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L'innovazione
Copertine shock: la grafica di Vittorio Corona Il rapporto con il lettore: il popolo dei fax
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Bibliografia
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Berlusconi, suo ex-editore e fratello dell'azionista di maggioranza affermando del che: Giornale Il Paolo Berlusconi, registrer Giornale
scrupolosamente le sue mosse e interventi senza sposarne le tesi (intervista su La Stampa del 12/12/'93) . Iniziano gli attacchi a Indro Montanelli su pi fronti: Emilio Fede dal tg4 allude ad un doveroso licenziamento, Il Giorno rivela che Vittorio Feltri ha gi firmato con Paolo Berlusconi un'opzione sulla futura direzione del quotidiano (notizia che verr prontamente smentita da Feltri) mentre precedentemente Vittorio Sgarbi aveva condotto una rubrica su Canale 5 sottolineando i trascorsi fascisti di Indro Montanelli e collegandoli al presente. Il direttore continua a difendersi attaccando: Io non sono un direttore assunto da Berlusconi per il suo giornale. Sono il direttore del mio giornale che ha assunto come editore Berlusconi (18/12/'93 su Il Giornale) e intanto il duello continua perch, mentre Berlusconi crede di poter piegare Indro facendogli accettare Feltri come condirettore, il direttore spera, tramite l'aiuto del banchiere Cuccia, di convincere Silvio a cedere la quota di maggioranza del Giornale.
27 marzo 1994
13 luglio Decreto Biondi: si vieta la custodia 1994 cautelare per tutti i reati di tangentopoli con conseguenti scarcerazioni. Viene frettolosamente ritirato Le indagini di Mani Pulite coinvolgono anche le aziende di Berlusconi Il Governo parla di magistratura corrotta e manda ispettori per controllare i giudici milanesi 6 dicembre 1994 22 dicembre 1994 Antonio Di Pietro si dimette
Silvio Berlusconi si dimette dal Governo dopo essere stato sfiduciato dalla Lega Nord
Indro Montanelli non vuole lasciare il giornale da lui stesso fondato vent'anni prima ma gli attacchi continuano e diventano sempre pi simili ad offese vere e proprie. Il 7 gennaio '94 esce su Il Giorno l'intervista a Emilio Fede intitolata Montanelli un piccolo uomo da cui prendono subito le distanze Maurizio Costanzo, Gianfranco Funari, Enrico Mentana e altri giornalisti sottolineando la gravit delle affermazioni. Due giorni dopo, per la prima volta, il Cavaliere in persona si presenta per parlare all'assemblea dei giornalisti e per chiedere l'appoggio alla campagna elettorale della nascente Forza Italia e Montanelli decide di dimettersi. Lo seguono i vicedirettori Federico Orlando e Michele Sarcina e altri 40 giornalisti. Lettera a Biazzi Vergani Caro Biazzi, in conseguenza delle dichiarazioni del dottor Silvio Berlusconi effettuate presso la sede de Il Giornale comunico la mia decisione di dimettermi dall'incarico del consiglio d'amministrazione e da quello di direttore responsabile de Il Giornale con effetto immediato. Con i migliori saluti, Indro Montanelli Il 13 gennaio, Montanelli con il suo ultimo editoriale sul Giornale saluta i suoi lettori promettendo loro di ritornare entro poche settimane con un nuovo giornale, fatto dagli stessi uomini del Giornale ma con un assetto azionario che garantisca l'incondizionata indipendenza. Si chiamer La Voce. In ricordo non di quella di Sinatra. Ma di quella del mio vecchio maestro- maestro sopratutto di libert e indipendenza- Prezzolini Due giorni dopo Gianni Agnelli invita Montanelli nell'ufficio di Cuccia e gli propone la direzione del Corriere della Sera ma Indro, anche se profondamente onorato dalla proposta, decide di rifiutare perch non avrebbe potuto portare con s tutta quella schiera di fedeli giornalisti che volevano essere guidati da lui verso una nuova avventura. Trovati i fondi grazie all'accordo con la Piemmei (confederazione di piccole e medie imprese), inizia la sfida dell'ormai ottantacinquenne giornalista. 12/01/'94
nel panorama di un'informazione ormai divenuta pressoch piatta. Puntare alla qualit e non alla quantit. La Voce, nella mente dei suoi ideatori, prende la forma di un quotidiano settimanalizzato, in quanto non deve essere il solito sacco da riempire tutti i giorni bens una raccolta di notizie approfondite subito e non dopo sette giorni. Prende la forma di un giornale che cerca di non diventare una brutta copia dei tg ma che riesce a mettersi in concorrenza con questa informazione televisiva che ha sottratto cos tanti lettori alla stampa. Una nuova forma dunque, che pu nascere solo, come tutte le innovazioni, dopo una consapevolezza di un periodo di crisi, di rottura. Pronti i nuovi uffici, tutti i giornalisti si trasferiscono in via Dante 12: pieno centro di Milano, 1800 metri quadri suddivisi in 5 piani e, ironia della sorte, meno di 200 metri di distanza in linea d'aria dalla vecchia sede de Il Giornale.
