Sei sulla pagina 1di 7

Euridice

Eros e Thanatos1 cozzano urtandosi egli depone lelmo, alza la spada levandosi abbatte il fiore, cui era tanto legato trucida lo stelo, devasta la foglia e, sovrastando con gli occhi ogni sua singola voglia, ritorna il corpo ad Ade, al mondo agognato.

In un vortice di tensione, sente la sua voce e, come un fiume smarritosi alla foce, non osa voltarsi il lirico Orfeo, ma prosegue cadenzoso, passo dopo passo, per la ceca via, tutte le forze in un ammasso e varca la soglia, vincendo il suo trofeo.

Ma un trucco, un inganno! Ombra sine substantia! Maledica, o Zeus, il Cielo2 la tua infanzia! Follia, delirio, sconsiderata disperazione! Non avesse mai Rea lAbadir3 avvolto in fasce, e al membro del Tempo4, da cui Afrodite nasce, fosse stata pi che ad Urano inflitta levirazione.

O figlio di agro5, assistimi in questa mia impresa, che scuota la torbida acqua fugace e non venga fraintesa, ma smuova loblio dei cuori e delle selve le radici, e cessi degli uccelli il mesto naufragar nellaria, e con la stessa intensit della tua voce straordinaria renda le bestie umane e le Driadi felici6.

Lasciami narrar di quando la sapienza alternativa a Dio7 della tua donna insidi il calcagno, e di quanto le ninfe ed io odiammo Aristeo8, di essa lo sgradito innamorato che la insegu lungo il prato, tra lerbe alte, protetto dalle api, per cui9 espier le sue diffalte, e del tuo viaggio infernale, solo della cetra armato.

O figlio di Calliope, che fosti dallAmore sopraffatto, Ermes Acacto10, contraddicendo il suo nome, di lei ti ha sottratto una seconda volta, lultima, rendendo inutile la tua discesa nellinvisibile 11, laddentrarsi tra le fauci di Cerbero addormentato, dopo esser stato da un vecchio, bianco per antico pelo12, traghettato senza che nessun duca13 fosse disponibile.

Alcun potere, dunque, ebbero su di te le acque dello Stige14 infernali Dee piangenti: nulla pot lirrefrenabile Aletto15 degli spiriti immortali tormentatrice, figlia della Notte, n Megera16, n la vendicatrice Tisifone17, ovvero le tre Furie generate dalle sanguigne piogge, dovute allerrato taglio18, che le fe maligne e inesorabilmente persecutrici di ogni anima di male adduttrice.

Tantalo19 persino tralasci sete e fame, e dafferrar lacqua fuggente per starti ad ascoltare, dimentico della sovrastante pietra fulgente il suo capo, simile a Damocle20, attanagliato da terrore perenne e la sempiterna infuocata circonferenza ruotante21 sarrest stupita, elargendo fiato al sacrilego re dei Lapiti22, irrispettoso della vita23, che nessun insegnamento da quel folle roteare ottenne;

E i macabri avvoltoi che, come la maestosa aquila rodente il fegato straziato di un Prometeo24 sorridente, di Tizio25 finora piet avevano giammai avuta, non necessitarono dellarrivo di un Eracle ubriaco26 che dai lacci dacciaio non lavrebbe liberato, e sarrestarono alla tua veduta.

E tu, Sisifo27, figlio di Eolo28, placasti finalmente il tuo tormento: astuto, meschino truffatore, cogliesti il giusto momento, per indugiare la tua ombra sul macigno29 che invano spingevi su, sullerta collina e poi fino a valle inesorabile rotolava, per insegnarti la disciplina, in un ciclico punire ogni tuo ghigno.

<<Orfeo del Rdope30 sussurr Persefone31, piangente per la porta del Tnaro32 angusto il passaggio, e sconvolgente la passione che sin qui ti ha spinto. Lombra della tua amata avanzi pure, e torni, con te, alla sua dimora, con passo lento, con funerea gioia, fin quando non giunger nuovamente la sua ora. Ma non voltarti a rimirarla, o svanir nellAverno33. Ecco a te, Orfeo, hai vinto!>>

