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A The Young Dudes 
The Adventures of Moony, W mtail, Padfoo 
and Prongs  
By: MSKingBean89  
Part 2 

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YEAR 5  

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INDICE

1. Estate 1975
2. Argento
3. Dolore
4. La sorpresa
5. Moony & Co.
6. Bellissimo
7. Wishin’ and Hopin’
8. Luna gelosa
9. Era il giorno prima di Natale
10. Imperdonabile
11. Le conseguenze
12. Gennaio
13. Ferire i sen men
14. Bombe di letame e armadi delle scope
15. Sweet Sixteen
16. La ma na dopo
17. Stallo
18. La se mana precedente
19. G.U.F.O.
20. La se mana seguente
21. Conclusione

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Estate 1975  
Caro Moony,
Sono abbastanza sicuro di poter farla franca scrivendo le ere almeno
per ora. Immagino che vengano le e, ma NON MI FREGA UN CAZZO, MI
SENTI, REGULUS??
Terribile finora. Sembra che la mamma abbia cercato di staccare la mia
roba di Grifondoro mentre ero via, ma l’ho messa su con incantesimi
permanen . Vedrò se riesco a trovare qualcos’altro da a accare per
farla incazzare.
C’è una grande riunione di famiglia la prossima se mana, una cena
elegante, abi da sera ecc. ecc. James pensa che dovrei tenere la testa
bassa e prendere nota di chi partecipa e cosa viene de o nel caso in cui
sia u le in seguito. Non lo so. Invece avrei voglia di far esplodere alcune
bombe di letame. Tu cosa fares ?
Sirius.

Sirius,
Vai d’accordo con Reg, allora? Vacci piano con lui, non hai nessun altro
dalla tua parte. Fai a enzione. Non so cosa farei, non sono mai stato a
una cena elegante. Probabilmente mi renderei ridicolo. Non fare niente
di stupido, okay? James di solito ha ragione. Remus.

Caro Remus,
Non posso credere di dover passare l’intera estate senza nessuno di voi.
A volte odio davvero essere figlio unico. Scomme o che non sei mai
solo, a St Edmund’s.
Sirius sembra stare bene, lo vedo a raverso lo specchio abbastanza
spesso, penso che sia annoiato. Se la noia è la cosa peggiore, allora va
bene, giusto? Con nuo a cercare di convincerlo a non fare storie - non

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sappiamo in che genere di cose siano coinvol i Black. Potrebbe non
essere niente. Spero che la tua estate sia iniziata bene. Hai guardato i
compi ? Quel saggio su Incantesimi sembra una bella scocciatura.
James.

James,
Starebbe bene se riuscisse a controllarsi, ma ne dubito. Con nua a
parlargli, ricordagli che deve tornare a Hogwarts tu o intero.
L’estate va bene. Hai ragione, non mi sento mai solo. Non mi
dispiacerebbe un po’ di privacy ogni tanto, ma quest’estate è andata
bene. Non preoccupar per me.
Quel saggio di Incantesimi è un gioco da ragazzi e tu lo sai.
Semplicemente non piace il duro lavoro Po er.
Remus.

Moony,
Salu da San Francisco! Pensavo che sarebbe stato caldo qui, ma fa
molto freddo e piove per la maggior parte del tempo. Merlino sa perché
Filomena vorrebbe vivere qui, non è diverso dal caro vecchio Blighty.
Pete.

Caro Moony,
Ho causato un pu ferio questa se mana, è stato fantas co. Ho trovato
un mucchio di vecchi manifes babbani lungo la strada - foto di ragazze,
sai il genere. Non si muovono nemmeno, è divertente. Ad ogni modo, li
ho a acca alle pare con il mio incantesimo breve ato e la mamma È
FURIOSA.
Penso che probabilmente sia infas dita solo perché sono ragazze
babbane, non potrebbe importarle di meno che abbiano le te e di fuori.
Comunque, ora non posso uscire senza supervisione. Ne vale la pena,
però.
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Sirius.

Sirius,
Sei un idiota e lo sai. Poster?? Non sen strano con tu e quelle
ragazze che fissano? Remus.

Caro Remus,
Sono davvero preoccupato per Sirius. Non so se ha parlato del numero
che ha fa o con i poster, ma è un dannato idiota per averlo fa o. Non
credergli se dice che sta bene, aveva sicuramente pianto l’ul ma volta
che gli ho parlato con lo specchio (non dirgli che te l’ho de o,
ovviamente).
Stai pronto nel caso dovessimo a vare la missione di salvataggio.
James.

James,
Sono pronto quando vuoi.
Remus.

Moony,
Non ascoltare Po er, è una vecchie a. Va tu o bene, niente che non
riesca a sopportare.
Spero che tu s a passando una buona estate. Non vedo l’ora che arrivi
se embre.
Sirius.

Venerdì 22 agosto 1975


Remus barcollò debolmente nella stanza del dormitorio. Era stata
bru a. Madama Chips pensava che fosse dovuto al cambio di scenario.
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Aveva una cicatrice lunga e spessa sul pe o, adesso - erano passa
secoli dall’ul ma volta che aveva avuto una cicatrice. Grant si alzò di
sca o, sembrando ferito.
“Dove sei stato?” Chiese; “Pensavo fossi stato arrestato o qualcosa del
genere.”
“Malato.” rispose Remus.
“Malato di cosa?”
Remus sospirò, lasciandosi cadere sul le o. Era stata una no e dura e
voleva solo dormire. Chiuse gli occhi. Oggi non aveva voglia di inventare
scuse.
“Beh, ieri sera c’era la luna piena, vedi.” Disse, con calma: “Quando
avevo cinque anni sono stato morso da un lupo mannaro e ora lo sono.
Mi trasformo ogni mese e la Dire rice mi rinchiude in modo da non
ferire nessun altro.”
“Oh, ah ah.” Grant rispose, salendo sul le o di Remus, me endosi a
cavalcioni su di lui. Erano entrambi così magri che stavano bene insieme
sulla stre a cucce a. “Molto divertente e intelligente. Bene, non
dirmelo.” Si chinò in avan e baciò Remus.
Remus aprì gli occhi, congelandosi per un momento.
“Va tu o bene”, lo rassicurò Grant, accarezzandogli la guancia, “Sono
tu fuori, ho controllato.” Remus lo baciò di rimando.
Era stata un’estate strana, ma una delle più piacevoli che Remus avesse
mai avuto. Per una volta non si era sen to solo; non aveva contato i
giorni fino al primo se embre.
All’inizio, lui e Grant avevano legato grazie a David Bowie, si T-Rex e Neil
Young - persino per i Deep Purple, di cui Grant andava pazzo e Remus
pensava che a Sirius sarebbero piaciu . Entrambi odiavano il calcio - e
gli altri ragazzi - così se ne andavano insieme in giro per la ci à o si
sedevano dietro i grandi prefabbrica vuo a fumare pacche di
sigare e rubate. Erano sedu lì sulla ghiaia calda un giorno di metà
luglio, lanciando pietre e discutendo i pun più fighi di Electric Warrior,
quando improvvisamente la mano di Grant fu sul ginocchio di Remus,
poi sui suoi fianchi, randolo più vicino.
“Che cosa stai--?!”
“Va tu o bene.” sussurrò Grant, la disperazione che aleggiava nella sua
voce, premendo la fronte contro la guancia calda di Remus, “Nessuno lo
scoprirà.” Aveva il sapore di sigare e e sco ature solari.
Dopo di che, ogni volta che erano soli insieme si baciavano.
Fu una specie di sorpresa, ma non del tu o. Remus realizzò
rapidamente che l’aveva sempre desiderato - questo, o qualcosa del
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genere. Come una nebbia che si solleva. Tu o considerato, era grato a
Grant per aver preso l’inizia va.
Non si poteva dire fosse qualcosa di roman co o affe uoso. Era più
come una cosa necessaria. Qualcosa che Remus sapeva che doveva
spingere fino in fondo, in modo da poterne iden ficare tu i bordi e gli
spigolosi limi . Stava mappando i suoi desideri e usando Grant come
bussola.
Il suo nome completo era Grant Chapman. Aveva appena compiuto
sedici anni e da maggio era a St. Edmund’s, anche se non era la sua
prima casa. Entrambi i genitori di Grant erano vivi e aveva anche una
famiglia abbastanza grande: nonni, zie, zii e cugini adul . Ma nessuno di
loro sembrava volerlo tenere per molto tempo,
“Troppo irrequieto.” Grant sorrideva, sfacciato. “Tu si stancano di me
alla fine.”
Come la maggior parte dei ragazzi di St Edmund’s, andava male a scuola
ed era stato un paio di volte nei guai con la polizia per rea minori,
anche se non era mai stato arrestato ufficialmente. Non era violento,
ma aveva una boccaccia e la tendenza a rispondere male. Ma non c’era
un minimo di ca veria nel suo corpo, era così chiaramente buono.
Aveva un sorriso spe acolare; gli increspava tu o il viso e te lo faceva
piacere immediatamente. Uno dei suoi canini era un po’ traballante ed
era a dir poco acca vante. Remus non riusciva a capire perché nessuno
lo voleva intorno. A volte era un po’ sciocco; un po’ immaturo, ma
andava bene - Remus sapeva che poteva essere troppo serio per la
maggior parte del tempo. Qualcosa nella natura allegra e spensierata di
Grant rendeva Remus più sicuro di sé, a suo agio. E a Grant piaceva così
tanto Remus. Gli piaceva davvero.
“Sei il ragazzo più divertente che abbia mai incontrato.” Grant rise,
nonostante Remus non avesse nemmeno de o niente di così
divertente. “Intendiamoci, non ho mai parlato con un ragazzo di una
scuola privata prima.”
“Non sono diverso da te,” rispose Remus, “Un ragazzo
dell’orfanotrofio.” “Vaffanculo”, lo spinse Grant, scherzoso, “Andrai
lontano, chiunque può vederlo.”
Remus non aveva una risposta a questo, ma lo fece sorridere. Grant
spesso lo faceva sorridere.
Oltre a tu e queste cose, Grant era davvero un bravo baciatore.
Almeno, Remus lo pensava, considerando che Grant era l’unica persona
che avesse mai baciato. La prima volta, aveva provato un brivido
selvaggio mentre pensava tra sé e sé; quindi ECCO di cosa si tra a!

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Poteva baciare Grant tu o il giorno, senza staccarsi per prendere aria. A
volte si trovava a contrarre compulsivamente le labbra durante la no e,
accaldato da fi e di as nenza. Remus si era aspe ato che baciare fosse
spaventoso e imbarazzante, ma - come per tante cose - Grant lo mise a
suo agio. Lo rese divertente, fin dall’inizio; niente storie, niente
domande.
“Se sei qui solo per l’estate, tanto vale che ci diver amo, eh?” Diceva,
allegramente; “Non preoccupar , non ho esa amente intenzione di
far la proposta, anche se sei dolce.” “Dolce!” Remus lo schernì.
“Dolce”, ammiccò Grant, “E troppo dannatamente buono per me.”
Remus odiava quel genere di discorsi, e lo zi con un altro bacio.
Ovviamente dovevano nascondersi la maggior parte del tempo. Dagli
altri ragazzi e dallo staff. Remus non poteva immaginare cosa sarebbe
successo se fossero sta scoper - sarebbero sta separa ,
sicuramente, se non mena a sangue. La Dire rice l’avrebbe de o a
Silente? Potevano espeller , per essere ... beh, per aver baciato altri
ragazzi? Fortunatamente, Grant aveva una certa esperienza in
operazioni segrete e non sono mai sta nemmeno vicini all’essere
disturba .
“Quante volte hai fa o questo genere di cose?” Remus ebbe il coraggio
di chiedere, un giorno. Erano dietro alcune rimesse per bicicle e in
disuso nella scuola secondaria locale.
“Poche volte,” Grant alzò le spalle, “Non abbastanza. Tu?”
“Mai!” Remus rispose, scioccato. “Non ho nemmeno ...”
“Oh Dio benedica.” Grant rise leggermente, rando uno dei riccioli di
Remus, “Non lo sapevi.”
Remus scosse la testa, le sue orecchie diventarono calde. Grant disse;
“Non hai mai guardato un altro po troppo a lungo? Non hai mai avuto
quella strana sensazione per una star del cinema o un insegnante?”
“... Dio mio!” Remus sussultò, l’immagine di Ferox che gli si schiantava
addosso.
Grant rise di nuovo.
“E pensavo che foste svegli, voi ragazzi del collegio.”
Remus scosse di nuovo la testa incredulo, chiedendosi se ci fosse
qualcos’altro che non sapeva di sé stesso.
Mentre se embre si avvicinava, Remus si ritrovò a cercare di ignorarlo.
Si sen va in colpa per non aver passato l’estate a preoccuparsi della
guerra, per essere stato distra o dai propri impulsi egois ci, sopra u o
in un momento come questo. Ma allo stesso tempo, sen va che forse
non avrebbe mai più avuto questa opportunità.

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Gli altri Malandrini inviavano le ere, come ogni estate - Remus rispose
diligentemente, non volendo che si preoccupassero. Non disse niente di
Grant. Non sapeva cosa dire, sicuro che se lo avesse messo nero su
bianco sarebbe uscito tu o e gli altri ragazzi non gli avrebbero mai più
parlato. O peggio; avrebbero provato a capirlo, senza guardarlo negli
occhi.
D’altra parte, a Remus piaceva l’idea di tenerlo per sé. I Malandrini non
dovevano sapere tu o di lui e gli era permesso avere altri amici, no?

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Argento 
Hey, hey mama said the way you
move - Gon’ make you sweat, gon’
make you groove. Ah ah child way
ya shake that thing - Gon’ make you
burn, gon’ make you s ng. Hey, hey
baby when you walk that way -
Watch your honey drip, I can’t keep
away...

Lunedì 1 se embre 1975


Remus si mosse a disagio mentre aspe ava un momento tranquillo per
correre alla barriera. Era contento che la Dire rice non fosse venuta
con lui quest’anno. Era contento di aver avuto il tempo per prepararsi
da solo. Grant sarebbe voluto venire, ma la Dire rice aveva de o di no
e non gli avrebbe dato il biglie o comunque.
Erano riusci a salutarsi rapidamente chiusi in un bagno a St Edmund’s,
uno dei loro tan nascondigli. Nessuno dei due aveva de o nessuna
delle cose che avrebbe voluto dire - in realtà, non avevano parlato quasi
per niente - ma a pochi minu dalla fine, Remus promise che avrebbe
provato a scrivere. “Scrivo una schifezza”, si lamentò Grant, “Non puoi
darmi il numero di telefono?”
“Ehm ... è davvero una scuola an quata. Non riusciamo a usare molto il
telefono.” Remus disse. Pensava che potesse esserci una cabina
telefonica a Hogsmeade, o forse al villaggio più vicino, che non era
magico.
Avrebbe potuto provare.
Ora, mentre guardava la barriera grigia e si avviava, ebbe la solita
sensazione di lasciarsi alle spalle il mondo babbano - e tu quelli che lo
abitavano - per un altro anno. Grant non esisteva su questo lato della
pia aforma. Grant non era mai successo, e Remus era lo stesso vecchio
Remus.
Non è cambiato niente, si disse. Niente è diverso. La Dire rice non
aveva insis to per tagliargli i capelli questa volta, quindi non avrebbe
iniziando il semestre con l’aspe o di un teppista. Era di nuovo più alto -
a volte si chiedeva se avrebbe mai smesso di crescere - ma a parte
queste cose sciocche e superficiali, tu o era come prima. Come

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dovrebbe essere. Nessuno l’avrebbe notato, perché non c’era niente da
notare, si disse Remus, fermamente. Niente di niente. Si strofinò la
nuca, distra amente, poi - ricordando che le dita di Grant erano state lì
solo poche ore prima, si asciugò le labbra imbarazzato. Merda.
“Tu o bene, coglione?!” James gli diede una pacca sulla schiena dal
nulla. “James, davvero!” La signora Po er cas gò suo figlio, stando in
piedi accanto a lui. Lei sorrise a Remus, “Guarda ! Sei cresciuto
tan ssimo!” Lo strinse in un abbraccio, “Ancora troppo magro per i miei
gus !”
Iniziò ad aggiustargli i ves , tempestandolo di domande: aveva
qualcosa da mangiare per il viaggio? Era venuto da solo? Voleva aiuto
per portare le sue cose a bordo?
Alla fine di questa aggressione materna, Remus sorrideva da un
orecchio all’altro, rilassato sapendo che tu o andava, davvero, bene.
Niente era affa o diverso. Salì allegramente sul treno con James e
Peter, chiacchierando delle loro esta e della loro eccitazione per l’anno
a venire. James aveva una spilla d’argento sul pe o, decorata con una
grande “C” (Remus ne sen l’odore il secondo che James si avvicinò,
una puntura irritante nelle narici) aveva esaudito il suo desiderio più
profondo ed era ora capitano della squadra di Quidditch.
Si sede ero nel loro solito scompar mento e Remus rò fuori il libro
dalla borsa, sistemandosi con un sospiro soddisfa o.
Poi Sirius entrò e la mascella di Remus cadde sul pavimento.
Era quasi lo stesso di sempre: dal punto di vista dell’altezza aveva quasi
raggiunto James ora, ed era più largo sul pe o. La sua mascella era
squadrata, e forse il suo naso si era allungato, ma aveva gli stessi capelli
neri lucen , gli stessi occhi affascinan e gli zigomi al .
Era ancora Sirius, ma in qualche modo era ... qualcun’altro. Come se
Remus lo stesse vedendo con occhi nuovi. Il calore del desiderio
divampò nel suo pe o dal nulla, stabilendosi nelle sue guance come un
pesante rossore. Distolse lo sguardo, velocemente, prima che qualcuno
se ne accorgesse. “Signori.” Sirius annuì gen lmente, entrando nella
carrozza come un principe. “Tu o a posto?”
Gli altri due sorrisero e Remus borbo ò.
Sirius si sede e proprio di fronte a Remus, i suoi capelli e la sua
uniforme volutamente disordina - senza dubbio a beneficio di
Walpurga Black - e allungò le gambe, come se non si aspe asse che
fossero lunghe come erano. La sua caviglia andò a sba ere contro
quella di Remus, e Remus si rò su di sca o, all’improvviso, sedendosi e
infilando ordinatamente le sue gambe allampanate so o il sedile. Sirius

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gli lanciò uno sguardo buffo, poi un ghigno che provocò un forte brivido
a raverso il corpo di Remus.
Oh Dio, pensò, no no no!
“Per un po’ ho pensato non sares venuto.” disse James, sollevato.
“Non potevano lasciare che l’erede dei Black non si presentasse per il
suo primo giorno di scuola.” Sirius alzò gli occhi blu scuro, sollevando un
abile sopracciglio, “Non potevano lasciar sapere l’intero mondo magico
che ci sono dei confli nella loro nobile famiglia.”
“Come stai?” James chiese, sinceramente: “Hanno ... come stai?”
“Bene.” Sirius annuì, un po’ rigido, “Non voglio parlarne ora. Possiamo
solo fingere che sia un primo giorno normale?”
“Sì, va bene amico,” annuì James, poco convincente. “Pete ci stava
parlando della California”,
“Non siamo riusci a trovare Fil”, disse Peter, “i suoi coinquilini hanno
de o che se n’era andata, ovunque guardassimo. La mamma era ... beh,
era davvero sconvolta, è stata schifezza.”
Remus provò una fi a di senso di colpa. Era passato così tanto tempo,
ma una volta aveva de o a Filomena che poteva scappare se voleva -
‘nessuno dice che devi usare la magia’. Dopo la sua estate, beatamente
semplice e priva di magia, Remus stava iniziando a invidiare la sorella di
Peter.
Il treno uscì dalla stazione e gli edifici grigi di Londra passarono
fre olosamente, per lasciare presto il posto ai rigogliosi campi avidi
delle contee.
“Com’è stata la tua estate, Moony?” Chiese James, all’improvviso, e
Remus realizzò che Peter aveva smesso di parlare da un bel po’.
“È andata bene.” Remus si era esercitato nella sua testa mentre andava
a King’s Cross. Ma non aveva contato sul fa o che Sirius avrebbe avuto
questo aspe o ... era difficile rimanere concentrato. “Il solito. Niente di
eccitante. Umm. Calcio, compi . Ehm ... sì, bene. Non fantas ca. Ma ...
beh, bene, non male. Bene.”
Per fortuna, la por era della loro carrozza si aprì, me endo fine al suo
blaterare. Lily Evans era sulla soglia, raggiante di gioia, i suoi capelli un
alone di fuoco.
“Evans!” Tuonò James, impaziente, “Mi hai trovato!”
“Come se fosse difficile, Po er,” Lily alzò gli occhi al cielo, “Siete sempre
nella stessa carrozza. Comunque, non sono qui per te, sono qui per te!”
Indicò Remus, sorridendo ancora,
“Me?!” Remus aggro ò la fronte, confuso per un momento, poi gli
venne in mente. Sospirò, pesantemente, volendo sprofondare nel sedile

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e scomparire. Gli altri tre Malandrini e Lily lo stavano fissando con
espressioni diverse, tu in a esa.
“Hai capito, non è vero?” Lily disse, con impazienza: “Andiamo,
dobbiamo andare a una riunione nel ...”
“Merlino!” Esclamò improvvisamente Sirius, schiaffeggiandosi
comicamente la fronte. “Ci siamo quasi dimen ca ?! Moony, sarai mica
un
...”
“Un Prefe o!” Urlò James.
Remus abbassò la testa. “Si ...”
“E non ce l’hai de o subito in modo che non potessimo prender per il
culo?!” La faccia di Sirius si era illuminata, mostrando traccia del
vecchio undicenne birichino.
“Sei solo geloso,” disse Lily, altezzosa, “Andiamo Remus, dov’è il tuo
dis n vo?”
“Il dis n vo!” Sirius scoppiò a ridere, “Mi sono dimen cato del
dis n vo! Per favore, Moony, mostraci il dis n vo!”
Anche le spalle di Peter e James stavano tremando, e Remus scosse la
testa, in disapprovazione. “È nel mio bagagliaio.”
“Beh, me lo!” Lily disse; “Dai, abbiamo la nostra carrozza e tu o il
resto.”
“Ehi Evans, sono il capitano del Quidditch, sai.”
“Sì, me lo ha de o Marlene.” Lily disse, senza nemmeno guardare in
direzione di James, “Andiamo Remus!”
“Uff, okay. Ma il dis n vo è proprio in fondo al bagagliaio, lo indosserò
domani.” Disse Remus alzandosi.
“Oh, no, possiamo cercarlo, se vuoi?”
“No, non me ne frega niente.” Remus scrollò le spalle senza guardarla.
“Oh, dai,” disse Sirius rantolando, alzandosi e raggiungendo il baule di
Remus, “Vogliamo veder con il tuo bel dis n vo lucido ...”
“No!” Remus sbo ò, fissando Sirius - meno male che era ancora facile
arrabbiarsi con lui - alzò le sopracciglia, così Lily non poteva vedere, e
disse molto esplicitamente, “L’argento non è il mio colore.”
Gli occhi di Sirius si spalancarono immediatamente nella realizzazione.
Remus inarcò le sopracciglia e seguì Lily fuori.
Guardò indietro a raverso la porta a vetri appena in tempo per vedere
James rimuovere rapidamente la sua spilla.

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Essere un Prefe o era bru o come Remus si era aspe ato. La le era
era stata una sorpresa tanto per lui quanto per tu gli altri: la spilla gli
era caduta dalla solita lista di le ure di Hogwarts in grembo una
ma na d’estate. Aveva sibilato di dolore mentre l’argento gli bruciava
le dita e l’aveva lasciata cadere sul pavimento. Grant la raccolse,
“Che diavolo è questo?!”
“Sono un Prefe o.” Disse Remus, non credendoci lui stesso.
“Un ... un cosa?! Gesù, a volte penso di aver inventato.”
“Non puoi capire,” Remus geme e, “I miei amici non mi lasceranno mai
in pace ...”
“Ah! Bene!” Grant ha rato fuori la sua lingua rosa.
Remus scosse di nuovo la testa, e decise di scrivere una le era a Silente
a riguardo, chiedendo che qualcun altro ricevesse l’incarico. James
sarebbe stato bravo. Anche Peter sarebbe stato meglio di Remus.
Silente non aveva risposto. Provò con la McGrani , che rispose,
semplicemente dicendo che la decisione era defini va. Remus decise di
riprovare una volta iniziato il mandato.
Sul treno, Lily e Remus dove ero partecipare a un incontro
estremamente noioso con tu gli altri Prefe , guida dai Capi, ragazzo
e ragazza. Dopodiché, avrebbero dovuto ‘pa ugliare’ i corridoi,
impedendo a chiunque di diver rsi. Sfortunatamente Lily prese questo
compito molto seriamente, e Remus ebbe la sensazione che sarebbe
stato un anno molto lungo. Tu avia, era molto preferibile che stare
seduto in uno spazio ristre o con Sirius - avrebbe dovuto fare del suo
meglio per stargli alla larga per un po’, finché non avesse elaborato
quest’ul ma rivelazione.
Il banche o fu okay. Sembrava meno allegro degli anni preceden -
Remus non sapeva se quello fosse la sua stessa agitazione, o il pallore
della guerra. C’erano meno studen del solito; solo una manciata di
primi anni. Nessuno ne parlò.
Dopo cena, Lily fece di nuovo pa ugliare Remus, e in realtà non gli
importava. Sperava che se fosse riuscito a stare lontano abbastanza a
lungo gli altri sarebbero anda a le o; poi non avrebbe dovuto vederli
fino alle lezioni del ma no successivo - se James e Sirius fossero uscito
presto per gli allenamen di Quidditch.
“Non indossi ancora la tua spilla,” disse Lily, mentre percorrevano il
corridoio del quarto piano.
“Sì, scusa,” Remus sbadigliò, “La troverò domani, promesso.”
“Allora, com’è stata l’estate?”
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“Grandiosa!” Remus sorrise più di quanto volesse. Lily gli sorrise,
sembrando sinceramente compiaciuta. “Oh, è fantas co! Che cosa hai
fa o?”
“Ehm ... oh niente. Un sacco di compi .”
“Strano.” Lily gli diede una gomitata, ridendo: “Neanche a me piacciono
i compi così tanto.”

Aveva ragione, quando tornò nella Sala Comune, tu erano anda a


le o e la camera da le o dei Malandrini era buia e silenziosa. Entrò
silenziosamente in bagno, si lavò i den e si infilò il pigiama, poi si
avvicinò di soppia o al le o, rando le tende. Era come se si fosse
appena rilassato, quando sen Sirius alzarsi dal le o. Adesso
riconosceva ciascuno dei suoi compagni di stanza dai loro passi. Gli
piaceva saperlo - ora sembrava un po par colare
di tortura, mentre Sirius si avvicinava e sibilava;
“Moony? Psst ... oi, neanche tu addormen così facilmente!” Remus
geme e, strisciò sul bordo del le o e aprì le tende.
“Che cosa??”
“Oh dai, perché ci evi ? È per la cosa del Prefe o? Sai che stavano solo
scherzando, rilassa ! Tieni, ho qualcosa per te.” Aprì la mano.
Nell’oscurità,
Remus si sporse e vide la sua spilla rossa e d’argento. Aggro ò la fronte
“È uno scherzo?”
“No, prendila! Fida di me, Remus.” Sirius ca urò la sua a enzione e la
mente di Remus divenne completamente vuota.
Acce ò la spilla, aspe ò e non sen ... niente. Sba é le palpebre e
guardò in basso, “Ma cosa?!”
“L’ho trasfigurata,” Sirius sorrise, sembrando ele rizzato. I suoi den
brillavano nell’oscurità. “È di la a, adesso. Ho fa o lo stesso con quella
di James. Penso di poter convincere Mary a darmi quella di Evans, e lo
farò anche sulla sua. Trascorrerai un sacco di tempo con lei, quindi
sarebbe meglio ... “ “Grazie ...”
“Non essere sciocco.” Sirius scosse la testa, ancora sorridendo, gli occhi
morbidi. “Qualsiasi cosa per il nostro Moony. Buonano e.”
Si voltò e tornò di soppia o al suo le o.
Remus cadde sui suoi cuscini, espirando pesantemente, stringendo
ancora la spilla così forte che gli punse il palmo. Si ge ò le coperte

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sopra la testa volendo che il suo cuore sme esse di ba ere così forte.
Oh Dio, pensò, cupo. Mi piace Sirius Black.

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Dolore  
Remus dormì troppo la ma na dopo, e avrebbe saltato la colazione se
Peter non avesse gridato il suo nome un cen naio di volte prima di
andarsene. Quando la porta sba é, Remus rotolò sulla schiena e fissò
uno spiraglio di luce che filtrava dalle sue tende. Aveva dormito male, e
si era rassegnato a dormire male ogni no e fino a quando non avrebbe
rimosso questa cosa ridicola di Sirius dal suo sistema.

La prima cosa da fare era sme erla di pensarci, si disse, severo,


balzando su dal le o e dirigendosi dri o verso la doccia. Fredda quanto
poteva sopportarla. James e Sirius dovevano essere usci presto per il
Quidditch. Un ricordo di Sirius nelle sue ves scarla e emerse; capelli
ra indietro, viso sudato, quel luccichio energico e compe vo nei
suoi occhi. Remus geme e, e girò completamente la manopola della
doccia da epida a gelata. Si costrinse a pensare a qualcos’altro -
Incantesimi, o Aritmanzia, o Storia ... sì, scoprì che elencare i nomi dei
generali coinvol in ogni ba aglia della rivolta dei Grandi Goblin del
1642 sembrava calmarlo un po’. Gli dava qualcosa su cui concentrarsi
comunque. Non avres potuto avere pensieri lussuriosi con nomi come
‘Krebshunk’ e ‘Frip Disembowler’ che passano per la testa.
Si ves e scese per la colazione. La loro prima lezione fu Trasfigurazione,
e non avres mai potuto farla franca arrivando in ritardo con la
McGrani . Nella Sala Grande, Peter era seduto al tavolo di Corvonero
con Desdemona, e si stavano chiaramente riaggiornando dopo una
lunghissima estate separa . Remus sospirò un po’, interiormente,
ricordando come ci si sen va. Era anche peggio guardare altre coppie
che si sbaciucchiavano quando sapevi cosa stavi perdendo.
Sirius e James erano al tavolo di Grifondoro, entrambi ves con la loro
uniforme scolas ca, ma decisamente arruffa dall’allenamento. Il loro
linguaggio del corpo era molto fuori dai loro due personaggi; Sirius era
girato dall’altra parte rispe o a James, il naso in aria, James sembrava
fur vo e ferito - se Remus non li avesse conosciu meglio, avrebbe
pensato che fossero nel mezzo di una li gata.
Mentre si sedeva di fronte ai suoi due amici, scoprì che la sua prima
impressione era stata corre a. Erano sedu in un silenzio tombale, ed
era chiaro che Sirius stava facendo il testardo su qualcosa.
“Buongiorno.” Disse Remus, midamente, allungando la mano verso un
toast e della marmellata.
22
“Buongiorno, vostra prefe eria.” rispose Sirius, con un mezzo sorriso.
Stava versando un cucchiaio dopo l’altro di zucchero di canna nel suo
porridge. “Ciao, Moony,” disse James, guardandolo brevemente prima
di voltarsi di nuovo verso Sirius.
Sembrava esausto, stressato. C’era qualcosa che non andava. “Sirius.”
Disse, molto seriamente.
Sirius lo ignorò.
“Sirius.” Ripeté James, più forte.
“Non ora, Po er. Sono occupato.”
“Stai giocando con la colazione.” James arricciò il naso, “E per favore
non mangiarlo, mi fanno male i den solo a guardarlo.”
Remus pensava che fosse buono, in realtà. Gli piacevano le cose molto
dolci, sopra u o quando era di ca vo umore. Tenne questa opinione
per sé. Meglio non farsi coinvolgere, quando riguardava James e Sirius.
Sirius finì di versare il suo ul mo cucchiaino di zucchero, mescolando
energicamente, finché la miscela non ebbe assunto la consistenza e il
colore della sabbia. Raccolse un cucchiaio colmo, poi - mantenendo il
conta o visivo con James per tu o il tempo - se lo ficcò in bocca e
mas cò. Remus poteva sen re i granelli di zucchero scricchiolare tra i
suoi den . James scosse la testa,
“Non devi fare così, non sono Regulus.” Disse, scontroso.
Sirius lo guardò accigliato, poi si alzò.
“Devo andare in biblioteca.” Disse, la bocca ancora piena di porridge
dolcissimo. “Ci vediamo a Trasfigurazione.”
James sospirò, pesantemente, guardando Sirius andarsene. Remus rò
un piccolo sospiro di sollievo, ma si sen immediatamente in colpa per
questo. Ovviamente c’era qualcosa che non andava con il suo amico, e
avrebbe dovuto essere preoccupato quanto James.
“Che cosa succede?” Chiese, sperando di sembrare calmo e premuroso.
“Lo vedi zoppicare?” Disse James, con nuando a guardare Sirius uscire
dalla sala.
Remus guardò. Aveva la stessa spavalderia arrogante del solito, i capelli
svolazzan e le spalle indietro - ma... sì, Remus pensava che James
avesse ragione. Sembrava un po’ instabile in piedi.
“È successo qualcosa in allenamento?” Remus aggro ò la fronte.
“No.” James scosse la testa, “È così da ieri.”
Remus ci ripensò, esaminando i suoi ricordi - Sirius era stato seduto per
la maggior parte del tempo Remus in cui lo aveva visto, e anche allora,
Remus non aveva esa amente guardato a entamente. In effe , aveva
cercato di fare l’esa o contrario. Il suo senso di colpa assunse una
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nuova dimensione. “Credi che sua madre gli abbia fa o qualcosa?”
Chiese, il suo stomaco agitato.
“So che l’ha fa o.” James rispose, ferocemente. Adesso stava
guardando il tavolo dei Serpeverde. “Ha cercato di nasconderlo negli
spogliatoi, ma l’ho beccato nelle docce e ... Merlino, Moony, se avessi
visto ...”
“Che cosa?”
James scosse la testa, come se desiderasse di poter scuotere
l’immagine.
“Lo ha massacrato.”
Il brivido percorse Remus fu dieci volte più efficace di una doccia
fredda. All’improvviso aveva di nuovo undici anni, ed era tornato nello
spogliatoio del Quidditch dopo che lui e Sirius avevano ro o le loro
scope.
Sirius, un undicenne, sussurrò ‘Ho anche io delle cicatrici ...’ e sollevò la
gamba dei pantaloni per mostrare i segni argenta lunghi e diri . A
quel tempo Remus aveva solo pensato a quanto fossero diverse dalle
sue cicatrici - quanto fossero pulite e uniformi, come se fossero state
fa e con una lama di rasoio. Più tardi, Sirius aveva descri o le cicatrici
come una tecnica disciplinare, ma non ne avevano mai più discusso.
“Sta bene?” Chiese Remus, tremante, non volendo più il suo toast.
“Dice di sì.” James rispose: “Ma non ... non ne parlerà, né dirà nulla.
Ugh, non avrei dovuto parlare di Regulus in quel modo. È solo così
dannatamente testardo.”
“Cosa possiamo fare?” Remus era preoccupato, “Non può tornare lì,
non è giusto. La tua famiglia può fare qualcosa?”
“Ci hanno provato, l’estate scorsa.” disse James, tristemente, “Ma
nessun risultato. Se riuscissi a convincerlo ad andare da qualcuno;
Silente, o anche Madama Chips, se potessimo fargli vedere cosa fa
quella vecchia cagna ...
forse possiamo rarlo fuori. “
“Non lo farà, però.” Remus sospirò.
Sirius non avrebbe mai mostrato una debolezza del genere.
“Puoi provare tu, Moony?” James chiese, disperatamente, “A me non
parla, ma tu a volte riesci a scuoterlo e a farlo parlare.”
“Io?!”
“Sì, sai, penso che ascol , a volte. Vuole sempre impressionar .” Oh
perché James doveva dire una cosa del genere?
Andarono a Trasfigurazione, e trovarono Sirius già lì, ignorandoli
scrupolosamente. Fu la stessa storia per il resto della giornata, anche
24
all’ora di pranzo, Sirius impegnò Mary e Marlene in una conversazione
prima che James o Remus potessero parlare. Le intra enne con stupide
imitazioni di Peter e Desdemona, facendole ridere istericamente. James
si sede e accanto, il viso cupo, la sua espressione non cambiò una
volta.
Non furono in grado di beccare Sirius da solo fino a dopo cena. Peter
era ancora una volta vistosamente assente, e Remus scoprì che lui e Lily
non avevano il turno di pa uglia quella sera.
Presero Sirius che usciva dal bagno, e James si mise di fronte alla porta,
così che non potesse scappare nella Sala Comune. Remus decise di
optare per l’approccio dire o.
“Ho sen to che hai passato un’estate di merda.” Disse, guardando Sirius
negli occhi. Era più facile, se eri pronto. Sirius sbuffò,
“Cosa ha de o James?”
“Che sei ferito, ma sei troppo stupido per amme erlo.”
“Non sono ferito.” Sirius ringhiò, disgustato. “Sta guarendo.”
“Questa ma na stavi sanguinando!” Disse James, con rabbia,
chiaramente al limite della sopportazione.
“Che cosa?!” Remus disse, allarmato, “Dio, Sirius, devi andare da
Madama Chips!”
“Così che tu a la scuola sappia come piace diver rsi a mia madre?! No
grazie.”
“Già, perché Madama Chips dice tu o a tu a la scuola ...” disse Remus,
alzando un sopracciglio sarcas co. “Fammi vedere.”
“No! Godric, sei peggio di Po er! “
“Andiamo, ho mostrato le mie.” Remus ca urò di nuovo il suo
sguardo e lo tra enne.
Vide Sirius che faceva i calcoli, soppesando i benefici, poi lentamente
cedere.
“Non voglio che James veda.” Disse, guardando in basso, imbarazzato.
Remus si voltò e guardò James, le cui spalle si abbassarono un po’ per
la delusione. Tu avia, stoico come sempre, annuì e lasciò prontamente
la stanza. Remus si sen va molto vulnerabile, ora, essendo solo con
Sirius. Mise da parte tu i pensieri egois ci e cercò di concentrarsi
sull’aiutare il suo migliore amico.
“Dai,” annuì a Sirius, “Vediamo, da una vi ma all’altra.” L’aveva inteso
come uno scherzo, ma si rese subito conto che era stata la cosa
sbagliata da dire. Si maledì e decise di stare zi o a meno che non
avesse qualcosa di u le da dire.

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Sirius si sede e sul le o più vicino, che era quello di Remus, e si rò su
la gamba dei pantaloni. Remus dove e tra enere un sussulto di orrore.
James aveva usato esa amente la parola giusta: massacrato. Ques
segni non erano ne e ordina , come lo erano state le cicatrici
preceden . Erano viziosi, incrocia , che variavano in profondità e
gravità. L’intera parte posteriore dei suoi polpacci sembrava come se
qualcuno li avesse taglia con il bisturi di un chirurgo.
“Lacero?” Chiese Remus, cercando di mantenere il viso sgombro da
emozioni.
Sirius sussultò leggermente alla parola, ma annuì.
“Troia.” Disse Remus. Sirius rise.
“Va su per tu a la gamba.” Disse.
“Merda.” Remus respirò. Indietreggiò, poi andò al suo comodino a
rovistare, “Ho qualcosa che gli impedirà di fare male”.
“Non fa...”
“Non men re.” comandò Remus, rando fuori il suo bara olo di
Essenza di Murtlap, “Conosco il dolore.”
Sirius lo acce ò. Remus tornò e gli porse il bara olo. Sirius lo guardò,
poi Remus, in a esa.
“Me celo tu.” Disse Remus, scosse il bara olo, con impazienza, “Dai,
non lo faccio per te, non sono il tuo elfo domes co.”
Pensava di essere andato abbastanza bene, ma tu o sarebbe crollato se
avesse dovuto toccare Sirius, anche in un punto innocente come i suoi
polpacci.
Sirius ghignò e prese l’essenza murtlap. Ne raccolse una generosa
cucchiaiata con le lunghe dita e se ne spalmò un po’ sulla gamba.
Remus vide dallo sguardo sul suo viso che funzionò subito; i suoi
lineamen si rilassarono, un po’ di ni dezza abbandonò i suoi occhi.
Doveva soffrire davvero molto. “Maledizione, sei incredibile, Moony!”
Disse Sirius, rallegrandosi mentre con nuava ad applicare l’essenza.
Remus arrossì e scrollò le spalle,
“È solo magia, non è che l’ho inventata io ...”
“Sì, ma comunque...” Sirius ora si alzò, e iniziò a sbo onarsi i pantaloni
in modo da poter fare il resto dei tagli. Remus pra camente balzò
indietro, e si precipitò verso la porta, balbe ando,
“Io ehm ... darò un po’ di privacy ... devo andare comunque ... i
compi ...” la sua voce era molto più alta di quanto avrebbe voluto che
fosse.
Pra camente corse giù per le scale e andò a sba ere contro James.
“Sta bene?!”
26
“Sì, sì ... gli ho dato qualcosa per i tagli. Dagli solo un minuto, penso che
scenderà.”
“Fantas co, grazie Remus.”
“Non gli ho parlato di andare da un insegnante o da qualcuno ...” “Sì,
ma almeno parla con noi, adesso,” disse James raggiante. “Seriamente,
grazie, Moony, sei una leggenda! Ti ripagheremo ... non dovrei ancora
dire nulla al riguardo, ma ... beh, prome o che lo faremo!”
De o questo, James gli diede una pacca sulla spalla, poi corse su per le
scale per vedere Sirius. Remus si lasciò cadere su una poltrona vicina e
decise di ripassare qualcosa. Doveva scappare, nel caso fossero torna
giù. Lasciò la Sala Comune e andò in biblioteca, dove trascorse il resto
della serata studiando minuziosamente le ribellioni dei Goblin.
Dopotu o, quest’anno ci sarebbero sta i GUFO e non poteva
perme ere che la sua libido rovinasse tu o ciò per cui aveva lavorato.
Era quasi il coprifuoco quando si sen pronto ad andare. Aveva gli occhi
pruriginosi e la schiena dolorante, ed era di ca vo umore - ma almeno
non stava più pensando a Sirius. Beh. Non proprio.
Lasciò la biblioteca e si incamminò rapidamente lungo i corridoi bui
della Torre di Grifondoro. Era almeno a metà strada quando sen uno
strano po di rumore - come un piagnucolio - alla fine del corridoio di
Incantesimi. Sospirando tra sé, andò a indagare. Lily gli avrebbe
strappato qualche organo se non lo avesse fa o. Era come sospe ava.
Due Serpeverde avevano messo all’angolo un Corvonero del primo
anno e lo stavano tormentando. Lo avevano imprigionato con una
maledizione vincolante - Remus era stato in quella posizione molte
volte.
“Expelliarmus”, gridò, e le due bacche e di Serpeverde volarono nelle
sue mani. Si voltarono, uno scuro, l’altro biondo. Barty Crouch e Regulus
Black. “Oh, voi due ...” Remus sbadigliò, appoggiandosi casualmente
contro il muro.
Il Corvonero si precipitò via, gridando un rapido “grazie!” a Remus
mentre lo faceva.
“Loony Lupin!” Barty sorrise. Aveva un sorriso orribile, come se non
avesse mai veramente conosciuto la gioia, o la felicità.
“Bada a come parli, Crouch,” sibilò Remus, poi gli lanciò una
maledizione. Immediatamente, la lingua di Barty iniziò a gonfiarsi,
diventando viola. La strinse disperatamente, ma era uno degli
incantesimi dell’ingorgo di James e non poteva essere fermato. “Meglio
che tu vada in infermeria,” Remus sorrise, piacevolmente. “Manderò le
vostre bacche e al vostro capo casa, per fagli sapere che eravate fuori

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dopo il coprifuoco...” “Come osi!” Regulus ribollì, marciando verso
Remus.
Era molto più basso - quasi la stessa altezza di Sirius, ma non gli impedì
di raggiungere il quinto anno. L’estate aveva chiaramente tra ato male
anche Regulus: era più pallido che mai, gli occhi scuri e incava .
“Lurida feccia mezzosangue! Potrai essere un Prefe o, ma sei ancora
solo un codardo, sporco-- “
“Codardo, si?!” Remus vide rosso, e lasciò cadere entrambe le
bacche e, usando invece le mani per sba ere Regulus contro il muro
dal suo collo. La testa del ragazzo più giovane andò a sba ere contro il
muro di ma oni e sba é le palpebre, mostrando auten co terrore sul
viso. A Remus non importava; in effe , è stato perfe o.
“Potrò essere un mezzosangue,” sibilò Remus minacciosamente, “Ma
almeno non sto a guardare la mia famiglia che viene fa a a pezzi!” Gli
occhi di Regulus si spalancarono e uno sguardo terribile e tormentato lo
assalì.
“Gli ho de o di sme erla di provocarla, ma non mi ha ascoltato!”
sussurrò: “Non ho potuto fermarla ...”
Disgustato, Remus lo lasciò andare. Barty stava ancora soffocando, più
in basso nel corridoio.
“Sei un codardo, Regulus Black.” Remus disse, molto piano, “Non
dimen carlo mai.”
Sputò ai piedi di Regulus e si allontanò.

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La sorpresa  
So invi ng - so en cing to play
the part I could play the wild
muta on as a rock ‘n’ roll star
I could do with the money (y’know that I could...)
I’m so wiped out with things as they are (y’know that I
should...) I’d send my photograph to my honey
- and I’d come on like a regular superstar.

Sabato 20 se embre 1975


Nelle tre se mane successive, Remus riuscì a trovare una rou ne in cui
si sen va più a suo agio mentre imparava a ges re i suoi nuovi
sen men . Una volta avrebbe semplicemente cercato di evitare Sirius;
ri randosi e nascondendosi in biblioteca, o in uno dei suoi piccoli
angoli. Ma aveva imparato che alla fine non avrebbe mai funzionato,
sopra u o quando dividevi una camera da le o. E in ogni caso, adesso
era troppo grande per la maggior parte dei suoi vecchi nascondigli.
Quindi semplicemente cercò di andare avan e, provando, scoprì che
poteva. Non che fosse facile, esa amente, ma aveva così tante altre
cose di cui preoccuparsi. Oltre ai compi da Prefe o, che portavano già
Remus su e giù per il castello per la pa uglia e le riunioni, fu un anno
importante per i loro studi.
Con l’avvicinarsi dei GUFO, gli insegnan li caricarono con più lavoro che
mai - e ci fu un notevole cambiamento nel programma. A
Trasfigurazione stavano imparando l’occultamanzia; in Incantesimi
pra cavano il disarmo; Pozioni era in gran parte incentrata
sull’iden ficazione e la cura dei veleni; e Difesa Contro le Ar Oscure
sembrava non essere altro che esercitazione dopo esercitazione di
incantesimi di a acco e difesa. Si stavano allenando per la guerra e tu
lo sapevano.
Cura delle Creature Magiche era una diventata una tristezza. Il
professor Ke leburn era un vecchio scontroso che abbaiava con metà
degli ar mancan e una benda sull’occhio. Non portava nulla da fargli
vedere, né raccontava loro storie dei suoi incontri con animali fantas ci
- preferiva raccontare come si era fa o tu e le sue varie ferite, ed era
sempre orribile. Remus provò a vedere la cosa in modo posi vo -
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almeno senza Ferox c’era una distrazione in meno. Non c’era modo di
prendersi una co a per il vecchio Ke leburn. Quella per Sirius era già
abbastanza da affrontare.
Sebbene riuscisse a sorridere semplicemente dei suoi sen men per la
maggior parte del tempo, sembravano emergere nei momen più
inopportuni.
Leggeva un libro ed eccolo lì. O era completamente solo in biblioteca, e
un ricordo saltava fuori, agitando le sue viscere. Lo lasciava spesso
scosso, troppo accaldato e confuso. Se era stato così che James, Mary,
Marlene, Peter e tu quelli coinvol in quella stupida faccenda si erano
sen negli ul mi due anni, allora Remus semplicemente non sapeva
come nessuno di loro avesse concluso qualcosa. Sembrava che la sua
mente e il suo corpo fossero costantemente in guerra.
Non era stupido; sapeva di essere fiorito un po’ per quel genere di cose.
L’estate dopo che aveva compiuto tredici anni, la Dire rice lo aveva
chiamato nel suo ufficio e gli aveva chiesto nei termini più vaghi
possibile quanto sapesse sui ‘rappor coniugali’. Non era molto sicuro
di quanto avrebbe dovuto sapere e non voleva sembrare stupido,
quindi aveva solo che sapeva ‘tu o’. Lei annuì e gli disse di chiedere a
un membro dello staff di sesso maschile se avesse avuto domande.
Ovviamente non l’aveva mai fa o. Una volta gli era stato anche fa o un
discorso dal vicario locale sulla san tà del matrimonio e sulla natura
peccaminosa di ‘agire in base a bassi impulsi’ - ma Remus era stato così
mor ficato che non aveva ascoltare la maggior parte del discorso.
‘Bassi impulsi’. Non era qualcosa di cui dovevi parlare seriamente -
almeno non con altri ragazzi, lui lo sapeva. Le ba ute andavano bene;
almeno eri in un territorio sicuro se prendevi in giro a vicenda. Ma di
certo non potevi fare domande.
Gli altri Malandrini erano avan rispe o a lui; alcune no vicino alla
luna piena aveva colto il profumo della loro lussuria, aveva sen to i loro
silenziosi e dolorosi momen di frustrazione e vergogna mentre
armeggiavano so o le lenzuola nell’oscurità. Lo me eva solo in
imbarazzo. Certo, anche Remus l’aveva fa o... ma quello gli sembrava
semplicemente un bisogno, senza più significato che lavarsi i den .
Dalla scorsa estate, però, le cose in quel reparto erano cambiate. Era
diventato più urgente. Come se baciare Grant lo avesse a vato in
qualche modo; aveva scatenato una grande marea di ... sen men .
Remus pensava raramente a qualcos’altro, era costantemente nervoso.
Per una volta, era grato per le ondeggian ves nere che dovevano
indossare a Hogwarts, ma anche allora spesso si trovava a dover
rimanere seduto più a lungo di chiunque altro a volte, cercando di
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pensare a qualcosa di neutro. Una volta dove e coprirsi con un libro
par colarmente pesante, semplicemente perché la McGrani aveva
de o ‘lavoro di mano’ troppe volte.
Si sen va cambiato dentro; era presente in ogni momento, che fosse
solo o in compagnia. E Sirius. Perché doveva essere proprio Sirius?
Okay, sapeva perché. Era il modo in cui la sua so le camicia bianca di
scuola gli cadeva sulla schiena, il modo in cui i capelli gli cadevano sugli
occhi così che doveva toglierseli, anche se non se li me eva mai, mai
dietro l’orecchio.
Le sue mani. I suoi fo u occhi ...
Erano state tre se mane molto difficili.
Remus era grato che questa prima luna piena del semestre fosse caduta
in un fine se mana. Significava che poteva dormire fino a tardi e oziare
pacificamente aspe ando che calasse la no e, invece di stare seduto
per ore di lezione, con le ossa doloran sulle dure sedie di legno. Il
sabato era anche il giorno delle prove di Quidditch (in realtà, da quando
James era diventato capitano, l’allenamento di Quidditch era quasi ogni
giorno), lasciando Remus completamente, beatamente indisturbato.
Aveva dormito quasi tu a la ma na, poi era sceso a pranzo per le
scale, prima di tornare nel silenzio di una camera da le o vuota. Aveva
le o il suo libro per un po’, ma avendo mal di testa e sentendosi
irrequieto ci rinunciò presto. Avrebbe voluto che la luna si affre asse e
arrivasse, così poteva farla finita. Aspe are era la parte peggiore.
Chiuse gli occhi, allungandosi, poi decise che era stufo di stare sdraiato.
Scese dal le o e andò a sedersi sul davanzale della finestra con un
pacche o di sigare e. L’ul mo che aveva dall’estate, regalatagli da
Grant come regalo di addio.
Grant. Se Grant fosse qui, a Hogwarts, Remus si sen rebbe allo stesso
modo per Sirius? Probabilmente, sospirò tra sé. E Grant era così astuto
in quel genere di cose che ci sarebbe arrivato subito. Forse avrebbe
avuto qualche consiglio. Se solo avesse potuto chiamarlo, o persino
scrivergli una le era - ma gli era permesso solo inviare gufi alla
Dire rice, e se lei li avesse le ?! Remus avrebbe voluto avere gli
specchie compa che avevano James e Sirius. Ma comunque come
diavolo lo avrebbe spiegato a Grant, non aveva idea.
Finì la sua prima sigare a e ne iniziò un’altra. Era rilassante. L’erba era
migliore; ne aveva fumata un po’ dopo la sua ul ma luna piena, ma non
aveva visto nessuno a Hogwarts fumarla. Comunque aveva quasi finito i
soldi guadagna dalla vendita delle sigare e, poiché non riforniva più.
Le distrazioni della scorsa estate gli erano costate in più di un modo.

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La sera stava arrivando, e lo stomaco di Remus iniziò a brontolare.
Cercava di mangiare leggero durante la luna piena, an cipando il dolore
che a volte lo faceva vomitare. Nei giorni successivi sarebbe diventato
famelico e avrebbe potuto facilmente mangiare tre o qua ro pia per
pasto. Stava per alzarsi e scendere quando la porta si aprì.
Peter, James e Sirius entrarono, con sguardi curiosi sui loro vol . James
sembrava molto serio e abbastanza cauto, come se dovesse fornire
delle no zie e non fosse sicuro di come l’avrebbe presa Remus. Remus
sapeva che non poteva essere una ca va no zia, però, perché Sirius
stava sorridendo da un orecchio all’altro, mostrando tu i suoi den
perfe , bianchi perla. Peter si stava torcendo le mani, come al solito,
ma anche lui aveva un sorrise o malizioso - lo sguardo che aveva
quando erano nel mezzo di uno scherzo par colarmente subdolo.
“Oh dio,” disse Remus, prima che James potesse parlare, “E adesso?
Perché non siete a Quidditch?”
“Niente Quidditch oggi!” Disse Sirius, sorridendo ancora come un
maniaco. La sua energia era ele rica, ardente - era chiaramente
estremamente eccitato per qualcosa.
“Dove siete sta , allora?” Chiese Remus, scegliendo di guardare James,
invece, per mantenere la sua voce normale.
“Ci siamo allena in qualcos’altro!” Peter esplose, mordendosi il labbro
inferiore.
Remus si appoggiò allo schienale della finestra e guardò di nuovo
James, sollevando un sopracciglio interroga vo.
James deglu , il suo pomo d’Adamo dondolò, poi si schiarì la gola,
“Moony,” disse, “forse ricorderai che abbiamo avuto un’idea, al terzo
anno
...”
“Avete idee tu o il tempo, Po er, sii specifico,” disse Remus, irritato,
accendendo la sua terza sigare a. Le spalle gli facevano male e anche il
collo. Non aveva voglia di giocare con la luna piena, ormai avrebbero
dovuto saperlo.
“Il ... per aiutar con ... so che hai de o che non avremmo dovuto,
uhmm ...” James si passò una mano tra i capelli, “Ma eravamo già
arriva così lontano, e ... uhmm ... sen , io sono dispiaciuto, ci dispiace
... ma ... “ “Sputa il rospo!” Remus sospirò, espirando fumo.
James sembrava in preda al panico. Lanciò un’occhiata a Sirius, poi
guardò i suoi piedi e borbo ò, “Siamodiventa animaghi”...
“Che cosa?!”

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“Oh per l’amor di Merlino!” Sirius disse, facendosi avan , “Guarda
Remus!” E con questo, Sirius si trasformò prontamente in un grosso
cane nero, e Remus cadde dal davanzale della finestra scioccato.

Moony & Co.


Il cane - Sirius il cane - abbaiò due volte e scodinzolò scherzosamente
mentre Remus si sollevava da terra. Guardò James e Peter, che
sorridevano entrambi imbarazza . Guardò di nuovo il cane, che si
trasformò di nuovo in Sirius, in piedi davan a lui con lo stesso ghigno
folle.
“Ce l’avete fa a.” Remus disse, “Non posso credere che ce l’abbiate
fo utamente fa a.” Si sede e di nuovo, sentendosi un po’ traballante.
“Sei arrabbiato con noi?” Chiese James, i suoi occhi enormi e seri.
“Potete farlo tu ?”
Peter e James si guardarono l’un l’altro, poi annuirono.
Remus inspirò, il pe o stre o.
“Avan , allora”, sussurrò, “Fatemi vedere”.
Immediatamente, James e Peter si trasformarono in un enorme cervo
regale e in un grasso topo bruno. Le corna di James raschiavano il
soffi o basso della loro stanza, così che dove e chinare leggermente la
testa.
Sirius rise, “Non potevamo scegliere in cosa trasformarci”, spiegò.
“Altrimen Peter probabilmente avrebbe scelto qualcos’altro ...”
“Oi!” Peter disse, trasformandosi di nuovo; “I ra sono creature molto
intelligen , ho cercato.”
“Peccato che tu non lo sia.” Sirius rispose.
“Non tu vogliono essere un grosso cagnaccio bavoso.” anche James si
trasformò di nuovo, e diede un pugno sulla spalla a Sirius,
“Va bene, Bambi, calma .” fece un sorrise o Sirius, arruffando i capelli
di Peter, “Stavamo solo scherzando, vero amico?”
Peter ricambiò il sorriso. Sembrava piu osto felice. Tu lo sembravano.
Remus era ancora senza parole. Li osservò tu come se fossero
estranei. Avevano davvero fa o questo - una delle magie più difficili,

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che richiedevano abilità, concentrazione e - sopra u o - pazienza, solo
per lui? “Remus?” James chiese, sembrando di nuovo serio, “Sei
arrabbiato, vero?” “Io...” Remus aggro ò la fronte, poi scosse la testa,
“No, no, non arrabbiato ... io solo ...” Si strofinò la nuca, chiudendo gli
occhi, “Sapevo che l’avreste fa o comunque, sapevo ci avreste provato
ameno. Non mi ascoltate mai.” “Ci dispiace.” Disse James, sconsolato.
Persino Sirius aveva smesso di saltellare.
“No, non scusatevi!” Remus disse velocemente, aprendo gli occhi,
“Quello che avete fa o è fantas co ... voi tu siete fantas ci. È solo
che ... non so cosa dire.”
Si maledisse per non essere stato in grado di ringraziarli
adeguatamente, per aver sen to così tanto, ma per non essere in grado
di esprimerlo a parole. Qual era il punto di tu a quella le ura se non
dava le parole quando ne avevi bisogno?
Alzò di nuovo lo sguardo per trovare Sirius che lo osservava - il suo
sorriso era più calmo ora, e la luce della comprensione brillava nei suoi
occhi. Il cuore di Remus perse un ba to. “Grazie.” Disse, piano, solo a
Sirius.
“Qualunque cosa per il nostro Moony!” Sirius sorrise di nuovo, e
all’improvviso tu o tornò alla normalità, e la stanza del dormitorio era
solo la loro stanza, e queste persone incredibili erano solo i suoi amici.
“Andiamo,” disse Sirius, allegramente, rivolgendosi a tu loro,
“Andiamo a cena. Abbiamo una lunga no e davan a noi!”
“Stasera?!” Remus disse, sorpreso, “Volete provarlo stasera?!”
Certo, pensò, è per questo che avevano scelto proprio l’ul mo momento
per rivelarsi.
“Non c’è miglior momento che il presente.” James sorrise.
“Non puoi voler passare un’altra no e da solo in quell’orrida baracca
quando non devi, Remus?” Disse Peter, sinceramente.
Remus ci pensò su mentre seguiva gli altri giù per le numerose scale e
corridoi fino alla Sala Grande. Non gli piaceva stare da solo, subito
prima della luna o subito dopo. Presumeva che nemmeno al lupo
piacesse stare da solo, a giudicare dal dolore che gli causava. Ma l’aveva
sempre fa o da solo. Non era mai stata una possibilità prima.
Non parlò affa o durante la cena, mangiando svogliatamente il pia o.
Sirius gli diede una gomitata ogni tanto, e Remus gli rivolse un sorriso,
ma tornò a giocare con le sue patate arrosto.
“Remus, non stai mangiando.” disse Marlene, preoccupata, “Non è
proprio da te.”

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“Mmh”, rispose, posando la forche a, “non mi sento bene. Penso che
andrò in infermeria.”
“Oh no, di nuovo?” Marlene inclinò la testa in segno di compassione,
“Poverino.”
Remus scrollò le spalle e si alzò per andarsene. Anche i Malandrini si
alzarono e lo seguirono fuori.
“Come avete intenzione di fare?” Chiese, mentre camminava, non
osando guardare nessuno di loro.
“Pete è piccolo, può farci entrare”, disse James, con entusiasmo, “Poi
useremo il mantello - è un gioco da ragazzi starci so o ora che ci
possiamo trasformare.”
“Okay,” Remus annuì, risoluto, “Okay, se potete intrufolarvi dietro la
Chips ... me e un incantesimo di chiusura sulla porta, altrimen .”
“Fantas co,” Peter annuì, entusiasta, “Lo faremo Remus, lo faremo!”
Fuori dall’infermeria, si voltò e li guardò tu . Aiutava essere alto, in
momen come questo.
“Sapete che potrei uccidervi tu .”
Lo guardarono senza esitare. Sirius raddrizzò la schiena, “Non lo farai.”
Remus sospirò.
“Okay. Ci vediamo tra un’ora o giù di lì, allora.” E con ciò entrò in
infermeria, senza voltarsi indietro. Il cuore gli martellava nel pe o; in
parte eccitazione, in parte terrore.
Era pericoloso; era così, così pericoloso che gli faceva male la testa. Ma
già una volta aveva de o loro ‘no’ e questo era il risultato. Poteva solo
sperare che fossero abbastanza veloci e abbastanza intelligen da
scappare, se le cose fossero andate storte. E se non fossero riusci a
scappare ... sperava che almeno uno di loro sarebbe stato abbastanza
coraggioso da fare ciò che era necessario per assicurarsi che i tre
sopravvivessero, anche se ciò significava che lui non l’avrebbe fa o.

“Andrà tu o bene, caro?” Chiese Madama Chips, osservandolo con


occhi preoccupa . “So che la prima no e è bru a ...”
“Va tu o bene, davvero.” Disse Remus, sedendosi sulla sua piccola
branda, come al solito. “Non preoccupar per me, ci vediamo domani
ma na.” “Alle prime luci dell’alba”, promise la medi-strega. Gli diede
un veloce bacio sulla fronte prima di uscire dalla stanza.
Remus inspirò profondamente e si guardò intorno.
“Siete qui?” Respirò nella stanza vuota.
35
James apparve all’improvviso, rando indietro il mantello. Sirius e Peter
lo seguirono rapidamente, trasformandosi di nuovo dalle loro forme di
animagus.
“Non credo che mi ci abituerò mai,” Remus sba é le palpebre. Si morse
nervosamente il labbro e cercò di sorridere, indicando la stanza
squallida, “Benvenu alla Stamberga Strillante ...”
“Moony”, disse James, con un’aria profondamente turbata mentre
osservava l’ambiente circostante, “è orribile”.
“Va bene. È meglio di una gabbia.”
“È una gabbia.” disse Sirius, suonando feroce.
“Quando accadrà?” Chiese all’improvviso Peter, in piedi dietro gli altri
due. Remus ruotò le spalle con a enzione per vedere come stava
andando il dolore.
“Non molto”, disse, pia o, “Quindici minu , forse.”
Rimasero in silenzio per un po’. Quando Remus poté sen re il suo
sangue iniziare a ribollire, e quel formicolio rivelatore nei suoi muscoli,
fu improvvisamente preso dal panico,
“Nessuno l’ha mai visto accadere prima.” Disse, fissandoli tu
impotente;
“Non credo ... è davvero, davvero bru o.”
“Va tu o bene Remus,” disse James, in modo rassicurante, “Sappiamo
cosa aspe arci.”
“Potrei urlare ... urlerò.”
“Va bene.” Promise Sirius.
“Avete le bacche e?”
“Sì”, tu li rarono fuori per mostrargliele.
“Bene,” annuì, guardando le assi del pavimento. La schiena gli faceva
male, poteva sen re ogni vertebra che premeva contro la pelle. “Se
a acco ... se non potete controllarmi ... dovrete ...” balbe ò. Stava
iniziando. “Trasformatevi”, gridò, rannicchiandosi sul le o, rivolto verso
il muro, “presto!”
Le sue terminazioni nervose presero fuoco e la trasformazione iniziò. Fa
male, la sua mente balbe ò, come un bambino piagnucoloso, fa male
fa male fa male ... iniziò a perdere la testa nell’agonia, consapevole che
qualcuno stava urlando, finché non fu più Remus, e le urla si
trasformarono in un lungo, oscuro ululato di angoscia.
Alla fine si trasformò, il suo corpo nuovo, forte e potente ... annusò.
Conosceva questo posto: la sua prigione. Voleva essere libero, voleva
uscire e correre, cacciare e uccidere ... era così affamato, così

36
irrequieto. Stava per ululare di nuovo, correre alle finestre o graffiare la
porta. Annusò l’aria. Non era solo.
Il lupo volse gli occhi sui tre animali. Ringhiò, saltò giù dal le o. Si fece
schioccare le mascelle e si alzò in piedi, sollevando la coda per mostrare
il dominio. Il cane nero ringhiò, annusando il lupo. Fece un passo avan
e il lupo ringhiò, ancora insicuro. Quello nero si sdraiò ai piedi del lupo.
Si girò e mostrò la pancia. Amico. Il lupo, sapendo di essere il capo ora,
smise di ringhiare. Ne riconobbe il profumo; sapeva che non volevano
ferirlo. Questo era il suo branco - e non era più solo.

Remus si svegliò soffocando e sputacchiando mentre tornava nel suo


corpo. Era buio e polveroso, come sempre, e le sue ossa erano ancora
doloran e stanche, e la sua testa pulsava ancora. Ma non c’era sangue;
almeno non poteva sen rne l’odore - non poteva assaporarlo - e il
dolore stava passando velocemente, come l’acqua in uno scarico.
“Moony?” La voce di Sirius irruppe, familiare e confortante. “Ecco.”
Remus si sen accaldato dalla vergogna quando Sirius gli porse una
coperta per coprirsi.
“Grazie,” gracchiò, avvolgendola intorno a sé. Strizzò gli occhi mentre la
sua vista tornava chiara, le forme dei suoi tre amici che nuotavano
lentamente nei suoi occhi, “Tu okay?”
“Bene,” Sirius sorrise raggiante, “Meglio che bene! Ha funzionato,
Moony!” “Vieni, dai.” James si chinò e aiutò Remus ad alzarsi, poi lo
sostenne di nuovo verso il le no. Remus si sen va ancora debole,
come al solito, ma questo era tu o. Niente tagli, niente graffi; non si era
affa o ferito.
Si strinse la coperta intorno al corpo e guardò i suoi tre migliori amici, le
persone più care al mondo. I suoi occhi si riempirono di lacrime e
abbassò lo sguardo, rapidamente, imbarazzato.
“Stai bene?” Chiese Sirius, sembrando preoccupato, “Fa ancora male?”
“No.” Remus scosse la testa, sorridendo, “Sto solo facendo lo sciocco.”
Si asciugò gli occhi e li guardò di nuovo.
James sembrava più regale e orgoglioso che mai, i suoi occhiali
leggermente di traverso, anelli scuri so o gli occhi, ma comunque
sorridente. Peter era rosa, rosso di eccitazione, e Sirius era
assolutamente perfe o, raggiante come se gli fosse stata appena data
la coppa di Quidditch. Remus si sen va molto fragile e pate co, tu o
magro e nudo sul le o accanto a ques eroi.

37
“È stata bru a?” Chiese, nervosamente, “La trasformazione?”
“È stato piu osto orribile.” James disse, onestamente. Gli altri
annuirono.
“Sei così coraggioso, Remus.” Peter scoppiò.
“Ma dopo,” disse Sirius, desideroso di ricordare, “Dopo è stato
fantas co - all’inizio non eri sicuro, ma poi io ...”
“Vi siete so omessi a me.” Remus disse; “Ricordo.”
“Pensavo non potessi ricordare niente di quello che succede?” Chiese
James, inclinando la testa.
“Non posso, di solito.” Remus aggro ò la fronte, “Ma la scorsa no e è
stata diversa ... ricordo tu o. Non ero io, esa amente, ma non ero non
io. Ha senso?”
“No,” Sirius rise.
Anche Remus rise.
“Farete meglio a me ervi so o il mantello. Madama Chips sta
arrivando. Potreste, ehm ... qualcuno passarmi i miei ves ? “
Sirius fu l’ul mo a nascondersi so o il mantello, era vivo di gioia, e
con nuava a trasformarsi avan e indietro, incapace di stare fermo.
Quando dovevano assolutamente andarsene, strinse dolcemente la
spalla di Remus, un’ul ma volta,
“Non te l’avevo de o, Moony? Non te l’avevo de o?!” Sussurrò
febbrilmente.
“Lo hai fa o,” Remus sorrise, debolmente. Abbassò la voce, così che
nessun altro potesse sen rlo, e guardò Sirius a entamente, “È stato
spaventoso? Ho fa o paura?” Non aveva idea di come fosse in forma di
lupo.
L’espressione di Sirius non cambiò.
“No.” Disse, con fermezza. “Eri bellissimo.”

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Bellissimo  
Ovviamente, Madama Chips rimase completamente confusa dalla no e
senza macchia di Remus nella baracca.
“Sorprendente!” con nuava a ripetere, “Fantas co ...”
Remus la convinse con una folle teoria che stava ‘maturando’, e questa
doveva essere la spiegazione. Non sembrava convinta, ma la dolce
infermiera fu così contenta di trovarlo illeso che non fece domande al
riguardo. Lo tenne in infermeria per tu a la domenica, ma a
mezzogiorno si sen vigile ed energico come quando stava calando la
luna.
“Non ho mo vo di tener qui”, Madama Chips sorrise, ancora non
credendoci del tu o. “Non voglio ingombrare il mio reparto con
pazien sani”.
Remus pra camente saltò alla torre di Grifondoro, facendo le scale due
gradini alla volta. Non fu sorpreso di trovare i Malandrini ancora tu a
le o, anche se James e Peter mostravano segni di vita.
“Tu o bene, Moony?” James sorrise assonnato, rando le tende del
le o al suono della porta del dormitorio.
“Bene,” sussurrò Remus, non volendo svegliare Sirius.
Odiava che il suo sonno venisse interro o nel migliore dei casi, e oggi
Remus sen va che si era meritato una dormita. Inoltre, il suo ‘eri
bellissimo’ aveva risuonato nelle orecchie di Remus tu o il giorno, e
non era ancora sicuro di come avrebbe fa o a essere in grado di parlare
di nuovo con Sirius.
“Chips ha de o qualcosa?”
“Nah, non riesce a capire cosa ha fa o diversamente. L’abbiamo
scampata.” “Grande!” James sbadigliò; “Dobbiamo prendere delle
pillole per svegliarci o qualcosa del genere per la prossima volta, è un
lunedì.”
“Non dovete farlo ogni mese ...”
“Sta zi o, Moony,” gridò Peter, inton to, “Faremo quello che vogliamo”.
Remus sorrise tra sé, raccolse i suoi libri e si avviò verso la Sala Comune
per non disturbarli ulteriormente.
“Remus!” Marlene gridò; “Grazie al cielo, sono bloccata su questa
stupida domanda di Storia ...”

39
“Quale hai scelto?” Remus si sede e a una scrivania con le ragazze.
“Ribellione dei Goblin?”
“L’insurrezione dei troll.” Marlene sospirò tristemente. “Ho pensato che
sarebbe stato più facile.”
“Mmmh,” rispose Remus, passando al setaccio i suoi appun per
vedere cosa aveva sulla rivolta dei troll. Trovava i troll piu osto noiosi,
lui stesso, ma aveva diligentemente annotato tu o ciò che aveva de o
il professor Rüf. Anche se Sirius gli aveva passato dei biglie durante
tu a lezione.
Bellissimo. Bellissimo. Cosa significava? Era una buona cosa,
ovviamente. Una parola che potrebbe essere sempre e solo posi va.
Ma Sirius l’aveva de o. Peggio ancora, l’aveva de o sulla forma da lupo
di Remus. Quindi, avrebbe potuto significare un numero infinito di cose
- Remus aveva creato una lista di ipotesi nella sua testa.
Ad esempio, ‘eri bellissimo’ avrebbe potuto significare:
1. “Eri bello ieri sera, da lupo, ma non sei bello questa ma na come un
essere umano.”
2. “Eri bellissimo ieri sera perché ero un cane e i cani sono in una buona
posizione per giudicare la bellezza canina.”
3. “Ti sto dicendo che eri bellissimo, anche se non è vero, perché non
voglio ferire i tuoi sen men .”
4. “Penso che tu sia bello tu o il tempo e mi piacerebbe molto
baciar .”

Remus era disposto ad amme ere che l’opzione 4 era la meno


probabile. Alla fine trovò gli appun e li passò a Marlene.
“Scorri e fammi sapere se rimani bloccata. Alcuni sono un po’ confusi,
ma
ho dei buoni trucchi per ricordare le date chiave.”
“Sei un salvavita, Remus!” Marlene sgorgò, sembrando sollevata.
“Almeno hai finito il tuo saggio sulla Trasfigurazione”, Mary aggro ò la
fronte, sembrando esausta quanto Marlene. “Sono così indietro che
starò sveglia tu a la no e.”
“Hai bisogno di una mano?” Chiese Remus, prendendo i suoi compi di
Trasfigurazione, che necessitavano solo di una rapida rile ura prima di
essere pron per la consegna.
“Oh, no grazie...” Mary arrossì, abbassando lo sguardo, “Umm... Sirius
ha promesso di aiutarmi in realtà. Sai, perché è davvero bravo a
Trasfigurazione. “
Marlene ridacchiò,
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“E le ha chiesto di andare a Hogsmeade con lui ...”
“Oh, davvero?” Chiese Remus, la sua bocca improvvisamente molto
secca. “Sì,” Mary sorrise, sembrando molto soddisfa a di sé stessa.
Remus non poteva biasimarla. Vacca fortunata. “So di averlo scaricato
prima”, disse Mary, in tono sommesso, “ma allora eravamo solo
ragazzini. È molto più maturo ora.”
Lily sbuffò sarcas camente, ma non alzò lo sguardo dal proprio lavoro.
Remus si limitò a sorridere e ad annuire, guardando il suo libro di testo
di Incantesimi. Non aveva molta voglia di fare i compi adesso. Marlene
e Mary con nuarono a ridacchiare e bisbigliare su Sirius.
Remus si diede un severo rimprovero. Non era giusto sen rsi così - non
era giusto verso Mary, e non era giusto verso Sirius. In effe , era
incredibilmente egoista. Sirius non l’aveva respinto, né aveva deciso di
ferirlo deliberatamente. Al contrario - Sirius aveva fa o di tu o per far
sen re Remus al sicuro e a suo agio nella propria pelle. Era orribilmente
ingrato da parte di Remus essere arrabbiato per una cosa stupida come
questa. Davvero, non erano affari suoi con chi Sirius andasse a
Hogsmeade. Remus stesso non aveva mai avuto alcun interesse per
Mary MacDonald, quindi la sensazione di vomito e nausea nello
stomaco era completamente fuori luogo. E ai suoi amici era permesso
avere delle fidanzate, se lo volevano. Era normale. Sirius meritava un
po’ di normalità, dopo l’estate che aveva avuto. Ci pensò su tu a la sera
e fino al giorno successivo. Riguardo a Mary, e Sirius, e ‘eri bellissimo’ ...
Sirius avrebbe de o a Mary che era bella? Era bellissima, sarebbe stata
un’affermazione più che giusta - non solo per le sue curve morbide e gli
occhi color cioccolato, ma per la macchia di len ggini sul naso, la sua
calda pelle marrone - che non era mai stata macchiata, come quella di
ogni altro adolescente nel loro anno, ma brillava come il mogano. La
sua risata, il suo umorismo, la sua arguzia. Era una buona scelta per
Sirius. Il fa o era, decise Remus, se un ragazzo avesse de o a una
ragazza che era bella, non ci sarebbero sta davvero dubbi su quali
fossero le sue intenzioni. Sui ragazzi che dicevano ad altri ragazzi che
erano belli la cosa era un po’ più complicata, specialmente quando
nessuna delle due par aveva tu e le informazioni.
Dopotu o, si ripeté Remus, Sirius non aveva idea di cosa avesse
combinato per tu a l’estate. Per quanto ne sapeva Sirius - per quanto
ne sapeva chiunque a Hogwarts, Remus era interessato alle ragazze
quanto ogni altro ragazzo della sua età. Quindi poteva essere facilmente
le o come un complimento innocuo e completamente platonico.
D’altra parte, una piccola voce lamentosa sussurrava, Sirius aveva
sempre conosciuto Remus meglio di quanto Remus conoscesse sé
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stesso. Era sempre riuscito a beccarlo - il problema della le ura, la
licantropia - perché non anche questo? Era così terribile sperare?

Sabato 4 o obre 1975


Dopo una se mana di no agitate, Remus era alla disperata ricerca di
qualcuno con cui parlare. E questa volta non c’era davvero nessuno con
cui parlare. Tu conoscevano sfumature leggermente diverse di
Remus, in base ai segre di cui erano a conoscenza. I Malandrini
sapevano che era un lupo mannaro - ma solo Sirius sapeva delle sue
difficoltà con la le ura. Lily sapeva della le ura, ma non del problema
del lupo mannaro. Mary e Marlene sapevano meno di tu , e a lui
andava bene così.
C’era solo una persona in tu o il mondo che conosceva il suo ul mo
segreto e quella persona era quasi impossibile da conta are. Tu avia,
Remus era più di un semplice lupo mannaro con problemi di le ura e
una co a gigantesca per il suo migliore amico. Sopra u o, era un
Malandrino; e niente era impossibile per un Malandrino.
L’anno scorso, Mary gli aveva de o che c’era una vecchia cabina
telefonica babbana alla periferia di Hogsmeade che era ancora in
servizio. Tu o quello che doveva fare era arrivarci senza che nessuno gli
chiedesse dove stesse andando, e assicurarsi che Grant stesse
aspe ando dall’altra parte, nell’Essex.
La prima parte sarebbe stata facile: Sirius e Peter sarebbero sta
entrambi occupa nel prossimo fine se mana di Hogsmeade con i
rispe vi appuntamen . James, sebbene avesse già chiesto a Lily di
uscire parecchie volte durante questo semestre, sarebbe stato libero,
ma era molto meno ficcanaso di Sirius. Remus pensava di potersi
allontanare da lui senza troppi sforzi.
Portare un messaggio a St Edmund’s è stato molto più difficile, e alla
fine Remus si era accontentato della Dire rice. Le scrisse una breve
nota spiegando che non sarebbe tornato per Natale - questo era
completamente ridondante, poiché fino a quel momento non aveva
trascorso un Natale a St Edmund’s da quando aveva undici anni, ma
serviva ai suoi scopi. Allegò una seconda busta, indirizzata a Grant
Chapman, con all’interno una nota ancora più breve:
“Sabato 4 o obre. Cabina telefonica su Sta on Approach. 12:00.”
Dopodiché, Remus doveva solo sperare per il meglio.

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Arrivò il fine se mana di Hogsmeade, e Remus aveva in qualche modo
dimen cato che come Prefe o aveva cer doveri da svolgere, il che lo
rallentò molto. Lui e Lily dovevano controllare che tu i nomi del terzo
anno dalla loro lista di studen avessero i fogli di autorizzazione
corre , quindi portarli tu giù al villaggio.
Fortunatamente, James presto si stancò di seguire Remus, rarsi dietro
una lunga fila di tredicenni emoziona , e scomparve per vedere le
ul me prove di Quidditch. Alla fine, Remus non riuscì ad arrivare a
Hogsmeade fino a mezzogiorno e mezzo, quindi quando Lily fu
finalmente soddisfa a di aver fa o da pastore a ogni terzo anno,
dove e correre il più velocemente possibile al confine della ci à,
pregando che nessuno lo notasse.
Hogsmeade era l’unico villaggio per miglia e miglia, e c’era un solo
sen ero che portava da e verso esso. Remus sospe ava che questa
strada fosse usata di rado, dato che i maghi avevano tan altri mezzi di
viaggio. L’alta cabina telefonica rossa sembrava molto strana, quindi, lì
da sola circondata da verdi colline scozzesi. Remus ringraziò la sua
buona stella che non fosse occupato - era preoccupato che sarebbe
arrivato per trovare uno studente babbano già lì dentro, a occupare la
linea. Ma no, era completamente solo.
Aprì la porta ed entrò, digitando il numero il più velocemente possibile.
Suonò solo due volte, prima che una voce crepitante rispondesse
dall’altra parte.
“Hjhfrd ...” sembrava dire.
“Ciao ... ciao, mi sen ?” Disse Remus, ad alta voce nel ricevitore. “Ciao,
Remus,” rispose la voce di Grant, leggermente metallica, ma molto più
chiara, sfacciata e allegra come sempre.
Remus si sen a suo agio per la prima volta da se mane.
“Cazzo, aspe o da un’ora in questa dannata scatola.”
“Scusa,” disse Remus, “Ci è voluto più tempo di quanto pensassi
per liberarmi. Hai ricevuto il mio messaggio, allora?” “Ricevuta.
Molto lusingato, devo dire. Ti manco, vero?”
“Ovviamente.” Disse Remus, velocemente - e si rese conto che lo
pensava davvero. Sirius era stato una distrazione di proporzioni epiche,
ma doveva amme ere che si era sen to un po’ solo senza Grant
intorno.
“Come stai?”
“Al solito. Come va a scuola?”
“Bene bene...”
“Che cosa succede?”
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“Ehm ... volevo chieder una cosa.”
“Fallo.”
“Beh ... sai quel giorno in cui eravamo ... ehm, all’inizio dell’estate,
quando eravamo sedu fuori, e tu ... tu ...”
“Ti ho ficcato la lingua in gola?”
Remus si sen arrossire contro il freddo ricevitore di plas ca.
“Si. Ehm ... beh, volevo chiedere. Uhmm. Come lo sapevi?”
“Oddio”, Grant sospirò pesantemente, “Chi è?”
“Che cosa--”
“Ti piace qualcuno, vero? Qualche ragazzo snob a scuola? E vuoi che
dica a quali segnali prestare a enzione, per vedere se gli piaci. “
Remus sba é le palpebre. Era più o meno esa amente quello che
voleva. “Beh,” disse Grant, “Scusa se deludo, vecchia papera, ma non
ho niente per te. Nove volte su dieci non gli piaci, quindi non far
speranze. O o volte su dieci picchieranno a morte se ci provi. Spero
che non faccia parte della squadra di rugby, o qualunque cosa voi
facciate”
“No. E non credo che lo farebbe ... non lo farebbe ... è mio amico.”
Remus finì, debolmente.
“‘Ha mai fa o qualcosa per far pensare che sia uno di noi?”
Uno di noi.
“Ehm ... non esa amente.”
“Ha una ragazza? O è una scuola per soli maschi? Mi sarebbe piaciuto
andarci.”
“Ci sono ragazze.” sospirò Remus. “E sì, è uhmm ... beh in realtà oggi è
uscito con una ragazza.”
“Ah, beh, non sembra che tu sia fortunato, amico. Voglio dire, potrebbe
andare in entrambe le direzioni, ma non so quanto sia probabile, ad
essere ones .”
“Sì,” sospirò Remus. Mi ha de o che sono bello, avrebbe voluto dire.
Sicuramente non può essere così crudele da dire una cosa del genere e
non pensarlo?
Nel silenzio che seguì, Grant rise sommessamente all’altro capo del
telefono, “Oh Remus, amore. Davvero uno schianto, si?”
“Non so che fare.” Remus rispose, chiudendo gli occhi e appoggiandosi
senza speranza contro il separé.
“Non puoi fare niente. Non durerà per sempre, non preoccupar .
Andrai avan , prendi cura di te stesso.”
“Grazie.”
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“Quando vuoi. Tornerai la prossima estate, vero?”
“Si.”
“Natale?”
“Probabilmente no.”
“Peccato. È una merda qui da solo. Ho dovuto giocare a calcio ieri.”
“Pensavo che odiassi il calcio.”
“Nah, l’ho de o solo per piacer .”
Remus rise.
Sebbene la telefonata non avesse insegnato a Remus nulla che non
sapesse già, si sen va molto meglio. Tornò a Hogsmeade con un balzo
al passo, in a esa di una visita a Mielandia prima di andare dai suoi
amici ai Tre Manici di Scopa.
Grant aveva ragione - ovviamente Sirius era un no. Alla fine i sen men
di Remus verso di lui si sarebbero raffredda .
Questa nuova prospe va posi va non durò a lungo. Remus aveva
appena rimesso piede a Hogsmeade, quando apparve Severus Piton,
sga aiolato fuori da un vicolo tra due co age.
“Lupin.” Disse freddamente. Sembrava preoccupatamente calmo e
raccolto, i suoi occhi neri e luccican fissi su Remus.
A quindici anni, Piton aveva un’aria ancora più goffa di quanto non
l’avesse a undici. L’adolescenza lo aveva devastato; i suoi ar erano
diventa allampana , il suo naso ancora più adunco, e aveva un
terribile acne, che fece ricordare a Remus il loro pruriginoso scherzo
con la polvere del primo anno. “Tu o bene, Mocciosus?” Remus
sbuffò, camminando oltre, “Stai rovistando nei bidoni della spazzatura
di altre persone, vero?” Severus gli camminava accanto, sorridendo.
“Cosa stavi facendo, lontano da Hogsmade?”
“Non sono affari tuoi, stronzo.”
“Sei stato via per quasi un’ora.”
“Mi hai seguito?!”
“Stai tramando qualcosa.”
“Va ene o do una punizione.”
“È uno scherzo completo che tu sia stato nominato Prefe o.” Disse
Severus, quasi di punto in bianco. Piton non era stato nominato Prefe o
per Serpeverde. “Anche se suppongo che tu sia il migliore di tu i
ca vi.”
“Guarda, non o errai una reazione.” Disse Remus, a den stre .
Avrebbe camminato più velocemente se avesse potuto, ma il suo fianco

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gli faceva di nuovo male. “Ti direi di tornare dai tuoi amici, ma so che
non ne hai.”
“So di te,” sibilò Piton, “pezzente dell’orfanotrofio.”
“Questo pezzente dell’orfanotrofio ha ba uto ad Ar manzia l’anno
scorso. E anche a Storia.” “Scoprirò cosa stai facendo.”
“Beh buona fortuna.” Remus sapeva di aver fa o un buon lavoro nel
coprire le sue tracce - anche se Severus avesse scoperto di aver fa o
una telefonata, che importanza aveva?
“Non so davvero cosa abbia fa o così arrabbiare, Mocciosus. Non hai
abbastanza primi anni da maledire o qualcosa del genere?”
“C’è qualcosa che non va in te.” Piton disse, tornando indietro ora
mentre una banda del sesto anno si avvicinava, “Lily non mi crede, ma
ci arriverò. Quindi guarda le spalle, Loony Lupin.”
Remus gli imprecò contro, e marciò verso Mielandia, sperando che
sembrasse più menefreghista di quanto si sen sse.

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Wishin’ and Hopin’
“Vuole una festa, ovviamente.” Disse James, camminando tra le lezioni
un pomeriggio.
“Nel nostro dormitorio?” Chiese Remus, lo ando con la sua borsa dei
libri incredibilmente pesante.
“Sala Comune, credo. Vuole che ci siano tu . “
“Certo,” Remus sorrise affe uosamente. Spostò di nuovo la borsa.
“Vuoi che lo faccia levitare per te? Ieri ho fa o levitare Pete fino a
Divinazione.”
“È così che si è fa o quel livido?” Remus inarcò un sopracciglio. “Non è
colpa mia Sirius ha chiuso la porta troppo presto. Comunque, questa
festa di compleanno - penso che voglia che sia come la tua l’anno
scorso.” “Oh no,” Remus scosse la testa, “Non lo riporterò di nuovo
indietro da Hogsmeade in quello stato.”
“No, sempre nella Sala Comune. Voglio solo dire che vuole alcol. È il suo
sedicesimo ... “
“Be’, non gli terrò neanche i capelli quando inizia a vomitare.” Disse
Remus con fermezza.
James gli scompigliò i capelli mentre un gruppo di ragazze gli passava
accanto, fissandolo. A volte Remus era contento di non avere alcun
interesse per il sesso opposto, perché altrimen andare in giro con il
capitano di Quidditch sarebbe stato insopportabile. Nessuna sorpresa
che a Peter piacesse tanto ostentare Desdemona.
La saga di Sirius e Mary era a ualmente a livelli tollerabili. Non era
successo niente durante la visita a Hogsmeade, per quanto ne sapeva
Remus - e Mary glielo avrebbe quasi certamente de o se fosse
successo. Apparentemente voleva che lui ‘dimostrasse’ che poteva
essere un gen luomo prima che lei acconsen sse ad essere la sua
ragazza.
“Un gen luomo!” Sirius la schernì, quando i Malandrini furono soli,
“Parlo cinque lingue! Ho un mo o di famiglia! So fo utamente ballare il
valzer! Ho dodici serie di abi da sera! Cosa vuole di più??”
“Ora conosci il mio dolore.” James sospirò in risposta.
“Vuole che la rispe .” cercò di spiegare Peter.
“La rispe o!” Sirius disse, piamente, “Ha le migliori te e dell’anno. E
questo è molto rispe abile.”
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Remus seppellì la testa tra le mani per nascondere il fa o che stava
sorridendo - perché sicuramente Sirius non avrebbe mai avuto una
ragazza con quell’a eggiamento. “Allora,” disse James, ora che le
ragazze erano passate ed erano quasi alla Sala Grande, “Ti sembra una
buona idea? Grande festa, tanto rumore, tanto alcol, tante ragazze? “
“Oh, sì, suona alla grande!” Remus rispose, a malincuore.
“Aww, so che sei mido, Moony, ma giuro, piaci ad un sacco di ragazze.
Hai solo bisogno di sapere come parlarci.”
Remus pensava che fosse un po’ ridicolo, sen rselo dire da James ‘oi,
Evans!’ Po er, ma non disse nulla.
“Comunque,” con nuò James, sorridendo mentre entravano nella sala.
“Puoi essere il JD, conosci tu a la musica.” “Il DJ,” lo corresse Remus.
“È uguale. Va bene, Wormtail?” James diede una gomitata a Peter, che
era seduto con la sua ragazza al tavolo di Corvonero. Si accigliò verso
James,
“Perché hai iniziato a chiamarlo così?? È un pessimo soprannome!”
“Nah,” Remus sorrise, “Gli si addice.”
Peter fece sca are due dita a entrambi e tornò al pranzo. Stavano tu
cercando dei soprannomi, in parte perché volevano finire la mappa
entro Natale e avevano bisogno degli alias, in parte perché a James e
Sirius piaceva l’idea di avere nomi in codice. Avevano deciso di non
chiamarsi mai due volte con lo stesso soprannome, ma dopo che
‘squeaker’, ‘baffi’, ‘crosta’ e ‘mas catore di formaggio’ erano sta
testa , ‘Wormtail’ finì per diventare quello di Peter.
Remus amava ogni minuto - ora sapevano come si sen va. Anche se
doveva amme erlo, si era affezionato a ‘Moony’.
Si sede ero al tavolo di Grifondoro. Sirius e Mary erano già lì,
chiacchierando animatamente.
“Fido.” annuì James, mentre si sedeva.
“Rudolph.” Sirius rispose, con un iden co cenno del capo.
“Dove siete sta voi due?” Mary chiese: “Non avevate un’ora livera?”
“Biblioteca.” Disse Remus, allungando la mano verso il mestolo,
alzandosi per sollevare il coperchio della zuppiera fumante tra di loro.
Pomodoro - il suo preferito. “Vi state comportando come se non
avessimo i GUFO tra poco.”
“Ripasserò a Natale”, Mary alzò le spalle, “non sono così agitata. Sono
più nervosa per i colloqui di lavoro.”
“Colloqui di lavoro?” Remus si sede e, allarmato.
“Lily mi stava dicendo”, spiegò Mary, “Dopo i GUFO dobbiamo andare a
un incontro con la McGrani su cosa fare dopo la fine della scuola. Non
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ho idea di cosa dirò: se questa guerra con nua, non sarò nemmeno in
grado di trovare un lavoro come nata babbana.”
“Lo farai,” disse James ferocemente, “Vinceremo.”
“Be’, anche così”, Mary alzò le spalle, “non so cosa voglio fare quando
ce ne andremo. L’unico lavoro da mago di cui so qualcosa è
l’insegnante, e sicuramente non voglio farlo.”
Un gufo apparve da qualche parte sopra di loro, a errando accanto al
pia o di Sirius. Alzò gli occhi al cielo: era un gufo della famiglia Black.
“Almeno non è una strille era.” Disse James, allegramente, imburrando
il suo panino. Sirius strappò la busta bianca e Remus guardò i suoi occhi
azzurri guizzare sul testo. Si alzò, guardando il tavolo dei Serpeverde.
Anche Mary, Remus e James si voltarono a guardare. Regulus stava
guardando suo fratello. Sirius lo guardò negli occhi, alzò la le era e la
bacche a e disse: “Incendio. “
Mary urlò mentre il pezzo di pergamena prendeva fuoco tra le dita di
Sirius.
Sirius tornò a sedersi, soddisfa o.
“Bru e no zie, allora?” Chiese James, tornando al suo pranzo.
“Un invito a trascorrere il mio compleanno con il mio caro
fratello.” “Beh. È così terribile?” James chiese.
“Sì.” Disse Remus, severamente. Non aveva dimen cato i feroci tagli
sulla parte posteriore delle gambe di Sirius.
“Perché lo hai fa o?” Una voce dietro di loro parlò.
Regulus aveva effe vamente lasciato il tavolo Serpeverde per
affrontare suo fratello. Sirius lo ignorò, con nuando invece a mangiare
il suo cibo. “Sirius.” Regulus disse, questa volta più forte: “Perché hai
bruciato quella le era?”
“Dai, Mary,” disse Sirius, alzandosi di nuovo, evitando accuratamente il
conta o visivo, “Andiamo, abbiamo Incantesimi dopo, vero?”
“Non era da mamma”, disse Regulus, gli occhi troppo luminosi e le
guance innaturalmente rosa, “L’ho scri a io, volevo veder .”
Ma Sirius non ne voleva sapere, ed era già scappato via dal tavolo, Mary
so o braccio.
“Posso parlargli, se vuoi?” James si rivolse a Regulus.
Il fratello minore Black sba é le palpebre un paio di volte, poi lanciò
un’occhiataccia a James. Remus poteva vedere le sue lunghe ciglia
scin llare di lacrime di rabbia.
“Vaffanculo, Po er, nessuno te l’ha chiesto. Se è felice con la sua
ragazza mezzosangue, allora va bene. Non mi interessa!”

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E con questo, Regulus tornò dai suoi amici dall’altra parte del corridoio.
James sospirò, pesantemente, giocando con la sua zuppa.
“Sono tu così dannatamente dramma ci, ques Black.”

Giovedì 30 o obre 1975


Il compleanno di Sirius cadeva purtroppo un lunedì di quell’anno, così
decisero di tenere la festa il sabato che lo precedeva. Non molto tempo
dopo la seconda luna piena dei Malandrini trascorsa insieme nella
Stamberga Strillante, che era stata un successo come l’ul ma, se non di
più, perché erano tu molto più prepara .
Remus era riuscito a procurarsi due bo glie di Whisky Incendiario da
un se mo anno che una volta aveva comprato delle sigare e da lui -
James pagò, ovviamente. Il resto dei Grifondoro era piu osto abituato
alle feste dei Malandrini ora, e quelli che non erano interessa erano
arma di incantesimi di silenzio per i loro dormitori. Lily non pensava
che questo fosse ragionevole.
“Davvero, Remus, non possiamo disturbare l’intera casa solo perché è il
compleanno di Sirius!”
“Perché no?” Remus sbadigliò. Era tardi e stavano di nuovo
pa ugliando il quarto piano. “L’abbiamo fa o l’anno scorso. E l’anno
prima.”
“L’anno scorso ha coinciso con una vi oria di Quidditch.” Lily disse:
“Quella era una festa per tu a la casa.”
“Beh, anche questa.”
“No, questa è una celebrazione di Sirius.”
“Si. Tu amano Sirius.”
“Hmph.”
Era vero - Lily era potenzialmente l’unica Grifondoro che non trovava
almeno James e Sirius diverten . Tu gli altri adoravano l’idea di una
festa. “Dovres impedirla.” lei disse.
“Perché io?!”
“Perché sei un Prefe o, Remus. Perché pensi che abbiano dato quel
dis n vo?”
“Credimi, non ne ho idea.” Sbadigliò di nuovo. I suoi occhi bruciavano
per la stanchezza, “Abbiamo fa o abbastanza?” Si lamentò: “Non vedo
studen da un bel po’.”

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“Oh, suppongo che tu abbia ragione,” disse Lily, cogliendo il suo
sbadiglio. “Controllerò solo il bagno delle ragazze qui, poi torniamo
indietro.”
“Mmh.” Remus si appoggiò al muro e aspe ò che Lily entrasse per
indagare. Chiaramente le piaceva essere un Prefe o tanto quanto
James amava essere il capitano del Quidditch.
Remus sicuramente non si stava godendo la responsabilità. Come se
non avesse avuto abbastanza da fare, con i GUFO all’orizzonte, per non
parlare delle lune piene, una guerra e il tenersi in guardia per i vari
a acchi di Serpeverde. A proposito.
“Bighellonare fuori dai bagni delle ragazze?” Una voce strisciò da dietro
di lui. Remus si voltò e vide Piton che stava girando l’angolo. “Speri che
Mir lla
Malcontenta esca con te se lo chiedi gen lmente?”
Remus geme e e alzò gli occhi al cielo,
“Oh va ene, va bene. Questa volta darò davvero una punizione; c’è il
coprifuoco.”
“Provaci.” Severus strinse gli occhi.
“Torna al tuo dormitorio.”
“Costringimi.”
Remus aveva fa o del suo meglio per tenere so o controllo il suo
temperamento quest’anno - e se l’era cavata abbastanza bene, a parte
quel piccolo alterco con Regulus. Ma Piton sembrava molto desideroso
di fare di sé stesso un’eccezione. Sin dal loro incontro a Hogsmeade,
Remus aveva notato che lo studente Serpeverde lo osservava; appariva
da dietro gli angoli o lo seguiva nelle aule. Questa era l’ul ma di una
serie di recen aggua , e i nervi di Remus si stavano esaurendo.
Fortunatamente per Severus, in quel preciso momento Lily completò la
sua ispezione ed uscì dai bagni.
“Sev!” Disse, suonando per metà sorpresa e per metà preoccupata. I
suoi occhi lampeggiarono tra Piton e Remus, “Cosa sta succedendo?”
“Stavo solo dicendo a Mocciosus che sta per o enere una punizione
per essere fuori dopo il coprifuoco...” disse Remus, compiaciuto. Sapeva
che Lily era una delle poche persone a cui Piton tenesse, e che l’ul ma
cosa che voleva era perdere la faccia di fronte a lei.
“Non chiamarlo così!” Lei aggro ò la fronte. “Dovres davvero essere
nella tua Sala Comune a quest’ora della no e.” disse Lily a Severus, in
tono di rimprovero.

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“Volevo assicurarmi che stessi bene,” disse Severus, dolcemente, “Non
è sicuro vagare per il castello con i delinquen .” “Stai a ento, Piton,”
Remus rò fuori la sua bacche a.
“A cosa, amante dei babbani?”
“Sei un viscido, sporco ...”
“Sme etela, entrambi!” Lily gridò, rando fuori la sua stessa bacche a;
“O vi trasformerò entrambi in topi e potrete correre il rischio di farvi
trovare da
Mrs Purr!”
Entrambi la fissarono, esterrefa .
“Bene”, disse, rando su le spalle. “Ora, Severus, torna nei so erranei.
Remus, stai zi o e vieni con me.”
De o questo, si precipitò via, le trecce che le rimbalzavano dietro come
due fruste di rame.
Remus dove e camminare molto velocemente per raggiungerla, e stava
ansimando quando raggiunsero la cima della seconda scala.
“Non ho iniziato, sai.” le disse, “Il vecchio Mocciosus mi ha seguito tu o
l’anno, il viscido.”
“Non voglio sen rlo!” Lei sbo ò: “Non mi interessa nemmeno più chi
ha iniziato, voi o lui, penso che siate tu orribili bulli.”
“Lily!”
“Dico sul serio, Remus, maledirò!”
Ragazze. Remus pensò, scontroso, mentre la lasciava andare avan ,
massaggiandosi il povero fianco. Pazze. Tu e.

Well you can bump and grind


If it’s good for your mind
You can twist and shout
Let it all hang out
But you won’t fool the children of the revolu on...

Sabato 1° novembre 1975

I Serpeverde avranno tu una carriera di alto profilo davan a loro. I


Corvonero probabilmente hanno le teste migliori. E se volevi che

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qualcosa fosse fa o bene, allora potevi contare su un Tassorosso. Ma la
Torre di Grifondoro sa organizzare una festa dannatamente fantas ca.
Si era sparsa la voce e un flusso costante di studen di Tassorosso e
Corvonero si stava intrufolando a raverso il buco del ritra o - che
avrebbe dovuto essere presidiato da Peter, che si era ubriacato molto
rapidamente ed era apparentemente estremamente ospitale dopo
alcuni bicchieri di Whisky Incendiario. Alle dieci la Sala Comune era
ansimante, inondata di rosso e oro abbagliante, piena di chiacchiere,
risate e musica.
Remus aveva iniziato a occuparsi del giradischi e aveva implementato
un sistema, basato sul modo in cui un jukebox babbano funzionava
usando una semplice combinazione di incantesimi
levitazione/locomotore. Tu avia, le cose gli erano rapidamente sfuggite
di mano e alla fine aveva abbandonato il suo incarico per diver rsi.
Sirius, che ormai stava bevendo il terzo o quarto whisky, si stava
divertendo come non mai; al centro dell’a enzione e circondato da
ragazze.
Le ragazze di Grifondoro avevano le o una copia di Marie Claire per
tu o il pomeriggio, e Remus notò che erano tu e ves te in modo
molto diverso per la festa di quest’anno - le loro gonne erano diventate
più corte, i colori meno conservatori e il trucco era su un altro pianeta.
Mary aveva eseguito un incantesimo sulle sue ciglia che le rendeva
lunghe e spesse, come ali di pipistrello. Sembrava assolutamente
sbalordi va con una minigonna blu e una camice a bianca con maniche
lunghe a campana, tagliata bassa per accentuare quelle che Sirius
chiamava ‘le migliori te e dell’anno’. Anche Marlene era molto
sorprendente, i suoi capelli biondi pe na per una volta, piu osto che
nella sua solita pra ca coda di cavallo, con pantaloni bianchi e un top
flu uante con stampa cachemire. E anche dopo lo sfogo dell’altra sera,
Lily stava sorridendo e chiacchierando con tu gli altri, indossando un
ves to all’uncine o verde smeraldo.
“Penso che stasera potrebbe essere la no e, sai.” biascicò James,
crollando sul sedile accanto a Remus come un sacco di patate.
“O si?” Remus rifle é in tono di conversazione, “E cosa te lo fa pensare,
Pancer?” (Stavano finendo le renne di Babbo Natale; alla fine avrebbero
dovuto accontentarsi di una).
“Guardala!” James sgorgò: “Sta ovviamente cercando di a rare la mia
a enzione.” “Come?”
“Guardala!”
“Oh sì,” Remus accarezzò il ginocchio del suo amico con indulgenza, “Sì,
lo vedo decisamente. È pazza di te, amico. “
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“Ho solo bisogno di capire come impressionarla ...” James bevve il resto
del suo whisky. Remus non sapeva quan ne avesse bevu - ma non era
il suo lavoro fare da babysi er a nessuno.
“Potres provare a parlarle di Incantesimi.” suggerì Remus, “Stavi
lo ando con quell’incantesimo di bandimento la scorsa se mana, e lei
ci è riuscita al primo tenta vo.”
James lo guardò come se fosse pazzo.
“No, troverò qualcosa. Qualcosa che la stupisca davvero.”
Si alzò e si allontanò prima che Remus potesse provare a dirgli che Lily
Evans probabilmente non voleva essere ‘stupita’. E comunque, in quel
momento fu distra o da Sirius, che aveva iniziato a ballare con Mary
alle ba ute finali della canzone dei T-Rex a tu o volume. Sirius
scherzava spesso sul fa o che l’unico po di ballo che conosceva era il
ballo da sala - ma questa era la prova che era stata una bugia. Remus
distolse velocemente lo sguardo, arrossendo.
“Bevi Remus?” Marlene ora a errò accanto a lui, prendendo il posto di
James. Stringeva una bo glia di qualcosa di verdastro.
“Che diavolo è quello?”
“Witches Brew”, sorrise, versandola nella sua tazza. Sorseggiò il liquido
verde fluorescente: era molto dolce, con un leggero sapore di mela.
Decisamente alcolico.
“Questo mi farà stare male” sorrise.
“Ugh, guardalo,” sospirò Marlene, guardando Sirius ballare,
“Potrebbero essere più stre quei jeans?!”
Remus borbo ò qualcosa nella sua tazza, prendendo un altro sorso.
“Uscirà sicuramente di nuovo con lui” disse Marlene, “Mary o ene
sempre ciò che vuole.”
“Pensavo piacesse James?”
“Mm, beh, sono entrambi bellissimi, ad essere ones . Oscillo avan e
indietro. Ma Po er è così pazzo per Lily che a malapena sembra valerne
la pena. Inoltre, faccio parte della squadra di Quidditch, no? Non se ne
finirebbe di parlare sé stessi con il capitano. “ “Ci sono altri ragazzi,”
disse Remus.
“Non come Sirius.” Appoggiò la testa sulla sua spalla, stupidamente.
Finì il suo drink in una volta sola e le permise di versargliene dell’altro.
Stava prendendo gusto, qualunque cosa fosse - Remus aveva sempre
amato le cose dolci. La canzone dei T-Rex finalmente finì e l’album
successivo uscì dalla manica e svolazzò sul giradischi.

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Wishin’ and hopin’ and thinkin’ and prayin’
Plannin’ and dreamin’ each night of his
charms...
That won’t get you into his arms...

“Oh dio.” geme e Remus, “Chi ha messo Dusty Springfield nel


mucchio?!” “Io amo questa canzone!” Marlene si mise a sedere,
sorridendo.
Abbastanza sicuramente, il disco pop ebbe un effe o sorprendente su
tu e le altre ragazze alla festa, poiché tu e iniziarono a ballare al ritmo,
cantando ad alta voce. Remus pensò di prendersi quel momento per
andare di sopra e
fumarsi una sigare a, ma Marlene lo sollevò in piedi,
“Dai, tesoro, balliamo”, gli ge ò le braccia al collo, “farò finta che tu sia
un estraneo alto e bello, e tu puoi fingere che io sia Raquel Welch o
qualcosa del genere.”

Show him that you care just for him


Do the things he likes to do
Wear your hair just for him, ‘cause
You won’t get him
Thinkin’ and a-prayin’, wishin’ and a-hopin’...

Remus era instabile in piedi nel migliore dei casi, ma dopo aver
mescolato drink per tu a la sera, e con Marlene che gli pendeva di
dosso, ridacchiando e facendolo dondolare, stringerla era tu o ciò che
poteva fare per tenersi in piedi.
“Sì, Moony!” Sirius si affollò, mentre lui e Mary si avvicinavano a loro,
“Non sapevo che ballassi!”
“Oh sì, sono il prossimo Fred Astaire.” Remus alzò un sopracciglio
ironico, tenendo la mano di Marlene sopra la sua testa mentre si girava,
poi lo ò per ritrovare l’equilibrio.
“Siete una coppia così dolce,” disse Mary, chinandosi verso Sirius.
Remus scosse la testa, sbuffando dalle risate.

So if you’re thinkin’ of how great true love is


All you go a do is hold him and kiss him and squeeze him and love
him...
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“Oi, Evans!” James riemerse, apparentemente pronto a me ere in a o
il suo piano. L’intera stanza si voltò a guardarlo, in piedi in cima a uno
dei tavoli della sala con la scopa tenuta in alto.
“Oh no...” sussurrò Remus.
“Oh si!” Sirius applaudì.
“POTTER!” Lily gridò; “Scendi giù da lì, farai male!”
“Guarda!” James gridò, allegramente, ele rizzato dall’a enzione. Saltò
sulla sua scopa e si librò verso l’alto a una velocità sorprendente.
“Non è mai caduto prima”, disse Marlene, incerta, mentre James
iniziava il primo di una serie di giri e tuffi, ciascuno più traballante
dell’ul mo.
“Ma è mai stato ubriaco prima d’ora?” Riba é Mary.
“Sta bene!” Sirius rise.
Guardarono tu mentre James volava intorno alle travi, sempre più
velocemente, finché il collo di Remus non fece male e rischiò di
bloccarsi.
Evidentemente, anche Lily ne aveva avuto abbastanza.
“Petrificus Totalus!” Ordinò, puntando la bacche a contro James. Si
fermò immediatamente, congelando a mezz’aria, ma Lily era
incredibilmente abile e passò senza ba ere ciglio a un incantesimo di
levitazione, abbassandolo lentamente a terra. Lo depose sul tappeto e
gli si fermò sopra, le mani sui fianchi.
Sba é le palpebre, incapace di parlare, ma pieno di pura adorazione.
“Idiota.” Lei disse. “Dieci pun da Grifondoro e una se mana di
punizione!” E con questo, lo lasciò sul tappeto e tornò dai suoi amici.
Remus lo aiutò a rialzarsi, porgendogli un altro whisky. La musica
adesso era rallentata, sembrava i Fairport Conven on.
“Che sfortuna, amico”, disse, cercando di sembrare comprensivo. “Cosa
intendi?” James sorrise di rimando, leggermente stordito, “Non hai
visto come mi guardava?”
“Ehm ... sì ...”
“L’ho colpita.” Mormorò, barcollando leggermente all’indietro, finché
Remus non lo guidò su una poltrona. “Totalmente colpita.”
“Bevi il tuo drink, James.”
“Grazie Moony, sei il migliore.”
“Mmm,” rispose Remus, guardando Mary avvolgere le braccia intorno
al collo di Sirius e appoggiare la testa contro il suo pe o mentre
ballavano lentamente. “Sono il migliore.”
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Luna gelosa  
Giovedì 18 dicembre 1975
“Vorrei quel saggio entro gennaio ... sì, signor Minus, questo è in
aggiunta a quello sulle insidie della maledizione Gemino.” La McGrani
fece un so le sorriso tu ’altro che simpa co.
Peter aveva un’aria terribile, ma l’intera classe l’aveva. Il loro carico di
lavoro era cresciuto così enormemente nel periodo precedente il Natale
che Sirius aveva dovuto eseguire un incantesimo di rimpicciolimento sui
suoi libri, appun e carte solo per farli stare tu so o il suo le o.
Remus sen va che questa era solo una soluzione a breve termine - se
Sirius avesse tolto tu o e l’avesse organizzato una volta per tu e, non
avrebbe avuto problemi a sistemare tu o ordinatamente sugli scaffali
assegna . Remus, che non aveva mai veramente posseduto abbastanza
cose da incasinarle, odiava il disordine. Alcune no pensava che lo
stato del le o di Sirius fosse ancora più fas dioso del ragazzo che ci
dormiva.
Marlene era par colarmente angosciata mentre lasciavano l’aula per
Pozioni.
“Non riesco a capire la parte di duplicazione, è così confusa!”
“C’è un modo semplice per o enere la pronuncia corre a.” disse
Remus, lo ando di nuovo con la sua borsa pesante. Le sue spalle erano
molto doloran questa se mana che si avvicinava alla luna. “Posso
mostrartelo prima di par re per Natale, se vuoi.”
“Oh si per favore!” Marlene annuì con gra tudine; “Rendi tu o facile
da capire. Stasera?”
“No, non posso stasera”, disse, senza problemi, “Venerdì?”
“Oh, okay ... dovrò fare tu e le mie valigie stasera però. Ho ancora
regali da incartare per mamma e Danny. “
Quest’anno, Remus aveva confezionato ordinatamente tu i suoi regali
di Natale nel momento in cui li aveva compra , troppo eccitato per
aspe are. Ora non vedeva l’ora di passare due se mane ininterro e
dai Po er con Peter e James.
Sirius era stato convocato a casa con una strille era all’inizio del
semestre. Remus era comba uto a riguardo; ovviamente era
profondamente preoccupato per il suo amico, che sicuramente non si
sarebbe diver to molto. Ma d’altra parte, due se mane senza che

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Sirius occupasse tu a l’aria della stanza sarebbero sta un gradito
sollievo per Remus, la cui forza di volontà stava iniziando a venir meno.
Per esempio, proprio ora, mentre stava fuori dall’ingresso dei
so erranei a chiacchierare con Marlene, ci voleva ogni grammo della
sua energia per non fissarla dire amente sopra la spalla, dove Mary e
Sirius erano stre in un abbraccio molto appassionato, che era al
limite. Osceno.
Erano sta così dal compleanno di Sirius; ogni momento in reciproca
compagnia sembrava essere trascorso a lo are con la lingua - con
grande disgusto di James.
“Evans, non puoi fermarli?” Chiese, appoggiandosi al muro. “Rivoglio il
mio amico.”
“Non c’è niente nelle regole sulle manifestazioni di affe o, Po er,” disse
Lily, facendo una smorfia, “Non credi che abbia controllato?”
Fortunatamente, in quel momento Lumacorno aprì la porta della sua
classe e Remus si precipitò dentro. Lui e Lily condividevano una
scrivania nella parte anteriore della stanza, quindi almeno non doveva
vedere Sirius e Mary che si guardavano l’un l’altro per tu a la lezione.
L’unica grazia salvifica era che almeno Sirius non parlava di lei quando
lei non era lì - come faceva Peter con Desdemona, o James con Lily.
Remus aveva cominciato ad aspe are con ansia le no tarde nella loro
stanza del dormitorio, quando poteva fingere che nulla fosse cambiato.
Pozioni era noiosa, come al solito. Remus aveva in programma di
abbandonare l’argomento il prima possibile dopo che fossero fini i
GUFO - sarebbe passato per il ro o della cuffia, se non per niente, e
solo grazie a Lily.
Lumacorno diede loro ancora un altro incarico previsto per gennaio. “Di
questo passo scriverò saggi durante la cena di Natale,” sospirò Lily
mentre me evano via le loro cose. “Non vedo l’ora che finiscano i
GUFO, vero?” “Immagino che dovremo solo iniziare a lavorare sui
NEWT una volta che saranno fini ,” rispose Remus pessimis camente.
“E Dirk Cresswell mi ha de o che non avremo i nostri risulta GUFO
fino alla fine dell’estate.” “Che cosa?! Oh no, rovinerà le mie vacanze.
Papà vuole portarci tu in Cornovaglia con la roulo e e non vedevo
l’ora.” Remus annuì, gravemente.
Anche se non era ancora Natale, non vedeva l’ora arrivassero le vacanze
es ve. Due lunghi, caldi e semplici mesi con Grant suonarono come una
gioia assoluta. Aveva scri o a Grant un biglie o di auguri di Natale, ma
non aveva deciso se inviarlo o meno. Non c’era niente di interessante
scri o - solo un normale saluto fes vo - ma era mido. Grant avrebbe

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pensato che fosse stupido. Remus lo portava in giro nella sua borsa dei
libri da una se mana.
“Allora, cosa fai stasera?” Chiese Lily, mentre lasciavano l’aula dire a
pranzo.
“Mmh? Niente.”
“Ti ho sen to dire a Marlene che eri occupato, e stasera non siamo in
turno di pa uglia ...”
“Oh, ehm ... è qualcos’altro. Punizione.”
“Remus, non hai avuto nessuna punizione quest’anno,” Lily rise, “Dai,
che c’è? Uno scherzo? Un affare segreto?”
Remus fece un sorriso misterioso, che sperava assomigliasse a quello di
James e Sirius-
“Non farmi domande e non dirò bugie.”
“Cerca solo di non infrangere nessuna legge,” rispose lei sorridendo,
dandogli una gomitata dolcemente.
Remus fece un balzo, come se non ci avesse mai pensato. In realtà,
erano James, Sirius e Peter a infrangere la legge. Lui era solo un
innocente spe atore lupo mannaro.
“Evans, Moony.” James li raggiunse mentre raggiungevano la Sala
Grande. “Posso unirmi a voi a pranzo, dato che siete le uniche due
persone nella mia vita che a ualmente non si stanno sbaciucchiando?”
“Oi, cosa sono io, invisibile?” Marlene gli diede una gomitata mentre si
sedevano.
“Le mie scuse, McKinnon,” James si inchinò gen lmente, “ ringrazio
per aver mantenuto il tuo decoro. A differenza di alcuni che potrei
menzionare.” Appallo olò il tovagliolo e lo lanciò alla testa di Sirius.
“Piccioncini! Prendetevi una dannata stanza, s amo cercando di
mangiare!” Non ebbe effe o.
“È piu osto coraggioso da parte sua, baciarlo per tu o il castello in
quel modo.” Marlene rifle é; “O coraggioso da parte sua, non ne sono
sicura. In ogni caso, un purosangue e una nata babbana, che ostentano
la loro relazione
... “
“Cosa dovrebbe significare?” Lily disse, irta come un ga o arrabbiato,
“Mary è rispe abile esa amente quanto Sirius Black. Lo stato del
sangue non ha nulla a che fare con questo.”
“Beh, ovviamente lo so.” Marlene disse, sulla difensiva: “Ma ... beh,
guarda da sola.” Lanciò un’occhiata al tavolo dei Serpeverde.
Un certo numero di Serpeverde, tra cui Regulus, stava osservando
l’eccessiva dimostrazione di affe o che si svolgeva al tavolo di
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Grifondoro. Da babbana, Mary era stata un obie vo per la maggior
parte della sua carriera scolas ca, ma era chiaro che il dissenso era
aumentato da quando aveva iniziato a uscire con l’erede di una delle
più an che famiglie di purosangue in Gran Bretagna.
Era profondamente snervante, il modo in cui li stavano tu fissando;
occhi stre e pugni chiusi. Tu tranne Piton - che stava guardando
Remus. “Maledizione.” Mormorò James. “Una massa di stramboidi.”
“Sono preoccupata per lei.” Marlene si morse il labbro. “Se viene messa
alle stre e nei corridoi e Sirius non è lì ...”
“Ci occuperemo di lei.” Disse James, galante. Guardò Remus e Lily,
“Giusto?” “Certo,” Remus annuì subito.
“Ehm ... sì,” disse Lily, più lentamente. Aveva un’espressione buffa sul
viso, quando James a rò la sua a enzione. Come se avesse visto
qualcosa che la sorprese. “Ovviamente. Abbiamo tu a cuore Mary,
non perme eremo che le accada nulla “.

“È in ritardo.” Remus borbo ò, avvolgendo le braccia intorno a sé e


camminando avan e indietro. “È uscito a sbaciucchiare MacDonald,
non verrà.”
“Arriverà, Moony, dagli un minuto.”
“Non ho un minuto!” Remus sca ò. I suoi nervi erano irrita , non aveva
la pazienza di essere educato. “Ora devo andare da Madama Chips.”
“Okay, va bene, veniamo con te”, disse James, “Se Black non si fa
vedere, allora io e Pete verremo da soli. Funzionerà comunque, sono
abbastanza grande da controllar .”
A Remus non piaceva l’idea, ma era di pessimo umore. Stava per
precipitarsi fuori dalla stanza quando la porta si aprì, colpendolo quasi
in faccia, “Ops, scusa il ritardo!” Disse Sirius. I suoi capelli erano fuori
posto e le sue guance erano rosee. Remus lo guardò con disgusto,
“Devo andare.” Disse, a den stre .
“Sì, lo so, mi dispiace davvero, Moony.” Sirius provò un sorriso
affascinante. “È che ero con Mary e ...”
“Non ho tempo per questo!” Remus se ne andò subito, marciando giù
per le scale. In qualsiasi momento del mese - in qualsiasi momento, a
parte la luna piena - e Remus poteva riuscire a con nuare a far girare i
pia ; il suo desiderio per Sirius, la sua gelosia per Mary, la sua
solitudine e il fa o che non poteva parlare con nessuno. Solo ora era
tu o un po’ troppo.
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Parlò a malapena con Madama Chips per tu o il tragi o fino alla
baracca, e una volta che furono a metà strada si rese conto che poteva
sen re l’odore dei suoi amici - tu e tre - che li seguivano so o il
mantello dell’invisibilità. Sforzandosi di scrollarsi di dosso la sua rabbia
e apparire calmo, concentrò nuovamente i suoi pensieri sul Natale con i
Po er; il profumo di chiodi di garofano e arancia, il denso e succoso
ribes nella torta alla fru a della signora Po er, la glassa bianca
vellutata, il calore del camino. Si sen va molto meglio, quando Madama
Chips lo rinchiuse.
“Mi dispiace davvero, Moony,” disse una voce, pochi istan prima che
Sirius, James e Peter apparissero come dal nulla. Sirius si fece avan
colpevole, “Non lo farò più.”
“Va tu o bene,” Remus scrollò le spalle, sentendo il clic nelle sue
ar colazioni mentre lo faceva. “Ce l’hai fa a in tempo. È tu o okay.” “Vi
dirò una cosa,” Sirius sorrise a tu loro, “Limonare è davvero una
droga, una volta che ci prendi la mano.”
James e Peter risero. Remus sorrise il più educatamente possibile.
Desiderava disperatamente poter dire loro tu a la verità - che non era il
ragazzo moralista e inesperto che pensavano fosse; che in realtà sapeva
esa amente quanto fosse divertente essere baciato per ore -
l’impossibile in mità di avere qualcuno a cui aggrapparsi. Inoltre,
sapeva come ci si sen va quando non c’era più.
“Dove pensa che tu sia adesso?” James chiese a Sirius,
“Punizione, ovviamente. Devo mantenere la mia reputazione da ca vo
ragazzo.”
“Certo che devi, Snuffles.”
“Oh, vaffanculo, Buckeroo.”
Remus chiuse gli occhi mentre il dolore gli a raversava il corpo. Si
morse il labbro e rotolò sul le o,
“Meglio trasformarsi”, disse ai suoi amici, “Ci vediamo tra un po’.”

Venerdì 19 dicembre 1975


“Maledizione, Moony, non sono davvero un fan di quel pezzo.” Sirius
disse piano, guidando Remus nel suo le o.
“Mmh, non è nemmeno la mia parte preferita.” Remus rispose,
trasalendo contro la luce del ma no. “Mi dispiace, deve essere una
schifezza da guardare.”

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Si era lussato di nuovo una spalla. Cosa sarebbe successo quando
avrebbe finito la scuola e Madama Chips non avrebbe più potuto
sistemarlo? Sarebbe dovuto andare in ospedale? C’erano ospedali per
maghi?
“È andata bene però,” disse James, da qualche altra parte nella stanza,
“Ti fidi di noi sempre di più.”
“Sì,” concordò Sirius, “Penso che dopo il nuovo anno potremmo provare
a lasciare questo posto ...”
“Che cosa?”
“Possiamo iniziare ad esplorare; ci sono acri e acri di foresta da
esplorare, Moony. Te lo meri .”
“Mmh.” Remus non poteva pensare chiaramente, era troppo stanco,
troppo dolorante.
“Ci vediamo dopo,” sussurrò James, proprio mentre Remus si
addormentava.
Quando si svegliò, era già in un le o d’ospedale, aveva un braccio
rammendato e si sen va in forma come un pesce. Inoltre, era l’ul mo
giorno del semestre e l’indomani sarebbe stato a bordo dell’Espresso
per Hogwarts per tornare a Londra, poi dai Po er. Sorrise tra sè e sè.
Non ricordava di essere stato così felice da molto tempo. Quando si era
mai svegliato da una luna piena senza una nuova cicatrice? Quando mai
aveva avuto un Natale da a endere con ansia con una famiglia
amorevole? Potrebbe persino provare la vecchia scopa di James, se
qualcuno lo avesse corro o con un po’ di cioccolato.
“Buon pomeriggio, Signor Lupin”, gridò Madama Chips. Doveva avere
una specie di sesto senso; sapeva sempre quando era sveglio.
“Buon pomeriggio,” disse di rimando, con un lieve gracchiato. Lui e
Sirius avevano ululato insieme, ricordò. Era stata una cosa adorabile,
come cantare. “Un’altra no e molto buona!” La strega si avvicinò al
suo le o; “Ti vado a prendere il pranzo, ma poi sei libero di andare.
Buon Natale, mio caro.” “Buon Natale,” le sorrise. Avrebbe lasciato il
suo regalo sul le o; era troppo mido per consegnarlo di persona.

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Era il giorno prima di 
Natale  
Sabato 20 dicembre 1975
“Vi maledirò le eralmente entrambi con un incantesimo che blocca le
labbra se avete intenzione di farlo fino a Londra.” Disse Lily, alzando la
bacche a verso Sirius e Mary. La sua espressione impassibile era molto
difficile da leggere e la coppia si districò rapidamente. Mary rò fuori la
lingua, sfacciatamente.
“Anche tu, Wormy!” James alzò la sua bacche a, sorridendo a Lily come
un pazzo.
Anche Peter e Desdemona si separarono, sorridendo midamente.
La carrozza era estremamente angusta. Remus era schiacciato contro la
finestra accanto a James, con Sirius e Mary vicino alla porta. Sulla fila di
sedili opposta, Lily e Marlene erano stre e accanto a Peter e
Desdemona. “Ci s amo solo salutando,” sorrise Mary, appoggiando la
testa sulla spalla di Sirius.
“Sono solo due se mane e potete scrivervi.” Lily rispose,
elegantemente. “Ehm ... in realtà, meglio che nessuno di voi mi scriva.”
Disse Sirius. “Non è probabile che riceva le le ere comunque, e a meno
che non vogliate che la mia cara madre le legga ...”
“Hai lo specchio, però?” James disse, seriamente; “Puoi ancora me er
in conta o con noi, se necessario?”
“Sì, certo.” Sirius gli sorrise, rassicurante, accarezzandogli la tasca della
giacca.
Remus guardò fuori dalla finestra, premendo la fronte sul vetro freddo.
Il treno si mosse lentamente verso Londra. Oltrepassarono la cabina
telefonica che aveva usato per chiamare Grant e si sen in colpa per
non aver più chiamato da allora. Alla fine era stato così impegnato con
tu o il resto che non aveva nemmeno inviato la cartolina di Natale.
Grant avrebbe dovuto studiare alla scuola secondaria locale, ma a sedici
anni poteva andarsene quando voleva. Remus aveva cercato di
convincerlo durante l’estate a finire il suo CSE, magari anche a prendere
un GCE se poteva, ma Grant aveva riso di lui, come se l’educazione
fosse una delle peculiari eccentricità di Remus.

63
La Dire rice di solito faceva apprendistato ai ragazzi di St Edmund che
mostravano a tudine al lavoro manuale, ma Remus non riusciva a
ricordare che Grant avesse mai menzionato le cose in cui era bravo -
solo le cose in cui faceva schifo come matema ca e inglese. E Remus
non poteva dire molto a Grant di nessuna delle sue migliori materie. I
ragazzi che non o enevano l’apprendistato dovevano trovare la propria
strada, una volta compiu i dicio o anni. Remus non era sicuro ...
“Oi, Moony, sveglia sveglia!” Sirius abbaiò, strappando Remus dal suo
sogno ad occhi aper , “Il carrello è qui, non vuoi saltare il pranzo,
vero?” “Oh, grazie,” Remus si voltò di nuovo nella rumorosa, calda
carrozza, dove James stava comprando almeno dodici pas ccini oltre a
tu i dolci che poteva.
“Non riusciremo mai a mangiare tu o!” Lo rimproverò Lily, sorridendo
leggermente.
“Chiaramente non hai mai visto Moony mangiare”, fece l’occhiolino.
“Oooh, vorrei avere il tuo metabolismo, Remus!” Disse Desdemona.
“Mia madre mi dice sempre che dovrei iniziare una dieta.”
“Non c’è niente di sbagliato nell’avere le curve”, disse Mary, prendendo
un enorme morso dal suo pas ccio. “Da ai ragazzi qualcosa a cui
aggrapparsi!” Le ragazze risero tu e, anche Lily, che stava arrossendo
violentemente. Remus desiderava che il viaggio finisse presto.
Ovviamente, mentre il treno entrava a King’s Cross, sen un’orribile
torsione nelle viscere mentre Sirius si zi va, il suo viso pallido e
schiacciato. Le ragazze e Peter si affre arono a raccogliere le loro cose,
ansiosi di incontrare le loro famiglie sulla pia aforma. Remus e James
furono deliberatamente len , aspe ando che Mary avesse finalmente
lasciato la carrozza, poi aiutarono Sirius con le sue valigie.
“Fai il check-in ogni sera, si?” James strinse la spalla del suo migliore
amico, “Se non ho tue no zie, mando aiuto”.
Sirius sorrise grato.
“Starò bene. Niente che non abbia sopportato prima.”
“Fai a enzione!” Remus scoppiò, “Tieni la testa bassa, non essere così
... cioè ... tu!” Sirius rise.
“Buon consiglio, Moony.”
Remus abbassò lo sguardo, sorridendo midamente. Voleva
abbracciarlo, ma era troppo tardi. Regulus era in piedi sulla soglia
aperta, le braccia conserte.
“Pronto?”

