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In questo Vangelo ci viene presentata la parabola del seminatore.

La semina può
finire in quattro modi
1 - il seme è divorato dagli uccelli – qui noi vediamo il primo nemico dell’anima, cioè
il diavolo. San Tommaso spiega che il vangelo dice che il diavolo “ruba” il grano
“occultamente, seducendo, e inducendo un pensiero vano, ciò che è stato seminato
nel suo cuore, cioè il seme”. Il diavolo quindi inganna l’uomo per togliere dal suo
cuore la Buona Novella e così sa bene che lo avrà in pugno.
2 – il seme cade in un luogo sassoso – qui abbiamo il secondo nemico dell’anima, la
carne, cioè tutto quello che ci piace a livello sensibile. Proprio come il seme in
questo terreno sassoso cresce solo a livello superficiale, così anche chi vive in modo
superficiale, si ferma alla superficie e non va in profondità, sia nella fede, sia, tante
volte, anche nelle altre cose della vita. Per questo alla prima difficoltà verrà spazzato
via, perché si lascia guidare dalle emozioni, da quello che sente, fermandosi in
superficie, senza andare in profondità, senza lasciarsi guidare dai principi morali e
dalla fede. Rimane così senza un’ancora, senza un appiglio e non riuscirà ad resistere
appena si alza il sole della tribolazione o delle proprie emozioni. Si seccherà perché
tutto ciò a cui si attacca è in superficie e così con la stessa velocità e forza con la
quale germoglia, nello stesso modo muore.
3 – il seme cade nelle spine – Le spine soffocano il seme buono. Esse sono il simbolo
dell’ultimo nemico dell’anima, cioè il mondo. Con mondo intendiamo tutti quei modi
di pensare e di fare propri del mondo di oggi, cioè materialisti e chiusi a Dio. È la
logica da bar, perché, per avere un’idea, possiamo pensare ai discorsi che si fanno in
un bar. Il mondo ci fa paura quando noi ci facciamo influenzare da quello che la
gente potrebbe dire o pensare, dalla paura di venire esclusi o emarginati, quando ci
vergogniamo di essere cristiani. In tutte queste situazioni, noi facciamo la fine del
seme che viene soffocato dalle spine.
4 – il seme cade nella terra buona – quando questo avviene la parola di Dio viene
ascoltata e messa in pratica. Ma cosa significa che la Parola di Dio cade in terra
buona? Significa che cade in una terra disposta, cioè pronta, preparata ad accogliere
e seme e portare frutto. Per continuare il paragone con l’agricoltura, possiamo
pensare che la nostra nima deve essere ripulita dalla virtù dell’umiltà, deve essere
arata dalla penitenza e dal dolore dei propri peccati, deve essere nutrita con le
opere di carità e deve essere irrigata dalla preghiera. Solo così una volta seminata, la
Parola di Dio crescerà e darà frutto.
Chiediamo allora anche noi al grazia di avere un’anima disposta per poter dare
frutto per la maggior gloria di Dio. Sia lodato Gesù Cristo!

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