1. Eros e Thanatos: In psicoanalisi, sono rispettivamente la pulsione di vita e la pulsione di morte (Todestrieb[e]), che Sigmund Freud tratta nel 1920 in Al di l del principio di piacere. 2. Urano: (in greco "Ourans", cielo stellato, firmamento) Nella mitologia greca, una divinit primordiale, personificazione del cielo, figlio e sposo di Gea, padre dei Titani, dei Ciclopi e degli Ecatonchiri. Il figlio Crono per spodestarlo si arm di una falce e nascostosi evir Urano mentre stava per accoppiarsi con Gea; dal sangue uscito Gea concep le Erinni, i Giganti e le Ninfe Melie, mentre dai genitali caduti in mare nacque Afrodite. 3. Abadir: Con questa parola, di origine semitica si designa la pietra divorata da Crono al posto di Zeus neonato. La pietra che aveva salvato la vita a Zeus fu, poi sempre tenuta in grande considerazione. 4. Crono: I latini lo identificarono con Saturno, era il pi giovane dei Titani. Sua sposa fu Rhea, nota anche col nome di Cibele, dal nome della dea frigia chiamata Madre degli di o Grande Madre. Figlio di Urano (il cielo) e di Gea (la terra). Su istigazione di Gea irata con Urano per aver rinchiuso nel Tartaro i Titani (altri loro figli), Crono con una falce datagli da Gea evir Urano e lo priv del potere. Divenuto il supremo degli dei, Crono spos Rhea con essa gener: Ade, Demetra, Era, Esta, Poseidone e Zeus. << E mano a mano che ciascuno veniva dal sacro utero alle ginocchia della madre, tutti li ingoiava il grande Crono, mirando che nessun altro che lui degli illustri Uranidi avesse tra gli immortali dignit regale>>.(Esiodo, Teogonia 453). Li divor tutti tranne Zeus che Rea nascose in una grotta sul monte Ida nell'isola di Creta, e al suo posto gli diede una pietra avvolta in delle fasce. Crono ingoi la pietra senza accorgersi dell'inganno. Quando Zeus fu cresciuto si fece assumere come coppiere da Crono e su consiglio di Meti somministr senape e sale nell'idromele di Crono. La pozione emetica fece vomitare Crono che rigett in ordine inverso prima la pietra (Abadir) e poi i fratelli e le sorelle di Zeus. Quest'ultimi grati della liberazione pregarono Zeus perch li conducesse nella lotta contro i Titani seguaci di Crono. I Titani erano guidati da Atlante dato che Crono era troppo vecchio. Crono sconfitto venne esiliato su unisola occidentale. 5. agro: divinit fluviale della Tracia; Marito di Calliope e padre di Orfo e, secondo alcuni miti, anche di Lino e Marsia 6. Seneca narra (Ercole sul monte Oeta): "Alla musica dolce di Orfeo, cessava il fragore del rapido torrente, e l'acqua fugace, obliosa di proseguire il cammino, perdeva il suo impeto ... Le selve inerti si movevano conducendo sugli alberi gli uccelli; o se qualcuno di questi volava, commuovendosi nell'ascoltare il dolce canto, perdeva le forze e cadeva ... Le Driadi, uscendo dalle loro querce, si affrettavano verso il cantore, e perfino le belve accorrevano dalle loro tane al melodioso canto (...)". Le Driadi, dette anche Amadradi, erano le ninfe dei boschi, figlie di Dori e di Nero. Vivevano nelle foreste in simbiosi con le piante e ne seguivano la sorte. 7. La sapienza alternativa a Dio la serpe (GENESI 3,1 La Sacra Bibbia). 8. Aristeo: figlio di Apollo e della ninfa Cirene, fu allevato dalle ninfe che gli insegnarono a coltivare l'olivo, ad allevare le api per il miele e a rapprendere il latte. Educato dal centauro Chirone nell'arte della guerra e della caccia, egli dedic la sua vita ad allevare api e a fare il pastore. Un giorno la bellezza di Euridice, figlia di Nereo e di Doride, fece ardere il cuore di Aristeo che si innamor di lei e cerc di sedurla. La fanciulla per sfuggire alle sue insistenze si mise a correre ma ebbe la sfortuna di calpestare un serpente nascosto nell'erba che la morsic, provocandone la morte istantanea. 9. Le ninfe addolorate dalla sciagura, per punire Aristeo gli distrussero tutte le api. Allora egli, su consiglio della madre, fece ricorso al dio Proteo che gli disse di sacrificare ai Mani della morta quattro tori e quattro vacche. Quando egli comp il sacrificio con sua grande gioia vide uscire

10. 11.

12. 13. 14. 15.

16.

17.

