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COLLANA DELLA G R A N D E G U E R K A
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INCORPORAZIONE NELL'ARMATA
Pasqua Ig I I
clavicola.
Durante l'allenamento io esigevo anche della velocità
dalla mia buona cavallina e rimasi molto sorpresa di veder-
la battuta dal puro sangue di von Wedel.
Altra volta durante le gare olimpioniche di Breslavia
ebbi la fortuna di cavalcare un bellissimo sauro. La corsa
sugli ostacoli era ormai iniziata: a due lerz~del percorso il
mio cavallo era ancora in ottima posizione e avevo sicure
possibilità di vittoria, ma giunto in vista deli'ultimo osta-
colo mi accorsi da lontano che doveva essere accaduto aiial-
1
VERSO LA FRANCIA
--
come durante le manovre, quando si pernottava presso un
-.
amico ospitale. Debbo aggiungere che alcuni giorni dopo
buona parte dei nostri ospjti erano stati appesi ai km.
piani perchè non avevano saputo negarsi il piacere di par-
tecipare aila guerra. ma quella sera essi erano stati vera-
mente gentili con noi.
Ci distendemino nei letti spogliandoci: dopo aver
?
3
I
ga ed una zappa e cercava di penetrare più profondamente
pwibile sotto la terra.
In certi punti i francesi erano distanti da noi soltanto
cinque passi ed era molto divertente sentirli parlare e ve.
der salire il fumo delle sigarette. Ogni tanto ci buttavano
dei pezzi di carta. Ci intrattenevamo con loro. tuttavia
cercavamo di darci più noia che fosse possibile scarnbian-
doci delle granate a mano.
A cinquecento inetri innanzi e a cinquecento metri
dietro le trincee, la folta foresta della Costa Larenese era
percossa dalle infinite pallottole che fischiavano costante.
mente. Sembrava impossibile che al di là potesse vivere un
solo uomo, ma le truppe di prima linea non ne soffrivano
tanto quanto gli uomini delle retrovie.
Dopo una di queste passeggiate che generalmente si
svolgevano nelle prime ore del mattino, coniinciava nuo-
vamente per me la parte noiosa della giornata. owern
quella durante la quale dovevo rimanere al telefono.
Durante i miei giorni di libertà mi abbandonavo alla
mia occupazione preEerita: la caccia. pichè la foresta del-
la Chairssèe mi offriva frequenti occasioni. Durante le mie
cavalcate avevo scoperto traccie di cinghiali e mi ero preoc.
cupato di individuarli per poterli appostare nella notte. Al.
cune magnifiche notti di plenilunio con il suolu coperto di
neve vennero in mio aiuto. Con la collaborazione della mia
ordinanza mi ero costruito degli csservatorii rialzati presso
determinati passaggi obbligati ave mi appostavo durante
la notte.
In questo mcdo trascorsi alcune notti sugli alberi ove
a! mattino mi trovavo completamente congelato. ma ciò era
L'ASSO NaMIW 35
IL PRIMO VOLO
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i
scorsi un Farman che volava tranquillamente in ricogni-
zione. 11 cuore cominciò a battermi violentemente quando
Zeumer si mise in direzione dellPapparecchionemico. Ero
ansioso di vedere cosa sarebbe accaduto, perchè non aven.
do mai partecipato ad un combattimento aereo le mie idee
in proposito erano molto vaghe, forse come le tue o mio
caro lettore, ma prima che potessi rendermene conto l'ingle-
se ed io ci eravamo lanciati l'uno contro l'altro. lo non
avevo sparati più di quattro colpi mentre l'avversario ini
aveva ripetutamente sparato sulla toda crivellandomi di
colpi. Debbo confessate che non avevo la sensazione del
pericolo perchè non mi rendevo conto quale potesse es.
sere il risultato finale di una simile lotta. Girammo ancora
&une volte l'uno intorno all'altro finche con nostra gran*
de meraviglia vedemmo l'Inglese filare allegramente suUa
via del ritorno. Tanto io quanto il mio pilota rimanemmo
alquanto delusi.
Ridiscesi sirl campo eravamo entrambi di pessimo umoe
. re. Zeumer mi rimproverava di aver sparato male, io lo rim*
pmveravo di non aver pilotato in modo da poter centrare
i miei colpi, insomma il nostro affiatamento di equipaggio
aereo che era sempre stato perfetto dovette quel giorno es-
sere turbato.
Esaminando il nostro aeroplano constatammo che
aveva ricevuto un rispettabile numero di colpi.
