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~ RIVISTA ITALIANA | | DI “DIRITTO E PROCEDURA PENALE FONDATA DA = Hl GIACOMO DELITALA 4 DIRETTA DA B. PETROCELLI - G. BETTIOL- T. DELOGU G. VASSALLI - P. NUVOLONE - P. FRISOLT G. BELLAVISTA - G. GUARNERI - G. SABATINI G_D. PISAPIA -M. GALLO-G. CONSO A. GRESPI- GC. PEDRAZZI - G. DE LUCA M. SINISCALCO - D. SIRACUSANO - F. BRICOLA ‘ V. GAVALLARI - G.F. GROSSO -G. LOZZTI G. MARINUGCI NUOVA SERIE - ANNO XVIII 1975 AZIONE PENALE E SOVRANITA POPOLARE Sowatagio: 1. Nuovlspunt! per un rigensamento del problems. — 2. Sovrenta Popolare... — 3. ...ed amministrazione della giustizia, — 4, Tipologia della ‘szione penale © Costituzione. — 5, Prospettive de iure condendo, 1, Nel momento in cui, dopo lapprovazione della legge 3 aprile 1974, n. 108, si procede alla redazione del testo del nuovo codice di Pro- cedura penale, non pare privo di interesse il tentativo di fondare co- stituzionalmente ed ordinare sistematicamente un tema che da tempo € sotto aspetti diversi impegna la dottrina: quello del controllo dei poteri del pubblico ministero nellesercizio dell'azione penale. Limitandoci in questa sede al periodo che va dal secondo dopoguerra ad oggi (1), conviene porre in risalto una sostanziale differenza di accen- negli autori che hanno trattato l’argomento, a partire, pid o meno, dagli anni settanta: differenza esplicitamente riferita allinsorgere nella societa italiana di nuove tensioni e, quindi, di nuovi problemi. Una parte degli autori (2), infaiti, sviluppa le proprie argomentazioni alf'interno di un orizzonte endoprocessuale tipicamente giuridico; Io scopo dichiarato @ quello di concedere all’offeso dal reato una tutela dei (0) Non riteniamo proficuo, infati, ai fini delle considerazioni di carat tere generale che ci interessa presentare preliminarmente all'attenzione del lettore ‘analizzare Vimpostazione del dibattito concemente l'szione penale privata svottost tra Ia fine dellottocento e Vinizio del novecento, sembrandoci la situazione di allora, sia socio-storica che politicocostituzionsle, troppo diversa rispetto allepoca attuale. 4@) Autoni0, Sulla riforma det processo penale, in Problemi di dirito, Milano, 1957, vol. Tl, pp. 392-393; BaRosto, I diritti della persona offesa dal reato ¢ la jormulazione coatta de'accusa, in Rivista di dirito processuale, 1970, pp. 46- 48; Ganon, La persona offesa dal reato nel processo penale, Milano, 1971, p. 250; Guanwent, Le parti nel processo penale, Milano, 1949, pp. 161-163: Leow, Azione penale, in Enciclopedia del dito, vol. 1V, Milano, 1953, p. 855; Io. Problem pontingenti di riforma, in Intorno alla rijorma del codice di provedura penal, Milano, 1964, pp. 127-152; Io, Linee general di una riforma del processo penal, iyi, pp, 5845; Ib., Garanzie nel processo penale, ivi, pp. 178180; Io. La riorma del processo penaie, iv, pp- 255254; Massa C., Axione popolare (dito penale) in Enciclopedia del diritto, vol. 1V, cits p. 874. — Tie = propri interessi maggiore ‘di quella riconosciutagli dal vigente codice di procedura penale (3). Il riferimento (abbastanza generico) che venga fatto a qualche principio derivante dalla nostra carta costituzionale con- cerne « l’ispirazione democratica » (4) dell’intero processo, dimenticando la quale « spesso si commette I’urrore di prospettiva di individuare le esigenze di un rinnovamento democratico del processo penale solo nei confronti dell'imputato... (mentre) non possono essere trascurati gli altri protagonisti del drama giudiziario » (5). Ed in linea con questa impostazione 1a legge-delega non solo amplia, rispetto al codice vi- gente, i poteri della parte civile, ma anche prevede — all’art. 2, n. 38 — a notifica alla persona offesa ad opera del pubblico ministero sia dell’av- viso di procedimento in caso di richiesta al giudice istruttore di giudizio immediato o di istruzione sia dell’avviso di richiesta di archiviazione. Per conseguenza, qualora si proceda nei confronti di imputato non dete- nuto, viene concesso all’offeso che si costituisca parte civile il diritto di far valere le proprie ragioni fin dalle prime battute del processo, facendosi sentire in contradditorio dal giudice istruttore in sede di cd. udienza preliminare (art. 2, n, 40 della 1. 3 aprile 1974, n. 108, analogo peraltro all’art. 2, n. 32, V parte per quanto concerne il caso di imputato detenuto). Ma questo ampliamento di poteri della persona offesa, riconosciuto anche in sede di lavori parlamentari come necessario corollario della attuazione nel processo penale dei caratteri del sistema accusatorio (6) (art. 2 legge-delega) e come garanzia « che Voffeso o chi per lui, non (8) Anche se in Leone, Problem contingenti di riforma, cit, p. 129 ed in Massa C., op. cit, p. 874 vi, in forma dubitativa, un cenno al promuovimento della azione penale da parte del quisque de populo denunciante. (4) Leove, Garanzie nel processo penale, cit. p. 180. (5) Leone, La riforma del processo penale, cit., p. 253; occorre, tuttavia, awertire come tale riferimento ad una ispirazione democratica del processo ve- nisse inserita nel pid largo ambito di una concezione della societd insieme democratica ¢ liberale, in cui Ja «maggiore partecipazione del cittadino alla vita pubblica » fosse volta alla pitt ampia «tutela dei diritti privati (il corsivo & no- stro) » (GUARNERI, op. cit, p. 163; LEONE, Problemi contingenti di riforma, cit., p. 151). (©)_Intervento dell'on. Vassauts, nella seduta del 5 febbraio 1969 della ‘Comm. Giustizia della Camera, in CAMERA DEt DEPUTATI - SEGRETARIATO GENERALE, Codice di procedura penale, Delega al Governo. Lavori della IV Commissione Permanente Giustizia. V Legislatura, Servizio Commissioni Parlamentari, 1969, P. 316. V., in dottrina, Barosto, op. cit., p. 47; Conso, Accusa e sistema accusa. torio (Diritto processuale penale), in Enciclopedia del diritto, 1, Milano, 1958, p. 336; Leone, Garanizie nel proceso penale, cit., p. 180; Ip., Linee generali di una riforma del processo penale, cit., pp. 58°59. — 1193 — commetta