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L’ITALIA TURISTICA FERMA AL PALO

I TASSI DI CRESCITA DEL TURISMO REGIONE PER REGIONE

I Paesi Europei, nostri competitor nell’area del Mediterraneo, nel


periodo 2003/2013 hanno ottenuto rilevanti indici di crescita delle
presenze turistiche: la Francia segna un +52,4%, la Grecia +40,7%,
la Croazia +45,3% e la Spagna +11,8%. Ma anche altre nazioni, non
bagnate dal mar Mediterraneo, hanno indicatori positivi: la Germania
segna un +17,5%, la Gran Bretagna +16,2% e l’Austria +14%1.

L’incremento dei flussi turistici, non solo a livello mondiale ma anche


Europeo, è quindi palese: ma questa tendenza si è manifestata
anche in Italia? La risposta è semplice quanto deludente: nel
decennio 2003/2013 l’industria turistica nazionale non ha “retto il
passo” della crescita, nonostante vi sia stato un notevole aumento
della capacità ricettiva2.

“Mentre il resto d’Europa cresce a ritmi anche sostenuti - afferma


Massimo Feruzzi, Amministratore Unico di JFC e responsabile della
Ricerca – l’Italia perde presenze turistiche. In un decennio l’Italia
ha visto incrementare i flussi solo del +8,6%, contro un
+52,4% della Francia. Ma questa differenza è ancora più rilevante
se si considera che, mentre in questo periodo in Italia l’offerta
ricettiva - i posti letto - sono aumentati del +12%, in Francia
hanno subito una riduzione del -10,5%”.

A livello nazionale, infatti, nell’ultimo decennio vi è stato un


consistente incremento dei posti letto, pari al +12%, e tale
aumento di ricettività si deve in particolar modo alla ricettività extra-
alberghiera che è cresciuta del +12,2%, rispetto a quella alberghiera
il cui aumento è stato del +11,8%. Una ricettività che non varia di
molto in “quantità”: se nel 2003 era composta per il 52,6%
dall’offerta extra-alberghiera (e per il restante 47,4% da quella
alberghiera), nel 2013 la quota dell’offerta extra-alberghiera si
assesta al 52,8%, contro quella alberghiera che rappresenta il
47,2% del totale nazionale.

Le presenze, invece, non hanno seguito questo trend, segnando


incrementi decisamente insoddisfacenti per una nazione che – da
sempre – afferma di voler puntare sul turismo: le presenze, nel
decennio di riferimento, sono aumentate del +8,6%, con un
incremento maggiore per quanto riguarda il settore alberghiero
(+10,1%) rispetto al settore extra-alberghiero (+5,5%).

Emerge, inoltre, un altro fattore di rilevo, che vede – sempre a livello


nazionale – la riduzione dei flussi interni, quindi dei clienti
italiani, che in dieci anni diminuiscono del -6,7%, mentre crescono
i clienti stranieri del +24,4%.

1
Eurostat
2
Elaborazioni JFC su dati ISTAT – vedi metodologia

1
Un’ulteriore riflessione in merito alle presenze viene effettuata per
quanto riguarda il diverso “peso” che hanno assunto nel decennio:
emerge così che:
• la quota della clientela italiana passa dal 59,5% del 2003 al 51%
del 2013. Di conseguenza, la clientela straniera – che era pari, un
decennio fa, al 40,5%, nel 2013 raggiunge il 49% del totale dei
flussi turistici in Italia;
• l’offerta alberghiera nazionale “raccoglieva”, nel 2003, il 66,5%
del totale delle presenze turistiche, mentre nel 2013 questa quota
sale al 67,6%. Pertanto l’offerta extra-alberghiera passa dal
“raccogliere” il 33,5% del totale delle presenze nel 2003 al 32,4%
nel 2013.

L’analisi reale sull’andamento dei flussi nell’ultimo decennio deve


quindi essere effettuata mettendo in relazione gli indici delle
presenze con quelli dell’offerta ricettiva, perché solamente mettendo
in comparazione questi due indicatori è possibile ottenere un dato
reale. In caso contrario qualsiasi valutazione risulta fuorviante e non
rispondente a realtà: infatti un incremento di posti letto superiore
all’incremento di presenze indica in verità una riduzione dei flussi
turistici mentre, al contrario, una stabilità di presenze con una
riduzione di posti letti indica un incremento dei flussi turistici.

