Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
PERUGIA
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso di laurea specialistica in Medicina e Chirurgia
1
OBIETTIVI DEL CORSO
a) Conoscere i principi e i metodi fondamentali per
promuovere la salute prevenire e controllare le
malattie nella collettività.
b) Approfondire la metodologia epidemiologica per
acquisire conoscenze scientifiche necessarie per
gli interventi di Sanità Pubblica.
c) Conoscere i principi della legislazione,
programmazione, organizzazione e gestione dei
servizi sanitari.
2
IGIENE E
SANITA’PUBBLICA
Prof. Vito Mastrandrea
5
AREA DELLA SANITA’
PUBBLICA
a. Igiene e sanità pubblica
b. Medicina del lavoro
c. Medicina legale
6
Area di interesse scientifico ed
operativo della medicina
7
Evoluzione del concetto di salute
ASSENZA DI MALATTIA
8
O.M.S.: Definizione di Salute
9
Benessere-Malattia
IL PASSAGGIO DALLO STATO DI
BENESSERE (SALUTE) ALLA MALATTIA
AVVIENE GRADUALMENTE ATTRAVERSO
DIVERSI STADI.
Disabilità
Interventi terapeutici
Malattia
Fattori di salute
Guarigione
11
Obiettivi della medicina
12
Principali modelli di
intervento per la realizzazione
degli obiettivi di salute
Promozione della salute
14
Prevenzione delle malattie
Prevenzione
P. primaria profilassi specifica
16
DIAGNOSI E TERAPIA
Utilizzazione di protocolli diagnostici e
terapeutici di sicura efficacia
17
RIABILITAZIONE
Interventi riabilitativi fisici
Interventi riabilitativi psichici
18
Modalita’ Operative della Medicina
1. MODELLO CLINICO
19
Elementi Caratterizzanti
gli Interventi Clinici
20
Elementi Caratterizzanti gli Interventi di
Sanità Pubblica
21
Sanità Pubblica
Programmazione, organizazione e
valutazione degli interventi di
promozione della salute, prevenzione
delle malattie, cura e riabilitazione.
22
Igiene
Programmazione ed organizazione
degli interventi di promozione della
salute e prevenzione delle malattie
23
Conoscenze necessarie per la
programmazione, l’organizzazione
e la valutazione degli interventi di
Sanità Pubblica
Promozione della salute
a. STILI DI VITA
b. CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE
FISICO E DELL’AMBIENTE SOCIALE
25
Prevenzione primaria
a. FREQUENZA DELLE MALATTIE NEL
TEMPO, NELLO SPAZIO E NEI DIVERSI
GRUPPI DI POPOLAZIONE
b. MAPPE DI RISCHIO E VALUTAZIONE DEL
RISCHIO ATTRIBUIBILE
c. INDIVIDUAZIONE, DEFINIZIONE E
QUANTIFICAZIONE DEI FATTORI DI
RISCHIO SCONOSCIUTI
d. EFFICACIA DEGLI INTERVENTI
e. EFFICIENZA DEI SERVIZI
26
Prevenzione secondaria
27
Programmazione ed organizzazione
dei servizi di diagnosi e cura.
28
EPIDEMIOLOGIA
Epidemiologia
Definizione:
E’ una disciplina rivolta principalmente ad
acquisire conoscenze sulla diffusione, all’interno
di popolazioni umane, delle condizioni di salute
e\o di malattie e dei fattori positivi o negativi
che le sostengono. E’ una scienza biologica di
tipo osservazionale e sperimentale.
EPIDEMIOLOGIA:
Settori di ricerca
a. Epidemiologia eziologica
b. Epidemiologia genetica
c. Epidemiologia clinica
d. Epidemiologia dei servizi sanitari
31
EPIDEMIOLOGIA EZIOLOGICA
Individuazione, definizione e
quantificazione dei fattori di rischio
a. Epidemiologia esposizionale
b. Epidemiologia biochimica
32
EPIDEMIOLOGIA ESPOSIZIONALE
33
EPIDEMIOLOGA BIOCHIMICA
36
EPIDEMIOLOGIA DEI
SERVIZI SANITARI
37
COMPONENTI
FONTAMENTALI DEGLI STUDI
EPIDEMIOLOGICI
• Nosologia
•Indicatori
• Misure
38
INDICATORI UTILIZZATI
NEGLI STUDI
EPIDEMIOLOGICI
• Mortalità
• Morbosità
• Disabilità
39
MISURE UTILIZZATE NEGLI
STUDI EPIDEMIOLOGICI
• Tassi
• Proporzioni
• Indici
• Misure di Rischio
40
Classificazione Internazionale delle malattie,
avvelenamenti, traumatismi e cause di morte
Settore Malattie, traumatismi e avvelenamenti Categorie Sotto-categorie
Modelli di studio
1. MODELLI OSSERVAZIONALI
DESCRITTIVI
( Epidemiologia descrittiva)
INVESTIGATIVI O ANALITICI
( Epidemiologia investigativa)
2. MODELLI SPERIMENTALI
( Epidemiologia sperimentale)
42
EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA
Obbiettivi di conoscenze
1. Frequenza e distribuzione nella popolazione
Dei fattori di salute
Delle malattie
Della disabilità
43
MORBOSITÀ
INCIDENZA
Variabili Fattori di rischio
Composizione per classi di età della popolazione
Misure Tassi
Analisi per coorti di nascita
Proporzioni
PREVALENZA
Variabili Incidenza
Sopravvivenza
Composizione per classi di età della popolazione
Misure Tassi
Proporzioni
44
MORTALITA’
Variabili - Morbosità incidente
- Sopravvivenza
- Composizione per classi di età della popolazione
Misure - Tassi
- RMS (Rapporti di mortalità standardizzata)
- Analisi per coorti di nascita
- Proporzioni
- Anni di vita potenziali persi (YPLL - Years of
Potential Life Lost)
45
STUDI DESCRITTIVI
DI MORTALITA’
Tassi di mortalità
1. Mortalità generale
Tasso grezzo per tutte le età nel tempo, nello spazio e
in popolazioni differenti per professioni, classi sociali,
attività lavorativa, stili di vita o altre variabili.
