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ROMA
SOCIETÀ DALMATA DI STORIA PATRIA
2023
SOCIETÀ DALMATA DI STORIA PATRIA
fondata a Zara nel 1926
Stato da mar
Collana della Società Dalmata di Storia Patria
5
© 2023 Società Dalmata di Storia Patria Roma, La Musa Talia editrice Venezia
ISBN 979-12-80384-065
Katerina Β. Korrè
Title. Uomini d’ arme, cavalli da guerra. The Apparatus of Medieval Venetian Chi-
valry within the Military Policy of the Serenissima. Dimensions and thoughts
Τίτλος. Άνθρωποι των όπλων, πολεμικά άλογα. Το σώμα του μεσαιωνικού
βενετικού ιππικού στο πλαίσιο της στρατιωτικής πολιτικής της Γαληνοτάτης.
Διαστάσεις και προβληματισμοί
Riassunto
Macchina da guerra per accellenza, i cavalli erano l’infrastruttura fondamentale del
corpo militare che la Serenissima doveva fornire, sia che si preparasse alla guerra
sia che mantenesse il suo potere deterrente. Fin dall’inizio, trovare un cavallo da
guerra si è rivelato un processo difficile. La presentazione esamina le componenti
significative del mercato dei cavalli da guerra, i loro percorsi di trasporto verso il
centro oppure verso i possedimenti veneziani di Levante, l’onere finanziario per
acquisirli e mantenerli e le modalità per affrontare i problemi sorti. Il corpus di
regolamenti, leggi e direttive veneziane volte a regolare le questioni fondamentali
riguardanti i cavalli da guerra di tutte le categorie, costituisce una preziosa base
di dati che ci fornisce informazioni non solo sullo stato dell’esercito ma anche
sulla politica economica di Venezia, l’ideologia e di per sé il funzionamento delle
istituzioni.
126 KATERINA B. KORRÈ
Abstract
Par excellence a war machine, horses were the basic infrastructure of the army
that the Serenissima had to provide, whether preparing for war or maintaining
its deterrent power. From the very beginning, finding a war horse proved to be
a difficult process. The presentation focuses at the key components of the war
horse market, their transport paths to the Venetian center or towards the Venetian
possessions in the Levant, the financial burden of acquiring and maintaining them,
and the arrangements made in order to address the problems that arose. The body
of the Venetian regulations, laws and directives aimed at regulating the basic
issues concerning war horses of all categories, constitutes a valuable database
that provides us with information not only on the state of the army but also on the
economic policy of Venice, the ideology and the very functioning of the institutions.
Περίληψη:
Κατεξοχήν πολεμική μηχανή, τα άλογα αποτελούσαν τη βασική υποδομή
του στρατιωτικού σώματος που η Γαληνότατη έπρεπε να εξασφαλίσει, είτε
προετοιμαζόταν για πόλεμο είτε για να διατηρήσει την αποτρεπτική της ισχύ. Η
αναζήτηση πολεμικού αλόγου αποδείχθηκε από νωρίς μια δύσκολη διαδικασία. Η
παρουσίαση αναζητά τις βασικές συνιστώσες της αγοράς πολεμικών αλόγων, τα
μονοπάτια μεταφοράς τους στο βενετικό κέντρο ή στις κτήσεις, τη δημοσιονομική
επιβάρυνση της απόκτησης αλλά και της διατήρησής τους και τις ρυθμίσεις
προκειμένου να αντιμετωπιστούν τα προβλήματα που ανέκυπταν. Το σώμα των
βενετικών ρυθμίσεων, νομοθετημάτων και οδηγιών που αποσκοπούσε στη ρύθμιση
των βασικών ζητημάτων σχετικά με τα άλογα του πολέμου όλων των κατηγοριών,
συνιστά μια πολύτιμη βάση τεκμηρίων που μας παρέχει πληροφορίες όχι μόνο
για την κατάσταση του στρατεύματος αλλά και για την οικονομική πολιτική της
Βενετίας, την ιδεολογία και αυτή καθαυτή τη λειτουργία των θεσμών.
