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Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR.

ENERGETICO
Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19
Titolo: Concetti base di fisica nucleare
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria

CONCETTI FONDAMENTALI
DI FISICA NUCLEARE

© 2007 Università degli studi e-Campus - Via Isimbardi 10 - 22060 Novedrate (CO) - C.F. 08549051004
Tel: 031/7942500-7942505 Fax: 031/7942501 - info@uniecampus.it
Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR.ENERGETICO
Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19
Titolo: Concetti base di fisica nucleare
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria

L’EVOLUZIONE E I PRINCIPI DI BASE DEL NUCLEARE

1896 - Il fisico francese Henri Becquerel scopre il fenomeno della


radioattività da sali di uranio (scoperta assolutamente casuale. A
Becquerel era stata regalata una "bella pietra" giallognola, un souvenir da
un amico che aveva fatto un viaggio in Africa. Becquerel la ripose in un
cassetto, sopra delle lastre fotografiche che conservava, ben protette dalla
luce, per suoi esperimenti. Il mattino successivo Becquerel scoprì che
quelle lastre erano impressionate e tutte riportavano il "disegno" della
proiezione della pietra).

1897 - Il fisico britannico J. J. Thomson scopre l'elettrone e ne misura la


carica e la massa. La presenza nella materia di una carica negativa fa
supporre l'esistenza in essa di una carica positiva che però sfugge alla
rivelazione.

1898 - I coniugi Pierre e Maria Curie (francese il primo e polacca la


seconda) scoprono altri elementi radioattivi: torio, polonio, radio (da
quest'ultimo, che fornisce la maggiore attività, prenderà il nome il
fenomeno).
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L’EVOLUZIONE E I PRINCIPI DI BASE DEL NUCLEARE

1899 - Il fisico britannico Ernst Rutherford scopre misteriose radiazioni,


che chiama alfa e beta, provenienti da materiali radioattivi.

1900 - Il fisico francese Paul Villard scopre altri raggi, provenienti da


materiali radioattivi, che chiama gamma
1906/1909 - Ernst Rutherford prova che i raggi a sono particelle cariche
positivamente.
1909 - Ernst Rutherford ed i suoi collaboratori Geiger e Mardsen scoprono
il nucleo dell'atomo e quindi il protone, la particella positiva che (fino al
1932) viene pensata come costituente principale del nucleo.

1910/1913 - J. J. Thomson e F. W. Aston scoprono l'isotopia, cioè quelle


sostanze che hanno stesse proprietà chimiche pur presentando nuclei
atomici diversi.

1911 - Rutherford elabora il suo modello atomico

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L’EVOLUZIONE E I PRINCIPI DI BASE DEL NUCLEARE
1913 - Il fisico danese Niels Bohr elabora il suo modello atomico che
soppianta quello di Rutherford
1932 - Il fisico britannico James Chadwick scopre l'esistenza del neutrone,
una particella neutra che è costituente del nucleo. Diventa così chiaro il
fenomeno dell'isotopia: è il numero dei protoni che qualifica chimicamente
una sostanza; un elemento resta chimicamente lo stesso anche se varia il
numero dei neutroni che costituiscono il suo nucleo.
A questo punto è possibile iniziare a parlare di fisica del nucleo. Un atomo,
nel 1932, risulta costituito da un nucleo in cui vi sono protoni e neutroni
intorno al quale ruotano degli elettroni:
9 elettrone: particella di massa piccolissima e carica negativamente.
9 protone: particella di massa circa 2000 volte quella dell'elettrone e
carica positivamente
9 neutrone: particella con massa circa uguale a quella del protone e priva
di carica (da cui il nome)
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L’EVOLUZIONE E
I PRINCIPI DI
BASE DEL
NUCLEARE

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L’EVOLUZIONE E I PRINCIPI DI BASE
DEL NUCLEARE

Tutte le sostanze sono costituite da piccole particelle: gli atomi. Gli atomi
sono così piccoli che in una capocchia di spillo ve ne sono 60 miliardi.
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L’EVOLUZIONE E I PRINCIPI DI BASE DEL NUCLEARE

L’atomo di IDROGENO è il più


leggero degli atomi. Il suo nucleo L’atomo di URANIO, cioè
è il più semplice ed è costituito da dell’elemento più pesante che si
una sola particella (dal protone) trova in natura, è costituito da 92
intorno al quale ruota un elettrone protoni e 146 neutroni

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L’EVOLUZIONE E I PRINCIPI DI BASE DEL NUCLEARE
In primissima istanza, il nucleo di un atomo è costituito da protoni, dotati
di carica positiva e da neutroni, privi di carica. I protoni ed i neutroni
costituenti il nucleo, sono genericamente chiamati NUCLEONI, senza
ulteriori specificazioni.

9 il numero dei neutroni in un nucleo è indicato con la lettera N


9 il numero dei protoni, detto numero atomico, con la lettera Z
9 il numero dei protoni più quello dei neutroni, cioè il numero dei nucleoni
detto numero di massa, è indicato con la lettera A

E' facile vedere che in un nucleo vale la seguente relazione N=A-Z


Con le notazioni introdotte, un qualsiasi elemento X della tavola periodica
potrà essere indicato con il simbolo che gli compete (in questo caso,
appunto, X) preceduto in basso e seguito in alto da due numeri,
rispettivamente Z ed A:
ZX
A

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L’EVOLUZIONE E I PRINCIPI DI BASE DEL NUCLEARE
Occorre osservare che, tra gli atomi di uno stesso elemento ve ne sono
alcuni che hanno, nel nucleo, stesso numero di protoni ma differente
numero di neutroni.