L'innovazione
Il primo a meravigliarsi della sua creatura proprio lui, il direttore pi anziano d'Italia che si ritrova a dirigere il giornale pi giovane. Mi avete messo in mano un giornale in minigonna , con questo commento rivolto ai suoi pi stretti collaboratori che Indro Montanelli esprime la gioia e l'entusiasmo di aver iniziato un progetto che sembrava impossibile. In via Dante 12 ci sono 77 giornalisti, 5 grafici e 7 impiegati di segreteria, il fedelissimo condirettore Federico Orlando, i vicedirettori Sarcina e Mazzuca e la segretaria di redazione, da sempre accanto a Montanelli, Iside Frigerio. Nelle redazioni di Interni, Esteri, Cultura, Spettacolo, Cronaca e Milano lavorano quasi tutti ex-dipendenti de Il Giornale mentre in quelle di Sport, Economia e nella Redazione Romana scrivono i nuovi giovani. E' un Vittorio Corona un po' titubante che inizia a proporre la grafica e i titoli delle varie sezioni del giornale e subito un Vai avanti, mi piace! del direttore dona la grinta necessaria per partire senza paura; solo per la Cultura avviene un dibattito: Corona propone come titolo Il Cilindro per l'assonanza con il nome del direttore. Bocciato. Montanelli propone Il Bargello ma al grafico non piace, alla fine l'accordo: si chiamer Il Caff. Il 18 marzo 1994, a pochi giorni dalla prima uscita, durante una colazione informale, Corona esprime gli ultimi dubbi sulla nuova creatura: a me sembra che davvero ci presenteremo in edicola con un quotidiano diverso, ma per quanto pi moderno ed elegante, la nostra prima pagina come quella degli altri giornali . L'attento direttore lascia raffreddare la pasta al pomodoro per riflettere sulle perplessit del collega per poi confermare la mancanza: serve una prima pagina da copertina in un giornale da settimanale. Subito arriva l'idea di Corona, un fotomontaggio lasciato chiuso in un cassetto per paura che fosse eccessivo: una grande immagine di un volto spaccato a met con Berlusconi da una parte ed Occhetto dall'altra. Titolo: L'Italia si spaccata: tutti contro tutti. La rivoluzione piace, e pure molto, sar la prima pagina del primo numero de La Voce e sar anche l'inizio di una fortunata serie di fotomontaggi pungenti che caratterizzeranno la testata. Marted 22 marzo 1994, esce il sudato primo numero: 32 pagine, 56x36cm, su 7 colonne con un fondo di Montanelli intitolato Dove eravamo rimasti? in cui si ribadisce anche la posizione della testata sulle imminenti elezioni politiche: noi de La Voce saremo certamente all'opposizione, sia che vinca l'uno, sia che vinca l'altro. Il difficile sar distinguerci dall'altra opposizione .
Il fotomontaggio di Corona occupa gran parte della pagina e ha subito un effetto shock su tutti, eppure ancora pi interessanti risultano essere i due saluti autorevoli a fine pagina: Giuliano Prezzolini (figlio di Giuseppe Prezzolini) e Frank Sinatra (The Voice della canzone americana) accolgono positivamente la nascita di una nuova voce d'informazione che conferisce pluralit di sguardo sul panorama italiano. Le due lettere risultano importanti sopratutto perch riflettono quella che sar la famosa pagina 31, uno spazio interamente dedicato ai lettori, alle loro lettere, alle risposte del direttore o della redazione, uno spazio che cerca di instaurare un legame profondo e partecipato in una zona d'opinione. Montanelli sa di rivolgersi ad un pubblico multiforme: ci saranno i vecchi lettori, i veri moderati, portati via a Il Giornale, i liberal democratici di centro sinistra che non possono pi accettare il martellamento dei quotidiani schierati e infine quei giovani e quelle donne a cui pensa Corona, dai quali La Voce avr un consenso ampio e quasi imprevisto. La grande rivoluzione del quotidiano sta anche nel capire che la diversit del pubblico una risorsa se si riesce a creare un rapporto personale. Con La Voce il lettore viene coinvolto in prima persona, egli non rappresenta una massa informe e nemmeno un target commerciale come troppo spesso accade con le altre testate: egli viene chiamato a commentare, ad esprimere opinioni e, addirittura, a combattere in prima linea insieme al giornale. Come nel caso del Decreto Biondi, quando migliaia di lettere disgustate vengono pubblicate sul giornale contribuendo a formare un'opinione pubblica contraria forte e compatta che riesce a farlo ritirare frettolosamente; o come l'attenzione
25-03-94 Elezioni: mancano solo 2 giorni, ma intanto allarme giustizia.
