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Vittoria Carnicelli

COMMENTO ROMANZO “DIECI PICCOLI INDIANI”


Il libro “Dieci piccoli indiani” è stato scritto da Agatha Christie nel 1939 e oggi è
ancora considerato il romanzo giallo più venduto in assoluto.

-TRAMA
La storia racconta di otto persone sconosciute tra loro che ricevono un invito da un
certo signor Owen per passare un week-end a Nigger Island, la sua lussuosa casa.
Traghettati all’isola dal barcaiolo Narracott, vengono accolti dai due domestici della
casa, i coniugi Rogers.
Nessuno di loro ha però ancora conosciuto il signor Owen.
Nella casa trovano dieci statuette di negretti sul tavolo e una filastrocca sempre
riguardo a dieci piccoli negretti che, uno dopo l’altro, muoiono. Inizialmente la
trovano simpatica, ma poi realizzeranno che è esattamente ciò che succederà a loro.
A cena vengono accusati tutti di aver commesso omicidi non punibili dalla legge.
“Dieci poveri negretti se ne andarono a mangiar: uno fece indigestione, solo nove ne
restar.”
Facendo il brindisi, Anthony Marston muore avvelenato dal cianuro. Una statuetta
scompare.
“Nove poveri negretti fino a notte alta vegliar: uno cadde addormentato, otto soli ne
restar.”
La cuoca viene ritrovata la mattina dopo morta nel suo letto. I presenti capiscono che
uno di loro è un assassino con lo scopo di ucciderli tutti.
“Otto poveri negretti se ne vanno a passeggiar: uno, ahimè, è rimasto indietro, solo
sette ne restar.”
Il generale Machartur viene ritrovato morto sulla scogliera colpito da qualcosa di
pesante. Le statuette diventano sette.
“Sette poveri negretti legna andarono a spaccar: un di lor s’infranse a mezzo, e se
soli ne restar.”
Il signor Rogers viene scoperto ucciso da un’accetta mentre tagliava la legna.
“I sei poveri negretti giocano con un alveare: da una vespa uno fu punto, solo cinque
ne restar.”
Dopo colazione la signora Brent muore a causa di una puntura letale. Di nuovo
cianuro. Nel frattempo la rivoltella di Lombard è scomparsa.
“Cinque poveri negretti un giudizio han da sbrigar: un lo ferma il tribunale, quattro
soli ne restar.”
Il giudice Wargrave, dopo che tutti hanno soccorso Vera in seguito a un urlo, viene
trovato ucciso con un colpo di pistola. E’ vestito da giudice con una parrucca in testa.
“Quattro poveri negretti salpan verso l’alto mar: uno un granchio se lo prende, e tre
soli ne restar.”
Quella notte Blore e Lombard vanno alla ricerca di Armstrong, poiché scomparso.
Lombard ha con sé la rivoltella che ha ritrovato. La ricerca non porta risultati.
“I tre poveri negretti allo zoo vollero andar: uno l’orso ne abbrancò, e due soli ne
restar.”
Blore muore colpito da un pesante orologio a forma di orso.
Vera e Lombard sono convinti che Armstrong sia colpevole, ma poi lo trovano
affogato in mare.
“I due poveri negretti stanno al sole per un po’: un si fuse come cera e uno solo ne
restò.”
Vera per logica crede Lombard l’assassino e gli sottrae la rivoltella per poi sparargli.
“Solo, il povero negretto in un bosco se ne andò: ad un pino si impiccò, e nessuno ne
restò.”
Vera sale in camera e trova una corda appesa al gancio sul soffitto. Esausta e presa
dai sensi di colpa, si impicca calciando via la sedia.
L’assassino è Wargrave, che colpito da un male incurabile, voleva commettere un
omicidio memorabile, in quanto ossessionato dal delitto e dalla giustizia. Confessa
tutto in una lettera che lancia in mare all’interno di una bottiglia. Alla fine si uccide
anche lui con la rivoltella.