A questi elementi, costituiti da atomi con diverso numero di


neutroni nel nucleo, si dà il nome di ISOTOPI
Come esempio consideriamo l'atomo di idrogeno (H) che generalmente ha
un elettrone orbitante intorno ad un nucleo costituito da un solo protone.
L'idrogeno ha due isotopi chiamati deuterio e trizio i quali sono
caratterizzati dal fatto di avere, rispettivamente, uno o due neutroni in più
nel nucleo. In accordo con il simbolismo appena introdotto, il nostro
idrogeno ed i suoi due isotopi saranno indicati nel modo seguente:

idrogeno 1H
1

deuterio 1H
2 (oppure 1D
2)

trizio 1H
3 (oppure 1T );
3

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L’EVOLUZIONE E I PRINCIPI DI BASE DEL NUCLEARE

Occorre solo aggiungere che le proprietà chimiche di un elemento


dipendono esclusivamente dal numero degli elettroni e quindi dei protoni
dell'atomo. Di conseguenza, aumentare il numero dei neutroni di un
nucleo, non cambia in alcun modo le proprietà chimiche del rispettivo
atomo.
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L’EVOLUZIONE E I PRINCIPI DI BASE DEL NUCLEARE

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MASSA ED ENERGIA

La conservazione della massa è fatto ormai universalmente noto. Essa fu


stabilita da Lavoisier verso la fine del Settecento. Allo stesso modo
dovrebbe essere ben nota (anche se non capita) la conservazione
dell'energia, ricavata da Helmholtz intorno alla metà dell'Ottocento

Per capire però che massa ed energia sono la


stessa cosa occorre arrivare agli inizi del
Novecento con i primi lavori di EINSTEIN ed in
particolare con quello che va sotto il titolo
“Sull'elettrodinamica dei corpi in movimento”,
generalmente indicato come il lavoro di Einstein
sulla relatività ristretta.
Questo breve lavoro concludeva con una delle
formule più popolari al mondo anche se non
altrettanto conosciuta:
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L’EVOLUZIONE E I PRINCIPI DI BASE DEL NUCLEARE
E = energia
E = m c2 m = massa
c2 = la velocità della luce elevata al quadrato
(c2 = 9.1016 m2/s2)

La relazione dice che l'energia e la massa sono, a meno di una costante


moltiplicativa (c2), la stessa cosa.

Ciò vuol dire che l'energia e la massa relativistiche possono essere date
con le stesse unità di misura potendosi parlare indifferentemente di
grammi di energia o di joule di massa (un’energia pari a 9.1013 joule =
25.106 Kwh ha la massa di un grammo

si può allora dire la massa di 9×1013 joule oppure l'energia della


massa di un grammo). Quanto detto ci può far intendere che
parlare di conservazione dell’energia in relatività è la stessa
cosa che parlare di conservazione della massa; e ciò può anche
enunciarsi come conservazione della massa-energia.
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Titolo: Concetti base di fisica nucleare
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L’EVOLUZIONE E I PRINCIPI DI BASE DEL NUCLEARE
Volendo ancora generalizzare, si può dire che:
L'energia nucleare trae origine da alcune reazioni nelle quali le
perdite di massa subite dagli elementi partecipanti vengono
trasformate in quantità di energia, equivalenti alle masse
perdute secondo la legge di Einstein
ΔE = c2 Δm
Le apparecchiature in cui si sviluppano le reazioni di trasformazione
della massa in energia vengono dette reattori nucleari. Tra i reattori
nucleari si distinguono reattori a
¾ fissione quando in essi si verifica una reazione con rottura di nuclei
pesanti
¾ fusione quando in essi si verifica una reazione in cui si uniscono
nuclei leggeri

Fino ad ora solo i reattori a fissione hanno avuto una realizzazione


pratica. La fusione invece non è stata ancora riprodotta in laboratorio,
almeno in condizioni tali da fornire un "surplus" di energia utile.
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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S1
Titolo: La fissione nucleare
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LA FISSIONE NUCLEARE

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Titolo: La fissione nucleare
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LA FISSIONE NUCLEARE

La fissione è il processo usato nelle


centrali nucleari per produrre energia.
Bombardando il nucleo di un atomo con
neutroni l'atomo si "spacca”

Nella fissione si liberano altri neutroni che


colpiscono altri atomi: così si innesca una
reazione a catena.

In questo processo si perde massa, e


questa perdita provoca la liberazione di
grandi quantità di energia; ciò è dovuto
all'equivalenza di Einstein che sussiste tra
massa ed energia
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Titolo: La fissione nucleare
Attività n°: 1

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LA FISSIONE NUCLEARE
Le forze elettriche che uniscono tra loro elettroni e protoni sono
responsabili dei legami chimici, e quindi di tutte le proprietà apparenti
della materia.
Pertanto gli isotopi di uno stesso elemento, che sono caratterizzati dallo
stesso numero atomico, presentano le stesse proprietà fisico-chimiche.