Tasso per singole classi di età nel tempo, nello spazio
e in popolazioni differenti per professioni, classi
sociali, attività lavorativa, stili di vita o altre variabili.
Tassi standardizzati.
Analisi per coorti.
47
2. Mortalità per Cause
Tasso grezzo per tutte le età
Tasso grezzo troncato per età
Tassi per singole classi di età
Analisi per coorti
Tassi standardizzati
48
TASSI STANDARDIZZATI DI
MORTALITA’ O DI MORBOSITA’
STANDARDIZZAZIONE
Rendere uniforme l’influenza di una o più variabili che
possono determinare l’andamento di un fenomeno al fine di
isolare, nell’andamento stesso, le variazioni dovute ad un unico
fattore.
STANDARDIZZAZIONE PER CLASSI DI ETA’
Quando si mettono a confronto i quozienti di mortalità o di
morbosità per tutte le età o per un ampio intervallo di età, è
opportuno “standardizzare” tali quozienti allo scopo di
eliminare i possibili errori di valutazione nei quali si potrebbe
incorrere in considerazione delle differenze nella
composizione per età delle popolazioni messe a confronto.
L’idea base della standardizzazione è quella di introdurre una
popolazione “standard” con una determinata struttura per età.
La mortalità e la morbosità di ogni popolazione allo studio
viene pertanto corretta tenendo conto delle differenze esistenti
nelle strutture per età tra popolazione standard e popolazione
allo studio. 49
Mortalità infantile
Mortalità neonatale
Mortalità postneonatale
Natimortalità
Mortalità perinatale
50
Studi descrittivi di mortalità
Mortalità proporzionale
E’ una misura di frequenza di valore limitato dal punto
di vista epidemiologico in quanto essa è costituita da
due variabili, ciascuna delle quali può variare
E’ utile solo per indicare in ogni gruppo di popolazione
l’importanza relativa di specifiche cause di morte
rispetto al totale della mortalità.
E’ di aiuto all’epidemiologo per selezionare aree su cui
condurre ulteriori studi e agli amministratori sanitari per
determinare le priorità per gli intenti di pianificazione
51
Settore nosologico
PM= -------------------------- x 100
Tutti i morti
Categoria
PM= -------------------------- x 100
Tutti i morti
Sottocategoria
PM= -------------------------- x 100
Tutti i morti
Categoria
PM= -------------------------- x 100
Settore
Sottocategoria
PM= -------------------------- x 100
Settore
Sottocategoria
PM= -------------------------- x 100
Categoria
52
Mortalità per classi di età
LA CURVA TEORICA DELLA MORTALITÀ PER CLASSI
DI ETÀ RISULTA ESSERE UNA CURVA A CAMPANA
(GAUSSIANA) CON ESTREMI COMPRESI TRA I 50 E 110
ANNI CIRCA. TALE CURVA SI REALIZZEREBBE
QUALORA L’EVENTO MORTE FOSSE UNA
MANIFESTAZIONE “NATURALE”. LA CURVA REALE
DELLA MORTALITÀ NON RISULTA SIMMETRICA ED È
BIMODALE. SI HANNO ANCORA OGGI ECCESSI DI
MORTALITÀ NON TRASCURABILI TRA GLI 0 E I 5
ANNI E TRA I 40 E I 65 ANNI MENTRE TRA I 5 E I 40
ANNI LA SITUAZIONE SEMBRA VICINA ALLA
“NORMALITÀ”. LA FASCIA DI ETÀ COMPRESA TRA I 65
E I 105 ANNI POSSIAMO CONSIDERARLA
RIENTRANTE NELLA NORMALITÀ.