“Il tasso di sviluppo del turismo3 può essere analizzato solo


confrontando incremento delle presenze ed aumento dei posti letto -
afferma Massimo Feruzzi, Amministratore Unico di JFC e
responsabile della Ricerca; emerge così che nel decennio
2003/2013 solo cinque regioni hanno visto un’effettiva
crescita dei flussi, e tra queste è la Calabria a segnare i dati più
positivi. Tutte le altre regioni hanno dati in negativo, ed è il
Molise la regione che segna i risultati peggiori. Per quanto riguarda i
mercati esteri, le migliori performances di crescita – sempre
nel decennio – sono state effettuate da Sardegna e Puglia; i
risultati peggiori da Molise, Basilicata e Marche”.

Su questa equazione JFC ha costruito un sistema di valutazione


definito Growth Tourism Rate4, che rappresenta quindi lo
strumento con il quale si indica il reale ed effettivo tasso di
crescita del turismo delle singole regioni italiane nel decennio
2003/2013.

Emerge quindi che sono solamente cinque le regioni che hanno


avuto un reale incremento dei flussi turistici nell’ultimo
decennio: si tratta della Calabria (che ha il tasso di GTR più alto,
pari ad +12,2%); del Piemonte (+12%); del Trentino Alto Adige
(+11,1%); del Lazio (+2,5%) e del Veneto (+0,8%). Le restanti
quindici regioni italiane hanno un tasso di GTR in negativo, ed
il risultato peggiore è quello ottenuto dalla regione Molise che nel
decennio è andata in decremento del -37,3%. Tassi negativi molto
3
GTR (Growth Tourism Rate)
4
il Growth Tourism Rate (GTR) è un sistema di equazione tra due diversi valori applicati a dati
tra loro dipendenti (posti letto e presenze): il GTR è un sistema creato ed ottimizzato da JFC

2
elevati anche per la regione Umbria (-29,1%), per la Sicilia (-29%),
la Campania (-28,9%), la Valle d’Aosta (-14,5%) e Liguria (-13,7%).

REGIONE tasso GTR


Calabria 12,2%
Piemonte 12,0%
Trentino Alto Adige 11,1%
Lazio 2,5%
Veneto 0,8%
Lombardia 0,3%
Friuli Venezia Giulia -1,8%
Puglia -3,0%
Toscana -6,1%
Marche -9,2%
Basilicata -10,2%
Emilia Romagna -10,5%
Sardegna -10,8%
Abruzzo -11,1%
Liguria -13,7%
Valle d'Aosta -14,5%
Campania -28,9%
Sicilia -29,0%
Umbria -29,1%
Molise -37,3%

Sulla base di queste prime valutazioni di carattere nazionale risulta


interessante verificare quale sia stato l’andamento turistico delle
regioni italiane nel decennio 2003/2013, e per fare ciò sono
stati analizzati i soli dati ufficiali5 - e non quelli forniti da varie fonti di
rilevazione locali e/o regionali – sia per quanto riguarda le presenze,
sia per quanto attiene ai posti letto.

Per quanto riguarda i posti letto, emerge come sia la regione


Sicilia quella che ha avuto il maggior incremento di offerta ricettiva
nel decennio 2003/2013: +39,2%, passando ai circa 146mila posti
letto ad oltre 204mila. Incrementi consistenti di offerta ricettiva si
sono avuti anche in Lombardia (+30,5%), in Piemonte (+29,9%), in
Puglia (+27,8%), in Umbria (+27,2%), in Lazio (+25%), etc. Sono
invece 5 le regioni italiane dove l’offerta di posti letto ha subito una
riduzione nel decennio, ed in particolare questo fenomeno si è avuto
in Friuli Venezia Giulia (-9,7%), nelle Marche (-8,9%), in Molise
(-4%), in Calabria (-3,1%) ed in Valle d’Aosta (-0,2%).
REGIONE ANNO 2003 ANNO 2013 Variazione %
Sicilia 146.847 204.411 39,2%
Lombardia 262.878 343.019 30,5%
Piemonte 147.019 190.951 29,9%
Puglia 193.892 247.699 27,8%
Umbria 69.595 88.523 27,2%
Lazio 248.577 310.649 25,0%
Toscana 436.545 532.774 22,0%
Basilicata 32.376 39.113 20,8%
Campania 171.697 204.046 18,8%
Sardegna 159.816 181.684 13,7%
Emilia Romagna 404.300 452.750 12,0%
Veneto 642.538 712.655 10,9%
Abruzzo 98.222 106.706 8,6%
Liguria 150.134 154.134 2,7%
Trentino Alto Adige 369.706 374.977 1,4%
Valle d'Aosta 53.280 53.173 -0,2%
Calabria 193.878 187.845 -3,1%
Molise 12.240 11.753 -4,0%
Marche 211.845 192.907 -8,9%
Friuli Venezia Giulia 153.236 138.411 -9,7%