un altro reato a titolo di vendetta » Viene da altri autori (8) rico mente attenta sia all'evoluzi pitt specificame (7), senza essere contestato, it larga tematica, maggior. fo sia a valori costituzionali n 2 pili (0 non & pid esclu- mpreso in una pi lone sociale in att nte determinati. L'intento no sivamente) quello di sostenere Padozione nel lare 1a persona offesa dal reato; si tratta, ine vie attraverso le quali con- italiana, della quale il Processo (certo, pure Jui democratico) deve essere uno strumento di salvaguardia se not J nm proprio di sviluppo: anche se, daltra Parte, bisogna sottolineare che il riconoscere alla magistratura wa, le muolo non significa « scaricare » sulla stessa le inadempiense del parlamento e del governo (9). Liesigenza pottata avanti & quella di una maggiore incidenza del Popolo in quanto tale nell’amministrazione della giustizia, conformemente 8 quanto sancito dalla costituzione l'art. 1, comma 2° (« la sovranita ap- Partiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costitu. Zione ») ed all’art. 102, comma 3° (« la legge regola i casi e le forme della Partecipazione diretta del popolo all’amministrazione della giustizia »), soprattutto riguardo a determinati comportamenti che, come ad esempio (7) Intervento dell’on. Benepetri nella seduta Comm. Giust. Cam. citata alla nota precedente, op. cit. p. 310. (8) Amonio, L’azione penale delle associazioni dei consumatori per la repressione delle frodi alimentari, in questa Rivista, 1974, pp. 529-536; BRICOLA, Rapporti tra giudice istruttore e pubblico ministero nel proceso penale, \ Poli del diriuo, 1975, pp. $45:545; Cxtavanto, 1! pubblico ministero organo di gislzi?, in questa Rivista, 1971, pp. 740-743; cece pale gna a ric resentata al Convegno « rti fondamentali form: ae eae Firenze il 9-10-11 maggio 1975), pp. 610 del dattiloscritto. A riprova dell’attualita della tematica concernente la tutela di interessi non exclu sivamente individual, cfr, per quanto riguarda le gistzia civile ed amministra tiva, CarpeLterrt, Formazioni sociali¢ interessi di gruppo davant! ala gistzia ci- vile’ (Relazione presentata al Convegno « Liberta fondamentali € sermon = ‘iali », cit.); Denti, Le azioni a tutela degli interessi collettivi, in Rivista fi iritto oa ae ats ‘pp- 535-550; Gianwint, La tuiela degli interessi coll i ene amministrativi, ivi, iyo Te nostra» di i Consiglio di Stato, in I! Foro italiano, 1974, I, ec. 3444. ont ctr, AsoOI0, op, ci, pe S34: Revoth, La dia Ieratai tica del dirtto, 1971, pp. 195196; I., Le tentazioni » della‘ politica, pp. 315-318. DESSSSSSSSSSSRSELEEELELESEEEEOHENN”" vata offesa dal reato, Vintera comunita statal mente garantiti (artt, Quondo lopinione pubblica prende coscienga dell’esistenza e della Bravit di tali_ form frattandosi di fattispecie criminose che ledono © proprio in riferimento ad interessi costituzional- 9, 32, 41; XIT disp. Cost.), e olta la societ& civile Si trova separata dallo Stato il bourgeois scsso dal cifoyen, homo cone: ‘micus dall’homo politicus; viene alla luce che « V'uomo politico ha le sta Pecullate esitenza accanto alt'uomo non politico, all'womo privato » (10), il quale ultimo viene a dipendere completamente da una volonta a lei estranca, non avendo alcuna possibiliti né di promuovere né di incidere sui meccanismi che eventualmente abbia messo in moto un organo non. elettivo © non controllabile irettamente dal popolo quale il. pubblico ministero, Una siffatta situazione di divisione tra Stato e societd civile — tra Valtro fittizia ¢ chiaramente funzionale a precisi interessi di una ben individuabile classe interna alla societ& civile (11) — pud forse non (10) Marx, Critica della filosofia hegetiana del dirtto pubblico, in Opere {flosofiche giovanili (a cura di Della Volpe), Roma, 1971, p. 42 (il corsivo & nostro); ‘in FERGNANI, Alienazione e Oggettivazione nella problematica del pensiero moderno € contemporaneo, Milano, 1972, pp. 98-101, il motivo della scissione tra Stato societ& civile e dell'uomo moderno tra bourgeois e citoyen viene inserito nel pit ampio contesto della tematica concernente il concettto dit alienazione in Marx. (11) Per un utile contribute di un giurista all'analisi del problema de quo, Y. CRISAFULLI, Stato e societa nel pensiero di Gramsci, in Societa, 1951, pp. 583- 609, dove vengono appuntc esaminate le Posizioni gramsciane vertenti « sul reci- Proco rapporto, quindi sull’unita dialettica di Stato e societd » (p. 596). Ma cfr. anche Bossio, Gramsci e la concezione della sovieta civile (in AAV., Gramsci e la cultura contemporanea, Roma, 1969, vol. I, pp. 75-100), per un esame chia- rificatore delle diverse posizioni di Marx e di Gramsci proprio riguardo al con- cetto di «societa civile », nonostante i comune riferimento ad Hegel. Il primo, infatti, riprende della concezione hegeliana essenzialmente 1a dimensione della societa civile come insieme dei rapporti materiali di esistenza, sfera delle rela. zioni economiche e formazione delle clas entre « la societ& civile hegeliana che Gramsci ha in mente non & il sistema det isogni.. ciod dei rapporti economic, ma le istituzioni che li regolano» (Boss10, op. cit., p. 87), per cui essa viene intesa non come coincidente con la struttura bensi come costituente il primo li vello della cd. realta sovrastrutturale, priamente detta e societa politica, il termine di mediazione tra struttura pro- sus cr gi — 1195 — suscitare obiezioni giuridicamente fondate in un ordinamento di demo- crazia borghese puramente formale, a propcsito della quale si & giunti ad affermare che «/a ‘ polizia’ e i ‘ tribunali’ ¢ I" amministra- zione' non sono deputati della stessa societa civile, che in essi ¢ per essi, amministra il suo proprio generale interesse, bensi delegati dello Stato contro la societa civile » (12). Ma sicuramente un tale stato di fatto non pud essere considerato legittimo in un organismo statuale caratterizzato da una democrazia sostanziale (13), in cui deve esctre garantita « l'effet- tiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, eco" nomica e sociale del Paese » (art. 3, comma 2° Cost.), in modo che concre- tamente si esprima 1a sovranita popolare. 