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Centro gen 3 m.

24 gennaio 2007

Premessa del Centro gen 3

Questo tema è stato fatto a gen 3 di 14 - 17 dell'Europa in un congresso. Alle loro numerose
domande Raimondo e Maria Scotto di Famiglie Nuove hanno risposto in parte in quel momento e ad altre in
seguito, scrivendole.
Questo testo quindi è diventato voluminoso ed è destinato primariamente agli assistenti e agli esperti
che in zona possono fare riferimento quando preparano queste tematiche per i gen 3.
Da tenere conto per le altre culture e religioni che gli Scotto parlavano a gen 3 dell’Europa e di
relgione cristiana.
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Affettività e sessualità nell’adolescente


Raimondo e Maria Scotto

Parte I

Introduzione: l’adolescenza

Maria: Sono molto contenta di stare oggi con voi, proprio molto. Un po’ perché ho tre figlie
che da poco hanno superato la vostra età e, attraverso di loro, sono molto vicina ai vostri problemi,
al vostro mondo. Un po’ anche perché, per una grazia un po’ speciale, ricordo molto bene la mia
adolescenza: è come se fosse avvenuta ieri. Mi ricordo proprio benissimo quello che provavo, le
mie sensazioni e la mia vita di allora.
Vorrei partire, per parlare dell’affettività, propria dalla mia esperienza, perché in qualche
modo attraverso questa esperienza forse voi vi ritrovate; anche se io sono una donna e voi siete
dei maschi, però ci sono tante cose comuni.

Quando avevo quattordici anni, ero molto variabile di umore. Un giorno avevo grandi
entusiasmi, delle mete precise, sapevo bene quello che volevo; un altro giorno le mie mete erano
diventate confuse, non sapevo dove arrivare, ero depressa, nervosa e avevo una grande rabbia
verso tutti.
Inoltre avevo una sete fortissima di amore, volevo essere amata. Avevo bisogno di coccole,
di attenzioni, però, siccome da poco ero uscita dal mondo dell’infanzia, io non chiedevo questo alla
mia famiglia perché sarebbe stato come ritornare indietro, per cui stringevo i denti, mi chiudevo e
questo bisogno di amore lo tenevo dentro. Con orgoglio non volevo chiedere niente alla mia
famiglia.
Questo è proprio tipico perché, usciti da poco dal mondo dell’infanzia, si vuole diventare
indipendenti per distinguersi dai genitori e quasi ci si vergogna di ritornare indietro; però questo
bisogno d’amore è forte.
E poi, proprio perché c’era questa grande variabilità di umore e nello stesso tempo questo
grande desiderio di affetto, io mi innamoravo spesso. Ogni mese mi innamoravo. Erano però amori
fantastici in un certo senso, perché io rivestivo le persone di tutte quelle qualità e quei sentimenti di
cui avevo bisogno. Magari non erano così quelle persone, però le rivestivo filtrando attraverso la
fantasia, la poesia; erano tutti amori ideali.
Poi in me c’erano due spinte molto forti. Penso che questo sia proprio comune, perché ho
visto che queste spinte sono presenti anche nelle mie figlie.
Una era quella di trovare un gruppo (per me il gruppo era la cosa principale), trovare un
gruppo di amici che avrebbe potuto sostenermi ed aiutarmi ad entrare nella vita; e un’altra capire
che cosa avrei dovuto fare nella vita, quale sarebbe stato il mio futuro. Ogni tanto pensavo: “Che
cosa farò nella vita?”. Poi per fortuna, anche se la mia famiglia era un po’ anticlericale (cioè i miei

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non erano molto credenti, però erano delle brave persone), io avevo una grande fede, una fede
che non so spiegarvi, una fede che era stata messo dentro di me fin dall’infanzia.
Con questa fede io pregavo, pregavo molto. Era una cosa che mi era quasi naturale e
chiedevo a Dio due cose: “Fammi capire cosa devo fare, fammi trovare un gruppo che mi possa
aiutare a fare qualcosa di utile per la società”. E poi gli chiedevo un’altra cosa; siccome mi
sembrava, non ero ancora sicura, ma mi sembrava che Dio mi chiamasse al matrimonio, allora gli
chiedevo: “Fammi incontrare una persona che abbia la fede”. Io non ero ancora una gen, però
avvertivo questa cosa molto forte dentro di me: “Che abbia la fede, perché se avrà la fede
potremo fare insieme qualcosa di buono”; e poi gli dicevo: “Per piacere, Gesù – io avevo questo
rapporto con lui, proprio da amico – fà che io non incontri un navigante”, perché nell’isola in cui
ero nata (io sono nata a Procida, un’isola vicino Napoli) tutti gli uomini come lavoro facevano i
naviganti, cioè loro partivano e rimanevano lontani dalle case, dalle loro famiglie per tanti mesi.
Perciò io chiedevo: “Per favore, non farmi incontrare un navigante”.
In realtà avevo poche possibilità, perché la maggior parte dei ragazzi che conoscevo
avrebbero fatto i naviganti. Però Dio mi ha ascoltato, perché quasi subito dopo ho conosciuto il
movimento gen e allora lì ho capito il senso della mia vita, ho capito la mia vocazione principale:
prima del matrimonio, prima di qualsiasi altra cosa, c’era la vocazione all’amore.
Poi ho conosciuto Raimondo, quasi contemporaneamente. Questo intorno ai diciassette
anni. Ho conosciuto Raimondo e lui aveva la fede, voleva vivere come me per un ideale e studiava
medicina; era uno dei pochi a Procida che frequentava l’Università e non avrebbe quindi navigato.
Questo per introdurvi un po’ nell’argomento, che vogliamo trattare con voi.

I cambiamenti fisici e psicologici

Raimondo: Adesso voi vi trovate in questo periodo particolare della vostra vita; siete di età
diverse e vi accorgete che dentro di voi stanno avvenendo dei cambiamenti di vario tipo.
Cambiamenti prima di tutto fisici. Riguardo a questi cambiamenti fisici, tante volte voi fate
l’esperienza che, pur avendo la stessa età di un vostro amico, essi possono avvenire in momenti
diversi, magari uno ha la barba, un altro non ancora.
Quindi siete portati facilmente a fare il confronto tra di voi, e questo confronto tante volte può
creare anche delle difficoltà, vi possono prendere in giro e uno può avere la sensazione di essere
diverso dagli altri. In realtà occorre tenere presente che questi cambiamenti avvengono in una
maniera diversa da ragazzo a ragazzo. Perciò bisogna avere pazienza, sapere aspettare.
Quali sono questi cambiamenti fisici che noi vediamo? Due cambiamenti fisici importanti
sono l’aumento del peso e l’aumento dell’altezza. Si comincia a crescere in altezza e si comincia a
pesare di più. Sono due cose molto evidenti.
Poi ci sono altri cambiamenti fisici. Cominciamo a notare l’aumento dei peli nel nostro corpo
oppure cominciamo a vedere che i nostri organi genitali cominciano a trasformarsi, e tutto questo
avviene progressivamente.

Accanto a questi cambiamenti fisici, ce ne sono altri di tipo, per così dire, psicologico.
Che cosa succede? Noi ci troviamo con un corpo che non è più quello del bambino e non è ancora
quello dell’adulto. E’ un corpo che tante volte diventa irriconoscibile anche per noi, per cui ci
guardiamo nello specchio in tanti momenti e non ci accettiamo facilmente per come siamo fatti.
Magari ci si sente diversi, per cui a volte si fa fatica ad accettare il proprio corpo. Tante volte si
perde tanto tempo allo specchio per cercare di piacersi, di accettarsi. Questo crea logicamente un
pò di insicurezza.
Oppure cominciamo ad avvertire un desiderio nuovo di libertà e di autonomia. La famiglia
non ci basta più, ci sta stretta, per cui tendiamo ad uscire facilmente fuori casa e gli amici per noi
diventano una cosa molto importante. Vogliamo essere più indipendenti.
Tante volte questo crea una specie di contrasto con i nostri genitori, da cui noi vogliamo
prendere continuamente le distanze. Qualche volta può anche succedere che essi ci dicono
qualcosa che pensiamo sia giusto, ma noi facciamo esattamente il contrario, proprio perché
vogliamo diventare delle persone indipendenti, con una personalità nostra, ben distinta dalla loro.
Un’altra cosa che possiamo notare in noi in questo periodo, come diceva Maria nella sua
esperienza, è una continua variabilità di umore, che è dovuta anche a fattori fisici, ormonali.

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Gli ormoni a mettere in moto processi di sviluppo ma provocano a volte degli effetti come gli
sbalzi di umore.

Generalmente questi cambiamenti iniziano più precocemente nella ragazza, intorno agli 11
anni; nel ragazzo, invece, intorno ai 12 –13 anni e generalmente si completano intorno ai 17-18
anni (in alcuni anche intorno ai 20-22 anni). Questo, però, può variare nelle diverse parti
geografiche del mondo.

La comparsa dell’impulso sessuale

E’ questo il periodo in cui voi acquistate anche una maggiore consapevolezza del vostro
sesso, cioè del fatto che siete dei maschi. Il sesso di appartenenza è legato a dei particolari
cromosomi, chiamati appunto cromosomi sessuali, che sono delle piccolissime particelle che si
trovano nelle cellule fin da quando noi veniamo concepiti nel seno della nostra mamma; allora, le
cellule di qualsiasi parte del nostro corpo portano in sé il segno della nostra sessualità, cioè se
saremo maschi o saremo delle femmine.
Per questa ragione già da quando abbiamo preso coscienza di noi stessi, ci siamo anche
resi conto di essere maschi. L’appartenenza ad un sesso specifico diventa però ancora più chiara
durante questa vostra età, che è chiamata l’età dell’adolescenza, l’età della crescita. In questo
periodo, infatti, dentro di voi piano piano compaiono delle spinte, delle sensazioni che prima non
avevate.
La prima sensazione che si comincia ad avvertire è un nuovo interesse per il proprio corpo;
si fa la scoperta che, se andiamo a toccare alcune parti di esso, questo ci provoca delle sensazioni
che fin a quel momento non avevamo mai avvertito.
E’ quel periodo della nostra vita in cui, attraverso questa scoperta del proprio corpo,
potrebbe capitare di fare l’esperienza della masturbazione. Questa è una cosa che va però
superata se vogliamo andare avanti nella maturazione della nostra sessualità. (vedi: “Domande e
risposte. n.2”)

Dopo la scoperta del nostro corpo cosa accade? La scoperta dell’altro, però dell’altro che è
del mio stesso sesso.
Ecco perché le amicizie diventano una cosa importante; anzi talvolta può anche succedere
che io stabilisca con alcuni amici un rapporto molto intimo e verso qualcuno di essi magari
comincio ad avvertire un trasporto particolare, quasi una specie di innamoramento che può anche
spaventarmi.
Qualcuno, avvertendo dentro di sé queste sensazioni, potrebbe quasi avere l’impressione di
essere omosessuale, ma non è così; esse rappresentano un passaggio del nostro sviluppo e della
nostra maturazione.

Solo successivamente, passata questa fase, comincia a nascere dentro di noi un interesse
progressivo verso una persona dell’altro sesso.
Voi capite come sia importante tenere conto di questa evoluzione, di questo impulso
sessuale che comincia a nascerci dentro e che ha un grande valore, perché ci fa prendere
coscienza che stiamo crescendo e che ormai è giunta l’ora di cominciare a prepararci per
diventare capaci di incontrarci con quella donna che Dio ha pensato per noi e di costruire con lei
un rapporto d’amore pieno, che comprende anche il dono dei nostri corpi.

Allora abbiamo detto, per sintetizzare, che la maturazione dell’impulso sessuale avviene
attraverso tre fasi: la prima in cui c’è la scoperta del proprio corpo, la seconda in cui c’è la scoperta
delle persone dello stesso sesso e la terza in cui c’è la scoperta delle persone di sesso opposto al
nostro. Logicamente abbiamo molto schematizzato perché vi possa rimanere chiaro nella mente
questo concetto.

Alcune differenze tra l’uomo e la donna

Oltre alle differenze fisiche, tra l’uomo e la donna esistono anche delle differenze di tipo
psicologico. E’ molto importante tener presente questo.