Nel nucleo, protoni e neutroni sono legati tra loro con forze milioni di volte
più potenti di quelle dei legami chimici

Da tali forze nucleari derivano le quantità di energia,


enormemente superiori a quelle liberate dalle reazioni chimiche,
che vengono messe in gioco durante le reazioni nucleari.

I nuclei degli elementi leggeri, caratterizzati dai numeri atomici più bassi,
sono molto più “stabili” dei nuclei degli elementi pesanti, caratterizzati
dai numeri atomici più alti
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Titolo: La fissione nucleare
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LA FISSIONE NUCLEARE
I nuclei degli elementi pesanti (instabili) possono trasformarsi
spontaneamente in nuclei di elementi più leggeri (più stabili), emettendo
radiazioni durante questo processo di "decadimento".
Le radiazioni emesse dai nuclei pesanti instabili appartengono a quattro
gruppi principali:
radiazioni neutroniche costituite, appunto, da neutroni (n);

radiazioni alfa (α) costituite da particelle simili ai nuclei di elio, in


quanto formate da due protoni e due neutroni;

radiazioni beta (β) costituite da particelle cariche leggere, in genere


elettroni;
radiazioni gamma (γ) costituite da onde elettromagnetiche di
lunghezza confrontabile con quella dei raggi x.

Le radiazioni neutroniche e quelle alfa e beta vengono emesse con


velocità dell'ordine degli 8000 km/s, mentre le radiazioni
elettromagnetiche gamma viaggiano con la velocità della luce.
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LA FISSIONE NUCLEARE
L'energia cinetica posseduta dalle radiazioni α, β e neutroniche, ed i
quanti di energia associati alle radiazioni γ, hanno origine dalla
trasformazione di massa in energia.

L'assorbimento delle radiazioni eccita i movimenti di vibrazione


degli atomi bersaglio traducendosi in un processo di
generazione interna di calore.

Per raggiungere una configurazione stabile è, a volte, necessaria


un'intera sequenza di trasformazioni. Ad esempio, gli isotopi 235 e 238
dell'uranio si tramutano in piombo attraverso una catena formata da oltre
dieci decadimenti radioattivi.
La tendenza ad emettere radiazioni è misurata dal tempo di
dimezzamento, cioè dal tempo necessario perché la quantità dell'isotopo
in questione si riduca a metà in seguito alla sua consunzione radioattiva.

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Molti decadimenti radioattivi sono caratterizzati da tempi di


dimezzamento assai grandi e le catene di decadimenti radioattivi possono
durare “miliardi di anni”.
Ad esempio, il tempo di dimezzamento che caratterizza il decadimento
radioattivo da uranio 235 a torio 231 è di 700×106 anni, mentre quello che
caratterizza il decadimento da uranio 238 a torio 234 è di 4500×106 anni.

L'uranio ha numero atomico 92, e quindi 92 protoni ma, come si è detto, il


numero dei neutroni è diverso nei diversi isotopi.
Ad esempio, l'isotopo U-235 ha una massa atomica 235 volte più grande
di quella di un protone e quindi il numero di neutroni del suo nucleo
risulta pari a (235 - 92) = 143.
In simboli, l'uranio 235 si indica come 23592 U e, sempre con notazione
simbolica, si può scrivere che l'uranio naturale è composto "oggi" per lo
0,71% in massa di 23592 U
e per il 99,29% in massa di 238
92 U
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Come si è detto, sia 235
92 U che 238
92 U sono radioattivi e, nel loro primo
decadimento, tendono ad emettere spontaneamente raggi α, cioè
particelle formate da due protoni e due neutroni.
In questo modo essi si trasformano in isotopi del torio (numero atomico
90) secondo le reazioni
235 231
92 U ⇒ 90Th + α

238 234
92 U ⇒ 90Th + α

Gli isotopi 231


90Th e
234
90Th sono ancora instabili e quindi continuano a
percorrere la catena di decadimenti radioattivi fino ad arrivare al primo
elemento pesante stabile, che è il “piombo”.

A causa della lentezza dei processi di decadimento radioattivo nella


maggior parte delle sostanze naturali, non è generalmente possibile
utilizzare le emissioni radioattive a fini energetici
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Da considerare però che, ad esempio, la generazione del calore endogeno


è dovuta ai decadimenti radioattivi che interessano le enormi quantità di
materiale contenute all'interno della crosta terrestre.

Un neutrone emesso durante il decadimento di una sostanza radioattiva


può colpire il nucleo di un elemento pesante e fissionarlo, cioè spezzarlo
in due nuclei più piccoli liberando, nel contempo, neutroni dotati di
energia cinetica.
L'energia cinetica risultante deriva, ovviamente, da una
corrispondente perdita di massa. I nuclei di tutti gli elementi del
sistema periodico ad elevata massa atomica possono dare luogo
ad un processo di fissione, se colpiti da un neutrone dotato di
energia cinetica sufficientemènte elevata.

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LA FISSIONE NUCLEARE

Schematizzazione di un processo di fissione

In natura, tuttavia, esiste un solo elemento caratterizzato da una elevata


probabilità di fissionarsi anche se colpito da un neutrone "lento", cioè
dotato di energia cinetica relativamente bassa.