2, Appare pertanto necessario, pur se nei limiti richiesti dal pre- sente lavoro, analizzare lo stesso concetto di « sovranita popolare » per poterne intendere 'esatta portata a livello specificamente givridico: te- nendo comunque presente che, usando il termine « sovranitd », faremo sempre riferimento alla c.d. sovranitA interna di cui all'art. 1 Cost., ciot a quella potest& suprema alla quale, all’interno di un determinato ordina- mento giuridico, sono sottoposti tutti i soggetti diversi da quello cui essa 2 attribuita. Tralasceremo, pertanto, di trattare sia della c.d. sovranita esterna (0 internazionale), cioe del potere supremo dello Stato di deter: minare la propria politica estera indipendentemente da controlli o i tazioni estranei alla volonta dei propri membri, cosi come liberamente ¢ costituzionalmente espressa; sia di quella accezione della sovranith che viene pure indicata col termine di « originarietd » (dell'ordinamento givridico statuale), riferendo quindi il concetto di « sovranith » non pit ad una particolare potesti ma ad un particolare ordinamento. La concezione secondo moi meno attenta al dettato costituzionale, anche perché pid legata ad una tematica ormai superata, @ quella che, Gonnessa al dogma della sovranitd dello Stato, ammette Ia possibilita di parlare giuridicamente di popolo solo in quanto questo sin organize zato a Stato, e, quindi, identificato con ess0 (14). Su questa base, la no- (12) Marx, op. cit. p. 62. (03) Cir, Rousseau, Contratto sociale, in Discorsi ¢ contratto sociale (a cura i Mondsif), Bologna, 195, p. 18, nota, per un ane aesnne ad una ianza « @ illusoria » «sotto i cattivi governi». harem Romano, La teoria dei diritti pubblici subbiettivi, in ‘ORLANDO, Primo trattato completo di diritto amministrativo italiano, 1, Milano, 1900, pp. 199-200: «II popolo.. non & persona giuridica ¢, per cid stesso, non ha né yolonta né interessi né diritti né organi né rappresentanti, s¢ non quando to fi concepisce come Stato, il quale & appunto il popolo in quanto & dotato di per 10. Rio, Hal, ab proo, genale - 1076. — 1196 — tione della sovranita popolare perde ogni concreto significato giuridico € viene ridotta ad un concetto politico, atto a caratterizzare la fonte ella massima potest di governo all’interno della collettivita statale (15). Se un senso giuridico viene dato al principio della sovranita popolare, quest'ultimo @ intesc come inserito nel testo costituzionale al fine di sancire la democraticita dell’ordinamento statale: in tale prospettiva, eso dovrebbe essere assunto come canone interpretativo e considerato «alla stregua di quello che si chiama normalmente lo ’ spirito della legge ' » (16). All'interno dello stesso orizzonte dogmatico (17), d’altra parte, si situano tanto Ie teorie che considerano il popolo (pitt 0 meno implici- tamente identificato col corpo elettorale) come organo dello Stato quanto coloro che (soprattutto in riferimento alla funzione elettorale) lo con- figurano come collettiviti autarchica nei confronti dello Stato (18). E sonalita giuridica »; RANELLErTI, Principit di diritto amministrativo, I, Napoli, 1912, p. 220: «II popolo... non & fuori c sopra lo Stato, ma netlo Stato, di questo & un elemento costitutivo. Lo Stato & il popolo stesso organizzato.... Il opolo, percid, non pud essere considerato come una unit o personalita diversa € distinta dallo Stato » (15) Battapore Patutert, La nuova costituzione italiana, Milano, 1948, pp. 17-19; Biscarermt pt RurFtA, Diritto costituzionale. Istituzioni di diritto pub- blico, Napoli, 1969, pp. 59-60; Crosa, Miti € realta costituzionali. Sovranita del Popolo, sovranita dello Stato, in Studi in onore di De Francesco, Milano, 1957, 11, Pp. 515514; Levr, La sovranitd popolare, in CaLAMANpRELLtvt, Commentario sistematico alla Costituzione italiana, Firenze, I, 1950, p. 18; P1sant, La cd. azione penale popolare in materia di reati elettorali, in questa Rivista, 1959, p. 450. (16) Amorrx, La costituzione italiana. Comment sistematico, Milano, 1948, pp. 27, 3435; Cnosa, Lo Stato democratico. Presupposti costituzionali., Torino, 1946, pp. 69, 23-25; Metont, Le sovranita popolare e la nuova costitu- zione italiana, in Rassegna di diritto pubblico, 1949, 1, p. 181; Mortars, Istitu- tioni di diritto pubblico, Padova, 1969, I, p. 142. (17) Come gid rilevato da Amato, La sovranita popolare nellordinamento Htaliano, in Rivista trimestrale di diritto pubblico, 1962, pp. 78-82, cui si rinvia per Puntuali riferimenti bibliografici (18)_ Per una critica, da diversi angoli visuali, di queste concezioni, oltre ad Amato, op. loc. cit, eft. ALESSI, L’affermazione costituzionale della sovranité popo- fare ed i suol rifessi amministrativitici, in Rivista trimestrale di diritto pubblico, 1959, p. 63; Crrsarutts, La sovranita popotare nella costituzione italiana (Note prelimineri), in Scritti giuridict in memoria di Orlando, Padove, 1951, 1, pp. 428 434; Morrart, Note introduttive @ uno studio sui partiti politici nell’ordinamento italiano, ivi, 1, pp. 122-124; Tosato, Sovranitd del popolo e sovranita dello stato, in Studi in onore di De Francesco, Milano, 1957, 11, pp. 8-15, dove viene confutate anche Ia tesi (contestata pure da CrisArUttt, op. ult. cit. n. 19, pp. 435-434) dt Monrart, Istiuzioni di diritto pubblico, cit, M1, pp. 443-444, secondo il quale | | — 1197 — nemmeno riesce a liberarsi dalle influenze dottrinali proprie di coloro che sostengono la sovranit’ dello Stato chi, pitt attento alla stessa let- tera dell'art. 1 Cost., afferma una concorrenza tra sovranita dello Stato © sovranit® popolare con prevalenza della prima sulla seconda (19). Ma volendo ora passare dal punto di vista critico a quello ricostrut- tivo ¢ senza analizzare singolarmente — non ne sarebbe questa la sede — i fondamentali studi (20) che, pur nella diversita delle impostazioni € delle soluzioni proposte, sono apparsi