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Queste differenze sono frutto sia dell’ambiente in cui si vive, dell’educazione ricevuta, sia della
diversa natura biologica. E’ difficile poter fare una distinzione. Per esempio: la bambina gioca
facilmente con la bambola, il bambino col pallone; questo è dovuto all’educazione ricevuta dai
genitori, al fatto che in quel particolare ambiente i bambini fanno questi giochi diversi tra loro o alla
natura stessa, cioè alla diversità sessuale, che li spinge ad avere alcuni interessi anziché altri?
Tuttavia è un dato di fatto che la donna, per esempio, presenta in genere un’intelligenza più
intuitiva rispetto all’uomo, che invece è generalmente più razionale ed è più portato all’analisi delle
situazioni. Se non si tiene conto di questo, la donna, proprio perché più intuitiva, potrebbe
pretendere dal maschio di essere capita anche senza parlare e l’uomo potrebbe perdere il
controllo di fronte a quello che egli ritiene facilmente una mancanza di ragionevolezza.
Per la donna le emozioni e i sentimenti sono più importanti rispetto all’uomo; ella si ricorda
volentieri di un anniversario, è sensibile a un dono piccolo ma espressione di un sentimento
amoroso (per esempio un fiore), ad atti di tenerezza, ecc. L’uomo, in genere più razionale, è più
attento ai fatti, alle cose concrete, ecc.
Per farvi capire un pò qual’ è la differenza psicologica, voglio citarvi un vecchio proverbio
arabo; esso dice: “Di fronte a delle piante, la donna vede i rami e le foglie, l’uomo vede il bosco,
l’insieme”. Questo significa che la donna è in genere più attenta ai particolari, l'uomo ha più una
visione d’insieme.

Voi capite che queste due cose non sono in contraddizione fra di loro. Noi come maschi
abbiamo bisogno di accogliere nella nostra vita le caratteristiche della femminilità, altrimenti ci
manca qualcosa e viceversa, perché l’uomo e la donna hanno due modi diversi di guardare alla
stessa realtà, che si completano tra loro.
Ora, per potere sviluppare dentro di noi queste caratteristiche, è necessario che con le
persone dell’altro sesso riusciamo a stabilire dei rapporti di amicizia profonda, senza pensare
subito a una relazione di coppia. Tante volte possono aiutare quelle attività fatte insieme, come,
per esempio, ideare e portare avanti un’attività coi ragazzi per l’unità, l’andare insieme dai poveri e
così via; occasioni nelle quali facciamo l’esperienza della diversità e dell’unità, molto importanti per
poterci conoscere.

Che cos’è la sessualità?

Vi volevo dire un altro concetto. In genere, quando noi sentiamo parlare di sessualità, subito
pensiamo agli organi genitali, subito pensiamo al sesso, subito pensiamo al rapporto fisico tra
l’uomo e la donna.
In realtà la sessualità è qualcosa di molto di più degli organi genitali. Se volessimo dire che
cosa è la sessualità, dovremmo dire che essa è una dimensione che prende tutta la nostra
persona. Noi siamo maschi o femmine, non soltanto perché abbiamo degli organi genitali diversi,
ma perché, pur avendo delle caratteristiche comuni, siamo anche totalmente diversi, come
abbiamo visto, sia nell’aspetto fisico che in quello psicologico.

L’ innamoramento

Maria: Vorrei soffermarmi qualche minuto sull’innamoramento.


Prima di un vero e proprio innamoramento ci può essere in qualcuno una fase preliminare in
cui c’è una generica attrazione per l’altro sesso, che può dare origine a infatuazioni, “cotte”, che
rappresentano un’idealizzazione di una persona che attrae la nostra fantasia, il nostro innato
bisogno di amore. Generalmente rappresentano la proiezione di un nostro desiderio, di una nostra
esigenza; esse facilmente passano, lasciando nell’anima un senso di delusione.
L’innamoramento, invece, è una realtà un po’ diversa, perché ci fa scoprire un’altra persona
e rimanerne incantati, spingendoci a delle azioni concrete per incontrare e stabilire dei legami con
lei. Esso rappresenta un momento della vita misterioso e straordinario, durante il quale l’energia
affettiva che portiamo in noi e che ci spinge ad uscire da noi stessi e ad entrare in relazione con gli
altri, si concentra su di una persona particolare, una che emerge all’improvviso tra tante e attira
tutta la nostra attenzione, tutto il nostro essere; siamo storditi e felici.
Non si sa ancora tutto sull’innamoramento. Qualcuno l’ha paragonato ad un’esplosione, ad
una nuova nascita, al bing-bang della creazione. Una scintilla luminosa, forte, coinvolgente, così

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importante che, senza di essa, nessuno troverebbe la forza di lasciare la sicurezza della propria
casa, della famiglia, del proprio mondo. E’ un vero dono di Dio l’innamoramento, è un barlume del
suo infinito amore, che ci spinge ad aprire nuove strade.
Innamorarsi è facile, è un dono gratuito da accogliere con serenità; un po’ più complesso è
trasformare questo dono in un amore che duri per sempre. Mentre nell’innamoramento
generalmente noi non scegliamo, ma siamo guidati solo dalla nostra parte emotiva, nell’amore
dobbiamo appellarci anche alle nostre facoltà spirituali ed intellettive, dobbiamo scegliere e non
farci guidare solo dal sentimento, ma anche dalla ragione.

La scelta della persona giusta

Come capire se quella ragazza di cui vi siete innamorati è proprio adatta per voi?
Senza dubbio avere gli stessi valori, condividere gli ideali rappresentano un buon metro per
orientare nella scelta. Per esempio, è difficile andare d’accordo nel tempo con una persona che
non crede nella fratellanza universale, nel perdono, nella pace, nei valori spirituali. Può essere utile
chiedersi: “Questa persona mi avvicina o mi allontana da Dio?”. A volte può essere utile capire se
le sue caratteristiche psicologiche incrementano la nostra crescita o ne sono invece un ostacolo.
Dicono alcuni studiosi del fidanzamento, che, per trovare una persona con la quale iniziare
un rapporto che possa durare, bisogna tener presente due cose: l’analogia di valori e la diversità
psicologica.
Per aver maggiori possibilità che un amore duri per sempre, dovremmo incontrarci con una
persona che abbia analogia di valori con noi, cioè ci sia una condivisione dei valori importanti,
come per esempio la solidarietà, il rispetto per gli altri, il rapporto con Dio…Nello stesso tempo
però ci vuole anche una differenza psicologica. Per esempio se le due persone sono deboli,
ognuno si appoggia all’altro, e quindi viene fuori un rapporto molto fragile che alla prima difficoltà
crolla.
Per fare quindi una scelta veramente profonda, una scelta che duri, c’è bisogno di avere
molti elementi; dobbiamo avere una notevole maturità psicologica e umana che si acquisisce col
tempo avere varie conoscenze, ed è per questo che tante volte si suggerisce di non fidanzarsi
troppo presto, proprio perché non abbiamo tutti questi elementi per capire se quella persona è
proprio la persona giusta.
Vi faccio un esempio molto semplice. Se noi dobbiamo comprare un paio di scarpe da
ginnastica, non è che entriamo in un negozio, compriamo le prime scarpe da ginnastica che
vediamo e andiamo a casa! No, prima guardiamo che scarpe portano i nostri amici, poi guardiamo
quali sono le scarpe più di moda, poi ci facciamo un giro tra le varie vetrine; alla fine scegliamo e
compriamo le scarpe.
Questo è un esempio banale, però voi capite che per scegliere c’è bisogno di conoscenza, di
riflessione, di elementi che ci possono aiutare a scegliere bene.
Perché dovremmo fare una scelta così attenta? Perché dobbiamo impiegare tutto questo
tempo per scegliere? Guardandoci intorno (e forse tanti di voi hanno anche sofferto questo sulla
propria pelle), noi vediamo tanti matrimoni che si sfasciano. Abbiamo proprio un panorama così
grande ormai di matrimoni falliti, di divorzi, che tante volte ci avviliamo; forse anche nella stessa
famiglia abbiamo assistito a delle liti fra i nostri genitori che non finivano mai. Oppure i nostri amici
nelle nostre classi: ragazzi che magari soffrono tanto perché i genitori si sono lasciati.
Proprio perché il matrimonio è una cosa seria, perché è un grande dono di Dio, è necessaria
tutta questa preparazione.

I rapporti prematrimoniali

Raimondo: Può succedere che uno trovi una ragazza e il primo pensiero che gli viene è di
avere un rapporto fisico con questa ragazza, non dico voi, spesso succede così.
Infatti, secondo le statistiche più recenti, il rapporto sessuale tra un ragazzo e una ragazza
avviene abbastanza presto; si calcola che la media sia intorno ai sedici anni. Voi capite che ci
troviamo continuamente tutti immersi in una cultura materialista, per cui tante volte anche noi
possiamo venirci a trovare in questa situazione; ci troviamo accanto ad una ragazza e facilmente,

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dato che tutti fanno così, ci viene il desiderio di avere un rapporto per essere come gli altri, per
curiosità, come una sfida a se stessi…
Vi dico questo perché magari può darsi che non siate interessati voi direttamente, ma ci
saranno tanti amici che invece lo sono e perciò è anche bene che noi riflettiamo su queste cose.
Vedete, il rapporto sessuale è una cosa delicata. Noi abbiamo detto che il significato più profondo
della sessualità è quello del dono, vi ricordate? E’ la sessualità che ci dà la capacità di donarci ad
un’altra persona, così è anche per il rapporto sessuale.
Il rapporto sessuale tra un uomo e una donna è una specie di linguaggio, attraverso il quale
l’uomo e la donna, marito e moglie, devono potersi dire: “Io mi dono totalmente a te”. Ma mica è
facile questo.

La capacità di donarsi totalmente l’uno all’altro attraverso il rapporto sessuale non è facile,
perché nel rapporto sessuale in genere ognuno tende a prendere per sé; quindi ci vuole una
maturazione, una crescita nella capacità di amare in modo disinteressato.
Quando si hanno rapporti sessuali nell’età adolescenziale, nella maggior parte dei casi, non
si tratta di amore, si tratta di sperimentazione, di vedere com’è, di curiosità, perché tutti fanno così,
per non essere meno degli amici, per verificare se siamo normali; possono esserci tante ragioni
che non hanno niente a che vedere con l’amore. Questo non succede solo alla vostra età, succede
anche nei grandi, in quelli più grandi di voi.
Poi tenete presente che per la Chiesa il rapporto sessuale è una cosa così importante che se
due persone si sposano e non hanno un rapporto sessuale fra di loro, il matrimonio può essere
annullato.

Sessualità e mass media

Maria: Chiaramente non è facile vivere così. Forse a tanti di noi sarà capitato di non vivere
sempre in questo modo, in questa attesa per riuscire ad essere dono totale di noi stessi. Non ci
dobbiamo scoraggiare. Io penso che la cosa principale sia quella di ricominciare sempre. Chiara ci
ha detto che il nostro segreto è quello di ricominciare, perché la nostra fragilità umana è
conosciuta da Dio, Lui sa che siamo un pochino deboli; l’importante è prenderne coscienza e
ricominciare.
Tante volte noi siamo un po’ deboli anche perché siamo immersi in una società che non ci
aiuta a vivere così, non ci aiuta a capire quanto sia bella la sessualità umana. Essa è un dono
meraviglioso, è quel linguaggio prezioso attraverso il quale noi un giorno potremo dire ad un altro
anche attraverso il nostro corpo: “Io mi dono completamente a te”.
Però, per riuscire a vivere così, bisognerebbe vivere in una società un pochino diversa. Essa
in realtà non ci aiuta molto, non siamo molto aiutati. Usciamo per la strada e vediamo tanti
cartelloni che ci presentano il corpo come una merce di consumo. Oppure apriamo le riviste. Le
riviste di oggi non sono certamente adatte a questo tipo di visione della vita: esse presentano
infatti la sessualità in un modo molto banale, parlano del rapporto sessuale come di una cosa da
poter ottenere a facile prezzo, non riescono a coglierne tutta la profondità.
Dobbiamo avere questo atteggiamento critico e dire: “Non devo essere schiava”, e questo
anche per la televisione, per il cinema, per internet, per tutto. Dobbiamo essere noi padroni di tutti
questi strumenti, che sono bellissimi, perché ci possono dare tante cose belle, però tante volte
sono usati per scopi negativi, in quanto diventano dei mezzi che presentano la sessualità come un
semplice bene di consumo, impoverendola nel suo significato.

