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Episode 117

Story 1: Reporter senza frontiere lancia l'allarme sul declino della libertà di stampa

In occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, che si è tenuta lo scorso 3 Maggio, Reporter
senza frontiere ha pubblicato l’Indice mondiale della libertà di stampa per il 2023.

In base a questo Indice, la situazione è "molto grave" in 31 Paesi, "difficile" in 42, "problematica" in 55 e
"buona" o "soddisfacente" in 52 Paesi.

In altre parole, "l'ambiente per il giornalismo è "cattivo" in sette Paesi su dieci e soddisfacente solo in tre
su dieci".

I Paesi scandinavi e l'Irlanda occupano i primi posti della classifica, seguiti da Paesi Bassi, Lituania,
Estonia e Portogallo. Gli ultimi tre posti sono occupati dai Paesi Asiatici: il Vietnam, la Cina e la Corea del
Nord.

La Russia, come prevedibile, è scesa di altre 9 posizioni, precipitando alla 164 esima posizione. In altri
paesi quali il Tagikistan, l'India e la Turchia la situazione è passata da “problematica” a “pessima”. L'India
ha registrato un calo particolarmente netto, sprofondando di 11 posizioni alla numero 161.

L'Indice riflette i risultati di un rapporto del Comitato per la protezione dei giornalisti pubblicato a
gennaio, secondo cui nel 2022, in oltre 30 Paesi del mondo, 67 operatori dei media sono stati uccisi. Si
tratta di un aumento di quasi il 50% rispetto al 2021. A questi si aggiungono 363 giornalisti arrestati. Di
cui, il maggior numero è detenuto in Iran, Cina e Myanmar.

Ma cos’è che ha portato ad un declino così allarmante?

Le cause sono molteplici. Da una parte c’è la maggiore aggressività da parte dei governi autocratici.
Dall’altra, la guerra in Ucraina e gli altri conflitti che hanno sicuramente contribuito a peggiorare la
situazione. E non dimentichiamoci della cattiva propaganda e della disinformazione alimentate dai
progressi dell'intelligenza artificiale, che rappresentano una minaccia crescente per il giornalismo.

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