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Garofalo Erika matr.

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ELABORATO FINALE POLITICHE DI SICUREZZA IN ASIA ORIENTALE (TRACCIA 4)
La presente conferenza stampa è stata convocata in risposta all’approvazione della dichiarazione ufficiale da
parte della Camera dei Rappresentanti del Giappone, sostenuta dal governo giapponese e dal partito
Liberaldemocratico, la quale riafferma la sovranità giapponese sulle isole Dokdo e sulle acque circostanti.
Il governo coreano condanna fermamente la decisione del Parlamento giapponese, il quale ha l’onere di
interrompere immediatamente l’avanzamento di rivendicazioni ingiustificate su Dokdo e affrontare la storia
con ragionevolezza e umiltà; in quanto è indiscutibile che Dokdo sia parte integrante del territorio coreano
non solo in termini di storia, ma anche in termini di geografia e diritto internazionale.
La rivendicazione del governo giapponese su Dokdo è pregna di un simbolismo dal valore inconfutabile che
rimanda al periodo di dominio giapponese, durante il quale il popolo coreano ha subito soprusi e violenze
inammissibili e non trascurabili. La decisione del governo giapponese ignora le prove storiche come mappe e
documenti che testimoniano la sovranità coreana sulle isole Dokdo, e in aggiunta riecheggia i comportamenti
contradditori perpetrati nei secoli dal governo giapponese. Nel 1905 il Giappone si appropria di Dokdo in
quanto terra nullius, d’altra parte attualmente insiste a sostenere che in antichità Dokdo è stato un territorio
appartenente al Giappone. È di sostanziale rilevanza menzionare la prova incontrovertibile che convalida la
tesi secondo la quale Dokdo non ha mai fatto parte del territorio giapponese, ovvero una direttiva del
Dajokan del 1877, venuta alla luce soltanto nel 1987, dopo ben 110 anni di occultamento.
La storia delle isole Dokdo non può essere oggetto di interpretazioni: nel 1945 esse ritornano legittimamente
sotto giurisdizione coreana in quanto il Giappone sconfitto venne escluso da tutti i territori di cui si era
impossessato con violenza e avidità. Per questo motivo, il governo della Repubblica di Corea esercita con
sicurezza la sovranità territoriale sulle isole Dokdo e inoltre, poiché nessuna vertenza di sovranità è esercitata
su di esse, non possono essere oggetto di trattative diplomatiche o di soluzioni giudiziarie. Dokdo è il
simbolo del ripristino della sovranità della Corea, in quanto fu il primo territorio coreano a cadere vittima
dell’espropriazione del Giappone, pertanto, l’insistenza del Giappone nel dichiarare che Dokdo è parte della
giurisdizione giapponese non è altro che una reiterazione della storia e un’illegittima privazione della
penisola coreana.
In conclusione, il governo coreano si oppone e condanna con risolutezza la decisione del Giappone e auspica
il ritiro immediato della dichiarazione ufficiale che riafferma la sovranità giapponese sulle isole Dokdo e
sulle acque circostanti, infine esorta il parlamento giapponese a una riflessione profonda riguardo una
corretta comprensione della storia, la quale è la base per uno sviluppo orientato al futuro delle relazioni tra
Corea e Giappone. Il governo della Repubblica di Corea chiarisce che la dichiarazione e il comportamento
antistorico perpetrato dal Parlamento giapponese non solo rappresenta un serio ostacolo allo sviluppo
lungimirante delle relazioni tra la Repubblica di Corea e il Giappone e alla riconciliazione nell'Asia
nordorientale, ma contrasta inoltre la percezione generale della storia da parte della comunità internazionale.

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