1
Lo sviluppo e gli usi militari dei cavalli da guerra sono stati studiati intensamente
dagli storici. Dalla ricca bibliografia, citiamo, in modo indicativo, i manuali di Jean Flori,
Cavallieri e cavalleria del Medioevo, Torino, Einaudi, 1999 e di Franco cardini, Alle ra-
dici della cavalleria medievale, Firenze, La Nuova Italia, 1981. Inoltre, ralph h. c. davis,
The Medieval Warhorse: Origin, Development, and Redevelopment, London, Thames and
Hudson, 1989; robert-henri bautier - anne Marie bautier, Contribution à l’histoire du
cheval au moyen âge : L’élevage du cheval, Paris, Bibliothèque nationale, 1980; Matthew
bennett, The Medieval Warhorse Reconsidered, in Medieval Knighthood 5 [= Papers from
the Sixth Strawberry Hill Conference], a cura di Stephen Church e Ruth Harvey, Woodbrid-
ge, Boydell, 1995, pp. 19-40; Le cheval, animal de guerre et de loisir dans l’Antiquité et au
Moyen Âge: actes des journées d’étude internationales organisées par l’UMR 7044 (Stra-
sbourg, 6-7 novembre 2009), a cura di Stavros Lazaris - Cécile Morrisson, Étude des civi-
lisations de l’Antiquité, Turnhout, Brepols, 2012; andrew ayton, Knights and Warhorses:
Military Service and the English Aristocracy Under Edward III, Woodbridge, Boydell &
Brewer, 1999. In particolare per le fonti bizantine e latine, l’opera di ann hyland, The
Medieval Warhorse: From Byzantium to the Crusades, London, Grange Books, 1994; sulle
tecniche di allevamento e il commercio di cavalli nel medioevo rispetto a quelli degli arabi,
l’opera di charles Gladitz, Horse Breeding in the Medieval World, Dublino - Portland,
Four Courts Press, 1997; il volume collettivo Medieval Warfare 1000-1300, a cura di John
France, N. York, Routledge, 2016. Uno studio sistematico dell’intera gamma di prove arche-
ologiche per i cavalli da guerra da Inghilterra medievale, in carly aMeen, Gary p. baKer,
helene benKert et al., Interdisciplinary Approaches to the Medieval Warhorse, «Cheiron:
The International Journal of Equine and Equestrian History», 1 (issue 1) (2021), pp.100-119.
L’unico trattato sopravvissuto sull’equitazione medievale è pubblicato da JeFFrey l. For-
GenG, The Book of Horsemanship by Duarte I of Portugal, Woodbridge, Boydell & Brewer,
2016. Sul sincretismo cavalleresco, lo studio di Flori costituisce ancora un’introduzione si-
gnificatiba: Jean Flori, Croisade et chevalerie, XIe-XIIe siècles, Bruxelles, De Boeck, 1998
(Bibliothèque du Moyen Âge, 12) sopratutto il capitolo Chevalerie chrétienne et cavalerie
musulmane. Deux conceptions du combat chevaleresque vers 1100, pp. 389-405; ancora,
lo studio di Francesco barbarani, Dai cavalieri della steppa alla cavalleria medievale,
«Economia e Storia», 3 (2ª s.) (1982), pp. 388-408. Un’estesa bibliografia sull’argomento in
everett u. crosby, Medieval Warfare: A Bibliographical Guide, N. York, Garland, 2000,
pp. 81-83.
128 KATERINA B. KORRÈ
2
antonio cosci, L’Italia durante le preponderanze straniere, Milano, F. Vallardi, 1875,
p. 101.
3
Michael e. Mallett, L’organizzazione militare di Venezia nel’400, Roma, Jouvence,
1989, pp. 90, 96-98; ideM, Signori e mercenary. La Guerra nell’Italia del Rinascimento,
Bologna, Il Mulino, 1983, pp. 117-119.
