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Siamo storicamente all’interno dell’Impero Romano quando ad una certa si diffonde il Cristianesimo che si

basa sulla totale adesione alla verità rivelata da Gesù Cristo.


Il diffondersi del Cristianesimo crea problemi alle autorità politiche dell'antica Roma perché:

La nuova religione e quindi tutti i suoi seguaci cioè i Cristiani si presentano come una società nuova rispetto
all'ordine esistente. Si rifiutano di onorare gli imperatori e le divinità pagane e accolgono volentieri i più deboli
della società i servi, schiavi… I Cristiani non accettano la vita mondana dei Romani e questo provoca una
repressione violenta, sono perseguitati fino all’ultima persecuzione del 303 d.C voluta da Diocleziano. ( Questa
ultima persecuzione segna il declino dell’impero romano perché fu l’ultima e contemporaneamente si sta
diffondendo sempre di più l’autorità della Chiesa Cristiana, che diventa talmente forte che anche le stesse
autorità politiche (imperatori) scendono a patti con essa)

Arriviamo quindi direttamente all'editto di Costantino siamo nel 319, con il quale la nuova religione riceve un
riconoscimento possiamo dire ufficiale quindi viene riconosciuto in maniera ufficiale religione dell'impero.
380 Teodosio interviene in questa questione e il Cristianesimo diventa l’UNICA religione dell’impero.

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L’affermazione della religione cristiana da vita a un nuovo indirizzo filosofico, LA FILOSOFIA CRISTIANA, che
è la “cultura” ufficiale del Medioevo. Con la nascita della filosofia Cristiana a livello filosofico e culturale si
passa dall’età antica all’età Medioevale.

Di cosa si occupa? Questi filosofi cristiani cercano di capire come avvicinarsi alla nuova verità rivelata e come
comprenderla nel suo significato più profondo e autentico.
Solo la ricerca filosofica può affrontare questo problema, la ricerca filosofica viene applicata dall’uomo
medievale che ha il bisogno di avvicinarsi il più alla verità rivelata da Gesù.

La filosofia Cristiana si divide in due periodi


● Primo periodo, la Patristica. E’ il periodo dei Padri della Chiesa, come Sant'Agostino. E’ il periodo di
quei filosofi cristiani che hanno come compito quello di difendere il Cristinaesimo dagli attacchi dei
pagani e poi quello di dare una elaborazione chiara alla dottrina in modo da difenderla non sono dai
pagani a anche da errate interpretazioni (anche eretiche)
● Secondo periodo, la Scolastica. E’ il periodo nel quale la nuova cultura cristiana, dopo essere stata
elaborata in maniera chiara nella fase precedente, viene insegnata nelle scuole, periodo nel quale
fioriscono le scuole e le università. La funzione dell’insegnamento è importantissima in questa fase.
San Tommaso sarà una grande figura della Scolastica.

Affronteremo la filosofia cristiana non partendo da queste grandi figure, quindi non dal loro pensiero, ma
partendo dalle tematiche e all'interno di ogni tematica ovviamente faremo riferimento anche a questi filosofi e
ad altri che ancora non abbiamo detto.
Concetti fondamentali

● Concetto di Fede; la fede è il credere e aderire in maniera totale alla verità rivelata
● Concetto di Volontà, l’uomo non è solo intelletto ma anche dotato di volontà consapevole, quindi l’uomo
è una persona cosciente e consapevole che sceglie la propria condotta di vita e quindi responsabile
delle sue azioni, può sbagliare ma anche con consapevolezza. Tutto questo ci porta al terzo concetto

● Concetto di Peccato
l’uomo compie il male volontariamente, il male non è più frutto dell’ignoranza ma è frutto di una scelta
consapevole da parte dell’individuo, che peccando si ribella alla legge divina in maniera consapevole di
doverne rendere conto a Dio dopo la morte.
● Concetto di Interiorità.
Si diffonde una nuova morale basata su valori interiori. La religione è una religione vissuta anche a
livello interiore, soprattutto il cristinesimo delle origini.
● Visione Lineare del tempo e della storia,
Il tempo e la storia non sono più ciclici cioè si dice che non è vero che tutto ritorna in questo mondo
(visione ciclica) bensì si sostituisce appunto con Agostino e con il cristianesimo una visione lineare
secondo la quale si afferma l'idea che ogni individuo in questo mondo vive guardando ad una meta
futura ultima da raggiungere che è rappresentata dalla salvezza eterna dopo la morte.
La vita quindi sulla terra e quindi anche la storia che è fatta dagli uomini sono da considerarsi come
una fase transitoria, semplicemente di passaggio in vista della vera vita che è quella eterna dopo la
morte.

