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LA SCUOLA

DELL’OTTAVA

TERZA
LEZIONE
SECONDO MODULO

CASANOVA
E L’UTILIZZO
INIZIATICO DEI SOLIDI

SCUOLA DELL’OTTAVA – PRIMA EDIZIONE – ANNO 2022 / 2023


SECONDO MODULO - LEZIONE TERZA
CASANOVA E L’UTILIZZO INIZIATICO DEI SOLIDI
Stasera ci troviamo di fronte a un personaggio molto particolare, io un po’ di cronistoria di lui ve la
devo fare prima di arrivare alla fisica della previsione del tempo. E intanto quello che posso dirvi è
un invito a leggere quella che è “La storia della mia vita”, che a volte potete trovare addirittura
scaricabile su Internet. Andate a vedere su Liber Liber, forse la trovate scaricabile, quindi gratuita.
Cosa succede? Che chiaramente il modo con cui è arrivato il personaggio è un modo piuttosto
artefatto, sempre il solito. E ci viene narrato con le solite dinamiche per cui lui è grandissimo
conquistatore di cuori, di amori e quant'altro. E oltre a questo, non sono mai andati. Ora io vorrei
solamente farvi notare e farvi vedere che cosa ha scritto lui nella sua vita. Questa è solo una piccola
parte, lo metto qua.

Allora voi immaginate che tutto quello che vedete qua è una parte di ciò che lui ha scritto. Tenete
presente che il Casanova si è occupato di tutto lo scibile umano. Praticamente non ha lasciato nulla
al caso. Se andate al 1790 lui pubblicò un corollario dedicato alla duplicazione dell’esaedro che
praticamente lui compose, e quindi del cubo, nel la speranza di poter avere una cattedra di
matematica in Germania. E in sotto, sempre nel 1790, c'è “dimostrazione geometrica della
duplicazione del cubo”. Tanto per vedere, però, si è occupato praticamente di tutto, di arte e di
storia. Lui è stato l'unico storico di cui noi possiamo avere anche fiducia riguardante la modalità con
cui il 1700 ha trascorso se stesso. Cioè lui aveva questa grandissima capacità di svolgere il suo
lavoro e il suo lavoro era quello di fare la spia. Detto così non è bello, però era un massone, divenne
Gran Maestro molto giovane, tra l'altro, a Venezia, Che entrò diciamo nelle grazie del mondo
massonico di tutta Europa, e il 1700 è l'anno per eccellenza della massoneria, eh. Quindi andarono
e scelsero lui perché come personalità, come capacità, come duttilità e come intelligenza, meglio si
prestava a svolgere certi ruoli. Quindi ha vissuto per interi decenni nelle grazie della massoneria,
occupandosi una volta per l'una, una volta per l'altra, di tutta una serie di eventi piuttosto notevoli.
A volte lavorò per il Papato, a volte per la Repubblica di Venezia, a volte lavoro per gli austriaci, a
volte per i francesi, a volte per i tedeschi, a volte per gli inglesi. Sempre quando si creavano quelle
situazioni di probabili scontri che a volte giungevano a diventare anche delle guerre locali, e non
solo locali, all'interno e prima delle quali era possibile, o perlomeno era probabile, trovare delle
soluzioni. Lui si mosse in questo alveo costantemente per almeno trent'anni, se non più. Poi con
l'età, in qualche modo, i compiti che gli vennero affidati diventarono sempre più, come dire, flebili,
di minore importanza. Per cui, tanto per avere un'idea, la gente che lui frequentò rappresentava un
po’ il gotha di allora; stiamo parlando di un personaggio nato nel 1725 e morto nel 1798, quindi il
1700 l'ha attraversato bene o male tutto. Un personaggio che ha incontrato Voltaire; un personaggio

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che ha incontrato Benjamin Franklin, il Papa, Caterina II
di Russia, Federico II di Prussia, Mozart, una marea di
personaggi, una marea di persone. Quindi l'invito che vi
faccio è il seguente. La sua biografia, leggetela.
Leggetela perché vale veramente la pena, è una cosa
molto particolare, tra l'altro. Non è vero che è una
biografia che scivola in tutto ciò che possiamo definire
peccaminoso, lui scrive benissimo. Sa scrivere e ha un
suo modo d narrare che è estremamente piacevole.
Spesso, ma molto spesso ti porta a ridere, ti porta alla
gioia, al condividere la sua gioia di vivere, ma
sicuramente, ripeto sicuramente, Giacomo Casanova è
un personaggio che l’ottava l'ha conosciuta bene. Dovete
sapere questo, che lui utilizzò durante la sua vita, tutta
una serie di nomi falsi, un po’ per proteggersi e un po’
perché era il suo vezzo. Il suo problema più grosso che
dovette affrontare è il seguente: lui nacque da una
relazione segreta della mamma con un nobile veneziano,
nobile che non riconobbe mai questo figlio, ma che
comunque gli affiancò un personaggio notevole, un
vescovo di Venezia, che lo accompagnò, bene o male,
fino all'università di Padova che lui frequentò. Non
tantissimo, ma comunque abbastanza per avere la possibilità di entrare nel mondo sia della
medicina che della legge. Poi si perse, perché spinto da questo suo parente appartenente al mondo
cattolico, verso una probabile vocazione che sembrava lo avesse convinto giovanissimo, tanto da
prendere i voti quasi. E iniziare appunto una strada completamente diversa da quella che poi
divenne la sua. Quindi c'è stato un Casanova quasi prete da ragazzo, e un Casanova che voleva
diventare di nuovo prete da adulto. Poi questa è un'altra cosa, che venne a galla più in là quando lui
ormai aveva quasi una quarantina d'anni. E quindi ci sono tanti Casanova che si sono affastellati
nella sua vita, i quali, sempre lasciarono grande spazio e grande attenzione al mondo femminile, al
quale lui si legò costantemente in tanti modi, leciti e meno leciti, cose che lui, nella sua biografia
ammette, dice e propone con molta schiettezza, eh? Io quando ho scritto di Casanova, perché ho
scritto di lui, l'ho fatto per un motivo ben preciso. Intanto perché avevo sentito parlare di questo suo
dire del giorno della morte degli iniziati, e questa era una cosa che a me interessava perché l'avevo
già in qualche modo recepita quando mi occupai di Ildegarda, quando mi occupai di Gioacchino,
quando mi occupai di Leonardo, quando mi occupai di Arcimboldo, tutti i personaggi che
mandarono a dire quando sarebbero andati via, che è una robetta che a me colpì molto. Quindi io mi
avvicinai a lui per il motivo che in qualche modo stasera ci ha messi insieme. Però poi io scoprii un
mondo, grazie a lui, fantastico per quello che vi dico, se avete voglia e tempo dedicategli del tempo
perché lui lo merita completamente e totalmente. E allora io mi sono occupato di lui. Perché?
Perché voi dovete sapere che sono passati, insomma, un paio di secoli ma gli esperti, cioè coloro
che si occupano di lui costantemente, non sono riusciti a risolvere il primo enigma, il primo
dilemma riguardante la sua biografia, e il primo è una cosa piuttosto devastante, se vogliamo
parlare, dirla così, e consiste in ciò che segue. Tutti coloro che si sono occupati della sua biografia,
chiaramente, hanno cercato di capire se tutti i luoghi che cita, che sono centinaia, tutte le persone
che cita, che sono migliaia, tutti gli eventi che cita, che sono tantissimi, sono realmente avvenuti nel
luogo, nei tempi e con le persone che lui indica nella sua biografia. Questa cosa coincide in parte,
ma non coincide in larga misura, quindi la sua biografia viene intesa come una biografia abbastanza
realistica, ma non totalmente vera, e questa cosa non si riesce a spiegare e non capiscono il perché.
Allora io cosa ho fatto? Ho preso la sua biografia, sono più di 4000 pagine. Tra l'altro noi non

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sappiamo se la biografia sia stata da lui realmente conclusa, perché lui morì, guardate, a 72 anni, a
Dux (Duchcov), una cittadina boema. Però, al di là di questo, faceva il bibliotecario per un conte,
che praticamente lo aveva preso e l'aveva messo in pensione, memore dei suoi servizi. Ma al di là di
questo, che succede? Che se voi avrete voglia di leggere queste pagine, vi ripeto, se siete in un
momento di depressione, scusate se utilizzo questo riferimento, questo paragone, datemi retta, vi
leggete qualcosa di Casanova e vi passa tutto perché lui è veramente un inno alla vita, alla gioia, al
benessere, alla comprensione, al fare, a tutti questi aspetti che sembrano come dire, scontati, ma non
lo sono. Non lo sono. Se dovessimo in qualche modo utilizzare le pagine che lui ha dedicato ai
bicchieri che lui sceglieva per gli incontri, non solo amorosi, ma anche a quelli politici di alto
livello, voi non potete credere a quanto sapere lui mettesse in campo per deliziare i suoi invitati.
Conosceva tutto del vetro, come conosceva tutto dei vestiti, delle stoffe, dei profumi, dei cibi, tutto,
ma soprattutto è l'amante dell'umanità tutta, non solamente le donne. Lui amava capire qualsiasi
tipo di umanità. Di qualsiasi ceto fosse, quindi faceva mica tanta fatica a mischiarsi con i vari livelli
della civiltà, della loro società, della sua società, non solo quella veneziana, ma comunque torniamo
a noi. Io ho preso “La storia della mia vita”, quindi la sua biografia, e così come immaginavo, fin
dalle prime pagine, in assoluto, tutta “La storia della mia vita” e, ripeto, sono più di 4000 pagine,
sono costellate tutte, non ce n'è una che non abbia un riferimento agli intervalli platonici. Sono tutte
costellate di intervalli platonici, sono tutte costellate della struttura numerica dell'ottava, quindi 7,
multipli del 7, l'8 e i multipli dell'8, il 72, e il 144, il 288. Tutte le strutture precessionali, il 2/3, il
3/4, il 4/5, c'è tutto, tutto! Tutti i riferimenti che abbiamo condiviso fino adesso sono parte
integrante della sua biografia, e questa operazione è quel l'ossatura direi sacra attraverso la quale
tutto il mondo iniziatico e religioso ha proposto se stesso, comprendendo ben chiaramente che cosa
quei numeri e quegli intervalli comportano dentro di noi. Da cui questa grandissima diffusione della
sua biografia. Cioè quello che lui scrive, ci entra dentro. Sappiate che la biografia lui l'ha scritta in
un francese che non era proprio un francese. Lui parlava il francese, però era un francese, insomma,
aggiustato da lui, un po’ francese, un po’ italiano. E quindi dovete anche immaginare che non era
per tutti questa cosa. Una volta tradotta la dinamica con cui accedi a dei livelli molto più profondi di
quanto noi possiamo immaginare, è un qualche cosa che stupisce. Quindi io personalmente,
colpevolmente l'ho affrontato, penso sei anni fa, cinque anni fa, ed è una colpa questa. Perché,
ripeto, leggere la sua biografia è un momento entusiasmante della vita umana, entusiasmante. Io
non esagero, ve lo posso garantire. Ora tra gli scritti che lui ha lasciato in vita che l'hanno reso
famoso, ce ne sono alcuni estremamente importanti. Ce n'è uno che riguarda, e questa è stata una
delle cose che lo hanno reso estremamente famoso, è la sua fuga dai Piombi, dal Palazzo Ducale di
Venezia. Piombi, così definito perché il tetto del Palazzo Ducale a Venezia era coperto da lastre di
piombo, e lui stava lì sotto, l'avevano arrestato e messo lì sotto. Poi, chiaramente è venuto fuori il
perché, in quanto sostanzialmente la Repubblica, il doge, la Repubblica di Venezia stava cercando
di mettere una specie di tampone a questa diffusione delle logge massoniche, di cui lui fu il primo a
occuparsene a Venezia. È il primo, tra l'altro uno dei primi a diventare gran maestro. Lo arrestarono
con una serie di scusanti che avevano anche un fondamento di vero. La descrizione della sua fuga
dai piombi è un'altra di quelle cose, che
io spero voi vogliate leggere, non è
lunghissima. Però, con quello che sapete
adesso, appena lui comincia a parlare
della sua cella vi renderete conto che
tutto quello che abbiamo condiviso
finora è lì. La sua cella a forma cubica,
la sua cella con delle misure che ormai
voi conoscete, e tutto quello che succede
nella sua cella è riconducibile a
fondamentali dell'ottava, quindi è un