4
Marin sanudo, La spedizione di Carlo VIII in Italia, Venezia, Marco Visentini, 1873,
pp. 313-314; Marin sanudo il Giovane, Le vite dei dogi (1474-1494), vol. I, Padova, Ante-
nore, 1989, pp. 300-301, 306, 311-312, 314. Per l’origine e il funzionamento militare degli
stradioti vedi la tesi di dottorato inedita di Katerina b. Korrè, Stradioti, mercenaries of
Venice: military and social role (XV-XVI centuries), Dipartimento di Storia, Università dello
Ionio, Corfu 2018 [disponibile nel sito https://phdtheses.ekt.gr/eadd/handle/10442/42539].
5
venezia, Archivio di Stato [d’ora in poi ASVe], Senato Terra, reg. 12, cc. 142v-143r
(30 maggio 1496); M. Mallett, L’Organizzazione militare di Venezia nel’400, p. 98, n. 31.
UOMINI D’ARME, CAVALLI DA GUERRA 129
cio di una spedizione faceva lievitare i prezzi delle cavalcature alle fiere
di cavalli, specialmente in quei mercati che fornivano le città italiane di
bestie di grande valore provenienti dalla Spagna e dalla Puglia 6, tutta-
via la domanda per questi animali rimaneva costante anche in tempo di
pace. Dopotutto, il mantenimento di certi animali era un impegno dei
feudati; per esempio, nel 1222 Venezia aveva imposto a ogni cavaliere
cretese avente una militia integra di mantenere un cavallo d’arme del
valore d’almeno 75 lire veneziane, due cavalcature (di solito, ronzini) e
due scudieri e, a quelli che disponevano di una media militia, un cavallo
del valore d’almeno 50 lire veneziane più una cavalcatura per uno scu-
diero 7. Per una società profondamente conservatrice come quella vene-
ziana, tale obbligo non venne mai stato revocato, anche se fu aggiornato
all’inizio del XVI secolo 8.
Quindi, tra i diversi cavalli da guerra acquistati per l’uso dell’e-
sercito, i cavalli grossi – detti anche destrieri oppure cavalli da guerra
stricto sensu e più tardi, capi di lanza – veri e propri discendenti dei
muscolosi equi magni del Doomsday book, continuavano a godere di
grande prestigio nel tardo Medioevo veneziano perché erano di utilità
sostanziale nei campi di battaglia 9. I cavalli grossi erano molto costosi
6
Vi erano comissari ad equos in numerose città italiane come Firenze e Siena ma anche
nella Francia medievale; cfr. J. Flori, Cavalieri e cavalleria del Medioevo, pp. 109-110.
7
Urkunden zur älteren Handels- und Staatsgeschichte der Republik Venedig, II: 1202-
1255, a cura di Gottlieb L. F. Tafel e Georg M. Thomas, Vienna, Kaiserlich-Königlichen
Hof-, 1856, p. 34, no 263; philippe contaMine, La Guerra nel Medioevo, Bologna, Il Mulino,
1986, pp. 143-144. Tale obbligo esisteva però già prima del 1219, come testimonia il man-
dato del doge Pietro Ziani; cfr. carlo antonio Marin, Storia civile e politica del commercio
de’ Veneziani, vol. IV, Venezia, [Ed. dell’autore], 1800, p. 224.
8
Nella concessione del 1211 ogni miles doveva provvedersi di un cavallo da guerra e
di armamento pesante facendosi seguire da due scudieri con le rispettive cavalcature; gli
stessi obblighi rimangono validi nel 1222 allorché viene stabilito anche il valore minimo di
ogni cavallo; Urkunden zur älteren Handels- und Staatsgeschichte der Republik Venedig, II:
1202-1255, doc. 229, 230, 263. Nel 1252 si precisa che il cavallo, di età non inferiore ai tre
anni, deve essere munito di corazza; il titolare di ogni milizia è tenuto a farsi accompagnare
da un socius buono e conveniente e da un sergente il quale sarà ben armato di ferro; tutti co-
storo, compresi fra i venti e i cinquant’anni, devono possedere e saper manovrare la balestra;
ibidem, doc. 322.
