cambiare l’ordine della narrazione può aumentare di molto l’interesse
e il piacere del lettore. Le sequenze possono assumere un significato
CONTROLLO DELL’INTRECCIO diverso a seconda di dove sono montate, proprio come in un film, e
È questo l’ordine migliore per raccontare la storia? l’accostamento tra due sequenze lontane temporalmente può produrre
L’intreccio è il modo in cui raccontiamo la storia, a seconda dell’effetto nuove scintille in rapporto al tema.
che vogliamo ottenere nei lettori. Per raccontare eventi passati possiamo Il tempo è uno degli strumenti più importanti a disposizione di uno
usare dei flashback; per aumentare la suspense possiamo far ricorso a scrittore. Rileggendo il tuo libro chiediti: perché ho deciso di giocare
delle anticipazioni; possiamo anche stravolgere completamente l’ordine con il tempo? O perché ho deciso di non farlo?
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PERSONAGGI Viene spesso consigliato di creare personaggi (soprattutto i protagonisti) a tutto
tondo, complessi e reali, come sono i memorabili Holden de Il giovane Holden
Quanto sono complessi? Qual è l’arco di trasformazione dei tuoi per-
e Humbert Humbert di Lolita. Sovente infatti le critiche a un manoscritto vertono
sonaggi? sui personaggi: sono poco sviluppati, poco credibili, piatti, caricaturali (delle
I personaggi sono un elemento cruciale della narrazione: rendono viva macchiette) o non si evolvono nel corso della storia. Questo non vuol dire che
la storia e contribuiscono al successo del libro. creare personaggi complessi sia un obbligo: ci sono storie che possono richiedere
Chiediti: che impressione mi fanno mentre li incontro nel testo? Sono personaggi dalla magnifica semplicità. Gregor Samsa di La metamorfosi o i grandi
credibili, sembrano persone reali? Oppure sono superficiali e prevedi- eroi omerici non erano così dopotutto?
bili? Di solito i personaggi hanno un’evoluzione nel corso della storia
e vivono dei conflitti intensi che coinvolgono il lettore. Inoltre i dettagli La cosa importante è capire che genere di personaggi serve alla tua
che saprai aggiungere li renderanno memorabili e faranno emozionare storia. Devono essere tutti complessi, con lunghe backstories e perso-
chi legge. Con questa carta pensa se i personaggi che hai creato sono nalità intricate, oppure no?
ben costruiti, e nota se invece ti sembrano piatti e scontati: l’adolescente Un personaggio come Sherlock Holmes può essere affrontato in modi
scontroso, la nonna gentile, il custode sinistro… diversi: basti pensare alla differenza tra i romanzi originali in cui è
definito da due caratteristiche principali (la capacità deduttiva e la
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determinazione a imparare a suonare il violino) e i film e le serie tv Semplificando possiamo dire che le scelte riguardano:
recenti in cui il personaggio è stato approfondito con motivazioni forti • La persona del narratore (in che persona sono usati i verbi?), e se è
e un passato intricato. interno o esterno alla storia.
• La quantità di informazioni che conosce e che ci dà. Ha una per-
NARRATORE sonalità o è una cinepresa? Conosce il passato e il futuro? Gli altri
In che modo scegli di raccontare la storia? personaggi? I loro pensieri?
Tra l’autore e il lettore esiste un tramite, che di solito viene chiamato • Il rapporto che instaura con il lettore. Quanto gli dice, e come lo tratta?
narratore. Il narratore è chi racconta la storia mettendo in atto una serie
di scelte su come raccontarla. Per ognuno di questi punti vediamo quali sono le scelte che vengono
Avrai sentito spesso parlare di narratore onnisciente, eterodiegetico, consigliate maggiormente:
ecc. Qui cercheremo di essere meno tecnici e di presentare le varie pos-
sibilità e i motivi per sceglierle. Ogni scelta ha infatti enormi conseguen- 1) La persona del narratore: prima e finta terza
ze sul testo e sull’esperienza del lettore. È importante conoscere tutte La prima persona («Se davvero avete voglia di sentire questa storia,
le possibilità a disposizione per poterle adottare con consapevolezza. magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com’è stata la
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mia infanzia schifa e cosa facevano i miei genitori e compagnia bella 2) Una focalizzazione interna, fissa o variabile o multipla che sia
prima che arrivassi io…»: l’incipit de Il giovane Holden di Salinger) e la La focalizzazione interna fissa ruota intorno al punto di vista di un per-
finta terza persona (una terza persona molto vicina alla prima, perché sonaggio (o, nel caso di focalizzazione multipla, di diversi personaggi,
modellata sul lessico e i pensieri di un personaggio: «Rafael torna a come in L’amore non guasta di Jonathan Coe). Non importa se in prima
grattarsi la sbucciatura sul ginocchio. Giocare con le infradito di plastica o terza persona: il narratore segue principalmente un personaggio,
non è stata una bella idea. Adesso gli secca dover sentire le voci di sua come succede in Twilight, nei libri di Harry Potter, in Sostiene Pereira,
madre, di suo padre, di tutt’e due assieme, perché hanno di nuovo i loro ne prende il punto di vista e ne conosce i pensieri, e noi per tutta la
diavoli in testa. Muchissimo diablos», da Evelina Santangelo, Cose da durata della narrazione sappiamo soprattutto quello che sa, vede e
pazzi) permettono di coinvolgere il più possibile i lettori. pensa il personaggio.

Sono meccanismi immersivi: la prospettiva è quella dei protagonisti, Questa scelta permette una grandissima immersività perché noi non
noi lettori vediamo il mondo con i loro occhi, lo percepiamo con i loro vediamo l’assassino dietro la porta, proprio come il protagonista del
sensi, ci emozioniamo insieme a loro. racconto horror.