Nelb stesso giorno ripartimmo per un secondo volo
di caccia che come il primo doveva rimanere altrettanto in*
httuoco. Ero alquanto rattristato perchè mi ero immagi*
mta molto diversamente l'attività delle squadriglie da baa-
+ illudendomi che qualora avessi avuto la possibilità di
spare, l'avversario avrebbe dovuto sempre precipitare. Ma
presto dovetti convincermi come l'apparecchio possa soppor-
tare molto e giunsi a credere che avrei potuto continuare a
sparare quanto avessi voluto senza riuscire ad abbatterne
uno.
Non mancavamo certamente di ardimento. Zeumer sa.
peva volare meglio di qualsiasi altro ed io ero un discreto
tiratoi*. Dovevamo quind~trovarci innavzi ad un enigma.
Non solo a me succew così, ma la stessa cosa continua a
succedere a molti. E* un fatto che merita di essere profon-
damente studiato.
ALLENAMENTO A DOEBERITZ
PRIMI VOLI
MORTE Di HOLCK
Quando ero ancora giovane pilota. andando un giorno
in volo di caccia al disopra del forte di Douaiimont che era
fatto segno ad un violento fuoco di demolizione, avevo vi.
sto un Foker tedesco attaccare tre Caudron francesi. Sfor-
tunatamente soffiava un impetuoso vento di ponente e
quindi sfavorevole. Nello svolgimento del combattimento
fu inseguito dal nemico sino oltre Verdun e tanto io, qiianto
il mio osservatore pensavamo che il pilota dove essere
veramente eccezionale, anzi supponevamo fosse Boelche e
ci proponevamo di sincerarcene in seguito. Ad un tratto mi
accorsi con terrore che i'assalitore si era messa sulla difen-
siva. 1 francesi che nel frattempo si erano rafforzati ed ora
(1) Richlholen ha abbaltuti oltre fl0 appnrccclii iiemici. ma glisnc
hanno riconosciuta 81 pe1Cl1e solo quesli sono cadiiti entin Ic Xnee
tcdewhe.
au>o h o dieci a lottare contro uno, spingevano il te-
hrm pmpre più in basso. lo non potevo assolutamente vo-
izrt in YK> aiuto perche ero troppo lontano e con il mio ae-
q h o pzsante non riuxivo a volare contro vento. Il Foker
si ddendeva disperatamente. i nemici lo avevano costretto
a scendere a soli seicento metri di quota, quando improwi.
samente venne ancora attaccato da uno dei suoi inseguitori
e lo vedemmo sparire in candela oltre un cumulo di nuvole.
Allora avevo sperato che fosse riuscito a salvarsi c giunto
ai campo raccontai &o che avevo visto, ma dovevo appren-
dere ctie si trattava veramente di Holck, il mio vecchio
compagno di volo della frontiera orientale, che da poco
tempo era divenuto aviatore da caccia a Verdun. Colpito
alla testa il conte Holck era caduto verticalmente. Io povai
una profonda tristezza ,per la morte di questo compagno
prchè egli non era soltanto un esempio di temerarietà ecs
cezionale, ma, anche come uomo. rappresentava una per-
sonalità non comune.
BOMBARDAMENTI IN RUSSIA
FINALMENTE!
L'OTTAVA VITTORIA
IL MAGGIORE HAWKER
(I AL MERITO DI GUERRA v
. .
Sedici aviatori nemici e r v caduti per mano inia.
Ero così il più vittorioso fra tutti gli aviatori da caccia; era
questa lo scopo che volevo raggiungere. Lo avevo detto
scherzando un anno prima al mio aniico Lynrkei cp'ando
ci esercitavamo insieme ed egli mi aveva domandato:
<iQual'è i1 tuo scopo? A cosa vuoi giungere come aviato-
perwna.
Boelcke ed Immelmann avevano ricevuto il :q Merito
di Guerra 1) dopo i'ottavo avversario abbattuto. lo ne ave.
vo fatto precipitare il doppio e mi domandavo cosa aspet,
tavano. Ero molto ansioso, si mormorava che avrei rice,
vuta i1 comando di una squadriglia da caccia e dihtti uii
giorno arrivò il telegramma. « Tenente von Richthofen
nominato comandante della XI' Siquadriglia da Caccia >!.
C o n h o che non ne sono stato eccessivamente lieto. Mi
ero così bene abituato coi miei compagni della squadriglia
Boelcke ed ora, mi spiaceva alquanto andarmene ove do-
vevo cominciare tutto un nuovo metodo, mutando ancora
una volta abitudini. Certamente mi avrebbe fatto mag.
gior piacere la medaglia al merito di guerra.