18. 19.

dalle visceri degli animali sacrificati dei foltissimi sciami di api che lo ripagarono della perdita subita. I pastori gli eressero dei templi e lo assursero a loro protettore. Acacto: Epiteto di Ermes, significa incapace di fare il male. Ade: Col significato di invisibile i Greci chiamavano la divinit che regnava sull'oltretomba e l'oltretomba stesso. Il dio Ade era anche chiamato Plutone (nome pi usato). Con Ade si vuole anche intendere pi genericamente il mondo degli Inferi. vv.80 Canto III Inferno (Dante Alighieri La Divina Commedia) Altro riferimento alla Divina Commedia (Duca = Virgilio, la guida di Dante). Lo Stige (fiume del lamento) uno dei cinque fiumi presenti negli Inferi secondo la mitologia greca e romana, gli altri sono Cocito, Acheronte, Flegetonte e Lete. Aletto una figura della mitologia greca. Insieme a Tisifone e Megera era una delle Erinni o Furie. Nata da Acheronte e dalla Notte il suo nome non ha ancora oggi un'etimologia univoca. Probabilmente significa "colei che non riposa", "colei che non d requie", ma alcuni interpreti propendono per "l'indicibile", "colei il cui nome non pu essere pronunciato". Secondo la genealogia classica, Aletto e le altre Erinni nacquero invece dal sangue di Urano, sgorgato dalla ferita provocata da Crono. Nella mitologia greca Megera una delle tre Erinni o Furie, sorella di Aletto e Tisifone. Il nome deriva dal greco , "l'invidiosa". Megera era preposta all'invidia ed alla gelosia e induceva a commettere delitti, come linfedelt matrimoniale. Tisifone una figura della mitologia greca, una delle tre Erinni o Furie, sorella di Aletto e Megera. Era incaricata di castigare i delitti di assassinio: parricidio, fratricidio, matricidio, omicidio. Un mito racconta che si innamor di Citerone, che uccise col morso di uno dei serpenti presenti sul suo capo. Vedi vv 17-18. Tantalo: Figlio di Zeus e della titanessa Pluto (la ricchezza), nacque in Lidia e govern a Sipilo. Sposo di Dione o di Eurianassa, Tantalo ebbe tre figli: Pelope, Niobe e Brotea. Tantalo, invidiato per le proprie ricchezze non regnava soltanto in Lidia ma anche sulla Frigia, sul monte Ida, la piana di Troia e sull'isola di Lesbo. Ammesso alla mensa degli di e avendo ascoltato le loro conversazioni era divenuto immortale. Per contraccambiare l'ospitalit un giorno invit gli di ad un banchetto nella sua capitale Sipilo, dove per onorare gli di intervenuti os imbandire quanto di pi caro aveva, il figlio Pelope tagliato a pezzi e fatto bollire. Il gesto fu interpretato con l'intenzione di mettere a prova l'onniscienza degli di e non con l'intenzione di onorare gli di con quanto aveva di pi prezioso, ma ad ogni modo sia l'una che l'altra intenzione risultava essere una nefandezza, la prima perch metteva in dubbio le qualit degli di, la seconda per il sacrificio umano che gli di olimpi avevano ripudiato e sostituito con sacrifici di animali. Ritornando al banchetto gli di rifiutarono di assaggiare quel piatto, tranne Demetra che ancora sconvolta dal dolore per la perdita della figlia Persefone, distrattamente mangi la carne di una spalla. Ermes and nell'Ade a prendere Pelope, Rea ricompose i pezzetti e fece riemergere dal calderone il giovane pi bello che mai, la spalla mangiata venne sostituita con una d'avorio. Il sacrificio di Pelope non fu l'unica empiet di Tantalo, infatti invitato alla mensa degli di egli avrebbe rubato nettare ed ambrosia per darla ai propri amici mortali ed avrebbe divulgato i segreti appresi dagli di. Per queste offese Tantalo venne relegato nel Tartaro dove tormentato dalla fame e dalla sete, legato ad un albero da frutto, immerso nell'acqua di una palude non riesce a berla perch appena si avvicina l'acqua si ritrae e ogni volta che cerca di raccogliere un frutto i rami si allontanano ed inoltre un enorme masso incombe sul suo capo