53
Curva di Lexis della popolazione italiana
relativa agli anni 1950-53 (Femmine)
Curva di Lexis della popolazione italiana
relativa agli anni 1950-53 (Maschi)
Curva di Lexis della popolazione italiana
relativa agli anni 1950-53 (Maschi e Femmine)
Curva di Lexis della popolazione italiana
relativa all’anno 1998 (Femmine)
Curva di Lexis della popolazione italiana
relativa all’anno 1998 (Maschi)
Curva di Lexis della popolazione italiana
relativa all’anno 1998 (Maschi e Femmine)
Curva di Lexis della popolazione italiana
relativa agli anni 1950/53 e 1998 (Femmine)
Curva di Lexis della popolazione italiana
relativa agli anni 1950/53 e 1998 (Maschi)
MORTI NATURALI
MORTI PREMATURE
MORTI EVITABILI
TIPOLOGIA DELLE MORTI
EVITABILI
Eventi che non sarebbero dovuti accadere
poiché le tecniche per evitarle sono ben note e
consolidate. Il verificarsi anche di un solo caso
di tali condizioni giustifica una tempestiva
indagine scientifica “ad hoc” sulle cause
evitabili dell’evento.
64
STUDIO CASO-CONTROLLO
Obiettivi
Valutare il ruolo di uno o più fattori di rischio attraverso una
rilevazione retrospettiva di dati ricavati da due gruppi di
individui, di cui uno costituito da soggetti con una specifica
malattia ( o altra condizione) e l’altro da soggetti senza quella
condizione;
Stimare il rischio relativo (odds ratio);
Valutare il ruolo dei singoli fattori di rischio e dell’eventuale
sinergismo in caso di etiologia multifattoriale.
65
STUDIO CASO-CONTROLLO
Vantaggi
E’ organizzativamente semplice, poco costoso e
rapido;
Consente di indagare contemporaneamente su
diversi possibili fattori di rischio;
Permette di saggiare ipotesi recentemente emerse;
66
STUDIO CASO-CONTROLLO
Svantaggi
Non permette di calcolare l’incidenza o la prevalenza
delle malattie ma solo la stima dei rischi relativi;
Non è adatto se il fattore di rischio è poco frequente
nella popolazione esaminata;
Mancanza di dati oggettivi sull’entità
dell’esposizione.
67
STUDIO CASO-CONTROLLO
Bias comuni
Selezione non accurata dei casi e dei controlli;
Atteggiamenti psicologici e ricordi diversi nei casi rispetto ai
controlli (recall bias);
Atteggiamenti diversi dell’intervistatore;
Se si utilizzano casi “prevalenti” anziché “incidenti” si
possono scambiare per fattori di rischio condizioni associate
con una maggiore sopravvivenza.
Varianti comuni
Studio caso-controllo a controlli appaiati (matching) e
non appaiati.
68
STUDIO DI COORTE
Obiettivi
Calcolare incidenza e mortalità delle malattie;
Quantizzare il rischio attraverso il calcolo dei tassi di
incidenza negli esposti, nei non esposti a vari gradi e
livelli;
Calcolare il rischio relativo e attribuibile;
69
STUDIO DI COORTE
Vantaggi
Calcolo diretto dei tassi di incidenza nei gruppi
esposti ( ai diversi gradi) e non esposti;
Tutti i casi di malattia o di complicazioni che si
verificano in un tempo definito possono essere
accertati obbiettivamente;
La rilevazione dei fattori di rischio non può essere
influenzata dalla presenza della malattia.
70
STUDIO DI COORTE
Svantaggi
Di lunga durata , organizzativamente difficili e
costosi;
E’ difficile mantenere costanti nel tempo le modalità
di rilevazione;
Non si possono saggiare ipotesi etiologiche suggerite
successivamente all’inizio dello studio;
Non si addice a malattie rare nella coorte in esame.
71
STUDIO DI COORTE
Bias comuni
Perdite al follow-up;
La conoscenza dell’esposizione o meno ai fattori di
rischio può influire sull’accertamento della malattia;
Cambiamenti nel tempo delle metodiche di
rilevazione.
Varianti
Coorti storiche.
72
LE PRINCIPALI MISURE DI
ASSOCIAZIONE USATE IN
EPIDEMIOLOGIA
1. RISCHIO RELATIVO E' II RAPPORTO TRA LO
FREQUENZA (INCIDENZA 0 MORTALITÀ) DI
UNA DETERMINATA MALATTIA FRA I SOGGETTI
ESPOSTI AD UN CERTO RISCHIO E LA
FREQUENZA TRA I NON ESPOSTI
2. RISCHIO ATTRIBUIBILE: E' RAPPRESENTATO
DELLA QUOTA DI MALATTIA CHE PUÒ ESSERE
ATTRIBUITA ALL'ESPOSIZIONE AD UN CERTO
RISCHIO. SI DETERMINA SOTTRAENDO LA
FREQUENZA DELLE MALATTIE NEI NON
ESPOSTI DALLA FREQUENZA NEGLI ESPOSTI E
SI ESPRIME COMUNEMENTE IN %.