Due giorni dopo, d e v a m o piacevolmente presso la
nostra squadriglia e festeggiavamo la mia partenza quando
giunse il telegramma dal Quartier Generale che annunci*
va essermi stata concessa la medaglia al merito di guerra.
Rimasi assai commosso; fu anche un balsamo per la mia
precedente ferita.
Io stesso, non avrei mai potuto immaginare la gioia
e l'orgoglio di comandare una Squadriglia da Caccia, co-
me dovetti constatare dopo che ebbi il Comando dellaun.
dicesima Squadriglia. Giammai, neppure in sogno avevo
pensato che un giorno sarebbe esistita la <iSquadriglia
Richthofen a.
ALI ROSSE
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MORITZ
Non c'è al mondo cosa più bella del mio piccob ca.
giolno l r un MIO tipo di Ultn, c~ Moritz 3 . Lo comprai
L'ASM NEMICO 99
MIO FRATELLO
AVIAZIONE DA BATTAGLIA
lamente gentile con me. Liii somiglia a suo figlio. anzi suo
figlio somiglia a lui in modo impressionante. Ogni gesto
ogni iineamento è uguale. Non ho conosciuto il figlio che
per un breve periodo. E' il prototipo del soldato, il vero ri-
tratto di suo padre.
Dopo colazione il Re bulgaro s'intrattenne con questo
e più tardi anche col figlio. Non Eaceva alcun mistero delle
sue notizie politiche. Dopo parlai con Bethrnann che sede*
va egli pure alla mensa. Il giorno d o ~ oil re della Bulgaria
mi conferì la croce al merito di I" clase.
Un'impnente figura è quella del vecchio Pless, il suo
aspetto è maestoso. Si può dire che egli è veramente un
bel vecchio. I suoi occhi briiiano come quelli d'un vecchio
cacciatore. A cavallo è addirittura statuario. Ha sempre un
sorriso amabile cortese sulle labbra. nulla di fiero, in breve
tutti si sentono attratti da lui. Anche il Kaiser Io tiene in
grande considerazione. Mi ha fatta molta impressione veder
quest'uomo di settantasei anni montare nell'apparecchio
di Fritz Falkenta e per un volo di un'ora e mezzo. Ne f u
talmente entusiasta che appena scese mise 2 0 marchi in
mano ad ogni meccanico. Avrebbe voluto ripartire subito
ancora. E* una cosa che mi fece rimanere di sasso, tanto
più che si trovano infiniti giovani cavalieri senza paura
che non si decideranno mai a salire su di un aeroplano.
Parlai con quasi tutti gli aiutanti di campo presenti, per
esempio col conte Dohna che rimase in servizio come
aiutante di campo del Kaiser fino al suo terzo viaggio sul
MGwe, gli domandai se era soddisfatto del suo posto. Il suo
volto ebbe un guizzo di furberia. Questo uomo basso di
nessuna apparenza fu qtiello che mi fece di gran lunga la
migliore impressione fra i presenti. Si vedeva subito che
non era cortigiano ma soldato (I).
Un altro che mi fece buona impressione fu il conte
Frankenberg che di tanto in tanto si tdglieva La maschera
del cortigiano per ridiventare un uomo. Mi disse un'osserva-
zione molto acuta. Si ricordi che intorno a lei ci sono tutti
esseri umani, nient'altro che umani con una mentalità sem-
plicemente umana dal rimo all'ultimo. Aveva detto una
gande verità.
Il resto della serata passò come sempre in piedi, pichè
il Kaiser non si siede mai. il che è molto penoso per qiielli
che gli sono vicini qecialmente per i vecchi uomini come
Hindenburg e Ludendorff.
FERITO
CACCIA ALL'ELCE
IN PALLONE FRENATO
quella. Boelcke non era un tiratore scelto; ero stato con lui
alla caccia delle pernici e non glie ne avevo mai vista pren.
dere una, però gli Inglesi abbattuti da lui erano criveUati
dai colpi della sua mitragliatrice1 Se mi avvicino al nemico
fino a 50 metri io sono sicuro di poterlo colpire. Non si
deve sbagliare. I più hanno una vaga idea di ciò che sono
i 50 metri. Parlai con dei giovani, insieme ai quali avevo
volato e osservato, essi dicevano dopo, d'essersi avvicinati
fino a IO 'metri dal nemico. Non esagero se dico che a
queiia cifra si potevano benissimo aggiungere due zeri.