Con questa nuova visione lineare del tempo della storia si tende a sminuire l'esistenza terrena e a
darle poca importanza, a sostenere il non attaccamento ai beni terreni perché appunto la vera vita è
quella che si vibra nell'aldilà subito dopo la morte.

Questa visione subordina l’attivismo in questa vita alla sfera ultraterrena: l’uomo cristiano è proteso verso la
trascendenza, egli vede nel mondo il luogo della pena, del peccato, della fatica, dove è chiamato a vivere
umilmente e cristianamente (deve umiliare passioni, ricchezze, istinti, beni materiali) guardando all’aldilà al
fine di ottenere la salvezza eterna.

Vangelo secondo Luca “Chi si umilia sarà esaltato”. Più grande sarà la sofferenza in questo mondo maggiore
sarà il premio dopo la morte.

Solo alla fine del Medioevo cambierà questa concezione, grazie a 3 eventi socio-culturali (cultura umanistico
rinascimentale, riforma protestante, rivoluzione scientifica di Galileo). Questi eventi porteranno e rivalutare
l’uomo nel mondo, l’uomo è artefice del proprio destino. La scienza rivela all’uomo le forze della natura.

Rapporto tra fede e ragione:

E’ uno dei problemi fondamentali della scolastica ma è già stato affrontato da Agostino, il più importante padre
della Chiesa.
Lui dice che fede e ragione sono strettamente legate e collaborano, questo concetto è espresso da due sue
famose frasi.
➤ “credi per capire”, vuol dire che per capire e trovare la verità è necessario credere, avere fede, perché è la
fede che illumina il cammino della ricerca della verità.

➤ “capisci per credere", vuol dire che ciò in cui si crede vuole anche essere compreso dall’uomo, per avere
una fede salda, è necessario per l’uomo anche comprendere.

Introduzione alla scolastica:


Agostino muore e con la sua scomparsa la patristica entra in crisi, inizia il secondo periodo della filosofia
cristiana, che è appunto la Scolastica, che domina tutta la cultura medievale. Essa indica la filosofia cristiana
medioevale. La Scolastica è la filosofia cristiana insegnata nelle scuole, nelle università. In questo periodo la
filosofia diventa ancilla della teologia.
I problemi maggiori affrontati sono: il rapporto tra fede e ragione, il problema e la disputa sugli universali e la
questione di dimostrare l’esistenza di Dio.

Torniamo al rapporto tra fede e ragione-

Ci si chiede se ci sia un contrasto tra fede e ragione, se, trattando fede e ragione due ambiti diversi, non si
incontreranno mai, oppure se invece ci possa essere una collaborazione tra le due.

Anselmo d'Aosta, che diventerà Sant’Anselmo


Il suo motto è: “Credo ut intelligam”, cioè credo per capire.
Per lui prima di tutto ci deve essere la fede, e poi da qui si può arrivare a capire. Quindi anche lui come
Agostino ammette un legame, una collaborazione tra fede e ragione, che va ben oltre ogni contrapposizione.
La fede è necessaria per comprendere la verità. D’altra parte la ragione può aiutare a capire la verità rivelata.
E’ questo che viene ricordato come giustificazione razionale della fede. Secondo Anselmo non può esserci
contrasto tra verità di fede e di ragione e la fede è necessaria per comprendere la verità, d’altra parte la
ragione aiuta a capire la verità rivelata dalla fede. I due ambiti, benché sembrino diversi, collaborano.
L’ultima riflessione su questo tema di Anselmo. Non ci sono contrasti tra le due, sia per le cose appena dette,
sia perché la ragione come la fede è risultato dell’illuminazione divina. Essendo quindi anch’essa risultato di
un’illuminazione divina non potrà mai contraddire la fede.

Dopo aver visto come si esprime Agostino nella patristica e Anselmo nella scolastica, vediamo il pensiero di
Tommaso, che diventerà San Tommaso.