73
EPIDEMIOLOGIA
SPERIMENTALE
74
EFFICACIA:
capacità di raggiungere il risultato
desiderato
76
EVIDENZA SCIENTIFICA
Fonte di dati
77
FONTI DEI DATI EPIDEMIOLOGICI
a. Statistiche correnti
b. Registri di popolazione
c. Indagini “ad hoc”
78
STATISTICHE CORRENTI
1. DATI INERENTI L’USO DEI FARMACI
2. DATI SUGLI INFORTUNI E SULLE MALATTIE PROFESSIONALI
3. SCHEDE DI DIMISSIONE OSPEDALIERA
4. PROGRAMMA NAZIONALE PER LA REALIZZAZIONE DELLE
CURE PALLIATIVE
5. CERTIFICATO DI ASSISTENZA AL PARTO
6. NOTIFICA DI MALATTIE INFETTIVE
7. SORVEGLIANZA DELLE MENINGITI BATTERICHE
8. SORVEGLIANZA DELLA LEGIONELLOSI
9. SORVEGLIANZA DELLA PARALISI FLACCIDA ACUTA
10. VACCINAZIONI
11. EVENTI AVVERSI A VACCINO
12. INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA
79
STATISTICHE CORRENTI
13. ATTIVITA’ DEI CONSULTORI FAMILIARI
14. MALFORMAZIONI CONGENITE
15. RILEVAZIONI DATI SULLE TOSSICODIPENDENZE
16. RILEVAZIONE STRUTTURE SOCIO-RIABILITATIVE
17. RILEVAZIONE DELLE ATTIVITA’ NEL SETTORE DELLA
ALCOLDIPENDENZA
18. SISTEMA INFORMATIVO PER IL CONTROLLO DELLA
RADIOATTIVITA’ AMBIENTALE
19. RILEVAZIONE DEI RISULTATI DELLE ANALISI SUI
CAMPIONI DELLE ACQUE DESTINATE AL CONSUMO
UMANO
20. RISULTATI DELLE ANALISI SUI CAMPIONI DI ACQUA DI
BALNEAZIONE
21. RILEVAZIONE DEGLI INCIDENTI DOMESTICI
22. MONITORAGGIO PER LA FARMACOVIGILANZA
23. RILEVAZIONE DATI SUL FABBISOGNO DELLA 80
FORMAZIONE PROFESSIONALE
FLUSSO INFORMATIVO DEI DATI RELATIVI
ALLA DENUNCIA DI MALATTIE INFETTIVE
Regione
Ministero della
Sanità
ISTAT
81
FLUSSO INFORMATIVO DEI DATI DI MORTALITÀ
O.M.S.
Flusso informativo dei
dati di mortalità
ISTAT
USL Regione
Medico certificatore
82
INTERVENTI DI SANITA’
PUBBLICA
COMPITI PROFESSIONALI DEL MEDICO
NELL’AMBITO DELLA PROPRIA ATTIVITA’
CLINICA NEL CONTROLLO DELLE
MALATTIE INFETTIVE
83
MALATTIE INFETTIVE
Compiti del medico
a. Valutare l’andamento della mortalità, della morbosità e
dei fattori di rischio necessari e non necessari
b. Formulare ipotesi eziologiche sulla base della propria
esperienza professionale
c. Collaborare alla costruzione della catena
epidemiologica
d. Applicare le misure atte ad evitare o limitare il contagio
ad opera di un soggetto affetto da malattia
trasmissibile
e. Spiegare ai soggetti infetti ed agli esposti a rischio
(conviventi e contatti) le misure personale atte a
ridurre il rischio di contagio 84
MALATTIE INFETTIVE
Compiti del medico
f. spiegare il rischio infettivo correlato a:
1. abitudini individuali
2. vita in ambienti affollati
3. soggiorno in ospedale per accertamenti e\o cure
4. assunzione di alimenti o bevande
5. contatti con animali (domestici e non)
6. gravidanza, parto ed allattamento
7. attività ricreative (viaggi, campeggi, balneazione...)
g. Prendere gli opportuni provvedimenti per
minimizzare il rischio di diffusione del contagio
ad opera di soggetti individuati come portatori
h. Eseguire interventi di vaccinoprofilassi, di
immunoprofilassi passiva e di chemioprofilassi.
85
MALATTIE NON INFETTIVE
Compiti del medico
a. Valutare l’andamento della mortalità, della morbosità, dei
determinanti di salute, dei fattori e delle condizioni di rischio
sull’ambito della sua specifica attività
b. Formulare ipotesi eziologiche sulla base della propria esperienza
professionale
c. Identificare i soggetti a rischio tra i propri assistiti e pianificare
gli accertamenti opportuni
d. Sensibilizzare i soggetti a rischio per la rimozione dei fattori
individuali.
e. Partecipare agli interventi per il controllo dei fattori e delle
condizioni di rischio
f. Contribuire alla valutazione dell’efficacia degli interventi
sanitari, dei percorsi diagnostici, terapeutici e delle strutture
sanitarie
g. Contribuire alla produzione di dati epidemiologici attendibili
86
Compiti professionali del medico di
medicina generale nella rilevazione dei
dati epidemiologici
a. Compilare i moduli di rilevazione dei dati
per le statistiche sanitarie correnti
1. Scheda di morte nel 1° anno di vita per maschio
2. Scheda di morte oltre il 1° anno di vita per maschio
3. Scheda di morte nel 1° anno di vita per femmina
4. Scheda di morte oltre il 1° anno di vita per femmina
5. Scheda di nascita per maschio
6. Scheda di nascita per femmina
7. Denuncia per aborto
8. Scheda di denuncia obbligatoria di Malattie Infettive e
Diffusive. 87
Compiti professionali del medico di
medicina generale nella rilevazione dei
dati epidemiologici
b. Partecipare a programmi e\o a inchieste
epidemiologiche “ad hoc”.
c. Partecipare alla rilevazione dei dati per i
registri di popolazione per patologie.