Raimondo: Logicamente, come diceva anche Maria, non è facile, perché dentro di noi tante
volte sentiamo delle pulsioni, degli impulsi, delle sensazioni anche molto forti; diventa difficile tante
volte poter resistere.
Che significato hanno questi impulsi sessuali, che avvertiamo dentro di noi? Mi sembra che,
quando avvertiamo questi impulsi, è come se Dio attraverso di essi, attraverso la nostra natura, ci
volesse mandare un messaggio e ci volesse dire: “Guarda, cerca di prepararti bene, perché tu stai
diventando sempre più capace anche fisicamente di poterti donare ad un'altra persona anche col
tuo corpo”. Cioè quelle sensazioni, quegli impulsi che abbiamo dentro sono come una specie di
campanello, una specie di indicazione che Dio ci vuol dare.
Non dobbiamo vergognarci; questi impulsi che sentiamo dentro sono delle cose belle, è Dio
che attraverso di essi ci chiama ad essere capaci di donarci alla persona che Lui ha pensato per

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noi. Dobbiamo però fare attenzione: una soddisfazione immediata adesso, potrebbe rendere
difficile domani qualcosa di più grande e di più bello.

Sessualità e verginità

Un ultima cosa vi volevo dire. Questa vostra età è l’età dell’attesa. La maggior parte di voi
sarà chiamata a fare il dono del proprio corpo ad un’altra persona attraverso il matrimonio, ma ci
sarà anche qualcuno in mezzo a voi che sarà chiamato da Dio a fare sempre il dono del proprio
corpo non ad un altro essere umano, ma a Dio stesso.
Voi siete a contatto con tante persone vergini; tutte queste, pur avendo gli stessi impulsi
sessuali che avete voi, che abbiamo noi tutti, hanno deciso di donare questo corpo, e quindi anche
gli impulsi sessuali che avvertono dentro, di donare tutto a Dio. Ma allora chi fa questa seconda
scelta, chi decide di non sposarsi perchè Dio lo chiama a donare il proprio corpo a Lui nella
verginità, come vive la sessualità? Gli manca forse qualcosa?
Manca forse qualcosa ai tanti popi, ai tanti focolarini che stanno con voi, a Chiara stessa? Ci
accorgiamo che non gli manca niente. Perché non gli manca niente? Perché hanno sviluppato
moltissimo quell’aspetto della sessualità che spinge ognuno di noi a donarsi con tutte le emozioni e
i sentimenti del proprio corpo, del proprio cuore ad un'altra persona. E questo anche chi non si
sposa lo può fare e realizza pienamente la sua sessualità in questa maniera.
Chiara in questo senso è anche il nostro dover essere, sia che siamo sposati sia che non lo
siamo.
Cosa ne sarà poi del nostro matrimonio in Paradiso? Per noi sposati in Paradiso resterà il
nostro rapporto, ma solo se sarà stato amore e se su questa terra avremo cercato di essere l’uno
per l’altro un aiuto per avvicinarci a Dio; allora anche in Paradiso continuerà questo amore perché
in Paradiso rimane solo l’amore.

Affettività e sessualità nell’adolescente

Parte II

Domande e risposte

Maria: Abbiamo pensato di fare in questo modo. Abbiamo raggruppato le domande per
argomenti; così, rispondendo ad un gruppo di domande, rispondiamo a quell’argomento.

1. Lo sviluppo sessuale

Raimondo: Alcune domande riguardano lo sviluppo sessuale alla pubertà.

 Vorrei sapere qualcosa sul ritardo dello sviluppo.


 Come comportarsi quando lo sviluppo ritarda in confronto agli amici e ci si sente
da meno?

Il ritardo dello sviluppo normalmente è legato alle caratteristiche ereditarie di ognuno di noi.
Bisogna soltanto avere pazienza e saper attendere lo sviluppo naturale delle proprie caratteristiche
sessuali.
Di fronte agli amici bisogna mostrarsi sicuri, preoccupandosi soprattutto di crescere come
persone non solo fisicamente, ma anche nella propria capacità d’amare. Così si diventerà sempre
più capaci di gestire le proprie emozioni e i propri sentimenti in funzione dell’amore e così, quando
inizierà anche lo sviluppo sessuale e ci si troverà improvvisamente di fronte ai nuovi impulsi della
sessualità, si sarà anche maggiormente capaci di gestirli e di orientarli.

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Non esiste poi un’età precisa in cui si passa da una fase all’altra dello sviluppo sessuale;
queste sono diverse per ogni persona. Il passaggio inoltre avviene gradatamente, quasi senza
accorgersene. In questo come in tanti altri casi aiuta consigliarsi con l’assistente.

 Perché spesso ci capita di vedere che noi ragazzi sentiamo più forte delle ragazze il
desiderio di avere rapporti sessuali?

Perché siamo diversi da loro. La nostra sensibilità sessuale è più localizzata a livello
genitale, per cui quando siamo stimolati, subito veniamo eccitati a livello degli organi genitali. In
questo senso capite come sia importante evitare quelle situazioni, vissute apparentemente senza
alcuna malizia (come, per esempio, far sedere una ragazza sulle proprie gambe), ma che in certi
momenti possono essere facilmente causa di eccitazione.
Le ragazze, invece, hanno una sensibilità sessuale più diffusa un po’ a tutto il corpo; la loro
stimolazione passa attraverso l’affettività, le coccole, la tenerezza, e l’eccitazione sessuale vera e
propria avviene con maggiore lentezza.
Questo vi fa capire anche come rispettare le ragazze per le quali un gesto di tenerezza o un
bacio, che magari per voi non vogliono dire niente di particolare, per loro possono essere invece
un segnale molto importante.

 Sono un gen 3. Volevo dirvi una cosa! Nel mio gruppo gen ci sono dei ragazzi che
hanno molto più facilità di me a fare amicizia con le ragazze. A volte mi sento uno
stupido, incapace, immaturo. Che posso fare per accettarmi per come sono?

In che senso questi gen hanno molto più esperienza di te con le ragazze? Penso che ti
riferisci al fatto che sono molto disinvolti con le ragazze e non hanno difficoltà ad avvicinarle e a
parlare con loro.
Non ti devi preoccupare troppo. Spesso questo è dovuto al proprio carattere: uno può essere
più timido o riservato, un altro più sicuro o più estroverso; ma generalmente chi è più timido è
anche più profondo. Oggi la diversità caratteriale è stata molto valorizzata. Uno studioso ha
evidenziato che ci sono addirittura otto tipi di intelligenza; c’è, per esempio, l’intelligenza musicale,
l’intelligenza sportiva, ecc. per cui ognuno di noi, accanto ad aspetti negativi o apparentemente
negativi, ne possiede certamente altri positivi più sviluppati rispetto agli altri. Ognuno deve
valorizzare e accettare pienamente le sue caratteristiche.
Vedrai che crescendo diventerai anche tu capace di essere spontaneo come gli altri. Come
già ho detto, bisogna avere pazienza e saper aspettare i tempi della tua crescita.
Per accettarti per come sei, pensa che tu sei un essere unico ed originale e che in tutta la
storia dell’umanità non c’è mai stato e mai ci sarà un essere come te. Per questo tu hai un posto
ben preciso nella storia e su di te Dio ha un disegno d’amore, che solo tu potrai realizzare. Egli ti
vuole bene così come sei e farà tutta la sua parte perché tu possa crescere secondo il suo
disegno.

 Sono un gen di 16 anni e mezzo. A questo punto della mia vita l’attrazione sessuale
verso una donna non è una cosa necessaria, secondo me, né penso che sia una
cosa giusta.

Certamente alla tua età l’attrazione per una donna non è una cosa necessaria, trovandoti
probabilmente in un particolare momento dello sviluppo della tua sessualità; tuttavia l’attrazione
per una donna, quando è presente, è senz’altro una cosa giusta. Ciò che non è giusto è passare
dall’attrazione che si prova a comportamenti non adeguati all’età della tua vita. In un domani,
quando si cresce e ci si fidanza, sarà diverso, anche se il rapporto fisico con una donna va sempre
riservato al matrimonio.

2. La masturbazione

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Molte vostre domande riguardano la masturbazione.
 Puoi parlare della masturbazione?
 La masturbazione è un peccato?
 Masturbazione è peccato? Come si spiega. Perché?
 La masturbazione perché è vista in maniera negativa? E che cosa può esserci di
positivo in essa?

Se vi ricordate, io ho detto che c’è un momento nello sviluppo del nostro impulso sessuale in
cui c’è la scoperta del nostro corpo. Nella scoperta del corpo può qualche volta venir fuori la
masturbazione. La masturbazione è procurare piacere su di sé.
Vi ricordo che il significato più profondo della sessualità è quello di entrare in relazione.
All’inizio ho detto che il rapporto sessuale è quello che permette ad una persona di donarsi
totalmente all’altro anche col proprio corpo.
Questo non è un concetto solo cristiano. Adesso tutti i sessuologi scoprono sempre di più
che la sessualità tra un uomo e una donna funziona tanto meglio quanto migliore è la relazione
d’amore che esiste tra di loro. Quando questa relazione non c’è o è insufficiente, il rapporto
sessuale a lungo andare finirà col non dire più niente, per cui possiamo dire che il rapporto
sessuale, e quindi la sessualità, si realizza nella relazione.
La masturbazione logicamente è il contrario della relazione, perché è provocarsi piacere da
soli. Dire se è peccato o meno non è facile; diciamo che in sé la masturbazione è una cosa grave
perché può impedire di crescere nella capacità di vivere la sessualità come relazione. Però non ci
dobbiamo scoraggiare se ci capita e cercare di ricominciare sempre, sapendo che a volte la
masturbazione può anche essere semplicemente il sintomo di un disagio più profondo e allora,
parlandone con qualcuno di cui avete fiducia, si possono cercare di risolvere certe difficoltà che vi
trovate ad affrontare in quest’ età piena di cambiamenti.

 Io ho problemi di masturbazione da alcuni anni. Volevo chiedervi come posso far sì


che riesca a dir no a ciò e cercare di cambiare vita?

Normalmente, se noi ci preoccupiamo di crescere sempre di più nell’amore, cioè di non


chiuderci in noi stessi, di interessarci agli altri, man mano che cresciamo questo disturbo tenderà
progressivamente a scomparire.
E’ molto importante, però, anche fare tutta la nostra parte per riuscire a superare con
maggiore facilità la masturbazione: evitare, per esempio e se possibile, quelle situazioni nelle quali
siamo da soli e maggiore è la tentazione; evitare quelle situazioni che possono rendere più difficile
il controllo dei propri impulsi (visione di materiale pornografico che provoca una stimolazione
sessuale ed attiva l’immaginazione, discorsi tra coetanei a contenuto erotico, ragazze che ci
stimolano sessualmente, ecc.); mettere in comune le proprie difficoltà con l’assistente o con una
persona matura con cui si ha confidenza; dedicarsi ad attività sportive, pregare, e soprattutto
buttarsi fuori ad amare, impegnarsi per gli altri, prendersi su delle responsabilità.
Bisogna fare tutta la propria parte, ma, se dovesse capitare, cercare di ricominciare subito,
mettendo in comune questa cosa con un sacerdote (possibilmente del movimento) attraverso la
confessione; se fosse sempre lo stesso sacerdote, sarebbe molto meglio, in quanto questo
potrebbe imparare a conoscerci e ad aiutarci meglio anche nel tempo, in modo che non si instauri
un’abitudine, che poi è più difficile da superare.
Non dimentichiamo poi che la confessione Gesù ce l’ha data non solo per perdonarci i
peccati, ma anche per darci la forza per ricominciare e per diventare sempre più capaci di
controllare le nostre pulsioni; per cui conviene approfittarne.
L’importante è riuscire a ricominciare subito, ma senza ansia e scoraggiamenti, perché man
mano che si cresce nell’amore generalmente questo disturbo tende a scomparire.
In questo senso imparare a controllare le nostre pulsioni è anche un’ottima palestra perché ci
aiuta ad usare della genitalità solo come espressione d’amore.

 Ad un’età più giovane (12-14 e mezzo) venivo spesso tentato a usare i miei organi
genitali ad uso improprio e a scopo di piacere personale. Quando scoprii che
facendo così commettevo atti impuri, pensai di riguardarmi, ma nonostante questo

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cedevo spesso ed una volta finito mi sentivo quasi un perdente, ma il rapporto con
Gesù mi faceva sempre ricominciare. Se mi dovesse capitare in futuro, come faccio a
resistere? E poi quanto è grave un peccato del genere? Grazie!

La tua domanda spinge ad alcune riflessioni. Da quello che tu dici mi sembra che, nel
momento presente, tu sei riuscito a superare, con l’aiuto di Gesù, la masturbazione e ringraziamo
Dio per questo. Tuttavia non sempre è così facile e a volte può capitare anche di ricadere, e
questo è valido anche per gli adulti. L’importante è ricominciare sempre, senza scoraggiarsi e con
l’aiuto di Gesù attraverso la preghiera e i sacramenti potremo farcela sempre. Nel campo della
sessualità bisogna sempre stare attenti e mai fidarci troppo di noi stessi.
Quanto sia grave la masturbazione l’abbiamo già detto prima, ma la nostra responsabilità
personale la conosce soltanto Dio perché a volte siamo condizionati da tanti fattori. Ciò che
possiamo fare, come abbiamo già detto, è cercare di evitare tutto ciò che ci può portare alla
masturbazione.