sull'argomento intorno agli anni sessanta, si ritiene opportuno indicare i risultati non contingenti cui sem- bra pervenuta Vattuale dottrina riguardo alla sovranita popolare: in una rospettiva che, senza ricalcate pedissequamente alcuno dei contributi, Voglia cogliere della tematica in esame le tesi (utili al processualista) che, magari con differenti intenti, sono state sostenute dai vari autori. ‘Un caposaldo che pud ormai considerarsi raggiunto dalla maggior par- te degli autori @ che, non potendosi negare in modo pitt o meno deciso il il corpo elettorale, in base alle funzioni ad esso attribuite, viene «ad assumere ‘una duplice veste, di organo dello stato per certi poteri e di entitt comunitaria per altri» (p. 444). (19) Batuapoe PALLIERr sno, 1957, pp. 78-79. (20) Ci sembra di poter indicate in CuisaruLL (La sovranit Popolare nella costituzione italiana (Note preliminari), cit, pp. 407 ss. e Stato e popolo nnella costituzione italiana, in Raccolta di seritti sulla Costituzione, vol. 11: Studi ‘sulla Costituzione, Mileno, 1958, pp. 139 ss) Fautore che pil sistematicamente ha iniziato un discorso nuovo ¢ costituzionalmente fondato riguardo alla tematica della sovranita popolare. Alcune, poi, delle argomentazioni stesse della posizione di TosaTo, op. cit., sovr st pp. 138. (che & pervenuto all'dentifiazione tra itd statale © sovranith popolare ¢ dal quale ha preso le mosse, per giungere 4 risultati parzialmente difformi, ALESSI, op. cit, pp. 50 s5) sono state utlizzate da AMATO, op. cit, pp. 74 ss. per meglio proseguire sul cammino indicato da Crisafull. ‘Anche se indubbiamente interessante, ci sembra invece avere una conno- tazione pit sociologico-politica — e pertanto metodologicamente corretta sol- tanto qualora Ja si voglia utilizzare per V'ndividuazione dellesereente, di fatto, del potere — Ia tesi (ultimamente presentata dallo stesso Autore in Commentario della Costituzione, a cura di G. Branca, Principi jondament Roma, 1975, pp. 30-52) di Moras sub art, 1, Bologna: Note introduttive a uno studio sut part: po- litct nel¥ordinamento italiano, eit, pp. 129155, secondo exi ® ta maggiorenza ad essere titolare dell'esercizio della sovranit. A questa opinione si contrap- pongono peralro sia coloro che alludono ad un frerionamento neleserciio onereio della sovranith ad opera dei parti (Gauzorn, Note sui parti nel di- Fist italiano, in Justitia, 1958, p. 261) sia coloro che non mancano di porte in luce Ta partecipazione alla sovranita della stessa minoranza (AscaReLut, Processo @ democrazia, in Rivista timestrale di dirt e procedura civile, 1958, pp. 85485 Fennava, Alcune osservazioni su popolo, Stato ¢ sovranitd nella Costtuzione ita- liana, in Rassegna di dirtto pubblico, 1965, pp. 285294), PSPSPS EDS HPECH LEDS DoD OOO — 1198 — alore propriamente giuridico e dogmaticamente imprescindibile della statuizione costituzionale, V'art. 1 Cost. attribuisce al popolo la sovra- nita non solo quoad titulum ma anche quoad exercitium (21). E cid & conform: pure a quanto emerge esplicitamente dai lavori preparatori della carta costituzionale, dai quali risulta che una primitiva formula- Zione dell'art. 1 secondo la quale « la sovranit’ emana dal popolo » & stata sostituita con V'attuale « la sovranita appartiene al popolo » appunto er meglio chiarire che al popolo spetta non solo il potere costituente, ama anche quello costituito, tanto come titolarita quanto come esercizio, diretto 0 indiretto, dello stesso (22). Secondo tale interpretazione, deve essere quindi chiaro che le «forme» ed i «limiti> richiamati nello stesso art. 1, comma 1° Cost. attengono sicuramente al solo esercizio della sovraniti e non alla sua titolarita, che viene attribuita interamente ed -esclusivamente al popolo (23). Qualora si voglia cercare il fondamento su cui ci si basa per in- tendere appieno Vattribuzione della sovranita al popolo, si trova che esso & costituito, una volta rifiutato il dogma della sovranita dello Stato, dall’ormai acquisita differenziazione tra Stato-societ& (0 Stato-comunita ©, anche, Stato-ordinamento), indicando con tale termine 'intera collet- tivita politico-giuridicamente organizzata, e Stato-governo (0 Stato-appa- rato), intendendosi con cid Vautorita che emerge all'interno della com- Plessiva comunita statale. Da questo si distingue, rientrando a sua volta nello Stato-societa, il popolo, quale portatore di esigenze e di interessi di- versificati rispetto a quelli portati innanzi dallo Stato-governo, cio’ dall'insieme organizzato dei governanti tutti; all'interno del quale ul- timo pud enuclearsi ulteriormente il concetto di Stato-persona (0 Stato- soggetto), costituito dall’organizzazione centiale dello Stato-governo ¢ OP. city p. 61; CaPURso, I limiti della i, Milano, 1967, ‘p. 71; costituzione italiana (Note preliminari nella Costituzione italiana, ci sovranita negli ordina- Cutsaruits, La sovranita: popolare nella J, cit, pp. 424, 426, 435; Ib., Stato e popolo 145, 149; Esrosiro, Commento all'art 1 Cost, Padova, 1954, p. 10; Fenrans, op. cit. pp. 277% 278; Mooueo, Poteri (Divisione dei), in Novissimo Dig. it. vol. XIVi, ron 1966, p. 484; Tosaro, op. cit, p. 4 oo (22) Amaro, op. cit, p. 103; CaRuLt0, La costituzione della repubbti italiana illustra con i lavort prepa 17 enone ca a rratori. Bologna, 1950, sovranita popolare nella costituzione PI in La Costituzione italiana. Sagei, : P. 175 CRISAFULLI, La coven - faliana (Note preliminari), cit % Ip. Stato ¢ popolo nella Costituzione italiana, cit, pp. 145- ZONE. PALERMo-Cosetino, La Costituzione di ae area oo i lella Repubblica italiana illustrat mn i vor! preparatori, Roma, 1954, p. 26; Tosato, op. cit., p. 5, seo ed (3) Catsaruitt, La sovranitd popolare nella’ costituzione minari), cit, pp. 435-436; FERRARA, op. cit., p, 27 prelin italiana (Note Tosato, op. cit, pp. 45, — 1199 — rappresentante propri pee pio, vicne Baers aimee nate eee Ma se questi sono a i es fi Cost (4), nell’analizzare Vart. 1, eee — coe Sue a coins Procesruaipenlista de coral che daeapetaconcerone