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Sirius annuì e non si voltò. James e Remus guardarono i fratelli
andarsene. Adesso erano quasi al uguali. Regulus aveva una
corporatura più snella, forse, ma da dietro potevano essere gemelli.
“Starà bene.” Disse James, e Remus is n vamente sapeva che stava
rassicurando sé stesso, più di ogni altra cosa.
Dopo un momento, James tornò alla normalità. Afferrò il manico della
valigia (e anche quello di Remus, senza una parola) ed espirò,
“Dai, Moony, andiamo!”

Mercoledì 24 dicembre 1975


Neanche nel Natale del 1975 nevicò - fortunatamente, non piovve
nemmeno, il che significava (per James, comunque) che le condizioni
erano perfe e per tan ssime prove di Quidditch. Remus cede e e fece
come gli era stato ordinato. Avrebbe distra o la mente di entrambi da
Sirius. Remus non sarebbe mai stato un gran campione nel volo, ma
dopo i primi tre giorni in aria almeno non aveva più paura di cadere.
Una volta riuscì persino a passare una pluffa a Peter.
Tra le esercitazioni, i ragazzi si gode ero tu e le fes vità natalizie che
Remus si aspe ava da un pico Natale da Po er; orpelli, luci, carta da
regalo, tarda no e a mangiare torte al burro, cene abbondan e
ma ne luminose. Il signore e la signora Po er erano deliziosi come
sempre, anche se era evidente che il loro con nuo coinvolgimento nel
movimento di resistenza di Silente si stava facendo sen re.
Il signor Po er non si unì a loro tanto fuori, ma si rinchiuse nel suo
studio. Quando emergeva si muoveva rigido, la schiena piegata; non più
il vivace artefice di dispe che era stato solo tre anni prima. La signora
Po er, che era ancora tu o ciò che una madre dovrebbe essere, aveva
più capelli argentei di quanto Remus ricordasse, e anelli scuri so o gli
occhi. Aveva sempre un sorriso per i suoi ragazzi, quando tornavano dal
freddo. “James, vai a chiamare tuo padre, è ora di cena - hai parlato
con Sirius oggi? Mandagli il nostro amore, caro. Remus! Sembri
congelato, vai a stare vicino al fuoco per un po’ e riscalda ... ho
preparato qualcosa in più quindi assicura di mangiare. Non so come
voi ragazzi con nuiate a crescere così... Ciao, Peter amore, res per il
tè? Assicura che tua madre sappia ...”
Parlavano a Sirius il più possibile. Ogni no e Remus e James si
inginocchiavano sul le o di James con lo specchio aperto tra di loro e
aspe avano che il loro amico apparisse. Era sempre un immenso
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sollievo quando lo faceva - quegli occhi azzurri malvagi e il sorriso
sfacciato, prome endo loro che stava bene.
“Reg è un completo idiota, come al solito, e mia madre è un’eterna
delizia, ma niente di straordinario.”
Il guaio era, pensò Remus, arricciando le labbra, né lui né James
capivano veramente cosa significasse ‘ordinario’ nella famiglia Black.
Quindi, non c’era modo di sapere in che pericolo fosse Sirius.
“Non posso dire molto,” sussurrava Sirius, dopo i suoi brevi
aggiornamen , “Chiunque potrebbe ascoltare. I ritra sono fo ute
spie qui.” Sembrava stanco.
“Vorrei che potessimo andare a prenderlo.” James disse, senza
speranza.
“Anche io.” Remus annuì. Ogni sera lo stesso.
L’ul ma no e che sen rono Sirius fu la no e prima della vigilia di
Natale (era la vigilia della vigilia di Natale? Remus si ritrovò a pensare in
modo infan le. Qualcosa che Grant avrebbe potuto dire, per far ridere
Remus.) L’ironia di tu o, era che quella no e, il 23 dicembre 1975,
Sirius era di o mo umore. In effe , Remus potrebbe arrivare a dire
che sembrava posi vo. O mista.
“È andata bene oggi, in realtà,” sorrise a raverso lo specchio compa o,
“In realtà sono sta quasi... gen li. Amichevoli. Papà mi ha sorriso. Non
so se papà mi aveva mai sorriso. Con nuano a parlare di come superare
i nostri problemi di famiglia ... “
“Va bene”, James sorrise in risposta, incoraggiandolo, “Forse la guerra
ha dato loro un po’ di buon senso.”
“C’è la tradizionale cena della vigilia di Natale domani sera,” disse Sirius,
“Tu i Black in un posto - che gioia. Dovrei essere in grado di scappare
per vederci alla solita ora, ma non ridete dei miei stupidi ves , okay?”
James e Remus sorrisero e promisero di non ridere. Quella sera
andarono a le o rassicura ; in a esa dei propri piani per la vigilia di
Natale.
Ques piani ovviamente prevedevano ancora allenamen di Quidditch,
ma fortunatamente solo per un’ora. Successivamente la signora Po er li
chiamò e chiese che andassero a prendere la bella porcellana dalla
soffi a, insieme alla grande tovaglia natalizia,
“Con tu o quello che sta succedendo sono così indietro quest’anno...”
mormorò, mescolando una ciotola di carne tritata pronta per le torte.
Remus notò che le sue unghie erano state morse fino alla carne viva.
“Abbiamo molte persone quest’anno, mamma?” Chiese James, mentre
scaricava con cura la scatola di pia di porcellana e ciotole, porgendole
a Remus per un rapido risciacquo so o l’acqua corrente.
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“Mmh ... beh, Darius, ovviamente, si presenta sempre per una cena
calda se gli viene offerta.”
Remus si accigliò, ma non disse nulla. La signora Po er con nuò;
“Ho invitato i Bones e i Tonks ... ma sembra che tu vogliano restare
per conto loro quest’anno. I Minus ci saranno, immagino. Forse alcune
persone del Ministero, gli amici di tuo padre ... “
“Silente?”
“No, caro, sarà impegnato.”
Remus era contento di questo. Silente era così serio in ques giorni, e il
suo nome sembrava sempre pronunciato con un senso di paura.
Portava ca ve no zie. I Po er erano così brave persone, perché non
potevano invitare bravi insegnan , come il professor Vi ous, o anche il
professor Ferox? Anche se, rifle é Remus, mentre puliva un grande
pia o da portata, probabilmente adesso era semplicemente il vecchio
professor Ferox. O Leo - questo era il suo nome di ba esimo, secondo
Mary. Leo Ferox. Sirius Black. Forse Remus aveva un debole per i bei
nomi.
Dopo cena, James e Remus si riunirono di nuovo sul le o di James alla
solita ora per l’appuntamento con Sirius. Ma quando James aprì lo
specchio, non apparve nulla - solo i loro riflessi.
“Aveva la cena,” disse Remus, anche se non sembrò la verità. “Potrebbe
essere in ritardo.”
Così aspe arono. Dopo mezz’ora, la maggior parte della quale
trascorsero in ansioso silenzio, James provò a parlare so ovoce nello
specchio.
“Sirius? “Chiamò; “Ci sei?” Niente.
“Non mi piace.” Disse James.
Remus non sapeva cosa dire.
“Dai,” James si alzò, “lo vado a dire a papà.”
Il signor Po er si accigliò quando sen , ma non fu di grande aiuto.
“Non possiamo saltare a nessuna conclusione, James. Hai de o che
andava tu o bene, ieri.”
“Si ma...”
“Sono già stato ai banche della famiglia Black in passato,” disse il
signor Po er, pensieroso, “Durano fino a tardi, specialmente se è Orion
a presiedere. Gli piace parlare. Non diversamente da Sirius.”
“Aspe eremo ancora un po’,” disse la signora Po er, lisciando
amorevolmente i capelli di suo figlio, “Prendiamo un po’ di tè, eh? Vieni
a seder accanto al fuoco.”

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Lo fecero. Gully l’elfo domes co entrò con il vassoio del tè, carico della
teiera fumante e anche di un pia o di bisco , ma né James né Remus
avevano voglia di mangiare. L’ora diventata sempre più tarda - i Po er
avevano un orologio a pendolo nella sala, e Remus poteva sen rlo
cche are senza pietà. Lo specchio compa o giaceva aperto in grembo
a James, rifle endo solo l’arancione tremolante del camine o.
Anche i genitori di James sembravano nervosi adesso. Il signor Po er si
alzò un paio di volte e andò avan e indietro. La signora Po er
con nuava a darsi da fare per la stanza; raddrizzare gli ornamen sulla
mensola del camino o riorganizzare i regali confeziona in modo vivace
so o l’albero.
Alle undici, un gufo uscì stridendo dalla no e oscura, verso la finestra
del soggiorno, e fu solo il rapido pensiero e il rapido lavoro della
bacche a della signora Po er a impedirgli di frantumare il vetro. Era un
enorme, maestoso gufo reale, dello stesso po usato dai Black. Si
lamentò, agitato e chiaramente esausto dal suo viaggio. James strappò
il biglie o dalla gamba e lo aprì. I suoi occhi si spalancarono ed emise
uno strano rumore strangolato. Remus balzò in piedi per leggere da
sopra la sua spalla.
È nei guai. Per favore aiutatelo. R.A.B.
“Effie, manda subito a chiamare Silente.” Disse il signor Po er, unendosi
a Remus al fianco di James.
Remus iniziò a tremare. Non aveva mai conosciuto un terrore simile.
Voleva urlare, gridare - colpire qualcosa. James voleva fare lo stesso,
poteva dirlo: era diventato bianco come un foglio, leggendo il biglie o
più e più volte. “Dobbiamo andare”, disse James, con la voce ro a,
“Dobbiamo andare a prenderlo ora.”
“Lo faremo,” disse il signor Po er, “resta calmo.”
Remus rise. Era estremamente inappropriato, ma nessuno sembrò
accorgersene. Stai calmo.
Non ci fu tempo per fare nient’altro. Il camine o crepitò
rumorosamente, poi divampò di un brillante verde smeraldo. Il signor
Po er abbracciò entrambi i ragazzi e li rò indietro bruscamente. Un
caos di rumori e grida echeggiava nella canna fumaria di un altro
camine o, in un’altra casa. Il corpo di Sirius Black ruzzolò fuori dalle
fiamme e cadde sul tappeto ai loro piedi.

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Imperdonabile  
Remus, James e il signor Po er corsero avan immediatamente. Remus
crollò in ginocchio, raggiungendo per primo Sirius. Era sdraiato a faccia
in giù, i capelli neri che colavano come sangue sul tappeto rosso.
Remus non ci pensò nemmeno, lo fece solo voltare. Il suo viso era
pallido, i suoi occhi erano chiusi, ma era vivo. Sì, Remus poteva sen re il
cuore di Sirius, ba ere forte dietro le sue costole. Sen va l’odore della
paura, misto ad adrenalina.
“Sirius ?!” Anche James era lì, premendo la testa sul pe o di Sirius per
ascoltare,
“È vivo.” Disse Remus, la sua voce sembrava strana. Stringeva ancora le
spalle di Sirius, dove l’aveva girato, non poteva lasciarlo andare, le sue
mani stringevano a pugno le belle ves di velluto.
“Effie!” Il signor Po er gridò; “Presto!” Si chinò su Sirius, “State
indietro, ragazzi, dategli un po’ d’aria ...”
“Mmmh.” Sirius si mosse, leggermente, le sue ciglia sba erono, ma
niente di più.
“Cos’ha?” Chiese Remus alla stanza, disperatamente. Il signor Po er lo
stava guidando via, doveva lasciarlo andare. Strisciò all’indietro, come
un granchio mentre la signora Po er si precipitava sopra di lui. Sapeva
che le sue gambe non sarebbero state in piedi, per il momento.
Euphemia Po er fu sul tappeto in pochi secondi, rando la testa di
Sirius in grembo. Deve aver fa o un altro rumore, perché lei iniziò a
sussurrargli, dolci, piccole cose;
“Shhh adesso, amore, sono qui, sei al sicuro, shhh ...”
Remus sen i suoi occhi gonfiarsi, sollevò le gambe so o il mento e le
avvolse con le braccia. Cosa stava succedendo?
Guardò James, seduto di fronte a lui sul pavimento del soggiorno,
altre anto scioccato, altre anto spaventato. Ci fu un lontano *CRACK*
fuori, e il signor Po er lasciò la stanza, tornando pochi istan dopo con
Silente. Sembrò portare con sé il freddo; Remus sen il freddo
depositarsi nelle sue ossa nonostante il fuoco che con nuava a
divampare.
“Moody è fuori”, disse il vecchio al padre di James, “Sta facendo gli
incantesimi prote vi, tu o quello che ha nell’ arsenale. Nessun altro
verrà qui stasera.”

69
Bene. Pensò Remus. Bene. Chiudici tu qui, non lasciare mai che
nessuno gli si avvicini di nuovo.
“Come sta, Effie?” Silente stava sopra la signora Po er, che stava ancora
cullando Sirius.
Stava eseguendo una sorta di magia, i suoi occhi chiusi, la bacche a che
scorreva sul corpo del ragazzo privo di sensi, le sue labbra si muovevano
veloci senza eme ere alcun suono. Alla fine alzò lo sguardo, più scossa
di quanto Remus l’avesse mai vista, una rabbia ardente nei suoi occhi.
“Vivrà.” Disse. “Ha bisogno di riposo.”
“Era...?” Il signor Po er sembrava nervoso. La signora Po er chiuse di
nuovo gli occhi e annuì.
“Cruciatus.”
James si coprì il viso con le mani. Remus si sen va semplicemente
vuoto - come se tu o ciò che aveva avuto senso per lui fosse stato
spremuto via. La maledizione della tortura.
“Ragazzi.” Il signor Po er disse improvvisamente, bruscamente,
guardando James, poi Remus, “So che volete restare, ma abbiamo
bisogno che andiate a le o, ora. Non c’è niente che potete fare per
Sirius al momento.” “Ma papà!” James sussultò, alzandosi tremante in
piedi. C’erano lacrime anche nei suoi occhi.
“James!” Disse la signora Po er, dal pavimento. “No. A le o.”
Non gridò, ma ogni uomo nella stanza sembrò rimpicciolirsi,
leggermente. Non c’era possibilità di disobbedirle.
Remus non era sicuro di come si fosse alzato, se Silente lo avesse
aiutato, o se lo avesse fa o lui stesso. Né era sicuro di come avesse
lasciato la stanza in cui si trovava Sirius. Sembravano passate ore
quando si trovò sul pianero olo del primo piano, con James. Gully stava
accendendo candele in tu a la casa, muovendosi silenziosamente. I
ritra lungo le scale dormivano. James tenne aperta la porta della sua
camera da le o, e Remus entrò senza una parola.
Si stesero sul le o, fianco a fianco, sopra le coperte ancora ves .
Erano sta sedu sullo stesso le o solo due o tre ore prima, aspe ando
che Sirius dicesse loro che stava bene. Nell’oscurità, James e Remus si
raccolsero, dandosi l’un l’altro il tempo di cui avevano bisogno.
James ruppe il silenzio, ovviamente.
“È qui ora.” Disse, senza alcun tono. “Adesso è qui, e mamma non lo
lascerà mai tornare indietro, lo so.”
Remus annuì, perché non c’erano parole.
Non sapeva se James avesse visto; fissavano entrambi il soffi o. La sua
mente correva e disse la prima cosa che sembrò un pensiero coerente,
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“È questo quello che succede? Con quella maledizione?”
“Non lo so. Non l’ho mai visto.”
“No, certamente.”
“La mamma era una guaritrice. Se qualcuno può aiutarlo ... “
“E Silente è qui.”
“Si Esa amente.”
“Se lui è ...” la voce di Remus si spezzò, e smise di parlare.
“Lo so, amico.” Sussurrò James.
Non si parlarono più fino al ma no.

Natale 1975
Remus non poteva credere di essersi addormentato. Si maledisse per
essere stato così sconsiderato, così egoista. Non hai alcun diri o, si
disse con rabbia mentre si sedeva, scendendo dall’enorme e comodo
le o a baldacchino di James, non hai alcun diri o di definir suo amico,
se non riesci nemmeno a stare sveglio quando è ... non sapeva come
stesse Sirius.
Lasciò James ancora addormentato e andò in bagno. Era ma na; le
tende erano state rate, presumibilmente da Gully, e la luce del giorno
invernale aveva riempito la tromba delle scale. La casa era molto
tranquilla, nessun altro era ancora sveglio. Sul fornello non c’era il solito
odore di co ura della colazione o di preparazione del tè. Dopo essere
stato in bagno e essersi lavato velocemente, Remus rimase goffamente
nell’ingresso.
Non voleva tornare nella stanza di James; sembrava un po’ strano,
sopra u o quando aveva tu e le sue cose disposte in una delle stanze
degli ospi . Sirius era nella stanza in fondo al corridoio, Remus poteva
annusarlo. C’era anche la signora Po er. Non sapeva dove fosse il
signor Po er. “Padron Lupin,” una voce stridula lo fece trasalire dalle
scale. Era Gully, i suoi grandi occhi marroni pieni di innocente
preoccupazione, “Vuoi la colazione, mastro Lupin?”
Remus scosse la testa,
“No grazie.”
“È una cosa terribile. Terribile bru a cosa.” La piccola creatura avvizzita
scosse tristemente la testa, le orecchie appassite come un cucciolo
dispiaciuto.

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“Sì. Terribile.” Remus si sede e sulle scale, felice di avere qualcuno con
cui parlare.
“L’ho de o alla mia padrona e al mio padrone, dobbiamo stare a en ;
dobbiamo proteggere i nostri. Gully sta pensando che dovremmo
nasconderci, Gully conosce molte famiglie che si stanno nascondendo
ora.” La fronte di Gully si aggro ò, come se stesse cercando di ricordare
qualcosa, “Ma la mia padrona mi dice: Gully, siamo responsabili. Siamo
una buona famiglia fortunata e abbiamo molte cose buone. La padrona
mi dice che dobbiamo prenderci cura di tu quelli che possiamo. Dice
che se non lo facciamo, non abbiamo nulla che valga la pena
proteggere.”
“Non abbiamo fa o un o mo lavoro nel proteggere Sirius.” Remus
strofinò il tappeto con rabbia con la punta dei piedi.
“No”, Gully scosse di nuovo la sua grande testa rotonda, “Sempre, in
guerra, ci sono persone che si fanno male.”
Remus si morse il labbro. Dietro di loro, una porta si aprì,
“Gully?” La voce debole della signora Po er venne, “Verrai a seder
con Sirius mentre io - oh, ciao Remus, caro.”
Era stata sveglia tu a la no e, questo era chiaro, ma aveva ancora un
sorriso per lui.
“Sta bene?” Remus si alzò.
“Nessun danno permanente,” gracchiò, il suo sorriso si affievolì
leggermente, “Non all’esterno, comunque. Sta ancora dormendo, solo
una leggera dose di pozione. Ti piacerebbe seder con lui? Ho bisogno
di sdraiarmi prima che Monty torni a casa.”
“Sì, sì, certo,” iniziò Remus, desideroso di aiutare in ogni modo
possibile.
A raversò velocemente il pianero olo ed entrò nella stanza.
“Manda Gully a svegliarmi non appena apre gli occhi,” disse Euphemia,
accarezzandogli gen lmente la spalla, “Silente vorrà parlargli. Voleva
farlo la scorsa no e, ma non glielo avrei permesso. Povero bambino.”
“Allora era cosciente? La no e scorsa?”
“Sì. Per un po’,” Euphemia sospirò, profondamente, vuota per
l’esaurimento, “Ma non era in condizioni ada e per l’interrogatorio.”
Remus annuì, stupidamente.
Chiuse la porta dietro di sé. La stanza era buia, ma non importava.
Remus poteva vedere nell’oscurità; spesso gli piaceva.
La figura distesa nel le o non poteva essere il suo amico, Sirius Black.
Perché Sirius Black non aveva mai dormito così; rivolto verso l’alto, le
mani lungo i fianchi, le coperte ben messe sul pe o. Sirius dormiva
72
come un cane; tu e le lenzuola e gli ar rimbomba sui fianchi, a faccia
in giù, le braccia spalancate.
Remus si avvicinò con cautela. Era così, si chiese, la ma na dopo la
luna piena? Era così che sen vi a vedere il tuo amico fa o a pezzi? Era
insopportabile. Si sede e sulla sedia accanto al le o, una morbida
poltrona viola con un libro aperto su un braccio. Imperdonabili:
prendersi cura delle vi me di maledizioni. Remus chiuse il libro,
chiedendosi se la signora Po er avesse avuto bisogno di consultarlo
molte volte prima.
C’era un fazzole o so o di esso, umido di lacrime - Remus poteva
sen re l’odore del sale. Doveva essere stato difficile per lei, come
guaritrice e madre. Aveva guardato quel ragazzo dai capelli neri e aveva
visto James? Si era chiesta che po di genitore avrebbe fa o una cosa
del genere?
Si sede e in silenzio, ascoltando il respiro di Sirius. Stupidamente,
pensò a Grant, che non poteva essere di alcun aiuto, tranne che
probabilmente avrebbe abbracciato Remus, e Remus sen va che un
abbraccio era l’unica cosa che voleva al mondo, proprio ora. Le
campane della chiesa echeggiavano su per la collina dal villaggio.
Era il giorno di Natale.

73
Le conseguenze  
Nessuno era arrabbiato che avessero cercato di proteggere Sirius. La
signora Po er si alzò dal suo le o quando il signor Po er tornò da
dov’era stato, ed entrambi concordarono che Silente sarebbe
sicuramente arrivato quando lo avrebbero avver to, alla fine, e tu o
ciò che voleva chiedere a Sirius poteva aspe are fino ad allora.
Salvarono il resto della ma nata come meglio potevano. Il signor
Po er si offrì allegramente di materializzare tu i regali nella camera
da le o di Sirius, ma Sirius non volle.
“Le mie gambe funzionano bene!” Insiste e; “Voglio scendere e vedere
l’albero!”
Così, si raccolsero tu e si ves rono o si cambiarono, poi si ritrovarono
mezz’ora dopo in soggiorno. Remus non poté fare a meno di fissare il
pezzo di tappeto dove aveva visto cadere il corpo di Sirius meno di
dodici ore prima. Il dolore era acuto e sorprendente. Doveva guardare
l’a uale, consapevole Sirius; avvolto nelle coperte con l’ennesima tazza
di tè sul divano di fronte a lui, solo per sen rsi di nuovo normale.
Lo scartare i regali sembrò ancora più gioioso e naturale che mai. Tu
liberamente, nessun ordine, strapparono semplicemente la carta da
imballaggio finché non furono circonda da essa, strisce di detri dai
colori vivaci. Non importava quello che ricevevano, solo il ricordo di
aver ricevuto qualcosa di carino in quella terribile ma na. I Po er,
ovviamente, avevano un sacco di cose pronte sia per Sirius che per
Remus, e promisero a Sirius che sarebbe arrivato ancora di più.
“Ti faremo delle belle foto, per rallegrare la tua stanza,” disse la signora
Po er, “Quale squadra di Quidditch sos eni, tesoro? O forse una di
quelle rock star che piacciono a voi ragazzi?”
Sirius la guardò come se avesse appena ricevuto il regalo più
meraviglioso della sua vita. Forse lo era così.
“La maggior parte delle mie cose è a Hogwarts”, disse. “Solo dei ves
sono a casa...” Sembrava un po’ imbarazzato, e Remus sapeva che stava
pensando ai poster maleduca che aveva apposto permanentemente
alle pare della sua camera da le o. Potevi stare certo che non lo
avrebbe fa o nella sua nuova stanza dai Po er.
“Beh, puoi prendere in pres to alcune cose di James per un po’. Forse
andremo a fare shopping nel nuovo anno.”

74
Si sede ero per un tranquillo pranzo di Natale. Evidentemente,
qualcuno aveva disinvitato gli ospi che erano sta programma - il che
per Remus fu una benedizione. Era già stanco per le troppe
preoccupazioni e per il sonno insufficiente; non aveva bisogno di Darius
Barebones ge ato nella mischia. Pensò ai Minus e si chiedeva se Peter
fosse preoccupato o si sen sse escluso. Gully stava per servire il
pudding natalizio quando il *CRACK* dell’apparizione risuonò fuori dal
cancello principale. Silente. Sirius sobbalzò, e sembrava che volesse
alzarsi dal tavolo, ma rimase fermo. Il signor Po er sorrise a tu in
modo rassicurante e andò alla porta.
Tu ascoltavano a entamente.
“Albus! Buon Natale,”
“Fleamont. Immagino che Sirius abbia riposato?”
“Sì, stavamo per mangiare ...”
“Ti ho chiesto di conta armi non appena si fosse svegliato.”
“Entra, Silente. Unisci a noi per un po’ di pudding.”
Silente entrò nella stanza. Indossava abi scuri di un marrone rossiccio
scuro e brunastro, come sangue secco. Sembrava che la sua no e fosse
stata lunga quanto la loro. Fu seguito da un uomo robusto che
assomigliava a un bulldog piu osto brizzolato. Aveva una massa di
capelli grigio-rossastri e occhi scuri e meschini che sae avano
fur vamente per la stanza, come se cercassero guai.
“Albus, Alastor,” la signora Po er si alzò, agitando la bacche a. Altre
due sedie apparvero al tavolo da pranzo, oltre a piccoli pia , forche e,
tovaglioli e calici. “Non vi unite a noi per il pudding?”
“Non ora, Effie.” l’uomo tarchiato - Alastor - grugnì, “In servizio”. Gli
diede uno sguardo, non dissimile da quello che aveva rivolto a James la
scorsa no e. Si schiarì la gola e si sede e, velocemente. Remus sorrise.
Doveva scoprire esa amente come faceva. Le madri avevano la loro
magia, sembrava. Silente prese il suo posto con più decoro. La sua
espressione, come sempre, era immobile e impossibile da leggere.
Stava guardando Sirius. Eccola lì, Remus sen che si stabiliva intorno a
lui come una vecchia amica. Rabbia. Il desiderio di balzare sul tavolo e
scuotere Silente era così forte, e così tangibile, che si ritrovò ad
aggrapparsi al sedile della sua sedia.
Lo sconosciuto, Alastor, si voltò a guardarlo. Remus si sen scansionato
da quegli occhi scuri e perce vi. Oh. Sapeva che Remus era un lupo
mannaro - Remus non era sicuro di come facesse a sapere che Alastor
lo sapeva, ma lo fece. Non c’erano dubbi. Remus alzò il mento e lo
guardò negli occhi. Alastor sorrise, leggermente, come se questo
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avesse confermato qualcosa che aveva sperato, poi si voltò di nuovo
verso Silente.
“Sirius,” disse il preside, piano, “Come stai?”
“Bene.” Sirius annuì, fissando il grande budino scuro al centro del
tavolo. Gully schioccò le dita e si accese, la fiamma blu luccicava come
uno strano vapore magico.
“Vorrei discutere con te degli even della scorsa no e,” insiste e
Silente, “So che non è piacevole e potres volerli dimen care, ma
qualsiasi cosa mi dici potrebbe essere u le, capisci?”
“Sì. Va bene.” Sirius annuì, l’espressione immutata.
La fiamma si spense e Gully fece di nuovo schioccare le dita. Il budino
diviso ordinatamente in o o porzioni. Era ricco, umido e stucchevole,
con la fru a e l’acquavite che si conficcava nelle loro gole. Mangiarono
in silenzio per un momento, prima che il signor Po er sen sse di dover
parlare. “Non vedi la tua famiglia oggi, Moody?” Alastor scosse la
testa.
“Il lavoro viene prima di tu o. Sarò qui finché avrete bisogno di me.”
“Siamo molto gra .” Disse la signora Po er, la gen lezza tornò nel suo
tono.
“Alastor è un Auror,” spiegò il signor Po er ai ragazzi.
Remus vide la luce del riconoscimento accendersi negli occhi di James e
Sirius, e prese un appunto mentale per informarsi più tardi. Se doveva
indovinare, pensava che significasse una specie di guardia del corpo
magica. Pensò a Charles Bronson in Death Wish e immaginò Alastor
Moody con una pistola.
Una volta che il pudding fu mangiato, tornarono tu in soggiorno.
Sirius si sede e sul divano, con James e Remus ai la .
Si erano sedu nella stessa formazione lo scorso Natale, quando Silente
era arrivato per annunciare la morte dei Fraser. Remus non aveva più
pensato ai Fraser da allora, non proprio - solo come parte dello sfondo
sempre più oscuro di una guerra di cui avrebbe preferito non
preoccuparsi. Aveva così tanto altro a distrarlo. Una di queste
distrazioni era seduta accanto a lui, proprio ora.
Di tanto in tanto le loro ginocchia sba evano insieme; Sirius non
sarebbe rimasto fermo. Remus cercò di non sussultare, nel caso fosse
stato visto male.
“Spero che non ci vorrà molto.” Silente sorrise, piacevolmente, come se
questa non fosse altro che una chiacchierata amichevole. “Sirius,
abbiamo solo bisogno di sapere tu o quello che puoi ricordare sugli
even che hanno portato ad arrivare qui alle undici e un quarto di ieri

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sera.” “Era quella l’ora?” Sirius sba é le palpebre, “Pensavo fosse più
tardi.” Silente incrociò le mani in grembo e sorrise.
“Con i tuoi tempi, per favore.”
“Ehm...” Sirius si schiarì la gola, e guardò James, che gli sorrise in modo
fraterno. Sirius guardò di nuovo Silente, “Ho pensato che sarebbe
andato tu o okay. Non sono mai andato d’accordo con la mia famiglia
così beh ... da quando sono a Grifondoro, sa. Ma erano ... Ho pensato
che sarebbe stato okay. Abbiamo una cena in famiglia ogni anno alla
vigilia di Natale - tu a la famiglia.”
“Chi c’era?” Chiese Moody. Stava prendendo appun , una penna
aleggiava appena all’altezza del pe o, scarabocchiando velocemente su
un pezzo di pergamena flu uante.
“Tu i Black,” Sirius lo guardò, “E i Lestrange. I Malfoy - Narcissa e suo
marito, comunque. Non Andromeda, ovviamente. I ... i Goyle sono
arriva più tardi. E i No s. I Crabbes. Barty Crouch era in visita, è amico
di mio fratello.”
“Crouch?!” Moody sembrava sorpreso. Silente sorrise di nuovo,
inclinando la testa,
“Sarebbe Bar mus Junior, ovviamente.”
“Sì,” Sirius annuì. “Piccolo idiota.”
“Che bel raduno, eh Albus?” Mormorò Moody.
“Abbastanza. Per favore, Sirius, con nua.”
“Quindi ... sì, era tu o normale, davvero. Normale per noi. Cena, ballo.
Roba snob. Loro…” Fece una pausa, vergognandosi; “Hanno brindato a
Voldemort. Non mi sono unito, professore, lo giuro! Era una specie di
scherzo, non so nemmeno quanto fossero seri. Papà era un po’
ubriaco.” L’espressione di Silente non cambiò. Sirius stava guardando i
suoi piedi ora, e con nuava a parlare, sempre più velocemente.
“Dovevo parlare con James alle o o, quindi ho cercato di scappare di
soppia o. Ma mia cugina, Bellatrix, mi ha preso e mi ha messo
all’angolo in biblioteca. Ha de o che ero quasi maggiorenne, era ora
che iniziassi a prendere più seriamente il mio ruolo di erede, lasciare
indietro i miei amici e crescere. Le ho de o di ... beh, non sono stato
molto gen le. Ha chiamato i miei genitori, è entrato anche Reg. E
Crouch.
Non ero preoccupato, perché ... beh tu sanno che Bella è un po’
pazza, quindi ho pensato che le avrebbero semplicemente de o di
starne fuori. Ma non l’hanno fa o; si sono schiera con lei. Papà ha
de o ... ha de o che voleva che lo rendessi orgoglioso per una volta.
Gli ho de o che ci stavo provando, ma. Ma ...”

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Sirius si fermò per riprendere fiato. Il silenzio fu un’agonia. Con nuò.
“Comunque. Volevano che giurassi fedeltà a Voldemort. Pensavo
stessero scherzando. Stavano dicendo tu e queste cose folli, sui na
babbani e sui traditori del sangue, e ... poi Bellatrix mi ha mostrato il
suo braccio - ha questo tatuaggio”, guardò in alto, come rendendosi
conto che questa informazione fosse u le, “È il marchio oscuro, signore,
il teschio e il serpente. Ha de o che ha scelto una parte ed era ora che
scegliessi la mia. Ho de o no. L’ho de o tante volte.” Chiuse gli occhi,
guardando di nuovo in basso.
“E hanno ferito, per questo?” chiese Silente, “Hanno cercato di
convincer ?”
“Sì.”
“Bellatrix ha fa o questo?”
“No.”
“Tua madre? Tuo padre?”
Il respiro di Sirius era molto debole, ma con nuò. Lui annuì.
“Si sono alterna .”
La signora Po er si alzò, all’improvviso, e lasciò la stanza. Remus non la
biasimava. La sua voglia di colpire qualcosa stava raggiungendo livelli
cri ci.
“Ma sei riuscito a scappare?” Silente spinse, delicatamente.
Sirius annuì di nuovo,
“Dopo un po’ devo aver smesso di dire di no, perché ... beh, faceva
troppo male, non potevo dire niente. Dovevano aver bisogno che fossi
d’accordo, perché mi hanno lasciato lì, mi hanno rinchiuso in biblioteca.
Ma lì c’è un camine o e la polvere. Non so, forse volevano che andassi.”
Sembrava molto stanco, adesso. Ma la storia era stata raccontata e c’era
un’aria di sollievo.
“Grazie Sirius.” Disse Silente, molto dolcemente. “Questo è stato di
grande aiuto. Non interromperò più il tuo Natale.” Si alzò, piano, e
lanciò un’occhiata al signor Po er, “La tua offerta di ospitare Sirius fino
a quando non sarà maggiorenne è ancora valida, presumo?”
“Tanto quanto quando aveva dodici anni.” Disse il signor Po er,
raddrizzando la schiena. Era più basso di Silente, ma in quel momento
Fleamont Po er era l’uomo più alto nella stanza.
“Eccellente.” Silente annuì. “Allora ci vediamo a gennaio ragazzi.”
“Aspe ate!” Sirius balzò in piedi, “Professore - e mio fratello?”
“Credi che Regulus sia in pericolo?”

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“Ehm ... non credo che gli faranno del male. È bravo a fare come gli
viene de o, vuole solo accontentare i nostri genitori. Ma lo faranno
unire a
Voldemort, verrà segnato, e--”
“Regulus vuole andarsene?”
“Io-- no. Non come ho fa o io.”
“Allora non possiamo costringerlo. Non è in pericolo imminente. Mi
dispiace, Sirius. “
Sirius chinò la testa, tornò a sedersi. Silente se ne andò, in silenzio,
stringendo la mano del signor Po er. Anche Moody se ne andò,
tornando alla sua stazione fuori dal cancello principale del Po er.
Remus lo guardò a raverso la finestra. Che uomo strano.
“Signor Po er,” disse Sirius, innaturalmente educato, “Per favore, posso
prendere in pres to un po’ di pergamena? Vorrei scrivere ad
Andromeda.” “Certo, ragazzo mio.” Il signor Po er annuì.
Condusse Sirius e James nel suo studio.
Remus rimase fermo, sentendo che non era davvero necessario in quel
momento. I Po er erano lì per sostenere Sirius; potevano fare tu o ciò
che era necessario. Lui, Remus, era veramente u le solo quando Sirius
aveva bisogno di un po’ di buonsenso (verbalmente, ovviamente), o
quando uno scherzo doveva essere risolto. E ci sarebbe stato un sacco
di tempo per quelle cose, una volta che questa par colare tempesta
fosse passata.
Di nuovo, Remus desiderò di poter parlare con Grant. C’era sicuramente
una cabina telefonica in ci à; se voleva, Remus poteva chiamare St
Edmund’s, e la Dire rice probabilmente gli avrebbe consegnato il
telefono; non era una carceriera. Ma Moody lo era, e a Remus non
piaceva molto l’idea di spiegare perché voleva fare una gita al villaggio il
giorno di Natale. Chiuse gli occhi e cercò di immaginare cosa avrebbe
potuto dire Grant. Porca pu ana! Probabilmente.

Quella sera andarono a le o presto. Non c’era nient’altro da fare -


James non suggerì nemmeno di fare pra ca di volo. Giocarono a poche
par te a scacchi, ma tu con nuavano a sbadigliare così tanto che alla
fine era ridicolo cercare di restare svegli. Si ammassarono nel le o di
James, anche Remus. Cercò di far sì che James finisse nel mezzo, ma
Sirius li superò e si infilò tra i suoi due amici.

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“Fammi spazio, Moony.” Sorrise, spingendogli un gomito affilato nelle
costole.
Remus si mantenne il più vicino possibile al bordo. Toccare Sirius so o
le coperte, anche con la punta del piede, era assolutamente
impensabile. È strano, pensò. Gli amici non condividono il le o.
Neanche i migliori amici. Questo è così strano...
Provò a dormire. James iniziò a russare, e il respiro di Sirius si stabilizzò.
Remus si rilassò. Poteva sicuramente immaginare cosa avrebbe de o
Grant al riguardo. ‘Sapevo che voi ragazzi del collegio eravate tu
froci!’ Remus non poté fare a meno di ridacchiare leggermente,
so ovoce. Sirius si girò per guardarlo, gli occhi aper , completamente
sveglio.
“Di cosa stai ridendo, Moony?”
“Niente!” Sussurrò Remus in risposta, imbarazzato. “Semplicemente
non sono abituato a condividere un le o.”
“Sì, il russare di James è abbastanza terribile.”
Ed è strano, vero?! Remus voleva dire, non pensi che siamo strani??
“Mm.” Era tu o quello che disse.
“Non riesco a dormire.” Sirius sospirò.
“Potrei chiamare la mamma di James? Potrebbe avere ancora qualche
pozione.”
“Non voglio più pozioni.” Sirius sembrava stanco e imbronciato, come
un bambino.
Remus era contento. Questo lo rese più facile da affrontare.
“Bene. Allora chiudi gli occhi.” Istruì.
“Con nuo a pensarci.”
“Oh. Scusa.”
“No, non così, voglio dire solo ... è strano, ma mentre lo facevano -
prima che sme essi di pensare - stavo pensando a te.”
“Me?!”
“Si. Stavo pensando ... almeno ora so come si sente Moony. Quando
stavamo cercando tu a quella roba per aiutar durante la luna piena,
c’era una descrizione in uno dei documen , scri a da una strega che
aveva la licantropia. Ha de o che il dolore della trasformazione era
simile alla maledizione cruciatus.”
“Oh. Non l’ho mai sen to. Non penso che possa essere, penso che
cruciatus debba essere molto peggio.”
“Può essere.” Sirius acconsen . “Ma ha aiutato, un po’. Ho pensato: se
Moony può farlo, posso farlo anch’io.”

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Remus non ebbe una risposta adeguata.
“Vai a dormire, Sirius.”
“Va bene. No e.”
“No e.”
Aspe ò che Sirius si addormentasse - corre amente, questa volta - poi
si alzò cautamente, e tornò al suo le o.

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Gennaio  
Throw me a line, I’m sinking fast
Clutching at straws - can’t make
it Havana sound we’re trying,
hard edge, the hipster jiving
Last picture shows down the drive-in
You’re so sheer - you’re so chic;
Teenage rebel of the week

Domenica 4 gennaio 1976


Il resto delle vacanze natalizie trascorsero in un modo incerto, bianco e
nero. I Po er organizzarono un piccolo raduno per la vigilia di
Capodanno, ma vennero pochissime persone. Mol della loro cerchia
ristre a stavano ora lavorando per Silente, spiegò la signora Po er, ed
erano impegna nello sforzo bellico. Qualunque cosa significasse. I loro
amici meno stre avevano voltato le spalle ai Po er (“siamo traditori di
sangue”, dichiarò orgoglioso James) oppure erano semplicemente
troppo spaventa per associarsi.
Moody non ne volle sapere di mandare Sirius a Diagon Alley con la
signora Po er, ma aveva bisogno di scarpe per iniziare il nuovo
semestre, quindi un pomeriggio scesero tu al villaggio. Là, Sirius si era
innamorato follemente di un paio di Dr Martens nere nuove di zecca,
con lacci gialli brillan . Remus era piu osto geloso; le sue erano
un’imitazione del mercato ed erano andate in pezzi molto tempo prima.
Sulla via del ritorno dalla ci à, avevano incontrato un paio di punk - uno
spe acolo molto strano per un piccolo villaggio di campagna, ma
Remus supponeva che ci fossero adolescen ovunque. Uno di loro
aveva una fila di pesan anelli d’argento nella car lagine di un orecchio.
L’altro aveva i capelli verdi.
La signora Po er gli aveva proibito di ngersi i capelli, ma la sera prima
dell’inizio della scuola, Remus aveva ceduto dopo ore di suppliche di
Sirius, e lo aveva aiutato a perforare uno dei suoi lobi delle orecchie
usando la sua spilla da Prefe o e una patata. Aveva sanguinato - molto,
ma Sirius era ele rizzato.
Così si presentò di fronte a Remus la ma na in cui stavano per par re
per Londra - si era scompigliato i capelli per aumentare il volume, li
aveva messi su una spalla per mostrare il suo nuovo orecchino d’oro,
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stava con le gambe divaricate come un chitarrista, le mani in tasca,
grandi s vai neri, “Comprensione dei babbani,” ghignò a Remus,
me endosi una sigare a tra i den , “Come sto?”
“Come un idiota.” Disse James.
“Come una rock star.” Disse Remus, gemendo internamente. Era
condannato.
Aveva pensato (sperato, davvero) che il trauma di Sirius avrebbe potuto
raffreddare il considerevole ardore di Remus verso il suo migliore
amico. Avrebbe potuto spingerlo a rendersi conto che - poiché l’amicizia
era tu o ciò che avrebbero mai avuto - avrebbe dovuto concentrare le
sue energie solo sull’essere un fo uto buon amico. Ma no. Sirius era un
semidio, e Remus non poteva fare altro che adorarlo. Sciocco, idiota, si
disse.
In ogni caso, Remus era contento di essere tornato a Hogwarts, dove le
linee erano tracciate molto chiaramente, e c’erano esami su cui
concentrarsi. Sirius si voltò a guardare King’s Cross. I babbani non gli
diedero nemmeno una mezza occhiata, ma i maghi - o, più
precisamente, le streghe - lo fissarono. Mary gli si avvicinò facendo
schioccare sulla pia aforma un paio di s vali di camoscio turchese con
un tacco che la portava alla sua altezza.
“Ciao, stupendo!” Cingue ò, poi lo abbracciò ferocemente, e Remus
colse lo sguardo sul suo viso sopra la sua spalla.
Sembrava soddisfa o.
Deve essere bello, dopo un periodo difficile, tenere qualcuno tra le
braccia in quel modo. Sopra u o qualcuno emo vamente aperto come
Mary. Remus permise al suo dolore di raggiungere il picco, poi si placò,
lentamente, concentrandosi sul sorridere e ascoltare Marlene
raccontargli tu o del suo Natale.
Una volta a bordo, si sistemarono nella loro solita carrozza, e Remus fu
per sempre grato a Lily, che gli suggerì di unirsi a lei nel pa ugliare un
paio di volte la lunghezza del treno.
“Sembrava che servisse un po’ d’aria”, gli sorrise.
“Sì, grazie. Soffocavo lì dentro.”
“Stancante il Natale con i Malandrini, allora?”
“Puoi dirlo forte.”
“Povero Remus.” Unì il suo braccio al suo, appoggiandosi leggermente
contro di lui. Fu bello, come una piccola coccola. Aveva un corpo piccolo
e morbido. Forse quello era il mo vo per cui tu erano a ra dalle
ragazze.
“Ho sen to di Sirius,” disse, molto piano. “Sta bene?”
83
“Sì,” Remus annuì, “Penso di sì. Come lo hai saputo?”
“Ehm ... Sev me l’ha de o, in realtà. Non gli credevo, ma sulla base del
nuovo look di Sirius ...” “Fanculo. Come lo sa?”
Lily alzò le spalle.
“Lo sanno tu ?”
“Solo che è stato cacciato. E diseredato. Nessuno sa perché.” Lo stava
guardando e lui si rese conto che voleva che le dicesse perché.
“È complicato.” Disse; “Non credo che vorrebbe che tu lo sapessero.”
“Sei un buon amico.” Gli diede una pacca sul braccio.
Sì, pensò, amaramente. Sono un grande amico, io. Tu o quello a cui
penso è Sirius. La sicurezza di Sirius. La felicità di Sirius. Le mani di Sirius,
il collo di Sirius, la bocca di Sirius, Sirius che mi bu a sul le o e -
Ferma . No. Non è il momento. Fanculo.
“Oi! “ Lily gridò, all’improvviso, indicando il lungo corridoio del treno in
movimento; “Se sei tu, Crouch, vedrai ...”
Barty Crouch. Lo stomaco di Remus si rivoltò. Era lì, la vigilia di Natale.
Bru o piccolo verme. Il biondo qua ordicenne tormentava alcune
ragazze del primo anno, facendo levitare le borse dei libri sopra le loro
teste.
Lily, sempre impavida, marciò avan , minacciando la detenzione, la
perdita di pun , anche qualche maledizione. Sogghignò, ma lasciò
cadere le borse. “Barty, cosa stai ... oh.” La porta dello scompar mento
più vicino si aprì e apparve Regulus Black. I suoi occhi si strinsero a Lily,
“Cosa vuoi, Evans?”
“Non c’è bisogno di essere così scortese,” disse. Alzò un sopracciglio a
Crouch; “Stai lontano dai guai, o parlerò con Lumacorno. Sei già su
ghiaccio so le e lo sai. Dai, Remus,” lanciò un’occhiata a Lupin, che era
ancora in piedi un po’ più indietro, sperando di poter evitare di fare il
suo dovere.
La testa di Regulus sca ò all’indietro, fissò Remus e tu a l’arroganza
svanì.
Sembrava molto più piccolo.
“Lupin.” Disse, rigido.
Remus si limitò ad annuire. Regulus aprì la bocca una o due volte.
Ovviamente voleva chiedere. Remus voleva colpirlo. Ma non di fronte a
Lily. Ricordava la disperata preoccupazione di Sirius per suo fratello e la
vide riflessa negli occhi di Regulus. “Lui sta bene.” Sbo ò Remus.

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Regulus sba é le palpebre, poi annuì, poi si voltò di nuovo nella
carrozza, sba endo la por era. Barty si gra ò la testa scioccato,
sembrando molto confuso.

Giovedì 15 gennaio 1976


Quando il secondo semestre entrò nel pieno, Remus realizzò che non
avrebbe dovuto preoccuparsi così tanto. Non doveva nemmeno cercare
di evitare Sirius. I GUFO erano proprio dietro l’angolo, programma per
maggio, e se gli studen del quinto anno pensavano che il loro carico di
lavoro fosse stato pesante durante il primo semestre, si sarebbero
trova di fronte a un brusco risveglio.
Remus comba é questo ulteriore stress trascorrendo ogni ora libera
che poteva in biblioteca, o nella Sala Comune a perfezionare
incantesimi pra ci. Entro la terza se mana, scoprì di essere diventato
in qualche modo il leader non ele o di una sorta di club per i compi e
di ripasso; un gruppo di quin anni, e anche alcuni studen più giovani,
avevano iniziato a venire da lui per suggerimen o consigli sul proprio
lavoro.
“Lupin! Come fai a fare gli incantesimi di locomozione? Con nuo a fare
qualcosa di sbagliato ...”
“Remus, Remus, è ‘Apar-E-cium’ o ‘A-PAR-ecium’?”
“Ehi, Lupin, puoi mostrarmi di nuovo come hai fa o quella linea
temporale? Con nuo a dimen care ...”
Remus fingeva di aver trovato l’intera faccenda un’imposizione, ma
segretamente era ele rizzato. Era bravo in qualcosa. I Malandrini -
quando li vide - pensarono che fosse esilarante e iniziarono a chiamarlo
‘professore’. Uno studente in par colare aveva iniziato a unirsi a lui per
regolari sessioni di studio: un Grifondoro del quarto anno di nome
Christopher Barley. Era silenzioso e studioso, con seri occhi scuri e dita
lunghe e so li. Era mido, ma quando Remus lo salutò fece un sorriso
incredibile, illuminandosi dall’interno.
Remus realizzò dopo la terza o quarta volta che si imba é in
Christopher da qualche parte nel castello ‘per coincidenza’, che il
ragazzo più giovane aveva una co a per lui.
Sto migliorando in queste cose, pensò colpevole. La sensazione,
purtroppo, non era affa o reciproca. Remus era lusingato, ovviamente -
era difficile non esserlo - ma non provava alcun sen mento oltre alla

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simpa a per Christopher. Nessuno dei due fu abbastanza coraggioso da
dire qualcosa, il che andava bene.
Oltre a questo, Remus aveva i suoi doveri da Prefe o, che sembravano
mol plicarsi ogni se mana. Dopo che un Prefe o di Tassorosso (e nato
babbano) era stato malede o prima di Natale durante una pa uglia
no urna, e non era stato trovato fino al ma no, i capi di ogni casa
chiesero che i Prefe pa ugliassero a coppie in ogni momento.
Queste pa uglie erano diventate una farsa no urna, per Remus, dato
che passava la maggior parte del tempo cercando di dirigere Lily
lontano da dove gli altri tre Malandrini erano fuori dal le o, lavorando a
qualche schema nefasto o altro. Questo funzionò per la maggior parte
del tempo.
Il problema era che da Natale James e Sirius erano diventa più audaci
che mai. Arma della Mappa del Malandrino e del mantello
dell’invisibilità, navigavano nel castello come una coppia di pira ,
saccheggiando e devastando. Diverse volte, Remus tornò dalla pa uglia
e non li trovò nei loro le - solo per vedere i due ragazzi che tornavano
un’ora dopo, ridendo e pieni di spavalderia, dicendogli come erano
quasi sta ca ura questa volta, quasi.
Anche il Quidditch li teneva occupa e separa da Remus. La par ta
con Serpeverde era stata la prima par ta dell’anno, e aveva portato a
un pareggio, il che significava che entrambe le case stavano ora
gareggiando spietatamente per la coppa. Con James ora al mone, la
squadra di Grifondoro si allenava due volte più spesso ogni se mana, e
Po er trascinava Sirius fuori ogni ma na all’alba per fare jogging.
Infa , tra il desiderio di Remus di studiare, il suo gruppo di discepoli e i
suoi doveri da Prefe o, il suo scarso tempo libero sembrava a malapena
coincidere con quello dei suoi amici. Li vedeva a malapena all’ora dei
pas , o prima di andare a le o, tranne Peter, la cui unica a vità
extracurricolare era la sua ragazza.
Quindi fu una specie di sorpresa una no e di metà gennaio quando
Remus si imba é in Sirius. Era una pa uglia di rou ne, per Remus e Lily
era l’ul ma della se mana. La luna piena era prevista tra due giorni, e
Remus aveva abilmente manipolato la rotazione dei Prefe per evitare
quelle no . Si era offerto di farsi carico del turno per la loro casa, infa
- e il resto dei Prefe di Grifondoro era ovviamente sollevato. Erano
tu bravi nel loro lavoro, ovviamente, con un forte senso di gius zia e
corre ezza, combinato con il coraggio di fare la cosa giusta, ma pochi
Grifondoro avrebbero mai potuto essere preoccupa
dell’amministratore. Remus colse questa opportunità, e finora gli era
andata bene.
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“Andiamo,” disse Lily, mentre scendevano la rampa di scale dalla torre
di astronomia - di solito un punto caldo per l’a vità dopo il coprifuoco,
stasera era deserta - “Gli ingredien principali in una pozione calmante,
elencali.” “Ehm...” sbuffò Remus, mentre il suo fianco ba eva
sull’ul ma scala. Era solo contento di avere avuto un sacco di energia
poco prima della luna, “Mosche, rugiada da un campo di trifoglio,
acqua di mare e ... uhmm ...” “Oh andiamo Remus!” Lily sospirò,
esasperata, “Questa è roba del quarto anno!”
“Lo so, ma non posso ... aspe a, l’hai sen to?”
“Che cosa?”
“Shh!”
Era sicuro di aver sen to un sospiro, o un rantolo, e ora, nel silenzio
perfe o, era consapevole di poter sen re altri due ba cardiaci vicini,
che ba evano forte. E il profumo di qualcos’altro, qualcosa di eccitante
e inebriante. Strappò l’arazzo più vicino, alzando la bacche a.
“Lumos!”
“Merda!”
“Mary!” Lily rimase a bocca aperta.
“Moony!” Disse Sirius.
“Cosa state facendo qui?!” Disse Lily, ado ando immediatamente la sua
voce autorevole, che Remus pensava fosse stranamente simile a quella
della McGrani .
“Non riesci a indovinare, Evans?” Sirius le fece l’occhiolino. Le sue
braccia erano ancora avvolte in modo prote vo intorno alla vita di
Mary, i suoi capelli erano cadu in avan disordinatamente e la sua
bocca era più rossa del solito. La camice a di Mary era sbo onata quasi
fino all’ombelico, e stava cercando in fre a di coprirsi.
“Dovremmo me ervi in punizione entrambi,” Lily inarcò un sopracciglio
alla sua amica,
“Oh, sii gen le, Lily.” La blandì Mary, un sorriso dolce sulle labbra, “Lo
fanno tu , solo un po’ di diver mento.”
“Beh ... poiché questa è la prima volta,” Lily cede e, “Dai, adesso
torniamo alla Torre.”
“Altri cinque minu ?” Chiese Sirius, sfacciato, con grande orrore di Lily.
Mary rise e lo schiaffeggiò scherzosamente.
“Ca vo ragazzo!” Ridacchiò, abbo onandosi la camicia. “Dai, non è che
sarebbe successo nient’altro stasera.”
I qua ro tornarono insieme alla Sala Comune di Grifondoro, le ragazze
ridacchiando e sussurrando insieme, di tanto in tanto lanciando

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occhiate fur ve a Sirius, prima di scoppiare di nuovo in risa ne. Sirius
tenne il gioco, camminando con una spavalderia esagerata, infilando i
suoi lunghi capelli dietro un orecchio e facendo l’occhiolino quando
guardavano. Cercò di incrociare lo sguardo di Remus per un po’ di
tempo, come per lasciarlo entrare nella ba uta, ma Remus con nuò a
guardare avan e non disse nulla. “Tu o okay, Moony?” Chiese Sirius,
quando furono tu a le o e ancora non avevano parlato. Adesso
sembrava un po’ preoccupato.
Bene, pensò Remus.
“Si.” Remus rispose, girandosi e chiudendo gli occhi.

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Ferire i sentimenti  
Lunedì 18 gennaio 1976
Remus Lupin non aveva assolutamente alcun interesse per la Foresta
Proibita in nessun altro momento del mese. Cura delle Creature
Magiche gli aveva dato un sano rispe o per le bes e che vivevano lì, ed
era incline a dare loro un ampio spazio.
Il lupo la pensava chiaramente diversamente. James e Sirius - o meglio,
Prongs e Padfoot come erano ora conosciu - ebbero pochissimi
problemi a condurre il lupo mannaro fuori dalla baracca e nell’oscurità
vellutata del bosco. I ricordi di Remus delle lune piene erano migliori di
quanto fossero mai sta - ma ancora non del tu o umani, e quindi
meno comple . Ricordava profumi, forme, rumori e persino sapori, a
volte.
“Non possiamo impedir di dare la caccia ai conigli se vuoi inseguire i
conigli,” James scrollò le spalle, quando Remus si svegliò quella ma na
angosciato dal sangue sulla sua lingua. “Sembravi abbastanza felice in
quel momento.”
“È stato dannatamente divertente.” disse Sirius, leccandosi le labbra.
“Mi stavi incoraggiando!” Remus lo accusò, infilandosi i pantaloni so o
la coperta. “Non dovres farlo, hai autocontrollo!”
“Sì,” Sirius alzò le spalle, “Ma quando sono un cane, sono un cane. È
quello che facciamo.”
Quello era Sirius in ogni cosa. Diver e non assumer responsabilità.
“Non preoccupar , Moony,” James sbadigliò, “Non perme eremo
mai di ferire una persona. E sei diver to, lo prome o.”
Non aveva bisogno che James glielo dicesse. Per quanto l’umano Remus
preferisse rimanere in disparte e separarsi da quegli is n più bassi
rappresenta dal lupo, non poteva aspe are la prossima luna.
“Fareste meglio ad andare”, sbadigliò di rimando, “Vedete se riuscite a
dormire un po’ prima di colazione.”
“Sì, va bene,” James annuì assonnato, “Ci vediamo, Moony.”
“Ciao Prongs.”
‘Prongs’ era stato un colpo di genio un pomeriggio, quando Peter aveva
dimen cato la parola per ‘corna’. Avevano riso tu così forte che il
nome era rimasto.
Remus non era sicuro da dove provenisse ‘Padfoot’. Probabilmente uno
scherzo tra James e Sirius. Comunque, aveva senso, e si erano sistema

89
comodamente nei loro nuovi nomi, sigillandoli nella Mappa del
Malandrino.
Madama Chips gli diede un’occhiata quando arrivò, poi lo mandò via.
“Non hai più bisogno della barella”, si meravigliò, “E hai un bel colore
sulle guance. Riposa stama na, ma se te la sen puoi anche
frequentare le lezioni pomeridiane.”
Si sen va malissimo per averle men to sul mo vo delle sue miracolose
guarigioni, ma non poteva essere evitato.
Remus riuscì a dormire per il resto della ma nata, e si svegliò un po’
troppo presto per il pranzo. Scese nella Sala Comune per sedersi vicino
a una finestra aperta e fumare mentre ripassava i suoi appun di storia
per il pomeriggio. Tu o considerato, pensò tra sé, a parte il problema di
Sirius, la vita stava andando piu osto bene.
Sirius si era scusato per l’incidente alla Torre di Astronomia - Remus
sospe ava fortemente che fosse il risultato di una conferenza con
James. “Scusa, Moony, avrei dovuto controllare, o usare la mappa o
qualcosa del genere, so che odi tu a quella roba da ragazze, e so che
hai fa o un sacco di cose per tenerci fuori dai guai quest’anno ...”
Remus aveva fa o un grande teatrino nel rimuginare su queste scuse,
poi perdonando il suo amico, perché qualsiasi altra cosa sarebbe stata
altamente sospe a. Era mor ficato quando persino Mary venne a
porgerle le proprie scuse, e balbe ò che non gliene importava
minimamente.
Gli piaceva Mary. Non voleva sen rsi in questo modo verso di lei; niente
di tu o ciò era colpa sua, esa amente. E, come diceva spesso James,
Sirius si meritava un po’ di diver mento, considerando l’anno che aveva
avuto. “Ciao, Remus!” Una vocina interruppe i suoi pensieri. si rese
conto che non aveva ancora dato un’occhiata ai suoi appun e la sua
sigare a si era bruciata fino in fondo, senza fumarla.
“Ciao, Christopher,” annuì Remus, aggro ando la fronte mentre si
toglieva la cenere dalla manica. “Tu o bene?”
“Sì.” il ragazzo più giovane sorrise e saltò su per unirsi a lui sul posto
vicino alla finestra. Era più piccolo di Remus - ma lo erano tu . “Che
cosa stai facendo?”
“Storia.” Disse Remus, tra i den mentre accendeva un’altra sigare a.
“Fico!” Christopher sorrise.
Remus inarcò un sopracciglio, ma non disse nulla.
“Allora non darò fas dio.” Christopher disse, speranzoso. “Se sei
occupato.”

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“Che cosa succede?” Chiese Remus, non volendo ferire i suoi
sen men . C’erano abbastanza sen men feri nel mondo e lui si
rifiutava di essere responsabile di quelli di nessuno tranne che dei suoi.
“Ehm, beh, niente in realtà. È un fine se mana di Hogsmeade, questo
fine se mana. “

91
Sì, lo so,” Remus si mosse a disagio. Sicuramente Christopher non
sarebbe così sfacciato da chiedergli di uscire?! Dove e stroncarlo sul
nascere, “Io ehm ... vado con i miei amici, sai.”
“Oh giusto. Ehm ... James Po er e Sirius Black e quell’altro ... “
“Mmh.”
Poteva dire che Christopher, come la maggior parte dei giovani
Grifondoro, oscillava tra stupore e paura per quanto riguardava i
Malandrini. Erano semplicemente così audaci e di così tanto successo
da in midire.
“Beh, stavo solo pensando, ecco tu o.” Christopher si schiarì la gola;
“Sai che stavamo parlando di quel nuovo libro di Aritmanzia, pensavo
che avremmo potuto vedere se da qualche parte lo stavano già
distribuendo.” “Scusa, Christopher,” disse Remus, il più gen lmente
possibile, “Sono davvero impegnato ... ehm ... forse un’altra volta?”
“Okay. Si, certo...”
Christopher sembrava abba uto. Remus si sen va male, ma cos’altro
poteva fare? e aveva davvero dei piani - non con i Malandrini, in realtà;
aveva un’altra telefonata in programma con Grant.
Dopo l’incidente con Sirius e Mary, Remus aveva scarabocchiato
fre olosamente una richiesta di parlare con Grant e l’aveva spedita alla
Dire rice per prima cosa la ma na dopo. Adesso ne era un po’ pen to,
dopo essersi calmato un po’, ma non vedeva l’ora di parlare con Grant
se poteva.
“Ciao Moony!” Sirius a raversò di corsa la Sala Comune dal buco del
ritra o da cui era appena entrato. Si appoggiò al muro accanto a Remus
e Christopher, sorridendo con quel sorriso di Sirius Black.
“Ciao Padfoot,” Remus ricambiò il sorriso - sperava di non guardare
Sirius nel modo in cui lo guardava Christopher. Sarebbe stato
imbarazzante.
“Allora, stabilisci una scommessa per me e Prongs,” iniziò Sirius,
ignorando completamente Christopher, che si alzò e mormorò un
arrivederci, prima di uscire fre olosamente. Sirius non perse tempo a
lanciarsi nello spazio vuoto sul posto vicino alla finestra, “Di quan
nifflers avremmo bisogno per trovare il diadema perduto di Rowena
Corvonero?” “Che cazzo è un diadema?” Remus sorrise.
“Come una corona.” Sirius afferrò la sigare a appena accesa di Remus e
se la portò alle labbra. Remus dove e lo are per non gemere alla vista.
Tirò semplicemente fuori una terza sigare a.

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“Perché,” disse, inspirando profondamente, “tu e James vorreste una
corona?”
“Non so,” Sirius alzò le spalle, “Trovare un tesoro sembra una missione
da
Malandrini. Ehi, cosa voleva quel ragazzo? “
“Christopher.”
“Ah, anche lui è nel tuo fan club?”
“Gruppo di studio.”
“Pff . Cosa voleva?”
“Mi stava chiedendo di uscire,” rispose Remus, asciu o. Guardando
fuori dalla finestra. Apparentemente non abbastanza seccamente -
quando tornò a guardare Sirius, la sua bocca era spalancata. Oh dio, la
bocca di Sirius. “Sto scherzando, Padfoot.” disse Remus, con un
sorrise o. Aveva perfezionato sorrisi sarcas ci.
Sirius sbuffò.
“Bravo, Moony. Pensavo fossi serio.”
Remus prese in considerazione l’idea di dire ‘no, tu sei Sirius’, ma quella
ba uta era esaurita dal primo anno, e gli avrebbe fa o guadagnare solo
un pugno al braccio. Si accontentò di un’alzata di spalle e di un altro ro
alla sigare a.
“Se va di uscire con qualcuno, però,” disse Sirius, sornione, “Chi
preferisci? Lily o Marlene? “
“Sta zi o.” Remus alzò gli occhi al cielo.
“Hai ragione,” con nuò Sirius, in tono colloquiale, “Lily è presa - voglio
dire, non sa di essere presa, ovviamente ... quindi Marlene! Hogsmeade
sabato?”
“Mi stai chiedendo di uscire per conto di Marlene?”
“Può essere.”
“No.”
“Posso convincerla a chieder di uscire da sola, se vuoi, ho solo pensato
che a me avres de o di sì.”
A te direi di sì. Pensò Remus, pate camente.
“Marlene non è interessata a me.” Disse. Questo, aveva deciso, era
meglio che dire ‘Non sono interessato a lei’ - perché ovviamente questo
avrebbe solo invocato la domanda ‘perché no?’
“Certo che lo è, voi siete amici, non è vero? Comunque, devi venire, lo
facciamo per sostenere James.”

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“Adesso anche James è coinvolto.” Remus spense la sigare a e si alzò,
ficcando i suoi appun di storia nella borsa. Ovviamente non sarebbero
sta le adesso.
“Pranzo?” Disse.
“Sì.” Sirius annuì, ge ò la sua sigare a fuori dalla finestra e si alzò. Si
diressero verso il buco del ritra o. “Sì, James è coinvolto,” con nuò
Sirius, mentre si dirigevano verso la Sala Grande. “Dobbiamo essere
tu lì - e idealmente accoppia - in modo che possa chiedere a Evans di
uscire.” James chiede a Lily di uscire una volta alla se mana.”
“Vero,” Sirius annuì, “Ma questa volta sta seguendo uno schema di
gioco.”
“Oh?”
“Ha una canzone e tu o il resto.”
“James scrive canzoni?!” La maschera di Remus cadde per un momento
in sincera sorpresa.
“Beh,” Sirius si leccò le labbra, “Potrei avergli dato una mano ...
comunque, abbiamo tu bisogno di avere degli appuntamen , per
piantarle l’idea nella sua mente. Come quella roba da psicologia
babbana.”
“Per quanto mi piacerebbe vedere James rendersi un idiota in nome del
vero amore,” Remus rise, “Sono impegnato sabato.”
“A fare cosa?”
“Non sono affari tuoi,”
“Vedi, Moony,” sospirò Sirius, “Questo è il mo vo per cui le ragazze non
ne hanno mai abbastanza di te, sei così misterioso.”
Remus non era sicuro se Sirius stesse facendo uno scherzo crudele,
quindi lo lasciò lì. Camminarono in silenzio per un po’.
“Ehi, Moony?” Sirius ricominciò.
“Sì?”
“Ti piace Mary?”
“Che cosa?!”
Si erano ferma appena fuori dalla sala da pranzo, e Remus si voltò per
guardare Sirius scioccato. Sirius sembrava imbarazzato, giocherellava
con il suo orecchino,
“Be’, sei stato un po’ ... strano da quando abbiamo iniziato a uscire. E
ho
visto a malapena dal, ehm ... dal fiasco dell’arazzo.”
Remus sbuffò.

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“No. Non mi piace Mary.”
“Okay bene,” Sirius gli sorrise. “Quindi verrai all’appuntamento di
Marlene?”
“Ancora occupato, mi dispiace.”

Sabato 31 gennaio 1976


Ricordando che l’ul ma volta che aveva provato a fare una telefonata
privata era stato seguito, Remus chiese di prendere in pres to il
mantello di James per il loro viaggio a Hogsmeade. Buon vecchio James,
puoi fare affidamento su di lui per non fare un sacco di domande.
Sopra u o quando era distra o dai nervi per aver chiesto a Lily di
uscire.
“Sì, certo Moony, certo ...” mormorò, fissandosi allo specchio, “È so o il
le o. Ehi, dires che i miei capelli hanno bisogno di essere taglia ?
Sembrano un po’ disordina ?”
“Sembrano disordina ,” disse Remus, da so o il le o, “Ma non aiuterà.
Non preoccupar , le ragazze pensano che sia affascinante.”
“Si? Si hai ragione ...”
“Le hai chiesto di uscire prima,” disse Remus, emergendo con il
mantello e spazzolando la polvere dai suoi ves , “Come puoi essere
nervoso adesso?” “Perché sono dannatamente pazzo di lei.” James
rispose, senza ba ere ciglio. “Sai quando non riesci a toglierteli dalla
mente, e nella tua testa è fantas co, e tu o sta andando come vuoi -
ma poi sono lì, di fronte a te, e ... beh, tu o va merda, perché è molto
più spe acolare nella vita reale, sai?” “Si.” Remus sbuffò, stropicciando
il mantello dell’invisibilità mentre Sirius usciva dal bagno.
Giù nel villaggio, Remus augurò buona fortuna a James prima di sparire
tra i gen luomini ai Tre Manici di Scopa, ge andosi sopra il mantello e
poi uscendo di nuovo. Questa volta riuscì ad arrivare alla vecchia cabina
telefonica babbana esa amente al momento giusto e digitò il numero
con entusiasmo.
“Oi oi, felice anno nuovo e tu o il resto”, la voce di Grant risuonò sul
filo. Remus sorrise,
“Felice anno nuovo! Avevo una cartolina per te, ma non l’ho mai
inviata.
Scusa.”

95
“Finché ricordi il mio compleanno.”
“Oh! Ehm, okay, quando è? “
Grant abbaiò dalle risate,
“Sto scherzando stupido scemo. Non ho mandato neanche io una
cartolina. “
“Oh!”
“Prendi le cose ancora troppo sul serio, allora.”
“Sì,” Remus ridacchiò, “suppongo. Come va?”
“Una merda.” Grant rispose, la sua voce si alzò leggermente mentre
inspirava - Remus immaginò che stesse fumando. “Malede amente
terribile, in realtà. Ma non preoccupar . Problemi miei.” “No, dimmi,
dai. Potrei essere in grado di aiutare.”
“Solo la Dire rice. Non preoccupar . Ehi, come vanno le cose con il tuo
ragazzo snob? Ti è passata?”
“No.” Remus sospirò, “È peggio, semmai.”
“Sì, lo sapevo.”
“Hai de o che non sarebbe durato!”
Ho men to per far sen re meglio.”
Remus non poté fare a meno di ridere. Grazie a Dio per Grant.
“Mi sento come se stessi impazzendo.” Disse, sussurrando al telefono i
segre che non era stato in grado di dire ad alta voce. “Mi sento come
se stessi per fare qualcosa di pazzo. Lui è così...”
“Stai a ento.” Grant ha avver to; “Ricorda quello che ho de o.”
“Sì,” Remus sospirò di nuovo. “Allora, com’è andato il tuo Natale?”
“Una schifezza. Avevo intenzione di andare da mia nonna, ma il nonno
ha cancellato all’ul mo minuto. Non voleva far vedere il suo nipote
frocio ai vicini. La prossima volta che lo vedrò, indosserò un ves to.”
“Mi dispiace, Grant.” Disse Remus, piano, sentendosi ancora peggio per
non aver spedito il biglie o.
“Aww zi o,” rispose Grant, e Remus capì che stava sorridendo, “Come
ho de o, non è un tuo problema. Oi, potrei non essere qui ancora per
molto, però. Io ehm ... probabilmente verrò spostato. Non sono andato
esa amente a scuola ...”
“Dove andrai?!”
“Non lo so. Penso di aver chiuso con l’orfanotrofio. Potrei andare a
Londra, ho alcuni amici lì.”
“Come troverò?”

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“Dio benedica.” Grant disse; “Avevo dimen cato quanto sei dolce.
Potres darmi il tuo indirizzo e farò del mio meglio per scrivere?”
“Io ... non posso.” Remus sen uno strappo orribile dentro. “Mi dispiace
davvero, vorrei poterlo fare, davvero ... la mia scuola non è proprio un
po normale di scuola, e ... beh, non è proprio possibile.” “Beh. È tu o
qui, allora.” Grant rispose.

Remus arrancò di nuovo al villaggio con il cuore pesante. Tu a


quell’ossessione per Sirius era finita nel nulla, e ora correva il rischio di
perdere qualcuno altre anto importante. Qualcuno a cui piaceva
veramente. Apparentemente Remus era interessato solo a persone che
non poteva avere. Avrebbe cercato di individuarlo con degli incantesimi
il prima possibile, decise. Non avrebbe perso le tracce di Grant in quel
modo.
Fu un po’ rallegrato entrando nei Tre Manici di Scopa nel vedere Piton
seduto in un angolo, solo, che guardava torvo la stanza. Remus tornò
subito in bagno, si tolse il mantello e poi uscì, assicurandosi di ca urare
lo sguardo di Severus. Il ragazzo Serpeverde quasi cadde dallo sgabello
del bar per la sorpresa. Remus sorrise mentre si avvicinava per unirsi ai
suoi amici. Erano tu lì: Peter e Desdemona, Sirius e Mary, Marlene,
James e Lily.
Lily sembrava molto rosa in faccia, ma molto compiaciuta, e James stava
guardando il fondo del suo bicchiere vuoto. Era bagnato gocciolante e
aveva un odore dolciastro. Evidentemente la serenata non era andata
bene.
“Moony!” Tuonò Sirius, invitante, “Ti sei perso tu o il diver mento!”
“Sì, scusate,” Remus sorrise a tu educatamente, rando fuori la sua
sedia. Sirius fece cenno alla graziosa barista per un’altra Burrobirra.
“Ehm...” Remus lanciò un’occhiata a James, poi a Lily. “Come state?”
Peter si lasciò sfuggire una strana risa na acuta, poi si mise la mano
sulla bocca. Sirius inarcò un sopracciglio.
“Oh, abbastanza bene, Moony, abbastanza bene ... stavo solo dicendo,
è passato un po’ di tempo da quando i Malandrini hanno fa o uno
scherzo vero e proprio.”
“Hai messo bombe puzzolen so o il tappeto nella Sala Comune dei
Serpeverde la scorsa se mana.” Disse Lily.

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“E ieri hai inver to le len su tu i telescopi nella Torre di Astronomia.”
Disse Marlene.
“E hai de o che domani avevi intenzione di ...” iniziò Mary, ma Sirius
alzò gli occhi al cielo,
“Sì sì, ma quelle cose sono un gioco da ragazzi.” Disse, decisamente.
“Inoltre, eravamo solo io e James che stavamo perdendo tempo. Un
vero scherzo da Malandrini ha bisogno di tu e qua ro. “
“Remus non vuole partecipare ai tuoi stupidi scherzi,” disse Lily.
“Sì, invece.” Remus rispose - in parte perché era di ca vo umore e si
sen va contrario, in parte per solidarietà per il povero James, che aveva
ancora la Burrobirra che gli gocciolava dalla punta del naso.

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Bombe letame e armadi 
delle scope  
She’s like a live bombshell,
Like a flash out of hell!
And when she’s shaking her
- ooh! Everyone fell at her
feet
And that’s neat
and she took me complete-ly
By surprise with her ultrasonic eyes
That were flashing like hysterical
danger signs! That said ‘beware
where you tread’, Or you’ll go out of
your head!
Look out!
She’s a hell raiser, star chaser, trailblazer
Natural born raver, yeah, yeah, yeah, yeah, yeah
She’s a hell raiser, star chaser,
trailblazer Natural born raver,
yeah, yeah, yeah Look out!

Lunedì 23 febbraio 1976


Era uno scherzo abbastanza semplice per cominciare: bombe letame
vecchio s le. Ma l’allegria di Sirius alla prospe va che tu e qua ro i
Malandrini lavorassero di nuovo insieme significava che l’idea con nuò
a crescere e ad espandersi, fino a quando non coinvolse in qualche
modo qua rocento bombe letame, un incantesimo di ritardo
temporale, e tu e qua ro fuori dal le o dopo il coprifuoco.
Lo avevano rimandato abbastanza a lungo. Anche se Remus aveva
acce ato di rinunciare ai suoi compi per una sera, avrebbero dovuto
raccogliere i materiali (non aveva chiesto dove avessero trovato
qua rocento bombe letame. Meglio non saperlo.), e poi fare i con con
gli allenamen di Quidditch e la pa uglia del Prefe o. Poi ci fu la luna

99
piena. Con tu o, la prima no e che furono tu disponibili fu alla fine
di febbraio.
“È passato un po’ di tempo!” James sorrise mentre scompariva so o il
mantello.
La capacità di Peter di trasformarsi in un topo era incredibilmente u le,
sopra u o quando poteva rimpicciolirsi e riposare sulla spalla di James
so o il mantello dell’invisibilità. Sfortunatamente, per quanto fossero
tu al adesso, tre erano ancora troppi.
“Voi due usate il mantello,” sospirò Remus, togliendolo dopo aver
provato ad accovacciarsi abbastanza in basso da non mostrare le loro
caviglie, “Farò lampeggiare la mia spilla da Prefe o se qualcuno mi
chiede cosa sto facendo.”
“Toglie tu o il diver mento, però.” Si lamentò Sirius, leggermente
ova ato so o il tessuto.
“Sono sicuro che troverai ancora un modo per diver r ,” disse Remus.
“Dai su.”
Lasciarono la stanza del dormitorio e scesero le scale per lasciare la
Torre di Grifondoro. Remus doveva camminare lentamente in modo che
gli altri potessero stare al passo, ma era ansioso di farla finita. Era una
buona idea e tu o il resto, ma ci sarebbe voluta quasi tu a la no e se
volevano coprire tu e le loro basi, e il martedì si alzava presto.
“Ciao, Remus!”
Non appena svoltarono l’angolo, si imba erono in Christopher. Stava
diventando ridicolo. Ovunque si voltasse, se Piton non lo stava
guardando, allora c’era Christopher. Remus si fece coraggio e sorrise
ampiamente, profondamente consapevole che i tre Malandrini stavano
proprio dietro di lui, invisibili.
“Ciao Christopher, come va?”
“Non male!” Il ragazzo felice replicò cingue ando; “Stavo andando nella
Sala Comune, hai voglia di una par ta a scacchi?”
“Ehm ... scusa, sono di pa uglia.” Remus tamburellò sul suo dis n vo di
metallo.
“Oh giusto. Dov’è Lily, allora? “
“In bagno.” Disse, velocemente. “La sto solo aspe ando.”
“Aspe erò con te!” Christopher sorrise. Remus comba é l’impulso di
schiaffeggiarsi sulla fronte incredulo.
“Oh no,” rise, cercando di mantenere il suo tono amichevole, “No, vai in
Sala Comune ... è quasi il coprifuoco, non voglio dover dare una
punizione!”

100
“Oh, okay allora.” Christopher annuì. Remus lo aveva sempre e solo
deluso. “Ci vediamo più tardi, forse? Ah mi sono dimen cato di dirtelo,
sono così entusiasta della tua festa!”
“La mia cosa?!”
Ci fu un basso gemito di fas dio proprio dietro Remus.
Fortunatamente, Christopher sembrava non averlo sen to.
“La tua festa di compleanno! Non vedo l’ora, non sono potuto venire
alla festa di Sirius Black a novembre, avevo un saggio di Pozioni da fare,
ma questa volta mi assicurerò di togliere tu o di mezzo prima!”
“Grande,” rispose Remus, dandogli un pollice in alto. Vai via, per l’amor
di Dio! “Ci vediamo lì, allora.”
Christopher balzò via, abbastanza felicemente. Remus sorrise e si voltò
verso i ragazzi invisibili, parlando sopra le sue spalle.
“La mia festa, eh?”
“Doveva essere una sorpresa!” Sussurrò James.
“Chi è quel piccolo idiota, comunque ?!” Chiese Sirius.
“Lascialo in pace,” disse Remus, “È solo amichevole.”
“Un professore così benevolo.” James rise. “La prossima volta porterà
una mela.”
“Beh, uno di voi dovrebbe dirgli che preferisco la cioccolata, allora.”
rispose Remus, disinvolto, mentre si facevano strada lungo il corridoio
Distribuirono le bombe letame il più velocemente possibile, e Remus
eseguì l’incantesimo del ritardo temporale - qualcosa con cui si stava
divertendo da un po’. La chiave era assicurarsi che le bombe letame
fossero sparse equamente in tu o il castello, al fine di causare il
massimo caos.
“Ho distanziato i tempi a intervalli di un’ora,” spiegò Remus a bassa
voce, “Penso che a Gazza ci vorrà circa un’ora per sgombrare il primo
lo o, quindi non appena avrà finito il secondo lo o par rà ... poi il
terzo. “
“Non prenderemo mai più in giro, Moony,” promise Sirius. “Malede a
leggenda.”
“Sì, finché nessuno sa che sono stato io.” Rise; “Ho la mia reputazione a
cui pensare”.
“Ooh sì, non possiamo perme ere al piccolo Christopher di scoprire che
il suo eroe è un ca vo ragazzo, vero?”
Remus gli diede una brusca gomitata sul fianco.

101
“Sbriga ,” disse Peter, ora umano, torcendosi le mani, “Ho promesso
che avrei provato a dare la buonano e a Dezzie prima del coprifuoco ...
possiamo fare il piano di Corvonero dopo?”
“Ah, il giovane amore,” ridacchiò James, “Dai alla tua ragazza un bacio
della buonano e mentre i tuoi amici le bloccano i pun di uscita ...”
“Pensa che sia divertente,” Peter scrollò le spalle, leggermente rosa.
“Oi, Pete, quanto in là sei arrivato con Desdemona, comunque?” Chiese
Sirius bruscamente.
Peter sba é le palpebre selvaggiamente un paio di volte. Non era
abituato a essere chiamato così da Sirius - che ul mamente gli aveva
fa o ogni sorta di domande dall’inizio della sua relazione con Mary.
Remus era dell’idea che Sirius vedesse tu o come un’estensione della
compe zione degli sbaciucchiamen . “Ehm ... cosa intendi?”
“Sai,” con nuò Sirius, maneggiando con noncuranza alcune bombe di
letame, “Sopra i ves o so o i ves , sopra la vita o so o ...”
“Niente del genere!” Peter adesso era rosso vivo. “E ... comunque non
sono affari tuoi.”
“Oh andiamo, dirò quanto sono arrivato lontano con MacDonald.”
“Non voglio sapere ...”
“Mi ha fa o toccare le ...”
“Okay, finito!” Disse Remus ad alta voce. “Prossima fermata,
Corvonero!” Impiegarono quasi un’altra ora, ed era ormai passato il
coprifuoco quando ebbero finito tu o.
“Con il senno di poi,” James sbadigliò, “avremmo dovuto iniziare a
me erli più lontano dalla Sala Comune e tornare indietro.” Remus
annuì assonnato.
“Ce l’abbiamo fa a, però!” Sirius applaudì. “I Malandrini sono torna !”
“Non siamo mai anda da nessuna parte”, mormorò Peter. Era ancora
seccato per essere stato messo in difficoltà prima.
Erano giun a metà strada quando Remus colse l’odore di Mrs Purr. Zi
gli altri e Peter si trasformò rapidamente in un topo, più per nervosismo
che altro. James stava alzando il mantello per coprirli tu , quando
apparve il ga o, miagolando sdegnosamente. Sirius, ancora pieno di
energia, fece l’occhiolino a James,
“Guarda questo!” e si trasformò in un cane. Abbaiò tre volte e Mrs Purr
voltò la coda e si mise a correre. Sirius si voltò, ridendo istericamente.
“Chi è là?!” La voce di Gazza echeggiò dietro lo stesso angolo.
“Ce l’hai fa a!” Remus geme e, “Sei un idiota!”

102
“Correte!” Disse James, e si avviò a tu a velocità verso la Sala Comune,
con Peter che squi va dietro di lui. Remus cercò di tenere il passo, ma
il suo fianco non lo permise, e presto fu senza fiato. Sirius rimase con
lui, con suo grande fas dio,
“Vai avan !” Ansimò, agitando una mano a Sirius, “Potrei non me ermi
nei guai, ma tu si, non rallentare ...”
“Sciocchezze, Moony,” disse Sirius, guardandosi rapidamente intorno. Il
suo viso si illuminò, “Qui dentro!” Sirius afferrò Remus per il polso e lo
trascinò in un armadio per scope vicino, chiudendo la porta il più
silenziosamente possibile.
“Perfe o.” Remus sibilò, infas dito, ri rando la mano, “Ora se ci
beccano sapranno che stavamo tramando qualcosa.”
“Oh, rilassa , okay?” Sirius riba é; “Il peggio che avremo è una
punizione. Prima ricevevi un sacco di punizioni, eri divertente.”
“Beh, mi dispiace se la mia idea di diver mento non implica passare
tu a la no e bloccato in un armadio con te!” Sussurrò Remus in
risposta, caldo. Era buio, e sapeva che Sirius non poteva vederlo così
bene come Remus poteva vedere Sirius.
“Lumos!” Sussurrò Sirius, accendendo la punta della bacche a e
frugando in tasca. Non c’era molto spazio, e con nuava a spingere
contro il fianco di Remus.
“Cosa stai facendo adesso!?” Remus sca ò, cercando di allontanarsi il
più possibile. Perché non avrebbe potuto finire intrappolato con James?
O Peter? Peter sarebbe stato perfe o.
“Calma cazzo,” Sirius grugnì, “Ho la mappa ... aspe a ... aha!” Prese la
pergamena bianca dalla tasca posteriore e la picchie ò con la
bacche a: “Giuro solennemente di non avere buone intenzioni ...”
Niente.
Sirius si schiarì la gola, “Ahem. Giuro solennemente di non avere buone
intenzioni ... Moony, è ro a.”
“O è solo una vecchia pergamena e qualcun altro ha la mappa.” Suggerì
Remus.
“Po er! Lo ucciderò cazzo.”
“No va bene.” Remus disse, pensando velocemente, “Se James ce l’ha,
allora può trovarci. O almeno sa dove siamo.”
“Oh, sì, suppongo che tu abbia ragione. Pensi che dovremmo aspe are,
allora?”
“Beh, dato che ci hai messo all’angolo, non credo che abbiamo scelta.”
Sirius sospirò, pesantemente. Remus sen il suo respiro contro la
clavicola. Cercò di voltarsi di nuovo, sentendo un allarmante irrigidirsi

103
nei pantaloni. “Godric,” sbuffò Sirius, “Qual è il tuo problema?!” “Che
cosa?!” Remus reagì, sorpreso.
“Sono anni che temporeggi su questo scherzo, evitando me e James da
Natale ...”
“Ho ripassato e voi avete avuto il Quidditch! Non abbiamo più dodici
anni, non possiamo passare tu o il nostro tempo insieme.” “A me
sembra che passi molto tempo con Evans.”
“Siamo Prefe insieme, mi aiuta con le pozioni.”
“E l’umore?”
“Che umore?”
“Tu! Sei stato luna co tu o l’anno.”
Remus era piu osto seccato di essere chiamato ‘luna co’ dalla regina
del dramma di Grifondoro, ma tenne a freno la lingua. Non andava
bene li gare, non quando eri così vicino che le tue ginocchia si
scontravano.
“Non è niente. Stress da esami.”
“Non credo.” Disse Sirius con aria di sfida. La sua bacche a si era
spenta, ma stava guardando Remus. Forse poteva vedere al buio. I cani
possono, no? I suoi occhi ardevano come carboni.
“Qualcosa non va, Moony, dimmelo.”
“Non c’è niente che non va. Lascia stare, va bene?”
“Okay.” Sirius rispose, la sua voce ora più morbida, meno aggressiva.
“Okay, ma vorrei che me lo dicessi. Mi raccontavi i tuoi segre .”
“Sen , questo non è il momento.” Sussurrò Remus, chiudendo gli occhi
e girando la testa dall’altra parte. “S amo per farci beccare fuori dal
le o e probabilmente ricevere un mese di punizione. Dobbiamo stare
zi .” Sen Sirius annuire, e non dissero altro.
Potrebbe trovare una scusa, pensò Remus, per l’umore. Se lo stress da
esame non aveva funzionato, forse menziona la guerra. I Malandrini
non ne avevano discusso in de aglio, ed era nella mente di Remus,
quindi sperava che fosse più credibile. Ma non voleva ricordarlo a Sirius,
dopo tu o quello che aveva già passato. Aveva considerato di
menzionare il suo problema con Piton - ma era ugualmente
preoccupato per la reazione di Sirius a questo. Si era messo già
abbastanza nei guai, ul mamente, e Remus non voleva che nessuno
inseguisse Severus per suo conto. Se ne sarebbe occupato lui stesso.
Alcune no , quando non riusciva a dormire, Remus aveva persino
rifle uto sulla possibilità di affermare di avere una co a per Mary. Era
sicuro che Sirius sarebbe stato comprensivo, e sembrava una facile via

104
d’uscita. Oppure poteva fingere che Grant fosse una ragazza, e
raccontarglielo. Aveva deciso di non farlo e si sen va in colpa anche
solo per aver avuto l’idea. Era disonesto nella migliore delle ipotesi e
irrispe oso nel peggiore dei casi, anche se Grant non lo avrebbe mai
scoperto. Non c’era niente da fare se non aspe are che passasse.
Dio, era caldo, schiacciato in un armadio così. Remus fece tu o il
possibile per tenere la schiena premuta contro il muro. Non c’era quasi
spazio; se Sirius avesse fa o un passo avan di un cen metro si
sarebbero tocca , e se - orrore degli orrori - fossero entra in conta o
da qualche parte so o la vita avrebbe scoperto che Remus era rigido
come una verga.
Era una tortura.
“Moony?” Sirius sussurrò, così piano che Remus pensò che avrebbe
potuto immaginarlo. Ma lui lo stava guardando, una strana espressione
sul suo viso,
“Sei ...”
Improvvisamente, fortunatamente, la porta si spalancò, rivelando
James che gli sorrideva, Wormtail sulla spalla.
“Vi diver te, ragazzi?”
Remus avrebbe potuto baciarlo.
“Il nostro eroe,” sorrise debolmente.

105
Sweet Sixteen  
Martedì 9 marzo 1976
Era un miracolo di proporzioni epiche che nessuno di loro fosse stato
beccato - e ancora più miracoloso che il loro scherzo fosse andato
avan senza intoppi il giorno successivo, risultato una ma nata libera
dalle lezioni mentre Gazza si occupava del terribile fetore. Il resto delle
lezioni si svolse all’aperto, so o il sole primaverile, il che, per i
Malandrini, fu una vi oria.
Inoltre, Sirius riuscì a malapena a contenere la sua gioia quando
tornarono tu nella Sala Comune quella sera per trovare un avviso
appuntato sulla bacheca che ricordava agli studen che i cani non erano
nell’elenco approvato per gli animali domes ci a Hogwarts. Ciò causò
un’enorme confusione tra il resto della popolazione studentesca,
ovviamente,
“Non ho mai visto un cane! Chi ha un cane?”
“Se uno dei Serpeverde ha preso un cane, allora voglio portare il mio
coniglio da casa!”
“Penso di averne visto uno nel parco, in realtà - forse è un randagio?”
Inu le dire che Sirius e James erano nel loro elemento.
“Lo troverò!” Sirius annunciò,
“Scomme o che è proprio so o i nostri nasi!” James rise.
“Potrebbe essere più vicino di quanto pensiamo!”
Anche Remus rise, cercando di mascherare il suo disagio. Sirius fino a
quel momento non aveva de o nulla della mezz’ora in quell’armadio
delle scope. Remus poteva solo presumere che:
1. Sirius non aveva trovato niente fuori dall’ordinario, e infa
Remus stava ancora una volta pensando troppo alle cose
(probabilmente), o;
2. Sirius ora sapeva tu o di Remus, i suoi desideri più oscuri e i
segre più profondi - e preferiva non affrontarlo perché l’intera
faccenda era semplicemente troppo imbarazzante (meno probabile, ma
più spaventosa).

In ogni caso, Remus si bu ò nei suoi compi , nei suoi doveri di Prefe o
e in generale nell’essere uno studente modello. Questo almeno

106
assicurava che fosse fuori dalla portata di Sirius - Sirius aveva
evidentemente deciso di fare l’esa o contrario.
Non era mai stato esa amente il migliore nel seguire le regole,
ovviamente. Ma anche James aveva ammesso che quest’anno Sirius
sembrava stesse tentando di ba ere un qualche po di record. Era in
punizione quasi tu e le sere, raramente completava i compi (anche se
avrebbe potuto farlo con un braccio legato dietro la schiena, se solo
avesse voluto) e divideva il resto del suo tempo tra maledire e vedere
fino a dove poteva arrivare la sua lingua nella gola di Mary MacDonald.
Non che a Mary sembrasse importare, molto.
Andava bene. Tu o era proprio come doveva essere.
Non era facile, però. Per quanto fosse un sollievo essere lontano
dall’unica persona intorno alla quale non poteva essere ragionevole -
Remus trovava anche molto angosciante essere lontano dall’unica
persona con cui non poteva essere sensibile. Marlene e Lily erano
adorabili - erano gen li e diverten , intelligen e generose. Ma erano
un misero sos tuto ai malandrini.
Provò a passare un po’ più di tempo a parlare con Christopher,
facendogli domande su casa o sulla musica che gli piaceva. Era peggio
di quanto si aspe asse. Christopher era un mago purosangue, che non
conosceva la musica babbana e non sembrava interessato a sen rne.
Inoltre, si era reso conto del suo errore nel rovinare la sorpresa del
compleanno di Remus, e non avrebbe smesso di scusarsi, il che era
incredibilmente fas dioso.
Remus aveva già promesso a James che si sarebbe finto sorpreso
quando la festa sarebbe stata svelata in suo onore. Aveva provato a
dissuaderli tu , ovviamente, ma supplicava la moderazione dal primo
anno e sapeva che probabilmente non l’avrebbero capito.
“Non fate troppe storie!” Disse, a cena la sera prima, “Lily impazzirà...”
“Sbagliato,” disse James, compiaciuto, “Lily ha spedito metà degli
invi !” “Invi ?!”
“Sì, c’è stato molto interesse. Stavo pensando di far pagare l’ingresso, in
realtà.” Spiegò Sirius, con gli occhi che scin llavano sul tavolo.
Remus guardò il suo cibo, velocemente. Aveva deciso di non stabilire
mai più un conta o visivo con Sirius. Non sarebbe stato facile, ma era
l’unico modo; di questo era convinto.
“La tua piccola banda della biblioteca voleva venire,” con nuò James,
“E non sono tu Grifondoro, quindi abbiamo dovuto aprirla ad altre
case ... poi c’è questo strano gruppo di se mi anni che dice che sei una

107
‘leggenda totale’ - non ho idea di cosa si tra , hai una doppia vita
segreta o qualcosa del genere, Moony?”
Remus scrollò le spalle. C’erano ancora degli studen che gli
chiedevano sigare e, anche se non le vendeva più. Di solito, però, non
gli importava prestare sigare e, a pa o che alla fine venissero
rimborsate.
“Be’, comunque”, James si spinse gli occhiali su per il naso, “Hai
semplicemente troppi fan, Moony, e non possiamo deluderli tu con
un breve preavviso, vero?”
“Bene. Niente alcol, però. “ Remus sospirò. “Il giorno dopo c’è scuola.”

Mercoledì 10 marzo 1976


Aveva piovuto, la ma na del compleanno di Remus, ma non poteva
importargli di meno. Si svegliò con una pila di regali dei Po er; ogni
sorta di cose adorabili come dolci e una torta di compleanno fa a in
casa, oltre a un taccuino rilegato in pelle e una penna abbinata. C’erano
biglie ni di tu - incluso uno del professor Ferox, che fece arrossire
Remus da cima a fondo. A colazione, i Malandrini condussero quasi
tu a la scuola in un coro di ‘buon compleanno’ che finì per durare
cinque bis prima che Remus tentasse di strisciare so o il tavolo per
sfuggirgli. I Serpeverde si accigliarono, il viso impassibile, e in un impeto
di gioia di vivere per il compleanno, Remus fece persino la linguaccia a
Piton.
I Malandrini quindi gli riempirono il pia o con una fe a di pane tostato
con ogni guarnizione disponibile e consegnarono i propri doni. Sirius e
James erano nei loro abi da Quidditch pron per un allenamento
ma u no prima delle lezioni.
“Dobbiamo, Po er?” Marlene piagnucolò, guardando il soffi o
incantato che era grigio e piovigginoso.
“Sì, se vogliamo quella coppa.” Asserì James, versandole un’altra tazza
di caffè. “E ancora, dopo l’ul ma campanella, prima del ... sai-cosa.”
Strizzò l’occhio a Marlene in modo così elaborato che Remus quasi
scoppiò a ridere.
“So le, Po er.” Marlene inarcò un sopracciglio.
“Bene, devo andare in biblioteca,” disse Mary allegramente, alzandosi
dalle ginocchia di Sirius, “Devo res tuire quel libro di Divinazione prima
che Pince mi chiami per farmi appendere, e squartare.”

108
“Ci vediamo dopo l’allenamento di Quidditch?” Chiese Sirius, tenendo
ancora Mary per i fianchi.
“Nah,” scosse la testa, i riccioli che rimbalzavano, “Sono davvero
indietro con Storia, pensavo di fare un salto ad una delle lezioni di
Remus.” “Sessioni di studio”. Remus la corresse, velocemente, a ento a
non guardare la coppia troppo a lungo.
“Qualunque cosa dica, professor Lupin,” gli sorrise sfacciatamente. “Oi,”
Sirius la rò per reclamare la sua a enzione, “Pensavo che sares
seduta sugli spal del Quidditch e avres fa o i compi ?”
“Beh, ho de o che avrei potuto,” Mary si dimenò per liberarsi, “Ma oggi
si gela, e Remus è davvero bravo a spiegare ...”
“Bene.” Disse Sirius, arrabbiato, scuotendo i capelli e incrociando le
braccia.
“Fai quello che vuoi, non mi interessa.”
“Oi, non sfidarmi, Black.” Mary si accigliò; “Perderai, te lo prome o.”
Sirius non alzò lo sguardo. Mary si mise una mano sul fianco, “Dammi
un bacio d’addio, allora?”
Sirius non si mosse. Il viso di Mary si incupì.
“Bene.” Sca ò, con un piccolo passo del piede. “Ci vedremo quando
malede amente mi andrà.” E marciò via.
Tu gli altri al tavolo si guardarono intorno imbarazza , e ora Remus
non era l’unico a evitare lo sguardo di Sirius. Per fortuna, Sirius era, per
una volta, in sintonia con i sen men degli altri, e si alzò.
“Ci vediamo in campo.” Mormorò a James mentre usciva dalla stanza, le
ves rosse che sibilavano dietro di lui.
“Bene.” Marlene ha de o; “Non vedo l’ora di sen rne parlare
per le prossime due se mane. Spero che facciano pace presto.”
Tu a tavola erano d’accordo.

“Il fa o è,” disse Mary a Remus più tardi quella sera, mentre si
dipingeva le unghie di una tonalità di rosso scuro, “Sirius ed io abbiamo
entrambi una personalità così focosa, sai? In Witch Weekly, si dice che
significa che la nostra relazione è molto appassionata.”
“Mmh.” Remus rispose, cercando di ascoltare mentre iniziava a
disegnare le linee per la sua carta Astronomica in modo molto deciso.
“E ovviamente, la passione è davvero buona, in una relazione”,
con nuò, soffiandosi sulle unghie. “Voglio dire ... è davvero buona, per

109
quella parte della relazione.” Sorrise tra sé, in quel modo orribile,
compiaciuto, soddisfa o, felice con cui sorrideva sempre quando
parlava di Sirius. “Ma ha bisogno di imparare che ho la mia vita, sai?
Voglio dire, sono gli anni
Se anta!”
“Sì grandioso.” Remus annuì, senza alzare lo sguardo.
“Remus?” Christopher apparve al suo fianco, “Stai facendo una mappa
stellare? Posso guardare?”
“Non sono molto bravo in Astronomia, Chris,” rispose Remus, cercando
di concentrarsi sulle sue linee, “Farai meglio a leggere il libro di testo--”
“Oh no, scomme o che sei fantas co!”
“No sono davvero--”
“Remus?” Mary disse, chinandosi sulla scrivania, spalmando la più
piccola macchia di smalto rosso sulla sua pergamena; “Mi stai
ascoltando? Ho chiesto se sai perché Siriu--”
“Lupin, Lupin!” Un terzo anno uscì dal buco del ritra o, “Ho perso i tuoi
appun sugli unicorni, mi dispiace davvero, ma--”
“Ei Lupin, posso prender una sigare a?”Apparve un sesto anno.
Remus aggro ò la fronte. Un dolore sordo era iniziato dietro i suoi
occhi. “Solo - potete tu stare zi , per favore?!” Disse, molto più
bruscamente di quanto intendeva. Alzò lo sguardo e vide che tu lo
fissavano, con gli occhi leggermente spalanca . “Ehm ... ho mal di testa,
vado a sdraiarmi.” Si alzò. “Oooh!” Mary disse, alzandosi anche lei:
“Non puoi! Scusa, Remus, ma i ragazzi stanno pianificando ... ehm ...
voglio dire fare ... ehm ... voglio dire ...” Si morse il labbro. “Avrei dovuto
tener quaggiù ...” Remus fece un respiro profondo. “Okay. Allora andrò
in infermeria.”
Rifiutò tu e le offerte di accompagnarlo, affre andosi il più
velocemente possibile, con il cranio che pulsava mala ccio a ogni
passo. Non andava bene, avrebbe dovuto iniziare a essere scortese con
le persone - per il bene della sua sanità mentale, se non altro. Da
quando era diventato il miglior amico di tu , comunque? Non era lo
stesso monello magro, meschino, dell’orfanotrofio che era sempre
stato?
La fresca quiete dell’infermeria era così rassicurante che Remus
avrebbe potuto scoppiare in lacrime. Per quanto di solito si sen sse
molto a casa nel caldo bagliore rosso della Sala Comune dei Grifondoro,
era nei grigi tranquilli dell’ospedale dove Remus ricordò per la prima
volta di essersi sen to veramente in pace a Hogwarts. Rimase lì a

110
godersela per un momento, gli occhi chiusi. Se solo avesse potuto
restare lì tu a la no e. “Ciao Remus caro,” Madama Chips sorrise,
uscendo dal suo ufficio, “Va tu o bene?”
“Io ehm ...”
Oh no. Stava davvero per piangere. Deglu impotente e si portò un
pugno alla fronte.
“Remus?” L’infermiera si avvicinò un po’ più in fre a, corrugando la
fronte per la preoccupazione. Era ancora solo un po’ più alta di lui, ma
si guardavano pra camente negli occhi.
“Scusa”, ansimò, la sua voce tesa e strana mentre respingeva le lacrime,
“Ho
... ho mal di testa.”
“Siedi ”, disse gen lmente Madama Chips, indicando la poltrona più
vicina, vicino a un le o libero. “Ti do qualcosa.”
Evocò una piccola fiala di peltro dal suo ufficio. Le volò nel palmo e lei
lo stappò e glielo diede.
“Bevi due bei bicchieri di questo - non preoccupar , è dolce.” I suoi
occhi brillarono un po’.
Remus bevve la pozione, e sen tu a la tensione e il dolore
abbandonargli il collo e la testa contemporaneamente, come l’acqua
che scorre via. “Grazie,” chinò la testa, la sua voce era ancora spessa.
“Scusa. Un po’ una reazione eccessiva. “
“Caro Remus,” disse Madama Chips, “Ti conosco da cinque anni ormai,
e non hai mai reagito in modo esagerato. Sei sicuro di stare bene?”
“Sì, meglio ora, grazie.”
“Voglio dire ... in generale?” Con nuò; “Ho sen to che fai un sacco di
cose - lunghe ore in biblioteca - e hai i tuoi doveri da Prefe o, e il tuo ...
beh, la tua salute.”
“Sto bene,” Remus si strofinò ferocemente gli occhi. “Onestamente.
Solo ...
forse solo stanco. Adesso vado a le o.”
“Buon compleanno, Remus,” disse la strega, mentre si alzava per
andarsene.
“Grazie.” Annuì, educatamente.
Ma poi fece qualcosa di molto strano. Lei allungò la mano e lo
abbracciò. Lo strinse non per molto tempo. Fu carino.
“Prendi cura di te.” Disse, mentre se ne andava.
Tornò indietro lentamente e desiderò di avere un mantello
dell’invisibilità. Poteva fare a meno di Severus che lo seguiva, o di dover

111
rompere uno scontro tra due primi anni molto ine . Quando
finalmente raggiunse il buco del ritra o fino alla Torre di Grifondoro, gli
venne davvero voglia di andare a le o. Ma ovviamente i Malandrini
avevano altri piani.
“BUON COMPLEANNO REMUS!” L’intera Sala Comune esplose non
appena apparve.
Avevano fa o un lavoro incredibile. C’erano stelle filan appese a ogni
trave, ritra o e cornice per foto e coriandoli sparsi generosamente su
tu o il resto. Studen e amici di Remus di ogni casa e anno gli sorrisero
in risposta, uno stormo di vere fate vive svolazzan sopra le loro teste. I
tavoli erano pieni di panini, torte, pas ccini, oltre a un’enorme ciotola
di punch dall’aria molto sospe a.
Sorrise più che poteva quando entrò nella stanza,
“Dio mio!” Disse, sperando di fare una bella faccia ‘sorpresa’, “Siete
tu pazzi!”
Risero e lo fecero entrare con entusiasmo nella stanza, dove si trovò
circondato da applausi e pacche sulle spalle e auguri di compleanno. Il
giradischi cominciò a suonare a tu o volume, e la festa del sedicesimo
compleanno di Remus iniziò sul serio.
“Penso che questa sia più grande della festa di Sirius,” disse James,
porgendo a Remus una tazza del punch dall’aspe o violaceo, “Non
dirgli che l’ho de o, però.”
“Non so perché tu e queste persone siano qui ...” rispose Remus,
guardandosi intorno stupito. Ognuno da ciascuna delle sue classi; il suo
gruppo di studio - alcune persone con cui aveva parlato solo poche
volte prima.
“Perché sei Moony, ovviamente. La faccia acce abile dei Malandrini.”
James gli diede una gomitata. “Wow, guarda Evans...”
Lily era davvero adorabile, con una minigonna marrone scuro e sandali
con zeppa alta. Stava ballando con Marlene e Mary in un gruppe o di
tre, ridendo e alzando le mani sopra la testa.
“Per favore, dimmi che qualcuno ha sequestrato la tua scopa stasera.”
Disse Remus a James, che rise.
“Non preoccupar , non ho intenzione di ubriacarmi di nuovo tanto
presto.
Proverò a fare il difficile stasera.”
“Lo apprezzerà.” Rispose Remus.
Perlustrò la stanza alla ricerca di Sirius, che sembrava mancare. C’era
Peter, accoccolato su una poltrona con Desdemona. C’era Christopher,

112
che stava avendo una conversazione molto seria con una ragazza
Corvonero del terzo anno, e che di tanto in tanto guardava in alto per
sorridere a Remus. Il resto della squadra di Quidditch di Grifondoro era
rannicchiato intorno al punch, sfidandosi a vicenda a bu are giù
sempre più bicchieri. Niente Sirius.
James doveva averlo visto guardare.
“Si sta deprimendo da qualche parte, per Mary.” Spiegò, “Gli ho de o
che se non riesce a rarsi su, allora non deve venire qui a far deprimere
tu gli altri. Gli ho preso un paio di drink, ma non funziona.”
“Oh giusto. Non hanno ancora fa o pace, allora?” Remus guardò Mary,
che aveva ca urato l’a enzione di quasi tu i ragazzi nella stanza.
“Non sembra. Pensavo che forse fare il duro con lui avrebbe aiutato, ma
non sono bravo come te. Così ene il broncio. Non preoccupar di lui,
Moony, godi la tua festa!”
Ci provò. La torta che la signora Po er aveva mandato era gloriosa:
densa, ricca di cioccolata con glassa bianca e cen naia di colori. Le
candele erano incantate a bruciare tu a la sera senza gocciolare cera, e
si spensero solo per pochi istan dopo che Remus vi soffiò sopra. Non
ballò, anche se Marlene e Lily cercarono di rarlo su un paio di volte,
ma si mescolò tra la folla, ringraziando le persone per essere venute e
facendo una bella chiacchierata con i se mi anni su quali NEWT
prendere.
“Dovres essere un insegnante.” Uno di loro disse, che Remus pensò
fosse molto gen le, ma completamente pazzo.
Doveva essere quasi mezzano e quando si ba é la mano sulla tasca
posteriore per cercare il pacche o di sigare e e le trovò scomparse.
Sospirando, pensò di lasciar perdere, ma adesso aveva bevuto
abbastanza e voleva una sigare a più di ogni altra cosa. C’era ancora
una scatola in fondo al suo baule, se Sirius non gliele aveva rubate.
Decise di andare a vedere.
A metà delle scale, incontrò di nuovo James.
“Scusa, Moony,” disse il ragazzo dai capelli neri, sembrando un po’
ubriaco e un po’ seccato. “Sta scendendo, ora.”
Remus guardò oltre la spalla di James per vedere Sirius dal viso
imbronciato che lo seguiva giù per le scale. “Non vai a le o, vero?”
James chiese.
“No,” Remus scosse la testa, quasi ammutolito, “Sigare e.”
“Terribile abitudine.” Disse James con un sorrise o storto. Si guardò
alle spalle: “Dai, Black.”

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“Solo un secondo,” disse Sirius, guardando Remus, “Voglio solo dire
buon compleanno a Moony.”
“Va bene, ma sbriga .” James disse, biascicando, “Remus, digli di
ingoiare il suo stupido orgoglio e di venire giù a sbaciucchiare Mary,
eh?”
“Okay, Prongs.”
James aprì la porta e per alcuni secondi luce e rumore invasero le scale,
prima di zi re tu o di nuovo mentre si chiudeva la porta alle spalle.
Sirius e Remus erano soli.
“Buon compleanno, Moony.” Disse Sirius, scendendo alcuni gradini per
stare al livello di Remus.
“Grazie,” Remus sorrise, il più casualmente possibile. “Tu ehm ... stai
bene?” “Sì, tu o bene.” Disse Sirius, anche se era chiaramente una
bugia. Stava armeggiando con una tazza vuota. “Scusa se ho rovinato
la festa.”
“Non l’hai fa o. È stata fantas ca.”
“Bene.”
Silenzio. Sirius guardò giù, poi di nuovo su Remus.
“James ri ene che debba essere io a chiedere scusa a Mary.”
“Probabilmente è una buona idea.”
“Tu la pensi così?”
“Beh sì?” Remus era confuso. “Tu ... ehm. Ti pace Mary, pensavo.” Sirius
scrollò le spalle, guardando di nuovo Remus, i suoi occhi blu scuro,
punteggia di argento gelido e tagliente. Le sue labbra erano lucide e
rosse per il bere, e aveva quell’aria leggermente petulante che aveva
quando non sorrideva. Remus voleva quasi distogliere lo sguardo, era
così meraviglioso. Non poteva essere giusto fissarsi l’un l’altro in quel
modo. Non poteva finire bene.
“Mi piace Mary.” Disse Sirius, sporgendosi leggermente in avan .
Remus poteva sen re il suo respiro sulla sua pelle.
“Allora vai a baciarla, stupido idiota.” Disse Remus, in fre a, cercando di
fare un passo indietro ma sba endo contro il muro dietro di lui. Era
davvero una scala così stupidamente stre a, come essere di nuovo
nell’armadio delle scope.
“Lo farò,” disse Sirius, mordendosi leggermente il labbro.
Oh dio, pensò Remus.
“Lo farò, tra un minuto.”
Remus deglu .
“Hai mai baciato qualcuno, Remus?”

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“No, sai che non l’ho fa o.” La bugia arrivò facilmente in quel
momento.
Sirius annuì, guardandolo di nuovo, quello sguardo, consapevole.
“Non è davvero così spaventoso come pensi.” Disse Sirius.
Remus non poté sopportarlo.
Potrebbe non sapere mai cosa gli successe in quel momento. Era tu o
troppo e afferrò la parte posteriore del collo dell’altro ragazzo e lo rò
in avan , premendo forte le sue labbra contro quelle di Sirius. Fu
terrificante - e meraviglioso. Lo fu ancora di più quando Sirius iniziò a
baciarlo di rimando, aprendo le labbra e perme endo a Remus di far
scivolare la lingua dentro. Era sorprendente, incredibile e familiare tu o
insieme. Non riusciva a pensare - come se ogni trasme tore nel suo
cervello avesse subito un cortocircuito, andando in lt e mandando
scin lle. Sì, era l’unico pensiero coerente che riusciva a me ere
insieme; si si si SI.
Tornarono in sé simultaneamente, entrambi si allontanarono. Remus
ritrasse la mano, Sirius lo fissò con gli occhi spalanca . Remus distolse
lo sguardo per primo.
“È meglio che--” Sirius iniziò a scendere di nuovo verso la Sala Comune,
“Sì, stavo solo ...” Remus indietreggiò, su per le scale.
Sirius scomparve di nuovo verso la festa e Remus espirò
profondamente, sentendo che avrebbe potuto sprofondare nel
pavimento. Si passò le dita tra i capelli e si asciugò la bocca. Si strofinò
gli occhi e comba é l’impulso di prendere a pugni il muro. A cosa stava
pensando?! Sirius avrebbe pensato che fosse completamente pazzo - o
peggio. Non aveva mai fa o niente del genere prima. Forse era pazzo.
Avrebbe dovuto chiedere scusa. Doveva sistemare le cose, prima che
Sirius lo dicesse a James - prima che lo sapessero tu .
Remus si aggiustò la camicia e scese le scale, sperando di raggiungere
Sirius per scusarsi - per spiegarsi in qualche modo. Rientrò nella Sala
Comune, ancora vibrante di luci e musica, e vide qualcosa che lo fece
fermare. Si ritrasse, incapace di distogliere lo sguardo.
Sirius stava baciando Mary.
L’aveva spinta contro la mensola del camino di marmo, e sembrava che
lei stesse spingendo contro di lui con uguale ferocia, i loro corpi premu
insieme, le teste che dondolavano. Le sue braccia erano avvolte intorno
al suo collo, le sue dita scure e so li si arricciavano tra i suoi capelli.
Tu applaudirono e gridarono allegramente.

115
Remus si girò e tornò dri o alla torre. Ignorò James e Peter, che stavano
proge ando di andare in cucina per altre provviste. Scosse
semplicemente la testa, muto, e proseguì su per le scale fino alla loro
camera da le o. Chiuse le tende intorno al le o e si sdraiò, sentendosi
strano.
Si coprì il viso con le braccia e pensò a loro due insieme. Pensò agli
occhi di Sirius e alla curva dei fianchi di Mary finché cadde in un sonno
agitato.

116
La mattina dopo  
Giovedì 11 marzo 1976

Ciao, Grant.
Bella, Remus.
Come stai?
Io come sto? Come stai tu, stupido idiota; sei tu quello che sta avendo
una conversazione inventata con me.
Sì, mi dispiace.
È okay, non sono occupato. Non sono nemmeno reale.
Sei reale, ma non posso parlar nella vita reale. Non so nemmeno dove
sei.
Niente che possa fare al riguardo. Che cosa succede?
Ho baciato Sirius.
Porca troia.
Cosa dovrei fare?
Come faccio a saperlo? Non avevo de o di non farlo?
Si ma mi ha baciato anche lui. Almeno per un minuto.
Sicuro che non te lo s a solo immaginando?
Si...
Remus a quel punto si arrese. Era rimasto sveglio nel le o almeno dalle
cinque del ma no, alterna vamente in preda al panico e alla gioia.
Doveva essere pazzo. Malato. Fuori di testa. Perso.
Aveva pensato che parlare con qualcun altro potesse aiutare, ma con
chi avrebbe potuto parlare la ma na presto? Specialmente quando
riguardava un segreto che poteva benissimo far espellere, per quanto
ne sapeva Remus.
Incapace di trovare una soluzione parlando con una persona
immaginaria (o almeno una versione immaginaria di una persona
reale), tornò al suo precedente diversivo un po’ meno costru vo -
cercando di rivivere i tre minu sulle scale con Sirius la no e
precedente senza rivivere la parte in cui entrambi sono scappa l’uno
dall’altro.

117
Se ne è pen to? Era troppo presto per dirlo. Da un lato, Remus avrebbe
potuto rovinare la migliore amicizia che avesse mai avuto - o che
avrebbe mai avuto. D’altra parte, era stato un bel cazzo di bacio.
Nella limitata esperienza di Remus, pensava che probabilmente aveva
senso che solo perché piaceva davvero follemente qualcuno, non
significava che quando finalmente lo baciavi sarebbe stato bello come
avevi immaginato. E Remus sapeva di avere una fervida immaginazione
a volte - ma Sirius era Sirius. Era stato tu ’altro che deludente. In effe
era stato perfe o.
Finché faceva finta che l’ul ma parte non fosse accaduta.
Soffocando un gemito, si rimproverò e cercò di pensare razionalmente.
Tra alo come un saggio, pensò. Esponi tu i fa , quindi fai la tua
argomentazione.
Quindi, i fa :
1. Remus Lupin aveva baciato Sirius Black sulle labbra.
2. Sirius Black non gli aveva rato subito un pugno.
3. Sirius Black aveva effe vamente baciato Remus Lupin a sua volta
(nonostante quello che aveva da dire l’immaginario Grant)
4. Sirius Black aveva anche baciato Mary MacDonald, subito dopo, e con
notevole vigore.
5. Sirius Black non era venuto a le o. Affa o.

Merda. Porca merda.


Remus si alzò dal le o, non serviva a niente stare lì a rigirarsi. Doveva
uscire dalla torre. Il le o di Sirius giaceva vuoto alla sua sinistra. Se non
c’era, probabilmente era nella Sala Comune. Per essere al sicuro, Remus
prese il mantello di James.
Era bravo a stare zi o e muoversi senza far rumore, ma non si dove e
preoccupare. Sirius era bello che addormentato - giaceva sul divano, la
testa ge ata all’indietro, la linea perfe a della sua mascella esposta.
Mary era raggomitolata contro il suo pe o, una trapunta patchwork
ge ata su loro due. Remus corse via, volendo andare il più lontano
possibile.
Il bagno dei Prefe era probabilmente una delle par più strane del
castello. Remus aveva pensato che gli studen più grandi lo stessero
prendendo in giro, quando gli avevano dato la password sul treno a
se embre. Era andato una volta, e solo una volta, nel primo semestre,
ma non è riuscito a superare il pensiero di togliersi tu i ves in una
stanza così grande e aperta. E se qualcuno fosse entrato?

118
Tu avia, quella ma na in par colare era l’unico posto in cui era sicuro
che non sarebbe stato trovato, anche se i Malandrini avessero deciso di
usare la mappa; non potevano venire senza la password.
Raggiunse il quarto piano e mormorò “perfe amente pulito”
all’ingresso prima di entrare. Non c’era nessuno; era troppo presto. Si
era spesso chiesto se ci fosse una sorta di meccanismo in a o per
impedire a qualcun altro di entrare mentre eri nella vasca da bagno -
fino a quel momento non ne aveva avuta alcuna prova e aveva deciso di
andare sul sicuro.
Spogliandosi fino ai boxer e la maglie a, Remus fece scorrere l’acqua, e
pompò molte bolle nella vasca da bagno delle dimensioni di una piscina
olimpionica prima di scivolare dentro, ancora con le mutande. Il bagno
era una delle stanze più belle del castello, ammise Remus. Tu o era di
marmo bianco pulito e scin llan rubine dora . Le vetrate colorate
raffiguravano una serie di meravigliose creature marine scin llan . Un
delizioso odore di mandarino stava salendo dai grandi cumuli bianchi di
schiuma, e Remus finalmente iniziò a rilassarsi.
Non aveva mai imparato a nuotare: ai ragazzi di St Edmund’s venivano
offerte lezioni gratuite nelle piscine locali, ma la Dire rice non lo lasciò
andare. Non gli era importato - non voleva che gli altri ragazzi
vedessero le sue cicatrici. Ma ora che era più grande, pensava che gli
sarebbe piaciuto imparare. Sirius una volta aveva parlato delle vacanze
in famiglia nel sud della Francia, dove il mare era abbastanza caldo per
fare il bagno. Remus non poteva immaginarlo. L’unico mare che avesse
mai visto era a Southend e una volta a Margate. Era fo utamente
gelata, di un colore grigioverde sporco. Non l’azzurro cristallino che
Sirius aveva descri o.
Tu avia, Remus avrebbe potuto galleggiare. Si sdraiò sulla schiena e
fissò il soffi o della stanza.

Ti diver ?
Non proprio.
Quindi, se ha baciato a sua volta, e poi è scappato e ha baciato Mary,
cosa significa?
Non lo so, no?! Questo è quello che dovres aiutarmi a capire!
Va bene, va bene, calma cazzo.
Tu non lo dici. Sirius lo dice.

119
Guarda, sto facendo del mio meglio. Te l’ho de o, non sono nemmeno
reale.
Forse sono stato un pessimo baciatore.
Può essere.
Il vero Grant è molto più gen le di te, sai.
Sì, beh di chi è la colpa? Sei tu quello che parla da solo, pazzo. Trova
qualcuno con cui parlare.
Remus sospirò, aggro ando la fronte. Potres essere un ca vo
baciatore e non saperlo? Probabilmente. Non aveva abbastanza
esperienza per saperlo.
Non sembrava fosse andato male - lì per lì sembrava perfe o.
Mi ha baciato a sua volta.
Remus sapeva, nel profondo, che non aveva niente a che fare con come
l’aveva fa o. Era il fa o stesso che l’avesse fa o.
Lo sapeva, ma non era ancora pronto per affrontarlo. Nemmeno con
una persona immaginaria. Se fosse stato completamente sincero,
Remus sapeva che Sirius aveva tu o il diri o di scappare - di essere
scioccato, confuso o addiri ura spaventato. E c’era una sorta di folle
logica di Sirius Black dietro al baciare la prima ragazza che riesci a
trovare, subito dopo qualcosa del genere.
Ancora una volta, Remus si trovò di fronte all’immagine di Sirius che
premeva Mary contro la mensola del camine o, quelle mani sulla sua
vita che erano state sulla sua vita, solo pochi istan prima ... e scalciò,
involontariamente, dimen candosi di restare a galla.
Sputando e soffocando mentre affondava, Remus raspò in superficie e
tornò su tossendo, con la schiuma color arancio che andava
dappertu o. “Remus, sei tu?!” La voce di una ragazza echeggiò sul
pavimento del bagno. Si sforzò di togliersi i capelli dal viso, sba endo le
palpebre, e appena scorse il profilo sfocato di Lily Evans in una vestaglia
rosa trapuntata. Si strofinò gli occhi, forte, i suoi piedi trovando il
pavimento, e soffocò,
“Ciao, Lily.”
“Cristo, stai bene? Pensavo che avrei dovuto tuffarmi e salvar !”
“Ho perso l’equilibrio.”
“Non posso credere che tu mi abbia ba uto sul tempo, pensavo che
sarei stata la prima ad alzarmi. Ho un sudicio mal di testa.” Lily si
strofinò la fronte con un’espressione addolorata.

120
“Sì, quel punch era piu osto forte,” rispose Remus, anche se si sen va
bene. “Stavo per uscire ... ehm ... dispiace voltar ?”
“Oh, okay, scusa!” Lily sorrise, voltandole le spalle.
Remus si spostò di lato e si rò fuori dall’acqua calda con una certa
rilu anza. Si sen va sciocco e un ragazzino, chiedendole di non
guardare - James o Sirius probabilmente non se ne sarebbero
preoccupa affa o. Afferrando un asciugamano, lo avvolse intorno a sé,
sulle spalle, piu osto che intorno alla vita. Anche questo non era
esa amente virile, ma non aveva bisogno che Evans gli chiedesse delle
sue cicatrici oltre a tu o il resto.
“Okay.” Disse, affre andosi in uno spogliatoio.
Sen Lily che faceva scorrere di nuovo l’acqua, e un dolce profumo di
lavanda riempì la stanza mentre si asciugava e si indossava l’uniforme.
“Allora dove sei scomparso ieri sera?” Lily gridò, sopra il rumore
dell’acqua corrente, “Saremo anda avan almeno fino alle due. Po er
era così ubriaco.”
“Devo essermi ubriacato un po’ troppo,” rispose Remus, “Sono andato a
le o a mezzano e.”
“Mezzacalze a!” Prese in giro Lily. Sen i rubine che si chiudevano e
un leggero tonfo mentre lei entrava nella vasca da bagno. “Comunque,”
con nuò, “Almeno Sirius e Mary hanno fa o pace, eh?”
“Sì, è stata una fortuna.” Rispose, uscendo dallo spogliatoio.
Lily ondeggiava all’estremità della piscina, i capelli rossi raccol in cima
alla testa, circonda da un mare di schiuma viola. Gli sorrise.
“Biblioteca.” Disse, sentendosi goffo e viscido, completamente ves to
nel bagno caldo e umido.
“Ovviamente”, rise, “e dov’altro? Oh, hai visto quell’avviso nella Sala
Comune? “
“No,” scosse la testa. Non aveva guardato altro che Sirius nella Sala
Comune.
“Gli incontri della carriera con la McGrani sono sta messi a metà
aprile.”
“Oh bene,” Remus sen i suoi ar diventare pesan , “Grazie.”
Fu un sollievo essere fuori dal bagno caldo, e invece che andare in
biblioteca, Remus decise di uscire un po’. Fino alle serre e ritorno, forse.
A volte c’erano alcuni Tassorosso in giro a spacciare erba, e anche se era
un giorno di scuola e non aveva ancora fa o colazione, sembrava
un’o ma idea.

121
È tu a colpa tua, lo sai.
Come mai?
Se l’estate scorsa non mi avessi sbaciucchiato, sarei ancora ...
Ignaro? Confuso?
Normale.
Questa è una dannata bugia e tu lo sai. Voler arrivare in terza base è
l’unica cosa normale di te.
Giusto.
Sei contento che abbia baciato. Ti è piaciuto mol ssimo.
... Si.
Sei seccato solo perché Sirius non ha reagito come hai fa o tu.
... Si ...
La domanda è: perché diavolo sares aspe ato che Sirius si
comportasse come te?

Perché, infa .
Questo era il primo consiglio u le che l’immaginario Grant aveva rato
fuori, e Remus vi si aggrappò. Sirius aveva bisogno di fare qualunque
cosa Sirius avesse bisogno di fare. Non spe ava a Remus decidere. Si
congratulò con sé stesso per essere stato molto maturo su tu a questa
faccenda. Dopotu o, pensò, almeno adesso è finito. Almeno sai com’è.
Potres sopravvivere per sempre, si chiese, con un bacio?
Fortunatamente c’erano davvero tre Tassorosso sedu sull’erba dietro
le serre, due ragazze e un ragazzo. Gli sorrisero in quel modo
amichevole e stupido che gli diceva che anche loro avevano iniziato
presto, e in toni len e gen li si congratularono con lui per l’eccellente
festa. Rimase seduto con loro finché non poté più ignorare i morsi della
fame e barcollò di nuovo al castello per la colazione.
“Eccolo!” Tuonò James, mentre Remus prendeva posto al tavolo.
Peter che aveva la testa tra le mani e sembrava un po’ verde geme e,
“Non così malede amente forte, Prongs, supplico.”
“Oh, mangia le tue uova, sen rai meglio.” James sorrise.
Remus ammucchiò il suo pia o con due uova fri e, due salsicce, una
pila di fagioli, tre fe e di pane tostato, due fe e di pomodoro fri o e
tre fe e di pance a. Adesso si sen va molto calmo e a suo agio. Poteva
dire a sé stesso che era stato il bagno. Ma ovviamente no.

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“Non posso dire se hai i postumi di una sbornia, o è solo quel tuo
incredibile metabolismo.” Marlene fece una smorfia al suo pia o.
“Un po’ di entrambe le cose.” Remus scrollò le spalle, rimboccandosi le
maniche.
“E qualcos’altro,” James agitò il dito, “Sei già stato alle serre, Moony? È
così che vuoi entrare nel tuo diciasse esimo anno di vita?” “Sì.” Disse
Remus con la bocca piena.
Sirius era lì, ovviamente, ma non aveva ancora de o niente. Appoggiava
assonnato la testa su un gomito, bevendo da una grande tazza di tè e
la e. Remus lo fissò intensamente, desiderando che guardasse in alto,
ma non lo fece. Mary non si vedeva da nessuna parte.
“MacDonald sta facendo la femminuccia”, spiegò Marlene, “Finge di
essere malata, anche se tu l’hanno vista bersi da sola un’intera
bo glia di Witches Brew”.
“Lo ha fa o?” Remus disse, “Wow, impressionante, probabilmente si
merita una dormita allora.” Lo pensava sinceramente.
“Ci sen amo tu uno schifo, però,” disse Marlene, “Evans ha vomitato
per almeno un’ora prima di andare a le o.” “Sta bene?!” Chiese James,
scandalizzato.
“Sì, l’ho vista stama na nel bagno dei Prefe .” Disse Remus,
deglutendo il boccone. “Sta bene.”
“In bagno, eh?” James inarcò un sopracciglio. “Devi sme erla con i tuoi
modi da donnaiolo, Remus, dai una possibilità al resto di noi.”
“Oh sì, sono proprio io,” Remus sbuffò, “Il Casanova della Torre di
Grifondoro ...”
L’aveva de o solo per far ridere James, ma alla fine la testa di Sirius
sca ò in alto, i suoi occhi si posarono su Remus. C’era un cipiglio
minuscolo, quasi imperce bile, che aggro ava la sua fronte. Guardò
Remus come se fosse un incantesimo che non aveva ancora capito
come pronunciare. Remus lo guardò a sua volta, fermamente,
perme endo questo esame - avrebbe permesso a Sirius qualsiasi cosa.
Un momento ed era finita. Sirius distolse lo sguardo, senza dire nulla.

123
Stallo  
So messed up, I want you here
In my room, I want you here
Now we’re gonna be face-to-face
And I’ll lay right down in my favourite place
And now I want to be your dog
Now I want to be your dog
Now I want to be your dog
Well, come on...

Martedì 16 marzo 1976


Quando arrivò la successiva luna piena, divenne chiaro che Remus e
Sirius avevano raggiunto una situazione di stallo. Remus aveva cercato
di essere indire o - ca urare lo sguardo di Sirius durante i pas , o le
rare sere in cui erano tu insieme. Provò a restare nella stanza del
dormitorio per vedere se anche Sirius sarebbe rimasto. Ma senza
fortuna. Gli occhi di Sirius non incontrarono mai i suoi, ed era sempre il
primo a lasciare una stanza con Remus dentro.
A meno che non tendesse un’imboscata a Sirius da qualche parte (cosa
che si rifiutava di fare), Remus era a corto di opzioni. L’appello per
un’altra telefonata con Grant fu res tuito, con una nota con la calligrafia
pulita e brutalmente chiara della Dire rice sulla busta. ‘Des natario
non più residente a questo indirizzo’.
Era completamente solo.
Una volta, Remus pensò di essersi avvicinato a beccare Sirius. Stavano
lasciando Incantesimi, e James si era fermato a parlare con il professor
Vi ous, e Peter era andato in bagno, così Remus e Sirius si ritrovarono
ad aspe are da soli in un corridoio affollato. Aveva colto l’occasione,
dicendo a bassa voce,
“Sen , per l’altra sera ...”
“Sì, eravamo tu così ubriachi, giusto?!” Sirius rise, ad alta voce -
abbastanza forte perché le persone si voltassero e guardassero.
“Assurdo. Riesco a malapena a ricordarne la metà!” “Ehm ... sì, giusto.”
Remus si ri rò.