9
Dati sull’identificazione del destriero con il «cavallo grosso da combattimento o da
torneo», vedi in C. Gladitz, Horse Breeding in the Medieval World, p. 165. Ιl Doomsday
book, il famoso manoscritto dell’ΧΙ secolo, raccoglie i risultati di un grande censimento del
1086 riguardante la maggior parte dell’Inghilterra e parte del Galles che si svolse per ordine
di Guglielmo il conquistatore. È una fonte primaria di enorme importanza per le informazio-
ni che ci trasmette riguardo alla storia economica, sociale e politica medievale. Nel registro
130 KATERINA B. KORRÈ
viene valutata l’estensione del terreno arabile e sono elencati tutti le fonti di reddito (prati,
boschi e pascoli, peschiere, mulini ad acqua, saline) organizzate per contea e, all’interno
di ciascuna contea, per proprietario terriero; i lavoratori annessi vengono enumerati nelle
loro diverse categorie. Inoltre, vengono registrati i vassalli direttamente dipendenti dal re
in ordine d’importanza (aristocrats), i funzionari minori (servientes) e i funzionari di corte
(thegn: “persone impegnate nel servizio del re”) che possedevano terreni e animali. I primi
di queste categorie sociali possedevano costosi cavalli da guerra, dextrarii or equi magni,
molto significativi dal punto di vista militare; gli altri avevano cavalli di minore importsnza
ma erano presi in considerazione in senso fiscale. I cavalli venivano iscritti nel registro come
possedimenti il cui valore potenziale era stimato con accuratezza; sono inclusi persino det-
tagli della loro vendita al mercato. Tuttavia, la maggior parte delle volte venivano registrati
per lo più runcini, cavalli tenuti principalmente a scopo agricolo; cfr. Frederic w. Maitland,
The Project Gutenberg eBook, Domesday Book and Beyond, London, Cambridge Univer-
sity Press Warehouse/Stevens and Sons, Ltd., 1907, passim [fonte: https://www.gutenberg.
org/files/43255/43255-h/43255-h.htm#Page_442 (consultato il 12 luglio 2022)]; C. Gladitz,
Horse Breeding in the Medieval World, p. 158.
10
Ibidem, p. 160. L’introduzione del destriero come il nuovo cavallo da guerra, più ro-
busto e muscoloso, fu opera dei Franchi di fronte all’attaco arabo all’Europa nel VII secolo.
Sulla loro riproduzione e il loro discedente diretto nel XIV secolo, vedi GeoFFrey parKer,
La revoluzione militare, Bologna, Il Mulino, 1999, pp. 120-121.
11
J. Flori, Cavalieri e cavalleria del Medioevo, p. 109.
12
Jean-claude Maire-viGueur, Cavaliers et citoyens: guerre, conflits et société dans
l’Italie communale, XIIe-XIIIe siècles, Paris, Éd. de l’École des Hautes Études en Sciences
Sociales, 2003, pp. 88-89.
13
G. parker, La revoluzione militare, p. 67.
UOMINI D’ARME, CAVALLI DA GUERRA 131
14
L’Archivio del regno angioino di Sicilia, un regno archetipo per lo studio delle istitu-
zioni feudali medievali, fu distrutto dai tedeschi nel 1944. Tuttavia, numerosi fonti furono
pubblicate frammentariamente dagli studiosi nel XIX e XX secolo, quindi siamo in grado di
avere in mano materiale molto importante, tra l’altro, anche per il commercio di cavalli da
guerra con l’oriente dei Crociati; cfr. H. E. J. cowdrey, Transportation of horses by sea du-
ring the era of the Crusades, in Medieval Warfare 1000-1300, a cura di John France, N.York,
Routledge, 2016, p. 551.