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3) Il rapporto narratore-lettore Le possibilità però sono molte di più. Che altro possiamo fare? E so-
In genere si sconsiglia un narratore invadente, che entra a gamba prattutto perché?
tesa rivolgendosi direttamente al lettore, perché il peso della voce nar-
rante, dietro cui spesso si cela l’autore, riduce il senso d’immersione. Narratore onnisciente
Se stiamo rincorrendo una spia russa insieme all’agente americano e Sa tutto, sa cosa pensa Giovanna, la protagonista, e cosa pensa Laura,
all’improvviso sentiamo un megafono che dice: «Ah, come corrono, la sua fidanzata che le sta mentendo, e solo noi lettori sappiamo insieme
avete visto?», usciamo dalla storia e siamo trasportati immediatamente a lui, alle spalle di Giovanna, che Laura le sta mentendo. Fantastico, no?
su un piano diverso. Questo tipo di narratore ci può aiutare ad ampliare il mondo: mentre
seguiamo Giovanna, ci fa sapere che Luciano, il portinaio dall’altra
Ricapitolando, le scelte più consigliate oggi sono quelle che producono parte della strada, la osserva e pensa che cammini male.
un effetto immersivo, che tengono il lettore incollato alla pagina, che Il narratore sa anche che dietro la porta si nasconde un assassino e
gli fanno vivere la storia con tutti i sensi, un po’ come succede nei film può dirlo al lettore mentre il protagonista non lo sa ancora. Il narratore
o nelle serie TV. onnisciente conosce tutto di tutti i personaggi, di solito racconta al
passato e in terza persona.
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Narratore invadente conoscerne i pensieri o le motivazioni (da un racconto di Ernest Hemin-
Possiamo usare un narratore che commenta gli eventi con a parte conti- gway, Colline come elefanti bianchi: «L’americano e la ragazza che era
nui. L’esempio canonico è il narratore de I promessi sposi. È un narratore con lui sedevano a un tavolo all’ombra, fuori dall’edificio. […] – Cosa
onnisciente che giudica costantemente le azioni dei personaggi, dà prendiamo? – chiese la ragazza –. Si era tolta il cappello e lo aveva
giudizi morali, si rivolge al lettore, e sa tutto. La distanza del lettore messo sul tavolo»). La grande forza di questa scelta sta in ciò che non
dalla storia è massima, ma un narratore del genere ha il vantaggio di viene detto e che viene lasciato all’interpretazione o all’immaginazione
poter trasmettere direttamente i pensieri di chi scrive e può fare uso a del lettore.
suo piacimento dell’ironia, con effetti comici tutt’altro che trascurabili.
Ad esempio nella trilogia di Bartimeus gli a parte del narratore sono Prospettiva fissa sullo spazio
note a piè di pagina, come succede anche ne L’Adalgisa di Gadda. Come succede nelle pagine iniziali di Klara e il sole di Kazuo Ishiguro,
possiamo decidere di fissare la telecamera su uno spazio e far vedere
Focalizzazione esterna solo quello che succede lì: ciò che entra nel campo visivo del robot
Il narratore è una specie di spettatore esterno alla storia che si limita Klara collocato in un angolo della vetrina che dà sulla strada. Possiamo
a descrivere le azioni dei personaggi e a riportarne i dialoghi, senza decidere di vedere i protagonisti solo quando sono in quel campo visivo;
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potremmo anche sapere tutti i loro pensieri, ma solo se sono in quel Presente o passato?
ritaglio di spazio. Questa tecnica può essere utile se il luogo è molto Anche cambiare la narrazione dal presente al passato può avere effetti
importante, o se vogliamo dare un’idea di limitazione del movimento sulla lettura. Il presente avvicina i lettori ai personaggi, quello che suc-
(come potrebbe essere una storia d’amore vista da una finestra? Com’è cede sembra succedere adesso, in tempo reale. Il passato d’altro canto
la vita nella cella del Conte di Montecristo?) aumenta la distanza ma permette giochi sui piani temporali. Possiamo
scrivere: «Giulia non si sarebbe mai aspettata che quel giorno...», op-
Persone stravaganti pure «Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello
Possiamo scrivere un romanzo in prima persona plurale («Noi fac- Aureliano Buendía si sarebbe ricordato...» come nel famoso incipit di
ciamo...»), come fa Agota Kristof nella Trilogia della città di K. per Cent’anni di solitudine.
raccontare la storia di due gemelli, oppure come Joshua Ferris in E poi
siamo arrivati alla fine per dare voce a un’agenzia di pubblicità che Infine chiediti: come cambierebbe la mia storia se scegliessi un’altra
parla all’unisono. Che effetto fa? Oppure potremmo scrivere in seconda voce, un altro punto di vista, un’altra prospettiva? La storia di un trian-
singolare («Tu fai...», «Tu dici»); ma qual è la conseguenza sul testo? golo amoroso può essere ben diversa se a raccontarla è l’amante, il
marito tradito o il figlio devastato da quella situazione.
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N.B.: Non ci sono limiti alle possibilità di scelta del narratore. Le scelte hai scritto nella fase precedente (i feedback che avresti voluto ricevere).
più diffuse come la prima e la falsa terza persona sono anche le più Sono simili? Pensi che i risultati siano in linea con le tue aspettative?
sicure e quelle più facili da padroneggiare, però potresti anche decidere Confrontali anche con i feedback delle persone a cui l’hai fatto leggere.
di cambiare narratore a metà del romanzo, o di usare una voce narrante Sono analoghi? Ci sono grandi differenze?
diversa per ogni capitolo, o di cambiarla a metà di un capitolo (come
succede in American Psycho). Puoi fare tutto quello che ritieni opportuno SCELTE E COERENZA
per ottenere l’effetto di cui la tua storia ha bisogno. Hai fatto delle scelte precise? Le hai mantenute in tutto il testo?
La cosa più importante è essere consapevoli delle scelte che si sono fatte
REVISIONE DEI FEEDBACK e mantenerle in tutta l’opera. Non esiste necessariamente una scelta
Avresti dato gli stessi feedback che vorresti ricevere? giusta o una scelta sbagliata. L’unico errore è non porsi nemmeno il
Ora che hai letto il romanzo tutto d’un fiato, quali sono le tue impres- problema di una scelta e non metterla poi in atto con coerenza.
sioni? Ti ha emozionato, appassionato, scosso? Immagina di essere un Un esempio è il linguaggio: se ho deciso di usare un registro volgare
lettore esterno e di giudicarlo, che cosa ne diresti? per un determinato personaggio, devo poi usarlo in tutto il testo. Questo
Appunta i feedback che daresti di pancia e confrontali con quelli che non vuol dire che bisogna esagerare, ma bisogna evitare le stonature:
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se il tuo protagonista è un tipo rozzo che dice tante parolacce, potreb- Uso delle carte Processo
be essere sbagliato fagli dire «cavolo» e non qualcosa di più scurrile. Mentre i Punti focali (le carte viste finora) rappresentano gli elementi su
Un altro esempio è l’uso delle digressioni: se decido di usarle, non ha cui dovrai porre l’attenzione in questa fase, le carte Processo hanno una
senso farlo solo una volta; una digressione sola se ne starebbe lì appesa struttura verticale e servono per aiutarti a correggere, durante i processi
e risulterebbe innaturale. di revisione, i difetti più vistosi.
Le scelte da fare sono moltissime: stilistiche e linguistiche (che registro
uso, che tono, che sintassi), strutturali (faccio anticipazioni o flashback, COSE DA FARE
racconto in modo lineare ecc.), formali (divido in capitoli, quanto sono Quali problemi hai individuato? Come vuoi intervenire?
lunghi, metto un titolo a ogni capitolo ecc.) Appena hai individuato un problema, segna l’intervento necessario sulla
La libertà è massima, ma una volta imboccata una strada è meglio linea delle Cose da fare.
seguirla fedelmente.
Ad esempio se ti sembra che il protagonista agisca senza motivo, potresti aver
dimenticato di inserire una chiamata all’azione. Segna quindi «aggiungi una
sequenza in cui…» sulla linea delle Cose da fare.

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RIFLESSIONI Esempio di uso delle carte Processo e Punti focali
Perché ci sono questi problemi? Le carte della Prima revisione non servono solo a individuare e correg-
Sulla linea Riflessioni, chiediti il perché del problema che hai trovato. gere i problemi più strutturali del manoscritto ma anche a comprenderne
Questo ti aiuterà a conoscerti meglio e a prevenire lo stesso errore in le origini.
futuro.
Perché hai lasciato un buco nella trama proprio alla fine del libro? Avevi fretta di
Ad esempio, parlando sempre di un problema nella trama, un motivo potrebbe finire e ti sei distratto, oppure è un tuo vizio ricorrente?
essere «avevo troppa fretta di passare al capitolo successivo».
Per quale motivo hai scritto delle scene che non erano così utili? Ti sei fatto
COSE FATTE trasportare troppo? Hai dato precedenza alla forma e ti sei compiaciuto troppo
Una volta risolto il problema, sposta la nota dalla linea Cose da fare delle immagini che hai trovato? Tendi all’autocompiacimento?
alla linea Cose fatte, così saprai che non ci dovrai più pensare. Quan- Perché hai anticipato alcuni dettagli? Hai paura che il lettore non capisca?
do la riga delle Cose da fare sarà vuota, potrai passare alla seconda
revisione. Perché quel personaggio è poco complesso? Sei stato pigro? Oppure pensi che
non sia così importante? O hai un problema con quello specifico personaggio?

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Forse non ti era mai piaciuto? Per gli scrittori: gestione dei problemi emotivi
Perché sei così bravo proprio in quei dialoghi? Che quella sia la parte della storia Hai letto il libro tutto d’un fiato e sicuramente avrai trovato molte cose
a cui tieni di più? Non varrebbe la pena di ampliarla? che non ti piacciono, alcuni difetti, forse persino problemi strutturali pro-
fondi. Questa sensazione può essere scoraggiante e potresti pensare di
Perché i feedback che hai ricevuto sono così diversi da quelli che volevi? Hai
aver buttato tempo e fatica in un progetto fallimentare. È una situazione
delle aspettative troppo alte? E se sì, sei pronto a impegnarti di conseguenza?
che tutti gli scrittori conoscono ogni volta che rileggono qualcosa di loro.
Non abbatterti: nessuno scrittore scrive di getto opere perfette. Anzi,
Ormai dovresti avere individuato tutti i problemi più grandi, sia quelli spesso si dice che i veri scrittori sono ri-scrittori, capaci di affrontare
del testo sia quegli aspetti di te che ne sono la causa. anche venti stesure diverse prima di ritenere concluso il loro lavoro.
Edito ti aiuterà in questa direzione, quindi mettiamoci al lavoro e pas-
siamo alla seconda revisione.

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SINTOMI
Seconda revisione Troppo Troppo Cigola, Carta
lento veloce zoppica straccia
Abbiamo messo a fuoco gli elementi fondamentali e trovato i problemi
principali; ci siamo fatti un’idea più precisa del testo, delle sue debolez- Ogni quanto
Post-it si presenta il
ze e delle potenzialità. Ora è il momento di sporcarci davvero le mani sintomo?
Post-it Post-it
seguendo le carte SECONDA REVISIONE. In questa fase ci concentrere- Freq. Post-it

mo con più attenzione su elementi come il ritmo, i personaggi, i dialoghi.