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Titolo: La fissione nucleare
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LA FISSIONE NUCLEARE
Questo elemento è l'isotopo 235 dell'uranio che si fissiona secondo
diverse possibili reazioni, la più probabile delle quali è la seguente
235 141 92
92 U + 1 n ⇒ 56 Ba + 36 Kr + 3 n + energia

Se si potessero misurare le masse partecipanti alla reazione, si


troverebbe che gli elementi al secondo membro hanno massa complessiva
inferiore di circa lo 0.1 % degli elementi al primo membro.

Tale difetto di massa si traduce nella liberazione di energia.

Se si considerano tutte le possibili reazioni di fissione dell'isotopo U-235


e si tiene conto delle probabilità di ciascuna, si arriva alla relazione
statistica generale
235
92 U + 1 n ⇒ 2 Elementi + 2.5 n + energia
dove, evidentemente 2.5 rappresenta il numero medio di neutroni liberati
nelle diverse possibili reazioni
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Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR.ENERGETICO
Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S1
Titolo: La fissione nucleare
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
LA FISSIONE NUCLEARE
Si noti che l'energia ottenuta per fissione da una unità di massa di
U-235 è pari a circa 2.5×106 volte l'energia ottenuta dalla
combustione di una unità di massa di carbone.

Affinché le reazioni di fissione si autosostengano, occorre che i neutroni


originati vadano a colpire altri nuclei che si fissionano a loro volta.

Poiché l'energia unitaria generata è pari a 3.2×1011 J/fissione, in una


centrale nucleare da 1000 MWel (e quindi con un reattore da circa 3000
MWter) si dovranno avere:

3 × 109 J/s fissioni


= 1020
3.2 × 10-11 J / fissione s

All'inizio della reazione a catena, un reattore nucleare deve contenere del


materiale cosiddetto "fissile", come ad esempio l'U-235, in una
concentrazione sufficiente a liberare neutroni in eccesso rispetto al
minimo richiesto per l'autosostentamento.
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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S1
Titolo: La fissione nucleare
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
LA FISSIONE NUCLEARE
Allo stesso tempo, il reattore deve poter essere controllato con sistemi
opportuni che tolgano di mezzo i neutroni non necessari.

Occorre quindi prima far "divergere" la reazione fino al livello di


potenza voluta e poi "stabilizzarla".

A regime, una frazione dei neutroni generati si autoelimina attraverso


l'assorbimento nei materiali strutturali. Si hanno infatti collisioni senza
fissione sia nell'U-235 (dove 1 volta su 6 non si ha alcuna reazione), sia
nell'U-238 (dove la reazione è molto improbabile se i neutroni sono lenti).

Un'altra frazione, più o meno grande, dei neutroni generati viene


assorbita dalle barre di controllo, composte da materiale ad alta sezione
di cattura, come boro e cadmio.
Tali barre, a seconda delle esigenze della reazione, possono essere
introdotte in misura maggiore o minore tra gli elementi "combustibili" del
reattore.
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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S1
Titolo: La fissione nucleare
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
LA FISSIONE NUCLEARE
È noto poi che la probabilità che un nucleo di U-235, colpito da un
neutrone, si fissioni, aumenta se l'energia cinetica del neutrone non è
troppo elevata. Infatti un neutrone "lento" rimane più a lungo nelle
vicinanze del nucleo di U-235 e quindi viene catturato più facilmente.
Occorre quindi che i neutroni generati vengano rallentati,
ovvero "moderati", attraverso urti successivi con nuclei capaci
di ridurne la velocità senza catturarli.
I moderatori usati nei reattori nucleari sono essenzialmente tre:
¾ il carbonio, sotto forma di grafite
¾ i nuclei di deuterio (l'isotopo pesante dell'idrogeno D = 21H ) sotto forma
di acqua pesante D2O
¾ i nuclei di idrogeno normale 1 sotto forma di acqua "leggera" o
1H
normale H2O
I moderatori più efficaci sono l'acqua pesante e la grafite, in quanto sia il
deuterio sia il carbonio sono caratterizzati da probabilità molto basse di
cattura neutronica.
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Titolo: La fissione nucleare
Attività n°: 1

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LA FISSIONE NUCLEARE

D'altra parte l'acqua pesante è molto costosa e difficile da produrre,


mentre la grafite è materiale facilmente infiammabile
I vantaggi tecnici ed economici offerti dall'uso di acqua leggera
come moderatore sono quindi superiori agli svantaggi funzionali
e, infatti, la maggior parte dei reattori nucleari a neutroni lenti
costruiti finora sono moderati con acqua normale.

Per compensare le catture neutroniche che hanno luogo nell'acqua


normale, i reattori moderati con questa sostanza vengono alimentati con
uranio arricchito artificialmente, fino a circa il 3%, nell'isotopo fissile U-
235.
Nella maggior parte dei reattori a neutroni lenti, come si è detto, viene già
usata l'acqua normale come moderatore e quindi è abbastanza logico che
venga usata la stessa acqua come vettore termico. Per motivi analoghi,
nei reattori moderati ad acqua pesante viene generalmente usata l'acqua
pesante anche come fluido termico.