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Era una completa bugia, lo sapevano entrambi. Ma era uno di quei casi
orribili in cui nessuno dei due avrebbe ammesso la menzogna. Non
potevi spingere Sirius oltre quanto lui era disposto ad andare. E
chiaramente non era disposto ad andare ... lì.
Poi, ovviamente, c’era Mary. Se Sirius voleva Remus nello stesso modo
in cui Remus voleva Sirius, allora sicuramente la faccenda di Mary
sarebbe finita. Ma no, Remus avrebbe dovuto fare i con con il fa o
che non era ‘la cosa di Mary’; era la relazione del suo migliore amico, e
non sarebbe andata da nessuna parte tanto presto. Era ovunque lui
fosse, e il più delle volte sul suo grembo.
Durante questo periodo, Remus pensò brevemente all’idea di usare la
legimanzia. Essere in grado di leggere la mente di Sirius era molto
alle ante. Presto si arrese, trovandolo molto più difficile di qualsiasi
altra cosa avesse mai tentato. Inoltre, con il suo programma di revisione
ora in pieno svolgimento, aveva pochissimo spazio nella sua testa per
nuovi incantesimi. Ora, nella no e di luna piena, Remus sedeva da solo
nella Stamberga Strillante, aspe ando che arrivassero i suoi amici e non
sicuro se sarebbero sta due o tre. Stava diventando un po’ paranoico,
in realtà, ma non era colpa di Sirius. In un tenta vo di evasione, Remus
aveva passato sempre più tempo alle serre, distanziandosi e
riempiendosi di erba. Non era l’ideale. Meglio che bere, suppose.
Meglio che o enere punizioni per stupidi scherzi. Aveva fumato quel
giorno proprio per calmare i nervi così vicino alla luna - e per vedere se
avesse avuto qualche effe o sui dolori della trasformazione. Anche se
Dio solo sapeva come sarebbe stato un lupo mannaro strafa o. Un
dolore acuto gli bruciò le scapole e ansimò per la sorpresa. Bene,
questo portò fine all’esperimento.
“Buona sera Moony,” la porta si aprì e James girò la testa.
“Sta iniziando,” Remus serrò la mascella, “Sbriga , entra.”
James si trasformò rapidamente e fu seguito nella stanza da un grosso
topo marrone e un grosso cane nero. Remus chiuse gli occhi, sollevato.
La no e di luna piena non fu diversa dalle altre che avevano avuto fino
a quel momento. In quanto animali, erano meno coscien , o forse solo
meno preoccupa per i loro problemi umani. Il lupo voleva solo correre
e cacciare, rotolarsi nel bosco e inseguire il cane e comba ere quello
grosso.
La ma na dopo, si sen rinfrescato e rinvigorito, o almeno l’avrebbe
fa o se non fosse stato per la straziante agonia del ritorno alla forma
umana. Alcune cose non cambiano mai. I Malandrini uscirono
fur vamente, solo una ven na di minu prima che Madama Pomfrey

125
apparisse per riportare Remus a scuola. In infermeria, gli diede la sua
solita pozione per il sonno profondo e lui non aprì gli occhi fino a dopo
mezzogiorno. Questo sarebbe stato sempre un problema, aveva capito
ul mamente. Non importava quanto le sue trasformazioni mensili
migliorassero, avrebbe comunque perso tan ssimo tempo.
Aveva già controllato e aveva scoperto che la luna piena di maggio non
coincideva con nessun esame. Gli sembrava molto strano, finché non si
rese conto che doveva essere stato orchestrato in modo tale, da Silente
o dalla McGrani . Lo trovava un po’ imbarazzante. Non sapevano che
aveva già frequentato le lezioni con il sangue che ribolliva e i muscoli
doloran ? Che aveva finito i saggi dopo essere stato in piedi per due
giorni, la testa palpitante e così stanco che gli era rimasta solo
l’adrenalina come carburante? E superava comunque metà della classe.
Poteva farlo.
Dovevano solo lasciarglielo fare. Come avrebbe mai potuto trovare un
lavoro dopo la scuola se fosse stato sempre visto come se non fosse
riuscito a stare al passo?
Quando Remus aprì gli occhi verso le qua ro, fu molto sorpreso di
vedere
Sirius lì. Solo.
“Buongiorno,” sorrise, dolcemente, una traccia di ansia ancora a accata
ai suoi lineamen .
Poteva non essere a causa di Remus - Sirius era spesso ansioso, in
ques giorni. Se Piton era l’ombra malevola di Remus, allora Regulus
era l’ombra di Sirius. Sembrava che anche se avessi lasciato la famiglia
Black in tu o tranne che nel nome, non fossi mai veramente libero dal
senso dell’obbligo. O dalla colpa. Poteva essere così in tu e le famiglie,
rifle é Remus. Non lo avrebbe potuto sapere.
“Buongiorno,” annuì di rimando, randosi su. “Bella no e, non è vero?”
“Sì, fantas ca,” Sirius annuì, desideroso di trovarsi su un territorio
familiare. “Non posso credere che abbiamo trovato quella cascata,
Prongs crede che dietro ci sia una gro a. Gli ho de o che se c’è,
probabilmente ci vive un troll. A loro piacciono le gro e, vero?”
“Gli piacciono, si.”
Non era imbarazzante, non esa amente. Chiacchieravano così tu o il
tempo. Ma di solito non facevano fa ca a mantenere viva una
conversazione. Al contrario, in effe . Sirius stava guardando il soffi o,
quando all’improvviso disse,
“Va tu o bene tra di noi, no, Moony?” La sua voce era bassa.
“‘Certo.” Disse Remus, in fre a.

126
“Perché tu - tu, James, Pete. Siete i miei migliori amici.”
“Si. Sei anche tu sei il mio migliore amico. Voi tu lo siete.”
“Okay bene.” Sirius sembrava sollevato, e Remus era contento di aver
de o la cosa giusta. Ma il suo viso sembrò diventare di nuovo turbato.
“C’è ... c’è anche Mary, ora.” “Mary.” Ripeté Remus.
“Sì, le ho de o che sarei stato con lei. Pete arriverà tra un po’.”

127

No, va bene. Una volta che Madama Chips sarà tornata, probabilmente
mi lascerà uscire. Ci vediamo stasera?”
“Sì, certo,” Sirius ghignò, sembrando più a suo agio di quanto non fosse
da se mane. Ci siamo capi , adesso. “Ci vediamo a cena, amico.”
Disse quest’ul ma parola con un tono eccessivamente mascolino, per
niente da lui. Remus fu sorpreso che non gli avesse dato un pugno sul
braccio, o scompigliato i capelli.

Mercoledì 14 aprile 1976


Il mese successivo trascorse tra penne, libri e pergamene. Remus non
poteva essere sicuro se lui e Sirius fossero ancora ai ferri cor , perché
semplicemente non aveva il tempo di preoccuparsene. Quando si
vedevano, a lezione, nei corridoi o si davano la buonano e prima di
andare a le o, tu o sembrava perfe amente a posto.
Il gruppo di studio di Remus era raddoppiato di dimensioni, fino a
quando non dove e suddividerlo in materie diverse per ogni giorno
della se mana. Le sessioni assunsero per lo più la forma di scorrere
documen scri degli anni preceden , condividendo le loro risposte,
so olineando estra chiave dai loro vari libri di testo. Remus sen va
che stava imparando tanto quanto insegnava - e si stava davvero
divertendo.
“Come mai non sei a Corvonero?” Chiese Christopher, un giorno,
mentre aiutava Remus a riordinare l’aula dismessa dove stavano
pra cando la levitazione. Era un casino.
“Mio padre lo era, in realtà,” Remus sorrise dolcemente. Non gli faceva
più male come prima. C’erano altre cose, più importan . “E il cappello
ne ha parlato al mio smistamento, ma ... non era des no.”
“Sembra che sares stato meglio lì.” Disse Christopher, riparando un
calamaio ro o e ripulendo la pozzanghera nera so ostante.
“Forse,” Remus alzò le spalle, “Se mi avessi conosciuto, non lo avres
pensato.”
Finirono questo lavoro e Remus guardò l’orologio.
“Cazzo, devo andare ... scusa, Chris, puoi tornare da solo alla Torre?”
“Privilegio purosangue”, disse Christopher, facendo una smorfia, “non
mi preoccupo. Dove stai andando?”
“Ehm ... è privato. Scusa. Grazie per l’aiuto!”

128

Alla fine dove e correre per arrivare in tempo in infermeria. Madama
Chips lo rimproverò leggermente,
“Nessun esercizio fisico nelle lune piene!” Disse, allacciandosi il
mantello; “Ti agiterai e abbiamo avuto un anno così bello”.
Starò bene,” agitò una mano, un po’ troppo casualmente. Forse
avrebbe dovuto convincere Prongs a graffiarlo un po’, in modo che lei
non si insospe sse. Non c’era possibilità che Prongs lo facessero, però.
Cominciarono a camminare insieme nel parco, un viaggio così familiare
ora che poteva farlo ad occhi chiusi.
“Potrei fare questa parte da solo, ora”, disse, in modo colloquiale, “So
come funziona abbastanza bene. Così dovres venire a prendermi solo
la ma na.” “Scusa, caro,” scosse la testa, “ordini di Silente. Devo
assicurarmi che tu sia al sicuro dentro la stamberga in tempo.”
“Oh. Ovviamente.” Cercò di non sembrare ingrato.
Naturalmente, quella era una preoccupazione; che avrebbe potuto
dimen carselo o arrivare in ritardo. Allora cosa? Sarebbe stato molto
peggio di così, pensò, una volta che avesse compiuto diciasse e anni e
avesse dovuto registrarsi al ministero.
All’interno della baracca, Madama Chips strillò,
“Cosa c’è che non va?!” Remus ri rò la sua bacche a.
“Oh, niente,” si strinse il pe o, “io ... ho visto un topo. Creature orribili.
Mi dispiace, caro, vorrei che potessimo trovare un posto migliore per te
... “
“Oh, va bene ... ci vediamo domani ma na.”
Quando la porta si chiuse, si voltò: “Pete? Eri tu?”
“... Scusa, Moony,” la voce di Peter proveniva dal piano di sopra. “Avrei
dovuto fare la guardia ...”
Scese le scale, seguito da Sirius e James, che stavano sbadigliando, e
sembrava che si fossero appena sveglia .
“Cosa ci fate qui voi due?!” Chiese Remus, sorpreso, “E la par ta?!”
“Abbiamo dormito dalla fine dell’ul ma lezione”, spiegò James, “Poi ci
prenderemo un’altra o due ore di pausa domani ma na ... e all’ora di
pranzo, se ce la facciamo.”
“Sei pazzo.” Remus scosse la testa, “Tu e due.”
Guardò Sirius, per controllare se stavano ancora giocando al gioco del
conta o visivo.

129

“Qualsiasi cosa per il nostro Moony.” Disse Sirius, sostenendo il suo
sguardo per alcuni secondi buoni prima di lasciarlo cadere,
distogliendolo e massaggiandosi il braccio.
Questo soddisfaceva Remus, anche se sapeva che avrebbe dovuto
sen rsi in colpa. Non sapeva perché provava così tanto piacere nel
guardare Sirius contorcersi in imbarazzo.
“Siamo in an cipo,” disse Peter, sedendosi sul le no di Remus, “Non è
vero Remus?”
Sì, penso di sì”, si s racchiò un po’, per avere un’idea dei suoi vari
dolori e fi e, “Sì, è lontana ancora.”
“Oh, bene, posso tornare a dormire?” Sirius sbadigliò.
Lui e James si sistemarono sul pavimento, e Sirius appoggiò la testa
sulla spalla di James. Vaffanculo James, pensò Remus, prima di fermarsi.
Si appoggiò al muro, imbarazzato.
“Oi, quando è il tuo appuntamento con la McGrani ?” Chiese James,
scrollando le spalle per scrollarsi di dosso Sirius.
“Ehm... venerdì prossimo. Perché?”
“Cosa hai intenzione di dire?”
“Dire?”
“A proposito del lavoro, idiota.”
“Oh, giusto,” Sirius soffocò un altro sbadiglio, gli occhi pieni di lacrime
per la stanchezza. “Uffa, non lo so. Non mi piace davvero l’idea di un
lavoro. Mio padre voleva che entrassi in poli ca, quindi penso ... non
quello.”
“Mia madre dice che è un bru o momento per entrare nel Ministero”,
disse Peter, pensieroso. “Ma Dezzie ri ene che sia il momento migliore:
quando la guerra sarà finita, saremo noi a doverlo ricostruire.”
“Be’, questo è un modo di vedere la cosa.” Sirius inarcò un sopracciglio.
Diede un colpe o a James: “Avan , dicci quali sono i tuoi piani”.
“Mh?” James lo guardò, innocentemente.
“Oh, andiamo Po er, non dirmi che non hai milioni di possibilità.
Puddlemere? Holyhead? I Cannons? Chi ha mostrato il maggior
interesse finora?”
“In realtà,” James alzò la testa in un modo molto dignitoso, “Se devi
saperlo, lo hanno mostrato tu , secondo la McGrani . Ma sto
rifiutando, almeno per ora.”
“O si? Ti prenderai un anno sabba co e vivrai dei tuoi milioni?”

130

“No, idiota. Comba erò.”
Ci fu una strana specie di pausa. Sirius sembrò profondamente turbato.
Remus lo ruppe.
“Tu cosa, amico?”
“Beh,” James sembrava insolitamente nervoso per questo, “La guerra
non finirà se le persone non la comba eranno. Mamma e papà stanno
lavorando così duramente e ... beh non potrei essere loro figlio, se non
fossi stato d’aiuto, vero? Silente ha bisogno di quante più persone
possibile. Inoltre,” rise, tremante, “Se Wormy vuole un lavoro al
Ministero, è meglio che ci assicuriamo che il ministero sia ancora in
piedi, giusto?” “Quindi ... quando parlerai con la McGrani , dirai ...”
Che il Quidditch può aspe are? Che voglio fare tu o il possibile per
assicurarmi che il mondo dei maghi sia sicuro per tu , non solo per i
purosangue? Sì, più o meno.” James concluse, semplicemente,
guardandosi le mani.
Di nuovo silenzio. Alla fine, Sirius mormorò,
“Allora è quello che dirò anch’io.”
“Amico, non devi ...”
“Cos’altro dovrei fare? Andare in pensione con l’eredità di mio zio e
lasciare diver re solo te? Vaffanculo.”
“Anche io!” Peter disse improvvisamente, desideroso di essere incluso,
“Posso aiutare!”
“‘Certo che puoi,” disse James raggiante, “Sei un Malandrino, questa è
fondamentalmente la migliore qualifica che puoi avere.” “E tu,
Moony?” Peter borbo ò, eccitato e con gli occhi luminosi. “Sto per ...
mmh” Troppo tardi, eccolo, “Merda - cambiate! Presto!” Tu balzarono
in piedi pron a prendere le loro forme animali.
L’ul ma cosa che Remus vide chiaramente furono i suoi tre amici,
insieme, che pensavano al futuro.

131

132
La settimana precedente
Venerdì 23 aprile 1976
“Buon pomeriggio, Signor Lupin,” la professoressa McGrannit sorrise
mentre entrava nel suo ufficio.
“Buon pomeriggio, professoressa.” Rispose educatamente, sedendosi
sulla sedia di fronte alla sua scrivania.
“È pronto per gli esami?”
“Ehm ... penso di sì.”
“Ho molta fiducia in lei”, sorrise - il sorriso della McGrani appariva solo
quando sen va che la situazione lo meritasse. Per questo mo vo,
Remus ricambiò il sorriso.
La strega di mezza età guardò una pila di pergamene spianate davan a
lei. Appun degli altri professori, forse. Si schiarì la gola, alzò lo sguardo
e sorrise di nuovo;
“Hai ricevuto risulta sempre molto buoni durante la sua permanenza a
Hogwarts.”
“Non sempre,” mormorò, pensando a quei mesi spreca nel primo
anno. “Sei un Prefe o”, con nuò la McGrani , “un giovane
generalmente ben educato e premuroso. Sembri eccellere in
Incantesimi e Storia, e ho sen to che hai persino raccolto dei gruppi di
studen ?”
“È solo che non mi dispiace dare una mano”, spiegò, imbarazzato. “Se le
persone sono in difficoltà.”
“Una qualità ammirevole, signor Lupin.”
“Ehm ... grazie.”
“Allora”, disse, vivacemente, “Con tu e queste cose buone, hai pensato
a una carriera da perseguire una volta completata la tua istruzione?”
Era nervoso, si rese conto. Più nervoso di quanto si aspe asse. Si
strofinò i palmi umidi sulle gambe dei pantaloni e cercò di stabilire un
conta o visivo.
“Dovrò registrarmi. Con il ministero.”
La vide muovere le labbra, ma non lo interruppe.
“E ... voglio dire non che ne sappia molto, forse non quanto dovrei, ma
... la guerra ...”

133
“La guerra, Lupin?” Sca ò.
“Beh ... le persone - maghi - non vogliono che qualcuno come me, con i
miei problemi, abbia un lavoro, quindi ho pensato ...”
“Non possiamo so ome erci alle basse aspe a ve che gli altri hanno
su di noi, Lupin. Hai fa o grandi cose, a Hogwarts, e non ho dubbi che
tu sia capace di cose ancora più grandi.”
“Forse”, alzò le spalle, “ma non ne avrò la possibilità a meno che io ... a
meno che non mi me a in gioco, suppongo.”
“Me ersi in gioco.” Ogni traccia di gen lezza o incoraggiamento aveva
lasciato il suo viso.
“Si.”
“Signor Lupin.” La fronte della McGrani si aggro ò. Sembrava stanca,
come se avesse lavorato tu o il giorno a un problema difficile; “Sai che
ho già parlato con il signor Black dei suoi piani.” “Si.” Remus non era
sicuro di cosa c’entrasse.
“E sono sicuro che puoi immaginare esa amente quali sono i piani del
signor Black.”
“Ehm ... potrei indovinare ...”
Non aveva bisogno di indovinare. Ne avevano discusso tu ieri sera,
tu e qua ro sul le o di James.
James era sempre stato il capo del gruppo, il leader. La sua innata
bontà, la sua sicurezza e il suo comportamento disinvolto l’avevano
assicurato sin dal loro primo incontro sull’Hogwarts Express. Ma ora,
almeno a Remus, sembrava aver assunto una nuova dimensione di
saggio eroismo nella sua decisione di unirsi a Silente e me ersi contro
Voldemort.
Se James l’avrebbe fa o, allora erano tu abbastanza sicuri che fosse la
cosa giusta da fare. Sirius aveva parlato a lungo, e con una certa
emozione, del suo stesso desiderio di ba ere ‘loro’. Remus aveva
l’impressione che Sirius non vedesse la guerra come poli ca, tanto
quanto estremamente personale. Voldemort avrebbe anche potuto
essere sua madre o suo padre. Peter era sempre entusiasta di iniziare
una nuova avventura, e Remus dove e amme ere di essere rimasto
impressionato - Wormtail di solito era il primo a so olineare i rischi in
un piano del genere. Ma James fece sembrare tu o così facile; così
semplice.
Per quanto riguardava Remus, non c’erano mai sta dubbi. Non aveva
altre opzioni, per quanto poteva vedere. I tre ragazzi con cui divideva la
stanza erano sta la sua preoccupazione principale negli ul mi cinque

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anni, e non vedeva mo vo per cambiare la cosa una volta lasciata la
scuola. E non poteva negare, nemmeno a sé stesso, che restare vicino a
Silente sembrava la via più probabile per arrivare a Greyback.
Non disse niente di tu o questo alla McGrani , ovviamente.
La professoressa si tolse gli occhiali, si stropicciò gli occhi e si coprì il
viso con le mani. Sospirò, e il suono colpì Remus in modo doloroso, alla
bocca dello stomaco - l’aveva delusa.
“Signor Lupin, ho delle interviste con il signor Po er e il signor Minus
più tardi questo pomeriggio. Devo presumere che ascolterò le stesse
cose da loro? Nessuno di voi ha ambizioni di carriera oltre a questa
spaventosa guerra?”
Remus scrollò le spalle, si guardò i piedi. Non avrebbe cambiato idea.
“Ci sarà tempo per quello.” Borbo ò, “Dopo.”
Abbassò le mani, si rimise gli occhiali e lo guardò. I suoi occhi erano
cerchia di rosso, leggermente gonfi. Non gli stava dando il suo famoso
‘sguardo’, cercando di innervosirlo per fargli dare la risposta giusta.
L’espressione che aveva era qualcosa di completamente diverso,
qualcosa che non le si addiceva affa o. Non gli piaceva.
“Non sono diventata un’insegnante per questo.” Disse, molto piano, la
sua voce era tesa.
Non sapeva cosa rispondere a questo. Gli dispiaceva, ma non voleva
dirlo, nel caso lei si fosse lanciata su questo come un modo per
dissuaderlo.
“Penso che Peter voglia fare qualcosa al ministero”, offrì, “dopo”. “Be’,
almeno è un inizio”, la McGrani sorrise con fermezza e rimescolò le
sue carte. “Ora, signor Lupin, parliamo dei NEWT, va bene?”

Giovedì 14 maggio 1976


Tremante, Remus si ritrovò in cima alle tribune del Quidditch. Trovò i
suoi amici, Lily, Mary, Peter e Desdemona, che aspe avano eccita
mentre la folla cominciava ad applaudire. Si sede e accanto a
Desdemona, che indossava la sciarpa rossa e oro di Peter,
“Ciao Dezzie.” Remus sorrise e fece un piccolo cenno di saluto. “Ehm ...
hai freddo?”
“Sto cercando di mime zzarmi”, ridacchiò, “Petey pensava che non
avrebbero permesso a un Corvonero di sedersi qui.”
“Oh...”

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“Dovres essere qui, Moony?” Peter chiese, guardando i giocatori
scendere in campo con un binocolo, “Ti sen bene?”
“Oh no, sei stato di nuovo malato, Remus?” Desdemona fece un
chioccio comprensivo.
“Oh, ehm, Remus era solo, ehm ...” balbe ò Peter, rendendosi conto del
suo errore,
“Fuori alle serre.” Disse Remus, blandamente. “Sono strafa o.”
Era sobrio come la pietra, ma Desdemona era una ragazza innocente.
“Ehm ... okay ...” Lei sorrise educatamente, ma si allontanò leggermente
da lui. Era scivolato fuori mentre Madama Chips era nel suo ufficio. Si
sen va male per questo e si sarebbe scusato più tardi, ma doveva
vedere i suoi amici giocare. Avrebbero fa o lo stesso per lui. Oggi era
Grifondoro contro Tassorosso, e la folla che ragliava di fronte era ves ta
di un glorioso giallo sole. Aveva piovuto durante la no e (Remus lo
sapeva perché si era svegliato con capelli e piedi bagna ) e il cielo era di
un limpido azzurro primaverile. Sapendo che James l’avrebbe visto
come un o mo presagio, Remus sorrise tra sè e applaudì insieme ai
suoi amici.
Era stata una bella par ta, una grande par ta per Sirius, che era
par colarmente in forma. Non aveva mai perso un bolide, e ad un certo
punto fece un colpo impressionante proprio nel momento giusto per
salvare il terzo inseguitore di Grifondoro, sporgendosi così in là che
Remus era sicuro che sarebbe caduto a terra.
“Non ci sarà un’altra festa se vinciamo, vero?” Lily disse sopra gli
applausi mentre James segnava il suo quinto gol, “Non credo che
possiamo farcela con gli esami così vicini”.
“Non se sarà James a decidere,” disse Remus, “Non vorrà bu are via
tu e le ore che ha passato in biblioteca.”
“Biblioteca?!”
“Sì, è stato lì quasi tu i giorni,” aggiunse Peter, “A ripassare
fo utamente in con nuazione. Di ques tempi è ancora più secchione
di Moony.” “Non credo.” Lily inarcò un sopracciglio.
“Credici.” Remus rise, “Ha persino creato delle regole per la stanza del
dormitorio così può dormire a sufficienza tra gli esami. Dobbiamo
tacere completamente dopo le o o.”
Si è alzato un altro applauso: il sesto gol per James, il dodicesimo
assoluto per Grifondoro.
“Ah!” Peter ruggì: “Non ci raggiungeranno mai!”

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Grifondoro vinse, ovviamente - Remus non era sicuro se James avesse
ancora perso una par ta. Non appena venne fischiata la fine, tu gli
studen di Grifondoro si riversarono in campo per congratularsi con la
loro squadra. Mary a capo di tu , dopo essere scesa qualche minuto
prima di tu gli altri. Remus, come sempre, era dietro.
Di solito non gli importava, ma con la luna così vicina alle sue spalle, era
ancora piu osto dolorante e zoppicava più del solito. Probabilmente
sarebbe stato meglio se avesse aspe ato che tu gli altri scendessero,
pensò, meno persone ad accorgersi della sua difficoltà. Una o due volte
Madama Chips aveva suggerito un bastone da passeggio, per quando
l’anca gli faceva molto male, ma Remus non volle assolutamente.
Remus era quasi sceso giù per tu i traballan gradini di legno, e
poteva vedere James e Sirius al centro di una folla ves ta di rosso sul
campo di Quidditch. James alzò lo sguardo e lo salutò, e Sirius lo
guardò, salutando anche lui. Remus fece un ampio sorriso, sperando
che potessero vederlo, e alzò un pollice in segno di congratulazioni.
Mentre lo faceva, qualcosa di molto affilato e caldo gli punse la caviglia,
proprio mentre l’aveva sollevata per scendere un altro gradino. Con un
gemito di sorpresa e dolore, Remus ruzzolò in avan , perdendo
completamente l’equilibrio e scendendo rumorosamente per il resto
delle scale, a errando in un mucchio in fondo. Ow, pensò.
“Fanculo.” Disse, spingendosi verso l’alto con le mani doloran e
scheggiate, e cercando almeno di me ersi in ginocchio. Il problema di
essere così allampanato, pensò, era che c’erano più par in cui farsi
male.
Stordito e confuso, fu grato che la maggior parte della folla gli avesse
voltato le spalle: doveva essere caduto almeno o o gradini. Poi lo sen :
le risa ne soffocate. Si voltò, il dolore gli salì sul fianco sinistro mentre
lo faceva, e vide tre facce nascoste so o l’impalcatura di legno. Erano
Mulciber, Barty Crouch e Piton.
“Oopsie daisy!” Crouch ridacchiò, mostrando file di den bianchi e
aguzzi, un po’ troppo piccoli per la sua bocca. “Povero piccolo Lupin!”
Stava armeggiando con qualcosa di piccolo e di metallo.
“Coglioni.” Mormorò Remus, raddrizzandosi, sollevando il suo corpo il
più velocemente possibile. Frugò nella tasca dei pantaloni alla ricerca
della bacche a, pregando che non si fosse ro a. No, era andato tu o
bene. Lo rò fuori e la puntò tra le fessure dei gradini. La caviglia gli
pulsava ancora, un dolore pruriginoso e pungente. “Che cosa avete
fa o?”

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“Non incolparci per la tua goffaggine, Loony Lupin.” Disse freddamente
Piton, indietreggiando nell’ombra. “E toglimi quella bacche a dalla
faccia, prima che denunci per maledire studen disarma .”
“Disarma un cazzo!” Remus ringhiò, puntando ancora la sua
bacche a,
“Expelliarmus!”
Ma non successe niente. Erano davvero disarma .
“Cosa vi avevo de o, signori?” Piton sogghignò dei suoi amici, “Loony
Lupin è pericolosamente pazzo. Enfasi sul pericolo ... “
Crouch era fuori di sé ora, ridacchiando maniacalmente mentre si
lanciava il piccolo ge one di metallo tra le mani, come uno strano gioco
di giocoleria. Era una falce? No, Remus poteva sen rne l’odore ora,
anche se si stavano allontanando. Doveva essere la spilla di un Prefe o.
Uno d’argento. “Oi!” Gridò, all’improvviso, ma risero e con nuarono a
camminare. Quando James e Sirius - che avevano visto Remus
inciampare, ma non molto altro - lo raggiunsero, i tre Serpeverde erano
scomparsi.
“Maledizione, stai bene Moony?” Chiese James, aiutandolo a
raddrizzarsi, offrendogli un braccio.

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Va bene, sì ... devo essere inciampato. Stupide gambe lunghe, eh?”
Remus cercò di sorridere.
Sirius era lì, e si rifiutava di menzionare qualsiasi po di a acco di
Serpeverde con Sirius intorno. Era troppo instabile; troppo avventato in
ques giorni. Il prurito caldo e rabbioso alla caviglia lo stava facendo
impazzire.
Sperava che l’Essenza di Murtlap aiutasse anche quello. Malede o
Piton. Perché l’aveva fa o? Nessuno dei tre era Prefe o, quindi dove
avevamo preso il dis n vo? E più precisamente, perché il dannato
dis n vo?!
Le ragazze erano arrivate sulla scena ora, e stavano facendo tante
storie, dicendo a Remus di sedersi e fare respiri profondi, chiedendo se
questo o quello faceva male. Non serviva dire che niente faceva male,
dopo che era appena caduto a testa in giù da una rampa di scale, e non
serviva dire che tu o faceva male, ma che era stato molto peggio. E per
tu o il tempo la sua mente con nuò a tornare alla puntura alla caviglia,
e alla parola che Severus aveva usato - pericoloso. Che ne sapeva lui? O
cosa pensava di sapere?
“Remus, sei davvero terribilmente pallido,” disse Lily.
Marlene gli mise una mano sulla fronte e lui la respinse
irritato, “Sto bene.” Disse.
“Va bene, dategli un po’ d’aria, per Merlino!” Sirius, che fino a quel
momento non aveva de o nulla, improvvisamente esplose, spingendoli
via tu .
Remus guardò in alto, strizzando gli occhi a raverso alcune ciocche di
capelli randagi, per vedere Sirius con la sua faccia determinata. Si mise
le mani sui fianchi, imitando molto bene James che delega i lavori per
uno scherzo,
“Andate tu negli spogliatoi, o nella Sala Grande o dovunque dovreste
essere. Moony, andiamo, torniamo al castello, andremo in infermeria.
Prongs, riprendi la mia scopa.”
Remus quasi aprì la bocca per protestare - non poteva andare in
infermeria, da cui era scappato solo poche ore prima. Madama Chips
non gli avrebbe mai più permesso di andarsene una volta che avesse
visto il casino in cui si era cacciato contro i suoi ordini. Ma Sirius gli
stava offrendo una via d’uscita, quindi la prese.
Acce ò l’offerta del braccio di Sirius e si alzò, rigido. Ow, pensò di
nuovo. Si era ferito gravemente un ginocchio e il suo fianco era peggio

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che mai. Barcollò leggermente, ma Sirius gli permise di appoggiarsi a
lui. Indossava ancora le sue ves da Quidditch cremisi, guarnite d’oro,
anche se si era tolto il casche o, i capelli sciol dalla coda di cavallo.
Odorava leggermente di sudore, aria fresca ed erba.
Vengo anch’io!” Mary cingue ò, alzandosi. Stava prendendo molto sul
serio la sua posizione di regina consorte di Grifondoro.
“No, va bene,” disse Sirius, con fermezza ma gen lezza, “Non abbiamo
bisogno di fare tante storie, vero Moony? Andiamo, forza.”
Diede a Mary un rapido bacio sulla guancia prima di condurre Remus
giù per gli ul mi pochi gradini, e fuori dal campo di Quidditch verso il
castello. Remus si allontanò, non appena pensò di poter camminare
senza aiuto, e Sirius glielo permise, ma mantenne un ritmo costante,
così che ci sarebbe voluto molto tempo per tornare indietro.
“Non dobbiamo andare a vedere la Chips se pensi di stare bene.” Disse
velocemente; “Ho solo pensato che sarebbe piaciuto allontanar da
tu a quella gente”.
“Sì ... grazie,” Remus annuì, cauto.
“So che odi quando le persone si preoccupano per te.”
“Si.”
“Moony? Come sei caduto effe vamente? Non cadi mai, nemmeno
dopo la luna.”
“Oh, non lo so. Non stavo guardando dove stavo andando. “
Sirius sembrò acce arlo per ora, e con nuarono a camminare. Ci volle
quasi mezz’ora prima che arrivassero alla Torre di Grifondoro. A volte
Remus desiderava essere un Tassorosso anche solo per mo vi di
accessibilità. Alla fine, Remus crollò sul le o, dolorante e
completamente esausto. Odiava essere così davan a Sirius. Non voleva
mostrare alcun segno di debolezza.
“Vado solo a farmi una doccia, se va bene?” Disse Sirius, piano.
Remus annuì, chiudendo gli occhi.
Una volta che la porta del bagno si chiuse, cercò a tentoni nel comodino
l’Essenza di Murtlap. Gliene sarebbe servita di più, dopo la luna
successiva, anche se questo bara olo era durato più a lungo di qualsiasi
altro che avesse avuto, grazie ai Malandrini. Sollevò la gamba dei
pantaloni e trovò la puntura. Bastardi. Era rossa e gonfia, leggermente,
come una puntura di zanzara. La pelle intorno alla puntura stava
diventando viola intenso. L’Essenza di Murtlap non aiutò affa o.
Decisamente argento, quindi.

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Remus si sdraiò e cercò di ignorare il dolore, perme endo ai suoi
muscoli di rilassarsi e al sonno di prendere il sopravvento. Era ancora
sdraiato in questo stato di torpore e leggermente febbricitante quando
Sirius emerse dal bagno, un soffio di vapore afoso e un debole
dopobarba.
“Stai dormendo?” Sussurrò, così dolcemente.
“Quasi” mormorò Remus, aprendo appena gli occhi.
Sirius chiuse le tende, abbassando la luce nella stanza. Stava proprio
accanto al le o di Remus. Prese il bara olo di essenza di murtlap.
A cosa serve questo? Ti sei tagliato?”
“No...”
“Moony, per favore dimmi cosa è successo? Ovviamente non è stato un
incidente.” Sirius aggro ò la fronte, “Non fidi di me?”
“Certo, mi fido di te,” Remus si accigliò di rimando, “Io solo ... sen , non
ho bisogno che tu esca per cercare vende a, okay? È stupido e finirà. “
“Chi?”
“Tre Serpeverde. Mi hanno fa o inciampare - mi hanno rato il piede
sulle scale, ecco tu o. Idio codardi.” Meglio non parlare dell’argento.
“Quali Serpeverde?” La voce di Sirius era dura.
“Non Regulus.” Remus rispose, fre olosamente, “Piton, ovviamente.
Mulciber e Crouch. Sirius,” disse, più severamente che poté, “Sto bene,
okay? Per favore, non peggiorare le cose.”
“Non lo farò.” Disse Sirius, anche se sembrava incerto.
Rimasero in silenzio per un po’. Remus chiuse di nuovo gli occhi, le
palpebre pesan .
“Devo lasciar dormire?” Chiese Sirius, la sua voce di nuovo gen le.
“Sì, grazie,” mormorò Remus, rilassandosi di nuovo.
“Anch’io sono distru o,” disse Sirius, piano, con una mezza risata,
“Dopo questa par ta. Un po’ sono geloso di te per avere una scusa.
Quasi vorrei potermi sdraiare qui con te e non alzarmi di nuovo fino a
domani.” Remus aprì di nuovo gli occhi, per controllare la faccia di
Sirius, ma stava guardando altrove.
“Meglio scendere per il banche o, però. Non posso perdere il discorso
di vi oria di James.”
“Non avvicinar ai Serpeverde,” disse Remus, “Promesso?”
“Promesso.” Sirius annuì.

141

Lasciò la stanza poco dopo, e Remus si addormentò soddisfa o che non
importa quanto Sirius odiasse Serpeverde, non avrebbe mai fa o niente
di così sconsiderato che Remus non potesse perdonarlo.

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G.U.F.O.  
When I see you walking down the street
I step on your hands and I mangle your
feet. You’re not the kinda person that I
even wanna meet Oh baby, you’re so
vicious!

Giovedì 3 giugno 1976


I GUFO furono altre anto terrifican e soddisfacen come Remus aveva
previsto. Cercò di fingere che non fossero altro che i soli esami di fine
anno, ma questo era quasi impossibile quando tu gli altri sembravano
aver perso la testa. James divenne un vero e proprio recluso, rintanato
in biblioteca o dietro le tende del le o, memorizzando ossessivamente
fa e date che aveva ignorato per il resto dell’anno. Di tanto in tanto
Peter diventava molto pallido e fissava, tremante, il vuoto. Marlene
aveva iniziato a tendere imboscate a Remus a vari intervalli durante il
giorno, chiedendogli di interrogarla su questo o quello.
Solo Sirius sembrava calmo, il che era pico. Quando persino James lo
escluse, si diver a distrarre Mary. Il che aveva l’ulteriore vantaggio di
distrarre Remus, il che era fas dioso, ma sopportabile.
“Andate a cercare un armadio per le scope come tu gli altri!” Gridò
Marlene, sull’orlo dell’isteria, lanciando una pantofola alla coppia.
Erano avvinghia insieme sul divano davan al camine o.
“Non c’è nessun posto dove andare, però,” sospirò Mary a Remus, in
biblioteca il giorno prima dell’inizio dei GUFO. “Sirius non mi lascerà
salire nel vostro dormitorio, e i ragazzi non possono entrare nel nostro
... e non oso rimanere intrappolata in un armadio da qualche parte, non
in questo castello brulicante di aspiran mangiamorte.”
“Che cosa?” Remus finalmente prestò a enzione, “Qualcuno ha cercato
di far del male, Mary?”
“Oh, sempre”, alzò le spalle, con un sorriso stanco, “ormai ci sono
abituata. Almeno essere l’unica ragazza di colore nella mia scuola
elementare mi ha preparato a qualcosa. “
“È orribile, Mary, mi dispiace.” Remus la strinse, sentendosi veramente
malissimo.

143
Mary era una ragazza molto dura, lo sapeva - potevi farla franca
dicendole quasi tu o. Sarebbe stata di ca vo umore per un po’, ma
avrebbe perdonato subito dopo e non te lo avrebbe mai rinfacciato.
Comunque; questo era qualcosa di completamente diverso, e
ovviamente stava avendo un effe o.
“Sei così dolce Remus,” sorrise gen lmente, stringendogli la mano.
“Non preoccupar per me, però. Ho Sirius.”
“Mm.” Remus lasciò la sua mano, tornando al suo lavoro prima di
chiedere casualmente, “Cosa ne dice?”
“Oh, sai, che mi difenderà fino alla morte, che niente di quello che
fanno potrà mai me ersi tra noi ... ad essere ones , penso che abbia un
po’ un complesso da cavaliere.”
“Beh.” Remus chiuse il libro e la guardò, “Non sei di certo una damigella
in pericolo.”
Il viso di Mary si aprì in un bel sorriso. Era davvero molto bella.
“Grazie, Remus, sapevo che potevo contare su di te per sostenere la
libertà delle donne. Bene, possiamo ripassare quel testo di Difesa
Contro le Ar Oscure? Il professor Droskie ha accennato che ci sarebbe
stato qualcosa sui lupi mannari o sui vampiri ... “
Remus non avrebbe mai saputo se fossero sta i crescen a acchi ai
na babbani - e quindi Mary - a causare l’incidente avvenuto dopo
l’esame scri o di DADA. Si lusingò, una o due volte, che potesse avere
qualcosa a che fare con l’os nato inseguimento di Remus da parte di
Severus, anche se Sirius aveva promesso di non vendicarsi. Gli piaceva
pensare, più tardi, che James e Sirius avessero agito per una sorta di
giusta indignazione; che questa era un’opportunità per dimostrare che
avevano scelto una parte.
In realtà, era probabilmente un misto di ragioni; nessuna di loro nobile:
la tensione dei GUFO, combinata con il sollievo di aver appena finito un
esame. Crescen tensioni che stavano ribollendo da tu o l’anno - in
effe , per un certo numero di anni - tra Grifondoro e Serpeverde.
Severus Piton è semplicemente uno stronzo fas dioso, James che vuole
impressionare Lily, l’aggressività spietata di Sirius verso chiunque abbia
anche solo accennato fedeltà all’ ‘altra parte’.
In breve, nessuno era proprio sé stesso quel giorno, e faceva caldo:
ques due fa ori da soli avrebbero potuto essere sufficien per portare
una situazione al punto di ebollizione. Il fa o che Sirius stesse
interpretando l’aristocra co annoiato, e che James fosse ansioso di
accontentarlo non era una novità - e potrebbe essere potenzialmente
spiegato in seguito come odioso comportamento adolescenziale.

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Inoltre, quelli che conoscevano Sirius e ciò che aveva sofferto erano
inclini a assecondarlo; perme etegli di darsi delle arie - e James era
stato par colarmente indulgente.
Il livello di crudeltà era certamente nuovo e non poteva essere spiegato
così facilmente.
Sfortunatamente, con il passare degli anni, Remus avrebbe visto
sempre di più questa spietatezza - non sempre dai suoi amici, ma
certamente dalle persone che aveva pensato fossero ‘buone’. A Remus
sarebbe sempre sembrato che questo fosse il giorno in cui la guerra era
veramente iniziata, per quanto riguardava i Malandrini.
Remus non si considerava irreprensibile, ovviamente. Sarebbe potuto
intervenire. Aveva messo giù il suo libro di Trasfigurazione quando Lily
era stata coinvolta - ma aveva pensato che avrebbe chiuso tu o,
rimproverato James e sarebbe andata avan . Di certo non si aspe ava
che Piton dicesse quello che aveva de o, o che James facesse quello
che ha fa o dopo. Una parte di lui si era diver ta. A una parte di lui
piaceva vedere Piton umiliato e tormentato, senza Mulciber intorno a
sostenerlo. Era orribile vedere Lily così insultata, ovviamente, e quando
James iniziò davvero a farlo, Remus dove e mordersi il labbro per
evitare di esultare e ridere insieme a tu gli altri. Avrebbe dovuto
fermarlo. Avrebbe dovuto resistere ai suoi amici, prendere il controllo
ed essere l’uomo migliore. Semplicemente non ne aveva voglia.
Se il suo intervento avrebbe o meno migliorato o peggiorato la
situazione - o gli even che seguirono - Remus non poté saperlo mai.
Ma avrebbe voluto aver provato.
[Riferimento a ‘Harry Po er e l’Ordine della Fenice’, Capitolo 28: La
peggior memoria di Piton]

“Hai perso ogni possibilità che hai mai avuto di stare con lei adesso,
amico.” Sirius rise, mentre Lily si precipitava fuori dalla Sala Grande più
tardi quel giorno, dopo aver visto James al tavolo.
“Beh.” Disse James, accigliandosi. “Sai una cosa, ho sprecato troppo
tempo a struggermi per lei, e se è così che si sente ...”
“Non è come si è sempre sen ta?” Chiese Peter, versando tristemente il
sugo. Un’altra vi ma dell’alterco con Piton - Peter e Desdemona
avevano apparentemente li gato in modo acceso. Aveva pensato che
fosse bullismo; non poteva vedere cosa aveva fa o di sbagliato Piton.

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“Chiudi la bocca, Minus.” Sirius alzò gli occhi al cielo. Si rivolse a James;
“Dimen catela, Prong, è sempre stata piena di sé”.
“Oi,” Mary gli schiaffeggiò leggermente la coscia, “Lily è mia amica, se
non dispiace. Tu avia, James, penso che fares meglio a lasciarla in
pace per un po’. È davvero sconvolta.”
“Veramente?” Chiese Remus, sentendosi in colpa. Avrebbe dovuto
fermarlo.
“Ovviamente!” Mary rispose, affe ando ordinatamente le sue patate
arrosto, “Non chiedermi perché, ma Mocciosus è stato il suo migliore
amico da quando erano bambini. Ho provato a dirle che enorme
coglione è, ma non ce la fa davvero. Le dispiace per lui, credo. Lui è
follemente innamorato di lei, ovviamente.”
“Eurgh, a lei non piace, vero?!” James sembrava scandalizzato.
“No”, Mary scrollò le spalle, “ma sono amici lo stesso. O almeno lo
erano. Non gli parla, adesso.”
Remus prese mentalmente nota di controllare se stava bene - cioè, se
Lily gli parlava ancora. Il suo sfogo finale era sicuramente da prendere
come un a acco a tu i Malandrini, non solo a James.

Venerdì 12 giugno 1976


L’esame scri o di Trasfigurazione fu la se mana successiva, e Remus
era anche troppo preparato, semmai. Aveva un ardente desiderio di
ba ere James, se non fosse riuscito a ba ere Sirius. Pensava che
probabilmente avrebbe potuto ba erli negli scri se non avesse potuto
nella pra ca. Il test durava tre ore e richiedeva un’enorme quan tà di
concentrazione. Remus alzò lo sguardo solo due volte, entrambe le
volte per controllare Sirius. La prima volta stava lavorando al suo saggio,
con la penna che si muoveva senza intoppi, come se stesse pa nando
sulla pergamena, invece di scarabocchiare come James o Peter. La
seconda volta, era appoggiato allo schienale della sedia, cercando di
a rare l’a enzione di James. Remus sospirò. Era molto più difficile
concentrarsi così vicino alla luna. Si sen va più animale del solito.
Non vedeva l’ora che arrivasse la luna imminente, per quanto sapeva
che fosse sciocco. Sarebbe stata l’ul ma dell’anno scolas co e tu e
qua ro l’avevano aspe ata in silenzio nell’ul ma se mana. Gli esami
sarebbero sta fini e sarebbero sta pra camente invincibili, con
quello che sembrava il mondo intero ai loro piedi. James aveva giurato

146
di aver intravisto un unicorno l’ul ma volta, e stavano leggendo come
rintracciarli. Remus non era sicuro di cosa potesse fare il lupo, di fronte
a un unicorno, ma non c’erano prove che avrebbe a accato. I centauri
erano qualcosa di completamente diverso: i centauri terrorizzavano il
lupo.
Quando l’esame finì, gli studen furono istrui a stare con le spalle alle
pare della Sala Grande mentre la McGrani raccoglieva magicamente
tu i fogli in ordine alfabe co (nel più elegante uso di accio che Remus
avesse mai visto) e ripris nava i tavoli di casa pron per la cena .
Dall’altra parte del corridoio, Piton stava fissando James furiosamente.
“Non so cosa altro vuole”, disse James, “Siamo in punizione, no?” “Vi
ha visto un insegnante?” Chiese Mary, mentre si dirigevano verso i loro
pos abituali per la cena.
“No, malede a Evans. “ Sirius geme e.
“La mia cara amica Lily.” Disse Mary, con fermezza.
“Come vuoi.” Sirius grugnì. “È meglio che non lo ri fuori fino a domani
sera.”
“Perché?” Chiese Mary, sorridendo mentre la cena appariva sui pia
vuo davan a loro. Spaghe alla bolognese. “Mi por in un posto
carino, per una volta?”
“Penso che il bagno delle ragazze del sesto piano sia carino.” Sirius
rispose sarcas camente. “Comunque no. Ho qualcos’altro. Affari da
Malandrini.” “Oh sì, naturalmente,” sospirò Mary, come se fosse
terribilmente spazien ta “Avevo dimen cato che devo condividere il
mio ragazzo con i suoi ragazzi.” James e Peter ridacchiarono, ma Sirius
si irrigidì come un ga o.
“Cazzo,” sputò, guardandola male dall’altra parte del tavolo, “Perché
devi dire merdate del genere? Vacca dispe osa.”
“Snob purosangue.” Gli rispose, dolcemente, girando gli spaghe sulla
forche a.
“Per favore,” disse Remus, comba endo con un mal di testa, “Peter e
Desdemona li gano questa se mana. Avrete il vostro turno la
prossima se mana.”
Questo fece ridere tu e in qualche modo riuscì a calmare l’atmosfera.
Remus era soddisfa o di se stesso. Stava davvero imparando a capire
l’intera faccenda delle relazioni, senza averne mai avuta una.
Quando la cena finì, tu o andò di nuovo bene, e quando James si alzò
per andare in punizione, Sirius gli disse che lo avrebbe raggiunto più
tardi.

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“Voglio assicurarmi che Mary torni alla torre tranquilla”, spiegò.
“Non devi,” disse, “Non vado da sola, verrà anche Remus, non è vero
Remus?”
“Sì,” annuì, sollevandosi la borsa dei libri sulla spalla, “finalmente
leggerò qualcosa con una trama, ora che gli esami sono fini .”
“Che vita ele rizzante che conduci, Moony,” sorrise Sirius. Prese la
mano di Mary; “Tu avia, preferirei venire con te. Così non mi
preoccupo.” “Come puoi essere un tale coglione un minuto e poi così
dolce il quello dopo?” Mary sospirò, baciandolo. Remus distolse lo
sguardo, educatamente.
Quella era proprio la domanda, con Sirius, pensò. Era esa amente
quello a cui andavi incontro con lui.
“Va bene, ma non aspe are troppo”, disse James, “La punizione è con
Gazza. Evans è una sadica, giuro.”
“Ci vorranno neanche quindici minu .” Sirius lo rassicurò, e si
avviarono, loro tre, Remus che camminava un po’ indietro per tu o il
percorso.
“Oh, per l’amor di Dio.” Disse Mary ad alta voce, mentre raggiungevano
il buco del ritra o, e Remus si guardò intorno per vedere quale fosse il
problema.
Ah. Ovviamente. Di nuovo Piton. Di riflesso, Remus prese la sua
bacche a. “Sen , non è interessata a parlare con te, quindi va ene!”
Sbo ò Mary, tenendo ancora la mano di Sirius.
“Black,” strascicò Severus, “Di’ alla tua pu ana babbana di stare zi a.”
“Come mi hai chiamato?!” Mary strillò, mentre Sirius rava fuori la sua
bacche a e la sollevava.
Questo è il momento, pensò Remus tra sé, questo è il momento per
essere un Prefe o. Questo è il momento per essere coraggiosi.
Sirius aveva appena aperto la bocca quando Remus si fece avan , in
piedi tra i due ragazzi dai capelli scuri.
“Sme la adesso!” Disse, con la sua voce più pericolosa; “Piton, torna
nella tua Sala Comune, o do una punizione. Black, solo ... calma ,
okay?” Sirius era rosso in faccia e non abbassò la bacche a. Piton
inarcò un sopracciglio,
“Ascoltalo, Black, anche Loony Lupin sa che non potres ba ermi in un
duello.”
“Non è quello che ho de o,” sibilò Remus, “Stai zi o e va ene.”
“Devo chiamare qualcuno?” Chiese Mary, guardando nervosamente il
viso di Sirius.

148
“No, va bene ... entra.” Disse Remus, guardandola strisciare a raverso il
buco del ritra o. Si voltò di nuovo verso Sirius, “Andiamo, ora hai la
punizione, andiamo ...”
“Non sembri stare bene, Loony Lupin.” Disse Severus, all’improvviso.
Remus si voltò, confuso. Ma che cazzo?!
“È in arrivo quel periodo del mese, vero?” L’implicazione era chiara.
Remus era senza parole, scioccato. Rimase a bocca aperta, dicendo
dopo poco,
“Tu ... non sai di cosa stai parlando!”
Piton sorrise, ovviamente entusiasta di aver provocato una simile
reazione. Guardò Sirius, ora,
“Lo sapete tu , naturalmente. Tu, Po er e quel piccolo roditore,
Minus? Sapete cos’è? Mi sono sempre chiesto perché tre purosangue
avrebbero voluto sprecare il loro tempo con una feccia sporca come lui,
ma ora capisco: è il tuo piccolo animale da compagnia, non è vero,
Black?”
“Confringo!”
“Expelliarmus!”
Remus e Sirius gridarono entrambi i loro incantesimi allo stesso tempo,
ma Remus fu più veloce, e ebbe la bacche a di Sirius in mano prima
che potesse essere fa o qualsiasi ulteriore danno. Adesso si rivolse a
Piton.
“Non so cosa pensi di sapere”, disse, abbassandosi, in piedi sopra il
ragazzo Serpeverde, puntandogli due bacche e dire amente in faccia,
“Ma qualunque cosa sia, sbagli. Ora torna nei so erranei prima che
chiami la McGrani .”
Piton, che era leggermente impallidito, fece un minuscolo cenno del
capo prima di aggirare i due Grifondoro e sga aiolare via, lungo il
corridoio. Remus non gli tolse le bacche e di dosso fino a quando non
se ne fu defini vamente andato, e non a res tuì a Sirius fino all’ul mo
momento.
Sirius lo afferrò e lo fissò,
“Perché lo hai fa o?!”
“Sirius! Vuoi un’altra punizione?!”
“Non hai sen to le cose che ha de o su Mary?! Le cose che ha de o di
te?!” “Certo che l’ho sen to.” Remus incrociò le braccia, freddamente.
“Ed è un completo coglione. Un completo coglione che hai umiliato ieri
e che mi hai promesso che non sares andato a cercare.”
“Si ma--”

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“Hai promesso, Sirius.” Remus lo fissò.
Vide lo sguardo negli occhi di Sirius - si era appena reso conto che erano
completamente soli e in piedi piu osto vicini. Fece un passo indietro,
elegantemente,
“So cosa ho de o”, rispose, con la voce ancora densa di rabbia, “Ma
non voglio che sparga voci su di te! Si merita un assaggio della sua
malede a medicina.”
“Sirius,” geme e Remus, “Per favore, solo ... vai in punizione e calma ,
okay? Ci vediamo dopo.”
Anni dopo, Remus avrebbe guardato indietro a quella conversazione
con il senno di poi, e si sarebbe rimproverato per aver lasciato le cose in
quel modo. Ma non erano ancora gli uomini che sarebbero diventa , e
per quanto a Remus piaceva pensare che fosse maturo e intui vo -
stava per apprendere che ancora non sapeva niente di Sirius.
Inoltre, non aveva la pazienza. La luna stava arrivando.

150
La settimana seguente  
Anyone who ever had a heart
Wouldn’t turn around and break
it And anyone who ever played
a part Wouldn’t turn around
and hate it.

Domenica 13 giugno 1976


Tu o fa male, fu il primo pensiero di Remus al risveglio.
Il pensiero successivo fu: dove sono? Nessuno era mai arrivato. Faceva
caldo, troppo caldo per giugno, e il suo cuore non sme eva di ba ere
forte per la rimanente frustrazione del lupo. Si alzò in piedi e barcollò
verso il le o, grondando sangue.
Doveva essere stato il loro ul mo evviva, pensò, miseramente.
Dovevano inseguire gli unicorni. Cos’era successo?
Immediatamente cominciò a preoccuparsi; doveva essere accaduto
qualcosa di orribile, qualcosa di veramente terribile, dal momento che
nessuno dei Malandrini si era presentato. Uno di loro da solo avrebbe
potuto sedersi con lui, almeno, tenergli compagnia. Anche Wormtail.
“Buongiorno, caro”, Madama Chips entrò rapidamente nella stanza.
Era più nervosa del solito, poteva sen rne l’odore. Era successo
qualcosa. Solo che lui non poteva chiedere cosa, no?
“Oh, poverino, è stata un po’ una no ataccia ovunque, eh?” Iniziò a
curare le sue ferite più urgen .
“Cosa intende con ‘ovunque’?” Chiese, cercando di non sembrare
troppo ansioso.
“Oh ... niente, caro, niente di cui preoccuparsi.”
In infermeria, cercò di rimanere sveglio, ma Madama Chips gli ste e
accanto per assicurarsi che finisse la sua pozione per dormire, e dormì
come un sasso.
“Remus? ... psst ... sei sveglio?”
Remus aprì gli occhi, annebbiato e irritato, per vedere l’immagine
sfocata di James flu uare nei suoi occhi. Solo la testa di James.
“Prongs?” Gracchiò,

151
“Shh,” mormorò James, muovendo a malapena le labbra, “Chips non
perme e a nessuno di veder , ho dovuto intrufolarmi so o il mantello.
Stai bene?”
“Non proprio”, poteva già sen re le nuove cicatrici, senza muoversi.
“Che è successo? Non siete venu .”
Il suo amico aveva un’espressione insolita. Non familiare nei lineamen
di James, comunque. Era vergogna?
“Mi dispiace davvero, Moony.”
“Perché?! Che è successo?” Chiese di nuovo Remus, la sua voce si
indurì.
“Non ricordo niente.”
“Era ... Godric, non so come dirtelo.”
“Provaci.”
Dov’era Sirius? Perché non era qui?! Remus avrebbe voluto gridarlo.
“Sen , per favore non essere troppo arrabbiato con lui, okay? È un
idiota, un fo uto stupido idiota, ma non credo che si sia reso conto,
non credo che intendesse ...”
Ah. Remus si rese conto fin troppo velocemente.
“James. Cosa ha fa o Sirius?”
James non era mai stato disonesto da quando Remus lo conosceva.
Eppure, mentre raccontava la storia, la temperò comunque con piccole
bugie bianche - se erano des nate a proteggere Remus o Sirius, non era
chiaro. Sirius non aveva pensato; era stato spericolato; non aveva
intenzione di nuocere. Ma aveva causato mol danni, che lo volesse o
no, e avrebbe potuto essere responsabile di molto di più.
“Lui ... l’ha de o a Piton.” Disse Remus, cercando di controllare la
situazione, provando un’orribile, nauseabonda sensazione pungente
che iniziava nel suo stomaco e si insinuava verso l’alto.
“Non ... non esa amente,” James sba é le palpebre, bagnandosi le
labbra,
“Gli ha de o come funzionava il Platano Picchiatore, e Piton... sai com’è
Piton.”
“So com’è Sirius.”
James annuì, come se acce asse che questo fosse abbastanza giusto.
“Nessuno si è fa o male. Sirius ha trovato il coraggio all’ul mo minuto
e me lo ha de o e sono riuscito a impedire a Mocc-- Piton di avvicinarsi
troppo, ma ...”
“Mi ha visto.” Remus pensava che avrebbe vomitato.

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C’era un terribile ruggito nelle sue orecchie, come se stesse cadendo in
una fossa oscura, un canyon disperato. Chiuse gli occhi.
“Puoi andare via, per favore, James?”
“E saremmo venu , io e Pete, l’avremmo fa o, ma Piton è andato da
Silente, e tu eri così agitato ...”
“James! Voglio che tu vada via.” Sibilò, chiudendo gli occhi.
“Ma Moony--”
“Per favore.”
“... Okay amico. Okay. Ma tornerò.”

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Remus non disse nulla, non aprì nemmeno gli occhi finché non sen il
fruscio della tenda e capì di essere solo. Alla fine, Madama Chips spinse
la testa dietro l’angolo.
“Ciao, caro”, disse, dolcemente, “ho un’altra pozione per dormire qui...
ora so che non la vuoi, ma ...”
“Me la dia qui,” allungò subito un braccio dolorante.
Qualsiasi cosa per far sparire tu o. Qualunque cosa che gli avrebbe
permesso di non pensare più. Doveva aspe arsi qualcosa del genere
nonostante James non l’avesse fa o. Sirius era in caduta libera da
Natale, era solo ques one di chi avrebbe schiacciato una volta
a errato.

Lunedì 14 giugno 1976


Remus Lupin non avrebbe mai, mai perdonato Sirius Black.
Fu una decisione che prese quasi nell’istante in cui si svegliò la seconda
volta dopo quella terribile luna. Il peso di tu o si abba é su di lui e
sen una rabbia così pura che ardeva come una febbre. Ecco cosa si
prova ad essere tradi …
Non era arrabbiato in quel modo da molto tempo. Alla fine del suo
quarto anno, Remus aveva tranquillamente scelto di abbassare le sue
difese, di ammorbidirsi e rilassarsi - almeno intorno ai suoi amici.
Tenere tu a distanza - tenere tu spaventa - si era rivelato troppo
estenuante da ges re per molto tempo.
Ma ora. Ora, Remus lo trovava davvero molto facile. Parlò a malapena
con Madama Chips, tranne per chiederle che gli fosse concessa qualche
no e in più in infermeria.
“Davvero, Remus, il riposo è importante, ma stare a le o tu o il giorno
non è salutare. Hai bisogno di esercizio.”
“Non mi sento bene.” Ripeteva, da so o le coperte.
Era infan le, ma lei lo lasciò essere infan le. Sapeva cosa era successo.
Le dispiaceva per lui. L’infermiera fece un balzo e lo iscrisse per un’altra
no e. Silente fu il peggiore. Il portatore di ca ve no zie, come
sempre, era arrivato la sera dopo l’accaduto, per offrire la sua inu le
prospe va sulla situazione. Remus si mise a sedere sul le o, le braccia
incrociate, fermo e immobile.

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“Il signor Piton si è notevolmente calmato, potres essere felice di
sen re.” Silente disse; “Di certo ha avuto paura, ma è stato persuaso ad
agire nel migliore interesse della sua scuola e dei suoi compagni di
scuola.” Remus sbuffò a questo. Silente non reagì.
Quindi, tu o bene. Il tuo amico, il signor Black--”
Non è mio amico.” Disse Remus, senza guardare Silente. Fissò avan .
“Remus--”
“È stato espulso?”
“No.” Silente disse, piano, “Quello che Sirius ha fa o è stato
incredibilmente sciocco, incredibilmente pericoloso. Ma è stato un
errore. Non ho dubbi che sia veramente pen to. Ha imparato una
lezione preziosa.”
“Oh, brillante.” Remus sbuffò di nuovo, stringendo le braccia come se
fossero tu o ciò che lo teneva insieme, “Finché l’erede dei Black ha
imparato un’importante lezione. Finché ha giovato al suo sviluppo
personale--”
“Remus ...”
“--Finché possiamo tu guardare indietro e pensare, ah che eccellente
parabola! Grazie al cielo sappiamo tu esa amente cosa succede
quando mandi il tuo nemico a caccia di un fo uto mostro mortale! “
“Remus!”
Si fermò, la sua faccia accaldata, e finalmente guardò Silente.
Occhi azzurri freddi, lo fissarono. A Remus venne in mente il loro primo
incontro. Anche allora era stato scortese e arrabbiato.
“Hai tu o il diri o di provare quello che stai provando.” Disse Silente,
calmo come sempre. “E stai tranquillo, Sirius sarà punito.”
Remus voleva mormorare qualcosa di sarcas co sull’efficacia delle
detenzioni quando si tra ava di Sirius Black. Non lo fece. Silente
con nuò. “Ti me erò in guardia adesso, come ho fa o una volta,
quando uno scherzo infan le è sfuggito di mano. La passione è una
qualità importante, ma dobbiamo tu imparare a esercitare il
controllo.”
“Un po’ tardi per quello.”
“Sei stato orribilmente deluso da qualcuno vicino a te, e mi dispiace
molto. Ma non puoi lasciare che questo incidente--”
“Le persone a me vicine mi deludono da quando ho cinque anni.”
Remus disse, amaramente, “Ci sono abituato. Comunque,” si chinò sul

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le o, desiderando che Silente se ne andasse e lo lasciasse in pace,” Non
eravamo così vicini. “
“È un peccato.” Rispose Silente. Si alzò. “Perché avremo tu bisogno
l’uno dell’altro più che mai, abbastanza presto. Perdona e dimen ca,
Remus.” Remus non disse arrivederci, si girò semplicemente e cercò di
dormire.

Madama Chips non gli avrebbe permesso di restare per tre no di


seguito. Invece andò dire amente dalla professoressa McGrani . Bussò
due volte alla porta, poi fece irruzione.
Remus! Stai bene?”
Mi rimandi indietro.”
“Scusami?” Il capo della sua casa si alzò da dove era seduta dietro la sua
scrivania.
“Mi rimandi indietro.” Ripeté, a pugni chiusi; “A St Edmund’s. Gli esami
sono fini , non c’è bisogno che res qui.”
“Remus, il semestre non è finito. A meno che tu non s a bene, non
posso mandar da nessuna parte.”
“Allora, sono prigioniero?”
“Certo che no, sciocco ragazzo. Siedi .”
Pensò di rifiutare o addiri ura di tornare subito indietro. Ma era così
severa, e qualcosa lo aveva perforato in tenera età e lo costringeva ad
obbedire alle voci alte delle donne anziane.
Anche lei si sede e, il suo viso diventò più pallido. Agitò la bacche a e
apparve un bollitore, insieme a due tazze e pia ni,
“Tè, signor Lupin?”
“No grazie.”
“Avan , adesso,” disse lei, versandogli comunque una tazza, “trovo che
le conversazioni più spiacevoli possano essere rese più facili con i gius
rinfreschi. Servi con un bisco o.” Annuì a un pia o che un a mo
prima non c’era.
“Sto bene. Voglio solo andarmene.” Disse, la voce più pacata che
poteva. “Sì, questo è chiaro.” Sorseggiò il suo tè; “Ma non rimanderò
a St Edmund’s”.
“Dite a Madama Chips di lasciarmi dormire in infermeria, allora.”

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“Non farò niente del genere. Hai un le o perfe o nella Torre di
Grifondoro.”
“Non posso andare lì.”
“I Grifondoro non scappano dai loro problemi, signor Lupin.”
“Sì, ma i Serpeverde scappano dai lupi mannari.” Sputò.
La guardò fissandola con un’occhiataccia che pensava di aver quasi
perfezionato, ora;
“Sarei stato arrestato. Mandato ad Azkaban, o, o... o soppresso! Non
avrei nemmeno saputo di aver fa o qualcosa - ed è tu a colpa sua!”
Oh no, doveva fermarsi qui. Era in serio pericolo di scoppiare in lacrime,
e questo non poteva accadere. In nessuna circostanza Remus avrebbe
pianto per questo.
La McGrani fu gen le e aspe ò che si ricomponesse. Fece alcuni brevi
respiri, lasciando che i suoi riccioli gli cadessero davan al viso prima di
poter finalmente incrociare di nuovo il suo sguardo.
Non riesco a dormire in una stanza con la persona che l’ha fa o.”

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Questo è perfe amente ragionevole.” Disse, dolcemente.
Sba é le palpebre.
“Che cosa?”
“Non sono completamente senza cuore, signor Lupin,” sorrise,
“Credimi, so come devi sen re - posso almeno immaginarlo. E posso
dir che ho parlato con il signor Black io stessa - è fuori dalla squadra di
Quidditch, punizione per il resto dell’anno, cento pun persi ... Ma non
possiamo apportare cambiamen dras ci alla tua sistemazione nel
dormitorio, non senzache nessuno si chieda il perché.”
Qualcosa fece clic. Negli ul mi giorni, Remus aveva posto il suo dolore
al centro dell’universo. Aveva dimen cato che nessun altro a scuola
sapeva niente.
“Oh.” Fu tu o ciò che poté me ere insieme.
“Mi dispiace, Remus,” disse la McGrani . “È un’orrenda crudeltà. Ma
deve essere sopportato.”
“Questo mi ricorda.” Pescò in tasca il dis n vo del Prefe o. Aveva ro o
l’incantesimo di trasfigurazione su di esso e l’avvolto in carta velina, ma
era ancora caldo nella sua mano. Lo mise sulla scrivania. “Lo riprenda.
Lo dia ... non so, a James. Non posso più farlo.”
“Remus,” la McGrannit sembrava triste ora, supplicando, “Non lasciare
che questo faccia tornare indietro. Parla con i tuoi amici.”
Alzò le spalle,
“Posso andare?”

Andò in biblioteca. Dove altro? Sarebbe stato abbastanza semplice per i


Malandrini trovarlo se lo avessero voluto, ma comunque avevano anche
la mappa. Non c’era nessun posto dove nascondersi, tranne forse la
Stamberga Strillante, e Remus sarebbe impazzito se avesse mai
trascorso lì dentro più del necessario.
Fortunatamente, tu gli altri sembravano essere fuori a godersi il sole
di inizio estate, lasciando la biblioteca pra camente vuota. Lesse - o
provò a farlo, comunque. Non era facile concentrarsi quando il suo
cervello con nuava a interromperlo.

Non avres mai dovuto sbaciucchiarlo.


Sen , va ene, non sono dell’umore giusto.
Oh affascinante! Sei tu quello che vuole parlare.
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Voglio parlare con Grant, non con te. Sei un sos tuto di merda.
Beh, dovres chieder cosa dice di te, no? Trova qualcuno con cui
parlare, se ne hai così voglia.
... Cosa c’entra con il bacio?
Ooooh, adesso è un ‘bacio’, vero? Limonare va bene per Grant, ma per
il grande e glorioso Sirius Black è ‘baciare’ lah-dee-dah!
Sii u le o lasciami in pace.
Te l’ho de o - o te l’ha de o il vero Grant - di non baciarlo. Pensavi di
esserne uscito facilmente quando ha deciso di ignorarlo, ma ora la stai
pagando.
Stai dicendo che è colpa mia?
Così sembra.
Non è molto gen le.
Avrei dovuto esserlo?
Mi manca Grant.
Che sfiga.

Alla fine, cominciò a fare buio. Saltò la cena - non pensava di potersi
convincere comunque a mangiare davan ai Malandrini. Aspe ò
solamente. Mancavano solo due se mane alla fine del semestre.
Avrebbe potuto evitarli così a lungo; l’aveva già fa o. Resta in
biblioteca, alza presto, vai a le o tardi. Facile.
Venne cacciato fuori dalla biblioteca alle nove e, ormai affamato, fece
una deviazione per le cucine. Gli elfi domes ci erano fin troppo felici di
servirlo, costruendogli un pia o di panini, pata ne e dolci, abbastanza
da sfamare un’intera classe. Remus spazzolò tu o e avrebbe potuto
chiedere dei secondi. Ma era ora di stringere i den .
Camminò lentamente, come se questo potesse essere d’aiuto, ed fu
aggredito da Lily, in pa uglia da Prefe o. “Ciao,” sorrise, “Ti sen
meglio?”
“Sì, molto.” Lui annuì. “Come stai?”
Guardò in basso, giocherellando con i suoi capelli.
“Oh, sai. Bene. Sev ha smesso di nascondersi fuori dalla Sala Comune,
almeno. “
“Mi dispiace per tu o questo ...”
“Non è stata colpa tua”, agitò una mano, “pensavo davvero che ... oh, è
stupido, ma ho pensato che forse un giorno avrebbe cambiato idea su

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tu e quelle sciocchezze purosangue, e quando lo avrebbe fa o , io
sarei stata lì. Come se tu o quello che avessi dovuto fare era con nuare
a essere sua amica, e tu o sarebbe andato per il meglio. Stupido.” Lei
scosse la testa.
“Non così stupido.” Rispose, perché sembrava una cosa carina da dire.
“Sì beh. Avrei potuto risparmiarmi un sacco di angoscia “, alzò le spalle,
stoicamente. “Comunque, cosa fai in giro? Vai a le o, non sei stato
bene!” Le sorrise - non sorrideva da anni.
Stava per voltarsi e andare avan , quando qualcosa gli fece cambiare
idea. Si chinò e avvolse le braccia a orno a Lily, stringendola. Lei lo
abbracciò di rimando, il che lo fece solo stringere più forte, finché lui
non la sollevò, e lei strillò,
“Dio, sei più forte di quanto sembri, Lupin!”
“Scusa.” Lui arrossì, me endola a terra.
“No, è stato carino”, gli sorrise, dandogli una pacca sulla spalla, “Stai
bene?”
“Si.”
Non si sen bene, entrando nella Sala Comune. Fortunatamente era
molto tranquilla. Alcuni studen avevano ancora gli esami, altri erano
distru dopo una lunga giornata so o il sole cocente. I Malandrini non
c’erano, ma c’erano sta di recente.
Remus sapeva esa amente cosa avrebbe fa o. Era andata bene in
biblioteca, mentre rimuginava sul primo confronto come se fosse una
commedia che doveva provare.
Salì le scale. Era sciocco, lo sapeva, ma sin dal suo compleanno si era
soffermato - solo per un secondo - su quell’unico gradino delle scale,
ogni volta che saliva a le o o scendeva per colazione. Questo castello
conservava dei ricordi: la Mappa del Malandrino glielo aveva insegnato.
E quel gradino aveva conservato il ricordo più dolce di Remus. Adesso lo
superò, risoluto. Aprì la porta con una certa forza, spaventando i tre
ragazzi all’interno. Erano sedu sui loro le . Peter era in pigiama,
sembrava cupo - Remus poteva solo presumere che questo significasse
che non c’era stato alcun cambiamento con Desdemona. James era
mezzo spogliato e si agitava nel comodino in cerca di qualcosa. Sirius
era sdraiato, chiaramente sul punto di fare un commento sarcas co.
Quando Remus entrò, si raddrizzò. Remus andò dri o al suo le o e
prese il suo pigiama. Non parlò, ma andò dri o in bagno, che chiuse a
chiave, poi lanciò un incantesimo di silenziamento. Non voleva
ascoltarli. Non era sicuro di come avrebbero reagito.

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Si lavò. Si lavò i den . Si mise il pigiama. Remus era più che consapevole
che avrebbe perso parte della sua autorità quando avrebbe indossato
un paio di pantaloni larghi del pigiama blu e bianchi e una maglie a
ingrigita, ma aveva un bel po’ di nuove cicatrici, e non voleva spogliarsi
davan a loro. Fece un respiro profondo. Uscì, andando rapidamente al
suo le o.
“Moony, io ...” iniziò Sirius.
Remus lo ignorò e si voltò verso James,
“Grazie per aver fermato Severus, James.” Disse, senza emozioni. “Hai
salvato entrambe le nostre vite.”
“Ehm ...” iniziò James, ma Remus si era messo a le o, e aveva chiuso le
tende con un gesto.
Bene. Pensò tra sé. Ecco, come sarà d’ora in poi.

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Conclusione  
Martedì 30 giugno 1976
“Mi dispiace,” disse Sirius Black, con grandi occhi ansiosi, in piedi dietro
Remus mentre si lavava i den .
“Mi dispiace,” mormorò Sirius Black, a bassa voce al tavolo della
colazione, prima che arrivasse Mary.
“Mi dispiace!” Supplicò Sirius Black, mentre Remus si allontanava di
nuovo. “Mi dispiace ...” sussurrò Sirius Black, mentre Remus chiudeva
le tende del le o ogni no e.
Allora lascialo soffrire, disse la parte più crudele di Remus, la parte che
era stata ferita di più. Girò la testa, si allontanò, chiuse le porte e chiuse
gli occhi. ‘Mi dispiace’ non è abbastanza, disse, tu o considerato. Non
so cosa lo sia. James e Peter osservavano, con cautela, con la coda
dell’occhio. Sapevano che non dovevano introme ersi - anche se James
senza dubbio sopportò il peso maggiore dell’angoscia di Sirius; gli
incontri a tarda no e erano ricomincia più numerosi di prima.
Le ragazze notarono che qualcosa non andava, ma non erano sicure di
cosa - Lily pensava che Remus fosse nervoso all’idea di tornare a St
Edmund’s, Marlene pensava che fosse preoccupato per i risulta dei
GUFO. Remus acce ò entrambe le nozioni con gra tudine.
Dopotu o, stava facendo tu o il possibile per agire nel modo più
normale possibile. Si univa ai Malandrini per i pas , si sedeva al suo
solito posto, leggeva i suoi libri, giocava a scacchi con Peter, a
sparaschiocco con James. La sera, saliva le scale per andare a le o. Ma
non parlava con Sirius. Per le restan due se mane di giugno, Remus
non disse neppure una parola nella sua direzione. Non lo guardava
nemmeno, se poteva evitarlo. Aveva la sensazione, dopo la prima
se mana, che forse James non approvasse completamente il suo
a eggiamento. Po er era furioso per conto di Remus, ovviamente -
almeno per il nocciolo nella ques one - ma James poteva essere molto
cieco quando si tra ava dei dife meno scusabili di Sirius. James lo
avrebbe perdonato dopo le prime scuse.
Forse Remus era più debole. Ma non sarebbe più stato debole. Doveva
tornare ad essere chi era veramente. Possiamo tu imparare la nostra
lezione. Remus aveva cercato di essere gen le e aperto, come tu i
suoi amici ricchi e ben educa - dove l’aveva portato? Era andato e si

162
era innamorato del suo migliore amico, e si era quasi fa o ammazzare.
Si vergognava di sé stesso - fantas care su Sirius in quel modo.
Così iniziò a evitare anche James e Peter.
Smise di andare alle lezioni; questa fu la prima cosa. Non ce n’erano
molte a cui andare, ovviamente, con gli ul mi esami in corso e l’intera
scuola in modalità vacanze es ve. Tu avia, aveva lezioni introdu ve ai
NEWT in quasi tu e le materie tranne Pozioni; non vedeva l’ora di
sbarazzarsi di Pozioni.
Le serre erano un buon posto per nascondersi. Remus scoprì entro la
fine dell’anno di aver speso quasi tu i suoi soldi risparmia con cura in
sigare e ed erba. Si disse che andava bene. Disse a sé stesso che non
avrebbe avuto bisogno di soldi per trovare e distruggere Greyback, solo
l’odore giusto e la luna piena. Non che pensasse molto a Greyback.
Cercò di non pensare a niente per molto tempo; la rabbia lasciò il posto
a un intorpidimento con cui sembrava più facile convivere.
Quando non poteva stare fuori, andava in biblioteca e faceva finta di
leggere. Gli studen del suo gruppo di studio si fermavano di tanto in
tanto, ma trovava sempre un mo vo per andarsene il prima possibile.
“Ciao, Remus!” Christopher saltò fuori da una pila di libri un
pomeriggio: “Sono contento di aver beccato! Puoi consigliarmi
qualche le ura es va? Farò i miei GUFO l’anno prossimo!”
“Che cosa?” Remus aggro ò la fronte, inton to. Si era appena
appisolato ed era seccato di essere stato svegliato. Ul mamente
dormiva molto, ma non sembrava mai riposato. “Oh, dio, non lo so. Ti
inviano un elenco di libri.” “Sì, ma ho pensato che potessi avere dei
buoni consigli!” Christopher con nuò, implacabilmente allegro.
“Sopra u o in Storia, su cosa hai fa o il tuo saggio finale?”
“Ehm ... La rivolta dei Goblin.” Si spostò, cercando di rime ersi sui
gomi . “Fico! Ehi, forse potrei scriver , durante l’estate? Possiamo
scambiarci appun e ...”
“Sen , Christopher, non prenderla nel modo sbagliato, ma potres per
favore andare a fanculo?”
Si sarebbe sen to in colpa per questo più tardi, ma almeno il fas dio se
ne andò.
I Malandrini non cercavano mai di trovarlo, per quanto ne sapeva;
aveva preso la mappa alla prima occasione e l’aveva tenuta sempre in
tasca. Questo gli dava un ulteriore aiuto sul cercare di tenersi lontano
da Piton. L’unica cosa che Remus voleva evitare più della sua rabbia
verso Sirius era il suo totale terrore al pensiero di imba ersi in Severus.
Piton aveva odiato Remus prima di tu o questo - era troppo vicino a
Lily, era amico di James, era stato responsabile di aver inventato almeno
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la metà degli scherzi a Serpeverde. Dopo l’incidente, questa ossessione
sembrava essersi approfondita. Sussurrava ancora durante i pas ,
fissando Remus per tu o il tempo, con un nuovo po di odio. Se Sirius
aveva imparato una lezione da quella no e orribile, allora Remus era
certo che Piton non l’aveva fa o.
Sirius era fin troppo ansioso. Si scusò con lui, più e più volte - non cercò
mai di spiegarsi, il che era posi vo, perché se lo avesse fa o; se avesse
fornito una scusa, Remus non pensava che si sarebbe riuscito a
controllarsi. Ci voleva già un enorme di coraggio per non saltare sul
tavolo, o nella camera da le o, o nella Sala Comune e picchiare,
prendere a pugni e urlare a Sirius - bastardo, bastardo, bastardo.
Le scuse a cui poteva far fronte. Rumore di so ofondo. Non abboccò
all’amo. Non che non avesse cose da dire - non che non si fosse ripetuto
il monologo più e più volte, modificandolo e perfezionandolo fino a
quando non fosse un grande flusso di miserabile sconfi a, che gli
faceva girare la testa, che alimentava il suo umore.
Scusa non è abbastanza. Il tuo senso di colpa non è abbastanza. Ho
bisogno che lo senta anche tu. Mi sono fidato di te. Mi sono fidato di te
con ogni segreto, ho offerto ogni pezzo di me. Cos’altro ho adesso?
Potrei uccider . Potrei spaccar i den e farteli ingoiare, potrei
avvolgere le mie mani intorno alla tua gola e stringer , potrei far a
pezzi, potrei, potrei, potrei baciar , fo uto bastardo.
Nei suoi sogni, Remus diceva queste cose e altro ancora. E sempre, nei
suoi sogni, Sirius lo fissava con calma contrizione, mentre si toglieva i
ves e rava Remus verso di sé. Sembrava che il tradimento non fosse
sufficiente per uccidere il desiderio, sebbene rendesse più facile
nasconderlo. Quando quel miserabile semestre es vo finì, l’unica
persona che Remus disprezzava più di Sirius era se stesso, per aver
con nuato ad amarlo lo stesso.

“Ciao,” disse Lily, gen lmente, facendo capolino dalla porta della
carrozza. “Mi chiedevo dove fossi andato.”
Remus grugnì, un piccolo rumore che non era né amichevole né
scortese.
Lily entrò.
“Cosa ci fai qui, tu o solo?”

164
Remus scrollò le spalle, succhiando la sua sigare a come se lo stesse
tenendo in vita. Si inginocchiò sul sedile mentre lei prendeva il posto di
fronte.
“Troppo affollato lì dentro.” Disse, a tolo di spiegazione.
“So come sen .” Rispose. “... La McGrani mi ha de o che non vuoi
più essere un Prefe o.”
“Sì.” Finì la sigare a. Ne accese un’altra.
“Peccato. Eri bravo.”
“Bugiarda,” sorrise. Anche il suo viso si illuminò,
“Sì, okay, facevi schifo. Ma mi mancherai durante i miei giri.”
Lasciò l’affermazione sospesa nell’aria per un momento, prima di
aggro are di nuovo la fronte.
“Remus? Qualunque cosa s a succedendo tra te e gli altri ragazzi, spero
che migliori. Sembri così infelice.”
“Sto bene.”
“Black è fuori dalla squadra di Quidditch.”
“Ah si?”
“Cosa ha fa o?”
“Lascia perdere, Evans, vai via.”
“Sai, puoi parlare con me, so come ci si sente ad essere deluso da un
amico
...”
“Come sta Mocciosus?” Ringhiò Remus.
Avrebbe voluto dirle che non era colpa sua, che non poteva fare a meno
di comportarsi come un coglione - che se non si comportava in questo
modo, allora non era proprio sicuro di come comportarsi.
“Lui è ... beh, ancora non gli parlo, come sai. Con nua a provare, però.
Lui ... ehm ... aveva delle storie piu osto folli, in realtà ... su di te ... “
Remus la guardò, finalmente. Sembrava nervosa, le sue mani si
torcevano in grembo. Sembrava un po’ spaventata da lui, in realtà.
“Io non ci credo!” Disse, all’improvviso.
“No?” Sollevò un sopracciglio. Avrebbe dovuto sapere che sarebbe
successo. “Voglio dire, solo perché sei ... beh, hai molte cicatrici - scusa
- e ammali parecchio, ma questo non significa ... non ci avevo davvero
pensato, forse è solo una strana coincidenza, Sev è sempre stato un po’
paranoico ... e ...”
Avrebbe potuto vederla dimenarsi in quel modo per anni, ingarbugliata
in scuse e domande non fa e. Ma perché preoccuparsene. Anche lui
poteva essere sconsiderato.
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“Lily.” Disse, gen lmente, spegnendo l’ul ma sigare a. “Non puoi dirlo
a nessuno.”
Smise di blaterare e lo fissò. Vide i suoi grandi occhi verdi spalancarsi
ancora di più, lo sguardo di sorpresa sul suo viso così comico da
piangere. Il suo respiro si bloccò, poi annuì, risoluta e piu osto seria.
“Non lo farò.” Disse. “Promesso.”

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YEAR 6 

169
INDICE

1. Estate 1976: Londra


2. Estate 1976: i Po er
3. Estate 1976: discorsi di pace
4. Se embre
5. O obre
6. Halloween
7. Feste e pustole
8. Limi
9. Nuova normalità
10. Torte di carne macinata
11. Le dodici no
12. Pessima luna crescente
13. Raccontare segre
14. La lunga no e
15. Negoziazione
16. Mary, Mary
17. Heniokhos
18. Diciasse e
19. Separazione
20. Apparizioni
21. La scatola

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Estate 1976 Londra  
Mercoledì 11 agosto 1976
Quell’estate il St Edmund’s era meno sopportabile del solito. Remus era
arrabbiato quasi tu o il tempo. Faceva troppo caldo e gli mancava
Hogwarts e gli mancavano i suoi amici e sopra u o gli mancava Sirius,
ma lo odiava anche. Era un gran casino. Anche Grant gli mancava;
Grant, che avrebbe potuto rendere tu o un po’ più ges bile, o almeno
offrire un po’ di evasione. Ma, come gli aveva de o una conversazione
insoddisfacente con un altro ragazzo di lì chiamato Mike, Grant aveva
lasciato St Edmund’s poco dopo Natale. Apparentemente viveva in un
appartamento a Mile End, anche se Remus non aveva molte più
informazioni di quelle ... e aveva de o che Remus poteva andare in
qualsiasi momento.
Almeno stavolta non rubo ai negozi né mi sbronzo tu i giorni, pensò,
mentre pianificava la sua fuga. Tra le ribellioni es ve, questa sarebbe
stata forse la più salutare.
A ese fino a quando la seconda luna piena dell’estate non fu passata, il
10 agosto. L’11 aspe ò che Madama Chips arrivasse e gli desse il via
libera, e poi se ne andò. Era dolorante ed estremamente stanco, ma al
momento non sen va di avere altra scelta. Aveva preparato una piccola
borsa, senza prendere libri o compi o la sua bacche a o qualsiasi cosa
che gli ricordasse Hogwarts. Sarebbe stato un babbano per alcuni
giorni; perché no.
Tu o ciò che Remus doveva fare era uscire in giardino e strisciare
a raverso la recinzione sul retro, proprio come aveva fa o per anni per
entrare in ci à. Da lì, camminò semplicemente fino alla metropolitana
più vicina. La stazione della metropolitana di Theydon Bois era a circa
o o chilometri di distanza, ma lo fece facilmente in meno di due ore,
anche con un fianco ballerino. Non poteva perme ersi un biglie o, ma
non era difficile superare le barriere dietro un gruppo di uomini d’affari
in giacca e crava a che andavano al lavoro.
Si sede e sul treno e fece finta di dormire in modo che l’ispe ore dei
biglie non lo disturbasse, ascoltando il rombo sferragliante del treno
mentre la carrozza sibilava lungo i binari, come un grande lombrico che
si fa strada nel centro Londra.
L’eccitazione pulsò nel pe o di Remus quando raggiunse Mile End, dove
si affre ò a scendere dalla carrozza verso la banchina di piastrelle verdi
e bianche scarsamente illuminate.
171
Mile End era stata colpita da una bomba tedesca durante la guerra e
non si era ancora ripresa dallo shock. Era una grande strada sporca e
tentacolare, disseminata di macerie e giornali, bambini che giocavano
in strada, rumore ovunque. Il cupo anonimato andava bene a Remus.
Chi sarebbe venuto a cercarlo qui? Chi l’avrebbe trovato?
Vagò per un po’, incerto su cosa fare dopo. Le informazioni che gli erano
state fornite erano solo il nome di una strada, nessun indirizzo. Ma
dopo aver chiesto in un’edicola, e seguendo le eralmente il suo naso,
lo trovò. Si scoprì che Grant in realtà non aveva un appartamento, non
nel senso che lo possedesse o lo stesse affi ando. Per quanto Remus
poteva dire, era una casa abusiva, condivisa con mol altri giovani
uomini e donne. Non si aspe ava Remus, però.
“Porca pu ana!” Esclamò, quando una delle ragazze finalmente lo
portò alla porta, “Cosa fai qui?!”
Remus si sen molto sciocco. Non era sicuro del po di benvenuto che
gli sarebbe piaciuto, ma non era quello. “Hai de o che potevo venir a
trovare ...”
“Sì, scusa”, Grant lo prese per la spalla e lo rò dentro, “Scusa, ho un
po’ un post sbronza, dammi un minuto.”
Condusse Remus in quella che sembrava essere una cucina. Odorava
vagamente di curry e umido. C’erano bolle sulla carta da para e buchi
nel pavimento di linoleum giallo. Grant accese un bollitore ele rico;
“Una delle ragazze ci ha dato un generatore”, spiegò, “È un meccanico o
qualcosa del genere. Tè?”
Remus annuì. Il tè di solito aiutava.
Grant aveva un aspe o diverso. Era solo un anno più vecchio dell’ul ma
volta che Remus lo aveva visto, ma era più magro sul viso. Aveva perso
un po’ della luminosità nei suoi occhi e i suoi capelli biondi erano
ancora più lunghi; ancora riccio, ma bisognoso di una doccia. A un certo
punto sembrava essersi anche scheggiato un dente e un livido color
miele gli aveva deturpato la guancia sinistra. Anche così, aveva ancora
lo stesso sorriso amichevole. Porse a Remus una tazza fumante e gli
sorrise.
“Stai ... beh, una merda” disse, sorseggiando dalla sua tazza. “Hai
dormito male?”
“Oh no,” Remus scosse la testa, “Sono appena sceso dalla
metropolitana da St Edmund.”
“Oh sì, come sta la Dire rice? Ti ha bu ato fuori, vero? A me ha bu ato
fuori, la vecchia baldracca. “
“Niente del genere,” disse Remus, “Solo ... pensavo di venire a trovar .

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Vedere come stavi. “
“Mike ha de o dove ero?”
“Sì ... quindi chi è Mike?” Remus gli sorrise midamente da dietro la sua
tazza di tè.
“Oh, sai,” sorrise Grant, “solo una compagnia. Non potevo soffrire per
te tu o l’anno, vero, ragazzo elegante?”
“È davvero stupido.”
“Lo è?” Grant sembrava leggermente diver to; “Non l’ho mai notato.
Non parlavamo molto.”
Remus sbuffò a questo, e si sen bene. Grant lo faceva sen re così
normale; non avrebbe mai potuto scherzare tranquillamente su quel
genere di cose con i Malandrini, anche quando erano tu in condizioni
di parlare.
La casa era più pulita di come sembrava, ma ancora in uno stato
piu osto orrendo. Vivevano lì in sei, tra due camere da le o e un
soggiorno - che era visibile a raverso una tenda di perline dall’altra
parte del corridoio. A quanto pare uno dei ragazzi dormiva persino in
bagno perché comunque nessuno degli impian idraulici era collegato;
l’unico rubine o funzionante era in cucina.
“C’è un gabine o nel cor le”, spiegò Grant, “a volte possiamo entrare
per usare le docce del club di boxe della porta accanto”.
“Oi oi,” si era svegliato un altro giovane dal suo posto sul divano,
“Preparami una tazza di tè, Grant tesoro. Chi è?”
Era a torso nudo, di carnagione scura e bellissimo. Aveva lo stesso
sguardo perso che aveva anche Grant adesso.
“Un mio amico dell’orfanotrofio,” disse Grant, “Remus Lupin.”
“Non può essere il tuo nome.” Lo sconosciuto lo guardò a bocca aperta.
“Lo è,” rispose Grant a nome di Remus, “Va in una scuola elegante e
tu o il resto, insomma. Remus, questo è Adz.”
“Acciden ,” Adz fissò Remus, poi di nuovo Grant, “È uno di noi?” Grant
porse ad Adz una terza tazza di tè, e osservò Remus, guardandolo
dall’alto in basso con aria di s ma. Annuì, leggermente. Remus non era
sicuro di cosa significasse, ma aveva un’idea. Soffocò uno sbadiglio.
Grant fece un chioccio comprensivo,
“Sembri morto in piedi.” Disse. “Hai passato una delle tue no , vero?
Vai a sdraiar se vuoi, li bu o tu fuori dalla camera da le o, nessuno
disturberà.”
Remus annuì con gra tudine e fu condo o in una stanza buia e
squallida.

173
“Oi, idio pigri, alzatevi. Ho un amico qui che ha bisogno di dormire.”
Remus mormorò delle scuse imbarazzate ai qua ro giovani che si
alzarono in piedi e si precipitarono fuori dalla stanza. I le sembravano
essere usa a rotazione e nessuno sembrava infas dito da questa
intrusione. Uno dei ragazzi fece anche l’occhiolino a Remus.
Tre tris materassi singoli giacevano sul pavimento, cosparsi di vecchie
coperte e cuscini. Puzzava vagamente di muffa e fortemente di corpi
non lava . Il cartone era stato usato per tappare le finestre ro e.
Remus era contento che fosse estate; sarebbe stato gelido, altrimen .
Nonostante tu o, dormì facilmente, sentendo di aver finalmente preso
il controllo della sua situazione.
Grant lo svegliò alcune ore dopo. Sembrava stare meglio, come se
avesse mangiato bene, almeno. Lo stomaco di Remus brontolò.
“Sveglia sveglia,” cingue ò Grant, tenendo in mano un’altra tazza di tè.
Remus si mise a sedere, stropicciandosi gli occhi. Un po’ del dolore
rimasto dalla luna piena era ancora lì, ma si sen va meglio. Doveva
essere mezzogiorno, a giudicare dai fiammeggian raggi di luce che
filtravano dalle fessure del cartone.
“Grazie.” Rantolò, sorseggiando il tè, muovendosi in modo che Grant
potesse sedersi accanto a lui.
Rimasero sedu in un silenzio amichevole per un po’, con la schiena
contro il muro e le gambe divaricate davan a loro.
“Allora,” disse Grant, alla fine, una volta che ebbe giudicato Remus
sufficientemente sveglio e che metà del tè fu bevuto. “Vuoi dirmi
perché sei qui?”
Remus alzò le spalle,
“Sto solo facendo visita. Sono stanco di quel posto.”
“Sì, beh, conosco la sensazione.” Grant sospirò, “Non torni a scuola tra
poche se mane, però?”
“Si. Può essere.” Sapeva di doverlo fare. Non c’era nessun altro posto
dove potesse andare.
“Stanco anche di quel posto, eh?” Grant gli diede un colpe o,
stuzzicandolo delicatamente. “Avan , raccontaci cos’è successo. Hai il
cuore spezzato?”
Remus lo guardò, sorpreso. Grant ridacchiò;
“Sì, come pensavo. Chi è, allora?”
“Non è ...” balbe ò Remus, “Non è quello, è complicato. Il mio amico mi
ha appena ... deluso.”
“Sì, lo fanno sempre,” Grant annuì saggiamente. “Scomme o che sono i
peggiori, snob del collegio, eh? Specialmente con noi contadini.”

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“Non è affa o così!”
“Si si.” Agitò una mano sprezzante, “Dì a te stesso che sei diverso se
vuoi. Stai lontano dai ricconi, se vuoi il mio consiglio, siamo solo un
diver mento per loro. A eni alla tua classe.”
“Non si tra a di classe.” Disse Remus, arrabbiato.
Grant lo guardò, comprensivo, come se fosse molto più vecchio e più
saggio. “Dai un’occhiata in giro Remus,” disse, indicando la stanza
umida in cui si trovavano, “Siamo inglesi. Si tra a sempre di classe.”
Remus guardò la sua tazza di tè grigiastro scheggiata. Probabilmente
Grant aveva ragione. Su cos’altro era questa stupida guerra? Sen va di
dover dire qualcos’altro, qualcosa di spiritoso o intelligente. Fissò il tè e
si sen triste. Avrebbe potuto non esserlo, se avesse parlato. Grant
appoggiò la sua tazza sul pavimento di legno e toccò la mano di Remus.
“Starai bene. Sme e di far male dopo un po’.”
“Io ...”
No, non andava bene, Remus aveva perso il controllo. Tirò su col naso
alcune volte, sforzandosi più che mai di non piangere, ma le lacrime
arrivarono ed era troppo stanco.
Grant gli mise un braccio intorno, e Remus si appoggiò alla sua spalla
singhiozzando piano, singhiozzando ogni tanto, come un bambino.
Grant gli baciò la testa, dolcemente, e gli sussurrò tra i capelli; “Non c’è
da vergognarsi”, il che lo fece solo piangere più forte.
Forse era una buona cosa. Una volta che si fu finalmente calmato, si
sen come se avesse dormito bene. Si asciugò il naso con la manica e si
raddrizzò, cercando qualcos’altro di cui parlare.
“Qui sono tu ... ehm ... sai ...?” Chiese, midamente.
“Omosessuali? Sì, la maggior parte di noi. Non hanno nessun altro
posto dove andare. I polizio ci lasciano in pace se anche noi lasciamo
in pace loro.”
“Polizia? Ma non è un crimine! “
“Lo è per qualcuno della tua età.” Grant inarcò un sopracciglio. “L’età
del consenso è ventuno per noi devian .”
“Oh giusto, sì. Ma io non ... voglio dire che non avrei ...”
Grant rise e arruffò i capelli di Remus,
“Resterai sta sera? Mol di noi vanno in questo pub su a Soho. È
abbastanza sicuro.”
“Posso restare, allora? Solo per un po’?”
“Non vedo perché no. Andiamo, nutriamo .”

175
Si alzò in piedi, sembrando più magro che mai nei suoi so li jeans. Offrì
una mano a Remus e lo rò su. Il pranzo era fagioli al forno su pane
tostato - il pane era un po’ ammuffito, ma raschiarono via i pezzi più
verdi. Successivamente, si sede ero in soggiorno con alcuni coinquilini
di Grant e fumarono erba con Bob Dylan che suonava in so ofondo.
Tu o sembrava decisamente babbano, e Remus ne era contento. Era
così semplice: nessuno lo conosceva tranne Grant, che lo conosceva
appena.
Potrebbe essere molto facile scomparire, se lo volessi, pensò Remus tra
sé.
Dopo alcuni profondi ri di canna, Remus si ritrovò disteso sul tappeto
beige leggermente umido, a fissare il soffi o color tabacco. Grant gli
mise delicatamente un cuscino so o la testa. Era così gen le, come un
fratello maggiore, anche se avevano pra camente la stessa età e solo
un anno prima erano sta pra camente insieme. Se Remus fosse stato
completamente onesto con se stesso, era arrivato preparato più o
meno per riprendere da dove avevano interro o, ma era eternamente
grato che Grant non avesse mai accennato in quella direzione.
“Un fo uto cane con nua ad abbaiare,” disse qualcuno in so ofondo,
portando Remus lentamente fuori dal suo stato di sogno.
“Che cos’è, un randagio?” Qualcun altro chiese.
“Non lo so. È malede amente enorme, però. Un’ orribile roba nera.”
“Hai de o che fuori c’è un cane nero?” Remus si mise a sedere,
lentamente, con la sensazione di sprofondare. Non poteva essere, era
sicuro.
“Sì.” rispose Adz, in piedi alla finestra.
Remus si alzò e andò a raggiungerlo. Ovviamente, eccolo lì. Fece un
passo velocemente dietro la tenda, così Sirius non lo avrebbe visto.
Quanto lontano potevano vedere i cani?
“Io ehm ... ho bisogno del bagno, solo un minuto.” Mormorò Remus,
uscendo velocemente dall’appartamento. Si precipitò giù per le scale e
aprì la porta del cor le, dove si fermò sulla soglia, a guardare l’enorme
cane nero che ancora abbaiava alla finestra.
“Ciao Sirius.” Disse tranquillamente. Il cane si voltò e tacque subito.
“James è con te?”
“Ciao, Moony,” James uscì da dietro alcuni bidoni, “Che posto
incantevole che hai qui.”
“Guarda, non sono dell’umore giusto.” Remus incrociò le braccia. Si
sen va un po’ leggero a causa della droga. “Cosa vuoi?”
Sirius non si trasformò di nuovo, ma rimase seduto a guardarlo.
176
Bene. Questo rese più facile per Remus ignorarlo. Si rivolse invece a
James.
“Cosa intendi con ‘cosa vogliamo’?” James inarcò un sopracciglio,
“Eravamo preoccupa per te! La tua Dire rice ha chiamato la polizia
babbana e ha de o che eri scappato, in qualche modo Silente l’ha
scoperto e si è messo in conta o con i miei genitori - penso che
pensassero che sares venuto da noi. Sirius era certo che eri andato a
Londra, ha seguito il tuo odore pra camente fin dalla casa per
bambini.”
“Siete sta a St Edmund’s?”
“Si.”
Remus si fece piccolo, imbarazzato. Non aveva mai voluto che i suoi
amici sapessero com’era il posto in cui viveva. Sospirò e tese le braccia,
come se si presentasse per un’ispezione.
“Beh, mi avete trovato.” Disse. “Come puoi vedere, sto benissimo.
Adesso va ene. E dì al tuo cane di sme erla di abbaiare.” Non potè fare
a meno di fare un commento sarcas co su Sirius. Il suo desiderio di
ferirlo non era svanito, a quanto pare. Padfoot piagnucolò leggermente
e abbassò la testa.
James lo ignorò, concentrandosi su Remus,
“Non stai benissimo. Lasciamo perdere il fa o che sembri vivere in una
casa abusiva babbana, o il fa o che la polizia babbana s a cercando.
Dobbiamo riportar indietro, adesso. Silente ha de o che può solo
riferire al Ministero che sei andato in giro per ven qua r’ore. Poi
manderanno gli Auror.”
“Cosa?! Perché??”
Ma all’improvviso Remus si rese conto esa amente del perché. Non era
solo un adolescente in fuga, come Grant e i suoi amici. Era una creatura
pericolosa in libertà. All’improvviso si sen molto, molto stanco.
“Fanculo.” Borbo ò, abbassando lo sguardo.
“Vieni a casa con noi, Remus.” James tese una mano, “Papà ha de o
che puoi restare per il resto dell’estate.”
“Non l’ho perdonato.” Remus disse, ferocemente, guardando James
perché non poteva guardare Sirius.
James sembrava stanco come si sen va Remus.
“Lo so, amico. Va bene, capisce.”
Questo lo rendeva ancora più arrabbiato, non voleva che Sirius lo
‘capisse’.

177
Voleva ... beh, non sapeva cosa voleva; che chiedesse perdono in
ginocchio?
Sospirò.
“Sen , ho un amico qui, lasciami andare a dirgli che me ne vado.”
Al piano di sopra, chiamò Grant dalla sala. Non gli andava di salutarlo
davan a tu .
“Stai bene Remus amico?” Disse Grant dalla cima delle scale,
guardando James e il cane Sirius che aspe avano nell’ingresso.
“Sì, tu o bene. Sen , io ... devo andare. “
“È un amico?” Grant guardò James con sospe o. “Sarai al sicuro?”
“Sì, è un amico di scuola. Va bene. Posso chiamar , forse?”
Non aveva idea di come avrebbe conta ato uno squat babbano a casa
di una famiglia di maghi.
“Puoi tornare in qualsiasi momento.”
“Grazie. Sul serio, Grant, grazie di tu o. Sei ... sei incredibile.”
“Non farmi arrossire”, Grant avvolse le braccia a orno al suo corpo
magro, guardando i suoi piedi. “Niente che non fares per me.”
“Giusto.” Remus annuì. Grant guardò di nuovo giù per le scale,
“Quel cane è suo o qualcosa del genere? Dovrebbe essere al
guinzaglio.” “Sì, probabilmente,” Remus annuì, sperando che Sirius
potesse sen re.
“Non è pericoloso, vero? Io odio i di cani.”
“È piu osto docile, non preoccupar . Ti cercherò, okay?” Remus si
morse il labbro, guardando indietro a raverso la porta aperta nella casa
affollata,
“Starai bene ... qui?”
Grant si strinse nelle spalle e sorrise,
“Non preoccupar per me, tesoro. A erro sempre in piedi.”
Remus fece un passo avan , me endo una mano sulla spalla di Grant
per spingerlo delicatamente all’indietro nell’ombra della tromba delle
scale, in modo che non potessero essere vis da James e Sirius, o
a raverso la porta. Lo abbracciò, forte. Grant lo abbracciò di nuovo,
così meravigliosamente. Si allontanarono e si scambiarono un breve
bacio amichevole, prima di sorridere midamente e di allontanarsi.
“Che dire, eh?” Grant arruffò i capelli di Remus, “Non stare via per
troppo.” “Ci vediamo.” Remus annuì.

178
Estate 1976 i Potter  
Presero il No etempo per tornare dai Po er. Era la prima esperienza di
Remus con questo bizzarro trasporto magico, ma era così confuso per la
mancanza di sonno e per i rimasugli dell’erba che si ritrovò a
sonnecchiare sul comodo sedile viola. Sirius rimase un cane per tu a la
durata del viaggio, ma Remus si rifiutò di dargli pun extra per questo.
James lo scosse per svegliarlo una volta arriva - era tardo pomeriggio
ormai.
Remus si fermò davan al cancello, e guardò James nervosamente,
“Ci sarà Silente?”
“Penso che se ne sia andato”, disse James, rassicurante, “Ehm ... ci
potrebbe essere Moody, però ...”
“Per me?”
“Ehm ... sta vedendo papà ... guarda, non volevo dire niente
sull’autobus, ma è stata una bru a estate, sai, per la guerra. S amo
perdendo.”
“Perdendo?!”
“Sì ... parliamone dentro - Padfoot.” James schioccò le dita verso il cane
nero.
Istantaneamente, Sirius si trasformò di nuovo in se stesso. Remus
distolse subito lo sguardo. Sempre bellissimo, comunque. Bastardo,
bastardo.
Dentro, la signora Po er arrivò di corsa,
“Remus!” Allungò le braccia per rarlo in un abbraccio,
“Eufemia!” Una voce abbaiò dal soggiorno.
“Oh ... per l’amor del cielo.” Mormorò la signora Po er. Fece un passo
indietro e guardò Remus negli occhi, “Cosa abbiamo regalato io e
Monty per Natale nel 1973?”
“Una scacchiera.” disse Remus, velocemente, guardando la porta dalla
quale era arrivata la voce di Moody.
“È lui!” Chiamò Effie, allungando di nuovo le braccia e abbracciandolo
tanto forte quanto la loro differenza di altezza lo perme eva. “Eravamo
tu così preoccupa per te, caro!”
“Sto bene.” Disse Remus, imbarazzato.
“Pensavamo che fossi stato ... oh, beh, non vale la pena pensarci.
Persone che scompaiono ... marchi neri ... davvero non ...”

179
Sembrava molto pallida e sbiadita, come se avesse avuto molte bru e
no zie ul mamente. Remus si sen va malissimo per essersi aggiunto ai
suoi problemi.

180

Non importa,” disse, vivacemente, sorridendo di nuovo, “Qualcosa da
mangiare? O preferisci una doccia, prima? Albus ha mandato le tue
cose, sono nella tua solita stanza. “
“Le mie ... le mie cose?!”
“Dalla casa per bambini, caro. Silente li ha manda per prima cosa
stama na
...”
Era successo tu o così in fre a. Era davvero necessario?
Moody apparve dal soggiorno. Guardò Remus su e giù con un occhio -
l’altro, sembrava essersi ferito di recente; era coperto da una spessa
toppa di cuoio. L’effe o lo faceva sembrare ancora più brizzolato e
terrificante che mai.
“Lupin.” Annuì, “Una parola”.
“No, Alastor.” la signora Po er sembrò aver sorpreso tu , quando si
voltò e si mise tra Remus e Moody, “È appena arrivato, e guardalo - è
chiaramente esausto. Può aspe are fino a domani.” “Effie, è una
ques one del Ministero ...”
“Oh, non me ne frega un accidente”, disse lei, zi endolo, “Ha solo sedici
anni, non è maggiorenne ed è affidato a me. Remus,” si voltò, la sua
voce di nuovo gen le, “Vai di sopra, eh? Chiederò a Gully di mandare su
del cibo, ma non scendere finché non sei pronto.”
Remus sba é le palpebre sbalordito. Un adulto che voleva davvero
lasciarlo in pace? Doveva essere la prima volta. Aveva un nuovo rispe o
per Euphemia Po er.
“Grazie.” mormorò, evitando lo sguardo feroce di Moody e
oltrepassandoli, ignorando James e Sirius, dirigendosi dri o verso le
scale, salendole alla velocità consen ta dal suo fianco goffo.
Tu e le sue cose erano state sistemate ordinatamente nei casse e
negli armadi della sua camera da le o; come se ci vivesse. Si chiese
come sarebbe stato avere un posto come quello da chiamare casa - un
posto con una camera da le o privata, un elfo domes co e una madre.
Prese la bacche a dal baule e la tenne stre a per un po’, solo per
sen rla.
Che giornata. Remus si sen va malissimo per aver lasciato Grant, dopo
che era stato così ospitale con il poco che aveva. C’erano tre camere da
le o vuote nella casa dei Po er. Grant avrebbe condiviso un materasso
sul pavimento quella sera.

181

Si sede e sul le o e desiderò che non fosse così comodo. Poteva
facilmente riaddormentarsi, ma aveva anche fame e non voleva perdere
Gully. Come per magia, ci fu un leggero bussare alla porta.
“Entra.”
James girò la testa,
Ciao ... mi sono offerto di portare su il vassoio, spero non
dispiaccia?”
Remus fece un gesto impotente. James sembrava a disagio,
“Posso entrare?”
“Okay.”
“Può ... può Padfoot?”
“No.”
“Okay.”
James scomparve, e Remus lo sen sussurrare, “Dagli un po’ di tempo,
eh?” Prima di riapparire ed entrare nella stanza con un vassoio pieno di
quelli che sembravano panini al prosciu o.
“Mamma ha suggerito la zuppa”, spiegò, sedendosi sul le o, “Ma ho
de o che avres voluto qualcosa con la carne.”
“Grazie.” Remus annuì, afferrando uno dei panini e ficcandoselo in
bocca.
Almeno non avrebbe avuto la possibilità di parlare.
“Come sen ?” Chiese James, i suoi occhi pieni di preoccupazione.
Remus annuì, la bocca piena, per indicare che si sen va perfe amente
bene. James annuì in risposta. È così che sarà, pensò Remus, cupo,
senza Sirius che traduce tra di noi.
James e Remus erano o mi amici - migliori amici. Erano sta soli
insieme prima; avevano avuto conversazioni private e confidenze
condivise. Ma in qualche modo non era la stessa cosa. Sirius era sempre
stato il denominatore comune, che li capiva entrambi - colmando il
divario, in un certo senso. “Sen ,” disse James, “Mandami a fanculo, se
vuoi, e lascerò riposare, ma ... ho bisogno di dir una cosa, è
importante.”
“Si tra a di Moody?” Chiese Remus deglutendo.
“Si.” James disse: “Sì ... voleva dirtelo lui, ma io e papà abbiamo
pensato che dovesse venire da un amico, prima.”

182

“È qui per affari ministeriali, sembra,” disse Remus, a entamente,
volendo capire tu o così James non avrebbe avuto bisogno di spiegarlo,
“È un Auror, quindi ... c’è stato un a acco?”
“Sì”, sembrava che James stesse lo ando per mantenere il conta o
visivo, ma era coraggioso e fece quello che doveva essere fa o. “In
realtà ce ne sono sta alcuni, quest’estate. E alcune persone sono
scomparse, persone dalla nostra parte. Poi ... c’è stato un altro a acco,
la scorsa no e, Remus.” Pose l’accento su questo. La no e scorsa. La
luna piena.
“Un lupo mannaro.” Remus respirò.
James annuì, la sua bocca una linea re a e cupa. Remus mise giù il
panino. Il suo stomaco brontolò in segno di protesta, ma quello era solo
il lupo, che voleva più di quanto meritasse, come al solito. Sarebbe
dovuto morire di fame.
Ero a St Edmund’s,” disse Remus, disperatamente, “Per tu o il tempo,
rinchiuso - Madama Chips mi ha visto, non posso essere uscito, guarda
...” Alzò in fre a la camicia, per mostrare a James i tagli sulle costole.
James trasalì e distolse lo sguardo.
Remus ricordò che James aveva visto raramente le sue cicatrici. Era
Sirius, che ne era sempre stato così affascinato.
“Lo so,” disse James, una volta che Remus si fu rimesso la maglie a, “E
mamma e papà lo sanno - Silente ha spiegato tu o, ha de o a Moody
che non c’era modo che tu avessi a che fare con la cosa. Ma lui vorrà
parlare con te, comunque.”
“Ha ... l’a acco, qualcuno si è fa o male?”
“Si. Alcuni mor . Alcuni babbani e una famiglia di maghi.”
“Merda.”
“Stai bene?”
“Onestamente non ho una risposta per te, Prongs.”
“Giusto. Scusa.”
“Come è stata la tua estate?” Chiese Remus, disperato di rimandare
altre bru e no zie. “Bella?”
“Sì, non male. Beh, la guerra è stata ... ma sai, abbiamo volato un sacco.
Anche Mary è stata qui per un po’, per vedere Sirius--”James si
interruppe bruscamente, “Scusa.”
“Come sta Mary?”

183

“Oh bene. Conosci Mary. Lui ehm ... l’ha rimandata a casa stama na,
dopo che abbiamo saputo che eri scomparso. È stata una sua idea
venire a cercar , ha fa o di tu o - ha anche gridato a Silente, non
potevo crederci.”
“Okay.” Disse Remus, freddamente. James si accigliò,
“Moony, è così dispiaciuto.”
“Ho sen to.”
“Stava malissimo, quando ha sen to che eri scomparso, e riguardo gli
a acchi - ha pensato alle cose più terribili - che fossi stato rapito, o
preso di mira o qualcosa del genere. Non puoi ... non puoi almeno
parlargli? È così triste.”
“Non mi interessa come si sente.” Remus men . “Non voglio parlare
con lui.”
“È un idiota,” disse James, “sono il primo ad amme erlo. Non pensa, fa
solo quello che gli passa per la testa. Ma ... beh, devi ricordare, la sua
famiglia
- il modo in cui lo tra avano, le cose a Natale ...”
“So cosa è successo a Natale.” Remus sca ò. “C’ero anche io, James.”
“Sì, lo so, ma--”
E allora mi sono dispiaciuto per lui, davvero. Mi dispiaceva per lui
quando eravamo bambini, e ogni volta che gli facevano del male e
quando lo hanno cacciato via. Ho passato molto tempo a dispiacermi
per lui. Ma questo ...
questo.” Si fermò.
Le lacrime avrebbero rovinato tu o. Niente lacrime.
James era molto silenzioso.
“Ti lascio riposare.” Disse, infine, alzandosi per andarsene.

Giovedì 12 agosto 1976


Remus non lasciò la stanza per il resto del pomeriggio, tranne una volta
per usare il bagno. Non era meglio di stare St Edmund’s pensò,
autocommiserandosi. Cibo migliore, ovviamente, e la magia, e più
silenzioso, ma ... beh, passava comunque tu o il suo tempo a cercare di
evitare tu , no?

184

Moody era ancora in casa, poteva sen re il suo odore. Moody aveva
uno strano odore, una combinazione di magia molto forte e potente,
pesante e metallica come il ferro, più qualcos’altro: braci di carbone o
legno carbonizzato. Non se ne sarebbe andato finché non avesse
parlato con Remus, quindi Remus rimase lì.
L’odore di Sirius era fin troppo familiare - più forte dentro la casa, quella
che ora chiamava casa, permeando ogni stanza. Non aveva passato
tu a l’estate da solo a deprimersi - non importava quello che diceva
James, Sirius aveva i Po er, e Mary, e il suo migliore amico, che gli
dicevano quanto fosse meraviglioso e tra ato ingiustamente. Povero
ragazzino ricco.
Probabilmente non gli era mancato affa o Remus.
Tranne per il fa o che ... James aveva de o ...
No. Remus irrigidì la sua determinazione. Sirius doveva pagarla, anche
solo con il silenzio di Remus.
Il giorno dopo, è sceso a fare colazione, più per gen lezza verso i Po er
che per altro. Fece del suo meglio per sorridere alla madre di James, e
ringraziarla mentre gli serviva una ciotola di porridge, ma si accigliò
quando Sirius spinse il bara olo di miele verso di lui. Lo ignorò e per la
prima volta in vita sua mangiò il suo porridge senza miele. Aveva un
sapore schifoso.
“Oggi andremo a Diagon Alley, credo,” disse la signora Po er, mentre il
bollitore fischiava. “Le vostre le ere sono arrivate questa ma na.
Remus ... mi dispiace molto, ma dovrai restare qui, caro. Prenderò io le
tue cose.” “Di solito prendo i libri di seconda mano,” disse Remus,
arrossendo, “Dalla fornitura di Hogwarts. Non ho soldi.”
“Oh. Beh, non mi importa, le devo già comprare per James e Sirius.”
La ripagherò!” Sirius saltò dentro, avidamente, “Non appena avrò
diciasse e anni, lo prome o.”
“Lo so, caro,” la signora Po er accarezzò affe uosamente il braccio di
Sirius.
“Io non posso ripagarla.” Disse Remus, parlando con la signora Po er,
ma fissando Sirius, digrignando i den . “Neanche quando avrò
diciasse e anni.
Non ho un’eredità.”
Sirius abbassò gli occhi, mor ficato.
“Perché Remus non può venire, mamma?” James intervenne,
velocemente. “Non ci è mai stato prima.”

185

“Temo che non sia molto sicuro, amore”, sospirò la signora Po er,
“Silente e Moody sono entrambi d’accordo ... dopo l’a acco.”
Remus lasciò cadere la testa tra le mani. Vide la sua vita dipanarsi
davan ai suoi occhi: sarebbe sempre stato così. Luoghi in cui non
poteva andare, cose che non poteva perme ersi, amici con cui non
poteva parlare. Quando la guerra sarà finita, sarai ancora un lupo
mannaro strano con un chip sulla spalla. Quella voce ca va tornò.
“Aspe a,” disse James, all’improvviso, “Le nostre le ere sono
arrivate?!” Remus alzò lo sguardo, confuso. La signora Po er stava
sorridendo maliziosamente, i suoi occhi brillavano,
“Mio Dio,” disse, rando fuori tre buste spesse dal suo grembiule, “Se ci
è voluto così tanto tempo per capirlo, allora sono molto preoccupata
per i risulta dei vostri GUFO ...”
Porse a ciascuno dei ragazzi le loro le ere, e loro le strapparono.
Remus fissò l’elenco delle le ere sulla pergamena. Stranamente, la cosa
che lo sorprese di più fu il suo “Acce abile” in Pozioni. Quella era
sicuramente opera di Lily Evans. Storia della magia; Eccezionale, cura
delle creature magiche; Eccezionale, Incantesimi; Eccezionale ... e il
resto; Supera le aspe a ve. Un fremito di eccitazione iniziò nel suo
ombelico. Erano risulta dannatamente buoni.
“Sì, Moony, bellezza!” James esultò, leggendo da sopra la spalla.
“C--come sei andato?” Chiese Remus, midamente.
James consegnò il suo documento - aveva quasi interamente Supera le
aspe a ve e due
Eccezionale - uno in Difesa Contro le Ar Oscure e l’altro in
Trasfigurazione.
“Vai a farli vedere a papà!” Disse la signora Po er, dopo aver baciato
suo figlio allegramente.

186
Il signor Po er non aveva ancora lasciato il suo studio, a quanto poteva
dire Remus. James gli portò anche un pia o di pane tostato. Sirius stava
guardando Remus dall’altra parte del tavolo, mordendosi il labbro. “È
andata bene, allora?” Chiese, midamente. Remus annuì seccamente,
“Sono abbastanza felice, sì.” Voleva disperatamente sapere come era
andato Sirius, sopra u o per scoprire se aveva fa o meglio in Storia
della Magia. Fortunatamente, non ebbe bisogno di chiedere. Sirius fece
scivolare la sua pergamena sul tavolo. Remus allungò il collo per
guardarla.
Avevano raggiunto esa amente gli stessi vo , in materie diverse. Gli
“Eccezionale” di Sirius erano in Trasfigurazione, Difesa contro le Ar
Oscure e - incredibilmente - Babbanologia. Remus cercò di non
sorridere a questo.
Invece guardò Sirius freddamente e disse,
“Ti ho ba uto in Storia.”

La signora Po er e i ragazzi se ne andarono poco dopo colazione, e


Remus rimase solo. Andò fuori, in giardino e si sede e sul bordo del
basso muro del pa o, fissando i loro acri di verde terreno aperto. Tirò
fuori le due sigare e. Ne restavano solo tre. Forse poteva andare in
ci à più tardi e comprarne un po’: aveva un po’ di soldi nella tasca
posteriore dei pantaloni. Troppo alto per rubare, di ques tempi.
“Lupin.”
Remus sperò che le sue spalle non si fossero irrigidite troppo
visibilmente al suono di quella voce roca. Si voltò, lentamente,
“Tu o bene, Moody?”
Era contento di avere la sigare a. Qualcosa dietro cui nascondersi.
“Posso unirmi a te?”
Remus alzò le spalle. Moody si sede e sul muro accanto a lui.
“Bella giornata.”
“Sì, bella ...”
“Senza dubbio il ragazzo Po er ha spifferato tu o sull’a acco del lupo
mannaro?”
Remus annuì, apprezzando la franchezza di Alastor. Facciamola finita.
“Sì.” Espirò, lentamente, facendo risuonare il fumo. “Cosa vuoi
chiedermi? Sai che sono stato rinchiuso.”

187
“Ho parlato con Albus e Poppy, hanno entrambi confermato dove
trovavi.”
“Yippee.” Disse Remus, sarcas co.
Moody gli lanciò uno sguardo severo con il suo occhio ancora
funzionante. “Abbiamo dei sospe , però. Uno in par colare, qualcuno
di cui potres aver sen to parlare.”
Remus ebbe freddo, le sue mani iniziarono a tremare. Finse di star solo
s zzando la cenere.
“Greyback?” Chiese, la sua voce senza colore.
“Greyback.” Confermò Moody.
Remus spense la sigare a e si aggrappò al muro con entrambe le mani,
come se potesse cadere.
“Non sapevo che fosse ... Non avevo sen to parlare di lui che a accava
qualcuno da molto tempo. Pensavo fosse all’estero, da qualche parte.”
“Hai fa o le tue ricerche, vero?” Moody disse, con una nota di sfida
nella voce; “Non posso dire che biasimo, ragazzo. Vorrei sapere tu o
anche io. Non ha provato a conta ar , allora?”
“No!” Remus era scioccato. Perchè mai?!
“Se hai svolto corre amente le tue ricerche - e Silente dice che sei
intelligente - allora saprai che Greyback ha un debole per i bambini?”
“Mmh.” Remus dove e impedire a se stesso di toccare l’an ca cicatrice
sul fianco, quei segni di den di undici anni fa.
“Non sei mai chiesto perché?”
“È un mostro.” Disse Remus, fermamente.
Armeggiò con il suo pacche o di sigare e; gliene serviva un’altra, per
restare fermo. Cosa non avrebbe dato per uno spinello.
“Lo è”, concordò Moody, “Ma ha un movente, per quanto possa
sembrare pazzo. Abbiamo mo vo di credere che gli piaccia trasformare
i bambini in giovane età, in modo che possa presentarsi quando
saranno abbastanza grandi - e abbastanza for - da unirsi a lui.”
“Unirsi a lui?!”
“Nella sua mente, è tuo padre.” Moody disse, come se non fosse niente,
“Vorrebbe che tu ... intraprendessi il mes ere di famiglia, per così dire.”
“È disgustoso.” Remus si alzò, pra camente gridando.
“Lo è.” Rispose Moody. “Ma devi essere consapevole. Greyback non si è
più visto in Gran Bretagna dall’ul ma volta che ha trasformato
qualcuno.” Ecco, lanciò a Remus uno sguardo molto acuto. “Ma una
famiglia di maghi è stata uccisa la scorsa no e - tu tranne il loro figlio
più piccolo, che è stato morso, ma è sopravvissuto. Un marchio oscuro è

188
stato visto sopra la casa.” Allora stava decisamente lavorando con
Voldemort. Semplicemente fantas co.
“È per questo che non posso andare a Diagon Alley?”
“È meglio se allontani per un po’ dalle aree popolate. Finché non lo
prendiamo.”
“Hogwarts?”
“Hogwarts è sicura,” disse Moody, “Ma non Hogsmeade. Ho chiesto a
Silente di non mandar ci.”
“Oh. Okay.”
“E non scappare più.”
“Non era ... era per qualcos’altro.” Remus sospirò. Poi pensò a qualcosa.
“Cosa è successo al ragazzo? Quello che è stato morso? “ Si portò la
sigare a alle labbra e succhiò, ma si rese conto di non averla accesa.
Moody schioccò le dita e si accese immediatamente.
“Al San Mungo.” L’auror disse. “Sarà tra ato. Starà bene.”
“Oh, davvero?” Remus avrebbe potuto ridere.
Guardò di nuovo a raverso i campi. Era una giornata così bella.
“Fino alla prossima luna, suppongo.”
“Le persone giuste sono arrivate in tempo. Faremo quello che
possiamo.” Le persone giuste. Remus si chiese se le ‘persone giuste’
fossero state responsabili del suo trasporto a St Edmund’s.
“Abbiamo un amico comune.” Moody disse, di punto in bianco.
“Mh?” Remus lo guardò accigliato.
“Leo Ferox. Brav’uomo.”
“Oh, giusto - come lo conosci?”
“Eravamo a scuola insieme. Ci siamo incrocia al lavoro, a volte - e
ovviamente lavorando con Silente. Ho sen to che tu e i tuoi amici avete
intenzione di unirvi, vero?”
Remus aveva l’impressione che Moody conoscesse la risposta, e volesse
solo che Remus la confermasse lui stesso.
“Sì.” Lui annuì. “So di non essere James, o ... ma non sono male a
duellare, e se posso aiutare, lo voglio fare.”
“Se assomigli in qualche modo a tuo padre sarai più di un aiuto.”
Remus annuì, cupo.
Come avrebbe potuto sapere se somigliava in qualche modo a suo
padre? Che cosa stupida da dire.
“Non lo so.” Disse amaramente, “Ho alcune limitazioni che mio padre
non aveva.”

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“Potres vederla in quel modo”, Moody inclinò la testa. “Potres
guardarla in un altro modo. Quan lupi mannari pensi che abbiamo
dalla nostra parte?”
Remus si accigliò, come se Moody lo avesse insultato.
Era per questo che Silente lo teneva così vicino? Era per questo che
non aveva avver to il Ministero non appena si era denunciata la
scomparsa di Remus? Non sapeva se fosse meglio o peggio. Almeno
qualcuno pensava che fosse u le.