Jacendono. Il primo 2 la considerazione dello Stato-governo come ‘hument, anche se non esclusivo, per Vattuazione concreta dell itd ; il secondo, Vattribuzione dell Sal cnuiiiea aye eee cittadini intesi tanto. uti ee inguli Q), dto eee due poset on ci paiono incor , ma anzi complementari (27). La seconda di esse, infatti, considerata nella sua unilateralita, mentre da un lato non tiene affatto conto della ormai riconosciuta soggettivit’ giuridica del popo- 10 (28), dall’altro ci sembra risentire di une impostazione atomistica i stampo rousseauiano (29): La prima, nella sua assolutezza, si sco tra invece con precise norme costituzionali le quali riconoscono al i tare Gi essa pod solo promuoyera ‘od anche proseguitla; fe nent ala fas struts ower PS Jn quella dibatimentale. “fine, Yaone peal orfeh eee eaectata da um determing setipo rE ttre in rolazione @ 004 cat previsti dalordinamento, oppure solo in relazione ‘ad una serie definita di es 7 : Conviene ora utilizzare la classificazione effettuata per Una ricogni- sione di cates tonne, allo ee0p0 ver cos UN sgombrare zion po da quelle forme di eserie serpeone penae che © 5 pongono 1 ae een eotrst con 12 NOTE CE on Jamentate o-non Tendon ma 2° Cost. E coneretamente operant 12 Teter v lo spitito dell’art. 1, com Gal primo punto di viste appare sicuramente ‘incostituzionale Vintrodu- one net nostro ordinarnen ’si un’azione penale gsclusivamente afidata jnfatti, si avrebbe ‘a soggetti diversi idal pubblico ministero- In tale caso, si vicadrebbe nelTipates 4 arione penal private 2 Semunque, di precisare Mo in seguito | caratert di 6 (45) Altsimenti- unas geguenza, anche evel Galvézione penale private Yoffeso. Ci riserviamos jet interest collet collettiva. 4s) De LALLA, OP cit, pp. 81-85: una palese lazione dell'art. 112 Cost., il quale a tale organo attribuisce Ia titolarita dell’esercizio dell’azione penale (47). Nella seconda prospettiva ci sembra, invece, irrilevante la forma del- Vazione publica non-ufliciale, la quale consent irebbe al massimo un controllo sul pubblico ministero ad opera di altri organi dello Stato-go- 0, verno, ma non certo da parte della collettivita popolare. Mentre, in via generale, ci pare inutile, quando gia il pubblico ministero avesse promosso Vazione, Vesercizio di una azione penale privata adesiva (48): se 2 di ‘comune constatazione che I'attuale parte civile funge, di fatto, da « accusa privata », @ altrettanto vero che I'attore privato adesivo agirebbe soprat- tutto a fini privatistic e, allora, « potrebbe anche condurre alla elimina- zione della p.c. » (49). In riferimento alla tutela della persona offesa si deve, peraltto, rico- noscere che il monopolio del pubblico ministero nell'esercizio dell’azione penale, senza alcun rimarchevole intervento del-privato offeso (eccetto, appunto, la costituzione di parte civile qualora questi sia anche danneg- siato) dal reato, & una reazione estremista (50), derivante dall'assolutismo Statualistico, alla situazione precedente in cui non si aveva ben chiaro come il soggetto passivo costante di qualsiasi reato sia sempre lo Stato. Inoltre, un'azione del diretto interessato a difesa di un proprio dititto, {eso dallo Stato-governo, @, d'altra parte, gia ammessa nell’ordinamento italiano non solo nella forma dell’eccezione di incostituzionalita ma anche in quella del ricorso individuale alla Commissione europea dei diritti 447) StacnaMusso, op. ult. cit., pp. 674-675; CHtAVARtO, Appunti sulla pro- Blematica dell'azione nel processo penale italiano: incertezze, prospettive, limiti, in Riv, trim. dir. e proc. civ, 1975, pp. 896898, Sostiene pure Vincostituziona- Utd di un'azione penale esclusiva GraRoa, op. cit., pp. 261-262; ma il riferimento & fatto specificamente all'zione penale privata ¢ non sembra che le argomenta- tioni eddotte siano convincenti anche in linea pitt generale. Il « principio della natura eminentemente pubblicistica della funzione della pena (art. 27 comma 3* Cost.) », da un lato, non esclude di per sé la costituzionalita di un’azione penale publica esclusiva non-ulfi in tema di punibil le; la «riserva assoluta di legge (art. 25 comma 2) » in quanto tale, dall’altro, non ci sembra rendere illegittima la configurarione di un'azione penale attribuita esclusivamente a soggetto diverso dal Pubblico ministero, purché Vesercizio della stessa sia obbligatorio, (48)_ALIMENA, Accusa privata ¢ parte civile, in Studi di procedura penale, Torino, 1906, p. 194; FLORIAN, op. cit, pp. 450-461; GraRDA, op. cit, pp. 263-264; Guannent, Le parti nel processo penale, cit. p. 43; Leone, Problemi contingenti di riforma, cit., p. 129; MASsa C., op. cit., p. 874. (49) Leone, Linee generali di una riforma del processo penale, ci P. 64. (50) Benevouo, Della partecipazione dei privati cittadini all'esercizio del. Fazione penale, in Rivista penale, 1890, 1, p. 116; CARRARA, Azione penale, ivi, } — 1209 — dell'uomo ex art. 25 della Convenzione europea dei diritti dell'vomo (51). ‘Anche in-queste ipotesi (come nel campo specificamente penalistico) st tende «a soddisfare nel miglior modo un'esigenza che, se & propria del ricorrente, @ perd anche publica » (52) nella misura in cui Ia lesione di tun « diritto fondamentale ed inviolabile » ha per sua stessa natura una tale rilevanza ultra-individuale che Vordinamento giuridico di uno Stato democratico deve considerarla quale un attentato alla propria esistenza, E proprio questa presa di coscienza ha condotto all’auspicio che venga attri buita pure in Italia ai singoli cittadini la legittimazione ad adire 1a Corte costituzionale in via principsle (0 di azione) ¢ non solo in vie meramente incidentale (0 di eccezione) (53); in tale caso, perd, di fronte all’attuale ordinamento italiano (ed all'interno di un discorso puramente formale), il qmutamento della procedura per il promovimento del giudizio di legitti- itd costituzionale implicherebbe Ia necessitA di modificare, se non la costituzione (54), almeno Ia 1. cost. 9 febbraio 1948,.n. 1. Te75, pp.9 #23 Foceurm, op. st. cit, vol