rivolta al duello Di Pietro-Berlusconi su Mani Pulite, quando il giornale pubblica i fax dei lettori indignati.Non un semplice feedback, ma una partecipazione consapevole, affinch l'unico, vero, padrone del giornale sia il lettore.
Alcuni dei fotomontaggi pi belli: cos La Voce vede i protagonisti di un anno tumultuoso.
25-03-94 Toghe Strappate accuse di ogni tipo:mafia e incompetenza-
11-05-94 Ministri
L'ultimo numero de La Voce esce il 12 aprile 1995: un gigantesco fotomontaggio con Montanelli imbavagliato e circondato da sciacalli occupa quasi l'intera copertina. Titolo: Il giorno degli sciacalli. Il direttore fa la sua comparsa in redazione per salutare, ringraziare, e scusarsi profondamente con tutti. I ragazzi lo accolgono con tre minuti di applausi e Montanelli non riesce a trattenere le lacrime. Questo stato l'anno pi appassionante della nostra vita. il commento di uno dei giornalisti di fronte alle lacrime del direttore, e ancora: Grazie di averci portato via da Il Giornale, non ci siamo pentiti .
E Montanelli legge ai suoi ragazzi il suo ultimo editoriale per La Voce. Uno Straniero in ItaliaDa domani i lettori resteranno senza Voce. La sua ricomparsa rinviata, come si suol dire, sine die. Ci sono state molte voci, in questi ultimi giorni intorno alla Voce. Si parlato persino di un golpe. Io ho voluto restarvi del tutto estraneo, anzi mi sono allontanato, per lasciare la redazione libera di decidere il suo destino. La redazione ha preferito lo harakiri allo stravolgimento del proprio giornale. Io lo sapevo e sottoscrivo. Ma in sede di rendiconto, dobbiamo riconoscere che questo trauma stato non la causa, ma l'effetto di una crisi che risale pi a monte. Di questa crisi potrei fornire varie spiegazioni, per cos dire, congiunturali: il pauroso calo della pubblicit per la devastante concorrenza della TV, l'impennata dei costi ( il prezzo della carta raddoppiato in pochi mesi), il distorcimento del mercato operato dai grandi quotidiani con una sfrenata corsa a supplementi, inserti, gadgets di ogni genere, buono e cattivo, cui non potevamo far fronte. Tutto vero. Ma tutto secondario rispetto al difetto d'origine. Noi volevamo fare, da uomini di Destra, il quotidiano di una Destra veramente liberale, ancorata ai suoi storici valori: lo spirito di servizio (quello vero, taciuto e predicato), il senso dello Stato, il rigoroso codice di comportamento che furono appannaggio dei suoi rari campioni da Giolitti ad Einaudi a De Gasperi. Insomma, l'organo di una Destra che oggi si sente oltraggiata dall'abuso che ne fanno gli attuali contraffattori. Questa Destra fedele a se stessa in Italia c'. Ma un'elite troppo esigua per nutrire 11
un quotidiano. Ecco il vizio d'origine che ha fatto della Voce-come ha scritto Michele Serra- un giornale sbagliato, anzi un giornale straniero. I miei ragazzi, che per difenderlo avevano rinunziato a met dello stipendio ed al fondo liquidazioni, ora vogliono costituirsi in cooperativa per rilanciarlo e se riusciranno a formare un'Associazione degli amici della Voce io ne sar il presidente. Altro non posso dargli. Sono stanco di grufolare nel pantano cui ridotta la vita pubblica italiana, dove non si pu muovere un passo senza imbrattarsi di fango. Eppoi la mia parte credo di averla fatta. Per tenere e difendere le mie posizioni, ho dovuto, in questi ultimi anni, fondare due giornali contro: contro la Sinistra, quando era la Sinistra a minacciarle: ed ora contro l'attuale parodia di Destra che le sta- cosa ancora pi pericolosa- discreditando. Due battaglie, due sconfitte, di cui vado ugualmente fiero, ma che mia hanno lasciato addosso- nel morale, ed anche nel fisico- troppe cicatrici. Chiedo ai lettori di riconoscermi il diritto al congedo. Mi mancheranno, i lettori, quei lettori. Mi mancheranno terribilmente. Spero di mancare anch'io un poco a loro. Ma spero ancora di pi che La Voce dei miei ragazzi non faccia rimpiangere la mia.