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Attività n°: 1

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LA FISSIONE NUCLEARE
Infine, nei reattori moderati a grafite il fluido refrigerante è, di solito,
l'anidride carbonica che ha la proprietà di essere chimicamente inerte
rispetto al moderatore.
ESEMPIO 1
Atteso che il tempo di dimezzamento di 235 92 U
è di 700×106 anni, mentre
quello di 238
92 U
è di 4500×106 anni, si calcolino le frazioni di massa dei due
isotopi nell'uranio naturale di 2100×106 anni fa.

Soluzione
In 2100×106 anni, 235 U si è dimezzato 2100/700 = 3 volte e quindi,
92
all'epoca, si trovava in quantità 23= 8 volte superiori al valore attuale.

Nello stesso periodo di tempo, 238 92 U si è dimezzato 2100/4500 = 0,47


volte e quindi, all'epoca, si trovava in quantità (20.47= 1.38 volte superiori
al valore attuale.
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Titolo: La fissione nucleare
Attività n°: 1

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LA FISSIONE NUCLEARE
Oggi 1 kg di uranio contiene 0.71×10-2 kg (= 7.1 g) di 235 e
92 U
99.29×10-2 kg (= 992.9 g) di 238 e proviene da
92 U
235 238
7.1 × 8 g di 92 U + 1.38 × 992.9 g di 92 U = 1427 kg

di uranio di 2100×106 anni fa.

Quindi, all'epoca considerata dal problema, le frazioni in massa erano:

235 7.1 × 8
92 U = = 3.98 %
1427
238 1.38 × 992.9
92 U = = 96.02 %
1427

Di conseguenza, l'uranio 235 era presente in proporzioni maggiori del


3%, ed a conferma di ciò si può citare il recente ritrovamento, nel Gabon,
di un reattore nucleare naturale.

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Titolo: La fissione nucleare
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
LA FISSIONE NUCLEARE

Questo reattore ha funzionato spontaneamente per alcune migliaia di


anni quando, evidentemente, la reazione nucleare spontanea era stata
resa possibile dalla presenza di U-235 in concentrazioni maggiori di
quella critica.

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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S1
Titolo: La fissione nucleare
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria

AUTOFERTILIZZAZIONE NUCLEARE

Tra gli elementi che esistono in natura solo 23592 U


, come si è rilevato, ha
forti probabilità di fissionarsi anche se colpito da neutroni lenti (e quindi
più facili da catturare).
Pertanto l'uranio 235 è l'unico elemento naturale utilizzabile
come combustibile nucleare. Esso, tuttavia, è disponibile in
quantità molto limitate rispetto all'uranio 238 e ciò costituisce
una seria limitazione alla possibilità di sfruttamento
dell'energia nucleare da fissione.

È però possibile produrre artificialmente degli elementi capaci di


fissionarsi anche quando vengono colpiti con neutroni lenti.

Ad esempio, quando un nucleo di 238 92 U viene colpito da un neutrone, si


innesca la seguente catena di reazioni
238 239
92 U + 1 n ⇒ 92 U

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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S1
Titolo: La fissione nucleare
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
AUTOFERTILIZZAZIONE NUCLEARE
239
dove 92 U è instabile ed ha vita media di 23 minuti, in quanto decade
emettendo una radiazione β cioè un elettrone
238 239
92 U ⇒ 92 Np + 1 e-
dove il nettunio 239 è instabile ed ha vita media di 2.3 giorni, in quanto
decade emettendo una radiazione β cioè un elettrone
239 239
92 Np ⇒ 94 Pu + 1 e-

dove il plutonio 239 è l'elemento fissile artificiale.


Dunque, l'U-238 non è "fissile" ma, in seguito alla cattura di un
neutrone, può trasformarsi in Pu-239, cioè in un elemento fissile
artificiale. Pertanto l'U-238 viene definito elemento fertile.

Nei reattori nucleari a fissione non autofertilizzanti, il rapporto di


conversione tra combustibile formato (Pu-239) e combustibile bruciato
(U-235) è pari al 60% e quindi per ogni 100 nuclei di U-235 che si
fissionano si formano mediamente 60 nuclei di Pu-239.
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Titolo: La fissione nucleare
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
AUTOFERTILIZZAZIONE NUCLEARE

Questo rapporto di conversione non è una costante e può essere


aumentato privilegiando il funzionamento con neutroni veloci piuttosto
che quello con neutroni lenti.
Al limite vi è la possibilità di realizzare reattori, detti appunto
autofertilizzanti, nei quali la produzione di nuovo fissile avviene ad un
ritmo superiore a quello di consumo del fissile esistente.
La tecnologia più diffusa per realizzare l'autofertilizzazione è quella
legata all'uso di U-238 in reattori non moderati, nei quali i neutroni sono
prevalentemente veloci.
In tali reattori non si può impiegare acqua per il raffreddamento, in
quanto l'acqua agirebbe anche da moderatore. Il vettore termico è perciò
costituito da sodio liquido.