I, pp. 254235; Leone, op. ut, cit Ps Ske Gi). Dart, 25 della Convenzione ha potuto avere pratica attuarione in T's: 1a solo dopo il riconoscimento ad opera del Governo italiano dell competen7i vi ern da parte della Commissione europea dei diritti delf'uomo (v. .U. del Tuglio 1975, n- 188, p. 5220: il termine finale, fissato iniialmente a! 51 lu io 1975, Hall ceiesnoscimento — limitato ad ati, decision, fati o avvenimenti posterior SL 51 luglio 1973 — ® stato dal Governo italiano suecessivamente Prorestte al St luglio 1978: v. GL. del 26 agosto 1975, n. 226, p. 5851. Pet un contri di pit eutor allo studio della Convenzione europee del dirt dctuom®: ‘completo Bal mmassimario della giurisprudenza della Corte europea dei el PUteioprafia italiana sulla Convenzione, eft. il fescicolo monografico . § fer 1974 della Rivista di dirito interasionate. Ce. anche Vat. 6 dell « Dichiara- eras universale dei dirt dell'vome> (proclamata dall’Assembles, generis delle sane ai Unite, ia Pargl, i110 dicembre 1948), secondo cul «ogni indi sarin un'eetiva possbilid di ricoro a competent tribunali naxionli cote ear iolino 1 dlsiti fondamentali a Yui riconosiuti dalla costitusione. © dalla ine lesiale di tale norma e per suo ulterior! sviluppi (ad cs Iegge »; per una ind seat Convenzione europea) v. CarreLizrst, La glurisdisione costituzionale delle liberia, Milano, 1971, pp. 23, n. 2. (62) CAPPELLEFTI, oP. ult. cit p- 117 (€ passim). : ey Caprenuzrrs, op. ut. ely pp. 3 Sb 159 a83 Przzonusso, Nola all ordi- anea’? marzo 1968, n. 15 della Corte Costtusionale della Repubblica Federale 1 Germania, in Foro it, 1969, 1V, c- 109. "gay Una tale modica sarebbe neesaria, in riferimeno agi art. 102, come sua 2.134 Cont. (CAPPELLETTY, O. ull. et pp. 159140, n. 2), qualra sl voles ra 7 Nia Corte Cositrionale compit diversi da quell ltual, come Patri adam ala competenza a decidere alla cnstituionali pon solo «delle lagi © de- ir ad, avett forza di legge, ma anche del provyedimentt di n‘autoritd statale wi di un dirtto costituzionale di wn soggetto determinato, 03899978909 S SCOTCH EAKEAKARARAAMQAQAQQMAQAARD e SUCTEESSSEESSOCECECCECELECEEEEUELLY ituzionale, it legisla: il disciptinare ®. 1 tipi di azione penale astratamente ipotizzabili che traducono in concteto il principio costituzi Vazione penale popolare (56), in base ai criteri esposti in prece- denza, sembra infatti consentire nel modo pitt pieno ed efficace Pinter. (58) Accenna a tale profilo della questione anche Gtanoa, 2. 22. A maggior ragione, poi, Vazione penale privata da parte incostituzionale qualora si volesse ammettela solamente. per { Vietandola per i ed. delicta publica: lo stesso concepie volta alla tutela di un interesse generale della collettivth, respingere quella distinzione tra reati di (Leone, Azione penale, cit. oP. cii., p. 256, delloffeso sarebbe ed. delicta privata, ‘atione penale come ‘altea parte, «porta a i di azione publica » espressamente citato Vert, 100, comma 1° condo cui vente siusti tebb sanc lus mos — 1211 — vento ¢ la « partecipazione diretta del popolo all’amministrazione della giustizia » (art. 102, comma 3° Cost.). Con tale azione, invero, si realizze- rebbe anche quel principio di « solidarietd politica, economica e sociale » sancito dall’art, 2 Cost., che certamente, invece, verrebbe occultato 2d eluso, ad escmpio, dall’azione penale privata del!’offeso, il quale sarebbe mosso (¢ l'ordinamento giuridico sancirebbe 1a « bont’ » di tale intento) soprattutto dalla ricerca della « vendetta ». Con l’azione penale popolare, al contrario, pur garantendosi sempre la possibilit2 (non solo per L’offeso, ma anche per il danneggiato) di tutelare un proprio diritto leso, si in- serirebbe tale esigenza reale — o «naturale » (57) — in un contesto piti vasto che consentirebbe ai cittadini di perseguire i reati, tutti i reafi, proprio in quanto offendono un fondamentale interesse pubblico. Guar- dandosi al contenuto dell’azione, al vero oggetto che si vuole tutelare, si ud allora effettivamente dire che, anche se soggettivamente privata, Vazione popolare «sara sempre publica... lo individuo la eserciter’a come cittadino © non come individuo » (58). Quest'ultimo, in qualit’ Gi attore e nell’esercizio della sovranita popolare, non & quindi né rap- presentante, pitt o meno sui generis, ne sostituto processuale, né organo dello Stato (59). Come ® stato esattamente affermato, infatti, « qualora si segua Vinterpretazione pit consona alla lettera della norma costitu- zionale, facendo del popolo ¢ non delforganizzazione statale il punto formulazione della disposizione ha dato origine a discussioni continue, poiché al- tri sutori contestano una tale interpretazione. Comungue, sul punto, in vario senso, eft. CorDER0, Procedura penale, Milono, 1971, p. 34, n. 7; De Latta, op. cit 1. 89: FLORIAN, op. cit, p. 424; GIARDA, op. elt, pp. 252-254; Levt, La parte civil nel prcesso penale italiano, Padovs, 1936, pp. 4544; MASSA C., op. cit, pp. 875-874; Fisant, ap. eit, p. 445; VANNint, Manuele di divitto processuale penale italiano, Mi- ano, 1963, pp. 2930. G1) Per Vuso del termine, cfr. CansArs, oP. cit» pp. 6 $5. il quale mette pure Jn luce come «il dirito ¢ la liberta non sarebbero altro che norai vani ed inutili se hon avessero come necessario contenuto Ia fecolt® della propria difesa > (p. 5) € Come «qui siamo alla solita posizione fattizia ed arificiosa delle parle che fanno fuerra alle idee. La formula che Vezione penale & sempre pubblica® di creazione Slodeme. E una conseguenza del monopolio che si volle dare al Pubblico Mint Mero, Il monopolio ered quella formula; ed oggi con la formula si vorrebbe di fendere il monopolio. Circolo vizio, che & ln soita conseguenza delle errate de- finizioni sempre funeste alle verith sostanziali» (p. 15). op. city P. 7. os Fer Tiniceione bibliografin desl foo —- tl ti, wAsione popotare (in generale), in Enciclopedia del dirtto, val. IV, Milano, 1959, 0. eee race “Azione popolare, in Novissimo Digesto Italiano, vol. I, Torino, 1958, pp- 