190
Estate 1976 discorsi di 
pace  
Non era facile per Remus tenere Sirius a distanza mentre stava con i
Po er. La casa era abbastanza grande, ma non importava molto in una
casa di famiglia; qualcosa che Remus stava imparando.
La signora Po er diede a Remus il suo spazio durante i primi due giorni,
ma dopo fu chiaro che non aveva idea della situazione tra i Malandrini,
e si aspe ava che i tre ragazzi trascorressero tu o il loro tempo insieme
come al solito.
Per quanto ognuno di loro fosse a disagio con questo accordo, per le
proprie ragioni, nessuno voleva deludere o preoccupare Euphemia.
Quindi fu raggiunta una tregua difficile, e Remus passò la maggior parte
del tempo a leggere il suo libro, seduto abbastanza vicino a James e
Sirius da non sembrare sospe o.
Grant aveva de o che non avrebbe sempre fa o male - e sebbene non
sapesse tu i fa , Remus stava iniziando a credergli. Si sen va ancora
molto arrabbiato nei confron di Sirius - ma faceva meno male, mentre
le ul me se mane d’estate svanivano in un diluvio di sole e cieli
azzurri. Era capace, almeno, di essere civile, e Sirius sembrava grato. In
ogni caso, aveva smesso di cercare di coinvolgere Remus in una
conversazione ogni cinque minu . Inoltre, dopo la sua conversazione
con Moody, altre cose occupavano la mente di Remus. Ormai da anni
par va dal presupposto che Greyback non lo conosceva, che avrebbe
avuto l’elemento sorpresa a suo favore. Ma ora sembrava che anche
Greyback lo stesse cercando. Non l’avrebbe de o ai Malandrini, non
finché non avesse saputo di più. Inu le farli preoccupare; se Moody
diceva che Hogwarts era sicura, allora Remus era incline a credergli per
ora. I Po er si fidavano chiaramente di lui, e questo sarebbe bastato. In
più conosceva Ferox.
Anche Remus aveva in mente Ferox. Ancora una volta, il suo vecchio
professore sembrava l’opzione più sicura quando si tra ava di fare
domande. Capiva il bisogno di Remus di saperne di più - anche se non
sapeva esa amente perché. E Remus non voleva disturbare il signor

191
Po er, non quando sembrava avere già il peso del mondo sulle spalle.
Avrebbe mandato un gufo a Ferox non appena fosse tornato a scuola - e
non appena si fossero calmate le acque su questa recente rivelazione.
Nel fra empo, Peter veniva tu i giorni, e loro uscivano con le scope,
oppure gironzolavano sul prato, fumando, ascoltando il giradischi di
Sirius e prendendo il sole. Remus diventò marrone nocciola
dappertu o, il che lo fece sembrare più sano di quanto non fosse mai
stato, e i suoi capelli diventarono di una tonalità più chiara.
Il penul mo giorno delle vacanze stavano facendo proprio questo;
faceva troppo caldo per muoversi e tu e qua ro erano sdraia sulla
schiena al sole. Remus si era posizionato un po’ più lontano dagli altri,
solo per mostrare a Sirius che non era fuori dai guai. (Anche perché
Sirius aveva la fas diosa abitudine di togliersi la maglie a, e Remus
stava cercando di non farci caso.)
“Allora ditemelo di nuovo.” Peter sbadigliò al sole, le braccia dietro la
testa, “Com’era il No etempo? Ho sempre voluto andarci.” “Sogna in
grande, Petey.” Strillò Sirius.
“Non è stato un granché “, rispose James, “Non vedo l’ora che possiamo
materializzarci tu ; le lezioni iniziano a gennaio.”
“Sarò una schifezza.” Peter disse, sconsolato, “Dezzie ha le o i libri di
teoria, non riesco a capirci niente.”
“Beh, è meglio che fare affidamento su quello stupido autobus.” James
si tolse gli occhiali e si stropicciò gli occhi; “Va bene per i luoghi magici,
ma l’au sta con nuava a perdersi sulla strada per St Edmund’s.”
Lo stomaco di Remus si rivoltò. Odiava davvero, davvero l’idea che
James e Sirius fossero sta lì. Si sen va come se avessero visto una
parte privata di lui che avrebbe preferito tenere nascosta. Come la
prima volta che si era trasformato davan a loro.
“Non posso credere di essermi perso anche quello.” Peter sospirò.
“C’erano un sacco di babbani? Com’era?”
“Andiamo Pete,” disse James, “stai parlando della casa di Moony.”
“Va bene.” Disse Remus.
“Scomme o che è fantas co vivere con tante altre persone della tua
età”, disse James, incoraggiante. Era il più grande dolore di James
essere cresciuto come figlio unico.
“È ...” Remus cercò la parola giusta. “È rumoroso. Siete entra ?”
“Padfoot sì, è strisciato so o un buco nel recinto posteriore.”
“Non sono entrato nell’edificio, però.” Disse Sirius, rotolando sul
davan . I muscoli della sua schiena si muovevano dolcemente so o la

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sua pelle e Remus dove e lo are per non mordersi il labbro. “Una
stronza ha iniziato a lanciarmi pietre.”
“La Dire rice.” Confermò Remus.
“Doveva essere lei, si.” Sirius annuì, ovviamente soddisfa o
dell’a enzione, “Se tra a le persone nel modo in cui tra a i cani, non
biasimo per essere scappato.”
“In realtà non si tra ava di lei.” Disse Remus, acidamente.
“È una fortuna che Prongs e Padfoot abbiano trovato, eh Moony?”
Peter sorrise, beatamente ignorante; “Altrimen sares perso nella
Londra babbana!”
“Non mi ero perso.” Disse Remus gelido, posando finalmente il libro.
“Ero con un amico.” “Ma James ha de o ...”
“Ho de o che era in una casa abusiva, Pete, non che fosse da solo. Era
con questo zio babbano - scusa Remus, ho dimen cato il suo nome
...?” “Non ci ha de o il suo nome.” Disse Sirius, dal nulla.
Remus si mise a sedere e lo guardò strizzando gli occhi.
Sirius lo stava fissando in un modo strano, ma questo fece solo rizzare i
peli a Remus.
“No.” Lui rispose, “Non l’ho fa o.” Si alzò in piedi. “Vado dentro, fa
troppo caldo.”
James, che sembrava aver capito che la conversazione aveva preso una
piega spiacevole, si alzò anche lui.
“Sì, hai ragione Moony. Andiamo tu dentro per un po’? Beviamo
qualcosa e facciamo quello che mamma ci ha de o di fare. Tornerà
presto.” La signora Po er era uscita per il pomeriggio per una
commissione e il signor Po er era al lavoro. Gully era in casa da qualche
parte, ovviamente, ma non rendeva mai nota la sua presenza a meno
che non fosse stata convocata. I ragazzi erano pra camente soli.
“Andrò a casa se avete intenzione di fare le faccende domes che”,
borbo ò
Peter, lo ando per alzarsi in piedi, “posso fare i lavori domes ci a casa
mia.” “Rallegra Wormy,” James lo schiaffeggiò sulla spalla sudata, “Ci
sono delle crostate in cucina, puoi avere quella con la marmellata se
vuoi.”
I qua ro tornarono a piedi a raverso il prato friabile fino a casa,
fermandosi al capanno in modo che Sirius e James potessero me ere
via le loro scope prima. Pete andò subito a prendere la sua torta, e
Remus rimase nel pa o, in mezzo a loro, sentendosi molto irritato e

193
agitato. Si sede e di nuovo sul basso muro di ma oni e ascoltò le
allegre ba ute di Sirius e James dall’interno del capannone.
“Dovrei lucidare di nuovo il manico prima di me erlo via ...”
“Cazzo Prongs, lo pulisci già due volte al giorno.”
“Si chiama prendersi cura della propria a rezzatura, Black.”
“Io la chiamo frustrazione sessuale.”
“Vaffanculo!”
Ci fu una zuffa, e Remus poteva sen re le risate allegre di Sirius mentre
i due ragazzi lo avano.
“Aspe a che torniamo a scuola e che possa maledire i tuoi coglioni!”
James rise.
“Non osare, alcuni di noi usano i propri coglioni!”
“Imbecille! Dovrei ... oh merda, a enzione ...”
“Ah!” Sirius gridò; “Cazzo! Che male.”
Entrambi uscirono barcollando nella luce del giorno, Sirius che si
stringeva la mano.
“Che cosa hai fa o?” Chiese James, sbirciando.
Impallidì, vedendo la mano di Sirius, e indietreggiò, “Scusa amico, sai
come sono con il sangue ...”
“Eurgh, sta davvero sanguinando, però...”
“Oi, allontana da me!”
“Cosa devo fare? Aspe are che tua madre torni a casa?”
“Non abbiamo altra scelta - non conosco nessun incantesimo di
guarigione
...”
“Ow, fa malede amente male ...”
“Oh, per l’amor di Dio,” Remus si alzò, socchiudendo gli occhi. “Fammi
vedere.”
Sirius e James si voltarono entrambi a guardarlo. Gli occhi di Sirius si
spostarono su James, poi di nuovo su Remus, prima di avvicinarsi, con la
mano tesa. Il taglio era molto profondo, il sangue scorreva a rivoli lungo
i lunghi polsi bianchi di Sirius.
Remus deglu , “Devi pulirla, si infe erà ... aspe a, ho delle cose nel
bagagliaio.”
Condusse Sirius a raverso la cucina, al piano di sopra, al bagno del
primo piano e aprì il rubine o dell’acqua fredda. Aveva un po’ di
disinfe ante nel bagagliaio avanzato da St Edmund’s, dove spesso

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doveva badare ai propri graffi quando Madama Chips non era in giro. Lo
prese, insieme ad alcuni batuffoli di cotone e garza.
“Vieni qui.” Disse, sedendosi sul bordo della vasca e facendo cenno a
Sirius di sedersi sul sedile del water chiuso.
Lui obbedì, tendendo ancora cautamente la mano avan .
Era molto più fresco, in bagno, rassicurantemente sterile, come
l’infermeria. Remus lo trovò molto calmante. Sirius era placido e docile,
fidandosi completamente di Remus con occhi vigili, come un animale
domes co. “Cos’è quello?” Chiese mentre Remus versava del
disinfe ante sul cotone.
“Disinfe ante”. Disse; “Pulirà la ferita.”
“È roba babbana?”
“Sono sicuro che funzionerà lo stesso.” Remus inarcò un sopracciglio.
Prese il polso di Sirius, afferrandolo più rudemente di quanto ne avesse
davvero bisogno. La sua pelle era calda per il sole. Remus poteva sen re
il suo ba to.
“Brucerà un po’.” Disse, mentre premeva.
Sirius sussultò, e Remus si ricordò di quella volta dopo Natale che
avevano passato nel bagno dei Po er, perforando l’orecchio di Sirius.
“Farà male??” Sirius fu preso dal panico all’ul mo minuto, mentre
Remus era in bilico con lo spillo.
“Beh, l’abbiamo un po’ intorpidito, ma sì, probabilmente.” Disse Remus,
in modo pra co.
“Non fare la ragazzina.”
“Sii gen le con me, Moony!”
Riso entrambi e Remus lo scosse
affe uosamente; “Stai fermo, gran fifone.”
Finì di pulire la ferita e poi l’avvolse in una garza, fissandola con cura.
“Probabilmente rerà un po’.” Spiegò. “Deve essere stre o. Per fermare
l’emorragia. “
“Grazie, Moony.”
“Quando vuoi.” Remus fece per alzarsi, appoggiando entrambe le mani
sulla fredda porcellana della vasca. Sirius improvvisamente allungò una
mano e gli toccò il braccio.
“Mi dispiace.”
“Lo so.” Rispose Remus. “Lo hai già de o.”

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“Quello che ho fa o ...” Sirius si leccò nervosamente le labbra,
afferrando ancora il braccio di Remus come se quella fosse l’unica cosa
che lo tenesse fermo.
“No.” Remus si accigliò, la sua determinazione si indebolì.
“Ma dovremmo parlare ...”
“Non possiamo.” Disse Remus, semplicemente. “Non posso, comunque.
Non ci sono parole per quello che mi hai fa o.”
“No.” Sirius chinò la testa. “Hai ragione.” Lasciò andare, ma Remus non
se ne andò, anche se sapeva che avrebbe dovuto. Sirius si passò la
mano sana tra i capelli per la frustrazione. “Sono un tale idiota.” Disse.
Remus non lo confutò.
Sirius con nuò. “È stato davvero un bell’ anno, non è vero, il quinto
anno? Trascorrere le lune insieme e le feste ... poi ho dovuto rovinare
tu o.” “Beh.” Remus cede e. “Anch’io ho commesso degli errori. Ho
fa o alcune cose ... le cose erano diverse, dopo il mio compleanno.”
“Che cosa? Moony, no!” Gli occhi di Sirius si spalancarono. Sembrava
così serio e sincero che Remus volle perdonare tu o in un istante. “So
che non stavo ... non hai fa o niente di sbagliato. Quello che è successo
il giorno del tuo compleanno, è stato ...”
Remus tra enne il respiro mentre Sirius cercava la parola.
“... è stato davvero coraggioso.” Sirius finì.
Remus sba é le palpebre. Coraggioso?! Cosa diavolo avrebbe dovuto
significare? Sirius vide la sua reazione e cercò di coprire le sue tracce,
“Voglio solo dire che non dovres preoccupartene. Non ... non ha
cambiato nulla, okay?” “Okay.” Remus guardò in basso, poi - sentendosi
più coraggioso, guardò di nuovo in alto. “Non ne abbiamo mai parlato.”
“Sei il mio migliore amico, Remus.”
“Sirius, per favore ...”
“E so cosa ho fa o. Non ci sono parole, no, quindi starò zi o e ... invece
farò delle azioni, okay? Dimostrerò che mi dispiace, ogni giorno. Lo
giuro,
non farò mai un’altra cosa stupida senza pensarci di nuovo.”
Remus gli fece un piccolo sorriso, “Dai.”
Anche Sirius sorrise, sembrando sollevato.
“Sì, okay, forse è un po ‘ambizioso. Non farò mai più niente per ferire
nessuno dei miei amici, mai più, che ne dici?”
Remus inspirò profondamente. Il perdono sarebbe stato un grande
sollievo. “È un inizio.”

196
Settembre  
Mercoledì 1 se embre 1976
“Questo è l’anno, ragazzi. Questo è l’anno in cui finalmente accadrà. Sei
anni di a esa ripaga .”
“Non puoi parlare di quello di cui penso tu s a parlando,” Remus alzò
un sopracciglio sopra il suo libro.
“Oh sì,” James era raggiante come fosse ubriaco, “Lily Evans si renderà
sicuramente conto di essere pazza di me. Lo sento.”
“Sei sicuro, però?” Sirius sorrise, “Hai già provato questa sensazione.”
“Sì,” annuì James, rispe osamente, “Hai perfe amente ragione,
Padfoot. Ma questa volta qualcosa è diverso. Posso pra camente
sen rne l’odore. L’amore è nell’aria.”
“O la lussuria.” mormorò Remus, girando la pagina, “Probabilmente stai
solo rilevando gli ormoni furiosi che provengono da ques idio .” Fece
un cenno a Sirius e Peter, che con nuavano a guardare fuori dal
finestrino del treno, cercando le rispe ve fidanzate.
“Chi stai chiamando un idiota, Moony?” Sirius riba é, “Non posso farci
niente se faccio impazzire le donne dal desiderio.”
“SIRIUS FOTTUTO BLACK, POTREI UCCIDERTI!” L’urlo furioso di Mary
avrebbe potuto frantumare il vetro. Sirius pra camente balzò di mezzo
metro dal suo posto. Remus annuì soddisfa o.
“Diciamo che le fai impazzire e basta.”
James ridacchiò, quasi soffocando con le gela ne che stava mas cando.
Nessuno era più felice della riconciliazione di Remus e Sirius di James.
Non aveva de o nulla dire amente, ma non appena aveva capito che i
suoi due migliori amici non si tenevano più a distanza, aveva iniziato a
sorridere da un orecchio all’altro, tornando ad essere il solito James. E
quindi, era tornato a piagnucolare su Lily Evans.
Lily entrò nella carrozza, proprio dietro Mary che era esplosa come un
turbine. Lily sorrise a Remus e prese il posto libero accanto a lui, lui
ricambiò il sorriso e si sistemarono per guardare lo spe acolo.
“Cosa ho fa o?!” Chiese Sirius, offeso.
“Davvero non lo sai, eh?!” Mary era in piedi con le mani sui fianchi,
un’espressione di disgusto sul viso.
Era spe acolare quando era arrabbiata, i suoi orecchini a cerchio d’oro
n nnavano, i suoi occhi cerchia di kohl erano spalanca e arden .

197
“Diagon Alley?!” Ba é il piede.
Gli occhi di Sirius si spalancarono.
“Cazzo.”
“Vaffanculo, Black!” Mary si voltò e si precipitò fuori.
Sirius si affre ò a seguirla lungo il corridoio, proprio mentre il treno
iniziava a muoversi,
“Oi, Mary, aspe a! Mi dispiace!”
Remus si rivolse a Lily,
“Cosa ha fa o?”
“Ho dimen cato il suo compleanno.” Lily sorrise, “A quanto pare
dovevano incontrarsi a Diagon Alley e lei ha aspe ato due ore ...”
“Oh merda.” James si schiaffeggiò la fronte, “avrei dovuto ricordarglielo
cavolo ...”
“Fate schifo entrambi,” sbuffò Lily. “Godric salvi le ragazze così stupide
da sposare uno di voi.”
“Qualcuno ha visto Desdemona?” Chiese Peter distra amente. Lily
scosse la testa e i ragazzi si strinsero nelle spalle. Peter si alzò; “Ci
vediamo dopo ...” e uscì dalla carrozza.
“Maledizione.” James disse; “Cosa è successo ai Malandrini?”
“Oi, io sono qui,” disse Remus, tornando al suo libro.
“Il mio unico vero amico!” James sorrise, “Non mi lascerai mai per una
ragazza, vero, Moony?”
“Nessuna possibilità,” rispose Remus, voltando di nuovo la pagina.
“Aspe a,” gridò Lily, afferrando la spalla di Remus, “È per questo che
chiamano Moony?!”
Remus le fece un ghigno di traverso e annuì leggermente.
Lily sembrava stupita,
“Non posso credere di non averlo capito prima!”
“Aspe a,” James si accigliò, “Capire cosa? È solo uno scherzo, vero
Remus? Una cosa stupida che abbiamo inventato da bambini, nessun
grande segreto o altro ...”
“Prongs,” Remus scosse la testa, ridendo, “Va bene, lo sa.”
Gli occhi nocciola di James si spalancarono e li fissò entrambi.
Lily ridacchiò, i suoi occhi stuzzican e Remus improvvisamente capì
esa amente perché faceva impazzire James così tanto. “Sei un idiota,
Po er. Ma almeno sai mantenere un segreto.”
“Beh, naturalmente,” James raddrizzò la schiena e gonfiò il pe o,
“Faremmo tu qualsiasi cosa per Moony.”

198
Remus ne fu davvero toccato, e dove e alzare il libro per nascondere la
sua faccia. Sperava che Lily sapesse che James era abbastanza onesto, e
non si stava solo esibendo per la sua approvazione. La porta dello
scompar mento si aprì e Marlene entrò. Si era fa a tagliare i capelli in
un ordinato casche o durante l’estate, come Mia Farrow. Era molto
carina. Sorrise e fece un cenno ai suoi amici, sedendosi accanto a
James.
“Sirius e Mary stanno facendo una vera e propria gara a chi urla di più là
fuori, è da pazzi.” Guardò Lily, poi James, poi Remus, “Cosa mi sono
persa?”

Mary perdonò Sirius prima che raggiungessero Hogwarts, con la


promessa che l’avrebbe portata per un giorno intero a Hogsmeade per
rimediare. Remus era contento - poteva dirlo onestamente, veramente,
senza amarezza. Sen va che Sirius aveva tracciato una linea sul loro
bacio, nel bagno dei Po er, e spe ava a lui, Remus, onorare e rispe are
quella linea.
A Sirius piaceva Mary. Remus avrebbe dovuto solo superarlo, tu o qui.
E sì, va bene, a volte Remus fantas cava di baciare l’incavo della
clavicola di Sirius, di tracciare una linea dalla sua gola fino all’ombelico -
e allora?! Quello era puramente un problema di Remus. Avrebbe
dovuto concentrare le suoi a enzioni altrove. Forse Christopher era
diventato incredibilmente a raente durante l’estate.
Il banche o e lo smistamento furono magnifici, rassicuran e
prevedibili come sempre. Gli amici chiacchierarono dei loro nuovi orari
(Lily fu estremamente delusa nello scoprire che Remus aveva scelto di
abbandonare Pozioni, ma lui promise di con nuare a darle filo da
torcere in Incantesimi), delle loro esta (evitando a entamente il
compleanno di Mary) e l’incombente pressione dei NEWT.
Tu o beatamente normale, pensò Remus mentre finivano i loro
pudding e si alzavano, sbadigliando, pron per andare a le o.
“Sono esausto”, disse James, s racchiandosi, “stasera a le o presto, eh,
Marlene? Allenamen per prima cosa doma na ...”
“Oh no, Po er, vieni con me.” Disse Lily, severa. Sba é le palpebre,
come se non potesse credere alla sua fortuna. Lei si accigliò;
“Dobbiamo portare a le o i primi anni - sei già dimen cato di essere
un Prefe o?!”

199
“Oh merda, sì - voglio dire cazzo ... voglio dire ... oops.”
Lily balbe ò, alzandosi,
“Lavoreremo anche sul tuo linguaggio. Dai.” Guardò gli altri; “‘Cuore di
leone’ è la nuova parola d’ordine.”
La ringraziarono e andarono avan , lasciandosi indietro James, confuso
ma grato.
Sirius si ge ò sul divano più grande e comodo della Sala Comune,
occupando abbastanza spazio per tre persone. Mary lo raggiunse con
un sorriso indulgente, sistemandogli i piedi sulle gambe. Peter e
Marlene iniziarono una par ta a scacchi sul tappeto davan al fuoco, e
Remus prese il suo libro.
Tu o come dovrebbe essere, sorrise pacificamente.
Un capitolo dopo, Sirius evidentemente si annoiava.
“Quando è la nostra prima festa, allora?” Chiese alla sala generale.
“La nostra prima par ta è a novembre”, disse Marlene dal pavimento,
gli occhi fissi sulla par ta. Non potevi distogliere lo sguardo per un
momento mentre stavi giocando con Peter - nessuno sapeva come
facesse. “Puoi
organizzare la festa della vi oria se vuoi, Black.”
“È lontana anni.” Mary fece le fusa; “Halloween? È vicino al tuo
compleanno. Possiamo farla dopo il banche o.”
Lo stomaco di Remus brontolò alla menzione del banche o. Posò il suo
libro, “Secondo voi c’è tempo per andare in cucina ...”
“Non puoi essere affamato,” Sirius inarcò un sopracciglio, “Hai mangiato
tre porzioni di budino!”
“Probabilmente hai ragione.” Remus sospirò e si sistemò sulla poltrona.
Si spostò di lato, facendo penzolare le lunghe gambe oltre l’estremità,
togliendosi le scarpe da tennis sporche e tornò al suo libro.
Era Dickens - The Pickwick Papers - era divertente, ma secco, quindi
dovevi concentrar davvero per trovare effe vamente le par
diverten . Sfortunatamente, uno stomaco pieno, una lunga giornata e
un camine o caldo non favorivano la concentrazione, e Remus presto si
addormentò. Doveva essere passata solo mezz’ora, quando Remus si
svegliò di sca o al suono di una risata rauca.
“Stai fermo Po er!”
“Ci sto provando!”
Remus sba é le palpebre un paio di volte, confuso e inton to. Si
guardò intorno per trovare Peter e Marlene che rotolavano sul tappeto
del focolare ridacchiando, Mary in piedi accanto a Lily vicino al buco del

200
ritra o, dove James sembrava esibirsi in una danza irlandese molto
complicata e vigorosa. Remus sorrise assonnato, e si raddrizzò, la
schiena dolorante per aver dormito tu o piegato come una sedia a
sdraio. Si voltò a sinistra, solo per far scrocchiare la car lagine nel suo
collo, e colse Sirius che lo guardava con un sorriso dolce e inconscio.
Remus alzò un sopracciglio, che sembrò rompere l’incantesimo, e Sirius
sba é le palpebre, poi distolse lo sguardo, velocemente.
“Che è successo?” Mary chiese, con le mani sui fianchi.
“Questo stupido idiota stava facendo l’esibizionista, come al solito. Il
suo malocchio ha colpito un’armatura e ha rimbalzato.” Lily stava per
metà ridendo, per metà cercando di far stare James fermo abbastanza a
lungo da eseguire il contro incantesimo.
“Chi stavi cercando di maledire?!” Sirius si alzò ora, a raversando la
stanza. “Fo uto Mulciber,” disse James, un buffo cipiglio sul viso
mentre le sue gambe volavano energicamente so o di lui,
“Petrificus Totalus,” disse Sirius, con uno sbadiglio.
James si bloccò e cadde a terra rigido come un’asse.
“Black!” Lily sospirò
“Che c’è?!” Sirius ghignò, “Stavo solo cercando di aiutare!”
Remus ridacchiò, ancora s racchiandosi. Probabilmente era ora di
andare a le o. Si alzò lentamente, mentre Sirius, Mary e Lily stavano
sopra James, discutendo su quale incantesimo spezzare per primo -
quello danzante o quello pietrificante - e Sirius era favorevole a farlo
levitare semplicemente a le o così com’era.
Proprio mentre Remus si stava dirigendo verso il dormitorio dei ragazzi,
vide Christopher. Il ragazzo del quinto anno stava scendendo le scale,
con un dis n vo argento lucido dei Prefe appuntato con orgoglio al
pe o. Sfortunatamente, Christopher non era diventato incredibilmente
bello durante l’estate, anzi, al contrario. Evidentemente era stato in un
luogo molto caldo e soleggiato durante l’estate, e la sua pallida pelle
inglese era bruciacchiata di un rosso vivo e si era sbucciata in modo
gro esco sul naso. Si fissarono per un momento, prima che
Christopher guardasse i suoi piedi, poi si allontanò senza una parola.
Remus provò un senso di colpa. Prima o poi avrebbe dovuto scusarsi.

Mercoledì 8 se embre 1976

201
“Con i GUFO ormai alle spalle e i NEWT a più di un anno di distanza,
non cadete nella trappola di credere che questo sarà un anno facile. Il
vostro sesto anno ge a le basi per gli esami avanza e il lavoro che
svolgete sarà fondamentale per determinare le opportunità a vostra
disposizione una volta che avrete lasciato la scuola ...”
Remus lo ò per non sbadigliare. Poteva essersi sen to nervoso,
preoccupato, spinto all’azione - e lo era stato. La prima volta che aveva
sen to questo discorso. Erano a metà della prima se mana del sesto
anno e fino a quel momento ogni insegnante aveva eseguito qualche
variazione dello stesso discorso. Questa ma na, la conferenza era
tenuta dal professor Vi ous, e quindi resa leggermente più interessante
a causa della sua vocina stridula.
Remus guardò fuori dalla finestra. Stano e era la luna piena ed era
irrequieto. Aveva una sensazione orribile, così come le solite fi e iniziali
e le ondate di adrenalina. Era la prima luna piena che avrebbe trascorso
con i Malandrini da quella terribile no e di giugno. Era la prima luna
piena dopo l’a acco del lupo mannaro in agosto, da quando era
scappato da St Edmund’s. Gli omicidi si posavano sempre pesantemente
nella sua mente. La famiglia si chiamava Munday: entrambi i genitori
erano na Babbani. Era stato sui giornali, e Remus aveva le o tu o
quello che poteva mentre era dai Po er. Aveva cercato in lungo e in
largo una menzione di Greyback, un’immagine, una descrizione,
qualsiasi cosa. Se questo ... uomo lo stava cercando, allora doveva
essere armato di informazioni. Ma non c’era niente. La stampa non
pubblicava più di quanto gli aveva già de o Moody.
La le era a Ferox era stata scri a ormai da quasi una se mana. Stava
bruciando un buco nella tasca posteriore di Remus. Stava aspe ando di
avere la possibilità di intrufolarsi alla guferia da solo.

Caro professor Ferox,


[sapeva che Ferox non era più un professore, ma non sapeva come altro
chiamarlo, e non riusciva a chiamarlo con qualcosa di così familiare
come “Leo”.]
Spero vada bene che le scrivo. Avevo alcune domande e non riuscivo a
pensare a nessun altro che potesse rispondere. Ho parlato con Alastor
Moody mentre ero con i Po er quest’estate, e ha de o che sta bene.
Spero che lei non sia in luoghi troppi pericolosi.
Moody mi ha de o che la famiglia Munday è stata assassinata da
Greyback. Ha de o che Greyback potrebbe cercare di trovarmi e

202
convincermi a unirmi a lui. Spero lei sappia che non mi unirei mai a lui.
Tu avia, voglio essere preparato se dovesse venire a cercarmi. Può
dirmi qualcosa di u le? Non so nemmeno che aspe o abbia.
Mi dispiace disturbarla con questa le era, ma è l’unica persona a cui
posso chiedere, perché conosceva mio padre e conosce me.
Grazie,
Remus J. Lupin.

Sapeva che si dovrebbero terminare le le ere con “tuo sinceramente” o


“tuo fedelmente”, o qualcosa del genere, ma sembrava così sciocco e
formale. Temeva che Ferox potesse pensare che si stesse sforzando
troppo per sembrare adulto.
“Moony? Sveglia!” Sirius gli scosse la spalla.
“Che cosa?!” Remus guardò in alto, sba endo le palpebre stordito.
Sirius era in piedi sopra di lui, e tu gli altri stavano facendo le borse,
“La lezione è finita, stupido. Dove sei andato?”
“Sono solo distra o.” Rispose Remus. Si alzò e raccolse il suo
assor mento di penne e pergamena nel suo libro, alzandosi. Il viso di
Sirius si addolcì. Si chinò e disse molto piano,
“È a causa di stasera? Sei nervoso?”
Remus fece una sorta di mezza scrollata di spalle, mezzo sorriso
rassicurante, “Non più del solito.”
“Ora abbiamo un’ora libera”, disse Sirius, cingue ando - si stava
divertendo mol ssimo con il suo programma di NEWT, avendo
abbandonato qua ro materie. “Vuoi fare un salto alle serre?”
“Nah,” Remus ghignò, “tranquillo. In realtà... devo andare alla guferia.
Ho una le era da spedire.”
“O si? Vengo con te, James ha un’altra riunione da Prefe o. Giuro che
tu non sei mai andato a così tan incontri.”
“Nah, in un certo senso lasciavo fare tu o a Evans, ad essere onesto,”
disse
Remus sorridendo, “Ovviamente, io non stavo cercando di
impressionarla.”
Sirius rise,
“Troppo malede amente vero - almeno sai quali sono le tue priorità,
Moony. Per chi è la le era?”

203
“Ehm ... dispiace non chiederlo?” Remus guardò in basso, mentre
lasciavano l’aula, camminando con un passo leggermente più lungo del
solito così che Sirius avrebbe dovuto camminare più velocemente per
stare al passo. Era un trucco da qua ro soldi, ma dovevano esserci dei
vantaggi nell’essere alto.
“Oh, certo, amico.” Sirius annuì rispe osamente, “Non badare a me,
sono solo annoiato, sai.”
Ul mamente era stato estremamente docile, desideroso di fornire a
Remus tu e le indennità che aveva richiesto. Remus pensava che
probabilmente avrebbe potuto farla franca baciando Mary sul tavolo da
pranzo di Grifondoro con la benedizione di Sirius, per come stavano le
cose.
Si avvicinarono velocemente alla guferia - con la luna crescente, i livelli
di energia di Remus erano al di sopra del normale - poi salirono in fila
indiana per l’ul ma stre a scala a chiocciola.
La guferia era un posto bellissimo, per gli standard di chiunque (a pa o
di ignorare l’odore della merda degli uccelli) con la vista migliore di
qualsiasi altra parte del castello. Era uno spazio luminoso e arioso con
alte travi, riempito con i suoni morbidi dei gufi appollaia . Sirius rimase
diligentemente a una distanza rispe abile mentre Remus selezionava il
gufo dall’aspe o più robusto (non aveva idea di dove fosse Ferox, o
quanto lontano, e voleva un uccello all’altezza del compito), allegò la
sua le era e la vide uscire a raverso l’enorme finestra panoramica.
Sirius si stava sporgendo dalla finestra sul lato opposto, fissando la
Foresta Proibita.
“Quanto pensi siamo anda in là, l’anno scorso?” Chiese, “Un paio di
miglia, almeno ...”
“Almeno” concordò Remus, unendosi a lui sul davanzale della finestra.
“Pensi che potremmo raggiungere quelle montagne? Ci sono delle
gro e, scomme o. Quando ero piccolo volevo vivere in una gro a. Io e
Reggie stavamo per scappare di casa e diventare abitan delle caverne.”
“Strano,” Remus scosse la testa. “Sarebbe gelido.”
“Sì, beh non pensi a queste cose quando hai se e anni, vero?”
“Suppongo. A dire il vero, non ho mai pensato di scappare via. Mol
ragazzi lo hanno fa o, ma normalmente la polizia li ha riporta indietro.
La Dire rice diceva che se uno di noi fosse scomparso non gli sarebbe
importato niente - veniva comunque pagata, alla fine della se mana “.
“Moony, questo è ...”
Remus rise e si allontanò,

204
“Dai, usciamo di qui, ho fame.”
Iniziarono una discesa leggermente più lenta lungo la scala a chiocciola,
ma dove ero fermarsi a metà strada quando sen rono dei passi salire.
Lo stomaco di Remus cadde quando vide che era Christopher. Si era
ripreso un po’ dalla sco atura solare, ma aveva ancora un po’ di un
bagliore caldo intorno alle guance e al naso. Si bloccò quando vide
Sirius, con Remus proprio dietro di lui.
I due ragazzi si appia rono contro il muro come meglio potevano per
lasciarlo passare.
“Ciao, Chris,” Remus sorrise, educatamente.
“Ciao.” Christopher rispose, senza stabilire un conta o visivo.
Ah. Era decisamente ancora seccato per il modo in cui Remus gli aveva
parlato alla fine dello scorso semestre. Remus era preoccupato per
questo - ma supponeva di meritarsi un po’ di freddezza. La spilla
d’argento luccicava sulle ves di Chris, e Remus cercò di non trasalire.
Lo sen va tra i den , una ver ginosa sensazione di nausea.
“Complimen per essere diventato perfe o”, disse, cercando di
sembrare amichevole e incoraggiante.
“Si, grazie.” Christopher annuì. Non guardava esa amente in alto, ma in
un certo senso guardò lo spazio sopra la spalla sinistra di Remus, e fece
un debole sorriso mentre passava.
La vicinanza all’argento era estremamente spiacevole e gli fece girare la
testa. Quando Christopher li superò entrambi, Remus barcollò in avan
e dove e afferrare la spalla di Sirius per mantenere l’equilibrio. Doveva
concentrarsi sul suo respiro per evitare di svenire del tu o finché
Christopher non avrebbe raggiunto la guferia, e notò a malapena che
Sirius gli aveva fa o scivolare un forte braccio intorno alla schiena per
sostenerlo. Quando aprì gli occhi, e lo stordimento fu passato, Remus
pensò che dovevano essere passa solo pochi secondi da quando erano
rimas così, aggrappa l’uno all’altro nella scala oscura. Devi sme erla
di rimanere bloccato in spazi ristre con lui, la parte logica del cervello
di Remus lo rimproverò. Si rese conto di aver stre o la spalla di Sirius
abbastanza forte, e lasciò andare velocemente, allontanandosi e
aggiustandosi i ves . “Scusa”, disse, “Mi ha colto di sorpresa”,
“Va tu o bene,” Sirius sorrise, girandosi e scendendo di nuovo le scale,
“Un altro mo vo per odiare i Prefe , eh?”

205
Ottobre  
Sabato 9 o obre 1976
“Ugh,” Remus si alzò barcollando mentre la trasformazione veniva
completata e il suo corpo si assestava di nuovo nella sua forma umana.
“Non è andata poi così male?” Disse James, appena trasformato.
“Dipende da cosa intendi per male,” Remus fece una smorfia,
infilandosi velocemente i pantaloni.
James distolse lo sguardo, educatamente per preservare la sua
modes a, e Sirius, ancora un cane, si avvicinò con la camicia di Remus
in bocca, offrendola con la testa inclinata.
“Grazie, Padfoot,” Remus sorrise. Voleva dare una pacca sulla testa al
cane, e doveva con nuare a ricordare a sé stesso che quello era Sirius.
“Grazie a Merlino, è sabato.” Sbadigliò James, sedendosi sul divano
malandato. Si afflosciò cupamente so o di lui, molle e ansimante.
“Sì, se Madama Chips mi lascia uscire dall’infermeria, probabilmente
andrò subito a le o comunque,” rispose Remus, soffocando il suo
stesso sbadiglio, e sdraiandosi sulla sua branda.
“Sei fortunato”, disse Peter, apparendo come dal nulla, in un angolo più
lontano della stanza, “dovrei portare Dezzie a Hogsmeade alle undici.
Prongs, non devi portare giù il terzo anno?”
“Nah,” James sbadigliò di nuovo, rumorosamente, “Ora che Evans sa del
piccolo problema peloso di Remus in realtà mi sta dando un po’ di
tregua. Quel ragazzino del quinto anno con la sco atura solare non lo fa
invece.” “Evans non sa nient’altro, vero?” Sirius finalmente riapparve,
raggiungendo James sul divano.
James scosse la testa, appoggiandosi allo schienale del divano e
chiudendo gli occhi.
“Oi,” gli diede una gomitata Sirius, “Dobbiamo andare, presto, non
dormire.”
“Andate tu ,” mormorò Remus, “Riposatevi un po’. Grazie per essere
venu , e tu o il resto ...”
“Vieni a Hogsmeade, Moony?” Chiese Sirius, sollevando James in piedi,
“Tre Manici di Scopa?”
“Non posso,” Remus scosse la testa, “Non ve l’ho de o? Mi è stato
revocato il permesso. Dopo gli a acchi ...”
“Che cosa?!” Sirius sembrava oltraggiato, “Non possono punir per
qualcosa che ha fa o qualche altro bastardo!”

206
“Shhh!” Remus sba é la mano, aggro ando la fronte.
Madama Chips poteva essere nel tunnel - e inoltre aveva mal di testa;
“Non è per punirmi, è per la mia sicurezza. Ora andate, tu voi.”
Se ne andarono appena in tempo, Madama Chips entrò nella baracca
pochi minu dopo. Gli diede una rapida controllata e, soddisfa a,
accompagnò Remus al castello. Gli prescrisse alcune ore di sonno in
infermeria, cosa che lui fu più che felice di acce are. Con tu i suoi
amici a Hogsmeade, non c’era molto da fare.
Si svegliò verso l’ora di pranzo, con lo stomaco che brontolava come al
solito. Madama Chips lo aveva evidentemente previsto; c’era un pia o
di salumi e pane sul suo comodino, insieme a una ciotola di fru a e un
grande calice di succo di zucca, che scolò per primo.
Remus era così famelico, infa , che non notò la le era appoggiata nel
cesto di fru a tra due mele finché non fu ben avviato alla costruzione
del suo secondo sandwich. Quando vide che era indirizzata a lui e
scri a con una calligrafia familiare dalle cen naia di saggi res tui su
Cura delle Creature Magiche, fece quasi cadere il suo pia o dal le o
nella sua ansia di aprirla.

Caro Remus,
È un piacere sen r , non mi dispiace per niente.
Al momento non posso rivelare la mia posizione, ma assicuro che
sono il più al sicuro possibile. Sono lieto di sen re che stai bene - Silente
mi ha parlato dei tuoi risulta GUFO. Sono incredibilmente orgoglioso di
te, Remus, so che devi aver lavorato molto duramente. Con nua così e
prome o che niente potrà fermar .
È perfe amente naturale che tu voglia saperne di più su Greyback.
Vorrei solo avere di più da dir . Temo di non aver mai lavorato a nessun
caso rela vo ai lupi mannari per il Ministero - e se vuoi la mia opinione,
nessuno ha svolto ricerche u li sulla licantropia da tuo padre - e come
sai, si sbagliava terribilmente su un certo numero di cose.
So che Greyback era un mago pericoloso prima di essere morso, ed è
uno degli uomini più crudeli di cui abbia mai sen to parlare, tranne
Voldemort stesso. Il consiglio che lo ha liberato contro il volere di tuo
padre lo credeva un barbone babbano - direi che significhi che si veste
in modo trasandato ed è un abile manipolatore.

207
Mi dispiace di non poter dare più di questo. Voglio so olineare,
tu avia, che la cosa più importante che sappiamo di Greyback è che è
pericoloso. Se hai anche il minimo sospe o che sappia dove sei, allora
devi conta are immediatamente Silente. Ci si può fidare solo di Silente.
Buona fortuna con i tuoi NEWT.
Ferox.

Remus la lesse due volte, poi lesse di nuovo il primo paragrafo, solo per
il brivido. ‘Sono incredibilmente orgoglioso di te, Remus’. Che cosa
meravigliosa. Non c’erano informazioni solide, ovviamente. Niente che
Remus non avesse già considerato - ovviamente Greyback doveva
sembrare un senzate o; era il modo migliore per evitare di a rare
l’a enzione su di sé. E Remus era l’ul ma persona che aveva bisogno di
sen re quanto fosse pericoloso quest’uomo. La le era sembrava
preziosa, lo stesso. Solo i Malandrini gli avevano mai scri o prima.
“Buon pomeriggio, caro.” Madama Chips emerse da dietro le tende.
Aveva un sesto senso per sapere quando era sveglio.
“Ciao”, le sorrise, le parole incoraggian di Ferox ancora nella sua
mente. “Sei di buon umore”, sorrise di rimando, “Anche se non
biasimo - una no e quasi perfe a! Sei libero di andare non appena
vuoi.”
“Grazie”, fece oscillare subito le gambe fuori dal le o, poi alzò
rapidamente lo sguardo, “Ehm ... Madama Chips? Posso chieder una
cosa?”
“Certo, Remus.” Rispose lei, occupandosi di togliere le lenzuola dal le o
ora che l’aveva lasciato. Lo fece con un movimento della sua bacche a,
era una delle magie più elegan che Remus avesse mai visto.
“Mi piacerebbe conoscere gli incantesimi cura vi. Solo cose di base -
non sono bravo in Pozioni - in realtà, non lo frequento più.”
“Mm, mi dispiace sen rlo”, rispose lei, me endo in ordine il suo
capezzale ora, “Fare pozioni è un’abilità u le.”
“Giusto, ma voglio solo essere in grado di sistemarmi dopo la luna piena
- una volta che la scuola finirà, sai ...”
Madama Chips interruppe quello che stava facendo e si sede e sul le o
per guardarlo. Quando lui era un ragazzino, erano faccia a faccia
quando lei si sedeva. Ora doveva alzare lo sguardo mentre lui
torreggiava su di lei, e lui pensò per la prima volta che donna molto
piccola fosse. Non aveva mai dimen cato la ma na in cui l’aveva

208
cullato tra le braccia, e quanto lo aveva fa o sen re al sicuro allora.
Probabilmente avrebbe potuto prenderla in braccio adesso, se avesse
voluto, e in qualche modo lei gli avrebbe dato ancora lo stesso senso di
sicurezza.
“Va bene Remus,” disse, dopo averlo esaminato, “Insegno a una piccola
selezione di studen le basi della guarigione il martedì sera. Sei il
benvenuto a partecipare, se lo desideri, anche se non c’è una qualifica.”
“Non sapevo che lo facessi!”
Sorrise affe uosamente, rialzandosi e riprendendo il suo lavoro,
“Serve a preparare gli studen che desiderano iniziare la loro
formazione come guaritori una volta che avranno lasciato Hogwarts.
Posso solo presumere che la guarigione non sia stata la tua scelta
professionale quando hai parlato con la professoressa McGrani l’anno
scorso”,
“Oh sì, giusto ...” Si strofinò la nuca, leggermente imbarazzato. Non
aveva mai pensato alla guarigione, sopra u o perché pensava che
probabilmente coinvolgesse molte pozioni, ma anche perché era
abbastanza certo che nessuno avrebbe voluto assumere un lupo
mannaro per prendersi cura di persone vulnerabili.
La Sala Comune era quasi vuota, essendo una bella giornata autunnale
di sole e un fine se mana a Hogsmeade. Remus entrò nella stanza del
dormitorio abbastanza rumorosamente, perme endo alla porta di
sba ere.
James si mise a sedere sul le o, sorpreso,
“Porca troia!”
“Oh scusate!” Remus si fece piccolo, “Pensavo foste a Hogsmeade!”
“Stavamo per andare,” Sirius si girò nel suo le o, sbadigliando, “Ma i
nostri le sembravano così comodi ...”
“Dannazione, non volevo dormire così a lungo.” James si alzò,
s racchiandosi. “Dovevo anche dare a Rosmerta un po’ di soldi per il
whisky della festa di Halloween.”
“Non preoccupar , ho convinto Peter a farlo.” Rispose Sirius,
sdraiandosi sulla schiena, senza dare alcun segno che avesse intenzione
di alzarsi. “È ora di pranzo?”
“Sì,” ghignò Remus, felice di avere i suoi amici per un pomeriggio che si
aspe ava fosse molto noioso e solitario. “Andiamo giù?”
“Fammi prima fare la doccia,” annuì James, trascinandosi assonnato
verso il bagno. “Ugh, e dovrei davvero iniziare quel saggio di Difesa
Contro le Ar Oscure sui patronus - qualcuno di voi l’ha fa o?”

209
“Ho scri o una bozza,” disse Remus, sfogliando la sua pila di compi ,
“Puoi dare un’occhiata se vuoi, ma scomme o che sai come farlo
meglio di me comunque.”
“Non ho avuto tempo per leggere,” gridò James dall’interno del bagno.
Non chiudeva mai la porta e tra ava qualunque posto come uno
spogliatoio di Quidditch, “Con la par ta in arrivo e queste pa uglie dei
Prefe - non che me ne lamen ... i patronus sembrano davvero
fantas ci, vorrei essere il primo a farlo.”
Remus non rispose a questo, ma pensava che James probabilmente
sarebbe stato il primo a lanciare un patronus. Non solo perché era il
migliore dell’anno in DCAO, ma - secondo i libri che Remus aveva le o
fino a quel momento, comunque - sembrava che tu avessi bisogno di
evocare un pensiero felice con un preavviso estremamente breve.
James sembrava il più propenso a essere in grado di farlo. Remus
pensava che probabilmente avrebbe potuto farcela anche lui - ma forse
non molto velocemente. Prese mentalmente nota di rifle erci ancora
prima della lezione pra ca.
“Allora, abbiamo sistemato l’alcol,” disse Sirius - ad alta voce, in modo
che James potesse sen rlo sopra l’acquea che scorreva, “Il cibo è facile -
e sarà comunque subito dopo il banche o, quindi nessuno sarà
affamato tranne Moony.”
“Fo .” Disse Remus, allegramente, sedendosi sul suo le o, cercando
ancora di rare fuori pensieri felici.
“Decorazioni ...” con nuò Sirius sorridendo, “Beh, ho chiesto ad Avni di
Tassorosso di fare qualcosa di crea vo con le zucche, quindi vedremo
come va ... poi tu o ciò di cui abbiamo bisogno è la musica. Te ne
occuperai di nuovo tu, vero Moony?”
Remus alzò le spalle,
“Potrei, ma l’ul ma volta tu hanno messo comunque quello che
volevano.”
Non voleva amme ere di non essere par colarmente impaziente per la
festa di Halloween. Non che non gli piacesse ubriacarsi con il Whisky
Incendiario e guardare James rendersi ridicolo sulla pista da ballo. Ma
non riusciva a scrollarsi di dosso il ricordo dell’ul ma festa nella Sala
Comune di Grifondoro, e di come fosse finita per lui.
“Va bene,” lo rassicurò Sirius, “Accontentali per le prime tracce. Ehm...
qualcosa su cui possono ballare, questa volta?”
Remus sorrise e alzò un sopracciglio,
“Puoi ballare sui Pink Floyd, se impegni abbastanza.”

210
“So che hai degli standard, ma ehm ... Mary ha chiesto se potres
me ere qualche canzone degli ABBA, magari?” Sirius lo chiese con un
lieve sussulto, come se gli causasse dolore fisico.
“Oh, Gesù,” Remus si lasciò cadere sul le o, dramma camente,
ge andosi un braccio sulla faccia, “Risparmiami.”
Sirius rise, il che fece sembrare persino gli ABBA degni di nota.
“Merda! Mary!” Gridò James dal bagno.
Sirius aggro ò la fronte,
“Cosa?” Urlò di rimando.
James uscì di corsa dal bagno, bagnato fradicio e gocciolante sulle assi
del pavimento, un asciugamano intorno alla vita.
“Mary!” Disse ancora; “Avres dovuto portarla una giornata fuori a
Hogsmeade, per rimediare al suo compleanno!”
“Oh, porca troia.” Sirius si schiaffeggiò la testa, infas dito, “Come faccio
a con nuare a dimen carlo?!”
“Non è colpa tua, amico,” disse James afferrando un altro asciugamano
per asciugarsi i capelli, rendendoli ancora più disordina nel processo.
“Sei stato impegnato.”
Remus pensava che questo fosse estremamente caritatevole da parte di
James, e in realtà un po’ una bugia. Sirius era il meno indaffarato dei
Malandrini - non si preoccupava quasi affa o dei compi , non faceva
parte della squadra di Quidditch, non faceva assolutamente niente di
extracurriculare e faceva meno materie anche di Peter. Oltre alle
punizioni e all’impegno dedicato agli scherzi, Mary era l’unica altra vera
preoccupazione di Sirius.
“Ah, beh, mi perdonerà.” Sirius sospirò, “La porterò fuori la prossima
volta e farò qualcosa di pazzesco per il giorno di San Valen no.”
“Mancano mesi,” gli ricordò Remus.
Sirius si strinse nelle spalle. James scosse la testa, me endosi gli
occhiali e frugando nella casse era in cerca di ves ,
“È il tuo funerale, amico,” disse, “perderai quella ragazza se non stai
a ento.”
Il cuore di Remus perse un ba to.

211
Halloween  
Martedì 26 o obre 1976

Salire sull’Hogwarts Express a se embre.


Ascoltare David Bowie
Ascoltare i T-Rex
Natale dai Po er
Vincere una par ta a scacchi
Iniziare un nuovo libro
Finire un libro
La voce di Grant al telefono
Uno scherzo perfe amente eseguito
Ba ere Sirius in Storia
Ba ere Sirius in qualsiasi cosa
Correre nella la foresta con
Padfoot Il sorriso di Sirius
Black Baciare Sirius ...

“Uffa, concentra !” Remus borbo ò rabbiosamente tra sé mentre


camminava per i corridoi verso l’infermiera.
Un gruppo di Serpeverde del primo anno che passava di lì saltò al suo
sfogo, poi corse via, sussurrando.
Oh fantas co, pensò Remus, scomme o che Piton ha già de o loro
tu o di Loony Lupin. Parlare da solo aiuterà davvero...
Stava andando alla sua prima sessione di studio con Madama Chips e gli
studen che si stavano preparando per l’addestramento da guaritore e
u lizzava il tempo libero per elencare tu i suoi ricordi più felici. Solo
un ricordo in par colare con nuava a interromperlo. Se il mio patronus
è un cane nero, si disse, dovrò lasciare Hogwarts per sempre e non
mostrare mai più la mia faccia.
“Ciao Remus! Cosa stai facendo qui?”
Adesso era arrivato in infermeria e aveva trovato Marlene che lo
aspe ava fuori, sorridendogli e stringendo al pe o un grosso libro di
testo.

212
“Ciao”, sorrise di rimando, “sono qui per le lezioni di guarigione.”
“Oh wow! Non avevo idea che volessi essere un guaritore! “ Lei sorrise.
“Ehm ... beh sì, voglio dire sono solo interessato ... e tu?”
“Oh sì, è tu o quello che ho sempre voluto essere!” Disse, con orgoglio.
Remus cercò di non sembrare troppo sorpreso. Sembrava il genere di
cose che avrebbe dovuto sapere sui suoi amici, ma del resto Marlene
era sempre stata un po’ più riservata di Lily o Mary.
Segretamente, Remus aveva sempre provato una predilezione speciale
per Marlene. Era tranquilla e mida, come lui, meno irritabile di Mary e
meno prepotente di Lily. Si ricordò una volta, in un momento di
confusione all’età di tredici anni, di aver deciso di farsela piacere.
Questo lo imbarazzava ora, ma aveva la sensazione che se glielo avesse
de o, lei ne avrebbe visto l’umorismo. In realtà, ora che ci pensava,
Marlene aveva la bontà intrinseca e l’a eggiamento ragionevole che
probabilmente si addicevano a un guaritore.
Oltre a questo, durante la lezione di Madama Chips Marlene era
chiaramente la studentessa migliore. Sembrava conoscere già la metà
degli incantesimi e l’infermeria le disse con approvazione che aveva un
dono naturale. Marlene arrossì d’orgoglio per questo, e Remus realizzò
che era la prima volta che l’aveva vista così sicura di sé. Prima gli era
sempre sembrata insicura.
“Acciden , dovrei iniziare a prendere lezioni da te!” Disse, mentre
lasciavano l’infermeria più tardi quella sera.
“Oh, stai zi o”, sorrise, midamente, “Mi darai del filo da torcere una
volta che avrai avuto la possibilità di recuperare.”
“Ne dubito,” la spinse. “Non vuoi essere una ba trice professionista,
allora?”
“Ah, no grazie!” Rise. “Dovres vedere in che stato si trova mio fratello,
ed è un professionista solo da pochi anni. Non mi dispiacerebbe essere
la guaritrice dei Cannons, però. O qualunque sia la squadra in cui Po er
verrà preso, così posso ancora vedervi tu dopo la fine della scuola.”
“Ci vedremo comunque!” Remus disse; “Non puoi sbarazzar di noi così
facilmente.”
“Sei un tesoro, Remus,” gli diede una gomitata. “Ehi, non vedo l’ora che
arrivi questa festa - le voci sono vere?!”
“Ehm ...”

213
Halloween nel 1976 cadeva di domenica e, a causa della natura della
serata, gli studen di Hogwarts avevano il lunedì libero. Questo, nella
mente di Sirius, non avrebbe potuto essere più perfe o.
Le feste dei Malandrini erano diventate leggendarie e ci furono voci in
tu o il castello che speculavano su cosa avessero in serbo esa amente i
qua ro ragazzi. Si parlò di abbondan quan tà di alcol, potenziali
fuochi d’ar ficio - Remus sen un Tassorosso che giurò di aver sen to
che ci sarebbe stata una vera band, strumen e tu o il resto.
“Cosa pensano?” Rise James, “Che li s a nascondendo so o il mio
le o? ... ehm ... potrebbero avere ragione sui fuochi d’ar ficio, però ...”
“James!” Remus geme e, “Sei un Prefe o!”
“Esa amente”, sorrise, gonfiando il pe o, “e ho l’autorità di approvare
qualsiasi celebrazione che ritengo opportuna.”
Remus aveva midamente punzecchiato Lily con questa affermazione -
non volendo me ere nei guai James, ma ugualmente non volendo
vederla umiliata.
“Sen Remus, dopo sei anni sto imparando a lasciar perdere per quanto
vi riguarda,” disse, senza alzare lo sguardo dai suoi grafici di Aritmanzia,
“Se Po er e Black vogliono fare una festa, troveranno un modo - ho
solo intenzione di rispolverare gli incantesimi di silenziamento e
assicurarmi che nessuno si faccia male. Inoltre,” - e alzò lo sguardo, ora
- “Penso che tu abbiano bisogno di un po’ di diver mento. Per la
guerra, sai ...”
Quindi era così, allora. Se Lily Evans era d’accordo con una festa, Remus
supponeva che avrebbe dovuto esserlo anche lui. Inoltre, era in parte
anche per festeggiare il compleanno di Sirius, che cadeva il mercoledì
successivo. E dovevi essere capace di crudeltà sovrumane per privare
Sirius Black dei festeggiamen del suo compleanno.
Questo era un punto dolente con Mary, che era stata dimen cata circa
due volte e stava rapidamente perdendo la pazienza con il suo fidanzato
volubile e facilmente distra o. Il problema era che lei sembrava
pensare che Remus fosse la persona migliore con cui sfogarsi.
“Non sono un idiota,” sospirò, pochi giorni dopo aver perdonato Sirius
per il suo ul mo sdegno (non prima di aver incantato tu i calici sul
tavolo da pranzo di Grifondoro facendogli lanciare improvvisamente il
loro contenuto in faccia), “Sapevo com’era come prima che iniziassimo
a uscire, e mia zia dice sempre ‘non puoi cambiare un uomo’ ...”
“Mmh.” Remus rispose, sperando che questo suonasse premuroso e di
supporto. Evidentemente lo sembrò, perché con nuò a parlare,

214
“E, sai, mi piace il fa o che non segua le regole e non gli importa cosa
pensano gli altri. Vorrei solo che gli importasse quello che penso io...”
“Sono sicuro che gli importa.” Mormorò Remus.
“Non lo dimostra, però ... e, in realtà, non è l’unico bel ragazzo a
Hogwarts.” Lo disse con un’espressione ironica sul viso, mentre un alto
Corvonero del se mo anno passava davan a loro. Roman Rotherhide -
Remus aveva sen to molte ragazze bisbigliare su di lui. Aveva capelli
biondi ricci lunghi quanto quelli di Sirius e occhi castano scuro.
Mary si leccò le labbra, i suoi occhi seguirono il ragazzo più grande
mentre usciva dalla biblioteca. Remus chiuse il libro di colpo,
“Andiamo?”

Domenica 31 o obre 1976


Il pomeriggio della festa, Remus era sdraiato sul le o con le tende
rate, ad ascoltare Diamond Dogs per la centesima volta, cercando di
evitare tu e le sciocchezze che succedevano al piano di so o. Le
ragazze sembravano aver unito le forze e trasformato la Sala Comune di
Grifondoro, solitamente comoda, leggermente logora, in un incrocio tra
una svendita e il bancone dei cosme ci Boots. Poteva pra camente
sen re il profumo dal suo le o, e gli faceva prudere il naso.
Si stavano ‘preparando’, gli avevano de o Mary e Marlene, anche se
Remus non riusciva a vedere cosa significasse esa amente - tranne che
sembrava coinvolgesse un sacco di specchi, un sacco di risa ne e una
quan tà empia di lacca per capelli.
James stava testando dei nuovi ba tori per la squadra di Quidditch, e
Remus pensava che Sirius fosse con lui. Peter stava aiutando Dezzie a
‘scegliere un ves to’ per la festa (anche se Remus sospe ava che fosse
solo una scusa; uno sguardo alla Mappa del Malandrino gli disse che
Peter Minus e Desdemona Lewis erano soli nel bagno dei Prefe ).
Solo ed esiliato dalla Sala Comune, Remus aveva considerato la
biblioteca - ma Christopher era lì, e sembrava che fosse seduto vicino
all’ingresso (un errore da principiante - c’è una luce di gran lunga
migliore infondo vicino alle finestre), il che significava che Remus lo
avrebbe dovuto salutare, e
Christopher avrebbe risposto con freddezza, scrollando le spalle, e alla
fine Remus avrebbe dovuto sistemare tu o, ma proprio ora non era del
malede o umore, okay?!

215
Commiserandosi, si distese sul le o e sollevò la bacche a, facendo
levitare pigramente il disco fuori dalla coper na e sopra l’ago. Aveva
rato giù il giradischi dal suo solito punto sullo scaffale di Sirius e l’aveva
appoggiato all’estremità del le o, sperando che con le tende del le o
rate potesse suonare abbastanza forte da soffocare le chiacchiere
acute che salivano le scale.

‘In the year of the scavenger, the season of the bitch


Sashay on the boardwalk, scurry to the ditch
Just another future song for lonely
li le kids...’
“Oh, ciao.” Sirius infilò la testa a raverso le tende.
Remus si mise a sedere.
“Ciao”, rispose, a disagio, leggermente imbarazzato, come se fosse stato
sorpreso a fare qualcosa che non avrebbe dovuto, “Volevi il tuo
giradischi?” “Nah,” Sirius agitò una mano. Aprì ulteriormente le tende,
e con grande orrore di Remus, vi si arrampicò dentro, strisciando sul
le o. Si sistemò sulla schiena accanto a Remus e ascoltò il disco con lui.
Rimasero a lungo in silenzio, fissando entrambi il baldacchino rosso
sopra di loro. Remus con nuava a ripetersi che Sirius si stava
comportando perfe amente normalmente. Oziava tu o il tempo sul
le o di James; non significava niente.
Alla fine, con suo grande sollievo, Sirius parlò.
“Ho ro o con Mary.”
Ah. Quindi era così. Remus inarcò le sopracciglia,
“Veramente? Mi dispiace, amico.”
Sen Sirius scrollare le spalle accanto a lui,
“Nah, va bene. Non è che fossi innamorato di lei o
altro.” “Ci sono mol altri pesci nel mare.” “Sì,” Sirius
ridacchiò.
Entrambi tacquero di nuovo. La voce so le e tagliente di Bowie
n nnava tra di loro. La prima canzone finì e iniziò la fragorosa ondata
di Sweet Thing.
“Adoro questa canzone.” Commentò Sirius.
Remus mormorò in accordo.

‘If you want it, boys, get it here thing,

216
Cuz hope, boys, is a cheap thing, cheap thing’

“L’abbiamo fa o.” Disse Sirius, all’improvviso. “Io e Mary.”


“L’avete fa o ... oh. Quando?”
“Durante l’estate. Una o due volte da quando siamo torna a
Hogwarts.”
“Giusto. È ... voglio dire, non è per questo che ha mollato?”
“No!” Sirius lo guardò accigliato, “Grazie per il voto di fiducia, ma non
credo di essere stato così terribile. Ci siamo solo lascia , ecco tu o.”
“... Come è stato?”
“Lasciarsi?”
“No! ... Come è stato?!”
Sirius sorrise enigma camente,
“Oh sì ... è stato bello. Grande. Non come immaginavo, ma ... sì, bello.”
“Bene ... bene, allora.”
“È davvero meravigliosa. Mary.”
“Sì, lo è.”

‘Then let it be; it’s all I ever wanted


It’s a street with a deal, and a taste
It’s got claws, it’s got me, it’s got you...’

“Ricordi quando eravamo bambini ed eravamo convin che Bowie fosse


un mago?” Disse Sirius.
Remus sorrise affe uosamente al ricordo,
“Sì, penso di credere ancora che lo sia.”
“Un giorno, quando vivremo tu a Londra, andremo a trovarlo, e poi
potremo chiederglielo.”
Remus scoppiò a ridere.
“Cosa?!” Sirius gli sorrise di rimando.
“Non puoi semplicemente incontrare qualcuno come Bowie!”
“Non vedo perché no. Potremmo andare a uno dei suoi concer o
scoprire dove vive. Abbi un po’ di immaginazione, Lupin; una volta
raggiunta la maggiore età, possiamo fare qualsiasi cosa. “
Rebel Rebel iniziò dopo. Ormai era pra camente la canzone di Sirius.
“Qualsiasi cosa.” Remus sorrise. “Pensi già di poter fare qualsiasi cosa.”

217
“Mi stai chiamando arrogante?” Sirius strinse gli occhi, me endosi a
sedere.
Stava sorridendo. Remus sorrise in risposta,
“Lo stai negando?” Rispose; “Il tuo ego è così grande che ha la sua
orbita”.
“Ca vo!”
“Il tuo ego è così grande,” con nuò Remus, sornione, “Che quando lo
hai fa o con Mary probabilmente hai chiuso gli occhi e sei
immaginato!” “Mi ferisci, Lupin!” Sirius prese un cuscino e iniziò a
picchiarlo. Remus gli diede una ginocchiata sullo s nco, rotolando per
cercare di fermare l’assalto di Sirius, ma Sirius fu più veloce. Ridendo, si
arrampicò su Remus, costringendolo a scendere, tenendogli i polsi
sopra la testa. “Ah!” Applaudì, trionfante. “Chiedi scusa!”
“No.” Remus inarcò un sopracciglio e lo ò per liberarsi.
Sirius era a cavalcioni su di lui ora, e fece forza contro i movimen di
Remus, spingendo verso il basso.
“Non puoi scappare!” Sirius disse; “Ti ho preso, Moony!”
I loro occhi si incontrarono e tu o cambiò. Remus divenne acutamente
consapevole della mancanza di spazio tra di loro, ogni forma e angolo
del corpo di Sirius stava toccando il suo. Si alzò di sca o,
deliberatamente, e Sirius lo spinse indietro.
“Sirius,” sussurrò Remus, esitante, sentendo il tremolio nella sua stessa
voce.
“Che s amo facendo?”
“Sh,” Sirius scosse la testa. “Shh,” disse ancora Sirius, piegandosi in
avan ora, lasciando andare i polsi di Remus, “Solo... solo...” La sua
faccia era sepolta nel cuscino accanto a loro, Remus poteva sen re il
suo respiro accelerare sopra il ritornello di apertura di Rock ‘ n ‘Roll with
Me.

‘You always were the one who knew...’

“Okay,” sussurrò Remus. Facciamolo.


Se questo era ciò che Sirius voleva, Remus non avrebbe fa o altre
domande - non pensava di avere abbastanza sangue nel cervello per
formulare un pensiero, comunque; era sofferente, affa cato dal
desiderio, e Sirius stava premendo su di lui, colpendo proprio le par di
Remus in cui teneva più pressione. Infilò la mano tra di loro,

218
armeggiando con i bo oni dei loro jeans. Sirius si irrigidì leggermente,
ma lo permise, lasciando che Remus facesse tu o. Lasciando che
Remus lo toccasse.
Fu momentaneamente mido riguardo al suo corpo - come doveva
sembrare ossuto il suo corpo; quanto goffe le sue mani. Ma presto non
ci fu più spazio per la midezza, Sirius con nuò a muoversi, e Remus
era perso, completamente perso nella strana familiarità di un’altra
persona, e nel meraviglioso odore dei capelli di Sirius.
Finì quasi con la stessa rapidità con cui era cominciato. Tu o quello che
servì fu il giusto angolo contro il fianco di Sirius e Remus sussultò,
contorcendosi, vedendo le stelle, e un secondo dopo Sirius lanciò un
grido soffocato nelle lenzuola.
Nei momen di quiete che seguirono, giacevano senza fiato e tesi. Poi
Sirius si rialzò, e scese, rotolando sulla schiena. Non dissero nulla
mentre si allacciavano i pantaloni e si aggiustavano i ves . Remus si
rifiutò di essere il primo a parlare.
“Mi sono lasciato prendere la mano.” Disse Sirius schiarendosi la gola.
Remus sba é le palpebre.
“Giusto ...” Deglu , asciu o. “Scusa.”
“Che cosa? No va bene.”
Sirius sembrava goffo - Remus non l’aveva mai visto così prima.
“Vado a fare una doccia. Non manca molto prima della festa.”
“Giusto.” Remus annuì di nuovo, guardando Sirius uscire con cautela dal
le o e tornare indietro a raverso le tende. Si fermò e si voltò
rapidamente,
sembrando leggermente in preda al panico,
“Non lo dirai a nessuno?”
Remus sbuffò e scosse la testa.
“Certo che no.”
Sirius annuì e chiuse la porta dietro di sé.
Remus si lasciò cadere di nuovo sul le o, la sua mente si stava ancora
riprendendo. Se non fosse stato così confuso, sarebbe stato furioso.

219
Feste e pustole  
He’s in love with rock’n’roll, woah
He’s in love with ge n’ stoned, woah
He’s in love with Janie Jones, woah
He don’t like his boring job, no
And he knows what he like to do
He knows he’s gonna have fun
with you You lucky lady!

Domenica 31 o obre 1976


Il banche o di Halloween di Hogwarts del 1976 fu così terribile che il
primo ordine del giorno di Remus subito dopo fu di ubriacarsi il più
umanamente possibile.
Ovviamente dall’esterno non c’era assolutamente niente di terribile. Il
cibo era delizioso, come al solito: un glorioso arrosto di maiale dorato
con crumble di mele ricoperto di crema pas ccera gialla per budino.
Fu semplicemente terribile per Remus. Sirius non fu scortese o freddo -
non cercò nemmeno di evitare Remus. Fu proprio la sua terribile
dedizione alla normalità a renderlo così orribile. Sorrise. Rise. Scherzò.
Chiamò Remus ‘Moony’ senza traccia di vergogna. Remus non aveva
altra scelta che seguire il suo esempio - dopo tu o, aveva promesso di
non dirlo.
Intendiamoci, non aveva la più pallida idea di come dire a qualcuno una
cosa del genere.
“Oi, James, Sirius è mai entrato a le o con te e poi siete fini per
toccarvi un po’?”
Oh Dio, e se l’avesse fa o?! C’era anche Lily, ovviamente, la persona più
comprensiva che Remus conosceva dopo James - anche se il pensiero di
parlare con una ragazza di quel genere di cose era mor ficante. Mary
era la persona con più esperienza sessuale che Remus conosceva - e lui
assolutamente, al cento per cento, non poteva parlarle di Sirius.
Non che fosse stata sconvolta. Quando la festa entrò a pieno regime
(Remus bevve tre bicchieri di whisky non appena se ne presentò
l’opportunità), Mary scese dal dormitorio delle ragazze ves ta con un

220
ves to rosso molto aderente, che fece fissare anche Remus per alcuni
secondi. Roman Rotherhide di Corvonero fu il primo a offrirle da bere, e
i due trascorsero il resto della serata completamente assorbi l’uno
dall’altra, in un modo o nell’altro.
Remus si intrufolò vicino al giradischi per un po’, me endo
deliberatamente i dischi più abrasivi e meno ballabili che potesse
trovare. We Will Fall degli Stooges, segui rapidamente da Sorella Ray,
poi, per buona misura, dal Capitano Bee eart. Alla fine fu sopraffa o
da un gruppo di ragazze del quarto anno, che si allearono contro di lui
stringendo gli LP di David Cassidy e Bay City Rollers. Successivamente, si
dedicò alla ciotola del punch.
Sirius si stava divertendo, ovviamente. Lui e James erano padroni di
casa socievoli, come sempre, andava su e giù come i buoni eredi
purosangue che erano. La Sala Comune con nuava a riempirsi mentre
gli studen arrivavano da tu o il castello, e faceva così caldo che Remus
finì per prendere una bo glia di Witches Brew che aveva riempito di
whisky e sedersi da solo vicino alla finestra aperta a fumare.
Marlene si era avvicinata ad un certo punto, per vedere se stava bene, e
per chiedere se Sirius vedesse qualcun altro, ora che lui e Mary avevano
chiuso. Remus si accigliò allo sguardo speranzoso nei suoi occhi e le
disse che non gliene fregava un cazzo. Lei aggro ò la fronte, ma lo
lasciò solo dopo.
Verso le nove le cose si fecero davvero confuse. L’ul ma cosa che
ricordava era la perfe a performance di Peter e Desdemona di Paradise
by the Dashboard Light (confida che a Peter piace Meatloaf, tra tu a la
musica babbana del mondo). Remus ricordava vagamente di aver
sorriso stupidamente mentre i due si lanciavano l’un l’altro per la
stanza, rossi e suda ma divertendosi come non mai, cantando il due o
a squarciagola.

You go a do what you can


And let mother nature do the rest
Ain’t no doubt about it
We were doubly blessed
‘Cause we were barely
seventeen And we were
barely dressed...

221
La cosa successiva che Remus seppe, era nel bagno del dormitorio,
piegato sul water, vomitando le budella. Doveva essere arrivato un po’
tardi, perché la camicia e i pantaloni erano bagna e puzzolen . La
stanza turbinò e barcollò, e lui si sdraiò sulle placche piastrelle fredde,
mentre le barre di chiusura di Rebel Rebel salivano le scale.
“Oi, Moony! Sveglia, amico”, la voce di James rimbombò nella sua testa
pulsante poche ore dopo.
“Gnuuughh.”
“Porca troia,” sospirò James, “Scourgify! Dai, alza , è il turno di Padfoot
di vomitare ...”
Remus sba é le palpebre alla luce intensa, e cercò di alzarsi in piedi. Il
loro bagno era piccolo, c’era solo spazio per lavabo, wc e vasca da
bagno. Non c’era davvero spazio per tre allampana ragazzi di sedici
anni, due dei quali erano così ubriachi da riuscire a malapena a stare in
piedi. Remus indietreggiò nel lavandino mentre Sirius si ge ava sulla
tazza del water, vomitando rumorosamente. Per fortuna i suoi capelli
erano lega all’indietro.
Remus sba é di nuovo le palpebre, fissandolo stupito per un po’, prima
che
James lo rasse su per il gomito,
“Dai Moony, mio vecchio amico, è ora di andare a le o, eh?”
“Mmh.” Borbo ò, sentendosi infan le e impotente.
Lasciò che James lo guidasse fuori dal bagno e verso il suo le o. Ugh. Le
lenzuola erano ancora sgualcite e il giradischi di Sirius era ancora
precariamente appollaiato ai piedi. James lo spostò mentre Remus si
arrampicava so o le coperte, ancora in jeans e calzini.
“P , e dovres essere quello responsabile,” sbuffò James,
scherzosamente, mentre rava le tende del le o.
“No e no e, Moony.”
“Jaaaaames ...” Sirius piagnucolò dal bagno. James fece un balzo, e
Remus chiuse gli occhi.
La sbornia del giorno dopo fu così orrenda che Remus pensò che
probabilmente non avrebbe mai più bevuto.

Mercoledì 10 novembre 1976

222
Nella se mana che seguì, Remus era nervoso ogni volta che Sirius era
nei paraggi. Non erano mai soli insieme - ed era difficile dire se questo
fosse stato proge ato da Sirius o se fosse solo una conseguenza
dell’essere in un collegio. Certamente, Remus non fece alcuno sforzo
per beccarlo da solo - chi sapeva cosa sarebbe potuto succedere?!
C’erano molte spiegazioni, di questo era certo. Doveva solo pensarci.
Forse Sirius era pronto - erano entrambi adolescen , dopotu o. Remus
era stato prontamente disponibile e non aveva opposto alcuna
resistenza. Forse questo era il genere di cose che facevano i ragazzi
ricchi in collegio. Trovare un po’ di pelle contro cui strofinarsi. Poteva
anche essere il lato canino di Sirius che usciva.
La parte peggiore era che a Remus non importava quale fosse stata la
ragione. Voleva solo che accadesse di nuovo. Per quanto colpevole
come sapeva che avrebbe dovuto sen rsi, passava ogni no e sdraiato
nel suo le o desiderando che Sirius arrivasse di soppia o. O che lui,
Remus, avesse il coraggio di alzarsi e andare da Sirius in persona. Ma il
coraggio non è mai arrivato, e dopo una se mana (che comprendeva il
compleanno di Sirius, un weekend a Hogsmeade, la no e dei falò e la
luna piena) Remus dove e semplicemente provare a rinunciare.
Come al solito quando si trovava di fronte a una crisi, Remus aveva
composto una lista fidata per aiutare a bilanciare i suoi pensieri. Questa
era in tolata: Mo vi per dimen care la situazione di Sirius.
1. Sirius voleva chiaramente fingere che non fosse mai successo.
Un buon amico dovrebbe rispe are i suoi desideri.
2. Remus voleva essere un buon amico, perché, dopo tu o,
perdere un amico era potenzialmente molto peggio che non toccare
mai più Sirius. Non è vero?
3. Sirius non faceva mistero della sua profonda e costante
a razione per le ragazze. Tu e le ragazze. Ogni ragazza.

Quest’ul mo punto era il più saliente. Un fa ore che aveva contribuito


alla caduta disordinata di Remus alla festa di Halloween erano sta i
tenta vi os na di Sirius di flirtare con ogni ragazza nella stanza sopra i
quindici anni. Tenta vi estremamente riusci . Quando arrivò il fine
se mana successivo, era risaputo che Sirius stava vedendo
casualmente Avni Chaudry, la Tassorosso che aveva incantato le zucche
per farle brillare nell’oscurità. Questa era una situazione familiare,
ormai, e Remus era almeno contento di non essere più un Prefe o, e
non di non correre il rischio di imba ersi in Sirius e Avni che si

223
sbaciucchiavano nella torre di astronomia. Tu avia, iniziò a evitare le
serre.
La vita arrancava. Il gruppo di studio di Remus si riorganizzò
lentamente, avvicinandosi uno ad uno nella Sala Comune, o in
biblioteca, per chiedere cortesemente se il posto accanto a lui fosse
stato occupato, e poi - una volta confermata la sua disponibilità -
sistemandosi e chiedendo se gli dispiacesse solo controllare qualcosa
per loro, o dare la sua opinione su un punto o su un altro. A Remus non
importava. Era una buona distrazione, e almeno molto più salutare che
sballarsi. Christopher non si era unito a lui, ma Remus supponeva che
potesse essere impegnato con i suoi GUFO
La terza luna piena dell’anno andò bene come le due preceden : James
giurò di aver visto un unicorno, davvero, questa volta. E le lezioni con
Madama Chips divennero una delizia inaspe ata, al punto che Remus
ora era competente nel curare piccole abrasioni e lividi. Niente più
disinfe ante per lui.
Quindi davvero, si disse ripetutamente, lui, Remus John Lupin, non
aveva nessuna ragione di essere infelice. Tu o era come doveva essere
- anche James e Lily andavano d’accordo senza che fossero lanciate
maledizioni o altro. Il vuoto era solo dentro di lui: la sua vita all’esterno
era più piena che mai.
Alla luce di tu o ciò, fu piu osto sorpreso di ricevere una le era in un
tranquillo pomeriggio in biblioteca. In realtà, ‘ricevuto una le era’
potrebbe essere un’esagerazione. Un aeroplano di carta lo aveva
pugnalato alla nuca, mentre cercava di concentrarsi sulla conversione di
un’equazione aritme ca agrippana nella forma caldeo. Sibilò di dolore e
l’afferrò, guardandosi intorno. Era solo, ma sapeva esa amente di chi
era la colpa. Gli incantesimi di locomozione di James erano leggendari.
Lo aprì, lo spianò e iniziò a leggere.
Riunione dei Malandrini! Siamo rimas dormien troppo a lungo.
Stasera. Mezzano e. Arazzo da giardino. Scherzo.
Non poté fare a meno di sorridere. Non facevano uno scherzo vero e
proprio da secoli.

Giovedì 11 novembre 1976 - 12.00PM


“Chi è quello?”
“Sono io.”

224
“Oh, ciao Moony, hai trovato il mantello allora. Sirius è con te?”
“Pensavo fosse con te!”
“Nah, avevo pa uglia.”
“Wormtail?”
“È qui, sulla mia spalla. Altrimen non ci entravamo. “
“Voi due state facendo un sacco di rumore.”
“Padfoot!”
“Prongs.”
“Come sei arrivato qui senza il mantello?”
“Ho camminato, idiota.”
“Sei fortunato che Gazza non abbia visto.”
“Sono nato fortunato.”
L’ ‘arazzo da giardino’ era al piano terra, a pochi metri dall’ingresso
delle segrete. Da questo, Remus aveva supposto che lo scherzo sarebbe
stato rivolto a Serpeverde. Non aveva torto. James aveva con sé una
scatola di legno molto grande, che spingeva insieme al suo incantesimo
di locomozione breve ato.
“Alcuni bubotubers si sono incrocia accidentalmente con alcuni funghi
palla”, sussurrò, mentre strisciavano giù per le scale verso i so erranei.
“La professoressa Sprite mi ha chiesto di bu arli nel mucchio del
compost, ma ho pensato che sarebbe stato uno spreco ...”
“Dove li me eremo?” Sirius sussurrò di rimando, eccitato.
“Beh, non so la password Serpeverde di quest’anno - voi?”
Scossero tu la testa, tranne Peter, che - ancora appollaiato sulla spalla
di James - emise uno squi o dal suono nega vo. James sospirò,
leggermente deluso,
“Allora ho pensato che probabilmente avremmo potuto lasciarli sparsi
un po’ in giro - sono quasi pron per esplodere, credo ...”
Una volta raggiun gli squallidi livelli inferiori del castello, simili a
caverne, Peter si trasformò di nuovo in sé stesso e James posò la sua
cassa. Sollevò il coperchio per presentare una taglia di almeno cento
funghi grandi, giallastri, che pulsavano delicatamente.
“Che schifo.” Peter disse.
“Già,” ghignò James, sollevandone uno con cautela dalla scatola. Aveva
all’incirca le dimensioni di una pallina da tennis, “Non schiacciatele,
sono piene di pus e pronte a esplodere.”
“Sarà fantas co.” Sirius ghignò, allungando una mano e afferrandone
due.

225
In modo rapido ed efficiente iniziarono a sistemare gli strani funghi
brufolosi - sopra le porte, so o i tappe e all’interno delle armature. Gli
ibridi palloncini-bubotuber pulsavano in modo spiacevole nelle loro
mani, e Remus pensava che James avesse ragione; erano pron a
esplodere da un momento all’altro, lasciando i so erranei ricoper di
pus giallo maleodorante.
Avevano forse finito metà la scatola, quando le orecchie di Remus si
drizzarono - aveva la strana sensazione di essere osservato. Voltandosi,
individuò i luminosi occhi gialli di Mrs Purr, che sbirciavano dietro
l’angolo con quello sguardo compiaciuto e dispe oso sul viso
schiacciato.
“Merda”, sussurrò, “Presto, guardate!”
“Oh cazzo!” James disse; “Voi tre prendete il mantello e nascondetev--”
“Chi è là?” La voce di Gazza abbaiò.
“Presto!” James sibilò e iniziò a correre nella direzione opposta.
Peter, Sirius e Remus si guardarono l’un l’altro, prima di decidere
telepa camente di infilarsi nella porta aperta più vicina - che era
proprio il bagno delle ragazze.
“Quel fo uto ga o ce l’ha con me”, mormorò Sirius, “Da quando sono
diventato un Animagus.”
“Non dirlo a me!” Peter rispose s zzito, torcendosi le mani.
Remus aveva trascinato la scatola dei funghi dietro di loro, e stava
cercando disperatamente un posto dove nasconderla.
“Spingila davan alla porta!” Disse Sirius.
“Non credo che ...”
“Locomoto!”
“No!”
Sirius non era bravo in questo incantesimo come James. Ci aveva
sempre messo un po’ troppa forza. Tu o ciò che Remus poté fare fu
abbassarsi e coprirsi la testa, mentre la cassa di delica palloncini di
bubotuber sba eva rumorosamente contro la porta del bagno, facendo
esplodere fino all’ul ma pustola con un disgustoso suono.
Peter scomparve completamente, rimpicciolendosi fino alle dimensioni
di un topo all’ul mo momento, e precipitandosi lungo il canale di scolo
più vicino in cerca di rifugio. Sirius, sempre fiducioso nelle sue capacità,
rimase semplicemente lì a guardare stupido mentre litri e litri di pus gli
esplodevano in faccia, rivestendo l’intero bagno nel processo. A volte
era molto facile non idolatrare Sirius Black.

226
Limiti  
I can’t help from crying
Oh no, boy, you ain’t done nothing wrong
You just make me feel so good it hurts me
Cuz I’ve been without you so long
And now I got a good kinda hurt
I got a good kinda hurt
Oh boy, you make me, you really make me come alive

Venerid 12 novembre 1976


Vennero becca - ovviamente - solo Sirius e Remus. Il pensiero rapido di
Peter lo aveva salvato, e James era corso abbastanza veloce in tempo.
Voleva dire alla McGrani che l’intera cosa era stata una sua idea, ma
Sirius non glielo permise.
Il loro capo di casa diede loro uno dei peggiori discorse che avessero
avuto da anni - reso ancora peggiore dal fa o che indossava la sua
camicia da no e scozzese, il che non era affa o divertente, ma
estremamente terrificante. Rimasero nel suo ufficio, a testa bassa,
gocciolando pus finché non li congedò a le o. Ven pun casa persi e
punizione fino a Natale. Ah bene. “Entrambi avete un’ora libera prima
di pranzo domani,” disse, come una sbavatura d’addio, “Mi aspe o che
entrambi andiate a fare rapporto ai so erranei per ripulire il vostro
casino. Senza magia.”
Sirius era furioso, e dopo essersi lavato andò a le o senza dire una
parola.
Pete si sede e in fondo al le o, pallido e preoccupato.
“Sono davvero dispiaciuto!” Sussurrò a Remus, disperatamente, “Sono
andato nel panico, a volte perdo il controllo quando ho paura ...”
“Va tu o bene,” rispose Remus, stancamente, “È solo una punizione.”
“Comunque,” disse James dal le o, “Non hanno trovato nessuno dei
palloncini che abbiamo nascosto, ancora ...”
James aveva perfe amente ragione, e in un sublime scherzo del
des no, i bubotuber-pu alls esplosero presto la ma na dopo, proprio
mentre la maggior parte degli studen Serpeverde stavano andando dai

227
so erranei alla Sala Grande per colazione. Quindi almeno la serata non
era stata una completa perdita di tempo.
“Siete sta voi due?!” Lily fissò Remus, stupita, quando le disse perché
non poteva incontrarla in biblioteca prima di pranzo, “Non Black e
Po er, Black e te?!”
“Non essere così sorpresa”, si accigliò, “sono capace di essere un idiota
tanto quanto lo è chiunque altro.”
“No, ma pensavo che tu e Sirius foste ai ferri cor .”
“Perché lo pensi?!”
“Oh, qualcosa ha de o Mary, suppongo ...”
“Cosa ha de o Mary?” Remus sen una vampata di calore a raversargli
il collo - Sirius aveva de o qualcosa a Mary? Qualche stupido lapsus
mentre si stavano divertendo insieme?
“Non lo so,” Lily sembrò leggermente sorpresa, “Chiedilo a lei, non
riesco davvero a ricordare, ho solo pensato che avesse de o qualcosa
sul fa o che voi due non parlate. Comunque, se potessi, per favore,
provare a non distruggere altri bagni quest’anno? Grifondoro ha già i
pun della casa più bassi e non è nemmeno Natale.”
Gli a acchi a sorpresa nel corridoio avevano fa o perdere altri ven
pun casa da Grifondoro, e una no e in più di detenzione per Remus e
Sirius. James si sen va terribilmente colpevole, ma il senso di cavalleria
e onore di Sirius si intromise, e non gli permise di confessare.
Ovviamente, fu una storia molto diversa più tardi quel giorno, quando
lui e Remus erano fuori dal bagno isolato, aspe ando che Gazza
arrivasse con secchi e spazzoloni.
“Malede o Wormtail, è tu a colpa sua.”
“No, non lo è.” Remus sbadigliò, appoggiandosi al muro. Non aveva
dormito abbastanza.
“Il piccolo idiota è scappato via come il parassita che è!”
“Ehi, sii gen le,” Remus si accigliò, “L’ha fa o solo perché qualcuno si è
emozionato e ha fa o esplodere tu quei funghi.”
“Stavo pensando su due piedi.” Sirius alzò il mento, con aria di sfida.
“Non stavi pensando affa o.”
“Beh, tu non stavi facendo niente!”
“Stavo cercando di nasconderli! Se avessimo nascosto la scatola e ci
fossimo messi so o il mantello, nessuno si sarebbe messo nei guai!”
“Beh, allora non l’hai de o!” Sirius sca ò.
“Non mi ne hai dato una possibilità!”

228
“Comunque non doveva scappare.” Sirius incrociò le braccia,
appoggiandosi al muro opposto.
Stanco e scontroso, Remus sputò indietro,
“Anche James è scappato. E non mi pare tu lo s a insultando tanto.”
Sirius gli lanciò un’occhiataccia, furiosamente. Come osava qualcuno
parlare contro James Po er in presenza di Sirius Black. Remus alzò gli
occhi al cielo e fissò il soffi o finché non arrivò Gazza.
Argus Gazza era uno degli adul più spiacevoli che Remus avesse mai
incontrato. Alla Dire rice sarebbe piaciuto. Gazza era un uomo amaro,
dispe oso e viscido dalla parte sbagliata della mezza età, Gazza era un
custode e un fur vo, che sembrava odiare gli studen più di chiunque
altro. Questo non divenne mai più evidente di quando gli fu permesso
di amministrare le punizioni.
Lasciò cadere due grandi secchi di legno ai loro piedi con un sorriso
malizioso sul viso e aprì la porta. Durante la no e, il pus sembrava
essersi asciugato e aver lasciato una spessa crosta giallastra sulla
maggior parte delle superfici che aveva colpito. Remus arricciò il naso.
Gazza passò loro sia spazzoloni che spazzole.
“Tornerò per controllare tra due ore.” Disse; “Dovreste aver finito per
allora. Niente bacche e e niente affari strani.” Sogghignò mentre li
lasciava. Remus guardò Sirius, che ovviamente era ancora seccato con
lui. Raddrizzò la schiena,
“Inizierò da lì”, indicò in fondo al bagno, “Tu vai là”. Fece un cenno
all’estremità opposta.
“Bene.” Remus alzò le spalle, sollevando il secchio e riempiendolo nel
lavandino. Sì, in realtà, era perfe o. Sarebbero resta ognuno dalla loro
parte e l’avrebbero finita con questa stupida cosa.
Sirius ancora non gli parlava, e voltò le spalle, lavorando in silenzio.
Remus lo seguì. Si può giocare in due a questo gioco. Sirius lo stava
rendendo molto più semplice.
Remus non l’avrebbe mai ammesso, ma non gli dispiaceva pulire, e in
realtà lo trovava abbastanza soddisfacente. Per quanto disgustoso
sembrasse il pus, veniva via facilmente dalla piastrella bianca con un po’
di acqua e sapone, quindi il lavoro non era troppo fa coso fisicamente,
fino a quando non si tra ò di pulire le pare . Questo fu più difficile solo
a causa di tu e le tensioni e gli s ramen , che lo stancavano e gli
facevano dolere le spalle. Inoltre, il bubotuber pus non era in realtà
pus, secondo il libro di testo di Erbologia che Remus aveva consultato in
fre a prima di presentarsi per pulirlo - in quanto non era sporco o
tossico. In effe , aveva diverse proprietà cura ve e, sebbene questo

229
provenisse da un ceppo incrociato accidentale, probabilmente non
avrebbe potuto fare più danni del succo di zucca. Il piccolo bagno era
stranamente silenzioso, con i due ragazzi che lavoravano zi e solo
l’occasionale rumore di loro che riempivano i secchi o pulivano il
pavimento. A Remus non dispiaceva nemmeno l’atmosfera fredda - in
realtà lo aiutava a concentrarsi. Sapeva da molto tempo che i suoi
sen men per Sirius raramente ostacolavano la sua capacità di essere
irritato da Sirius. Quando la prima ora fu trascorsa, erano riusci a
rimuovere ogni traccia del casino e tu o ciò che restava da fare era un
risciacquo finale. Remus sciacquò il secchio ancora un paio di volte, e
ne approfi ò per lavarsi le mani e la faccia, che si era riscaldata per lo
sforzo.
Sirius lo raggiunse al lavandino, ma non parlarono.
“Quasi finito,” provò Remus, esitante.
Sirius sbuffò, infas dito,
“Non grazie a Wormt--”
“Piantala con Wormtail, va bene?!” Remus disse, esasperato, “Cresci!”
Sirius aggro ò la fronte e non disse nulla. Si lavò le mani e il viso.
Remus cercò di non guardare. Si voltò verso il suo muro e iniziò a
spremere acqua limpida su di esso, eliminando ciò che era rimasto della
schiuma di sapone.
Un’ombra apparve alle sue spalle e si preparò a ulteriori ba becchi.
“Ne hai lasciato un po’.” Sirius sbuffò, scontroso, dando una gomitata a
Remus e strofinando lui stesso. Remus lo guardò accigliato,
“Pensavo che ci occupassimo solo della nostra parte.”
“Sì, pensavo potessi fidarmi di te per fare un lavoro
decente.” “Se non avessi il tuo fiato sul collo tu o il
tempo!” “Sei così sensibile,” sca ò Sirius.
“Nah, stai solo comportando come un coglione.” Remus gli diede una
gomitata, più forte di quanto volesse davvero.
Sirius lo spinse contro il muro, e Remus scivolò, afferrando Sirius per
tenersi in equilibrio. Furioso, lo spinse indietro.
“Cazzone.” Disse.
Sirius lo baciò.
Sirius baciava come nessun altro; languido, fermo e senza fre a. Remus
rispose all’istante, le mani che stringevano con il pugno il tessuto della
camicia di Sirius, volendo far scorrere le dita tra i capelli dell’altro
ragazzo. Ma Sirius si staccò prima che potesse, facendo un passo

230
indietro, sembrando inorridito da sé stesso. Le sue labbra erano rosa e
splenden , leggermente aperte. Remus dove e distogliere lo sguardo.
“Remus io sono ... merda, mi dispiace. Non so cosa mi succede.”
“Va bene.” Disse Remus, senza incontrare i suoi occhi.
“Sai che non sono ...”
“Sì,” disse Remus, “Sì, certo. Neanche io.” Lo disse velocemente e senza
pensare. L’aveva de o per impedire a Sirius di dire quella parola.
Rimasero in silenzio per un po’. Il cuore di Remus ba eva all’impazzata,
riusciva a malapena a pensare chiaramente. Allungò una mano,
afferrando il so le tessuto bianco della camicia di Sirius tra le dita e
randolo leggermente, incontrando finalmente gli occhi di Sirius.
“Nessuno lo scoprirà,” disse Remus, piano, facendo eco a qualcosa che
gli era stato de o una volta.
Sirius lo guardò, i suoi occhi arden .
“Non dirai niente?”
Remus scosse la testa mentre Sirius si avvicinava un po’.
Remus con nuò, più coraggioso ora,
“No. Noi ... non dobbiamo fermarci. A meno che tu non voglia ...” Sirius
lo baciò, di nuovo in pieno sulla bocca. Sapevano entrambi di aver
oltrepassato il limite, ma ora non poteva essere evitato, ed era così, così
bello, e i loro corpi erano duri l’uno contro l’altro, le mani armeggiavano
con le fibbie delle cinture, come se sapessero che quello era stato il
piano tu o il tempo.
Una volta finito, si strinsero l’un l’altro per lunghi, esaus secondi. Poi
Sirius si ri rò con cautela, facendo un passo indietro. Remus desiderava
ardentemente avvicinarlo di nuovo, per non fermarsi mai. Toccò i capelli
di Sirius un’ul ma volta, fingendo di rime erli a posto. Si fissarono negli
occhi, audaci e senza vergogna per alcuni brevi secondi.
“Sei adorabile.” Disse Sirius, così piano.
Remus poté solo ricambiare il sorriso gen lmente, non sapeva cosa
dire. La stanza era diventata fredda.
“Dai,” Sirius iniziò ad abbo onarsi i pantaloni, distogliendo lo sguardo,
infine, “È meglio che finiamo di pulire.”
Remus annuì, ancora muto, incapace di fare molto di più che
appoggiarsi contro il muro mentre guardava Sirius lavarsi di nuovo le
mani, e raccogliere la sua scopa. La vista di lui che si allontanava era
troppo familiare, e Remus esplose,
“Non ... non scappare, questa volta.”
Sirius guardò indietro, un po’ sorpreso, e un po’ qualcos’altro.

231
“Non vado da nessuna parte, Moony.” Parlò dolcemente.
“Oh va bene. Bene allora.”
“Mi sono sen to male per l’altra volta. L’ul ma volta. Scusa.” Adesso
era dall’altra parte della stanza, e forse questo rendeva più facile
parlare. “Ma ho pensato che sares arrabbiato o qualcosa del genere.
Non so.”
“No, non lo ero.”
“Siamo ancora amici, vero?”
“Ovviamente! Saremo sempre amici, Padfoot.”
Remus stava facendo una promessa, anche se il suo cervello era troppo
annebbiato per riconoscerlo davvero in quel momento.
Sirius aveva ammesso, per quanto midamente, che qualunque cosa
con nuasse a succedere probabilmente sarebbe accaduta di nuovo.
Aveva assunto il ruolo che aveva sempre avuto: impulsivo, pieno di
aspe a ve e irresponsabile. Da parte sua, Remus prese la sua solita
posizione - quello che sarebbe stato responsabile. Avrebbe mantenuto i
segre ; avrebbe acce ato ciò che gli veniva stato dato; sarebbe stato
responsabile. Se quelle sono le cose di cui ha bisogno, decise Remus,
allora quelle sono le cose che posso dargli. Non ci voleva proprio niente.
Coraggioso, Sirius l’aveva chiamato una volta, in un altro bagno, non
molto tempo prima. Remus non sapeva se lo fosse o no, davvero, ma
all’epoca gli era piaciuto come suonava, e gli piaceva ancora di più ora.
Ora, con il sapore di Sirius ancora sulle sue labbra, e gli echi di piacere
che ancora si stabilizzavano nel suo corpo.
Mentre guardava Sirius finire di pulire lungo il muro più lontano,
incoraggiando l’acqua nello scarico con la sua scopa, e alzando lo
sguardo per sorridere, di tanto in tanto, Remus si rese conto che quello
che aveva aspe ato per tu o questo tempo era che Sirius fosse
coraggioso. Quello che gli venne in mente, ora, con la chiarezza di un
fulmine, era che lui, Remus, poteva essere coraggioso per entrambi.

232
Nuova normalità  
Oh shadow love was quick and clean, life’s a
well-thumbed machine I saw you watching from the
stairs, you’re everyone that ever cared
Oh lordy, oh lordy, you know I need some loving I’m movin’, touch me!
John, I’m only dancing
She turns me on, but I’m only
dancing She turns me on, don’t
get me wrong I’m only
dancing...

Metà dicembre 1976


Dopo quella volta, successe spesso. Non par va mai da lui; non ce n’era
bisogno. Sirius andava da lui. Remus si ritrovava trascinato in un’aula
vuota, o nel loro bagno condiviso - una o due volte Sirius si insinuò
silenziosamente nel le o di Remus, lanciando un incantesimo di
silenziamento prima di costringere le sue spalle ad abbassarsi e passare
le mani sul corpo di Remus, tremando di desiderio. Mai so o le
coperte, però, sarebbe da gay. Si precipitava fuori non appena fosse
finita.
Succedeva quasi sempre di fre a. Remus sapeva che era in parte la
vergogna. Ma sapeva anche che era perché entrambi ne avevano così
tanto bisogno - quando erano insieme i loro corpi vibravano di
desiderio l’uno per l’altro.
Non c’erano due volte uguali. A volte potevano essere fiduciosi e
audaci, altre volte erano midi e l’uno aveva bisogno
dell’incoraggiamento dell’altro. A volte non si tra ava nemmeno di
venire, e si limitavano a baciarsi - o almeno, l’idea di baciare di Sirius,
che era brutale, feroce e ingrata. Le labbra di Remus si sen rono
bruciate, per giorni e giorni.
In seguito non ne parlavano, ma - se il tempo lo perme eva - si
sedevano in disparte e invariabilmente condividevano una sigare a, in
silenzio finché non erano pron a ricadere lentamente nei loro soli
scherzi. Remus sen va in quei momen che Sirius probabilmente
avrebbe preferito essere con qualcun altro. Una ragazza o, peggio
ancora, James.

233
Non sono quello che vuole, si disse Remus, pietosamente, sono solo
quello che è qui. La parte peggiore era che sapeva che era abbastanza.
Se Sirius andava da lui solo nell’oscurità e nel silenzio, allora andava
bene così. Era meglio che andare avan senza. Che qualcuno come me
abbia qualcuno come lui.
Ovviamente doveva condividere. Che fosse il desiderio di Sirius di
nascondere quello che stava succedendo, o semplicemente non era in
grado di rimanere impegnato con una persona, dopo Avni ce ne furono
altre. Una sfilata di ragazze carine, brillan e allegre; Florence e Daisy e
Tessa ed Eunice. Remus non pensava che nessuno di ques
appuntamen fosse serio, e almeno all’inizio, non era geloso dei
diver men di Sirius. Non ho mai chiesto altro, si disse.
E a Remus piaceva essere privato. Non gli era mai piaciu stare al
centro dell’a enzione, e pensava anche che se era un dato di fa o che
qualunque cosa lui e Sirius stessero facendo non era diverso da ciò che
Sirius faceva con nessuna delle ragazze a cui si legava, allora Remus
probabilmente avrebbe comunque preferito che James e Peter non lo
sapessero. Forse avrebbe potuto dire loro di Grant, un giorno, ma non
di Sirius. Era troppo complicato. Gli piaceva sapere che lui e Sirius
potevano essere in una stanza piena di gente, e nessuno aveva la più
pallida idea di cosa avessero fa o solo la sera prima, o anche due ore
prima. Gli piaceva farla franca. Gli piaceva vedere Sirius con una
ragazza, e pensare non importa, più tardi appar ene a me. Gli era
permesso essere felice, dopotu o. Gli era permesso di avere qualcosa
tu o per sé - specialmente perché, in altre aree della vita di Remus, le
porte si stavano chiudendo e le cose gli venivano portate via.
Ci fu un altro a acco di lupo mannaro durante la luna di dicembre, che
cadde all’inizio del mese di quell’anno. I tes moni avevano descri o più
di una creatura; stavano lavorando in branco. Il Ministero venne messo
in stato di massima allerta e l’intera scuola ne parlava. I Malandrini non
ne parlarono con Remus - nemmeno Sirius. Non poteva biasimarli; gli
avrebbe staccato la testa se qualcuno avesse cercato di simpa zzare o
di essere gen le al riguardo.
Tu avia, doveva sopportare tu gli altri; ogni altro studente della
scuola che aveva iniziato a indossare gioielli d’argento o che parlava del
modo migliore per respingere un a acco di lupo.
“Dovrebbero radunarli tu !” Sen dire un quinto anno dire a chiunque
avrebbe ascoltato una sera nella Sala Grande. “Tenerli rinchiusi, lontano
dalle persone normali!”

234
“Perché non possono me ergli dei chip?” Sussurrò Avni, il pomeriggio
successivo, quando lei, Sirius, Remus, Peter e Lily stavano guardando
l’allenamento della squadra di Quidditch di Grifondoro. “Voglio dire,
esiste già un registro e possono rintracciare i maghi minorenni - perché
non me ere una traccia su animali pericolosi?! Non ha senso.” “Non
sono animali”, sibilò Lily a den stre , “Sono persone.” Remus tenne
gli occhi sul campo. Così fece Sirius.
“Dillo ai Mundays!” Avni rispose, raddrizzando la gonna e dando a Lily
uno sguardo superiore, “Dillo a questa ul ma povera famiglia.” Si
avvicinò a
Sirius sulla panchina, avvolgendogli il braccio,
“Sirius, tesoro, ho freddo ...”
“Entra, allora.” Grugnì, scrollandola di dosso, gli occhi ancora fissi su
James, che stava qualcosa al suo por ere. “Scusami?” Avni aggro ò la
fronte.
“Mi hai sen to.” Sirius rispose, disinvolto, “Leva dalle palle.”
Nessuno di loro vide più molto Avni dopo quel pomeriggio.
Ma non impedì ad altre persone di parlare. Remus dove e sciogliere il
suo gruppo di studio perché tu volevano sapere se poteva consigliare
qualche buon libro su ‘mezzi-umani’ e ‘difesa contro le creature oscure’.
Alla fine tu o quello che poteva fare era dire loro di parlare con
l’insegnante DCAO, e se non volevano aiuto con il lavoro scolas co
effe vo, allora potevano anche lasciarlo in pace.
Lily trovò Remus che lavorava fino a tarda no e nella Sala Comune
cercando di recuperare il lavoro che si aveva lasciato indietro mentre
era in infermeria dopo la luna. Era esausto e dolorante ed
estremamente irritato, ma lei si avvicinò e si sede e comunque accanto
a lui, appoggiandogli una testa sulla spalla, un braccio intorno alla sua
schiena. Aveva un buon odore e gli diede una stre a delicata,
sospirando dolcemente contro la sua clavicola.
Non parlò, ma Remus gli sarebbe sempre stato grato.
A metà dicembre le cose peggiorarono. Remus riceve e due le ere.

Caro Remus,
Spero che il tuo sesto anno s a andando bene. Odio essere portatore di
ca ve no zie, ma come forse già saprai, c’è stato un a acco durante la
luna piena di ieri no e.

235
[Remus alzò gli occhi al cielo a questo. Perché gli adul pensano sempre
che gli adolescen non leggano le no zie? Sopra u o quando si
trovavano nel mezzo di una guerra e li riguardavano dire amente?!]
Non ho dubbi che la professoressa McGrani parlerà presto, ma ho
pensato di me ermi in conta o. Ho parlato con Alastor Moody, che è
preoccupato per la tua sicurezza. Mi dice che rimani con i Po er ogni
anno a Natale. I Po er sono persone eccellen , e so che James è un caro
amico, ma, Remus, non si può fare affidamento su di loro per
protegger . Farebbero tu o il possibile - su questo non ho dubbi, ma la
mia sensazione è che se Greyback provasse a rintracciar , l’unico posto
in cui non potrà trovar sarebbe Hogwarts.
Non sto dicendo cosa fare, ovviamente. Ma supplico di considerare
la tua sicurezza e quella di coloro che circondano.
Auguri,
L. Ferox

Ebbene, Ferox gli stava chiaramente dicendo cosa fare, anche se stava
solo trasme endo le istruzioni di Moody. Il cuore di Remus sussultò
quando finì di leggere la le era, ma il peggio doveva ancora venire;

Signor Lupin,
È venuto alla nostra a enzione che il prossimo anno, al suo
diciasse esimo compleanno, sarà maggiorenne come definito dalla
vostra società. Sebbene la legge del Regno Unito stabilisca che siete
ancora un bambino, siamo sta informa che le sue circostanze
prevalgono su questa legislazione.
A par re dal 10 marzo 1977, non sarà più so o la responsabilità del St
Edmund’s Boys Reformatory. Eventuali ogge o finanze detenu in
custodia le saranno res tui entro e non oltre trenta giorni lavora vi
successivi a tale data. Non dovrebbe essere necessario che lei torni nei
locali.
Le auguriamo il meglio per i suoi impegni
futuri. Cordiali salu ,
Sig.ra J. Orwell.

236
Fanculo. Remus lesse questa le era solo una volta, poi la mise in fondo
al suo baule. Adesso non poteva pensarci.
Disse ai Malandrini della prima le era, ome endo i de agli di
Greyback, ovviamente. Doveva; non c’era altro modo per spiegare
perché non poteva venire a Londra per Natale.
Più tempo per i compi , si disse. Potrebbe non essere l’unico studente a
restare; i se mi anni con i NEWT in arrivo potrebbero restare in giro
per approfi are di una Sala Comune vuota. Probabilmente avrebbe
potuto trascorrere un piacevole Natale in biblioteca, se lo avesse
voluto. Inoltre una cena di Natale a Hogwarts non era niente per cui
storcere il naso. “Non è dannatamente giusto.” James sbraitò, quando
sen ; “Non sei un pericolo per nessuno, non ci sarà la luna piena fino al
nuovo anno!” “È la cosa del branco, però,” rispose Remus, allentandosi
la crava a e lasciandosi cadere sul le o. Era stata una giornata di lezioni
molto lunga e aveva almeno tre ore di compi davan a sé. “Sono
preoccupa che io possa essere ca urato o unirmi a lui o qualcosa del
genere.”
“Pensavo che piacessi a Ferox,” Sirius aggro ò la fronte, lasciando
cadere con noncuranza la borsa dei libri in mezzo alla stanza, “Dovrebbe
sapere che non unires mai a loro.”
“Lui lo sa,” disse Remus, “Ma pensa che potrebbero costringermi o ...
beh, nessuno di noi sa davvero cosa potrebbe accadere se ne
incontrassi un altro
...”
James, Peter e Sirius si scambiarono uno sguardo a disagio.
Remus si tolse il maglione pruriginoso della scuola, per dare loro un
momento per pensarci. Quando riemerse, i suoi capelli frizzan per
l’ele ricità sta ca, fece loro il suo più grande sorriso,
“Va bene, comunque, davvero non mi dispiace. Sarà fantas co avere un
po’ di pace e tranquillità. Non vedo l’ora di prendermi una pausa da
tu voi.”
James ridacchiò e scosse la testa. Afferrò il suo borsone marrone da
Quidditch,
“Nessuno di noi crede, Moony. Bene, ho l’allenamento, poi un’ora per
i compi , poi pa ugliamento con Evans.” Chiunque altro avrebbe
potuto rare fuori questo elenco di obblighi con un’aria stanca di
mar rio. Ma James sembrava che stesse vivendo il giorno più bello
della sua vita. “Vieni, Black?” “Nah, vai pure, Prongs,” Sirius scosse la

237
testa. Non aveva smesso di guardare Remus da quando si era
sbo onato la camicia.
“Vai avan , io mi avvantaggio con i compi di Incantesimi ...”
“Sì, certo,” James ghignò, “Chi è stasera, di nuovo Florence? Ci
vediamo.” Scese rumorosamente le scale, fischie ando una melodia
allegra.
Sirius si rivolse a Peter.
“Vai tu a guardarlo allora, Pete, se va?”
“Nah,” Peter scosse la testa. Sembrava a suo agio seduto sul le o in
modo preoccupante, appoggiato alla tes era con i suoi appun di
Incantesimi sparsi davan a lui.
“Oh giusto, probabilmente stai con Dezzie?”
“No,” scosse la testa, leccando la punta del pennino, “Stasera ha la
pa uglia. E dice che dobbiamo studiare seriamente ora che abbiamo i
NEWT ... Posso fare i compi con voi due?”
Remus e Sirius si guardarono l’un l’altro.
Sirius inarcò un sopracciglio. Remus alzò le spalle. Sirius si alzò.
“Ti dirò una cosa - ho dimen cato di res tuire quel libro alla biblioteca.
Meglio che vada e ... oh, Moony, già che ci sono, non c’era un altro libro
che mi avevi de o che avrei dovuto ...”
“Oh, giusto, sì!” Anche Remus balzò in piedi, lo ando per indossare un
maglione di lana pulito, “Ehm ... è un tolo complicato, è meglio che
aiu a trovarlo.”
“Oh, allora volete andare in biblioteca?” Chiese Peter, alzando
finalmente lo sguardo dai suoi appun .
“Non ha senso,” disse Sirius, mentre entrambi si precipitavano alla
porta,
“Non ci vorrà molto ...”
“Non ci vorrà molto?!” Mormorò Remus, sulle scale.
“Dovevo dire qualcosa!”
A raversarono la Sala Comune senza interferenze, ma una volta fuori,
nei corridoi, erano un po’ persi.
“Il bagno delle ragazze al quarto piano ...” iniziò Sirius,
“No.” Remus sca ò.
“Bene. Ehm ... L’aula di Incantesimi è libera, credo? Il venerdì Vi ous
finisce presto e non ci sono club.”
“Come fai a saperlo?!”
“Oh, stai zi o e seguimi,” Sirius sorrise.

238
Misero un semplice incantesimo di allarme sulla porta e ci spinsero una
scrivania di fronte per buona misura, ma il venerdì pomeriggio era in
genere abbastanza tranquillo; tu volevano fingere che le aule non
esistessero. Dopo, si rives rono, si misero a posto i capelli e si
sede ero sulla scrivania di Vi ous a fumare.
“Adesso dovremo andare in biblioteca.” Disse Remus, facendo uscire
una catena di anelli di fumo.
“Nah,” Sirius scosse la testa, “Dì solo che non ce l’avevano.”
“Be’, andrebbe bene, tranne per il fa o che stavo programmando di
fare il mio saggio di Incantesimi questa sera ...”
Sirius roteò i suoi bellissimi occhi e scosse i suoi bei capelli. Remus
comba é l’impulso di sospirare. L’aula era dallo stesso lato del castello
del campo da Quidditch. Potevano sen re il suono debole ma acuto del
fischio da capitano di James da qualche parte so o di loro. Sirius espirò
il fumo, malinconicamente.
Remus si chiedeva quanto gli mancasse giocare a Quidditch. Si chiese se
avrebbe dovuto chiedere o se sarebbe stato troppo.
“Moony, sei sicuro che non verrai per Natale?”
“Si. Devo fidarmi di Ferox. Lui mi conosce, conosceva mio padre.”
“Conosceva tuo padre? Non ce l’hai mai de o. “
“Non devo dir tu o,” Remus ebbe uno spasmo irritato, succhiando
forte la sigare a. “Ha lavorato con lui, ne abbiamo parlato un po’, ecco
tu o.”
“Beh, se fidi di lui allora.”
“Mi fido.” Remus era consapevole del suo tono, ma non fece nulla per
mi garlo.
“Okay! Stavo solo dicendo ...” Sirius deglu , “Beh, voglio dire, potrei
restare anch’io. A Natale. A Hogwarts. Se per te va bene.”
“Oh.” Remus aggro ò la fronte, colto alla sprovvista, e si voltò a
guardare Sirius. “Vuoi?”
“Non dovres essere bloccato qui da solo, James ha la sua famiglia - e
Pete, se diventa davvero disperato.”
“Sì, ma non aspe ano? I genitori di James? Sono pazzi di te.”
Colse il sorriso di Sirius - un brillante lampo di euforia, che fece ba ere
forte il cuore di Remus.
“Possono trascorrere un Natale in famiglia, per una volta, senza che io
mi introme a. Dai, Moony, non vuoi condividere la Sala Comune con
me? Starò in silenzio e lascerò studiare se è quello che vuoi
veramente.” Fece un sorriso mido, e Remus spense la sigare a, si

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chinò e lo baciò forte. Non si era ancora davvero abituato a poterlo
fare.
“Come potrei dire di no.” Disse, allontanandosi, godendosi il caldo
rossore sulle guance di Sirius.

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Torte di carne macinata  
Mercoledì 15 dicembre 1976
“Okay, quindi probabilmente non avrò tempo per un altro di ques
incontri fino al prossimo semestre,” disse Remus al suo gruppo di
studio, guardando l’orologio vicino.
Erano quasi le nove di sera. Alzò lo sguardo sui loro vol impazien e
dove e abbassare di nuovo lo sguardo sulle sue carte - era snervante,
avere così tanta a enzione,
“Ma sono qui quasi ogni sera comunque, quindi se avete solo qualche
domanda veloce ...”
“Grazie, Lupin,” il gruppo can cchiò mentre cominciavano a rime ere in
ordine e a sciogliersi.
“Buon Natale,” annuì, mentre si disperdevano nei loro angoli della Sala
Comune, oppure nelle camere da le o.
Voleva andare a le o presto anche lui. Era l’ul ma se mana del
semestre e aveva pra camente completato tu i suoi compi , a meno
che i suoi professori non si sen ssero abbastanza crudeli da assegnarne
di più negli ul mi giorni prima di Natale. Sbadigliò e si s racchiò,
appoggiandosi allo schienale della sedia con gli occhi chiusi.
“Ehm.” Qualcuno ancora seduto al tavolo si schiarì la voce goffamente.
Remus aprì gli occhi, imbarazzato, e si girò in avan sulla sedia.
“Oh, scusa, pensavo che se ne fossero anda tu .”
“Scusa”, rispose Christopher, stringendo un libro, “volevo solo dire ...
Buon Natale”.
Remus sen un goffo senso di sollievo e senso di colpa nello stomaco.
Povero Christopher.
“Grazie - Buon Natale anche a te. Grandi proge ? “
Il ragazzo più giovane alzò le spalle,
“Sto in famiglia. Tu?”
“Resto qui.”
“Oh. Non da solo?”
“Ehm ... anche Sirius Black rimarrà.”
“Ovviamente. Ho sen to parlare dei problemi che ha con la sua
famiglia.” “Mm.” Remus non voleva affa o parlare di Sirius con
Christopher, ma meno di tu o della famiglia Black.

241
Anche Christopher era purosangue, e probabilmente sapeva più di
quanto Sirius volesse.
“Bene,” si alzò Christopher, “Ci vediamo a gennaio, suppongo.”
“Aspe a!” Disse Remus, velocemente, allungando la mano ma senza
toccarlo. Christopher si alzò, ma guardò Remus dall’alto in basso, i suoi
occhi speranzosi, Remus abbassò lo sguardo, “Mi dispiace per come
ho parlato prima dell’estate. Sono stato un vero idiota.”
Christopher non contestò questo. Ma sorrise
“Va tu o bene. Spero non sia stato qualcosa che ... ho fa o?”
“No!” Remus scosse la testa, con veemenza. Avrebbe voluto che
Christopher si sedesse. “No, te lo prome o, ero solo io che facevo il
luna co. Avevo altre cose per la testa, non avrei dovuto prendermela
con te.”
“Okay. Bene ... grazie per avermelo de o.”
Remus sorrise, sentendosi un po’ meglio. Christopher si morse il labbro,
poi disse;
“Allora... vuoi venire ad Hogsmeade nel nuovo anno? La libreria ha una
svendita a gennaio o potremmo semplicemente comprare una
Burrobirra”. “Mi spiace, Chris, non posso.” Remus si sen orribile, e
vide la faccia di Christopher cadere.
“Giusto. Probabilmente andrai con Po er e Black e ... qual è il suo
nome.”
“Peter. Ma no, in realtà non posso andare a Hogsmeade, sono bandito.”
“Oh. Veramente?”
“Veramente,” Remus annuì, sinceramente, grato di non dover
men re. “Ha a che fare con il mo vo per cui non sei più un
Prefe o?” “... Si.” Okay, era una bugia, ma a chi faceva male?
“Wow, okay.” Christopher inarcò le sopracciglia e Remus non era sicuro
se fosse impressionato o leggermente preoccupato.
“Moonyyyyy!” La voce di Sirius ululò giù per le scale dal dormitorio dei
ragazzi, “James mi sta lanciando palle di neve, fermalo!” Remus rise e
iniziò ad alzarsi.
“Palle di neve?” Christopher disse, ironicamente; “Nella tua camera da
le o?”
“Aprono la finestra e la raschiano via dal te o.”
“Aiutaci, Moony!” Peter gridò; “Abbiamo bisogno di rinforzi!”
“Non posso credere che tu sia loro amico”, disse Christopher, con una
punta di indignazione, “Sono così immaturi”.

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“Anch’io,” Remus scrollò le spalle, rimboccandosi le maniche e
alzandosi, “Sto arrivando, ragazzi!” Urlò a squarciagola, marciando
verso le scale.

Domenica 19 dicembre 1976


Quell’anno l’inverno era molto freddo e la neve cominciò a cadere
presto sul castello. I Malandrini lo usarono a loro vantaggio e James
perfezionò un incantesimo che consen va alle armature che erano nella
maggior parte dei corridoi delle aule di sputare palle di neve dai loro
visori a vari intervalli. A Remus piaceva il freddo - o forse gli piaceva
solo avvolgersi al caldo e sedersi accanto al fuoco. In inverno almeno
nessuno gli chiedeva perché indossasse sempre le maniche lunghe.
Ed era eccitato, forse più eccitato di quanto lo fosse mai stato per una
vacanza di Natale. Amava vedere i Po er, amava la loro casa e il loro
villaggio, e per una volta essere tes mone di una vera famiglia. Ma
stare da solo con Sirius per un’intera se mana; era qualcosa che non
avrebbe mai potuto immaginare che accadesse, nemmeno due mesi
prima.
Accompagnarono James e Peter fino al limite del parco - fin dove
poteva arrivare Remus.
“Sei sicuro?” James chiese, un’ul ma volta, “Ferox non ha mai de o
che non era permesso, e a mamma e papà sinceramente non dispiace
affa o
...”
“L’anno prossimo, si spera,” Remus scrollò le spalle, “Potrebbe essere
tu o finito per allora. E non potrei vivere con me stesso se succedesse
qualcosa alla tua famiglia a causa mia.”
“Black? Hai davvero intenzione di rinunciare alle torte di carne
macinata di mamma?”
“Ah, ma non ci rinuncio, mio caro Prongs,” Sirius ghignò da dietro la sua
sciarpa rossa e oro, “Me ne ha mandate un po’, come prima cosa questa
ma na. Ho un intero baule pieno.” “Di nuovo ostacolato,” James
sorrise.
Abbracciò Sirius, e poi Remus, che ne fu sorpreso. Non riusciva a
ricordare se si fossero mai abbraccia prima.
“Dai, sali sul treno, eh?” Sirius gli diede un pugno sulla spalla, “Avrai
Evans tu a per te ...”

243
James gli fece l’occhiolino, poi corse via, Pete che correva dietro di lui,
salutando Remus e Sirius. I due ragazzi rimas rimasero lì per un po’,
osservando gli studen con il mantello nero che arrancavano nella neve
candida, tu parlando allegramente dei loro piani per le vacanze, dei
regali che aspe avano e della loro ansia di vedere le loro famiglie.
“Ci vediamo, Remus!” Christopher gli sorrise, con le guance rosee
mentre gli passava accanto, “Diver !”
“Anche tu,” Remus annuì, sorridendo di rimando. Si sen va molto
meglio, ora che si erano chiari .
“Di nuovo quel ragazzo.” Sirius mormorò; “Chi è?!”
“Te l’ho già de o, è al quinto anno. È nel mio gruppo di studio.”
“Giusto. Sembra un po proprio noioso.
“È a posto.” Remus sorrise tra sé, sperando che Sirius non se ne
accorgesse.
Una voce sgradevole arrivò da dietro di loro.
“Cosa c’è che non va, Po er ha cacciato anche te?”
Remus prese la sua bacche a mentre si voltavano, e quasi si aspe ava
di vedere Piton. Fu sorpreso di scoprire che c’era Regulus Black in piedi
nella neve, il viso segnato dal freddo.
“No.” Sirius rispose, caldamente, “Resto qui quest’anno.”
“Perché?” Chiese Regulus, senza mezzi termini. Strinse gli occhi verso
suo fratello, come se aspe asse la ba uta finale.
“Non sono affari tuoi, ecco perché. Ora corri, piccolo Reggie, sono
sicuro che la mamma sta aspe ando.”
Regulus fece un balzo e inarcò un sopracciglio, come per mostrare che
non avrebbe abboccato all’esca di Sirius.
Remus lo odiava, e strinse i pugni, cosa che Regulus vide, o intuì, perché
lanciò a Remus uno sguardo appun to, e Remus sapeva che stava
ricordando il loro ul mo alterco a gennaio. Il ragazzo più giovane si
irrigidì visibilmente, poi parlò dire amente a Remus,
“Non sei più un Prefe o, Loony Lupin? Mi chiedo perché? Qualcosa a
che fare con mio fratello delinquente, forse? Sicuramente quel
mezzosangue di Severus non stava dicendo la verità ...?”
Remus avrebbe potuto dargli un pugno, se non fosse stato impegnato a
impedire a Sirius di fare lo stesso. Lo arono insieme nella neve, Sirius
ringhiò,
“Rimangiartelo bru o ...”
Fortunatamente, Remus era più forte.
Regulus si allontanò, ridacchiando, verso Hogsmeade e il treno.

244
“Posso maledirlo da qui.” Sirius ringhiò, una volta che Remus lo lasciò
andare.
“Preferirei che non lo facessi,” rispose Remus. Si voltò di nuovo verso il
castello innevato, “Guarda”, disse, “È pra camente tu o per noi”. “Sì,”
disse Sirius, distra o, con nuando a sparare un’occhiata ai passi di suo
fratello, “Dai, andiamo dentro. Mi sto congelando.”
Il suo ca vo umore durò fino all’ora di pranzo, quando scesero nella
Sala Grande.
“Fantas co.” Disse Sirius, mentre entravano nella stanza. Era quasi
completamente vuota, con solo tre studen - un Serpeverde del
se mo anno e due Corvonero del sesto - sedu allo stesso tavolo, a
capo della stanza. “Penso che sia la guerra,” sussurrò Remus, mentre si
avvicinavano al tavolo, “I genitori vogliono che i loro figli tornino a casa
questo Natale.”
“Siamo io e te, allora, Moony,” Sirius ghignò, “Gli orfani della torre di
Grifondoro.”
Nonostante il piccolo banche o, la sala era stata addobbata d’argento e
d’oro, con stelle filan scin llan che pendevano come capelli d’angelo
da ogni trave, un albero abbagliante che sembrava brillare da qualche
parte tra i suoi rami, e uno stormo di allegri pe rossi incanta per
girare la stanza e fischiare note melodie natalizie. Remus pensava che
Vi ous avesse davvero superato sé stesso, quest’anno.
Sirius si sede e accanto a lui, piu osto che di fronte a lui, come al
solito. Non conversarono molto con il resto del gruppo; i due Corvonero
si interrogavano ossessivamente su Aritmanzia, e il Serpeverde era
immerso in una conversazione con il professor Lumacorno.
“Ricordi il primo anno?” Sirius disse, quando apparve il cibo - gli elfi
domes ci chiaramente non staccavano per il Natale, “Eravamo solo io e
te per Natale anche allora.”
“Sì,” Remus sorrise alla sua Torta del Pastore, riscaldato dal ricordo.
Aveva passato ogni Natale con Sirius da quando aveva undici anni.
“Electric
Warrior.”
“Dobbiamo ascoltarlo, più tardi.”
E lo fecero. Si stesero sul tappeto davan al camine o e si sdraiarono
sulla schiena, ascoltando l’album a tu o volume. Sirius aveva messo
Monolith due volte perché sapeva che era la preferita di Remus, e
Remus tollerò tre replay di Jeepster per amore di Sirius.

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You slide so good
With bones so fair
You’ve got the universe
Reclining in your hair

Pieno, caldo e contento, Remus si addormentò silenziosamente al


suono della bella voce di Marc Bolan e del cingue o della chitarra. Si
svegliò poco dopo, con il mal di schiena. Girò la testa e scoprì di essere
solo sul tappeto e che il disco aveva smesso di girare. Sedendosi
rigidamente, Remus si guardò intorno in cerca di Sirius, che era seduto
un po’ più lontano, rannicchiato su una poltrona, sussurrando nel suo
specchio compa o.
Remus si rilassò, appoggiandosi all’indietro sui gomi e osservò
dolcemente per un po’, la luce del fuoco riscaldava i lineamen di Sirius
con un bagliore so le, ammorbidendo i suoi angoli più acu come un
marmo greco. Era così dolorosamente bello. Ovviamente lo sapevano
tu , la bellezza di Sirius non era solo per Remus, ma a volte sembrava
che lo fosse. Non aveva niente a che fare con il desiderio di Sirius, era
qualcosa di molto di più. Faceva impazzire Remus.
Alla fine, Sirius sussurrò un arrivederci allo specchio e lo richiuse di
sca o. Sorrise a Remus, e lentamente si s racchiò, allungando le sue
lunghe membra oltre i la della poltrona. Remus guardò, immobile,
“Come sta James?”
“Bene,” rispose Sirius, quello sguardo che cresceva nei suoi occhi che
Remus era arrivato a riconoscere come un segnale che qualcosa di
meraviglioso stava per accadere. Sirius si alzò dalla sedia e si avvicinò a
Remus. “Gli manco, ovviamente.”
“Ovviamente,” disse Remus, ripetendo senza ascoltare, guardando solo
Sirius avvicinarsi.
Torreggiava su di lui, la luce del fuoco ora splendeva su di lui come un
bagliore, strisce d’oro tremolan nelle sue pupille. Cadde in ginocchio a
cavalcioni sul corpo ancora prono di Remus, e si piegò in avan - non
troppo lontano; non abbastanza vicino da far sì che Remus non si
dovesse allungare un po’ per chiudere quello spazio in più tra di loro.
Non gli importava. Ne valeva sempre la pena.
Adesso erano abitua l’un l’altro - Remus aveva pensato che fosse stato
bello all’inizio, la prima volta - ma dopo un mese di esplorazione
segreta avevano sviluppato una conoscenza in ma che Remus non
sapeva che avres potuto avere con un’altra persona. Si sen va in

246
sintonia con i vari movimen e reazioni del corpo di Sirius quanto lo era
con il suo. Conosceva la lingua in ogni sussulto, o inasprimento, il codice
nei suoi baci, o le forme che Sirius tracciava sulla sua stessa pelle
sfregiata.
Tu avia, rendeva il momento in cui si dovevano separare ancora più
difficile. All’inizio Sirius rimaneva calmo, e Remus ascoltava solo il suo
respiro, l’inclinazione nel suo pe o, i sospiri di calma opprimente. E lui
aspe ava. La risata, il sorriso sfacciato, lo schiaffo sulla coscia che
diceva a Remus che era finita, e tornavano alla normalità.
“Hai voglia di una torta di carne? Sono affamato!”
Eccolo. Sirius balzò in piedi, afferrando i suoi jeans e dimenandocisi
dentro, prima di agitare la bacche a,
“Accio bisco era.” la grande scatola di la a blu arrivò volando giù per
le scale e arrivò a Sirius così forte che quasi lo fece cadere. “Oof.”
“La tua magia è troppo instabile.” Disse Remus, abbo onandosi i
pantaloni e infilandosi una maglie a. Troppo caldo per un maglione.
Sirius gli lanciò una torta tritata, sedendosi di nuovo sulla poltrona, poi
si massaggiò il ginocchio, trasalendo.
“Il tappeto brucia.”
“Dovres vedere la mia schiena.” Remus rispose, come se stessero
discutendo del tempo. Si sistemò sul divano di fronte a Sirius.
Mangiarono tranquillamente le loro torte. Quando ebbe finito, Sirius si
leccò il resto dalle dita e si spazzolò le briciole dal busto.
“Non hai intenzione di rime er la maglie a?” Chiese Remus, piegando
la scatola della sua torta in porzioni triangolari ordinate.
“Nah. Non c’è nessuno.”
“Sì, ma comunque ...” Remus fece un gesto inu le.
Sirius sorrise.
“Santarellino.”
Remus rise, lanciandogli contro la la a piegata.
“Sgualdrina.”

247
Le dodici notti  
I sing with imper nence
Shading impermanent chords
With my words
I’ve borrowed your me and I’m sorry I called
But the thought just occurred
That we’re nobody’s children
At all
A er all

Giovedì 20 dicembre 1976


Sirius cantava so o la doccia. Remus non era sicuro se fosse una cosa
nuova, o se lo faceva da anni e semplicemente non se n’era accorto - di
solito evitava le docce di Sirius. Comunque, mentre si ves va, Remus lo
ascoltò e sorrise. Non aveva una bru a voce, davvero - niente di
speciale, ma era intonato. Al momento era ossessionato dai Doors e
aveva perfezionato un’imitazione del profondo grido americano di Jim
Morrison,
“C’mon, c’mon, c’mon now TOUCH ME BAAABE,” urlò sopra il sibilo dei
rubine . Sarebbe stato acca vante, persino seducente, se non l’avesse
rovinato cantando anche la parte con le trombe,
“BA-DAH Ba-daah...!” Uscì dal bagno in una nebbia di vapore, la pelle
arrossata, la camicia bagnata dai capelli.
“Cosa?” alzò un sopracciglio verso Remus, “Niente applausi?” Remus
alzò gli occhi al cielo, aprendo la porta del dormitorio,
“Sbriga , sto morendo di fame ...”
Era strano lasciare l’isolamento della torre di Grifondoro, dove si erano
sistema , ed entrare nel resto del castello, dove tu o era uguale. Erano
arriva presto per la colazione, e questa volta i due Corvonero, una
ragazza e un ragazzo, si sede ero più vicini a loro.
“Non è ridicolo che servano così tanto cibo quando ci sono solo cinque
studen ?” osservò la ragazza, che aveva grandi occhiali da ga o e una
massa di len ggini, “mi sembra così uno spreco ...”

248
I pia davan a loro erano pieni di uova fri e, pance a, salsicce,
sanguinaccio, fagioli al forno, pomodori fri e pane tostato - per non
parlare di cereali, porridge e succhi di fru a.
“Nah,” rispose Sirius, guardando Remus riempire il suo pia o,
“Chiaramente non hai mai visto Moony mangiare.” “Sta’ zi o.” Remus
rispose, con la bocca già piena.
Tu avia, i Corvonero lo guardarono, affascina , finché Remus fu troppo
imbarazzato per mangiare altro.
Per fortuna, in quel momento arrivò una distrazione so o forma di
cive e ma u ne. Una a errò di fronte a Remus. Tre davan a Sirius.
“Sei popolare.” Il ragazzo Corvonero si sporse in avan . Era magro e
piccolo, con un naso a becco. “Non incoraggiarlo.” Disse Remus.
Il suo pacche o era morbido e avvolto in carta color lavanda. Era di Lily,
non aveva dubbi. Sirius aveva cinque o sei buste dai colori vivaci -
nessuna rossa, notò Remus con sollievo. Nessun urlo da Walpurga
quest’anno. “Andremo a pa nare sul ghiaccio prima di pranzo,” sorrise
la ragazza di Corvonero, allegramente, “Il lago è ghiacciato. Volete
venire?”
“Sembra divertente,” Sirius annuì, ge ando da parte le le ere non
aperte. Remus le raccolse prima di lasciare il tavolo della colazione, e le
portò su nella stanza con loro.
“Sono tu e cartoline di Natale?!” Chiese, sfogliando.
“Oh, sì, credo di sì.” Sirius scrollò le spalle, aprendo l’armadio e
frugando in fondo, aprendo casse e rando fuori vecchie scarpe che
non indossava più.
“Da chi sono?”
“Chiunque.”
Remus aggro ò la fronte, poi vide qualcosa sul comodino di Sirius.
Un’altra pila di le ere non aperte. Iniziò ad aprirle, ma Sirius
chiaramente non era interessato.