3. L’omosessualità

Ci sono una serie di domande di vario tipo sulla omosessualità.

 Perché alcune persone dello stesso sesso si innamorano tra di loro?

Non è un argomento facile per cui è molto importante che riusciamo a tenere ancora Gesù in
mezzo, come avete fatto fino a questo momento. Perché l’omosessualità è anche un grosso
problema di oggi; a dire la verità non solo di oggi, ma oggi viene particolarmente in evidenza.
Dobbiamo distinguere varie cose nell’omosessualità. Prima di tutto ci possono essere delle
esperienze omosessuali che fanno parte di quel secondo periodo della maturazione del nostro
impulso sessuale. Vi ricordate? Io ho detto: prima c’è la scoperta del proprio corpo, poi c’è la
scoperta degli amici dello stesso sesso; qualche volta può succedere a questa età di avvertire una
profonda attrazione per una persona del proprio sesso e può capitare a qualcuno di fare anche
qualche esperienza omosessuale. Generalmente, però, quando è collegata a questa fase
transitoria di maturazione sessuale, a questa crescita della sessualità, la tendenza omosessuale è
un fenomeno passeggero e scompare da sola.
Qualche volta può anche succedere che, man mano che cresciamo, ci possiamo trovare
dentro delle tendenze di questo tipo; potrebbe succedere, ma non è molto frequente.
Allora: perché l’omosessualità?
Sull’omosessualità ancora si discute, non si conoscono esattamente tutte le cause. Spesso
ci sono delle cause legate all’educazione ricevuta, alle esperienze fatte; qualche altra volta sono
legate magari a fattori ereditari, genetici, ma ancora adesso si sta discutendo. Probabilmente
agiscono più fattori contemporaneamente.

 Cosa fare se senti che ti attirano di più le persone dello stesso sesso?

In realtà in tantissimi casi ci troviamo di fronte ad una falsa omosessualità, perché


l’attrazione per le persone dello stesso (ed anche eventuali esperienze omosessuali) durante il
periodo adolescenziale rientrano nello sviluppo della sessualità e sono destinate a scomparire nel
tempo; si parla perciò di omosessualità evolutiva.
A volte è semplicemente la paura di essere omosessuale, ma non esiste una vera
attrazione omosessuale.
A volte può invece capitare che questa attrazione può essere veramente il segno di una vera e
propria tendenza omosessuale, per cui in ogni caso è sempre meglio parlarne con l’assistente gen,
o un sacerdote o una persona di fiducia, che possono eventualmente indirizzare verso uno
specialista.
Teniamo presente che, pur non essendo facile la terapia dell’omosessualità, tuttavia essa ha
maggiori possibilità di riuscita quanto più presto si interviene. Logicamente, quando poi si

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cominciano a fare esperienze omosessuali, quanto più aumenta il numero di queste esperienze,
tanto più diventa difficile ritornare indietro.
Bisogna anche dire che il tipo di cultura in cui siamo immersi, soprattutto in occidente, che pone
sullo stesso piano sia l’omosessualità che l’eterosessualità, crea spesso confusione e non stimola
al superamento del comportamento omosessuale.

 Come porsi di fronte alle persone omosessuali? Con chi parlare?

Come prima cosa bisogna dire che una persona non va giudicata in relazione alle sue
tendenze.
Logicamente chi si ritrova ad avere delle tendenze omosessuali, dato che noi abbiamo detto
che la sessualità, secondo il disegno di Dio, può essere vissuta con pienezza soltanto nel
matrimonio, si capisce che egli deve cercare di vivere quanto meglio possibile una situazione di
verginità. Non è una cosa facile, è una conquista continua, ma è possibile.
Come ci dobbiamo porre di fronte a chi fa esperienze di tipo omosessuale? Non dobbiamo
mai giudicarlo o discriminarlo ma aiutarlo a vivere nell’amore la sua situazione, perché anche delle
persone, che apparentemente ci sembrano molto lontane da quello che è il disegno di Dio sulla
sessualità, se però si mettono a vivere l’amore (quello vero, che si impara con l’arte di amare), può
darsi che ad un certo punto trovino delle risorse dentro di loro che gli permettano anche di fare
delle scelte che apparentemente sembrano impossibili.
Nel campo della sessualità niente è facile, è tutta una conquista continua.

Maria: Vorrei aggiungere una cosa a questo che dice Raimondo. In effetti oggi, siccome i
mass media parlano spesso di coppie di omosessuali, alcuni di voi potrebbero porsi il problema.
Ricordo che una volta avevo una classe di ragazzini intorno ai dodici anni; circa la metà mi
ha fatto la domanda:” Professoressa sono sicuro che io non sono omosessuale?”. Si pensa che sia
un pericolo molto frequente. Ma in realtà la norma è l’eterosessualità. Poi ci possono essere questi
casi, ma non sono molto frequenti. Volevo anche darvi questa tranquillità.

Raimondo: L’importante in tutti questi aspetti della vostra vita è questo: quando avete dei
dubbi, delle difficoltà, parlatene. E’ molto importante non tenerli per voi. E bisogna parlarne con la
persona giusta: sarà il vostro assistente, sarà una persona matura esperta sull’argomento, ma
parlatene, vincendo l’imbarazzo; ne vale la pena. Dovete essere certi che sia l’assistente sia,
eventualmente, la persona matura manterranno solo per loro le vostre confidenze e vi potranno
indirizzare, nell’eventualità ce ne fosse bisogno, ad uno specialista che nella maggior parte dei
casi vi potrà aiutare.
Tante volte basta poco per sdrammatizzare delle situazioni. Così mi sembra di rispondere
anche ad una domanda che ha fatto qualcuno di voi:
 A chi bisogna rivolgersi o con chi si può parlare quando si ha il sospetto che
qualcosa stia andando “storto” sulla nostra crescita sessuale?

 Come si può fare quando una persona dello stesso sesso ci dice di essersi
“innamorata” di noi?

Ascoltarla profondamente, senza che si senta assolutamente giudicata da noi. Poi esprimere
con chiarezza il proprio pensiero sulla sessualità, continuando a volerle bene, ma con molta
prudenza; se possibile, non rimanere mai da soli insieme a lei per non mettere in difficoltà sia te
che lei. Se questa persona fosse un adulto, parlarne immediatamente con i genitori o con
l’assistente. Ma anche se fosse un coetaneo, vi consiglio di parlarne con qualche persona adulta
fidata, i genitori, l’assistente, per consigliarvi come aiutare questo ragazzo perché spesso quando
uno è giovane se va da uno specialista può essere aiutato.

4. L’educazione sessuale

Una domanda riguarda l’educazione sessuale nelle scuole.

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 Secondo voi lo Stato dovrebbe insegnare educazione sessuale nelle scuole? E se
si, dovrebbe avere un’impronta ecclesiale o come prevenzione contro le malattie
tipo AIDS?

Un’educazione sessuale nelle scuole è una realtà molto positiva, ma non esauriente. La
prima educazione sessuale dovrebbe avvenire in famiglia fin dai primi anni di vita e non solo con le
parole, ma soprattutto con l’esempio dei genitori. La sessualità, come abbiamo visto, è una
componente fondamentale della persona, per cui la sua educazione passa attraverso l’educazione
globale di tutta la persona. Educare alla sessualità è educare all’amore, perché la sessualità è
tanto più ricca quanto più è vissuta in funzione dell’amore. Essendo così strettamente legata alla
persona, non può prescindere dalle convinzioni di fondo che uno ha. Per cui in una scuola
l’educazione sessuale non sarà mai un’educazione esauriente, perché non è un’educazione che si
può ricevere attraverso delle semplici nozioni, come avviene per le altre materie.
Ci vorrebbero persone non solo molto preparate sulla materia, ma anche molto formate,
capaci di indicare i valori della sessualità, della vita umana, ecc. , ma anche di rispettare i diversi
significati che ognuno può dare a questi aspetti così importanti della vita umana.
La scuola può dare più facilmente delle nozioni, delle informazioni per far comprendere come
è fatto il corpo umano, come evitare malattie infettive, sulla contraccezione, quando rivolgersi ad
uno specialista, ecc. Ma è sempre un’educazione riduttiva: quella che spesso viene fatta nelle
scuole non è educazione della sessualità, ma un’informazione su alcuni aspetti di essa.
Inoltre, queste nozioni possono essere influenzate dalle convinzioni personali dell’insegnante
a volte sbagliate. Bisogna allora che le vagliate in modo critico e che ne parliate se è possibile coi
genitori o nell’unità gen quando è presente l’assistente o con altre persone esperte dell’Opera per
avere la visione cristiana della sessualità, per arricchire eventualmente le informazioni ricevute a
scuola.

5. Il gruppo

Maria: Alcune di voi chiedono:


 Come fare nel gruppo? Come fare con gli amici, che magari ti prendono in giro
perché tu ti comporti in un certo modo, perché ti sentono diverso? Oppure come
dire a questi amici le nostre idee?

Abbiamo detto prima che il gruppo per noi è molto importante; ognuno di noi ha bisogno di
vivere nel gruppo e quindi non dobbiamo avere paura perché il gruppo ci aiuta a crescere; nello
stesso tempo però ci può anche influenzare negativamente. Dipende dal gruppo.
Allora parliamo dei vari gruppi. Noi dobbiamo frequentarli, cioè non possiamo frequentare
solo gen 3, ma dobbiamo essere ben inseriti nella classe, oppure nel gruppo con cui facciamo
qualcosa in parrocchia, oppure con un gruppo di amici. Possiamo far parte di qualsiasi gruppo a
meno che non siano proprio gruppi completamente negativi (per esempio, gruppi che fanno uso di
droghe, di alcool, oppure gruppi violenti, immorali, ecc.)
Io spero che non abbiamo questi problemi, però mi sembra importante dirvi che dobbiamo
avere la massima apertura; altrimenti che cosa potrebbe accadere? Che, poiché noi siamo gen e
abbiamo questi ideali così grandi, potremmo avere il desiderio di fuggire da quelle persone che
hanno un modo di comportarsi o di pensare diverso dal nostro e di chiuderci tra noi. E questo non
è bello, perché noi dobbiamo anche conoscere chi non la pensa come noi e dobbiamo anzi portare
con la nostra vita un po’ di luce in questi ambienti.
Generalmente gli atteggiamenti che possiamo avere sono di tre tipi.
- Paura di chi è diverso da noi. A volte ci sentiamo offesi, ci sentiamo presi in giro, ci
sentiamo messi in ridicolo; allora abbiamo paura, ci chiudiamo, oppure sentiamo una
frustrazione, un senso di fallimento, di inferiorità e quindi ci teniamo in disparte.
- Un altro atteggiamento potrebbe essere questo: una persona fa degli errori e noi ci
arrabbiamo (questo capita) e diciamo: “Tu non hai capito niente”; magari non sappiamo
spiegargli perché lui si comporta male, però lo allontaniamo da noi. Questi due
atteggiamenti sono entrambi negativi, sia la chiusura, la paura, sia l’attacco.
- C’è un terzo atteggiamento che potremmo definire per divertirci, anche per ricordarcelo,
l’atteggiamento di Zorro. Lo conoscete Zorro, tutti? Allora cosa fa Zorro? Zorro mantiene

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la posizione, lui non scappa, duella e lascia il segno, però non annulla l’avversario. Noi
dobbiamo mantenere la posizione, essere coraggiosi; dobbiamo dire come la pensiamo
senza offendere, proprio per il loro bene e continuando il rapporto. Per esempio: una
delle mie figlie mi ha raccontato come fa con i suoi amici. Lei ha un amica che ha rapporti
sessuali molto frequenti e con persone varie, nemmeno con un fidanzato, ma con
persone occasionali; ella continua ad essere amica di questa ragazza e un giorno le ha
detto: “Io non la penso come te, però ti voglio bene ugualmente”. In questo modo è nato
fra loro un dialogo più vero e l’amicizia si è consolidata.
La nostra testimonianza, vissuta nel rispetto di chi la pensa in maniera diversa, incide
nell’animo dei nostri amici; anche se apparentemente li vediamo sempre uguali, in loro abbiamo
posto dei semi nuovi.