Secondo lui la ragione sola non basta per raggiungere alcun tipo di verità, essa si subordina quindi alla fede.
Pur essendole subordinata, essa può servire alla fede in tre modalità diverse

➤ Per capire i preamboli della fede: quelle verità la cui dimostrazione è necessaria alla fede stessa. Non si
può credere a quello che Dio ha rivelato senza credere, sapere che Dio esista. La ragione aiuta quindi a
dimostrare l’esistenza di Dio. L’esistenza di Dio è quindi uno dei preamboli della religione.

Tommaso dice che la ragione serve alla fede in tanti modi, per difenderla, per chiarire, e per dimostrare i
preamboli.
Loro pensano di averla dimostrata usando la
Ragione.
L’esistenza di dio per Tommaso mediante i mezzi razionali si può dimostrare è questo ci si un a ad essere più
credenti in lui. Verranno criticati.
Loro ancora non riescono a distinguere le questioni fisiche da quelle metafisiche, Aristotele no.
Sulla questione di dimostrare dio pure i filosofi cristiani ci provano, per mezzo della ragione umana.
Per la nostra scienza non era possibile, per la loro scienza si perché i concetti di sostanza rientrano nella
scienza.

➤Aiuta ad essere più chiari i misteri di fede, le verità di fede, mediante per esempio l’utilizzo di similitudini,
analogie, che aiutano l’uomo a rafforzare la sua fede.

➤La ragione aiuta a difendere la fede contro le obiezioni che le vengono mosse. Essa combatte tutte le
argomentazioni che sono contrarie alla fede stessa.

Anche per Tommaso quindi tra fede e ragione c’è collaborazione e armonia. Esse non saranno mai in
contrasto perché anche la ragione è un prodotto di Dio, e quindi Dio non potrà mai contraddire sé stesso.

La questione fondamentale, più importante che gli scolastici affrontano è la disputa sugli universali.

Gli universali in filosofia cosa sono?


Ne abbiamo già parlato con Aristotele, essi sono dei concetti generali che si possono riferire a più cose.
es: Il concetto generale di animale, di uomo, di vegetale, di penna. Sono concetti generali che si possono
riferire a più cose che hanno caratteristiche simili. Gli universali non indicheranno mai un soggetto in
particolare, ma la sua categoria in generale.
Questa questione nasce dalla lettura e dallo studio dell'"Organon" di Aristotele, una delle più famose e
commentate al momento.

La questione degli universali ruota intorno a due domande fondamentali:

➤Questi concetti generali esistono soltanto nella mente come conceptus mentis, sono solo contenuti della
mente umana, oppure c’è anche nella realtà, al di fuori della mente, qualcosa che corrisponda ad essi?, in
altre parole, sono concetti che esistono solo a livello logico oppure c’è un rapporto tra i miei pensieri e la realtà
esterna?, c’è questa corrispondenza tra quello che io penso e la realtà esterna al mio pensiero?

Se esistono solo nella mia mente non si pongono altri problemi.

➤Ma Se invece c’è una corrispondenza con la realtà esterna bisogna chiedersi in che modo debba essere
considerata questa corrispondenza e quindi in che modo questi universali che nella mia mente esistono sotto
forma di concetti, vanno invece considerati nella realtà esterna al mio pensiero. Questi universali esistenti
anche ontologicamente vanno considerati separati dalle cose (riferimento a Platone con le Idee), allo stesso
livello delle Idee Platoniche,quindi separati dalle cose, oppure vanno considerati interni alle cose, come le
essenze aristoteliche. Se esistono anche nella realtà, gli universali sono ante Rem (Platone), o in Re
(Aristotele).
Va fatta una riflessione, questa questione è un problema che riguarda la logica, nasce perché si vuole chiarire
quale sia il valore della conoscenza razionale stessa, quale sia il potere conoscitivo della ragione, cioè quale
sia la capacità della ragione di conoscere il mondo, si vuole chiarire fino a che punto la ragione possa
conoscere il mondo, fino a che punto gli strumenti razionali a nostra disposizione siano validi e possano dare
conoscenza certe sul mondo. Queste domande riguardano la ragione umana, quindi l’uomo. La questione
degli universali, pur essendo affrontata dagli scolastici, dalla cultura medievale che è una cultura religiosa,
questa questione è soprattutto antropologico-filosofica.

Le risposte a questa questione sono moltissime, noi ne individuiamo tre principali più una quarta:

➤la risposta del realismo estremo o trascendente


➤la risposta del realismo moderato o immanente
➤la risposta del nominalismo estremo
➤la posizione del nominalismo moderato o concettualismo

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