‘Caro Sirius, buon Natale, tan baci, Imelda.’ Hm.

‘Al ragazzo che ha il mio cuore, buon Natale e tu o il mio amore, S.’

‘Tesoro Sirius, per favore incontriamoci a Hogsmeade so o il vischio per


un bacio ... e forse di più? Emmeline.’

249
‘Mio principe dai capelli corvini, non posso riposare finché non sono tra
le tue braccia ...’
“Sirius.”
“Che cosa?” Venne la sua risposta soffocata. Adesso era mezzo
seppellito in fondo al suo guardaroba, aveva ves in mano e sulle
ginocchia.
“Queste sono tu e da ragazze ...”
“Aha!” Alla fine ricomparve, appoggiandosi all’indietro sulle caviglie,
tenendo in alto un paio di pa ni da ghiaccio, “Sapevo di averne portato
un paio durante il primo anno”.
“Mi stai dicendo che i tuoi piedi non sono cresciu da quando avevi
undici anni?”
“C’è un incantesimo crescente su di loro,” spiegò Sirius, rispolverandoli,
“Diventano più grandi per ada arsi a me. Solo il meglio per i Black!”
“Intelligente. Queste le ere, però ...”
“Oh, quelli? Perché li hai aper ? Devi stare a ento. Una volta una di
quelle le ere mi ha spruzzato del profumo. Profumo.” Fece una
smorfia.
“Sono tu e ragazze che hai ...?”
“Davvero, Moony, sono lusingato. Ma no, sono solo ragazze. Mi
mandano queste sciocchezze da sempre.”
“Tu o il tempo?”
“Oh andiamo, cosa sei, geloso?” Sirius arruffò i capelli di Remus, “Sono
solo le ere.”
“Credo …”
“Ora, procuriamo dei pa ni ...”
“Non ne voglio, mi spezzerò il collo.”
“Andrà tu o bene, insegnerò io come si fa.” Remus raccolse di nuovo
il mucchio e lo sfogliò.
“Devono essere ven qui, in tu o ...”
“Guarda, Remus, perché non troviamo a te una ragazza, così non
interessi della mia vita amorosa.”
“Che cosa?!” Remus fissò Sirius.
Era piu osto sincero, un’espressione di lieve preoccupazione sul suo
volto. Il cuore di Remus sprofondò. Veramente?
“Sì, credo che piaci a quella Corvonero len gginosa. O Marlene! E
Marlene? È carina, simpa ca. Gli piaci.”

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“Si è offerta di baciarmi una volta,” disse Remus, ma scosse la testa,
“Era uno scherzo però - Marlene non è interessata a me. Non ho
bisogno di una ragazza.”
“Non puoi saperlo finché non l’hai provato,” Sirius fece l’occhiolino,
“Bene, vediamo cosa possiamo fare con ques pa ni ...”

Pa nare sul ghiaccio era leggermente migliore che pilotare una scopa,
ma non molto. Il lago era completamente ghiacciato, ma Remus non
riuscì a scrollarsi di dosso il pensiero che potesse rompersi da un
momento all’altro, e con nuò a toccarsi la tasca per controllare che
potesse raggiungere la sua bacche a.
Sirius, ovviamente, era naturale. Così anche il ragazzo Corvonero -
Arnold - e presto i due si sfidarono su e giù per il ghiaccio. Remus li
guardò, nervosamente, cercando di non vacillare.
“Tieni”, la ragazza len gginosa - Tina - scivolò verso di lui, sorridendo
gen lmente, “Me le mani sulle mie spalle se vuoi, e guarda i miei
piedi.” Lo fece, con gra tudine, stava in piedi dietro di lei mentre lo
trascinava in giro in un piccolo cerchio. Pensava di aver capito.
“Chissà se i calamari stanno bene ...” disse, dopo che erano sta un po’
troppo tranquilli per un certo tempo.
“Umm, non ci ho mai nemmeno pensato. Pensi che vadano in letargo?”
Tina scrutò il ghiaccio con un certo interesse: “Non credo di aver mai
le o nulla sul calamaro.”
“Neanche io.” Remus rispose, lasciandole andare le spalle e tentando di
fare qualche metro da solo. “Al professor Ferox piacevano, però, l’ho
visto dar loro da mangiare una volta.”
“Veramente?” Lei lo guardò, seria e curiosa: “Cosa gli ha dato?”
Remus alzò le spalle,
“Non ne ho idea. Qualcosa di bru o.”
“Mi manca Ferox”, sospirò, “Dava davvero vita alle sue lezioni. Ho finito
per abbandonare Cura delle Creature Magiche, facendo invece un corso
extra in Goblin Finance “.
“Oh, sembra ... ehm ... interessante.”
“Sì,” annuì, senza traccia di ironia, “posso prestar un libro, se vuoi?”
“Ehm
... grazie ...”

251
Dopo pranzo, Remus e Sirius tornarono alla torre. Remus notò che la
pila di le ere era scomparsa, ma non ne fece cenno. Accese il
camine o e cercò un maglione più spesso da indossare, “Ancora
freddo?” Chiese Sirius, sbadigliando.
“Sto congelando.” Remus rispose, infilandosi un secondo paio di calzini
e alzando le mani verso il fuoco.
“Avres dovuto muover un po’ di più, far pompare il sangue.” Tu avia,
il suo tono cambiò; si voltò furbo e scherzando, “Hai fa o una bella
chiacchierata con quella ragazza len gginosa?” “Tina. È interessata a
Goblin Finance “.
“Eccellente, puoi sposar con una ricca imprenditrice allora.”
Remus gli lanciò una pantofola.
“Oi!” Sirius scoppiò in una risata, “Sto solo cercando di aiutar a uscire
un po’, Moony, dovres avere altri interessi al di fuori di quel dannato
gruppo di studio.”
“Penso che, semmai, studierei di più se iniziassi a uscire con Tina. Cosa
che non ho intenzione di fare.” Remus soffiò nelle sue mani a coppa per
riscaldarle, poi le tenne di nuovo vicino al fuoco.
Si voltò a guardare Sirius, che era appoggiato alla sua tes era,
fissandolo. Le sue labbra si arricciarono in un sorriso malvagio.
“Il le o è caldo ...”

Venerdì 21 Dicembre 1976


“Malede o Regulus.”
“È stato due giorni fa, superalo.”
“È un tale coglione.”
“Lo so. Spostalo un po’!”
“Non posso andare oltre, a sinistra non c’è spazio.”
“A ento! Non lì ...”
“Ops. Ad ogni modo, avres dovuto lasciarmi colpire.”
“Non stavi per colpirlo, stavi per romper una nocca. Non sai fare a
pugni.” “Sì invece!”
“No, non sei capace. Sen , puoi concentrar per favore? Con nui a
perdere.”
“Ho preso a pugni un sacco di persone - oops, scusa ...”

252
“Hai giocato/comba uto con James. Non è la stessa cosa.”
“Oh, e tu sai come rare a pugno, vero Moony?”
“Sì, in realtà - aha, ho vinto!”
“Non è giusto. Non possiamo avvicinarci?”
“No, questo è barare.”
“Oh bene, mi ero dimen cato che eri un pignolo riguardo alle regole,
Prefe o
Lupin ...”
Remus incrociò le braccia e lasciò che Sirius inveisse. Aveva vinto
lealmente. Stavano giocando a questo nuovo gioco da circa due ore, e
Remus era di gran lunga il migliore. Non aveva mai ba uto Sirius in
niente al primo tenta vo. Era una sensazione eccellente, e gliel’avrebbe
fa o pesare. Il gioco consisteva nel far levitare vari ogge che avevano
trovato nella Sala Comune - gobbiglie, rane di cioccolato, penne,
pantofole - e spararli a tu a velocità a raverso gli ‘obie vi’, costrui
facendo buchi di varie dimensioni nelle lenzuola di Peter e James, che
avevano appeso per tu a la Sala Comune, dividendola. (Remus aveva
avuto da ridire sul tagliare le lenzuola dei suoi amici per noia, ma Sirius
aveva pensato che non avrebbero potuto fare dei buchi nelle loro stesse
lenzuola, che erano in uso.)
La parte migliore era che non dovevano mai riordinare. Una volta che
avevano o enuto tu o a raverso gli obie vi, tu o ciò che dovevano
fare era spostare le lenzuola e ricominciare dall’altra parte.
Cominciarono a spostarle adesso, a raversando la metà della stanza
con il camine o. Era accogliente.
“Mi chiedo se il campeggio sia così.” disse Remus pensieroso.
“Mai stato.” Sirius rispose. “James ha pensato che fosse divertente che
la nostra famiglia non l’abbia mai fa o.”
“Ho sempre voluto farlo.” Remus rifle é, cominciando a far levitare una
sfera di cristallo che qualcuno aveva incautamente lasciato rotolare
so o il divano. “Mi piaceva l’idea di un posto che non fosse St
Edmund’s.” Si accigliò leggermente, dopo essersi sorpreso. Perché
aveva parlato di St. Edmund’s? Non ne ha mai parlato davan a nessuno
a Hogwarts. Sirius non sembrava turbato.
“Sì, non biasimo.” Disse, quindi, guardando la sfera di cristallo
flu uante: “La distruggerai”.
“No, sto mirando al divano.” Remus girò indietro la sua bacche a e poi
la agitò, facendo sfrecciare la sfera di cristallo a raverso il foro più

253
piccolo, a errando con un ‘tonfo’ dall’altra parte. Remus sorrise a
Sirius, che scosse la testa incredulo.
“È spaventoso quanto sei bravo in questo. Se me essi su una scopa
diventeres un cacciatore malede amente bravo.”
“No grazie. Fallo tu.”
Sirius scelse una gobbiglia. Erano più facili da far levitare, ma molto più
difficili da mirare. Era terribile nel comprendere i propri limi .
“Hai mai giocato a quel gioco dei Babbani, a St Edmund’s?” Chiese
Sirius, casualmente, sparando troppo forte con la biglia e mancando del
tu o le lenzuola.
“Mancato.” Remus ha de o, “Quale gioco Babbano?”
“Con tu o il correre e scalciare. Li abbiamo vis giocare quando ... ehm,
durante l’estate.”
“Oh. Calcio. No, non mi è mai piaciuto. Avevo già troppi lividi.”
“Sì, scusa, non pensavo. Ovviamente.” Sirius si zi un po’.
Remus lo conosceva abbastanza bene da riconoscere che stava per dire
qualcosa - una domanda o una dichiarazione. Nel fra empo, Remus
iniziò a sparare aculei come dardi a raverso ogni buco delle lenzuola.
Alla fine, Sirius aveva raccolto tu o il coraggio di cui aveva bisogno, o
preparato qualunque parola.
“È davvero orribile vivere lì?”
Remus abbassò la bacche a. Non si era mai lamentato del St Edmund’s
- non davan ai Malandrini, o a chiunque altro, tranne Grant, perché
Grant lo sapeva.
Stava per dire ‘Nah, va bene, davvero’, ma qualcosa lo fermò. Sarebbe
stata una bugia e non c’era bisogno di men re, proprio ora.
“Non è ... non è orribile, ma è ... rumoroso. Devi sempre guardar le
spalle e nessuno si preoccupa davvero di te, per davvero. Devono
assicurarsi che tu non muoia, o che tu non venga arrestato, o che non
muoia di fame o altro, ma in realtà non gli importa molto”.
Non aveva più voglia di giocare ora. Infilò la mano nella tasca posteriore
e rò fuori le sigare e, accendendone una con la punta della bacche a,
poi lanciando la scatola a Sirius.
Sirius la tenne semplicemente, facendo scorrere il pollice su un pezzo di
carta stagnola che sporgeva dalla giuntura nella chiusura.
“So come ci si sente”, mormorò. Fu tu o quello che disse, ed era
abbastanza, in quel momento. Alzò rapidamente lo sguardo e sorrise:
“Guarda cosa so fare!”

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Fece scivolare una sigare a fuori dal pacche o e se la mise tra le
labbra. Uno sguardo di concentrazione gli balenò per un a mo negli
occhi, poi schioccò le dita e la sigare a si accese. Il suo sorriso si allargò
intorno allo spinello, e guardò Remus in cerca di lode.
“Acciden ,” Remus sorrise, “Sei intelligente.”

Sabato 22 dicembre 1976


“Cosa stai facendo?”
“secondo te?” Remus rispose severamente, da sopra il suo libro di
testo. Aveva trascorso alcune ore tranquille da solo a le o, finché Sirius
non era entrato in camera profumato di neve e cioccolata calda. Era
andato di nuovo a pa nare sul ghiaccio, e Remus aveva pregato di
andare da solo questa volta, cercando un po’ di calma.
“Non stai mica studiando a Natale?!” Sirius si lasciò cadere accanto a lui
sul le o, sembrando scandalizzato.
“Non è Natale, non è nemmeno la vigilia di Natale, è solo una giornata
normale. E mi piace leggere.” Remus si allontanò da lui, rotolando
indietro e sollevando il libro sopra la sua testa per leggerlo.
“Come sono cambia i tempi, eh Moony?” Sirius ridacchiò, togliendosi i
calzini e il maglione di lana spessa.
Era uno di quelli che gli avevano comprato i Po er - quest’anno i ves
di Sirius erano molto più pra ci e comodi di prima - niente di speciale
su misura o di taglio fine adesso. Era ancora molto evidentemente un
aristocra co, nato e cresciuto - questo era chiaro nel suo
comportamento, in ogni frase enunciata che pronunciava. Ma era più
felice, e questo lo dimostrava altre anto.
“Ricordo un ragazzo che odiava leggere, fare i compi e--”
“Mmh, e io ricordo qualcuno a cui invece piaceva, ed è arrivato primo in
ogni materia …” Remus si voltò, finalmente. “Cos’è successo, non è
piaciuta la concorrenza?”
“P . Potrei concorrere tranquillamente con voi tu , se volessi.” Non
era un vanto, Sirius era sempre stato eccezionale quando si tra ava di
magia intui va, e intensamente diligente nella ricerca - quando gli
andava bene.
“Allora perché non lo fai?”
“Preferisco fare altre cose”, alzò le spalle.

255
La conversazione era finita in un vicolo cieco - non era quasi mai
successo con Sirius, a meno che non venisse nominata la sua famiglia.
Questo argomento aveva sicuramente qualcosa a che fare con i Black -
o almeno Sirius pensava che così fosse.
Volevano che fosse Serpeverde, quindi è finito a Grifondoro. Volevano
che fosse un buon erede purosangue, così fece amicizia con i Po er e
scappò. Volevano che o enesse i migliori vo nei suoi esami per
dimostrare che i purosangue erano migliori di chiunque altro, quindi ha
usato i suoi talen esclusivamente in modi che li avrebbero infas di .
Remus tornò al suo libro. Due righe dopo, Sirius fece un lungo sospiro.
“Sono annoiato.”
“Vai a giocare a scacchi con il dinamico duo.” Remus rispose, rileggendo
la seconda riga.
“Uffa, non così annoiato. Ho passato tu a la ma na con loro. Sono
okay, ma merlino, è tu o così le erale. “
“Parla con James allora.”
“Ha la famiglia in visita, o qualcosa del genere. Parliamo dopo cena.
Comunque, non sono dell’umore giusto per parlare.” Remus mise giù il
libro.
“Oh?”
“Non voglio disturbar , però…” Disse Sirius,
innocentemente, avvicinandosi. “Può aspe are.”

Domenica 23 dicembre 1976


“Fammi vedere come rare un pugno, allora”
“Sul serio?!” Remus sospirò,
“Si, sono Sirius.” agitò le sopracciglia.
Remus geme e.
“Oh, dai,” Sirius rise, “Fammi vedere! Insegnami qualcosa, professor
Lupin.”
Stavano oziando in pigiama nella Sala Comune. La torre di Grifondoro
veniva ancora pulita ogni no e dagli elfi domes ci, ma le buffe creature
avevano avuto il buon senso di lasciare le lenzuola tagliate anche se
avevano riordinato tu i proie li. L’effe o era quello di uno strano
schermo che bloccava le finestre dall’altra parte, ad eccezione di cinque
raggi di luce solare invernale che filtravano a raverso i fori ritaglia .

256
“Okay, ma hai bisogno di qualcosa da colpire su cui non farai del
male.” Alla fine trovarono un pezzo di muro vuoto e vi eseguirono un
incantesimo ammorbidente.
Sirius rimase lì, ansiosamente, in a esa di istruzioni.
“Fare il pugno.” Disse Remus. “No, okay, non così ... sì, me lì il pollice,
a meno che tu non lo voglia ro o. Okay, ora me lo all’altezza delle
spalle ... sì, allora ... ehm ... “
Remus alla fine ricorse alla dimostrazione un paio di volte sul muro,
prima di riposizionare fisicamente le braccia di Sirius per o enere
l’angolo giusto, “Gambe divaricate, non sporger così in avan ... okay,
prova ora ...” Ci vollero circa ven minu , ma alla fine Remus ritenne
Sirius almeno abbastanza competente da poter fare un occhio nero a
qualcuno. “Dove l’hai imparato?” Sirius ansimò, euforico per il suo
successo. “St Edmund’s.”
“Oh, sì ...” Abbassò la testa.
“No, non così,” Remus scosse velocemente la testa, realizzando che
Sirius probabilmente lo stava immaginando mentre si schierava contro
un gruppo di enormi, duri babbani. “Alcuni dei ragazzi più grandi me lo
hanno insegnato, qualche estate fa. Erano tu un po’ rudi, gli piaceva
li gare, ma sono sta gen li con me.”
“Ah.” gli occhi di Sirius brillarono della luce della comprensione, “È stato
l’anno in cui hai iniziato la tua incursione nel crimine organizzato?”
“Il mio cosa?! Oh, sì, le sigare e. Sì, quell’estate.”
“Non dimen cherò mai che sei salito sul treno con quegli s vali.” “Ugh,
no.” Remus si coprì gli occhi con le mani. Si faceva piccolo ogni volta che
ricordava il modo in cui si era comportato: “Ero così odioso.”
“Non la pensavo così. Comunque, avevi una buona ragione.” Sirius si
strofinò le nocche. Sembravano rosse per aver colpito il muro così tante
volte, e Remus lo ò contro l’impulso di prendere la mano di Sirius nella
sua e baciare ogni dito.
“Hai, ehm ... trovato altro su Greyback?” Chiese Sirius,
provvisoriamente, strappando Remus dal suo stordimento.
“Sì, dei pezzi.” Non voleva chiudere la bocca, ma lo fece lo stesso,
sedendosi di nuovo e prendendo un giornale, solo per avere qualcosa
da tenere in mano.
“Moony, so che odi parlare di lui. “
“No, va bene.” Non stava prendendo in giro nessuno.
“Non pensi ... gli a acchi degli ul mi mesi ...”

257
Remus lo guardò, solo per controllare la sua espressione. Sembrava
ansioso, ma non spaventato. Almeno, non di Remus.
“Sì,” confermò con un secco cenno del capo, “è stato lui. Me l’ha de o
Moody.”
“Merda.”
“Si. Merda.”
“Non pensi che potrebbe venire a cercar ?”
“Non vedo perché lo farebbe.”
La menzogna sfacciata avrebbe dovuto scioccarlo, o almeno provocargli
una fi a di colpa. Ma ciò che aveva de o a Sirius era gius ficabile, si
disse Remus, era per proteggere i suoi amici.
Si toccò la cicatrice sul fianco sopra il pigiama. La stoffa era so le e, se
premeva leggermente, poteva sen re le fosse e e le grinze nella sua
carne prodo e da quei den orribili.
“Non è che lui possa farmi qualcos’altro adesso. Il peggio è già
accaduto.” “Moony.”
Non era una domanda o una richiesta, ed entrambi l’hanno lasciata
sospesa nell’aria.

Lunedì 2 dicembre 1976


“Abbiamo dell’erba?” Chiese Sirius mentre tornavano dalla colazione la
vigilia di Natale. Avevano schivato l’ennesimo torneo di scacchi con i
Corvonero. A Remus non importava davvero l’idea, ma Sirius aveva
deciso che erano intensamente noiosi e da non tollerare.
“Quando dici ‘noi’,” rispose Remus, asciu o, “Intendi me?”
“Bene, hai dell’erba?”
“No.”
“Ma sai dov’è.”
“Può essere.”
“Questo è il mio piccolo delinquente. Avan , fammelo vedere.”
Remus sospirò,
“Dovremmo andare fuori, nelle serre - e probabilmente fumarla anche
lì, non voglio che gli elfi domes ci sentano l’odore. Fa troppo freddo,
preferirei di no.”
“Andiamo, Moony. Non esci da anni!”

258
“Lo so, è stato intenzionale.”
“Dai.” Sirius lo stava trascinando per la manica adesso, e poiché non
c’era molto altro da fare, e non gli sarebbe dispiaciuta una canna,
Remus acconsen .
Presero i loro mantelli e lasciarono il castello, dirigendosi a raverso il
manto di neve che si diradava fino alle serre. Dietro di loro, sepol in
una scatola di la a, Remus disso errò i germogli illeci , avvol in giri di
carta marrone. Avrebbe dovuto ripagare il proprietario, se l’avessero
scoperto, naturalmente.
Le serre stesse non avevano neve sui te ; doveva essere abbastanza
caldo dentro.
“Potremmo entrare lì?” Suggerì Sirius, tremando.
“Sei ma o? La Sprite viene qui due volte al giorno per controllare le
mandragole. Dobbiamo andare da qualche altra parte.”
“La Stramberga?”
“Fanculo.” Remus ringhiò, senza pensare.
Sirius lo guardò, sorpreso, e scosse la testa, scusandosi,
“Odio lì. Per favore, da qualche altra parte?”
“Okay, scusa ... ehm ... ooh, lo so!” Questa volta prese Remus per il
polso, la sua mano non guantata ancora miracolosamente calda.
Remus ha capito dove stavano andando prima che arrivassero - ed è
stato davvero fantas co.
Si stavano appena avvicinando alla statua della strega con la schiena
gobba e un occhio solo, quando la studentessa Serpeverde del se mo
anno girò l’angolo dall’altra parte del corridoio. Si fermarono,
probabilmente con un’aria estremamente colpevole.
“Cosa state facendo voi due?” Chiese, inclinando la testa, fissandoli.
“S amo solo andando a fare una passeggiata.” Sirius rispose, arrogante,
“È un castello libero.”
“Fa niente.” la Serpeverde alzò gli occhi al cielo, annoiata e li superò,
con le ves che svolazzavano. Remus rò fuori la mappa non appena fu
fuori vista, e guardò il pun no con il suo nome proseguire verso la
biblioteca. Perseo
Flint.
“Bleugh,” Sirius fece una smorfia quando lo vide, “Penso che sia un
parente
...”

259
Entrarono nel passaggio segreto, lanciarono un incantesimo illuminante
e arrotolarono i mantelli in modo che potessero sedersi comodamente
sul pavimento di pietra.
“Avrei dovuto portare il giradischi,” disse Sirius, “Potremmo stare
abbastanza comodi qui, non so perché non ci ho mai pensato prima.”
“Tu e le tue fantasie di dimora nelle caverne,” lo assecondò Remus,
disponendo tu o il suo armamentario. Gli piaceva fare gli spinelli, era
un processo rilassante. “Non passeremo il resto del Natale qui.”
Trascorsero lì le poche ore successive, con le men vagan ,
mormorandosi tra loro stupide barzelle e o can cchiando canzoni
mezze ricordate. All’ora di pranzo erano famelici e ridacchiarono per
tu o il tragi o fino alla Sala Grande. Sirius aveva gli occhi rossi, pallido,
con un sorriso stupido, e Remus sapeva che non stava molto meglio. Era
solo grato che Silente non fosse lì; li avrebbe scoper in un istante.
Dopo pranzo furono coinvol in una par ta a scacchi, una volta che il
tavolo fu sparecchiato, e Sirius divenne effe vamente molto
compe vo nel suo tenta vo di ba ere Tina, che doveva essere la
campionessa in carica di Corvonero. Remus stava trovando difficile
concentrarsi e alla fine appoggiò la testa sul tavolo e cadde in un sonno
profondo.
Fu svegliato da una gomitata circa un’ora dopo.
“Stai russando, Moony.” Sirius ridacchiò.
“Tu o bene?” Chiese Tina, la sua faccia curiosa scrutava a raverso la
scacchiera. Aveva vinto, sembrava.
“Mmh? Oh, sì ...” cercò di sedersi in piedi, sentendo una fi a alla
schiena mentre lo faceva. “Mi dispiace, non devo aver dormito
abbastanza la scorsa no e.”
“Sembri piu osto pallido”, ha con nuato. I suoi occhi lo scrutarono
anali camente: “Forse dovres andare a le o per un po’? Sirius ha
de o che sei stato impegnato tu a la ma na in Erbologia, quindi non
mi sorprende se sei stanco.”
Sirius fece una risa na, compulsivamente, e Remus gli diede una forte
gomitata nelle costole.
“Sì, vado a sdraiarmi, ci vediamo.”
Tornò alla torre con passo lento, nel caso Sirius avesse deciso di
seguirlo, e poi perché l’anca gli faceva male per aver dormito in una
posizione stupida. La sua mente era più lucida e decise di fare un bagno
caldo, per vedere se sarebbe stato d’aiuto. Portò con sé il libro di testo
di Aritmanzia, sperando che gli impedisse di addormentarsi di nuovo.

260
Era in acqua solo da dieci minu quando la voce di Sirius irruppe nella
stanza del dormitorio,
“Moony?”
“Sono nella vasca da bagno.” Rispose. La porta si aprì, Remus balbe ò,
“Non ho de o che potevi entrare ...”
“Niente che non abbia visto.” Sirius rispose, arcigno.
Remus sba é le palpebre - Sirius stava davvero commentando la
recente svolta che la loro relazione aveva preso, o questa era solo
un’altra osservazione improvvisata? Forse ha parlato anche con James
nella vasca da bagno. Remus non sarebbe sorpreso. Sirius si appoggiò
con noncuranza al lavandino,
“James mi ha dato la password per i bagni del Prefe o, va di
andarci?”
“Sto bene qui, grazie.”
“Okay. Ho un’idea. “
“Si tra a di fumare erba in un tunnel?”
“Sì.”
“Brillante.”
“Non solo questo, però, ho voglia di una gita.”
“Ah sì?” Remus sorrise, chiudendo gli occhi e appoggiandosi allo
schienale.
Eccoci qui...
“Ti va di andare alla Testa di Porco?” Remus aprì gli occhi.
“Sembra un piano completamente folle.”
“Eccellente!” Sirius ghignò, “Andremo dopo cena, allora.”
Remus fece tenta vi incer di far cambiare idea a Sirius, ma quando un
piano era stato escogitato, generalmente era pra camente scolpito
nella pietra.
Sopra u o se si tra ava di infrangere le regole della scuola.
“Non mi è permesso entrare a Hogsmeade ...”
“Moony, è la vigilia di Natale.”
Così andarono. Dopo aver condiviso una lunga canna nel tunnel (alla
fine del tunnel, ovviamente - Remus non voleva essere sballato per la
lunga passeggiata a raverso il passaggio), si insinuarono nel negozio
(intascando qualche rana di cioccolato lungo la strada) e poi fuori nel
buio, sulla strada principale vuota.

261
I Tre Manici di Scopa erano l’unico posto che sembrava accogliente - ma
Sirius pensò che Rosmerta avrebbe potuto denunciarli alla McGrani se
li avesse vis lì dentro.
“Che sarebbe una cazzata totale”, sbuffò, “Ho diciasse e anni, dovrei
avere il permesso di fare quello che mi pare.”
La Testa di Porco non era così invitante come i Tre Manici di Scopa, ma
aveva comunque una specie di atmosfera. La clientela era riservata,
rannicchiata in gruppi che parlavano tra di loro; il barista era scontroso,
ma serviva Sirius e Remus senza fare domande, e riuscirono a trovare
un tavolo e degli sgabelli senza troppi problemi. C’era uno strano odore
in quel posto - qualcosa che a Remus piaceva molto, ma non riusciva a
riconoscerlo. Suscitò una strana sorta di desiderio dentro di lui, che
cercò di affogare nel whisky.
Bevvero molto e velocemente, presi dalla sovraeccitazione l’uno
dell’altro.
“Non bevo da Halloween.” Disse Remus, audacemente.
“Ugh, stavo così male quella no e,” Sirius rise, “Non ricordo nemmeno
la metà.”
“Io si.” Remus si irritò.
Sirius colse il suo sguardo e il sorriso cadde dal suo viso. Aggro ò le
sopracciglia e guardò il suo calice mezzo vuoto,
“Certo che ricordo quella parte, Remus.”
Si sen un po’ in colpa. Una piccola parte di lui voleva ancora punire
Sirius per il dolore che aveva causato, anche se, nel complesso, voleva
dimen care tu o ed essere solo felice.
L’alcol è fortunatamente la soluzione ideale per questo par colare
problema. Almeno, Remus lo pensava. Sorrise ampiamente,
“La prima volta che mi sono ubriacato”, ha vuotato il bicchiere, “È stata
quell’estate che ho preso gli s vali e le sigare e - pensavo di morire.”
“Io mi sono ubriacato a un banche o di famiglia quando avevo tredici
anni,” rifle é Sirius, ordinando altre due tazze con uno schiocco delle
dita, “Ma non così ubriaco come mi sono ubriacato per il tuo
compleanno quell’anno ... mia madre se ne accorse, e la bacche a è
uscita ...” Ha fa o un grande movimento con la bacche a in mano, e
imitando tagliente la voce di sua madre, “Un erede dei Black deve avere
un comportamento corre o in ogni momento,” zac, zac.
Remus trasalì, pensando ai polpacci di Sirius.
Sirius lo guardò di traverso, a metà della sua imitazione,

262
“Scusa,” disse, incrociando le braccia quando arrivarono i whisky, “Non
è divertente, non so perché mi comporto in questo modo.”
“Sei fuori, ora,” disse Remus, seriamente, “Non devi mai tornare
indietro.” “Sì,” biascicò Sirius, piegandosi sul sedile, “Adesso c’è tu o il
casino di Reg. Così piccolo e così ca vo - sai quante volte mi sono preso
la colpa per lui? Quante volte mi sono messo in mezzo ... era un vero
piagnucolone, e la mamma odia chi piange, dice che rende gli uomini
femminucce, li rende - beh, qualunque cosa, qualche stronzata, ma
comunque, Reg piangeva, e io lo facevo qualcosa di peggio per distrarla,
e poi faceva le sue cose,” slash, slash. I suoi occhi erano luminosi e le
sue guance erano rosa, “Sai se uno di noi due avesse appena imparato a
non arrabbiarsi, allora forse ... ma immagino che Reg abbia imparato,
alla fine, stronzo dal cuore freddo.” Fece un grande sorso. “Scusa, non
dovrei lamentarmi. Specialmente non per te. Sai tu o della mia
sanguinosa mancanza di autocontrollo.”
Remus impiegò un momento o due per realizzare che Sirius stava
parlando dell’incidente di Piton. Non voleva parlare di questo, la
conversazione era già abbastanza malinconica, e sapeva cosa succedeva
quando lasciavi che il drink bu asse giù.
“Non importa,” mormorò “Probabilmente è una buona cosa,
comunque. Non piango quasi mai, penso di aver perso la capacità ad n
certo punto. Forse sono come Reg.”
“Tu non sei come Reg.” Disse Sirius, con veemenza, stringendo il
ginocchio di Remus.
Remus gli sorrise, stupidamente, e Sirius ri rò la mano velocemente,
guardandosi intorno fur vamente nel caso il gesto fosse stato notato.
“Lo sen ?” Chiese Remus, sentendosi molto ubriaco ora.
Si s racchiò come un ga o. Era un odore così familiare, così profondo e
affascinante - come una preda, o ... no, era semplicemente fuori
portata.
“Birra stan a?” Suggerì Sirius, facendosi ridere.
“No, è un animale o qualcosa del genere ...”
“Scusa, amico”, ha alzato le spalle, “Potrei trasformarmi in un cane e
annusare, ma penso di essere troppo ubriaco per ricordare come
tornare indietro ...”
Lasciarono il pub, poco dopo. Il profumo aveva contagiato Remus,
irremovibile e irresis bilmente desiderabile, si sen va più che ubriaco -
quasi da lupo. Trasferì questa sensazione a Sirius, e lo spinse contro il
muro nell’oscurità di un vicolo, baciandolo ferocemente, premendo i

263
fianchi contro di lui. Alla fine Sirius dove e spingerlo via, usando più
forza del normale,
“Ehi”, sussurrò, “Non qui, qualcuno vedrà ...”
Si trascinarono indietro a vicenda da Mielandia, a raverso la porta e
nella can na - cosa di cui Remus sarebbe stato più che contento, ma
Sirius non lo avrebbe toccato di nuovo finché non fossero entra nel
tunnel buio e umido. Non erano sta insieme così prima, dopo aver
bevuto - e nessuno dei due aveva la presenza di spirito per accendere le
loro bacche e, quindi era buio pesto, ma Remus era bollente per il
whisky e Sirius era ansioso quanto lui ora che erano da soli, ed era lo
stesso di prima, solo meglio, più urgente, fluido e disordinato, e Remus
sen un’ondata di coraggio, prima di rarsi indietro e sprofondare in
ginocchio, tra enendo Sirius a posto, ed era snervante , ma dio, ne vale
la pena sen re quel sussulto sorpreso,
“Che cosa stai fa--? Oh!”

Natale 1976
Come c’era da aspe arsi, entrambi si svegliarono il giorno di Natale con
i postumi di una sbornia.
“Dimmi che c’è una cura, Moony,” si lamentò Sirius dal suo le o, “Sei tu
che prendi lezioni di guarigione ...”
“Sei tu che frequen pozioni,” borbo ò Remus da so o il cuscino. “Il
dolore è una cosa da pozione, io faccio tagli e abrasioni.”
“Inu li.”
“Sta’ zi o.”
Ma non andava bene, adesso era sveglio e nessuno dei due poteva farci
niente. Si arrampicò fuori dalle lenzuola, con la testa che ba eva a
ritmo doppio mentre camminava zoppicando a raverso la stanza verso
il bagno. “Doccia fredda,” mormorò al le o di Sirius, “Poi colazione.
Uova fri e, fida di me.”
Non potevano affrontare l’apertura dei regali e decisero di lasciare
l’a vità per dopo, invece, scesero fa cosamente a mangiare, senza
pe narsi i capelli o fare mol sforzi per sembrare svegli. Silente era lì e
sorrise loro con benevolenza mentre si sedevano a tavola,
“Buon Natale, a tu !” Tuonò, allegramente, apparentemente ignaro
del sussulto di Sirius e Remus.

264
La colazione migliorò le cose, in qualche modo - almeno aiutò i loro
stomaci, e in seguito tornarono con entusiasmo alla torre per aprire i
regali. Remus riceve e il solito assor mento di penne, cioccola ni, libri
e biancheria, come al solito, e fu molto contento di riceverli.
Niente dalla Dire rice quest’anno: immaginava che avesse deciso di
tagliare i legami in an cipo, visto che dopo il suo diciasse esimo
compleanno non ci si aspe ava che tornasse a St Edmund’s. Respinse
quel pensiero accendendo una sigare a.
James si mise in conta o con loro poco dopo, a raverso lo specchio, e
si augurarono un felice Natale,
“State bene voi due?” Aggro ò la fronte a raverso il vetro, “Sembrate
un po’ malmessi.”
“Sbronza,” grugnì Sirius.
“Sono geloso.” James ha risposto.
“Strano.” Disse Remus.
Successivamente, fece un pisolino, ancora stanco della no e prima, e si
svegliò in tempo per il pranzo.
Secondo Remus, era fondamentalmente un perfe o giorno di Natale.

Santo Stefano 1976


“Perché comunque si chiama Santo Stefano?”
“Nessuno lo sa,” Remus sbadigliò sul suo porridge, “È uno dei grandi
misteri della vita.”
“Deve essere una cosa babbana. Chiederò al mio professore di
Babbanologia.”
“Fai Babbanologia?” Il Serpeverde, Flint, lo stava fissando dall’alto del
tavolo.
Sirius lo guardò male, poi gli voltò le spalle, ignorandolo.
Remus con nuava a mangiare, lo zucchero di canna che si scioglieva
sulla sua lingua e loro ginocchia sba evano so o il tavolo, era delizioso.
All’improvviso arrivarono i gufi, stridendo nell’ingresso con un’urgenza
insolita. Ce n’erano anche più del solito. Remus realizzò che Silente e la
McGrani non erano a colazione. Tina, seduta di fronte, prese per
prima la sua le era e l’aprì.

265
“È di mamma ...” i suoi occhi si spalancarono e si alzò immediatamente
dal tavolo, uscendo di corsa dal corridoio. Flint fece lo stesso, poi
Arnold.
“Cosa sta succedendo?” Chiese Remus, mentre il professor Vi ous
sospirava pesantemente, scuotendo la testa. Porse ai due ragazzi
rimas una copia della Gazze a del Profeta. Si sporsero insieme per
leggerlo.

BABBANI ATTACCATI, CRISI DI NATALE


La scorsa no e, mentre migliaia di persone dormivano al sicuro nei loro
le durante la no e di Natale, più di cento babbani in tu a la Gran
Bretagna sono sta a acca nelle loro case. L’ufficio dell’Auror ha
confermato questa ma na che gli a acchi erano di natura magica e
des na a causare danni. Gli a acchi hanno avuto luogo in un certo
numero di località, apparentemente prendendo di mira famiglie con
legami con il mondo magico, quelle con paren magici o una storia di
relazioni magiche-babbane. Le offese vanno da malvagità minori a, in
alcuni casi, l’uso di maledizioni senza perdono. Al momento non ci sono
sospe . Il ministro della Magia dovrebbe rilasciare una dichiarazione
più tardi oggi.

La professoressa McGrani arrivò mentre leggevano, con Flint, Tina e


Arnold in punta di piedi. Sembrava che Tina avesse pianto. Flint si
accigliava miseramente.
“Avete tu sen to la no zia.” Disse la professoressa, la sua voce più
so le del solito; affa cato e stanco. “Se i tuoi genitori hanno chiesto
di tornare a casa, prenderemo subito accordi per assicurarci che arrivi
sana e salva.” “C’è qualcosa che possiamo fare, professore?” Sirius si
alzò, aggro ando la fronte.
Flint roteò gli occhi.
“No, signor Black, grazie. Rimani semplicemente calmo e vai avan
come al solito.”
“Per favore, professor Vi ous,” singhiozzò Tina, “devo andare a casa
adesso, è mia zia ...”
Arnold le mise un braccio intorno alle spalle e sussurrò qualcosa di
confortante.
“Andiamo, Moony,” mormorò Sirius, “Vediamo se James sa qualcosa...”

266
“Non so niente!” Disse James, quasi non appena aprì lo specchio per
rispondere alla loro chiamata. “Papà è andato al Ministero con Moody,
mi hanno fa o leggere il giornale, ma non c’è nient’altro. Tu sanno chi
è stato, però: i Mangiamorte.” Sirius annuì, gravemente.
“Voldemort?” Remus chiese, “Ha così tan seguaci? Più di cento, diceva
il giornale, in tu o il Paese, in una no e ...”
“Devono essere più di quanto si pensasse.” Disse James.
“Bene,” Sirius si mise a sedere, la sua bocca una linea cupa, “La mia
famiglia da sola rappresenterebbe almeno ven .”
“Non sono la tua famiglia”, disse James, ferocemente.
Lui e Sirius si fissarono per un po’, e Remus si spostò, leggermente,
sentendosi invadente. La rabbia di Sirius stava aumentando, Remus non
aveva bisogno di sensi potenzia per capirlo.
“Se Reg fosse uno di allora, io ...”
“Black!” James sibilò: “Nessuno sa chi fossero, nessuno di loro è
sospe ato. Calma , okay? Moony, ci sei?”
“Sì,” Remus si trascinò di nuovo nella visuale dello specchio. James lo
guardò,
“Non lasciare che sia un idiota su questo, va bene?”
“Cosa vuoi che faccia?!” Chiese Remus, perplesso.
Le crisi familiari di Sirius erano di solito il lavoro di James. Il ruolo di
Remus era diverso. “Basta distrarlo!”
Remus personalmente non pensava che fosse l’idea migliore. Non si
sarebbe sbarazzato del problema - e James quasi sicuramente non
approverebbe le tecniche di distrazione di Remus.
Sirius parlò a James ancora un po’, e Remus li lasciò fare. Pensò con
nostalgia allo spinello sul comodino al piano di sopra. Probabilmente
non era il momento appropriato.

Giovedì 27 dicembre 1976


Arnold, Tina e Flint tornarono a casa il giorno di Santo Stefano, quindi
da quel momento erano solo loro due (e gli insegnan , ovviamente, ma

267
sembravano essere in una conferenza senza fine, la faccia della
McGrani diventava sempre più stanca ogni volta Remus la vedeva).
Sirius era sempre imbronciato. Non voleva uscire, non voleva restare.
Non voleva fumare, né bere, né mangiare, né giocare. Voleva solo
sbuffare. Remus sarebbe stato molto contento di lasciarlo in pace, se
solo non avesse influenzato così tanto l’intera atmosfera del castello.
Provò l’idea di distrazione di James.
“Vuoi giocare a quel gioco?”
“Nah, sono una schifezza.”
“Sì, ma io non lo sono.”
“Giocaci, allora.” Si rannicchiò sulla sedia, le braccia conserte.
Remus sospirò,
“Vuoi uscire con la tua scopa? Vengo con te e tu o il resto.”
“Non ho la mia scopa qui.”
“Possiamo prenderli in pres to dal capanno. A Bumb non dispiacerà.”
“Nah, non mi piace usare le scope di altre persone.”
“Snob.”
Nessuna risposta.
“Scacchi?”
“Noioso.”
“Compi ?”
Questo è stato appena accolto con uno sguardo oscuro.
“Vuoi un pompino?”
“Porca troia, Moony!”
“Che cosa?! Sto finendo le opzioni, Gesù. Sto solo cercando di rar su
di morale.”
“Non voglio rallegrarmi.”
“Sì, questo è chiaro.” Giocherellò con un filo sciolto sulla manica, “Vuoi
andare dai Po er?”
Sirius alzò lo sguardo,
“Che cosa?”
“Non mi importa,” disse Remus, onestamente. “Se hai bisogno di
vederli. Se ... hai bisogno di James.”
Per un momento, Remus non fu sicuro di cosa stesse facendo Sirius.
Sembrava prendere in considerazione l’idea, e Remus desiderò di non
averlo suggerito. Ma lui scosse la testa.

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“Nah.” Disse, “Che po di amico sarei se lasciassi qui da solo?”
Questo tranquillizzò Remus, che intanto aveva rato il filo sulla manica,
staccandolo,
“Be’, non sei un granché in questo momento, ad essere ones . So che
sei di ca vo umore, ma ... “
“No! Non sono dell’umore giusto.” Sirius sputò, arrabbiato, “Sono
incazzato. Sen , non sai cosa vuol dire avere una famiglia là fuori a fare
Merlino sa cosa - le persone con cui sono veramente imparentato,
Moony.”
“Oh Dio, cambia il dannato tono!” Remus geme e, alzandosi per
pungolare il fuoco, scusa James, pensò, non sono te. “Povero Sirius
Black, il ragazzo ricco viziato con la famiglia malvagia.”
“Oi, stai a ento a quello che ...”
“Be’, mi dispiace, ma sono sei anni che va avan . No, non so com’è,
perché non ho una famiglia, figuriamoci una malvagia. Sai cosa ho? Un
branco di malede lupi mannari, in a esa che io diven maggiorenne
per poter finalmente andare e unirmi a tu gli altri mostri.”
“Moony ...”
“C’è un fo uto assassino di bambini che uccide di massa la fuori che mi
aspe a. E non molto altro, ad essere ones . Non ho i Po er, o uno zio,
non ho nemmeno un futuro da capogiro. Quindi, se non dispiace,
preferirei non sedermi qui intorno ad ascoltar mentre lagni di
quanto sia difficile avere una famiglia.”
Aveva deciso a metà del discorso che sarebbe scappato via, ma non
voleva che finisse così. Non si arrabbiava così tanto da molto tempo - e,
come sempre, era stato Sirius a rar fuori la rabbia. Andò in biblioteca,
perché non c’era nessun altro, e perché Sirius avrebbe quasi
sicuramente guardato lì per prima cosa.
Era strano, camminare per i corridoi e le scale vuo . Poteva sen re i
ritra sussurrare mentre passava, e non gli piaceva.
Quando arrivò in biblioteca, si rese conto che non aveva pianificato un
passo successivo. Aveva lasciato tu i compi nel dormitorio, quindi
non poteva controllare i suoi appun . Avrebbe potuto evocarli,
supponeva, ma questo in qualche modo non era quello che voleva.
Remus andò allo scaffale più vicino, rò fuori un libro a caso e si mise
seduto sulla sedia più comoda che potesse trovare con esso. Era sulle
pozioni. Non aveva mai fortuna.

269
Per la prima volta in pochi anni, Remus usò Le uncula Magna per
leggere. Era più facile e la sua testa era troppo disordinata per
concentrarsi. Tu avia, lo calmò.
“Remus.”
Chiuse gli occhi e inspirò, prima di alzare lo sguardo.
“Scusa se ho gridato, Padfoot.”
“Scusa se mi stavo lamentando.” Sirius si strinse nelle spalle. “Be’, a
volte va bene essere arrabbia . È normale.”
Remus sorrise, posando il libro. Si alzò e si avvicinò all’ingresso della
biblioteca, dove Sirius stava, con le mani in tasca, come un bambino
contrito.
“Sono stato una testa di cazzo, però, non avrei dovuto dire quelle cose.”
“Ah, erano vere. Sono un moccioso ricco viziato.”
“Sì.” Remus ghignò, arruffando i suoi capelli perfe , “Non mi dispiace,
però.”
“Possiamo fare una di quelle cose che volevi fare, ora. Se vuoi ...?”
“Quale? Scacchi?”
“Oh sì,” Sirius inarcò un sopracciglio, “Sicuramente scacchi.”

Venerdì 28 dicembre 1976


“Vuoi parlare di quella cosa?” Chiese Sirius, nel tardo pomeriggio.
Aveva finalmente permesso a Remus di andare avan con i suoi compi
e stava giocando a un gioco di solitario con un mazzo di carte che aveva
trovato. Remus non aveva mai visto Sirius occupato in un’a vità così
tranquilla prima, e con nuava a lanciare sguardi fur vi.
“Mh?” Alzò lo sguardo dalla sua Erbologia, fingendo di essere stato
completamente assorbito dall’iden ficazione dei petali.
“Vuoi parlare di quella cosa?” Ripeté Sirius, guardando ancora le sue
carte, “La cosa di Greyback?”
“Oh, quello.” La gola di Remus si seccò. “No, non lo so. Grazie
comunque.” “Se sei sicuro …” disse Sirius, sollevando una carta e
me endola su un’altra pila. “Solo … perché hai de o che non pensavi
che stesse cercando, ma ieri hai de o ...”
“Si lo so.” Remus disse, sentendo il suo ba to accelerare, “È solo che…
non voglio pensarci adesso. Okay?”
“Va bene allora.” Sirius alzò lo sguardo e sorrise.

270
Remus ricambiò il sorriso, e provò un tale aumento di amore per Sirius
Black che lo fece girare la testa.

Sabato 29 dicembre 1976


“Hai sbagliato!” Remus applaudì, allegramente, mentre le biglie di Peter
andavano oltre la linea di meta.
Sirius sospirò.
“Sapevo che era un po’ ambizioso.”
“Dovremmo lasciar perdere,” disse Remus, riada ando le lenzuola
appese,
“Immagina di giocare con più persone.”
“Evans ci farebbe smontare tu o.”
“Solo dopo che ci ha provato, scomme o.”
“Ti piace, vero?”
Remus gli diede uno sguardo acuto,
“Non questo discorso di nuovo…”
“Che cosa?!” Sirius fece un sorrise o, facendo levitare una mela dalla
fru era che gli elfi avevano lasciato fuori.
“Sei ossessionato dall’idea di trovarmi una ragazza.”
“Non lo sono. Voglio solo che tu non perda nessuna di queste cose.”
Sirius fece passare la mela a raverso il buco più grande e colpì l’aria,
“Sì!” “Cinque pun .” Remus replicò, asciu o, “Te ne mancano ven .” Si
schiarì la gola, “E comunque non mi sto perdendo niente.” “So che non
pensi di farlo, Moony, ma sto solo dicendo ...”
“Beh, non farlo.”
“Non essere arrabbiato con me.”
“Non lo sono.” Remus sparò un calamaio contro le lenzuola così forte
che lo mancò, e schizzò il tessuto bianco con una macchia blu brillante.
“Sembri piu osto arrabbiato.” Sirius abbassò la sua stessa bacche a,
voltandosi verso Remus.
Remus non lo guardò.
“Non voglio una ragazza, quante volte devo spiegartelo?”
“So che lo dici, ma ... non posso fare a meno di pensare che ci debba
essere una ragione dietro ... penso di sapere perché.” Sirius si spostò,

271
goffamente, e Remus lo guardò di traverso, con il cuore che gli ba eva
forte nel pe o.
Avrebbe dovuto aspe arselo, alla fine.
“È a causa della cosa del lupo mannaro, non è vero?” Disse Sirius.
Remus aprì la bocca, poi la richiuse.
Veramente? Davvero?! Si sede e, la testa tra le mani, e cercò di non
ridere.
Sirius lo scambiò per qualcos’altro, e disse, gen lmente,
“Sei preoccupato che una ragazza lo scopra, giusto? Ma, voglio dire,
Evans lo sa, e lei sta bene, quindi non vedo perché non potres trovare
qualcun altro ... e le tue cicatrici non sono così bru e come pensi che
siano.” “Oh veramente?” Remus sbuffò.
“Sì,” Sirius annuì, incoraggiante, “Sono fantas che. E tu ... voglio dire,
sai, hai un bell’aspe o. Sei alto e uhmm... “
Remus lo guardò, curioso. Sirius Black stava arrossendo.
Gesù Cristo, pensò Remus, in cosa ci siamo caccia ?

Domenica 3 dicembre 1976


“Fino a che punto pensi che siano anda Pete e Desdemona?”
“Ugh, perché ci stai pensando?” Remus arricciò il naso nell’oscurità.
“Non lo so,” rispose Sirius, “Non riesco a dormire.”
Remus rotolò su un fianco, e guardò a raverso la camera da le o, dove
Sirius giaceva nel suo le o. Poteva chiaramente dis nguere il suo
profilo pallido, era sdraiato sulla schiena, fissando il baldacchino, le
braccia dietro la testa. “Non sei stanco?” Chiese Remus. Erano sta
entrambi nel suo le o, solo un’ora prima. Sen va acutamente l’assenza,
ma non c’era niente da fare al riguardo.
“Suppongo di no. Con nuo a pensare a domani.”
“Domani?”
“L’ul mo giorno dell’anno.”
“Sì.”
Sarebbe stato anche il loro ul mo giorno da soli. Tu sarebbero dovu
tornare il primo gennaio e la bolla in cui avevano vissuto negli ul mi
undici giorni sarebbe scoppiata.
“Pensieri?” Chiese Remus, sbadigliando.

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“Non proprio. Solo le solite cose. “ Sembrava triste. “Cose che dovrei
sme ere di fare.”
“Uhmm.” Remus pensò velocemente, “Perché non pensi alle cose che
vuoi fare?”
“Tipo cosa?”
“Oh, non lo so,” Remus soffocò un altro sbadiglio, “Tipo come parli
sempre di andare a Londra? La Londra babbana. Cioè, voglio dire, non
solo uno squat losco a Mile End.”
“O si!” Sirius disse, rallegrandosi, “Dovremmo farlo, in estate. Possiamo
andare a Carnaby Street?”
“Non vedo perché no.”
“Voglio imparare a suonare la chitarra.”
“Certo che lo farai ...”
“E andare in campeggio.”
“Mmmh.”
“E vedere Bowie in concerto.”
Remus sorrise, dolcemente, ascoltando i sogni di Sirius mentre si
addormentava.

Lunedì 31 Dicembre 1976


“Conosci qualche incantesimo di cucito?” Chiese Remus, pensieroso,
sorseggiando una tazza di tè dalla sua poltrona preferita e alzando lo
sguardo verso le lenzuola che oggi avrebbero dovuto staccare.
“Perché dovrei conoscere incantesimi di cucito?” Chiese Sirius, dal
pavimento. Era seduto su un calderone con un libro accanto a sé,
cercando di creare i suoi fuochi d’ar ficio per festeggiare il capodanno.
“Stavo solo pensando alle lenzuola ...”
“P ,” Sirius agitò una mano, “Non se ne accorgeranno nemmeno.”
“Dovremmo riparare anche quella sfera di cristallo che abbiamo ro o.”
“Nah.”
“E probabilmente dovrebbero cercare quei pezzi degli scacchi che sono
anda … persi ...”
Due giorni prima avevano accidentalmente sparato un intero set dalla
finestra. Avevano richiamato indietro la maggior parte dei pezzi, ma la
regina e due cavalieri erano ancora tra i cespugli da qualche parte so o.

273
“Guarda, tu sapevano che saremmo sta qui solo noi due per Natale,”
rispose Sirius, agitando la bacche a con a enzione sopra il calderone,
“Era loro responsabilità rinchiudere tu o ciò che non volevano che
lanciassimo dalla finestra.” “E il le o di Peter?”
“Ha smesso di fare quel rumore strano, ora.”
“Sì, ma scricchiola ancora quando ci si siede sopra.”
“Scoprirà come risolvere il problema o chiederà a Desdemona di
aiutarlo. Ti preoccupi troppo.”
*BOOM*
Il contenuto del calderone esplose in faccia a Sirius, facendolo cadere
all’indietro e riempiendo la stanza con una nuvola di fumo verde lime.
Remus corse alla finestra, tossendo, cercando di non ridere
dell’espressione sorpresa di Sirius, con la faccia nera di fuliggine.
“Te l’avevo de o che avremmo dovuto chiedere a Vi ous.”
La polvere si era depositata e ora l’intera stanza era ricoperta da una
so le pellicola verde. Remus inarcò un sopracciglio. Sirius sorrise,
“Lasciamo fare agli elfi domes ci? Vado a fare la doccia.”

Alla fine Sirius andò dal piccolo professore di Incantesimi, che fu fin


troppo contento di impar re qualche consiglio sulla creazione dei
fuochi d’ar ficio perfe , senza pozioni o calderoni disordina .
“Mi ha fa o prome ere di non dire alla McGrani che è stato lui ad
insegnarmi, però,” Sirius rise, “Si è guadagnato la mia s ma, vecchio
furbo.” “Non posso credere che tu sia andato senza di me. Io sono il
migliore in Incantesimi.” Remus mormorò, mentre si avvicinava alla
finestra della loro camera per sedersi sul davanzale accanto a Sirius.
“Stavi dormendo!” Sirius gli diede una gomitata giovialmente.
“Non importa.” Remus borbo ò, incrociando le braccia per il freddo. Le
loro gambe penzolavano precariamente oltre il bordo, ma Remus non
aveva paura delle altezze come una volta. Ringraziò l’inarrestabile
addestramento della scopa di James per questo.
Aveva solo fa o un pisolino prima per assicurarsi di poter rimanere
sveglio fino a mezzano e, che ora era a pochi minu di distanza.
Fuori era molto silenzioso e, a parte l’occasionale rumore degli animali
che si alzava dalla Foresta Proibita, o il debole grido dei gufi nella
guferia, avrebbero potuto essere completamente soli al mondo.

274
Si accontentavano di sedersi in questo silenzio, mentre gli ul mi istan
del 1976 scivolavano via so o un gelido cielo invernale. Remus provò
un profondo senso di soddisfazione e contentezza.
Stava bene. Non vedeva l’ora di rivedere James, Peter e le ragazze. Non
vedeva l’ora che arrivasse il semestre primaverile. Tu avia, non appena
l’Espresso per Hogwarts fosse entrato nella stazione il pomeriggio
successivo, tu o ciò che lui e Sirius avevano condiviso nelle ul me
dodici no avrebbe dovuto essere riordinato e rinchiuso fino a quando
non fosse stato possibile riportarlo alla luce.
Sirius alzò il suo orologio da tasca - uno che aveva ricevuto per il suo
diciasse esimo compleanno dai Po er. Lo sollevò in modo che anche
Remus potesse leggerlo. Mancano cinque secondi.
Sirius gli sorrise e gli strinse il ginocchio.
“Pronto?” Sollevò la bacche a.
Remus sorrise di rimando e annuì,
“Pronto.”

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Pessima luna crescente  
Gather ‘round all you people
Watch me while you can
Been trawling too long,
I’ve been losing out strong
For the strength of another man

I’ve been hasty, wasty


standing on the backstep
Wai ng for the phone to
ring
But this semi-acous c love affair
Is driving me to the brink

I’m just looking for a friend


I’m just looking for a friend
You don’t have to be a big
wheel, you don’t have to
be the end I’m just looking
for,
looking for a friend

Martedì 1 gennaio 1977


“Arrivano!” Sirius stava pra camente saltellando accanto a Remus
mentre guardavano le carrozze senza cavalli avvicinarsi ai cancelli del
castello. “Grazie Dio.” Remus scherzò, “Qualche conversazione
intelligente.”
“Oh stai zi o, in realtà mi ami.” Sirius gli diede un calcio nello s nco. È
vero, pensò Remus, pietosamente, è malede amente vero. Ma
ovviamente, non era quello che intendeva Sirius.
James scese dalle carrozze misteriosamente trainate come un soldato di
ritorno dalla guerra. Lui e Sirius si sorrisero l’un l’altro, finché Remus
pensò che loro due si sarebbero potu baciare, non Sirius e Remus. Lily
e Peter scesero dalla carrozza dietro, e Remus l’abbracciò e gli fece un
cenno.

276
“Passato un buon Natale?” Lily chiese; “Grazie per i cioccola ni!”
“Grazie per i guan ”, rispose lui agitandoli verso di lei per mostrarglieli,
“Davvero caldi.”
“Sì, grazie per i guan , Evans,” James agitò le proprie mani coperte di
lana. Lily arrossì profondamente e borbo ò qualcosa sul non voler
escludere nessuno.
In precedenza, Remus e Sirius avevano camminato da soli a raverso un
castello di sale vuote che echeggiavano con i sussurri dei ritra e gli
inquietan fantasmi alla deriva. Ma mentre tornavano tu insieme, era
come se la scuola si trasformasse in un istante. Le lastre di pietra
n nnarono per le indaffarate chiacchiere degli amici che si riunivano,
ogni arco e ogni colonna si riempirono di studen ves di nero. Remus
sen che si stava risvegliando da un sogno strano e silenzioso.
Era incredibile quanto velocemente tu o tornò alla normalità: Peter e
Desdemona iniziarono a li gare quasi immediatamente, Lily incalzò
James a metà cena, Mary aveva delle storie sul suo nuovo ragazzo, a cui
Marlene alzava gli occhi al cielo. Sirius aveva occhi solo per James,
ovviamente, ma Remus era profondamente consapevole degli sguardi
che stava ricevendo dagli altri tavoli - tu e le cartoline di Natale senza
risposta erano tornate al castello.
“Allora, cosa avete combinato voi due?” James chiese, con la bocca
piena di roast beef, “Non mi hai raccontato molto quando abbiamo
parlato ...”
Sirius e Remus si guardarono l’un l’altro solo per un breve momento,
abbastanza a lungo da perme ere a Remus di notare la scin lla di
panico in Sirius e sorridere a James,
“Ho passato la maggior parte del tempo cercando di tenere Padfoot
fuori dai guai, ovviamente.”
James e Peter risero, e quello era tu o ciò di cui tu avevano bisogno.
Sirius si ricompose, abbassando le spalle, e Remus lo guardò da so o le
sue ciglia. Non avrebbe funzionato. Era fin troppo impossibile.
La no e prima, appena prima di addormentarsi, Remus aveva preso
una decisione. Doveva parlare con Sirius. Lo trovava ironico, che dopo
giorni e giorni passa a parlare, la soluzione sembrava quella di parlare
ancora. Ma questa volta avrebbe fa o Sirius ascoltare.
Aveva solo bisogno di un’opportunità, sapeva non sarebbe stato facile.
Un’opportunità e solo un po’ più di tempo. Non era ancora abbastanza
coraggioso. Adesso, ogni canzone che sen va gli ricordava Sirius; ogni
frase sdolcinata in ogni romanzo. Forse non era ancora pronto a

277
rinunciare a tu o. Sirius certamente non lo era. Remus aveva provato a
interrogarlo, dopo che tu erano torna da pochi giorni, e Sirius aveva
acce ato un invito a Hogsmeade da Emmeline Vance.
“Non pensi che dovremmo fermarci? Non crea un po’ di confusione?”
“Perché dovrebbe creare confusione? Non è la stessa cosa.” Sirius
inarcò le sopracciglia con sincera sorpresa.
“Oh.” Disse Remus, piano. Era contento che fossero in un ripos glio, e
fosse buio, “Oh, non lo è?”

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Beh no. Lei è ragazza. Tu sei Moony.”
“Cosa significa?”
“Significa solo ... sai. Io e te ... non siamo ... e lei ... ehm ... oh, per
l’amor del cielo”, si irritò e smise di spiegare; “Non vedo alcun mo vo
per cui dovremmo fermarci, okay? È divertente, no?” “Si.” Remus
sospirò.
“Sen , se qualcuno chiedesse di uscire, ovviamente andrebbe bene.”
“Giusto.” Remus annuì, “Gen le da parte tua.”
“Oh, andiamo, non fare così ...” Sirius iniziò a baciargli il collo, e Remus
non fu in grado di discutere oltre.
Aveva avuto molte opportunità, davvero. Era debole come Sirius,
quando tu o era stato de o e fa o.
Inoltre, era solo un segreto - come aveva de o una volta Sirius, molto
prima che tu o si complicasse; ‘Non sei Moony se non hai un segreto’.
Poteva mantenere i segre . Ma stava diventando più difficile,
specialmente durante la luna piena, quando i suoi nervi erano più so li
e ogni emozione bruciava appena so o la pelle. Poi vedeva Sirius con
una ragazza o un’altra, la guardava mentre toglieva i capelli dal suo
maglione di scuola o gli aggiustava la crava a o gli avvolgeva le braccia
intorno alla vita e voleva farla a pezzi. A volte pensava dovesse essere
così ovvio, sicuramente tu avrebbero potuto capirlo - sicuramente
James avrebbe potuto capito? Remus si sedeva con loro, o camminava
accanto a loro, o faceva colazione, e i suoi occhi incrociavano quelli di
Sirius, e come poteva nessun altro capirlo?
Lo faceva sen re in colpa. Remus si chiese se stesse mentendo a Sirius
anche più di quanto Sirius stesse mentendo a sé stesso. Remus era
disonesto su quello che voleva, su quanto tu o significasse per lui, e
alla fine vedeva che stava confondendo Sirius ancora di più. La cosa
migliore era chiarire tu o, quindi affrontare le conseguenze.
Non ancora, però. Forse dopo la luna piena.

Giovedì 6 gennaio 1977


Remus si svegliò fuori. Questo era un male.
Il cielo sopra era azzurro e crepato di nuvole. C’erano alberi, rami neri e
stor . La brezza era fresca sulla sua pelle e la le era di foglie era

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morbida so o di lui. Non andava bene, ma era più piacevole del solito.
Sba é le palpebre contro la luce del ma no e si guardò intorno, per
vedere i suoi tre amici che lo osservavano con cautela.
Sirius si tolse velocemente il mantello e lo porse a Remus,
“Tieni, fa freddo ...”
Che è successo? Perché non siamo torna nella baracca?” Remus
aggro ò la fronte, avvolgendosi il mantello. Notò che James stava
ansimando forte e si teneva il braccio in un modo strano, “Ti ho fa o
male, Prongs?”
“Non apposta,” James scosse la testa, ovviamente desideroso di
mantenere
Remus calmo, “Eri ... con nuavi a cercare di allontanar da noi, tu o
qui. Non siamo riusci a convincer a seguirci normalmente, nemmeno
Padfoot.”
“Ricordo ...” Remus aggro ò la fronte e si alzò in piedi, “Stavamo
cacciando?”
“Tu stavi cacciando.” Sirius disse, guardandolo in modo strano, “C’era
qualcosa a cui volevi davvero arrivare. A Hogsmeade.”
“A Hogsmeade ...?” Tu o gli tornò indietro come un bru o sogno. Quel
profumo. L’aveva annusato per la prima volta la vigilia di Natale alla
Testa di Porco, e anche allora aveva capito di cosa si tra ava. Come
poteva essere stato così stupido?
“Sei sicuro di non essere ferito?” Chiese Remus, di nuovo, guardando
James. James annuì con fervore, i suoi capelli disordina ondeggiarono
nella brezza ma u na.
“Andiamo”, fece un cenno con la testa, “Dobbiamo riportar alla
baracca prima che arrivi Madama Chips ...”
Li seguì, camminando con cautela sul suolo sassoso della foresta a piedi
nudi. “Non siamo troppo lontani,” disse Sirius, camminando
lentamente accanto a lui, “Siamo riusci in un certo senso a ... guidar
nella giusta direzione ... ma tu hai con nuato a cercare di superarci.”
“Dovete tornare tu al castello,” disse Remus, incapace di incrociare i
loro occhi, “Penso ... penso che potrebbe essere successo qualcosa la
scorsa no e.”
“Non è successo niente, Moony,” disse Peter, “non abbiamo perso di
vista una volta, giuro.”
“Va bene,” annuì Remus. Si poteva vedere la baracca adesso; “Ma
dovreste comunque andare. Fidatevi di me.”

280

Per fortuna, lo fecero; tu o ancora scosso da qualunque cosa fosse
accaduta appena prima che Remus tornasse nel suo corpo umano.
Remus entrò nella baracca, si ves e si sede e in silenzio sul le o ad
aspe are Madama Chips. Lei non venne. Al suo posto, fu la McGrani
ad aprire la botola, quasi un’ora dopo l’alba.
“Signor Lupin,” disse, nel solito modo vivace che usava quando una
punizione era in arrivo.
“Dov’è Madama Chips?” Chiese, sentendo improvvisamente molto
freddo.
Ha altri affari questa ma na, a Hogsmeade,” disse la professoressa,
con il viso segnato dalla preoccupazione, “Mi ha chiesto di
accompagnar . Sei ferito?”
“No, sto bene. Cos’è successo a Hogsmeade?”
“Vieni, Lupin,” disse la sua insegnante, voltandosi rapidamente di nuovo
nel tunnel, “Se stai abbastanza bene, allora dovremmo tornare al
castello il più rapidamente possibile.”
“Per favore”, dove e camminare velocemente per starle dietro, cosa
non facile quando le tue ossa si stanno ancora sistemando nelle loro
solite posizioni, “Per favore, professoressa, cosa è successo a
Hogsmeade?”
“Temo di non poter ...”
“È stato un lupo mannaro, non è vero? Un a acco?”
“Remus.” Si voltò e lo guardò. Ormai si guardavano negli occhi, e lui
stava ancora crescendo. “Come lo sai?” Chiese, bruscamente.
“Potevo annusarlo - l’altro. Sapevo che erano nelle vicinanze. Non sono
stato io! Lo giuro.”
“No, lo sapremmo se fossi scappato.” Sembrava molto sicura, quindi
non obbie ò. “È stato bru o?”
“... Sì.”
“Qualcuno è morto?”
“Temo di sì. Ora non posso davvero parlarne, quindi torniamo al
castello, va bene? So che Poppy di solito ene in infermeria per un
giorno o giù di lì per riposar , ma pensi che potres andare alle lezioni
come al solito oggi?
Penso che sarebbe meglio evitare ogni sospe o.”
“Ovviamente.”
“Puoi venire da me se non sen bene in qualsiasi momento.”

281

“Starò bene.” La sua voce era bassa e vuota. Non ne aveva mai
incontrato un altro. Ora sapeva che ce n’era uno vicino.
“Remus,” disse la McGrani , dandogli uno sguardo severo, “Non è stata
colpa tua. Non è stata colpa di nessuno. Capisci?”
“Sì, professoressa.” Era meglio dire agli adul quello che volevano
sen re, il più delle volte. Forse poteva scrivere a Ferox, o anche a
Moody. Remus voleva disperatamente parlarne con Sirius in privato, ma
supponeva che avrebbe dovuto aspe are un po’.
Adesso sapeva tu o. C’era stato un altro lupo a Hogsmeade a Natale, e
stava aspe ando la luna piena. Dovevano essere dalla parte di
Voldemort - dalla parte di Greyback - perché, almeno secondo
l’opinione di Remus, dovevi essere pazzo o ca vo o entrambi per stare
vicino ad altre persone durante la luna piena. Avrebbe dovuto dire a
qualcuno che aveva riconosciuto

282
l’odore alla vigilia di Natale? Poteva salvare una vita? Non ne era stato
sicuro e non voleva me ersi nei guai per essere sga aiolato fuori.
La Sala Grande a colazione brulicava di no zie; i gufi volavano avan e
indietro. Lily si sede e deliberatamente accanto a Remus e gli strinse la
mano so o il tavolo. La strinse a sua volta, riconoscente, e pensò a
quanto sarebbe stato facile innamorarsi di lei se fosse stato quel po di
uomo.
“È orribile”, disse Marlene, in lacrime, leggendo il giornale sopra le
spalle di Mary. “Quella povera donna, assassinata nel suo le o ...”
Erano una giovane coppia, che si era trasferita a Hogsmeade a
novembre. Entrambi maghi, ma lei era nata babbana. Era morta, suo
marito era stato morso e apparentemente era al San Mungo. La loro
foto del matrimonio era lì sulla prima pagina della Gazze a, e fece
venire da vomitare a Remus. “È ancora in libertà?” Chiese Remus,
tenendo la mano che non teneva quella di Lily appoggiata sul tavolo, in
modo che nessuno potesse vederlo tremare. “Così sembra”, confermò
Mary, ancora assorbita dall’ar colo, “nessuno potrà prenderlo. Stano e
non è la luna piena, quindi siamo tu al sicuro per almeno un altro
mese, suppongo ... questo è il problema con i lupi mannari, se non li
prendi durante la luna, allora come puoi ca urarli?”
“Dovrebbe esserci un test, o qualcosa del genere”, Marlene si accigliò,
“Un incantesimo rivelatore.”
“Sì,” rispose Mary, pensierosa, “Forse ... ma poi potres finire per
trovare quello sbagliato ...”
“Beh, sembra che s ano tu dalla parte di te, sai chi, comunque,
quindi non credo che impor ...”
“Parliamo di qualcos’altro.” Disse Lily, ad alta voce.
“Sì,” annuì James, “Dopo c’è Difesa Contro le Ar Oscure - qualcuno ha
già evocato il proprio patronus?”
Solo James, finora. Mezz’ora dopo, la classe rimase a bocca aperta e
guardò James produrre uno spe acolare cervo d’argento, che
galoppava spe rale per la stanza. L’insegnante applaudì e invitò tu gli
altri a provare, con diversi livelli di successo. A Lily riuscì a sfuggire a
qualcosa, ma non era ancora chiaro cosa fosse. Peter non ebbe affa o
fortuna, e (senza sorpresa) Sirius lanciò qualcosa dis ntamente a forma
di cane, ma senza la solida luminosità della creazione di James.
Remus non sen nemmeno la sua bacche a sussultare. Non avrebbe
dovuto essere sorpreso: in una ma na come quella era impossibile
fissare un pensiero felice per molto tempo, inoltre era esausto per la

283
luna piena. “Ce la farai, Moony,” lo incoraggiò Sirius, dandogli una pacca
goffamente sulla
schiena mentre lasciavano l’aula. “Lo fai sempre.”
Remus annuì, chiedendosi quale fosse il pensiero felice di Sirius. Remus
aveva usato vari ricordi del loro Natale insieme, anche se con scarsi
risulta . “La mia mente è altrove, ad essere onesto.” Disse piano, così
che solo Sirius potesse sen rlo.
“Certo,” rispose Sirius, altre anto a bassa voce, “C’è da aspe arselo.”
“Lo sapevo.” Sussurrò Remus, velocemente, mentre gli ul mi studen
lasciavano la stanza. Sirius si fermò, fissandolo con quello sguardo
orribile che aveva avuto quella ma na. Remus gli afferrò il braccio,
“Voglio dire, non esa amente, non sapevo che sarebbe successo, ma
...”
Sirius chiuse la porta dietro l’ul mo studente e sussurrò un incantesimo
di silenzio.
“Ma cosa?”
“Ricordi quando siamo anda alla Testa di Porco?” Disse Remus,
velocemente, e ancora sussurrando perché sembrava che non riuscisse
ad alzare la voce. Sirius annuì, “Ho annusato qualcosa.”
“Pensavo fossi solo ubriaco ...”
“Sì,” Remus annuì, “Lo pensavo anch’io - o pensavo che fossi ... ehm ...
beh, tu, perché volevo ...” si schiarì la gola, “ Comunque, era
decisamente un altro. Un lupo mannaro. Penso che fosse una donna.”
“Non Greyback, allora.” Disse Sirius, con uno sguardo di immenso
sollievo.
“No.” Disse Remus.
“Beh, grazie a Godric.” Sirius afferrò la spalla di Remus. Il suo viso tornò
di nuovo a preoccuparsi, altre anto rapidamente, “Ma Moony, se tu
puoi annusarli, pensi che potrebbero ...”
“Non lo so. Credo di sì.”
“Okay. Okay, beh non sono venu a cercar , quindi ... Andrà tu o
bene.” Stava ancora tenendo Remus per la spalla, tenendolo fermo,
come un’ancora. Era disperatamente necessario, pensò Remus. Ogni
is nto in lui diceva di scappare.
Remus pensò per un momento che Sirius potesse baciarlo, ma avevano
un’altra lezione a cui andare, e l’insegnante di DCAO era tornato,
bussando confuso alla porta della sua classe.

284
Sirius sembrava deluso (o almeno, Remus lo pensava - avrebbe potuto
essere un pio desiderio) e diede un’ul ma stre a prima che si
separassero. “Non dirlo a James!” Remus disse, in fre a, mentre
aprivano la porta, “Per favore, non dirlo a nessuno.”
“Okay, Moony,” Sirius annuì lentamente, “Tu o quello che vuoi.”

285
Raccontare segreti  
Venerdì 14 gennaio 1977
Remus si agitò e rigirò so o le lenzuola, incapace di sistemarsi. Il suo
le o a Hogwarts era considerato uno dei più comodi in cui avesse mai
dormito - appena sopra nella classifica a quello che usava dai Po er,
comunque. Raramente aveva mai lo ato per dormirci dentro. Ma le
ul me no erano state quasi completamente insonni.
Non riusciva a sme ere di pensare al lupo mannaro di Hogsmeade, alla
povera donna morta e all’uomo che si sarebbe svegliato a San Mungo
per scoprire che tu a la sua vita era stata distru a. Remus ne era stato
affli o per tu o il tempo che poteva ricordare - il pensiero di
quest’uomo costre o a trasformarsi per la prima volta - probabilmente
solo, probabilmente ancora addolorato. Era insopportabile. Provò un
senso di colpa orribile e irremovibile.
Quindi Remus non dormì. Aveva fa o ricorso alla le ura per gran parte
della no e, finché non riusciva più a tenere gli occhi aper . Stasera non
poteva nemmeno concentrarsi su un libro.
Si rotolò sul davan , per vedere se sarebbe stato d’aiuto. No, la sua
faccia era tu a schiacciata sul cuscino in quel modo. Rotolò su un
fianco, ma questo gli fece male l’anca. L’altro lato gli rendeva l’orecchio
troppo caldo. Geme e so ovoce.
“Oi, Moony,” sussurrò Sirius, mentre le tende si aprivano, “Cosa c’è che
non va?”
Strisciò dentro silenziosamente, con un rapido lumos e un incantesimo
di silenziamento. Si inginocchiò in fondo al le o, guardando Remus.
“Scusa, ho svegliato?” Remus strizzò gli occhi per la luminosità non
necessaria.
“Sì, ma va bene.” Sirius si spostò e si lasciò cadere accanto a Remus.
“Oh,” Remus piegò la bocca, imbarazzato, “Guarda, non sono proprio
dell’umore giusto per ...”
“Oh, no, nemmeno io! Voglio dire ... beh, in realtà, ora me lo dici ... ma
no, non è questo il mo vo per cui sono venuto.”
“Va bene.”
“Allora, come va?”
“Non riesco a dormire.”

286
“Lo vedo. Vuoi una sigare a?”
Le ho finite.”

287

Non importa, ne ho un po’ di Emmeline. Andiamo di so o? È tardi, non
ci sarà nessuno e Prongs ci cazzierebbe se fumassimo qui”.
“Okay.” Remus finse di andarsene con rilu anza. Segretamente era
entusiasta che:
1. Sirius era preoccupato per lui
2. Sirius voleva passare del tempo da solo con lui senza svegliare James.

Il fa o che le sigare e offerte provenissero dall’a uale ragazza di Sirius


era un fa o che Remus era disposto a trascurare per ora.
Al piano di so o, si sistemarono vicino alla finestra, su un divane o.
Entrambi sollevarono le ginocchia e si sede ero l’uno di fronte all’altro,
così che se Remus si fosse allungato un po’ le loro dita si sarebbero
toccate.
“Allora” aspirò Sirius, accendendosi una sigare a con un incantesimo
senza parole e poi passandola a Remus, prima di accendere la sua.
Probabilmente era un trucco con cui le ragazze abboccavano. Anche
Remus fu impressionato, ma non lo avrebbe mostrato.
“Qual è il piano?”
“Piano?” Remus aggro ò la fronte.
“Sei stato sveglio tu a la no e nelle ul me tre no e non hai un
piano?! Sei sicuro di essere Moony??”
“Voglio tornare alla Testa di Porco.” Disse Remus, prontamente.
Sirius lasciò che i suoi occhi lampeggiassero, ma acce ò questa no zia
lentamente. Espirò il fumo, guardando fuori dalla finestra buia la luna
calante sopra di loro prima di tornare da Remus per parlare.
“Va bene. Okay, penso di poter capire perché.” Tirò un forte ro sulla
sigare a, “Invisibile?”
“No.” Remus scosse la testa, facendo brevi ri nervosi sulla sua
sigare a,
“No, se sono lì - se lei è lì, allora voglio incontrarla.”
“Remus. No.”
“Perché no?” Rispose Remus, caldamente.
Era pronto per una discussione, se Sirius ne voleva una. Sarebbe bello;
sarebbe qualcosa.
“Perché è pericoloso?! Perché non li hai mai incontra prima e non sai
come sono tranne che hanno ucciso una donna l’altra no e?! Perché

288

non hai ancora diciasse e anni e se devi difender con la magia
potres essere cacciato dalla scuola??”
Sirius lo stava fissando mentre diceva tu o questo, incredulo. Remus
sba é le palpebre scioccato. Spense la sigare a e si alzò, usando la sua
altezza contro Sirius,
“Non puoi dirmi cosa fare. Basta non intralciarmi.”
Non fare così! Guarda, capisco come sen ...”
“Ah.”
“Okay, non capisco,” Sirius scosse la testa con impazienza, “ma voglio
che tu sia al sicuro!”
“Lo sarò ... mancano anni alla prossima luna piena, lei non avrà alcun
vantaggio su di me ...”
“Non pensi che questo sia esa amente ciò che vuole Greyback?!”
“Cosa stai cercando di dirmi?” Remus ringhiò. “Che sono stupido?”
“No, non stupido, solo ... spericolato.”
“Sirius Black, che mi ene lezioni sull’incoscienza? Molto dannatamente
divertente.”
“Oi.” Sirius si alzò ora, arrabbiato.
Sì, ci siamo, qualcosa in Remus ha de o, dai, provaci.
“Beh, è abbastanza audace da parte tua dire a me di non me ermi in
pericolo.” Remus con nuò, sapendo che era crudele, “Non eri così
preoccupato per la mia sicurezza in questo periodo l’anno scorso!” Il
viso di Sirius cadde, guardò il tappeto e Remus vide cosa aveva fa o.
“Questo ... non è giusto, Moony.” Disse Sirius, piano.
La vita non è giusta, avrebbe voluto dire Remus - ma sapeva quanto
sarebbe suonato infan le e petulante. Non era un argomento che
nessuno dei due avrebbe vinto, ed era stanco, così esausto per le
preoccupazioni, il pensiero, l’immaginazione e il non dormire.
“Devo incontrarli.” Disse, finalmente. “Penso che altrimen impazzirò.
Penso di star già impazzendo.”
“Okay.” Sirius si riprese e si passò una mano tra i capelli. “Okay, che mi
dici di Ferox, hai provato a parlargli?”
“Ci ho pensato. Proverà a fermarmi. Anche Moody. È loro l’idea di non
lasciarmi andare a Hogsmeade in primo luogo.”

289

“Va bene ... va bene, andiamo, okay? Insieme. Lo diremo a James e ... “
“Non voglio che nessun altro lo sappia.” Remus disse, ferocemente, “È
privato.”
“Merlino, Moony, non lo stai rendendo facile ...”
“Non è facile! È fo utamente difficile, okay? Ma devo farlo!”
“Okay!” Sirius alzò entrambe le mani in un gesto di resa.
S amo li gando, pensò Remus, s amo li gando ed è lui che sta
cercando di calmarmi. Questo lo fece sen re un po’ stordito e si sede e
sul divano più vicino. Si sporse in avan , la testa tra le mani.
“Mi dispiace,” disse, a bassa voce, “So di essere ... è tu o così ...”
Capisco, Moony.” Sirius si sede e accanto a lui. “Sto cercando di
aiutare.” Non puoi aiutare,” disse Remus, “Devo farlo da solo, non
posso rischiare nessun altro, devo essere io, devo ...” Remus iniziò a
parlare, e tu o venne fuori un miscuglio di balbe i priva del sonno.
“Se posso incontrarla, allora forse ... devo incontrare Greyback, un
giorno. So solo che devo. E io voglio - non unirmi a lui, o qualcosa del
genere, solo - conoscerlo. E per capire. Perché ha fa o quello che ha
fa o e perché ... perché mi ha reso quello che sono.”
Le lacrime erano sgorgate dal nulla e si coprì il viso, pieno di vergogna.
Sirius era tranquillo accanto a lui.
“Moony ...” posò una mano fredda, esitante sulla spalla di Remus,
leggermente, come se Remus potesse girarsi su sé stesso e a accarlo
come un animale selva co, “Non ha reso quello che sei.”
“Mi ha reso quello che sono.” Oh Dio, stava singhiozzando, adesso.
Avrebbe voluto non aver iniziato tu a questa conversazione, avrebbe
rimandato
Sirius a le o.
L’ul ma volta che aveva pianto era stata una situazione simile: era stato
seduto accanto a un ragazzo che amava, dicendo qualcosa che gli faceva
male da dire. Grant lo aveva tenuto in braccio e gli aveva fa o sen re
che sarebbe andato tu o bene. Remus sapeva che non aveva il diri o di
aspe arsi lo stesso da Sirius.
Quando le spalle di Remus iniziarono a tremare per l’emozione, Sirius si
mosse leggermente, ma non andò da nessuna parte. Remus lo sen
fare uno strano piccolo rumore - che poteva essere comprensivo, o
semplicemente confuso, ma si spostò più vicino e fece scivolare la sua
mano in quella di Remus e gli strinse le dita. Pate camente, Remus le

290

strinse indietro mentre piangeva rabbiosamente per Greyback, e per la
povera donna assassinata, e per la terribile ingius zia di tu o.

Sabato 15 gennaio 1977


Remus si svegliò all’alba, ancora raggomitolato sul divano, coperto da
una coperta di lana dalla casse era tenuta nell’angolo della Sala
Comune. Si accigliò contro la luce del sole, sba endo le palpebre e
confuso mentre si ricordava lentamente dove si trovava. Sirius era
ancora lì, dall’altra parte, seduto con la testa che ciondolava nel sonno,
la bocca aperta. Ovviamente Sirius non russava.
Remus avrebbe voluto poterlo guardare un po’ più a lungo nella
penombra della prima luce, ma era stato accartocciato tu a la no e e
aveva un disperato bisogno di allungarsi. Si muoveva con cautela, le sue
membra rigide

291
scricchiolavano come i rami di un tasso an co. Sirius si mosse, tossì
leggermente e aprì gli occhi.
“Buongiorno,” grugnì, raddrizzandosi. “Che ore sono?”
“Quasi se e.” Remus rispose, dopo una rapida occhiata all’orologio a
pendolo.
“James sarà pronto per il Quidditch tra un minuto.”
“Si.”
“Sì, tu o okay?”
Remus appoggiò i piedi nudi sul tappeto e si strofinò la gamba sinistra.
“Ho dormito, almeno.” Lui rispose. “Scusa per la scorsa no e.”
“Pff.” Sirius agitò la mano, sbadigliando, “Non era niente. Ho avuto crisi
molto peggiori.”
“Cosa ci fate qui voi due coglioni a quest’ora?” James scese di corsa le
scale, scopa in mano. Li guardò entrambi, poi il loro pigiama e la
coperta di Remus. “Avete dormito qui?”
“Dovevo,” rispose Sirius, s racchiandosi, “Qualsiasi cosa pur di
allontanar dal tuo russare.”
James sorrise, scuotendo la testa.
“Stramboidi. Non hai voglia di unir a me per un giro veloce in campo
prima dell’allenamento, Padfoot?”
“Nah,” Sirius sbadigliò di nuovo, “Torno a le o. È sabato, Po er, sei
pazzo.”
“CI vediamo a Hogsmeade, più tardi, non dormire troppo.” Lo avver
James: “Scusa, Moony.” Lanciò uno sguardo di scusa.
“Tu o okay,” replicò Remus, “Andate e diver tevi. Ho i compi da fare.
Ovviamente. La Sala Comune sarà bella e tranquilla.”
“Ci vediamo entrambi a colazione, allora?” Chiese James, già a metà
della stanza, desideroso di essere il primo in campo.
La Sala Comune avrebbe cominciato a riempirsi presto: prima la
squadra di Quidditch di Grifondoro, poi alcuni degli studen più
entusias che cercavano di togliersi i compi prima del viaggio nel
villaggio programmato per più tardi. Remus guardò Sirius, “Torni
davvero a le o?”
Sirius inarcò un sopracciglio.
“Si. Vuoi venire?”
Per la prima volta da giorni, Remus rise.

292
Ciao Remus, posso sedermi qui?”
Remus alzò lo sguardo con un lieve cipiglio che aveva più a che fare con
una complessa carta astronomica che con l’essere interro o. Sorrise
non appena vide chi era e annuì,
“Certo, Chris, scegli tu.” Indicò le cinque sedie vuote al tavolo che stava
usando. Christopher sedeva a un solo posto di distanza da Remus. “Non
piaceva Hogsmeade?”
“Oh, beh, sapevo che non potevi andare, e sono indietro su alcune
cose, quindi ...” Christopher sembrava leggermente nervoso. Si sede e
con i suoi taccuini e la pergamena stre a in grembo, guardando Remus
in modo distra o.
“Ehm ... volevi che aiutassi?” Remus suggerì, vagamente diver to.
“Si! Scusa ...” Christopher iniziò rapidamente a spargere i suoi appun ,
goffamente, arrossendo ferocemente.
“Stai bene, Chris?”
“Mm hmm, sì ...”
“Okay. Bene, sto facendo astronomia e sto facendo un bel pas ccio. Tu
sei abbastanza bravo con le stelle e cose del genere, non è vero?” “Si.
Voglio dire, non brillante. Ma okay, sì, ehm ... vuoi che guardi?”
“Grazie,” Remus fece scorrere la sua cartella.
“Oh ecco, qui è dove hai sbagliato, sei fuori di qualche grado ...”
Christopher estrasse la bussola e iniziò a tracciare una nuova traie oria
per Venere. Remus fu abbastanza felice di lasciarlo andare avan , e
iniziò a sfogliare il suo taccuino. Aveva da studiare Storia, ma aveva
perversamente proge ato di conservarla per ul ma come regalo.
Probabilmente avrebbe potuto dirlo a Christopher per alleggerire
l’atmosfera; era il genere di cose che faceva anche Chris. Sirius scuoteva
solo la testa perplesso e lo chiamava bastardo.
Stava per dire qualcosa, quando Christopher lo precede e.
“Ho iniziato a leggere alcuni libri babbani.” Disse, in fre a, come se si
fosse allenato per un po’. “A Natale.” “Ah sì?” Remus sorrise,
educatamente.
Da anni diceva a Christopher che si limitava a non leggere libri di autori
non magici.
“E sono piaciu ?”

293
“Si! È stato fantas co. Mi piace di più la poesia …”
Era un’affermazione abbastanza innocua, ma sembrava che Christopher
stesse rivelando il suo segreto più oscuro. Le sue guance erano cremisi
adesso, e non stava guardando Remus quando parlava.
“Io ehm ... mi piace Oscar Wilde, molto.”
“Oh?” Remus rispose, con fermezza, chiedendosi dove volesse arrivare.
Pensava di avere un’idea abbastanza chiara di cosa stesse insinuando
Christopher, in realtà, ma aveva bisogno di fermarsi per tempo mentre
cercava di capire come reagire. Sicuramente non ne avrebbero parlato
qui e ora, alle tre di sabato in una Sala Comune solo mezza vuota?
C’erano i primi anni che giocavano a gobbiglie sul tappeto, per l’amor
del cielo!
“Sì, e ... e Christopher Isherwood.” Chris con nuò, valorosamente.
È stato coraggioso, decise Remus. Forse era la cosa più coraggiosa a cui
avesse mai assis to.
“Giusto, sì ...” Si schiarì la gola, desiderando di conoscere il modo giusto
per rispondere. “Potrebbe piacer anche Truman Capote.” Christopher
lo guardò, mezzo impaziente e mezzo spaventato.
“Sono ehm... sono anche il tuo genere di scri ori, allora?” Christopher
si stava rosicchiando il labbro molto forte adesso, Remus era
preoccupato che avrebbe morso la pelle.
“Ehm ... sì.”
Non sapeva davvero come si sen va a riguardo. Aveva avuto una vaga
idea - più che una vaga idea - di Christopher per un bel po’ di tempo.
Ma non se lo aspe ava da un milione di anni.
Christopher sembrava incredibilmente sollevato e si avvicinò,
“Da quanto tempo lo sai?” Lui sussurrò.
Remus si appoggiò allo schienale, in preda al panico su chi potesse
essere in ascolto. Si guardò rapidamente intorno, poi si strofinò la nuca.
“Cristo.” Sospirò: “Ho davvero bisogno di una sigare a. Vuoi fare una
passeggiata?”
Questo era forse il momento peggiore possibile per parlarne. Ma non
era colpa di Christopher. Christopher non sapeva della situazione dei
lupi mannari, o di Greyback, o dell’a eggiamento senza senso di Sirius
nei confron della sessualità, o anche che i Malandrini stavano
proge ando di andare in guerra tra un anno. Christopher sapeva solo
una cosa, e Remus sapeva che aveva bisogno di un amico.

294
Andarono alla torre di Astronomia, sapendo che probabilmente
sarebbe stata vuota: tu e le coppie erano a Hogsmeade oggi. Si
sede ero fuori, con la schiena contro il parape o, e Remus fumò e
Christopher gli torse le mani in grembo.
“Da quanto tempo lo sai?” Chiese di nuovo.
“Da quando avevo quindici anni.” Rispose Remus. “L’estate prima dello
scorso. Tu?”
“Ehm ... penso di aver sempre avuto un’idea. Ma. Sì, forse solo per
pochi mesi. “
“Andrà tu o bene, sai.” Disse Remus, sperando che suonasse credibile.
Non era esa amente una bugia, ma non lo sapeva per certo.
“Lo sanno gli altri Malandrini? A proposito di te?”
Remus sussultò, ricordando il calore della pelle di Sirius contro di lui
dapprima quella ma na. Come aveva tenuto la sua mano mentre
piangeva. Come aveva lasciato la colazione presto per incontrare
Emmeline. Lui scosse la testa,
“Nah. Non ancora.”
“Nessuno dei miei amici lo sa. Sei l’unica persona a cui l’ho de o.”
Remus non sapeva cosa dire al riguardo. Non tu avevano una valvola
di sfogo, suppose. Metà rise, metà sospirò.
“Scusa, Chris. Vorrei avere qualche consiglio o qualcosa del genere, ma
sto solo arrancando.”
“Va bene. È bello sapere che c’è qualcun altro ... è così con i babbani?”
“Mh? Oh, beh ... voglio dire che ci sono babbani gay, sì. Ovviamente,
Oscar Wilde ad esempio. Una volta erano in grado di mandar in
prigione, ma ora va bene. Cioè. Non bene. Non è ... voglio dire, è ancora
meglio non essere gay, suppongo. E i maghi?”
“Lo stesso”, rispose Christopher, cupo, “Meglio non esserlo”.
Rimasero in silenzio per un po’. Remus iniziò un’altra sigare a. Stava
diventando un’abitudine spaventosa; lo ò per salire ancora le scale
senza ansimare.
“Remus?” Christopher ha de o.
“Si?”
“Sono contento ... ehm, sono contento che se ci fosse qualcun altro che
... sapeva ... allora sono contento che sei tu.”
Dio. Remus pensò, perché devi essere così malede amente dolce?

295
Tu o sommato, era stato un sabato molto intenso. E non era ancora
finita, si disse Remus mentre giaceva al buio, immobile, il più possibile,
aspe ando che il respiro dei suoi amici si stabilizzasse, per dirgli che
stavano dormendo tu . Stava fermo e zi o per cercare di ingannare
Sirius - non poteva perme ersi un’interruzione quella sera. Aveva pos
dove stare.
Sì okay; aveva de o a Sirius che non sarebbe andato alla Testa di Porco.
O almeno che non sarebbe andato senza di lui. Ma, si gius ficò Remus,
questo era troppo importante, e doveva andare da solo. Non voleva
essere responsabile di aver messo in pericolo altre persone di quante
ne avesse già. E, in realtà, pensò, scontroso, mentre iniziava a strisciare
fuori dalla stanza, il mantello di James infilato so o le ves , chi era
Sirius per chiedere qualcosa a Remus? Lanciarsi a vicenda ogni tanto
chiaramente non significava che avessero alcun diri o speciale l’uno
sull’altro. Sirius non poteva avere tu o a modo suo.
Si coprì con il mantello dell’invisibilità nell’oscurità delle scale, e poi
sga aiolò silenziosamente a raverso la Sala Comune semivuota e fuori
dal buco del ritra o. Aveva la mappa e la sua bacche a, e nient’altro.
Prima di quanto si fosse aspe ato, Remus si ritrovò già fuori dalla
statua della strega gobba, e poi fu nel tunnel, camminando a una
velocità che raramente riusciva a raggiungere. Non aveva bisogno di
accendere la sua bacche a, come faceva di solito quando gli altri erano
con lui. Si limitava a solcare l’aria fredda, l’odore del cioccolato
diventava più forte di minuto in minuto e non era mai stato meno
appe toso.
A Mielandia riuscì a raggiungere la parte anteriore del negozio senza
problemi, anche se aveva una forcina che aveva strappato a Mary per
ogni evenienza. E all’improvviso, lui era lì; in piedi da solo a
Hogsmeade. Doveva andare fino infondo, era l’unica opzione. Sen va
già il suo odore, era ancora lì, o c’era stata di recente. Il cuore di Remus
iniziò a ba ere forte. Era più spaventato di quanto non fosse mai stato
in vita sua - più spaventato di quanto lo fosse stato l’anno scorso,
svegliandosi per scoprire cosa aveva fa o Sirius.
Fuori dalla Testa di Porco si fermò finalmente per riprendere fiato. Il
profumo era molto forte adesso. La luce brillava a raverso le finestre
sporche del pub, e Remus poteva vedere che non era occupato
all’interno, anche se c’erano clien . Si tolse il mantello, respirando l’aria
gelida di gennaio. C’era movimento dietro di lui; un rumore come un
sussulto di gioia. “Ecco ! Sei un bel ragazzo, allora?”

296
La lunga notte  
Non era quello che si era aspe ato. Be’, non sapeva cosa aspe arsi, ma
di certo non era questo. Era di corporatura piccola, ma aveva il
portamento di qualcuno molto più alto. I suoi lineamen spigolosi
erano resi più severi dalla sua testa rasata e dagli enormi occhi grigio
nebbia che si focalizzavano su di lui con il luccichio di un predatore.
Aveva una bocca larga, e il suo labbro sembrava fosse stato spaccato e
guarito male. Anche lei aveva cicatrici; tante quante lui, ma quasi
invisibili so o una complessa trama di piccoli tatuaggi circolari, che
serpeggiavano sulla sua pelle segnata dalle intemperie in sequenze
irrintracciabili.
“Remus Lupin,” disse, con una voce bassa e roca. Aveva un sorriso
orribile e minaccioso. Mostrò tu i suoi den , che erano in ca ve
condizioni, scolori e irregolari. “Ti stavo aspe ando, mio caro.”
Estrasse immediatamente la bacche a, ado ando una posizione da
duello. “Lascia perdere!” Ringhiò, alzando una mano: le sue unghie
erano lunghe, gialle e ar gliate, sporche.
La sua bacche a cadde a terra e lui sussultò. Remus era congelato sul
posto. Era a pochi metri di distanza e la sua bacche a era a portata di
mano, ma non poteva muovere un muscolo.
Rise, il suo respiro bianco e austero nell’aria invernale,
“Ti ho visto qui la vigilia di Natale”, disse. Indicò il vicolo buio: “Ti ho
visto lì, con l’umano. Vi ho seguito entrambi.”
“Cosa vuoi?” Le chiese, con fermezza, fissandola. Era ripugnante, come
impura: il suo mantello era una pesante pelliccia di animali arruffata,
brulicante di pidocchi e altri parassi . Puzzava di foresta, di
putrefazione e di sangue. Nonostante ciò, qualcosa lo a rava: qualcosa
di familiare, sicuro e accogliente.
Branco, gli disse il lupo, un basso ringhio dall’interno. Branco.
“Vogliamo te, fratello.” Disse, facendosi avan .
Lei abbassò la mano e lui sen una sorta di cche o nei suoi muscoli e
fece un passo indietro, automa camente.
“Vogliamo?” Chiese, trovando il coraggio ora che poteva muoversi di
nuovo. Afferrò la sua bacche a e lei glielo permise. “Noi. Noi.” Disse,
facendo di nuovo un passo avan .

297
Camminava con un piede davan all’altro, come un animale. I suoi piedi
erano nudi sull’accio olato, neri di sporcizia.
“Cosa vuol dire ‘noi’?” Chiese, voltandosi indietro, velocemente.
Era quasi alla porta. Se si fosse allontanato abbastanza, sarebbe stato
visibile dall’interno delle vetrine del pub.
“La tua famiglia, Remus Lupin.”
“Oh giusto” Chiese, ancora distra o dai suoi progressi verso il pub.
Doveva avvicinarsi alle persone. “Bene,” provò a sorridere, “Se siamo
una famiglia, è meglio che offra da bere ...”
“Puzzi di terrore umano, Remus Lupin.” Disse, inclinando la testa di lato.
“Scusa,” disse, con un’alzata di spalle. “Vuoi qualcosa da bere o no?”
“Se vuoi.”
“Fantas co ...” spinse la porta con un certo sollievo ed entrò nel pub
sporco. Non si era mai sen to veramente ‘al sicuro’ alla Testa di Porco,
ma non era mai stato così felice di essere circondato da altri maghi;
scuro o no. Erano forse cinque o sei, compreso il vecchio barista dalla
barba bianca. Alcuni avventori alzarono lo sguardo da so o i loro
cappucci quando i due lupi mannari entrarono, ma se avevano qualche
indizio sulla situazione, non ne fecero segno.
Si sede e a un tavolo, senza staccare gli occhi da Remus per un
momento. Non ordinò da bere, semplicemente si sede e di fronte a lei.
Posò entrambe le mani sul tavolo, sentendo che questa era l’opzione
più sicura; sperando che lei vedesse che non aveva intenzione di
a accare.
“Dunque, tu sai il mio nome. Qual è il tuo?” Non sapeva da dove
provenisse questo a eggiamento sprezzante - se fosse una follia
momentanea o solo il risultato della sua stessa stupidità, ma per ora lo
stava tenendo al sicuro.
“Livia.”
“Livia ...?”
“Non abbiamo bisogno di altri nomi. Apparteniamo al branco.”
“Giusto, okay. Quindi ... sei stata mandata dal branco?”
“Sono stata mandata da mio padre.”
“Greyback.”
Non rispose, con nuò a fissarlo con i suoi occhi strani e violen . Non
possedeva una casa, pensava. Lo strascico del suo mantello era
incrostato di fango e lo sporco imbra ava le par della sua pelle che

298
erano visibili. Da vicino, poteva vedere che i suoi tatuaggi non erano
semplicemente cerchi: erano fasi lunari.
“Greyback è davvero tuo padre?” Chiese Remus, mantenendo la voce
bassa.
“È nostro padre.” Lei disse.
“Ordina o va ene.” Il barista alto e an co apparve al loro fianco. Remus
lo guardò, desiderando di saper trasme ere i pensieri.
“Ehm ... Burrobirra, per favore.”
Livia non disse niente e il barman non le fece domande, schioccò solo le
dita e apparve la bo glia. Si trascinò via, di nuovo dietro il bancone.
Remus pulì con cautela il bordo della bo glia e bevve un sorso. Era
troppo mala ccio e non abbastanza freddo.
“Okay,” disse di nuovo a Livia, “sei nel branco di Greyback. Quello ehm
... dev’essere bello? Tu--”
“Ti ho chiamato, Remus Lupin.” Lo interruppe Livia, accomodandosi
sulla sedia. Remus era convinto di non averla ancora vista sba ere le
palpebre.
“Ho sen to che mi chiamavi, hai cantato così bene.”
“Vuoi dire alla luna ...”
“Ho aspe ato più a lungo che ho potuto, ma la caccia era troppo buona
e avevo fame ...” i suoi occhi brillavano luminosi, come se il ricordo
fosse ancora molto fresco, “Perché non sei venuto da me? Non hanno
rinchiuso; ho seguito il tuo profumo per giorni dopo.”
“Non sono un assassino.” Lui disse. “Io non vado a caccia.”
Lei rise,
“Follia. Cosa hanno fa o, povero fratello mio? Mio padre mi ha de o
che avevi sofferto per mano dell’uomo, ma non sapevo quanto.”
“Io non soffro.” Remus rispose, indignato. “Sono stato fortunato. Si
prendono cura di me.”
“Povero ragazzo”, disse tristemente, “non lo sai. Ma ovviamente non è
colpa tua. ‘Come potrebbero vedere altro che le ombre se non gli è mai
stato permesso di muovere la testa?’ “
“Platone?” Remus si mise a sedere, curioso, “Greyback perme e di
studiare filosofia babbana?”
“Mio padre non pone limi su di me. Mio padre desidera che io sia
libera, forte e saggia.” “E un assassino.”
“I lupi non possono uccidere. Lo sai, Remus Lupin.”
“Ma non siamo lupi, vero?” Lui sussurrò. “Non tu o il tempo.”

299
“Siamo ciò che siamo.” Lei rispose. Si stava divertendo, poteva dire.
“Puoi indossare quell’uniforme e agitare il tuo stupido bastone, ma sai
di avere più cose in comune con me di chiunque altro in quel castello.”
Si leccò le labbra,
“Sono venuta per portar a casa, Remus Lupin.”
“Perché ora?”
“È il momento giusto”, inclinò la testa, “nostro padre preferisce
aspe are fino a quando non saremo maggiorenni - in modo da venire
da lui con una vera comprensione del nostro posto nel mondo; il luogo
in cui la sporcizia umana ci ha imposto. Ma il tempo stringe per tu
noi, di ques tempi.” “Non vengo con te.” disse. “Io appartengo a
questo posto. Sono un mago.” Rise di nuovo, una risata gu urale e
profonda che le risuonò nel pe o e parlò di lunghi inverni freddi in
ambien difficili e spieta .
“Un mago,” sputò mestamente. “Pensare che una magnifica bes a
come te aspirerebbe a essere una tale creatura! Non conosci la metà
del potere che hai, Remus Lupin. Nemmeno Silente.” “Con nuo a non
andare da nessuna parte.”
“Papà sospe ava che sares stato difficile. È molto ansioso di
conoscer .” Questo mandò un brivido lungo la schiena di Remus. Lei
sorrise di nuovo, leggendolo come un libro. Remus deglu , asciu o,
ignorando la Burrobirra ora,
“Mi piacerebbe incontrarlo.” Rispose, rigido.
“Col tempo”, annuì, “una volta che avrai capito il tuo posto.”
“Che po è?” Remus respirò a malapena la domanda.
Gli occhi di Livia brillavano e lui aveva l’impressione che lei non potesse
vederlo; stava immaginando qualcosa di meraviglioso.
“È magnifico.”
“Lo pensi davvero ...?!” Remus riusciva a malapena a tra enere
l’emozione dalla sua voce, “Lo chiami tuo padre, dopo quello che ha
fa o?”
“Mi ha elevata.” Sibilò, i suoi occhi si concentrarono di nuovo, le
sopracciglia aggro ate in un cipiglio, “Mi ha fa o il regalo più grande. E
lui l’ha dato a te, Remus Lupin. Tuo padre sta chiamando a casa.”
“Ed è per questo che sei qui, vero?” La guardò dall’alto in basso. Diede
una piccola scrollata di spalle,
“Mio padre aveva sperato che fossi io a convincer . La vigilia di Natale
ho saputo che si era sbagliato: non sapevamo che i tuoi desideri fossero
altrove.” Si leccò di nuovo le labbra, scrutando gli occhi su di lui:

300
“Questo non sarà un problema, dovrei dirtelo. Il branco non discrimina.
Troverai qualcuno di tuo gusto. “
“Non vado da nessuna parte.” Ripetè di nuovo. “Puoi dirglielo. E voglio
che tu te ne vada prima della prossima luna.”
“Non adulare te stesso, mio caro fratello,” inarcò un sopracciglio, “Sono
qui su richiesta di mio padre. Sono venuta a parlare con te e niente di
più.”
“Hai ucciso una donna!”
“I lupi non possono uccidere, Remus Lupin. Ti ho aspe ato. Quando
non sei venuto, ho seguito la mia natura. Non è facile, lo so. Imparare
che il mondo non è come sembra è molto doloroso. Ma imparerai. E
verrai da noi.”
Ba é un ritmo sul tavolo inzuppato di birra con le sue disgustose
unghie, e ancora una volta Remus si ritrovò congelato al suo posto. Lei
sorrise e gli passò un ar glio annerito sul braccio, lentamente. Era
orribile, vile, rivoltante, faceva venire la pelle d’oca, ma non poteva
scappare.
“Ti intrappoleranno, in questo modo”, sussurrò, “Ti me eranno in
gabbia, legheranno finché non sarai mezzo pazzo. Sarai picchiato e
tradito. Sarai solo e vivrai nella paura. Questa è una promessa, Remus
Lupin.”
Il suo cuore martellava contro la cassa toracica, era stordito dal terrore,
ma ancora non poteva muoversi, parlare o reagire. Gli affondò le unghie
nel braccio e lui non riuscì a gridare, ma lacrime di dolore gli sgorgarono
dagli occhi mentre gocce di sangue scuro ribollivano a raverso la sua
pelle lacerata.
“E verrai da noi, strisciando, sconfi o, e tuo padre accoglierà a braccia
aperte e con l’amore del branco. Non sarai mai più solo.”
*CRACK*
Qualcuno si materializzò nel pub, a rando l’a enzione di Livia. Remus
non poteva voltare la testa per vedere, ma lei lo fece, stringendo ancora
il braccio di Remus con tu a la sua forza, il suo viso divenne aspro e
arrabbiato. “Argentum creo!” gridò una voce roca, Livia urlò, lasciando
andare Remus e coprendosi il viso mentre catene d’argento
esplodevano dall’incantesimo, avvolgendosi intorno al suo collo e alle
sue braccia. Gemendo di dolore, sibilò a Remus,
“Ci vediamo presto, fratello!” Prima di materializzarsi, con un *CRACK*
assordante.

301
Le catene d’argento caddero sul pavimento coperto di polvere di sega
come un serpente scin llante, e Remus si accasciò in avan , finalmente
libero. Si allontanò dal suo soccorritore e vomitò, il braccio che gli
pulsava e l’argento gli faceva girare la testa.
“Finite.” Disse la stessa voce roca, facendo sparire le catene (e il
vomito) in un istante, “Mi dispiace, Remus.”
Leo Ferox si sede e sullo sgabello di fronte, dove si trovava Livia solo
pochi secondi prima. Remus sba é le palpebre con gli occhi lacrimosi, e
scosse la testa, asciugandosi velocemente la bocca,
“Tu o okay ...” gracchiò, sentendosi debole e scosso fino al midollo.
“Grazie.”
“Tu o bene?” Chiese Ferox, i suoi occhi azzurri pieni di preoccupazione
dei genitori.
“Penso di sì, è solo l’argento …” Remus annuì, afferrandogli il braccio e
bevendo un rapido sorso di Burrobirra per cancellare il sapore amaro in
bocca. “Si.” Annuì di nuovo.
“Bene.” Il viso di Ferox si fece severo.Si allungò sul tavolo e schiaffeggiò
Remus sulla nuca.
Remus urlò e si abbassò, più per lo shock che per il dolore. Fissò Ferox,
ferito. Il suo vecchio insegnante gli lanciò un’occhiataccia:
“Allora puoi dirmi cosa diavolo credi di fare!”
“Io ero ... lei era ...”
“So esa amente cosa fosse. La seguiamo da se mane.”
“Noi?”
“Io e Moody”, disse Ferox, con impazienza, come se non fosse questo il
punto, “non avevo de o quanto fosse pericoloso Greyback? Non ero
stato chiaro!?”
“Sei stato chiaro.” Remus si accigliò. “Ma posso fare le mie scelte.”
“Ovviamente.” Ferox ringhiò.
Il barista alto e barbuto apparve alle spalle di Ferox, con un bicchiere di
Whisky Incendiario. Ferox lo acce ò e lo bevve in un colpo.
“Grazie, Aberforth,” annuì al barista, che annuì a sua volta e si allontanò
di nuovo. Ferox scosse la testa, ancora arrabbiato: “Sei fortunato che
abbia visto. Sei fortunato che ne sapessi abbastanza da conta are
Moody prima di conta are chiunque altro!”
“Perché, chi?” Remus si voltò a guardare.
“Non importa.” Ferox sca ò, a rando di nuovo l’a enzione di Remus.
“Ma sei dannatamente fortunato.”

302
“Okay okay!” Remus guardò le sue mani. Il suo braccio aveva smesso di
sanguinare, ma bruciava in modo molto spiacevole. Chissà che po di
fango aveva so o le unghie. “Mi dispiace.”
“Non è abbastanza, Remus!” Ferox sospirò, profondamente. “Sei stato
stupido e sbadato e avres potuto essere ucciso! Sai cosa vogliono? Sai
perché stava aspe ando?!”
“Sì.” Rispose, sgarbatamente, incrociando le braccia, a ento a non
urtare quello che faceva male: “Me l’ha de o”.
Ferox sbuffò, furiosamente,
“Vogliono far uno di loro!”
“Sono già uno di loro!” Remus gridò, alzandosi così velocemente che il
suo sgabello volò all’indietro, sferragliando sul pavimento sporco del
pub e a rando l’a enzione di tu . A Remus non importava.
Si avviò verso la porta. Ferox lo seguì fuori. Remus camminò più veloce,
dirigendosi verso Mielandia,
“Non sei mio padre. Non sei nemmeno più il mio insegnante, quindi
incazza e lasciami in pace!”
Il suo terrore si era trasformato in rabbia molto rapidamente, la sua
testa con nuava a pulsare per l’argento e per essere stato
schiaffeggiato. Proprio come la dannata Dire rice, gli adul sono tu
dannatamente uguali. Il suo braccio dolorante e pruriginoso più che
mai. Remus non era veloce in piedi nel migliore dei casi e Ferox lo
raggiunse facilmente afferrando la sua spalla, “Oi! Guarda, forse sono
stato un po’ duro, ma... Gesù Cristo, Lupin! Ci hai fa o spaventare così
tanto.”
Remus si fermò a questo,
“Tu ?”
Ferox sospirò di nuovo.
“Dai. È meglio che ripor al castello. Ci sono alcune persone che
aspe ano.”
Prima che iniziassero a tornare indietro, Ferox lanciò un patronus, un
enorme uccello dalle lunghe gambe, per inviare un messaggio a
Hogwarts che erano entrambi al sicuro. “Silente lo sa, allora.” Remus
sospirò.
“Proprio così.”
“E la McGrani , immagino.”
“Ti sei guadagnato una bella punizione, Remus, non men rò.”

303
Remus sbuffò, e guardò Ferox corre amente per la prima volta. In
realtà, non aveva bisogno di alzare lo sguardo. Nei due anni trascorsi
dall’ul ma volta che si erano incontra , Remus aveva raggiunto la sua
altezza. Erano faccia a faccia. Ferox aveva ancora i capelli dora , un bel
aspe o robusto e ba uto dal tempo, ma non era più l’eroe che Remus
aveva adorato a tredici anni. Era solo un uomo, un soldato in guerra,
come tu loro.
“Sono davvero dispiaciuto.” Remus disse, “Sapevo che era stupido, non
riesco nemmeno a spiegarmi.”
“Ah, non sei obbligato, ragazzo,” Ferox si ba é una mano sulla spalla, “è
naturale sapere quello che sai di lui.”
“Non ho mai incontrato un altro ... lupo mannaro ... prima.” Lui disse.
“Sono tu così?”
Ferox lo guardò di traverso,
“Cosa pensi tu?”
Remus ci pensò su mentre camminavano, e alla fine scosse la testa.
“No, suppongo di no.” Sospirò: “Ci sono persone buone e ca ve. Buoni
e ca vi maghi. Perché i lupi mannari dovrebbero essere diversi?”
“Remus, mio vecchio amico, se tu potessi farlo capire a tu gli altri,
allora non penso che ci sarebbe una guerra.”

Fu portato dire amente nell’ufficio di Silente. Remus non ci era mai


stato prima, ed era agitato quasi quanto lo era di incontrare Livia. La
stanza era ariosa, dal soffi o alto, con ritra che coprivano le pare e
armadi pieni di strane curiosità.
Silente era solo, seduto alla sua scrivania, a scrivere su un lungo pezzo
di pergamena. Remus rimase in silenzio per almeno cinque minu .
“Mr. Lupin.” Disse infine il preside. “Sembra che ci incontriamo sempre
nelle condizioni più spiacevoli.” “Si. Giusto.” Remus annuì.
Aveva sopportato troppo in una sola no e per preoccuparsi di quello
che aveva da dire Silente. Ho de o che avrei comba uto per la tua
dannata causa, vecchio, cosa vuoi di più?
Silente osservò a entamente la sua nonchalance.
“Hai fa o una cosa molto pericolosa, stasera.”
“Sì.” Alzò il braccio bendato.
“Sai che non è quello a cui mi riferisco.”

304
“Lo so.” Remus rispose, chinando la testa, cercando di sembrare pieno
di rimorso. Se non avesse avuto la possibilità di calmarsi con Ferox,
allora avrebbe potuto dire molto di più.
Lo so, professore, non riferisci a nessun danno fisico che mi sarei
potuto procurare. Questa è chiaramente l’ul ma delle tue
preoccupazioni, considerando che mi stavo facendo a pezzi da o o anni
prima che qualcuno decidesse di intervenire.
Silente, ovviamente, non sapeva del segreto dei Malandrini. Potrebbe
benissimo sapere degli sforzi di Madama Chips per aiutare Remus, ma
se l’avesse saputo, non ha mostrato alcun interesse.
Quindi Remus si zi e prese la sua punizione, sperando che alla fine
Silente lo liberasse e potesse tornare a le o. Gli fece una ramanzina
sulla responsabilità e la maturità. Un severo promemoria che la guerra
è più grande di lui e che le sue mo vazioni personali non avevano
importanza.
“Dobbiamo tu fare dei sacrifici ...”
Sì, Remus lo schernì, interiormente, alcuni più di altri, presumibilmente.
“Hai capito Remus?”
“Sì, preside.”
Dopodiché, dove e dare a Silente un resoconto de agliato di tu o ciò
di cui lui e Livia avevano discusso. Non era molto - Remus non poté fare
a meno di sen rsi un po’ deluso da quanto poco aveva imparato da
solo. Silente sembrava contento, tu avia, per quanto Silente sembrava
essere una cosa o un’altra. Diversi orologi in una delle vetrine e
iniziarono a suonare, e Remus si rese conto che erano le tre del
ma no. Soffocò uno sbadiglio.
“Sì,” Silente annuì, come se Remus avesse appena fa o un punto molto
interessante, “Forse è abbastanza per stasera. Può andare a le o,
signor Lupin.”

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Remus annuì in modo assonnato e si alzò, massaggiandosi l’anca che
era rigida per essere rimasto seduto su sedie di legno duro per tu a la
sera. “Professore?” Chiese, poco prima di par re.
Silente era tornato a scrivere la sua le era, e non aveva fa o segno di
aver
sen to il ragazzo, quindi Remus con nuò comunque,
“Livia ha de o che non conoscevo metà del potere che avevo. E poteva
fare magia senza bacche a e magia senza parole e ...”
“I suoi talen non erano niente di straordinario, Signor Lupin,” replicò
Silente, senza alzare lo sguardo, “Ha chiaramente studiato le ar oscure
e potrebbe essere par colarmente dotata. Non soffermar su questo.”
“Va bene allora.” Remus rispose, ancora più deluso. “Ehm ... il professor
Ferox è ancora qui?”
“Il signor Ferox resterà a Hogsmeade ancora per qualche giorno.
Buonano e Remus.”
“Ehm... buonano e, preside.”
La professoressa McGrani lo stava aspe ando fuori dall’ufficio.
Sembrava furiosa, ma non ha de o niente.
“Sono sicura che ne hai abbastanza di rimproveri per una no e.” Disse,
rigida.
“Oh,” sospirò Remus, “Posso prenderne un po’ di più, se la farà sen re
meglio.”
Lei lo guardò inarcando un sopracciglio, facendo un buffe o, ma
con nuò a camminare. Quando arrivarono al buco del ritra o, si fermò
e disse: “Due mesi di punizione, ogni no e tranne la luna piena. E dì a
quei tre di andare a le o subito.”
Strisciò nella Sala Comune e trovò James, Sirius e Peter lì, che
aspe avano in pigiama. James stava camminando avan e indietro
vicino al camine o, Peter stava cercando di non addormentarsi,
appoggiandosi al gomito, e Sirius, che era seduto in posizione ere a su
una poltrona, balzò in piedi nel momento in cui vide Remus.
“A che gioco pensi di giocare?!” Gridò, a raversando a grandi passi la
stanza, “Scappando da solo!”
“Per favore non farlo, Padfoot, sono distru o …” Remus sospirò,
trasalendo. Aveva mal di testa. Voleva solo andare a dormire - basta
parlare stano e.
“Hai idea di come sia stato scoprire che eri sga aiolato via?!” Gridò
Sirius. Remus inarcò un sopracciglio.

306
Sirius sba é le palpebre e fece un passo indietro, leggermente,
guardando in basso.
Per tu noi, intendo.”
“Posso immaginare.” Remus disse, “E mi dispiace, ma per favore posso
andare a le o? Puoi rimproverarmi doma na.”
“Sì, torna a le o, Black.” James si avvicinò e mise una mano sulla spalla
di Sirius.
Sirius si scrollò di dosso, agitato. James sospirò, togliendosi gli
occhiali. “È tardi, siamo tu stanchi. Sei sicuro di stare bene,
Moony?” “Bene.” Remus annuì, così, così grato a James Po er.

307
Negoziazioni  
Domenica 15 gennaio 1977
La ma na dopo dormì il più tardi possibile, per rimandare un ulteriore
confronto. Non poteva parlare con loro, non ancora, fino a quando non
avrebbe avuto la testa sgombra. Avevano troppe domande - alcune a
cui non poteva rispondere, altre a cui non voleva. Fece la doccia più
lunga del solito: qualcosa di Livia sembrava essersi aggrappato a lui, e
aprì il rubine o, cercando di levarselo di dosso. I segni degli ar gli che
aveva lasciato stavano già guarendo, ma con nuavano a prudere so o il
maglione di lana graffiante di Remus.
Lavato e ves to, Remus andò al suo baule e cercò un pezzo di
pergamena di riserva, prima di scarabocchiare un biglie o disordinato:
Se sei ancora al villaggio, vorrei parlar di nuovo.
Lo piegò in fre a, se lo ficcò in tasca e si diresse verso la guferia. I
Malandrini erano tu nella Sala Comune, più o meno nello stesso stato
in cui erano sta la no e prima. Remus li guardò, in preda al panico, poi
chinò la testa e con nuò a camminare.
“Moony, aspe a ...” lo seguirono, tu e tre, a raverso il buco del
ritra o. Non importa, non potevano discuterne apertamente, lui lo
sapeva e loro lo sapevano.
“Vado alla guferia.” Disse, avanzando.
“Non vuoi la colazione?” Chiese Peter.
“Dopo.”
“Moony, possiamo parlare di quello che è successo la scorsa no e?”
Chiese James, ancora molto stanco. Remus supponeva che stesse
sopportando il peso maggiore della frustrazione di Sirius.
Va bene; lascia che qualcun altro lo faccia per un po’.
“Non qui.”
Sfortunatamente, lo seguirono tu alla guferia - che era
completamente vuota - tranne i gufi, ovviamente, la maggior parte dei
quali dormiva.
“A chi scrivi?” Chiese subito Sirius.

308
Remus chiuse gli occhi, sospirò e riprese a legare il suo biglie o al gufo
più vicino.
“Ferox. Il mio vecchio professore.”
“Perché?!”
Remus lasciò cadere la corda che stava usando e fece un balzo mentre
doveva piegarsi per raccoglierla. Con nuò a spiegare, con calma.
È a Hogsmeade. L’ho visto ieri sera, ma voglio rivederlo.”
“Cosa stava facendo a ...”
Remus sussultò di nuovo, armeggiando con il suo terzo tenta vo di
legare il biglie o alla gamba del gufo agitato. Sirius era troppo vicino,
chinato su di lui, chiedendo risposte, e Remus riusciva a malapena a
concentrarsi. “Sta lavorando con Moody, ed è stato convocato lì per
riportarmi ...”
“Convocato da chi?”
“Cazzo, dammi un minuto, okay?!” Remus sca ò.
Sirius si rò indietro, sembrava che gli sarebbe piaciuto molto dire
qualcos’altro, ma si stesse mordendo la lingua. James gli toccò di nuovo
la spalla. Remus li ignorò entrambi e legò la le era all’uccello - forse un
po’ troppo stre a, perché lo beccò rabbiosamente prima di volare via,
giù verso il villaggio. Avrebbe potuto restare lì, forse, non ci sarebbe
voluto molto. Ma il suo stomaco brontolò. Si voltò a guardare i suoi
amici.
“Okay. Prima colazione?”
“Hai intenzione di spiegarci …”
“Sì, Padfoot, va bene. Mangiamo qualcosa e andiamo a fare una
passeggiata o qualcosa del genere, okay?” E fu quello che fecero.
Remus imburrò almeno cinque fe e di pane tostato nella Sala Grande,
le avvolse in tovaglioli e le infilò nelle tasche delle sue ves . Gli altri tre
Malandrini lo seguirono, guardandolo con cautela come se non
sapessero ancora cosa pensare di lui.
“Va bene.” Una volta fuori, ha de o: “Dovete tu stare zi e lasciate
che parli io, okay? Nessuna interruzione.”
Annuirono solennemente mentre camminavano. Vide Sirius stringere le
labbra. Tosta, pensò Remus. Puoi stare ad ascoltarmi, per una volta.
Iniziò a raccontare.
Lo trovava molto più facile che dirlo a Silente - almeno sapeva per certo
che i Malandrini erano dalla sua parte. Cercò di spiegare tu o con il
minor contesto emo vo possibile. Sapeva che nelle vicinanze c’era un
lupo mannaro. È andato a cercarlo, ha incontrato Livia, è intervenuto

309
Ferox. “Moody mi ha parlato la scorsa estate”, spiegò, alla fine, “Mi ha
de o qualcosa, e mi ha fa o ... mi ha fa o solo pensare a quanto posso
essere u le, tu o qui. Devo sme erla di guardare al mio piccolo
problema peloso come ... beh, come un problema. Se andremo in
guerra con creature oscure, allora come creatura oscura dovrei essere
... “
“Non sei una creatura oscura.” James disse, all’improvviso: “Sei il nostro
Moony”.
Remus alzò le spalle. Non avrebbe scommesso che James sarebbe stato
il primo a interromperlo, ma ora era abbastanza contento che lo avesse
fa o.
Fece una pausa; non c’era più niente da dire. James lo stava ancora
guardando, con una piccola piega tra le sopracciglia. Si spinse gli
occhiali su per il naso, pensando chiaramente molto profondamente.
Peter, ovviamente, sembrava ansioso. Si stava fissando i piedi,
sfregandosi le mani. Remus non guardò Sirius. Invece cercò le sue
sigare e.
“Allora,” disse James, dopo aver deglu to, “se n’è andata adesso, vero?
Il lupo mannaro?”
“Livia.” Disse Remus, sigare a tra i den , “Sì, penso che Ferox l’abbia
spaventata.”
“Troppo malede amente vero,” annuì James, molto più a suo agio nel
parlare, “E scomme o con Moody sul caso che non tornerà presto, eh?
Allora, sei nei guai? Con Silente?”
“Non credo.” Remus sospirò. Si strofinò l’anca dolorante, “Penso che
Silente fosse più preoccupato per il fa o che potessi rovinare il suo giro
di spie, piu osto che infrangere le regole.”
“Non vorrebbe veder ferito. Questo vale anche per tu noi.” Disse
James sonceramente. Guardò la postura goffa di Remus, “Andiamo, c’è
una panchina quaggiù, puoi finire il tuo toast.”
Scendevano lentamente verso la riva del lago, dove c’erano alcune
panchine di pietra. Faceva troppo freddo perché qualcun altro fosse
fuori a quell’ora di domenica, e Remus guardò la nebbia della tarda
ma nata scivolare sulla superficie scura dell’acqua mentre mas cava i
res del suo tost. Sirius non aveva ancora parlato, dalla guferia, e
Remus stava cercando di non notarlo. Sirius si sen va tradito - Remus
lo sapeva tanto quanto conosceva il proprio nome. Tradito anche se

310
non aveva davvero il diri o di provarlo. Non si tra a di te. Remus
avrebbe voluto sibilare a Sirius triste e silenzioso.
“Non riesco a credere che abbiamo dormito tu durante la no e più
eccitante dell’anno, eh.” James diede una gomitata a Remus, cercando
di portare un po’ di leggerezza nell’atmosfera altrimen piu osto cupa.
“Non è stato così eccitante,” Remus sorrise in risposta, dandogli quello
che voleva, “Sono stato una schifezza. Se Ferox non fosse arrivato ...
non lo so.” “Pensi che avrebbe potuto scomparire portando con sé?”
Chiese Peter, torcendosi ancora le manine tozze.
“Non so.” Remus rispose, “Penso di sì … ho avuto l’impressione,
comunque, che avesse bisogno che io fossi d’accordo. Come se dovessi
essere io a prendere la decisione, altrimen immagino che potrebbero
riunirsi e rapirmi.”
“Bene allora!” James disse, schiaffeggiandosi trionfante sulla coscia:
“Non c’è problema, vero? Beh, voglio dire, non ci sono dubbi.”
No, certo che no.” Remus disse, velocemente, “Non mi unirei mai a
Greyback.”
“Bene allora.” Ripeté James, soddisfa o.
Remus si guardò le mani, ancora unte per il pane tostato. Se le asciugò
sulle gambe dei pantaloni. Ovviamente no. Ovviamente non l’avrebbe
mai fa o.
Tranne.
“Moony?” Disse James, percependo una strana quiete.
“Non mi unirei mai a lui.” Disse Remus, con a enzione. “E Livia era ...
era orribile, ma.” Inspirò, “Non tu o quello che ha de o era sbagliato.”
“Cosa dovrebbe significare?” Sirius esplose.
Remus con nuava a non guardarlo, accaldandosi.
“Solo che - beh, i maghi ci tra ano ingiustamente, e ... e ... uffa, voi tu
non capireste.”
Sirius balzò in piedi, come se fosse stato ferito fino al punto di ro ura.
Fissò Remus come se stesse per iniziare a urlargli contro. Poi se ne
andò, a un ritmo impossibile.
“Black!” James si alzò, “Oi!”
“Non importa.” Remus agitò una mano, “Scusa, non avrei dovuto dire
niente, non riesco a spiegarmi bene.”
“È un idiota così luna co ul mamente.” James sbuffò, con nuando a
guardare l’altro ragazzo allontanarsi.
“Seguilo, se vuoi,” disse Remus. “Onestamente, sei il migliore a risolvere
la situazione quando è così. Io e Wormy troveremo più tardi, vero?”