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percorso che lui in qualche modo riesce a stemperare in una serie di eventi reali. Reali, quindi, sono
eventi di un certo livello, ma reali, ora che succede? Che di per sé, questa qua che è la fuga dei
piombi, quando viene da lui descritta, descrive anche la modalità con cui fuggì dalla sua cella,
calandosi dal tetto del Palazzo Ducale con le solite lenzuola che annodò con il nodo del tessitore. E
lui sottolinea questa cosa con molta chiarezza, più volte, e io sono andato a prendere il nodo del
tessitore e lo vedete qui sopra. Quindi, tanto per avere un'idea di come lui l'aspetto dell'ottava lo fa
coincidere con tutti gli altri aspetti della sua vita quotidiana, successi o no, attenzione qua, eh,
successi veramente o no! Io vi avevo già accennato al fatto di Dalì: quando Dalì scrisse la sua
biografia, disse con molta chiarezza “guardate che qui dentro ci sono cose vere, cose inventate,
cose di fantasia, cose sognate, cose che non sono ancora avvenute, tutte messe insieme, ma per me
sono tutte vere.” Casanova fa un'operazione dello stesso tipo, lui mette insieme tutta una serie di
cose che gli sono successe, che inserisce in un contesto che lui da anziano rivede sotto il profilo
dell'ottava. Cioè lui decide di rivedere, di rivivere, attenzione qua, di rivivere la propria vita
descrivendola in ottave. Questa è una cosa che, ve l'ho detto, io ho potuto mettere insieme, ci ho
messo più di un anno per mettere insieme che ho dovuto, poi ho numericamente calcolato quante
volte lui utilizzava i 2/3, quante volte lui utilizzava il numero 8, il numero 7, tutto, ho fatto un
calcolo della serva e l'ho messo a fronte libro a pie’ pagina. Ho detto, guardate che qua l'ha messo
tot volte, quindi, tanto per darvi un'idea che, come godimento personale, lui ha riscritto la sua vita
sotto questo profilo. Forse potrebbe essere utile leggere, quella che doveva rappresentare la
premessa, questa è una cosa che doveva rappresentare la premessa della sua biografia. Premessa che
poi tra l'altro fu rifiutata. Si chiama Prefazione rifiutata, proprio perché questa prefazione poi fu
rifiutata quando lui scrisse la sua biografia dal suo editore. Però ve la voglio leggere veloce, in
modo tale che voi vi rendiate conto di chi era sto signore qua. Questo fa parte un po’ anche del
mondo della bellissima domanda che mi ha fatto Mario prima, in cui mi diceva “ma perché sti
signori poi alla fine tenevano tutto per sé?” Tenevano per sé tutto, tenevano per sé molto, devo dire
la verità, perché loro pensavano che per arrivare a un certo tipo di comunione, di informazioni e di
sapere, bisognava quantomeno aderire ad uno stesso ambito che per loro era la massoneria, allora. E
però il loro comportamento, le loro dinamiche mentali chiaramente erano qualche cosa che nella
società e per la società poteva avere un aspetto favorevole, poteva avere un rientro favorevole.
Quindi questa è la Prefazione rifiutata di Casanova, guardate che tutto il mondo dell'ottava si
ingegnerà intorno alla modalità con cui l'amore crea delle situazioni emozionali tali, per cui lo
spazio tempo è possibile variarlo, cambiarlo, cioè il nostro, per esempio, il nostro desiderare è un
amare un qualche cosa che non abbiamo. Quindi questo aspetto è l'aspetto fondante attraverso il
quale creare nuove realtà. Lui, l'amore, non solo l'ha vissuto fortemente e materialmente, ma l'ha
vissuto fortemente e intellettualmente. Questo vi volevo dire, quindi trattenetevi di lui questo
aspetto, perché altrimenti poi è peccato ridurlo a come ce lo hanno sempre descritto, perché non è
stato così. Ecco qua diciamo uno scampolo del suo scritto, giusto per avere un'idea di chi fosse lui,
di come scrivesse e della profondità di ciò che scriveva.

“La mia storia è quella di uno scapolo che in quest'anno 1791, 66 anni - lui era a quell'età aveva
quasi terminato la sua biografia per quello che lui scrive 66, poi la dovette di nuovo riprendere in
mano e la termina a 72 anni - e i cui principali impegni è stato quello di coltivare i piaceri dei sensi,
- guardate com'è bello preciso, lui lo dice subito - non ha avuto altro più importante - dice lui -
sentendosi in atto per l'altro sesso, l'ha sempre amato e per quanto ho potuto se n'è fatto amare. Gli
è piaciuto anche la buona tavola, ha avuto degli amici che gli hanno fatto del bene, ai quali è stato
riconoscente. E dei nemici dei quali non si è vendicato perché non ha potuto e ai quali non avrebbe
mai perdonato se non avesse dimenticato il male che gli hanno fatto, l'uomo che dimentica
un'offesa non l'ha perdonata, l'ha dimenticata. Il perdono viene dalla generosità del cuore, l'oblio
dalla debolezza della memoria. Quest'uomo vede oggi imminente la sua fine e quando ci pensa se
ne era triste enormemente, perché ama la vita come l'anima sua, sua e i suoi sensi, come se stesso e

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tutto ciò che ha e nient'altro può interessarlo quest'uomo che aspira a portare degnamente il
rispettabile nome di Monoteista - perché lui diceva che era cristiano - è certo dell'azione mai
discontinua della provvidenza di un Dio infinito, onnipotente e incomprensibile. Autore di tutte le
forme, padrone della natura. Quest'uomo scrive la sua storia per divertirsi, per rinnovare i piaceri
avuti ricordandoli e per ridere delle pene che ha sofferto e che ormai non sente più. La scrive come
un maggiordomo presenta al suo signore rendiconto prima di partire per andare a vivere altrove o
per sparire. – attenzione! - Crede di essere esistito perché ha sentito di conseguenza è convinto che
non esisterà più. Quando avrà finito di sentire se gli capiterà. Dopo la morte, di sentire ancora
troverà la cosa molto divertente, ma smentirà tutti coloro che gli andranno a dire che è morto la
vita in generale altro non è che l'anima dell'universo, questa vita in generale è una massa
sconfinata di vite particolari, dal trio esseri che a centinaia di milioni non fanno altro che morirei
nascere, rinascere in una successione continua e mai interrotta. Fra tutte queste esistenze la mia è
quella che ha detto e fatto più sciocchezze delle altre. Tutte insieme, perché ebbe dal Creatore,
particolarissime facoltà. L'uomo che dopo essersi conosciuto si amerà non potrà che amarsi per un
sentimento di riconoscenza che ha la sua origine in Dio. – Bellissimo - Egli si troverà debitore di
tutto all'essere supremo che la crea. Solo l'uomo è dato da procurare da procurarsi piacere, è un
dono di Dio felice colui che ne serve, consegnandosi giusto e disgraziato, l'altro che crede che Dio
possa godere dei dolori, delle pene, delle astinenze che gli offre in sacrificio e che prediliga lo
stravagante che si procura questi mari; mi dispiace tuttavia di essere diventato buono solo perché
non posso essere malvagio, ma questo dispiacere non mi induce al disprezzo. Ho amore di me
stesso, rimpiango la mia giovinezza e mi dispiace di essere sull'orlo della fossa. Bisogna sempre
conservare la speranza. Come si può non rimpiangere questo mondo dove le pene, se vi sono, non
sono che un intermezzo dei piaceri, piaceri immancabili di cui godiamo? Godiamo ogni giorno. -
Guardate qua. - Qualche volta ho ingannato delle donne, ma esse se ne sono vendicate e molto
crudelmente, quando credetti di poterle amare solo finché non fossi riuscito a farmene riamare, mi
ingannai. Esse non mi amano più e io le amo ancora. Ammetto che il ricordo dei piaceri passati li
rinnova nella mia vecchia anima e mi sento felice al pensiero che non furono umanità perché la
mia, la mia memoria ne garantisce la realtà. - E adesso qua - Giacomo Casanova di Seingalt.
Lui si faceva chiamare il Cavaliere delle 8 lettere. E Seingalt fu un titolo che lui inventò per se
stesso. Questa è la premessa della biografia, questo è un po’ il modo con cui lui scrive, qui è molto
aulico, perché insomma, si sente di essere alla fine, quando invece descrive i suoi momenti di
gioventù e quant'altro è micidiale, mi fa veramente morire dal ridere ed è qualcosa di speciale. Voi
forse non lo sapete, ma come vi ho detto prima, lui scrisse moltissimo, c'è un altro testo molto
importante che io vi ho messo e fa parte della lezione che troverete a casa quando Claudia ve la
manderà, che riguarda il duello. Lui fece, fra le tantissime cose, un duello con un comandante della
guardia reale del re di Polonia. Un duello che vinse, tra l'altro ne
fece tanti di duelli, ma per davvero non per scherzo. E io vi ho
messo quel libro del duello, sono sì e no 20 pagine, 30 pagine.
Leggetele, perché così potete capire chi era lui veramente. Perché
questo signore qua è un signore che, tra l'altro, oltre a parlare del
calcolo della morte, ha inventato una letteratura ben precisa, che è
quella della fantascienza. Il libro di fantascienza prima che
arrivasse lui non esisteva. Non esisteva. Lui inventa e scrive un
libro che si chiama così. Icosaméron. Ico è 5. È un libro che parla
tutto di un viaggio fatto al centro della terra, quindi, lancerà una
moda che va avanti ancora adesso, presso degli esseri che sono
degli esseri piccolissimi che invece di parlare emettono dei suoni.
Su questo poi la Walt Disney ci fece, ci ricamò, e su questo poi si
basò tutta la letteratura di Jules Verne. Viaggio al centro della
terra nasce da questo tipo di bibliografia, Il giro del mondo in 80

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giorni nasce da questo, 80 non per caso, Jules Vernes faceva parte di questo mondo. Icosaméron. Io
spero che voi ve lo vogliate leggere, adesso non è che voglio permettervi per forza a leggere tutti
quanti, però se voi avete voglia di dargli un'occhiata vi renderete conto che è un libro per il quale lui
si indebitò; insomma, ormai aveva smesso di fare la spia per i grandi dell'Europa, era andato in
pensione, si indebitò per stampare sto libro, è un libro che in vita non ebbe nessun tipo di richiamo,
di attenzione, la sua biografia uscì postuma. Ma il libro che scrisse sulla fuga e quello sul duello,
invece, furono due libri che ebbero grande successo, tant'è vero che quando lui era invitato a Corte,
ne parlava spesso. Non solo, poi lui, pubblicò tanti altri libelli, ce ne sono alcuni che sono micidiali,
ti fanno schiattare dalle risate. Ma Icosaméron è una cosa speciale, è una cosa speciale perché
guarda a caso parla del viaggio di due ragazzi, figli di una coppia la cui età, rispetto a quella della
coppia, è in rapporto aureo, e guarda caso, la cui età dei ragazzi è un'età che si inserisce nell'età dei
genitori che è pari a 216 anni. Il viaggio che loro fanno, lo fanno all'interno di una struttura, di un
pianeta terra che si suddivide in 5 parti, e loro vivranno per un arco di tempo inseribile nei contesti
numerici dell'ottava. All'interno di questa quinta parte, dove vi dicevo prima abitano dei personaggi,
un popolo di esseri ben preciso, son dei micro esseri. Da lì arriveranno i minimei, dei micro esseri,
qua vi ho messo un la sintesi della del racconto.

E’ un viaggio che porta Edoardo ed Elisabetta, la cui età sommata è pari a 81 anni, 9 per 9.
Guardate che all'interno del viaggio troverete una miriade di riferimenti alle strutture cubiche, una
miriade di riferimenti alla precessione, è una cosa esagerata, è il primo libro in cui sostanzialmente
qualcuno parlerà di macchine a scoppio, di macchine con motore a scoppio, di macchine volanti,
cioè tutta una serie di cose che erano molto al di là dall'essere inventate da parte dell'uomo. È
estremamente avanti, fu sconvolgente per allora, tant'è vero che non ebbe successo, la gente diceva
“ma questo è pazzo”. Se ve lo doveste leggere oggi, insomma, io credo che rimarrete veramente
molto stupiti, molto ammirati nei suoi confronti, perchè davvero lui è un personaggio speciale.
Ripeto, speciale. Per avere un'idea, la Walt Disney con questo viaggio fece questo film.

https://www.youtube.com/watch?v=9enKq5E9ddE&ab_channel=MoviemaxItalia (clikka per il link


su Youtube)

Ecco, La terra dei Minimei è una cosa inventata, presa proprio pari pari dall’Icosaméron, è una delle
tante, eh, mica solo una. E questo per darvi un'idea, di quello che succede intorno a quello che lui ha
fatto. Ma queste sono particolarità. Ma comunque veniamo a noi. Adesso abbiamo riassunto un po’
il personaggio, veniamo diciamo alla ciccia della serata. Nelle sue peregrinazioni si ritrova dopo un
periodo estremamente fortunato e, come spesso gli succedeva, estremamente sfortunato a Parigi.
Sfortunato perché era appena fuggito dai piombi. Il mondo massonico aveva creato una rete di
protezione intorno a lui, perché anche allora esisteva una cosa tipo la Mondialpol, eh. Quindi lo
cercavano per riportarlo in Italia, in quanto lui è stato il primo e l'unico a fuggire dai Piombi, che
era uno di quei carceri proprio maledetti, proprio famosi, proprio perché nessuno era in grado di
fuggire. E venne raggiunto a Parigi, ma il console parigino sconsigliò fortemente il console
veneziano dal portare avanti quel tipo di iniziativa d'arresto nei suoi confronti, perché avrebbe avuto
gravissime conseguenze. Al di là di questo, lui si posizionò a Parigi. E fece un'operazione molto
particolare. Cosa era successo? Lui praticamente era fuggito dall'Italia, no, aveva abbandonato tutto,
quindi aveva abbandonato Venezia e tutti coloro che lo proteggevano. E chi lo proteggeva a
Venezia, l'aveva sempre protetto, era un signore che si chiamava Bragadin. Bragadin era un nobile,