6. La timidezza

C’è poi un gruppo di domande che riguardano la timidezza.

Anch’io sono stata timida e anche Raimondo. Perché la timidezza è così frequente
nell’adolescenza? Perché usciamo dal mondo dell’infanzia, ma non abbiamo ancora gli strumenti
per affrontare il mondo degli adulti e ne deriva una certa insicurezza.
Allora bisogna avere molta pazienza con se stessi e una fiducia grande in Dio, perché Lui è
Padre, quindi ci aiuterà a superare anche la timidezza. Pensate che io ero così timida che, quando
camminavo per strada, ero convinta che tutti guardassero come mettevo i piedi; magari nessuno
invece notava questo, però io ero convinta che le persone lo notassero. La timidezza, l’insicurezza
sono proprio tipiche dell’adolescenza, ma poi passano.
Una cosa che mi ha aiutato molto è stato vivere la frase del Vangelo: “Cercate prima di tutto
il regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato”, quindi anche vincere la timidezza. Quando ho
conosciuto il Movimento Gen, mi sono detta: “ Ma per me che significa cercare il regno di Dio?”.
Ho capito che significava amare. Allora ho cominciato ad amare, amavo anche le mie compagne di
classe; ero timida, però facevo io sempre il primo passo. Mi avvicinavo, perché non pensavo tanto
a me, ma a farle contente, ad aiutarle.
Mi ricordo che è entrata in classe una volta una ragazza che nessuno voleva come amica,
perché era antipatica, aveva un brutto carattere. Io mi sono avvicinata, perché sapevo che cercare
di amare significava avvicinarmi a lei. Allora mi sono avvicinata a questa ragazza e con lei è
cominciato un rapporto molto bello che poi è continuato negli anni. E così facevo con tutti.
Ad un certo punto mi sono trovata a non essere più timida, la timidezza è sparita. Quindi
l’amore ci fa superare questo problema, però dobbiamo avere pazienza e saper aspettare.

7. L’età per il fidanzamento

Adesso c’è un bel gruppo di domande che chiede:


 A che età fidanzarci? Possiamo fidanzarci adesso?
 A che età nasce l’amore?
 Ma è giusto avere una ragazza alla nostra età (13-16 anni)?
 La fase dell’innamoramento può portare a delle crisi che potrebbero farci
rinunciare ad altri rapporti se ci sentiamo rifiutati?
 Ciao! Io sono innamorato di una ragazza che però di me non vuole sapere niente.
Come faccio a farle sentire il mio amore? E lei se ne accorgerà?
 E’ possibile a questa età (15, 16, 17 anni) parlare di amore vero?
 Alla nostra età è possibile provare l’amore vero nei confronti di una persona?
 A che età fidanzarsi?
 Secondo voi c’è un’età minima per cominciare questo fidanzamento?

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 Innanzitutto grazie per il vostro intervento che mi ha aiutato molto a capire alcuni
concetti a me non molto chiari. Poi volevo chiedervi se ci consigliate di fidanzarci
in età matura con la persona con cui pensiamo di sposarci. Vi chiedo, se possibile,
alcuni chiarimenti.
 Come si fa a capire se una persona è adatta a noi? Molto spesso mi è capitato di
confondere amicizia con amore. Credevo di essere innamorato, credevo di avere
trovato la ragazza della mia vita, ma per varie situazioni non è nato nulla. Quindi mi
potreste spiegare più a fondo il rapporto tra uomo e donna? E soprattutto come
capire se quella infatuazione potrebbe sfociare in amore?

In realtà oggi non è facile aspettare. Qualcuno mi ha chiesto, personalmente, se prima di


conoscere Raimondo io avevo avuto qualche amico. Io sono stata fortunata in un certo senso,
perché in quell’epoca, circa trenta anni fa, non c’era molta possibilità di avere amicizie tra maschi e
femmine; quindi in qualche modo sono stata protetta, per cui quando ho conosciuto Raimondo, egli
è stato veramente il mio primo fidanzato.
Però capisco che adesso non è facile, perché si vive molto insieme maschi e femmine.
Questa attrazione per l’altro sesso è molto forte, in quanto noi siamo fatti per unirci con l’altro
sesso; nell’adolescente poi è particolarmente forte anche perché è una cosa nuova e tutta da
scoprire. Abbiamo questa attrazione, ci innamoriamo e confondiamo questo innamoramento con
l’amore. Però prima ho detto che l’innamoramento è solo sentimento, invece l’amore è un
sentimento sostenuto, protetto da molte qualità che devono crescere in noi: per questo
bisognerebbe aspettare un pochino, perché abbiamo il tempo di maturare.
Adesso vi propongo un paragone, che vi può dare un’immagine plastica di ciò che vi sto
dicendo. La coppia è stata paragonata a un arco che è sorretto da due colonne. Immaginate come
sono le colonne: sono forti, robuste. Se noi utilizziamo gli anni dell’adolescenza per diventare
come queste colonne, cioè per diventare delle persone forti, per crescere nella nostra formazione,
per fare tante esperienze (magari viaggiare, conoscere nuove persone) imparando a vivere per gli
altri, allora man mano che facciamo tutto questo noi ci irrobustiamo.
Quando poi incontriamo una persona, non sarà un appoggiarsi su di essa, ma, essendo delle
persone già realizzate, possiamo invece darle molto, amarla veramente.
Se invece iniziamo un rapporto quando non siamo ancora formati, siamo come delle colonne
ancora fragili, un po’ vuote dentro e che cosa succede? Che noi dalla nostra ragazza vogliamo
solo prendere o pretendiamo. Allora cominciamo a dispiacerci perché magari è uscita con un
amico, oppure ce la prendiamo se lei saluta un altro amico, oppure ci sentiamo abbandonati se lei
parte per un viaggio. Non siamo ancora persone forti, sicure.
Anche se possono esserci esperienze diverse perché ognuno ha la sua storia, come
suggerimento io direi di aspettare un pochino, proprio per costruire in questi anni la vostra
personalità. Se è possibile; se poi non ci riusciamo, almeno cerchiamo di avere con le ragazze dei
rapporti veri, impregnati di altruismo, senza chiuderci e continuando la nostra formazione. Se ci
chiudiamo in questo rapporto a due escludendo gli altri e la nostra ragazza diventa il tutto della
nostra vita, questo potrebbe essere una cosa negativa perché non ci permette di maturare in tanti
altri aspetti.
In realtà la vostra età è molto bella anche perché è l’età dell’attesa. L’attesa è molto
importante perché prepara il cuore ad incontrare quella persona che Dio ha da sempre pensato
per ciascuno di voi se vi chiama al matrimonio. E’ bello pensare che quella persona già esiste da
qualche parte sulla terra e voi potete in qualche modo già amarla pregando per lei e preparandovi
ad incontrarla. Questo pensiero potrà aiutarvi a vivere meglio la purezza, perché potrà spingervi a
mantenervi puri anche nella previsione di donarvi totalmente soltanto a lei.

 Mi piace una gen 3, mi attrae fisicamente e mi è simpatica. Devo dirglielo o


continuare semplicemente ad essere suo amico?

Se è un amore vero, destinato a durare per sempre, la distanza, il tempo non faranno altro
che alimentarlo. Tu custodisci gelosamente questo sentimento nel tuo cuore e illuminalo con
l’amore per Dio e per i fratelli.
Se questa ragazza è colei che Dio ha pensato per te, tra qualche anno Egli troverà il modo
per realizzare questo disegno. Per ora è un bene, se possibile, seguitare ad essere semplici amici.

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 Io volevo approfondire bene la differenza tra innamoramento e amore. Come si passa
da una fase all’altra?

Tra innamoramento e amore non esiste una distinzione rigida. Da un amore fantastico,
idealizzato si può passare all’innamoramento e poi all’amore. A volte ci si innamora subito sul serio
e per sempre, e quindi ci si innamora una sola volta nella vita. Altri si innamorano più volte.
Ognuno ha la sua storia e per ognuno c’è un disegno di Dio diverso.

8. Il fidanzamento

Molte domande riguardano alcuni aspetti del fidanzamento.

 Come posso avere la certezza e quando che questo fidanzamento è un amore vero e
per sempre?
 E come sapere che quella ragazza è la persona che Dio ha pensato?
 Come si fa a capire se la persona di cui ci si innamora è quella giusta?

La certezza la si può avere nel tempo. Il fidanzamento, infatti, serve proprio per approfondire
la conoscenza dell’altro e capire se è proprio la persona giusta per noi.
Può essere utile all’inizio valutare alcuni aspetti; per esempio: questa persona mi allontana o
mi avvicina agli ideali per i quali voglio vivere? Mi fa crescere come persona oppure mi rende
egoista? Mi apre o mi allontana dagli altri? E’ ostile nei riguardi della mia famiglia oppure mi aiuta
nel rapporto con lei? In sintesi, mi aiuta a crescere nell’amore verso gli altri, nel rapporto con Dio?
Certamente, se ci sono dei contrasti frequenti, se si litiga molto spesso, bisogna riflettere,
stare all’erta.

 Potete parlarci più diffusamente dei “requisiti” psicologici e caratteriali che un


individuo deve avere per poter essere pronto ad instaurare un rapporto solido con
un’altra persona? Quali possono essere le motivazioni del fatto che a volte anche
oltre i 20 anni questi “requisiti” non ci sono? Come possiamo “formarci”
umanamente in questo senso?

Se noi amiamo i fratelli con generosità, li ascoltiamo, facciamo nostri i loro problemi, ecc. se
viviamo praticamente i punti dell’arte di amare, di cui ci parla Chiara, senza accorgercene
maturiamo anche psicologicamente. L’amore infatti è luce, e la luce è la sapienza. “Dà e ti sarà
dato” è una legge del Vangelo, valida anche per il nostro sviluppo umano.
In questo modo si cresce anche nell’autostima e questo rappresenta una base importante
per il rapporto di coppia, perché allora non ci fidanzeremo per “elemosinare attenzioni o coccole”;
saremo già un po’ completi, più realizzati anche affettivamente e quindi più capaci di pensare al
bene dell’altro e non ad appoggiarsi o a pretendere.
Se non si impara a vivere l’arte di amare, si può anche arrivare a 20 anni, e talvolta si può
diventare vecchi, senza riuscire a diventare una persona matura, che sa amare.

 Quando ameremo una ragazza come evitare il rischio di metterla al primo posto
davanti a Dio, nella nostra vita? E come trovare l’equilibrio tra lo stare con lei ed il
dedicare tempo alla vita gen?

Certamente sono due cose entrambe importanti: dare spazio al fidanzamento, dialogare con
la tua ragazza, perché questo ti preparerà bene alla vita futura insieme, ma anche la vita gen deve
avere i suoi spazi.
Se noi cercheremo di non seguire solo l’istinto, la passione, ma il nostro amore sarà anche
illuminato dalla ragione, dalla voce della coscienza, allora capiremo momento per momento cosa
sarà più giusto fare, quale sarà la volontà di Dio. E’ così che l’innamoramento si trasformerà in
vero amore.
Si tratterà di mettersi con sincerità in dialogo con Dio e capire a cosa dare la precedenza. A
volte sarà dire di no ad un invito per un’attività gen, a volte, invece, dire di no con delicatezza ad

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un desiderio della propria ragazza. Quello che ci dovrà spingere sarà sempre il bene dell’altro. A
volte anche qualche rinuncia ad incontrarsi farà diventare più bello il vostro amore.

9. Rapporti tra ragazzi e ragazze

 Dove finisce l’amicizia e inizia l’amore?

Vorrei dire qualcosa sull’amicizia, perché è una cosa importante e molto bella,
specialmente alla vostra età (ma non solo), avere dei veri amici. Gesù stesso aveva degli amici; gli
apostoli erano suoi amici, ma anche Lazzaro e le sue sorelle, Marta e Maria.
L’amicizia, aldilà del sesso di appartenenza, presuppone una condivisione di ideali,
un’affinità caratteriale, aiuto reciproco, comprensione profonda, capacità di divertirsi insieme, di
stare bene insieme…
Essa però non può essere lasciata a se stante, non è una realtà che si può mantenere in
piedi da sola, ma va coltivata. C’è sempre da amare per primi, da ricominciare, da vedersi nuovi…
Penso che poi tu voglia sapere qual’è la differenza tra l’amicizia con una ragazza e
l’innamoramento.
L’innamoramento scatta quando, oltre a provare una attrazione fisica per una ragazza,
ad un certo punto cominci a vederla anche come una persona speciale, unica. Ti sembra la più
bella del mondo e che non puoi più vivere senza di lei. Ti sembra che insieme a lei ogni cosa, ogni
avvenimento acquistino un significato diverso, un nuovo colore…

 Alla nostra età tanti hanno un’amica, non va bene questo?