Ma nell'enfasi del combattimento quei bravi ragazzi si
L'ASSO NEMICO 3 63
dendolo con altri tre. La mia sella e tutto ciò che mi era
necessario e che avevo rnesx, nelle sue tasche, andò in
pezzi. Una scheggia mi strappò la mantellina ma questo
non è tutto.
Stavo leggendo una lettera di Friedel e non avevo
ancora aperto un pacchettino che ella vi aveva unito, pur-
troppo l'avevo messo in una deile tasche della sella e fu
ridotto in una massa informe. Avevo con me anche Anti-
thesis; che ebbe una leggera wheggiatura ad un molare.
ma nulla di grave.
UN INGANNO
E' una bella e calda mattinata di aprile. Stiamo presso
ai nostri grandi uccelli in attesa di notizie quando squilla
il telefono: intensa attività degli aviatori nemici al ciid d i
Arras. Ad un cenno del sottuGciale di servizio suona il
campanello di allarme e il campo si anima. 1 meccanici ac,
corrono da ogni parte verso gli apparecchi per metterli in
moto.
Anche i piloti accorrono; a chi il coniando? A mio
fratello!
Si parte. Al Sud di Arras giunti a circatremila metri
di altezza niilla è in vista: ma ecco tre inglesi che con gran-
de meraviglia ci attaccano precipitando contro noi da gran-
de altezza. Mio fratello attacca il primo, Wolf il secondo:
io sono attaccato dal terzo. Finchè è al di sopra di me è
l'inglese che mi tira contro. Io devo attendere che giunga
alia mia' altezza Fer poter rispondere. Adesso mi è vicino,
dirigo il tiro contro di lui; egli vuole darmela da inten-
dere e si lascia cadere giii. Penso fra me. Fallo pure. Dieci
I at; RICHTHOFEN
ABBATTUTO
AVIATORE DA BOMBARDAMENTO.
UNA GIORNATA
ALL' UNDICESIMA SQUADRIGLIA
LA SQUADRIGLIA RICHTHOFEN
sensati: così che bisogna concludere che fra essi regni la più
ferrea disciplina e che allorchè è stato emanato un ordine
essi partano senza discutere,
Nelle prinie ore del 13 mattina, il cielo era privo di
ncivole e una chiara serenità si estendeva sopra il campo.
Teinpo favorevolissimo pei voli. Da alcuni giorni non si
udiva più il rombo del cannone che tuonava nella batta-
glia di Arras: solo di notte lo si sentiva di tenipo in tern-
p, malgrado ii campo fosse lontano dal fronte solo pochi
chilometri; e la mattina del tredici, nella atmosfera com-
pletamente calma e luminosa non era assolutamente possi-
bile sentirlo. I scrutavano con sguardi acuti il cielo. e
quasi con un presentimento dicevano al proprio coman.
dante: <t Oggi pioverà a e ridevano.
Allorchè ci avviammo verso $li apparecchi pronti aila
partenza le rimesse e le baracche del campo sembravano
esser state lavare di fresco dalla rugiada. Cinque biplani
erano pronti in linea di partenzàa Un sesto. quello del ba-
rone von Richthofen, era davanti agli altri. Tutti erano
di uno stessa tipo. Corti e piiittosto tozzi. e più piccoli di
quelli che avevo fino allora veduti. Tutti erano dipinti in
modo diverso. Essi apparivano da lontano come gigante.
whi insetti migratori che si fossero posati al suolo colle ali
aperte, come uno smagliante sciame di farfalIe. Il ~rincipio
di cercare un mimitismo aereo era stato completamente
bandito. Mi si spiegò che l'invisibilità è cosa irraggiungi-
bile: si corre invece pericolo di scambiare gli apparecchi na-
stri per quelli nemici e viceversa. Qiiesti diversi segni sulla
fiisoliera sono invece riconoscibili anche da lontano. sono
bei1 visibili anche durante le diverse Easi del duello e per.
ciò ci si può vicendevolmente aiutare. Ogni pilota aveva da-
to al suo apparecchio, al velivolo preferito sul q a l e si era
formata Ia sua fania, un segno distintivo personale che
permetteva ai camerati di tenerlo d'occhio durante un riiiel-
lo e di sapere sempre chi pilotasse q~ieldeterminato aero.
plano. Un velivoio era decorato con ,iiria striscia rossa, un
altro con una bianca o con un aitro colore qualunque. uno
la portava per liingo, e uno di traverso. Un senso speciale d i
orgoglio. quello del cavaliere che sa che le sue insegne, il
suo scudo ed il pennacchio del suo elmo sono conosciuti
e temuti dall'avversario, briIlava negli occhi di Richthofen:
<r Ia ottengo così che la mia squadra sa sempre dove io
sla N.