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un nobile che tra l'altro aveva fatto parte dei 10 saggi di Venezia; cioè Venezia aveva, come dire,
un'enclave di saggi che dovevano consigliare il doge per quanto riguardava le sue decisioni. Chi
faceva parte di quella enclave era una persona estremamente importante, sennò non poteva entrare
in quella ristrettissima cerchia. Bragadin era proprio uno di questi personaggi, tra l'altro nobile. E
che era andato in pensione, mettiamola così. Siccome come lui aveva conosciuto Bragadin, lui che
sostanzialmente era di famiglia povera, perché quel poco che aveva gliel'aveva lasciato la nonna da
parte della mamma, quindi aveva pochissimo e niente, ma non aveva terminato gli studi. A Padova
non aveva proseguito nella sua carriera ecclesiastica. Non aveva proseguito perché a un certo punto,
quando faceva le prime messe, aveva la cassetta delle offerte piena di foglietti di donne che gli
chiedevano il suo nome, che lo volevano incontrare. E quindi si rese conto, insomma, che non era
quella la sua carriera, e per dimostrare che quella non era la sua carriera. Durante una messa molto
importante, lui si buttò a terra svenuto e disse che era troppo per lui, di fare messa non se la sentiva.
Insomma trova una scusa per uscire da quel mondo. Vabbè, per farla breve, Bragadin era un
personaggio che lo protesse per tutta la vita, anche dopo la sua fuga da Venezia. E io vi devo dire
che colui che mi ha stampato il mio primo libro e gli altri che sono seguiti per almeno 12 anni, 13
anni, si chiamava Gianmarco Bragadin., che in
linea di successione era un'era, un pro pro pro
pronipote, insomma. Alla lontana, però, faceva
parte della famiglia Bragadin, il quale, quando
io gli dissi “guarda, voglio scrivere di
Casanova” bonanima allora viveva, mi disse “ah
quel delinquente maledetto che ci ha fatto
vendere la casa”, la casa a cui si riferiva il mio
editore è diventata un hotel ed è questa. E il
Bragadin di cui stiamo parlando, era un nobile
che un mattino si incrociò con Casanova
giovanissimo, mentre tornava da una festa, tutti
e due, ambedue tornavano da un ritrovo. Però,
quando lui approdò scendendo dalla sua gondola
personale di fronte a casa sua, crollò a terra perché ebbe un colpo apoplettico, come lo definivano
allora, e Casanova, che si era appena “non laureato”, non si era laureato, però aveva fatto appunto
un po’ di studi di medicina, si occupò di lui fino a quando i suoi amici chiamarono un medico. Il
quale, come facevano allora, lo portò subito in casa e gli applicò sul petto una tintura di mercurio, e
chiese al ragazzo di andar via, mentre invece Casanova disse: “Io non me ne vado di qua fino a
quando non si ripiglia il signor Bragadin.” E durante la notte invece, peggiorò tantissimo a causa di
quel l'impacco che non lo faceva respirare niente. Lui glielo tolse e gli fece tutta una serie di
operazioni per farlo riprendere e Bragadin si salvò, sennò sarebbe morto. A causa di questa
gentilezza, chiamiamola così, Bragadin gli concesse due stanze del suo palazzo, una gondola e un
servitore a vita, in più gli diede anche una specie di pensione, da giovanissimo, che comunque
permise a Casanova di entrare in quello che era il mondo del favoloso, del divertimento veneziano
di allora. Questo è stato il suo inizio. Questa è la sua fortuna e quel tipo di pensione lo accompagna
per tutta la vita, quando gira per l'Europa. Perché quando fuggì dai Piombi, Venezia su di lui pose
chiaramente un veto a vita, quindi lui non poteva più rientrare a Venezia. Fuggì da Venezia che era
giovanissimao 22, 23 anni. Ora che succede? È a Parigi, come dicevo prima, deve crearsi una vita e
lì si vede, insomma, il personaggio, e questo è tutto un anticipo per arrivare al calcolo della morte,
perché è un po’ lunga, però bisogna spiegare, si vede il personaggio, perché entra in contatto, grazie
al mondo massonico in cui si era fortemente incuneato, con il ministro delle Finanze francesi,
quindi del re. Il quale si fece sfuggire molte preoccupazioni per quanto riguardavano le casse del re,
in quanto la Francia allora era nuovamente in guerra. E lui, così come insomma prevedeva il suo
carattere, disse davanti a tutti: “Guardi, signor Ministro, non ci sono problemi, io domani vengo da

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lei in ufficio e le spiego come si fa a fare dei soldi.” E lui esordì in questo modo ed ebbe
l'appuntamento dal ministro e si presentò davanti al ministro. Non so quanti sappiano questa cosa,
ma il gioco del lotto, ripeto dell'otto, l’ha inventato Casanova. Noi abbiamo il gioco del lotto che
non si chiama dell'OTTO per caso, il gioco del lotto è fatto dal 90 numeri, c’è l’ambo, la terna, la
quaterna, quelli sono tutti gli intervalli del mondo platonico utilizzati per il gioco del lotto. Allora,
siccome un gioco del lotto, non proprio del lotto, ma molto simile, a Venezia si faceva durante le
feste, lui si propose al ministro delle Finanze come un qualcuno che poteva spiegare attraverso un
gioco ben preciso da fare in tutta la nazione, come raccogliere dei soldi, immediatamente, per il re
francese. Quella mattina volle il caso che lui si trovasse in attesa per essere ricevuto dal ministro
delle Finanze francesi in una stanzetta con un altro italiano, il quale non aveva la sua prestanza, la
sua chiacchiera, la sua lingua, la sua intelligenza. Se vogliamo però, era un italiano estremamente
versato in quello che era il calcolo infinitesimale e il mondo della matematica, il quale anche lui
voleva proporre al re francese, al ministro francese, una modalità per fare soldi. Allora, a lui
mancava la parte matematica, a Casanova, però aveva la presenza, l'intelligenza, e misero insieme
le due cose, e il ministro francese, dopo averli ascoltati tutti e due sposò l'idea e consegnò a
entrambi, sentite qua, ben 7 ricevitorie a Parigi da gestire, di cui una personale, il cui introito era di
loro proprietà. Di punto in bianco, lui si trovò a girare per Parigi riempiendosi le tasche di soldi
perché i nobili che lo conoscevano, sapendo questo tipo di novità, tutti gli davano soldi da giocare.
E nel giro di pochi mesi le casse francesi furono rimpinguate grazie al gioco del lotto di Casanova.
Lui approfitta di questa dinamica, approfitta di questo momento di grandissima notorietà per
sperperare l'impossibile e per creare una fabbrica di seta cinese, che fece fallire. Tra l'altro a causa
di questo fallimento lui riceverà un foglio di via dal re francese stesso, che tra l'altro lo stimava, ma
fu un fallimento piuttosto clamoroso, la combinò grossa. E fu, come dire, mandato, anche per una
serie di servigi, ai servizi segreti in Inghilterra. Fu mandato in Inghilterra in compagnia del console
francese. In Inghilterra lui trovò il modo a Londra di piazzarsi immediatamente attraverso tutte le
lettere che lui portava sempre con sé di presentazione, che gli consentivano di entrare
immediatamente nei mondi più importanti delle società che frequentava, che erano lettere di
presentazione di massoni di altissimo livello. Si stabilì, scelse una casa e cominciò a frequentare il
mondo londinese, nella speranza di poter portare anche in Inghilterra il gioco del lotto. Nel
frattempo cominciò a fare le sue solite frequentazioni che iniziavano subito da quelle teatrali. E
incontrò, e qua inizia l'aspetto che a noi interessa, e incontrò una ragazza. Era una bellissima
ragazza, niente da dire. Lui lo dice con molta schiettezza. Non aveva mai ricevuto un rifiuto dalle
donne che, fino ad allora, in qualche modo lui aveva ritenuto all'altezza delle sue attenzioni. Ma nei
confronti di questa donna successa una cosa molto particolare. Intanto era giovane, ma lei, in modo
molto sfrontato, disse a Casanova: “Guarda, non ci provare, lascia stare perché con me ti fai male
e non ottieni niente.” Questa cosa ebbe un doppio effetto su di lui, chiaramente si incarognì ancora
di più. Si incarognì ancora di più e cercò in tutti i modi di avere rapporti con questa ragazza. La
ragazza, che tra l'altro faceva la vita, era una cortigiana di un certo livello. A un certo punto fu
scoperta da lui, durante un momento di grande intimità con il suo parrucchiere, e questa cosa fece
incazzare così tanto Casanova, che aveva perso tempo e denaro per conquistarla, che in un
momento di rabbia assoluta, cosa che non ripetè mai più nella sua vita, aggredì la ragazza. E
l'aggressione venne immediatamente riportata dalla ragazza alla sua famiglia dai presenti. E come si
usava allora, subito Casanova venne chiamato per essere giudicato. Nel giro di tre giorni si trovava
nella torre di Londra, incarcerato. Venne riconosciuto colpevole e si misero in moto le sue
conoscenze. Tempo una settimana fu scarcerato. E qua arriviamo al dunque. Viene scarcerato e
succede una cosa che non gli era mai successa in termini di emotivi. Guardate che qua è una roba un
po’ importante perché attraverso questo passaggio molte cose del mondo iniziatico dei solidi
platonici possono diventare un po’ più chiare. Si deprime, Casanova, talmente tanto, e questa roba
non apparteneva al suo carattere, ve lo ripeto, che una mattina decide di presentarsi in armeria e di
comprare tutta una serie di pallettoni e di palle che si usavano nei fucili di allora e in quei

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cannoncini piccoli di allora, riempì il suo paletot di tutti questi dardi e di tutti questi proiettili in
piombo, e si recò su uno dei ponti di Londra perché voleva suicidarsi. Casanova che si vuol
suicidare per un no di una donna, è una roba che di solito non ne parlano. Però questa cosa lo
trafisse proprio nel momento in cui stava scavalcando il parapetto, così dice lui. Il figlio di un
nobile che lui aveva frequentato in quei mesi, lo notò e trovò il modo di dissuaderlo, di portarlo in
un'osteria e poi, insomma, di fargli passare la serata e il giorno dopo, insomma, le cose
cominciarono per lui ad andare un pochettino in modo diverso. Adesso vediamo cosa scrive lui di
quel momento, perché bisogna leggerlo e commentarlo con molta attenzione. Allora succedono due
eventi nella sua vita particolare, uno è legato esattamente al tema della serata. Io prendo atto da
quello che scrissi nel libro e così ve lo posso commentare frase per frase.

Michele legge e commenta: “Il primo di questi eventi è strettamente collegato al periodo londinese
che, come avrete letto, coinvolgerà la bella Mary Ann Charpollion, che è la donna di cui vi ho detto,
una maitresse estremamente maliziosa e furba che per prima e non unica riuscì a gestire le focose
mire del nostro veneziano, tanto da truffarlo sia economicamente che sentimentalmente, ridurlo in
catene per una sua reazione finale piuttosto violenta. La cosa prostrò talmente tanto il nostro a
livello morale da decide di suicidarsi. Lanciandosi dal Tower Bridge. Dopo aver potenzialmente
riempito le tasche del suo cappotto di piombo, poi le cose andarono diversamente. A parte ciò, lui
commenterà quel giorno nelle sue memorie in questo modo: “Mi sembrava di essere diventato
indifferente a lei e a tutto quanto la riguardava. Così mi aveva reso l'amore a Londra. In quel fatale
giorno, all'inizio di settembre del 1763 – attenzione, dice Michele - cominciai a morire e cessai di
vivere.” Cominciai a morire e cessai di vivere, cioè quell'evento per lui dà inizio alla morte. Quindi
è la morte in vita. L'età, aveva 38 anni. E qua è una roba signori che a me, io quando la lessi mi fece
venire i brividi. Perché non ci potevo credere! Tra l'altro questo è uno di quei libri che in buona
sostanza, la gente non se lo compra. Lo avremmo presentato male, poi non è forse un libro
affascinante o che ti porta a essere letto, ma lì dentro ci sono delle cose molto particolari. Intanto la
dimostrazione del fatto che lui ha scritto in ottave è una roba che nessuno la conosce. E di biografi
che si occupano di lui ce n'è una marea, una marea. Ma chi dice una roba del genere, poi che passa
così inosservata, io non ci posso credere, ve la leggo.

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“Avevo 38 anni. Se la linea perpendicolare di salita è uguale a quella di discesa, come dovrebbe
essere, oggi, 1 novembre del 1797, mi sembra di poter contare ancora quattro anni di vita, che in
conseguenza dell'assioma: Motus in fine velocitor, passeranno molto rapidamente.” E adesso
andiamo un po’ a dirimere la questione.