Gli amici e le amiche sono molto importanti per lo sviluppo della nostra personalità. E’
necessario, però, che non siano amicizie che escludono gli altri e sono tali da attirare tutta la
nostra attenzione e le nostre energie, facendoci dimenticare gli ideali grandi a cui siamo chiamati.
Amicizie esclusive di questo tipo non aiutano la nostra crescita.

 Vorrei sapere cosa pensate di fare amicizie con una ragazza tramite chat o internet .

La chat può essere utile quando già conosci di persona una ragazza. Ci sono le eccezioni
ma in genere conoscere delle ragazze tramite chat può portare a delle brutte sorprese, o a
infatuazioni e dopo a delusioni perché le persone che si scrivono o si parlano non si mostrano
come sono poi in realtà, coi loro limiti e difetti. Poi può essere anche una grande perdita di tempo
che potreste dedicare ad esperienze più costruttive… come conoscere dal vero tante persone e
fare delle esperienze belle, positive e arricchenti con loro.
E’ quindi un po’ rischioso collegarsi con persone sconosciute. C’è anche da sapere che
dietro certi siti ci sono persone che sfruttano gli interessi e la curiosità dei ragazzi e dei bambini per
scopi immorali o di profitto.

 Come restare “amico” di una ragazza che si vuole invece “amare”?

E’ difficile restare amico di una persona verso cui ci sentiamo attratti, ma non è impossibile.
Ci aiuterà il non incontrarla spesso da sola, ma in gruppo, ed il crescere sempre di più nel nostro
impegno per costruire un mondo unito. L’attesa, il non bruciare le tappe, il maturare prima di
iniziare un rapporto particolare, il pregare per lei, tutto questo farà che dopo il rapporto sarà più
bello.

10. Rapporti tra i gen 3 e le gen 3

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Tra queste domande ce n’è più di una che chiede:
 Che cosa pensate dei rapporti fra i gen 3 e le gen 3?
 Quest’estate in Mariapoli abbiamo vissuto una bellissima esperienza. Ci sono stati
tanti momenti che abbiamo potuto condividere anche con le gen3. Ci sembra che
fare incontrare sensibilità anche così diverse sia una grandissima ricchezza. Non
potremmo trovare più occasioni per conoscersi?

Io penso che, come ha detto Raimondo, è molto importante l’amicizia fra i sessi, perché è
una cosa che arricchisce, è una cosa che ci aiuterà anche per il futuro ad avere sempre presente
la dimensione femminile.
Chiara una volta ha detto che la formazione è bene che venga fatta distintamente. Perché?
Proprio per il discorso che facevamo prima, per non essere distratti, per crescere interiormente. E’
bene che durante la formazione ci concentriamo, perché prima di tutto dobbiamo riempirci di Dio; e
per mettere Lui al primo posto dobbiamo imparare a lasciare tutto il resto.
Fatta questa scelta di fondo poi tutte le attività sociali, le attività di apertura verso il mondo,
per aiutare il mondo a diventare più buono, le fate insieme. E’ importante lavorare insieme anche
con le ragazze, anche vivere insieme qualche momento di distensione (una festa, una gita, ecc.).

 E’ bene fidanzarsi con una gen?

Per quanto riguarda il fidanzamento, sotto certi aspetti sarebbe meglio fidanzarsi con una
persona che ha i nostri stessi ideali. Noi prima, infatti, abbiamo detto che per fare un fidanzamento
serio è bene che ci siano delle analogie di valori. Allora con una persona che ha i nostri stessi
ideali è più facile avere queste analogie di valori, perché siamo tutti e due decisi per esempio a
costruire un mondo diverso, a fare qualcosa per la società, a non chiuderci.
Però non basta. Non basta, sapete perché? Perché prima di tutto dobbiamo provare per lei
un’attrazione e poi vedere se ci sono anche quelle complementarietà caratteriali. Per esempio, voi
potreste anche fidanzarvi con una ragazza che è il bianco dell’unità gen e pensare che, essendo il
bianco, è il massimo, e magari quella ragazza non è proprio adatta per voi. Quindi dobbiamo
vedere anche come siamo fatti noi, che cosa ci completa, che cosa desideriamo nell’altro.

 Ciao, sono un gen di diciotto anni. Mi sono reso conto che, nella mia ricerca di una
ragazza che possa essere qualcosa di importante per me e con cui possa pensare ad
un futuro, mi ritrovo a pensare che debba essere una gen. Questa cosa è una cosa
ispirata da Dio oppure è solo il mio desiderio di essere amato con lo stesso amore e
impegno che ho io? Sono “egoista”?

Mi sembra una cosa ispirata da Dio, ma occorre tener presente questo: quando due persone
si incontrano perché innamorate e desiderose di costruire una famiglia insieme, la prima
idea da porre come base per costruire un solido rapporto deve essere questa: amare è
donare. Devo essere dono per lei, per lui, devo vivere per farla o per farlo felice; amare
l’altro per puro amore, senza aspettarsi niente. Solo questo tipo di amore produce la
reciprocità. Siamo fatti, infatti, per amare, ma anche per essere amati; ma solo un amore
puro può portare la reciprocità.
Sarà necessaria tutta la vita per imparare ad amare così, ma sbagliando e ricominciando si
può riuscire.
Anche quando ci si fidanza tra due gen, tra persone con forti ideali spirituali, bisogna tener
presente questa premessa, altrimenti il rapporto non sarà facile. L’amore vero richiederà
sempre impegno. Certamente saremo facilitati in tanti aspetti, ma non ci si può appoggiare
agli ideali dell’altro; dobbiamo essere sempre pronti ad amare anche quando l’altro può
essere un po’ giù, un po’ egoista o anche se abbandonasse questo ideale.

11. I rapporti prematrimoniali

Raimondo: Ci sono moltissime domande sui rapporti prematrimoniali.

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 Che rapporto dobbiamo avere con le ragazze, tenendo presente anche gli
insegnamenti del Movimento?
 Ciao, sono Giovanni, vorrei saper come si deve comportare un gen di fronte a una
ragazza che con lui vuole fare il sesso senza l’amore.
 Come bisogna vivere la sessualità con la propria ragazza?
 Vorrei un ulteriore chiarimento sui rapporti prematrimoniali: sono giusti o no?
 Cosa dice la Chiesa riguardo ai rapporti prematrimoniali?
 Se una ragazza mi invita ad un rapporto prematrimoniale e ne sono
apparentemente innamorato, dovrei o no avere un rapporto con lei?
 Personalmente non sono molto d’accordo con ciò che “sostiene “ la Chiesa
riguardo alla purezza prima del matrimonio. Sono del parere che per due che si
amano sul serio la cosa più bella che possa esistere è unirsi dal punto di vista
fisico anche prima del matrimonio. Ma se la volontà di Dio è questa, come posso
metterla in atto? Come posso accettare questo modo di concepire la purezza?
 Il rapporto prematrimoniale è da evitare ad ogni costo?
 Perché per la Chiesa è peccato avere rapporti sessuali? Perché è sbagliato avere
dei rapporti, magari non adesso che siamo forse troppo giovani, con una persona
che sai di amare profondamente? Perché è giusto aspettare il matrimonio?

Allora cerchiamo di capire qualche cosa in più su questi rapporti prematrimoniali. Per una
migliore comprensione di questo argomento così importante, lo dividerei in alcuni paragrafi.
Prima ho cercato già di dire qualcosa sull’argomento e l’importanza che la Chiesa dà al
rapporto sessuale; per questo cerca di riservarlo alla realtà matrimoniale.
Adesso vorrei partire con voi da alcune considerazioni sulla società che ci circonda.

- Sentimento e amore

Noi ci troviamo in una società che dà moltissima importanza alle emozioni e ai sentimenti,
tutto è emozione e sentimento, per cui la teoria che viene proposta continuamente è questa: Se tu
desideri una cosa e invece non la ottieni, puoi avere delle frustrazioni.
Si dà moltissima importanza al sentimento, all’emozione e si confonde l’amore con il
sentimento e l’emozione. Ad un certo punto anche nel matrimonio si dice: “Ti lascio perché non
sento più niente per te”, perché il sentimento non c’è più. Allora cerchiamo di capire bene: l’amore
e il sentimento non sono la stessa cosa, anche se il sentimento aiuta moltissimo l’amore; un uomo
e una donna come farebbero a stare insieme per tutta la vita se non ci fosse anche il sentimento?
Il sentimento può essere una meravigliosa scintilla iniziale; è Dio che lo suscita dentro
di noi per poter costruire un rapporto che possa durare tutta la vita, ma non posso confondere il
sentimento con l’amore. Perché? Perché il sentimento va e viene, esso risente anche della mia
particolare situazione fisica. Dato che il sentimento, l’emozione sono delle cose che partono dal
corpo, può succedere che magari un giorno io mi sento nervoso, mi sento stressato e ho la
sensazione di non provare più attrazione per la persona che mi sta a fianco. E’ una sensazione
momentanea, magari domani questo sentimento può riprendere.
Il sentimento è un aiuto per l’amore, ma non può essere tutto l’amore, perché l’amore è:
volere il bene dell’altro. Allora quando si dice che nel fidanzamento io sento di voler bene all’altro e
quindi di avere con lui quell’intimità che arriva a voler avere rapporti sessuali, prima di tutto
bisognerà cercare di capire che cosa significa: voglio bene all’altro.

- Rapporto sessuale e amore

Occorre considerare questo, che è molto difficile avere rapporti sessuali, che siano
veramente espressione d’amore. Questo è valido per tutti, ma soprattutto quando si hanno al di
fuori della realtà matrimoniale; non che il matrimonio da solo possa rendere pieni d’amore i rapporti
sessuali, ma il matrimonio presuppone una comunione di vita che facilita la donazione totale di due
persone. Perché se io e mia moglie ci amiamo durante tutto il giorno, quando poi si ha il rapporto
sessuale, allora veramente esso può essere un’espressione di donazione totale, cioè di quella
donazione che abbiamo cercato di costruire durante tutta la giornata.
Ora, logicamente, questo è un discorso valido per tutti, perché tante volte il rapporto
sessuale, come dicevamo prima, io penso di averlo per amore, ma tante volte si ha semplicemente

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perché si avverte una forte pulsione sessuale, quindi per soddisfare un bisogno, magari
inconsapevolmente, o per provare a me stesso, soprattutto da parte del maschio, che sono
normale, dato che tante volte, soprattutto fra i giovani, la virilità viene messa in relazione con la
frequenza degli atti sessuali che uno riesce ad avere.
Oppure, come dicevo prima, tante volte il rapporto sessuale può essere usato come
antistress; cioè io ho tanti problemi, tante difficoltà e il rapporto sessuale è quello che mi risolve al
più presto questa tensione che avverto dentro di me.

- Per conoscersi?

Molte volte, soprattutto gli adulti, dicono: “Io cerco di avere dei rapporti sessuali con l’altro,
così ci conosciamo anche su questo piano”. In realtà questa è un’illusione, perché abbiamo visto
che tante persone si sono lasciate anche dopo un lungo periodo di convivenza; conoscevamo una
coppia che aveva fatto dieci anni di convivenza, poi si sono sposati, l’anno dopo il matrimonio si
sono lasciati.
Perché il rapporto sessuale, se vuole essere un rapporto d’amore, va continuamente
rinnovato, in quanto noi cambiamo. Allora un rapporto sessuale, che è soddisfacente oggi, può non
esserlo domani proprio perché noi cambiamo; molto dipende dal tipo di relazione che c’è all’interno
della coppia, se siamo capaci di non pensare solo a noi stessi.

- E se nasce un bambino?

Poi tenete presente che, anche se si fa uso della pillola, anche se si fa uso del preservativo,
(dato che non esiste nessun sistema, che al cento per cento, metta al sicuro da una gravidanza)
c’è sempre la possibilità , e voi l’avete visto tra alcuni vostri amici, la possibilità della nascita di un
bambino al di fuori del matrimonio con delle conseguenze anche gravi. Tante volte si ricorre
all’aborto, ma questo significa uccidere quell’essere umano che ha iniziato a vivere e a svilupparsi
fin dal primo momento del concepimento; oppure si mettono alla luce dei bambini che non riescono
poi ad avere una famiglia tranquilla, in cui poter crescere e potersi sviluppare.