NOI sentiamo veramente quanto della vecchia cava!.
leria sia passata nelle forme del duello aereo. Questi xgni
che decorano il proprio apparecchio aumentano questa par-
ticolare impressione. Questi giovani piloti da caccia si rian-
nodano ai vecchi cavalieri del medioevo dei il cro-
nista del trecento, Froissart, ci da una descrizione così pir)
toresca. e che con le loro sciarpe. coi loro pennacchi al veri.
to, si rendevano riconoscibili anche con la visiera abbassata.
Uno dopo l'altro i piloti destinati a . partire indossa-
rono gli indumenti di volo che se~ribravanoun comproniesso
fra uno scafandro di palombaro ed un vestito da pescatore
olandese. Con le mani ficcate nelle profonde tasche dei pan-
taloni essi si aggiravano fra gli apparecchi pronti per la
partenza. Dal collo pendeva il grosso canocchiale che
avrebbe loro pii1 tardi servita per esplorare meticolosa,
mente il cielo ed il terreno. Anche Richxhofen aveva in,
dossato il suo cosrume di volo ed esplorava ad occhio nudo
Improvvisamente, (io stesso non potevo scorgere as,
solutamente nulla nel limpido azzurro), egli si precipitò
sopra una capanna e diede il segno di allarme. Ogni moto*
rista si affrettò al suo apparecchio. ogni pilota salÌ nella
carlinga, e le eliche furono messe in movimento. Uno do.
po i'altro i velocissimi e rapidi apparecchi rullarono per
brcve tratto e si innalzarono di scatto. Per ultimo prese il
via l'apparecchio di Richthofen. I piloti rimasti a terra, i
motoristi, le ordinanze. gli iiomini di servizio. tutti segui,
vano con ansiosa curiosità quello che sarebbe accaduto nel
cielo. Adesso anch'io potevo scorgere, in un primo tempo
col canocchiale, e poi a occhio nudo, una squadriglia di
apparecchi inglesi, almeno sei o forse più. Dovetti sfor,
zarmi per non perdcrli di vista nella immensità azzurra.
L'occhio dei piloti è ben diverso. Essi distinsero e nomina-
rono i diversi tipi, ed esclamarono con indignazione: <iChe
impertinenza! essi arrivano a poco più di duemila metri di
quota. Ma chi si immaginano di trovare? >I
Sembrava che ora gli inglesi avessero presentito ii
pericolo e cercassero una posizione di difensiva, e con in-
q~~ietudine si incrociavano reciprocamente. Dopo pochi mi.
miti i nostri avevano raggiiinto la stessa altezza e forse an.
che una superiore. In aria si udì il secw crepitare delle ,mi*
iragliatrici. L'avversario aveva accettato la battaglia, Tutti
gli apparecchi formavano uno stormo di punti in ordine
sparso. luminosi e intersecantesi, Il mio vicino coinnienta-
va con vivaci esclamazioni accompagnate da energici inod
vimenti tutte le fasi della lotta. Richthofen è là. Non lo
vedete? Quello è Schaefer. Per Dio, guarda come attac-
ca. Non lo molla il povero inglese1 >> C! Q~iellodeve esser;
L'ASSO NEMICO 2TJ
Cwrisponden~adal fronte.
1N MEMORIA D1 RICMTHOFEN
(Aneddoto di vora B.)
1 RICHTHOFEN
Un amico di Richthofen, da lui stesso designato come siio
successore, così scrisse del grande arso, di siio padre e
di suo fratello.
Nella nostra squadra i1 padre di Richthofen veniva
chiamato senz'altro « i1 padre degli aviatori Infatti en.
>p.
RICHTHOFBN
U n o s c ~ i t t odi Erich t 8 0 > Safiniunit.
i
.,
questo giavane, che vide appena la venticinquesima prima-
vera: c i Vi è stato un solo Richthofenl
RAPPORTI UFFICIALI
COMUNICATI INGLESI
(Agenzia Retiteu)
En Sauterre, z j aprile.
Prima dell'inumazione andammo a vedere sul letto
di morte, le spoglie mortali del Capitano di Richthofen.
Era sotto 'una tenda alta e profonda: in questa dimora scos-
sa dai venti. null'altro che un quadrato di casse vuote, al
centro del quaIe giaceva il cadavere. La Foca luce che fil*
trava d d a porta di tela illuminava il suo pssente corpo
di atleta e la sua maschera piena di ombre e di rilievi nella
quale era scritto l'onore della caduta: egli discendeva con il
suo volto espressivo nel regno della morte.