Il più grande reattore auto-fertilizzante realizzato sinora è il Super


Phoenix, costruito in Francia presso Lione.
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Lezione n°: 19/S1
Titolo: La fissione nucleare
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
AUTOFERTILIZZAZIONE NUCLEARE

Esso è alimentato da una miscela di uranio 238 e plutonio, contenente il


30-40% di Pu-239 fissile; è raffreddato a sodio liquido, e fornisce la
potenza termica necessaria a produrre 1200 MWei.
Un altro processo di autofertilizzazione possibile, ma meno interessante
industrialmente, è quello che prevede l'impiego di torio in reattori a
fissione con neutroni lenti.
232
Il torio è presente in natura con il solo isotopo 90Th che, quando
assorbe un neutrone, può dare luogo alla seguente catena di reazioni

232 233
90Th + 1 n ⇒ 90Th

dove il torio 233 è instabile, in quanto decade emettendo una radiazione β


cioè un elettrone

233 233
90Th ⇒ 91 Pa + 1 e-

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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S1
Titolo: La fissione nucleare
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
AUTOFERTILIZZAZIONE NUCLEARE
dove il protoattinio 233 è instabile, in quanto decade emettendo una
radiazione β cioè un elettrone
233 233
91Pa ⇒ 92 U + 1 e-

dove l'uranio 233 è l'elemento fissile artificiale

L'interesse per i reattori autofertilizzanti deriva, evidentemente, dalla


possibilità di sfruttamento pressoché integrale delle riserve esistenti di
uranio e torio.

Mediante autofertilizzazione infatti, si renderebbe disponibile, a


costi economicamente convenienti, una sorgente pressoché
illimitata di energia primaria.

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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S2
Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria

CENTRALI NUCLEARI A
FISSIONE

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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S2
Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria

CENTRALI NUCLEARI A FISSIONE


Nel corso degli anni sono state sperimentate e realizzate molte centrali
nucleari basate su tecnologie alquanto diverse tra loro.

Tuttavia, spesso le scelte tecniche sono state imposte dalle "condizioni al


contorno", tra le quali la difficoltà tecnologica di realizzare impianti di
arricchimento dell'uranio ha avuto un ruolo decisivo.

Come si è detto, U-235 ed U-238 hanno le stesse proprietà chimico-fisiche,


avendo lo stesso numero atomico, e quindi non possono essere separati
con processi di tipo chimico.

Le tecnologie di separazione sono perciò basate su processi di


centrifugazione molto sofisticati, che sono rimasti segreti per lungo tempo
avendo, tra l'altro, un interesse militare.

Di conseguenza Paesi come Gran Bretagna e Canada, non in possesso delle


tecnologie di separazione, si sono necessariamente orientati verso l'uranio
naturale ed hanno fatto ricorso a moderatori che non assorbono neutroni.
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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S2
Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
CENTRALI NUCLEARI A FISSIONE
In Gran Bretagna è stata sviluppata una filiera di reattori moderati a
grafite e raffreddati con anidride carbonica, mentre in Canada è stata
sviluppata la filiera di reattori CANDU (Canadian Deuterium Reactors),
moderati e raffreddati con acqua pesante.
Gli Stati Uniti invece potevano contare sulla tecnologia di arricchimento
dell'uranio e si sono orientati sui reattori ad uranio arricchito, moderati e
raffreddati con acqua leggera.
Nell'ambito di tale scelta, essi hanno sviluppato
¾ la filiera di reattori a ciclo diretto, o BWR (boiling water reactors)
¾ la filiera di reattori a ciclo indiretto, o PWR (pressurized water reactors)

Secondo molti esperti, sia i reattori Britannici sia quelli Canadesi


presentano caratteristiche di sicurezza e di affidabilità maggiori di quelle,
pur ottime, dei reattori Statunitensi.

Tuttavia, i costi inferiori dei reattori Statunitensi e la potenza commerciale


degli Stati Uniti hanno imposto i reattori ad uranio arricchito.
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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S2
Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
CENTRALI NUCLEARI A FISSIONE
Le scelte tecnologiche Sovietiche sono state molto diverse da quelle
Occidentali, in particolare per quel che riguarda un tipo di reattore che, col
senno del dopo Cernobil, è fin troppo facile definire insicuro.

Reattori a Ciclo Diretto (BWR)

I reattori a ciclo diretto (BWR) sono schematizzati nella figura seguente. Si


noti che in tali reattori, il fluido refrigerante viene a contatto con il
combustibile nucleare ed è quindi radioattivo.

Pertanto tutti i componenti dell'impianto (turbine, condensatore, pompe, e


scambiatori) devono essere a perfetta tenuta.

Il vapore, generato nel nocciolo del reattore, passa attraverso un primo


separatore e quindi va alla turbina di alta pressione.

Poiché il vapore in partenza è saturo, è necessario un secondo separatore


di vapore tra la turbina di alta e quella di bassa pressione.
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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S2
Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

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CENTRALI NUCLEARI A FISSIONE

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Lezione n°: 19/S2
Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
CENTRALI NUCLEARI A FISSIONE
Dati i valori limitati della temperatura massima di ciclo, il rendimento
complessivo risulta abbastanza modesto, dell'ordine del 32%, nonostante
l'impiego di scambiatori rigenerativi a miscela (schematizzati nella figura).

Nel NOCCIOLO di un reattore BWR,


illustrato in figura, l'acqua fluisce
attraverso gli spazi lasciati liberi dal
combustibile, evaporando parzialmente.

