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Con ChatGpt e i suoi “fratelli” si può davvero smettere

di lavorare?
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20 gennaio 2023

Scenari

Proviamo a lanciare una startup lasciando fare tutto o quasi ai


tools di intelligenza artificiale. Ecco come è andata.
Servizio 
di Luca Tremolada

5 min

Illustrazione di Giorgio De Marinis / Il Sole 24 Ore

Potremmo definirle le altre AI generative. Il successo di ChatGPt ha alzato il velo su


servizi, app e software che utilizzano algoritmi di machine learning per generare
contenuti. Di ogni tipo. Dalla produzione di testi come quello di OpenAi alla creazione di
presentazioni in Power Point alla sintesi vocale. L'effetto è sorprendente. Tanto che in
rete e sui social una nuova generazione di startuppers e formatori aziendali si è messa a
elargire consigli su come diventare imprenditori e insegnanti in pochi minuti. In che
modo? Sfruttando - nel vero senso della parola - le “intelligenze” artificiali in rete per
farle lavorare al nostro posto. Per capire cosa c'è di vero proviamo a lanciare anche noi
una startup.

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Come nascono le idee?

Partiamo dall’idea e quella ce la può dare tranquillamente ChatGpt, il chatbot più


soprendente e famoso del web. C’è chi gli ha chiesto una idea per una startup, una
canzone per diventare famosi su TikTok o un corso da rivendere sul mercato. ChatGpt
l’ha fatto. Lo fa, anzi. Non aspettatevi però nulla di originale. Per questo come idea siamo
partiti da Info Data, il blog di data journalism del Sole 24 Ore per vedere se l’AI (artificial
intelligence) è in grado di trasformarlo in una startup di successo o in qualcosa di
diverso.

Chi scrive i testi? 

Le idee poi le devi anche scrivere oltre che pensare. Writesonic o Copy.ai sono due
soluzioni oline che usano l’Ai per creare testi. Abbiamo provato Copy.ai. Come funziona?
Scegli prima il social o la piattaforma per cui vuoi produrre testo (ci sono tutti), poi il
tono (amichevole, spiritoso ecc) e l'argomento. Io ho scritto di Info Data che è il blog di
data journalism del Sole 24 Ore e gli ho chiesto un tono professionale. Ecco cosa ha
prodotto: «Data stories describe how people, companies or governments are using data
to change the world. We write stories with graph and numbers. The Data of the Future is
an English language blog about data journalism. Every week we post stories about this
topic for you to read at your leisure».Cambiando con il tono witty (spiritoso) ecco cosa
ho ottenuto: «Data is everywhere. We write stories with it, so you don't have to». Si è
inventato che tutte le settimane scriviamo un post e anche altre cose ma va bene così. Più
preciso è stato quando gli ho chiesto una startup sull’intelligenza artificiale. Diciamo che
era più preparato.

Ora serve una presentazione in Power Point

Magari per presentarsi a un investitore e chiedere finanziamenti per la startup serve


avere slide pronte all’uso. Per risparmiare tempo e fatica con Power Point ci siamo
affidati a Chatbgc che è il tool per presentazioni più chiacchierato del momento.
Sviluppato dagli studenti di Stanford AI PhD Silas Alberti e Joseph Semrai , ChatBCG
implementa il modello BCG-3 (Bi-modal Conditional Generation). Come funziona? Puoi
aggiungere un argomento o un prompt e lasciare che il chatbot “faccia la sua “ magia”. Il
risultato è oggettivamente soprendente perché in meno di un minuto avete la vostra
presentazione. Il software pesca dal web temi, layout, immagini, infografiche, contorni,
intestazioni e punti elenco inoltre crea parole chiave in grassetto. Puoi anche esportare le
diapositive nei formati Pptx e Ptf. Nel sito si legge che presto verranno aggiunte altre
funzionalità come l’editing conversazionale, i grafici basati sui dati e l’utilizzo dei

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contenuti del tuo blog. Come è venuta la presentazione? Generica. Hai la sensazione di
frasi scopiazzate a destra e manca. Ma più specifico è il prompt e più preciso è il
risultato. Peraltro va ammesso che non è solo l’AI a “prendere” spunto dal web.

Ora serve un logo e un avatar come si deve?