“All'età di 38 anni, fu la fine del primo atto della mia vita. La fine del secondo avvenne alla mia
partenza da Venezia nel 1783. - Poi ve lo spiegherò.- A quanto pare, quello del terzo avverrà qui,
dove mi diverto a scrivere queste memorie, allora la commedia sarà finita e avrà avuto tre atti.” Mi
spiego, a 38 anni c'è la sua prima morte in vita. Quella che lui definisce la morte in vita. La sua
seconda, il suo secondo momento, che lui definisce morte in vita, avverrà nel 1783, il suo primo nel
1763, il suo secondo nel 1783, vent'anni dopo. Poi dirà “A quanto pare quella del terzo avverrà qui,
dove mi diverto a scrivere.” Lui qui intende Dux in Boemia. Quindi i tre momenti, i tre atti sono i
tre momenti che lui definisce di morte in vita. Ripeto, nel 1763 è il primo, il 1783 il secondo, il
1797 il terzo, quando fa la sua biografia. Tra il primo 1763 e il secondo 1783, ripeto, passano
vent'anni. Tra il secondo e il terzo, quindi quello finale, guardate bene, 1783 - 1797 passano 14
anni. Sommati in tutto sono 34 anni, e il 34 anni rappresentano la somma degli anni all'interno dei
quali si consumano tre eventi, 3, che rappresenteranno il riferimento più importante della sua vita.
Ma adesso riassumiamo il tutto per capire. Cos'e che lui dice? Allora. A 38 anni per la prima volta
gli succede un qualcosa che lui definisce e vive come una morte in vita. Questo ve l'ho detto,
“cominciai a morire”, lui dice. Attenzione adesso. C'è un altro personaggio, che è estremamente
famoso, quindi vuol dire che nel mondo iniziatico questa cosa è una cosa piuttosto condivisa, al
quale sono successe delle cose molto particolari nel mezzo del cammin di nostra vita. Che è Dante.
Ma allora vuol dire che sostanzialmente questi signori cominciano a calcolare la morte reale nel
momento in cui reputano che nella loro vita ci sia stato un evento negativo, al quale poi possono
aggiungersene altri, ma un evento negativo così potente da destabilizzare la loro dinamica di vita

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precedente, quello è il punto di riferimento dal quale cominciare a calcolare. Calcolare che cosa? Ve
lo rileggo. “In quel fatale giorno, all'inizio del settembre del 1763, cominciai a morire e cessai di
vivere. Avevo 38 anni. - E questa è la cosa importante. - Se la linea perpendicolare di salita è
uguale a quella di discesa, come dovrebbe essere, oggi, 1 novembre del 1797, mi sembra di poter
contare ancora quattro anni di vita, che in conseguenza dell'assioma: Motus in fine velocitor,
passeranno molto rapidamente. Spieghiamo, diciamo, cerchiamo di capirci e di capire. A 38 anni
lui vuole suicidarsi perché c'è una roba che lo massacra, non gli era mai successo. Incredibile per
lui, una donna gli dice no e lo manda in galera pure. Poi dice che la linea perpendicolare di vita di
salita è uguale a quella di discesa, cioè loro vedono una linea di vita che è quella della giovinezza,
se così la vogliamo chiamare di salita,che è uguale a quella della discesa, quindi loro suddividono la
vita in due parti. Attenzione, perché il suddividere la vita in due parti, a causa di un evento di questo
tipo, vuol dire suddividere la vita in un'ottava, in due parti. E lui dice. “La linea perpendicolare di
salita è uguale a quella di discesa, come dovrebbe essere, oggi 1 novembre del 1797 mi sembra di
poter contare ancora su quattro anni di vita, - cioè lui dice. “Io ho cominciato a definire la mia vita a
38 anni. Se come credo, quello che mi resta nel 1797 sono altri quattro anni di vita. Perché ne sono
passati già 34 da allora. Quindi vuol dire che l'evento di quella donna che lo prostrò decide
l'andamento del computo del momento della sua vita. O perlomeno per lui questo viene deciso e
dice che la linea di salita, cioè l’avvicinamento ai 38 anni e come quella di discesa di avvicinamento
alla vecchiaia e 38+38 è 76 anni. Ma guardate che Casanova morirà a 72 anni? E nel 97 dirà che se
le cose sono come lui sa dovrebbe vivere ancora quattro anni, però dice una cosa micidiale.
Guardate qua. “In conseguenza dell'assioma motus in fine velocitor, - cioè il moto verso la fine più
veloce, mettiamola così. - Questi quattro anni passeranno molto rapidamente.” Come a dire che
l'evento emotivo che ha colpito lui in un momento della sua vita, l’ha divisa a metà. E che l'evento
emotivo che ha diviso a metà la sua vita ha deciso anche la rimanenza della tua vita. Ma
comprendendo il fatto che la linea di discesa è una linea più veloce di quella di salita, nel 1797, lui,
pur pensando di dover vivere almeno altri quattro anni, sa benissimo che ne vivrà di meno. Tant'è
vero che non morirà a 38+38 anni, cioè 76 anni. Ma morirà a 72 anni. Cioè subito dopo questo
scritto. Quindi lui sa una cosa e se la sa lui, la sa tutto il mondo iniziatico che ciò che stiamo
condividendo adesso, e cioè che il tempo, proprio perché emozionabile, (e quella è lezione che noi
abbiamo fatto su Gioacchino, ve la dovete ricordare perché quello è molto importante), a causa
della sua dinamica e di questo aspetto, pur mantenendo degli schemi ben precisi, è coinvolto da una
struttura emotiva ed emozionale talmente tanto da cambiare la sua velocità. Quindi vuol dire che il
mondo iniziatico sa benissimo che il tempo inteso in questi termini, indipendentemente dalla
modalità con cui noi lo misuriamo, si può muovere più o meno velocemente. Ma soprattutto vuol
dire che la loro vita, loro la suddividevano in ottave. Suddividere in metà, già questa è l'ottava. Ma
la metà che rimane la suddivide ancora in tre atti. Ma quello è 3 volte 8. E allora adesso possiamo
prendere questo aspetto. Lo definiamo qui ancora un po’ meglio e lo inseriamo in un contesto
platonico con tanto di immagini. Ma questo è lo scritto mio. “Ma torniamo a lui, perché dirà con
precisione che “se la linea perpendicolare di salita è uguale a quella di discesa, come dovrebbe
essere oggi 1 novembre, ecc ecc, mi sembra di poter contare ancora su quattro anni di vita.”
Quando scrive questo, lui ha 72 anni, signori. Quell'anno morirà. Per cui all'età di 72 anni, 1797 a
Dux, mentre scrive ricordando ciò che gli è successo nel lontano 1763, sa che dovrebbero restare
ancora quattro anni di vita. Di conseguenza Casanova da tempo immagina che l'evento Charpollion
ha diviso la sua vita in due parti, la prima appunto di 38 anni, di una seconda a seguire sempre di 38
anni. Di conseguenza lui spera che gli rimangano ancora quattro anni, visto che l'evento londinese
che dall'evento londinese sono trascorsi 34 anni.” Il Word ve lo lascio, e quindi ve lo potete leggere
con calma. Ma poi aggiunge incredibilmente “mi sembra di poter contare ancora quattro anni di
vita, che poi c'è l'assioma” che abbiamo già ripetuto. Spera che ciò avvenga, ma tenendo conto del
fatto che quella linea perpendicolare che ha contraddistinto i suoi primi 38 anni in questa sua
seconda parte della vita, diventando discendente, obbedisce l'assioma motus in fine velocitor, è

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praticamente sicuro che avrà da vivere di meno, infatti morirà l'anno dopo, il 4 giugno del 1798.”
Quindi sostanzialmente è come se lui avesse vissuto la sua vita con una specie di monocorda, quello
pitagorico? La Charpollion la mette in mezzo a questa corda che è la sua vita. L'evento divide la sua
vita in due e da quel momento quella sua vita, che è divisa in due, vibrerà in modo diverso, tant'è
vero che poi lui in privato cambierà nel suo atteggiamento con le donne e via dicendo. Adesso
facciamo un'operazione che è la seguente. Ho messo l'immagine che riguarda Dante.

Ok, allora vuol dire che Dante, quando lui cominciò a scrivere, questa cosa gli era successa. Una
cosa speciale e la cosa speciale che era successa a Dante era una cosa micidiale. Fu cacciato da
Firenze. Quello fu “nel mezzo del cammin di nostra vita”. Ma soprattutto della sua vita. Se vi
ritrovate a esaminare la Divina Commedia, sappiate che l'evento lui lo consegue in un mondo
inesistente, dove sostanzialmente c'è l'inferno, il purgatorio e il paradiso. Lo vive con una struttura
in rima che vi ho mandato l'altra volta,, che vi ho dato l'altra volta che si basa sulle terzine dove i
2/3 sono sempre presenti 2/3+2/3 2/3+2/3 2/3+2/3. Lo vive suddividendo i tre momenti in cantiche
speciali. Tutte di 33 canti, eccetto la prima. C'è un proemio nel primo canto, quello dell'inferno, che
fa sì che il primo canto sia di 34 cantiche. E però ci sono due cantiche di 33 e una di 34. E allora lì
c'è il due volte tre e il tre volte quattro. E in più, all'interno di una dinamica dove tutto avviene nel
tre, quindi c'è non solo due volte tre, il tre volte quattro, ma il 5 volte tre. In buona sostanza l'evento
di Dante avviene all'interno dei solidi platonici, suddivisi in tre momenti ben precisi, i tre momenti,
che utilizzerà anche Casanova. Non li chiamerà inferno, paradiso e purgatorio. Li chiamerà
“Charpollion, quando mi cacciano da Venezia e quando sto qua che sto per scrivere diciamo la mia
biografia.” Quindi c'è un meccanismo che loro ripetono costantemente, per viaggiare, per muoversi

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nel tempo e per trasformare questo muoversi nel tempo anche in opere. Ma fanno le opere così,
capito? Utilizzano questi meccanismi e le ripetono nelle opere, per quello che Dante è così seguito
anche. E non è così seguito per caso, Dante si chiamava Durante, per capirci.

Questa è l'immagine del Botticelli, lo vedete il bianco rosso e verde? Questo è Dante. Lì ci sono
morte, resurrezione, ascensione, questo è Dante. Questo sa Dante, sa muoversi nel tempo e nello
spazio e quei tre luoghi non sono né nel tempo né nello spazio, quindi lui sceglie proprio il massimo
con cui poteva essere in qualche modo condiviso e accettato nella cristianità e non solo, ma lo
sceglie nel momento in cui viene mandato via da Venezia, lui, che è un guelfo. Un Guelfo bianco,
cioè lui era uno di quelli che giustamente diceva qua non è che bisogna fare a meno solo del papà,
ma anche del re, e io mi schiero con tutte e due quando hanno ragione o secondo me hanno ragione.
Non solo con uno o solo con l'altro. Al di là di questo, questa è la struttura dei solidi platonici.

Ora che succede? Quando noi parliamo di apici dei solidi


platonici, cioè i punti in cui convergono gli spigoli, allora noi
dobbiamo essere abbastanza chiari in questo aspetto qua,
perché sì che ci sono gli apici esterni e quelli vanno calcolati.
Ma c'è un aspetto che riguarda il cuore, il punto centrale da
cui tutta la forma geometrica dipende. Ed è un punto molto
importante perché quella è la matrice della forma geometrica.
E’ un punto che noi potremmo identificare come con il centro
del Rosone di Collemaggio, dove ci sono gli 8 petali, perché
qurgli 8 petali adesso voi lo sapete che sono una struttura
cubica. Quindi quel punto la è un punto che se noi andassimo
a considerarlo, avremo delle informazioni sul tempo molto
importanti. Molto importanti. Perché noi vedremmo così che
la struttura numerica, che potremmo anche vedere in termini
di tempo, fisicamente parlando, che riguarda i solidi
platonici, i primi tre solidi platonici, si può annoverare
all'interno di questa somma.

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Quindi noi abbiamo il
tetraedro con 5 apici,
l’ottaedro con 7, il cubo con
9. Sommatoria = 21. Se
questa cosa la vogliamo
allargare, allora le cose
diventano diverse, perché se
noi aggiungiamo l’icosaedro
(che ne ha 13) allora
diventano 34 gli apici. Però,
attenzione, adesso. Tre
eventi, tetraedro, ottaedro e
cubo, tre eventi che
rappresentano la vita del di
Casanova. Il primo è la
Charpollion, tetraedro morte,
il secondo, ottaedro, va via
da Venezia che è una specie
di morte, non è proprio
quella morte. Il terzo, cubo,
è quando si prepara a un
certo tipo di morte, perché
lui non è sa benissimo che
quello che sta per affrontare
non è una morte definitiva,
tant'è vero che lo mette nella
premessa non accettata. E se
noi, questi tre momenti poi li
raggruppiamo negli altri due,
icosaedro e dodecaedro, la
sommatoria è pari a 34 anni.
Quindi formalmente noi
abbiamo una struttura
temporale che definisce gli anni di vita rimanenti del Casanova, riconducibile in termini numerici ai
parametri costitutivi dei solidi platonici. La sommatoria di tutti gli apici di tutti e 5 i solidi platonici
La vedete, 55. Guardate che questa sommatoria qua poi la vedremo. La troveremo eccome perchè il
55 o due volte 5 è una sommatoria particolare. Sappiatelo, eh? Sarà un qualche cosa che noi
troveremo molto spesso come intervallo nella storia dei solidi platonici, così come il 34 troveremo
come intervallo. Quindi formalmente, strutturalmente, il tempo, pur se emozionabile, è possibile
tradurlo geometricamente, quindi vuol dire che gli eventi che rappresentano i passaggi più
importanti della vita hanno una riconducibilità temporale ai solidi platonici. Ma vuol dire anche che
il mondo iniziatico fa un distinguo tra gli eventi appartenenti al mondo platonico di un certo
momento della propria vita, e gli eventi appartenenti al mondo platonico di un altro momento della
propria vita, se questo viene messo in moto da una dinamica che noi potremmo definire legata alla
morte. Quindi il ticchettio, cioè l'orologio attraverso il quale lui si regola per definire e per dire
guarda che io il prossimo anno me ne vado, è quello che noi stiamo vedendo, quindi, formalmente
se il meccanismo è valido vuol dire che è stato utilizzato da tutto il mondo iniziatico. Vuol dire che
il mondo iniziatico normalmente ha fatto un'operazione del genere, si è guardata allo specchio
ognuno per sé e ha detto, cavolo, questo è l'anno per me e questo è il momento per me più faticoso
della mia vita, più difficile della mia vita. E allora vuol dire che un evento, non è solamente un

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evento nella nostra vita, ma è una frequenza. Ma è una frequenza che sostanzialmente ha la
grandissima capacità di cambiare le altre frequenze, e tale evento si distribuisce su quella che è tutta
la nostra vita, intesa come una specie di Monocorda, un monocorda è questo qua.