311
“Okay ...” disse James, già cominciando, “Grazie, Moony!”
“Quei due sono così strani a volte.” Disse Peter, guardando James che lo
raggiungeva. “Giuro che non so più di cosa parlano gli altri. È tu a
guerra questo e guerra quello ... “
“Sì, è un po’ una seccatura.” Rispose Remus.
Lo aveva inteso in modo sarcas co, ma il povero Peter non era mai
stato molto veloce nell’acce azione.
“Sì, sai cosa intendo, vero Moony? Penso solo ... abbiamo solo sedici
anni, non possiamo pensare a qualcosa di diverso dal fare la ‘cosa
giusta’ tu o il tempo? Ci dovremmo diver re”.
Remus stava ascoltando solo a metà. Si s rò, massaggiandosi di nuovo
l’anca per vedere se si sarebbe mossa per lui.
“Penso che dovres tornare a le o, Pete. O la biblioteca. Perché non vai
a trovare Dezzie?”
“Cosa? Non lo sai?!” Peter lo fissò incredulo mentre aiutava Remus a
rialzarsi.
“Sapere cosa?” Chiese Remus, inarcando di nuovo la schiena per buona
misura.

312
“Lei mi ha scaricato.”
“Oh merda.” Remus sba é le palpebre, “Scusa, amico! Anche quella è
stata la scorsa no e?”
“La scorsa se mana.” Disse Peter, con una freddezza insolita nella
voce. “Scusa!” Disse Remus di nuovo imbarazzato.
Non pensava di aver parlato molto a Peter di niente da se mane - era
così preso da Sirius, e dal branco di lupi, da Sirius e da Christopher…
decise di fare molto meglio con tu i suoi amici. Dopotu o, non
appena avesse compiuto diciasse e anni, sarebbero sta tu o ciò che
aveva. “Mi dispiace davvero, Wormy.” Disse, gen lmente, “Vuoi giocare
a scacchi, allora?”

Lunedì 16 gennaio 1977


Remus era sinceramente dispiaciuto per Peter e Dezzie. Non era mai
stata veramente parte del loro gruppo, ma era una ragazza abbastanza
gen le, e aveva reso Peter felice - gli aveva dato qualcosa che James e
Sirius non avevano, e questo era speciale in sé.
La ro ura apparentemente era stata semplicemente dovuta a un
cambiamento di a eggiamen . Si vedevano da quando avevano
qua ordici anni, e a sedici sembrava che Desdemona volesse allargare
un po’ le ali. “Potrebbe cambiare idea?” Remus suggerì a un cupo volto
di Peter durante la loro terza par ta a scacchi.
“Ne dubito,” sbuffò Peter. “Penso che abbia una co a per quel zio di
Roman Rotherhide. Segaiolo. Cavallo in F3.”
“Pensavo che Mary lo vedesse, no?”
“Mary vede tu ,” ridacchiò Peter, meschino. “È come la versione
femminile di Padfoot.”
La risposta di Ferox arrivò più tardi quella domenica sera.

Remus,
Temo di non poter invitare a Hogsmeade, ma posso incontrar a cena
lunedì sera al castello. Ci vediamo fuori dalla Sala Grande alle 18:00.

Andava bene. Abbastanza bene: poteva chiedere quello di cui aveva


bisogno. Remus andò alle sue lezioni come al solito, e lo disse ai

313
Malandrini all’ora di pranzo. Sirius gli stava parlando di nuovo, ma non
come al solito. Per ogni piccolo passo avan , lui e Remus sembravano
fare di nuovo tre enormi passi indietro.
“Prenderò il tè con Ferox stasera”, spiegò. “Quindi non vi vedrò più
tardi.” Sapeva che James aveva gli allenamen di Quidditch, che Peter
avrebbe guardato, ora che non aveva una ragazza. Sirius si sede e più
dri o.
“Dovremmo venire anche noi?”
“Perché?” Chiese Remus, fissandolo con uno sguardo freddo. Sirius
scrollò le spalle e guardò di nuovo la sua zuppa.
Quando arrivarono le sei, Remus stava pra camente correndo per i
corridoi. Non voleva sembrare troppo ansioso, quindi aveva aspe ato in
cima al pianero olo prima di scendere la scala principale solo un
minuto dopo l’ora. Questo si era rivelato essere un errore. Quando
arrivò lì, Mary aveva trovato Ferox e aveva avviato una conversazione.
“Remus!” Lei sorrise mentre scendeva, “Guarda chi c’è qui!”
“Sono qui per vedere il signor Lupin,” Ferox sorrise facilmente,
stringendo la mano di Remus. Sembrava tu o molto cresciuto.
“Sto cercando di convincerlo a tornare e insegnarci di nuovo,” spiegò
Mary allegramente, “Ci manca, vero Remus?”
“Ehm ... sì, naturalmente.” Remus annuì. Mary gli sorrise e gli toccò
l’avambraccio, appoggiandosi a lui in un modo molto familiare. Non
riusciva a ricordare se l’aveva mai fa o prima.
“Può aspe are qui?” Chiese a Ferox, con nuando a toccare Remus,
“Marlene scenderà tra un minuto, le piacerebbe veder ...”
“Temo che dobbiamo andare”, disse gen lmente Ferox, “forse un’altra
volta, signorina MacDonald. Remus, ci sei?”
Remus seguì Ferox su per le scale, piu osto che verso il corridoio,
lasciando Mary in fondo.
“Pensavo che avremmo potuto fare con un po’ di privacy”, mormorò
Ferox, “Il professor Ke leburn mi ha gen lmente permesso di prendere
in pres to il mio vecchio ufficio.”
Remus era stato nell’ufficio di Cura delle Creature Magiche solo una
volta da quando Ferox se n’era andato - per richiedere un’estensione di
un saggio dopo la luna piena. Ke leburn era un po di uomo spartano,
che aveva scelto di non decorare affa o, ma che aveva pile di scartoffie
sparse dappertu o. Ferox lo sistemò ordinatamente con un fruscio
della sua bacche a, prima di chiamare da bere e due pia per la cena.
Il cibo era apparso proprio come nella Sala Grande: prosciu o, uova e

314
pata ne stasera. “Il mio preferito,” Ferox sorrise, facendo cenno a
Remus di iniziare a mangiare. Rimasero nascos in silenzio per alcuni
minu , e Remus si gode e la novità di condividere la cena con un
amico, piu osto che con cen naia di altre persone.
“Dunque.” disse, rompendo l’ul mo tuorlo d’uovo con una pata na:
“Volevo parlare di Livia”.
“Guarda ,” Ferox gli annuì, “Due anni fa riuscivo a malapena a far dire
due parole su di te.” Remus alzò le spalle,
“Non c’è più tempo per essere midi, immagino. C’è una guerra in
corso.”
“Lo so.” Ferox sospirò. “Va bene, dai ragazzo.”
“Okay.” Remus fece un respiro profondo. “Non voglio unirmi a lei - loro -
Greyback. Non voglio far parte del loro ... del loro branco, o qualcosa
del genere.”
Ferox annuì, ma non disse nulla. Remus, incoraggiato, con nuò, “Ma …
penso che potrei trovarli facilmente. Penso che loro potrebbero
trovarmi. E mi vogliono ancora. È quello che vuole Silente, non è vero?
Una porta sul retro per i lupi mannari. Posso farlo. So che quello che ho
fa o è stato stupido - e non lo farò più, non finché sono a Hogwarts,
non finché non avrò almeno l’età. Ma ... ora la conosco, ora so come
sono, non ho paura. Riesco a farlo.” “Capisco. Silente ha de o--”
“No, ma non sono stupido.” Remus disse, sprezzante, “Non mi ha
chiesto di fare niente, perché non lo chiede mai. Si assicura solo che tu
sappia cosa vuole. Ma ci sono anche cose che anche io voglio.”
“E che cosa sono?”
“Non firmo il registro, il giorno del mio compleanno.” Disse Remus,
fermamente. “Non mi sto esponendo al Ministero. Ho esaminato la
ques one - se lo faccio, devo fare rapporto a loro per tre giorni ogni
mese. Mi rinchiuderanno - presumo, non è molto chiaro dalle
informazioni che hanno diffuso. Non riesco a tenermi un lavoro, così. Se
Silente ha bisogno di una spia, allora anche lui ha bisogno che io non sia
rintracciabile.”
“Capisco,” disse di nuovo Ferox, “ma--”
“Non ho finito.” Remus sca ò. “Dopo. Se vinciamo. Voglio l’amnis a per
i lupi mannari. Anche il branco di Greyback. Non Greyback, ovviamente,
ma i suoi seguaci.”
“Remus, è completamente--”

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“No, non lo è.” Remus incrociò le braccia. “Non lo sai. Livia potrebbe
essere una merda, ma non ha torto. Una scelta tra la libertà so o
Greyback o la prigione so o il ministero è facile da fare.”
Ferox lo guardò, a lungo. Remus bevve il suo succo di zucca, aveva la
gola molto secca. Il suo cuore ba eva così forte che pensò che Ferox
poteva essere in grado di sen rlo.
“Queste non sono necessariamente cose che Silente può fare.” Disse
Ferox, lentamente.
“Cazzate.” Remus posò il suo calice, un po’ troppo duro sulla scrivania.
“Posso proporglielo.” Ferox sospirò, sembrando sconfi o: “Ma non
posso fare promesse.”
“Bene,” rispose Remus, freddamente, “Ho diciasse e anni tra due mesi.
Quindi c’è la scadenza.”
“Porca miseria.” Ferox si gra ò la testa. Sembrava impressionato,
piu osto che arrabbiato: “Mi ricordi malede amente troppo Lyall, in
questo momento. Che fine ha fa o il ragazzo dalla testa calda che ha
sempre avuto problemi?”
“Ho ancora la testa calda.” Remus disse, semplicemente, “Penso che
probabilmente ce l’aveva anche Lyall. Non è che penso che Silente
possa risolvere tu i miei problemi. Ma volevo me ere tu e le mie
carte in tavola.” “Giusto.” Ferox annuì. “Tu o è lecito in amore e in
guerra, eh?” “Non lo saprei.” Rispose Remus.
I loro pia svanirono, all’improvviso, e poi ricomparvero, portando due
grandi fe e di torta al cioccolato ricoperte di fru a. Li mangiarono in
silenzio, entrambi immersi nei pensieri, lanciandosi di tanto in tanto
uno sguardo.
“Come va con Moody?” Chiese Remus, casualmente. “Immagino che
probabilmente non puoi dirmi niente.”
“Hai ragione,” annuì Ferox. “Moody sta bene, però. Completo pazzo, ma
contento che sia dalla nostra parte.”
“E Achille?”
“Achille sta bene.” Ferox sorrise. “Sta con un mio amico. A proposito, da
quanto tempo va avan la storia d’amore, eh, Lupin?” “La cosa?!”
Remus lo fissò, con gli occhi spalanca . Ferox rise,
“Con la signorina MacDonald, laggiù? Ti avrei abbinato meglio a
Marlene, ma immagino che il cuore voglia quello che vuole, eh?”
“Oh!” Remus si rilassò, “No, Mary è solo un’amica.”
“Mh,” disse Ferox, ovviamente non credendogli del tu o. “Cosa ha
causato questo cambio di personalità, allora?”

316
“Perché deve riguardare una ragazza? Due anni sono tan .” Disse
Remus, infas dito. “Non è come se fossi cambiato improvvisamente.
Sen , ho de o per la prima volta che avrei aiutato Silente a comba ere
quando avevo qua ordici anni.” Cercò di spiegare. “E poi l’anno scorso,
James Po er ci ha de o che aveva in mente di unirsi, non appena
avrebbe lasciato la scuola, e tu abbiamo de o che lo avremmo fa o
pure noi, e io ... ho sempre saputo di dovermi unire, sai, ma non solo
perché James e Sirius volevano.
Io non ho mai avuto una ragione, davvero.”
“S amo tu andando a soffrire, se si sa chi vince.” Disse Ferox.
“Sì, immagino.” Remus annuì diploma camente. “Lo so. Ma volevo dire
... beh, non ho mai avuto un grande interesse in questo, prima. Ora che
ho incontrato Livia, non credo che niente sarà fantas co per me dopo la
fine della scuola, non importa chi è al potere. Voglio un pale o. Se
vivo.”
“Non dovres paragonar a loro, Remus. Il branco.”
“Non posso davvero farci niente, sai? Tu gli altri lo faranno. Conosci il
mio amico, Sirius Black?”
“Non bene”, rispose Ferox, “i Po er lo hanno accolto, no? Ho pensato
che fosse un po’ strano conoscendo la sua famiglia.”
“Esa amente!” Remus disse, trionfante, “Sirius è il mio migliore amico,
e un Grifondoro, e i Po er lo adorano - ma per tu gli altri è ancora un
Black. Passerà il resto della sua vita cercando di non esserlo, non
importa quante cose buone fa. Perché le persone non dimen cano mai
cose del genere - pensano che ciò che sei renda chi sei. È lo stesso per
me.”
Remus ora stava lo ando per con nuare a spiegare. Ferox sembrava
completamente perso. Sospirò, pesantemente:
“Mi dispiace che debba passare a raverso di te. Sei l’unica persona che
conosco che abbia un peso con Silente di cui mi fido. Che si fida di me.”
Ferox lo guardò di nuovo, con un’espressione ferma.
“Ci proverò Remus. Stai chiedendo molto.”
Remus aggro ò la fronte. Pensò a Livia: ai suoi piedi nudi, ai suoi ves
laceri; la sua terribile tosse e lo sguardo vuoto nei suoi occhi. Non era il
modo di vivere.
Potrebbe chiedere molto. Ma Remus non aveva mai chiesto niente
prima in vita sua. Sperava che Silente se lo ricordasse.

317
Mary, Mary  
Mary, Mary, where you goin’ to?
Mary, Mary, can I go too?
This one thing I will vow ya
I’d rather die than to live
without ya Mary, Mary,
where you goin’ to?

Venerdì 5 febbraio 1977


Il resto di gennaio sembrò passare in un lampo, e Remus cercò solo di
tornare alla normalità. La luna piena capitò all’inizio del mese, e Remus
minacciò di chiudere i Malandrini fuori dalla baracca se non avessero
promesso di rimanere dentro questa volta. Alla fine sapeva che si
sarebbe indebolito e avrebbe permesso loro di ricominciare a farlo
uscire - ma sen va che avrebbero dovuto giocare sul sicuro, almeno per
un po’.
L’improvvisa distanza tra Remus e Sirius fu dolorosa, e resa ancora più
difficile dal fa o che la loro relazione - qualunque cosa fosse - era stata
un segreto per tu o il tempo. Remus ricorse alla sua solita ta ca,
seppellendosi nei suoi studi, mentre Sirius si assorbiva in Emmeline. Era
imbronciato, Remus lo sapeva. E per una volta, non lo biasimò. L’intera
situazione disordinata aveva solo dimostrato a Remus che dovevano
me ere una fine il prima possibile. Stava diventando impossibile
restare amici e loro avevano bisogno di essere amici, prima di ogni altra
cosa.
Il problema era che Sirius non era più andato da lui da quella no e in
cui avevano dormito nella Sala Comune. Remus era terrorizzato dal
fa o che questo significasse che era già finita - che Sirius era arrivato
alla realizzazione da solo, e aveva semplicemente scelto di fermarsi. E
Remus non lo avrebbe permesso. Non poteva essere finita, senza che
nessuno dei due dicesse nulla al riguardo. No? Mi hai tenuto la mano.
Avrebbe voluto dire. Mi hai visto piangere.
Il giorno dopo la luna piena di febbraio, Remus giaceva nel suo solito
le o d’ospedale, rifle endo su queste cose. Aveva un taglio sul braccio,
su cui Madama Chips gli aveva de o di pra care il suo incantesimo

318
cura vo. Era molto semplice, ma era così stanco dopo la sua
trasformazione,
“Devi provarci, caro,” disse la strega-media, an pa ca, “Volevi essere in
grado di prender cura di te stesso dopo le lune, quindi dovrai solo
imparare a trovare la forza.”
Pungolò il taglio, stava già guarendo da solo comunque, facendo un
altro mezzo tenta vo di aggiustarlo. Niente. I segni che Livia aveva
lasciato adesso erano diventa rosa pallido, e Madama Chips pensava
che probabilmente sarebbero svani , col tempo, perché non erano
ferite intrinsecamente magiche.
“Sei il benvenuto,” lo chiamò, ora, dal suo ufficio. “Se hai intenzione di
seder lì a deprimer ... Vai a vedere i tuoi amici.”
Remus non si prese il disturbo di dirle che erano i suoi amici - o meglio,
un amico in par colare - di cui si stava deprimendo. Ma non ci aveva
mai pensato due volte quando lei gli ha dato il permesso di andarsene,
così si alzò e si ves velocemente, uscendo in fre a dall’infermeria, “Ci
vediamo martedì!” Chiamò mentre usciva.
Era dopo pranzo, e quel giorno era rimasta solo una lezione - Cura delle
Creature Magiche - per la quale Remus non era dell’umore giusto.
Comunque era in vantaggio sul resto della classe e nessuno avrebbe
sen to la sua mancanza. Scese lungo i corridoi senza meta per un po’,
pensando ancora a Sirius ed Emmeline, e a come avrebbe mai potuto...
aspe a un minuto. Si fermò e aggro ò la fronte, guardando il ritra o
più vicino. C’era qualcosa di strano. Il dipinto raffigurava un anziano
mago con capelli radi e un pizze o piccolo e ordinato che scrutava
a raverso un grande telescopio dorato. Per qualche ragione, indossava
un’enorme parrucca riccia rosso vivo. Non sembrava disturbarlo -
con nuava ad aggiustare la vista sul suo aggeggio, mormorando a bassa
voce tra sé. Remus sbuffò, e guardò il quadro successivo.
Questo conteneva un gruppo di belle, formose pastorelle che badavano
al loro gregge - e tu avevano parrucche rosse luminose. Lo stesso con
il ritra o successivo: una strega che trasporta un cesto di fru a
traboccante, riccioli scarla sgargian che le rimbalzano sulla testa. E il
successivo - un monaco dall’aspe o sinistro, la cui parrucca rossa si
trovava in realtà sopra il cappuccio. Nessuno dei sogge dei dipin
sembrava affa o turbato, mentre Remus seguiva la scia di bizzarri
copricapi fino al mezzanino del terzo piano.
“Padfoot!” Remus rimase senza fiato, quando trovò il colpevole.
Sirius era a suo agio, le mani in tasca, chiacchierando con disinvoltura
con un dipinto di una ridicola ninfa marina in una grande cornice

319
dorata. Quando vide Remus diede un urlo e si tuffò tra le onde
so ostan .
“Aw, Moony, perché l’hai spaventata?” Sirius disse: “Stavo proprio per
lanciare l’incantesimo.”
“È brillante!” Remus sorrise, indicando tu e le foto che aveva passato,
“Come mai non mi hai mai de o che lo stavi facendo? James è
coinvolto?” “Sì, sta prendendo l’ala est,” Sirius annuì, passando al
dipinto successivo. “Abbiamo avuto l’idea appena prima di tornare a
le o questa ma na. Mi dispiace, pensavo stessi dormendo ancora.”
“Madama Chips mi ha lasciato andare ...”
“Oh giusto. Probabilmente vorrai andare in biblioteca o qualcosa del
genere?
Ho quasi finito qui, non c’è bisogno che tu rimanga nei paraggi.”
“No, io ...”
“Oh merda!”
Il grande orologio a pendolo nell’aula magna aveva cominciato a
suonare: tu e le porte delle aule stavano per spalancarsi e gli studen
si sarebbero riversa fuori per la lezione successiva. “Sapranno che
siamo noi!” Sirius disse: “Presto!” Tirò fuori il mantello dell’invisibilità di
James dalle sue ves e lo sollevò come una tenda.
Remus si affre ò a passarci so o, accovacciandosi leggermente per
compensare la loro differenza di altezza. Entrambi si appoggiarono al
muro e aspe arono. Le porte iniziarono ad aprirsi una alla volta e
torren di studen riempirono lo spazio precedentemente silenzioso.
Invisibile e intrappolato, Remus realizzò che quella era la migliore
possibilità che aveva avuto da giorni.
“Oi,” sussurrò, dire amente nell’orecchio di Sirius. Sen l’altro ragazzo
irrigidirsi. “Sei ancora arrabbiato con me?”
“Che cosa--”
“Mi stai evitando.”
“No non è vero.” Sirius si spinse indietro, all’improvviso, quando una
ragazza del terzo anno si avvicinò un po’ troppo. Indietreggiò dri o
contro il pe o di Remus, così che i loro corpi si stavano toccando,
pra camente.
“James ha de o di dar spazio.” Mormorò: “E mi hai lasciato fuori dalla
missione alla Testa di Porco, anche dopo che avevamo de o che
saremmo anda insieme.”

320
“Non era una missione!” Sussurrò Remus, sforzandosi di mantenere la
voce bassa. La gente stava notando i ritra vandalizza ora, indicando
e ridendo intorno a loro. “E non ho mai acce ato di andare insieme!”
“Beh, hai inviato il messaggio che volevi spazio!” Sirius riba é. Si voltò,
così da poter sussurrare anche all’orecchio di Remus. Si stavano ancora
toccando in alcuni pun , cercando di non farlo in altri.
“Sono dispiaciuto okay?” Remus rispose, “Non pensavo che te la sares
presa così tanto!”
“Non me la sono presa!” Sirius balbe ò, mortalmente offeso, “Mi fai
sembrare ...”
“Tipo cosa?” Sfidò Remus.
Poteva sen re Sirius che iniziava ad allontanarsi, così lo baciò. Fanculo.
Per fortuna, Sirius lo baciò di rimando, e mentre i corridoi si svuotavano
ancora una volta, il rumore che si spegneva lentamente, i due ragazzi
nascos in bella vista so o il mantello erano completamente ignari.
Alla fine, Sirius si staccò e Remus glielo permise.
“Quindi ora piaccio di nuovo.” Sirius borbo ò. “Non posso stare al
passo con te.”
“Di cosa stai parlando? Mi stavi evitando!”
“Pensavo volessi che lo facessi!”
“Beh ... sì, okay, l’ho pensato, ma non finché non avremmo almeno
parlato.” “Non vedo davvero di cosa si possa parlare,” Sirius si tolse il
mantello. I suoi capelli ricadevano morbidamente a posto, mentre quelli
di Remus erano in preda all’ele ricità sta ca finché non li lisciava. “O lo
facciamo insieme ... sai, o no.”
Dio, adoro li gare con te, pensò Remus, sentendo il calore divampargli
sul collo, il desiderio di Sirius che lo stava bruciando, potrei discutere
con te per sempre. “Quindi?!” Disse Sirius, allontanandosi da Remus,
bu andolo fuori dalla sua foschia lussuriosa. “Di cosa si tra a?”
“Beh, è un po’ ingiusto chiedermelo adesso ...”
Sirius si morse il labbro inferiore e inarcò un sopracciglio.
Remus fu sul punto di morire.
“Andiamo, allora.” Sirius fece un cenno con la testa, muovendosi verso
la scala più vicina, “Sto scappando da Divinazione, in più il dormitorio è
vuoto
...”

321
Giovedì 10 febbraio 1977
Che casino. Alla fine della se mana successiva erano pra camente
torna di nuovo all’inizio. Non parlare, solo toccare. Sirius usciva
pubblicamente con Emmeline, e di no e si infilava nel le o di Remus -
ammesso che la camerata fosse libera, ovviamente. Sirius non era
niente se non discreto, almeno in questo caso. Al contrario, Remus
stava trovando quella parte più difficile che mai.
Qualche mese fa sarebbe andato tu o bene, sarebbe andato tu o
bene. Solo un altro segreto da aggiungere alla lista, un’altra parte di sé
che non doveva far vedere agli altri. Ma da allora sono successe molte
cose.
Lily sapeva che era un lupo mannaro, per esempio, era stato un sollievo
sorprendente. Condividere il segreto con lei era stata una buona cosa;
ne era abbastanza sicuro. Poi c’era Christopher, così coraggioso nel
sopportare la sua anima, e tu o ciò che Remus poteva offrire erano
mezze verità.
Alla fine, Remus poteva affrontare un feroce assassino in un vicolo buio;
poteva fare richieste allo stesso Silente. Ma non poteva dire di no a
Sirius. Un vero malede o casino.
In un momento di totale debolezza, Remus si ritrovò persino a star per
confessare tu o a James. Erano in biblioteca, alla ricerca di qualche
oscuro libro di testo di Difesa contro le Ar Oscure, quando Po er parlò
del giorno di San Valen no, che si stava avvicinando.
“Chiedo a Evans di Hogsmeade questo fine se mana, ovviamente,”
disse allegramente, “lei dirà di no, per amore della tradizione, ma la sto
conquistando, lo sento.”
“Mmh.” Remus sospirò, facendo scorrere il dito lungo le morbide spine
di cuoio dei tes an chi.
Non è che lui voleva festeggiare San Valen no - è uno stupido giorno
con cui non voleva avere niente a che fare - ma era costre o a sen re
tu gli altri che facevano piani per quell’occasione.
“E Wormtail ha effe vamente chiesto di uscire a Dorcas Meadowes.”
James rise, accovacciandosi per controllare uno scaffale più basso,
“Riesci a crederci? A volte penso che abbia più coraggio di chiunque di
noi.”
“Chi è Dorcas Meadowes?”
“L’hai incontrata, no? Tassorosso nel nostro anno.” Remus alzò le spalle.
“Immagino che Sirius porterà Emmeline a Hogsmeade.” disse.

322
“Sì, guarda qui.” James rispose, rando fuori un libro e aprendolo per
controllare l’indice. “O un’altra delle sue tante fan adoran , se lei lo
lascia prima di allora.”
“Hmph.”
“Che cosa?”
“Niente.” Remus scosse la testa, prendendo un libro a caso e fingendo
di leggerlo.
“Non lo stai giudicando, vero Moony?” James si lamentò, sorridendo.
“No certo che no!” Remus lo ò per mantenere la faccia seria, “Sirius
può fare quello che vuole. Ma ... non pensi che sia ... Non so, è un po’
troppo, tu e queste ragazze. Come se si stesse me endo in mostra.”
“Non sono un sacco di ragazze, è con Emmeline da dicembre, vero?”
“Gennaio.” Remus rispose, arcigno. “Era single a Natale.”
“Bene allora. Va bene. Le altre solo flirtando. Gli è sempre piaciuta
l’a enzione. “
“Si ma...”
“Guarda, devi solo lasciare che Sirius sia Sirius. A volte è un po’ un
idiota, ma ha passato un bru o periodo. Lascia che si diverta se vuole.”
James si alzò e lo guardò di traverso, valutando. “Sai, Moony, non
ucciderebbe diver r un po’.”
“Ah.” Remus sbuffò.
“Oh, amico!” James si chinò sulla sua spalla per leggere il libro che
Remus aveva aperto, “Ben fa o, l’hai trovato!”
Diver un po’. Quindi, forse Remus potrebbe dare la colpa a James per
quello che è successo dopo, comunque.

Sabato 12 febbraio 1977


Aveva flirtato con lui per anni - Remus sapeva abbastanza bene come
fosse flirtare, ormai. Nel modo in cui sorrideva, la testa inclinata verso il
basso. Il modo in cui aveva iniziato a premere una mano sul suo pe o
quando l’aveva fa a ridere - cosa che sembrava anche accadere più del
solito. Quelle piccole ragazze carine che si dimenano quando si
aggiustano i collant. Alla fine, si sono ritrova soli nella Sala Comune in
quel fine se mana di Hogsmeade poco prima di San Valen no, i
compi fini , sedu schiaccia sul divano - e lei lo aveva
semplicemente chiesto. Che era più di quanto Sirius avesse mai fa o.

323
Remus e Mary sono sempre sta buoni amici; gli piaceva molto. La sua
natura solare e spensierata aveva sempre a ra o il suo lato più cupo; la
sua fiducia alla sua introversione. Aveva ignorato del tu o il flirt,
trovandolo leggermente lusinghiero, ma per il resto poco interessante,
fino a quando lei decise di rimanere al castello con lui invece di andare
a Hogsmeade.
“Come mai non hai un appuntamento, comunque?” Chiese Remus,
mentre firmavano le ul me note per i loro saggi di storia.
“Volevo passare del tempo con te,” gli sorrise, accomodandosi sul
divano, la sua coscia che toccava la sua. “Non posso mai aver qui tu o
solo.”
“Non sono così divertente come Roman Rotherhide, scomme o,” rise
Remus, ancora non credendo nella direzione in cui stava andando. La
sua mano era sul suo ginocchio. Lo avrebbe lasciato lì? Oh dannazione,
no, non lo avrebbe fa o ...
“Beh, non lo so,” disse, la sua voce bassa, chinandosi verso di lui ora
mentre le sue lunghe dita si muovevano lentamente verso l’alto, “Vorrei
giudicare da me ...” sba é le palpebre lentamente, e si sporse,
baciandosi lui dolcemente sulle labbra.
Era congelato sul posto. Lei sorrise sfacciatamente:
“Allora? Ti piace?”
Era molto carina. Non era così vicino a lei come lo era con Lily, quindi
davvero, ragionò - dov’era il male? Qualunque cosa stesse succedendo
con Sirius chiaramente non significava che nessuno dei due potesse
guardare altrove. E se Sirius poteva farlo, allora poteva farlo anche lui.
La condusse di sopra.
“Sei adorabile,” sussurrò, sdraiata sul le o, gli occhi scuri. Le fece
scorrere la mano lungo la morbida coscia. Tra le sue gambe era
scivolosa come olio caldo.
In seguito, non era sicuro di cosa farne. Di certo non c’era nulla di cui
lamentarsi: era bellissima, e il calore sanguigno di lei intorno a lui era
decisamente molto eccitante. Ma non era la stessa cosa di quelle
oscure e fur ve no con Sirius; non aveva quella ricca complessità,
quella comprensione sicura. I morbidi seni gela nosi di Mary non
potevano sos tuire la salda presa di Sirius. I suoi dolci sospiri ansiman
non lo eccitarono allo stesso modo dei gemi caldi e raspan di Sirius.
Tu e le cose de e e fa e, mentre Remus era certamente contento di
aver avuto l’esperienza, non pensava che fosse qualcosa che fosse
molto interessato a ripetere.

324
Domenica 13 febbraio 1977
Solo un giorno dopo ‘l’esperimento Mary’, Sirius era tornato.
Era metà pomeriggio, ma James e Peter erano entrambi in biblioteca a
studiare per un imminente esame di Babbanologia. Cominciò come
sempre, nel silenzio e nel quieto, disperato bisogno. Sirius stava
stringendo e rando i ves di Remus - poi si girò e sembrò fermarsi.
Annusò il cuscino. “Cos’è questo …? C’è puzza di ...” inalò di nuovo. “Il
profumo di Mary?” “Sì,” rispose Remus, a disagio.
Si era appena tolto la camicia e si sen va già esposto, non sicuro se si
fossero ferma del tu o o se stessero solo facendo una conversazione
casuale.
“Lei era qui. Ieri.”
“Oh. Capito. Tu e lei?”
“Be’ ... era solo una cosa a tantum. È okay?”
“Sì,” gli occhi di Sirius si offuscarono leggermente, come se la sua mente
stesse lavorando molto velocemente. “Si, certo. Buon per te, amico!”
“So che voi due eravate ... ma è stato secoli fa ormai, e tu stai con
Emmeline, quindi ...”
“Ovviamente! Sono contento per te, onestamente, Mary è fantas ca! “
“Sì, lo è.”
Ci furono alcuni momen di silenzio e Remus considerò di rime ersi la
maglie a. Ma poi Sirius si sporse in avan , la sua espressione era
mutata, come una tempesta che passa. Toccò la cicatrice che iniziava
all’osso del collo di Remus, trascinò il dito lungo il suo percorso
irregolare fino all’ombelico. Remus rabbrividì.
“Allora, com’è stato?”
“C-cosa?” Remus voleva solo chiudere gli occhi, rilassarsi so o le
lunghe dita di Sirius.
“Sesso.” Disse Sirius.
Gli occhi di Remus si aprirono, confusi. Voleva sapere?!
“È stato bello. Lei è, uhm ... così morbida, sai. Voglio dire, sai ...” “Sì,”
Sirius soffiò nel suo collo, mezzo sopra di lui ora, la sua mano che
lavorava alla cintura di Remus.

325
Successivamente si sede ero uno accanto all’altro e tu o ciò che
Remus voleva fare era appoggiare la testa sul pe o in fiamme di Sirius e
chiudere gli occhi e restare. Ma non lo fece.
Fissò il suo amico, che si stava già accendendo una sigare a, la pelle
ancora rosa e splendente, e pensò, mestamente, questo non sarà mai
abbastanza.

326
Heniokhos  
Venerdì 4 marzo 1977
“Sto per impazzire.” Disse Marlene, una sera, mentre la biblioteca stava
chiudendo. Si preme e le dita sugli occhi, esausta. I suoi capelli erano
arruffa sulla sua testa, come un dente di leone, per averci passato le
mani a raverso così spesso. “Pensavo che i GUFO fossero ca vi ...”
“Quelle rime,” cantò Mary, allegramente, arrotolando ordinatamente la
sua pergamena.
“U le, grazie, MacDonald.” Marlene alzò gli occhi al cielo.
“Hai deciso tu di fare Pozioni.” Mary colpì leggermente la testa della sua
amica con il suo saggio arrotolato.
“È un requisito per il college di formazione per guaritori.” Marlene
sospirò. “Vorrei non doverlo fare.”
“Non so perché la odi così tanto,” sbadigliò Lily, sollevando la borsa sulla
spalla, “Pozioni è divertente, è logica.”
“Oh, stai zi a, Evans.” Dissero Mary e Marlene all’unisono.
Remus rise, e mise un braccio affe uoso a orno alla rossa,
“Povera Lily,” disse, con finta simpa a, “Così incompresa nella tua
ricerca di conoscenza.”
Anche lei rise e uscirono tu insieme dalla biblioteca. Erano sta lì
tu e le sere della se mana, tranne quando Lily aveva i compi da
Prefe o o Marlene aveva il Quidditch; poi c’erano solo Remus e Mary. Il
che era sorprendentemente okay: Mary aveva fa o alcune ba ute
scherzose sulla loro breve relazione, ma non aveva accennato al
desiderio di farlo di nuovo, e sembrava vedere ancora una volta Roman
Rotherhide. Remus era sollevato. Una relazione segreta era più che
sufficiente.
Era presto per ripassare, ma i qua ro avevano deciso di riunire
nuovamente il loro gruppo di studio quest’anno per superare la prima
fase dei loro NEWT. Mancava ancora più di un anno agli esami finali, ma
secondo Remus e Lily, non si poteva mai essere troppo prepara , in
par colare con gli esami dell’anno di fondazione previs a giugno.
“Sono distru a”, disse Mary, mentre si avvicinavano al ritra o della
Signora Grassa - la sua parrucca era stata rimossa dal professor Vi ous
solo pochi giorni prima - a quanto pare si era affezionata.
“Giorno libero, domani?”

327
“Se vuoi,” disse Remus, sorprendendola sbadigliare, “Ho de o che
domenica avrei fa o un grande gruppo di studio, quindi sarei felice del
resto.”
“Non so come fai, Lupin,” Mary scosse la testa incredula. “È perfe o,
però, lascia almeno il sabato sera libero.”
“Hai un altro appuntamento con Roman, vero?” Chiese Marlene,
sembrando un po’ seccata.
“Sì, Marlene,” Mary alzò gli occhi al cielo, “Nonostante la tua apparente
disapprovazione...”
“Penso solo che dovres rallentare, tu o qui!” Marlene sca ò di nuovo,
passandosi di nuovo le dita tra i capelli.
“Beh, come abbiamo discusso prima, non sono affari tuoi con chi esco,
vero?!” Disse Mary, inarcando un sopracciglio alla sua amica.
Marlene aveva assunto un’insolita tonalità di rosa acceso e stava
guardando il pavimento. Remus guardò sorpreso entrambe le ragazze.
Non le aveva mai viste parlare in quel modo tra loro prima d’ora: di
solito erano migliori amiche.
“Andiamo, siamo tu stanchi,” disse Lily, spingendosi in avan ,
“Blatherskite”, si rivolse alla Signora Grassa, che si spostò in modo che
potessero entrare tu .
“Evans!” L’urlo di James li raggiunse ancor prima che fossero a metà.
“Sì sì, buonasera, Po er,” sospirò Lily, scuotendo la testa.
Remus colse il suo piccolo sorriso, anche se cercò di coprirlo dietro i
suoi lunghi capelli.
“E Moony!” con nuò James: “Dove sei stato?”
“Fare l’amore furioso con tu noi, ovviamente,” disse Mary,
impassibile, spingendo Sirius da parte per sedersi vicino al camine o.
“È vero,” Lily sorrise, sedendosi sul tappeto del focolare, “È uno
stallone.” “Ci sono volute tu e e tre noi per soddisfarlo!” Marlene si
fece sen re, sembrando un po’ più felice.
“Oh mio dio, per favore stai zi a ...” Remus geme e, prendendo posto
nella sua solita poltrona. “Eravamo in biblioteca, come se non lo
sapessi.” “Ah, certo,” James gli fece l’occhiolino. “Non aggiungere altro,
Casanova.”
“Brr.” Mary alzò le mani davan al fuoco: “In questo castello si gela.” “In
Scozia si gela.” Sirius rispose, monotono. Stava facendo levitare
pigramente un aeroplano di carta per la stanza, accasciato sulla sedia.
“È già marzo,” disse Lily, “Comincerà a riscaldarsi presto. Non vedo l’ora
che arrivi l’estate.”

328
“Nah, dopo farà troppo caldo”, sospirò Mary, “Il nostro appartamento è
ridicolo, anche se apri tu e le finestre fa caldissimo. Suppongo che
quest’anno posso fare qualche magia, posso farlo se la mia famiglia è
babbana?”
“Oh, sì,” disse Lily, mordendosi il labbro, “Non dovremmo?”
“Perché non vieni a stare da me, Mary?” Marlene disse, “C’è più spazio
a casa nostra, ed è più fresco.”
“Be’, non mi dispiacerebbe una vacanza”, rifle é Mary, con nuando a
fregarsi le mani. “Non l’ho più avuta da quando papà ha perso il lavoro.
Andavamo al mare ogni anno. Margate o Skegness.”
“Ooh, sono andata in Cornovaglia l’anno scorso”, disse Lily, “È stato
fantas co, ci siamo accampa proprio vicino alla spiaggia.”
“Di nuovo in campeggio.” Sirius borbo ò. “Non far iniziare Po er...”
“Evans, ho mai de o quanto ami il campeggio?” Disse James,
sorridendo follemente dalla sua posizione al camine o. Stava
armeggiando con il suo boccino d’oro, lanciandolo da un palmo all’altro:
“È uno dei miei più grandi piaceri della vita”.
“Sto parlando del campeggio babbano, Po er,” disse Lily, lisciandosi la
gonna sulle ginocchia imbarazzata, “Nelle tende babbane - nessun
fascino di estensione ...”
“Non può essere così diverso,” replicò James, imperterrito, “Ques due
non sono nemmeno sta in campeggio,” annuì a Remus e Sirius.
“In un certo senso l’abbiamo fa o, a Natale,” disse Remus, lanciando
uno sguardo audace a Sirius, che gli rivolse un lento sorriso complice.
“Hey!” James disse, all’improvviso, lanciando il boccino in aria, poi
allungando una mano per riprenderlo, “Dovremmo andare tu in
campeggio!”
“Che cosa?” Disse Sirius, sedendosi.
“Quest’estate!” James annuì, eccitato: “È la nostra ul ma estate prima
di dover diventare tu adul - e saremo tu maggiorenni, dovremmo
farlo!” “Tu noi?” Chiese Marlene, guardando Mary.
“Tu noi,” confermò James. “Cosa ne pensi, Evans?”
“Beh...” Lily lo guardò, “Tende separate per ragazzi e ragazze, giusto?”
“P , non sei divertente.” Mary sorrise.
Lily le diede un calcio dal pavimento e con nuò,
“Okay, Po er - a una condizione ...”
“Qualsiasi cosa!”
“Tende Babbane.”
“Oh.”

329
Sabato 5 marzo 1977

Se hai diciasse e anni, o ne compirai diciasse e entro il 31 agosto 1977


o meno, hai diri o a un corso di dodici se mane di lezioni sulle
apparizioni da un istru ore del Ministero della Magia, a par re da
lunedì 4 aprile 1977.
Per favore iscrivi qui so o se vuoi partecipare.
Costo: 12 galeoni.

Remus fissò l’avviso appuntato sulla bacheca di Grifondoro e sospirò.


“Ti presterò i soldi.” Disse Sirius, alle sue spalle.
“Preferirei che non lo facessi.”
“Remus, sono incredibilmente ricco.”
“Ne sono abbastanza consapevole.” Sca ò, irritato.
Guardò di nuovo il tabellone. Remus aveva voluto imparare come
materializzarsi per quasi tu o il suo tempo a Hogwarts.
“Ok.” Lui annuì, “Ma ripagherò. Lo farò davvero.”
“Lo so,” Sirius gli diede una gomitata con il fianco, scherzosamente.
“Farai più soldi di chiunque di noi, un giorno, gran moccioso.”
“Ah.” Remus sbuffò. “Non è così probabile, a meno che Silente non
sistemi le cose.”
“Silente? Cosa c’entra lui con qualcosa?”
Remus si guardò intorno, fur vamente. La Sala Comune non era
occupata, ma neanche vuota.
“Non posso dirtelo qui.” Disse, “Di sopra?”
Sirius inclinò la testa, con una finta espressione innocente che fece
scoppiare
Remus a ridere,
“Non per quello. Tira fuori la tua mente dalla fogna, Black.”
Andarono in camera da le o. Era bello e tranquillo lì - Peter stava
scontando una punizione da qualche parte con Gazza e James stava
pa ugliando. “Quondi?” Sirius andò dri o al le o di Remus, seduto a
gambe incrociate e vigile, “Cosa sta succedendo con Silente?” Remus si
sede e di fronte a lui, non troppo vicino.

330
“Io ehm... ricordi che ho cenato con Ferox? Dopo aver incontrato Livia.”
“... Sì, certo.” Sirius si calmò subito.
“Okay, beh, non arrabbiar con me, ma ... ho fa o delle richieste. A
Silente.” Sirius lo fissò, perplesso.
Remus con nuò, con una forte deglu zione,
“Gli ho de o che se vogliono che li aiu , se vogliono che io sia come un
emissario dei lupi mannari, o qualsiasi altra cosa, allora voglio qualcosa
in cambio. Protezione, per gli altri nel branco di Greyback, prima di
tu o” Sirius aprì la bocca, poi - apparentemente pensandoci meglio - la
richiuse, e aspe ò. Remus con nuò, osservandolo a entamente per
qualsiasi segno di rabbia o disapprovazione,
“E ho chiesto di non essere costre o a firmare il registro, il giorno del
mio compleanno.”
“Beh, è ragionevole, almeno,” sussurrò Sirius. “Ma, Moony... l’altra
cosa...” “Lo so,” Remus annuì, “Sono assassini, alcuni di loro. Lo so. Ma
loro ... non credo conoscano altro modo. Penso che se vogliamo
mostrare loro che ci sono altre scelte, modi migliori di vivere, allora ...
questo deve iniziare con la gen lezza.”
“Gen lezza.” Ripeté Sirius.
“Non perdono,” disse Remus, velocemente, “Non sto dicendo che
dovrebbero rimanere completamente impuni , ma … voglio dire, devi
amme erlo, il ministero ha ges to la licantropia piu osto male, finora.
Quando vinciamo questa guerra, c’è la possibilità di migliorare le cose.
Per tu i maghi. Anche i mezzosangue.”
Sirius lo stava guardando, la fronte leggermente aggro ata. I suoi
profondi occhi blu si concentrarono intensamente, come se stesse
cercando qualcosa nel viso di Remus. Poi annuì leggermente. “Questo è
molto importante per te, non è vero?” “Sì.” Disse Remus, senza
perdere un colpo. “Dovrai convincere molte persone.” Remus annuì.
“Lo so.”
“Ti aiuteremo, però.” Disse Sirius, senza interrompere il conta o visivo.
“Io,
Peter e James - anche Evans, probabilmente, quella ragazza adora.”
“Non potrei chiedere ...”
“Non ne hai bisogno,” Sirius scosse la testa. Si chinò in avan e baciò
Remus così, così dolcemente sulle labbra, appena un sussurro.
“Qualsiasi cosa per il nostro Moony.”

331
Più tardi quel giorno, Remus stava andando nell’aula di Vi ous - il
professore di Incantesimi gli aveva gen lmente permesso di usarla per
le sue sessioni di tutoraggio, a condizione che tu o fosse riordinato
dopo. Aveva una mappa della costa meridionale nella borsa e sperava di
arrivarci abbastanza presto per avere la possibilità di studiarla. Se
quell’estate andavano tu in vacanza, qualcuno avrebbe dovuto
organizzarla.
La prima luna piena dell’estate sarebbe caduta il primo luglio, e Remus
sperava di rimanere una no e in più a Hogwarts per quello. Aveva già
chiesto a James se poteva restare con i Po er per la se mana
successiva, e
James, ovviamente, aveva acconsen to con entusiasmo. Poi avrebbero
fa o il viaggio in campeggio, e poi … Remus non aveva la più pallida
idea di quale sarebbe stata la sua prossima mossa.
Ritornare a Mile End, forse; se Grant fosse stato ancora lì. Non poteva
restare per sempre dai Po er; non una volta che aveva diciasse e anni.
“Ciao Remus!” Christopher lo salutò, già in a esa fuori dall’aula. Il
cuoere di Remus sprofondò, leggermente. Ovviamente Christopher era
in an cipo. Non perdeva mai l’occasione di ca urare Remus da solo.
“Buongiorno, Chris,” sorrise, educatamente. “Andiamo?”
Posizionarono con la magia le scrivanie a ferro di cavallo, in modo che ci
fosse molto spazio per dimostrazioni pra che, poi si sistemarono,
rando fuori i libri.
“Cosa fai dopo?” Chiese Christopher, appassionato.
“Cena.” Disse Remus, dolcemente, spianando la mappa e individuando
la Cornovaglia. “Poi punizione, temo. fino a tardi.”
Era la luna piena, sia che fosse stato in punizione sia che non lo fosse.
La McGrani non è mai tornata indietro su una punizione.
“È un peccato”, sospirò Christopher, “in ques giorni sei sempre in
punizione”.
“Sì,” Remus rise, “Non sono un bravo ragazzo.”
Christopher rise, goffamente. Capiva abbastanza bene, ma Remus aveva
l’impressione che raramente si sen sse a suo agio con l’umorismo s le
Malandrino. Ci si doveva abituare.
“Hai le o questo?” Christopher spinse un libro a raverso la scrivania,
coprendo la spiaggia che Remus stava ispezionando. Sospirò e lo
guardò.

332
L’Auriga.
“No,” Remus scosse la testa, raccogliendola e leggendo la trama.

Dopo un infortunio a Dunkerque, Laurie Odell viene mandata in


convalescenza in un ospedale per veterani. Lì fa amicizia con Andrew, un
obie ore di coscienza che serve come inserviente. Ma quando Ralph, un
mentore dei suoi giorni di scuola, riappare nella sua vita, Laurie è
costre a a scegliere tra i dolci ideali dell’innocenza e i dis n piaceri
dell’esperienza.
Oh, pensò Remus. È quel po di libro.
“È un libro babbano.” Christopher spiegò eccitato, “È davvero buono.
Puoi prenderlo in pres to, mi piacerebbe sapere cosa ne pensi!”
“Sì, ci provo, grazie.” Remus annuì, nascondendolo velocemente nel
fondo della sua borsa prima che entrasse qualcun altro.
In quel momento qualcuno bussò alla porta. Entrambi i ragazzi si
voltarono per vedere Emmeline Vance che spuntava con la testa dalla
porta. Era una ragazza immensamente bella, con riccioli dora e grandi
occhi verde mela. Un’altra Corvonero, anche lei al se mo anno, era
uscita in precedenza con lo stesso Roman Rotherhide. Sorrise,
entrando,
“Ciao Remus,” disse, con la sua voce dolce e da ragazza. Cercò di essere
educato, ma sapeva di sembrare freddo.
“Ciao Emmeline. Non aspe avo.”
“Oh, no, non sono qui per la tua piccola cosa nel club di studio.” Sorrise
di nuovo, arricciando il naso in un modo che avrebbe potuto sembrare
carino o affe uoso a chiunque tranne Remus e Christopher.
“Speravo che Sirius fosse qui.”
“Non lo è.”
“No, lo vedo!” Rise, gu urale, spazzando i capelli su una spalla. “Ma
aveva de o che ci saremmo incontra nella torre di Astronomia
mezz’ora fa ...” Remus si limitò a scrollare le spalle, il viso vuoto.
“Beh, se lo vedi, gli dirai di incontrarmi stasera, dopo il coprifuoco?”
“È impegnato stasera.”
“A fare cosa?! Uffa, non rivedrà più quella ragazza MacDonald, vero?”
“Non lo sai mai, con Sirius.” disse Remus, crudelmente, cercando di non
sorridere.
“Bene. Digli che se non sta a ento mi perderà!”

333
“Oh, sicuramente lo farò.”
Chiuse la porta e Remus sbuffò, scuotendo la testa.
“Sai davvero dove si trova?” Chiese Christopher, con un lieve cipiglio.
“No,” rispose Remus, “Ma posso indovinare. Probabilmente è con
James da qualche parte.”
“Quei due.” Christopher sospirò, “A volte sono diverten , ma causano
così tan problemi. Non ho idea di come diavolo Po er sia riuscito a
diventare un Prefe o. E Black, è solo ...”
“È solo cosa?!” Disse Remus, bruscamente.
Christopher sba é le palpebre, sorpreso.
“So che è tuo amico! Scusa, volevo solo dire ... a volte è un coglione
arrogante.”
“Sì,” Remus annuì, allentandosi.
Pensò alla promessa di Sirius, fa a poco più di un’ora prima sul le o di
Remus. Se le altre persone non riuscivano a vedere quel Sirius, allora
era la loro perdita. Chi erano Emmeline e Christopher nel grande
schema delle cose?
Non Malandrini, non importante.
“Non sbagli.” Remus scrollò le spalle. “Dunque, da dove vuoi
iniziare?”.

334
Diciassette  
Giovedì 10 marzo 1977
“BUON COMPLEANNO REMU!”
Tre adolescen allampana , rumorosi, altamente eccitabili saltarono sul
le o di Remus alle prime luci dell’alba. Non era la stessa cosa di quando
avevano undici anni. Per prima cosa, le gambe di Remus erano molto
più lunghe; e inoltre, erano tu molto più pesan .
“Levatevi, segaioli,” borbo ò Remus, “Che ore sono?”
“Il tempo non ha importanza,” disse James, indossando un cappello da
festa a punta dai colori vivaci, “È il tuo compleanno.”
“Il tuo diciasse esimo compleanno!” Aggiunse Sirius, che indossava un
cappello da festa a pois con un angolo sbarazzino sulla testa.
“Sei maggiorenne!” Disse Peter, lanciandosi contro Remus con un
quarto cappello, facendo sca are l’elas co so o il suo mento.
Remus li fissò tu , con la faccia impassibile.
“Mi farete indossare questo tu o il giorno, vero?”
Annuirono, tu e tre, all’unisono, mentre le stelle filan sui loro
copricapi conici ondeggiavano e lampeggiavano nella luce opaca del
ma no. “È impermeabile all’acqua,” spiegò Sirius allegramente,
“Quindi puoi anche farci la doccia.”
Fece l’occhiolino, e Remus sperò che non stesse arrossendo. Sirius era
stato nel suo le o solo poche ore prima, per una ragione molto diversa,
e Remus stava trovando le transizioni veloci sempre più difficili da
affrontare.
Solo mezz’ora dopo, Remus si era fa o la doccia - cappello ancora
saldamente in testa - aveva aperto una cinquan na di biglie di auguri
- “Non pensavo di conoscere cinquanta persone!” - e mangiato una
generosa fe a della torta al cioccolato della signora Po er.
“E riceverai il tuo vero regalo più tardi,” disse James, crip co, “Alla
festa.”
“Siete tu ma ,” disse Remus, mentre scendevano nella Sala Comune,
“Non dovreste crearvi tu ques guai.”
“Zi o, Moony.” Disse Peter, di buon cara ere.
“Buon compleanno Remus!” Le ragazze cantarono in Sala Grande.
Anche loro indossavano cappelli da festa, apparentemente grazie alla
persuasività di Lily.

335
“Bella, Evans,” James le fece l’occhiolino, dandole un furbesco cenno del
capo con il gomito, “Sapevo che la nuova te non ci avrebbe deluso.”
“Oh, stronzo, Po er,” gli diede una gomitata, sembrando molto
compiaciuta e un po’ arrossata.
La solita interpretazione in tre giri di ‘Buon compleanno’ accompagnava
la colazione di compleanno di Remus, ed era così abituato ormai che si
alzò e fece un mido inchino quando finalmente ebbero finito. Poi
arrivarono i gufi.
C’era un biglie o di Ferox, il che era inaspe ato - Remus non era sicuro
che fossero ancora in procinto di parlare dopo il loro ul mo incontro.
C’era anche una nota di Silente.
Ruppe velocemente il sigillo rosso ciliegia so o il tavolo e lo lesse il più
velocemente possibile.

Signor Lupin,
Tan felici auguri per la giornata.
Mi risulta che abbiamo alcune cose da discutere. Presenta all’ufficio
del preside alle 16 di questo pomeriggio. Cordiali salu , Albus Silente.

“Eccoci qui.” Sospirò, so ovoce.


Sirius, che aveva la fas diosa abitudine di leggere da sopra la spalla, si
sporse,
“Vuoi che qualcuno venga con te?”
Remus scosse la testa, ma sorrise a Sirius, cercando di essere gen le,
“Nah. Grazie per l’offerta, ma penso che sia meglio se lo faccio da solo.”
Sirius annuì, sembrando ugualmente turbato.
La giornata trascorse lentamente, l’incontro con Silente era in agguato
come un ragno malevolo. Remus provò a immaginare lo scenario nella
sua testa - inventando una sceneggiatura, o almeno qualcosa di
coerente da dire in difesa delle sue richieste selvagge. Non gli venne in
mente nulla e alle 15:45 di quel pomeriggio si ritrovò a camminare
molto lentamente verso l’ufficio del preside.
Era stato pazzo persino a suggerirlo in primo luogo. Nessun altro aveva
bisogno un mo vo per aiutare nello sforzo bellico - James non lo
avrebbe mai fa o. Ma poi, suppose Remus, non c’era niente che James
volesse che Silente potesse dargli. A meno che Silente non avesse la
chiave dell’amore eterno di Lily Evans.

336
Trovò le scale già aperte e salì altre anto lentamente, ricordandosi solo
all’ul mo minuto di strapparsi via il cappello da festa dalla testa.
“Buon pomeriggio, signor Lupin. Buon compleanno.”
Silente era seduto alla sua scrivania, come al solito. Questa volta non
stava scrivendo le ere; aspe ava pazientemente, un sorriso benevolo
sul viso. “Grazie,” rispose Remus, diffidente, sedendosi sulla sedia di
fronte. Ci pensò un momento prima di dire: “Le dispiace chiamarmi
Remus?”
“Come desideri,” Silente annuì. Sembrava di buon umore. “Come ci si
sente a diventare maggiorenne?”
“Suppongo bene.”
“Ho alcune cose per te, inviatami dalla signora Orwell.”
“La Dire rice?!”
“Infa .” Silente indicò una scatola da scarpe, che sembrava essere
apparsa sul grande tavolo di mogano nel nulla. “Credo che ci siano
alcuni ar coli che appartengono a te, che sono sta tenu in custodia a
St Edmund’s.” “Oh, wow…” Remus toccò il coperchio della scatola,
esitante, ma non l’aprì.
Voleva essere solo per quello.
“C’è anche quella ques one della tua eredità.”
“La mia cosa?!”
“Tuo padre ha lasciato un testamento. Ha lasciato delle provviste per
tua madre e il resto a te. Non era un uomo ricco, dovrei dire, ma
ciononostante, il suo caveau alla Gringo ora appar ene a te.”
Silente rò fuori una chiave dalla tasca e la passò a raverso la scrivania.
Remus lo tenne in mano, e pensò a Lyall - che non era nella sua mente
da alcuni mesi.
“Grazie.” disse, ricordando le buone maniere.
“E ci sono altre ques oni legali, come ben sai.” Silente intrecciò le mani
davan a sé, le lunghe dita so li intrecciate. Stava aspe ando una
risposta. “Il registro.” Disse Remus.
“Il registro.” Il preside acconsen . Tirò fuori un pezzo di pergamena e
spinse anche quello a raverso la scrivania.

Ministero della Magia: Dichiarazione di infezione licantropica.

Remus si sen nauseato. C’era una linea tra eggiata in fondo, in a esa
della sua firma. Si sede e sulle mani e guardò Silente.

337
“Cosa vuole che ci faccia?”
“Leo Ferox mi ha portato a credere che tu avessi già un’idea molto
chiara di cosa farne, Remus.” Il vecchio rispose, gli occhi seri. “Sei un
adulto, lo lascio nelle tue mani.”
Remus raccolse immediatamente la pergamena, la tenne all’altezza
degli occhi e la strappò in due.
Silente sorrise di nuovo.
“Mirabilmente fa o.”
“Ferox le ha de o qualcos’altro, però.” Disse Remus, cercando di
mantenere il conta o visivo ma trovandolo estremamente difficile.
Silente era esa amente come gli altri: odorava di magia tanto quanto
ogni altra strega o mago, ma nient’altro. Non aveva affa o un
significante unico. “Lo ha fa o. Penso, forse, che tu possa an cipare la
mia risposta.” Remus sen qualcosa sgonfiarsi dentro di lui, facendo
spazio alla rabbia imminente.
“Quindi è un no.” disse categoricamente.
Silente inclinò la testa, dolcemente, “Non del tu o. Una richiesta di
pazienza, forse.”
“Con tu o il rispe o,” Remus sen la durezza nella sua stessa voce, e lo
sorprese, ma lo rese più coraggioso, “Non c’è tempo per la pazienza.”
“Non c’è mai, quando si è giovani.” Silente rispose, dolcemente.
“Remus, so come devono sembrar le cose, credimi.”
“Non l’hai vista. Stanno soffrendo. Proprio adesso.”
“Molte persone stanno soffrendo, Remus. Hai trascorso ancora poco
tempo prezioso nel mondo magico--”
“Di chi è la colpa?!” Mormorò Remus ferocemente.
Silente gli lanciò uno sguardo di silenzio,
“Ma una volta che l’avrai fa o, vedrai, capirai perché gli a eggiamen
sono molto lontani dal cambiare. Cosa stai chiedendo--”
“E quello che sta chiedendo lei?!” Remus gridò, incandescente, “Di
Ferox, e Moody e i Po er e--”
“Chiedo un enorme a o di fede!” Silente disse ad alta voce - non gridò;
non si poteva affa o chiamarlo gridare, ma non era più gen le. “Da
molte persone. E con nuerò a chiedere finché la guerra non sarà vinta.
Questo deve essere il nostro obie vo, per ora.”
“Voglio vincere la guerra,” disse Remus, cercando ancora di controllare
il suo volume, “Come chiunque altro. Ma voglio anche qualcosa che
valga la pena vincere.”

338
“A tempo debito. Quando avremo le risorse. Quando avremo la forza di
comba ere un’altra ba aglia.”
“Voglio una promessa.”
“Ne sono consapevole.” Disse Silente, la sua voce cambiava quasi
imperce bilmente, un cipiglio profondo che gli copriva la fronte. “Non
posso fartene una.”
“Bene.” Remus si alzò. “Allora io lo sto prome endo a lei. Non mi
arrendo.” Era furioso e Silente ebbe il coraggio di sorridergli.
“Non mi aspe erei di meno dal figlio di Lyall Lupin.”
Remus avrebbe voluto urlare fanculo, ma decise che dato che era già
stato rinnegato da un is tuto oggi, probabilmente era meglio evitare
qualsiasi rischio di espulsione. Afferrò la scatola da scarpe, si voltò e
uscì.
Remus era pra camente cieco dalla rabbia mentre si precipitava giù per
la scala a chiocciola dall’ufficio di Silente, la scatola da scarpe so o il
braccio, la testa china, così che corse dri o verso Sirius che lo aspe ava
in fondo. “Woah!” Sirius disse, spingendo entrambe le mani contro il
pe o di Remus nel tenta vo di rallentarlo, “Che succede, Moony?”
“Cosa stai facendo qui?” Ringhiò Remus.
“Ti stavo solo aspe ando - so che non volevi compagnia, ma ho solo
pensato ...”
“Non ascol mai dannazione!” Remus inveì, spingendosi oltre.
Sirius lo prese per il braccio e non volle lasciarlo andare, perme endo a
Remus di trascinarlo a metà lungo il corridoio,
“Lo so, sono terribile,” stava dicendo, facendo jogging per tenere il
passo con i passi più lunghi di Remus, “Non faccio mai come mi è stato
de o, vero? Con nua a urlarmi contro, me lo merito - ehi, vuoi
colpirmi?” Remus si fermò e lo guardò, il ghigno mercuriale sulla sua
faccia. Quel sorriso di Sirius Black. “No. Non voglio colpir .”
“Oh bene. Vuoi prendere a pugni un muro?”
“No.” Remus con nuò a camminare, un po’ più lentamente.
“Vuoi essere lapidato?”
“No.”
“Ubriaco?”
“... Può essere.”
“Perfe o!” Disse Sirius. ora camminavano a passo regolare, verso la sala
da pranzo: “Perché penso che questo sia ciò che metà della scuola ha in
mente dopo cena. Cosa c’è nella scatola?”

339
“È …” Remus lo tenne con entrambe le mani, ora. Non era molto
pesante, non poteva esserci molto. Poteva sen re fogli di carta che
scivolavano all’interno. “Solo alcune cose, penso che mio padre mi
abbia lasciato. Non lo aprirò fino a più tardi.” Sirius scrollò le spalle,
facilmente,
“Giusto.”

La generale bellezza di Sirius con nuò per tu a la cena - salsicce e purè


di cipolla - fino al dolce, quando apparve Emmeline. Remus era a metà
del buon umore quando si presentò al loro tavolo e si strinse in grembo
a Sirius. Lo baciò, in pieno sulla bocca, a lungo.
“Buon compleanno Remus,” sorrise educatamente, una volta che
ebbero finito.
Annuì in risposta e posò il cucchiaio.
“Sono così entusiasta della festa.” Disse, in generale, al tavolo.
“Sarà perfe a,” disse James, giovialmente, “i compleanni di Moony lo
sono sempre.”
“Perché tu chiamano Moony, comuneu?” Chiese Emmeline
guardando Remus.
Lui la guardò accigliato, “Non tu . Solo i miei amici.”
Sba é le palpebre e aggro ò la fronte, le rughe sulla sua fronte
rovinarono la sua bellezza solo momentaneamente.
Sirius le strinse la vita,
“Ehi, Em, perché non ci vediamo più tardi? Abbiamo delle cose da fare
per prepararci.”
“Okay,” sorrise di nuovo, “Ricorda la tua promessa ...” lo sbaciucchiò di
nuovo.
“Promessa?” Chiese Remus, al piano di sopra nella loro camera da le o,
quindici minu dopo. James e Peter stavano sovrintendendo alle
decorazioni nella Sala Comune, e Sirius aveva inventato qualche scusa
per non aiutare.
“Cosa le hai promesso?”
“Oh, solo che la riaccompagnerei nella sua Sala Comune dopo la festa.”
Remus inarcò un sopracciglio,
“Passando per la torre di Astronomia?”
Sirius rise, sbo onandosi la camicia per cambiarsi,

340
“Può essere. Perché?”
“Niente.” Remus si sede e sul le o.
La scatola da scarpe era ancora chiusa, sul comodino. Oggi non avrebbe
guardato. Forse nemmeno domani.
“E tu e Mary?” Chiese Sirius, selezionando una camicia nera pulita dal
suo comò disordinato, “Quella cosa è finita ora, o cosa?”
“Si.” Remus annuì, guardandolo. Ecco, pensò, questo è quello che
succede quando glielo dici. “Era solo un esperimento, una specie di …
sai cosa intendo?” “Mh?” Mormorò Sirius, più concentrato
sull’abbo onarsi la camicia. “Cosa, non andava bene?”
“Era okay. Non buono come ...” deglu e lo disse in fre a, “Non buono
come quando siamo solo io e te.”
Sirius alzò lo sguardo dai suoi bo oni, fissando Remus dall’altra parte
della stanza. Remus era grato per la distanza. L’espressione di Sirius era
difficile da leggere, quindi Remus con nuò.
“È così anche per te?”
Sirius tornò alla sua casse era, cercando dei jeans adesso. Voltò le
spalle, disse piano. “Si.”
“Scusa?” Disse Remus, alzando la voce.
Sirius sospirò, ma non si voltò. Chiuse il casse o, decidendo
apparentemente che i jeans che aveva addosso sarebbero anda bene.
“Ho de o di sì. È meglio con te.”
“Va bene.” Remus fu così sorpreso da questa risposta che non riuscì a
pensare a nient’altro da dire. S
fortunatamente, questo diede a Sirius l’opportunità di parlare invece. Si
voltò, spazzando via i lunghi capelli sopra la testa, con noncuranza.
“Immagino perché ci conosciamo così bene, eh? Beh, è meglio che vada
laggiù e aiu prima che Prongs mi insegua con una strega dalle gambe
di gela na! Manderemo Peter a prender quando sarà tu o pronto.”
De o questo, Sirius scomparve giù per le scale.

Qua ro ore dopo, Remus era davvero ubriaco. Non ubriaco, incazzato.
Non riusciva a ricordare quanto era successo e non gli importava. Si
sarebbe diver to. Fanculo Silente. Fanculo Greyback, Ferox, Livia,
Emmeline e Sirius che scopano.

341
La festa era in pieno svolgimento, tu ora indossavano un cappello da
compleanno a punta luccicante, saltellando al suono della musica a
tu o volume. Remus non si era nemmeno preoccupato delle tracce
della discoteca.
Si avvicinò barcollando alla poltrona e vi affondò con un’altra bo glia di
qualcosa di forte. Si sen va molto caldo e molto assonnato.
Pigramente, lasciò che il suo sguardo vagasse su Sirius che
chiacchierava vicino al giradischi, i fianchi piega in avan proprio così.
Remus si permise di fissarlo solo per un po’. Aveva diri o. Il loro primo
bacio era stato esa amente un anno fa. Era un piccolo sciocco
anniversario, considerando tu o quello che era successo nel fra empo,
ma Remus provò lo stesso un piccolo ronzio di soddisfazione. Cazzo di
merda.
“Lui ed Emmeline stanno insieme da un po’ di tempo.” Disse Lily a
Remus, venendo a sedersi sul bracciolo.
I suoi occhi erano spalanca e sfoca , aveva un sorriso disinvolto.
Remus prese a entamente il controllo dei suoi lineamen facciali e le
sorrise come se non avesse una preoccupazione al mondo.
“Sembri sorpresa.”
“Beh, un po’ lo sono. Non lo vedevo come il po di ragazzo che vuole
una ragazza normale.”
Remus scrollò le spalle, perché non poteva parlare senza dire troppo.
Lily con nuò a prescindere.
“E - so che suona orribile, e so che è tuo amico, quindi dimmi di stare
zi a, ma ho pensato che ... sai, che sta uscendo con lei solo per
sconvolgere la sua famiglia.”
“Cosa vuoi dire?” Chiese Remus, bevendo un lungo sorso dal suo
Whisky Incendiario.
“Ohh, sai,” biascicò Lily, forse anche più ubriaca di lui, “Tu sanno che
Black è in una strana crociata contro sua madre ... non va mai con le
ragazze purosangue. C’era Mary ...” iniziò a contare le conquiste di
Sirius sulle sue dita, “è nata babbana ... Evangelina, Florence, Avni ... ora
Emmeline.”
“Potrebbe essere solo una coincidenza.” Remus era preoccupato di non
essere in grado di controllare la sua voce ancora per molto; stava
diventando terribilmente alto e nervoso.
“Pfff.” Lily rise, versando un po’ del suo stesso drink. “Sssssirus Black
non fa mai niente per caso. Si calcola tu o con lui.” Lei ridacchiò tra sé e
sé, portando il calice alle labbra, “Si scoperebbe un vampiro se ce ne
fosse uno a Hogwarts.”

342
Remus si alzò improvvisamente, le nocche che si spezzavano. Lily quasi
cadde dal bracciolo del divano per la paura,
“Che succede?” Chiese, confusa, guardandolo con aria confusa.
“Sto ... sto per stare male.” Disse Remus, rendendosi conto che stava
succedendo davvero. Si precipitò via su per le scale il più velocemente
possibile ed entrò in bagno appena in tempo, vomitando nella tazza del
water.
Si dondolò sulle caviglie, sudato e freddo. Aveva bevuto troppo, ora
voleva solo sdraiarsi e dormire e non pensare a niente. Remus si lavò i
den e si lavò la faccia con acqua fredda. Si sen va meno nauseato, ma
non meno sobrio. Si infilò i pantaloni del pigiama e aprì la porta.
Sirius era in piedi dall’altra parte, appoggiato alla colonna del le o, con
le mani in tasca. Sembrava così sé stesso. I loro occhi si incontrarono e
si fissarono. Sirius ruppe il silenzio per primo.
“Sono venuto a controllare che tu stessi bene.”
Remus chiuse la porta dietro di sé, facendo un passo avan .
“Sì,” rispose, diffidente, “Solo un po’ troppo incazzato, tu o qui. Vorrei
andare a le o.”
“Sen , riguardo alle cose che ho de o,” iniziò Sirius.
Remus si fece forza, non sicuro di cosa sarebbe successo.
“Sono davvero dispiaciuto.” Disse Sirius, impotente. “Non so nemmeno
perché lo sono, ma ... mi dispiace, okay?”
Mise una mano sulla spalla di Remus, apparentemente in un gesto di
scusa. Faceva caldo sulla pelle nuda di Remus, ma non lo scrollò di
dosso. Sperava solo che potessero finalmente separarsi e che potesse
andare a le o. Sirius sarebbe tornato di so o alla festa. Ma invece,
Sirius lo baciò. Sentendosi uno stupido, Remus lo baciò di rimando,
avidamente, den fricio e whisky. Sirius si spinse in avan , incespicando
leggermente, e si appoggiò pesantemente a Remus, afferrandogli
entrambe le spalle ora. Remus si allontanò, ricordando
improvvisamente cosa c’era che non andava.
“Sei ubriaco.” disse.
“Sì,” biascicò Sirius, sorridendo, “Anche tu.”
“Sì,” concordò Remus. Si rò indietro, lasciando Sirius in equilibrio da
solo. Si strofinò la nuca. “Non penso che dovremmo ... penso che te ne
pen rai.” “Da quando importa?” Sirius fece le fusa, avvicinandosi di
nuovo. Remus fece un passo indietro, bruscamente, premendo la sua
mano sul pe o di Sirius per tenerlo a bada. “No, Sirius. E Emmeline?”

343
Sirius scosse la testa stordito, aggro ando la fronte.
“Fanculo Emmeline!” Grugnì.
Remus alzò gli occhi al cielo,
“Ma non lo fai mai veramente, non è vero, Black? Questo è il
problema.” “Beh ...” Sirius parlò lentamente, la mente annebbiata dal
drink, “Dobbiamo fermare la nostra ... cosa, solo per lei?” “La nostra
cosa!? Dio, Sirius, sei incredibile.”
“Che cosa?!”
“Siiiiiiiriuuuuuuuus...” la voce brilla di Emmeline echeggiò su per le
scale,
“Dove seiiiii?”
Si voltarono entrambi, guardando nell’ombra.
“Fares meglio ad andare da lei.” Disse Remus, avvicinandosi al suo
le o. Sirius lo seguì come un cucciolo smarrito, rando con necessità la
cintura dei pantaloni del pigiama. “Andiamo, solo ...”
“No!”
“Siiiiriuuuuuuus ... Sto venendo a prender !”
Remus lo spinse via un’ul ma volta,
“Avan , non la voglio qui!”
Sirius lo fissò ancora un po’, bevendo ancora offuscando le sue reazioni,
rendendolo lento e stupido.
“Okay, ma tornerò ... possiamo parlare ...”
“No.” Disse Remus, di nuovo. “Abbiamo parlato. È finita. Buonano e
Sirius.”

344
Separazione  
Remus si svegliò la ma na dopo con i postumi di una sbornia e un
enorme senso di sollievo. Doveva essere ubriaco per farlo, ma era fa o.
Niente più gelosia, niente più preoccupazioni, niente più domande
ansiose. La chiave ora, decise, era mantenere le distanze e costruire
barriere.
Quando ebbe finito la doccia la ma na dopo il suo diciasse esimo
compleanno, Remus aveva un piano d’azione. Avrebbe chiuso la porta
qualunque fosse stata la sua relazione con Sirius - era bello considerare
il Natale come un bel ricordo, o sen rsi un po’ più solo, un po’ meno
completo - ma questo era del tu o necessario, sia per la sua salute che
per la sua sanità mentale.
Sirius non era il mondo intero, per quanto a volte potesse sembrare.
Remus lo aveva dimostrato quasi immediatamente. Dopo essere uscito
dal bagno, si è imba uto in James - che sembrava non aver toccato una
goccia di liquore la sera prima, nonostante avesse bevuto quanto tu
gli altri. Quella esasperante fortuna di Po er apparentemente si
applicava anche ai postumi di una sbornia.
“Buongiorno, Moony!” Sorrise, con le guance rosee nei suoi abi da
Quidditch.
Oggi non avrebbe dovuto essere un giorno di prove, ma perché questo
dovrebbe fermare James? Alzò la scopa,
“Ti va di fare un giro in campo?” Era una vecchia ba uta - chiedeva
sempre, e Remus faceva sempre una smorfia.
Remus guardò i due le rifa , e i due con le tende ancora chiuse, dove
- presumibilmente - Peter e Sirius dormivano ancora. “Si.” Disse Remus.
“Andiamo.”
“Eh?!” James si fermò sui suoi passi.
Remus annuì, casualmente,
“Verrò con te. Dovrei migliorare a volare, potrebbe essere u le per
quando finiremo la scuola. Ho la tua vecchia scopa da qualche parte,
fammela trovare
...”
Per fortuna James, dopo la sua sorpresa iniziale, era entusiasta all’idea
e tenne persino a freno la lingua quando aveva visto lo stato del manico

345
di scopa polveroso e trascurato di Remus. Si offrì semplicemente di
lucidarlo, poi portò Remus al campo di Quidditch chiacchierando su
esercizi semplici e di base per ‘aumentare la tua sicurezza’.
E non è stato terribile. James era un insegnante molto paziente, e
Remus si sen va in buone mani - il ragazzo occhialuto non rise
nemmeno dopo la terza volta che cadde.
In seguito, Remus sen di capire anche James un po’ meglio. Era una
sensazione molto salutare, tornare a fare colazione, affama , doloran
e pieni di energia. Questo primo esperimento era andato così bene,
infa , che Remus decise che avrebbe de o di sì a qualunque cosa i suoi
amici gli avessero chiesto d’ora in poi. In questo modo, si sarebbe
tenuto occupato finché Sirius non fosse tornato ad essere quello che
era. A colazione furono accol da una fila di Grifondoro dagli occhi rossi
e dalla faccia malata, tu appoggia assonna sui gomi , Mary e
Marlene sedute schiena contro schiena, sostenendosi a vicenda.
“Cristo,” Mary strizzò gli occhi a James e Remus, “Non sarete anda ad
allenarvi?! Malede pazzi.”
“Anche tu sei andato, Moony?!” Sirius alzò lo sguardo, sussultando e
massaggiandosi il collo apparentemente dolorante.
Remus gli diede solo una piccola scrollata di spalle, poi distolse lo
sguardo. Sirius non provò a parlargli di nuovo.
Erano a metà pasto - Remus come al solito mangiava metà del suo peso
corporeo in pane fri o, uova, fagioli al forno e pance a; tu gli altri
stuzzicano il proprio pia o con un’espressione vagamente nauseabonda
oppure si presero una grossa tazza di caffè nero - quando Lily si
raddrizzò, gli occhi spalanca all’improvviso, come ele rizzata.
“Oh merda!” disse, poi diede un calcio a James so o il tavolo, “Po er!”
Lei
sibilò, “Non abbiamo mai dato a Remus il suo regalo!”
James le sorrise, e Remus inarcò un sopracciglio,
“Tu e James mi avete fa o un regalo? Insieme?”
“Lo abbiamo fa o tu ,” James rise, “E non c’è bisogno di picchiarmi,
Evans, ce l’ho proprio qui”, estrasse una scatola di pelle marrone dai
suoi ves . Era delle dimensioni della sua mano, liscia e dall’aspe o
costoso, con un bordo dorato in rilievo. Sembrava il genere di cose in
cui le ragazze tenevano i loro gioielli più costosi.
“Voi tu …?” Remus acce ò la scatola, curiosamente. “Spero che non
abbiate speso troppo, sapete che non posso--”

346
“Oh, chiudi il becco, Moony,” Peter sbadigliò, pungolando il suo
porridge stordito, “Abbiamo fa o un giro di frusta per te - quasi tu a
Grifondoro volevano entrare.”
“Non solo Grifondoro,” Marlene sorrise, “Quasi tu quelli che abbiamo
chiesto, anche alcuni insegnan !”
Remus stava solo guardando la scatola, ora, perché sapeva che
probabilmente era diventato rosso. Qualche bolla calda e malsana di
emozione gli bruciava la gola, quindi deglu , forte, il che non aiutò.
“Aprilo Remus!” Udì la voce di Lily.
Lo aprì e la scatola si aprì con un movimento piacevolmente pulito.
L’interno era di velluto blu no e, e annidato tra le pieghe c’era il più bel
pezzo di tesoro che Remus avesse mai visto.
Era un orologio da tasca d’oro, con una catena lunga e so le, lucidato a
specchio in modo che fosse pra camente incandescente. La cassa era
decorata con intrica vor ci e mo vi simili a rampican che
circondavano uno scudo al centro che era stato inciso con una scri ura
elaborata con le sue iniziali: RJL
Lo aprì di sca o con il tocco più leggero e vide all’interno che il
quadrante dell’orologio era di madreperla e scin llava magnificamente
so o le lance e dorate che cche avano in modo rassicurante. L’altra
metà sembrava contenere una bussola.
“Non pensavo funzionassero ad Hogwarts” Mormorò
“È speciale!” Mary disse, con entusiasmo, “Non punta a nord, o dove lo
fanno quelli normali. Se dici il nome di qualcuno che ami, indirizza
nella sua direzione! “
“Provalo, Moony!” James incoraggiato.
Remus guardò i suoi amici, nervosamente, poi si portò velocemente
l’orologio alla bocca e sussurrò,
“Lily Evans.”
Immediatamente, l’ago girò in posizione, puntando dire amente sul
tavolo. Lily sorrise midamente. James lo prese a calci so o il tavolo,
“Malede e signore.”
“Siete tu fantas ci.” Disse Remus, sperando di non sembrare troppo
soffocato. “Incredibile.”
Per la prima se mana, il nuovo regime di Remus sembrava piu osto
efficace. Certamente lo teneva occupato. Aveva de o di sì a tu o;
abbandonando felicemente qualsiasi cosa stesse facendo con un
preavviso di un minuto per aiutare uno studente più giovane a fare i
compi , o convocare una sessione di studio di gruppo quando la classe

347
di Cura delle Creature Magiche era stata presa dal panico per le sfingi.
Aveva accompagnato Lily nelle pa uglie, discusso di le eratura con
Chris, parlato di ta che di Quidditch con Marlene e giocato infinite
par te di scacchi con Peter - e aveva perso ogni volta. Era l’angelo della
torre di Grifondoro. Ma Sirius non era l’unica cosa che Remus stava
ignorando.
La vecchia scatola da scarpe che Silente gli aveva regalato era immobile
so o il suo le o, raccogliendo polvere e non aperta, come
probabilmente era stata per mol anni - forse su uno scaffale nell’ufficio
della Dire rice.
Perché una scatola da scarpe? Si chiedeva Remus, mentre si rigirava nel
suo le o ogni no e. Qualcosa di così banale, così comune. Immaginare
tu o ciò che c’era dentro la faceva sembrare ancora più terrificante.
Classico della Dire rice essere così spietatamente pra ca. Non
proveniva nemmeno da un buon negozio di scarpe, come Clarks o
Johnson. Era un marchio economico, come tu o il resto che avesse mai
ricevuto a St Edmund’s.
La scatola avrebbe potuto contenere un numero qualsiasi di cose; e non
era che Remus non fosse curioso. Non era come se non cercasse di
immaginare cosa ci fosse dentro. Azioni per una casa in cui potrebbe
andare a vivere, sarebbe piu osto brillante. Forse dei vecchi soldi.
Fotografie. Una le era di suo padre, una spiegazione: poteva contenere
risposte a domande che non sapeva nemmeno di porre.
Ma non l’aprì. Sapeva che una volta aperta la scatola, tu o il mistero
sarebbe scomparso e sarebbe rimasto con qualcosa di deludente.
Perché non poteva esserci niente dentro che potesse davvero
soddisfarlo.
Quindi, tenersi occupa aiutava; assicurandosi di esaurirsi ogni giorno
in modo da addormentarsi subito ogni no e, anche quando gli altri
ragazzi restavano svegli a chiacchierare, complo ando scherzi. Ma
anche Sirius stesso aveva aiutato. Per qualche incredibile scherzo del
des no, sembrava che stesse dando spazio a Remus.
Se Sirius ricordava le dure parole di Remus della no e della festa, allora
non ne aveva parlato. Ma non aveva cercato di prenderlo da solo, o di
tra arlo con alcun po di risen mento o disprezzo. Remus suppose che
Sirius o:
1. Fosse stato troppo ubriaco per capire qualcosa,
2. Avesse preso Remus in parola e scelto di indietreggiare in silenzio.

348
Per Remus, con gli esami all’orizzonte, l’opzione 2 era di gran lunga la
più preferibile, quindi decise di crederci.
La loro separazione fu così liscia, e così completa, che presto anche
Remus fece fa ca a credere che fossero mai sta vicini. Sicuramente, a
tu gli altri, doveva sembrare che nulla fosse cambiato affa o. Sirius
era ancora Sirius: estroverso, amante delle ragazze, sfacciato, ribelle,
devastante. E Remus era solo Remus - un Malandrino secondario
silenzioso, riservato, studioso e longanime.
Mentre marzo volgeva al termine, la festa di compleanno ormai a
se mane di distanza, c’era stato solo un momento in cui la situazione
era quasi giunta al termine, ma si era rapidamente sgonfiata, con l’aiuto
di un quarto inaspe ato.
Era un tardo venerdì pomeriggio e Remus stava ospitando un seminario
introdu vo sui duelli. Christopher era lì - Christopher non era mai
lontano, in ques giorni - ma la maggior parte della classe erano
principian e molto più giovani. Stavano solo afferrando alcuni
incantesimi disarman e diversivi di base, quando la porta dell’aula di
Incantesimi si aprì, ma nessuno entrò. Tu si voltarono a guardare e
borbo arono “Peeves”, prima di tornare alle loro posizioni di a acco.
Remus lo sapeva.
Seguì l’odore per la stanza e osservò la porta aperta dell’ufficio di
Vi ous muoversi solo leggermente, come se qualcuno avesse sfiorato la
maniglia entrando. Vi ous si fidava di Remus, e lasciò il suo ufficio
aperto nel caso avessero bisogno di qualsiasi a rezzatura dall’interno -
teneva un certo numero di grandi materassi che erano buoni per i
duelli, così come un kit di cure di emergenza lì dentro. Remus si schiarì
la gola,
“Quello è buono! Con nua a esercitar , ricorda di pronunciare bene e
ad alta voce, per me ... torno subito. “
Mentre lo diceva, scivolò lungo i bordi della stanza, poi entrò
nell’ufficio.
“Sirius,” sibilò Remus, “Va ene, questo non è ...”
“Mi sto solo nascondendo da Gazza! Abbi un cuore, Moony!”
Sirius rò indietro il mantello dell’invisibilità, un sorriso familiare sul
viso. Il po di sorriso che di solito gli faceva o enere quello che vuole.
Remus si irritò.
“Hai il mantello, nascondi da qualche altra parte! Ho quasi finito qui,
comunque, par ranno tra un minuto.”

349
“Bene, allora non è un grosso problema, vero? Starò finché non saranno
fini tu . Potrei anche imparare qualcosa!”
“Remus? Stai bene lì dentro?” Un colpe o alla porta. Christopher.
“Si scusa!” Remus diede a Sirius un’ul ma occhiata furiosa, prima di
uscire. Sirius sorrise e scomparve di nuovo. Remus lasciò la porta
aperta, e sapeva che Sirius si sarebbe annoiato e avrebbe lasciato
l’ufficio. Remus lo immaginò appoggiato casualmente contro il muro,
osservandolo con un sorriso ironico.
Remus con nuò a insegnare come meglio poteva, cercando di ignorare
la distrazione. Si sen va orribilmente esposto, essendo osservato in
quel modo, sapendo che Sirius era così vicino. Quando la lezione
finalmente finì, Remus li fece uscire tu , dicendo che la stanza era
necessaria per qualcos’altro. Tu se ne andarono, chiacchierando
entusias del fine se mana a venire. Tu tranne Christopher.
“Ti aiuterò a sistemare.” Disse, avidamente, mentre gli ul mi studen
filtravano fuori, gridando i loro addii a Remus mentre andavano.
Christopher e Remus fecero un breve lavoro per riorganizzare l’aula di
Incantesimi, riportandola al suo solito ordine. Poteva sen re Sirius che li
osservava per tu o il tempo, i peli sulla nuca ri . “Hai le o quel
libro?” Christopher chiese, “L’Auriga?”
Remus sussultò, ma annuì,
“Sì, è stato bello.”
Era stato bello. Difficile da leggere, in alcuni pun , preoccupantemente
riconoscibile. Ma anche qualcosa di sollievo.
“Oh, sono così felice che sia piaciuto!” Christopher disse.
Remus poteva immaginare Sirius che faceva una smorfia a Chris che si
eccitava così tanto per un libro.
“E il finale?”
“Oh, sì, è stato bello. Mi è piaciuto.”
“Veramente?” Christopher arricciò il naso: “A me no. Vorrei che Laurie
avesse scelto Andrew, vero?”
Ovviamente Christopher si è iden ficato con Andrew: dolce, libresco e
casto. “Mi piaceva Ralph.” Remus alzò le spalle, “Anche se non era
perfe o, era di più … non lo so. Eccitante?”
Remus aveva pensato che Ralph fosse davvero fo utamente sexy, in
realtà - ma aveva immaginato Sirius per tu o il tempo, il che avrebbe
potuto avere molto a che fare con questo. Sperava vivamente che se
Sirius stesse origliando - e ovviamente lo faceva, dopotu o era Sirius -
che non capisse una parola che stava dicendo Christopher.

350
“Pensavo che sarebbe piaciuto di più”, disse Christopher, con una
nota di tristezza. Era in piedi accanto a Remus ora, la sua borsa su una
spalla, pronto ad andare.
Vai, pregò Remus, interiormente.
“Mi ha ricordato un po’ il tuo amico, Sirius Black.”
“Oh?!” Questo a rò la sua a enzione. E anche quella di Sirius, Remus
poteva pra camente sen rlo raddrizzarsi.
“Sì”, Christopher sorrise midamente, “Scusa, ma è abbastanza ovvio
che tu abbia un debole per lui.”
Remus sba é le palpebre, ammutolito. Christopher rise piano,
“È una perdita di tempo, Remus, non lo vedi? Sì, è ... bello, e tu o, ma è
chiaramente pazzo per le ragazze. Dovres ... Voglio dire, meri
qualcuno che si prende cura di te tanto quanto te ne importa di loro.”
“Christopher, io non--”
Christopher lo interruppe con un bacio - si era limitato a baciare Remus,
come se fosse così facile. Il primo is nto di Remus fu di respingerlo; non
era niente come quello che aveva voluto. Fortunatamente, era stato
solo il più breve sfioramento delle labbra.
“Oh, Chris ...” sussurrò Remus, “Io ... tu sei un così bravo amico, e ...”
Oh merda. Non avrebbe dovuto dire ‘amico’. Amico era la peggior
parola possibile. Poteva pra camente vedere il cuore di Christopher
spezzarsi. Ma solo per un momento, prima che il labbro superiore,
purosangue, prendesse il sopravvento. Scosse la testa e fece un passo
indietro.
“Va bene. Onestamente. Preferisco essere amici che no, se è tu o ciò
che possiamo essere. “ Remus soffriva.
“Andiamo”, Christopher sorrise, come se non fosse successo niente.
“Stasera c’è la bistecca e torta di rognone, il tuo preferito.”
Lasciarono la classe - solo loro due - e Remus chiuse silenziosamente la
porta dietro di sé, per evitare sospe .

351
Apparizioni  
Sirius non si presentò a cena. Emmeline si avvicinò e chiese a James
dove fosse, ma James si limitò a scrollare le spalle,
“Scusa”, disse, “eravamo in missione prima, ma ho perso le sue tracce.
Spero che Gazza non l’abbia preso ...”
“E perché Gazza dovrebbe cercare Sirius?” Chiese Lily, posando il
coltello e per e dando a James uno sguardo molto dire o.
“Ehm ... sono sicuro di non saperlo.” Disse velocemente James, fissando
il suo purè di patate come se fosse la cosa più affascinante del mondo.
Ven minu dopo, i Prefe furono convoca a una riunione di
emergenza per discutere un problema al quinto piano: tu e le
armature apparentemente avevano iniziato a cantare l’opera.
A tu gli studen fu ordinato di andare nelle loro Sale Comuni per il
resto della serata, e quando Peter, Remus, Marlene e Mary raggiunsero
la torre, trovarono Sirius lì, seduto davan al camine o, a fumare.
Dove ha preso le sigare e? Si chiese Remus. Di solito me le chiede.
Sirius Black non era il po da comprare le proprie sigare e; era un
mutuatario professionista.
“Tu o bene, Black?” Chiese Mary allegramente.
“Sì, bene.” Sirius grugnì, fissando ancora il fuoco.
“Non avevi fame?” Lei chiese.
“No.” Inspirò e sbuffò, come un drago irrequieto.
“Ah,” Mary alzò un sopracciglio consapevole e guardò gli altri, “In uno
dei tuoi sta d’animo, capisco.”
Non rispose a questo. Remus spesso dimen cava quanto bene Mary
conoscesse Sirius. Ammirava il modo disinvolto con cui lo tra ava; il suo
is nto era spesso quello di coccolare e cedere. Avrebbe dovuto
prendere appun sul comportamento di Mary, pensò.
Quando Christopher tornò dall’incontro del Prefe o, Remus gli si
a accò come colla il più a lungo possibile. In parte perché sapeva di
averlo ferito e voleva dimostrargli che nulla era cambiato. In parte
perché sapeva che Sirius non si sarebbe avvicinato a loro mentre erano
insieme.
Si sede ero sul sedile vicino alla finestra in fondo alla stanza, il più
lontano dal camine o. Era lo stesso posto in cui Sirius si era seduto con
Remus solo pochi mesi prima, dove avevano li gato e poi si erano

352
bacia . Ma non ci stava pensando. Stava ascoltando il riassunto di
Christopher del briefing del Prefe o,
“... e tu sanno che Po er probabilmente aveva qualcosa a che fare
con questo, ma ovviamente non ci sono prove perché è
fondamentalmente un vandalo professionista, e tu lo amano, quindi
se la cava. Persino Lily Evans si è arresa, non lo ha nemmeno
rimproverato come faceva una volta.” “Oh veramente?” Remus finse
interesse, guardando lo schienale della poltrona di Sirius.
“Sì,” annuì Christopher, “è diventata morbida con lui. Le ho persino
chiesto cosa avrebbe fa o per punire i burloni, e lei ha riso, davvero! Ha
de o che in realtà era piu osto divertente, e poiché non aveva ferito
nessuno avrei dovuto alleggerirmi! La ammiro davvero, sai.”
“Forse dovres alleggerir ,” Remus sospirò, “Sembra che sia stato
divertente. Dio sa che potremmo tu fare con una risata.”
“Si suppone che i Prefe rispe no tu e le regole”, replicò Christopher,
con un’eco della McGrani nella sua voce, “Non solo quelle noiose.
Comunque, se è così che sen , non so perché mi preoccupo.” Iniziò
ad alzarsi, “Chris,” Remus lo guardò, “Dai, non fare così. Ti faccio un
quiz sulle rune, se vuoi.”
“Non ne ho voglia.” Rispose Christopher, seccamente: “Vado a le o.”
Se ne andò, verso i dormitori. Remus sospirò di nuovo e si strofinò gli
occhi. Gli diede qualche minuto e poi salì lui stesso. Era stata una
giornata difficile. Ma ovviamente non era finita.
Non appena Remus si era lavato i den e si era messo il pigiama, Sirius
aveva colto la sua opportunità. Era in piedi nel mezzo della stanza del
dormitorio con la faccia come un tuono, le braccia conserte. Remus si
sen va un po’ svantaggiato, nei suoi abi no urni e con i piedi nudi, ma
cercò di rimanere stoico e annuì.
“Ciao Sirius. Sto solo andando a le o.” Provò a camminare verso il suo
lato della stanza, ma Sirius lo bloccò.
“Mi hai davvero fa o incazzare, lo sai?” Disse, furiosamente.
“Scusami?” Remus si ritrasse, aggro ando la fronte. Sirius con nuò,
pra camente inveendo.
“Se stavi cercando di rendermi geloso, allora penso che sia davvero
malede amente basso da parte tua, Remus.”
Remus alzò gli occhi al cielo, cosa che sapeva avrebbe fa o arrabbiare
Sirius ancora di più.
“Oh, naturalmente.” Disse, sarcas co: “Tu o riguarda te, non è vero?
Per l’amor di Dio, non dovevi nemmeno essere lì! Perché non te ne sei
andato con il resto del gruppo?!”

353
“Pensavo avres voluto andare a cena insieme! Come potevo sapere
che hai avuto appuntamen segre con quello ... quello ... “
“Non ho avuto ‘appuntamen segre ’ con nessuno tranne te, idiota.”
Remus sputò, “E me l’hai già fa o pen re. Christopher è mio amico, e in
ogni caso non sono affari tuoi, quindi eni il naso fuori!”
“Bene!” Sirius gridò: “Se è quello che vuoi!”
“Ho de o così, non è vero?!”
Remus era furioso, così arrabbiato che sapeva che se fosse rimasto
molto più a lungo avrebbe de o qualcosa di cui si pen va.
A entrambi piaceva l’ul ma parola in una discussione, era uno degli
unici modi in cui erano simili. Dato che non aveva un posto dove
andare, spinse Sirius nel suo le o e chiuse le tende così vigorosamente
che quasi strappò gli anelli dal telaio. In pochi istan , sen i passi
arrabbia di Sirius che tornavano a ba ere le scale. Bene, pensò Remus.
Se non ha ricevuto il messaggio prima, lo ha ricevuto ora.

Lunedì 4 aprile 1977


Sfortunatamente, la primissima lezione di Materializzazione dell’anno
accadde durante la luna piena di aprile. Remus era già intensamente
nervoso - in quel modo tremante e sudato - per queste lezioni; aggiunto
a ciò la sfida che di solito aveva a tenere so o controllo la sua magia nei
giorni preceden la luna, ed era sicuro che fosse una rice a per il
disastro.
“Potrei finire dall’altra parte del paese!” Disse a bassa voce a Lily
mentre facevano la fila fuori dalla Sala Grande.
“Non puoi,” lo rassicurò. “Ho chiesto alla professoressa McGrani ;
hanno solo revocato le misure an -apparizione nella sala, quindi non
credo che tu possa uscirne. “
“Veramente? Okay va bene.” Annuì, cercando di calmarsi. Era stato
infinitamente u le, avere Lily consapevole del piccolo problema peloso.
Era molto più brava nel buon senso di James o Sirius.
“Comunque,” sussurrò, “dovres sme erla di comportar come se
fosse una bru a cosa, essere più forte a volte. Io penso che sia un
vantaggio, sopra u o per qualcuno intelligente come te.”
Questo lo colpì in modo strano. Nessuno gli aveva mai suggerito di
provare ad essere posi vo riguardo al suo problema prima. Beh, tranne
Livia. Non conosci la metà del potere che hai, Remus Lupin.

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All’interno della sala, la professoressa McGrani presentò il sesto e il
se mo anno impazien all’alto e snello funzionario del Ministero che
era lì per insegnare loro la materializzazione. Remus, ovviamente, aveva
le o un bel po’ sull’argomento, e sapeva già delle ‘tre D’, ma aveva
preferito sperare che ci fosse qualcosa di più.
Dopo troppe poche istruzioni, secondo Remus, agli studen venivano
da dei cerchi di legno, a cui veniva chiesto semplicemente di ‘provare’.
A rò lo sguardo di Mary, mentre portavano i cerchi in uno spazio
libero. Lei fece una smorfia e lui rise, il che si guadagnò uno sguardo
severo da parte dell’istru ore. Non volendo fare una ca va
impressione, Remus concentrò nuovamente la sua a enzione sul
cerchio.
Era molto difficile concentrarsi, quando tu intorno a te volteggiavano
sul posto, inciampando e inciampando, come cuccioli addestra a
rotolare. Tu avia, Remus chiuse gli occhi e provò.
Deliberazione. Meglio non prenderlo troppo in fre a; come volare una
scopa.
Chi va piano va sano e va lontano.
Determinazione. Voleva davvero, davvero ba ere Sirius.
Des nazione. Il cerchio non era nemmeno così lontano. Quella volta si
era schierato ulteriormente con il signor Po er.
Remus cercò di ricordare come si era sen to. La magia, che lo spingeva
in avan - no, più come ... più come seguire un canale, come l’acqua che
vor ca nello scarico di una vasca; se premevi la punta delle dita contro i
fori sen vi il vuoto che risucchiava… era un po’ così.
“MERDA!” Si levò un grido, causando un rallentamento nella
concentrazione di Remus. Aprì gli occhi in tempo per vedere James e
Sirius sedu stordi sul pavimento, fissandosi confusi, massaggiandosi
la testa. Oh no, pensò Remus, l’hanno già fa o?
“Idio .” Mary rise. Anche tu gli altri ridevano, e Sirius sembrava
estremamente irritato, mentre si alzava in piedi e si spolverava le ves
con un dignitoso annusare.
“Cos’è successo?” Chiese Remus.
“Entrambi sono salta contemporaneamente e si sono scontra .” Lei
sbuffò. “Stupidi bastardi. Non si sente niente, vero?”
Remus scosse la testa. Chiuse di nuovo gli occhi e si concentrò più che
poteva, cercando qualunque cosa l’avrebbe a rato nel modo giusto.
Pensava di averlo, ha provato a volteggiare, ma non era arrivato da
nessuna parte. Almeno non era caduto.

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Qualcosa non andava. Era di nuovo come la stupida storia del patronus
- non ce l’aveva ancora fa a; era uno degli unici che non l’aveva fa o.
Persino Peter aveva prodo o un filo d’argento. Solo il trucco era avere
un pensiero felice - e Remus ha acce ato che i pensieri felici non
fossero il suo forte. Questo, tu avia, questo necessita determinazione.
E non era determinato? Proprio in quel momento, l’istru ore delle
apparizioni autorizzate dal ministero passò di lì a poco, e Remus colse
un soffio della sua magia. Era strano e forte, ronzante. Gli ricordava il
modo in cui la vecchia TV nella stanza dei giochi a St Edmund’s
raccoglieva un ammasso di ele ricità sta ca sullo schermo. Da
bambino, Remus aveva alzato le mani verso di esso meravigliato, e
accarezzato la bizzarra energia ultraterrena, come se potesse assorbirla
Ci fu uno sca o nella mente di Remus, come il ghiaccio che si spezza.
Ecco! Remus rilassò il suo corpo. Non aveva bisogno di cercare il canale
giusto, o provare a sen rlo - poteva già sen rlo. La stanza era piena di
magia, spessa e simile al ferro e fredda contro i suoi den . Poteva
sempre percepirla, aveva appena imparato a sintonizzarlo nel corso
degli anni. Era più difficile da fare con la luna piena, ma in questo
scenario, potrebbe non essere uno svantaggio, come aveva de o Lily ...
Chiuse gli occhi, inspirò e si mosse: sembrava solo il minimo
movimento, un colpo di bacche a o il sopracciglio. Lasciò che la magia
facesse tu o il lavoro e quando aprì gli occhi con un sussulto, era
dentro il cerchio.
“Bravo!” L’istru ore stava ba endo le sue mani so li insieme
delicatamente, senza far rumore.
“Grande, Moony!” James chiamò dall’altra parte della stanza, un grosso
livido a forma di uovo che cresceva sulla sua fronte.
“Ben fa o Remus!” Le ragazze applaudirono.
Remus si guardò i piedi, imbarazzato, ma ele rizzato.

Venerdì 15 aprile 1977


A metà aprile, sembrava che non ci fossero limi alla ritrovata fiducia di
Remus. Era cauto al riguardo, ovviamente - non lo diceva a nessuno nel
caso lo ritenessero arrogante, o peggio ancora - pericoloso. Ma sapeva
che qualcosa era cambiato. Per mol anni, Remus aveva considerato la
sua licantropia, e i sen men e i sensi incontrollabili che ne derivavano,

356
come una limitazione alla sua magia. Se le ul me se mane erano
qualcosa da fare, questo non era corre o.
Forse questo malinteso era semplicemente dovuto al fa o che era stato
fa o troppo poco studio sui lupi mannari nel mondo magico. O forse
Livia aveva ragione - Remus era stato istruito dalle persone sbagliate fin
dall’inizio. Ora, in privato, condusse vari esperimen , da semplici
incantesimi di base, a trasfigurazioni e trasmutazioni molto più
complesse. Tu o diventò molto più facile quando si era rilassato,
quando aveva imbrigliato la magia che c’era già nello spazio intorno a
lui. Prima, lanciare un incantesimo era stato come a ngere acqua da
un pozzo dentro di lui, un pesante secchio su un argano. Dopo la
scoperta della materializzazione, si sen come se fosse stato in un lago
per tu o il tempo - e tu o ciò che doveva fare era bere. Aveva persino
iniziato a fare passi verso la magia senza parole.
Nel fra empo, aveva degli esami per i quali prepararsi, e mentre la sua
forza ritrovata sarebbe stata sicuramente u le nei suoi esami pra ci,
Remus doveva ancora completare diversi saggi scri . In questo
par colare pomeriggio, aveva convinto James - e per estensione, Peter -
a ripassare insieme a lui. Era una luminosa giornata primaverile e gli
ul mi brividi dell’inverno si erano esauri abbastanza da far sì che tu
concordassero sul fa o che sarebbe stato bello sedersi fuori per un
cambiamento.
Erano sdraia sull’erba, libri aper , James che leggeva con la lingua tra i
den e una penna dietro l’orecchio, Peter che annotava a malincuore
appun su hinkypunk.
“Non è giusto”, piagnucolò, “Non sono NEWT o GUFO quest’anno,
perché dobbiamo fare gli esami?”
“Non vorrei che perdessi il tuo vantaggio, Wormy,” rispose James,
ancora assorbito dal suo libro. “Pensala come una pra ca per i NEWT.”
“Piu osto no.” Peter fece una smorfia. “Moony, hai gli appun per ...”
“Martedì, giovedì e domenica.” Disse Remus, prontamente, senza alzare
lo sguardo dal suo saggio di DCAO.
“Che cosa?” Peter si gra ò la testa.
“Martedì, giovedì e domenica.” Ripeté Remus. “Quelli sono i giorni in
cui tengo i miei gruppi di studio e quelli sono i giorni in cui aiuto altre
persone nel loro lavoro. Ho bisogno del resto del tempo per me ermi al
passo con le mie cose. “
“Oh, ma io sono il tuo migliore amico,” geme e Peter, “Per favore,
Moony?” “Meno tempo a sbaciucchiare Dorcas, più tempo a
organizzare i tuoi appun .” Remus sorrise.

357
Era molto facile essere devo quando non era permesso
sbaciucchiare le persone che volevi baciare. A proposito.
“Tu o bene, ragazzi?” Sirius si avvicinò passeggiando per il prato verso
di loro, Emmeline che tro erellava dietro di lui. James alzò lo sguardo e
sorrise, Peter si mosse per fare spazio.
“Dove sei stato?” James chiese: “Non vedo mai in ques giorni.”
“Non è colpa mia se sei diventato uno di loro, Prefe o Po er.” Sirius
rispose, freddamente, “Ho avuto una punizione.”
“Sei in punizione più spesso di quanto io s a facendo qualcosa di
perfe o,” riba é James, non leggendo più il suo libro, ora tornato in
modalità Malandrino. Fece un cenno a Emmeline, che sedeva
premurosamente accanto a Sirius, lisciandole la gonna, “Tu o bene,
Em?”
“Ciao James,” gli sorrise in risposta, “Peter, Remus. State tu
ripassando?” “Purtroppo,” geme e Peter. “Moony non mi sta aiutando,
però.” “Oh, fai qualcosa da solo, per una volta,” sca ò Remus, non
stuzzicandolo più leggermente.
“Penso che sia una buona idea”, disse Emmeline, incoraggiante, “Ti togli
di mezzo il ripasso prima di Hogsmeade questo fine se mana. Penso
che sia responsabile, vero Sirius?”
“Credo di sì.”
“A proposito,” con nuò, ignorando il suo rifiuto, “Cosa piacerebbe
fare a Hogsmeade? Ci vediamo lì o mi passerai a prendere fuori dalla
mia Sala
Comune? “
“Uffa, non lo so. Perché deve essere un grosso problema? “
Peter, nonostante la sua precedente disperazione, rimase
improvvisamente affascinato dai suoi appun di DCAO, con la testa
china sulla pergamena. “Agli altri ragazzi non importa fare piani per
portare fuori le loro ragazze,” disse Emmeline, la sua voce si fece
stridula. Questo era chiaramente un terreno vecchio per loro.
Peter, James e Remus iniziarono a concentrarsi sui loro libri e appun
come se le loro vite dipendessero da questo. Sirius ed Emmeline
con nuarono a li gare a prescindere.
“Non sono come altri ragazzi,” ringhiò Sirius, “Pensavo che piacesse.”
“Anch’io” rispose lei.
“E allora? Sono un ragazzo pessimo perché non voglio seguir in giro
come un idiota sdolcinato?”
“Non è quello che sto chiedendo e tu lo sai!”

358
“Allora sme la di lamentar .”
“Non mi sto lamen--”
“Sembra proprio così. Gemi gemi gemi .”
Emmeline aprì e chiuse la bocca un paio di volte, chiaramente volendo
rispondere qualcosa, ma non volendo che suonasse come un gemito.
Alla fine, rimase seduta in silenzio, fissando il suolo. I suoi occhi
sembravano un po’ più luminosi del solito, e Remus finalmente si sen
addolcire verso di lei. Povera ragazza.
“Oh Merlino, non fare il broncio.” Sirius si lamentò del suo silenzio. “Se
sei arrabbiata, li ghiamo, se stai bene, dammi un bacio, ma per favore
non fare il broncio.”
“Uff, e quelle sono le uniche due opzioni con te, vero Sirius?!”
Emmeline sca ò, alzandosi in piedi e incrociando le braccia sul pe o.
“Sì.” Lui rispose, sorridendo come Sirius Black sorrideva.
“Oh!” Alzò le mani e corse via, tornando verso il castello.
Una volta che se ne fu andata, rimase solo il silenzio imbarazzante.
James si schiarì la gola.
“Non molto carino, Padfoot.” Disse sul suo libro di testo. “Adesso è
arrabbiata.”
“È sempre arrabbiata,” piagnucolò Sirius, “E i miei sen men ?”
“Non sono convinto che tu ne abbia.” Disse James, senza perdere un
colpo. “Cosa ne pensi, Moony?”
Remus alzò lo sguardo dal suo libro, sperando di sembrare molestato e
disinteressato - come se non avesse prestato a enzione a tu o.
“Mh?”
“Padfoot ha dei sen men ?”
Sirius ca urò la sua a enzione. Remus raddrizzò la schiena, distolse lo
sguardo.
“Assolutamente no.”
Sirius si alzò senza una parola e se ne andò.
“Sirius? Oi!” James si alzò, ma Sirius non si voltò. James si gra ò la
testa, tornando a sedersi a disagio. Rimase pensieroso per un momento
prima di guardare Remus. “Moony ... sta succedendo qualcosa tra voi
due?”
Remus gli lanciò un’occhiataccia. “Chiedi a lui!”
“L’ho fa o. Non dice niente.”

359
“… veramente?” Remus era sinceramente sorpreso. Era quasi certo che
Sirius gli avesse raccontato ogni sporco de aglio. Quindi doveva
davvero vergognarsi.
“Veramente.” James lo stava guardando molto intensamente ora, “Cosa
sta succedendo?”
“Io ... ho dormito con Mary.” Almeno era vero. Peter fece uno strano
sussulto, accanto a lui, ma Remus lo ignorò. “Lo ha scoperto, ecco
tu o.” “Tu cosa?!” Le sopracciglia di James si inarcarono per la sorpresa
smascherata. Riorganizzò rapidamente i suoi lineamen , schiarendosi la
gola, “Oh, bene, amico. Non avevo idea che tu e lei ...” “Solo una cosa a
tantum.” Disse Remus, velocemente.
“Okay. Bene, bene. Perché Sirius è di ca vo umore per questo? Lui e
Mary si sono lascia secoli fa.”
“Si.” Remus rispose, cupo. Sospirò, “Oh, dai, Pete, prendi in pres to i
miei appun . Su quale parte sei bloccato?”

360
La scatola  
Le tribune di Quidditch di domenica erano uno dei pochi pos in cui
veniva garan ta pace e tranquillità a Hogwarts. Remus andava lì ogni
se mana dal suo compleanno per assistere alla conclusione degli
spartani allenamen di James, e per avere una lezione di volo tu a sua,
dopo. Questa ma na, però, zoppicando sugli spal , scoprì di non
essere solo.
“Ciao, Lily,” Remus sorrise, sorpreso, “Cosa ci fai qui?”
Lily si voltò e sba é le palpebre, la bocca aperta in una piccola ‘O’ rosa,
come se non si fosse aspe ata nessun altro. I suoi occhi corsero al
campo, poi di nuovo a Remus nervosamente, e fece un sorriso
imbarazzato, “Ciao! Ehm ... sto solo guardando Marls allenarsi.
Supporto morale e tu o il resto.”
“Oh giusto. Ti dispiace se mi unisco a te?”
Sorrise e spostò la borsa, come per fargli posto, anche se le tribune
erano completamente vuote. Rimasero sedu in silenzio e guardarono
la pra ca per un po’. James stava allenando i cacciatori e il por ere,
quindi solo metà della squadra era lì oggi. Remus vagamente ricordato
l’inizia va di James ‘sessioni di messa a fuoco’, che era venuto come un
sollievo per il resto della squadra Grifondoro, perché significava che non
dovevano allenarsi ogni giorno, anche se James lo faceva.
“Ehm... Lily?” Remus disse, dopo un po’, “Lo sapevi che Marlene non si
allena oggi?”
Si guardò le ginocchia, i capelli che le cadevano in un lenzuolo ramato
davan al viso. “Sì.” Lei sussurrò.
“Quindi sei qui per guardare...?”
“Non farmelo dire, Remus,” sembrava sconfi a. Sollevò la testa,
spingendo i capelli dietro l’orecchio, “Avan allora, prendimi in giro.”
“Che cosa?!” Remus era diver to.
Prefe o Lily Evans, tu o finito. Sirius lo adorerebbe.
“Prendimi in giro, dimmi che sono una completa idiota ...” sospirò,
guardando il campo, “Lo so già.”
“Non penso che tu sia un idiota solo per il fa o che piace James.”
Remus rise, dandole una gomitata giovialmente, “Ma... voglio dire, è
un po’ divertente, dopo tu o questo tempo.”
“Uffa, lo so.” Lei geme e: “Non posso crederci.”

361
“Lui lo sa?”
“No!” Lei lo fissò incredulo, “preferirei assolutamente morire!”
“Perché?!” Remus rise di nuovo, “Non pensi sinceramente che
rifiuterà? Sperava in questa cosa esa amente da cinque anni!”
“Esa amente!” Disse, ges colando selvaggiamente con le mani,
allargando le dita in uno spe acolo di esasperazione. “Lo ha voluto da
sempre, e io l’ho voluto solo per ... ehm ... beh forse per un po’, in
realtà ... ma neanche lontanamente così a lungo. Se mi arrendo adesso,
è così intenso. Potrei spezzargli il cuore.”
Si morse il labbro, con nuando a guardarlo volare, fischiare e indicare
con enfasi gli anelli della porta.
“Potres .” Remus concordò, “Ma penso che James Po er
considererebbe un onore avere il suo cuore spezzato da te.” Lei sbuffò.
“Remus, onestamente, compor come lui. Non sono questa ... non so,
la perfe a ‘ragazza dei sogni’ che sta entrando nella sua vita e rende
meravigliose tu e le cose di merda. Non è una favola. Non sono una
favola. Sono davvero fas diosa. Al ma no sono un disastro totale -
chiedi a Mary - e odio perdere le discussioni, e urlo quando sono
arrabbiata e mi cola il naso quando piango. Non so niente di Quidditch
e nemmeno voglio davvero imparare.”
“Quindi?” Remus sorrise. “Sono abbastanza sicuro che ne sappia la
maggior parte. Se non lo sa, non credo che gli farà male scoprirlo.
Comunque, non è
che James sia perfe o. Ho annusato i suoi calzini.”
Lily rise.
“Grazie Remus.”
“Glielo dirai?”
Arricciò il naso len gginoso.
“Nah. Voglio pensarci un po’ di più prima.”
“Lo fisserai solo mentre cavalca la sua scopa per ore e ore?”
Lo spinse, ridendo,
“Se voglio! È piacevole per gli occhi, cosa posso dire?” Sporse fuori la
lingua e tornò a sbalordire.
Remus sorrise, e rò fuori l’unico vero consiglio che aveva.
“Non aspe are troppo a lungo. Diventa più difficile, più aspe .” Lily lo
guardò, incuriosita, e Remus si pen immediatamente di aver de o
qualcosa di strano.

362
“O si?” Disse, “Sembri molto saggio nelle vie dell’amore,
all’improvviso.” “Nah.” Rise, sperava in modo convincente, “Ho solo
le o molto”.

I would have given you all of my heart


But there’s someone who’s torn it apart
And he’s taking almost all that I’ve got
But if you want I’ll try to love again

“Black, la prossima volta che decidi di spezzare il cuore di qualcuno,


puoi farlo al di fuori del periodo degli esami?” Lily geme e quando
Sirius entrò nella Sala Comune e ogni radio, giradischi e grammofono
nel raggio di ven metri iniziò a suonare a tu o volume la voce di PP
Arnold colpita dalla tragedia.

Baby I’ll try to love again


But I know

“Cosa vuoi che faccia?!” Sirius si arrabbiò, precipitandosi per la stanza,


cercando di silenziare ogni altoparlante in vista.
Era stato un melodramma doloroso e prolungato, ma Emmeline e Sirius
si erano finalmente separa . E a quanto pare nessuno tra ava
Emmeline Vance in quel modo, quindi, per rappresaglia, gli aveva
lanciato una maledizione molto avanzata, il che significava che ogni
volta che Sirius entrava in una stanza cominciavano a suonare canzoni
sulla separazione e sul lasciarsi. Questo di solito era limitato ai le ori di
musica, ma a volte, quando non c’era nient’altro in giro, anche i ritra
avevano iniziato a cantare. “Chiedile scusa e annulla il dannato
incantesimo!” rispose Lily.

‘Cause when it comes to being lucky he’s cursed


When it comes to lovin’ me he’s worst

“Non ho niente di cui scusarmi!” Sputò in risposta, e iniziò a ripetere


con forza: “Silencio! Silencio silencio, SILENCIO!”

363
La musica finalmente si fermò. Chissà per quanto tempo.
Remus non si fece coinvolgere, poteva solo peggiorare le cose, e Sirius
era stato di pessimo umore per tu a la se mana.
“Devo concederglielo,” meditò Mary. “La ragazza è crea va.”
Era a cavalcioni di Marlene, che giaceva di fronte sul tappeto, Mary che
intrecciava i suoi lunghi capelli biondi. Ogni volta che arrivava alla fine,
scioglieva tu o, la pe nava delicatamente e ricominciava. A volte
Remus non pensava che avrebbe mai capito le ragazze. Tu avia,
Marlene, che di solito odiava essere disturbata, sembrava diver rsi,
sembrava molto tranquilla.

364

Oh sì, dai, prendete le sue par , voi. Malede e donne.” Sirius si ge ò
nella poltrona di fronte a Lily e vi si accovacciò, fissando il fuoco.
“Qualcuno ha una sigare a?”
Remus ce l’aveva, ma non disse niente.
“Non mi sorprende che abbia mollato”, Mary sorrise, “Sei un
miserabile idiota di ques tempi.” Gli fece l’occhiolino scherzoso e il suo
cipiglio diminuì.
“Mi ami davvero.” mormorò.
“Parliamo di qualcos’altro.” Disse Marlene, dal pavimento. “Non esami
o relazioni. Po er, come procede con il viaggio in campeggio?”
“Tu o a posto - dovete solo presentarvi”, James sorrise, “Con le vostre
tende, ovviamente.”
“Papà dice che posso prendere in pres to quelle di famiglia, purché mi
prenda cura di loro”, disse Lily, “Sono tende da due persone”.
“Accogliente.” Sirius disse, sarcas camente, “Con se e di noi che
vanno.”
“O o”, disse Peter, “James ha de o che potevo portare Dorcas.”
Remus geme e interiormente a questo. Non che Dorcas non gli
piacesse; Dorcas andava bene. Ma non vedeva l’ora di trascorrere una
vacanza es va con tu i suoi amici più cari, non con i compagni.
Grazie al cielo Mary non portava il suo ul mo ragazzo. Tu avia, con
Mary, il turnover era troppo veloce per fare qualsiasi po di piano a
lungo termine. “Be’, speravo piu osto che voi ragazzi portaste la vostra
tenda, in realtà.” Lily rispose, lanciando a Sirius uno sguardo gelido.
“La mamma ha de o nella sua ul ma le era che c’è un negozio di
forniture da campeggio babbani nel nostro villaggio”, disse James,
velocemente, sempre il pacificatore, “Quindi andremo tu a prendere
le nostre non appena saremo a casa. Verrai sicuramente per restare,
questa estate, vero
Moony?”
“Se va ancora bene?” Chiese Remus, ansioso.
Non aveva ancora un piano b. Forse James gli avrebbe lasciato tenere
una delle tende in seguito. Uffa, che pensiero deprimente.
“Certo,” James sorrise magnanimo, strofinandosi le mani, “Quest’estate
sarà fantas ca.”
“Come avete pensato di arrivare in Cornovaglia?” Chiese Marlene. “Ci
smaterializziamo?” “Se passiamo tu , sì.”

365

Guardarono Peter, colpevoli. Non era ancora riuscito ad arrivare da
nessuna parte senza darsi da fare, ancora.
“Ci sto davvero provando”, disse, imbarazzato. “Potrei prendere il
No etempo?”
Andrà tu o bene,” disse James, allegramente. “Prome o. La migliore
estate di sempre. “

Mother, you had me but I never had you


I wanted you
You didn’t want me

Venerdì 24 giugno 1977


E davvero, pensò Remus tra sé, mentre lasciava il suo ul mo esame del
termine - Cura delle Creature Magiche, scri o - grazie al cielo per
l’eterno o mismo di James. Era una delle uniche cose che li faceva
andare avan , in ques giorni.
Gli esami erano gli stessi di sempre: più facili, forse, almeno quando si
tra ava di magia pra ca. Per fortuna quest’anno nessuno si aspe ava
un patronus. C’era però qualcosa di rassicurante in un calendario,
scadenze ed esercizi a tempo. Tu o era di buon senso e non
incoraggiava troppo il pensiero indipendente. Remus era sempre grato
per l’opportunità di spegnere il suo cervello. Sopra u o perché si era
posto una scadenza molto personale.
Una volta terminato il suo esame finale - e oggi era il giorno - avrebbe
aperto la scatola da scarpe. Era rimasta so o il suo le o per quasi tre
mesi ormai. Non l’aveva nemmeno guardata. Qualunque cosa ci fosse
dentro sarebbe stata distru va, lo sapeva. Anche se non erano altro
che alcuni noiosi appun della Dire rice, vecchi lavori scolas ci o
qualcosa del genere, sapeva che il solo pensiero dell’intero problema di
St Edmund’s lo avrebbe trascinato alla fine. Si disse che era molto
sensato e maturo; aveva bisogno di una mente lucida per gli esami.
Ma ormai era la fine di giugno e non aveva più niente da fare.
Ovviamente c’era sempre qualcosa da fare: i NEWT sarebbero inizia
sul serio l’anno prossimo; voleva avere un vantaggio. Si parlava di una
festa di fine anno e lui poteva iniziare a prepararsi per quello. Dovrebbe

366

davvero me ersi al passo con le sue le ure anche per le lezioni di
guarigione di Madama Chips; era tristemente indietro con i lividi.
Prima mangiò il pranzo. Le esperienze spiacevoli erano generalmente
meglio affrontabili a stomaco pieno. C’erano esami programma quel
pomeriggio per Babbanologia e Divinazione - entrambi sostenu da
James e Sirius. “Moony, a cosa servono le mongolfiere? Con nuo a non
capire …” lo supplicò James, sembrando molto esausto.
Andrai bene,” disse Lily, versandosi del succo di zucca, “Gli studi sui
babbani dovrebbero essere facili per te, dopo la Trasfigurazione
avanzata.” “Wow, grazie Evans,” James sorrise.
Tu guardarono Lily, che arrossì e tornò al suo cibo.
“Non ho ancora mai visto nulla in una sfera di cristallo.” Peter sospirò
profondamente.
“Dille che vedi tristezza,” disse Sirius, allegramente, “Questo è quello
che sto facendo.”
“Perché?”
“Ho solo la sensazione che potrebbe effe vamente essere vero,
domani pomeriggio, verso le due.” Sirius sorrise.
James e Peter iniziarono a ridere, con grande confusione delle ragazze.
Remus bighellonò fuori dalla Sala Grande il più a lungo possibile con i
suoi amici, finché non dove ero tu entrare per l’esame. Rimandare
qualche minuto non farà male ...
Ma alla fine arrivò il momento di affrontare la cosa. Dopotu o, prima lo
faceva, più tempo avrebbe avuto da solo per elaborarlo effe vamente.
Anche se non era niente; anche se doveva solo far fronte a un’altra
delusione. Aveva un buon libro a portata di mano e pieno accesso alla
collezione di dischi di Sirius, quindi il pomeriggio non doveva essere del
tu o spiacevole.
Tirò le tende intorno al le o, anche se era solo nella stanza del
dormitorio. Soffiò via la polvere dal coperchio di cartone e lo fece
tossire.
“Scourgify,” soffocò, puntando la bacche a sulle lenzuola per liberarle
dalla sporca polvere grigia. Non si torna indietro adesso. Con la stessa
rapidità con cui si strappa un cero o, sollevò il coperchio.
All’inizio sembrava tu o completamente innocuo. Dentro era tu o
pia o: carte, presumibilmente, ordinate in buste marroni di varie
dimensioni e età diverse.

367

Documen di ammissione a St Edmund’s - Remus John Lupin, 5 anni 3
mesi, data di arrivo 12/07/1965. Rappor scri dai suoi insegnan di
scuola primaria: tu i vo erano ‘scarsi’. ‘Mostra pochissima a tudine
per il mondo accademico’, si leggeva, ‘Incapacità di apprendimento. Può
essere ada o a lavori non qualifica .’
Il suo cer ficato di nascita era babbano: supponeva che sua madre non
fosse stata ammessa al San Mungo. Remus scoprì che era nato a casa, a
Bristol, tra tu i pos . Il nome di sua madre era Hope e suo padre era
elencato come ‘Disoccupato’.
Tu o questo, Remus lo elaborò con impassibile pazienza, come un
archivista che setaccia documen rela vi a una storia an ca, non alla
sua stessa vita. Ma poi erano arrivate le fotografie. Erano in bianco e
nero.

368
Babbane; immobili. Uno di un bambino paffuto ves to con un affare di
maglia bianca, con bo oni a forma di coniglie o. Remus suppose che
fosse lui, non c’era niente scri o sul retro, solo il mbro di Boots. Ce
n’era un altro, che doveva essere stato preso quando era arrivato a St
Edmund’s. In esso, era in grado di riconoscere alcuni tra : lo sguardo
scuro e cauto, la bocca fissata in una smorfia determinata. Stava
guardando in alto - presumibilmente chiunque stesse sca ando la foto -
e sembrava spaventato. L’ul ma foto era stata la peggiore. Era di una
famiglia che non ricordava.
C’era Lyall, alto e magro e allampanato, capelli arruffa e piccoli occhiali
dalla montatura metallica. Stava sorridendo - Remus non se lo era mai
immaginato sorridere. Seduta su una poltrona floreale accanto a lui
c’era una donna minuta e molto giovane. Aveva capelli biondo pla no
immacola in un vero alveare degli anni Sessanta, e indossava uno
scialle pulito che me eva in risalto la sua bella figura. Il suo naso era un
po’ lungo e con il becco, ma aveva un bel viso. Sulle sue ginocchia c’era
un ragazzino, che rideva, la sua faccia tu a raggrinzita dalla gioia. Lo
stava guardando, aveva la bocca aperta: cosa aveva de o?
Remus lo mise giù, sentendosi leggero. Si rese conto che aveva
tra enuto il respiro per molto tempo ed espirò. Era rimasta una busta.
La calligrafia non era della Dire rice. Tu avia, non era stata sigillata,
quindi forse l’aveva le a prima. Forse è per questo che non gliel’aveva
dato. Facendosi forza ancora una volta, Remus rò fuori una le era,
piegata ordinatamente in tre par . Era scri o su una bella carta per
appun con un disegno floreale ai bordi. Anche la calligrafia era carina.

Mio caro ragazzo,


So che non ho il diri o di lasciar questa le era. Potrebbero passare
alcuni anni prima che tu la riceva, ammesso che tu la riceva. Spero che
tu lo faccia, e spero che quando lo farai, sarai abbastanza grande.
Tu avia, non mi aspe o perdono.
Non riesco a pensare cosa dir . Come posso spiegare? Sei stato il mio
bellissimo e prezioso ragazzo dal momento in cui sei nato. No, dal
momento in cui ho sen to muover dentro di me. Tuo padre ed io ci
amavamo mol ssimo, e ci avevi triplicato la nostra felicità di mille volte.
Sei stato amato, mio piccolo Remus, prego che tu non l’abbia
dimen cato. Ma sei molto giovane e mi dicono che a volte dimen care
è più gen le.

369
Quando è avvenuto l’incidente, ho promesso che avrei fa o tu o il
possibile per rimediare di nuovo. Ho avuto una stupida idea che solo
amar sarebbe stato sufficiente.
Poi, quando Lyall ci ha lascia entrambi, ho lo ato per te. Giuro che ci
ho provato. Ma non sono mai stata una ragazza molto intelligente, e
mai forte o pra ca come tuo padre. Avevi tanto bisogno e io avevo così
poco. Non avevo famiglia una volta che l’ho sposato, vedi, mi hanno
de o di fare una scelta. I miei genitori non hanno approvato, e anche
dopo che se n’è andato, sapevo che non avrebbero approvato te.
Non posso dire quanto mi dispiace di lasciar andare. In cuor mio so che
alla fine è la cosa più sicura e la migliore per te. So che non
dimen cherò mai, e so che avrò sempre voglia di riveder . Prego che
quando verrà il momento, non sarà difficile per te trovarlo. Tu o il mio
amore, Hope Jenkins.

Remus rimise la le era nella busta e chiuse la scatola. La ge ò so o il


le o. Si arrampicò so o le pesan coperte e si raggomitolò, come
faceva una volta a St Edmund’s. Si sen va come se dentro di lui si fosse
aperto un buco, un grande vuoto. Le lacrime gli riempirono gli occhi e,
poiché era solo, le lasciò venire.