88
FATTORI DI
SALUTE
Persona
91
Sistema socio-culturale
Educazione pratica Norme e stile di vita soddisfacenti
della salute
Ambiente sociale Integrazione sociale; relazioni
interpersonali stabili
Organizzazione e Disponibilità di lavoro; clima
sistema di lavoro lavorativo positivo; soddisfazione
professionale; assenza di fattori nocivi
Servizi sanitari, Servizi sanitari e sociali
scuole e istituzioni qualitativamente e quantitativamente
sociali adeguati ed accessibili
Struttura socio- Adeguate risorse materiali; sicurezza
economica sociale 92
Ambiente di vita
SOSTANZE INQUINANTI
RUMORE
RADIAZIONI IONIZZANTI
RADIAZIONI NON IONIZZANTI
96
INQUINAMENTO
ATMOSFERICO
Composizione percentuale media delle sostanze
normalmente presenti nell 'aria atmosferica.
-AZOTO 78,03
- OSSIGENO 21,00
- ARGON 0,93
- ANIDRIDE CARBONICA 0,03
- IDROGENO 0,001
-NEON, ELIO, KRYPTON, XENON 0,002
97
Definizioni di inquinamento
atmosferico
1. PRESENZA DI SOSTANZE ESTRANEE ALLA NORMALE
COMPOSIZIONE DELL 'ARIA ATMOSFERICA
2. OGNI MODIFICAZIONE DELLA NORMALE COMPOSIZIONE O
STATO FISICO DELL'ARIA ATMOSFERICA, DOVUTA ALLA
PRESENZA NELLA STESSA DI UNO 0 PIÙ SOSTANZE IN
QUANTITÀ E CON CARATTERISTICHE TALI DA ALTERARE LE
NORMALI CONDIZIONI AMBIENTALI E DI SALUBRITÀ
DELL'ARIA; DA COSTITUIRE PERICOLO OVVERO PREGIUDIZIO
DIRETTO O INDIRETTO PER LA SALUTE DELL'UOMO; DA
COMPROMETTERE LE ATTIVITÀ RICREATIVE E GLI ALTRI USI
LEGITTIMI DELL'AMBIENTE; DA ALTERARE LE RISORSE
BIOLOGICHE E GLI ECOSISTEMI ED I BENI MATERIALI
PUBBLICI E PRIVATI (ART. 2 DPR 25.5.88 N. 203)
98
Classificazioni
1. NATURA DELL'INQUINAMENTO
• INQUINAMENTO PRIMARIO
• INQUINAMENTO SECONDARIO
2. FONTI INQUINANTI
• INQUINAMENTO DI FONDO
• INQUINAMENTO SPECIFICO
99
Effetti sulla salute. Azione irritante,
tossica, mutagena e cancerogena
degli inquinanti atmosferici
1. PIOMBO: IL PIOMBO TETRAETILE, PRESENTE NELLA BENZINA CHE
EVAPORA, PER LA SUA ELEVATA LIPOSOLUBILITÀ, E' PIÙ
NEUROTOSSICO DEGLI OSSIDI DI PIOMBO: OLTRE AI DANNI SUL
SISTEMA NERVOSO PERIFERICO (POLINEUROPATIA DA PIOMBO)
DETERMINA ANCHE EFFETTI SUL SNC: SCLEROSI LATERALE
AMIOTROFICA, OLIGOFRENIE, ALTERAZIONE DEL METABOLISMO
DELLA DOPAMINA, DECADIMENTO MENTALE.
2. COV: I COMPOSTI ORGANICI VOLATILI SONO RISULTATI
PARTICOLARMENTE TOSSICI PER IL SNC.
3. SO2: PRODUZIONE DI PIOGGE ACIDE ED EFFETTI SULL’APPARATO
RESPIRATORIO (ENFISEMA POLMONARE, BRONCHITE CRONICA,
ASMA).
4. IAP E ALTRE SOSTANZE IN ALCUNE AREE IL 2-3%
DELL'INCIDENZA DEI TUMORI VIENE ATTRIBUITA
ALL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO.
5. AMIANTO: FIBROSI DEL POLMONE, CANCRO DEL POLMONE,
MESOTELIOMA DELLA PLEURA.