Fuori alcuni aviatori, uno dei quali poteva essere il suo
vincitore. ci raccontano il combattimento. Richthofen e la
sua sqi~adri~lia rocca la I I" (una delle cinque che compone*
vano il suo gruppo) appaiono verso le ore i r,jo nel cielo
brumoso della Somme. Abitualmente i suoi compagni van-
no in esplorazione Fer il capo che lassù nella più alta nu.
vola attende l'avversario prescelto per precipitarsi contro
lui come un falco ed abbatterlo.
Appare una squadriglia australiana ed offre il lom-
battimento. Le mitragliatrici da entrambe le.parti crepi-
tano senza tregua: nel furore dell'azione i duellanti perdo*
no il loro ordine di formazione e combattono ognuno per
proprio conto. Oltrepassando le sile avanguardie von Rich.
thofen vuole mettersi in testa alla caccia. 11 suo apparecchio
dalle corte ali: un tri~lanoFokker tozzo, rosso, fulvo. sor+
ge, si volta, vira, si precipita simile ad un'ape rossa.
Stretto da vicino da due dei siioi più tenaci nemici
egli tenta svincolarsi ma lo inseguono sempre raffiche di
mitragliatrici.
Si vede il capitano rientrare nella sua carlinga e ca.
dere a foglia morta. i<Un altro I ~ I I C C O Boelcke C pensano
coloro che lo inseguono. Ma a terra vegliano altri mitra-
glieri,
Ignorando quale preziosa preda si offra loro essi aprono
i1 fuoco. L'ape rossa fa un'ultima capriola poi precipita, ac+
corrono dei soldati di fanteria. Intorno al motore sfondato
L'ASSO NEMICO 213
un cilindro rotativo è penetrato neli'ammasso delle ali e
della coda sfracellate al suolo. Presso il suo sedile. con il
braccio destro inerte incrostato di argilla, giace il cadavere
ancora caldo del barone. Sei palle nell'uno e nell'altro fian-
co, una di esse giunse sino a1 cuore; una palla sotto al men-
to che trapassò da parte a parte la testa: queste ie sue fe-
rite. A Sordo restavano sette nastri di mitragliatrice non an-
cora adoperati ed un moschetto da cavalleria carico. 11 diiel,
lo e la morte del Capitano degli Ulani von Richthofen di.
venuto asso degli assi tedeschi avvennero a mezzogiorno
dietro a Sayiii,le-Sce.
Le esequie sono compiute alle cinque naturalmente con
gli onori militari. Non vi manchiamo. Una guardia di do,
dici uomini è schierata e presenta le armi. Sei ~16ciali.tui,
ti piloti, tutti assi britannici sollevano la bara sulle loro
spalle e fra due ranghi di soldati, la caricano nel furgone
automobile: ciò che viene chiamato rimorchio, il quale con
lentissima marcia ci conduce verso la fossa.
Il pastore anglicano, poiche il morto era Iiiterano. par.
tito per primo, indossando la stola di sopra della giiibba or,
nata del D.S.O..ci attende sulla soglia del cimiteto.
Dietro al furgone i dodici uomini della parata cam,
miiiano con gli occhi al s~ioloe il fucile capavolto mtto al
braccio. Cinquanta aviatori, ufficiali e sottufficiali, formano
il corteo raggriippato a quattro a quattro. Dai campi del
Sud, in aeroplano. sono accorsi per tempo quattro aviatori
azzurri per un tributo d'onore da rendere da parte degli
assi di Francia ad un nemico coraggioso e leale. Siilla bara
sono distese cinque corone: cinque grevi corone di sempre-
vivi ornate di nastri dai colori tedeschi: una f i i inviata dal
18
Quartier Generale dell'aviazione britannica: le altre pro*
vengono dalle squadriglie viche. Tutte portano la seguente
iscrizione:
<i ~i RICHTHOFEN
AL CAPITANO
PRODE E DEGNO AWERSARIO >>.
Pronunciate le preci dei morti, la guardia d'onore spara
tre salve a polvere per i1 saluto aupremo.
Sopra il legno della bara si inchoda una placca di al-
luminio che porta due volte iscritte queste parole in inglese
ed in tedesco:
l
!!
i
Volevamo tutti dirigere teneramente i nostri sguardi
verso questa gloria liiminosa in tempi più radiosi. verso
questo eroe che un intiero popolo acclama. Ed ora dobbia.
I rno invece ricacciare in cuore le nostre lacrime.
Ma perchè, domanda indignato il nostro dolore, per-
chè lasciaste sempre volare il grande vincitore? Quello do,
vevate strapparlo alla morte deli'aviatore.