Per il nome del brand dell’azienda di giornalismo di dati ho utilizzato Looka. Qui scegli il
nome (Info Data), lo slogan (Le notizie raccontate con i numeri), il colore (blu), ti viene
proposto un logo e una decina di esempi che puoi personalizzare. Il risultato non è genio
e sregolatezza e probabilmente potrebbe essere giudicato una esperienza scolastica
persino da uno studente di graphic designer ma è comunque un buon punto di partenza.
Tra l'altro una volta finito il tuo brand puoi stampare magliette e biglietti da visita. C’è
spazio anche per i manager e per chi lavora nella nostra startup. Volendoti rifare il look
puoi usare Pfp Maker . Siamo dalle parti di Lensa AI, è meno creativo ma più
aziendale. Tu gli mandi una tua immagine e lui la rende con l'intelligenza artificiale
generativa più carina e più alla moda. Va bene per LinkeDN. Anche in questo frangente
non aspettatevi nulla di rivoluzionario.

Ora pubblicità e video

Adesso che sai chi sei e cosa fai puoi anche pensare a farti conoscere. Vuole dire
advertising e stories e video. Lumen5 non capisce l’italiano ma è utile per creare shorts
su Youtube. Lo puoi fare direttamente da blog, articoli o testi. Lui li legge e li trasforma
direttamente in video. Di buono ha che è veloce. E non devi pensare a niente. Sulla su
questa falsariga trovate anche altri software come WayMark. Oppure si può creare un
avatar scrivergli un testo e lasciare che sia lui a lanciare i nostri messaggi pubblicitari.
Synthesia è un software in grado di generare video partendo da un testo scritto
dall'utente. La versione gratuita permette di registrare alcuni video di prova, quella a
pagamento costa 26 euro al mese e ha molte più funzioni. È comodo e utilie e ben fatto.
Anche troppo. Volendo però essere un po’ più creativi meglio affidarsi a un editor video
professionale e farsi aiutare da qualcuna che sa montare una clip come si deve.

E poi le interviste e podcast

Potrebbe anche essere stancante rilasciare interviste, intervenire alla radio o anche solo
mandare dei vocali per promuovere la propria startup. Si potrebbe per esempio
sintetizzare la nostra voce o usare quella di personaggi famosi. Play.ht è in inglese, ci
trovi il clone delle voci di Jfk e Elon Musk . Come funziona? Selezioni se è per un podcast
o per un audiolibro o per il tuo sito. Sette giorni di prova gratis e poi 200 dollari al mese.
Convertire il testo in formato audio (wave e mp3). È un sofrware già famoso perché è
stato usato per generare il primo fake podcast pubblicato sulla nuova piattaforma
Podcast-AI dove un conduttore si è messo a intervistare per quasi venti minuti uno Steve
Jobs sintetico. La trasmissione è stato chiaramente .oggetto di numerose critiche negli
Stati Uniti.

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Conclusione? Non sono solo giochini 

C'è un ma. L’effetto wow dura meno di un minuto. Che poi è il tempo medio utilizzato da
questi tool per sfornare presentazioni, video e avatar virtuali. I contenuti vanno
controllati. Occorre fare ricerche incrociate perché queste forme di AI generativa sono
molto assertive, non sempre dicono le cose giuste e quasi mai sono originali. Vuole dire
che copiano senza ritegno e sbagliano con grande convinzione. Non perché siano cattive
ma perché sono “disegnate” così, imparano dalle fonti di informazioni che noi gli diamo
e scelgono calcolando la probabilità di ottenere una specifica risposta . La domanda che
ci dobbiamo sempre porre ad oggi è “chi te lo ha detto”? E controllare quello che ci
propongono. Soprattutto se vogliamo usare questi tool per scopi professionali. Detto,
questo è quasi certo che da qui a breve nasceranno nuove figure professionali in grado di
interrogare e sfruttare al meglio questi forme di AI.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©


Luogo: Milano via Monte Rosa 91

Lingue: Inglese, Francese

Argomenti: Tecnologia, Scienza, Finanza, Startup, Dati

Premi: Premio Gabriele Lanfredini sull’informazione; Premio giornalistico State


Street, Categoria "Innovation"; DStars 2019, Categoria journalism

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