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chermo i miei occhi dalla luce accecante e dalla vibrante
energia presente tutt’intorno a me. Mi tremano le gam-
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be. Riconosco intorno a me forme indistinte e mi afferro
si.
al solido bordo del vano di una porta finché non ritrovo l’e-
quilibrio. Via via che la mia vista si adatta alla transizione, rie-
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sco a vedere che mi trovo in quella che sembra essere l’aula di
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una scuola superiore. Un bagliore costante entra a fiotti dalle
numerose finestre su una parete, riempiendo la stanza di luce
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tenue ed eterea. Sedute ai banchi, noto una dozzina di perso-
ne; sembrano giovani adulti all’incirca della mia età, sia maschi
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non sia a suo agio nel proprio corpo. Corti capelli scuri, occhi
verde chiaro e aspetto fragile, è completamente concentrata su
ciò che sta facendo mentre esamina ogni membro della classe.
La sua comunicazione è in forma di rapide immagini-pensiero
che mi saturano la mente.
«Sapete perché siete in questa classe?».
Nessuno risponde mentre lei studia silenziosamente ogni per-
sona del gruppo. Mentre i suoi pensieri sondano la mia mente,
l’intensità del suo sguardo mi mette ancora più a disagio.
Capitolo 9. L’addestramento spirituale ha inizio - 49
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zione a questa densa energia». Si interrompe per un momento e
si.
percepisco la sua mente esercitare una pressione su di me. È una
strana sensazione, come se una sonda mi stesse esplorando. «Sen-
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to che alcuni di voi hanno dei dubbi sulla necessità di frequentare
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questo corso». Tace e sembra attraversarci con lo sguardo.
«Per molti di voi questo corso sarà difficile. Mi aspetto la vostra
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totale attenzione. Tutti voi avete scelto volontariamente quest’ad-
destramento e quelli che vogliono andarsene possono farlo ora».
Nessuno si muove.
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una serie di drammi, e, anche peggio, avete incolpato altri dei vo-
stri problemi. Le vostre abitudini distruttive e la vostra mancanza
di responsabilità personale cesseranno con questo corso. Da que-
sto momento non ci saranno più pretesti per le energie che create
nella vostra esistenza. Adesso iniziamo. Sgombrate la mente».
Una visione panoramica della storia umana si dispiega da-
vanti a me. Assisto a un’interminabile serie di guerre e conflitti
mentre potenti eserciti si scontrano in sanguinose battaglie per
territori, religioni e risorse. Le bandiere cambiano, ma la follia è
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«Siete assimilati a una specie primitiva che ha una lunga sto-
si.
ria di estrema violenza e autodistruzione; questi esseri hanno
ucciso miliardi di loro simili. Siete stati adescati nella follia di
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gruppo collettiva che chiamate razza umana. Come risultato,
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siete stati imprigionati nelle regioni più remote dell’universo».
La direttrice si interrompe per un momento per guardare negli
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occhi alcuni della prima fila.
«Molti di voi sottovalutano il grande compito che avete da-
vanti. Le illusioni fisiche sono così profondamente radicate che
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la maggior parte degli esseri umani non riconosce mai fino a che
punto arriva la sua disfunzionalità. Adesso aprite la mente».
ma
Vengo tirato fuori dal mio corpo e sollevato dal potere dei pen-
sieri della direttrice. Il drastico cambiamento mi allarma. Una visio-
ne straordinaria mi appare di fronte: torno a esaminare la mia vita
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che ritenevo necessari per vivere una vita piena. I miei pensieri sono
trasparenti. Credo di essere il mio corpo, la mia personalità, il mio
ego; credo di essere la mia mente, il mio genere, la mia razza, la mia
nazionalità. Credo di essere i numerosi ruoli fisici che ho imperso-
nato: padre, figlio e marito. La mia intera identità è completamente
centrata sulla mia breve esistenza nella materia. I pensieri della di-
rettrice mi distolgono di malavoglia dalla mia rivelazione.
«Tutti voi siete stati soggetti a un intenso indottrinamento
fisico nel corso della vostra permanenza sulla Terra. Dalla na-
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intera percezione della realtà. La mia crescita è stata interrot-
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ta dall’attaccamento alle effimere cose fisiche e dall’ossessione
per il passato. Come potrei mai sperare di conoscere la veri-
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tà sulla mia esistenza mentre sono bloccato nel mutevole labi-
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rinto della forma? Quest’intuizione mi lascia stupefatto. Sono
imprigionato in una trappola che mi sono costruito da solo.
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Diversi studenti appaiono traumatizzati mentre la visione
delle loro vite passate si dispiega davanti a loro. Scossi dalle loro
visioni, alcuni chiedono impulsivamente: «Questo è l’inferno».
cro
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a direttrice sonda i miei pensieri e continua: «Sappiate che
seguirete una serie di intense lezioni. Il pesante residuo
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della programmazione fisica del passato dev’essere purifi-
si.
cato prima che possiate progredire. Ora aprite la mente a un cam-
biamento di consapevolezza». I miei occhi si chiudono e ancora
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una volta mi sento tirato dall’alto, fino a uscire dal mio corpo.