minacciandolo di schiacciargli il cranio a ogni momento, facendolo cos vivere in una condizione di perenne terrore. 20. Damocle: fu un principe particolarmente adulatore alla corte di Dionigi I, tiranno di Siracusa nel IV secolo a.C. Nell'aneddoto di Cicerone, Damocle sostiene in presenza del tiranno che egli sia una persona estremamente fortunata, potendo disporre di un grande potere e di una grande autorit. Dionigi gli propone, allora, di scambiare con lui i rispettivi ruoli per un giorno, in modo da poter assaporare tale fortuna. Damocle accetta. La sera si tiene un banchetto, durante il quale inizia a tastare con mano i piaceri dell'essere un uomo potente. Solo al termine della cena nota, sopra la sua testa, la presenza di una spada affilata, sostenuta da un esile crine di cavallo. Dionigi l'aveva fatta sospendere sul capo di Damocle perch capisse che la sua posizione di tiranno lo esponeva continuamente a grandi minacce per la sua incolumit. Immediatamente Damocle perde tutto il gusto per i cibi raffinati che sta assumendo, nonch per i bellissimi pueri che gli stanno intorno e chiede al tiranno di voler terminare lo scambio, non volendo pi essere cos fortunato. 21. Per i suoi crimini, Ermes incaten Issione a una ruota infuocata che rotolava incessantemente nel cielo. 22. Issione: Re dei Lapiti, era figlio di Flegias, il sacrilego inceneritore di templi, ma anch'egli, quanto a sacrilegi, non gli fu da meno. Zeus lo port con s sullOlimpo, ma Issione, anzich dimostrare gratitudine, insidi Era. Allora, per metterlo alla prova, Zeus modell Nefele (una nuvola che rassomigliava alla dea). Issione us violenza al fantasma, commettendo un nuovo e pi grave sacrilegio, quello di ingratitudine nei confronti di una divinit, e Zeus dovette punirlo. Dall'unione di Issione con la nube nacquero i Centauri. 23. Issione uccise il suocero facendolo cadere in un pozzo pieno di carboni ardenti , al solo scopo di non pagargli i doni di nozze. 24. Prometeo: Titano figlio di Giapeto e di Climene, figlia di Oceano. In origine era solamente un Titano intelligente che riusc ad ingannare Zeus, ma successivamente fu trasformato nel creatore e salvatore del genere umano mentre Zeus appare come un crudele tiranno. Quando i Titani sfidarono Zeus e vennero da lui imprigionati nel Tartaro, Prometeo che aveva il dono di vedere il futuro, sugger loro di usare l'astuzia ma i Titani ignorarono il suo consiglio e allora pass dalla parte di Zeus. Dopo la battaglia Prometeo si trov a scontrarsi con Zeus sul problema del genere umano. Per Esiodo fu Prometeo a creare l'uomo con la creta trovata a Panopea, modellando le figure in cui Atena poi soffiava la vita. Essendo Zeus irato col genere umano aveva deciso di distruggerlo e sostituirlo con delle creature migliori e cominci a togliere loro il fuoco e ad affamarli chiedendo loro le parti migliori di cibo nei sacrifici. Nella disputa sorta per stabilire quali parti di toro sacrificare agli di e quali tenere per s, Prometeo fu chiamato a fare da arbitro, per cui smembr un toro e ricuc la pelle formando due sacche che riemp con le varie parti dell'animale. Una sacca conteneva la carne ben nascosta sotto lo stomaco e l'altra conteneva invece le ossa nascoste sotto un grosso strato di grasso e presentate le sacche a Zeus gli chiese di scegliere quale volesse e il dio tratto in inganno scelse la sacca col grasso e le ossa che da quel giorno divennero le parti da sacrificare agli di. Zeus irato per l'inganno priv gli uomini del fuoco ma Prometeo and di nascosto sull'Olimpo e rub una brace che nascose nel cavo di un fusto di finocchio e che don agli uomini. Sempre incurante dei castighi di Zeus, Prometeo insegn agli uomini molte arti, fra le quali la metallurgia e tolse agli uomini il potere di vedere il futuro pensando che tale potere avrebbe spezzato il cuore degli uomini. Zeus durante la notte vide la terra coperta da tantissime luci e arrabbiato pi che mai mand i suoi servi Bia e Crato assieme a Efesto a catturare Prometeo e a incatenarlo sul monte Caucaso, dove ogni giorno un avvoltoio gli mangiava il fegato, ma considerando che Prometeo era un Titano e perci immortale, la notte il fegato gli rinasceva per essere rimangiato il giorno successivo. Prometeo anche se incatenato e costretto a subire l'orribile supplizio, scherniva Zeus perch era conoscenza di un terribile segreto sulla sorte del dio supremo. Dopo tanto tempo ottenne la liberta in cambio del segreto che imped al dio di

25.

26. 27.

28. 29.