È grave?
Prendi le carte SECONDA REVISIONE. Sono quelle ARANCIONI del Che impatto
Post-it
mazzo. Ci sono 2 tipi di carte: 9 carte SINTOMI, orizzontali, e 3 carte Impatto ha sul testo?
ANALISI con struttura verticale. Disponi le carte Sintomi in linea su
un muro o su un’altra superficie libera. Metti quindi a sinistra le carte
Analisi una sotto l’altra in modo di costruire una struttura che ci aiuterà Perché
Post-it c’è questa
a lavorare sul testo. Post-it
tendenza?
Perché
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Le carte Sintomi l’attenzione da un punto all’altro, quindi puoi provare a leggere una
Se nella Prima revisione abbiamo dei punti focali su cui porre l’atten- prima volta concentrandoti solo sul ritmo e una seconda su elementi
zione alla ricerca di problemi da risolvere, con la Seconda revisione ci più puntuali.
viene data una serie di sintomi da individuare.
Simboli individuatori
Sfoglia le carte Sintomi una a una e guarda su cosa ti invitano a riflet- Su ogni carta, oltre al sintomo e a una o più possibili azioni correttive, tro-
tere, poi leggi il manoscritto tenendole sotto mano. Ogni carta rappre- verai anche un simbolo individuatore grafico e un altro testuale (una sigla).
senta un sintomo (ad esempio «Troppo lento» o «C’è un problema con
i personaggi») e offre delle possibili soluzioni. Quando leggendo hai la • Se stai leggendo in formato cartaceo sottolinea la parte che non
sensazione che qualcosa non funzioni consulta queste carte per decidere ti convince e segna sul margine di sinistra il simbolo individuatore
che tipo di intervento potrebbe essere necessario. Compila quindi la corrispondente al sintomo. Un esempio: stai leggendo una sequenza
struttura che hai costruito con le carte Sintomi assieme alle carte Analisi. narrativa e ti annoi, o ti sembra che non sia particolarmente neces-
Noi consigliamo di ricordare tutti i sintomi presentati nelle carte e tenerli saria. La sensazione è che sia troppo lenta. Sottolinea le parti da
bene a mente mentre si rilegge. All’inizio può essere difficile spostare modificare e segna sul margine il simbolo Troppo lento (una piccola
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chiocciola). Quando riscriverai ti basterà un’occhiata per capire dove TROPPO VELOCE – Codice: [tr. veloce]
e qual era il problema. Scrittura pigra? Amplia, mostra, affascina.
Quando abbiamo la sensazione di un’eccessiva velocità – l’occhio
• Se stai leggendo al computer il procedimento è lo stesso, ma anziché che precipita sulla pagina in una corsa superficiale senza riuscire a
sottolineare il testo e segnare a margine il simbolo potrai evidenziare trattenere niente – c’è quasi sempre dietro un peccato di pigrizia: nella
la porzione interessata e usare poi la sigla tra parentesi [tr. lento]. fretta si trascura la scrittura.
Può capitare di aver riassunto eccessivamente utilizzando frasi-sommario che
Nota: Su carta o al pc? Una domanda spontanea a questo punto è potrebbero essere ampliate in una scena, sempre che questa sia significativa. Al
se sia meglio lavorare su carta o al pc. È una preferenza personale, posto di scrivere: «Tutte le volte che Giovanna parlava al telefono con sua madre
legata all’abitudine di lettura. Di solito in casa editrice si lavora sul ne usciva distrutta», potresti descrivere la scena attraverso il dialogo e catapultare
cartaceo. C’è chi sostiene che la carta favorisca l’attenzione e la visione così il lettore in un contesto vivo. Allo stesso modo potresti aver trascurato dettagli
complessiva, ma per chi è nato e cresciuto scrivendo al pc potrebbe degli ambienti e dei personaggi con il risultato di non dare il tempo ai lettori di
essere vero il contrario. Prova quindi in entrambi i modi e capirai cosa conoscerli e immaginarli.
preferisci e ti affatica meno.
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Soluzione: Amplia le frasi, usa i cinque sensi e dettagli concreti per Soluzione: In questi casi puoi tagliare, ossia eliminare parti di testo,
descrivere, affascina il lettore e immergilo nell’ambiente, mostra i sen- oppure spezzare i periodi eccessivamente lunghi in altri più brevi e agili.
timenti dei personaggi con le loro azioni e le loro parole, invece di In alcuni casi puoi provare a trasformare una sequenza narrativa statica,
raccontarli o riassumerli. magari descrittiva, in dialogo, rendendola più immediata e veloce.
Troppo veloce/Troppo lento sono due concetti strettamente collegati. Lo scrittore
TROPPO LENTO – Codice: [tr. lento]
può manipolare il tempo comprimendolo o espandendolo, a seconda dell’impor-
Taglia, spezza, trasforma in dialogo. tanza attribuita a quel singolo momento. Tre anni possono anche essere riassunti
Se hai la sensazione che il passaggio sia di una lentezza esasperante, in una riga con un sommario, se sono irrilevanti per la storia («Tre anni dopo
addirittura noioso, il problema potrebbe essere che è troppo lungo op- ebbero un figlio e la loro vita cambiò»), mentre un momento capitale, ad esempio
pure non interessante, irrilevante in relazione all’intera storia, o troppo i tre secondi che vive Nel in Sula di Toni Morrison quando scopre suo marito a
denso, pieno di frasi superflue. Spesso nella prima stesura si riversa letto con la sua migliore amica, può essere dilatato per pagine e pagine. Toni
tutto quello che viene in mente, e ciò appesantisce la scrittura e rende Morrison avrebbe potuto usare una frase come «Aprii la porta, vidi Jude nudo
faticosa la lettura. sul pavimento con Sula, mi sentii sconvolta, tradita», ma ha scritto, dilatando il
tempo del racconto: «Sono in piedi. Loro non lo stanno facendo. Io sono in piedi

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e li guardo, ma loro non lo stanno facendo davvero. Ma poi alzano lo sguardo. Soluzione: A volte basta tagliare una parola, una frase o un intero
O l’hai fatto tu. Tu, Jude. E se solo non mi avessi guardato nel modo in cui i soldati
paragrafo (forse cigolava perché non doveva stare lì); oppure è solo
guardano dal treno, nel modo in cui guardi i bambini quando arrivano mentre tu
ascolti Gabriel Heatter e irrompono nei tuoi pensieri – avrei dato loro un istante,
un problema di disordine (per rincorrere i pensieri gli scrittori spesso
un po’ di tempo, per ricordare cosa stessero facendo, cosa avevano interrotto, e anticipano qualcosa, costruiscono le frasi a istinto e mischiano i para-
sarei tornata indietro e ti avrei lasciato ascoltare Gabriel Heatter. E non sapevo grafi o i sensi) e in tal caso è sufficiente riordinare le frasi per ottenere
come muovere i piedi o dove guardare. Me ne stavo lì, in piedi…» Pochi secondi un ritmo migliore. Molto più frequentemente tuttavia il problema sta nel
in tempo reale, pagine e pagine in tempo del racconto. non aver trovato le parole giuste. La scrittura è un approssimarsi a cerchi
concentrici fino a centrare il bersaglio e capita di usare parole troppo
CIGOLA, ZOPPICA, SI SGONFIA – Codice: [cigola] lontane o troppo logore che non colgono nel segno. Una sola parola
Taglia, ordina, trova le parole giuste. imprecisa può rovinare la frase e la pagina.
Se leggendo hai la sensazione di procedere a singhiozzo, se ti sembra In tal caso trova le parole giuste: quelle che illuminano davvero. Cer-
che uno o più passaggi non scorrano o che qua e là manchi la tensione cale dentro di te, e anche nel dizionario dei sinonimi: magari quella
e tutto si sgonfi all’improvviso, è possibile che sia necessario rilavorare parola non ti è venuta in mente ma quando ce l’avrai sotto gli occhi
alcune frasi o addirittura intere parti. la riconoscerai come tua. Mark Twain ha detto che «La differenza fra
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la parola giusta e la parola quasi giusta è la differenza tra la lanterna È molto istruttivo studiare le parti meno felici, quelle di cui ci si vergogna.
e la lucciola». Che tipo di sequenze sono? Sono descrizioni, dialoghi, azioni? Cosa
hanno in comune? Studiandole capirai quali sono i tuoi punti deboli, e
CARTA STRACCIA – Codice: [togli] saprai giocare d’anticipo.
Riscrivi, elimina. Come mai è così terribile?
Rileggendo troverai anche dei passi tremendi, che sembrano senza SPETTACOLARE – Codice: [wow]
speranza, impossibili da salvare. Questi mostri abbondano soprattutto Perché funziona? Di cosa puoi fare tesoro?
all’inizio del libro, quando chi scrive non ha ancora un’idea chiara e A volte ci sono dei punti che funzionano perfettamente. Li rileggi e dici:
tende a buttare giù più del necessario. wow, se solo tutto il libro fosse scritto così!
Il ritmo è perfetto, la pagina vibra, c’è la giusta tensione narrativa, le
Soluzione: Se non sono rilevanti e non contribuiscono al cuore del libro, parole sono esatte. Ti senti dentro la scena, e ti sembra di conoscere
elimina i passi incriminati senza rimorsi. Se invece si tratta di una scena i personaggi.
necessaria (e forse è per questo che è così difficile scriverla) riscrivila, Se sei uno scrittore, queste scene mostrano la tua forza. Segnale, ri-
scegliendo con più attenzione le parole e le immagini. leggile e studiale. Che cosa ti piace così tanto? Perché sono buone?
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Analizzando i passi più efficaci saprai che cosa ti riesce bene e potrai Soluzione: Verifica tutto quello che puoi: tempistiche di viaggio, infor-
usare quello che hai capito per lavorare sui punti che non funzionano. mazioni tecniche, nomi delle vie, fatti storici, ecc. Il tuo obiettivo è di
Lo stesso puoi fare se sei un editor, per aiutare l’autore a esprimersi evitare incongruenze e assurdità.
al meglio. Le contraddizioni più frequenti sono quelle temporali. Per individuarle ti
consigliamo di costruire una linea del tempo, ad esempio puoi compilare
QUALCOSA NON TORNA – Codice: [???] il calendario dei protagonisti e inserire tutte le sequenze per valutarne
Ci sono imprecisioni, incongruenze, errori temporali? l’andamento.
La storia inizia di lunedì e due giorni dopo è domenica; il protagonista si
lamenta del freddo e nel capitolo seguente declina un invito per andare PROBLEMI CON GLI AMBIENTI – Codice: [ambiente*]
in piscina all’aperto; un viaggio in macchina tra Roma e Milano risulta Hanno una funzione? Se sì, sono memorabili?
di un’ora e mezza… sì, c’è qualcosa che non torna. La verifica della L’ambientazione spazio-temporale è cruciale. Senti che c’è qualcosa
coerenza logica e temporale in un libro è essenziale, anche se spesso che non va con gli ambienti all’interno del romanzo: sono poco definiti,
è sottovalutata da chi scrive, tanto che nelle case editrici si dedicano nemmeno si capisce qual è la differenza tra il salotto e il ristorante;
molte ore a cercare e correggere errori e imprecisioni. oppure il contrario: le descrizioni sono troppo lunghe, stucchevoli.
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La prima domanda che devi farti è quale sia il ruolo degli ambienti Attenzione. È vero che descrivere è «dipingere con le parole», e per descrivere
ambienti reali occorre documentarsi oppure inventarsi con precisione un intero
nella tua storia. In un romanzo distopico la descrizione di un mondo
mondo come Tolkien ha fatto per la Terra di mezzo, questo però non significa che
diverso potrebbe essere fondamentale; lo stesso per un libro ambien- sia necessario perdersi in descrizioni minuziose che spesso rischiano di risultare
tato ad Amsterdam, dove la città diventa quasi un personaggio a sé. noiose: un dettaglio efficace può rivelarsi più utile di mille parole. Se poi stai nar-
Invece, in un romanzo di formazione che si concentra sull’interiorità del rando la storia dal punto di vista di un personaggio potresti adottare il suo modo
protagonista, gli ambienti possono essere intercambiabili e non molto di pensare e di vedere la realtà per caratterizzare con più efficacia l’ambiente
rilevanti. Ad esempio, se Holden fosse arrivato a Boston invece che a (per esempio se il protagonista è un poeta la risacca del mare sarà «il respiro
New York forse non ce ne saremmo accorti. di una grande conchiglia», se è un ingegnere «una calma pompa idraulica»).