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Improvvisamente mi trovo in una pozza poco profonda di
energia liquida e vibrante. In questo luogo c’è potere. Davanti a
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me c’è una magnifica cascata di cristallino liquido blu argenteo.
Vengo attratto al suo interno e senza esitazione entro nella cascata
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l’addestramento».
La mia visione si espande e posso chiaramente osservare la
mia vita passata sulla Terra. Mi vedo mentre cerco di soddisfare
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appare profondamente sconvolto. Alcuni piangono mentre al-
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tri sembrano sconcertati.
Avvertendo la nostra angoscia, la direttrice dice: «Ricono-
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scere il proprio indottrinamento fisico è il primo passo per li-
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berarsene. In questo corso imparerete ad assumervi la comple-
ta responsabilità di ogni vostro pensiero e azione».
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Tace, aspettando che il gruppo si calmi. Dopo una pausa sonda
ogni membro della classe mentre un’unica domanda mi riempie
la mente: «Che cos’è reale?». Il suo sguardo penetrante si sposta su
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«Perché?».
Qualcuno dalla prima fila risponde pacatamente: «Perché
le hai create tu?».
La classe annuisce docilmente in segno di assenso. L’istruttri-
ce tende le braccia per rivelare due mele rosse. Con noncuranza
ne morde una poi lancia i frutti agli studenti della prima fila.
«Assaggiatele». Gli studenti reagiscono con lentezza. L’i-
struttrice insiste: «Assaggiatele adesso».
I due studenti che tengono in mano le mele ubbidiscono.
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Lei si confronta di nuovo con gli studenti. «Io sono reale?
si.
Che cosa sono?».
Una donna dal fondo dice: «Sei un’anima femminile».
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L’istruttrice sorride e di colpo si trasforma in un uomo alto
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e muscoloso con una barba scura e gli stessi occhi verde chia-
ro. La classe è impaurita dalla trasformazione. Una profonda e
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tonante voce maschile chiede: «Che cosa sono? Sono reale?».
«Sei un’anima», risponde uno studente.
«Che cos’è un’anima?». La classe tace. In un solo istante il
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«Ora assaggiate la vostra creazione. È reale?». Mordo un
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pezzo di mela mentre l’istruttrice continua: «Tutte le forme di
cui fate esperienza nella vostra vita sono create attraverso lo
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stesso processo di pensiero focalizzato. Nel corso della vostra
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esistenza fisica siete stati ingannati dall’illusione della forma.
È un errore comune, poiché la densità della materia rallenta il
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processo della creazione attraverso il pensiero».
Il congegno elettronico davanti a me scompare alla vista.
«Non avete bisogno di alcun supporto esterno per creare la
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Eravamo appena sposati e sedevamo in un caffè di campagna
si.
appena fuori Parigi. L’espresso era caldo e forte, servito in tazzine
di ceramica bianca. Non appena lo immagino nei miei pensieri,
una tazzina appare nella mia mano. Sono sbalordito dal fatto
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che il liquido fumante è proprio denso e delizioso come nel mio
ricordo. Mi aspetto quasi che compaia anche il cameriere, come
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aveva fatto quando avevamo bisogno di informazioni per ritor-
nare al nostro hotel. Mi chiedo se Tracy pensa ancora a me. Seb-
bene mi manchino lei e le bambine, sto incominciando a sentir-
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direttrice.
«La maggior parte degli umani non riesce a riconoscere che
i suoi pensieri non sono mai stati davvero suoi. L’intero stile di
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giornali sull’angolo mentre un uomo con gli occhi spalancati
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ritto su una cassa predica la fine del mondo. Persone indaf-
farate si affrettano per andare a rinchiudersi nei loro cubicoli
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multipiano. La maggior parte è vestita allo stesso modo, con
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una ventiquattr’ore oscillante in mano, e si focalizza sulla sua
prossima destinazione mentre schiva il vapore che esce dai
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tombini. Tutti si affrettano per non arrivare da nessuna parte.
Quello che non vedo è qualcuno che sorrida, rida o apprezzi
una qualunque parte della giornata. Nessuno alza gli occhi a
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un’unica domanda mi impregna la mente: «Perché?».
si.
La direttrice conosce i miei pensieri.
«Come i cuccioli degli animali, gli esseri umani creano le-
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gami con l’ambiente circostante e con tutte le cose a esso as-
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sociate. Amano avvolgersi in bandiere e usanze. Collegarsi con
i sistemi di credenze del loro ambiente e assimilarsi alla realtà
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transitoria che li circonda li fa sentire sicuri. La maggior parte
seguirà il pensiero di gruppo della propria collettività senza far-
si domande. In questo stato di coscienza essi si uniscono com-
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da andarci». Nessuno ride.
si.
«La Terra si è dimostrata un efficace campo di addestramen-
to per giovani anime. È brillantemente progettata: nessun’ani-
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ma è mai morta e, alla fine, tutte verranno promosse».
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Detto ciò, la direttrice scompare alla vista.
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