In verità tu brilli ora nei canti e nelle leggende con
Sigfrido ed Achille per I'eternità, fiera consolazione ma pure
dotoroso distacco.
Lettera del Ten, aviatore W o l ~
a Lotavio Richthofen.
MORTE DI RICHTHOFEN
Resoconio del corrispondente di guerra Dv. Max Osborn.
Da.lla Somme, 24 aprile 1918.
11 caso mi condusse oggi sul campo di battaglia ad est
di Amiens sul posto ove or sono tre giorni il capirano Man-
fido di R~chthoEenè stato strappato alIa gloria e alla vita
nonchè a l cerchio dei suoi pii1 fidi compagni.
Per tutto il fronte qui ci combatte aspramente. e nep-
pure la morte di uno dei più popolari eroi che la guerra ci
abbia donato portare un solo istante di stasi nel gran.
de ingranaggio. ma la scomparsa di questa sublime perso.
nalità. di questiioino cavalleresco ammirato ed amato da
tutti viene, nonostante l'estrema tensione dell'ardua lotta.
dolorosamente sentita da ognuno.
Da ciò che intesi, ovvero da ciò che mi venne nar-
Iato dai compagni di Richthofen durante l'ultimo suo cam-
battimento. gli avvenimenti. del resto sinora non ancora
completamente noti, si svolero nel seguente modo:
Domenica, z r aprile nella tarda mattinata verso le
undici e mezzo il Capitano con quattro aviatori della sua
squadriglia. tra essi anche suo cugino che solo da Fow tem-
po apparteneva aiia ben nota undicesima squadriglia, e che
volava piU che altro per esercitarsi, partì in volo verm est
al di sopra delle prime linee tedesche. Essi, alla quota rela-
tivamente bassa di milIecinquecenta metri, in cielo nebbio-
so, si trovarono di fronte sette apparecchi Camels. mentre
altri sette aeroplani nemici si potevano scorgere a più note.
vole altezza.
Con i primi sette i nostri ingaggiarono subito un fiero
combattimento.
11 tenente K. e il sottotenente W. attaccarono vari in.
glesi e all'improwiso videro al loro fianco il rosa triplano
di Richthofen che a tutta velocità si precipitava sul nemi-
co p r attaccarlo. Con la sua abituale irresistibile foga il
Capitano prese di mira un Camel che immediatamente si
trovò sotto il fuoco deUa sua mitragliatrice. e cadde quasi
verticalmente. 11 forte vento di levante che spirava dome-
282 RICHTHOFEN
Berlino, t3 aprile.
Nella riunione principale del Reichtstag stamane du-
rante la discussione sul bilancio dell'Armata il deputato
Muller Meirgen espresse al Ministro della Guerra le più
vive condoglianze per la morte del più glorioso av~atorete,
desco il Capitano Barone di Richthofen.
I1 Ministro della guerra von Stein commemorò quin-
di i'aviatore caduto con le seguenti parole.
La morte del Capitano barone di Richthofen è or-
mai certa. Anche questo eroe è ora coperto dalla terra.
Quale meraviglioso esempio egli sia stato non occorre io lo
ricordi: tutto il popolo tedesco, compresi i fanaulli, conosce
quanto egli abbia compiuto. Le sue gesta rimarranno irnpe,
ritura memoria, il suo esempio continueri a portare magni-
fici frutti ».
NELLA
SEDUTA PLENARIA DEL REICHSTAG.
Qua~tierGenerale, 25 aprile.
Le calde prole con le quali l'Ecc. V. ha commerno-
rato ai Reichstag il nostro più grande aviatore e l'onore re,
so aila sua memoria dall'intiera rappresentanza deiia na-
zione hanno suscitato la più viva riconoscenza nel cuore di
tutti coloro che appartengono all'aviazione tedesca. Ci sen-
tiamo uniti con tutta la Germania nel rimpianto per i1 no,
stro compagno eroicamente caduto. La coscienza di ciò ci
dà la forza di soppartare la grave perdita che ci ha colpiti
e ravviva la serena certezza che I'intensa volontà d'azione
del nostro Richthofen sopravviverà quale retaggio d'onore
nel cuore di tutti coloro che appartengono au'armata aerea
e ci assicurerà anche in futuro il dominio dell'aria.
Il comandante gefierale le fmze aeuee
Generale VONHOEPPFER.