Soluzione: Se gli ambienti sono importanti, non limitarti a una panora- PROBLEMI CON I PERSONAGGI – Codice: [personaggi*]
mica ma scegli su quali dettagli soffermarti, usa i cinque sensi, immergi La loro presentazione è ben curata nell’arco della storia?
il lettore, rendi le descrizioni memorabili. Se al contrario gli ambienti Nella fase di prima revisione abbiamo già riflettuto sui personaggi e
non giocano un ruolo fondamentale nella storia, valuta la possibilità di deciso di quale tipo di figure la nostra storia ha bisogno: complesse e a
dare meno spazio a descrizioni che finirebbero per appesantire il testo. tutto tondo, macchiette, oppure personaggi piatti che rappresentano una
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funzione o un archetipo. Adesso è il momento di verificare che queste Soluzione: Se volevi costruire un personaggio a tutto tondo ma ti sembra
scelte siano state rispettate nella presentazione e nella costruzione su di non esserci riuscito, pensa a quello che diceva E. M. Forster: «Un
carta dei personaggi. personaggio è credibile quando lo scrittore sa tutto di lui». Per rendere
vivi, tridimensionali i nostri personaggi, cerchiamo di evitare le carica-
Errori frequenti sono: un personaggio che dovrebbe essere a tutto tondo non è
abbastanza sviluppato, o al contrario a un personaggio che non deve essere così
ture (il detective burbero e tenebroso, il poliziotto buono, ecc.) e di farci
complesso e approfondito viene dato troppo spazio; o ancora un personaggio più domande possibili, per esempio: Chi è? Chi vuole sembrare? Cosa
che rappresenta una funzione fallisce nel rappresentarla; infine è molto frequente, desidera? Qual è la sua più grande paura? Cosa lo fa ridere, cosa lo
soprattutto tra gli esordienti, la tendenza a perdersi in lunghissime descrizioni ogni fa piangere? Come vive? Che passato ha alle spalle? Come tutto questo
volta che si introduce un nuovo personaggio. si riflette nel suo modo di muoversi e di vestirsi?
Non è necessario presentare tutte queste informazioni, e soprattutto è
È una questione di equilibri: avere un personaggio complesso non sconsigliato presentarle tutte assieme (come fa Agatha Christie all’inizio
significa dedicare venti pagine alla descrizione del suo aspetto fisico, dei suoi romanzi): può essere preferibile far emergere solo alcuni detta-
così come un personaggio secondario non necessariamente va liquidato gli importanti, rivelatori, e farli trasparire dai gesti, dalle parole, dalle
con una singola parola. azioni del personaggio stesso. Se poi il personaggio ha un’evoluzione
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nel corso della storia, come nella maggior parte dei libri, assicurati che racconterò un segreto di famiglia. Riguarda il naso del maggiordomo. Vuoi che
ti racconti del naso del maggiordomo?»), aspetto (sempre ne Il grande Gatsby
la sua trasformazione sia giustificata dagli eventi e preparata nel tempo.
conosciamo Tom, il marito di Daisy, da un dettaglio eccentrico più che da una
Se invece hai dato troppo spazio a un personaggio che doveva esse- descrizione fisica: «Sembrava che riempisse quegli stivali scintillanti al punto da
re poco approfondito, addirittura solo una caricatura, semplificalo e far esplodere i lacci»), pensieri (sempre ne Il grande Gatsby, Nick ci mostra la
riportalo alla funzione progettata. sua solitudine pensando: «Mi piaceva camminare per la Quinta strada e osser-
Pensiamo a Sherlock Holmes: è un personaggio divenuto iconico anche vare donne romantiche tra la folla e immaginare che in pochi minuti sarei potuto
perché non evolve. Ha poche caratteristiche, costanti. Se Conan Doyle entrare nelle loro vite»).
avesse deciso di complicarlo, probabilmente si sarebbe persa la sua
forza universale. PROBLEMI CON I DIALOGHI – Codice: [dialoghi*]
Sono troppo lunghi o drammatici? Sono forzati? Ci sono dei clichés?
Se vogliamo mostrare un personaggio anziché elencare le sue caratteristiche, ci
sono quattro vie che possiamo percorrere: azione (la passione per le orchidee
Oltre a quella di variare il ritmo della narrazione, i dialoghi hanno an-
del burbero detective Nero Wolfe), dialogo (ne Il grande Gatsby capiamo un che la funzione di far progredire la storia e caratterizzare i personaggi.
elemento importante del carattere di Daisy, la leggerezza, da quel che dice: «Ti La loro costruzione è un aspetto tecnico tra i più difficili. Ci sono scrittori
che hanno il dono, e altri pur bravi che faticano molto.
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Errori frequenti sono: la scrittura di dialoghi innaturali, o troppo banali, o che non personaggio cose che il suo interlocutore sa già di suo, cerca di creare
aggiungono nulla al testo, ribadiscono informazioni già note e suonano inutili. È
uno scambio reale. Ad esempio «Tua madre è morta da sei anni, viveva
importante che il dialogo sia naturale, e per esserlo paradossalmente non deve
copiare la realtà, ma essere più vero del vero.
in Carolina» può essere trasformato nel più naturale: «Cresci! Tua madre è
morta da sei anni! Non vivi più in Carolina, sei nell’ombelico del mondo».
Soluzione: Evita le espressioni banali che si userebbero nella realtà ma che
Non esistono regole oggettive per stabilire se un dialogo sia utile o meno. Se hai
sulla pagina suonano sbagliate (per esempio: «Ciao», «Ciao, come stai?», la sensazione che stia lì a galleggiare nel nulla e che non porti avanti dei conflitti è
«Io bene, tu?», «Anche io, non c’è male»…); le frasi eccessive, retoriche probabile che sia superfluo. Tuttavia, i dialoghi hanno anche l’importante funzione
(«I tuoi occhi sono un cielo al tramonto gremito di gabbiani»); i clichés di caratterizzare i personaggi, quindi, come nei film di Tarantino, puoi scrivere
(«Penso che tu sia una persona stupenda, mi fai vedere le cose in un modo dialoghi apparentemente inutili che però rendono i personaggi memorabili.
nuovo»), a meno che non ti servano per caratterizzare un personaggio
che si esprime per clichés. Molti sostengono che una buona definizione di N.B.: Ricordati che il dialogo a volte può essere sostituito con una
dialogo efficace sia questa: quello che si direbbero le persone se avessero sequenza narrativa. Se sai che i dialoghi non sono il tuo forte valuta di
il tempo di pensare prima di parlare. Se hai bisogno di dare informazioni ridurne la quantità usando delle alternative. Chiediti: come posso rac-
al lettore su qualcosa, fallo in maniera elegante. Invece che far dire a un contare la stessa cosa con efficacia ma senza far parlare i personaggi?
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Le carte analisi IMPATTO
Sono Frequenza, Impatto e Causa, e servono ad analizzare i sintomi/ Che peso ha? Anche in questo caso puoi usare una scala da 1 a 10,
problemi individuati. con 1 a indicare un impatto minimo e 10 a indicare un impatto grave,
oppure puoi usare espressioni come molto grave, grave, abbastanza
FREQUENZA grave, non grave, irrilevante, positivo. Questa analisi è importante per
Quanto spesso si presenta il problema? Puoi usare una scala numeri- controllare meglio la tua scrittura. Se pensi che una cosa non sia troppo
ca da 1 a 10, in cui 1 rappresenta una occorrenza rara, una o due grave, ad esempio, potresti decidere di ignorarla o addirittura farla
volte nel libro, e 10 una occorrenza molto comune, una o più volte diventare il tuo marchio di fabbrica. Non è detto infatti che l’impatto
per pagina. Puoi anche usare una scala di valori testuale come molto sia solo negativo.
frequente (una o più volte per pagina), frequente (una volta ogni due
pagine) non frequente (una volta per capitolo per esempio), raro (una CAUSA
volta ogni due-tre capitoli), molto raro (una o due volte nel libro). Fare Cosa c’è dietro a questa caratteristica?
questo ti farà capire quali sono le tendenze della tua scrittura e a cosa Con questa carta chiediti il motivo profondo che ha originato il sin-
stare attento anche in futuro. tomo/problema e appuntatelo sotto. Se hai trovato degli elementi
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molto gravi, ad esempio ricorrenti problemi con gli ambienti, chiediti le carte Analisi questo aspetto e chiediti perché succede. Ti dilunghi
il perché. Non hai curato abbastanza le descrizioni? Non ti piace troppo nelle scene? Dici troppo?
quella parte della scrittura e tendi a trascurarla? Oppure, se usi molti Facendoti queste domande per ogni carta otterrai un quadro generale
clichés, lo fai consapevolmente o ti sfuggono dalla penna? Hai bisogno del libro e della tua scrittura. Se ci sono molti passaggi Carta straccia
di leggere di più? è sicuramente un problema grave. Come mai è successo? Se invece ci
E se invece hai trovato qualcosa che ti piace davvero tanto, chiediti sono molti punti Spettacolare festeggia! Però chiediti anche che cosa li
come mai è così bello, cosa rende quel brano così spettacolare. rende tali. Ti ricordi quando li hai scritti? Hai avuto sensazioni particolari
mentre lo facevi?
Risoluzione dei problemi individuati Noi consigliamo di rileggere tutto il manoscritto, segnare le criticità e
I simboli individuatori ci aiutano a segnare i problemi per poi decidere risolverle nell’ordine che sembra più idoneo, a seconda del testo.
cosa sistemare e con quale strategia farlo. Le carte Analisi invece ci
danno consapevolezza delle nostre tendenze positive e negative.
Quanto spesso ti sembra troppo lenta la tua scrittura? Se è una tendenza
molto diffusa, potrebbe essere anche molto grave. Segna quindi con
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Terza revisione Le carte TERZA REVISIONE sono quelle ROSSE del mazzo. Ci sono 2
tipi di carte Terza Revisione: 7 carte PROBLEMI COMUNI orizzontali e
Alla fine della Seconda revisione avremo individuato e corretto tutti 3 carte ANALISI verticali (le stesse della Seconda revisione).
gli errori più gravi e riscritto le parti meno riuscite. Il diavolo, però, si
nasconde nei dettagli! Sfogliale, disponile sul muro o su un’altra superficie libera come durante
la fase precedente, con le carte Analisi in colonna a sinistra e le carte
La terza revisione serve a sistemare elementi che possono sembrare Problemi comuni in fila in alto, e poi rileggi il libro tenendo a mente le
meno importanti agli occhi dell’autore, ma che sono da penna rossa carte. Segna per ogni problema la sua Frequenza, l’Impatto e la Causa.
per i lettori più esperti (come quelli delle case editrici). Sono dettagli
Ti consigliamo di leggere ad alta voce e di rilavorare un capitolo (o una porzione
più formali e meno sostanziali, ma tutt’altro che trascurabili. Tra questi contenuta di testo) per volta finché non sarai convinto che sia la migliore versione
tratteremo anche gli errori più comuni commessi dagli esordienti, errori possibile. La lettura ad alta voce permette di sentire le imperfezioni molto meglio
che spesso si risolvono in una mancata lettura del testo e un rapido rifiuto della lettura a mente.
da parte della casa editrice.