Vedete questo castelletto qua in mezzo, questo è l'evento Charpollion, della ragazza. Qua a fianco
metti, possiamo mettere l'evento di Venezia e qua, mentre scrive la biografia. Dove va finire il filo,
qua nel chiodo, è il giorno e l'anno della sua morte, cioè l'anno dopo. Questo meccanismo
praticamente ci permette anche di capire il fatto che loro hanno in qualche modo contabilizzato la
loro vita, proprio partendo da questi momenti, che hanno rappresentato il fulcro della loro vita. Nel
caso specifico di Casanova è negativo, guardate che la stessa cosa è successa con Ildegarda, eh.
Ildegarda disse alle sue consorelle: “a 81 anni, che è 9 per 9, il prossimo anno io muoio”. E l'anno
dopo morì. Lo fece lo stesso Gioacchino. Definì addirittura il giorno, la settimana e l'anno. Quindi
una dinamica di questo tipo, i signori qua presenti probabilmente la applicavano, adesso facciamo
questo riassunto.

Questo riguarda ciò che vi ho detto prima. Giusto per la cronaca, La Divina Commedia. Così
almeno ce l'avete di fronte.

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Ma questo credo che sia un riassunto doveroso, che va inserito in un contesto che in questi mesi
abbiamo condiviso. Quindi vedete in tre colori più importanti.

Fede, speranza e amore. Vedete la corrispondenza? Per quanto riguarda gli eventi stessi, cioè
resurrezione, morte e ascensione, vedete la corrispondenza geometrica, fede=tetraedro,
speranza=cubo e ottaedro, amore = icosaedro e dodecaedro. E vedete gli intervalli corrispondenti.
Così almeno avete, come dire una tabella, un pochettino più corposa di ciò che rappresenta la
dinamica con cui questi signori si comportavano. Ora. Che cosa volevo dirvi? Ciò che segue. Nei
file vi ho messo un Word, dove c'è il computo totale dei riferimenti in cui lui utilizza l'ottava nelle
sue memorie, il computo totale, cioè tutte le frasi dove lui utilizza l'ottava, che è una specie di
vademecum del libro che di cui vi ho parlato prima. OK, così ce l'avete a vostra disposizione e
potete verificarlo, ve ne potete rendere conto per conto proprio. Poi
qua c'è un qualche cosa che penso vi possa interessare? Qua c'è il
libro che vi ho detto prima, cioè Il duello di Casanova. Guardate,
leggetelo, ve lo ripeto, perché il duello è una cosa micidiale, a parte
che è raccontato in modo particolare. Ma è veramente qualcosa di
unico. Il duello è un momento particolare della sua vita, è uno dei
tanti che lui vince, almeno così dice lui. In cui lui mostrerà, Giacomo Casanova
insomma, un coraggio e una bontà d'animo molto particolare. Duello Il duello

che avverrà chiaramente per una donna. Vi dico solo questo, il duello
lui lo fa con appunto il comandante della Guardia privata del re, il
quale utilizzava armi da sparo e non armi con la lama. Lui invece
usava la spada. Quando seppe questo, lui disse al comandante:
“Guarda, non c'è problema. Io con qualsiasi cosa ti affronto”. E gli
diedero quindi le pistole, li portarono fuori Varsavia, perché se
l'avessero fatto a Varsavia sarebbero stati arrestati tutti e due. E www.liberliber.it

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prima di scendere dalla carrozza nella quale tutte e due erano saliti insieme ai loro testimoni, lui
disse una cosa al comandante, al capitano disse: “Guarda, riparati la testa perché io lo sparo là.” A
quel punto lui pensò che Casanova avesse come dire facilità di spade, ma soprattutto capacità di
sparo, di utilizzare le armi da fuoco, cosa che non era vera. E questo fu come dire sufficiente per
mettere una specie di stato di agitazione nel comandante polacco, tanto che il Casanova sparando lo
colse gravemente, lui pure fu ferito ad una mano, ad un dito, ma lo colse così gravemente da
portarlo quasi alla morte. Poi visse tra la vita e la morte qualche mese, poi si riprese e si
incontrarono tutte e due. E sappiate che durante il periodo in cui venne curato, il Casanova, restò
dentro una chiesa, non andò da nessun'altra parte. Andò da un ordine ecclesiastico ben preciso come
si usava allora per farsi ospitare, sennò l’avrebbero ucciso, e gli mandarono un dottore che gli disse
“guarda che sto il dito, bisogna tagliarlo.” Lui disse “no, guarda, non c'è da tagliare proprio niente,
me lo curo io”. Quando si incontrarono i duellanti, il polacco disse a Casanova “guarda, sei stato
veramente in gamba, perché quel dottore te lo avevo mandato io.” Quindi andatevele a leggere ste
cose che sono veramente interessanti. Poi questa lezione ha dentro una chicca particolare, oltre al
fatto di cui insomma, adesso discuteremo, penso che faremo le domande, ci saranno? E c'è un
qualche cosa che secondo me è estremamente importante e utile che voi facciate, leggiate col
tempo, con calma. Non c'è bisogno di affannarsi, di avere fretta. Mi raccomando. Io vi ho messo qui
tre libri. I tre libri sono tutti scaricabili, quindi li potete sicuramente scaricare e stampare. Se fossi
voi li stamperei. Poi, se li volete solo leggere così va anche benissimo.
Ma c'è un
Il Cambio d’Era di David Wilcock
~ The Divine Cosmos ~
signore negli
Stati Uniti, un
ragazzo che
IL CAMBIO D’ERA allora era
giovane, ma
comunque
di
adesso penso che
David Wilcock
lo sia ancora 1

Il Mistero viene rivelato


perché gli iscritti
sono del 2000, di David Wilcock

che si chiama
LA SCIENZA DELL'UNO
~ di David Wilcock ~
WWW.DIVINECOSMOS.COM

David Wilcock. Questo è l'unico al mondo che io conosco e penso che sia l'unico al mondo esistente
(Traduzione di Viola Riccardo - 2011)

tuttora che abbia fatto e scritto qualcosa sull'ottava, non come l'abbiamo condivisa noi. Lui ha fatto
un percorso sull'ottava che non è conscio della presenza dell'ottava, così come l'abbiamo condivisa
CAPITOLO 1: INTRODUZIONE
IL CAMBIO DI ERA
noi in questi mesi, ovunque nello scibile umano, nel sapere umano, nel mondo iniziatico come nel
Praticamente tutte le religioni del mondo, le fedi spirituali, le società segrete e gli insegnamenti
sciamanici delle popolazioni indigene, insistono dicendo che l'umanità sta per passare in un balzo
mondo spirituale, come tutta una serie di mondi che stiamo in qualche modo in qualche modo
spontaneo senza precedenti nel suo sviluppo materiale e spirituale, una letterale trasformazione di
materia, energia e coscienza a tutti i livelli.

mettete insieme. Allora è una dinamica la sua, molto più scientifica della mia, anche perché ha
Dato che molte di queste culture o gruppi diffondo questa informazione da migliaia di anni, senza www.stazioneceleste.it
avere avuto un apparente contatto diretto fra loro, come i Primi Cristiani, gli aborigeni in Australia e
gli indigeni in Mesoamerica), dobbiamo chiederci come sono arrivati tutti alla stessa comprensione.

avuto la possibilità di condividere e di sperimentare, diciamo la sua partecipazione, la sua ricerca


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con tutta una serie molto ampia di scienziati.. Se vi stampate anche questi libri, vi date la possibilità
di integrare molto di più quello che già sapete sull'ottava e io vi posso assicurare che quello che
stiamo mettendo insieme sull'ottava ad oggi non è stato mai scritto da nessuno. Per cui, aggiungere
per me è la cosa importante, ve l'ho detto, non è come dire una ricerca da prendere, tout court, cioè
completamente. Esaminatela, perché lì ci sono anche delle conclusioni che insomma a volte “sono
molto americane”, ma molte di queste conclusioni sono molto importanti, molto importanti.
Estremamente evolute e scientificamente comparabili, quindi con questo voi vi potete dare anche
una visione, potete avere un excursus dell'ottava in campo scientifico che fino adesso abbiamo
appena toccato o fatto sì che questa cosa arrivasse a voi nella sua completezza, affinché voi le
possiate fare vostra come meglio ritenete. Io non ho mai inserito roba di altri nei miei percorsi,
questo è difficile che io lo faccio. Ma è proprio rarissimo, preferisco che voi leggiate le cose degli
altri poi decidiate, ma sicuramente vi posso, come dire, controfirmare il fatto che questo tipo di

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CASANOVA E L’UTILIZZO INIZIATICO DEI SOLIDI
bibliografia è estremamente compatibile con ciò che state studiando, fatevela vostra. Non c'è
nessuna fretta, nessun vincolo, quando potete, fatelo, ma mi raccomando, fatelo.
Quindi, La scienza dell'uno, Il cambio dell'era e Il mistero viene rivelato di David Wilcock, ve li ho
messi qua, assolutamente quando di nuovo potete stampatelo e leggetevelo con tutta calma, dovete
solo integrare ciò che leggerete con quello che già sapete e stiamo per condividere nei mesi
prossimi. Penso che quello che viene fuori sia, come dire, una specie di costrutto in termini
dell'ottava che nessuno ha mai messo in campo così, quindi è sicuramente una modalità che non
dovete trascurare. Non dovete trascurare.
Ora altra cosa molto importante. Il fatto per quanto riguarda la parte platonica, non è che non la
affronteremo più, noi l'avremo, come dire ancora come parte integrante degli studi. Ma adesso,
lentamente le cose andranno verso un'altra dinamica. La prossima lezione? Non ho finito eh, ma la
prossima lezione è una lezione dedicata alla Tavola Bembina. La Tavola Bembina è una cosa
estremamente importante per capire quali sono i meccanismi psicofisici che dentro di noi si
pongono in essere e che corrispondono alle strutture numeriche, a loro volta riassumibili attraverso
il 7, il 3 volte 7, il 6 volte 7 e il 9 volte 7, che spesso vengono citati, credo non sempre con
cognizione. La Tavola Bembina è un altro di quei momenti paragonabile a quelli che sono i sigilli di
Giordano Bruno. Quindi mi raccomando, non perdetela questa lezione. Intanto ve la mandiamo
registrata, ma se potete partecipare è anche meglio.
Una cosa vi devo chiedere e volevo inserire. Ci sono degli eventi, dei filmati, dei film che
potrebbero essere utili a capire che cosa succede dentro di noi quando questi aspetti vengono
applicati. Cosa intendo? Che cosa succede dentro la mente di una persona che mette in moto il
percorso dell'amore, può essere verso una donna, verso un oggetto, verso un libro, verso quello che
noi amiamo, che gli consente poi di creare una realtà invisibile agli altri, ma visibile per lui? Come
avviene tutto ciò e perché avviene? Ora ci sono degli eventi cinematografici che meglio degli altri
possono darci un'idea piuttosto marcata e smaccata di queste dinamiche, proprio perché sono eventi
costruiti e fatti e filmati da personaggi che sostanzialmente conoscono esattamente ciò di cui stiamo
parlando, perché a loro volta appartengono al mondo dell'ottava, essendo parte integrante del
mondo giudaico, che questo utilizza a Hollywood da sempre; quindi io nella lezione vi ho messo, è
un film che spiega secondo me con molta precisione questi meccanismi, una volta che vengono
attuati. Il film in questione è Interstatale 60, è qui e nella lezione, quindi non dovete fare nulla. Ma
dove io invece vorrei che voi vi soffermate, e qui parte la mia domanda è su questo film. E’ Arrival.