Il combustibile è contenuto in cilindri in


lega di zirconio ed è costituito da "pellets"
(o pastiglie) di biossido di uranio (UO2),
arricchito al 3%.

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Lezione n°: 19/S2
Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
CENTRALI NUCLEARI A FISSIONE
Come indicato in figura, il controllo
della reazione nucleare è ottenuto
attraverso l'impiego di BARRE MOBILI,
con forte capacità di assorbimento
neutronico.

Le barre si interpongono tra gli elementi


di combustibile per una lunghezza
maggiore o minore, a seconda del loro
posizionamento.
La circolazione dell'acqua nel reattore è
assistita da un sistema di pompe ed
eiettori ma la circolazione naturale, da
sola, è sufficiente a garantire il
raffreddamento di emergenza.
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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S2
Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
CENTRALI NUCLEARI A FISSIONE

In caso di guasto, l'aumento del titolo di vapore abbassa l'attività


moderatrice e quindi riduce la frazione di neutroni lenti rispetto alla
frazione di neutroni veloci.

Poiché, come si è detto, i neutroni veloci sono più difficilmente catturabili,


ne deriva un certo grado di sicurezza intrinseca per il reattore.

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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S2
Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria

REATTORI A CICLO INDIRETTO (PWR) I reattori a ciclo indiretto (PWR)


sono schematizzati in figura

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Lezione n°: 19/S2
REATTORI A CICLO INDIRETTO (PWR) Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
I reattori PWR costituiscono la filiera di impianti nucleari attualmente più
diffusa.
In essi, il fluido refrigerante che attraversa il reattore cede il calore
acquisito ad uno scambiatore-generatore di vapore e, di conseguenza,
l'acqua che percorre il ciclo di Rankine non è radioattiva.

Nonostante l'impiego degli scambiatori rigenerativi a miscela, il


rendimento complessivo di un impianto a ciclo indiretto è dell'ordine del
31% e quindi più basso di quello dei reattori a ciclo diretto.

Ciò si spiega con l'abbassamento della temperatura massima provocato


dalla necessità di impiegare uno scambiatore intermedio per la produzione
del vapore.

Il controllo della reazione nucleare, la configurazione dei passaggi del


fluido vettore termico nel reattore, il tipo di combustibile usato ed il
sistema di contenimento del combustibile sono simili a quelli degli impianti
BWR.
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Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR.ENERGETICO
Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S2
Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
REATTORI A CICLO INDIRETTO (PWR)

La circolazione dell'acqua nel reattore è garantita da un sistema di pompe


multiple.

Anche in questo caso, nell'ipotesi di guasto alle pompe si ha una rapida


vaporizzazione che riduce l'attività moderatrice e, quindi, la frazione di
neutroni lenti rispetto alla frazione di neutroni veloci, più difficilmente
catturabili. In aggiunta, i reattori PWR sono meno critici, rispetto ai BWR,
dal punto di vista del contenimento del materiale radioattivo.

Per questi motivi i reattori PWR sono stati i primi ad essere


commercializzati e, ancor oggi, vengono impiegati nei sommergibili
nucleari.

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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S2
Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria

SICUREZZA DEI REATTORI AD ACQUA LEGGERA


In tutti i reattori funzionanti ad uranio arricchito e moderati ad acqua
leggera, la reazione nucleare si spegne nel caso del più grave guasto
ipotizzabile, ovvero la perdita del refrigerante nel nocciolo.

Come si è detto, con l'acqua viene a mancare il moderatore e, di


conseguenza, i neutroni diventano veloci e non vengono più catturati.

Naturalmente la mancanza di acqua compromette lo smaltimento del


calore residuo di reazione. La generazione di calore infatti non cessa di
colpo, ma si riduce esponenzialmente nel tempo.

Per non avere la fusione del nocciolo in caso di guasto, deve


quindi essere sempre garantito un certo grado di
raffreddamento di emergenza, ad esempio con mezzi alternativi
come iniezioni di acqua.

Se poi si arriva ugualmente alla fusione del nocciolo, deve essere


possibile trattenere il materiale radioattivo fuso all'interno della centrale.
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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S2
Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
SICUREZZA DEI REATTORI AD ACQUA LEGGERA

A questo fine il reattore è contenuto nel VESSEL, un recipiente in


acciaio a grande resistenza che, a sua volta, è alloggiato in una
struttura in calcestruzzo, capace di sopportare le massime
sollecitazioni meccaniche prevedibili.

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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S2
Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
REATTORI "TIPO CERNOBIL”

I reattori sovietici "tipo Cernobil"


sono schematizzati in figura.
Questi reattori sono a ciclo
diretto, vengono raffreddati ad
acqua normale, moderati con
grafite e funzionano con uranio
solo leggermente arricchito
(1.8%).

Essi non hanno recipiente di


contenimento (vessel), perché
l'acqua viene fatta circolare entro
tubi di raffreddamento, di
diametro relativamente piccolo,
che conglobano anche il
combustibile.
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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S2
Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
REATTORI "TIPO CERNOBIL”
Come indicato in figura, i tubi di raffreddamento sono immersi in un
blocco di grafite, nel quale sono ricavati i passaggi per le barre di
controllo.

Per evitare che la grafite, riscaldata dalla reazione nucleare, possa


incendiarsi il nocciolo è immerso in una atmosfera neutra di elio ed azoto.