15
Per un esempio, vedi ASVe, Senato, Deliberazioni, Terra, filza 17, doc. senza numera-
zione, agosto 1553.
16
ASVe, Collegio, Relazioni, busta 70, Relatio di Sebastian Barbarigo, provveditor della
cavallaria di Dalmatia, senza numerazione, anno 1590. Vedi in particolare, K. B. Korrè,
Stradioti, mercenaries of Venice, p. 332. Sulla mostra generale della cavalleria feudale nei
possedimenti veneziani dello Stato da Mar e sopratutto in Candia e Cipro e le questioni
relative, cfr. Gilles Grivaud - aspasia papadaKi, L’institution de la mostra generale de la
cavalerie feodale en Crete et en Chypre venitiennes durant le XVI siècle, «Studi Veneziani»,
12 N.S. (1986), pp. 171-173.
132 KATERINA B. KORRÈ
17
Un esempio di questo equivoco vedi spiegato in K. B. Korrè, Stradioti, mercenaries of
Venice, p. 458 nota 1567.
18
C. Gladitz, Horse Breeding in the Medieval World, p. 165.
19
Sui comissari ad equos vedi la nota 4.
20
ASVe, Senato, Materie Miste Notabili, filza 66, senza numerazione, Lettere di rettori
di Terraferma dell’anno 1616, Relazione Descrittione delli cavalli che s’attrovano in Bassan
borghi et territorio con li nomi delli patroni d’essi.
21
Questo sistema di classificazione dei colori del mantello è ancora oggi importante per
l’identificazione del cavallo. Infatti è stata sviluppata una terminologia speciale per catego-
rie di colori, caratteristiche speciali e altre sottigliezze che non possono essere chiaramente
UOMINI D’ARME, CAVALLI DA GUERRA 133
definite. Il sistema proviene probabilmente dalle tribù mongole, che l’hanno concepito per
rendere l’identificazione a distanza e in battaglia più facile; C. Gladitz, Horse Breeding in
the Medieval World, pp. 70-71; sasKia wutKe, norbert benecKe, edson sandoval-castel-
lanos et al., Spotted phenotypes in horses lost attractiveness in the Middle Ages, «Scientific
Reports» 6 (2016), disponibile nel sito https://www.nature.com/articles/srep38548#citeas
[no 38548 | DOI: 10.1038/srep38548].
Secondo il simbolismo religioso del Medioevo, ci sono quattro colori attribuiti ai principali
tipi di cavalli. Nella miniatura I quattro Cavalieri dell’Apocalisse nel manoscritto miniato
Comentarios al Apocalipsis, opera del monaco Beato di Santo Toribio de Liébana datata
1047, sono illustrati i quattro principali colori del mantello dei cavalli (in descrizione ver-
ticale): il “Cavaliere della Vittoria” ha un cavallo con mantello bianco oppure ricoperto da
macchie bianche; il “Cavaliere della Carestia” cavalca un cavallo nero; il “Cavaliere della
Morte”, un cavallo baio e il “Cavaliere della Guerra” un cavallo sauro (fig. 1, pag. seguente).
Questa copia fu commissionata dal re Ferdinando I di León nel 1047 ed eseguita dal monaco
Facundo a San Isidoro a León. Le sue 98 miniature in stile romanico con influenze mozara-
biche e nordafricane sono disposte in fasce orizzontali dai colori vivaci. Il testo ha goduto
di straordinaria popolarità per cinque secoli; antonio blázquez, Los manuscritos de los Co-
mentarios al Apocalipsis de S. Juan por S. Beato de Liébana, «Revista de Archivos, Biblio-
tecas y Museos» 14 (1906), pp. 257-273; S. wutKe, n. benecKe, e. sandoval-castellanos
et al., Spotted phenotypes in horses lost attractiveness in the Middle Ages, p. 5.