Questo è un film molto molto speciale. È un film molto


speciale che, adesso faremo un'indagine sulla chat, spero
vogliate vedere. E che spero vogliate commentare con me
una sera al posto di una lezione per staccare un po’.
Vorrei che voi vedeste privatamente Interstatale 60. E
vorrei che voi condivideste invece Arrival. Privatamente,
perché questa cosa la potete sicuramente digerire meglio
per quanto riguarda Interstatale 60. Ma Arrival è una cosa
che va oltre Intestatale 60 che è un film di trent'anni fa,
25, trent'anni fa. Arrival è di pochi anni fa, si vede la
differenza anche, ma sono tutti e due micidiali. Arrival è
una cosa speciale, perché parla di un evento, che avviene
sul pianeta terra, che riguarda la solita visita che vi che ci
viene fatta da extraterrestri, che sono degli apodi, cioè
sono degli esseri con 7 dita o 7 gambe come volete voi,
quindi hanno due gruppi di 7 gambe. Ma che si
esprimono con dei suoni che rappresentano delle
geometrie, delle geometrie sferiche che state vedendo

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qua. Ma non è questo. Quello che
invece è estremamente
importante, che va oltre
Interstatale 60 e che si integra con
tutto ciò che abbiamo fatto e detto
fino adesso è questo aspetto. I
personaggi chiave del film,
frequentando questi esseri
diventano capaci di rispondere e
di partecipare al linguaggio
simbolico che questi esseri
pongono in essere, pongono in
campo. È un linguaggio che si
sposa su dinamiche spazio
temporali non esattamente terrestri, ma non è nemmeno questa la sostanza, quanto il fatto che il
cambiamento con cui questi personaggi chiave del film, li vedete nella locandina, cominciano a
ragionare se stessi, andrà a coincidere con la modalità con cui loro creeranno una vita intorno a sé.
Addirittura il tipo di dinamica mentale attraverso la quale gli esseri danno all'umanità modalità
diverse di pensiero, perché sono modalità simboliche, concede agli stessi, a chi utilizza questo
linguaggio, la possibilità di andare oltre la creazione di una nuova realtà, ma addirittura di scegliere
la linea temporale che loro avrebbero preferito, avrebbero desiderato avvenisse nella loro vita e che
invece non si è palesata. Per cui questi personaggi, e soprattutto lei che è una scienziata che si
occupa appunto di alfabeti, si troverà alla fine del film (all'inizio non avrà più sua figlia perché è
morta di un tumore e il marito l'ha abbandonata), si troverà alla fine perfino ad avere il marito e la
figlia che vive. Ora io capisco che siamo di fronte ad un film, ma la cinematografia di cui stiamo
parlando esamina esattamente sotto un profilo non solamente cinematografico, quelle che sono le
opportunità mentali attraverso le quali noi realmente possiamo cambiare la nostra realtà. Questo è
un fattore estremamente importante per cui se nel frattempo voi decidete via chat e ce lo comunicate
di vedere questo film e preferite o volete discuterne, invece di una lezione, una sera, mi fate un
grandissimo favore perché è un film meraviglioso, uno dei tanti che Hollywood ha fatto in questo
senso. Vi aggiungo se avete tempo, andate a vedere chi ha scritto questo film. Quali altri film ha
scritto e che sistemi numerici ha utilizzato per fare certi film? Perché quello che viene posto in
essere attraverso una dinamica del genere è la creazione di una realtà, che potrebbe anche non
essere una realtà reale, ma che tale è proprio perché diventa un film attraverso il quale la realtà, o
meglio le realtà di chi partecipa a questo film, di chi vede questo film, di chi produce questo film, di
chi scrive, questo film cambia, perché questo film ha un grandissimo successo. Quindi quello che
noi definiamo un confine tra ciò che è vero e ciò che non è vero è un qualche cosa di estremamente
labile ed estremamente ridefinito da noi in qualsiasi momento, attraverso le nostre azioni. Detto
questo, io penso che sia il caso di lasciare un po’ di spazio alle domande.

Io ne ho già una.

Io ci sto dopo.

Vai Mario.

Allora prima quando hai fatto vedere la figura F8 in relazione a Casanova, diciamo al percorso di
vita ascendente, quello discendente eccetera eccetera, praticamente la somma degli apici, non mi
ricordo più lo spigoli, quel che è era 34 e 34. Quindi diciamo che il primo 34 era la parte

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ascendente e l'altro 34 quella discendente, che oltretutto è anche un po’ più corta, perché mi dà la
somma 55?
Allora, perché non è sommato tutto. Qui è
sommato 34, sai che somma è?

E’ la è la somma di 21 e 34.

Bravo.

OK, no, perché c'era quell'altro 34 che non


riuscivo a capire.

No, no, perché c'è il 13, lo vedi quel 13 ti


dico una cosa su quel 13, se vuoi.

E dimmela.

Guarda, c'è un'istituzione temporale, che si


chiama Tsolkin, che riguarda i Maya, che
utilizza il 13 come dinamica contabile, e
multipli del 13. Tant'è vero che quel tipo di
calendario è un calendario religioso che si
basa su 260 giorni, e si intercala con un
altro calendario che è l’Haab, calendario
civile, di 360 giorni. Il 13, se tu vuoi vedere
come nasce, un utilizzo te l'ho dato adesso,
ti basta pensare al Cenacolo e calcolare tutti
i presenti. Quello è il 13, quindi vuol dire
che quando parlano di 13 mettono insieme tutta la struttura fuori Dendera, cioè mettono insieme la
parte centrale e i 12 esseri per capirci, mettono insieme, per capirci, gli 8 petali del rosone al centro.
Te li ricordi?

Sì.

Però si parla sempre del 9 quando si parla delle strutture numeriche che riguardano l'ottava, perché
si sommano gli 8 petali più la parte centrale, perché quegli 8 petali nascono dalla parte centrale.
Quindi, così come il 9 è la risultante degli 8 Petali, il 13 è la risultante dei 12 esseri. Perché devi
aggiungere i 12 esseri a ciò che loro circondano, cioè la nostra realtà. Il 13 nasce così. E da lì che
poi prende atto e dà inizio ai suoi multipli, tutto qua.

Ok. Gracias. Vai Mauro.

Grazie, grazie Mauro. Mario allora, ascoltami una domanda banale, quell'autore in americano del
quale non mi ricordo manco più il nome che tu ci consigli di leggere, dove lo troviamo, ce li mandi
tu… https://it.wikipedia.org/wiki/Ted_Chiang (suggerimento dello sbobinatore J )

Ora ti dico subito, Mauro giustamente fai questa domanda. Tu dici Arrival se si pronuncia così,
scusatemi io c'ho un inglese barbaro. Ma nella dicitura riguardante quelli che sono i registi e gli
attori, c'è anche il nome di colui che ha scritto il film. E’ un giapponese che ormai risiede in
America da tanto ed è un ragazzo. È un ragazzo giovane che ha scritto dei libri che sono diventati

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quasi tutti i film, di cui ce ne sono alcuni che vorrei che tu leggessi come sono fatti? Perché c'è una
breve sintesi e li trovi i numeri dell'ottava, cioè sto ragazzo qua sta roba la macina e l'ha trasformata
in un lavoro, tra l'altro di successo. Quando tante volte si chiede cosa ci fai comunque, ecco cosa ci
fai con l'ottava, sta nella testa, non nelle mani. Le mani vengono dopo, le mani sempre dopo, sta
nella testa, sta in quello che tu sei capace da di inventare. Quindi lui ha trasferito questa possibilità
di creare situazioni reali e meno reali in termini cinematografici, in un mondo che meglio di altri si
presta a tutto ciò. E creando un evento che di per sé è stata la sua fortuna. Poi Mauro, parliamoci
chiaro, cioè, te l'ho detto, l'ho detto in altre occasioni, anche ora, perché non ci sono i miei. Se ci
fossero i miei adesso, non ci sono più da anni, direbbero, ma tu chi sei? Quindi io che realtà sto
vivendo rispetto alla loro con cui ho condiviso tanti anni? 34 anni sono stato con loro. Quindi, in
che realtà, chi sono io adesso, cioè tanto per avere un'idea di come queste cose ci cambiano e di
come noi possiamo cambiare le tutto ciò che ci circonda e la potenza di tutto ciò che a volte per noi
la diamo per scontata. Ma non è così.

E scusami. Un'altra cosa rapida, invece, i libri che ci hai consigliato di leggere, di quelli sull'ottava
di quell'altro, Wilcock, dove li troviamo?

Questi guarda, non devi trovarli, Mauro, sono qua, io ti mando la lezione, io li ho già scaricati per
voi non dovete fare niente, dovete solamente il PDF e poi decidete voi se stamparlo o leggerlo
direttamente dal PC. Io li ho stampati sempre perché sono una roba veramente fatta bene, cioè io vi
prego di non perdere, diciamo così, la volontà e la pazienza di leggerli perché sono estremamente
complessi a volte, ma hanno delle informazioni che sono veramente utili. Per completare e per
rendere ancora più comprensibile questo tipo di percorso, non l'avrei detto se non l'avessi ritenuto
così, per chi mi conosce è difficile sentirmi dire ste cose, ma David Hicks ha scritto delle robe
sull'ottava che nessuno è mai stato capace di scrivere o soprattutto mettere insieme, per cui mettere
insieme tutta una serie di considerazioni scientifiche fatte negli Stati Uniti attraverso un ambito
puramente scientifico di scienziati verificabili, che chiaramente non hanno ricevuto ascolto, ma che
ti fanno avere un'idea del tutto e della visione cosmologica dell’ottava che assolutamente giustifica
tutto quello che stiamo mettendo in campo.

E invece questa era la domanda che mi ronzava, questa è quella più seria che credo poi non lo so.
Allora a me mi è sembrato di intuire che nei tre momenti dell'ottava ci sono tre fasi che sono tre
fasi diverse. Ci sono tre aspetti di noi diversi, cioè mentre il primo la morte e lo subiamo, non
possiamo fare niente, cioè ci arriva addosso, no? La resurrezione è un lavoro che dobbiamo fare su
noi stessi. Ma l’ascensione, che non so neanche come ci si arriva, lì facciamo come ci pare, cioè
possiamo muovere il tempo, creare lo spazio…

E’ esattamente così Mauro. Il primo momento lui lo subisce. E siamo d'accordissimo. Il secondo
momento che io non vi ho descritto perché sennò stasera devo parlare solo di lui. E il secondo
momento però è un momento di questo tipo, se posso mi dilungo un attimo, sennò non si capisce
perché è andato via da Venezia. L'andare via da Venezia avviene quando lui ormai c'ha
cinquant'anni. Dopo Venezia gli ha dato, unico nella sua storia, il permesso di rientrare, perché nel
frattempo si era dato da fare per promuovere una specie di accordo tra la Repubblica di Venezia e
l'Olanda, sennò scoppiava una guerra vera e propria tra l'Olanda e la Repubblica di Venezia. Era un
caso piuttosto importante che allora aveva un po’ sconvolto gli equilibri europei. Lui si muove per
la Serenissima in modo brillante e questa cosa viene risolta. Venezia gli dà il permesso di rientrare a
Venezia. Eh, però lui si aspettava di rientrare a Venezia, essendosi riconosciuto dei meriti che in
qualche modo lui aveva sicuramente dimostrato durante la sua vita, assolutamente, e invece quando
arriva a Venezia intanto non gli viene dato nessun incarico. Dopo un po’ di tempo e lui, insomma,
chiaramente ricerca con tutto ciò, diceva “guardate io c'ho tanta esperienza, cioè datemi un qualcosa

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da fare, io non posso stare a Venezia qua dopo che ho girato l'Europa, ho contratto di tutto e di più,
ho risolto di tutto e di più, senza far niente, posso mica occuparmi delle stupidaggini di tutti i
giorni?” E allora come incarico cosa gli danno? Quello di praticamente occuparsi per conto della
Serenissima di denunciare chi segretamente apriva altre logge o faceva parte di logge. Quindi lui s'è
visto come dire, preso con le spalle al muro, no, dice, “ma siete pazzi”. Allora lui prende un altro
nome per svolgere questo ruolo, perché sennò non aveva soldi, non aveva niente, non lo pagavano.
Fa questa cosa, fa sembrare di fare questa cosa per prendere un minimo di emolumento e scrive un
libro micidiale su quello che sono i nobili di Venezia, li denuncia in un modo pazzesco, dicendo la
verità e dicendo proprio al papà, guarda che io sono figlio a te, è inutile che tu ti tiri di indietro, dici
che non è vero, mia mamma è con te che è venuta per fare a me, io lo so questo e voi tutti siete
sempre tutti stati così. Quindi si mette contro tutti, quindi è lui che crea questa cosa proprio per
rientrare nella dinamica che decidi tu, quindi la decide lui, cioè la prima non la decide lui, la
seconda quando si vede messo così con le spalle al muro la decide lui, non aspetta di subirla. Quindi
è sì la morte, ma è un'altra cosa, e per quello che io non parlo di morte diretta proprio, ma
comunque è un'altra cosa. Aggiungo giusto per così ricordare che cosa cos'era. Lui va via da
Venezia dopo una relazione di 6, 7 anni con una donna, tra l'altro una popolana, alla quale lui
insomma, era molto attaccato. La amava veramente, a cui mandò denaro per tutta la sua vita anche
all'estero. Dall'estero però, al di là di questo, va via da Venezia, e il postiglione che porta la posta da
Vienna a Venezia, e Venezia allora era sotto l'influsso di Vienna, ormai faceva parte dell'impero
asburgico, lui lo ferma, è un suo conoscente e lo ferma. E mentre lo saluta, mette nella borsa della
posta che arriva da Vienna per il doge di Venezia una lettera che lui scrive in modo impeccabile,
come se arrivasse direttamente dagli Asburgo, in cui si avvisa il doge e quindi tutta Venezia, che a
breve ci sarebbe stato una specie di maremoto, un terremoto a Venezia che avrebbe distrutto la città.
Portò lo scompiglio, il terrore nella sua città, dopo di che lui andò via per mesi, per togliersi la
soddisfazione di annegarli tutti quanti, perché veramente l'avevano presi in giro. In questo senso,
quindi si hai ragione, lui va via, ma nel terzo momento addirittura c'è una fase di ascensione, perché
è il momento più gestibile della sua vita, perché ormai gli eventi che dovevano succedere erano
successi. Ma lui li inserisce in un contesto descrittivo in cui gli stessi ormai hanno le ali. Hanno le
ali della struttura numerica dell'ottava e sono le ali dell’Icosaedro e del Dodecaedro, perché è quello
che l'aspetta, è l'ascensione vera, addirittura fisica, quindi va ben al di là per cui di nuovo sottolineo
quello che dici tu e giusto.

