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E pensierosa, ti avvicinavi
Profumato: e tu passavi così ogni tua giornata. Io, di tanto in tanto, trascurando
Andavano consumandosi,
Ciò che provavo in quei momenti… Che pensieri soavi, che speranze,
Umana e il destino!
E torno a dispiacermi
Perché inganni così tanto le tue creature? Tu, prima che l’inverno inaridisse l’erba,
Il poeta utilizza una lingua ibrida per sottolineare la complessità dei suoi sentimenti. Da un lato, usa una
lingua colloquiale e piana per esprimere il suo desiderio sincero, mentre, dall’altro, utilizza una lingua
difficile e peregrina per rappresentare la sua ricerca di significato profondo e la sua insoddisfazione.
Questo contrasto linguistico è evidente, ad esempio, nell’uso delle espressioni “del mio pensier” (lingua
piana) e “dell’età mia nova” (lingua difficile). Gli imperfetti frequenti nella prima parte della poesia
creano un senso di nostalgia e enfatizzano il passato, simboleggiando la gioventù felice e irripetibile del
poeta.
L’immagine di Silvia che sale “il limitare di gioventù” nel contesto della poesia rappresenta il momento in
cui la giovinezza vera e propria inizia, quasi come un passaggio faticoso. In questo contesto, indica un
momento cruciale nella vita di Silvia e del poeta, sottolineando la transizione dalla fanciullezza alla
giovinezza, con tutte le sfide e le opportunità che questo periodo comporta. La frase suggerisce anche un
senso di speranza e anticipazione, poiché il poeta potrebbe aspirare a condividere con Silvia questo
importante momento della vita.
Nell’ultima strofa, il poeta si rivolge a Silvia come “cara compagna dell’età mia nova”, alludendo a Silvia
come a una figura che ha condiviso con lui la giovinezza e le esperienze della vita. Questo passaggio dal
concreto all’astratto rappresenta il passaggio dal desiderio di Silvia come individuo specifico alla sua
idealizzazione come simbolo della giovinezza e delle emozioni profonde del poeta