6. OSSIDO DI CARBONIO: PRODUZIONE DI CARBOSSIEMOGLOBINA
100
ACQUA POTABILE
DEFINIZIONE :
Acqua gradevole, Innocua, Usabile
GRADEVOLE :
LIMPIDA,
INODORE
INCOLORE
INSAPORE
INNOCUA : ASSENZA DI
RISCHIO TOSSICO
RISCHIO INFETTIVO
RISCHIO MUTAGENO
USABILE :
POSSIBILE UTILIZZAZIONE PER GLI USI DOMESTICI E
PRODUTTIVI
101
ALCUNI FATTORI CHE POSSONO DETERMINARE
CONDIZIONI DI NON POTABILITÀ DI UN’ACQUA
1. CARATTERI ORGANOLETTICI
PRESENZA DI VEGETALI, TORBA, METALLI (FE, MN),
DETERGENTI >1 MG/L → ACQUE TORBIDE
PRESENZA DI OSSIDI DI ALCUNI METALLI (FE → COLORE
ROSSASTRO; MG → COLORE BRUNO - NERASTRO)
PRESENZA DI SALI FERROSI→ SAPORE METALLICO), DI C02 →
SAPOREACIDULO, SALI DI CALCIO E MAGNESIO IN ECCESSO→
SAPORE FERROSO, SODIO (>150 MG/L) → SAPORE DI LISCIVIA
PRESENZA DI H2S→ SAPORE E ODORE SGRADEVOLI
PRESENZA DI FENOLI E CLORODERIVATI → SAPORI E ODORI
SGRADEVOLI
2. RISCHIO INFETTIVO
PRESENZA DI SOSTANZE CHIMICHE DERIVANTI DALLA
DEGRADAZIONE DI SOSTANZE ORGANICHE
CARICA MICROBICA IN ECCESSO
PRESENZA DI BATTERI INDICI DI CONTAMINAZIONE FECALE
102
3. Rischio tossico e mutageno
PRESENZA DI ARSENICO, CADMIO, NICKEL,
IDROCARBURI AROMATICI POLICICLICI
DISERBANTI (ATRAZINA, BENTAZONE)
ANTIPARASSITARI (CAPTAFAL, CAPTAN)
TRIALOMETANI (CLOROFORMIO,
BROMOFORMIO, BROMO, DICLOROMETANO,
DIBROMOCLOROMETANO) : MUTAGENI
CARCINOGENI
PRESENZA DI PIOMBO, ARGENTO, BARIO,
CIANURI, MERCURIO, ANTIPARASSITARI
ORGANOFOSFORICI, ALCUNI COMPOSTI
CLORURATI VOLATILI (TRICLOROETILENE,
TETRACLOROETILENE, TETRACLORURO DI
CARBONIO VINILCLORURO, DICLOROMETANO,
1.1DICLO-ROETANO ): TOSSICI
4. Usabilità
DUREZZA TOTALE <15 E > 50°F
DUREZZA TEMPORANEA > 18°F 103
LIVELLI DI COHB NEL SANGUE
DI FUMATORI
CATEGORIE DI FUMATORE LIVELLO MEDIO DI EQUILIBRIO NEL
SANGUE DI COHB (%)
MAI FUMATO 1,3
EX FUMATORE 1,4
FUMATORE SOLO DI PIPA E/O SIGARO 1,7
LEGGERO FUMATORE DI SIGARETTE 2,3
(1/2 PACCHETTO O MENO AL
GIORNO) NO ASP.
LEGGGERO FUMATORE DI SIGARETTE 3,8
(1/2 PACCHETTO 0 MENO AL
GIORNO) ASP
MODERATO FUMATORE DI SIGARETTE 5,9
(1/2 - 2 PACCHETTI AL GIORNO)
ASP.
FORTE FUMATORE DI SIGARETTE (2 O 6,9
PIU' PACCHETTI LA GIORNO) ASP.
104
PROFILASSI AMBIENTALE
DELLE MALATTIE
INFETTIVE
DISINFEZIONE
Consiste nella distruzione dei microrganismi patogeni in un
determinato ambiente
Disinfezione continua: viene effettuata quando l’individuo
malato può rappresentare una sorgente continua di infezione
Disinfezione estemporanea: viene effettuata quando si verifica
un caso di malattia infettiva in un edificio pubblico (ad es.
meningite cerebrospinale in una classe).
Disinfezione finale: consiste in una bonifica dell’ambiente nel
quale ha soggiornato il malato. Ha particolare significato per
malattie come tubercolosi, scarlattina, tifo addominale, etc. , cioè
per quei germi o virus notevolmente resistenti.
Disinfezione periodica: viene: eseguita con regolarità a
determinate scadenze in luoghi nei quali si presume si possano
trovare patogeni provenienti da malati o portatori (es. caserme)
106
Mezzi utilizzati nella disinfezione
Mezzi fisici:
Calore secco
Ebolizione
Mezzi chimici:
Cloro e cloroderivati
Alcool etilico e isopropilico
Aldeide fomica
107
STERILIZZAZIONE
Rappresenta l’intervento di bonifica più radicale, in quanto
rivolto ad uccidere in un determinato ambiente o
materiale , qualsiasi forma vivente. E’ rivolto dunque
non solo contro i microrganismi patogeni in forma
vegetativa o sporale ma anche i saprofiti e i
macroorganismi. Per queste caratteristiche la
sterilizzazione è particolarmente indicata per i materiali
e gli strumenti chirurgici, i farmaci che devono essere
iniettati e i rifiuti infetti che devono essere eliminati.