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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S2
Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
REATTORI "TIPO CERNOBIL”
In questi reattori, il compito di moderare i neutroni è svolto quasi
completamente dalla grafite poiché, a causa delle scelte costruttive, la
quantità d'acqua è molto ridotta.
La funzione di assorbitore neutronico esercitata dall'acqua, invece, non è
trascurabile anche se è più modesta rispetto a quella assicurata nei reattori
BWR e PWR, dove i vessels contengono grandi quantità di liquido.

Pertanto, in caso di mancanza di acqua a seguito, ad esempio, di una


vaporizzazione completa o di una perdita, si riduce poco l'attività
moderatrice, mentre si riduce abbastanza l'attività di assorbimento che
resta affidata alle sole barre di controllo.
Pertanto, in quelle condizioni, la popolazione neutronica può
aumentare rendendo instabile il reattore. In tale situazione,
possono verificarsi sovratemperature ed esplosioni che mettono
la grafite calda a contatto con l'aria, provocandone l'incendio
immediato.
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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S2
Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
REATTORI "TIPO CERNOBIL”
Il 26 aprile 1986, nell'unità numero 4 della centrale nucleare di Cernobil, i
circuiti di raffreddamento normali e di emergenza furono messi fuori
servizio da una manovra sbagliata.
Sembra infatti che alcuni operatori “incoscienti” volessero verificare se,
mancando l'energia elettrica esterna, l'energia cinetica immagazzinata nel
turboalternatore rotante fosse sufficiente a fornire potenza elettrica ai
circuiti di raffreddamento, fino all'entrata in funzione dei gruppi elettrogeni
di soccorso.
In questo modo invece il reattore fu portato nel campo del
funzionamento instabile, provocando un rapidissimo
innalzamento della temperatura seguito da due forti esplosioni.

La grafite, che aveva raggiunto la temperatura di 2000°C, entrò a contatto


con l'aria incendiandosi. L'incendio durò per diversi giorni, formando un
pennacchio di fumi carichi di radionuclidi che fu disperso dai venti in
un'area molto vasta.
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Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
CENTRALI CON REATTORI AUTOFERTILIZZANTI
Lo schema di una centrale nucleare con reattore autofertilizzante è
rappresentato in figura. Come si è detto, i reattori autofertilizzanti
industriali utilizzano i neutroni veloci e quindi sono privi di moderatore.

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Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria

CENTRALI CON REATTORI AUTOFERTILIZZANTI

Senza moderatore, la cattura dei neutroni ed il mantenimento della


reazione a catena risultano più difficili e, quindi, occorre usare
combustibile molto arricchito in isotopi fissili.

Di preferenza viene impiegato plutonio 239, piuttosto che uranio 235,


perché quest'ultimo non è riottenibile dal reattore stesso.
La reazione viene controllata con barre a forte assorbimento neutronico e,
come si è già rilevato, non si può usare l'acqua per il raffreddamento, in
quanto ne deriverebbe anche una azione moderatrice.
Il refrigerante usato è il sodio liquido che, grazie alla sua elevatissima
conduttività termica, riesce ad asportare le enormi quantità di calore
generate per unità di volume all'interno del reattore.

La necessità di isolare il sodio primario, radioattivo, dal vapore che evolve


in turbina, impone il ricorso ad un circuito intermedio, ancora a sodio.
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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S2
Titolo: Tipologie di centrali a fissione
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
CENTRALI CON REATTORI AUTOFERTILIZZANTI

L'impiego di sodio liquido potrebbe sembrare, a prima vista, molto


azzardato.
Va fatto presente tuttavia che il sodio liquido, in quanto metallo, è
caratterizzato da una bassissima tensione di vapore e quindi non induce
forti sollecitazioni meccaniche nel contenitore.
Si noti inoltre che, grazie alle elevate temperature del sodio, il vapore
d'acqua immesso in turbina può essere surriscaldato e portato alle stesse
condizioni termodinamiche del vapore nei normali cicli nelle centrali
termoelettriche.
Il ciclo termico a valle del reattore è quindi un normale ciclo di Rankine
con surriscaldamento e rigenerazione.
Pertanto il rendimento complessivo dell'impianto può raggiungere
valori del 42-43%, che sono notevolmente più elevati di quelli
ottenibili nei reattori BWR e PWR, nei quali le temperature medie
di fornitura del calore sono relativamente basse.
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Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR.ENERGETICO
Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S3
Titolo: consolidamento
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria

CONSOLIDAMENTO

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Insegnamento: ENERGETICA
Lezione n°: 19/S3
Titolo: consolidamento
Attività n°: 1

Facoltà di Ingegneria
CONSOLIDAMENTO
Rispondere alle seguenti domande:

Cosa afferma Ainstein a proposito di massa ed energia?

In cosa consiste il processo di fissione nucleare?

Scrivere alcune reazioni nucleari che sono alla base della fissione

Cosa vuol dire “moderare” un neutrone?

In cosa consiste l’autofertilizzazione nucleare?

Descrivere in grandi linee il funzionamento di una centrale BWR e PWR

Reattori ad acqua leggera e reattori tipo Chernobyl

Centrali con reattori autofertilizzanti

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