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SECONDA REVISIONE
PR. COMUNI
Come per le carte Seconda revi- Problemi Problemi Show Problemi Clichés Aggettivi
sione, puoi analizzare il capitolo personaggi dialoghi vs Tell pdv & co. e avverbi
considerando tutte le carte nello
stesso momento o lavorare su Ogni quanto
Post-it si presenta il
una alla volta, se hai difficoltà a Post-it problema?
Post-it
tenere a mente tutto. Con la prati- Freq. Post-it

ca riuscirai ad avere una visione


d’insieme senza problemi.
È grave?
Post-it Post-it
Che impatto
Post-it
Impatto ha sul testo?

Perché
Post-it c’è questa
Post-it Post-it
Perché tendenza?
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Le carte Problemi comuni SHOW VS TELL – Codice: [s/t]
Su ogni carta troverai un possibile problema a cui prestare attenzione, Hai raccontato troppo?
una soluzione suggerita e un simbolo individuatore per segnalare il «Raccontare» (Tell) anziché «mostrare» (Show) è considerato il re dei
punto incriminato nel testo. difetti nei manoscritti degli esordienti.
Un esempio classico: se voglio dire che il mio protagonista è arrabbiato posso
• Se sei uno scrittore o una scrittrice e il tuo obiettivo è pubblicare, raccontarlo: «Marta faceva fatica a contenere la sua rabbia», o mostrarlo: «Marta
queste carte sono fondamentali: ti faranno risolvere tutti i problemi sbatté i pugni sul tavolo, le sue narici si dilatarono».
più stigmatizzati dai lettori delle case editrici, e abbasserai di molto
le probabilità di venire cestinato senza nemmeno essere letto. La seconda soluzione aiuta a immedesimarsi nella scena, ce la fa vivere
qui e ora, suscita più emozioni; in sintesi contribuisce all’immersività.
Per questi motivi la scelta di mostrare è spesso quella più efficace.
Se decidi di percorrere questa strada, non riassumere pigramente al
lettore quello che succede («Maria e Giovanni litigarono di brutto, quella
sera»), ma trova delle soluzioni per mostrare attraverso una scena viva
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quel litigio («Maria lanciò tre piatti contro il muro, uno dopo l’altro. – Ti storia viene diluita di proposito per scrivere il maggior numero di parole possibile.
Per un lettore moderno alcuni passaggi possono suonare parossistici e sicuramente
odio, – gridò. – Ti odio –. Giovanni raccolse un coccio, accarezzò la
al giorno d’oggi verrebbero tagliati abbondantemente.
coda smaltata del pavone che aveva perso il resto del corpo, poi la
fece ruotare tra le dita in cerca della punta più acuminata…»). Se vuoi Il raccontare ha una funzione molto importante quando c’è l’esigenza di
dire che un personaggio è avaro o manipolatorio puoi rinunciare ai riassumere parti della storia poco rilevanti, o quando vuoi di proposito
semplici aggettivi e trasformarli in azioni o dialoghi: descrivilo mentre creare un effetto di straniamento, come in Resoconto di Rachel Cusk.
finge di aver dimenticato il portafoglio alla fine di una cena con amici, Il vero sforzo riguardo alla questione dello Show vs Tell dovrebbe essere
o imbastisci un dialogo da cui viene fuori a poco a poco la sua capacità quello di cercare un equilibrio consapevole tra i due approcci, anche
di manipolare gli altri con le parole. perché è praticamente impossibile adottare un approccio univoco in
tutta l’opera.
Ovviamente il «mostrare» e basta non è una scelta ottimale: può condurre a una
scrittura barocca, a scene caricaturali, che finiscono per diventare ridondanti.
Ecco il risultato che si può ottenere mescolando le due tensioni:
Per verificarlo, provate a leggere Il conte di Montecristo, il cui autore riceveva un «– Cos’è? – lo fermò secco il colonnello, brutale, infastidito, gettando su quello
compenso in base al numero delle parole scritte: ci si rende subito conto che la spettro una specie di sguardo d’acciaio» (Viaggio al termine della notte, Céline).

