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1 Cfr. Commissione Teologica Internazionale “La Sinodalità nella vita e nella missione della
Chiesa”, 02/03/2018
estroflessa, cioè tutta rivolta e impegnata verso l'esterno, alla società
umana. Una Chiesa che rimanda a Dio che l'ha generata, la sostiene, la
purifica, la salva e la glorifica. La Chiesa è dunque una realtà dinamica
perché è relazione: verticale, in ascolto dello Spirito Santo; orizzontale,
in ascolto degli altri, ma anche e soprattutto degli ultimi, dei deboli,
degli abbandonati a se stessi, degli estromessi, dei lontani.
ASCOLTARE: Cercare ciò che lo Spirito ci dice, è diverso dal cercare
ciò che mette insieme la più larga maggioranza. C'è senz'altro il rischio
che si scada nel parlamentarismo, nel potere assembleare: ma vi è la
necessità, più che del diritto di ciascuno di intervenire e di parlare (solo
di quello che penso "io"), del dovere di ciascuno di ascoltare (chiunque
sia suscitato a parlare).
Ascolto rivolto anche e soprattutto alle richieste, alle povertà, alle
situazioni che pressano dall'esterno la Chiesa e necessitano di risposte
universali, espresse con un linguaggio autentico e veritiero, che
permetta un confronto dialogante. Un ascolto attento e coraggioso dei
«gemiti dello Spirito» (cfr Rm 8,26), per giungere in comunione di
intenti ad un autentico discernimento comunitario. “Ascolto di Dio fino
a sentire con Lui il grido del Popolo. Ascolto del Popolo, fino a
respirarvi la Volontà cui Dio ci chiama”. 2
DISCERNERE: Una Chiesa giovane, cioè sempre nuova, consapevole
che ciò che la sospinge e la rinnova, non è la diversità dal passato, ma il
dialogo interno ispirato e suscitato dal continuo confronto con e sulla
Parola di Dio. Non si può rischiare di insistere sull'ostinato e radicale
rispetto di una Tradizione bloccata e sterile, perché fuori contesto,
riferita al passato e non più attuale: quella del "Si è fatto sempre così!".
Allo stesso tempo, tendere all'originale, non significa per forza
perseguire ciò che è diverso dal precedente, rincorrendo le novità del
tempo presente; né riproporre ostinatamente il medesimo modello,
identico a quello iniziale, peraltro evoluto in un contesto ormai passato.
Essere sinodali significa in definitiva vivere la "Tensione Escatologica",
ed è ciò che rende la Chiesa veramente feconda, cioè capace di novità.
Fare discernimento per decidere insieme come agire per vivere al
meglio la missione evangelizzatrice, costitutiva della Chiesa.
2 Commemorazione del 50° Anniversario dell'istituzione del Sinodo dei Vescovi, papa Francesco,
Aula Paolo VI 17/10/2015