Michele, Oh. Visto che siamo in tema Casanova, qua c'è qualche donna che vuole fare una
domanda, tu? Solo uomini? E no. Poi volevo solo chiedere questa cosa qua a Michele, è un po’
forse fuori, ma neanche tanto, nel senso che questi ultimi tre anni dal punto di vista geometrico, tu
li vedi come un tetraedro o li vedi come un'altra cosa?

Non sono assolutamente un tetraedro. Ok, cioè non sono completamente un tetraedro. Allora, quello
che bisogna, penso capire è ciò che segue. Non esiste un tetraedro senza cubo. Sì e non esiste cubo
senza gli altri. Capito? Quindi, assolutamente sì. In termini nominali è così. In termini proporzionali
ha una potenza tale per cui ciò che potrebbe dovrebbe scaturirne è un evento che in qualche modo ci
dovrebbe portare ad una specie di evoluzione personale. Cosa che secondo me sta avvenendo. Non
dico per tutti, perché questo sostenerlo sarebbe sbagliato. Ma per un numero di persone molto più
ampio rispetto a un passato recente sì, sostengo di sì, e in questo i social hanno un ruolo, non
sempre positivo, ma comunque hanno anche un ruolo. E quindi sì. Non potrei, non si potrebbe
assolutamente dire di no. Cioè abbiamo infilato una serie negativa ad alto livello. Ma di dimensioni
planetarie, che credo sia davanti agli occhi di tutti, tra l'altro con un corollario che ancora deve, ma
è ben aldilà dal terminare, come una guerra attuale, cioè peggio di così non poteva andare, per cui
direi che… Guarda, io vi faccio questo esempio che mi stupì moltissimo. Quando ci fu il terremoto
all'Aquila, quindi stiamo parlando di una cosa molto locale, ho pensato che l'evento avrebbe

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cambiato emotivamente le persone. La cosa è avvenuta nell'immediato. Ma subito dopo c'è stata una
risposta completamente opposta a quella che io credevo, cioè la gente si è attaccata ancora di più al
materiale rispetto a prima. Proprio perché aveva perso delle cose. Case anche, cioè roba seria. Però
ci fu una risposta opposta. In questo caso qui ho visto gente rispondere alla perdita di lavoro, case e
quant'altro con delle modalità che non sono materiali. E non credo che riguardino solamente l'Italia.
Non ci credo, perché non è così. Secondo me, per avere un'idea del numero ipotizzabile, all'interno
del quale questi eventi si stanno muovendo, dovremmo mettere in piedi una contabilità che riguarda
forse… Intanto, coloro che non si sono vaccinati. Più parte di coloro che si sono vaccinati e che
forse dopo, hanno capito delle cose. Secondo me verrebbe fuori qualche milioncino di persone che
attualmente si stanno dando da fare, non dico con l'ottava, ma con una serie di percorsi un po’
particolari.

Grazie.

Non è più una roba da pochi, è roba che insomma, riguarda adesso milioni di persone. Non è ancora
forse il numero sufficiente a far sì che le guerre non scoppiano più, la benzina normalmente non ci
dovrebbe essere, no che costa di più, che ci dobbiamo fare la benzina, tutto quello che fa Bum Bum,
che scoppia e fa il fumo non ci serve, non è roba che ci può servire ancora. Titti.

Una domanda. Ma se pensiamo a Gioacchino da Fiore e all'età dello spirito in terra, perché, per
esempio, invece di morire Casanova, piuttosto che altri personaggi, non hanno attuato
un’ascensione in questa dimensione, cioè in terra? Non so se mi sono spiegata.

Un'accensione in terra?

Sì.

Eh? Ma la sua vita, quella è stata un'ascensione intera, mica è un'altra cosa per lui. Eh, io dico, parlo
per lui.

Ok. Ok.

Cioè Casanova ha vissuto la vita, sai cosa pensava lui, intanto sapeva benissimo cosa c'era dentro
l'amore. Perché non è che si occupasse dell'amore, cioè come tutti penso che avesse avuto
un'esperienza dell'amore fisico di un certo tipo e vabbè, posso capirlo questo. Però il potenziale
emotivo dell'amore fisico per lui fu la benzina attraverso la quale poi esercitare e mettere in campo
una la sublimazione dello stesso attraverso tutta una serie di interessi che lui ebbe. Purtroppo
giustamente, Titti, non è che io dico di no, se le persone non vengono in qualche modo “informate”
del fatto che questi personaggi non si occupavano solo di sesso, ma che erano dei personaggia tutto
tondo, che hanno avuto la capacità di occuparsi dello scibile umano. E’ normale che uno dice,
vabbè, ma lui l'ascensione dove l'ha fatta?

No, no, sì, sì, OK. Adesso non riesco a essere chiara, e lucida dato l'orario però ho capito questo
discorso Michele, ho capito. Stasera però ho capito il concetto del punto di vista che comunque
l'ascensione c'è stata, e quindi il tutto si era compiuto sostanzialmente.

Ma sì Titti perché nel momento in cui il figlio… allora, capiamoci, quello nasce da una relazione
adultera. Il papà muore giovane, la mamma lo abbandona ragazzino perché va a fare l'artista, fa
l'attrice e va a vivere a Dresda, dove trova un luogo di lavoro in uno dei teatri più importanti
d'Europa. Nel frattempo semina figli qua e là. Non so se mi spiego. Un bambino così che non ha

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famiglia, che ha unico riferimento, la nonna. E questo vescovo, che chiaramente di nascosto, cerca
di foraggiarlo per fargli fare un certo tipo di carriera. Nessuno potrebbe immaginare che tipo di
percorso di vita potrebbe avere, ma lui mette in campo un percorso di vita, che cioè… Questo parla
del 1700, di tutti i personaggi che noi conosciamo del 1700 lui ne fa parte. Cioè nel 1700 sono
vissuti milioni di persone. Lui noi lo ricordiamo, vuol dire che, comunque, attraverso la sua
dinamica di vita è partito dal niente, è una forma di ascensione, l’ha raggiunta perché
obiettivamente lui è un personaggio estremamente colto, dalle caratteristiche, dalle qualità umane
che io sfido chiunque adesso a mettere in campo, cioè capito che nella sua vita questo percorso l'ha
fatto? Non è rimasto legato, oddio, adesso io sono figlio di nessuno. Rimango a Venezia, no? Cioè
in Europa era conosciutissimo, cioè in tempi in cui non è adesso che c'hai la televisione che ne
parla, non c'è, no? Ma tutte le corti europee, quando arrivava Casanova lo accoglievano tutti,
sapevano chi era, e Casanova, lo sai che faceva questo qua? Come arrivava in una città nuova, senti
qua, andava a teatro perché era il Gotha della città no? Si incontrava a teatro. Forse non si sa, ma i
teatri una volta erano dei casinò, giocavano d'azzardo dentro i teatri. E lui lo sapeva e lui era un
grande giocatore d'azzardo. Lì se ne spese di soldi. E che faceva lui? Si prendeva un bel po’ di
soldi, se li metteva dentro la sacca, e si prendeva un balcone il più vicino possibile al palco, dove
recitavano. La ballerina più bella che lui vedeva e che il secondo lui, no, aveva ballato meglio la
chiamava alla fine della recita in qualsiasi città, sentì l'intelligenza, eh, cioè quindi metti che tu io
andiamo, che ne so, a Dusseldorf, non conosciamo nessuno, andiamo a teatro, andiamo sul palco,
aspettiamo la fine della recita e al ballerino, alla ballerina più bella, la chiama, fa segno e lui si
sporge dal balcone e prende tutta la sacca dei soldi, e glieli dà. E lì ci sono re, principi, conti e tutta
gente più ricca di lui, più famosa di lui. E in quell'attimo tutti dicono “Madonna e questo chi è?” E
lui da quel momento lo conoscono tutti, tu guarda, cioè capisci com'era capace di penetrare nelle
società. Quindi aveva delle dinamiche che io ancora adesso non vedo in mano a nessuno. Cioè
aveva una qualità invasiva, una qualità umana delle capacità estremamente particolari, quelle
possono essere presenti solo se sono supportate da un modello etico e una personalità veramente
forte. Cioè lui non stava in Italia, non stava a Venezia, ha passato la sua vita all'estero. Quindi,
ovunque andava all'estero, tutti quanti parlavano di lui, quindi, e cioè non è che parlavano e basta,
perché poi lui dava dimostrazioni pratiche di quello che era. Se lo sfidavano, usciva dal teatro come
spesso ha fatto e faceva i duelli, cioè tutta la vita fatta così. Quindi un uomo uomo, è un po’ uomo,
questo qua, insomma non so se mi spiego, ma nello stesso tempo è un uomo che se corteggia una
donna o se corteggia che ne so un vescovo, perché è una personalità, o un console o un principe,
perché da lui deve ottenere delle informazioni, deve farsi amico per tanti motivi, è capacissimo.
Parla più lingue e non ne sa parlare manco una, ne parla tutte, ma non le parla; ma ancora: c'ha più
nomi, più cognomi, cioè ovunque va all'estero, lui trova il modo di inserirsi. Cioe la sua vita è
diventata una vita in ascensione direi, perché veramente si è realizzato. Ecco, io così penso di
poterti rispondere.

Ho capito grazie.

Vai Adriana.

Volevo chiederti questo, è evidente che personaggi come Casanova, realizzato tutto quello che ha
realizzato e al di là della sua temperamento, personalità, anche perché era supportato da
un'evidente conoscenza, no, perchè se ha applicato la conoscenza dell'ottava per spalmare la sua
vita, evidentemente la conosceva. Quindi il fatto che ognuno di loro avesse ben presente il momento
della loro morte basandosi su quei conti che ci hai spiegato questa sera mi domandavo: questo
momento… o se il tempo anche loro sapevano ed erano consapevoli che è emozionale e quindi,
come ha fatto Gioacchino, operazioni affinché un certo tempo avvenisse con il suo volere,

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sarebbero stati in grado di emozionare un tempo e quindi cambiare quello che è la realtà
matematica del calcolo in ottave degli anni della discesa.

Loro erano capaci di cambiare il loro tempo, non il tempo. Cioè sapevano della dinamica con cui il
tempo è possibile emozionarlo. Ma non cambiavano tutto il tempo di tutti, cambiavano il loro
tempo.

Ma nel loro tempo, non è compresa la loro vita? Se io ho questa cosa mi ha colpito perché ci sono
stati degli episodi e in cui alcune persone han detto, hanno affermato, una persona, parlando con
ha affermato “Guarda che il momento in cui muori lo decidi tu” e io in un certo qual modo ho
avuto anche delle esperienze dirette. Parlando con una cosa molto privata, mio padre un giorno ha
detto, adesso basta, sono stufo. Tempo quattro ore se n'è andato. Allora, cioè fino a tutto l'anno
precedente, non aveva nessuna intenzione di andarsene perché voleva restare ancora con noi,
malgrado la sua situazione personale, che non era proprio piacevolissima. Poi, quando è stato
stufo ha chiamato mia mamma ha detto, “Guarda, sono stufo”, è morto, è questo che intendevo
dire. Come al di là di tutto, come noi riusciamo, anche noi modifichiamo la nostra realtà. È
qualcosa di fattibile e quindi decidere che a 81 anni, l’anno prossimo non ci sono più, mi sta bene.
E questo so che è così. Oppure è qualcosa di ineluttabile indipendentemente dal fatto che tu non
voglia, capisci che cosa intendo dire?

Confluiscono più risposte, nel senso che il qualcosa di ineluttabile negli ultimi decenni è diventato
molto più malleabile grazie alla scienza. Perché comunque in questo senso la scienza fa. Questo va
bene, questo è innegabile. Poi c'è un aspetto riguardante le nostre possibilità emotive di poter
influire sulla nostra vita cellulare e fisiologica che non credo che ci sia bisogno, tra l'altro, di
utilizzare meccanismi iniziatici per poterli vedere in essere. La cosa che tu hai definito riguardante
tuo povero papà, l’ha fatta anche il mio papà. Lui non sapeva mica niente dell'ottava. Quindi qui
stiamo parlando della possibilità che l'uomo ha di voler andar via. Certo, poi c'è un altro aspetto che
è quello che abbiamo visto stasera, cioè che la valutazione che l'uomo può mettere in campo a
monte di una futura decisione di andar via, che nel caso suo personale non è tanto una decisione di
andar via, perché io quella premessa ve l'ho fatta per far capire quanto lui fosse attaccato alla vita,
quanto il fatto che lui era chiaramente ormai sicuro, visto i sintomi che aveva, perché allora bastava
la gotta per morire, di non riuscire a portare avanti una vecchiaia di un certo tipo e quindi che la sua
fine fosse vicina. Ma sostanzialmente, al di là delle pecche fisiche, le dinamiche di computo che lui
utilizza sono a monte di tutti questi discorsi. Cioè quello che ti devo dire è questo. Io ci ho pensato a
questa cosa, no? E un evento che è così grande come quello dell'andar via, indipendentemente,
come dire, contiene dentro di sé tutte le opzioni che ci possono trattenere qua. Coinvolge tutto ciò,
ma nonostante ciò può essere attuato. Cioè l'opzione scienza che ti cura e ce la fai, viene compresa.
L'opzione che noi vogliamo rimanere, viene compresa. Ma la situazione decisionale è tale per cui va
oltre tutto ciò. E quindi se questa cosa è dentro di noi, viene decisa. Comunque avviene.