30. 31.

32. 33.

sposare Teti, perch gli avrebbe dato un figlio che sarebbe diventato pi potente del padre e l'avrebbe spodestato proprio come fece Zeus col padre Crono. Prometeo era venerato nell'Attica come dio delle arti. Tizio: gigante, figlio di Zeus e di Elara. Secondo una tradizione fu ucciso da Apollo e Artemide per aver tentato di violentare Latona. Nell'Ade fu condannato a rimanere immobile mentre due avvoltoi gli rodevano il fegato. Si tratta di Eracle mangione che appare in mezzo alla scena ubriaco e schiamazzante, un Eracle dallanimo gentile, personaggio presente nellAlcesti di Euripide e negli Uccelli di Aristofane. Sisifo: Figlio di Eolo e di Enarete, fondatore della citt di Corinto. Divenne famoso per la sua furbizia. Un giorno vide Zeus rapire la ninfa Egina, figlia del dio fluviale Asopo e di Metope. Zeus port la ninfa nell'isola di Enone e l si un a lei. Asopo chiese informazioni a Sisifo che promise di dirgli quello che sapeva in cambio di una sorgente perenne d'acqua fresca per la sua citt. Asopo immediatamente lo accontent dandogli la sorgente Pirene. Zeus irato dalle chiacchiere di Sisifo lo pun mandandogli Thanatos (la morte) perch lo portasse nell'Ade. Sisifo, molto astuto, ingann Thanatos, lo leg e lo rinchiuse in una cella, e per un certo periodo sulla terra non mor nessuno. Gli di preoccupati mandarono Ares a liberare Thanatos che torn a cercare Sisifo, il quale aveva dato alla moglie Merope l'istruzione di non seppellire il suo corpo n di dargli onori funebri. Fu cos che Ade ingannato si arrabbi per la dimenticanza di Merope e autorizz Sisifo a tornare nel mondo dei vivi per punire la moglie e farle seppellire il corpo. Tornato a Corinto, Sisifo non fece nulla di tutto ci e riprese la sua vecchia vita di truffatore fino a tarda et a dispetto degli di del Tartaro. Eolo: Dio dei Vnti, abitava nell'isola di Lipari e teneva chiusi i vnti in una caverna. Sisifo fu duramente punito nellAde: infatti fu costretto a spingere un enorme masso su per una erta collina e appena giunto in cima il masso rotolava a valle costringendolo a ricominciare il duro lavoro perennemente. I Monti Rdopi sono considerati molto spesso il luogo mitologico di nascita del leggendario cantante e suonatore di lira Orfeo e della moglie Euridice. Persefone: o Core, nei poemi omerici la terribile moglie di Ade, il re dell'Tartaro, dall'aspetto spaventoso e dal volto simile a quello di Medusa; a lei, regina dei morti, si rivolgono gli uomini perch le loro imprecazioni abbiano efficacia. Ma in un secondo tempo Persefone venne anche immaginata sotto aspetto ben diverso, cio come figlia (Core) di Demetra, dea della terra apportatrice di vita, e di Zeus o, Poseidone o, secondo altri, di Stige. A questa seconda personalit di Persefone legato il celebre mito: era la dea una dolce fanciulla che amava giocare con le Ninfe e cogliere fiori presso Enna in Sicilia, o presso Eleusi o Nizza, o Cnosso, sennonch un giorno, mentre la vergine si diletta nei suoi svaghi, ecco venir fuori dalla terra Ade che la rapisce su un cocchio tirato da 4 cavalli e la conduce negli abissi terrestri. Demetra, per sfogare il suo dolore, impedisce alla terra di dare frutti e cos tutti gli uomini rischiano di perire. Ma Zeus riesce a placare la dea facendo s che Persefone possa rimanere con la madre per alcuni mesi dell'anno. Feste in onore di Persefone venivano celebrate in Sicilia e in Grecia. Nella mitologia Romana Persefone prese il nome di Proserpina. Si suppone che il Capo Tenaro, allestremit del Peloponneso, sia uno dei probabili ingressi dellAde. Il lago Averno prende nome da una oscura e profonda voragine (attualmente non identificata) presente nelle vicinanze di Pozzuoli, nei pressi di Cuma, in Campania, ed emanante vapori sulfurei, la quale, secondo la religione greca e poi romana, era un accesso all'Oltretomba, regno del dio Plutone. Per tal motivo gli inferi romani (l'Ade greco) si chiamano anche Averno.

Potrebbero piacerti anche