108
Mezzi utilizzati nella sterilizzazione
Mezzi fisici:
Calore
Radiazioni ionizzanti
Radiazioni ultraviolette
Mezzi chimici:
Ossido di etilene
Aldeide glutarica
Mezzi meccanici:
Fitrazione
109
Sterilizzazione con calore
Incenerimento
Flambaggio
Calore secco
Ebollizione
Vapore fluente
Vapore sotto pressione
110
Disinfestazione
In senso stretto ha lo scopo di eliminare dei
vettori (es. zecche, zanzara Anopheles, etc.) e
veicoli aniamti (es. mosche)
Disinfestazioni integrali: usate in particolari
ambienti con lo scopo di uccidere tutti gli
organismi viventi.
Disinfestazioni specifiche: usate in particolari
ambienti con lo scopo di uccidere specifici
vettori o veicoli animati (es. ratti, insetti, etc.)
111
PREVENZIONE DIRETTA
DELLE MALATTIE INFETTIVE
Notifica
Accertamento diagnostico
Inchiesta epidemiologica
Misure contumaciali
Disinfezione/disinfetazione
112
Misure contumaciali
Possono riguardare oltre l’individuo malato o portatore
anche i contatti e i conviventi.
Isolamento: Consiste nella separazione da tutte le altre
persone ad eccezione del personale assistenziale
Contumacia: Obbligo di rimanere in un luogo ed
osservare le norme igieniche, senza limiti nei contatti.
Sorveglianza sanitaria: Obbligo di farsi controllare
periodicamente dall’Autorità Sanitaria senza limitazione
della libertà personale.
113
PREVENZIONE
SECONDARIA
Screening
Insieme di tests, esami e altre procedure mediche
tendenti ad identificare precocemente una malattia
in fase asintomatica o una condizione di rischio
Una campagna di screening viene effettuata
soltanto dopo averne dimostrata l’efficacia in
termini di riduzione della mortalità tramite
interventi terapeutici risolutivi
Studi di efficacia:
Prospettici randomizzati
Descrittivi
Retrospettivi (studi caso controllo) 115
Prevenzione specifica
Chemioprofilassi:
Somministrazione di chemioterapici, sulfamidici,
antibiotici per la prevenzione delle malattie infettiva
quando non siano disponibili vaccini o/e
immunoglobuline specifiche.
Immunoprofilassi:
Vaccino profilassi: somministrazione di antigeni capaci di
indurre una risposta immunitaria umorale e/o cellulare
efficace in individui recettivi
Sieroprofilassi: somministrazione di γ-globuline.
116
VACCINI
117
VACCINO HAEMOPHILUS
INFLUENZAE b CONIUGATO AL
TOSSOIDE TETANICO
E’ UN VACCINO LIOFILIZZATO CONTENETE
IL POLISACCARIDE CAPSULARE
(POLIRIBOSIL-RIBITOLO-FOSFATO) DELL’
HAEMOPHILUS INFLUENZAE DI TIPO B
CONIUGATO AL TOSSOIDE TETANICO.
IMMUNIZZAZIONE ATTIVA CONTRO
MALATTIE INVASIVE CAUSATE DA
HAEMOPHILUS INFLUENZAE DI TIPO B
(MENINGITE, POLMONITE, EPIGLOTTIDE,
OTITE, ARTRITE, SEPSI, CELLULITE ETC.).
118
VACCINO INATTIVATO
ANTIEPATITE A
119
VACCINO antiDIFTERICO,
antiTETANICO, antiPERTOSSICO
(ACELLULARE), antiPOLIOMELITICO
INATTIVATO ED anti HAEMPHILUS
INFLUENZAE TIPO B CONIUGATO
ANATOSSINA TETANICA, ANATOSSINA
DIFTERICA, VACCINO PERTOSSICO ACELLULARE
(ANATOSSINA PERTOSSICA, EMOAGLUTININA
FILAMENTOSA, PROTEINA DI MEMBRANA
ESTERNA), VIRUS POLIOMELITICI INATTIVATI
(TIPO 1, TIPO2, TIPO3) POLISACCARIDE
CAPSULARE DELL’ HAEMOPHILUS INFLUENZAE
DI TIPO B CONIUGATO CON IL TOSSOIDE
TETANCO. 120
Vaccino combinato antiepatite A –
antiepatite B
E’ UN VACCINO COMBINATO OTTENUTO MEDIANTE
MISCELAZIONE DI PREPARAZIONI SFUSE DEL VIRUS
PURIFICATO E INATTIVATO DELL’EPATITE A E
DELL’ANTIGENE DI SUPERFICIE PURIFICATO
DELL’EPATITE B (HBSAG) SEPARATAMENTE
ADSORBITI SU IDROSSIDO DI ALLUMINIO E FOSFATO
DI ALLUMINIO. IL VIRUS HA È COLTIVATO IN
CELLULE DIPLOIDI MANE.