22
Diversi tipi di cavallo morello sono menzionati nelle relazioni: stornello, pollieca mo-
rella da tirar, cavaleta morella, capezza de moro; ASve, Senato, Materie Miste Notabili,
filza 66, Descrittione delli cavalli che s’attrovano in Bassan borghi et territorio con li nomi
delli patroni d’essi (1616).
23
Per esempio, il “cavallo del deserto” degli Arabi era noto per la sua velocità, resisten-
134 KATERINA B. KORRÈ
UOMINI D’ARME, CAVALLI DA GUERRA 135
[...] Ogni soldato della cavalleria ditto miles o milite o cavalliere, era obligato tene-
re un buon cavallo e un ronzino, scudo, corazza, lancia, spade, elmo, ecc. Doveva
avere in stipendio 9 ducati al mese. Il contestabile o capo di banda doveva tener
pur esso un buon cavallo e un ronzino e così il suo alfiere e trombetta e conseguiva
di stipendio 36 ducati al mese. Quindi, se la banda de’cavalli aveva il numero di
300, con questo raguagglio veniva a costare per ogni mese 10.800 ducati d’oro e
zecchini 129.600 in un anno. Vi si aggiunga che doveva per ciὸ il governo prove-
der il miliziano a cavallo di alloggio e di stalle, e doveva pagar per tutti i cavalli
che fossero morti in comissione secondo la stima, che da pubblici stimadori s’era
fatta di essi nell’accettare il servizio, e questi cavalli per patto non dovevano valere
meno di 25 fiorini d’oro ne più de 100 26.
25
C. A. Marin, Storia civile e politica del commercio de’Veneziani, p. 257.
26
Pacta stipendiariorum qui vadunt per diversas partes in servitium Communis et Do-
minationis Venetiarum, secolo XIV [Commemoriali, vol. IV, p. 249]; ibidem, pp. 257-258;
saMuele roManin, Storia documentata di Venezia, vol. III, Venezia, Naratovich, 1855, p.
339, nota 1.
27
Urkunden zur älteren Handels- und Staatsgeschichte der Republik Venedig, II: 1202-
1255, doc. 263, p. 263; 322, p. 473; 235 (anno 1213), p. 161; ibidem, vol. III, doc. 389 (4
aprile 1299), pp. 380-381.
UOMINI D’ARME, CAVALLI DA GUERRA 137
28
Per un conduttore di cavalli da Morea vedi ASve, Senato, Deliberazioni, Mar, filza 79,
doc. 25 novembre 1581; per i cavalli di Cipro vedi ibidem, Consilio dei X, Deliberazioni
Misti, filza 36, f. 8r (10 settembre 1515); per Spalato, vedi ibidem, Senato, Deliberazioni,
Mar, filza 122, doc. senza numerazione (16 febbraio 1593 m.v.); per l’Asia Minore vedi
ibidem, filza 70, doc. senza numerazione (16 novembre 1577). Per l’approvvigionamento
di cavalli negli stati non ottomani di Levante, cfr. elisabeth a. zachariadou, Trade and
Crusade: Venetian Crete and the Emirates of Menteshe and Aydin, 1300-1415, Venezia,
Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini di Venezia, 1983, pp. 165-166.
29
ASve, Consiglio dei X, Deliberazioni Misti, filza 32, cc. 275r-276r. Si veda una
rappresentazione molto interessante del mercato dei cavalli ottomani in una miniatura
veneziana dal XVI secolo (fig. 2); venezia, Archivio della Biblioteca del Museο Correr,
Miscellanea Codice Cicogna 1971, c. 30r. Una profonda descrizione della razza del cosidetto
“cavallo turcimano” oppure “cavallo turco” è nell’opera di pasquale caracciolo, La gloria
del cavallo, Venezia, Giunti, Gotti et Co., 1608, pp. 309-310.
30
ASve, Senato, Deliberazioni, Mar, filza 76, doc. senza numerazione (10 settembre 1580).