Sabato 2 luglio 1977


Non aveva mai pensato molto a sua madre. Almeno, non da quando era
stato a Hogwarts, che sembrava così pieno di Lyall e di tu i suoi
successi ed errori. Ovviamente sarebbe stato meglio avere una madre
che no, ma non era sicuro di cosa si fosse perso per tu o quel tempo.
La Dire rice non era stata molto materna, ma non era pagata per
amare i ragazzi di cui si prendeva cura.
Questa finestra sulla vita di Hope - sulla sua stessa vita - era terrificante
per Remus, e avrebbe voluto non aver mai le o quella stupida le era.
Tu avia, l’aveva le a più di una volta. La lesse tu e le sere, per il resto
del semestre, come se la le ura della parola ‘amato’ potesse farlo
sen re tale. Non può. I Malandrini rimasero altre due no a Hogwarts,
per il bene di Remus. La prima luna piena dell’estate cadde il 1° luglio,
ed era più conveniente - più sicuro per i Po er - se Remus la

370
trascorresse nella Stamberga Strillante. Beh, avrebbe dovuto essere
nella Stamberga Strillante, ma ovviamente Wormtail, Padfoot e Prongs
avevano altre idee. Privi di esami ed entusias dell’estate, avevano una
delle migliori no di luna piena che avessero avuto da secoli. Tu avia,
Madama Chips insistè per il solito corso di cure successive, e mise fuori
comba mento Remus con una forte sonnolenza per assicurarsi che si
riposasse la ma na successiva,
“Viaggiare con la polvere volante può far venire la nausea, nel migliore
dei casi”, aveva ammonito, “Meglio prevenire che curare”.
Dovevano par re quella sera, usando il camine o nell’ufficio della
McGrani . Remus si svegliò subito dopo pranzo, e scoprì di non essere
solo. “Ciao Moony,” disse Sirius dolcemente, sedendosi sulla sedia
vicino al suo le o. I suoi occhi erano scuri, sembrava che anche lui
stesse sonnecchiando. “Ciao,” gli fece eco Remus, sedendosi,
s racchiandosi, “Dovres essere a le o, sembri distru o.”
“Zi o, sono stupendo,” rispose Sirius, sbadigliando. “Comunque, James
sta facendo a pezzi la camera da le o cercando di fare i bagagli, non
riuscirò a dormire. Affamato?”
“Sempre.”
“Bene, dovrei assicurarmi che tu mangi”, indicò un pia o seduto sul
comodino, carico di fru a e panini. Remus prese una mela e la morse,
famelico.
Nessuno di loro disse molto per un po’, ma Sirius mangiò un po’ d’uva.
Da marzo avevano perfezionato l’arte di fare piccole conversazioni con il
minor de aglio possibile o il conta o visivo. La si potrebbe chiamare
amicizia, se non si sapesse cosa era successo prima.
“Mi sento un po’ male.” Disse Sirius, di punto in bianco, guardando i
suoi lacci delle scarpe.
“Mh?”
“Mi sento un po’ male per il modo in cui ho parlato, tempo fa. Del tuo
amico ehm ... Christopher?”
“Si.” Remus finì il suo torsolo di mela, giù per il gambo, che posò,
allungando la mano verso un panino. Formaggio e so ace . “Sei stato
un po’ scortese, ma va bene. Non ci ho pensato molto.”
“Oh questo è un bene.” Sirius annuì. Guardò Remus, poi distolse
velocemente lo sguardo dalla finestra. “Ho pensato che forse ... ho
pensato che potrebbe essere il mo vo per cui hai deciso di sme erla.”
Remus non aveva bisogno di chiedergli cosa intendeva. Sirius era molto
chiaro.

371
“No.” Disse Remus, scegliendo a entamente le sue parole. “Non aveva
a che fare con lui. Te l’ho de o, è mio amico, tu o qui.” Sirius annuì,
coraggiosamente.
“Sì, credo. Davvero.”
Ancora non capiva, realizzò Remus, tristemente. Non sapeva ancora
perché non potessero semplicemente andare avan così.
Ragazzo stupido, bello, impossibile.
“Guarda Sirius,” disse, ancora cauto, “È solo che … ho avuto un anno un
po’ di merda, ad essere ones . Forse sto avendo una vita di merda, non
lo so. Ci sono molte cose in corso in questo momento che non posso
davvero controllare. Quindi per come la vedo io ... se qualcosa mi sta
rendendo infelice che posso controllare, allora ...”
“Oh giusto. Capisco.”
“Si?”
“Non vorrei mai render infelice, Moony.”
Non è quello che intendevo. Remus pensò, non è quello che volevo dire.
Ma non aveva l’energia per dire di più. Non aveva le risorse. Avrebbe
dovuto bastare, almeno finché tu o non avesse smesso di essere così
schie o.
“Sono voci quelle che sento?” Madama Chios si affaccendò intorno alla
tenda dell’ospedale, allegra e rosea con le guance, “Bene! Stai molto
meglio. Non vedete l’ora che arrivi l’estate, ragazzi?”

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373
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YEAR 7  

375
INDICE

1 . Estate 1977; pt1


2. Estate 1977; pt2
3. Estate 1977; pt3
4. Estate 1977; pt4
5. Estate 1977; pt5
6. Ritorno a scuola
7. Tuoni
8. Shopping di piume
9. La mente criminale
10. Cala l’oscurità
11. Natale: pt1
12. Natale: pt2
13. Natale: pt3
14. Responsabilità
15. Preparazione
16. Is nto
17. Castor
18. Intervallo
19. Vi ne
20. Domenica pomeriggio
21. San Valen no 1978
22. Coopera va tra Case
23. Giochi di mente
24. Remus il mar re
25. Hope
26. Ubriachi

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27. Idee brillan
28. Star Star

29. Visite in ospedale


30. Ro ura
31. Scelte
32. Quello che ci manca
33. Super-ego
34. Giorno e no e
35. La finale
36. Eredità; pt1
37. Eredità; pt2

377
Estate 1977; pt1  
Television man is crazy, saying we’re juvenile
delinquent wrecks, Oh man! I need TV, when I got
T.Rex!

Remus si sen stranamente svincolato, arrivando dai Po er con tu i


suoi beni terreni, spostandoli in una stanza temporanea. Stava per dire
a qualcuno cosa era successo - e presto. Se solo potesse trovare il
signor Po er da solo, forse ... ma entrambi i genitori di James erano più
occupa di che mai quest’anno, correndo dentro e fuori casa per
commissioni, o per via di riunioni segrete alle quali i ragazzi non
potevano partecipare.
“Ma siamo tu maggiorenni.” Protestò James.
“Sei ancora il mio bambino, però.” La signora Po er gli baciò la testa,
con condiscendenza, mentre puliva i pia della colazione.
James sembrava molto offeso da questo a eggiamento, ma gli occhi di
Remus bruciavano di lacrime e dove e scusarsi.
Avevano una se mana per prepararsi al campeggio e il primo giorno di
vacanza par per il villaggio per acquistare una tenda. Remus non si era
mai accampato in tu a la sua vita, ma si trovava ancora meglio
equipaggiato di James, Sirius o Peter, che erano a turno distra ,
terrorizza e affascina da ogni singolo ogge o nel negozio. Toccò a
Remus parlare con il negoziante di cose noiose come sco e, pioli e
sar ame. Alla fine, si era accontentato di due ragionevoli tende per due
persone marroni e arancioni, ignorando la supplica di Sirius di
comprarne una blu e verde.
Il giorno dopo, Remus dove e controllare che tu avessero ves
Babbani appropria , visto che avrebbero usato un campeggio babbano,
subito dopo hanno avuto un incidente in cucina mentre cercavano di
preparare qualcosa da mangiare.
“Le ragazze non possono cucinare?” James piagnucolò, in tu o ciò si
iniziò a sen re un ca vo odore di uova bruciate invadere casa.
La signora Po er, che aveva guardato diver ta si avvicinò e lo
schiaffeggiò leggermente sulla testa,
“Che uomo ho cresciuto qui”, annusò, “Se non sai cucinare una
colazione alla signorina, non aspe ar che passi la no e con te.”
378
“Urgh, mamma!” James si accigliò, disgustato, mentre Sirius e Remus
erano piega dalle risate.
Per il resto del tempo avevano pianificato tu e le cose che avrebbero
fa o durante la loro libertà di vacanza, guardando la ma née al cinema
locale - c’era un film di James Bond e Airport ‘77, che era il preferito di
Remus - e, naturalmente, far volare le loro scope. Sirius fu molto colpito
dal miglioramento fa o recentemente da Remus, e a ualmente erano
riusci a organizzare un gioco di Quidditch in scala - senza il boccino e
con Peter come Por ere.
Non c’era traccia di Moody, quest’estate. Il signor Po er aveva spiegato
durante la cena che le misure di sicurezza sulla loro casa erano state
aumentate, e Moody era tornato nell’ufficio Auror, a ges re le cose lì.
Remus era sollevato: aveva legato con Moody e Ferox nella sua mente
ma li aveva confusi all’incontro con Livia e alla crudele risolutezza di
Silente.
Tu o sommato, dopo l’anno che aveva avuto, Remus non vedeva l’ora
che arrivassero alcune se mane per riuscire a stare lontano da
chiunque sia più vecchio di lui.
Fu deciso che si sarebbero materializza tu in Cornovaglia, ad
eccezione di Peter, che aveva fallito la sua prova. La signora Po er si era
gen lmente offerta di accompagnarlo con una materializzazione
condivisa ma Peter aveva insis to per prendere il No etempo. In
questo modo, decise, avrebbe potuto passare a prendere Dorcas lungo
la strada.
La sera prima della partenza, James, Sirius e Remus si infilarono nella
cabina del telefono rosso alla fine della strada vicino alla casa dei Po er
per coordinarsi con quello che Sirius chiamava ‘il con ngente
femminile’. “Posso premere i pulsan , Moony?” Chiese James, facendo
scorrere le dita sulla tas era argentata.
“In quale parte parli?” Disse Sirius, tenendo il ricevitore davan agli
occhi per ispezionarlo.
“Oh, per l’amor del cielo, voi due, calmatevi” Remus chiamò il numero
di casa di Lily, strappando indietro il ricevitore di plas ca nera.
Suonò per un po’, e lui sperava che Lily rispondesse al telefono e non
uno dei suoi genitori.
“Buonasera, famiglia Evans?” Rispose una giovane donna.
“Lily?”
“Chi sta parlando, per favore?”
“Ehm ... Remus Lupin.”

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Ci fu una risata sbuffante molto rude, poi la persona dall’altra parte
gridò lontano dal ricevitore;
“LILY! È per te!”
Remus aspe ò, spostando il peso da un piede all’altro, Sirius e James lo
guardavano avidamente.
“Grazie, Pet,” disse la voce di Lily dall’altra parte.
“Non me erci troppo, aspe o che Vernon mi chiami.”
“Ciao?” La voce di Lily arrivò più forte, dire amente nel telefono.
“Ciao Lily, sono Remus.”
“Ciao Remus! Scusa, quella era mia sorella. Siete tu pron ?”
“Sì, credo di sì. Pete è già par to, credo. E voi?”
“Mary e Marlene sono arrivate qui poco prima del tè. Abbiamo
concordato l’una del pomeriggio, non è vero?”
“Sì, l’una, appena fuori dal campeggio. Ho fa o in modo che James
prendesse una mappa.”
“Oh bene. Penso che mamma mi lasci prendere in pres to dalla A alla
Z.”
“Figo.”
James stava rando la manica di Remus. Sospirò,
“Ehm, Lily? James e Sirius non hanno mai usato un telefono prima,
puoi
parlare con loro per un minuto così mi lasciano in pace?”
Lily rise, “Avan allora, o Pet si finirà per arrabbiarsi.”
Remus si appoggiò contro i vetri e guardò James e Sirius li gare al
telefono, a turno per gridare qualcosa a Lily e poi premere il ricevitore
alle loro orecchie e ascoltano con meraviglia. La no e iniziò a scendere
a orno a loro, e se qualcuno fosse passato davan avrebbe visto solo
tre ragazzi del villaggio che sguazzano in una cabina telefonica, senza
alcuna preoccupazione al mondo.

Sabato 9 luglio 1977


La prima volta che Remus si era materializzato fuori Hogwarts sarebbe
potuta andare un po’ meglio, ma almeno non era finito su un albero,
come aveva fa o James.
Era finito in alto, infa , circa mezzo miglio a sud del campeggio, sulla
spiaggia. Era già stato al mare in passato, durante i viaggi es vi a St

380
Edmund’s - tre volte a Margate, una volta a Southend. Non poteva dire
di essersi par colarmente diver to a queste uscite - o almeno non le
sono piaciute più di quanto gli sarebbe piaciuto stare seduto nel
giardino sul retro del St Edmund’s. Erano luoghi affolla , rumorosi, pieni
di bambini che piangono, cani che abbaiano, strani odori zuccherini e
giostre dai colori vivaci.
Questa spiaggia era quasi deserta, tranne che per alcuni bambini che in
lontananza cercavano di far volare un aquilone rosa e blu.
La giornata era abbastanza calda, il cielo era blu e la sabbia morbida e
gialla. Sapeva che avrebbe dovuto iniziare a camminare verso il
campeggio, per trovare gli altri, invece si è seduto per un po’ di minu ,
solo per guardare. Il mare non era verde o blu brillante, come nella foto
dei libri: era più una specie di grigio concreto. Ancora carino, luccicante
so o il sole di mezzogiorno. In lontananza, Remus riusciva quasi a
dis nguere una lunga sagoma scura all’orizzonte. Quella era la Francia?
Potrebbe essere. Lui avrebbe potuto fingere che lo fosse.
Remus non era riuscito a rilassarsi, dai Po er. Si era sen to come un
visitatore lì; qualcuno che non apparteneva. Non sapeva a chi
apparteneva. Ora che aveva diciasse e anni, poteva andare dove
voleva. Sarebbe bello vivere qui, in Cornovaglia? Aveva scoperto di
recente di essere nato a Bristol e si chiedeva com’era lì; anche quello
era vicino al mare. Remus non l’avrebbe mai fa o, non pensava che
avrebbe vissuto in un posto diverso da Londra. Una volta, aveva
pensato che probabilmente non avrebbe mai lasciato l’Essex.
Alla fine, si sen troppo in colpa e dove e andare a cercare gli altri. La
passeggiata era tonificante, e dopo un anno di confinamento a
Hogwarts, era stato ele rizzante poter andare da qualche parte da solo.
Il campeggio stesso era a metà altezza della spiaggia, su un lungo tra o
di erba pia a e ben curata. Alcune famiglie avevano le tende già
montate, e le madri e i padri erano sedu fuori sulle loro in sdraio,
crogiolandosi al raro sole es vo inglese con tazze di tè e giornali in
a esa.
Mary, Marlene, James e Sirius erano sedu su una panchina da picnic
fuori dalla recep on del campeggio, che era poco più di una capanna.
Mary e
Marlene balzarono in piedi quando lo videro,
“Pensavamo di aver perso!”
“Fuori ro a”, spiegò, “A errato sulla spiaggia, non in acqua,
fortunatamente.”
“Ci siamo tu trova in altri luoghi, un po’” Mary rise, e ciascuno di
loro raccontò i pos strani dove erano fini . Tranne Lily, che era arrivata
381
precisamente nel posto in cui intendeva. Era in ufficio e li aveva
prenota . Fa o ciò, il gruppo si era messo a cercare il posto perfe o
per piantare le tende.
James e Sirius decisero che questo doveva essere il più vicino possibile
alla spiaggia.
Poi c’era la ques one di erigere effe vamente le tende, che era
infinitamente affascinante per i due ragazzi purosangue.
Lily prese il comando, interpretando il suo personaggio da Prefe o,
leggendo le indicazioni e abbaiando ordini.
“No, non quel gancio, ho de o quello nell’angolo ... dannazione, Black,
usa il martello non il tuo s vale! Dai, chop chop, non abbiamo tu o il
giorno
...”
“Acciden , Evans,” James sorrise, in piedi con le braccia alzate, tenendo
i pali al loro posto mentre Mary e Marlene cercavano di coprirli con la
tela, “Hai mai considerato l’allenamento di Quidditch? Sares
incredibile.” “Per favore, no,” gridò Marlene, soffocata so o il tessuto
pesante. “Lascerò la squadra, se devo sopportare entrambi da sola e in
un solo momento.” Ci misero quasi due ore, ma era stato molto
divertente, e tu furono molto conten di sé stessi una volta che tu e
e qua ro le tende furono sistemate in una fila ordinata di fronte al
mare.
“Ben fa o, ragazzi,” Lily sorrise, sedendosi a gambe incrociate sull’erba
mentre che aspe avano per far bollire il bollitore: “E nessuna magia.
Farete ancora come i babbani.”
Peter e Dorcas arrivarono poco dopo, molto arruffa e stanchi dal loro
lungo viaggio sul No etempo.
“Si è fermato a Guernsey due volte prima ancora che par ssimo verso
sud ...” Dorcas spiegò, apparendo vagamente turbata.
Peter acce ò una tazza di tè e si sede e in silenzio, sbadigliando.
Dopo essersi sveglia un po’, Mary decise che era ora di andare in
spiaggia. Erano circa le tre ormai, ma faceva ancora molto caldo, e
avevano ore di luce del giorno a sinistra. Le ragazze si erano scomparse
nelle loro tende per iniziare a indossare i loro costumi. Sirius e James
erano sta così eccita dalla prospe va di essere babbani in costume
da bagno che lo avevano indossato tu o il giorno comunque, e Remus -
ancora in jeans e maniche lunghe - non aveva intenzione di togliersi i
ves in qualsiasi circostanza.
Si era tolto le scarpe da ginnas ca e le calze, quando hanno raggiunto la
sabbia, ma ignorò le suppliche degli altri di unirsi a loro in mare. Era

382
abbastanza felice di sedersi semplicemente sulla riva, godersi il caldo
sole sulla schiena e ad ascoltare i gabbiani che urlavano in alto. Anche
le ragazze urlavano, mentre immergevano le loro dita dei piedi
nell’acqua gelida e fecero un gioco di correre avan e indietro con la
marea, sfidandosi a vicenda a entrare. James fu travolto da un’onda
quando non stava guardando - troppo occupato a fissare le lunghe
gambe nude di Lily. Intendiamoci, Remus sorprese anche lei a lanciargli
alcune occhiate di desiderio. Quei muscoli erano piu osto difficili da
ignorare.
Sirius, come al solito, era in un mondo tu o suo. Si avviò nella risacca
come se fosse caldo come l’acqua del bagno, e non appena fu profondo
fino alla cintola, si tuffò a destra e a sinistra, lucido e aggraziato come
un pesce. Nuotò in lunghe e languide bracciate e sembrava più felice di
quanto Remus lo avesse visto da molto tempo.
Successivamente, avvolte in asciugamani, le ragazze mostrarono ai
ragazzi purosangue come costruire un castello di sabbia senza alcuna
magia, e James e Peter diventarono estremamente concentra nella
creazione di un complicato sistema di irrigazione per garan re che il
fossato fosse adeguatamente rifornito in ogni momento.
Di ritorno alle tende prepararono la cena - fortunatamente Marlene e
Dorcas si offrirono di sorvegliare il tu o - friggendo pance a su un
fornello a gas che il padre di Lily aveva prestato. James e Lily erano
anda al negozio - apparentemente per il la e - e tornarono con una
cassa di sidro.
“Anche i Babbani bevono?!” Esclamò Sirius.
“S amo vivendo un’esperienza a tu o tondo, a quanto pare”, rise
James. Lily ridacchiò poi arrossì e distolse lo sguardo.
Remus poteva già vedere verso che direzione stava andando la serata, e
si sede e il più lontano possibile da Sirius. Avevano già convenuto che
Sirius e James avrebbero condiviso una tenda, Peter e Remus l’altra,
quindi almeno lì non ci sarebbe stato alcun imbarazzo. Doveva solo fare
a enzione al suo bere.
Mary aveva acceso un fuoco usando la magia mentre Lily era via
(“nessuno glielo dice vero? Non ho intenzione di sedermi qui a
congelare mentre aspe o Po er e Black per sfregare i bastoncini
insieme.”), e Marlene aveva portato una radio, quindi una volta passate
le la ne di sidro era un ambiente molto accogliente.
“Da quanto tempo uscite voi due?” Chiese Dorcas a James e Lily.
Loro balzarono in disparte, guardandosi l’un l’altro in modo colpevole.

383
“Non lo facciamo!” Lily squi , spostandosi per sedersi accanto a
Remus, come per dimostrarlo. Mary e Marlene si scambiarono uno
sguardo, e Sirius lanciò uno sguardo confuso a James.
“Oh scusa!” Dorcas sorrise, ignara, “Ho solo pensato ... ma Sirius e
Mary, uscivate assieme, vero?”
“Per i miei pecca ”, strillò Mary, ridendo. Sirius le fece una linguaccia.
Marlene, che aveva le o una guida che aveva comprato nel centro
informazioni per visitatore, si schiarì la voce rumorosamente,
“C’è un castello in rovina non lontano da qui, potremmo andare
domani?” Cambiò rapidamente argomento sui piani per il resto della
se mana.
Le vacanze al campeggio sembravano comportare molto camminare,
realizzò Remus. Sperava solo che la sua anca sarebbe stata all’altezza.
Qualche la na dopo ed erano tu di uno stato d’animo molto allegro e
sciocco. La bevanda era pia a e chiara, che Remus sapeva essere un
segno pericoloso quando si tra ava di sidro.
Avrebbero avuto tu un mal di testa da spaccare il cranio al ma no se
non fossero sta a en . Non ne parlò, però - erano tu così felici,
perché rovinare tu o e preoccuparsi delle conseguenze?
Dorcas era sdraiata sul pe o di Peter, usandolo come una poltrona,
can cchiando dolcemente della musica. Stava cercando di me ere la
mano so o la sua maglie a, e pensava di essere discreta.
Mary e Marlene stavano sussurrando tra loro, scoppiando a ridere ogni
tanto. James e Sirius iniziarono a lanciare pietre nel fuoco - era
ovviamente una specie di compe zione, ma Remus non riusciva a
capire quali fossero le regole.
Una melodia familiare iniziò a suonare alla radio: Mo the Hoople.
Erano
pochi anni ormai, ma era uno dei brani preferi alle feste di Grifondoro,
Billy rapped all night about his suicide,
How he’d kick it in the head when he was twenty-five,
Speed jive, don’t wanna stay alive, when you’re twenty five...

“Alza il volume!” Mary diede una gomitata a Marlene, che agitò


pigramente la bacche a sulla radio, poi aprì un’altra la na. Tacquero
tu per ascoltare, annuendo a lungo e ba endo dolcemente i piedi
sull’erba. Quando arrivò il ritornello, le ragazze cantavano tu e insieme
in quel modo sommesso, so ovoce, che le ragazze erano così brave a
fare, “All the young dudes, carry the news ...”

384
Quando la canzone finì, applaudirono ubriachi, ridendo tra di loro.
“Vi amo mol ssimo,” biascicò Marlene, “Siete tu i miei migliori
amici”, “Lo stesso per te, McKinnon,” Sirius ghignò a raverso le fiamme,
alzando la sua la na.
“Shhh!” Lei agitò un dito ubriaco verso di lui, stupidamente, “Conosco il
tuo gioco, Black. Voglio che tu sappia, non sei il mio po.” Tu risero,
anche Sirius.
“Quando troveremo una brava ragazza, mh Remus?” Lily disse,
pensierosa, stringendosi a lui per scaldarsi e appoggiando la testa sulla
sua spalla.
Sorrise debolmente, circondandola con affe uoso braccio.
“Sì, meri un po’ di diver mento, Moony,” James gli fece l’occhiolino.
Remus evitò l’improvvisa occhiata di Sirius prendendo un altro sorso
dalla sua la na.
“Mi diverto tan ssimo con voi.” Disse.
“Hai mai avuto una ragazza, Remus?” Chiese Dorcas.
Non intendeva dire nulla riguardo a ciò; non li conosceva molto bene.
Ma c’era un imbarazzante silenzio lo stesso. O forse Remus era stato
l’unico che l’aveva notato. Lui guardò Mary midamente e sorrise.
“Nah”, disse.
“Aww”, disse Dorcas, molto brilla, “Come mai?”
All’improvviso, Remus si rese conto. Marlene aveva ragione: amava
queste persone, ognuno di loro. Qual’era il punto di tenere segre tra
loro? Questo non dipendeva da Sirius, non dipendeva da nessuno
tranne lui. Respirò e guardò di nuovo il fuoco.
“Sono gay.” Disse.
Peter si strozzò con il suo drink. Con la coda dell’occhio, Remus vide
James passarsi le mani tra i capelli, me ersi a sedere più dri o. Vide la
bocca di Mary aprirsi e sen Marlene eme ere un singhiozzo sorpreso.
Non osava guardare Sirius.
Il suo stomaco si voltò e si preparò ad alzarsi, ad andarsene e
materializzarsi da qualche parte. In qualunque posto.
Ma poi Lily alzò la testa. Gli baciò la guancia e lo abbracciò più forte,
prima di sistemarsi di nuovo contro la sua spalla.
“Ti meri lo stesso un po’ di diver mento.” Disse, decisamente.

385
Estate 1977; pt2
Sweet handsome friend, I can tell you
truly that I’ve never been without desire
since it pleased you that I have you as
my lover; nor did a me ever arrive,
sweet handsome friend, when I didn’t
want to see you o en; nor did I ever feel
regret,
nor did it ever come to pass, if you went
off angry, that I felt joy un l you had
come back; nor [ever].
- Tibors de Sarenom

Due ore dopo …


Peter e Dorcas si stavano sbaciucchiando, rotolando all’indietro
sull’erba. Tu erano ubriachi, ma probabilmente loro erano quelli
messi peggio. “Torna alla tua tenda, se hai intenzione di farlo!” James
gli lanciò una la na vuota di sidro.
“Ti dispiace, Moony?” Peter riemerse, rosso in faccia e con gli occhi
annebbia , “Se andiamo nella nostra? Puoi andare a le o con Prongs e
Padfoot, vero?”
“Oh, non preoccupar ,” Remus agitò una mano, “Troverò un posto.”
Sirius ancora non lo aveva guardato, e aveva la sensazione che dopo
quella serata piena di rivelazioni non sarebbe stato par colarmente
gradito.
Peter e Dorcas scomparvero, ci furono risa ne soffocate dall’interno
della tenda, poi la quiete spe rale e vuota dovuta ad un incantesimo
silenziatore. “Condividi la tenda con noi se vuoi, Remus?” Disse Mary,
alzandosi per par re verso la propria tenda. Lily annuì,
“Sì, la nostra tenda è molto più grande, vieni con noi.”
“Grazie ragazze,” sorrise, era davvero grato. “Andate avan - non sono
ancora stanco. Penso che andrò a fare una passeggiata.”
Si alzò con ar rigidi e doloran , e si diresse verso il mare. Era buio
adesso, lontano dal fuoco, ma Remus era sempre stato in grado di
vedere nel buio. La marea era alta e più forte che mai. Una brezza
fredda volò avan e lui frugò nella tasca posteriore alla ricerca di una
386
sigare a. Ne accese una e inspirò profondamente, chiudendo gli occhi,
sentendo che ora poteva davvero pensare.
Era contento di averlo de o, non importa quale fosse la reazione, ma ci
pensò comunque. Okay, quindi non stavano tu per prenderlo a calci in
testa, ma chi poteva sapere come avrebbero agito nella fredda luce del
ma no, crudi e sobri. Era meglio o peggio che essere un lupo
mannaro? Potrebbe ancora materializzarsi, se lo volesse; andare a
cercare Grant, forse. Remus provò un’ondata di sensi di colpa. Non
pensava a Grant da un po’, forse da tu o l’anno. L’altro ragazzo era stato
così gen le con lui; lo aveva accolto ed era stato disposto a ospitarlo
anche a tempo indeterminato. Aveva dato a Remus degli o mi consigli,
se solo Remus li avesse segui . Stai lontano dai ragazzi elegan .
“Va tu o bene, Moony?” James gli si avvicinò. Remus si voltò. Sirius
era con lui, imbarazzato. Sembrava che James lo avesse trascinato qui
contro la sua volontà. Remus non era sorpreso.
“Tu o bene.” annuì. Offrì una sigare a a James. James scosse la testa
in segno di diniego.
“Solo ... volevo accertarmi che stessi bene.”
“Bene grazie.”
“Perfe o.”
“Scusa se ho reso le cose imbarazzan .”
“Non l’hai fa o!” Disse James, un po’ troppo avidamente, come se
avesse sperato che Remus ne parlasse per primo.
Sirius trasalì, ma solo Remus lo notò.
“Onestamente, amico, siamo conten che tu ce l’abbia de o, davvero.”
Remus si limitò ad annuire, e guardò di nuovo il mare, prendendo un
altro ro di sigare a. Dietro di lui, sen James dare di gomito a Sirius,
ovviamente cercava di fargli dire qualcosa di rassicurante e amichevole,
ma senza alcun risultato.
James parlò di nuovo: “Non scappare, okay, Moony?”
Remus si voltò, alzando un sopracciglio. James stava sorridendo:
“Sì, noi sappiamo come sei. Resta, okay? È tu o okay. Nemmeno Pete
era infas dito.”
“Pete,” sbuffò Remus, “È impegnato pensare a altro al momento.” “Non
posso biasimarlo.” James rise. Toccò la spalla di Remus,”Dai vuoi
parlarne?”
Remus scosse la testa, guardando in basso. Spense la sigare a e ne
accese subito un’altra. Sirius ne voleva una, lo poteva dire con certezza.
Ma Remus si sen va nervoso, e a meno che Black non gliel’avesse
chiesta, come un normale essere umano, lui non l’ avrebbe avuta.
387
“Grazie, James.” Remus disse, acutamente, espirando fumo, “Sei un
vero amico.”
“Ancora Malandrini.” James sorrise, stanco. Sbadigliò: “Penso che
andrò a dormire. Vieni?”

388
Ne prenderò un’altra dopo questa.” Remus alzò la seconda sigare a.
Ne prenderò una anch’io.” Disse Sirius, burbero.
James annuì, soffocando un altro sbadiglio, e si voltò.
“Non tornate puzzolen di cenere, voi due.” Disse oltre la sua spalla,
mentre tornava verso il fuoco sul prato.
Remus riportò lo sguardo sul mare, ma porse a Sirius la scatola. Lo sen
prendere una sigare a, accenderla, e inalare. Stava aspe ando.
“... Perché l’hai de o?” Disse Sirius.
Remus chiuse gli occhi e sorrise dolcemente. Non voleva li gare, ma nel
caso era pronto: era sempre pronto.
“Volevo. Dovevo solo sapere cosa avrebbero pensato, in un modo o
nell’altro.”
“È come se fossi appena andato e hai cambiato tu o intorno a me.”
Non lo disse con suono accusatorio. Sembrava ferito.
“Non intendevo farlo.” Disse Remus.
“Ti aspe avi che dicessi qualcosa anche io?”
“No, non mi aspe avo nulla.” Remus sca ò. “Non c’era niente da fare
con te, in realtà.”
“Okay okay.” Sirius alzò le mani in segno di resa, ancora sembrando a
disagio.
“Solo ... pensavo che avres potuto dirmelo prima, tu o qui. Dato che,
sai ... la situazione.”
Questo colse Remus completamente alla sprovvista, e finalmente
guardò
Sirius,
“Vuoi dire che non lo sapevi già?! Come potevi non saperlo?!”
“Avevi de o di non esserlo.” Sirius si strinse nelle spalle. “Come ho
de o che non lo ero io. Pensavo che eravamo entrambi sulla stessa
barca, ecco tu o.”
Remus scoprì che la sua rabbia stava tornando. Tipico di Sirius, senza
mai pensare a qualcosa di più della sua gra ficazione personale, mai
una volta considerare che qualcun altro avesse sen men o pensieri.
“Ovviamente non lo eravamo.” Disse freddamente. “Comunque, non
vedo come sia importante adesso. Se è tu o ciò di cui sei preoccupato,
non farlo. Sei al sicuro.” Remus disse, lapidato. “Non dirò a nessuno di
te e di me, e dubito che qualcuno sospe di te, con la tue considerevoli
storie con le ragazze. Non vedo perché interessa così tanto quello che
dico alla gente.” “Mi importa.” Protestò Sirius.

389


Remus chiuse gli occhi. Qualche mese fa, sarebbe suonato
meraviglioso. Ma dio, era così stanco.
“Remus?!” Sirius sembrava mezzo infas dito e mezzo spaventato, “Me
ne importa e tu non ... sai, non gridarlo ai qua ro ven .” “Voler scopare
con me non è la stessa cosa che preoccuparsi.”
“Remus! Cazzo, solo perché non sono ... non sono dove sei tu, ancora.
Non significa che non ho lo stesso ... ugh, cazzo.” Sirius imprecò contro
la propria incapacità di espressione.
“E tu e le ragazze?” Remus fece un balzo.
“Questo è ... quello è diverso.”
“Okay.” Remus sospirò, la sua voce vuota. Era disposto a lasciarlo lì.
Sirius non lo era. “Non capisci.”
Remus non disse niente. Non vedeva cosa c’era da capire. Lui solo
doveva essere il più forte qui.
Sirius con nuò, una mano sul braccio di Remus.
“Quando penso a me stesso con loro, posso solo ... vederlo, sai? So
come andrà a finire. lo so quello che sono disposto a fare. Quando
penso a me e te ... sai, il vero me stesso e te. È solo ... non riesco a
vedere come va a finire. Ho solo cercato di non pensare a questo
proposito. Quindi, so di essere stato un po’ un coglione, avrei potuto
ges rlo meglio, ma io giuro, non volevo che finisse così.” Il suo respiro
era superficiale ora, Remus poteva sen re il suo ba to cardiaco
aumentare di secondo in secondo, “Non volevo che finisse ad essere
onesto.”
Remus annuì. Spinse via la mano di Sirius, delicatamente, guardando il
mare. Sapeva che Sirius lo stava fissando, ma con nuava a guardare in
avan .
“Guarda Sirius, non voglio essere crudele, capisco tu o questo.”
Davvero capiva ... non aveva pensato a tu o, nella sua testa? “So che
non è facile per voi.”
Sirius fece un rumore di sollievo a questo, sembrò rilassarsi
leggermente.
Forse stavano andando da qualche parte per una volta.
Remus insiste e, “Ma ... è facile per me. Sono gay, okay? So che
quando noi abbiamo iniziato avevo de o che non lo ero e ... beh, non
avrei dovuto dirlo, perché lo sono. E non sto dicendo che anche tu sia
gay, o devi esserlo, o altro, ma io non potrei andare avan come
eravamo, senza di te ... solo, io non so, lo riconosco.”

390
Sirius lo stava osservando molto da vicino mentre lo diceva, rifle endo
intensamente. Remus sapeva come appariva quando pensava; quando
stava lavorando ad un problema. Non era malizioso, sfacciato o
sarcas co, era profondamente solenne e serio. Era davvero
malede amente sexy, in realtà, ma Remus cercò di ignorarlo quel po’.
Alla fine, finito di pensare, Sirius fece un breve cenno del capo.
Va bene allora.” Disse, semplicemente.
Che cosa?!” Remus aggro ò la fronte.
“Fo utamente riconosciuto. Messaggio ricevuto.” Sirius spense la
sigare a nella sabbia bagnata.
“E allora?” Remus rimase a bocca aperta, “Lasciamo le cose come
stanno?” Sirius si gra ò dietro l’orecchio, guardando in basso, uno
strano gesto mido.
“Preferirei di no.”
“Preferires di no.” Ripeté Remus, sbalordito.
“No. Voglio dire, se vuoi che vada in giro a dire a tu che lo riconosco,
allora scusa, ma non siamo tu coraggiosi come te. Ho bisogno di più
tempo. Ma ... potrei provare.”
“Potres provare.” Questo non era il risultato che Remus si aspe ava
quando la conversazione era iniziata.
“Cosa--”
Sirius lo interruppe, me endo il palmo della mano sulla guancia di
Remus per girarlo verso di lui e per baciarlo dolcemente.
“Voglio dire che ci proverò.” Disse, mentre si allontanava. “Mi manchi,
Moony.”
Oh, tu stai quindi dicendo qualcosa del genere ...
Remus lo afferrò e lo rò verso di sé. Era come l’acqua dopo una siccità,
un riparo in una tempesta - loro erano il punto fermo del mondo che
gira e ogni altro stupido cliché scia o che potres pensare.
Si baciarono a lungo e quando si separarono stavano pra camente
ansimando di sollievo.
“Niente più ragazze?” Chiese Remus, tenendo ancora Sirius al suo
posto, come se potesse scappare lontano da un momento all’altro.
“Niente più ragazze.” Sirius acconsen . “Vediamo prima come va a
finire.” “Oh, affascinante.” Remus lasciò andare, soddisfa o.
“Sta’ zi o.” Sirius gli diede una gomitata con la spalla, le mani dentro le
sue tasche. “Dai, torniamo alla tenda eh? Sto congelando.”

391


Si avviarono verso le tende e il fuoco morente con le spalle rivolte al
vento.
“Penso di essere ubriaco,” disse Remus, tremante. Si sen va tu o
agitato.
“Prendo bru e decisioni quando sono ubriaco.”
Sirius rise e gli strinse velocemente la spalla,
“Lo so. Prome o che questa non fa parte delle decisioni sbagliate.”
“Okay.” Mi fido di te ...
Sfortunatamente, scoprirono che nessuna delle tende era più
disponibile. La tenda che Remus aveva condiviso con Pete era
veramente occupata, e si capiva dai suoni. Sirius fece una smorfia e
lanciò un nuovo incantesimo di silenziamento sulla tenda.
“Dile an .” Mormorò.
Ci fu anche un incantesimo di silenziamento lanciato sulla tenda di
James e Sirius. Mary alzò la testa, ridacchiando.
“Sono James e Lily!”
“Sei seria?!” Sirius rimase a bocca aperta. “Dannazione. Voglio dire ...
wow, io voglio entrare e stringergli la mano.”
“Ho la sensazione che le sue mani siano già impegnate,” Remus inarcò
un sopracciglio.
“Vuoi venire con me, Remus?” Chiese Mary, brilla.
“E Sirius?”
“Oh, giusto ... va bene, andrò con Marls. No e, ragazzi.” strisciando
sull’erba andò verso la tenda di Marlene.
Sirius e Remus si guardarono per qualche istante, prima che Sirius
entrasse in quella rimanente. La tenda delle ragazze era molto più
comoda della loro, imbo ta di coperte e cuscini e di un paffuto
materasso gonfiabile.
“Sapevo che avremmo dovuto convincere i na babbani a sistemarci.”
Sirius borbo ò, mentre si sistemava. Il materasso era vecchio e
sprofondava leggermente al centro, facendoli rotolare insieme in un
modo quasi comico. Alla fine, l’unico modo per o enere una posizione
comoda era rannicchiarsi come cucchiai.
“Questo è okay?” Chiese Remus, mentre faceva scivolare un braccio
intorno alla vita di Sirius.
“Ovviamente.” Sirius rispose.
“Potremmo solo dormire ...”

392
“Muffliato.”
“Ah okay ...”
Bene. Era passato un po ‘di tempo.
In seguito, Remus si sen più sveglio di quanto si fosse mai sen to in
vita sua. Il suo cervello brulicava di domande, dichiarazioni, pensieri,
parole. Sembrava di arrivare dal nascondiglio, come ri rarsi da un
traves mento che aveva indossato troppo a lungo. Lui voleva portare
ogni parte di se stesso a
Sirius; voleva che Sirius lo vedesse,
“Sirius?”
“Mmh?”
“C’è qualcos’altro che devo dir .”
“Oh Merlino,” geme e Sirius, rotolando sulla schiena, assonnato, “E
adesso?”
“Sono ehm ... beh, sono un senzate o.”
Che cosa?!” Sirius aprì gli occhi e si voltò subito, “Cosa??”
Da quando ho compiuto diciasse e anni. Sai, sono maggiorenne
adesso, quindi ...”
“Quindi hanno semplicemente bu ato fuori?”
Remus annuì, felice di aver condiviso il problema.
“Sì, quindi una volta che Hogwarts finirà la prossima estate non ho
nessun posto dove andare ...”
“Bastardi.” Disse Sirius con rabbia. Guardò Remus molto seriamente,
“Puoi resta con me e James, dai Po er. A loro non importa, lo so. Poi,
quando la scuola sarà finita, troveremo il nostro posto.” “Noi?!” Remus
inarcò le sopracciglia.
“Si!” Sirius rispose, felicemente, incrociando le braccia dietro la testa,
“Sarà solo come la scuola: tu, io, James e Pete, tu insieme.”
“Oh,” Remus realizzò cosa intendeva. “Sì, suona bene. Ho un po ‘di soldi
che Lyall mi ha lasciato.”
“P .” Sirius rispose: “Ho abbastanza soldi per tu noi, non
preoccupar di quello.”
“Okay,” disse Remus. “Non mi preoccuperò.”
“Vai a dormire,” disse Sirius, “O domani sarai distru o.”
“Okay.” Ripeté Remus, chiudendo gli occhi.

393

Estate 1977; pt3  


Remus si svegliò e si s rò so o la coperta, Sirius respirava leggermente
da parte lui. Era un po’ troppo caldo e appiccicoso, ma non l’avrebbe
fa o spostare per niente al modno. Sdraiato pacificamente so o le
coperte, poteva ancora assaporare il sale sulla pelle di Sirius, sen il suo
ba to cardiaco. In fondo al sacco a pelo, i loro piedi erano aggroviglia .
Sirius si mosse, aggro ando il viso prima di aprire gli occhi.
“‘Giorno.”
“‘Giorno.”
“‘Fanculo, la mia bocca è secca.”
“Sì, anche la mia,” concordò Remus, passandosi la lingua sui den .
Tu o quello era colpa del Sidro. “Potrei andare a prendere un po’
d’acqua dalla pompa?”
“Sì, andiamo assieme. Credi che qualcun altro sia in piedi?”
Remus ascoltò a entamente, poi scosse la testa. Sperava che Sirius
non fosse preoccupato di essere scoperto - sicuramente nessuno
potrebbe me ere in dubbio la loro condivisione a tenda, vero?
Cos’altro avrebbero potuto fare? Probabilmente era un po’ presto per
iniziare a interrogare Sirius, così Remus tenne a freno la lingua mentre
si ves vano in silenzio e rapidamente, pescando in fondo al le o i loro
ves , che sembravano essersi sparsi nella no e.
Uscendo e sba endo le palpebre contro la luce del giorno, pensò
Remus che tu o sembrava essere diverso. Lo stesso; ma non proprio
come si ricordava prima. Più realis co; solido e ancorato nel profondo.
Si incamminarono verso la pompa dell’acqua con le loro borracce, e
mentre camminavano, si misero al passo, e Remus sen il suo cuore
scoppiare di gioia. Stupido, davvero, per una cosa così piccola. Il
campeggio era adorabile e tranquillo, i passeri che sae ano tra gli alberi
in alto, e il camper occasionale che spuntava fuori la testa e augura un
gen le ‘buongiorno’ ai ragazzi mentre passavano.
La pompa dell’acqua era vicino al blocco doccia ed entrambi si
chinarono per lavare i loro vol velocemente, prima di riempire le loro
borracce, così come le altre che avevano portato.
“Il negozio vende pas ccini,” disse Sirius, pensieroso, annuendo in
direzione di una piccola capanna di legno con una tenda da sole a

394
strisce bianche e blu: “Ne prendiamo un po’ per colazione, in modo da
tornare al campo da eroi?” “Buona idea,” Remus sorrise, midamente.

395
Comprarono troppi pas ccini della Cornovaglia, ma erano freschi di
forno, friabile, burroso e caldo, e Sirius non aveva il controllo degli
impulsi. Di ritorno alle tende, nessuno si era ancora mosso,
apparentemente, quindi Remus e Sirius decisero che avrebbero fa o
colazione sulla spiaggia. Si sede ero sulla duna della sabbia, fianco a
fianco, sgranocchiando pacificamente e leccando il grasso dalle loro dita
dopo dopo aver mangiato. “Potrei abituarmi a questo.” Disse Sirius con
un sorriso, strofinandosi le mani sulle sue jeans, sospirando felicemente
alla vista. La sabbia era stata lavata durante la no e dalla marea. Tu o
era perfe o e senza macchia. “Mai stato prima ad una vera vacanza.”
“Neanche io.”
Remus si asciugò le mani sui pantaloni di velluto a coste.
“Oi,” disse Sirius, “Che succede Moony? Avevamo de o di non
preoccupar .”
“Scusa.”
“Che cosa succede?”
“Mi stavo solo chiedendo qualcosa. È stupido, non preoccupar .”
Tacquero di nuovo. Remus si agitò ancora un po’. Lui sospiro.
“Perché io?” Chiese, tranquillamente.
“Mh?”
“... perché io, in primo luogo? Perché non James, o ... le eralmente
chiunque altro? È solo perché ... è perché te l’ho permesso? Sen ero di
minor resistenza?”
“Ovviamente no.” Sirius lo schernì, aggro ando la fronte. “Cosa intendi
perché non James? Non mi piace James. “
“Tu ... oh.”
“Penso che possiamo almeno amme ere che ci piacciamo l’un l’altro.”
Sirius inarcò un sopracciglio, sfiorando il fianco di Remus a raverso il
tessuto so le della sua maglie a. Remus annuì,
“Si. Ho appena pensato. Non so.”
“Non ci siamo mai tocca , molto.”
“Che cosa?”
“Prima di tu e le scopate.” Disse Sirius, pra co. “Ho osato lo are con
James tu o il tempo, e a volte dividevamo il le o e tu o il resto. Non
con te. Ti sei tenuto separato.”
“Ero mido.”
“Mi hai incuriosito, suppongo. Un Natale, ricordi quando Andromeda è
venuto dai Po er? Ero davvero nervoso, convinto che mia madre stesse

396
arrivando per prendermi ogni cinque minu , saltavo ogni volta che si
apriva la porta. “
“Lo ricordo.” Disse Remus, dolcemente. “Terzo anno.”
“Be’, la porta è andata, e io la stavo guardando, eravamo sul
pianero olo, credo. Mi hai stre o la spalla e ... beh, è stato davvero
bello. Significava di più, perché eri tu. Mi sen vo come se avessi ... non
so, scelto me, o qualcosa del genere. Non sono riuscito a far uscire
dalla mia testa per se mane.”
“Avevamo qua ordici anni!”
“Quindi?”
“Tu e Mary avevate iniziato ad uscire non molto tempo dopo.”
“Sì, guarda come è andata a finire.” Sirius sbuffò una risata.
Anche Remus rise,suo malgrado.
“Allora per il tuo compleanno,”disse Sirius, la sua voce vacillò un po’,
come se fosse una cosa difficile per lui parlare. “Tu ... mi hai baciato.”
“L’ho fa o.” Remus rispose, con fermezza. “Scusa.”
“Non me l’aspe avo, è stato così di punto in bianco. Stavo pensando a
te prima di allora, ma non lo sapevo davvero ... non sapevo che stavo
pensando riguardo a questo. Poi ho pensato ... forse era colpa mia,
come se avessi mandato un segnale, come se avessi ingannato o
qualcosa del genere.”
“Che cosa?! No! Credimi, volevo davvero baciar .”
“Oh. Bene. Perché mi sono sen to così male per questo, sai - è stato il
tuo primo bacio, e poi sono andato via e ho rovinato tu o.”
“Ehm ...” Remus sospirò, “Guarda, visto che siamo ones , ... non era il
mio primo bacio.”
“Che cosa?!”
“Sì ... l’estate prima, ho incontrato qualcuno. Non l’ho mai de o a
nessuno di voi. Non ... non volevo che tu sapessi che sono gay.”
“Quel ragazzo.” Sirius disse, all’improvviso, “Nella casa babbana, a Mile
End.”
“Il suo nome è Grant.” Remus
spiegò. “Beh, lo odio.” Remus rise.
“Va bene, è così gen le che non gli dispiacerà nemmeno.”
“Lo odio ancora di più.”
“Dovrei provare a vederlo quest’estate. È stato così buono con me, tu
non lo conosci neanche la metà.”

397
“Vengo con te, se vuoi.”
“... grazie, gen le.”
“Moony,” disse Sirius, piano.
“Mmh?”
“Mi dispiace davvero per tu o.”
“È okay.”
“Non è okay.”
“Si lo è “
“Non lo--”
“Sirius! Per l’amor di Dio, non puoi nemmeno chiedere scusa senza
iniziare una rissa. Ti sto dicendo - va bene. Sono stato ingiusto. Penso ...
penso di aver chiesto qualcosa che nemmeno io capisco
corre amente. Lealtà o amore o che cosa mai.”
“Ti amo davvero, Moony. Vi amo tu ; tu, James, Peter. “
“Sì,” sospirò Remus. Chiuse gli occhi, come per ristabilire la
conversazione. Quando li riaprì, Sirius sembrava ansioso. Remus sorrise,
rassicurante: “Non vedi l’ora del se mo anno, eh?”
“Non lo so. Un po’ spaventoso, non è vero?”
“Intendi la guerra?”
“La guerra.” Sirius acconsen , “Anche altre cose. Dall’anno scorso
dobbiamo crescere.” Remus rise, dolcemente,
“Non credo che crescerai mai, Padfoot.”
“Sono stato così egoista.” Sirius era diventato di nuovo malinconico.
“Ho de o che va bene.”
“Non è così, però,” la sua fronte si corrugò leggermente, mentre
cercava le parole giuste. Remus tra enne il respiro, non sicuro dove
stesse arrivando a parare, ma in qualche modo sapeva che aveva
bisogno di essere ascoltato. “Hai così tan segre e deve essere così
una merda, tra enere le cose” iniziò Sirius, guadagnando slancio più,
poi disse: “E ho peggiorato le cose, ho solo dato più cose da
nascondere ...”
Mi è piaciuto mantenere il tuo segreto, avrebbe voluto dire Remus, ne
terrei mille di più, per te.
Sapeva che questa linea di pensiero poteva solo peggiorare le cose,
quindi non disse nulla. Sirius rischiò di allungare la mano, afferrando la
mano di Remus e tenendolo premuto. Remus la strinse indietro.

398
“Non è che mi vergogno di te, o di questo, è ... un milione di altre cose.
Vorrei dirlo a tu , vorrei essere pronto. Lo sarò, Moony, lo prome o.”
Sirius lo guardò, pieno di suppliche. Remus lo perdonò di tu o cuore.
Non era più difficile incontrare i suoi occhi.
“James sembrava ... abbastanza d’accordo che io fossi gay.” Suggerì
Remus, piano.
Si sen va un po’ subdolo, a ma ere in mezzo James - James
apparteneva a Sirius, non era compito di Remus interferire.
“Certo che lo era, il bellissimo bastardo,” Sirius sbuffò, “Fo uto principe
tra gli uomini, non è vero? Lo so. So che probabilmente starà bene
anche con questo” afferrò le dita di Remus, “Ma ... è il mio migliore
amico, e semplicemente non voglio che questa cosa cambi, ancora. Non
vorrei stare da solo con lui e averlo li che si chiede ... Anche se non ci
stesse pensando, io sarei.”
“Okay,” disse Remus. Stava acconsentendo a tu o, sapeva che era
stupido.
Ma era così facile adesso.
“Buongiorno, ragazzi!” Urlò Mary dal campeggio, Sirius ri rò la mano,
velocemente, dando a Remus uno sguardo di scusa.
Entrambi si voltarono e la salutarono con la mano. Sirius si alzò,
allungando un braccio per aiutare Remus a rialzarsi.
“Dai,” disse, con gli occhi che brillavano, “non vedo l’ora di prendere per
il culo Prongs per aver finalmente alzato la gamba.”
“Non davan a Lily!” Remus lo ammonì, “Maledirà il tuo cazzo”
“Beh, non posso sopportarlo, sono molto legato alla mia manopola.”
“Sirius?”
“Remus?”
“Non è solo per l’estate, vero?”
Sirius lo guardò e sorrise.
“Spero proprio di no.”
Fortunatamente, nessuno era molto interessato a quello che avevano
Sirius e Remus fino alla sera prima, perché la no e di tu gli altri era
stata giusta movimentata.
Peter gli lanciò uno sguardo un po’ diffidente, ma quella potrebbe
essere stata la sbornia. Mary sorrideva a tu come il ga o che aveva
appena visto la crema, raccogliendo il suo pas ccio e cercando di
ca urare lo sguardo di Lily.
Marlene era avvolta nelle coperte, sembrava molto verde in volto.

399
“Va tu o bene, Marls?” Chiese Remus, gen lmente.
“Mmmph.”
“Povero amore”, disse Mary, accarezzando delicatamente la testa
bionda della sua amica, “È andata a un po’ male con la sbornia, non è
vero? Tu avia, potrebbe essere peggio. Dorcas non è riuscita ancora a
tornare dal gabine o.”
James e Lily erano sedu uno accanto all’altro, ma non troppo vicini.
Lily si raccoglieva i capelli in un codino e fissava consapevolmente il
suolo, mangiando il suo pas ccio con una specie di tranquilla
rassegnazione. James sembrava assolutamente contento, ma stava
cercando di non mostrarlo troppo.
“Allora ...” Mary sorrise ampiamente, guardandosi intorno a tu ,
“Resteremo fedeli alla nuova sistemazione per la no e per il resto della
se mana, allora, va bene?”
“Mi va bene.” Disse Sirius, casualmente.
“Anche a me.” Annuì Peter, la bocca piena di carne macinata.
Marlene alzò un pollice silenzioso e nauseato. James e Lily si
guardarono un altro po’, poi distolsero lo sguardo.
Quando tu ebbero finito di mangiare, le ragazze organizzarono una
spedizione al blocco doccia. I ragazzi le seguirono, asciugamani so o le
braccia e Sirius prese in giro James senza pietà.
“No, va ene, non dirò niente.” James rise.
“Questo è puramente per scopi accademici,” lo rimproverò Sirius, “Sarà
un ques one di interesse storico, le generazioni future avranno bisogno
di sapere quali imprese miracolose hai dovuto compiere per convincere
finalmente Evans a ...” “Abbiamo appena parlato!”
“Oh, quindi l’incantesimo di silenziamento era per ...?”
James divenne rosso vivo e scomparve all’interno di una cabina doccia.
Sirius sorrise trionfante.
“Nessuno vuole sapere di me e Dorcas?” Peter chiese, innocentemente.

Le rovine del castello erano a circa cinque miglia a piedi, cosa a cui
nessuno sembrava pensare. Marlene si era rianimata un po’ dopo aver
fa o la doccia e mangiato, e tu decisero che l’aria fresca era
probabilmente la cura migliore per un postumi della sbornia. Chiusero
la cerniera delle loro tende, infilando ogge di valore negli zaini -

400
insieme ad alcuni pas ccini avanza e bo glie d’acqua - e par rono
alle undici.
Seguirono un sen ero, la vista in cima era da mozzare il fiato, ma Remus
stava lo ando per goderselo al meglio - i suoi occhi lacrimavano e le
sue gambe bruciavano per lo sforzo di arrampicarsi in salita. Sirius,
Marlene e Mary erano corsi in cima; Marlene arrivò prima nonostante
la sua nausea. James inizio a rallentare e ad avvicinarsi a Remus per
assecondare il suo passo barcollante.
“Va tu o bene, Moony?” Chiese, allegramente.
“Fantas co,” ansimò Remus, non sicuro se stesse rando fuori il
sarcasmo o semplicemente suonava come un terribile bugiardo.
“Non abbiamo fre a, rilassa .”
“Mmph.”

401
Padfoot non è stato un coglione la scorsa no e, vero? Circa il tu o ...
ehm ... delle cose che ci hai de o?”
Remus scosse la testa, concentrandosi sul respiro, e sull’orribile rumore
di ‘clic’ che iniziava a verificarsi nel suo fianco ogni volta che faceva un
passo. “Bene,” annuì James, sollevato, “Ero solo preoccupato che
potesse esserlo, sai cosa la sua famiglia pensa su quel genere di cose.
Avevo dei ripensamen sull’idea sul lasciare lui da solo con te ad essere
onesto, ma ho pensato che gli avres dato un colpo se solo ci avesse
provato.” “Va tu o bene,” ansimò Remus, “Non preoccupar .”
“Bene.” Ripeté James, e si fermò, perché Remus lo aveva fa o. Solo per
un momento.
Gli altri sei ora avevano superato la collina e stavano scomparendo
lungo il fiume dall’altra parte. Stavano camminando solo da ven
minu , pensò Remus cupo. Si chiedeva se poteva materializzarsi in
an cipo, ma la parte della ‘des nazione’ sarebbe difficile, senza una
mappa, o aver visto il luogo prima. Era stato imbarazzante, avere James
indietro con lui, ma almeno non era una delle ragazze.
“Scusa,” disse, asciugandosi il sudore dalla fronte, “Di solito non sto così
male fino a questo punto specialmente lontano dalla luna.”
“È tu o okay”, James scrollò le spalle, “Siamo in vacanza, non in
marcia.”
“Non vuoi raggiungere Lily? Starò bene.”
“Le sto dando un po’ di spazio. Penso che sia imbarazzata.”
“Le piaci davvero, però,” disse Remus, incoraggiante, “Me l’ha de o.”
“Lo so,” James sorrise, o enendo quello sguardo stupido e sognante
mentre fissava la scogliera, “Non riesco a credere alla mia dannata
fortuna.” Si schiarì la gola: “Ma è vero stavamo solo parlando, va bene?
Non dire niente a Black.”
Remus rise, raddrizzandosi,
“Non lo farò.” Cominciarono di nuovo a camminare, fermamente. Il sole
stava raggiungendo il suo punto più alto, ardente sopra di loro in modo
che dovessero strizzare gli occhi o guardarsi i piedi.
“Abbiamo parlato di te, in realtà,” disse James. “Be’, Lily l’ha fa o. Io ho
ascoltato.”
“Oh?”
“Sì - niente di orribile, promesso! Penso che probabilmente fosse solo il
sidro e stavamo entrambi divagando su quanto fossi un bravo amico, e
poi disse qualcosa sull’essere coraggiosi e far conoscere i propri

402

sen men e vivere onestamente, o ... oh, non so, ero troppo occupato
a stupirmi per rendermi conto che stesse parlando con me.”
Remus sorrise a James, e voleva abbracciarlo a nome di Lily.
Raggiunsero il castello due ore dopo, una buona mezz’ora indietro
rispe o agli altri del gruppo, che li aveva aspe a .
“Scusa,” disse Sirius, una volta che furono fuori portata d’orecchio degli
altri, “non ci avevo pensato.”
“Sto bene”, Remus sorrise, cercando di nascondere la sua stanchezza
“c’era
Prongs con me.”
“C’è un autobus locale che passa davan al campeggio, ho controllato,”
disse
Sirius, galantemente, “Possiamo prenderlo al ritorno, se vuoi?”
“Sto bene.”
Il castello era una rovina, bella pietra grigia so o il sole es vo, colata
contro il mare scin llante, cen naia di piedi so o. Remus poteva a
malapena credere che qualcuno ci abbia davvero vissuto - le stre e
scale a chiocciola sì sbriciolavano e non portavano da nessuna parte,
l’erba alta e i den di leone giallo brillante avevano invaso quella che un
tempo avrebbe potuto essere una grande sala per feste. C’erano delle
frecce feritoie nelle restan pare e graffi scolpi nei parape , dove
probabilmente qualche soldato annoiato aveva aspe ato, mille anni
prima. Forse non era neanche molto più vecchio di loro. La guerra non è
mai cambiata.
James, Peter e Sirius iniziarono uno scontro con la spada molto
entusiasta con alcuni bastoncini che avevano trovato in giro, mentre
Remus sedeva arrotolando le sigare e su una pila di rocce,
guardandole.
“Ti sen res molto più in forma se non riempissi i polmoni con quella
merda”, Marlene gli disse.
“Qui per un bel momento, non per molto tempo, Marls,” rispose secco,
leccando la striscia adesiva sulla sua carta e a accandola con cura.
Ne fece qua ro o cinque, giusto per passare il tempo, infilandoli
ordinatamente in una vecchia scatola di fiammiferi che aveva
conservato per lo scopo. Guardò Sirius, che interpretava un cavaliere
contro il drago-Peter, e rise quando James ca urò Lily - a quanto pare
ora una principessa - sollevandola senza sforzo sulle sue spalle e
correndo verso il cancelli del castello. Lei rise e ba é scherzosamente le
sue mani contro la schiena di lui, e quando la mise giù, lei sembrava

403
così felice e spensierata tra le sue braccia. Alla fine, alcuni degli altri
turis hanno iniziato a essere un po’ infas di dagli o o adolescen
che scherzavano, così decisero che era ora di tornare in spiaggia e
trascorrere il resto del pomeriggio rinfrescandosi in mare.
Lily e James guidarono il gruppo questa volta, mano nella mano,
chiacchierando allegramente come se erano sta così in mi per anni.
Una fi a di invidia a raversò Remus. Non che volesse tenere la mano di
Sirius. Per prima cosa, faceva troppo caldo, in più, non potres tenere
Sirius Black fermo abbastanza a lungo.
Andate avan ,” disse Sirius, “Io e Moony facciamo una pausa
sigare a.” Marlene sussultò ancora una volta, ma si affre ò a
raggiungere gli altri.
Remus e Sirius si sede ero su un muro di pietra per un po’, fumando.
“C’è un pub laggiù,” Sirius annuì più in là lungo il vio olo. “L’ho visto in
salita e c’è un giardino. Vuoi andare a perdere tempo?”
“Sì,” disse Remus, sorpreso. Sembrava l’ideale. “Ma non vuoi
recuperare il ritardo con James?”
“James non mi ama più,” sospirò Sirius, dramma camente, tenendo il
suo polso contro la sua fronte come una vecchia che sta per svenire, “Il
suo cuore è stato rivendicato da un’altra”.
Remus rise, poi osò dire,
“Vabbè. Hai preso me.”
“Ti ho preso,” Sirius annuì con un sorriso, saltando giù dal mure o.
“Dai, allora. Potrei uccidere per una pinta.”
Il pub era un piccolo co age imbiancato con persiane giallo senape,
te o di tegole rosse e una fila ordinata di gerani rossi pianta in vasi
all’esterno. Dentro era scuro, ammuffito e cavernoso; Remus dove e
nascondersi so o il soffi o basso.
I burberi lavoratori che sostenevano il bancone si voltarono tu a
guardarli quando entrarono, e per un momento Remus si chiese se
fosse stata una ca va idea.
Tu avia, Sirius ordinò due pinte di birra chiara e le portarono fuori nel
giardino, sedu su un tavolo so o un faggio che gli faceva ombra.
Mentre si dirigevano fuori, il burbero barista e la gente del posto os le
tornarono ai propri drink, ovviamente decidendo di ignorare i due
ragazzi. Remus era sicuro di averne sen to uno borbo are ‘piccoli
stronzi snob’, che lui aveva preso come un insulto personale.
Ovviamente sarebbe potuta andare molto peggio. Tu avia, erano soli in
giardino, e avevano la privacy che stavano cercando.

404

Sirius era impermeabile agli a eggiamen degli altri - forse non se ne
accorse; forse non pensava che valesse la pena preoccuparsi dei
babbani.
“È fantas co qui”, disse, bevendo la sua birra nebbiosa e calda, “Pensi
potremmo vivere qui, quando sarà tu o finito?”
“Mi piace Londra,” rispose Remus, “È quello a cui sono abituato.”
“Ricorda che hai promesso che avremmo potuto andare a Carnaby
Street,” disse Sirius, giocando con la scatola di fiammiferi di Remus,
“Quest’estate.
Ti sto tra enendo.”
“Quando l’ho de o?”
“Natale.”
“Oh giusto. Okay, andiamo.”

405

Non posso credere che sei dimen cato.”
“Be’, hai anche passato metà del Natale cercando di convincermi a
trovare una fidanzata, quindi ...”
“Uggh,” geme e Sirius, apparentemente vergognoso, “Scusa. Ho
pensato che poteva aiutarmi a ... a sen rmi meno a accato a te. Suona
un po’ folle ora che penso ad adesso ...”
“Adesso sembra fuori di testa,” Remus gli diede un calcio dolcemente
so o il tavolo.
“I processi di pensiero logico non sono il mio forte, signor Moony,” rise
Sirius, con una svolta aristocra ca della testa: “Dovres farci pace se
abbiamo intenzione di ... ehm ... se abbiamo intenzione di ...”
“Inizia ad uscire ...” Remus suggerì, gen lmente.
Sirius gli fece un sorriso di scuse,
“Esco, sì.” Lui acconsen . “Scusa.”
“Ci arriverai,” disse Remus, casualmente, sorseggiando la sua pinta.
E con questo, il ghiaccio si ruppe e iniziarono a parlare. E parlare, e
parlare. Era stato così facile; dopo mesi di mancata comunicazione,
sembrava che i cancelli erano sta spalanca . Scoprirono che una volta
che avevano iniziato, non potevano fermarsi. Remus aveva raccontato
alcune supposizioni che aveva fa o su degli scambi avu tempo prima;
qualche convinzione che aveva avuto, e cosa pensava avesse significato
in quel momento. E Sirius
scuoteva la testa in modo ampio, con occhi seri e disse;
“Ma Moony, non era affa o così.”
Remus scoprì che molta della sua miseria era opera sua; che la maggior
parte delle volte Sirius non aveva mai inteso male, e spesso non sapeva
nemmeno che stesse causando dolore a Remus - era solo la sua idea
pas cciata di quello che stava succedendo. Parlarono anche di Mary.
“Mi piaceva davvero”, disse, “penso che sia quello che mi ha bu ato
fuori, all’inizio. Sai, non era che le ragazze non lo facessero per me, in
questo dipar mento ... ed era così sicura di sé.”
“Pensavo fossi solo con lei perché non volevi stare con me.”
“No.” Sirius disse, fermamente, “Questo è un pensiero orribile. Era per
lei, non per noi.” Lo guardò: “Scusa”.
“Ah, non scusar . Questo mi fa sen re meglio, in realtà. Comunque,”
Sirius sorrise, “E tu e Mary?”
“Oh dio,” Remus seppellì il viso tra le mani, “No. Sono così
imbarazzato.” “Va bene. Mi è piaciuto.” Sirius inarcò un sopracciglio,

406

lanciando a Remus uno sguardo così sensuale, probabilmente lo
farebbe arrestare in alcune par del paese.
Ho notato.” Lui arrossì: “Non ha aiutato a sen r meno a accato,
allora?”
“Apparentemente no.”
“Non potevo credere che non dispiacesse. Eppure, quando hai
scoperto di Chris...”
Sirius si raddrizzò, sembrando infas dito,
“Lui.” Borbo ò.
“Non c’è niente tra di noi. Siamo solo amici.”
“E ... quest’altro zio ... Grant? Era lui ...” Sirius si spostò, ovviamente
a disagio mentre lo ava per o enere la parola, “Il tuo ragazzo?”
“Non proprio,” rispose Remus, facilmente, “È difficile da spiegare. È ...
un amico. Io ci tengo a lui tanto quanto a te, a James, a Peter e alle
ragazze.”
“Altri segre , Remus.” Sirius si passò le mani tra i capelli, frustrato, “Io
non riesco a tenerne traccia, non so come fai. Puoi sme erla di
nascondere cose?
Da me, almeno?”
“Non lo so.” Remus disse, piano, “Sarà difficile.”
“Ma puoi provare.” Sirius sorrise. Remus ridacchiò e annuì.
Finirono i loro drink e decisero di tornare al campeggio.
“Ti insegnerò a nuotare.” Si offrì Sirius.
“Vaffanculo.” Remus sbuffò.
“C’è qualcos’altro che hai tenuto segreto, eh, Remu?” Sirius gli diede
una gomitata, mentre serpeggiavano lentamente in discesa.
Era stato molto più facile il percorso all’indietro, ma comunque stavano
andando molto lentamente.
“No,” rise Remus. Si sen va leggero come l’aria: era come essere in alto;
non avendo niente da nascondere, “Strano, analfabeta, senzate o, lupo
mannaro ...” fece il segno e se li tolse sulle dita, “Penso che sia tu o.
Oh, e mia madre.” “Tua madre?!”
“Ho ricevuto una le era, in quella scatola di roba deprimente da
Silente.
Foto e una le era - delle scuse.”
“Oh, acciden , okay. Cosa ha fa o ...”
“No, non ne voglio ancora parlare. Scusa.”

407
“Bene,” Sirius alzò le spalle, “Diciamo che possiamo parlare di qualsiasi
cosa, tranne le nostre madri.” “Perfe o.” Remus annuì.

408

Estate 1977; pt4  


Il resto della se mana in Cornovaglia trascorse in completa
bea tudine. Trascorsero lunghe giornate calde sulla spiaggia e sulle
colline, vagando per piccoli villaggi pi oreschi, esplorando gro e e
diventando brilli nei giardini dei pub. Cenarono esclusivamente con
pas ccini, pesce, pata ne e gelato, e di no e - oh, le no erano le
migliori di tu e.
Durante il giorno, se gli altri erano in giro, si lanciavano avan e indietro
una palla a raverso sabbia, o Remus acconsen va a remare un po’ nel
mare - jeans arrotola e camicia a maniche lunghe ancora saldamente
addosso. Se fossero sta lui e Sirius, avrebbe potuto rimboccarsi le
maniche fino ai gomi , esponendo vecchie cicatrici, e Sirius sarebbe
potuto diventare Padfoot e avrebbe inseguito bastoni o la sua stessa
coda. E loro spesso avevano avuto modo di stare da soli, perché tu gli
altri sembravano volere sga aiolare via in con nuazione.
Lily e James erano i peggiori - quando non li gavano su
sbaciucchiavano; gratuitamente e a lungo.
“Dovreste essere Prefe !” Mary gridò loro, dopo la terza no e,
trovandoli pra camente sdraia e avvinghia davan al fuoco.
“Oh, come se non avessi beccato cento volte durante i miei giri!” Lily
rise, alzandosi e sistemando i suoi ves . “E anche te, Black, quindi puoi
sme erla di guardarmi male.”
“Che cosa?” Sirius sba é le palpebre, innocentemente.
Stava portando indietro la ciotola di stoviglie dal blocco doccia. Remus
era rimasto piu osto sorpreso da questo - Sirius si era offerto
volontario per lavare i pia ogni sera (“Mi piace farlo, alla maniera
babbana”, aveva confidato, segretamente, “La mamma ci faceva fare il
lavoro degli elfi domes ci come la punizione a volte, ma lo trovo
rilassante, ad essere onesto.”)
“Non trascinarmi nelle tue sordide scappatelle,” stava dicendo Sirius,
pudicamente, mentre appoggiava la ciotola. “Sono stato un perfe o
gen luomo per tu e le vacanze.”
“Non sono convinta che tu non s a sga aiolando via con una ragazza
babbana del il villaggio.” Disse Marlene.
Era distesa su un asciugamano e indossava biancheria in ma mentre
prendeva il sole. Il suo corpo era molto lungo e molto pallido.

409
“Come perme ,” Sirius le diede un colpe o con lo strofinaccio
umido, facendola gridare, “Sono stato rimboccato a le o presto ogni
sera, non è vero, Moony?”

410
Remus si strozzò con i cracker che stava mangiando, e dove e essere
schiaffeggiato sulla schiena da James alcune volte prima che si
riprendesse. Pagherai per questo più tardi, Black, lanciò un’occhiataccia
a Sirius, lacrimando dagli occhi.
Una volta che James si era calmato riguardo all’ ‘Evento Lily Evans’
(come Sirius lo chiamava, alle sue spalle) abbastanza da pensare
chiaramente, era rimasto sorpreso che Sirius e Remus stavano ora
condividendo una tenda. “Non inizierete a li gare di nuovo, voi due?
Sai, voi due vi surriscaldate quando state vicino ...”
“Hai ragione, Prongs,” disse Sirius, allegramente, “Tu allora vai nella
tenda con Moony e io la condivido con Evans. “
Ciò mise fine alle domande, ma non all’iperprote vità di James nei
confron di Remus. Era carino, di certo niente di cui lamentarsi - ma lo
me eva un po’ a disagio. Remus non aveva mai avuto nessun po di
figura fraterna - a meno che non contasse Ste o Craig, che gli avevano
insegnato a rubare, bere e a rare un pugno vero - ma James ora
sembrava determinato a farlo nel suo modo goffo e di buon cuore. A
metà se mana, Remus era un po’ sorpreso che nessuno avesse
menzionato la confessione che aveva fa o la prima no e.
Non che volesse che qualcuno facesse storie, o dicesse qualcosa di
subdolo, ma ... comunque. Niente di niente? Tirò fuori l’argomento con
Sirius in un momento tranquillo, e lui aveva riso,
“Beh, se Prongs ha fa o a tu gli altri quel dannato discorso, non sono
sorpreso.” “Discorso?”
“Sì, mi ha preso da parte e mi ha de o che se avessi iniziato a tra ar
in modo diverso mi avrebbe picchiato. Probabilmente non l’ha de o
alle ragazze, forse Lily l’ha fa o per lui.”
Sirius si s racchiò, os natamente, sdraiato sul davan . Stavano oziando
sulla spiaggia da soli, su una tranquilla distesa di sabbia che fino a quel
momento nessun altro aveva scoperto.
Sirius era in costume da bagno e Remus stava cogliendo l’occasione per
fissarlo, come sfacciatamente gli piaceva. Ogni tanto raccoglieva una
manciata di sabbia gialla e la versava sulla pelle di Sirius, solo per
guardare i granelli scivolare come acqua sui muscoli della sua schiena.
“Mi stai prendendo in giro.” Disse Remus, pigramente, non credendo a
Sirius.
“Vorrei che non fosse vero. Lo giuro, era così difficile non ridere in
faccia mentre diceva qualunque cosa.” Si girò, spazzolando via la sabbia
con noncuranza: “Devo andare a lavarmi ogni 2 minu , se con nui a

411

farlo.” Questa è l’idea,” fece un sorrise o Remus. Sirius nel mare era la
sua nuova cosa preferita da guardare.
Remus non gli aveva creduto veramente, fino all’ul mo giorno di
vacanza.
Stavano tu cercando di impacche are le tende, che non sembravano
entrare di nuovo nelle borse nel quale erano arrivate - e Remus aveva
finito per prendere il controllo della situazione, perché Peter, Sirius e
James non sembravano capire il conce o di Istruzioni. Le ragazze
avevano smontato il loro posto in meno di un’ora, e la situazione stava
diventando un po’ vergognosa.
“Giusto, quel piolo deve uscire per primo, altrimen tu o si ingarbuglia
...” disse Remus, gra andosi la testa. James e Sirius, dopo che Remus
aveva fa o questo con successo iniziarono a piegare la tenda marrone.
“Cosa faremmo senza di te, Moony,” ridacchiò James.
“Sì,” disse Peter da terra, mentre stava raccogliendo i pioli, “Chi avrebbe
pensato che sares stato bravo in tu e queste cose.”
“Bè, sono sempre stato quello ragionevole,” mormorò Remus, non
proprio prestando a enzione, sfogliando i prossimi passaggi sul
volan no. Poi lui si rese conto che era diventato tranquillo e James era
in piedi sopra Peter.
“Cosa intendi con ‘queste cose’?”
Peter guardò in alto, confuso, e si strofinò le mani,
“Sai, roba all’aria aperta - ruba da uomini. Non volevo dire ...”
“Pete. Una parola.” Disse James, la sua voce stranamente dura e pia a;
diventando uguale a Euphemia Po er quando era seria e irremovibile.
Se ne andò verso la spiaggia, con Peter che lo seguiva nervosamente,
torcendosi ancora le mani.
“Questa roba.” Sirius mormorò, sebbene anche lui fosse ansioso e
pallido. “Di cosa stava parlando?!” Chiese Remus, andando a prendere i
pioli che Peter aveva appoggiato sulla sabbia.
Sirius scosse la testa, e non parlò più finché Peter e James non
tornarono, Peter sembrava molto scosso. Remus avrebbe voluto poter
dire qualcosa, ma si sen va come se potesse solo peggiorare la
situazione.
Quando arrivarò il momento dei salu , nessuno voleva andarsene.
Remus stesso si sorprese a fissare cupamente i qua ro quadra gialli
d’erba dove si trovavano le tende, mentre James e Lily si aggrappavano
l’uno all’altra, mentre si salutavano.
“Torni nell’Essex, Remus?” Chiese Mary allegramente.

412

“Starò con i Po er per un po’.” Remus rispose, cercando di rianimarsi.
“Fortunato!” Mary disse, “Io devo tornare a Croydon - Marlene mi ha
invitato a restare da lei, ma la mamma dice che non mi vede abbastanza
se non torno adesso.”
È carino,” Remus sorrise, “È bello mancare a qualcuno.”
Peter e Dorcas se ne andarono per primi, dirigendosi verso la strada
principale per trovare un luogo appartato per far fermare il
No etempo. Remus salutò gli altri, e tu o sembrava a posto, ma quella
poteva essere solo la presenza di James.
Le ragazze si smaterializzarono - una volta che Lily finalmente lasciò
andare James, prome endo di fargli visita prima che l’estate finisse,
prome endo di scrivere, e facendo prome ere a James di usare il
telefono e di chiamarla. Abbracciò Remus, e poi - forse solo perché era
in un momento di felicità, anche Sirius.
James, Remus e Sirius si smaterializzarono per andare dai Po er con più
successo della prima volta. Remus era finito nel giardino sul retro, Sirius
da qualche parte nel villaggio, ma la signora Po er era entusiasta di
vedere tu e decise che tu avevano bisogno di cibo adeguato, subito.
“Dovremmo me erci in conta o con la casa per te, Remus?” il signor
Po er chiese, casualmente durante la cena, “Non stai facendo un altro
a o di fuga, vero? Non posso perme ere di far chiamare di nuovo la
polizia babbana.” “Oh - ehm, no, io ... uhm ...” Remus balbe ò sopra le
sue patate lesse -cosa poteva dire, per far sme ere la serie di
domande? Cosa gli farebbe guadagnare un po’ più di tempo? Sirius gli
diede un calcio so o il tavolo e gli diede un’occhiata. Avan , Moony,
voleva dire, dì la verità. Remus guardò il signor Po er,
“Veramente, ora che ho diciasse e anni, non c’è posto per me a St
Edmund’s.”
“Oh bene,” la signora Po er sorrise benevolmente, “Allora abbiamo
qui per tu a l’estate, meraviglioso!” Così facile.
“Te l’avevo de o,” sussurrò Sirius, mentre scivolava nel le o di Remus,
dopo mezzano e.
“I Po er adorano accogliere i randagi.”
“Non dovres essere qui.” Remus sussurrò in risposta, ansiosamente,
“Che ne dice James? “
“Stava russando, lo sen vo a raverso il muro.”
Remus non domandò ulteriormente - dopotu o, voleva Sirius lì. Era
stato divertente, si era ritrovato sdraiato da solo in un grande le o
matrimoniale dopo una se mana trascorsa schiacciato in una tenda.

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Avere un altro corpo vicino era confortante. Avere il corpo di Sirius
vicino era anche meglio. “Complimen per averglielo de o.” Disse
Sirius, piano, tenendo la mano di Remus so o le coperte. Lo faceva
spesso, e solo a le o, al buio. A Remus non importava.
Sì, sto solo dicendo tu o a tu , questa se mana.” Rise Remus.
“Non c’è niente di sbagliato nel chiedere aiuto, Moony. Alla gente piace
aiutare i propri amici.”
“Lo so.” Remus baciò la sommità della testa di Sirius - uno dei tan
privilegi ora permesso a lui. A Sirius piaceva dormire nascosto so o le
coperte, come una creatura in ibernazione. Lo faceva sembrare più
piccolo di quello che era, e faceva sen re Remus prote vo. Un’altra
cosa che andava bene, ora.
“Sirius?”
“Mmh?”
“Quella cosa che ha de o Wormtail, ha davvero sconvolto?”
Sen Sirius irrigidirsi contro di lui, e immediatamente desiderò di non
averlo de o. Voleva cercare di coprire le sue tracce.
“Solo ... conosci Pete, è un po’ un idiota a volte, ma è solo o uso, non
dispe oso. Ci si abituerà. Si abituerà a me. La prossima volta che avrà
bisogno di fare i compi , non gli importerà.”
“Ho già sen to cose del genere, ecco tu o.” Disse Sirius, molto piano,
così che Remus, che di solito aveva un udito perfe o - meglio che
perfe o - doveva ascoltare a entamente. “A proposito di essere un
uomo. Sai questo genere di cose.”
“Da tua madre?”
Sirius non parlò, ma la sua testa si mosse leggermente e Remus la prese
per un cenno del capo.
Non s amo parlando di madri. Remus dove e ricordare a se stesso. Lui
strinse la mano di Sirius, e disse l’unica cosa a cui riusciva a pensare.
“Bene, allora sai che erano tu e cazzate.”

Sabato 30 luglio 1977


James Po er non era così intelligente come Remus aveva pensato.
Erano torna dalla Cornovaglia per due se mane. James aveva
telefonato a Lily dalla cabina telefonica che era alla fine della strada
esa amente qua ordici volte. Ed esa amente qua ordici volte, Remus

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lo aveva dovuto accompagnare, aveva dovuto me ere le monete nella
fessura, aveva dovuto comporre il numero per lui e aveva dovuto
mostragli come ria accare alla fine, per ben qua ordici volte.
Le telefonate duravano circa un’ora, di solito, lasciando Sirius e Remus
sedu fuori sul mure o di ma oni, a fumare. Di tanto in tanto
camminavano su e giù per la strada principale, ma per lo più
aspe avano solo che James finisse.
“Pirla.” Remus sospirò, mentre usciva dalla cabina per la l’ennesima
volta.
Quanto è difficile ricordare alcuni semplici passaggi? Ha fa o
Babbanologia, non spiegano questa roba?”
“Aww, si agita troppo per ricordare qualcosa.” Sirius rise, “Devi avere un
po’ di simpa a per lo sciocco malato d’amore.”
“No. Sarò senza gioia e infelice per sempre.” Remus borbo ò,
armeggiando con il suo accendino.
“Oh bene, mi piace quando sei tu o cupo e luna co.”
“Vaffanculo.”
“Mmmh, oooh sì, ora chiamami stupido idiota, questo mi fa davvero
eccitare
...”
Lo prese in giro Sirius, la sigare a tra i den , le braci arden nei suoi
occhi.
Remus lo spinse in modo che inciampò giù dal muro, ridendo.
“Stai facendo lo stupido idiota.”
“Solo per te.” Sirius spense la sigare a.
Si sen un basso rombo in lontananza, e l’intero viso di Sirius si
illuminò.
Afferrò il braccio di Remus,
“Guarda! Ecco che arriva, giusto in tempo!”
Remus alzò gli occhi al cielo. Sirius aveva un’altra ragione per
assecondare James. Ogni sera, mentre aspe avano che i piccioncini
finissero la loro telefonata, succedeva una cosa miracolosa - agli occhi
di Sirius, comunque. Passava una moto a raverso il villaggio -
probabilmente un hippie anziano che stava tornando a casa dal suo
noioso lavoro da pendolare, pensò Remus, petulante.
Era una Triumph Bonneville T120 (Remus odiava che lo sapesse, ma
dopo che l’avevano visto per la prima volta Sirius li aveva trascina
all’edicola a comprare ogni rivista di motociclis che riusciva a trovare,

415

fino a quando non avevano iden ficato il modello, con un serbatoio
rosso ciliegia, ogni cen metro di cromo lucidato a specchio di color
argento. Sirius era follemente innamorato, Remus era follemente
geloso.
Una volta passata la moto, Sirius fece un sospiro di soddisfazione, poi
salì di nuovo sul mure o, e guardò Remus per un po’. Lo faceva spesso,
adesso. Remus dove e imparare a non badare troppo ad essere
esamina . Sirius drizzò la sua testa.
“È la luna? Ti rende scontroso?”
“Probabilmente.” Remus si strinse nelle spalle. “Di solito mi rende
irrequieto.”
“Sì, l’ho notato, ieri sera.” Sirius fece l’occhiolino.
“Oh mio Dio, stai zi o, odioso stronzo.”
Sirius sorrise e rò fuori la sua lingua rosa e tagliente.

416
Remus era nervoso per la luna. Sarebbe stata la sua prima luna piena
non trascorsa a Hogwarts o a St Edmund’s. (Anche se presumibilmente
c’era stata un’altra luna piena, una volta, molto tempo fa, con sua
madre.) Il signor Po er lo aveva preso da parte, dopo che fu concordato
che Remus sarebbe rimasto per il resto l’estate e aveva spiegato quale
sarebbe stato il loro piano d’azione.
Non che importasse molto a Remus; una stanza chiusa a chiave era una
stanza chiusa a chiave. Questa volta era la soffi a, e Moody si era
offerto di fare la guardia fuori, assicurando che la famiglia sarebbe stata
al sicuro. Il signore e la signora Po er (per non parlare di James e Sirius)
avevano ripetutamente rassicurato Remus che non erano preoccupa
minimamente, e che nemmeno lui dovrebbe preoccuparsi.mMa
ovviamente lo faceva comunque.
Sirius voleva entrare con lui, anche James, ma almeno James aveva
abbastanza buon senso per rendersi conto che non sarebbe stato
possibile. Nessuno poteva raggirare Moody - che aveva un nuovo
occhio inquietante, blu ele rico e orribilmente incantato.
“Ho già affrontato i lupi mannari prima,” disse, burbero, mentre Remus
veniva condo o su per scala che portava alla soffi a, “Ho o enuto
sempre un buon risultato, perdite minime.”
Questo non fece sen re Remus meglio, ma non era sicuro che l’avesse
de o per rassicurarlo.
Era stata una bru a no e. Forse era la presenza di Moody. Forse il lupo
non amava le altezze. Forse poteva sen re l’odore dei suoi soli
compagni di giochi, Prongs e Padfoot, e si era sen to solo. Forse il lupo
odiava solo Remus, chi lo sapeva. In entrambi i casi, quando si svegliò
scoprì di aver squarciato la stanza; strappato le persiane e graffiato le
assi del pavimento. Alla fine, il lupo si era mas cato le zampe per
frustrazione.
Le mani sanguinan , la pelle tu a graffiata, Remus giaceva nell’oscurità,
il suo cuore era martellante, aspe ando che il dolore si a enuava o che
qualcuno arrivava ad aiutarlo; a seconda dell’evento che si verifica per
primo. La signora Po er lo aveva ra oppato e aveva fa o un buon
lavoro, ma era ancora mezzo dolorante. Non poteva nemmeno tenere
un manico di scopa, quindi doveva solo guardare mentre Peter, Sirius e
James si esercitavano, come ai vecchi tempi.
Remus aveva trovato altri modi per occuparsi. Si era impossessato di
una copia della rubrica telefonica e aveva trascorso più tempo di
quanto probabilmente fosse sano a cercare ogni ‘Jenkins’ a Bristol. Ce
n’erano mol , ma nessuna Hope. Senza speranza.

417
Non importava, cercò di dire a se stesso. Stava bene da dodici anni
senza di lei.
“Dimmi un segreto.” sussurrava Sirius, a tarda no e - ogni no e,
andava da Remus, “Dimmi qualcosa che nessuno sa.”
E Remus glielo diceva - perché rendeva Sirius felice, e quello era un un
passatempo molto u le - in effe , Remus stava realizzando, che
rendere felice Sirius sarebbe potuta essere l’unica cosa che valeva la
pena fare, per il resto della sua vita.
“Sono io che ho de o a Philomena Minus di andare in America.”
“Tu mai l’avres fa o!”
“Sì, in bagno alla vigilia di Natale.”
“Astuto bastardo. Come fai a far cadere le ragazze l’una sull’altra per
parlar , eh? Qual è il tuo segreto?”
“Forse si fidano di me perché sanno che non sto cercando di portarle a
le o.”
“Un pensiero intrigante. Dimmi un altro segreto.”
“Ehm ... non lo so, ho de o tu o.” Tu o ciò che non farebbe male,
aggiunse, in silenzio.
“Non l’hai fa o,” disse Sirius, le sue labbra ora contro quelle di Remus,
mentre strisciava sopra di lui, le mani che scivolano so o la camicia da
no e di Remus. Fece schioccare la lingua lungo il labbro inferiore di
Remus, “Sto per sapere tu o di te, un giorno accadrà, lo prome o.”
Remus lo baciò profondamente, credendo a ogni parola.

418
Estate 1977; pt5  
1977 and we are going mad

It’s 1977 and we’ve seen too


many ads 1977 and we’re gonna
show them all Apathy’s a drag.

Lunedì 29 agosto 1977


Remus si svegliò dalla sua seconda luna piena leggermente meglio della
prima, ma non riusciva comunque a muoversi. Moody lo aveva legato al
le o chiuso in soffi a usando una sorta di magia avanzata. Non era
stato molto ferito, ma era piu osto umiliante dover stare lì ad aspe are
di essere rilasciato, senza ves . Sirius era stato con contro quest’idea,
ma non faceva male, ed era meglio dell’alterna va. A Remus non
importa come si sen va il lupo.
“Hai fa o un sacco di rumore”, disse Moody, mentre lo rilasciava, “Ma
deve essere previsto.”
“Come fanno gli altri?” Chiese Remus, infilandosi velocemente i jeans,
desiderando che Moody se ne andasse, o almeno che avrebbe voltato
le spalle.
“Puoi o affrontarlo a casa in questo modo - con un Auror che fa il
check-in prima e dopo - o riferir alle celle di detenzione del Ministero.
Ti darò un volan no, se vuoi.”
“No grazie.”
Remus aveva la ne a sensazione che Moody non approvasse la
decisione di Remus di non registrarsi.
Al piano di so o, nella sua normale camera da le o, la signora Po er
aveva preparato una serie di abi sul le o per lui - non abi da
uniforme, ma normali, di tu i giorni. Il po che James e Sirius
indossavano a scuola. Sperava che non fossero sta troppo costosi; non
sapeva come li avrebbe mai ripaga se avessero iniziato a comprargli
anche i ves .
“Vogliono uscire,” spiegò James, quando Remus glielo chiese, “Oggi si
va a Diagon Alley!”

419
Con il primo giorno di scuola non lontano, era stato convenuto che i
ragazzi sarebbe rimas a Diagon Alley per gli ul mi giorni delle vacanze
es ve. Il signore e la signora Po er sarebbero par per qualche
se mana, per un lavoro per Silente, a quanto pare, anche se non lo
avevano mai confermato né negato.
Anche Moody non poteva discutere con Remus che andava a Diagon
Alley questa volta,
“È brulicante di Auror, in ques giorni - so o copertura, non lo sapres
nemmeno se non te lo avessi de o.”
“E ho diciasse e anni,” disse Remus seccamente, “Quindi sono libero di
andare dove mi pare.”
“Abbastanza giusto”, disse Euphemia, stancamente.
Le loro le ere di Hogwarts erano arrivate solo una se mana prima, e a
quelle di tu sorpresa James era stato nominato Caposcuola, come
dimostrato una spilla d’oro nuova di zecca nascosta nella sua borsa.
“Dannazione!” James sussultò,
“Che cazzo?!” Sirius aggro ò la fronte.
“Linguaggio!” La signora Po er li rimproverò entrambi.
Era stata molto orgogliosa, ovviamente, ma a James interessava solo
dirlo a Lily, e si precipitarono a dirglielo subito - in meno di mezz’ora,
scoprirono che era stata nominata Caposcuola anche lei. “È il fato!”
James aveva dichiarato: “DESTINO!”
Usarono la polvere volante per arrivare al Paiolo Magico, un vecchio e
semplice pub in s le mago che era stato trasformato in B&B, luogo di
incontro e centro comunitario generale, per quanto Remus poteva dire.
James aveva prenotato due camere doppie, e dopo essere stato accolto
da uno strano uomo dall’aspe o di un gobbo pubblicano i qua ro
Malandrini trascinarono i loro bauli su per le scale per stabilirsi nelle
proprie stanze. Remus la condivideva con Peter, perché né Remus né
Sirius avrebbero potuto trovare una scusa per condividerla insieme.
Le stanze erano comunican , il che era un piccolo comfort, ma non del
tu o. Diagon Alley non era come Hogsmeade, come Remus aveva
pensato che potesse essere; era più affollato, vivace e rumoroso. Le
strade erano piene di folle di studen , e tu i negozi era pieni zeppi. La
Gringo era il primo punto di riferimento per tu , e Remus seguì
James e Sirius intorno alla banca, ammutolito dalla completa estraneità
di tu o.
Remus non era mai stato nemmeno in una banca babbana prima, ma
niente avrebbe potuto prepararlo per la Gringo ; goblin e passaggi

420
segre e montagne d’oro. James e Sirius ciondolavano come membri
VIP - badate, probabilmente lo erano. I goblin si inginocchiavano ai loro
piedi, cosa che Remus trovava estremamente disgustosa, ma non
poteva davvero dire nulla in merito. Avrebbe voluto che Lily fosse lì, o
Marlene e Mary - chiunque sia un po’ più con i piedi per terra.
Remus scoprì di essere stato lasciato con poco meno di qua rocento
galeoni nel caveau che una volta era appartenuto a Lyall Lupin.
Sembrava un enorme ammontava a Remus - finché non vide lo sguardo
pietoso sul viso di Sirius. Lui tranquillamente ne rò fuori abbastanza
per i suoi libri e alcuni nuovi ves , oltre a un po’ di denaro da
conver te in soldi babbani.
Remus era così sconvolto dopo la luna piena, la polvere volante e la
banca, che una volta ri ra i soldi voveva tornare nella stanza al Paiolo
Magico per crollare. Gli altri gli avevano promesso che avrebbero
smesso di fare compere fino al giorno successivo, e avrebbe trascorso il
resto del pomeriggio guardando scope e forniture per il Quidditch.
Remus era troppo stanco per preoccuparsene, e si era spaparanzato sul
suo le no singolo, morto per almeno quindici ore. Non si è nemmeno
svegliato quando gli altri erano entra rumorosamente a mezzano e,
odorando fortemente di whisky, zi endosi rumorosamente e
ridacchiando.
Il giorno dopo arrivò Lily e la spesa scolas ca iniziò sul serio. Lei e
Remus avevano men altre anto metodiche quando si tra ava di
completare le commissioni, e conferirono privatamente su un piano
d’azione, prima di ordinare gli altri tre ragazzi in giro per il resto della
ma nata. Remus avrebbe voluto avere più tempo al Ghirigoro, ma
avevano lasciato i libri per ul mi (essendo gli elemen più pesan della
lista). James, Sirius e Peter erano seriamente fermi su questo punto, e
sarebbero sta sull’orlo dell’ammu namento se non avessero preso un
gelato.
Così tornarono al Paiolo Magico per scaricare i loro acquis e per
pranzare, (“Per l’amor di Dio, James, non puoi avere il gelato prima di
aver mangiato del vero cibo, è ridicolo!”), poi a Florean Fortescue (la
gelateria di Diagon Alley), dove Sirius aveva cercato di fare comprare a
Remus un po’ di ogni singolo sapore (“Dai, Moony, è giusto, non li hai
mai prova prima; come saprai qual è il tuo preferito?!”).
Una volta che tu o questo fu completato, Remus si sen va di nuovo
completamente esaurito, ed erano solo le due del pomeriggio. Lui
pensò di fare un pisolino veloce, ma era la loro ul ma no e a Londra, e
doveva davvero fare una cosa prima di par re.

421
Ci era voluto un po’ di tempo per avere un momento di quiete per se
stesso, ma nel Florean Fortescue, Remus ne approfi ò per rare fuori di
tasca l’orologio. Lo fece sca are: il meccanismo era altre anto
soddisfacente quanto lo era stato era la prima volta che l’aveva usato - e
sussurrò, “Grant Chapman”.
Si aspe ava che la freccia iniziasse a puntare verso est, ma con suo
grande allarme iniziò a girare in modo incontrollato intorno e intorno,
sempre più velocemente. La bussola non aveva le istruzioni, ma Remus
aveva la sensazione di qualcosa che aveva sempre saputo e che stava
finalmente per essere confermato.
Grant non era al sicuro. Grant aveva bisogno di aiuto.

I live off you!
And you live off me!
And the whole world lives off of
everybody See we go a be
exploited!
See we go a be exploited!
By somebody by somebody by somebody...

Remus tornò in fre a al tavolino fuori dalla gelateria, dove c’erano i


suoi qua ro amici che erano sedu e facevano un gran baccano per
qualcosa che Peter aveva appena fa o con il suo frappè.
“Va bene, Moony,” Sirius ghignò mentre Remus si librava nelle
vicinanze, “Questo gruppo vuole andare a fare un giro, ma suona
noioso, vuoi andare per Carnaby Street, finalmente?”
“Sì grandioso!” Disse Remus, sforzandosi di sorridere.
Spalancò gli occhi su Sirius, sperando di fargli ricevere il messaggio. Per
fortuna, Sirius era molto abile nel seguire segnali segre , e capì subito,
“Che cosa succede?” Sussurrò: “Sembri in buono stato.” “Devo andare a
trovare Grant.” Disse Remus, agitato. “Guarda!” Mostrò a Sirius la folle
rotazione della bussola.
“Proprio adesso?” Sirius aggro ò la fronte, “Ma stavamo per ...”

422
“Adesso.” Disse Remus. “Non posso spiegarlo, devo solo … so che devo.
Potres dire tu qualcosa a James e Peter? Non so cosa, solo se te lo
chiedono.”
“Che cosa? No, vengo con te!”
“Sirius ...”
“Remus.” Sirius prese in giro il suo tono severo e inarcò un sopracciglio.
Remus sospirò. Questa era probabilmente una di quelle cose nel quale
avrebbe dovuto includere Sirius. Deglu e cede e.
“Okay bene.”
“Dobbiamo solo dire agli altri dove s amo andando.”
“No. Non discutere con me su questo.” Non voleva che nessuno sapesse
nulla su Grant.
Sirius, riconoscendo che Remus non avrebbe cambiato idea, annuì, e
non sfidò la sua fortuna. Dissero agli altri che stavano andando a
Carnaby Street, a guardare le bo eghe, pagarono e erano scapparono
via, senza voltarsi indietro.
Dovevano prima andare a ves rsi da Babbani, e una volta che se ne
erano anda Diagon Alley si diressero alla stazione di Charing Cross e
presero due biglie per Mile End, che Remus pensava fosse
probabilmente il miglior punto d’inizio. Quando arrivarono erano quasi
le qua ro del pomeriggio. Remus non era sicuro se fosse stato un anno
di abbandono o solo il senno di poi a rendere i caseggia fa scen
molto meno accoglien dell’ul ma estate. L’odore di umidità era più
forte, parte del linoleum sembrava essere stato strappato, esponendo
piastrelle color crema sporche e screpolate. Era una giornata calda ma
dentro faceva ancora freddo. Adz, l’uomo che Remus aveva incontrato
l’anno prima, era l’unico del gruppo originale che viveva ancora lì.
“Grant?” Si gra ò la testa, sembrando stordito, “Sì, penso sia andato
verso ovest, quando qui è diventato troppo agitato. Hammersmith,
forse?”
“Hammersmith?!” Remus disse, “Quello è dall’altro lato della ci à!” “Sì,
ci siamo fa degli amici li, credo. Grant è sempre bravo fare amicizia,
quando gli conviene.”
Lo disse un po’ bruscamente, a Remus non piaceva, e lo fece
automa camente diventare più alto, perché raddrizzò le spalle.
Adz lo guardò da capo a piedi irritato e sca ò,
“Guarda, se non vuole essere trovato, non lo troverai”.
Quindi, di nuovo sulla linea centrale, e a raversarono la ci à. Mentre
passavano davan a To enham Court Road, Remus si sen va in colpa

423
per aver rovinato la giornata di Sirius come babbano a Londra, e aveva
segretamente promesso che si sarebbe fa o perdonare quando
avrebbe avuto l’opportunità. Tu avia, Sirius si stava
sorprendentemente divertendo; affascinato dalle scale mobili e dalle
barriere per i biglie come lo era stato Remus alla Gringo .
Cambiarono trasporto a No ng Hill, poi camminarono, perché Remus
non aveva la più pallida idea di dove stavano andando, tranne che per il
suo is nto e la bussola, che ora girava in modo meno irregolare, e
sembrava che cercasse di introdurlo in modo vago.
“È incredibile,” disse Sirius, fissando le case mentre camminavano,
sbirciando nelle vetrine dei negozi e fermandosi a guardare gli autobus
a due piani che passano davan . “Ho vissuto a Londra per la maggior
parte della mia vita e non l’ho mai vista così.”
“Sono contento che s a divertendo,” disse Remus, distra o.
Erano da Shepherd’s Bush adesso, ne era abbastanza sicuro. Erano le sei
di sera passate e lui stava iniziando a rallentare. L’anca gli faceva male, i
suoi s nchi erano doloran per il cammino e la schiena gli faceva male
a causa del terribile dolore che l’incantesimo vincolante di Moody gli
aveva fa o. “Sediamoci un minuto, va bene?” Chiese Sirius, con uno
sguardo di profonda preoccupazione. “Guarda, c’è un parco laggiù.”
Era il verde di Shepherd’s Bush - almeno Remus sapeva dove si
trovavano. Lui acconsen a riposare solo per un breve momento: era
preoccupato per lo più per il fa o che una volta seduto sarebbe stato
difficile rialzarsi.
“Allora porto io.” Disse Sirius.
“Leva dalle palle.” Remus sbuffò, appoggiando i gomi sulle ginocchia
e protendendosi in avan . Estrasse la bussola per controllarla ancora
una volta.
“Uffa, sta impazzendo di nuovo!” Geme e, “Pensavo di arrivare da
qualche parte ...”
“Potrebbe essere perché sei agitato” suggerì Sirius, delicatamente.
“Ehm ... tu sai ... perché si nutre delle tue emozioni nei confron della
persona che stai cercando. Quindi forse se tu ...”
“Mi stai dicendo di calmarmi?” Remus aggro ò la fronte.
“Potrebbe aiutare.” Sirius rispose, in modo tranquillo. “Che ne dici di
dirmi qualcosa di Grant? Qualcosa di carino?”
“Se pensi che possa aiutare ...” Non avevano tempo per questo, Grant
aveva bisogno di lui adesso ... Ma a questo punto, Remus era disposto a

424
provare qualsiasi cosa. Anche se era solo uno stratagemma di Sirius per
o enere maggiori informazioni.
“Ehm ... si chiama Grant Chapman. L’ho conosciuto a St Edmund’s nel
1975. Gli piaceva la stessa musica che piaceva a me, lui è amichevole,
ehm
...”
“Che aspe o ha?”
“L’hai visto.”
“Non esa amente, ero un cane. Comunque, il punto è far rifle ere su
di lui.”
“Non sto facendo altro che pensare a lui.” Remus sca ò. Chiuse gli
occhi e inspirò. “Capelli biondi. Riccioli. Ehm ... penso che gli siano occhi
azzurri? Sì, blu. Lui ha un dente anteriore storto. L’ul ma volta che l’ho
visto era più magro ...” Un groppo di ansia gli salì in gola. “Ehm ...”
balbe ò.
“Avan ,” lo incoraggiò Sirius, “Ti piace la stessa musica? Quindi Bowie?
T.Rex.”
“Sì, e gli piacciono, ehm ... i Deep Purple.”
“Fantas co, okay, è così che sei diventato amico?”
“Sì,” Remus annuì, sentendosi un po’ meglio, concentrandosi sul
posi vo, “Lui era l’unico al St Edmund’s che non era un completo
maniaco, o un criminale ... Voglio dire, aveva alcune accuse, ma non
come ... non gravi. Poi un giorno lui ehm ... beh mi ha baciato, ed è così
che ho capito ...” Remus lanciò un’occhiata a Sirius rapidamente per
verificare che andasse bene andare avan .
Il sorriso di Sirius si era irrigidito un po’, ma annuì di nuovo.
“È stato un buon amico, a parte questo,” Remus ha spiegato: “Non mi fa
mai sen re male con me stesso. Non mi fa mai sen re strano o
diverso.” “Sembra davvero un o mo amico.” Disse Sirius,
educatamente.
“Sì. E farebbe qualsiasi cosa per me. Ecco perché ho bisogno di ...”
Abbassò lo sguardo sulla bussola, e vide che ora puntava a ovest - un
po’ traballante, ma abbastanza chiaro per Remus.
Si alzarono e lo seguirono. Ormai erano le se e passate, era da pranzo
che non mangiavano e il sole cominciava a tramontare.
Lily, James e Peter si stavano senza dubbio chiedendo dove fossero.
Sirius non si lamentò, si limitò a tacere e seguì Remus mentre
borbo ava tra sé, seguendo la piccola freccia dorata nel palmo e
annusando l’aria densa di Londra.

425
Shepherd’s Bush non era messa molto meglio di Mile End ma sembrava
avere una vivace vita no urna. Pub e club si stavano riempiendo
intorno a loro di adolescen e giovani di ogni so ocultura; discoteca
kids in raso luminoso e paille es, skinhead sudici con bretelle e s vali,
rocker vecchia scuola con shaggy capelli e punk con giacche borchiate e
facce piene di metallo. Finalmente stavano arrivando su La mer Road,
Remus si fermò.
“Là.” Disse, indicando un edificio con le finestre oscurate e gradini che
scendono in un seminterrato. La musica alta stava martellando la strada
- chiunque fosse la band, avevano poco riguardo per i loro strumen , e
ancor meno per i mpani del pubblico.
“È lì.” Disse Remus, fermamente. La bussola lo confermò, indicando
sempre dri o.
Il seminterrato - sembrava un po’ più vivace di quanto Remus si sen sse
a suo agio. Oltre alla ‘musica’, for grida e urla risuonavano dall’interno,
e urla di rabbia adolescenziale. Magri punk dai den gialli stavano fuori
con zaini verdi, capelli appun e pesan catene da bicicle a. Remus si
sen orribilmente vulnerabile nel suo velluto marrone consunto e nella
camicia da nonno oversize, ma Sirius era ancora più fuori posto, con i
suoi lunghi capelli da hippie e l’inconfondibilmente postura ben
educata. “Dovremmo entrare?” Chiese Sirius, senza traccia di nervi.
“Uhm.” Disse Remus. Stava per suggerire di andare da solo, quando il
des no intervenne.
“Piccolo effemminato imper nente”, il bu afuori stava urlando a un
giovane uomo, che barcollava sulla strada, la testa china, le mani in
tasca.
Aveva un pas ccio di capelli biondo sporco e un profumo che Remus
avrebbe conosciuto ovunque sulla terra.
“Grant!” Remus si precipitò verso di lui, correndo a raverso la strada
senza guardare.
Grant non li sen e si fece strada lentamente lungo la strada. C’era
qualcosa che non andava nel modo in cui camminava; la sua andatura
era contorta e inclinata. Puzzava di gin a buon mercato, anche a pochi
metri di distanza. I teppis lo guardavano maliziosamente, gridando vili
oscenità per cacciarlo via.
Grant si voltò e sogghignò di rimando, alzando due dita e parlo ando
incoerentemente.
“Grant!” Disse di nuovo Remus, raggiungendolo, so o un lampione
giallo. Alla fine Grant si fermò e si voltò, socchiudendo gli occhi. C’era
stato il muro dietro di lui verniciato a spruzzo con vari slogan dispara :

426
‘MANGIARE I RICCHI’
‘BUZZ KIDS E LA RAGAZZA DELLA PORTA ACCANTO’
‘FUCK NATIONAL SERVICE’
“Gesù Cristo. Cosa ci fai qui?” Grant barcollò e vacillò, ubriaco, si
appoggiava a un muro e si aggrappava al fianco, come se qualcosa gli
stesse facendo male.
“Stavo cercando te!” Remus gli si avvicinò, cercando di vedere la sua
faccia, oscurata dall’ombra.
“Giusto, ovviamente ... dannazione, come fai a ges rlo ogni volta?!”
Grant scosse il capo.
Non aveva un bell’aspe o. Aveva un aspe o orribile.
Lui era; più magro di quanto sarebbe dovuto essere, più magro di
quanto fosse veramente salutare. I suoi capelli erano lisci e sembravano
che non venivano lava da un po’ e aveva un mosaico di lividi su un lato
del viso, scomparendo so o la sua maglie a, viola e bru a.
“Cosa è successo?”
“È successo un fo uto punk, non è vero?” Grant rise, un orribile suono
soffocante, poi barcollò di nuovo e si sede e sul marciapiede. “Mi
dispiace amico, ho un po’ di ver gini.” Lui fece per vomitare un paio di
volte, ma non uscì niente, quindi sputò.
Remus si accovacciò accanto a lui, le mani treman .
“Chi ha fa o questo? È successo lì dentro?!” Si sporse in avan ,
cercando di dare uno sguardo al povero viso malconcio di Grant.
Era decisamente Grant, ma era cambiato quasi al di là del
riconoscimento. Il denim blu brillante e il sorriso sfacciato che Remus
ricordava era scomparso. Sos tuito da jeans neri strappa , occhi
giallastri infesta , sguardo sgradevole, piercing al naso, al sopracciglio,
al labbro che erano decisamente infe .
“Va ene.” Grant sbo ò fuori, selvaggiamente, ubriaco.
Non avrebbe colpito Remus, e non gli avrebbe fa o male se l’avesse
fa o, ma Sirius balzò in avan in un istante,
“Oi, torna indietro, amico.”
Grant sba é le palpebre e guardò Sirius, alzando una mano per
proteggersi gli occhi dalla luminosità dei lampioni. Si accigliò, poi
sogghignò,
“E tu chi cazzo sei!? Vaffanculo, sto parlando con il mio amico.” Si girò
verso Remus,”Ti va una pinta?” E cercò di rime ersi in piedi. Remus lo
aiutò, afferrandolo saldamente so o il gomito.

427
“Non credo che tu abbia bisogno di altro da bere ... che ne dici di una
cena?”
Un lampo di sobrietà tornò sui lineamen di Grant,
“Hai contan ?”
“Sì, certo,” annuì Remus, cercando di guidarlo lontano dall’orribile
strada in cui si trovavano, “Dai, offro la cena, cosa vorres ?”
“Oh, mi conosci, sono facile”, ridacchiò Grant, appoggiandosi
pesantemente a lui, ma almeno lasciandosi condurre.
Sirius lo seguì, sembrando molto a disagio. Grant non se ne accorse
nemmeno fino a quando raggiunsero un caffè, da qualche parte lungo
la strada. Smaltendo poco a poco la sbornia, era ancora appoggiato a
Remus, e Remus poteva sen re uno strano intoppo nel suo respiro che
gli diceva che Grant soffriva.
“Qui?” Remus si voltò verso Sirius, interrogandolo.
Sirius lanciò un’occhiata alla finestra illuminata, le sedie di plas ca a
buon mercato all’interno, con un debole aspe o di disprezzo, ma
scrollò le spalle,
“Probabilmente il migliore che troveremo qui.”
“Di nuovo tu!” Grant borbo ò: “Pensavo di aver de o di sme erla”.
“Grant,” disse Remus, gen lmente, “Questo è Sirius, il mio amico di
scuola.”
Grant si riprese di nuovo, restringendo gli occhi (o occhio, comunque,
solo uno si apriva corre amente),
“Beh, fo mi.” Mormorò, ancora ondeggiando: “Sei proprio uno
schianto”. Sirius sembrava imbarazzato, così Remus condusse Grant nel
caffè per sedersi. Ordinarono tre tazze di tè e una torta e pata ne. Pollo
e funghi. “Non voglio problemi.” L’uomo corpulento dietro il bancone
disse, mentre me eva giù le tazze di tè grigiastro. “Conosco i pi come
te.”
“Fanculo, vecchio porco,” biascicò Grant, “Scomme o che se potessi
pagheres per questo”. “Che cosa ho de o?!”
“Guarda,” Remus si alzò, velocemente, “Sta smaltendo la sbornia, lo
terrò zi o, lo giuro. Pagherò in an cipo, starà bene una volta che avrà
mangiato
...”
L’omone lo guardò valutandolo, i suoi occhi si spostarono su Sirius,
immobile e seduto, poi Grant, poi di nuovo da Remus,
“Cosa sei, un sensibilizzatore cris ano?”

428
“Una specie.” Remus annuì, cercando di sembrare religioso. Qualunque
fosse l’aspe o religioso. Ad ogni modo, aveva apparentemente
soddisfa o il proprietario del caffè, che era tornato pesantemente
dietro il suo bancone, presumibilmente per riscaldare il cibo.
“Pff,” Grant rise nel suo tè, “Diven più elegante con gli anni, Remus,
vecchio idiota.”
“Per favore, sme la di cercare di discutere con tu per cinque minu ,
va bene?”
Grant poi ridacchiò. Quando arrivò il cibo, Grant iniziò a mangiare come
se non lo facesse da se mane.
Remus sperava che non fosse vero, ma a giudicare dallo stato del suo
corpo ossuto, le cose non andavano per niente bene. La torta e le
pata ne vennero spazzate via in pochi minu e Remus ordinò una
crostata per dopo e dell’altro tè.
“Dove vivi?” Chiese, sperando di sembrare gen le, e non accusatorio.
“Cosa stavi facendo in quel club?”
“Cercavo di devastarmi, sai di diver rmi.” Mormorò Grant. Era più
calmo ora che aveva mangiato, più lento e più flessibile. “Bene, ci sei
riuscito. I lividi ...”
Grant alzò lo sguardo, all’improvviso, proprio su Remus.
Era sobrio come la pietra, i suoi occhi acu e larghi, come se il viso di
Remus fosse uno specchio e stesse vedendo sé stesso per la prima
volta. Toccò con le sue dita sporche il lato deturpato delle sue guancia.
“Ho avuto una lite pochi giorni fa.” Disse, “Ma fanculo, me ne vado
domani, scendendo a Brighton. Sono stufo di Londra. Stufo di questa
malede a e miserabile Londra del cazzo. Tu vogliono raggirar a
qualunque costo. Capisci cosa intendo?” “Sì,” sussurrò Remus.
Si sen va così impotente. Voleva cercare rassicurazione da Sirius, ma
sembrava in qualche modo irrispe oso nei confron di Grant.
“Com’è la scuola di snob?” Chiese Grant, bevendo il suo tè come un
muratore.
“Oh ... okay, lo sai. Beh. Cosa c’è a Brighton? Un posto dove vivere? Un
lavoro? Come ci arrivi?”

429

Ho degli amici”, Grant scrollò le spalle, poi fece una smorfia.
Si era ro o una costola, Remus si rese conto solo ora e si rimproverò di
non averlo notato prima.
“Devi andare in ospedale. Da quanto tempo sei così?”
“Niente ospedali,” borbo ò Grant, raggomitolandosi sul suo posto in
modo prote vo, “Loro pensano io sia un drogato. Probabilmente lo
sembro, vero?”
“Sono andato a Mile End, ho visto Adz.”
“Quel cazzone. Può scopare subito. Guarda, prestami dieci sterline, va
bene?
Ti puoi fidare, dammi il tuo indirizzo e rimborserò.”
“Non se hai intenzione di ubriacar .”
“Oi, signor alto e potente! Sai che merito un buon drink. Ho il cuore
spezzato. Ricordi com’è.”
Lanciò a Sirius uno sguardo tu ’altro che so le. Sirius, a suo merito,
non reagì, ma con nuò a fissare la zuccheriera.
“Mi dispiace davvero, Grant.” Remus disse, sinceramente, “Guarda ...
dove sei a dormire in questo momento?”
“Su per la strada”
“È sicuro lì?”
“Ho perso la chiave.”
Beh, pensò Remus tra sé. Almeno c’è un lucche o. Aveva pensato di
portare Grant di nascosto a Diagon Alley e di affrontare le conseguenze
quando sarebbero sta scoper .
Ordinarono dell’altro tè e Grant ne bevve dell’altro. Una volta che ebbe
finito, era diventato piacevolmente molle e assonnato; ubriaco ma a
stomaco pieno. Sirius e Remus lo aiutarono a tornare nella sua stanza,
in una vecchia terrazza che sembrava che fosse stata abbandonata da
anni. Tu avia, all’interno era occupato e più pieno dell’edificio di Mile
End. Una giovane donna scrutò fuori, muso len gginoso in contrasto
con la sua gunge Mohawk verde.
“Grant? Acciden , sei ubriaco di nuovo? Ti ho de o che la vodka non è
un fo uto an dolorifico, vai da un malede o do ore!” Alzò lo sguardo
su
Remus, “Chi sei tu?”
“Un amico, sto solo cercando di assicurarmi che s a bene ...”
“Andrà tu o bene.”

430
Sirius eseguì un silenzioso incantesimo di sblocco sulla porta di Grant e
Remus portò Grant dentro, sistemandolo il più a entamente possibile
sul materasso sul pavimento. Era una piccola stanza, con una minuscola
finestra rotonda. Non ammobiliata, c’era una pila di riviste in un angolo
con una lampada appollaiato in cima, uno zaino imbo to di ves , uno
specchio arrugginito intorno ai bordi, e quella che sembrava una piccola
area di lavaggio con un po’ di sapone, uno spazzolino da den e una
ciotola vuota. Grant si rannicchiò sul materasso e iniziò a russare
dolcemente. Remus si inginocchiò accanto a lui, accigliato. La ragazza
punk era sulla soglia, a braccia conserte, guardando Sirius su e giù.
“Ha de o che sarebbe andato a Brighton domani,” le disse Remus, “È
vero?”
“Se ha messo insieme i soldi per il suo biglie o del treno”, disse alzando
le spalle, “Stava vedendo questo po davvero rude. L’ha tra ato come
una merda, povero amore.”
“Avrà i soldi.” Disse Remus, fermamente. “Ti assicurerai che vada? E che
sarà al sicuro?”
“Non sono il suo custode”, alzò le spalle, rando indietro, “Ho già
abbastanza problemi.”
“Affascinante.” Disse Sirius con un sopracciglio alzato mentre lei svaniva
di nuovo dalla camera.
“Chiudi la porta,” disse Remus, rando fuori la sua bacche a. Voleva
aggiustare le costole di Grant mentre stava ancora dormendo. Passò in
rassegna la sua lista di incantesimi per la cura: fino a quel momento li
aveva fa solo su se stesso, mai sugli altri.
“Che diavolo stai facendo?!” Sirius si avvicinò, mentre Remus puntava la
sua bacche a al pe o di Grant. “E lo Statuto di Segretezza?!”
“Insomma,” grugnì Remus, “Non posso lasciarlo così.”
Sirius fece un passo indietro e guardò Remus fare del suo meglio per
curare le costole di Grant, poi ripulì i lividi e l’occhio annerito.
Dopodiché si appoggiò allo schienale. Si rivolse a Sirius,
“Solo ... penso di aver bisogno di restare qui stasera.” Disse: “Potrei
lasciargli dei soldi, ma ... penso che sia meglio essere sicuro che domani
arriverà a
Brighton, se è ancora quello che vuole fare, quando sarà sobrio.”
“Giusto.” Sirius annuì, “Dobbiamo arrivare a King’s Cross, però ...”
“Sì, sarò puntuale. Posso materializzarmi.”
“Okay.” Sirius annuì di nuovo. Si sede e, appoggiandosi alla parete
opposta.

431

Si tolse la giacca e la ripiegò so o di sé.
“Cosa fai?” Remus chiese, “Devi tornare a Diagon Alley.”
“No, non lo faccio.” Sirius si strinse nelle spalle. “Posso restare.”
“Ma James ...”
“Oh giusto, sì, aspe a ...” Sirius si infilò una mano in tasca e rò fuori il
suo specchio compa o.
Remus lo guardò con invidia. Avrebbe voluto averne uno. Lo avrebbe
dato a Grant e per non perderlo mai più.
Oi, Po er, ci sei? Prongs?” Sirius stava parlando nel disposi vo, “Ciao
... guarda, io e Moony andiamo a un concerto qui, arriveremo in ritardo,
non dirlo a nessuno, okay? Ci vediamo domani ... sì ... sì ... no, lo
prome o. Okay. Salu .” Lo chiuse di sca o e guardò Remus, “Ecco,
fa o.”
“Non dovevi farlo. Se sei preoccupato di lasciarmi qui con lui, mi sto
davvero solo assicurando che s a bene.”
“E io mi sto assicurando che tu s a bene, Remus.” Sirius rispose
freddamente. “Non lascerò passare tu a la no e da solo in questo
posto. Dai, me amoci comodi. C’è sacco di pavimento ...”
Il senso di colpa di Remus aumentò ancora di più allora, quando Sirius
gli fece un sorriso luminoso e tese un braccio verso di lui. La sua ul ma
no e prima della scuola, trascorsa sul pavimento di qualche casa di
accoglienza babbana, e non se ne stava nemmeno lamentando.
Anche Remus si sede e, e si accovacciò per sistemarsi so o il braccio di
Sirius. Almeno adesso erano insieme. Sirius gli baciò la testa, ed
entrambi guardarono Grant, dormire come un bambino.
“Mi dispiace.” Remus disse, esausto, “Non è ... non voglio che tu pensi
che lui di solito agisce in questo modo. Ovviamente ha passato un
bru o periodo.”
“Cosa gli è successo?” Sirius chiese, molto piano, “Cosa è successo per
farlo finire qui, così?”
“È stato cacciato da St Edmund’s, due anni fa.” Remus sbadigliò, i suoi
occhi diventavano sempre più pesan . “Non aveva nessun altro posto
dove andare ... non riesce a trovare un lavoro perché non ha fa o gli
esami a scuola. E immagino che non abbia un vero e proprio indirizzo.”
“Remus?”
“Mmh?”
“Questo non succederebbe, vero? Perché hai noi.”
“Sì,” mormorò assonnato, prestando a enzione solo a metà, “ho te,
Padfoot. Non preoccupar per me.”

432
Ritorno a scuola  
Per un orribile momento proprio mentre si svegliava, Remus si
dimen cò dov’era. Respirò l’aria soffocante, il debole odore di giornale
marcio, l’odore del corpo e urina. Osservò il pavimento duro, e risen i
dolori che aveva avuto durante la no e. Poi aprì gli occhi e vide Grant,
sdraiato sul materasso di fronte, fissandolo di rimando. Sembrava
messo un po’ meglio.

“‘Giorno.” Grant boccheggiò,


“Buongiorno,” rispose Remus, muovendosi contro Sirius, che era ancora
profondamente addormentato, con la testa contro il muro. Si staccò con
cautela e sussurrò a Grant, “Non preoccupar , dorme come un morto.
Lo sveglierò tra un po’.”
“Non ricordo molto.” Sussurrò Grant, sdraiato su un fianco, con la testa
appoggiata su un cuscino che sembrava sporco e macchiato. “Scusa se
sono stato pazzo. Penso di esserlo stato un po’, di ques tempi.” “Stavi
bene.” Remus scosse la testa, “Solo ... triste, forse.” Grant sembrava
sconvolto, così Remus si mosse per alzarsi.
“Dov’è il bagno?” Chiese.
“Piano inferiore. Ti accompagno.” Grant si rò su, cautamente, poi
guardò stupito, “Cavolo”, disse, dandogli una pacca sul fianco,
“Dev’essere stato solo un livido, dopo tu o. Sapevo che non avevo
bisogno di un do ore.” Remus strinse le labbra e seguì Grant fuori.
Il piano di so o era già pieno di a vità, nonostante l’orario presto. La
casa sembrava essere una specie di comune, piena di tu i pi di
persone diverse. C’era una latrina nel giardino sul retro (più simile a un
cor le che era stato trasformato in un riparto) e una doccia all’aperto,
che Remus poteva immaginare che non fosse molto divertente lavarsi in
inverno.
Tu avia, le persone erano amichevoli e tu salutarono i due ragazzi
mentre passavano davan - cosa che Remus notò.
“Tu sembrano gen li?”
“Sono apposto”, rispose Grant dall’interno del bagno, “Sono rimasto qui
solo pochi giorni. Me ne vado appena posso.”
“Per Brighton? Hai menzionato ieri sera ...”

433

“Oh, l’ho fa o? Sì, questo era il piano ...” Grant uscì dal gabine o, con
aria imbarazzata, “Forse il mese prossimo, però.”
“Cosa c’è? Amici?”
Grant annuì,
Sì, uno dei ragazzi più carini di Mile End. C’è anche un cugino lì -
l’ul mo Chapman che non mi odia. Possiede un pub, ha de o che mi
avrebbe assunto se potessi me ere insieme le mie merdate e pagare il
biglie o del treno.” Sospirò, pesantemente, lavandosi le mani, poi la
faccia in un secchio d’acqua preso vicino alla porta sul retro. “Sono
disposto a me ermi alla prova.”
“Non sembra molto ...” Cosa voleva dire Remus? Familiare? Gen le?
Grant aveva chiaramente sperimentato molto poco di entrambi.
“Nah, è abbastanza okay”, rispose Grant, frugandosi nelle tasche.
Remus gli porse la sua scatola di sigare e e l’accendino.
Grant annuì in segno di apprezzamento, e con nuò a spiegare mentre si
accendeva la sigare a: “L’ho lasciato ehm alcune volte prima.
Sopra u o se il nonno era coinvolto, sai che non posso a accalo.”
Remus annuì, cercando di essere comprensivo.
Grant aveva una grande famiglia: irlandese e ca olica, aveva de o una
volta, ma i rappor tra loro erano spesso tesi, in par colare per quanto
riguarda quello con il nonno paterno.
“Non fraintendermi”, stava dicendo Grant, “stavo davvero andando,
questa volta, io ero ... ma si è rivelato di nuovo sbagliato. Molte cose si
sono rivelate sbagliate ad essere onesto.”
Remus avrebbe voluto abbracciarlo, sembrava così magro, così ispido e
spinoso, ma aveva paura di farlo.
“Quanto costa?” Chiese, frugando nelle tasche, “Ho un po’ di soldi,
lascia da mio padre, puoi avere il biglie o, porto alla stazione, oggi.”
“Non potrei farlo”, Grant alzò le mani.
“Non da tenere, ovviamente.” disse Remus velocemente, “Me lo devi.
Guarda, ho un altro anno di scuola, poi verrò a trovar e tu lo avrai
lavorato nel pub di tuo cugino, giusto? Quindi potrai ripagarmi -
quanto? 10 sterline?” “Qua ro sterline.” Grant sospirò. “Anche la scorsa
se mana avevo qua ro sterline, ma io ... li ho persi. Io non l’ho usato
per bere, promesso.” “Qua ro sterline?! Te le posso prestare. Va bene.”
“Sei serio?!” Grant lo fissò sba endo le palpebre.
“Certo,” Remus annuì, accigliandosi leggermente, “Perché no? Fares lo
stesso per me.”

434
“Io ...” Grant scosse la testa, poi preme e il palmo della mano in un
occhio, come sopraffa o dall’emozione. “Grazie Remus. Sei un così
bravo amico. “ “Fares lo stesso per me.” ripeté Remus.
Per la prima volta gli venne in mente che lui e Grant erano
effe vamente della stessa età. Grant era sempre stato consapevole,
così saggio e prote vo, per questo Remus lo aveva considerato più
vecchio; più maturo. Ma aveva solo diciasse e anni, e la vita era stata
crudele con Grant come lo era stata con Remus. Forse anche di più,
perché dopo tu o, Remus sapeva in cuor suo che non sarebbe mai
stato un senzate o; non avrebbe mai potuto essere solo mentre i
Malandrini erano lì. Lui aveva bisogno di imparare a sme ere di
me ere le persone sui piedistalli; sme erla di aspe arsi così tanto da
tu . Allora si fece avan e abbracciò l’altro ragazzo, facendo a enzione
a non bruciarsi con la sigare a.
“Quando sei diventato così alto, comunque?” Grant rise, soffocato so o
il braccio di Remus.
“No.” Remus ridacchiò, randosi indietro, “Sirius mi prende già in giro
tu o il tempo.”
“Sirius.” Grant scosse la testa stupito, “Sirius e Remus. Oh cazzo. È lui? Il
ragazzo elegante cosa ha spezzato il cuore?”
“Ehm ... sì. Però adesso va bene.”
“Sono felice per te, amico mio.”

Era il momento per Grant di me ere in valigia i suoi pochi averi, e Sirius
e Remus lo portarono a fare colazione in un piccolo caffè nella stazione
Victoria.
“Mi farai ingrassare.” Disse a Remus, schernendo il suo secondo pia o
di bacon.
“Nessuna possibilità,” disse Remus, pungolandogli le costole.
Sirius era stato tranquillo tu a la ma na. Sembrava solo leggermente
arruffato, i capelli un po’ meno brillan del solito, gli occhi un po’
annebbia . Remus poteva dire che era fermo affascinato dalle immagini
e dai suoni della Londra babbana - solo che ovviamente non poteva
spiegarlo a Grant. Grant guardò Sirius con un po’ di diffidenza. Si era
scusato per il suo comportamento la sera prima, e aveva cercato di
spiegare che l’avevano beccato in una ‘bru a no ata’. Sembrava più
mite di fronte a Sirius, meno sfacciato - forse percependolo come un

435

superiore sociale, e quindi leggermente pericoloso. Remus ricordava
bene quanto Po er e Black fossero sta alieni per lui, una volta.
“Voi due avete un treno da prendere, eh?” Disse Grant, con gli occhi
che si posarono su Sirius, poi Remus, poi di nuovo su Sirius.
“Sì, ma abbiamo ancora tempo.” Disse Remus. “Ecco, voglio dar
questo ...” lui porse a Grant un pezzo di carta su cui era scri o l’indirizzo
del Po er, “È dove vivo quando non sono a scuola. Mi manderai una
le era quando sarai sistemato? Una cartolina? Prome lo.”
Sì, okay”, Grant annuì, me endolo via, “Ti avverto, la mia calligrafia fa
schifo e non so fare lo spelling di ‘caramella mou’.”
“Non mi interessa. Voglio solo sapere dove sei, la prossima volta. Hai
bisogno di francobolli? Avrei dovuto comprare dei francobolli ...” “Posso
trovare dei francobolli”, Grant gli toccò il braccio, “Hai fa o abbastanza.
Veramente.”
Si abbracciarono di nuovo sulla pia aforma. Grant strinse la mano di
Sirius, che era strano, ma educato da parte sua.
“Verrò a trovar , forse a Natale, o la prossima estate.” Disse Remus.
“Non posso sbarazzarmi di te, vero?” Grant sorrise. Il suo primo sorriso
genuino fino ad ora - fece sen re Remus un po’ più tranquillo. “Come
magne , tu ed io, eh? Riuni sempre insieme.”
Questo colpì Remus in modo tale che dove e abbracciare di nuovo
Grant, fino che l’altro ragazzo rise e lo spinse via, “Va bene, va bene, ho
un treno da prendere, sai ...”
E ovviamente, così fecero Remus e Sirius. Non appena Grant scomparve
a raverso le porte del treno, si precipitarono verso i bagni degli uomini
per materializzarsi a King’s Cross. All’interno del cubicolo Sirius
finalmente parlò. Toccò il braccio di Remus, nello stesso posto in cui
Grant solo pochi minu prima l’aveva toccato,
“Sembri esausto. Lasciami fare, puoi stare al mio fianco.”
“Veramente?” Remus avrebbe potuto dire che non era più stanco di
Sirius, che aveva sopportato tanto quanto aveva fa o, ma sarebbe stata
una bugia.
Lui era anche troppo stanco per discutere.
“Veramente.” Sirius annuì, prendendogli il braccio.
“Grazie per essere rimasto con me. E grazie per averlo aiutato.”
“Non essere sciocco. Sirius gli fece un piccolo sorriso. “Ovviamente ...
lui ama.”
“Lui--” Ma Remus non aveva alcuna possibilità di finire il suo pensiero;
stava girando a raverso lo spazio, il rumore e la sfocatura dei colori

436
mentre lui e Sirius lasciavano il bagno e a erravano - abbastanza
graziosamente - appena fuori King’s Cross. Non ebbero altra scelta che
correre verso la pia aforma e trovarono James fuori alla porta del treno
mentre si agitava frene camente, “Dannazione! Dove siete sta voi
due?!”
“Linguaggio!” La faccia di Lily spuntava fuori dalla finestra successiva,
“Sei il Caposcuola adesso, dovres dare l’esempio!”
“Io sto dando l’esempio, sgridando ques segaioli!” Riba é James,
Sirius e Remus si arrampicarono sul treno proprio mentre fischiava la
guardia. “Linguaggio!” Lily disse di nuovo, “Onestamente, James, hai
davvero bisogno di iniziare a crescere quest’anno, sei maggiorenne,
devi iniziare a contener …”
“Non è brillante?!” James sorrise a Remus, che ora era seduto sul piano
della carrozza, riprendendo fiato. Sirius era chino, le mani sulle sue
ginocchia, sembrando scioccamente non Sirius; rosso in faccia, capelli
ovunque. James li guardò entrambi, incrociando le braccia, i dis n vi di
Caposcuola e Capitano di Quidditch luccicavano sulle sue ves scure.
“Allora dov’eri?”
“Te l’avevo de o. Concerto.” Sirius sbuffò.
“Quale band?”
“Non li conosci. Band Babbana.”
“Perché non siete torna ieri sera? Dove avete dormito?!”
Sirius lanciò uno sguardo nervoso a Remus, e Remus poté vedere che
stava per confessare tu o. Si alzò velocemente,
“Non abbiamo dormito. È andato avan tu a la no e. Abbiamo fa o
colazione e poi siamo arriva subito qui.”
Sirius lo fissò sbalordito prima di annuire. James scosse il suo capo.
“Da psicopa ci. E pericoloso. Seriamente, ragazzi, non fatelo più “.
“Non lo faremo più.” Mormorò Sirius, guardandosi i piedi.
Lily era apparsa nel loro scompar mento, le mani sui fianchi, bellissima
e terrificante.
“Po er.” Disse, “Dobbiamo guidare la riunione.”
“Hai ragione!” James sorrise, dimen candosi completamente dei suoi
due amici senza fiato, seguendo la rossa verso la carrozza dei Prefe .
“Ci vediamo dopo, ragazzi!” disse distra amente. “Sei davvero un
bravo bugiardo,” disse Sirius a Remus.
Forse era la mancanza di sonno, o il dolore all’anca, ma questa
affermazione Remus la prese nel modo sbagliato.