- “Una sola carne”

Capite che le ragioni, per cui si dovrebbe evitare il rapporto sessuale al di fuori del
matrimonio, sono tante. Potremmo fare un incontro solo su questo. Logicamente in una risposta
non si possono affrontare molte problematiche. Ci sarebbe per esempio il discorso sulle malattie
che si possono contrarre avendo rapporti occasionali, e poi ci sono altre conseguenze negative a
livello fisico e psicologico
Ma per noi cristiani, poi, c’è una ragione in più, in quanto attraverso la sessualità si è
chiamati a diventare una sola carne con la propria moglie, e questo è molto difficile. E’ molto
difficile infatti riuscire a vivere la sessualità come amore; per questa ragione, quando ci sposiamo,
noi chiediamo a Dio di darci una mano perché ci aiuti a trasformare questa sessualità in amore per
l’altro, a non farne una ricerca egoistica di noi stessi.
Nel matrimonio questi gesti della sessualità sono benedetti da Dio, se vissuti nell’amore.
Solo dopo la celebrazione del matrimonio essi possono acquistare la capacità di donarsi
totalmente l’un l’altro. Perciò la Chiesa vuole che noi li teniamo riservati, li custodiamo, non per
toglierci qualcosa, ma per darci qualcosa ancora di più bello.

- Il controllo degli impulsi sessuali

Noi tante volte vediamo la castità e il controllo dei nostri impulsi sessuali come qualcosa di
negativo; in realtà non è un no a qualcosa, ma è un si a qualcosa di più grande. Perché se noi ci
abituiamo da giovani a controllarci, il rapporto sessuale domani sarà molto più bello e molto più
ricco.
Poi non pensate che dopo il matrimonio io posso avere tutti i rapporti sessuali che voglio. Se
voglio essere amore per l’altro, devo imparare a tener conto delle sue esigenze; magari mia moglie
potrebbe ammalarsi e non desiderare il rapporto sessuale o anche potrebbe essere impossibilitata

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ad averlo, e la malattia potrebbe durare per un mese, due mesi, un anno. Qualche volta qualcuno
si ammala seriamente e, se io non sono abituato già da prima all’autocontrollo, allora possono
nascere veramente delle nevrosi.
Questo momento della vostra vita è un momento molto delicato, perché voi mettete le basi
per come vivrete la sessualità in futuro. Non pensate che sia tutto così semplice, perché il fatto che
tante volte non si vive bene questo aspetto durante l’adolescenza, fa in modo che spesso non si
riesca più a capire il valore, la bellezza della sessualità. Nella società attuale infatti, secondo certe
statistiche, dopo circa 15 anni di matrimonio ci sono alcune coppie che non hanno più rapporti
sessuali; non li hanno più perché il rapporto sessuale si è svuotato di contenuto, ha perso quel
significato che avrebbe dovuto avere.

- Ricominciare

Perciò questa vostra età è molto importante. Le esperienze che voi fate adesso vi possono
segnare nel bene e nel male per tutta la vita, perché, come sappiamo ogni esperienza che
facciamo lascia una traccia nel nostro cervello; per cui bisogna fare uno sforzo in più.
Non che questo sia semplice, noi non abbiamo mai detto che sia semplice controllare la
propria pulsione sessuale. In certi momenti è difficilissimo. E’ difficilissimo e noi non ce lo
nascondiamo. E’ difficile per voi, è difficile per me che ho tanti anni più di voi, è difficile per tutti,
perché questa è una delle pulsioni più forti che abbiamo dentro di noi. Però Gesù ci ha dato delle
indicazioni, ci ha dato anche degli strumenti per poter cercare di vivere bene queste cose.
Anche se ci dovesse capitare di sbagliare, l’importante è ricominciare sempre e guardare
dove dovremmo arrivare. Dio guarda più alla nostra buona volontà, allo sforzo che facciamo più
che agli sbagli.
E poi Egli ci ha lasciato l’Eucarestia; è molto importante l’Eucarestia, perché è Gesù che con
il suo corpo entra dentro di noi e ci prende dentro di lui.
Quando avete difficoltà, quando abbiamo difficoltà in questo campo, è Gesù che ci può
aiutare. Dobbiamo avere una fede enorme in questo suo aiuto. Una fede grandissima. Abbiamo
già parlato dell’importanza della confessione; vorrei aggiungere un’altra cosa che può aiutarci a
ricominciare: il tornare nella nostra comunità, nella nostra unità gen; tante volte il respirare l’aria di
Gesù in mezzo ci può aiutare moltissimo.
Certamente non sempre è facile ricominciare; però solo così possiamo diventare delle
persone veramente libere. Perché chi è veramente libero? Forse colui che magari è guidato da
tutto quello che la mentalità comune ci propaga attorno o dalle proprie pulsioni?

C’è un altro che chiede:


 Io avevo una ragazza che voleva stare con me solo per fare sesso perché le sue
amiche hanno fatto sesso con altri ragazzi. Io non vedo come devo fare per dirgli
che non ne voglio più sapere.

Con molta delicatezza devi cercare di spiegarle le tue idee e i tuoi principi. Se lei ti ama
veramente, rispetterà le tue scelte; altrimenti mi sembra che non sia la ragazza adatta per te.

Un’altra domanda.
 Oggi molti matrimoni vanno in crisi perché si prova insoddisfazione sessuale… A
questo punto per arrivare ad un feeling armonioso e sereno, non pensate che il
sesso prematrimoniale sia un tassello fondamentale nel mosaico dell’amore?

Mi sembra di aver già risposto in parte alla tua domanda. Volevo solo precisare che i
matrimoni in genere vanno in crisi non perché non funziona il sesso, ma perché non va il rapporto
di coppia. Se questo funziona, generalmente anche il sesso si mette a posto, se non esistono delle
particolari problematiche.

 Cosa posso dire ai miei amici che hanno deciso di non sposarsi perché vogliono
solo convivere? Qual è il piano (progetto) su di loro se non sono credenti?

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Prima di tutto bisogna rispettare le loro scelte; poi, se si presentasse l’occasione, se hai
amato l’altro fino in fondo e lui è pronto a sentire il tuo pensiero puoi e devi anche dire qualcosa.
E’ da precisare che il matrimonio civile, per chi non è credente, ha un valore rispetto alla
convivenza, in quanto con la convivenza non esiste nessun impegno di fronte alla società, allo
Stato; invece chi si sposa si assume l’impegno di far crescere l’amore di coppia e di mettere al
mondo dei figli e di educarli nella maniera giusta, perché possano contribuire alla crescita
quantitativa e qualitativa della società. Da parte sua lo Stato si assume l’impegno di aiutare la
famiglia nella crescita del suo amore e nell’educazione dei figli (questo dovrebbe significare: casa,
lavoro, scuole adatte, stipendi sufficienti per portare avanti la famiglia, ecc.).
Purtroppo in una società come la nostra lo Stato guarda più all’individuo anziché alla famiglia
e quindi non si avverte più tutta l’importanza di questo patto matrimoniale. Bisognerebbe invece
fare tutta la propria parte per aiutare lo Stato a prendere coscienza di questo suo ruolo, in quanto
la famiglia rimane la cellula fondamentale della società.

 Se dei miei compagni mi chiedono un mio parere sulla sessualità, come potrei
rispondere loro senza far loro fraintendere il vero significato?

 Come possiamo parlare del nostro modo di vedere la sessualità a ragazzi che non
credono?

Il concetto di una sessualità da vivere in funzione dell’amore può essere compreso da tanti.
Come vedete da quello che abbiamo detto, ci sono anche motivazioni umane per cercare di evitare
di vivere il sesso in una certa maniera; pensiamo che sempre di più dovreste cercare di
approfondirle tra di voi con l’assistente o una persona esperta.
Voi, però, parlate solo al momento opportuno, senza paura di dire le vostre idee, con
decisione ma senza la pretesa che siano accolte, nel rispetto della loro diversità, presentandole
possibilmente come vostra esperienza di vita, condivisa da tanti altri ragazzi di vostra conoscenza
(i gen3). (vedi anche domanda e risposta n.5)

12. Il matrimonio

Alcune domande riguardano in modo specifico il matrimonio.

 E’ meglio sposarsi con il rischio di un divorzio o convivere con la donna amata,


con la possibilità di lasciarsi senza andare contro un sacramento?

Per il cristiano il matrimonio è un sacramento, e quindi è una strada di santità che prende
come modello l’amore di Dio uno e trino: perciò è un amore fedele, indissolubile, che cerca di
amare sempre nonostante qualsiasi difficoltà. Non è una cosa facile, ma, con l’aiuto di Dio, si può
riuscire a realizzare questo suo disegno d’amore. Occorre però fare tutta la nostra parte per
prepararci bene a questo sacramento. E questo non si fa soltanto durante il corso prematrimoniale,
ma la vera preparazione al matrimonio comincia già alla vostra età, se non addirittura prima. E’
questa preparazione, che può darci la possibilità di non lasciarci andare contro il sacramento,
come tu dici.
La convivenza va contro il pensiero della Chiesa perché esclude in partenza l’impegno ad un
amore indissolubile. Certamente per quelli che non sono credenti il discorso è un poco diverso,
perché essi non credono nel sacramento e, se si sposano in chiesa, generalmente lo fanno solo
perché la cerimonia è più suggestiva rispetto a quella fatta sul Comune o, semplicemente, per un
fatto tradizionale.
Tuttavia teniamo presente che è sempre meglio il matrimonio civile rispetto alla convivenza
(vedi la risposta precedente).

 Come vivere la sessualità quando si hanno diversità di valori morali (ad esempio
un focolarino sposato e una non credente)?

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Non è sempre facile, tuttavia, se il rapporto è impostato sul rispetto delle reciproche diversità
e se ci si ama veramente, non sarà possibile trovare un accordo. Prima di tutto occorrerà sforzarsi
di fare in modo che il rapporto sessuale sia una vera relazione d’amore, e su questo possono
trovarsi d’accordo credenti e non credenti. Un po’ più difficile sarà mettersi d’accordo su come
regolare la nascita dei figli, tuttavia anche qui si può riuscire a trovare un accordo, tenendo
presenti i valori umani che sono racchiusi nell’uso dei metodi naturali. Logicamente, se si hanno
visioni diverse della sessualità, potranno esserci difficoltà nell’educazione dei figli, specialmente in
campo sessuale.
Rimarrà sempre un grande dolore da abbracciare quello di non poter condividere col partner ciò
che si ha di più bello e profondo nel cuore, il rapporto con Gesù, ma potrà essere proprio questo
GA abbracciato a portare a volte l’altro alla fede.

 I rapporti sessuali devono avere come fine solo la procreazione o possono essere
uno strumento per donare se stesso all’altro senza il fine della procreazione?

I rapporti sessuali tra due coniugi sono prima di tutto un segno del loro amore. La sorgente e
il fine è l’amore, ma deve sempre trattarsi di rapporti aperti alla vita. Cioè ogni rapporto deve
sempre conservare oltre all’aspetto unitivo, anche quello procreativo. Per questo motivo non
può essere usato nessun mezzo chimico (pillola) o meccanico (profilattico, spirale,
diaframma) o l’interruzione del rapporto per evitare la fecondazione. La conservazione di
questi due aspetti del rapporto sessuale avviene soltanto con l’uso dei metodi naturali, che
rispettano il ciclo periodico naturale di fecondità della donna, così com’è stato creato da Dio.

 Come possiamo riconoscere la nostra vocazione al matrimonio o, invece, quella a


diventare un religioso o un focolarino?

Come ci ha detto tante volte anche Chiara, per capire la propria vocazione bisogna amare,
perché Gesù ha detto: A chi mi ama mi manifesterò. Non siamo noi a scegliere, ma è Dio che
sceglie e chiama e ci farà quindi capire la nostra strada al momento giusto, se noi stiamo attenti
alla sua voce. E’ importante parlarne con l’assistente o un sacerdote dell’Opera che hanno più
esperienza, perché Gesù in mezzo con loro amplifica la voce di Dio. Ma non deve diventare una
preoccupazione: a noi spetta soltanto sforzarci di fare la volontà di Dio in ogni attimo presente,
rimanendo sempre nell’amore e l’amore è luce.

 Vedo molti miei amici che parlano di kamasutra e vengono a scuola con i giornalini
porno. Potete spiegare cos’è il kamasutra?