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All’inizio gli aggettivi «secco», «brutale» e «infastidito» raccontano come Nell’esempio seguente lo slittamento di prospettiva è nelle due righe
si sente il protagonista, ma poi lo «sguardo d’acciaio» gettato ci mostra finali:
il colonnello e tutto il suo fastidio.
– Giovanni, come va? – disse José. Si sedette accanto a lui. Che situazione assur-
da, neanche lo guardava in faccia, quel hijo de puta, se ne stava lì con le mani
PROBLEMI DI PUNTO DI VISTA – Codice: [pdv] abbandonate sulla panchina come due piccioni morti. – Che te ne frega? – replicò
Il punto di vista slitta? Cerca gli errori di prospettiva. Giovanni, le cinque dita unite davanti alla bocca, manco volesse ingoiarselo, quel
Quando hai scelto un narratore e un punto di vista devi essere coerente, piccione. Non ci poteva credere. Come gli veniva in mente di rivolgergli la parola,
con tutte le conseguenze che la tua scelta comporta. di dirgli «Ciao Jiovani» con quell’accento spagnolo del cazzo?
Se stai ricercando l’immersività e stai usando una prima persona o una
finta terza, gli errori più comuni sono: In questo esempio la focalizzazione è su José, di cui vediamo i pen-
sieri. Infatti le mani-piccione di Giovanni sono presenti in tutto il bra-
1) Saltare da una testa all’altra. Cioè abbandonare all’improvviso no. Eppure alla fine entriamo indebitamente nella testa di Giovanni,
la prospettiva che hai scelto e balzare sulla spalla e nella testa di un vediamo i suoi pensieri, e così facciamo saltare la focalizzazione che
altro personaggio. abbiamo scelto.
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2) Fuga di informazioni. Se stai seguendo un solo protagonista, le in- 4) L’utilizzo di parole o immagini estranee al personaggio. Se il tuo
formazioni che lui ha non possono essere conosciute dagli altri. Un narratore segue una bambina, anche la scelta del registro e delle im-
errore comune è quello di scrivere come se tutti i personaggi venissero magini deve essere coerente: bisogna farla esprimere e pensare come
a conoscenza di fatti o pensieri nello stesso momento. Ecco un esempio: una bimba e usare immagini e paragoni adatti all’età.
Giovanni le disse: – Sei pronta? –, ma stava pensando che fosse meglio andarse-
ne. – Ok, – disse Flavia, tuttavia era sicura che lui fosse un codardo.
Anche se stai usando un altro tipo di narratore per avere un effetto
diverso puoi rischiare di incappare in sviste simili.
Come fa Flavia a sapere che Giovanni è un codardo? Lo pensiamo noi Ad esempio se hai scelto un narratore onnisciente per ampliare il mondo
che vediamo i suoi pensieri, ma lei non può saperlo. e hai abituato il lettore a sentire i pensieri di tutti i protagonisti, smettere
di farlo per un capitolo suonerebbe sbagliato e vanificherebbe gli sforzi
3) Perdita del focus. Usare alcune frasi che rimarcano l’onniscienza del fatti fino a quel momento.
narratore, a cui di fatto si è rinunciato, e che riducono l’effetto immersivo Stessa cosa succede se invece hai scelto un narratore super impersonale
(«José non sapeva di essere seguito». «Giovanni ignorava che quel che poi fa trasparire all’improvviso la sua opinione e il suo pensiero.
giorno tutto sarebbe cambiato per sempre»).
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CLICHÉS E CO. – Codice: [clichés] vento», «Lento come una lumaca», «Cieco come una talpa» ormai hanno
Attenzione alle metafore deboli, ai gerundi, ai corsivi, alle espressioni perso la loro forza e non dicono più nulla; è meglio usare un’espressio-
trite. Questa carta invita a concentrarsi sulla scelta delle parole e delle ne meno consunta che aggiunga significato. Un esempio: Alessandro
immagini. Baricco in Questa storia al posto di scrivere «La loro vita era appesa
Capita spesso che si utilizzino clichés, espressioni vuote, o che si abusi a un filo», scrive, con un piccolo slittamento, «La loro vita era appesa
di forme verbali e costruzioni inappropriate. a uno sguardo».
La rilettura, meglio se ad alta voce, aiuta a individuare questi scivoloni
che non vengono perdonati in fase di valutazione. 2) Costruzioni verbali ripetitive. Tipicamente il gerundio finisce per esse-
La domanda per correggere queste imperfezioni è solo una: ho trovato re usato per esprimere contemporaneità, nesso causale, nesso logico.
l’espressione esatta, che veicola il significato che voglio trasmettere? Leggendo ad alta voce ti accorgerai cha alcune pagine sono una foresta
di -ando e -endo; in tal caso, prova a cambiare il gerundio con una
Presta particolare attenzione a: temporale che dia più respiro alla frase. Ad esempio «Bevendo il caffè
1) Similitudini e metafore deboli e scontate. Espressioni come «Era un si accorse che Franca si stava avvicinando» può diventare «Mentre
leone», «Era bella come un angelo, o come il sole», «Veloce come il sorseggiava il caffè vide Franca avvicinarsi» o ancora, se dovessimo
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avere un eccesso di «mentre» e «quando» ogni due righe, «Sorseggiò lano che una parola è usata in una accezione differente dal significato
il caffè, vide Franca avvicinarsi». Il gerundio spesso è una scorcia- usuale. Ma perché non usare una parola con un significato più preciso?
toia che appesantisce. Per toglierlo possiamo trovare nuove soluzio-
ni più espressive: «– Non ci credi? – dissi, cominciando a irritarmi. 4) Luoghi comuni. Alcune immagini e alcuni schemi narrativi sono tal-
– Allora ci crederai, – aggiunsi lanciandomi verso di lui e preparan- mente usati che suonano banali e risultano una vera condanna per
domi a strozzarlo» può diventare: «– Non ci credi? – dissi. Le mani l’opera. Attenti alla luce che filtra dalla tapparella al risveglio, alle sere
mi si erano allargate in un cerchio grosso quanto un pallone. – Allora piovose d’autunno, ai guasti dei motori nei romanzi horror.
ci crederai –. Chiusi quel cerchio intorno al suo collo, con forza».
AGGETTIVI E AVVERBI – Codice: [agg/avv]
3) Corsivo e virgolette. Attenzione a non abusarne. Spesso si critica agli Controlla le accoppiate aggettivo-sostantivo trite, gli avverbi inutili, gli
esordienti un uso eccessivo di corsivo e virgolette per enfatizzare il senso automatismi. Fai particolare attenzione a:
di una parola o di un’espressione. Il corsivo serve sì per far risaltare una
parola, ma se trovi la parola giusta questa risalterà senza bisogno di 1) Le accoppiate logore aggettivo/sostantivo. Sono espressioni che in
sottolineature. Per le virgolette il discorso è ancora più semplice: segna- origine potevano essere forti ma che sono talmente abusate da aver
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perso completamente il loro significato. «Silenzio assordante», «sottile acque»), ma chi lo dice che ci devono essere più aggettivi dopo un sostantivo?
Puoi fare delle prove per trovare una formula più potente: potresti usarne solo uno
ironia», «efferato delitto» ad esempio non hanno più forza, sono espres-
o addirittura non usarne proprio e sentire l’effetto che fa.
sioni spente. Lo stesso vale per i clichés: «pioveva a dirotto», «un sole
che spacca le pietre», «era come un libro aperto». A ogni modo, come ci sono grandi scrittori che usano pochi aggetti-
vi, ce ne sono altri altrettanto grandi che ne usano moltissimi: è una
2) Gli aggettivi. Un consiglio diffuso è quello di usare pochi aggettivi e questione di scelte stilistiche. Chiediti che scrittore sei. Quando Joseph
ben scelti, preferibilmente con una concreta attinenza sensoriale: dire Heller in Comma 22 scrive che i medici militari hanno «Bocche efficienti
che una cosa è rossa è un fatto, dire che è bella è un giudizio. Si con- e occhi inefficienti» riesce a dirci davvero qualcosa di più con l’uso di
siglia soprattutto di evitare gli aggettivi pigri («Paolo gridò eccitato»), due aggettivi.
quelli insomma che l’autore usa per semplificarsi la vita, come fossero
cartelli appesi al collo di un personaggio. 3) Gli avverbi. Nei dialoghi sono più naturali, ma fuori da lì spesso non
sono utili e appesantiscono le frasi, soprattutto quelli che finiscono in
Attenzione anche all’utilizzo seriale di due o tre aggettivi di fila; è un condizio-
namento che viene da precursori illustri (il Petrarca: «Chiare, fresche et dolci
-mente; assomigliano agli aggettivi pigri di cui abbiamo appena parlato.
Se vuoi eliminarne qualcuno, puoi applicare la tecnica dello «Show
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don’t tell». Puoi mostrare l’avverbio che hai usato? Al posto di dire: ciecamente ostinata. Non mi basta dire che lui correva, voglio dire che
«Giuseppe chiuse violentemente la porta», puoi scrivere: «Giuseppe correva spensierato. Esistono parole più precise che già comprendono la
sbatté la porta». O anziché «Elena correva velocemente» potresti dire: modifica di significato? Potrei dire che lei era cocciuta, e lui trotterellava.
«Correva, superava i passanti come se fossero fermi». Gabriel García
Márquez, in Come si scrive un racconto, arriva a dire: «La pratica finì DIDASCALIE DEI DIALOGHI – Codice: [dida]
per convincermi che gli avverbi di modo con terminazione in -mente Che verbi usi? Ci sono azioni ripetute?
sono un vizio che impoverisce. Sicché cominciai a eliminarli ogni volta Soffermati ora sui dialoghi e analizzali. I verbi didascalici (o dialogue
che mi uscivano dalla penna, e mi convincevo sempre più che quell’os- tags) hanno la funzione d’introdurre e scandire le battute. Quali hai
sessione mi costringeva a trovare forme più ricche ed espressive. Da usato?
molto tempo nei miei libri non ce n’è nessuno». In genere, si consiglia di non usare troppi verbi ricercati, che spesso ven-
gono scelti solo per non fare ripetizioni, come «proruppe», «esclamò»,
N.B.: Gli aggettivi e gli avverbi in inglese vengono chiamati modifiers, «insistette», «proferì», e di preferire i più concreti «disse», «chiese»,
perché hanno la funzione di modificare i sostantivi e i verbi che accom- «sussurrò», «urlò». Piuttosto che complicare in maniera inutile, non aver
pagnano. Non mi basta dire che lei era ostinata, voglio dire che era paura di ripetere «disse».
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Spesso, al posto dei dialogue tags, usa gli action tags, detti anche In particolar modo attenzione a non abusare di action tags banali:
beats. Tra una battuta e l’altra descrivi i movimenti di scena, le azioni «– Non lo so –. Si accese una sigaretta. – Tu che ne pensi?» Sono molto
o i piccoli gesti dei personaggi: hanno la stessa funzione di indicare utili per dare un ritmo e un contesto, ma si rischia di cadere in uno
chi parla, ma aggiungono dinamismo e verosimiglianza. schema ripetitivo se il personaggio guarda fuori dalla finestra cinque
Insomma, al posto di scrivere: «– Vai dentro! – gridò Roberto a Ma- volte o si fuma otto sigarette nell’arco di mezz’ora.
rio. – No! Resto qui a coprirti! – rispose questi», puoi scrivere: «– Vai
dentro! – gridò Roberto. – No! – Mario piantò un piede sulla pancia Abbiamo già parlato dell’abuso dei gerundi che avviene molto spesso
del cinese e gli strappò il coltello dal costato. – Resto qui a coprirti!» subito dopo i dialogue tags: è in un certo senso il marchio del princi-
Ricordati poi che, come le persone vere, anche i personaggi hanno i loro piante che tende a semplificarsi la vita.
tic, gesticolano, si passano le mani tra i capelli, si mordono le unghie,
Ad esempio, al posto di scrivere «– Ti amo, – dissi avvicinandomi alle sue
giocano con le molliche di pane, si muovono o fanno qualcosa mentre labbra», meglio scrivere: «– Ti amo, – dissi. E la baciai» o, al posto di scrivere
parlano, e spesso quei gesti tradiscono le loro emozioni; meglio dun- «– Andiamo, – dissi avvicinandomi a lei e prendendola per mano», meglio
que privilegiare i gesti significativi a quelli irrilevanti come versarsi un scrivere: «–Andiamo, – dissi. Mi avvicinai a lei, la presi per mano»).
bicchier d’acqua, che pure hanno, naturalmente, diritto di cittadinanza.
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Bonus. Assicurati che si capisca sempre chi sta parlando: per farlo In particolare l’incipit del libro è cruciale: è il momento in cui il lettore si
prova a leggere il dialogo senza didascalie; riesci ancora a seguirlo? tuffa in un mondo nuovo. Spesso si dice che i buoni incipit racchiudono
tutto il libro, la cui forza si manifesta anche nelle prime frasi. Se sei uno
APERTURE E CHIUSURE – Codice: [vedi a/c] scrittore e il tuo obiettivo è pubblicare, ricordati che chi giudicherà il
Inizio e fine di capitolo funzionano? E l’incipit? tuo libro lo farà a partire dalle prime pagine, quindi fai del tuo meglio
Leggi ad alta voce la parte iniziale e finale dei tuoi capitoli e chiediti per dargli motivo di continuare a leggere.
se sono abbastanza forti, se hanno un buon ritmo, se sono ben rifiniti.
L’incipit può essere:
Non che alla fine di ogni capitolo ci debba essere per forza tensio- • descrittivo, con un’introduzione graduale ai luoghi e ai personaggi,
ne narrativa: può esserci anche una tensione d’altra natura, magari come in Lo Hobbit di Tolkien: «In una caverna sotto terra viveva uno
attraverso un nodo di pensiero, o l’accostamento tra alto e basso, o hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, piena di resti di
un’immagine forte, o un uso consapevole, a livello stilistico, del climax vermi e di trasudo di fetido, e neanche una caverna arida, spoglia,
o dell’anticlimax a seconda che tu voglia potenziare o smorzare l’effetto sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una
d’intensità espressiva. caverna hobbit, cioè comodissima».
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• narrativo, che ci cala subito nella storia, introducendo la narrazione avesse dormito. Al risveglio vide che l’orizzonte era sempre piatto;
dall’inizio. Un esempio è ne Il signore degli anelli: «Quando il signor si vedevano a distanza bianchi semicerchi di atolli corallini. Chiese
Bilbo Baggins di Casa Baggins annunciò che avrebbe presto festeg- attraverso l’interfono: – Cosa sono?»
giato il suo centoundicesimo compleanno con una festa sontuosissima, • ad effetto, che cerca di stupire e sorprendere il lettore. Può essere una
tutta Hobbiville si mise in agitazione». frase forte e apodittica come il celebre «Le famiglie felici si somigliano
• in medias res, un incipit narrativo che però ci getta in una storia già tutte, le famiglie infelici lo sono ognuna a suo modo», oppure una via
avviata, senza fornire al lettore troppi appigli, come quello di Sfera di personale e extra-ordinaria come succede in molta narrativa contem-
Crichton: «Per molto tempo l’orizzonte era stato una piatta e monotona poranea. Ecco alcuni esempi. Da Dannazione di Chuck Palahniuk:
linea azzurra che separava l’oceano Pacifico dal cielo. L’elicottero «Mi sente, Satana? Sono io, Madison. Sono appena arrivata qui,
della Marina degli Stati Uniti sfrecciava a bassa quota sfiorando all’inferno, però non è colpa mia, se non forse perché sono morta per
le onde. Nonostante il fracasso e le vibrazioni delle pale, Norman un’overdose di marijuana. Forse all’inferno ci sono finita perché sono
Johnson si addormentò. Era stanco: viaggiava su vari velivoli militari grassa, ma proprio grassa come una scrofa»; da Il desiderio di essere
da oltre quattordici ore. Non era cosa cui un professore di psicologia come tutti di Francesco Piccolo: «Sono nato in un giorno d’inizio estate
di cinquantatré anni fosse abituato. Non aveva idea di quanto tempo del 1973, a nove anni»; da Troppi paradisi di Walter Siti: «Mi chiamo
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Walter Siti, come tutti. Campione di mediocrità. Le mie reazioni sono FINALE – Codice: [end]
standard, la mia diversità è di massa. Più intelligente della media, ma È quello giusto? È coerente con il cuore del libro?
di un’intelligenza che serve per evadere. Anche questa civetteria di «La chiave per il finale di ogni storia sta nel dare al pubblico ciò che vuo-
mediocrità è mediocre, come i ragazzi di borgata che indossano a le, ma non nel modo in cui se lo aspetta», consiglia William Goldman.
migliaia le t-shirts con su scritto original; notano la contraddizione e gli
sembra spiritosa. Se non fossi medio troverei l’angolatura per criticare Spesso il finale è la parte sulla quale ci sono più incertezze, e frequen-
questo mondo, e inventerei qualcosa che lo cambia». temente viene riscritto in fase di editing. Chiediti se è coerente con il
resto del libro, se risolve tutti i conflitti e se è bilanciato.
Bonus. Un’ultima accortezza: confronta gli inizi e le fini dei capitoli
Può capitare che, per la fretta di finire, l’autore non curi abbastanza il finale e il
e cerca se ci sono delle situazioni ripetute, per esempio se metà dei libro sembri interrotto, oppure il contrario: come se non volesse concludere, che
capitoli iniziano con il protagonista che si sveglia e fa fatica ad aprire l’autore trascini troppo a lungo l’epilogo e lo diluisca, riducendone l’intensità.
gli occhi. Addirittura, tante volte ci si accorge che il libro era finito tre o quattro righe prima.