89-90. ‘Tt. Ri, tal, & proc. penale ~ 1976. — 1212 — Biuridico di riferimento dei poteri sovrani, dovrebbe risultare con chia- Fezza come V'attore popolare ... (sia) il vero titolare di quel diritto, che da lui viene fatto valere in giudizio » (60). Né varrebbe opporre, in primo Iuogo, che, una volta ammessa Vazione penale privata in generale e quella popolare in ispecie, « gli stru- menti del processo penale diverrebbero micidiali, se fossero lasciati nelle mani degli spiriti bizzarri » (61) o fossero utilizzati per scopi inconfessa- bili (di vendetta personale o di ricatto nei confronti di un innocente), giacché « I'argomento prova troppo, e ... se la paura dell’abuso dovesse vietare L'uso, assai a mal pattito sarebbe ridotta la vita sociale » (62). Lattribuire al cittadino T'esercizio dell'azione popolare, inoltre, non vieterebbe (ma anzi porterebbe con sé) l'introduzione di meccanismi effi- caci, sia sanzionatori che riparatori, in caso di iniziative temerarie 0 calunniose dell'attore popolare. A prescindere dalla previsione di una condanna alle spese processuali ed al risarcimento dei danni (65) — gid sancita per il querclante e ger la parte civile (artt, 382, 482 c.p.p.) —, si potrebbe configurare il reato di calunnia anche a carico dell’attore po- polare, aggiungendo agli altri atti tipici elencati dall’art. 368 c.p. quello iniziale dell’azione privata; oppure equiparare I'attore popolare ad un pubblico ufficiale, incriminabile pertanto in base all’art. 323 c.p. (64). Anche il secondo inconveniente, rappresentato dal « pericolo di un’ecces- siva proliferazione delle ‘ parti’ ¢ delle relative attivita processuali » (65), potrebbe essere facilmente superato, da un lato, con il divieto dell’azione adesiva accanto a quella del pubblico ministero; dall’altro, con lire che, in caso di pitt attori popolari, uno solo di essi (scelto in base a criteri obbiettivi da definirsi positivamente) possa restare in giudizio: ¢ non si potrebbe sostenere la lesione del principio di ugua- glianza, dato che il meccanismo sarebbe necessario per tutelare il diritto di difesa dell'imputato, comprensivo anche della garanzia che il processo a suo carico si svolga nel pid breve tempo possibile (art. 6 Convenzione europea dei diritti dell’uomo). (60) Patapin, op. cit, p. 90. (61) Conoeno, Linee di un processo di parti, in Ideologie del processo penale, Milano, 1966, p. 178. (62) AutMENA, op. cit., p. 192. (63) Amooto, op. cit, pp. 332-333; GIARDA, op. cit., p. 255 n. 15; TRoccoLt, p. 104. (64) Gtanod, op. loc. ult. cit. (65) Giana, op. cit, p. 260. — 1213 — Oltre al quisque de populo si potrebbero legittimare all’esercizio dell’szione penale anche le associazioni (od i gruppi od i comitati) di cittadini aventi per scopo la tutela di interessi colletivi: e cid in relazione pure all'art. 2 Cost. col quale, garantendosi «i diritti inviolabili: del- Tuomo... nelle formazioni sociali ove si svolge Ja sua personalita », viene pertanto contemporaneamente riconosciuta ed affermata limportanza fon- damentale di tali « formazioni sociali » nel progresso continuo verso la realizzazione del « pieno sviluppo della persona umana » (art. 3, comma 2 Cost). Data, comunque, l'equivocitd del termine « collettivo » & bene preci sare che non ci si intende riferire, come gid detto, agli interessi propri dell’associazione (0 del gruppo 0 comitato) in quanto centro d'imputa- ione giuridica, ma a quelli degli associati, Tali interessi, inoltre, non do- vrebbero essere confusi né con quelli pubblici (66), né con quelli corpo- rativi, relativi alla tutela egoistica di vantagei 0 posizioni di potere propri esclusivamente di un determinato gruppo economico-sociale. Gli interessi collettivi nel senso qui inteso sono quelli, chiamati anche « diffusi », che mancano di qualsiasi protezione ‘appunto perché « poco significativi o addirittura pericolosi per i politici » (67) e che, quindi, « non riescono f trovare espressione nelle sedi politiche tradizionali » (68), nonostante siano « bisognosi, anzitutto, di farsi valere ai fini di una efficace ge- stione pubblicistica » (69). Appunto per il Toro carattere, tali interesst trovano un interlocutore nella magistratura, che, oltre a non essere for- temente centralizzata come il parlamento ed il governo, «2 un canale a cui possono accedere tutti jnteressi e dove @ pit difficile insabbiare wna jniziativa sgradita » (70). Si pone quindi per i cittadini I’esigenza di riu- nirsi al fine di far meglio valere tali interessi, che non di rado sono quelli della classe economicamente © socialmente pitt debole (71) € che, co- munque, pur danneggiando (come nel caso degli inquinamenti) anche i Ge) E, perso, ovvio come anche nellipotesi di axione penale collttiva permanga Vinterse pubblico alla persecuzione dei reati. Cir. eomunque, per una rereatfeezione e clasificazione degli interest pubblici» Graxvunt, Diritto ammi- hristrativo, vol. 1, Milano, 1970, pp. 109-111. {67 ANAT, Le isttuzion e gli interesi in Politioa del dri, 1971, p. 180. (68) Rooorh, Le «tentazioni» dela politica, cit. p. 316. (G2) Awato, Linteresse pubblico ele ativita economicke private, in Politica del diritto, 1970, p. 460. G0) Rovoth, Le due liberalizzazioni, cit, p- 195. (1). Coglie tale situazione Amooto, op. cit, p. 535, quando propone di pas: are «dalla difesa del consumstore alla protezione del lavoratore che consuma >, fvvertendo Ia Carreuerrt, Formazioni sociali e interessi di gruppo davanti alla giust. sia civile, cit., pp. 14-16 del ciclostilato. (73) Amopio, op. cit, pp. 516518; Conso, Formazioni sociali ¢ giustizia pe. nale, cit. p. 8. Quest'ultimo autore (Vero e falso nei principi generali del procesco penale italiano, in questa Rivista, 1958, p. 299), d'altro lato, aveva gid posto in rilievo come nei casi di reati perseguibili a querela di competenza pretorile «poiché la presentazione della quercla.. fa immedistamente sorgere nel. pretore Tobbligo di provvedere senza che eccorra l'intervento mediato del pubblico mi, nistero... ei si viene © trovare in presenza di una vera e propria azione penale privata », — 1215 — esempio, Yargomento dell’azione penale privata in pretura ¢ quello del- Pazione penale privata collettiva (74) —, non mancherebbe la possibilita al legislatore delegato di prevedere un diverso meccanismo di controllo popolare del pubblico ministero. Riconoscendo, infatti, 'insufficienza del controllo gerarchico di cui all’art. 2, n. 35 della 1. 