Se vuoi andare e può venire, però anche all'incontrario, mi viene in mente Interstellar, no? L'amore
così forte che ti fa tornare che riesci a trovare la dimensione per cui cambi la realtà delle cose stesse,
delle cose che stai vivendo normalmente no, e questa proprio è quello che dico, è la tua decisione.

E’ proprio tua, cioè la coscienza. Del livello a cui può arrivare un aspetto decisionale umano, noi
non ce l'abbiamo. Cioè noi non ci siamo mai occupati della fisica del sé, cioè della coscienza. Noi
una fisica della coscienza non ce l'abbiamo e quindi di tutti gli aspetti che la coscienza, se vogliamo
chiamare anima, al di là delle dinamiche scientifiche o meno, possono essere posti in essere, perché
di per sé le strutture coscienziali non obbediscono a nulla di scientifico.

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Sai cosa mi viene in mente? Un fumetto di Corto Maltese che a un certo punto lui si prende un
coltello e si allunga la linea della vita. Perché ha detto a me questa non mi va bene, è troppo corta
e se la fa arrivare fino in fondo ha detto. Questa è la lunghezza che decido io della mia vita e un
po’ questo no, il discorso.

Questo mi piace molto e comunque il fattore lunghezza non è detto che sia, come dire, l'unico modo
con cui definire la vita. C'è un aspetto della vita che ha a che fare con la larghezza della stessa che
andrebbe essere. Andrebbe computato, Cioè un conto no è vivere un arco di tempo senza emozioni.
Un conto è vivere lo stesso arco di tempo con le emozioni. Beh, e allora ridi. Insomma, tu ti accorgi
che quando vai a dormire qualcosa dentro di te, molto più sano, più pien.

E’ proprio quel discorso di dire “mi basta”, mi aveva colpito tanto questa frase, quindi posso anche
andarmene.

Mio padre l'ha vissuto, ha sempre vissuto solo per il commercio. Quando si poteva fare il piccolo
commercio, poi è finito. Nel 95 è finito. Purtroppo noi stavamo a Torino, la Fiat era andata via,
hanno cominciato poi con le questioni fiscali e quant'altro, noi ci siamo ritrovati ad avere clientela
zero, perché non c'era più nessuno dopo una piccolissima attività di successo per quasi trent'anni. E
quando lui si ammalò, comincio ad ammalarsi proprio per sto motivo qua. Come tutte le cose inizio
con il diabete e poi si aggiunsero i problemi di cuore che il diabete porta. E comunque, insomma, le
cure che facevano gli avrebbero permesso di continuare a sopravvivere, ma era un sopravvivere.
Mio padre non ha mai sopravvissuto. Allora io, che ormai facevo su e giù da L'Aquila a Torino, in
un mese, che ne so, ci andavo quattro volte al mese, e non è a due passi, anche perché lavoravo
tanto su, insomma. Un giorno mi chiama, come ha detto tuo padre, mi disse, Beh, io me ne vado. E
io lo prendevo per scherzo dicevo papà dove vai? Me ne vado io non voglio più vivere così. Non
sono più i tempi miei. Ma papà, non dire cazzate su, la voglia c’è ancora.. Allora lui, per accelerare
questa cosa per una decina di giorni non prese più niente, mise tutte le pastiglie sotto il cuscino. Una
notte, morì. Eh sì. Quindi al di là di tutte le chiacchiere, poi c'è una cosa che Casanova diceva, sai
qual è? Le stelle predispongono, l'uomo decide. Bellissima questa cosa bellissima. E lì vedi cos'è
l'uomo. E quanto non siamo veramente fino in fondo consapevoli del nostro potere decisionale. Eh,
non lo esercitiamo proprio Adriana.

Non lo esercitiamo perché non ci crediamo.

Noi iniziamo a non esercitarlo già, che ne so, a livello condominiale. Noi già lì iniziamo, tanto c'è
l'amministratore giusto, poi quello si raccoglie tutti i soldi dell'inverno dei riscaldamenti e
scompare. E vai, metti insieme 5, 6 palazzine e se ne va a Montecarlo e tu rimani al freddo. Come
spesso qualcuno ha fatto. Vabbè signori, se non ci sono altre domande…

Michele solo una curiosità.

Vai Robi.

Hai parlato di questo David Wilcock. Ti volevo chiedere, hai mai avuto modo di confrontarti in
qualche modo con lui? Sennò se non è successo è un problema solo di lingua o avresti piacere a
confrontarti con lui o non avresti piacere?

No, io ho piacere, ci ho provato, non ho avuto risposta. Beh, ci ho provato anche perché lui negli
Stati Uniti è un personaggio conosciuto a livello nazionale. Tutti gli scrittori di cui vi ho parlato li
ho contattati. La Fondazione Casanova di Venezia l’ho contattata. La Fondazione Cartesio l'ho

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contattata, mi hanno risposto. Tutte le fondazioni di cui ho scritto, il personaggio di cui ho scritto, io
li ho sempre contattati.

Credi che il punto sia o entri tramite i loro circuiti o non vogliono intromissioni o perché penso che
il confronto sarebbe un po’ per entrambi.

Oggi sono tutti praticelli. Ecco il problema dell'ottava che mette tutti insieme, capisci a quel punto
tu non puoi parlare, ci sono solo io, ma quello che c'abbiamo noi, sapessi tu. Non è più così, cioè la
il problema del sistema ottava e quello per il quale tutto quanto poi va messo dentro un unico
contenitore, ma tutto, cioè non è qualcosa rimane fuori. Io per esempio non ho voluto inserire una
lezione sugli UFO, o tantomeno sui cerchi nel grano di cui mi sono occupato per anni proprio per
questo. Ma il problema fondamentale è che con l'ottava tutti i misteri diventano uno solo, che è
l’ottava stessa. Quella è la differenza per cui, se giustamente, se tu vai a chiedere qualcuno, ma
vogliamo fare quello, ti guarda, ti guarda strano, sai? La prima cosa che fanno ti eliminano, io sai
quante volte ho trovato, ho avuto anche modo di entrare nei mondi orientali. Se tu vai a toccare i
chakra, sembra che sia una cosa più sacra, ma non è così. Non è vero che sono 7, non è vero, cioè
non è così. Ma così, non è futuro, quello capisci? Non sta nella separazione, nel futuro sta
nell'Unione del complesso. Quello ti dà, come dire, un'idea della bellezza del sapere presente sul
pianeta.

Assolutamente. Si spera di trovare qualcuno invece, che sia anche disponibile. Probabilmente ci
saranno anche persone così, no?

A qualcuno no, eh, ogni tanto qualcosa esce. Poi questo è il mio punto di vista. Io non sono, cioè,
vivere in Abruzzo mi ha reso come dire molto socievole, ho preso quasi le sembianze della flora e
della fauna abruzzese, soprattutto della flora, perché gli orsi qua non so se mi spiego. Però devo dire
che insomma mi trovo un pò in difficoltà quando devo rapportarmi con qualcuno, perché io ascolto,
non è che non ascolto. Il problema è che qua voi adesso lo vedete, lo state vivendo con me. Quando
entri nell'ottava ti occupi di tutto. Eh, non è che stiamo parlando di una cosa sola, cioè parleremo di
tutto.

E come una persona che mi viene in mente e che credo che abbia avuto invece. Grande
disponibilità, grande apertura mentale, è stato proprio quello che citi spesso. No. Gianfranco
Carpeoro, sicuramente uno che ha messo anche lui a disposizione dei saperi che prima erano
assolutamente riservati a certe cerchi. Per quanto, per quanto fossero magari all'interno di queste
cerchie dei saperi, come dici tu dei praticelli, dei saperi particolari ma comunque circoscritti. Però,
per esempio Gianfranco Carpeoro credo sia una di quelle persone, insieme ad altre, che è bello
poter, con cui è bello, penso poter per persone come te poterti confrontare.

Guarda Gianfranco è un dissidente. È un po’ il Dante della situazione, che comunque lo tirano da
dalla giacchetta no, ma che comunque uscito da quel mondo, pur appartenendone. Sì, cioè lui è gran
maestro, fuori come dentro, c'è poco da fare. Però la sua modalità di rapportarsi col pubblico è una
modalità che purtroppo in qualche modo viene inficiata a volte eh, dal dato caratteriale, che io
spesso riassumo dicendo, ma perché vi stupite, quello è calabrese! Cioè, non è poi al di là di tutto
quell'aspetto viene a galla, cioè non è che non ci sia, ma per me non è stato mai un problema. Noi ci
è successo pure di mandarci al diavolo, ma io gli voglio bene. E io quando il mio modo di
rapportarmi con lui sai qual e quando capita che lo vada a trovare, no? Io faccio il giro della
scrivania, lo abbraccio di dietro e gli lo riempio di baci. Lui si mette in difficoltà fortissima, lo vedi
che proprio non sa che deve dire? E quello è così, cadono quelle barriere che lui spesso tiene alzate,
no, perché sai deve apparire. Però il suo lavoro è stato un lavoro di disincanto nei confronti della

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massoneria. Lo conduce ancora adesso e soprattutto è stato un talent scout con me, questo lui ha
fatto. E ha capito quando è stato il momento in cui io potevo volare per me, l'ha capito. Quindi ecco,
adesso dobbiamo fare due cose insieme, spero di poterle fare. Però, cioè per darti un'idea di come
funzionano le cose tra me e lui. Io gli faccio delle domande, a volte. Gliele scrivo perché lui c'ha un
telefonino, si di quelli no di dei cartaginesi, e gli arriva, e aspetto, non ti risponde mica, cioè a volte
risponde a volte no. Per capire come sta lui nel suo mondo, no, dipende. Quando non ti risponde
vuol dire che “senti non pensaci tu”, capisci? Allora io poi? Me ne occupo io, come come spesso ho
fatto quando facevamo le cose insieme. E per dirti quando andavamo in giro, io vendevo per lui i
libri. E lui la mattina quando partivamo prendeva il portafoglio, me lo dava a me e mi diceva,
“Pensaci tu, Michele, pensaci”. E io vendevo i libri, mettevo i soldi nel portafoglio, chiudevo, glielo
davo. E gli dicevo, Gianfrà, guarda che m'ha lasciato , e lui non ti preoccupare. Poi tornavamo a
casa e siccome lui sapeva qual era il mio punto debole? Si fermava davanti a una pizzeria dove
facevano le pizze con le teglie gigantesche grosse cose. Io non lo sapevo che a Milano c'era sta roba
qua. C'erano delle pizze con una mozzarella alta così la prendeva intera intera che quella è una roba
per 8 persone, una roba così con questo cavolo di contenitore che faceva fatica a portarlo fuori dalla
pizzeria. E andavamo a casa e gli facevo “Madonna. Gianfra’, tre ore ad aspettare, ma che cacchio
sei andato a prendere?” E lui mi faceva “zitto zitto che tu sei carne che cresce”.

Tu ai calabresi, ai pugliesi, ai sardi sei abituato.

Già, come dire, assisti a una trasformazione incredibile, nel senso che Gianfranco Pecoraro fuori
casa. Ha quel tipo di aplomb, ha quel tipo di dinamico con cui proporsi molto pedante, lo dice lui,
non è che lo dica io. E ha questo atteggiamento, a volte anche scontroso, anzi. Non una volta, ma
anche piu spesso scontroso, ma se entra in casa, come tutte le persone penso, non lo riconosci
perché fuori casa parla italiano. Apre la porta, entra dentro e parla calabrese. Come entra in casa,
vedi una persona, e cioè vedi il bello della situazione anche se ripeto, insomma avere a che fare con
lui non è semplice, lo ammetto. Roberto poi si muore nella vita, capisci? È anche una decisione
questa, se tu decidi di trattenere delle persone le cose belle, quando muori tu, almeno ti ricordi le
cose belle, ma se tu continui a mettere l'accento sulle brutte, sono tutti brutti. Allora chi è che non
ce l'ha i difetti? E non è una cosa per difendere lui, sono pure io così, allora non è solo lui.

E si condivido ogni parola che hai detto, pur non conoscendo.

E’ così dai, io vedo le ragazze, certe critiche ogni tanto, a volte passano le settimane con queste
robe qua. “Eh, Stai zitto”, però ti dico io mi diverto, è bello perché intanto ce l'ho vicine. Pensa se
dovevo sentire criticare e io stavo in America, loro in Italia o viceversa? Era brutto rilasciarle.
Parlate allora, signori. Se voi decidete di parlare di insomma, di condividere una serata film, me lo
dite, tanto c'è la chat, fate voi quando volete. Me lo fate sapere e noi la prossima settimana ci
occuperemo di questo, sennò andiamo avanti con le lezioni. Grazie Michele. Buona serata a tutti,
buonanotte

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