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cambiamento traumatico di linea politica del quotidiano a causa della discesa in campo del Cavaliere e la cacciata di Montanelli vengono dunque sanzionati secondo la legge italiana. La vicenda de La Voce lascia spazio, per, ad un'amara constatazione: in tempi di grande e quasi insuperabile concorrenza televisiva, d'informazione flash, probabilmente non c' spazio per un giornalismo d'opinione, un giornalismo contro, un giornalismo indipendente, perch non bastano i lettori a finanziare un quotidiano, nemmeno se firmato dal pi grande giornalista italiano. Si potrebbe tentare, per, un'analisi pi interna, che tenga conto dei problemi pratici, gestionali della testata. E allora possiamo vedere che forse Indro ha peccato un po' di presunzione o di troppa generosit nel voler dare spazio a ben 77 giornalisti, a voler creare un quotidiano di ben 32 pagine e a rifiutare gran parte della pubblicit. In Italia c' la volont di difendere il diritto di una libera informazione e da parte di tanti, il problema che dobbiamo ancora farlo sottovoce o per vie laterali. L'unica via d'uscita, ultimamente, sembra essere internet. Ed ecco che il sogno risorge in alcuni siti web, fatti da persone che credono che in Italia ci sia una pericolosa concentrazione del potere mediatico e che tentano di dare voce ad un'informazione alternativa, ad un'opinione diversa. Alcuni esempi di siti:
http://www.lavoce.info
http://www.voceditalia.it/default.asp
http://www.ilribelle.com/
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I costi molto contenuti del giornalismo online danno la possibilit di sopravvivere anche con autofinanziamenti o contributi dei lettori evitando di dover fare la fine de La Voce. Grazie all'interattivit, il lettore pu avvalorare o meno ogni notizia arricchendola di commenti (estremizzando il tentativo di Indro Montanelli con i fax e le lettere) inoltre l'aggiornamento in tempo reale consente il flusso continuo dell'informazione e contemporaneamente linkopedia e archivi permettono il continuo controllo e confronto con notizie precedenti affini. Ovviamente il problema della credibilit e della verifica delle fonti aumenta con internet. Eppure numerose ricerche dimostrano che un cyberlettore attento e selettivo ritiene le notizie su internet, sopratutto quelle riconducibili ad autorevoli firme, credibili e affidabili, sopratutto se comparate con quelle della stampa, troppo spesso influenzate dalle pressioni del potere politico e dalle pressioni economiche esercitate dagli inserzionisti. Non solo. Il Poynter Institute for Media Studies, in collaborazione con la Standford University, ha studiato le modalit con cui il lettore fruisce dei contenuti web: inaspettatamente il 92% dei lettori di giornali elettronici si sofferma su titoli e articoli mentre solo la met si lascia attrarre dalle fotografie. Internet, insomma, torna a valorizzare il testo, permette una grande complicit con il lettore e una maggiore autonomia direttiva: una valida chance per la realizzazione del sogno montanelliano.
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Bibliografia
Travaglio, M. (2004). Montanelli e il Cavaliere. Milano: Garzanti. 494 pagg. Montanelli, I. (2005). Senza Voce. Milano: BUR. 301 pagg. Montanelli, I. (1995). Una Voce Poco Fa. Bologna: Il Mulino. 95 pagg. Papuzzi, A.(2003). Professione Giornalista. Roma: Donzelli Editore. 302 pagg. La Voce, di Indro Montanelli. Quotidiani num 4-12 (1994) , 82-84 (1995). Linkografia http://it.wikipedia.org/wiki/La_Voce_(quotidiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Indro_Montanelli http://it.wikipedia.org/wiki/Libert%C3%A0_di_stampa http://it.wikipedia.org/wiki/Articolo_21
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