3 aprile 1974, n. 108 (si tratterebbe sempre di un rapporto tra ulfici della stessa natura, senza intervento di organi diversi) ed utilizzando gli spunti di cui all'art, 2, nn. 37, 38 e 40 della stessa legge, si potrebbe legittimare il privato a presentare un'istanza al giudice istruttore contro T'inazione del pubblico ministero (75). Avverso questa ipotesi, dunque, non sarebbe possibile addurre una diversa volonta, sia pure implicita e scarsamente motivate, del legislatore delegante (76). La disciplina dell'istituto potrebbe essere sufficientemente semplice. ‘Una volta decorso « il termine perentorio di trenta giorni dalla notizia del reato » (art. 2, n. 37, 1, cit.) senza che il pubblico ministero abbia (14) Cir. Lavori della IV Commissione Permanente Giustizia, cit., pp. 572 884 CAMERA DEI DEPUTATI - SEGRETARIATO GENERALE, Codice di procedura penale. Delega al Governa. Discussione in Assemblea, Servizio Studi Legislazione ¢ Inchie- ste Parlamentari, 1970, pp. 442, 648 s, 664 s5., 862 5. 905 s., 930 ss., 1158 55. (75) Configurandolo variamente, si & trattato pid volte in dottrina di un intervento di organi giurisdizionali contro Vinazione del pubblico ministero, su sollecitazione di soggetti privati: cfr. BaRosto, op. cit, pp. 46 ss; BRICoLA, Rapporti tra giudice istruttore e pubblico ministero nel processo penale, cit., pp. 545545; Conneno, op. loc. ult. cit; FLoRtAN, op. cit., pp. 454455, 471; GtARDA, op. cit, pp. 271-278; GUARNERI, op. ult. cil., pp 155-159. (16) Si potrebbe anzi sostenere (e, nello stesso senso, v. CHIAVARIO, op. ult. cit, pp. 957-958) che il legislatore delegato sia impegnato a realizzare una forma di controll del pubblico ministero nell’esercizio dell'azione penale: fa. precedente n, 31. Nei lavori preparatori alla 1. 3 aprile 1974, m. 108 finvengono inoltre soltanto un emendamento (poi ritrato) de'on. Riccio « ten Mente ad attribuire al giudice istruttore il potere di promuovere V'azione penale {quando il pubblico ministero abbia omesso di esercitarlo» (Commissione Giustizia Camera, 11 ottobre 1975) ed un emendamento (respinto senza nemmeno discu- terlo) delfon, AccREMAN (Commissione Giustizia Camera, 11 ottobre 1975, ripro- posto con Tievi modifiche formalin Assemblea Camera, 26 gennaio 1974), nel au ti prevedeva «che chiungve, di fronte all‘nerzia del pubblico ministero nel’eser- Cizto di un'ezione penale, possa dame notiza al giudice istruttore ¢ che quest, Sitiene che ve ne siano le condizioni, inviti motivatamente il pubblico ministero ad fdottere 1 prowedimenti di sua competenza >. Come si pud evincere dalla form fazione di tale ultimo emendamento, trattasi, pit che altro, di una forma di denun- tia al gidie istruttore dellinerzia del pubblico ministeo, senza alcuna previsione St conteddittorio e, per di pid, con il rischio del verifcarsi di confit impropri 4 competenza, Tale strumento, inolie, non sarebbe utzzabile nel caso di richie- sta di archiviazione, — 1216 — chiesto V'archiviazione, il giudizio immediato o Vistruzione, qualsiasi per- sona uti civis (0, volendo esseze piti restrttivi, soltanto il denunciante, il querelante ed il presentatore dellistanza ex art. 6 c.p.p. vigente, che gid hanno anifestato il loro interesse al procedimento), tanto singola quanto associata, sarebbe legittimata ad adire il giudice istruttore. Si potrebbe prevedere tale possibilita anche nel caso di richiesta di archi- viazione, la quale ultima andrebbe notificata, oltre che alla persona offesa (ex art. 2, n. 38 1. cit.), anche al denunciante, al querelante ed al presen- tatore dell'istanza di procedimento. II giudice istruttore, in sede di udienza preliminare ex art, 2, n. 40 1. cit., disporrebbe T'archiviazione o T'inizio dellistruttoria secondo che rigetti od accolga l'istituenda istanza. L’even- tuale violazione del principio ne procedat iudex ex officio che volesse rawvisarsi in tale ultimo caso non sarebbe affatto di specie diversa da quella che la stessa 1. 3 aprile 1974, n, 108 ritiene consentita in caso di Siudizio immediato © di istruzione disposti dal giudice istruttore nell’ipo- tesi che il pubblico ministero avesse richiesto invece I'archiviazione, Nell'udienza preliminare successiva allistanza, infatti, il pubblico mini- stero dovrebbe comunque intervenire e, in quella sede, non potrebbe, verosimilmente, che concludere (per la prima volta, in caso di inerzia) per larchiviazione. Delineate cosi le varie soluzioni idonee ad attuare piti o meno piena- mente il dettato costituzionale, in riferimento alle quali spetta al legisla- tore delegato pronunciarsi e scegliere, un'ultima considerazione si im- pone. Se, da un lato, il nostro pessimismo della ragione ci induce a tiflet- tere come non sia solo con proposte di chiara impronta sovrastrut- turale che si possono guarire i mali da cui @ afflitta la nostra societ&; dal- Yaltro, usando parole non nostre, si pud dire che anche nel Timitato ambito delle istituzioni givridiche « Vincompatibilita delle strutture attuali con le esigenze di una societ’ democratica ha avuto ormai cosi puntuali conferme che non sono pitt consentiti dubbi sulla proponibilita di modelli alternativi: quello della partecipazione sembra avere a proprio favore la possibilita del recupero di un significato diverso dei rapporti tra il cit- tadino e lo Stato » (77). L’ottimismo della volonta ci sprona a credere nellutilita di questo passo, nel momento presente forse ancora possibile, sulla strada che dovra condurre ad un vivere pitt a misura d’uomo, dott. Grutto Usertis dell'Universita di Milano 77)" Dent, op. cit p. 550.

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