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Risoluzione dei problemi individuati Ora che hai finito la Terza revisione il manoscritto è quasi pronto, e in
Lavora una porzione di testo per volta con le carte Problemi comuni e più hai un quadro dei tuoi errori (e delle tue virtù) più frequenti. Prendi
le carte Analisi. Quanto frequentemente devi intervenire? nota delle carte in cui hai segnato la frequenza maggiore, e di quelle
che hai individuato come più gravi. In questo modo avrai pronta una
Anche i Problemi comuni possono essere un ottimo spunto di riflessione vera e propria scheda scrittore per il futuro.
personale:
• Usi spessissimo gli avverbi? Probabilmente è una tendenza della tua
scrittura ma, se risulta frequente, chiediti perché finisci sempre per
usarli. Non hai trovato le parole giuste? Oppure è un peccato di
superficialità?
• Racconti o mostri troppo? È lo stesso modo in cui percepisci il mon-
do? Sei troppo immerso o troppo distaccato? Magari quella è la
tua tendenza naturale, non è detto che sia negativa, ma dovresti
pensarci su.
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Ultimi ritocchi
Ora che abbiamo terminato la terza revisione, il più è fatto. Ripetizioni Pulizia Preparaz.
Non resta che concentrarsi su alcuni dettagli che verranno sicuramente
Post-it
notati e apprezzati. In questa fase ci occuperemo della correzione di
bozze e della pulizia del file, dando gli ultimi ritocchi alla lingua. Post-it Post-it Post-it
Post-it

Le carte ULTIMI RITOCCHI sono quelle NERE del mazzo. Ci sono 3 carte Post-it

ULTIMI RITOCCHI. Affrontale una per una: sono un piccolo vademecum Post-it Post-it
Post-it
per ottenere un testo pulito e corretto. Disponi anche queste carte in linea
e segna sotto di esse su un post-it le correzioni necessarie.
Post-it

112
RIPETIZIONI E FORMULE FREQUENTI Un modo efficace per verificare le possibili ripetizioni è effettuare una
Ci sono parole o formule che hai usato troppo? ricerca sul file con il comando Trova per controllare le occorrenze una
Tutti gli scrittori hanno dei tratti stilistici peculiari, stilemi, parole o espres- a una.
sioni preferite. Questo è naturalmente un bene in quanto contribuisce Allo stesso modo potresti aver costretto i personaggi ad azioni ripetitive
a definire uno stile personale. Tuttavia, al di là dalle scelte stilistiche – (quanto spesso si guardano negli occhi? quante volte contemplano le
consapevoli o meno consapevoli – a volte una costruzione, una parola cime delle montagne dalla finestra?), costruito più capitoli in modo
o un’immagine è davvero troppo usata, e a percepirlo è più facilmente il identico, scritto due volte la stessa scena con poche variazioni.
lettore che l’autore. A furia di leggere e rileggere il testo, soprattutto ad
E ricordati sempre che la ripetizione può anche essere una scelta ragionata:
alta voce, noterai parole o formule che hai utilizzato spesso: controlla pensa a Gli indifferenti in cui Moravia decide di usare l’aggettivo «indifferente»
di non aver esagerato. o il sostantivo «indifferenza» una o più volte per pagina.
Se ti rendi conto di avere usato il verbo «provare» troppo spesso nel
tuo libro, chiediti se è un caso (e allora intervieni riducendone la fre- Man mano che rileggi il manoscritto, segna sotto questa carta tutte le pa-
quenza) o se l’hai fatto di proposito perché quel verbo ha un significato role, le espressioni e le costruzioni che pensi di aver usato troppo spesso,
particolare nel libro. poi passa alla ricerca su file per sostituirle con alternative migliori.
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PULIZIA o Garamond, 12pt), imposta un’interlinea uniforme (1 o 1,5), togli i
Fai una piccola correzione di bozze. grassetti, i corsivi e i maiuscoletti non strettamente necessari, quindi
Anche se finito, il testo è quasi sempre disordinato. Prima di proporlo, giustifica il testo a sinistra. Per aumentare la leggibilità puoi decide-
o impaginarlo in caso di self-publishing, è bene seguire alcuni piccoli re se impostare un rientro della prima linea di paragrafo (0,5cm).
accorgimenti.
Utilizza la funzione trova e sostituisci per risolvere i problemi tipici di un
Se sei uno scrittore e il tuo obiettivo è pubblicare farai una buona testo grezzo. La funzione permette di cercare uno o più caratteri e di
impressione mandando un testo ben curato. sostituirli con uno o più caratteri. Posso ad esempio cercare la parola
«perchè», scorretta, e sostituirla con la parola «perché» in tutto il testo.
• Il file. Assicurati prima di tutto che il file sia leggibile da ogni computer
(usa Microsoft Word e salva in formato .doc), e nominalo in un modo Puoi anche attivare la funzione Controllo ortografico, per individuare
adeguato, ad esempio cognome_titolo_data. e correggere la maggior parte dei refusi, ma non fidarti ciecamente e
• Il testo. Seleziona tutto il testo e uniformalo come segue. Innanzitutto per ogni dubbio verifica su un dizionario.
scegli un carattere e una dimensione adeguata (Times New Roman
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Sostituisci: Ricorda anche che:

• I doppi spazi (“ ”) con uno spazio singolo (“ ”). Effettua più volte la • Le virgolette alte e gli apostrofi sono curvi (virgolette e apostrofi dritti
ricerca nel caso ci fossero sequenze di spazi maggiori di due. sono errati).
• Gli spazi non richiesti prima dei segni di punteggiatura (“ ,” | “ .” | • Nei dialoghi e negli incisi devi usare il trattino medio (–) e non quello
“ ;” | “ :”) e prima o dopo le parentesi [ “ )” | “( “ ] con i segni privi breve (il simbolo meno, -), che va usato invece all’interno delle parole
di spazio (“,” | “.” | “;” | “:” | “(“ | “)”). composte o per unire due parole (via-vai, artistico-letterario).
• La ‘e’ maiuscola apostrofata “E’” con quella ccentata correttamente “È”. • Le parole che terminano con «tre» inteso come numero (ventitré) hanno
• Il verbo essere alla terza persona singolare errato (“ é “) con la sua accento acuto.
forma corretta (“ è “). • Di solito i monosillabi non hanno accento, a meno che non si possano
• Le parole che erroneamente hai scritto terminanti con -chè, come per- confondere con altre parole: fu, sto, qui; ma «dì» (giorno) per distin-
chè, poichè (“chè”) con la versione corretta: perché, poiché (“ché”). guerlo da «di» (preposizione), «là» (avverbio) per non confonderlo
con «la» (articolo) ecc.
• Po’, be’, mo’ si scrivono con apostrofo e non con accento, così come
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gli imperativi alla seconda singolare (fa’, sta’, va’ ecc.) decisioni da prendere per le quali non ci viene in aiuto una regola:
• In genere le d eufoniche si lasciano davanti a vocale uguale («ed si scrive «obiettivo» o «obbiettivo»? I termini stranieri si scrivono in
Enrico») ma si omettono tra vocali diverse («e ancora») e se la parola corsivo? I dialoghi si fanno con i trattini o le virgolette? Usiamo «se
successiva inizia con ed-, od-, ad- (e Edoardo, a Ada). stesso» o «sé stesso»?
Non c’è una risposta corretta: l’importante è prendere una decisione ed essere
Ogni scrittore ha la sua impronta digitale degli errori che commette più coerenti per tutto il testo. Proprio per questo motivo le case editrici hanno un
frequentemente. A qualcuno scappa un’infinità di doppi spazi; qualcun insieme di norme interne ufficiali, condivise con tutti i collaboratori.
altro invece ripete sempre un errore ortografico particolare. Segna in un
post-it sotto questa carta le correzioni che sono necessarie. Ti consigliamo di scegliere una casa editrice come riferimento e di
imitarla nelle sue scelte principali. Potrebbe essere una casa editrice
PREPARAZIONE che stimi particolarmente o quella che ritieni più adatta per il tuo libro:
Scegli le norme di un editore che ammiri e sistema il testo. farlo non ti garantirà di essere pubblicato ma di certo potrebbe essere
Nella carta Pulizia ci siamo occupati di errori da evitare, sanzionati di buon auspicio!
dalla grammatica o dall’etichetta editoriale. Ci sono poi una serie di
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Ecco le scelte principali su cui concentrare l’attenzione: • Citazioni e note. Se ci sono citazioni o note come vengono trattate?
Le citazioni sono rientrate nel testo, in corsivo, tra virgolette?
• Dialoghi e pensieri. La loro gestione è più complicata di quanto si
possa credere. Si usano le virgolette inglesi (“ “), i caporali (« ») o Segna sotto questa carta quali sono le principali scelte editoriali che
i trattini (–)? Dove si mette la virgola, prima o dopo le virgolette o il vorresti seguire e tieni gli appunti sempre sott’occhio mentre rileggi
trattino? Come vengono trattati i pensieri? E i dialoghi all’interno di un’ultima volta il manoscritto!
altri dialoghi?
• Numeri. Quando si usano i numeri e quando le lettere? Si scrive 23
anni o ventitré anni? Come si scrivono le date?
• Grafia parole. Come si scrivono parole comuni che hanno una doppia
possibilità di resa? Si scrive «obiettivi» o «obbiettivi»? «Sé stesso» o
«se stesso»?
• Sigle e acronimi. Sono scritte in maiuscolo, puntate, in maiuscoletto?
USA, USA, U.S.A., Usa?
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Bonus: scheda scrittore gnato come Impatto positivo usando Edito. Sei molto bravo a costruire i
dialoghi? Oppure la storia ha fatto emozionare chi l’ha letta? Segnalo
Ora abbiamo finito, il manoscritto è pronto per la pubblicazione! Sareb- sulla colonna di sinistra. Su quella di destra invece appuntati il motivo
be però un peccato non tenere traccia di tutto il lavoro fatto e non fare per cui queste parti ti vengono così bene e indica anche i punti del
tesoro delle tendenze che abbiamo riscontrato, valorizzato e corretto libro a cui fai riferimento.
della nostra scrittura. Ti consigliamo quindi di completare la scheda • PUNTI CRITICI Sono invece gli aspetti più problematici della tua scrit-
scrittore seguente. Con essa riporterai il lavoro fatto su una sorta di tura, le parti che hai dovuto rifare più volte e su cui hai faticato di
identikit che potrai usare per tutte le opere future. Potrai anche tenere più. Anche in questo caso saranno importanti i Feedback, questa
traccia dei tuoi progressi nel tempo. volta quelli negativi. Consulta anche le carte della Prima, Seconda e
Terza revisione, concentrandoti in particolare su quelle con Frequenza
La scheda scrittore è divisa in tre aree: e Impatto maggiori. Scrivi spesso sequenze superflue, o hai dovuto
• PUNTI DI FORZA Sono le parti che ti riescono meglio, i tuoi assi nella modificare molti personaggi? Usi troppi avverbi o clichés? Segnalo
manica. Per compilare questa parte consulta i Feedback positivi che sulla colonna di sinistra, e su quella di destra segna il motivo della
hai ricevuto, le parti che hai trovato Spettacolari e quelle che hai se- criticità e il punto in cui l’hai riscontrata.
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• ERRORI FREQUENTI Sono le imperfezioni da matita rossa. Errori di PUNTI DI FORZA
grammatica, gravi slittamenti di prospettiva, incongruenze evidenti.
La fase di Terza revisione e gli Ultimi ritocchi ti aiuteranno a compilare Cose che faccio bene Riflessioni
questa parte. Se ad esempio scrivi «qual è» sempre con l’apostrofo, Descrizioni Molto belle le descrizioni degli
oppure lasci una marea di doppi spazi, usi le virgolette sbagliate, o oggetti (appartamento, le buste della
fai errori frequenti di punto di vista, segnalo sulla colonna a sinistra, spesa nel primo capitolo). Anche
e su quella di destra scrivi il perché e riporta un esempio. quelle dei protagonisti.

Clichés Scelte espressive originali, non ci


sono espressioni stereotipate.

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PUNTI CRITICI ERRORI FREQUENTI

Stai attento a Riflessioni Sbagli spesso Riflessioni


Trama A volte era prevedibile (si capiva che Uso delle virgolette Bisogna normalizzarle, meglio usare
sarebbe stato arrestato troppo presto). i caporali.

Intreccio La prima stesura era troppo lineare, Narratore Sono saltato nella testa di un altro
è stato necessario variare l’ordine protagonista tre volte (cap. 1, 7, 9).
degli eventi, anche per ovviare al
problema sopra.

Senso Non tutte le scene convergevano


verso il nucleo narrativo. A cosa
serve la scena del trasloco?
Gli autori Bibliografia
ANDREA BINASCO e MATTEO DI PASCALE sono i fondatori di Sefirot, Renni Browne, Dave King, Self-Editing for Fiction Writers: How to Edit Yourself
che tuttora dirigono, e autori degli strumenti per la creatività intùiti, into Print, New York : Harper/William Morrow, 2004
Fabula, Fabula for Kids e Cicero, che hanno venduto oltre 100.000 Marco Carrara (Duca di Baionette), Narrativa immersiva, corso base di scrittura
copie in tutto il mondo. creativa e sceneggiatura, 2020, distribuito online
Gotham Writers’ Workshop, Lezioni di scrittura creativa, Roma : Dino Audino, 2005
Edito è stato progettato in collaborazione con DALIA OGGERO che è Noah Lukeman, The First Five Pages: A Writer’s Guide to Staying Out of the
da molti anni editor di narrativa italiana all’Einaudi. Ha seguito autori Rejection Pile, Oxford : Oxford University Press, 2010
di ieri e di oggi, tra cui Francesco Biamonti, Mario Rigoni Stern, Se- James Scott Bell, Revision and Self Editing for Publication: Techniques for Tran-
bastiano Vassalli, Lalla Romano, Walter Siti, Diego De Silva, Marcello sforming Your First Draft into a Novel that Sells, Cincinnati : Writer’s Digest Books,
Fois, Andrea Pomella e moltissimi altri. 2014
Sol Stein, On writing, New York : Griffin 2000

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Joshua Ferris, E poi siamo arrivati alla fine, Vicenza : Neri Pozza, 2006 Francesco Piccolo, Il desiderio di essere come tutti, Torino : Einaudi, 2013
Gabriel García Márquez, Cent’anni di solitudine, Milano : Mondadori, 2021 Walter Siti, Troppi paradisi, Milano : BUR, 2015
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Stampato per conto di Sefirot Srl
presso Leo Paper
nel mese di luglio 2022

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