5
ISTAT

3
Tra le regioni, quella che nel 2013 detiene la maggiore capacità
ricettiva risulta essere il Veneto con 712.655 posti letto (era al
primo posto anche nel 2003 con circa 642mila posti letto), seguita
dalla Toscana con 532.774 posti letto (era seconda anche nel 2003
con circa 436mila posti letto) e dall’Emilia Romagna con 452.750
posti letto (era terza pure nel 2003 con circa 404mila posti letto).

Analizzando invece le presenze, è il Piemonte la regione che ha


ottenuto le migliori performances nel decennio 2003/2013, passando
da circa 8milioni940mila presenze ad oltre 12milioni690mila
(+41,9%). Incrementi consistenti di presenze si sono avuti anche
in Lombardia (+30,8%), in Lazio (+27,5%), in Puglia (+24,8%), in
Toscana (+15,9%), in Trentino Alto Adige (+12,5%), etc. nell’ultimo
decennio, invece, sono diminuite le presenze soprattutto in Molise (-
41,3%), nelle Marche (-18,1%), in Valle d’Aosta (-14,7%), in Friuli
Venezia Giulia (-11,5%), in Liguria (-11%) e in Campania (-10,1%).

REGIONE ANNO 2003 ANNO 2013 Variazione %


Piemonte 8.943.998 12.690.568 41,9%
Lombardia 25.972.014 33.960.641 30,8%
Lazio 24.054.701 30.680.979 27,5%
Puglia 10.702.634 13.359.216 24,8%
Toscana 36.837.331 42.696.395 15,9%
Trentino Alto Adige 39.570.587 44.499.628 12,5%
Veneto 55.111.931 61.536.258 11,7%
Basilicata 1.761.639 1.949.123 10,6%
Sicilia 13.152.348 14.490.861 10,2%
Calabria 7.333.813 8.002.838 9,1%
Sardegna 10.383.975 10.680.628 2,9%
Emilia Romagna 36.621.302 36.449.540 -0,5%
Umbria 5.795.242 5.685.954 -1,9%
Abruzzo 7.115.155 6.938.239 -2,5%
Campania 19.708.952 17.722.308 -10,1%
Liguria 14.769.598 13.149.699 -11,0%
Friuli Venezia Giulia 8.863.178 7.842.377 -11,5%
Valle d'Aosta 3.496.219 2.981.002 -14,7%
Marche 13.449.366 11.017.961 -18,1%
Molise 769.334 451.400 -41,3%

Tra le regioni, quella che nel 2013 ha ottenuto i migliori risultati


assoluti in termini di presenze risulta essere il Veneto con circa
61milioni530mila presenze (erano circa 55milioni dieci anni fa),
seguita dal Trentino Alto Adige con circa 44milioni490mila presenze
(erano circa 39milioni nel 2003). Al terzo posto si colloca la Toscana
con circa 42milioni690mila presenze (erano circa 36milioni dieci anni
fa), seguita dall’Emilia Romagna con circa 36milioni440mila
presenze, in leggero decremento rispetto al 2003. Queste posizioni
non subiscono variazioni rispetto a dieci anni fa.

E’ interessante altresì valutare come, nel decennio 2003/2013, le


singole regioni siano o meno state in grado di elevare il livello di
internazionalizzazione delle proprie presenze. Sebbene le
presenze straniere abbiano incrementato il proprio “peso” nella
bilancia turistica nazionale, non tutte le regioni sono riuscite a
migliorare il proprio market share estero. Infatti tre regioni hanno
visto ridurre il proprio livello di internazionalizzazione: si
tratta del Molise (-42%), della Basilicata (-20,9%) e delle Marche
(-5,7%). Al contrario, tutte le restanti regioni hanno incrementato

4
la propria quota di clientela straniera, con i migliori risultati
raggiunti dalla Sardegna (+74,9%), dalla Puglia (+67,5%), dalla
Lombardia (+58,1%), dalla Calabria (+54,4%) e dal Lazio
(+51,8%).