Maria: Rispondiamo a questa domanda riferendoci al matrimonio, perché ci sembra che


questa risposta sia molto importante soprattutto per chi è sposato.
Il kamasutra è un testo che spiega le varie tecniche da usare per raggiungere una maggiore
soddisfazione sessuale. Oggi anche tante riviste o quotidiani parlano di queste tecniche, che
spingono ad ottenere prestazioni sessuali perfette.
Purtroppo questi testi dimenticano due concetti fondamentali:
1. Le tecniche non sono sufficienti se manca un’intima e profonda relazione con il coniuge.
2. Gli esseri umani presentano una grande varietà caratteriale e comportamentale, per cui
ogni coppia deve cercare il proprio linguaggio sessuale, unico ed irripetibile, prezioso
nella sua originalità. I paragoni possono creare inutili complessi di inferiorità e
frustrazioni.
Vorrei dirvi però un’altra parola su questi giornalini porno e sulla pornografia in genere. Teniamo
presente che la sua diffusione così marcata, a cui assistiamo oggi, è dettata da grossi interessi
economici, che sfruttano le debolezze umane per aumentare i loro introiti. L’uso di materiale
pornografico rivela spesso una difficoltà ad entrare in relazione con una persona in carne ed ossa;
il sesso viene vissuto per sé, senza alcun rapporto con l’altro per cui non si è aiutati a collegare il
sesso con l’amore. La pornografia tra l’altro può rendere più difficile riuscire a controllare le proprie

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pulsioni sessuali e può generare frustrazioni e dipendenza, da cui può diventare sempre più
difficile liberarsi.

13. Pillola, preservativo, mass-media

Raimondo: Qualcuno chiede anche qualcosa sulla pillola, sul preservativo, sui mass
media.

Voi non immaginate quale sia il risvolto economico di tutto questo discorso. Vorrei soltanto
farvi un esempio. Esiste una campagna pubblicitaria massiccia nei riguardi della pillola
contraccettiva; ma voi sapete cosa significa per una casa farmaceutica convincere una ragazza a
prendere la pillola? La pubblicità vi dice: Voi potete avere tutti i rapporti sessuali che volete, tanto
c’è la pillola. E vi fa passare un messaggio in cui vi abitua a non controllarvi più. Quando una
donna è diventata una consumatrice di pillole dall’età di quindici anni, diventa schiava della pillola
finché non arriva la menopausa, cioè finche non scompaiono le mestruazioni, fino a cinquant’anni
circa. Voi capite come ogni donna sia un potenziale economico enorme.
E poi teniamo presente che il potere economico mondiale è nelle mani di poche
multinazionali, che contemporaneamente hanno tra le mani aziende farmaceutiche, televisioni,
giornali, ecc. Per loro è molto importante avere di fronte delle persone che si pongono a guardare
la televisione in un atteggiamento poco critico e poi dicono: “Ma tutti fanno così” e diventano dei
consumatori dei prodotti proposti.
Si fa la pubblicità del profilattico per evitare la AIDS, ma non si dice contemporaneamente
che la prevenzione del profilattico non è assoluta, non è al cento per cento, che comunque c’è un
rischio sia per le possibili nascite e sia il rischio per possibili infezioni. Voi vi rendete conto di tutto
l’interesse economico che c’è nel cercare di creare delle persone che si lascino condizionare
facilmente. La pubblicità, il messaggio pubblicitario hanno bisogno di trovare delle persone poco
critiche.

Uno di voi chiede:


 Noi ragazzi, sui giornali, vediamo vari tipi di profilattici: ce li potete spiegare.

La diversità è legata al materiale, che può rendere più o meno sicura l’integrità del profilattico
durante il rapporto sessuale, e alla particolare superficie che può rendere più piacevole questo
rapporto. Sulla sicurezza è sempre valido ciò che ho già detto.

Un’altra domanda.
 E’ giusto l’uso del preservativo o pillola? Voglio saperne di più! Mettiamo caso che
uno ha l’AIDS!

Per capire ciò che sto per dire, bisogna tenere presente che nel rapporto sessuale, come ho
già detto in una risposta precedente, la Chiesa vede due dimensioni: quella unitiva, in quanto esso
facilita l’unità della coppia, unendola profondamente da un punto di vista fisico, e quella
fecondativa, in quanto da un rapporto sessuale può nascere una nuova persona. Dato che i gesti
che uniscono la coppia sono gli stessi che possono dare origine ad una nuova vita, la Chiesa
insegna che queste due dimensioni non vanno mai separate artificialmente, in quanto scorge nella
natura dell’essere umano, e quindi anche nella natura del rapporto sessuale, la volontà di Dio, che
è impressa in tutte le leggi che la scienza progressivamente scopre.
L’uso del preservativo o della pillola, secondo il pensiero della Chiesa, non sono giusti da un
punto di vista morale in quanto tendono proprio a dividere queste due dimensioni, volendo appunto
impedire artificialmente la fecondazione.
In certi casi particolari, da valutare con un sacerdote, si può usare o il preservativo o la
pillola, quando si vede che non c’è nessun’altra possibilità per salvare l’unità della coppia, sempre
però col desiderio che, appena la situazione dovesse cambiare, si cercherà di adeguarsi al
progetto di Dio, manifestato a noi dalla Chiesa.

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 Se l’uso del preservativo è sconsigliato dalla Chiesa, perché non è sconsigliato
avere un rapporto sessuale quando una donna non è feconda?

Perché un rapporto sessuale quando la donna non è feconda avviene nel rispetto delle due
dimensioni unitiva e fecondativa; cioè la coppia non divide queste due dimensioni, ma utilizza ciò
che già trova inscritto nella natura. E’ Dio che ha pensato ad una fecondità periodica, e la coppia
sfrutta questo periodo non solo per non avere dei figli, ma anche per averli, secondo quello che
Dio le fa capire mese per mese. Tuttavia se uno avesse rapporti soltanto durante il periodo
infecondo per non avere figli e tale decisione fosse dettata esclusivamente dall’egoismo, questi
rapporti sessuali non sono moralmente accettabili, perché la scelta di non avere figli non è stata
dettata dall’amore.

 E’ possibile “distruggere” la grande speculazione mediatica sulla sessualità? Se


sì, come? Noi gen come possiamo fare?

Distruggere questa speculazione dei media sulla sessualità non è cosa facile sia perché
essa è sostenuta da grossi interessi economici sia perché agisce stimolando gli impulsi sessuali,
che sono tra gli impulsi più potenti presenti nell’essere umano.
Ciò che conta è rimanere liberi, acquisire un atteggiamento critico riguardo alle proposte
pubblicitarie, per cercare di capire cosa c’è veramente dietro ogni messaggio pubblicitario e non
comprare quei prodotti che usano il sesso per vendere di più. Bisogna imparare a pensare sempre
di più con la propria testa ed aiutare anche gli altri a fare altrettanto.
Preoccuparci poi di vivere e diffondere quell’arte di amare che aiuta a diventare sempre di
più delle persone libere. Se poi si venisse in contatto con organismi che possono aiutare il
consumatore a farsi rispettare, appoggiarli nei limiti delle nostre possibilità. Sarebbe bello poi poter
ogni tanto organizzare delle attività, a cui poter invitare tanti nostri amici, che possano aiutare a
comprendere i meccanismi nascosti dei messaggi pubblicitari e a cogliere tutti i pericoli insiti nella
banalizzazione della sessualità, operata da tanti mass-media.

 Vorremmo sapere di più sulla sessualità nei giornali e in TV.

In genere in tanti giornali e in tanti programmi televisivi e nel cinema la sessualità viene
presentata in maniera banale: si va a letto con la stessa leggerezza con cui si andrebbe al bar a
prendere un caffè o a vedere una partita di calcio; il sesso è spesso ridotto a merce di consumo e
la donna, nonostante la rivoluzione femminista, continua ad essere presentata come oggetto di
piacere. Il corpo è presentato senz’alcun riferimento ai valori spirituali e si predilige l’apparenza, un
corpo giovane e bello, frutto di palestre e di istituti di bellezza.
Ciò, però, a lungo andare impedisce di sperimentare il piacere tanto ricercato perché il
sesso, senza un amore vero per l’altro, è sempre poco gratificante. D’altra parte bisogna anche
tener conto che pure il rapporto sessuale più perfetto può lasciare sempre una certa
insoddisfazione.

14. Le esperienze negative

 Come si fa nel caso in cui si è già persa la verginità?

Ricominciare. Come abbiamo già detto varie volte, il sacramento della confessione è fatto
apposta per ottenerci il perdono da parte di Dio e per farci diventare sempre più forti di fronte a tutti
gli stimoli che possono spingerci a non vivere bene la nostra sessualità.
Certamente non è sempre facile. Infatti tutte le esperienze che noi facciamo, in bene e in
male, lasciano una traccia nel nostro cervello e più sono state forti e coinvolgenti, più il loro ricordo
si farà vivo e se negativo ci turberà e ci metterà in difficoltà. Ci può aiutare il parlarne con persone
adulte di fiducia.

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 Come può fare un gen a dimenticare una storia passata che però gli ha segnato
l’adolescenza? Grazie. Ciao!

Un’ esperienza negativa fatta in passato non va dimenticata, va accolta dentro di noi perché
fa parte della nostra vita. Dobbiamo imparare a guardarci dentro senza paure. Se poi essa ha
segnato la nostra vita, prenderne consapevolezza e capire così sempre meglio da dove dipendono
certi nostri atteggiamenti odierni. Le esperienze negative fatte in passato, sia subìte dagli altri sia
dovute a noi stessi, possono, se accettate, diventare una ricchezza perché ci aiutano ad essere
umili e a non porci mai di fronte agli altri come maestri e a comprendere meglio gli errori degli altri;
a volte proprio un errore può aiutarci a maturare.
Per noi che conosciamo Gesù Abbandonato, Chiara ci ricorda che ogni dolore è un volto Suo
possiamo amare. Se il nostro passato allora ci fa soffrire, ricordarci che dobbiamo abbracciarlo,
perché anch’esso è un particolare volto di Gesù Abbandonato, e buttarci ad amare ogni persona.

15. La vocazione del focolarino

Raimondo: Alcune domande riguardano la vocazione dei focolarini.

Come possono le persone del movimento chiamate da Dio al matrimonio donarsi


totalmente anche a Dio stesso?
Come si riesce a diventare popi sposati, donandosi a Dio e contemporaneamente ad
un’altra persona?
Come vivono la castità i popi sposati?

Volevo concludere dicendo qualcosa su questo argomento.


Nel mondo esistono due vocazioni all’amore; due, non ce ne sono altre: la vocazione al
matrimonio e quella alla verginità. Dipende dove Dio ci chiama. Possono essere tutte e due strade
di santità; sono bellissime tutte e due e non è semplice né l’una e né l’altra.
Oggi, infatti, anche chi si vuole sposare ha paura di un matrimonio che duri per tutta la vita.
Perciò è una chiamata alla santità, perché Dio ci chiama a qualcosa di grande. Noi non siamo
chiamati a qualcosa di piccolo. Voi, se state qua, è perché avete capito che Dio vi chiama a cose
grandi, altrimenti non stareste qua.
E quindi ci chiama a qualcosa di grande che adesso soltanto intravedete e che poi dobbiamo
realizzare nella nostra vita attraverso una di queste due vocazioni. Tutti siamo chiamati,
comunque, a mettere Dio al primo posto nella nostra vita, tutti; questa è la cosa più importante.I
I focolarini che non si sposano sono il segno che questo è possibile, quindi sono di sprone
agli sposati a mettere Dio al primo posto nella loro vita.
Il focolarino sposato cerca di mettere Dio al primo posto nella sua vita e questo per lui
significa amare prima di tutto Gesù presente nel suo coniuge e poi consacrare la sua vita all’unità,
dando la sua disponibilità alle esigenze dell’Opera, che può chiedergli anche, se la situazione
familiare lo consente, di trasferirsi in altre parti della zona o del mondo per portare il nostro Ideale.
Il focolarino sposato vive poi la sua castità coniugale, non evitando di avere rapporti sessuali
con la propria moglie, ma cercando di riempire sempre d’amore questi rapporti e di averli solo per
amore.

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INDICE

Parte I

Introduzione

L’adolescenza

La comparsa dell’impulso sessuale

Alcune differenze tra l’uomo e la donna

Che cos’è la sessualità?

L’innamoramento

La scelta della persona giusta

I rapporti prematrimoniali

Sessualità e mass-media

Sessualità e verginità

Parte II - domande e risposte

Lo sviluppo sessuale

La masturbazione

L’omosessualità

L’educazione sessuale

Il gruppo

La timidezza

L’età per il fidanzamento

Il fidanzamento

Rapporti tra ragazzi e

Rapporti tra i gen3 e le gen3

I rapporti prematrimoniali

Il matrimonio

Pillola, preservativo, mass-media

Le esperienze negative

La vocazione del focolarino

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