ELOGIO INGLESE
Signore e Signori,
L'epoca nella quale viviamo è assai grandiosa: forse la
più grandiosa per 11 storia del nostro popolo: ma anclie la
più diicile, una epoca della quale la spada della quale Gesù
294 RICHTHOFEY
T
Noi abbia o quindi ragione di piangere il nostro Mari.
fredo di Rich oEen ma non vogliamo compiangere colui
che se ne andò nel fiore degli anni ed all'apice della gloria.
Colui che è amato da Dio muore nel pieno della gioventù e
della fortuna. Vogliamo sentire r pensare così come Alfre-
do Wlotzha ha espresso nei suoi versi:
Non è tr:si;e morire anzitempo
Que~ldosfolgouando pev splenJore croico
Moriue noti è spegnersi,
.Ma divenire immoutltli.
Gloria a te valoroso eroe. nobile a n h a buonal
INDICE
W-
Prebioiie dei traduttori , . . . . . . . 5
I miei antenati . . . . . . . . . . 9
Nelle acuola dei cadeai . . . Il
Incorporazione nell'arrastn . . . . . . . 12
Inbio della cartiera militare . . . . . . .
d
14
G i o delle oaiiliià 1914 . . . . . . . . 16
Passaggio e h froniiera
Ve'eirpo la Francia . .
.
. . . .
18
21
Savizio di patiuglia . . . . 23
In panugliii con Loen . . . . . . . . . 30
1mmmiaVerdtui (invenio 1914) . . . 33
I1 prirno rolo al campo-scuola . . . . . . . 36
I1 p r h o volo di rirogiiizione . . . . . . . 38
In Rumio con Holck . . . . . . . . . 39
D& Xussia a Ostenda . 44
LP prima ferita . . . . . . . . 47
I1 primo combatliuiento aereo . . . . . . . 4.8
AUab~thgliadebChampagnr
Come conobbi Boelcbe . .
. . . .
50
5J
TroIo da sola . . . . . . . . 53
h morte di Holck . . . . . . . 58
Volo nella iempesta . . . . 59
n i m a volo di caccia . . . . . . . . . d
Bombardamenti nelle ie!rovis r u m
Finahente avistore da caccia . . 63
69
La mia prima vittoria . . . 70
Li morie di Boelcke 1916 . 73
L'ottavavittoria(novembre191b)
II mygioe Hawker . . . .
. . . . . .
76
79
al Merito di Giierra . 81
A l i m . . . . . . . 82
froneesi e uigleai . . . . 84
~ d r l n e m i c a. . . . . . . 85
L.mdi M aviatore . !l?
I1 prinio colpo doppio . . . . . . . . ,
La iii$urc giornata . . . . . . . . .
Gli inglesi Lomliardario il n d r o campo . . . . .
Sohacfcr attcrra fra le lùiee . . . . . . .
.Una squadriglia per iùrmi la caccia . . . . .
Voln verso h patria . . . .
%fio ErnteUo Lozario . . . . , . ,
. . .
.
. .
.
Aviazione da battaglia . . . . . . . .
.
Ferito alla tosta Lugùo 1917 . . . . . . .
Riconmceriza dei cittadini di Cotirtrni . . .
Scambiato per lo sposo , . , . . . .
. ..
In pallone firnaro . . . . . , . . . .
'I'auicu del r.omha~~iiiicriio acico . . . . . .
Lettere dal fronte alia madre . . . . . . .
Dal diario del Cralcllo Laiario . . . . . . .
Mcmoric deUa rnaàre . . . , . . . . .
-
Im arluailriglin Flichthore~i 14 ~ p r i t e1918 . , . .
Una tebtiniomanza olandese . . , , . . .
Richtliofa~come iiiperirir~ . . , . . . . .
Aneddoio di voti B. . . . . . , . . ,
I Rirliihofen; scritto &l suiccs5ore di 1vlaiiCt.rslu . . .
La 75' vittoria di Riclitliolen . . . . . . .
Un incoiuro con Glngeu . . . . . . , .
Richthdcn. Srritto di Sa1zu:aiiii . . , . . .
Comunicati iedeaehi iulla mnite di Hichiliiiro~.ii . . .
Comunicati inglesi . . * .' . . . . . *
Comunicati franceri 6ii11i escyiiir , . . , . .
'Teellinonianra di uii prigioniero . . . . . .
1,'nltinio iunibatiirneiito narratn dal l'eii. WoiiF , . .
,Morte di Rii:hihofeu ~critiada Mar OsLorn . . . .
1 ~ ' u l t h ovolo di Richthofen (coi1.is1i. d i giiirrii) . .
Coui4isiiiortiiiani e Conrlogliaiia~ . , . , . .
Elogio inglese . . . . . . . . . . .