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• ❑il museo deve comunicare
• ❑la comunicazione dell'opera è legata al contesto nel quale l'opera è nata
• ❑È impossibile che l'opera comunichi se staccata dal suo contesto
• ❑la comunicazione museale è metacomunicazione: la collezione comunica oggetti che
comunicano (le opere)
• ❑problema: l'organizzazione museale deriva da quella del '700
• ❑il '700 come età dei lumi propone il concetto di encyclopedie, di raccolta tassonomica
• ❑anche il museo segue questa regola, e l'opera è ordinata cronologicamente
• ❑questo fa sì che l'opera perda il suo contesto, ma diventi un oggetto di studio
• ❑quindi il museo funziona più per gli esperti, esattamente come l'enciclopedia
• ❑ogni opera diventa un paradigma, da studiare morfologicamente
• ❑questo è un controsenso: perché l'enciclopedia, che per sua natura andrebbe studiata
per voci, nel museo viene fruita linearmente?
• ❑questa forma è utile per gli addetti ai lavori, non per il pubblico, che dovrebbe essere il
vero destinatario
• ❑il cambiamento del museo, quindi, passa da un cambiamento nella sua stessa struttura
• ❑si deve passare dall'opera come paradigma all'opera come sintagma
• ❑l'opera cioè deve smetterla di porsi in relazione con le altre, ma deve essere collocata nel
suo contesto funzionale e vitale
• ❑dall'enciclopedia si deve passare al manuale
• ❑ad esempio l'affollamento di opere nelle sale è un controsenso
• ❑un esempio: il pergamonmuseum di berlino, che espone tre opere in 11000 metri quadrati
• ❑wiegand e bode: il primo fa costruire il museo contro le critiche del secondo
• ❑il secondo occupa l'ala nord con opere tedesche, rovinandone l'effetto
• ❑come passare dall'enciclopedia al manuale? utilizziamo la teoria della comunicazione
°Â ❑ tre punti principali:
°Â ❑ 1 lettura. l'opera d'arte come significante deve essere leggibile per veicolare
un significato(restauro, ricostruzione).
• ❑la restituzione dell'opera allo stato originario diventa obbligatoria
• ❑non restaurare significa vedere l'opera non come segno, e cadere nel feticismo
della materia
• ❑ci sono ovviamente dei limiti: è importante tendere non tanto al punto di identità,
quanto alla restituzione del segno
• ❑due modalità d'intervento: sull'originale e sul simulacro
• ❑per i dipinti è necessario intervenire sull'originale
• ❑per le sculture si può utilizzare la gestalt (ad esempio mettendo i contorni originali
dell'opera sullo sfondo
• ❑se si opera su un simulacro è necessario rispettare la scala
• ❑quando ciò non è possibile (monumenti archeologici) è preferibile alla
ricostruzione disegnata il plastico o la cg 3d.
°Â ❑ 2 mappatura. dal significante si passa al significato.
• ❑se il segno è leggibile e non comprensibile, si rende necessario un processo di
reintegrazione del significato.
• ❑l'uomo elabora informazioni in due modalità: sensomotoria (olistica, gestaltica,
veloce, inconscia) e ricostruttiva (analitica, sequenziale, lenta, conscia)
• ❑i testi a fianco alle opere costringono a cambiare continuamente modalità,
perdendo la gestalt
• ❑meglio un'esposizione orale
• ❑meglio ancora provare ad utilizzare il linguaggio visivo, magari attraverso la cg e la
ricostruzione di scene
°Â ❑ 3 integrazione. passaggio dal significato reale a quello letterale
• ❑qui intervengono tecnologie come dvd e dvd interattivi, utili a fornire all'opera
anche i significati di contesto correlati
• ❑bisogna fare attenzione alla posizione dello schermo
• ❑formato delle sequenze simile a uno spot, molto breve