PRESENZE STRANIERE ANNO 2003 ANNO 2013 Variazione %


Sardegna 2.806.901 4.908.201 74,9%
Puglia 1.476.788 2.446.689 65,7%
Lombardia 12.207.753 19.300.473 58,1%
Calabria 1.077.563 1.663.416 54,4%
Lazio 13.518.797 20.516.459 51,8%
Sicilia 4.987.880 7.148.069 43,3%
Piemonte 3.724.557 5.054.548 35,7%
Veneto 30.867.861 40.877.288 32,4%
Liguria 3.957.115 5.230.950 32,2%
Toscana 17.607.725 23.166.029 31,6%
Trentino Alto Adige 20.916.230 26.039.520 24,5%
Emilia Romagna 8.561.630 9.838.480 14,9%
Valle d'Aosta 985.995 1.117.940 13,4%
Friuli Venezia Giulia 3.678.712 4.141.763 12,6%
Umbria 1.946.648 2.072.217 6,5%
Abruzzo 940.141 980.193 4,3%
Campania 8.020.377 8.115.338 1,2%
Marche 2.079.111 1.960.732 -5,7%
Basilicata 217.700 172.223 -20,9%
Molise 73.941 42.854 -42,0%

Diversa la situazione per il mercato interno, nazionale: in questo


caso sono solamente sei le regioni che hanno incrementato i flussi
turistici interni nel decennio, ed in particolare il Piemonte
(+46,3%), la Puglia (+18,3%) e la Basilicata (+15,1%). Tutte le
altre quattordici regioni hanno visto ridurre le presenze nazionali,
con i peggiori risultati per il Molise (-41,2%), il Friuli Venezia
Giulia (-28,6%), la Liguria (-26,8%), la Valle d’Aosta (-25,8%), la
Sardegna (-23,8%) e le Marche (-20,3%).

PRESENZE ITALIANE ANNO 2003 ANNO 2013 Variazione %


Piemonte 5.219.441 7.636.020 46,3%
Puglia 9.225.846 10.912.527 18,3%
Basilicata 1.543.939 1.776.900 15,1%
Lombardia 13.764.261 14.660.168 6,5%
Toscana 19.229.606 19.530.366 1,6%
Calabria 6.256.250 6.339.422 1,3%
Trentino Alto Adige 18.654.357 18.460.108 -1,0%
Abruzzo 6.175.014 5.958.046 -3,5%
Lazio 10.535.904 10.164.520 -3,5%
Emilia Romagna 28.059.672 26.611.060 -5,2%
Umbria 3.848.594 3.613.737 -6,1%
Sicilia 8.164.468 7.342.792 -10,1%
Veneto 24.244.070 20.658.970 -14,8%
Campania 11.688.575 9.606.970 -17,8%
Marche 11.370.255 9.057.229 -20,3%
Sardegna 7.577.074 5.772.427 -23,8%
Valle d'Aosta 2.510.224 1.863.062 -25,8%
Liguria 10.812.483 7.918.749 -26,8%
Friuli Venezia Giulia 5.184.466 3.700.614 -28,6%
Molise 695.393 408.546 -41,2%

5
Metodologia
La Ricerca “L’Italia Turistica ferma al palo – i tassi di crescita del turismo regione
per regione” è stata condotta attraverso elaborazione di dati ufficiali ISTAT ed
Eurostat. I dati di riferimento sono quelli relativi agli anni 2003 e 2013, ad
eccezione dei dati riferiti alla Regione Lazio con riferimento al 2013. In questa
regione, infatti, dal 2011 non è stato più effettuato il sistema ufficiale di rilevazione
e, pertanto, sono stati utilizzati i dati forniti da ISTAT che replica quelli relativi
all’ultimo anno disponibile. Il sistema di valutazione adottato è il Growth Tourism
Rate (GTR), che consiste in un sistema di equazione tra due diversi valori applicati a
dati tra loro dipendenti (posti letto e presenze). Il GTR è un sistema creato ed
ottimizzato da JFC. La Ricerca “L’Italia Turistica ferma al palo – i tassi di crescita del
turismo regione per regione” è stata realizzata nel periodo gennaio 2015 da:

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