L’HBSAG È PRODOTTO PER COLTURA, SU TERRENO
SELETTIVO DI CELLULE DI LIEVITO
GENETICAMENTE MODIFICATE.
121
Vaccino antitetanico e antidfterico
È UN VACCINO CONTENENTE
ANATOSSINE DIFTERICHE E
TETANICHE, OTTENUTO ATTRAVERSO
L’INATTIVAZIONE DELLE TOSSINE DEL
CORYNEBACTERIUM DIPHTHERIAE E
CLOSTIDIUM TETANI CON
FORMALDEIDE E SUCCESSIVO
ADSORBIMENTO SU IDROSSIDO DI
ALLUMINIO
122
Vaccino antivaricella
È UN PREPARATO LIOFILIZZATO DI
VIRUS DELLA VARICELLA VIVI E
ATTENUATI
123
VACCINO ANTIMORBILLO,
ANTIPAROTITE, ANTIROSOLIA
È UNA PREPARAZIONE LIOFILIZZATA
DALLA MISCELA DI VIRUS ATTENUATI
DEL MORBILLO, DELLA PAROTITE E
DELLA ROSOLIA
124
VACCINO COMBINATO
ANTIDFTERICO, ATITETANICO,
ANTIPERTOSSICO ACELLULARE E
ANTIEPATITE B DA DNA
RICOMBINANTE
È UN VACCINO COMBINATO
ANTIDFTERICO, ATITETANICO,
ANTIPERTOSSICO ACELLULARE E
ANTIEPATITE B DA DNA
RICOMBINANTE
125
SISTEMI SANITARI
9 Sistema Privatistico
9 Sistema Assicurativo
9 Sistema Sanitario Nazionale
126
Sistema Privatistico
127
Sistema Assicurativo
128
Sistema Sanitario Nazionale
129
Costituzione Italiana
Articolo 32
130
Principi fondamentali cui si ispira la
833/78 :
131
Struttura del SSN
LIVELLO CENTRALE
LIVELLO REGIONALE
132
LIVELLO CENTRALE
COMPETENZE:
• Normativa
• Programmazione Nazionale
• Indirizzo tecnico-funzionale
ORGANI DI GOVERNO:
o Parlamento
o Governo
ORGANI TECNICO-CONSULTIVI
Conferenza Stato-Regioni
Consiglio Superiore di Sanità
Istituto Superiore di Sanità
Istituto Sup. per la Prevenzione e la sicurezza del Lavoro
(ISPESL) 133
Piano Sanitario Nazionale
134
Il piano sanitario nazionale indica:
136
Consiglio Superiore di Sanità
137
Istituto Superiore di Sanità
138
Per quanto attiene alle funzioni di controllo l’I.S.S:
140
LIVELLO REGIONALE
COMPETENZE:
• Normativa Regionale
•Amministrazione
• Programmazione Regionale
• Indirizzo tecnico-funzionale
ORGANI DI GOVERNO:
o Consiglio Regionale
o Giunta Regionale
ORGANI TECNICO-CONSULTIVI:
Consiglio Tecnico regionale della Sanità
Istituto Zooprofilattico Sperimentale
ORGANI DI GESTIONE:
Aziende Ospedaliere ( AO )
141
Aziende Sanitarie Locali ( ASL )
Piano Sanitario Regionale
142
Piano attuativo locale
143
Aziende Ospedaliere
144
Aziende Sanitarie Locali
145
Struttura Organizzativa di una ASL
DIREZIONE STRATEGICA
DIRETTORE GENERALE
Direttore Sanitario
Direttore Amministrativo
Area di Staff
146
Struttura Organizzativa dell’Azienda
Ospedaliera
DIREZIONE STRATEGICA
DIRETTORE GENERALE
DIRETTORE AMMINISTRATIVO
Dipartimenti Ospedalieri
Strutture Complesse
147
Distretto
148
Organizzazione del Distretto
149
Il Distretto
Attività:
Assistenza specialistica ambulatoriale;
Attività o servizi per la prevenzione e la cura delle tossicodipendenze;
Attività o servizi consultoriali per la tutela della salute dell’infanzia,
della donna e della famiglia;
Attività o servizi rivolti ai disabili ed anziani;
Attività o servizi di assistenza domiciliare integrata;
Attività o servizi per le patologie da HIV e per le patologie in fase
terminale.
9 la sanità animale
9 il controllo di salubrità e qualità degli alimenti di origine animale
9 l’igiene degli allevamenti
9 il corretto rapporto tra insediamenti umani, animali ed ambiente
152
Funzioni della
ORGANIZZAZIONE
MONDIALE DELLA
SANITA’
Profilassi internazionale contro le malattie epidemiche ed
aiuti ai paesi sotto tutela
Elaborazione delle statistiche della morbosità e della
mortalità
Nomenclatura internazionale delle malattie e delle cause di
morte
Standardizzazione dei prodotti biologici, farmaceutici,
alimentari e dei metodi di accertamento diagnostico
Igiene ambientale