-PERSONAGGI
Anthony Marston: giovane ricco inglese appassionato di automobili. Uccise i due
fratellini investendoli con la sua auto.
Lawrence Wargrave: giudice in pensione che aveva condannato a morte Edward
Seton anche se innocente. Organizza l’omicidio di Nigger Island.
Philip Lombard: ex capitano colpevole per aver lasciato a morire 21 indigeni
africani.
Vera Claythorne: era un’insegnante di ginnastica e badante, ma fece annegare un
bambino sotto la sua responsabilità; era innamorata del fratello Hugo. Uscì innocente
dal processo.
Emily Brent: vecchia signora che aveva licenziato la sua giovane governante incinta
e povera, spingendola al suicidio.
William Blore: ex agente di polizia, aveva fatto condannare un innocente tramite
falsa testimonianza per avere una promozione.
John McArthur: ex generale della prima guerra mondiale, accusato dai colleghi di
aver mandato a morire l’amante di sua moglie in una missione inutile.
Edward Armstrong: famoso chirurgo, accusato di aver sbagliato una semplice
operazione facendo morire una donna perché ubriaco.
I coniugi Rogers: maggiordomo e cuoca, avevano ereditato il denaro dalla loro
vecchia padrona a seguito della sua morte da loro causata.

-COMMENTO
Ho letto questo libro per la prima volta qualche anno fa e rileggerlo è stato davvero
piacevole. Capisci che è un bel libro quando nonostante tu sappia già tutto, hai la
stessa voglia, la stessa adrenalina della prima volta. Nonostante l’atmosfera sia
spaventosa e ansiosa, si resta incollati alle pagine. Io personalmente cercavo sempre
di risolvere i quesiti prima che l’assassino facesse la mossa successiva.
Non è un romanzo particolarmente lungo, ma basta per catturarti completamente.
L’ho trovato molto scorrevole, con frasi semplici e brevi che gli conferiscono un
ritmo calzante. Il narratore passa da un personaggio all’altro svelandoci alcuni dei
loro pensieri e preoccupazioni, il che potrebbe svelare punti chiave e rovinare la
suspense. Invece in questo caso dove tutti nascondono qualcosa e nonostante abbiano
i sensi di colpa provino a giustificarsi, non fa altro che aumentarla. Mano a mano che
si legge si arriva al punto di immedesimarsi nel personaggi, si teme come se si fosse
un Nigger Island.
Una caratteristica particolare di questo romanzo è l’assenza del detective, a differenza
degli altri libri della Christie. Non c’è nessuno che indaga, mette insieme gli indizi e
smaschera l’assassino. Infatti ognuno di loro è giudicato sia colpevole che vittima.
Hanno tutti commesso crimini, anche se non punibili dalle legge, però lì sono vittime
impotenti di un misterioso assassino. Questo forse dona anche un aspetto su cui
riflettere, il fatto che nella vita è possibile essere entrambi e a volte dipende solo da
come si racconta la storia. Ognuno cerca di dirla nel modo tale da risultare vittima o
comunque innocente, ma poi il lato colpevole resta. Infatti si può osservare nel libro
come anche i personaggi più tranquilli, per esempio Vera Claythorne, tirino fuori il
carattere quando occorre. Basta che la situazione diventi pericolosa e cambia
completamente la visione che si ha di un personaggio. Da vittima a colpevole e
viceversa.
Inoltre, non avendo un investigatore, l’autrice usa commenti e situazioni per
confondere ancora di più il lettore facendo sembrare tutti colpevoli uno dopo l’altro.
La rivelazione finale lascia letteralmente a bocca aperta, nonostante tutto il romanzo
sia un susseguirsi di colpi di scena. Infatti qui vengono rivelati i procedimenti dei vari
omicidi nei dettagli e il lettore realizza cose a cui forse non aveva prestato attenzione
prima. Per questo è importante stare attenti durante l’intera lettura, cercando di non
lasciarsi sfuggire nulla. Cosa stupisce è anche quanto sia assolutamente logico e come
niente venga trascurato.
Un punto invece più noioso è l’inizio. Vi è la presentazione dei vari protagonisti.
Giustamente ci serve per conoscerli e sapere le loro storie, anche se non troppo
approfondite. Il lettore ha voglia di entrare subito nella vicenda, di sapere quale sarà
il mistero, la vittima, il colpevole, ma può riconoscere che non è possibile senza
un’introduzione.
Per concludere, penso che meriti tutta la fama che gli è stata attribuita.

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