31
Il costo per acquistare dal mercato interno e trasportare 100 cavalli per le guardie in
Dalmazia ammontava a 2.400 ducati d’oro. Il provveditore Alvise Corner chiese di saldare
il debito a rate secondo una certa modalità; ASve, Consiglio dei X, Deliberazioni Comuni,
filza 19, c. 111r (anno 1535).
138 KATERINA B. KORRÈ
altrettanto abituale per la Dalmazia dalla fine del XVI secolo in poi, era
quella di importare i cavalli dalle regioni limitrofe sotto il dominio ot-
tomano e principalmente dal sangiaccato di Erzegovina. Tale provincia
ottomana era diventata il centro della compravendita di ronzini, con un
fiorente mercato sempre attivo finanche in periodi di guerra. Lo stes-
so discorso è valido per il possedimento ottomano del Peloponneso, da
dove la Serenissima si riforniva di «cavalli turchi», inviando addirittura
anche propri mercenari per concludere accordi di trasporto nelle terre
italiane e dalmate. Anzi, nel caso del Peloponneso, il numero dei cavalli
acquistati era enorme: nel 1514, su ordine del Senato al bailo veneziano
a Costantinopoli, si chiede di trovare 8-10.000 cavalli da guerra, di varie
categorie, da acquistare sul mercato della capitale ottomana, ma anche
in tutto l’Oriente 32. I cavalli turcimani – ma anche i cavalli ungheresi,
come seconda scelta – erano importati a ritmi più frequenti, soprattut-
32
Ibidem, Deliberazioni Misti, filza 32, cc. 275r-276r (anni 1514-1515).
UOMINI D’ARME, CAVALLI DA GUERRA 139
33
bertrandon de la brocquière, The travels of Bertrandon de la Broquière to Palestine,
and his return from Jerusalem overland to France during the years 1432 and 1433, Hafod,
Henderson, 1807, pp. 311-312.
34
ASVe, Senato, Deliberazioni, Mar, filza 29, doc. senza numerazione, 19 febbraio 1563 m.v.
35
La deliberazione riguarda Sebenico; ibidem, filza 70, doc. senza numerazione, 16
novembre 1577.
36
Così per un certo Zozi Balla da Budua; ibidem, filza 79, documento senza numerazione,
25 novembre 1581. Per il conduttore di cavalli in Istria vedi Ibidem, filza 75, documento
senza numerazione, 12 aprile 1580.
140 KATERINA B. KORRÈ
37
ASVe, Senato, Materie Miste Notabili, filza 63, doc. senza numerazione, dell’anno
1616, titolo Offerte per la guerra. Il conduttier di gente d’arme Zuanne Calerghi da Candia
si era offerto spontaneamente di rifornire lo stato veneziano con un certo numero di cavalli
dal Brazzo di Maina, insieme con suo fratello Michiel; ibidem, doc. senza numerazione, 25
agosto 1606.
38
Vedi supra.
39
ASVe, Senato, Deliberazioni, Terra, filza 23, doc. senza numerazione, 27 giugno 1556.
UOMINI D’ARME, CAVALLI DA GUERRA 141
40
Ibidem, reg. 15, cc. 123v (27 giugno 1505). Gli ordini sono stati resi più precisi con la
successiva deliberazione; ibidem, c. 140r (24 settembre 1506).
41
Per il dottore di cavalli dell’esercito vedi ASVe, Senato, Deliberazioni, Mar, filza 68,
doc. senza numerazione, 20 aprile 1577.
142 KATERINA B. KORRÈ
42
Ibidem, Consiglio dei X, Deliberazioni Miste, filza 36, c. 8r (10 settembre 1515).
43
Duca di Candia, Quaternus consiliorum: 1350-1363, a cura di Paola Ratti Vidulich,
Venezia, Comitato per la pubblicazione delle fonti relative alla storia di Venezia, 2007, p.
146, doc. 379 (2 settembre 1324).
UOMINI D’ARME, CAVALLI DA GUERRA 143