437

“Cosa dovrebbe significare?!” aveva sbo ato.
“Niente.” Sirius abbassò di nuovo lo sguardo. “Dai, troviamo Pete.”
Peter era seduto con Mary, Marlene e Dorcas nella carrozza da cui Lily
era appena uscita.
“Pensavamo che avres perso il treno!” Disse Marlene, quando Remus
e Sirius furono entra nello scompar mento.
“Mi conosci, McKinnon,” Sirius fece il suo sorriso più affascinante, “Mi
piace fare un’entrata di scena.”
“E ora stai trascinando il povero Remus con te,” Mary rise, “Vieni a
seder qui, Lupin, proteggerò io da quel delinquente.”

438
Lei si spostò un po’ per fare spazio a Remus vicino al finestrino. Remus
si sede e con gra tudine.
“Dov’eravate?” Peter chiese, “Mi avete lasciato solo con Lily e James.
Avrei anche potuto essere un fantasma che non se ne sarebbero
accor .” “Lavoro da fare. Siamo rimas fuori fino a tardi. Non abbiamo
dormito.” Sirius agitò una mano, sbadigliando. Si sede e di fronte a
Remus, e incrociò le braccia, appoggiandosi stancamente al finestrino.
Il treno iniziò a muoversi, e Remus chiuse gli occhi - perché era esausto,
ma anche perché in quel modo non doveva più rispondere a domande
su dove era stato. Le ragazze iniziarono a parlare più piano, e alla fine si
addormentò. Quando si svegliò, erano già in Scozia, oltre le scure
colline ondulate mentre un’ondata di pioggia colpiva le finestre.
Sirius era raggomitolato sul sedile di fronte a lui, completamente
nascosto so o i mantelli di tu gli altri. Remus poteva sen rlo respirare
in modo regolare.
Mary stava aprendo la porta mentre Remus si s racchiava, salutandola
con la mano in modo assonnato. Sorrise e ricambiò il saluto, ma
sembrava seria.
Marlene aggro ò la fronte,
“Che cosa succede?”
“Ho appena visto Lily,” mormorò Mary, “è successo qualcosa carrozza
dei Prefe .” Guardò Sirius, ancora so o i mantelli, e abbassò la voce
ancora di più in modo che Remus e Marlene dove ero piegarsi in avan
per riuscire a sen re. “James e Regulus hanno li gato. Stanno entrambi
bene, ma è andato tu o per il verso sbagliato, a quanto pare ... Regulus
stava dicendo cose davvero pazze, Lily era davvero scossa.”
“È uno di loro”, sussurrò Marlene, sembrando ansiosa, “La famiglia
Black sono i più for sostenitori di Tu-sai-chi, lo sanno tu .”
“Shh.” Remus disse velocemente, “Non sappiamo di cosa si tra asse.
Potrebbe non essere nulla.”
Dopo di che le ragazze si zi rono, ma si con nuarono a scambiare altri
sguardi preoccupa e Remus potevano dire che pensavano che fosse
ingenuo.
Si appoggiò allo schienale e guardò fuori dalla finestra per un po’,
ascoltando il ba to cardiaco tranquillo di Sirius, preoccupandosi per
Grant e desiderando di aver lasciato tu e le cose peggiori dietro di loro.

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Tuoni  
Né Remus, né Peter - che era stato anche lui nella carrozza - dissero
nulla a Sirius riguardo alle informazioni di Mary. Peter probabilmente
taceva perché non era sicuro di quanto valide fossero le informazioni.
Remus rimase zi o perché era un codardo, e se dovessero esserci state
ca ve no zie, preferirebbe che gliele avrebbe de e James.
E infa , James li incontrò sul binario del treno con un occhio molto
rosso e l’uniforme scolas ca sgualcita.
“Cosa è successo?” Sirius sbadigliò, ignaro.
“Te lo dico dopo.” Mormorò James, prima di correre per unirsi a Lily nel
gregge di primi anni e guidarli nella giusta direzione.
Stava ancora piovendo leggermente, e stava già diventando buio -
Remus era molto contento di non a raversare il lago. Tu avia, provava
una sensazione agrodolce, arrampicandosi nel carrozze senza cavalli per
l’ul ma volta con Sirius, Mary e Marlene (Peter aveva deciso di andare
al castello con Dorcas e le sue amiche). Appena entra nel cor le del
castello Remus guardò la pietra torreggiante e si chiedeva se questo
sarebbe stato il suo ul mo ricordo dell’arrivo a Hogwarts. Forse
sarebbero torna tu per una festa di riunione tra dieci anni.
Remus cercò di prestare a enzione alla cerimonia di smistamento, ai
primi anni nervosi, al vecchio cappello malconcio e al volto severo ma
premuroso della McGrani . Cercò di imprimere ogni momento nella
sua memoria, ma non era stato così facile; c’erano così tante distrazioni.
In primo luogo, c’era la ques one dell’occhio di James, che ancora non
aveva spiegato. Poi Regulus, che era vistosamente assente. Piton, torvo
come sempre, i suo occhi che non lasciano mai la nuca di Lily Evans.
Christopher, che con nuava a cercare di ca urare lo sguardo di Remus,
in più c’era Sirius, che era completamente all’oscuro di tu o, ed era
semplicemente entusiasta di essere tornato a Hogwarts; la sua vera
casa. Remus stava cercando di godersi il buonumore di Sirius senza
guardare troppo insistentemente. Era una vera arte.
Proprio quando Silente annunciò che la cena era stata servita, la porta
della Sala Grande si aprì. Tu e le teste si voltarono per vedere - tranne
Remus, che non aveva bisogno, gli basto guardare il sorriso di Sirius
morirgli in volto per capire chi fosse.

440
Regulus non si affre ò ad andare al suo posto, come probabilmente
avrebbe fa o Remus, imbarazzato di aver a rato l’a enzione.
No. Regulus era un Black in tu o e per tu o e camminò con il suo solito
portamento regale, lentamente e con determinazione, a testa alta. Non
c’erano prove che James avesse fa o danni, ma Remus pensava che Reg
fosse ancora più pallido del solito e più scuro intorno agli occhi come se
ul mamente avesse dormito molto poco. Gli studen del sesto anno di
Serpeverde avevano fa o un grande spe acolo solo per lui, come se
fosse un ospite d’onore, piu osto che il loro compagno di scuola. Anche
l’a enzione di Piton fu momentaneamente deviata, mentre si sporgeva
per stringere la mano di Regulus.
Tu o ciò richiese solo pochi istan , ma lasciò un segno indelebile ai
ragazzi del se mo anno di Grifondoro, mentre tu guardavano Sirius
con diffidenza.
“Amico,” disse James, molto piano, “ho bisogno di dir una cosa, più
tardi. In privato.” Alzò lo sguardo verso Remus e Peter mentre diceva
questo, in modo che sapessero che erano sta inclusi in questo.
Sirius annuì e tenne la testa bassa per il resto del pasto raccogliendo il
suo cibo. Il cuore di Remus soffriva, ma non c’era niente che potesse
fare. Il suo senso di separazione era stato inavver tamente esacerbato
da Lily e James, che con nuavano a stringersi le mani so o il tavolo.
Remus non sapeva quando lui e Sirius avrebbero avuto la possibilità di
restare soli. Dopo cena c’era stata un’a esa quasi insopportabile
mentre Lily e James finivano i loro nuovi doveri di Caposcuola. Remus
stava annuendo nella sua poltrona, non riuscendo a concentrarsi sul
suo testo NEWT di Cura delle Creature Magiche, le sue palpebre
stavano diventando sempre più pesan . “Psst, Moony,” James lo
svegliò, infine, con una leggera scossa, “Dai, siamo tu pron .”
Remus sba é le palpebre, fissandosi sorpreso - la Sala Comune era
quasi del tu o vuota.
Al piano di sopra nella loro camera da le o, erano arriva tu i loro
bauli, i le erano fa e i pigiami ai loro pos . La pioggia ba eva ancora
sui vetri delle finestre e Remus poteva sen re l’odore di una tempesta
in arrivo - l’ele ricità e la pressione facevano sen re l’aria densa e
vicina.
Sirius stava camminando avan e indietro, e sebbene una finestra fosse
aperta la stanza puzzava di sigare e. Ad un certo punto si era fa o la
doccia, i suoi capelli erano ancora umidi alle estremità e gocciolavano
sulla maglie a marrone che indossava. Peter stava uscendo dal bagno,
già in pigiama e odorava debolmente di den fricio.

441
“Non mi hai svegliato.” Disse Remus in tono neutrale a Sirius.
Sirius si strinse nelle spalle, con noncuranza, sedendosi sul suo le o,
“Sembravi a tuo agio.” Lui si rivolse a James. “Beh?”
“Si tra a di Regulus,” disse James, senza ba ere ciglio.
“Ti ha fa o lui questo?” Sirius si riferì all’occhio nero di James ora molto
più visibile.
“Si.” James annuì. Sembrava arrabbiato - una strana emozione su
James.
“Sì, abbiamo pronunciato qualche parola nella carrozza dei Prefe ...”
“Qualche parola.”
“Sì,” la mascella di James era serrata e la parte posteriore del suo collo
era arrossata. Lui piegò i pugni, “Sembra che Regulus e alcuni dei suoi
amici abbiano avuto un problema con il fa o che Evans è Caposcuola.”
“Oh no,” disse Peter, rendendosi conto di quello che era successo,
“James, non ha ...”
“Erano tu e chiacchiere.” Disse James.
“Ma tu non lo eri.” Disse Sirius. Era ancora seduto sul le o, con le spalle
accasciate.
“Prongs!” Remus sospirò, impaziente, “Non l’hai a accato per primo?!
Lo sai che è esa amente ciò che tu vogliono. Lo avres solo dovuto
ignorare.” “Non ha reso le cose molto facili.” James sca ò, ancora ferito.
“Comunque, non preoccupar , ho avuto tu o questo da Lily.”
Remus si chiese cosa avesse da dire lei - non poteva immaginare che
avrebbe preso molto tranquillamente il fa o che James che
interpretava il cavaliere bianco. Ma allora, Mary aveva de o di essere
rimasta molto scossa. “Non gli ho fa o male, comunque”, James disse.
Aveva iniziato a camminare per la stanza, ora che Sirius si era fermato.
“Volevo solo farlo tacere - stavo per usare silencio, o per flagellargli la
bocca, sai - ma il piccolo furbastro l’ha schivato e ha cercato di
a accarmi a sua volta, quindi ho usato le gambe di gela na. È stato
allora che Mulciber ha a accato me, ed Evans ci ha pietrificato tu e
tre. Solo per pochi minu . Tu avia, ho colpito Regulus, quindi è dovuto
andare in infermeria ed è tu o.” “Sei nei guai?” Chiese Peter,
mordendosi le unghie.
“Nah”, James agitò una mano, “Un sacco di tes moni hanno de o che
Reg mi stava provocando chiedendomi pra camente di reagire, e alla
fine è stato Grifondoro contro Serpeverde, quindi la McGrani e
Lumacorno hanno

442
deciso di darci un’altra possibilità e di ‘essere civili’.”
Fece una smorfia a questo.
“Ma Reg sta bene?” Chiese Sirius, piano.
“Sì, sta bene.” James annuì. Smise di muoversi e si gra ò la testa,
goffamente, “C’è qualcos’altro, però ...”
Sirius alzò lo sguardo. Le sue braccia erano incrociate sul corpo, ma non
in tono di sfida - più come per proteggersi.
“Che cosa?”

443

Regulus, quando Lily lo ha pietrificato, è caduto e abbiamo dovuto
sollevarlo su un sedile. Si era rimboccato le maniche per duellare e
quando l’ho spostato ho visto … ho visto ... sul suo braccio ...”
“Prongs?” Sirius stava fissando il suo amico con un tale bruciore negli
occhi che le sue pupille erano in fiamme - sembrava disperato, come se
volesse che James non glielo dicesse.
“Ha il segno.”
Peter fece un rumore e si sede e sul le o. Remus si morse il labbro, e
rimase fermo, perché non riusciva a pensare a nient’altro da fare che
non lo avrebbe fa o sembrare sospe oso.
Sirius deglu - Remus poteva vedere il peso del pomo d’Adamo - poi
guardò giù, poi di nuovo James. Adesso sembrava provocatorio. Aveva
fa o un’altra scrollata di spalle, che probabilmente doveva essere
casuale, tranne che stava ancora abbracciando sé stesso, quindi
sembrava semplicemente petulante. Scosse i capelli,
“Bene allora.” Disse, “Supponiamo che sappiamo come la mia famiglia
ha trascorso l’estate, poi. Bene. Va bene. Ha scelto la sua parte. E io ho
scelto la mia.” Annuì, come se d’accordo con se stesso. “Bene.” Ripetè.
“Padfoot”, James si rivolse al suo amico, “Sono arrabbiato con Reg,
okay? Io non ... non ha niente a che fare con te, tu sanno che non sei
uno di loro.”
“Lo so.” Disse Sirius, quasi violentemente. “Va bene.” Strinse le mani
più stre e sulle sue braccia e Remus si sen stordito dall’urgenza di
correre e avvolgere le sue braccia intorno a lui. “Evans sta bene?”
“Sì, sta bene.” James disse: “Voglio dire, penso che fosse ferita, ma ...
beh, lo sai è più dura di me. Con la testa sulle spalle anche so o
pressione.”
“Vuoi che ci parli? Con Reg, voglio dire?”
“Io lascerei stare, amico,” James scosse la testa. “La McGrani e
Lumacorno sanno tu o ora, peggiorerai solo le cose.”
“Tu o?” Sirius alzò di nuovo lo sguardo. I bordi dei suoi occhi erano
rossi, ma quello potrebbe essere dovuto solo per stanchezza.
“Non tu o,” ammise James, “Non del marchio, volevo andarmene, e
dipende da te ...”
“... Okay.” Sirius abbassò di nuovo lo sguardo. Rimasero tu in silenzio
per molto tempo, prima che James ci riprovò, eroicamente.
“Vuoi parlarne?”
“No.” Sirius rispose. “Voglio solo andare a le o.”
“Sì, buona idea.” Disse James, passandosi le dita tra i capelli.

444
Stava facendo la solita cosa di James: assumersi la responsabilità,
valutare e ges re la cosa - Sirius - ma il vento era ovviamente fuori dalle
sue vele.
Non era sicuro su cosa fare. Remus avrebbe voluto poterglielo dire,
telepa camente; lui sapeva esa amente quale era la cosa giusta da
fare. Ma era una ca va idea. Non c’è bisogno di aggiungere altro peso
al mucchio. Avrebbe semplicemente dovuto aspe are.
Si prepararono tu per andare a le o in silenzio, disfarono alcune cose,
reclamando il loro spazio sul bancone del bagno, sistemandosi
nuovamente nella confortevole stanza familiare in cui avevano
condiviso un’intera infanzia.
Remus fece una doccia veloce, per lavarsi di dosso Londra, poi si lavò i
den e si ves per andare a le o.
Quando aprì di nuovo la porta, trovò le tende chiuse tu ’intorno ai le
tranne al suo. Il russare leggero proveniva da Peter, ma James e Sirius
erano ancora svegli. Se Remus si fosse concentrato molto, avrebbe
potuto anche percepire come erano sdraia - James sulla schiena,
lanciando il suo fortunato boccino d’oro su e giù, Sirius rannicchiato su
un fianco - e quanto erano rilassa - affa o al momento. Quella
sembrava un’invasione della privacy, però, quindi cercò solo di strisciare
il più silenziosamente possibile nel suo le o a baldacchino, in a esa di
un vero e proprio riposo.
Non ebbe molta fortuna.
“Remus.” La testa di Sirius spuntò da dietro le sue tende. Remus si
voltò, “Sirius.” Sussurrò di rimando.
Sirius si chiuse la tenda del suo le o e - dopo una rapida occhiata agli
altri - Remus vi si arrampicò il più ordinatamente possibile. Dentro era
buio pesto, ma poteva vedere ancora la calda sagoma di Sirius,
inginocchiata davan a lui. Agitò la bacche a.
“Muffliato.”
“James non si è ancora addormentato.” L’avver Remus, “Sei sicuro di
volermi qui ...”
“Sì,” rispose Sirius, “Per favore resta, solo per un po’.”
Allungò la mano e afferrò quella di Remus, stringendola. Remus cede e
e finalmente mise le braccia intorno a Sirius, randolo più vicino. Fu un
immenso sollievo.
“Mi dispiace tanto per Reg.”
“Non è nemmeno maggiorenne!”
“Lo so.”

445

Si separarono e si sede ero a gambe incrociate, uno di fronte all’altro.
La testa di Sirius era china, i capelli gli coprivano il viso. Probabilmente
ricordava quanto bene Remus poteva vedere nell’oscurità.
“Non posso crederci ... so che è stupido, avrei dovuto saperlo sin
dall’inizio, ma ... non so, suppongo di aver solo sperato che lui ...”
Non è stupido.” Disse Remus. “E non sappiamo se si sia unito
volontariamente. Ricorda cosa hanno fa o quando volevano che
unissi a lui.”
Sirius sussultò, ma non si allontanò.
“Si.” Mormorò. “Dubito che siano arriva a così tanto con Reg. È
sempre stato ... lui era sempre più acce ato di me. L’intero circo;
l’approvazione dei nostri genitori, il rispe o che ricevi dai purosangue
solo per essere un Black. Ci piace essere popolari e poten . Ha solo
senso. Ecco perché siamo tu
Serpeverde.”
“Non sei un Serpeverde.”
“No lo non sono.” Sirius espirò, tremante, “Pensavo ...”
“Che cosa?”
“Pensavo ... forse non sono stato smistato in Grifondoro perché sono
coraggioso, o cavalleresco, come lo è James. Forse semplicemente non
ero il benvenuto in Serpeverde perché non ho l’ambizione.”
“Ambizione?!” Remus lo fissò, “Sirius, quello che Reg sta facendo, non è
... non è niente di cui essere orgogliosi. È codardo; sta facendo
esa amente quello per cui è stato educato, senza pensare, senza fare
domande. “
“Si ma--”
“E tu sei la persona più coraggiosa che conosco.”
“Moony …”
“Ne sono veramente convinto.” Remus lo disse con tale serietà da
fermare Sirius nel pensieri.
“Grazie.” Sirius sorrise. Si protese di nuovo in avan , rando il tessuto
dei pantaloni del pigiama di Remus. “Ho pensato che tacere su te e me
sarebbe stata la cosa più difficile di quest’anno”, disse, “Dimen cando
della stupida guerra.”
“Si.” Remus non era sicuro di come rispondere. Avrebbe voluto poter
dimen care la guerra. Sirius lo guardò, percependo il suo disagio,

446
“È ancora difficile.” Disse, “Stare in silenzio”, le sue dita con nuavano a
giocare con la gamba dei pantaloni di Remus. “Mi sento come se
fossimo così distan , quando gli altri sono in giro.”
“Siamo abbastanza vicini in questo momento.” Si offrì Remus, sperando
di riuscire a rarlo su di morale, almeno per un po’.
Funzionò. Sirius lo prese come un invito e alla fine incontrò il suo
sguardo, sorridendo.
Si chinò in avan e quando le loro labbra si incontrarono Remus si
costrinse a dimen care tu o il resto, solo per un po’.
In seguito, si ritrovarono a strisciare so o le coperte per riscaldarsi,
assonna e affe uosi.

447

Non dovrei me ermi troppo a comodo,” Remus sbadigliò, “è meglio
che torni nel mio le o.”
“Non ancora,” sussurrò Sirius, midamente.
“Okay.” I suoi occhi erano però molto pesan . Era in serio pericolo di
addormentarsi.
“Remus?”
“Mmh.”
“Dimmi un segreto.” Le dita di Sirius si arricciarono a orno alle sue.
“Uhm. Non so.”
“Forza. Qualcosa di bello. Felice.”
“Ehm ...” Forse era il momento giusto. Non gli piaceva parlare della
famiglia Black, ma dopotu o, non si tra ava di Regulus o Walpurga.
“Potrei dir qualcosa che ho fa o nel mio secondo anno, se non
arrabbi ...”
“Che cosa hai fa o?”
“Prome che non arrabbierai. È un po’ ... beh, ricorda che avevo
tredici anni e volevo solo aiutare. “
“Merlino, Moony, dimmelo e basta!”
“Narcissa,” disse, “io ehm ... le ho dato l’idea di usare il voto
infrangibile. Sai, per uscire dal fidanzamento. “
Il fidanzamento, non il tuo fidanzamento, perché era ancora troppo
doloroso.
Sirius era tranquillo. Remus si morse il labbro e girò la testa sul cuscino
per guardare il viso di Sirius.
“Mi dispiace davvero per aver interferito ... ma tu mi avevi dato
l’incantesimo da leggere, ed eri così ... ho pensato che fossi così
fantas co e intelligente e coraggioso, per una volta volevo fare qualcosa
per aiutar .”
“Ma non volevi parlarmene?”
“Io, ehm ... no, non l’ho fa o. All’inizio non volevo vantarmene. Poi
passò tanto tempo, semplicemente non sembrava valesse la pena. “
“Moony!” Sirius espirò di nuovo - esasperato questa volta.
“Onestamente, tu e i tuoi segre !”
“Mi dispiace!”
“Non scusar ,” ridacchiò Sirius, sbadigliando di nuovo e spostandosi
leggermente per me ersi comodo, “Immagino di averlo chiesto. E ... è
malede amente impressionante. Non avrei potuto farlo, a tredici anni.”
“Beh, non l’hai fa o.” Remus sorrise.

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“Quindi sei davvero andato a parlare con mia cugina?”
“Si. Era terrificante.”
“Lo è ancora.” Sirius sbuffò. “Sono tu dannatamente terrifican .”
Non pensarci adesso,” lo rimproverò Remus, “O dovrò rallegrar di
nuovo, e stasera non riesco a pensare ad altri segre . “ “Ci sono altri
modi ...” Rispose Sirius, sornione.
Remus rise, sperando che il l’incantesimo di silenziamento fosse ancora
al sicuro. “Sgualdrina.”

449

Shopping di piume  
Venerdì 9 se embre 1977
“Se e anni. Se e anni in questa scuola. E non ho imparato niente.”
Disse Remus, mentre cercava frene camente il giusto passaggio nei sui
libri di Storia.
Ce n’erano dodici aper e non riusciva a ricordarsi quale aveva la
migliore controargomentazione per l’a o di ricollocazione dei Pixie del
1382.
Se e dei libri erano aper sulla scrivania di fronte a lui, occupando la
maggior parte del posto. Altri cinque volteggiavano a mezz’aria,
all’altezza degli occhi in modo da riuscire facilmente a consultarli
quando ne avesse avuto bisogno.
“Se tu non hai imparato niente, allora che chance ha il resto di noi?”
Christopher sorrise pacificamente dal suo posto sul pavimento. Era
seduto a gambe incrociate con il libro sul tappeto davan a lui.
“Non ho imparato niente di u le” Remus gli rispose, impaziente mentre
cercava ancora.
“Come facciamo a definire cosa è u le e cosa non lo è?”
“Tu o ciò che mi aiutera a superare i miei NEWT”
“Oh perché sei davvero incasinato nei tuoi GUFO …” disse Christopher
sarcas camente.
“I NEWT sono una cosa completamente diversa” Remus disse di
rimando, finalmente aveva individuato il passaggio di cui aveva bisogno,
adesso invece aveva perso la penna.
“Fo utamente stancante” trovò la sua penna - che era dietro il suo
orecchio, abbastanza imbarazzante - ma adesso … “Merda.”
“Che cosa?” Christopher alzò la testa
“Ho perso il calamaio …”
“Dovres procurar una delle penne autoinchiostran . Possiamo
andare a vedere a Hogsmeade il prossimo weekend, se va.” “Sì,
perché no …” Remus con nuò a sollevare i libri.
“Tieni, ho una ma ta se è solo per prendere appun …” Christopher
striscio ora so o la scrivania per trovare la sua borsa con dentro i libri.
Remus si sen un po’ in colpa per aver occupato tu o lo spazio.
“Scusa.” Disse, indietreggiando per un momento dalla follia.

450
“Va tu o bene. Andrà bene una volta che il gruppo di studio verrà
organizzato nuovamente …”
Parli da solo, Moony?” James e Sirius indossavano le divise del
Quiddich - Sirius era ancora ufficialmente fuori dalla squadra, ma niente
lo fermava dall’usare il campo nei giorni di riposo, e almento lo teneva
distra o. “Per le rugose palle di Merlino” disse Sirius, fissando la
scrivania. “Non puoi avere già così tanto lavoro dopo solo una
se mana?!” “Leggo oltre le mie materie” Remus rispose, di nuovo
irritato
“Ecco qui, Remus.” Christopher riapparse da so o la scrivania,
porgendogli la ma ta.
“Perfe o!” Remus la prese e iniziò a scrivere sulle pergamente a orno
a lui. “Oh, ciao Black.” Chistopher lo salutò educatamente, abbassando
la testa. Remus alzò lo sguardo in una mezza smorfia. Sirius stava
guardando Christophere con noia e un po’ di disprezzo.
“Ciao” Lui annuì. Poi si girò verso Remus “Gruppo di studio?”
“No, solo ordinario studio per oggi” spiegò Remus “Ma stavo già
dicendo che avremmo dovuto organizzare presto un incontro, se le
persone vogliono ancora farlo.”
“Ma certo che lo faranno!” disse Cristopher con entusiasmo “Hai fa o
passare i GUFO a metà di noi l’anno scorso.”
“Si” disse Sirius, di punto in bianco. Sembrava pensieroso, qualcosa di
pericoloso. “Si, mi sa che verrò anche io quest’anno. Cosa ne pensi,
Prongs?” James alzò gli occhi dal divano, dove stava lucidando la
propria scopa.
“Amico, sono già abbastanza impegnato! Scusa, Remus.”
Remus si strinse nelle spalle, poi si girò verso Sirius,
“Odierai stare in un gruppo di studio.”
“Beh non lo saprò finché non provo, vero? E tu hai sempre de o che
questo era un anno importante.”
“Mmh, lo dico già da tre anni, in realtà …”
“E finalmente ci siamo!” Sirius sorrise. Quel sorriso alla Sirius Black.
Anche con tu o quello che c’era tra loro adesso era completamente
disarmante.
“Oltretu o,” Sirius con nuò, guardando Christoper ora, “Potrei essere
in grado di impar re un po’ della mia divina saggezza.”
Remus non discusse oltre. Aveva già capito la lezione - non potevi dire
niente a Sirius; doveva solo lasciarlo risolvere da solo.

451

E sì, lui probabilmente voleva unirsi al gruppo di studio perché c’era
Christopher, ma dopotu o Sirius aveva scelto di mantenere la loro
relazione segreta quindi Sirius stava scegliendo di fingere di fare i
compi . Remus avrebbe semplicemente acce ato.
Nel fra empo, Remus si sen va come se stesse zoppicando a raverso
la prima metà del termine. Non era così sopraffa o dal suo curriculum
sin dal suo primo anno. Tu o sembrava dieci volte più compicato di
quanto lo fosse stato l’anno prima, e i requisi per il saggio erano più
lunghi di almeno 25 cen metri.
Lui si sen improvvisamente molto in colpa per aver passato l’intera
estate a rilassarsi e a compiacersi, quando il tempo era passato
velocemente. Anche dopo aver abbandonato Pozioni, Astrologia e
Erbologia, c’era ancora Aritmanzia, Storia, Trasfigurazione, Difesa
Contro le Ar Oscure e Cura delle Creature Magiche, tu o ciò sembrava
essere arrivato a un livello molto più difficile dello scorso anno. Per non
parlare delle lezioni extra che stava prendendo con Madama Chips.
Non per la prima volta, Remus era estremamente grato di non erssere
più un Prefe o, mentre si ritrovava a passare quasi tu o il suo tempo
all’interno della biblioteca, strizzando gli occhi su tes an chi con la
polvere tra i capelli. Era rimasto anche durante le lezioni libere, metà
della sua pausa pranzo, e rimase li fino a quando Madama Pince lo
aveva cacciato.
Alla fine, era entusiasta di incontrare di nuovo il suo gruppo di studio,
solo per avere un po’ di compagnia umana.
“Ecco !” Christopher lo incontrò fuori dalla classe di Incantesimi dopo
le lezioni del giovedì.
Il Professor Vi ous era stato così gen le da lasciargli l’aula libera per
tu o l’anno. (“Non ho dubbi che un giorno avrai una classe tu a tua,
giovane Lupin!” Il minuscolo insegnante aveva squi to allegramente.
Remus arrossì e non commentò. Un giorno il suo segreto sarebbe stato
svelato; tu avrebbero saputo perché lui non era ada o a fare
l’insegnante, o addiri ura ad essere in una scuola.)
“Eccomi,” rispose Remus a Chris con un sorriso, “Mi stavi cercando?”
“Non par colarmente, solo che non ho visto molto nell’ul ma
se mana, nemmeno in Sala Comune.”
“Sono stato a leggere per un’ora ogni no e,” disse Remus, “… ma solo
una volta, la biblioteca era chiusa.” Quella volta Sirius era sceso
sbadigliando all’una dicendogli di andare a le o.

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“Dedizione ammirevole,” Christopher annui mentre gli altri entravano
nella stanza e iniziavano a riorganizzarla a loro piacimento. “Ma non
andare troppo veloce, okay? Prova a diversir , è il tuo ul mo anno!”
“Mi piace studiare.” Disse Remus, in modo deciso e rando fuori i suoi
libri dalla borsa. Non era esa amente una bugia, ma sapeva che lo
avrebbe potuto sembrare.
La verità era; lui sapeva che stava lavorando più duramente del
necessario, e per molte ore. Ma era meglio che stare sveglio tu a la
no e a preoccuparsi di vari altri problemi che lo affliggevano.

453
Non aveva ancora avuto no zie di Grant, anche se probabilmente era
colpa della posta babbana. Non aveva più pensato a sua madre, anche
se sapeva che prima o poi avrebbe dovuto farlo. C’erano state tre
segnalazioni di a acchi di lupi mannari durante l’estate, e un arresto
fa o. Alla fine, i NEWT erano l’unica cosa che Remus pensava che
sarebbe riuscito a fare in quel momento.
E in realtà non pensava di essere veramente mancato a qualcuno,
esa amente - dopotu o anche gli altri erano molto impegna . Lily e
James avevano molte responsabilità oltre il loro NEWT. Lily era tu a
presa da Pozioni Avanzate, James invece dal Quiddich. Peter e Dorcas
erano in un momento di ra e molla e Marlene stava lavorando più
duramente che mai quest’anno in vista degli esami di ammissione alla
Healer Academy. Mary, ovviamente, aveva un nuovo ragazzo che la
teneva occupata.
“Hai bisogno di una pausa.” Disse Christopher, sedendosi da parte a
Remus. “È tu o quello che sto dicendo.”
“Okay”, Remus annui, come se stesse davvero prendendo in
considerazione la cosa.
Era facile parlare per Christopher, lui era purosangue. Anche se non
avesse lavorato duramente adesso a scuola avrebbe sicuramente
trovato un posto comodo al Ministero finita la scuola.
Se Remus avesse lavorato ad ogni ora del giorno, e avesse o enuto una
‘O’ in ogni NEWT, non vedeva comunque un futuro oltre a un possibile
lavoro part- me o dal dipendere dall’aiuto dei suoi amici.
Questo solo se Greyback non lo avesse trovato prima, o se il Ministero
non lo avrebbe rinchiuso.
Gli altri studen iniziarono ad arrivare, quindi smisero di parlare. Era un
gruppo più piccolo dello scorso anno, ma erano ancora a orno alla
dozzina. Non ci si poteva aspe are che tu si sarebbero presenta la
prima se mana. Sirius arrivò, con sorpresa di Remus e per grande gioia
delle ragazze.
“Siedi qui, Sirius!” Martha Eriksson, una ragazza del quinto anno di
Tassorosso, lo salutò.
Sirius sorrise educatamente e acconsen , me endosi di fronte al posto
di Remus. Remus annuì e cercò di non tenere troppo a lungo il conta o
visivo primna di schiarirsi delicatamente la voce e di rivolgersi al resto
della stanza.
“Ciao a tu ,” sorrise guardandosi a orno, “È bello vedervi di nuovo.
Iniziamo scegliendo l’argomento? Qualcuno ha problemi con
qualcosa?” Quelli del quinto anno stavano avendo un bru o momento

454
con Astrologia, e Christopher si offrì volontario per guidarli a raverlo le
teorie di Eudosso sul movimento planetario. Quelli del terzo e del sesto
anno erano messi male con Storia, e quelli del secondo anno volevano
aiuto con Trasfigurazione. “Okay,” disse Remus ai ragazzi del sesto anno,
“Se vi va bene aspe are un a mo aiuto veloce i ragazzi del secondo e
poi inizio--” “Posso farlo io,” disse Sirius improvvisamente.
“Veramente?” Remus era sorpreso, gli occhi spalanca e le sopracciglia
alzate.
“Veramente.” Rispose Sirius, “Sono più bravo di te a Trasfigurazione,
comunque.” “Oh, okay allora …”
Quelli del secondo anno sembravano conten di avere Sirius Black, con
la reputazione di ribelle e rubacuori scolas co, pagando per la loro
a enzione - anche se Martha Eriksson sembrava irritata.
La riunione, durata due ore, era andata molto bene secondo Remus.
Aveva provato a non fare troppo caso a Sirius, anche se c’erano molte
risate e rumori provenire dall’angolo della stanza. Alla fine tu
sembravano aver o enuto ciò che volevano o enere, e Sirius rimase
persino indietro per aiutare a riordinare la stanza.
“Starai bene qui?” chiese Chris a Remus, “Sarei di pa uglia con Lily”
“Staremo bene.” Disse Sirius, con quello che probabilmente pensava
fosse un sorriso molto dolce, ma al momento sembrava piu osto
maniacale. “Okay bene.” Christopher gli lanciò uno sguardo altezzoso,
prima di tornare a parlare con Remus, “Ci vediamo sabato per lo
shopping di piume?” “Fantas co, si, ci vediamo nella Sala Comune dopo
colazione.” Remus annui, aiutando Sirius a rime ere la scrivania al suo
posto.
“Ci vediamo!”
Non appena la porta si chiuse, Sirius interruppe quello che stava
facendo e mise le mani sui fianchi, era sbalordito.
“Andrai a Hogmeade con lui?!”
“Ho de o che l’avrei fa o.” Remus si accigliò, colto alla sprovvista, “Ho
bisogno di una nuova penna d’oca. Quale è il problema? Posso
incontrar dopo aver preso le penne, no?”
“Non saremmo soli, James e Peter saranno lì, non è come se stessi
andando in giro con te.”
“Lily e James saranno impegna tra di loro. E Peter con Dorcas anche,
probabilmente.”
Sirius era in serio pericolo di fare il broncio adesso. Remus sapeva che
avrebbe dovuto evitare di farglielo fare, se poteva.

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“Puoi venire con me e Christopher, se vuoi.” Disse.
Sirius fece una smorfia.
Shopping di piume.”
“Anche tu ne hai bisogno. L’unico mo vo per cui con nuo a rimenere
senza è perché tu con nui a perdere le mie.”
“Ma Moony …”
“Non sei geloso, vero?”
“Ovviamente no.” Sirius scosse la testa e tornò a occuparsi della
scrivania e usò la sua bacche a per far tornare tu o in ordine. “Verrò
anche io a fare
compere, allora.”
Remus si sen in colpa tu o d’un tra o.
“Vedrò se riesco a sbarazzarmi di Chris dopo. Oppure potremmo andare
avan per bere un drink?”
“Non andrò da Madama Rosmerta.” Disse Sirius cupamente, un pizzico
di umorismo tornò sul suo volto.
Remus sorrise e gli rò una pacca sulla spalla.
“Bene, o avrei dovuto sme ere di non-uscire con te.”
“Come se potessi.” Sirius gli prese il polso e lo rò verso di se,
baciandolo sulle labbra con ardore.
Oh, pensò Remus, non lo facciamo da un po’.
Si sen va veramente in colpa dopo. Forse Sirius aveva ragione - era così
preso da tu o il resto che finì per trascurare l’unica persona che
avrebbe potuto rendere il tu o più sopportabile.
Si separarono e Sirius lanciò un’occhiata alla porta, leccandosi le
labbra. “Devi scappare in biblioteca o da qualche altra parte?”
Remus scosse la testa e Sirius gli sorrise.
“Bene. Colloportus.”
La serratura della porta si chiuse di sca o.

Sabato 17 se embre 1977


“Hai incantato le tue diavolo di tende per tenerle chiuse, sei un
pazzo?!” la voce di James sveglio Remus e Sirius.

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Remus si alzò di sca o, con gli occhi spalanca . Fissò le tende che
tremavano mentre James cercava di entrate. Sirius ado ò un approccio
più casuale, rotolando lentamente e gemendo,
“Leva dalle palle, Po er.”
“Ti perderai la colazione!”
“Scendo tra un po’”
“Oggi si va a Hogsmeade, ricordatelo! Forza, ci vediamo in Sala Comune
alle dieci in punto.” “Vaffanculo Prongs.”
“Affascinante.” James borbo ò, ma le tende smisero di tremare e dopo
un po’ si poterono sen re i suoi passi che si dirigevano fuori dalla
stanza, verso le scale.
Remus espirò. Si preme e una mano sul pe o sentendo ba ere forte il
suo cuore.
“Cristo.” Respirò.
“Un po’ nervoso Moony?” Sirius sorrise, rotolando sulla schiena e
allungando le braccia sopra la testa.
“Devo veramente sme erla di addormentarmi qui.”
“Stai tranquillo. L’incantesimo ha tenuto, non è vero?”
“Tu e James avete dei problemi di privacy” Remus rò via le pesan
lenzuola.
“Probabilmente. Hey, non andare!” Sirius allungo la mano verso il suo
braccio.
“Colazione!” Remus insiste e cercando le sue mutande.
Si lavarono, si ves rono e corsero giù nella Sala Grande, giusto in tempo
per prendere gli ul mi pezzi di pane tostato e qualche cucchiaiata di
porridge. “Me lo sarei aspe ato da Black, ma da parte tua Remus non
mi sarei mai immaginato che potessi mai perdere un pasto,” commentò
Lily, sfogliando la sua copia della Gazze a del Profeta.
“Ero rimasto a leggere fino a tardi.” Disse Remus “Posso dormire di più
il sabato, se voglio...”
“Non stavo dicendo che non puoi.” Si lamentò lei, come se lui fosse
ipersensibile. Abbassò il giornale: “Ieri sera stavo pa ugliando i corridoi
con Christopher Barley, mi ha de o che andate a Hogsmeade insieme
oggi …” “Mmph?” Remus la guardò, la bocca piena di toast e miele.
Che diavoleria è mai questa? Tu adesso lo stavano guardando con
diverse graduazioni di curiosità. Lui deglu .
“Si. Solo da Scrivensha , ho bisogno di una nuova piuma.”
“Ci vai piu osto d’accordo, o no?” Lily chiese, innocentemente.

457

“Facciamo assieme il gruppo di studio …”
“Te l’ha chiesto, Remus?” Mary si unì alla conversazione.
“E questo cosa c’entra?”
“Oh, andiamo,” sorrise, “Chris è decisamente … lo sai; ‘quel modo’. In
quel campo.”
“Lo è?” chiese Remus, a disagio. “Non l’avevo notato. Andiamo solo a
comprare delle penne, nient’altro.”
“Ma se gli piaci--”
Merlino, lascialo stare, eh?!” disse Sirius accaldato, fissando le ragazze,
“Solo perché Christopher è … qualunque cosa, non significa che Moony
debba uscire automa camente con lui. Non è così disperato.” “Hey”
disse Remus, interrompendolo, “Chi dice che sono disperato?!”
“Esa amente.” Sirius annuì, “Vedi? Non è interessato.”
“Oh ma Chris è davvero gen le,” disse Lily, “pensavo che sareste sta
una bella coppia. Interessi simili e quant’altro.”
“Forse Moony non vuole uscire con una persona così.” Sirius
intervenne, posando la sua tazza di caffè un po’ più forte del
necessario.
Remus mise di nascosto una mano su ginocchio so o il tavolo,
sperando di farlo calmare. Sirius gli lanciò un’occhiata, poi abbassò lo
sguardo sul suo pia o. Per fortuna aveva capito il messaggio.
“Non puoi far infas dire da questo genere di cose.” Sussurrò Remus
mentre tornavano alla Sala Comune, non appena gli altri furono fuori
portata d’orecchio.
“Dovrebbe disturbare te.” Rispose Sirius, ancora irritato.
“Si, ma hai bisogno di imparare ad essere più discreto se vogliamo--”
“Oh, siamo torna di nuovo su questo.” Sirius sosprirò pesantemente,
“Mi dispiace di non essere così bravo in tu e queste stronzate so o
copertura come te.”
“Che cosa?!” Remus lo fissò. Sirius si ficcò le mani in tasca e borbo ò,
“Niente.” Accellerò il passo raggiungendo James e lasciando che Remus
camminasse da solo.
“Tu o bene?” Lily rallentò, mentre James e Sirius iniziarono a
chiacchierare animamente davan a loro. “Tu o bene.” Rispose
Remus.
Adesso era di ca vo umore. Chi credeva di essere Sirius, lamentandosi
di come era difficile mantenere un segreto quando era proprio suo
l’idea di mantenere un rapposto tranquillo? Dovrebbe semplicemente

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andare con Chris e ignorare Sirius per il resto della giornata - questo lo
avrebbe aiutato. “Cosa ha de o?” chiese Lily.
“Mh?”
“Sirius,” Lily fece un cenno con la testa verso ai due ragazzi dai capelli
neri che camminavano davan a loro, “Non sta facendo l’idiota? Perché
in questo caso darò a James il permesso di colpirlo, se sta facendo
l’idiota sul fa o che tu sei …”
“Oh, no, niente del genere,” Remus agitò una mano e si costrinse a
sorridere,
“Era su qualcos’altro. Cose stupide, non preoccupar .”
Christopher lo stava aspe ando nella Sala Comune, con un sorriso
mido sul volto. Remus gli sorrise di rimando, andando verso di lui.
“Pronto?” gli chiese raggiante.
“Sì,” Chris annui eccitato, “Ho fa o una lista di libri che vorrei guardare,
se va bene per te… Voglio dire, se hai tempo, prima di andare dai tuoi
amici
…”
“Anche tu sei mio amico, Chris.” Disse Remus, sperando che Sirius non
sen sse.
Era una bella e soleggiata giornata di se embre, con solo un po’ di
debole vento freddo, il che significava che quando gli studen
arrivarono al villagio era abbastanza caldo da togliersi i propri mantelli.
Remus tenne il suo, perche raramente si toglieva i vari stra ma Chris se
lo tolse una volta raggiunta la prima fila di negozi,
“Ooooh, guardalo!” un acuto ululato risuonò dietro di loro. Entrambi si
voltarono per vedere Barty Crouch e Regulus Black non molto lontano
mentre ridacchiavano in modo meschino.
“Ignorali.” Chris mormorò a Remus, “sono nella mia classe di Pozioni e
sono delle teste di cazzo.”
“Andiamo,” disse Remus, “vediamo un po’ la tua lista …”
Trascorsero insieme un paio d’ore che passarono piacevolmente senza
che nessuno li disturbasse. Remus comprò una delle fantasiose penne
autoinchiostran , oltre a una normale come riserva. Poi andarono in
libreria e Christopher comprò talmente tanto che dove e eseguire un
incantesimo di levitazione sulla sua borsa solo per riuscire a portare
tu o.
“Il mio baule è già quasi pieno”, rise, “con tu i libri babbani che ho
portato con me … hai già le o Altre voci, Altre stanze ?”
“No, non ho le o molto quest’estate …”

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Tu o stava andando abbastanza bene, finche non decisero di dirigersi
verso i Tre Manici di Scopa come ul ma tappa. Remus si sen va molto
più calmo nei confron di Sirius, essendosi calmato anche se adesso era
un po’ preoccupato nel vedere gli altri con Christopher.
“Lily ha de o che le avevi de o della nostra uscita a Hogsmeade …”
disse, casualmente.
Christopher aggro ò la fronte,
“Sì, credo sia uscito fuori durante una conversazione.”
“Sai, è una delle mie migliori amiche,” disse Remus, sperando di non
sembrare troppo accusatorio nei confron di Chris. “Quindi … lei sa che
sono gay …”
Mmh, sa che lo sono anche io.” Disse Christopher. “O almento credo
che lo sappia. Molte persone l’hanno capito prima di me, credo. Lily è
davvero una ragazza gen le, però.”
“Sì, vero,” annuì Remus. “Il fa o è che penso che pensasse che fosse …
ehm … sai, come se stessimo venendo a Hogsmeade insieme. Quindi …
solo, se vediamo i miei amici potrebbe comportarsi in modo un po’
buffo.” “Oh,” disse Chris sembrando confuso, “ Ehm .. preferires che
che non andassimo al pub, nel caso anche loro fossero lì?”
“No!” disse Remus velocemente, sapeva che stava sembrando un idiota
cercando di spiegarsi, “Volevo solo dire …”
“Arrivano!” Quella voce li interruppe ancora. Avevano appena svoltato
l’angolo quando si ritrovarono la strada bloccata da due ragazzi del
sesto anno di Serpeverde.
“Oh, va ene, va bene?” sospirò Remus impaziente. “Vai a cercare
qualcun altro da infas dire.”
“A ento, Loony Lupin,” ridacchò Regulus, “ Chrissy, ragazzo.”
Chris diventò di un rosso vivo e si guardò i piedi. In un impeto di rabbia,
Remus rò fuori la sua bacche a e ado ò una posizione da duello.
“Vaffanculo, Black!” gridò “O dirò alla mammina che giochi ancora a
Quiddich!”
Regulus si accigliò ed estrasse la sua bacche a.
“Sì,” aggiunse un’altra voce, “E io dirò a tu i tuoi raccapriccian
compagni come bagnavi il le o fino a dieci anni!” Sirius apparve alle
spalle di Remus. Remus rise.
“È verò?”
“Sì”

460
“Sta’ zi o!” Regulus scoppiò, arrabbiato. Non diventò rosso quando era
imbarazzato, ma diventò un po’ più pallido. “Flagrante!” “Protego!”
urlò Sirius, deviando la maledizione appena in tempo.
“Aspe a e vedrai!” Regulus ringhiò indietreggiando.
“Cosa farai, mi darai una punizione?” Sirius rise, “Sto tremando. Corri,
fratellino.”
Regulus strise i pugni.
“Tu non sei più mio fratello!” Sputò, mentre si voltava e si allontanava,
Barty lo seguì con l’aria infas dita dal fa o che non si fosse diver to.
“Mi si addice.” Disse Sirius piano e so ovoce, poi si rivolse a Remus e
Chris,
“Tre Manici di Scopa?”

461

La mente criminale
Non poteva essere una coincidenza che Sirius fosse apparso
asa amente al momento giusto, ma Remus era così sollevato al
momento che non ci penso più di tanto. Sirius era stato amichevole con
Chris, e Remus non voleva iniziare nessuna discussione. Qualunque
cosa fosse successa quella ma na era stato chiaramente un colpo di
fortuna; andava tu o bene, tu erano felici.
“Non posso credere che abbia ancora il permesso di essere un
Prefe o.” Disse Lily ferocemente quando sen cos’era successo con
Regulus. “È stato peggio degli scorsi anni - e non farmi iniziare a parlare
di quel ragazzo Crouch, mi fa venire i brividi.”
Rabbrividì visibilmente e James le mise un braccio a orno alle spalle in
modo galante.
Christopher si strinse nervosamente nelle spalle,
“Va tu o bene, posso ges re quei due idio .”
Non avevano menzionato cosa aveva de o Regulus durante i loro
scontro, so o richiesta di Chris. Tu avia sembrava un po’ sopraffa o,
seduto con tu e qua ro i Malandrini ai Tre Manici di Scopa. La
cerchia sociale di Chris era più piccola, e molto più tranquilla.
“Dovrei dare loro una bella lezione,” disse Sirius, facendo segno a
Madama Rosmerta per un altro giro di Burrobirra.
“Un altro,” Remus sussurrò, so ovoce.
“A che genere di cose stai pensando, Padfoot?” James si sporse in
avan sovraeccitato.
“Ho bisogno di pensarci molto bene” disse Sirius toccandosi il mento in
modo pensieroso, po un vecchio professore.
“Non facciamo scherzi da secoli,” disse Peter, con gli occhi luccican ,
“Non da quando … ehm …”
“Dal pus del bubotubero”, suggeri Remus, sorseggiando il suo drick.
“È meglio se copri le orecchie, Christopher,” Consingliò Lily
ironicamente, “Non c’è modo di fermarli una volta che sono in modalità
pianificazione.”

462
Remus le fece la linguaccia. Era abbastanza vero; lui aveva già iniziato a
sen re quelle familiari farfalle nello stomaco che riusciva a sen re
sempre ogni volta che i Malandrini si imbarcavano in una nuova
missione.
“Non farete male a nessuno … non è vero?” Chris guardò ansiosamente
verso Sirius e James, che stavano facendo il loro solito gioche o di

463
comunicazione telepa ca, sorridendo tra di loro e agitando le
sopracciglia come ma .
“Cosa stai cercando di dire?!” Sirius fece l’occhiolino, “Moony è il più
pericoloso.”
“Come osi.” Rispose Remus sorridento, “Tu sanno che siete voi tre a
portarmi fuori strada. Comunque è il se mo hanno e tu o quello che
potevamo fare l’abbiamo già fa o.”
“Abbi un po’ di immaginazione!” disse James, “Non posso credere che il
ragazzo che ha cambiato le eralmente il tempo solo per ridere dica
questo.” “Eri stato tu?!” Chris urlò, sembrando offeso.
“Non ho ‘le eralmente’ fa o nulla. Abbiamo solo giocato con gli
orologi.” “Quando avevi undici anni,” con nuò Sirius, “Da solo hai
organizzato e guidato un a acco di polvere pruriginosa su larga scala ai
ragazzi di
Serpeverde.”
“Semi di rosa canina.” Lo corresse Remus.
“E … “ aggiunse Peter, saltellando eccitato, “Sei stato tu quello che ha
perfezionato l’incantesimo di espansione del sapone quando abbiamo
fa o saltare in aria tu i bagni al secondo anno.”
“Okay, si, ho aiutato con quello … è stato un gioco di squadra!”
“Remus, non sei stato tu a inventare quell’incantesimo di scambio di
parole per farmare i Serpeverde insultavano gli altri?” chiese Lily,
sorridendogli dolcemente con la lingua in mezzo ai den . “Oh, mi è
piaciuto quello!” Chris si rallegrò un po’.
“Non ho inventato niente, ho semplicemente fa o una ricerca.”
“Vedi.” Disse James a Christopher. “Moony è la nostra mente criminale.
Senza di lui, non saremmo diventate le leggende che siamo adesso.”
Christopher fissò Remus, vedendolo in modo evidente so o una luce
completamente nuova. Remus sospirò pesantemente.
“Vi odio tu .”
“Questo vuol dire che ci aiuterai per il nostro prossimo colpo?”
“… Sì”
“Vi aiuterò anche io!” disse Chris, all’improvviso sembrando più felice di
quanto nno fosse da ore.
“Oh per l’amor del cielo.” Lily geme e. “Suppongo che qualcuno
farebbe meglio a monitorarvi, anche solo per la salute e la sicurezza …
Ci sto!” “Eccellente.” James era raggiante.
Remus sorrise a tu loro, cercando di ignorare la sensazione di ansia
crescente nel suo pe o.

464
Lunedì 3 o obre 1977

Caro Remus,
Scusa se non ho scri o prima, sono stato molto impegnato. Scusa
anche per la mia scri ura che fa pena. Sono al pub di mia zia Val a Hove
ed è molto carino. Mi sta perme endo di lavorare qui e di stare nella
stanza degli ospi ma spero di trasferirmi in un posto da solo quando
avrò accumulato abbastanza soldi. Spero che verrai a trovarmi quando
potrai. Se va puoi chiamarmi c’è un numero scri o so o.
Spero che la scuola vada bene e spero che Syri Sirus Siry (il tuo amico
con i capelli lunghi) si s a prendendo cura di te come tu hai fa o con
me.
Con amore da Grant Chapman.
P.S. È qui che è morto Marc Bolan? È stato un incidente d’auto e ho
pensato a te quando l’ho le o sperando che non fossi troppo triste.

Remus teneva in mano la le era, scri a su un pezzo di carta a righe


stre e strappato da un quaderno e sospirò di sollievo. Lo ripiegò
delicatamente e lo fece scrivolare nella sua borsa, sorridendo tra sé.
Grant era al sicuro. Grant era al sicuro.
“Da dove arriva?” chiese James, vedendo il sorrise di Remus.
“Da un amico del St Edmund’s,” rispose Remus.
Sirius alzò lo sguardo, e Remus fece un leggerissimo cenno del capo.
Anche Sirius sorrise, Remus si schiarì la gola e tornò alla sua colazione.
“Mark Bolan è morto.”
“Oh no!” dissero Mary, Lily, e Sirius all’unisono.
“Chi è …” iniziò James.
“Il cantante dei T.Rex.”
“Oh sì! Non era quella la band babbana di cui voi due eravate
ossessiona al primo anno?”
Mary balbe ò, alzando gli occhi al cielo,
“Malede purosangue.”

465
“Oi.” Disse Sirius dandole una gomitata sul braccio. “Questa è davvero
una no zia di merda, anche se. Ehi, io so cosa dovremmo far--” “No.”
Lily disse all’improvviso, “Conosco quello sguardo Black!”
“Che cosa?” dipinse sul vulto un’espressione innocente, ma Lily non si
lasciò ingannare. “Niente feste.”
“Oh andiamo, Evans, è per--”
“Ti dirò quello che ho de o a James.” Scosse la testa: “I compleanni
vanno bene ma non durante gli esami, e non si inizia così dall’inizio
dell’anno!” “Prongs?!” Sirius lanciò un’occhiataccia al suo amico.
James sembrava a disagio,
“Scusa amico, ho acce ato … sai da Caposcuola e tu o il resto …”
“Tradimento!” Sirius lo indicò dramma camente,
“Tradimento! Tradimento! E ancora tradimento!”
“Va bene, calma …” Lily si alzò. “Ti lascio fare il tuo compleanno, lascia
stare James.”
“Dove stai andando?” James la guardò.
“Pozioni.” Gli rispose, “Voglio arrivare presto per chiedere a Lumacorno
qualcosa.”
“Ti accompagno.” Anche James si alzò, impaziente. Sirius aggro ò la
fronte, ma James ora era ignaro. Prese la mano di Lily e senza
distogliere lo sguardo da lei disse, “Ci vediamo tra un po’, Pads? E ci
vediamo a pranzo, Moony
…”
“Ci vediamo,” Remus annuì allungando la mano per un altro saluto.
Sirius fisso la coppia mentre lasciavano la sala, le teste piegate vicine
mentre chiacchieravano.
“Puoi crederci?”
“Che cosa?” Remus imburrò il suo toast e meditò sui meri del miele
contro la marmellata.
“Prongs non vuole una festa!”
“Beh, è piu osto presto …”
“In questo momento l’anno scorso sarebbe stato favorevole. È lei.”
“Oh cielo,” Mary rise, “So cosa c’è che non va in te, Mr Black.”
“Non c’è niente di sbagliato in me, sono lo stesso di sempre, è--”
“Esa amente!” Inarcò le sopracciglia, “Non cambi mai, sei geloso.”
“P .” Sirius incrociò le braccia e si accovaccio sul posto. Le sue gambe
si stesero so o il tavolo e andarono a sba ere contro quelle di Remus.
“Come se potessi essere geloso di lui.”

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“Non di James,” Mary alzò gli occhi al cielo, “Tu sei geloso di Lily. Lei ha
preso il tuo migliore amico e adesso sen trascurato, vero?” Sirius si
zi , guardò in basso e poi di nuovo verso Mary.
“No.” Disse, molto ferocemente mentre si alzava. “Vado a Pozioni.”
Borbo o, allontanandosi dal tavolo della colazione. Mary sospirò
profondamente, in quel modo che facevano le ragazze quando
pensavano che i ragazzi fossero par colarmente o usi.
“Onestamente.” Chiese. “Sei d’accordo con me, vero Remus?”
Remus si strinse nelle spalle. Voleva solo fare colazione in pace. Mary
guardò anche lui.
“Ragazzi.” Disse esasperata, “Storpi emo vi, tu quan voi. Bene,
stama na ho delle ore libere, vado in biblioteca. Tu?
“Sì, ma avevo qualcos’altro che volevo fare.”
“Va bene,” sorrise, alzandosi e andandosene anche lei.
Finalmente solo, la mente di Remus iniziò a funzionale e l’inizio di
un’idea si stava formando. Non era esa amente in disaccordo con Lily:
le feste erano un’enorme distrazione, e non proprio giusto nei confron
di tu gli altri. Ma allo stesso tempo odiava vedere l’eccitazione svanire
dagli occhi di Sirius; in par colare per qualcosa che centra con James,
che era sempre stato una forza del tu o posi va nella sua vita.
Non poteva fare a meno di sen re che lui, Remus, poteva essere in
grado di fare qualcosa per rallegrare Sirius. Dopotu o aveva già fa o
cose più pazze. Ma cosa avrebbe potuto pianificare …
Per distrarsi, rilesse la le era di Grant mentre finiva di mangiare e
decise che avrebbe scri o una rapida risposta.

Caro Grant,
Grazie per la le era. Sono felice che tu o s a andando bene con tua
zia.
Mi farebbe piacere incontrar a Natale, se non lì, durante l’estate forse.
Proverò a chiamar non appena mi sarà possibile, si spera il primo fine
se mana di novembre. Che no zia di merda quella su Bolan! Grazie di
avermelo de o, non riusciamo ad avere questo genere di no zie qui. Ci
sen amo presto, Remus.

Per prima cosa l’avrebbe spedita ai Po er. Non aveva risolto però il
problema di Sirius. Remus aveva una forte sensazione di dover fare

467
qualcosa. Non esa amento roman co, ma … dramma co. Voleva fare
qualcosa da solo, qualcosa che avrebbe reso Sirius orgoglioso di lui.
Questo non era un segreto, si disse Remus; non nel nel solito senso. È
come una sorpresa, un regalo. Ma cosa?!
Proprio mentre Remus si alzava per lasciare la sala, Emmeline Vance gli
passo accanto in una foschia di profumo dolce e capelli biondi.
Qualcosa sca ò in Remus e lui si mosse in fre a per riuscire a
raggiungerla,
“Hey! Ehi, Emmeline! Posso chieder un favore …?”

Venerdì 7 o obre 1977


C’era voluta tu a una se mana tra le lezioni e i compi , ma finalmente
Remus era riuscito a risolvere in tempo per venerdì ma na. Era un po’
pazzo, ecco perche lui non l’aveva de o a nessuno. Potrebbero pensare
che che fosse un po’ strano, così molto sopra le righe solo per rallegrare
Sirius. Ma sembrava così u le il tempo speso; rendendo Sirius felice,
Le istruzioni di Emmeline erano state rela vamente chiare, ma Remus
aveva fa o alcune modifiche per sicurezza. L’aveva ripagata con l’ul mo
suo tabacco e le aveva fa o giurare di mantenere il segreto, anche se gli
aveva già de o che non avrebbe parlato di niente comunque perché
l’idea le piaceva tanto, amava anche lei Mark Bolan. I giorni successivi
trascorsero con i primi lavori preliminari in biblioteca, nascosto nella
sua scrivania preferita vicino a una delle finestre sul retro, dove c’era la
luce migliore.
Venerdì ma na si era svegliato presto, persino prima di James, aveva
preso in pres to il mantello dell’invisibilità e si era assicurato che tu o
fosse a posto. Aveva fa o una nota mentale per migliorare
l’impostazione degli incantesimi di tempismo mentre sbadigliava
a raverso il corridoio, toccando ogni ritra o, statua e armatura con la
sua bacche a.
Quando tu gli altri stavano cominciando a svegliarsi, Remus aveva
finito di sistemare le ul me cose e dormiva su una poltrona nella Sala
Comune. “Buongiorno Moony!” James lo svegliò allegramente, con la
divisa da Quiddich e con la sua scopa in mano. “Mmh buongiorno …”
“Ci veniamo!” disse mentre usciva dal buco del ritra o.
Remus si mise a sedere dri o e ad ascoltare a entamente.
Silenzio … passi … James che fischia … poi … si!!

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La signora grassa iniziò a cantare in un alto false o;

Ride it on out like a bird in the sky ways


Ride it on out like you were a
bird Fly it all out like an eagle in
a sunbeam Ride it on out like
you were a bird ...

“Ma che cazzo?!” Esclamò James.


Remus sorrise e alzò il pugno in aria. Ha funzionato.
Il resto della ma nata fu un delizioso caos. Ogni ritra o nel castello
inizò a cantare Ride a White Swan, a ripe zione e non solo i ritra .
Ogni radio, grammofono, giradischi, statua, tu o ciò che potrebbe fare
un rumore stava ora intonando a tu o volume il più grande successo di
Marc Bolan.
La parte migliore era che la maggior parte degli studen na babbani
cantava insieme a tu o il resto.
Il caos fu così forte alla fine, che la McGrani annunciò che le lezioni
della ma nata sarebbero saltate perché i professori sarebbero sta
occupa per fermare il canto - Remus aveva aggiunto una misura di
sicurezza che significava che Silencio non avrebbe sistemato la
situazione, anzi avrebbe aumentato solo il volume.
Sirius era ele rizzato, ovviamente.
“Chi pensi sia stato?” Chiese Peter, eccitato al tavolo della colazione. In
so ofondo alcune ragazze del sesto anno cantavano insieme al metallo
canterino dell’armatura;

Wear a tall hat like a druid in the old days


Wear a tall hat and a ta ooed gown
Ride a white swan like the people of the
Beltane Wear your hair long, babe you can’t
go wrong...

“Non ho bisogno di pensare. Lo so già.” Sirius disse compiaciuto.


Remus sorrise. Mary si chinò avidamente
“Chi?!”

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“Prongs, ovviamente!” disse Sirius “Probabilmente sta cercando di farsi
personale, per via della festa.”
Lo stomaco di Remus sprofondò. Che idiota.
“Acciden ,” diise Mary, “James? Da solo?”
Sembrava sce ca. Buona vecchia Mary.
“Fantas co vero? Sirius con nuava a dire: “Non pensavo nemmeno che
Prongs conoscesse le canzoni dei T-Rex!”
“Mmh.” Disse Remus, irritato, “Che cosa divertente questa.”
“Che succede?” Mary gli diede una gomitata: “Pensavo piacessero i
TRex!”
“Mi piacciono.” Remus rispose a labbra stre e. Si alzò in piedi. “Se le
lezioni vengono cancellate, suppongo che vado a recuperare i compi .”
Sirius alzò lo sguardo, confuso.
“Pensavo che avremmo potuto … ehm … giocato a scacchi?”
Remus si strinse nelle spalle,
“Non sono dell’umore.” Se ne andò velocemente, prima che anche il
suo fas dio diventasse ovvio.
Naturalemtne era andato in biblioteca - era l’unico posto tranquillo del
castello - ma non riusciva a concentrarsi su nulla, inoltre qualcuno
aveva osato sedersi al suo posto preferito. Erano solo due ragazzi del
secondo anno, e anche Grifondoro - se voleva giocare la carta del
Malandrino poteva farli spostare facilmente. Ma aveva voglia di soffrire
in silenzio, così scelse un’altra scrivania.
Qualcuno aveva scolpito quacosa nel legno del piano - chissà quanto
tempo fa, tu o in questo castello era così vecchio. Era una poesia -
poche righe di una filastrocca adolescenziale.
Non baciare mai il tuo amante al cancello del
giardino L’amore è cieco, ma i tuoi vicini no!
Remus sbuffò, suo malgrado. Stupido. Non aveva nemmeno la rima
corre a. “Va tu o bene, Moony?”
Remus altò lo sguardo per vedere Sirius che camminava verso di lui,
procedendo tranquillamente tra le grandi scrivanie.
Un gruppo di ragazze sedute dietro Remus ridacchiò rumorosamente.
Remus si accasciò ulteriormente sul posto, incrociando le braccia.
“Sono preoccupato.” Grugnì, aprendo il libro più vicino a una pagina a
caso. “Mmh, si vede.” Sirius prese una sedia, la fece girare e si mise a
cavalcioni, incrociando le braccia lungo la schiena e appoggiando il
mento su di esse, fissando Remus in quel modo fas dioso, con quel
ghigno fas dioso. “Va’ via.” Disse Remus guardando il suo libro.

470
“Moony.” Sirius sorrise, “Sei stato tu, vero?”
Remus si strinse nelle spalle. Sirius sbuffò,
“Stronzo, perché non l’hai de o?!”
“Non ne avevo voglia.”
“Okay …”
“Non so.”
“Potrebbe essere che tu sia completamente pazzo, oltre al fa o di
essere un luna co idiota?”
“Va ene.” Remus stava iniziando a sorridere. Odiava che Sirius potesse
sempre fare quello.
Sirius fece un piccolo sospiro.
“Sai, Moony, se insis a essere così riservato tu o il tempo, si
verificheranno malintesi...”
“Lo so.” Remus si sen a disagio. Non era abituato a Sirius come quello
che usava la logica. “Scusa.” Le sue spalle si abbassarono e avvassò lo
sguardo nervoso. “Ma piace, però?”
“Certo che mi piace idiota!” Esclamò Sirius, ba endo la mano sulla
scrivania. “È incredibile, Remus. Grazie. Io …” Sirius si fece leggermente
rosso in volto, “L’ho adorato.” “Ah si?” Remus lo guardò.
“Sì. Ho sempre amato la tua magia. È così … tu.”
“Sta’ zi o.” Remus si sen arrossire. Era ancora più difficile non
sorridere, ogni muscolo del suo viso stava cospirando contro di lui.
Prese a calci il piede di Sirius so o il tavolo. Sirius gliene diede uno di
rimando.

471
Cala l’oscurità  
Venerdì 4 novembre 1977 - 2.00 AM nella torre di Grifondoro
“Credo ci sia qualcosa nell’idea di cambiare colore.” James biascicò,
usando il suo calice e ges colò selvaggiamente.
Per fortuna, era vuoto e non si era rovesciato niente.
“Nah, è troppo ovvio,” Sirius scosse la testa, ubriaco quanto James, ma
comportandosi molto bene, per una volta.
“Inoltre,” sbadigliò Lily, da dove era seduta sul pavimento, annuendo
con la testa appoggiata sul ginocchio di James. “Cosa cambiamo? I loro
ves ?” “Il loro intero dormitorio!” Suggerì Mary, l’unica che stava
ancora ballando, avvolgendo lentamente le braccia sopra la testa e
facendo rotolare i fianchi in modo sensuale. “Cambiamento completo!
Rosa brillante, potrebbe andare!”
“Perché rosa, però?” disse Sirius, “Ad alcune persone potrebbe piacere
il rosa.”
“Ah, nel tuo caso, Black!” Marlene gli fece una smorfia.
Era seduta a testa in giù su una poltrona, le gambe penzolan sulla
schiena, i biondi e lunghi capelli che toccavano il pavimento. I supo
occhi erano fissi su Mary che si muoveva davan al camino.
Erano gli ul mi in piedi dopo la festa del dicio esimo compleanno di
Sirius, che era stato strepitoso e esagerato come al solito. L’unico non al
se mo anno rimanente era Christopher, che sembrava stesse lo ando
per tenere gli occhi aper , ma tenne duro, prendendo appun per lo
scherzo ai Serpeverve su cui stavano a ualmente facendo il
brainstorming.
“Come potremmo procurarci i loro ves , però?” chiese Peter,
giocherellando con l’e che a sulla sua bo glia di birra, “Abbiamo
avuto lo stesso problema al primo anno, ricordate? Con la polvere
pruriginosa.” “Oh si,” James annuì “Esa o – era più facile intrufolarsi
nella loro Sala Comune che capire come gli elfi domes ci organizzano la
lavanderia …”
“Come sei entrato di nascosto?” Marlene chiese, aggro ando la fronte,
“Non puoi aver perfezionato un incantesimo d’invisibilità all’età di
undici anni …”

472
“Non farci domande e non diremo bugie, McKinnon.” Sirius le fece
l’occhiolino. Anche lui stava guardando Mary ballare, con gli occhi le gli
brillavano per l’ebbrezza.
“Ad ogni modo, abbiamo deciso di non farlo.”
“Non decidi tu.” Lo corre e James.
“È il mio compleanno!”
“Non più, non lo è”, Peter gli lanciò un cuscino.
Sirius ne lanciò uno indietro, poi James ne lanciò un altro, e ben presto
stavano tu scagliando cuscini avan e indietro, ubriachi e
ridacchiando stupidamente.
“Giusto”, rise Marlene, dopo averne deviato uno grande e rotondo di
velluto, “Me ne vado a le o.” Posò le mani sul tappeso e si spostò in
avan con decisione. Lei si spazzolò i jeans quando si alzò, poi si diresse
verso il dormitorio delle ragazze.
“Nooo” Mary l’afferrò per la vita, “Non andare, Marls, balla con meee!”
Marlene rise leggermente, ma Remus colse uno strano lampo di fas dio
nel suo volto mentre si allontanava dolcemente da Mary e indietreggiò.
“Sono sicuro che uno dei ragazzi accontenterà” disse brevemente
“No e a tu !”
“No e!” risposero in coro.
Remus si chiese vagamente cosa stesse succedento tra le due amiche,
ma era troppo ubriaco e assonnato per soffermarsi su ciò troppo a
lungo. “Credo che salirò anche io.” Christopher era già in piedi, quando
si girò verso gli altri “Non decidete nulla senza di me, però!”
“Non credo proprio che qualcuno riuscirà a formulare un piano
stasera.”
Lily sbadigliò ancora “Ci vediamo domani, Chris.”
“No e.” Il ragazzo più giovane li salutò tu nel suo modo goffo e
allegro. “Se nessuno vuole ballare con me,” sospirò Mary, spostandosi
per spegnere il giradischi, “Suppondo che farei meglio ad
addormentarmi anche io.” “E io,” Peter si alzò, ge ando indietro la
bo glia della sua bevanda.
“E io …” Lily si stava alzando, quando James la prese in grembo,
abbracciandola vicino.
“Non andare ancora …”
“Mmmh …” Lei si raggomitolò su di lui, assonnata, e divennero un’unità,
avvol del bozzolo nella grande poltrona di pelle.

473
Remus sba é le palpebre verso di loro e si meravigliò ancora una volta
che del fa o che tu avevano preso in giro James per anni sulla sua
certezza che lui e Lily erano fa l’uno per l’altra.
Buffo come vanno le cose.
“Assolutamente osceno.” Sirius balbe ò, facendo una smorfia alla
coppia. “Bene, se è così che vanno le cose, mi sa che aseguirò l’esempio
di Wormtail … arrivi anche tu, Moony?”
“Sì.” Remus si alzò dal divano che stavano condividendo - mantenendo
un a eggiamento educato e una distanza poco appariscente, questa
cosa la fecero per tuta la sera.
Seguirono Peter e scoprirono che era chiuso in bagno, a lavarsi i den e
a fare rumorosamente dei gargarismi. Remus era esausto e si sede e
alla fine del suo le o ad aspe are, sbadigliando e stroppicciandosi gli
occhi.
“Bel compleanno?” chiese a Sirius.
“Brillante.” Sirius sorrise di rimando.
“Bene.”
“… Se aspe assimo che Pete si addormen …”
“Pessima idea, Padfoot, sopra u o se James non è ancora tornato.
Comunque sono sfinito.” Sbadigliò d i nuovo, come per dimostrare la
cosa: “Un’altra volta.”
Questa era un po’ una bugia bianca. Dopo troppi quasi inciden , Remus
aveva provato a limitare la quan tà di tempo che trascorreva nel le o
di Sirius. Sembrava così subdolo e disonesto.
“Un’altra volta.” Sirius sospirò. “Solo … è il mio compleanno e ho visto
a malapena.”
“Sono stato qui tu o il giorno!” questo era vero, naturalmente, ma era
vero che c’erano anche tu i malantrini e Lily.
“Sai cosa intendo.” Sirius scosse la testa, impaziente.
Remus lo sapeva, ma non aveva una risposta che avrebbe fa o piacere
a
Sirius.
Con nuava a tornare lo stesso problema, Remus stava stancando.
Sopra u o perché non c’era modo di risolverlo fino a quando Sirius
non avesse preso una decisione. Stanco, e diventando più irritabile,
Remus si alzò e si avvicinò a lui, a raversando i raggio di luna che
illuminava il pavimento.
“Non mi stai evitando, vero?”, gli chiese.

474
“No!” Remus mormorò, “Sono solo occupato. Ho molto da fare.”
Se l’avesse de o una volta, l’avrebbe de o altre mille volte.
“Okay.” Disse Sirius lentamente. “Solo, sai. Anche Lily e James sono
impegna , ma loro sembrano ancora trovare il tempo per …”
“Noi non siamo Lily e James però, vero?!” Remus alzò il sopracciglio in
modo onesto. Sirius sembrava ferito.
“No ma,”
“Questa è stata la tua decisione.” Disse Remus abbo onandosi la
camicia da no e. “Tu avevi de o di ‘non gridarlo ai qua ro ven ’.
Pensavo lo volessi in questo modo.”
“Io …” Sirius sembrava perso.
Remus alzò gli occhi al cielo, esasperato.
“Hai de o che avevi bisogno di tempo. Te lo sto dando. Ma non puoi
con nuare a lamentar su questo proposito.” Sirius si ri rò nel proprio
le o.
Remus sapeva di aver vinto, ma non c’era gioria in questa vi oria.
Fortunatamente Peter aveva scelto quel momento per uscire dal bagno.
Si diresse verso il suo le o a testa bassa e agitando pigramente la mano
disse
“No e, ragazzi …”
“No e Pete!” risposero entrambi allegramente.

Sabato 26 novembre 1977


Potevano superare piccoli li gi come quelli in pochi giorni - potevano
svegliarsi la ma na dopo ed essere entrambi pron a cancellare tu o
ciò che era successo. Alla fine, il loro desiderio l’uno per l’altro, il loro
affe o - e sopra u o la loro amicizia - sembrava abbastanza forte da
vincere su qualsiasi altro problema. Era una cosa che Remus, come
avrebbe scoperto dopo, stava dando molto per scontato.
Inoltre, c’era una guerra in corso, che potrebbe aver spiegato un bel po’
di cose.
Tu o erano leggermente melodramma ci, e tu ’intorno si aveva i nervi
tesi. I toli dei giornali non aiutavano neanche:
IL MINISTERO PERQUISISCE TRE CASE ALLA RICERCA DI ARTEFATTI
PROIBITI.
TERZO ATTACCO DI VAMPIRI IN DUE SETTIMANE.

475
IL MINISTRO JENKINS SI DIMETTE DOPO LE SPARIZIONI.
MINISTERO ‘PERICOLOSAMENTE SOTTO GESTITO’, ALCUNE
RIVELAZIONI DALL’INTERNO

E quello era solo il giornale di questa se mana. Stava succedendo


qualcosa anche con i Serpeverde, più delle classiche e solite
sciocchezze. Durante l’estate - o forse prima - sembrava che si fossero
formate, creando una nuova gerarchia, eviden divisioni nella più
controversa casa di Hogwarts. Regulus Black aveva sempre esercitato
una certa influenza, ovviamente. L’erede della più nobile, esclusiva e
ricca famiglia purosangue che sembrava diventare più ca vo di anno in
anno. Fa a eccezione per Barty Crouch Jr, forse, che era stato
incredibilmente ca vo fin da bambino.
Ora al sesto anno, Regulus non fece nulla per dissipare le voci che
riguardavano i fa o che lui non fosse solo un Mangiamorte, ma anche
in regolare comunicazione con Lord Voldemort. In effe , Regulus
sembrava piu osto godere dei suoi maggiori poteri, che - secondo
Christopher, che condivideva diverse lezioni con lui - anche alcuni
insegnan stavano osservando la faccenda. Si era tenuto in modo
diverso. Camminava con la schiena dri a, il mento sollevato e un
sorrise o permanente sul suo viso pallido.
Remus riusciva a malapena a riconoscere il ragazzo nervoso e turbato
che Sirius aveva una volta chiamato ‘Reggie’.
Regulus non era stupido. Non aveva mai avuto una punizione in tu gli
anni di scuola ed era brillante come suo fratello maggiore (quando si
tra ava di lezione che lo interessavano).
Eppure, cose spiacevoli sembravano accadere a tu intorno a lui. Un
quarto anno di Tassorosso che (si diceva) fece cadere un calamaio sulla
scrivania di Regulus mentre studiava in biblioteca si ritrovò rinchiuso
nel’armadio delle scope nei so erranei, bianco come il lenzuolo e
completamente muto. Era stato mandato a casa per riprendersi e da
allora non era più stato visto. L’allenamento della squadra di Quiddich di
Corvonero era stata rimandato di mezz’ora a causa di una confusione
con la rotazione, il che signica che l’allenamento della squadra di
Serpeverde era stato rimandata al giorno dopo. La volta successiva i
Corvonero si resero conto che dovevano annullare del tu o il loro
allenamento, e si dove e rimandare una par ta imminente con
Grifondoro, perché nessuno era stato in grado di toccare le loro scope
senza che cen naia di schegge minuscoli li a acasse.

476
Le parole ‘Fuori i mezzosangue!’ erano state incise magicamente nella
lavagna dell’aula di Studi Babbani, in modo che le lezioni dovevano
essere sospese mentre gli insegnan indagavano.
Naturalmente, nessuno aveva mai interrogato Regulus e, poiché non
c’erano tes modi di nessuno di ques crimini, non si poteva faere nulla
a riguardo. Tu sapevano però, o almeno chiunque avesse un interesse
per la guerra. La crescente crudeltà e prevalenza di tali a acchi aveva
ge ato un’ombra sul castello che ogni studente aveva sen to, se non se
ne fossero già accor prima.
Potrebbe essere stata la ragione per cui così tante altre persone
volevano aiutare i Malandrini a pianificare il loro prossimo scherzo.
Anche se questo aveva molto a che fare con Christopher.
“L’hai de o a tu ?!” Remus sospirò esasperato, e un terzo anno
sga aiolò fuoir dallo studio, arrossendo e sorridendo dopo aver offerto
il suo aiuto (“Faccio saltare in aria cose tu o il tempo nelle ore di
Pozioni!” aveva spiegato, senza traccia di ironia. Remus gli aveva
assicurato che James e Sirius sarebbero sta entusias di sen rlo.)
“L’ho solo menzionato a un mio amico …” rispose Christopher
imbarazzato. “Sai, molte persone lo hanno preso per Serpeverde, ed è
sempre una buon’idea fare nuove esperienze.
“I Malandrini non esternalizzano i loro scherzi.” Remus alzò il naso
arrogantemente, e tornarono verso la torre.
“Non è esternalizzazione” riba e Christopher, “È … ehm …
collaborazione.”
“Non collaboriamo neanche noi!”
“Perché no? Non è quello per cui comba amo? Inclusione?”
“Inclusione, sì. Eguaglianza, sì. Coopera ve di pianificazione degli
scherzi?
No.”
Christopher sbuffò dalle risate.
Remus sorrise. Christopher aveva una risata goffa e ragliata, come un
asino. Era stato piu osto divertente assistere.
“Allora,” ansimò Christopher, riprendendo fiato e asciugandosi gli occhi,
“Quali sono i tuoi programmi per Natale? Res di nuovo qui?”
“Mmh, forse … oppure vado dai Po er. Tu o dipende dal fa o che
James trascorrerà o meno il Natale con la famiglia di Lily.”
“Oh, Merlino, no,” Christopher fece una smorfia, “penso di averlo
preferito quando si odiavano a vicenda. Le riunioni dei Prefe sono

477
così noiose adesso, passano tu o il tempo a parlare tra loro.
Abbastanza da far venire mal di testa.”
“Penso che sia carina come cosa,” disse Remus. “James è stato pazzo di
Lily dal secondo anno, se finalmente dice a lei quanto è fantas ca
invece di dirlo a noi, allora tanto meglio.”
“Sì, suppongo che tu abbia ragione. Dovremmo essere tu così
fortuna .” Christopher sospirò.
Rimasero in silenzio per un po’, camminando insieme. Mentre si
voltavano alla curva, Remus si rese conto che non avevano incontrato
nessun da un po’.
Giusto, era sabato, ma non era un fine se mana a Hogsmeade, e il
tempo era troppo bru o perché qualcuno potesse stare fuori.
Alla fine, un ragazzo del primo anno arrivò di corsa verso di loro
a raverso l’arco che porta all’ala est. I suoi occhi erano grandi e
spaventa , guardò i due ragazzi più grandi,
“Ooh” squi , “Non andate laggiù, è orribile!” e li superò per dirigersi
verso la sua casa.
Chris e Remus si guardarono l’un l’altro. Chris si leccò le labbra, poi
raddrizzò leggermente le spalle.
“Sono un Prefe o … quindi è meglio che …”
“Vengo con te.” Remus gli diede una pacca sulla spalla.
Christopher annuì, sembrava molto sollevato. Remus avrebbe voluto
che James fosse lì - o Sirius.
Camminarono fianco a fianco a raverso l’arco e si ritrovarono avvol
nell’oscurità totale. Era metà pomeriggio e Remus sapeva che di solito
c’erano finestre su questo corridoio, anche di no e non era mai stato
così buio. C’era qualcosa di terribilmente sbagliato.
“Lumos,” sussurrarono entrambi, accendendo le punte delle loro
bacche e e tenendole in alto. Proie ando raggi di luce bianca sulle
lastre di pietra grigie, gli arazzi rosso sangue, le armature scin llan .
Sembrava vuoto. Christopher fece un passo coraggioso andando
davan a Remus e si schiarì la gola, “Hey? C’è qualcuno qui? Chiamò.
Nessuna risposta, silenzio assoluto.
Christopher si voltò per guardare Remus, strizzando gli occhi e
portando un braccio avan per coprirsi dalla luce della bacche a di
Remus, “Forse dovres andare a chiamare un insegnante?
“Torna con me, allora” disse Remus.
“ Io …”

478
C’era stato un rumore. Un bru o, strisciante, melmoso rumore.
Entrambi si girarono di sca o e portarono le luci su di esso, ma
trovarono semplicemente un angolo vuoto. Il cuore di Christopher
ba eva forte, lui puzzava di adrenalina e terrore.
“C’è qualcosa qui dentro …” sussurrò, impaurito.
“Andiamo,” disse Remus, “Andiamo a chiedere aiuto …”
“Penso che sia laggiù …” Christopher si avvicinò di nuovo, e Remus lo
perse di vista perciò dove e andare avan con l’olfa o. Questo fu
par colarmente sconcertante - Remus non aveva mai incontrato
un’oscurità così nera da non poter vedere a raverso essa.
“Chris …?” si protese in avan , poie ando la sua luce.
“L’ho trovato … è … no! Oh Merlino, no! No!” Christopher iniziò ad
urlare, da qualche parte più in la nel corridoio.
Senza pensare, Remus sca ò in avan , seguendo i terribili lamen ,
“Chris!”
Quasi incampò su di lui. Christopher era raggomitolato sil pavimento, le
mani coprendosi la testa, dondolando e singhiozzando.
“Che cosa …?” Chiese Remus, tremando. Remus usò la bacche a per
seguire il suo braccio tremante, me endo finalmente luce sul loro
aguzzino. Quasi Remus urlò. Un cadavere: un orribile cadavere in
putrefazione stava inciampando verso di loro a raverso l’oscurità
vellutata. Si accasciò in avan con una pesante curvatura, raggiungendo
Christopher. Gli occhi erano inta , gialli e rossi, entrambi vuo e
famelici. Aveva ancora la maggior parte della pella; una gro esta
pale a di grigio screziato e viola livido profondo.
Geme e, un suono spaventoso e sferragliante, si vedevano i den gialli
e stor .
Remus alzò la bacche a. Si mise di fronte a Chris. Stava per sparare un
colpo contro di lui - quando mise i suoi occhi affama su di lui. In un
secondo, svanì.
Remus sba é le palpebre, ansimando e improvvisamente il corridoio si
riempì di una pallida luce la ginosa, come una luna piena che sorgeva
davan a lui. L’urlo gli morì in gola, ed era preso dall’orrore - com’era
possibile?! La luna non sarebbe dovuta arrivare ancora per una
se mana! Doveva correre, doveva allontanarsi da Christopher, ma …
aspe ò un a mo.
“So cosa sei!” il terrore di Remus si trasformò in euforia, mentre alzava
ancora una volta la sua bacche a, e gridò con sicurezza; “Riddikulus!”
La luna iniziò ad espandersi e trasformarsi ancora una volta, questa

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volta in un enorme pallone da spiaggia bianco, che cominciò a
rimbalzare e balzare tra le pare per poi scoppiare in una nuvola di
sapone.
Remus rise, più forse che poteva date le circostanze, e il molliccio si
ri rò. Colse l’occasione di afferrare Christopher - ancora raggomitolato
e con gli occhi ben chiusi - so o il braccio, trascinandolo indietro verso
l’arco il più velocemente possibile.
Uscirono dall’altra parte ansimando e sba endo le palpebre nella luce.
Christopher stava stringendo forte i ves di Remus, il suo respiro era
pesante e il viso pallido.
“Fanculo.” Remus mormorò, sentendosi piu osto tremante anche lui.
“Qu-qu-quello era un molliccio?!” Christopher si fermò.
“Sì, sì, è stato … non ne avevo mai visto uno prima, e tu?”
Chris scosse la testa. Remus gli diede una pacca sulle mani, desiderando
che lo lasciasse andare.
“Ehi, va tu o bene. Non era reali, ricordi? Dai, dobbiamo dirlo a
qualcuno, prima che qualcun altro lo incontri …”
“Andrò io.” Disse Chris, riprendendo un po’ del suo coraggio, “Vado ora
… tu aspe qui? In caso arrivi qualuno?”
“Certamente.” Remus annuì “Nessuno mi supererà.” Sorrise, cercando
di prenderla alla leggera, ma Christopher era ancora troppo scosso.
Annuì cupo e se ne andò, stringendo ancora la sua bacche a.
Da solo, Remus infilò la mano nelle tasche della veste e rò fuori la
Mappa del Malandrino. Ce l’aveva con lui da un po’, ormai, preoccupato
per quello che James avrebbe potuto vedere se le avesse dato un
occhiata quando lui era con Sirius, chiedendosi perché condividevano il
bagno così spesso. “Giuro solennemente di non avere buone
intensioni”, sussurrò picchie ando sulla pergamena.
La Mappa prese immediatamente vita, l’inchiosto si sparse come acqua
sulla pagina.
Remus la sollevò davan agli occhi e cercò frene camente il corridoio
con il molliccio. Eccolo, ed eccolo lì, ‘Remus Lupin’ chiaramente segnato
ad un’estremità.
Ne seguì la lunghezza con il dito, era compretamente vuoto;
apparentemente i mollicci non venivano marca , forse non erano
abbastanza sostanziosi. Alla fine, c’era un secondo arco dall’altra parte,
si ricordò, coperto da un arazzo. Tre persone stavano aspe ando lì,
Barty Crouch JR, Garrick Mulciber e … lo stomaco di Remus spofondò,
anche se non era così sorpreso. Eccolo qui; la prova in bianco e nero.
Regulus Black.

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Natale; pt1  
Come per misero scherzo del des no, la luna piena del dicembre 1977
cadde proprio il giorno di Natale. Tu i Malandrini furono d’accordo di
rimanere a Hogwarts e di andare dai Po er per Santo Stefano. Lily fece
prome ere a tu che si sarebbero incontra il prima possibile a Diagon
Alley,
“È l’unico posto in cui i miei genitori mi lasceranno andare da sola”,
spiegò a Remus, “Volevo venire anche io dai Po er ma sono prote vi e
non hanno ancora incontrato James.”
“Perché non invi James a casa tua?” suggerì Remus. Lily si morse il
labbro e alzò le psalle.
“È solo un po’ complicato. Forse per le vacanze di Pasqua.”
Era stato un Natale triste, davvero. A James mancava Lily, Peter
ovviamente avrebbe voluto essere a casa, non bloccato a scuola, Sirius
era ansioso e nervoso ogni volta che lui e Remus erano nella stessa
stanza con qualcun altro e Remus era scontroso e irritabile, aspe ando
che la luna arrivasse. Non fecero niente di molto natalizio, a parte
andare giù per il pranzo con gli altri studen rimas . Avevano promesso
alla signora Po er che non si scambiavano i regali finché non fossero
sta tu insieme.
“Mi sento da schifo.” Remus sospirò, mentre si avvolgeva la sciarpa
intorno al collo, pronto per iniziare a dirigersi verso la baracca davan ai
suoi amici. “Dovreste essere tu a casa. Avrei potuto restare da solo o
usare di nuovo la tua soffi a, Prongs.”
“Non essere sciocco,” James scossa la testa virilmente; “So quanto sia
bru o per te in soffi a, legato in quel modo. La Stamberga Strillante è il
posto migliore - almeno possiamo correre un po’ tu assieme.”
E aveva ragione, ovviamente. Avevano tu bisogno di una bella corsa e
al ma no Remus si svegliò e guardò le facce rosee e ghignan dei suoi
amici, in quel momento capì che si sen vano tu molto meglio.
Non avrebbero potuto andarsene immediatamente, ovviamente perché
Madama Chips non l’avrebbe permesso. A Remus era stata prescri a la
sua solita ma nata di sonno, e sperava che gli altri Malandrini
avrebbero colto l’occasione per fare lo stesso.

481
Quando si svegliò in infermeria, Sirius era seduto sulla sedia accanto a
lui, ghignando, due valige ai suoi piedi.
“Pronto quando vuoi!” Disse allegramente, e Remus provò ancora una
fi a di sensi di colpa. Sirius aveva bisogno di tornare dai Po er tanto
quanto James.
“Hai fa o la valigia per me?” Remus si mise a sedere, sba endo le
palpebre, “Acciden .”
“Certo che non l’ho fa o,” Sirius sbuffò, “ma Prongs sì. Mi sono
assicurato che prendesse anche il libro sul tuo comodino, però.” Remus
aprì la bocca per parlare, ma Sirius alzò una mano,
“E quello so o il tuo cuscino. Non preoccupar Moony, niente mi
sfugge.” “Cavoli,” Remus sorrise. “Fammi solo ves re allora …”
“Sicuro che starai bene a usare la polvere volante?” Chiese Sirius,
mentre Remus usciva da le o, i suoi piedi nudi si appoggiarono sulle
fredde lastre di pietra. Si sen va un po’ debole e stordito, ma non
peggio del solito. Lui anuì,
“Sì. Mi sono già smaterializzato dopo la luna piena, ricordi?”
“Okay. Ma dovres dirlo, se non sen pronto.”
“Lo farò. Mi passi i jeans?”
Sirius obbedì. Remus si ves lentamente, controllando il suo corpo ad
ogni movimento assicurandosi che tu o funzionasse a dovere. Era
affamato ma disposto ad aspe are la cucina della signora Po er.
“Dove sono gli altri?” chiese Remus, chinandosi ora per allaccarsi le
scarpe. “Sala Comune.” Rispose Sirius. Sollevò il suo specchio d’argento
compa o, “Devo solo dire a Prongs quando andiamo dalla McGrani , ci
incontreremo li.”
“Perfe o.” Remus annuì. Si fermò per un momento, di nuovo stordito e
finse di fare stretching.
“Moony?”
“Mmmh …?” Remus iniziò la sua seconda gamba, concentrandosi molto
per non cadere.
“Lo dirò a Prongs, a Natale.”
“Che cosa?!” si raddrizzò così all’improvviso che dove e afferrare il
braccio di Sirius per sme erla di vacillare. La sua testa girava e sba è le
palpebre per ristabilire l’equilibrio. “Dirlo … a Prongs?”
“Sì.” Sirius sembrava molto pallido, i suoi occhi spalanca , “Se per te va
bene? Penso che sarà meglio.”
“Ovviamente. Si. Intendo. Wow. Perché ora?”

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Sirius si strinse nelle spalle, “Lo avrei comunque dovuto dire. E sono
pazzo di te.”
Il viso di Remus divenne più rosso e distolse lo sguardo. Diede un
colpe o al dito del piede di Sirius con il proprio,
“Sta’ zi o.”
“Mai.” Sirius fece uscire la lingua. “Va bene allora?”
“Sì. Ovviamente. Mi farai sapere … quando?”
“Decisamente. Voglio scegliere il momento giusto.”
“Okay.”

Il pomeriggio di Santo Stefano dai Po er era stato per tu un gradito


cambiamento. Euphemia voleva sapere tu o di Lily e Fleamont voleva
sapere tu o sulla nuova formazione di Quiddich dei Grifondoro. Ciò
portò a una lunga e coinvolgente discussione tra Peter, Sirius, James e
suo padre, e si lamentarono del povero nuovo cacciatore – qualcosa
Eriksson – e si preoccuparono sul fa o che questa sarebbe potuta
essere la fine dei sei anni di vi oria dei Grifondoro senza interruzioni.
Alla fine. Remus ed Euphemia li abbandonarono ed entrarono in cucina
per aiutare Gully a lavare i pia . La signora Po er si mise una sedia
vicino al lavandino per Remus e disse,
“Siedi qui tesoro, e puoi asciugare. Non voglio in piedi tu a la sera, o
non alzerai mai domani. E sembra che i ragazzi abbiano fa o un piano
ben pensato.”
Lavorarono in un silenzio amichevole per un po’, Remus si esercitò con
diversi incantesimi di asciugatura prima di arrendersi e usare un
semplice strofinaccio.
“C’è bisogno di più pra ca,” sorrise Euphemia. Il suo viso era morbido,
sembrava stanca anche se contenta e casalinga. Proprio come dovrebbe
essere una madre, pensò nella sua mente.
“Signora Po er?”
“Sì caro?”
“Conoscevi mio padre, vero?”
“Lyall? Un po’, ma non bene. Monty lo conosceva meglio, si
incrociavano al Ministero uno o due volte … e non credo che a entrambi
dispiacesse prendere qualche birra il venerdì sera al Paiolo Magico.”
Fece schioccare la lingua con indulgenza. “E Hope?”

483
Euphemia posò il pia o che sta per passargli e lo guardò.
Deglu , “Hope Lupin? Mia madre. Era una babbana.”
“Sì, lo so caro. L’ho incontrata solo una volta.”
“L’hai incontrata.” Fissò la madre di James, stupito. Perché non gli era
mai venuto in mente prima?
Si tolse il grembiule giallo brillante si sede e sulla sedia accanto a lui.
“Siamo state solo presentate. Eravamo entrambe incinte, all’epoca,
questo è l’unico mo vo che ricordo. Era molto più giovane di me e,
come dici tu, una babbana. Ci siamo mosse in cerchie diverse,
suppongo. Lyall era una persona molto riservata.”
“Com’era?!” chiese Remus disperatamente, “Era … gen le?”
“Oh, Remus,” Euphemia si allungò e gli prese la mano in maniera che gli
sembrò un po’ troppo famigliare come gesto. Non voleva farla
arrabbiare, comunque, quindi lui glielo lasciò fare.
“Era molto gen le, da quello che ricordo. Piccolina con capelli biondi e
un bel sorriso. Molto piccola, ricordo, anche se da parte a Lyall
chiunque sembrava piccolo. Non ricordo per che occasione era, ma
eravamo entrambe enormi - ricordo che mi disse che aveva il termine a
marzo. Le avevo de o di me ersi in conta o se avesse avuto bisogno di
qualcosa, ma temo che non l’abbia mai fa o. Forse non sapeva come
farlo.”
Remus guardò in basso. Se fosse sopravvissuto indenne alla sua
infanzia, forse con il tempo sua madre avrebbe potuto fare più amicizie.
Forse lei avrebbe fa o amicizia con la signora Po er, e forse avrebbero
passato tu i Natali insieme.
“Mi è stata data una le era,” Remus disse lentamente. “Quando ho
compiuto diciasse e anni. Lei l’ha scri a - Hope - prima di darmi via. Ha
de o che … ha de o che avrei potuto provare a cercarla.”
“È quello che vorres fare?”
“Non lo so. Forse ormai ha cambiato idea.”
“Remus.” Euphemia disse molto ferocemente, “Posso prome er che
non l’ha fa o. Se tu vuoi cercare tua madre, dimmi una sola parola.
Monty può farlo in un ba er d’occhio.” Remus alzò lo sguardo e sorrise.
“Grazie.”
Andò a le o presto e fu svegliato da Sirius, che si insinuava so o le
coperte. La casa era diventata silenziosa e fupro era molto buio.
“Scusa,” sussurrò Sirius, odorando leggermente di brandy, quando
avvolse le braccia intorno a Remus, “Non volevo svegliar .”

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“Sì, l’hai fa o.” Mormorò Remus assonnato. “Non l’hai ancora de o a
Prongs poi?”
“Nah,” Sirius scosse la testa contro il braccio di Remus, seppellendo il
viso so o il piumino, “Ho pensato domani. Dopo Diagon Alley e prima
di cena.” “Okay.” Remus sospirò chiudendo gli occhi e tornando a
dormire, appena prima di addormentarsi sussurrò, “Fares meglio a
impostare un allarme di
qualcosa, così puoi tornare a le o, prima …”
Ma no, Sirius si era già addormentato

Martedì 27 dicembre 1977


“DAI! DAI! MUOVETEVI!” James stava urlando su per le scale mentre
Remus cercava il suo cappello di lana.
“Calma pazzo, siamo quasi pron !” Gridò Sirius di rimando, mentre
stava osservava la sua figura in uno specchio.
“Niente urla in casa ragazzi!” Euphemia disse dalla cucina.
“Non riesco a trovarlo. L’hai messo in valigia?” Remus sbuffò.
“Te l’ho de o, le valigie le ha fa e Prongs. OI, PRONGS! HAI
DIMENTICATO IL BERRETTO DI MOONY BASTARDO!”
“TI HO CHIESTO DI AIUTARMI” James gli gridò: “HAI DETTO CHE
AVEVO TUTTO SOTTO CONTROLLO!”
“AVEVO PENSATO EFFETTIVAMENTE CHE COSÌ FOSSE”
“SCUSA, MOONY!”
“È TUTTO OKAY PRONGS!” Remus si unì, un po’ in imbarazzo. “Uscirò
senza.” Disse, “Non fa così freddo.”
“Prendi il mio,” Sirius scrollo le spalle, scuotendo di nuovo la testa e
con nuando a guardarsi allo specchio, “Comunque non voglio
scompigliarmi i capelli, Accio Cappello.”
Il cappello di lana rossa di Sirius, decorato con un leone di Grifondoro,
venne sparato fuori dalla camera da le o e Remus l’afferrò in aria e se
lo mise in testa.
“Okay. Andiamo!”
“Finalmente!” James li incontrò in fondo alle scale, dove li stava
aspe ando ormai da una buona mezz’ora.
“Dov’è Wormtail?”

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“Ho mandato un gufo, a quanto pare non ha voglia di venire.
Brontolone.” “Sì, beh per una volta non lo biasimo per non voler venire
a Londra un giorno dînverno solo per vedere te e Evans limonare.” Lo
prese in giro
Sirius.
“Non è tu o quello che facciamo!” Le orecchie di James diventarono
rosse “Comunque, se questa fosse la verità, perché tu e Moony venite”
“Voglio dei libri nuovi e lui è un guardone.” Remus si strinse nelle spalle.
“Dai, andiamo va bene?”
Remus si ricordò di tenere gli occhi e la bocca chiusi questa volta e gli
piacque pensare che era arrivato al camino del Paiolo Magico con un
po’ di dignità, anche se era inciampato nella grata di ghisa.
Fortunatamente era incampato dri o tra le braccia di Lily, che sta
aspe ando con ansia il loro arrivo.
“Oof!” Urlò, barcollando ma tenendosi comunque in piedi. “Ciao
Remus!”
“Ciao” rise ritrovando il suo equilibrio, “La mia eroina!”
“Troppo tardi Prongs” disse Sirius spazzolandosi via la polvere mentre
camminava con tranquillità sopra la grata, “L’hai già persa per un uomo
migliore.”
“Era inevitabile suppongo.” James sorrise seguendolo fuori.
Lily lasciò andare immediatamente Remus e si lanciò su James, che
sembrava molto entusiasta.
Riuscirono a trovare un tavolo per sedersi nel pub affollato e ordinarono
qua ro Burrobirre.
“Occupato, non è vero!” Disse Remus, alzando la voce sopra il frastuono
mentre si spingeva a racerso la folla con le bevande.
“Vendite” disse Lily casualmente, “Oxford Street è altre anto piena, ero
lì con mamma stama na.”
“C’è qualcuno qui che conosciamo?” Chiese Sirius alzando la testa per
guardarsi intorno,
“Ehm … non proprio … Ooh, ehm, ho visto Frank prima - ricordi Frank
Paciock? Era Caposcuola nel nostro primo anno.” Disse Lily prima di
abbassare la testa e di concentrarsi sul suo drink - e la mano di James,
che prima era sull’anca si mosse so o il maglione di lana verde.
Una volta fini i loro drink, erano tu ansiosi di uscire dal pub
rumoroso e caldo per andare all’aria aperta. La strada tu avia, era
altre anto piena di gente. A Remus sembrava che l’intera popolazione
dei maghi della Gran Bretagna doveva essersi ritrovata in quelle poche

486
strade tortuose, tu avvolto nelle pesan ves invernali, portando
borse, ces e scatole, augurandosi allegramente Buon Natale l’un
l’altro.
“Proviamo a stare assieme!” James si lanciò sopra la spalla di Sirius e
Remus prima di scomparire nella folla con Lily.
“Facciamo solo le compere e li troviamo più tardi,” sbuffò Sirius, “Avevi
de o che volevi prendere dei libri?”
“Sì,” Remus annuì distra o, “Riesci a sen rlo anche tu?”
“Sen re cosa?” chiese Sirius randolo dai ves in direzione del
Ghirigoro. Remus lo seguì, ma annusò di nuovo l’aria. Il problema era
che era così difficile descrivere un profumo - anche a Sirius, i cui
a ribu canini a volte emergevano anche quando era in forma umana.
“Non so.” Disse, debolmente: “Ha solo un odore diverso dall’ul ma
volta.
La magia. Probabilmente è solo tu a questa gente.”
“Riesci a sen re l’odore della magia?!”
“Oh. Si posso.”
“Porca troia.”
La libreria era in uno stato maniacale, ma a Remus non importava.
Sarebbe stato contento di vagare per gli scaffali tu o il giorno, fila per
fila, raccogliendo e leggendo i toli e accarezzandone le coper ne.
Stava passando il miglior pomeriggio che aveva avuto da secoli, fino a
quando non fu interro o.
“Bene bene, guarda un po’ chi c’è.” Remus alzò lo sguardo e vide solo
Piton in piadi a pochi metri.
Puzzava di qualcosa di strano, quindi Remus rimase indietro.
“Cosa vuoi, Mocciosus?” disse, fingendo indifferenza e tornando al libro
che stava guardando.
“Tu e la tua piccola banda di delinquen potreste pensare di possedere
la scuola, Loony Lupin,” disse Severus “Ma tu non hai alcun diri o in
merito a Diagon Alley. Mi è permesso fare acquis ovunque mi piaccia.”
“Bene. Allora va ene e fai la spesa.” Remus scrollò le psalle voltandosi.
Si iniziò a sen re male, e voleva che Piton e qualsiasi cosa stesse
nascondendo so o i ves se ne andassero.
“Sei sulla mia strada.” Piton strise i suoi freddi occhi neri. Cominciò ad
avanzare su Remus, allungando una mano oltre la sua spalla per
prendere un libro di pozioni.
Le mani di Remus iniziarono a tremare, così mise giù il libro e si
allontanò, infilandole nelle tasche. Dov’era Sirius?

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“Tu o bene, Loony? Piton sorrise maliziosamente.
“Cosa ci fai con tu o questo argendo addosso, mostro?” Remus stava
soffocando, e si appoggiò allo scaffale dietro di lui con gli occhi
lacriman . “Non si può mai stare troppo a en .” Piton fece le fusa. “Ne
trovi di tu i pi qui intorno.”
“Tu o bene, Mocciosus?” la voce di Sirius provenica da dietro di loro.
Remus sosprirò di sollievo quando Piton si ritrasse sembrando come se
fosse appena stato ca urato mentre rubava.
Sirius uscì da dietro la libreria a braccia conserte, “Hai perso la strada di
No urn Alley, vero? O forse sei solo in ci à per il tuo lavaggio annuale
dei capelli?”
“Vaffanculo Black.”
“Oh, per favore, dopo di te.” Sirius fece un ampio inchino, perme endo
a Severus di andarsene borbo ando copamente tra sé.
Remus ridacchiò debolmente.
“Grazie,” disse.
“Tu o okay?”
Mmh. Meglio non preoccuparlo per l’argento.
“Tu o bene.” Remus sorrise. “Andiamo … andiamo a cercare gli altri va
bene?”
“Non vuoi comprare i libri?”
“Nah,” Remus scosse la testa, “Volevo solo prendere nota dei nomi e
vedere se Pince li ordina per me nella biblioteca della scuola. Gratuito,
in questo modo.”
“Abbastanza giusto. Dai allora, andiamocene.”
Dove ero spingere per la maggior parte del tempo per riuscire ad
uscire, ed una volta fuori Remus aveva bisogno di una pausa e dove e
appoggiarsi al muro nel vicono accanto al negozio.
“Sei sicuro di stare bene?!” chiese Sirius, randosi una ciocca dei suoi
lunghi capelli con ansia.
“Sì, tu o bene!” Remus respirò annuendo di nuovo. La sensazione di
malessere stava svanendo adesso, aveva solo bisogno di un minuto.
“Probabilmente è solo la luna. Sono ancora stanco.”
“Cosa voleva Mocciosus?”
“Oh, le solite sciocchezze,” Remus aggro o la fronte, “Credo che
neanche lui volesse incontrarmi. Che cos’è No urn Alley?”
“Laggiù,” Sirius fece segno verso l’altra parte della strava in un altro
vicolo, leggermente più largo di quello in cui si trovavano.

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“È il luogo in cui si ritrovano i più scaltri. Maghi oscuri, banshee
travers te, vampiri. Questo genere di cose.”
“Oh.” E lupi mannari. Remus lo sapeva all’istante. C’era un debole
profumo, ora sapeva cosa voleva dire. Qualcuno era stato lì
recentemente, non Livia. “Il padre di James mi stava dicendo che
stanno pianificando un assalto in alcuni negozi laggiù, immaginano che
s ano immagizzinando rifornimen illegali. Scomme o tu o quello che
vuoi che Mocciosus si è intrufolato lì.” Remus fissò No urn Alley per un
po’ mentre riprendeva fiato.
Qualunque fosse lo strano nuovo profumo veniva da lì. Aveva sen to
già un’odore simile prima; da Moody. Magia Oscura. Rabbrividì.
“Forniture di qualità per il Quidditch?” Suggerì, “Se James è da qualche
parte sarà sicuramente lì”
“Bell’idea!” Sirius annuì, “Andiamo allora.”
Lasciarono il vicolo ombroso e uscirono nel luminoso inverno alla luce
del sole. Non aveva nevicato neanche quell’anno ma faceva un freddo
pungente e il cielo era limpido rendendo l’aria frizzante e piena di
energia. Mentre a raversarono la strada, lentamente oltre i gruppi di
streghe che facevano shopping con il loro figli, i maghi che si fermavano
per passare il tempo della giornata e elfi domes ci che facevano
commissioni per i loro padroni, l’energia sembrava cambiare
leggermente.
Fece rizzare i peli sul collo di Remus, come l’arrivo di un predatore. Si
irrigidì e si guardò intorno. Vide Lily e James che guardavano l’ul ma
scopa nella finestra delle forniture di qualità per il Quiddich. Stava per
voltarsi e per a rare l’a enzione di Sirius quando accadde.
*BANG*
La facciata del Paiolo Magico esplose in modo rumoroso, sangue rosso,
fumo, ma oni, legno e vetro che colavano in strada. C’era stato a
malapena un microsecondo di stupito silenzio prima che iniziassero le
ula, i gemi di dolore, il terrore e lo shock. Il caos intorno a loro
sembrava espandersi, come un’ondata che si infrange.
*CRACK* *CRACK* *CRACK*, le persone si stavano materializzando
intorno a loro - mol erano in partenza, ma ci furono altri che stavano
arrivando. Ques fecero sca are qualcosa dentro Remus che voleva
iniziare a ringhiare.
*BANG*
Un altro negozio, più in alto nella strada esplose, poi un altro e …

489
“Sta’ giù” Sirius placcò con tu o il corpo Remus che cadde a terra,
entrambi si coprirono il viso mentre i rifornimen di qualità per il
Quidditch andavano in fumo.

490
Natale; pt2  
Il terreno tremò e Remus chiuse gli occhi con la pancia in giù sui cio oli.
Tu o dopo quel momento - vedere le teste di Lily e James girare, prima
che l’edifico di fronte a loro esplodesse - tu o dopo aveva così poco
senso. Era tu o troppo lento, o troppo veloce e Remus scoprì di non
riuscire a reagire nel suo solito modo: era debole, spaventato e confuso.
Si sen va sbalordito. Alzarono la testa - lui e Sirius - troppo a lungo
dopo che si era calmato, quando le persone intorno a loro si stavano già
alzando e stavano gridando o piangendo. Qualcuno stava decisamente
piangendo, una donna. Sembrava più forte di tu . C’era anche
qualcuno che rideva, una risa na so le e tagliente come un rasoio, a
distanza e di pura gioia.
Diagon Alley sembrava un sito di bombe. I negozi che erano sta
distru erano come den ro in una bocca spalancata; strane macchie
blu di cielo dove ci sarebbe dovuto essere qualcos’altro. Era difficile
vedere molto a livello del suolo, ma loro strizzarono gli occhi a raverso
la polvere che si depositava più in basso nella strada verso la Gringo ,
da dove sembrava provenire la maggior parte del rumore
“Voi due!” una donna sibilò arrivando verso di loro da dietro,
raccogliendo dalle macerie la sua bacche a e la alzò, “Tornate qui!
Dietro di me!” Le sue ves erano marrone scuro, un’uniforme da Auror.
“James!” Sirius soffocò, la sua voce strana e soffocata dal terrore.
Lui balzò in piedi, i ves tu impolvera e i capelli pieni di fuliggine.
Corse verso il buco nel cielo dove si trovava il negozio di Quidditch e si
fermò pochi instan prima.
“Sirius no …” Remus tossì debolmente, seguendolo, sentendosi stupido
e pesante.
“James?!” Sirius stava gridando, ma così tante persone stavano
gridando… “Sirius!” Remus tossì di nuovo, sforzandosi di tenere il passo,
ma aveva ferito il fianco quando aveva toccato terra, le sue orecchie
stavano ancora fischiando e i suoi occhi stavano iniziando a vedere
sfocato mentre si asciugava le lacrime con i polsi impolvera . “Sirius--”
“VIA I MEZZOSANGUE!”
Remus cadde in ginocchio coprendosi le orecchie, non era l’unico.
La voce sembrava essere proprio dietro di lui - dentro la sua testa, era
ovunque. La folla tacque, finalmente e tu si guardavano intorno,

491
sba endo le palpebre, cercando il proprietario della voce orribile e
insidiosa. Qualunque cosa stesse succedendo stava accadendo più
lontano - Remus poteva annusare la magia ora, e vedere fasci di luce
sparare a raverso la nuvola di polvere che circondava al Gringo .
Poteva riconoscere Moody e … Ferox? Forse lui. E l’odore dei
Mangiamorte. Alcuni li riconosceva, altri no, ma erano lì e ce n’erano
mol . Dov’era Sirius? Le rovine del negozio che era esploso davan a
loro stavano ancora fumando, e Sirius era andato dri o dentro, l’idiota.
Digrignando i den , e non con poco dolore, Remus si rimise di nuovo in
piedi. Doveva trovarli.
Le urla della ba aglia stavano diventando più for e disperate; la donna
che aveva ordinato a lui e Sirius di tornare indietro, e la coscienza di
Remus gli disse che avrebbe dovuto andare ad aiutarla. Ma James, e Lily
e Sirius … “Morsmordre!” La stessa voce parlò, vicina e lontana.
Il fumo che riempiva la strada sembrava contorcersi e oscurarsi,
espandendosi e volteggiando verso l’alto per formare un enorme
serpende intrecciato con un teschio nero dagli occhi incava . “È lui!” Un
uomo vicino a Remus gridò “Tu-sai-chi!”
“Silencio!”
Qualcun altro lo stregò per farlo tacere.
Una strada immobilità, altri lampi di luce - blu, verde, giallo, rosso e …
*CRACK* *CRACK* *CRACK*, stavano scappando!
Per la prima volta Remus penso di ritare fuori la sua bacche a,
armeggiando dentro le sue ves prese in pres to. Mentre lo faceva le
sue dita sfiorarono qualcos’altro - liscio e pesante. Le sue dita si
chiusero a orno al suo orologio da tasca e lui lo prese, aprendolo
rapidamente e dicendo ad altq voce, “Sirius Black”, l’ago no si mosso
nemmeno ma puntò immediatamente in avan e
Remus lo seguì verso le rovine del negozio. “Sirius?! Sirius?!”
“Moony!” una mano gli afferrò la spalla e lui si voltò diperatamente.
“James!”
James lo abbracciò ferocemente e Remus non pensò nemmeno a
quanto fosse insolita come cosa, era così grato, così sollevato che non ci
pensò due volte e lo abbracciò di rimando.
Lily apparve alle sue spalle, il viso pallido, i capelli che le cadevano dalla
coda di cavallo e le ves macchiate tu e di cenere. C’era un taglio
appena so o l’a accatura dei capelli, il sangue le colava dal sopracciglio
sinistro. C’era anche Sirius, grazie a Dio grazie a Dio grazie a Dio.

492
“Ti avevo perso.” Disse Remus, con voce rauca una volta che James lo
lasciò andare. Una delle len dei suoi occhiali era ro a. “Mi dispiace.”
Disse Sirius, suonando altre ando orribile.
“È meglio che andiamo ad aiutare,” disse James scuotendo entrambe le
spalle, “La ba aglia--”
“Finita.” Disse Remus. “Sono scappa . Smaterializza la maggior parte
di loro. Come voi due …” fissò Lily e James, ancora non credendo ai suoi
occhi.
“Frank.” Disse Lily suonando molto più piccola di quanto Remus l’avesse
mai sen ta.
James l’avvolse con un braccio.
“Franks è un Auror. Ha usato un contraccolpo jinx su di noi, subito
prima che il negozio venisse colpito, poi protego, credo. Io non … io non
sapeva cosa fare.” I suoi occhi si riempirono di lacrime e James avvolse
il suo altro braccio intorno a lei, stringendola completamente.
“Neanche io.” Disse Remus, come se potesse aiutare. “Non ho
nemmeno preso la mia bacche a subito.”
Sirius stava afferrando la sua però. Aveva un aspe o orribile, feroce
come un demone, gli occhi pieni d’odio,
“Io vado comunque. Potrebbero ancora aver bisogno d’aiuto.” Disse.
Remus lo afferrò per le spalle, sorprendendo anche se stesso con la sua
forza.
“Non. Osare.” Ringhiò incontrando lo sguardo di Sirius.
Qualcosa di ins n vamente canino passò tra di loro e Remus pensò che
stessero comba endo davvero, e che sarebbe stato una specie di
sollievo in quel caso.
Ma ovviamente James intervenne.
“Moony ha ragione,” disse “dovremmo--”
*CRACK*
“Ragazzi!”
“Papà!”
Fleamont Po er era arrivato proprio accanto a James. Allora afferrò suo
figlio, Sirius e poi Remus - che ora si era ripreso abbastanza da trovare
l’abbraccio di tu un po’ troppo - poi fisso con orrore ciò che restava di
Diagon Alley.
“State tu bene? Tua madre vuole subito a casa, è stata chiamata al
San Mungo, altrimen sarebbe qui.”

493
“Non dovremmo restare e aiutare?” Chiese James, con aria turbata
tenendo ancora Lily stre a al suo pe o.
Che dannato eroe, pensò Remus. Teneva ancora Sirius per le spalle,
afferrandolo forte perché non poteva abbracciarlo.
Fleamont guardò James e sembrò crescere di qualche cen metro con
orgoglio. Lui sorrise,
“No figliolo, è tu o so o controllo - Moody è lì e Silente sta arrivando.
Io voglio solo che siate tu a casa e al sicuro, prima di tu o …”
“Nessuno deve andarsene!” Un uomo stava gridando, tagliando la folla
e le macerie con passo autorevole. “Non finché non sono sta tu
interroga da … oh ciao Monty. Non sapevo che fossi qui.”
“Amos,” il signor Po er annuì al funzionario del Ministero. “Sono
arrivato qui appena ho potuto. Porto i ragazzi a casa, erano fuori a fare
shopping e si sono fa prendere.”
“È così?” L’ufficiale - Amos - li guardò tu . “Nomi?”
“Amos, è davverio necess--”
“Nomi?” disse di nuovo in tono più duro.
“Beh, conosci James, lo conosci da quando aveva cinque anni, per
l’amor del cielo …” Fleamont balbe ò “E questa è la signorina Evans,
presumo?” lanciò un’occhiata a Lily che aveva smesso di paingere, ma
sembrava ancora parecchio spaventata. “Sì.” Lei squi . “Lily Evans.”
“Evans?” Amos sembrava pensieroso. Tirò fupro una pergamena dalla
sua pocket, “Evan, Evans … i nomi dei tuoi genitori?”
“Non li riconosceres .” Disse, i suoi occhi sae arono tra James e
l’ufficiale, “Sono una nata babbana.”
Amos la guardò di nuovo dall’alto in basso, poi guardò James con una
strana posizione del sopracciglio.
“Vedo. O mo. E voi due? Oh hoho! Ti conosco! Sei l’erede Black!”
“Ero.” Mormorò Sirius.
Si liberò di Remus e spinse le sue mani in tasca, assumendo un
a eggiamento scontroso e irritabile che appariva sempre quando si
menzionava la sua famiglia. Remus avrebbe voluto potergli dire di non
farlo. Non lo faceva sembrare meno colpevole.
“Anche lui verrà a casa con noi.” Disse Fleamont velocemente. “Sirius
vive con noi da più di un anno ormai, e--”
“Andiamo, Monty,” disse Amos, “L’erede Black? Non sono stupido e
nemmeno tu lo sei. Dovrà essere interrogato.” “Assolutamente no.”
Fleamont alzò la voce.

494
Remus non l’aveva mai sen to gridare prima - era ancora più
terrificante del Marchio Oscuro.
“Sono ragazzi di scuola, per l’amor di Dio!”
“Anche un sacco di scolari sono dalla loro parte, da quello che sen to.”
Amos disse, “Anche mol Black.”
“Non mi interessa. Puoi parlare con Silente se devi, ma io sono
responsabile di ques ragazzi e li porto tu a casa adesso.”
“E tu?” Amos improvvisamente si voltò verso Remus, che sba é le
palpebre.
A volte dimen cava che i Po er lo includevano delle loro responsabilità.
“R-Remus.” Disse, cercando di sembrare coraggioso ma fallendo
miseramente. E se sapesse qualcosa? E se sapesse che sono un lupo
mannaro? “Lupin.”
“Mmph.” Amos prese nota, ma non fece altre domande. “Dovete
aspe are qui mentre parlo con Silente.” Disse pomposamente.
“Come diavolo lo faremo.” Fleamont sbuffò, “Se vuoi andare ad
interrompere Albus Silente mentre assiste nelle indagini su un a acco
terroris co per dei semplici adolescen spaventa allor--”
“Amos!” Qualcuno - era davvero Frank? - gridò da lontano, “Dove
diavolo sei, abbiamo bisogno di te quassù, è Leo!”
L’ufficiale si voltò bruscamente e con un’ul ma rilu ante occhiata a
Sirius corse verso la voce. Il signo Po er entrò in azione senza aspe are
altro tempo,
“Svel ragazzi, state tu abbastanza bene per materializzarvi?
Signorina Evans, probabilmente è meglio che vieni con noi per ora, va
bene?” Lily annuì e James la baciò prima che scomparissero entrambi
insieme, mano nella mano.
Fleamont annuì a Sirius e Remus prima di svanire con un forse
*CRACK*. Remus guardò Sirius. Anche Sirius lo guardò, fermo e
arrabbiato, ancora pieno di un ardente desiderio di vende a.
“Oh no.” Remus disse con fermezza, poi afferrò dis nto il gomito di
Sirius pronto a materializzarsi con lui.
Sirius si divincolò a meta giro - lo stupido idiota avrebbe potuto
facilmente fare male ad entrambi mentre si sforzava contro
l’incantesimo di Remus. Ma Remus era più forte - l’aria era frizzante,
ruggente e piena di magia rimasta, Remus ne a nse un po’,
sopraffacendo Sirius con il peso della sua stessa determinazione.
Arrivarono sul por co anteriore dei Po er con una tale forza che
sba ero la testa tra di loro, poi si separarono ansimando sentendosi

495
bruciare la testa. “Maledizione Moony!” Sirius ansimò, massaggiandosi
il gomito dove Remus l’aveva afferrato.
“Dovevo … fermar … idiota …” Remus si chinò in avan , le sue mani
sulle ginocchia. Lui si sen va compleatamente prosciugato.
James aprì la porta,
“Entrate” disse “Forza! Veloci!”
Sirius si spinse oltre Remus senza guardarlo.
Lily rimase per un’altra ora, bevendo tazza dopo tazza di te con Gully
che correva avan e indietro dalla cucina, torcendosi le manine
raggrinzite e scuotendo tristemente il capo.
Il signor Po er si scusò profondamente con Lily e sperava che si
sarebbero rivis in circostanze migliori, dopodiché si rinchiuse nello
studio. Dopo di che rimasero in silenzio per la maggior parte del tempo;
con solo uno sfogo occasionale di James o Sirius.
“Piton!” Sirius inveì camminando avan e indietro, “L’abbiamo visto in
libreria, ha minacciato Moony - deve avere sicuramente qualcosa a che
fare con tu o questo!”
“Non puoi saperlo.” Disse Lily tremante, fissando il disegno sulla sua
tazza di tè.
“Qualcuno ha visto qualcuno di loro però?”
“No.” James scosse la testa. “Ero troppo impegnato a cercare di
me erci al riparo.”
“No.” Lily scosse la testa.
“No …” disse Remus.
Sirius lo guardò,
“Moony. Hai annusato qualcosa. Me l’hai de o tu, ricordi? Lo sai ch--”
“Remus puoi sen re l’odore delle persone?!” Lily alzò lo sguardo, metà
scioccata e metà incuriosita. “Come un profumo?”
“Non come … è solo una … cosa da lupo. Is nto. Ma non l’ho fa o. Io
non …” Remus desiderava che il terreno lo inghio sse.
Avrebbe potuto dirglielo. Ma non voleva dirlo a Sirius in quel modo;
non mentre erano furiosi l’uno con l’altro e spaventa e Lily e James
erano sedu proprio lì.
“Moony.” Sirius disse con una voce molto bassa e oscura che nessuno di
loro aveva mai sen to prima. “Dimmelo. Chi?”
Remus guardò James in cerca di un disperato aiuto, ma stava fissando
ina esa di una risposta. Anche Lily, la bocca leggermente aperta.
Guardò di nuovo Sirius e provò a mantenere il suo sguardo.

496
“Penso che Regulus fossi lì. Ma c’erano molte persone Sirius …”
Sirius alzò le mani e lasciò la stanza in completo silenzio.
Lily fece un sospiro stanco.
“James,” disse “penso che farei meglio a tornare a casa. Mamma e papà
si chiederanno che fine abbia fa o.”
James assiste e di nuovo Lily nella materializzazione, poi tornò da solo.
Da solo, gli era tornato tu o in mente, vivido come uno schermo
cinematografico. Il rumore, il fumo, il terrore assoluto. Vergogna. Non
aveva reagito. La sua prima possibilità di dimostrare a Siente, a Moody,
e persino a Mocciosus che era dal lato giusto e disposto a lo are per
questo. Ma non si era mai aspe ato che sarebbe stato così. Non l’aveva
mai considerato fino a quando non era arrivato il momento e tu eri su
un campo di ba aglia con le uniche persone che ami al mondo, tu o
quello che avrebbe voluto era trovarli e scappare.
Quando James tornò trovò Remus che camminava avan e indietro,
percorrendo lo stesso tra o che aveva fa o Sirius poco prima.
“Stai bene Moony?” chiese nervosamente, facendo len passi in avan ,
come se Remus fosse una bes a selvaggia.
“Non ho fa o niente.” Mormorò Remus, ancora camminando su e giù.
“È solo che … non riuscivo a muovermi. Non riuscivo a pensare.”
“Remus …” James con nuò a parlare con quel tono costante e
amichevole. Era più rassicurante di quanto Remus voleva amme ere.
“Nessuno avrebbe potuto. È stato orribile, la cosa più spaventosa che ci
sia mai accaduta.” Remus si fermo di colpo e fissò James. Fece un
mezzo sorriso e alzò le spalle.
“Nessuno di noi sapeva cosa fare.” Con nuò James.
“Sirius ha reagito.” Lo sfidò Remus. “È stato l’unico ad alzarsi. Lui voleva
aiutare …”
“Sirius non pensa, Moony lo sai.”
“Oi, fo Po er.” Sirius apparve all’improvviso sulla soglia, le braccia
piegate.
I suoi occhi erano leggermente rosa ma non sembrava più arrabbaito.
Remus gli sorrire da dietro le spalle di James. Sirius ricambiò il sorriso
rassicurante.
“Stavo per dire,” James rise, “che è questo che rende così coraggioso,
segaiolo. Vuoi solo precipitar e aiutare anche se è l’idea peggiore al
mondo.”
“Sì, okay, forse non è stata una buona idea.” Disse Sirius sedendosi sul
divano accanto a James.

497
“Almeno hai fa o qualcosa.” Disse Remus: “Almeno sei alzato.”
“Ti sei alzato anche tu Remus.” Disse Sirius dolcemente.
“Dopo che tu l’hai fa o!” Remus riba é, “Ero pate co, ero … come
vinceremo mai questa guerra se andrà così?! Se ho troppa paura per--”
“Anche io avevo paura.” Disse Sirius alzando lo sguardo. “Non sono così
pazzo. Dannazione.”
“No.” Disse James passandosi una mano tra i capelli ancora pieni di
polvere. “Mi ci è voluto così tanto tempo per capire cosa stesse
succedendo e tu o quello a cui riuscivo a pensare era di portare Lily da
qualche parte al sicuro. Ho pensato che avrei fa o qualsiasi cosa per
assicurarmi che lei stesse bene.”
“Ecco allora.” Disse Sirius con fermezza. “È così che vinceremo.”

La signora Po er non tornò dal San Mungo per tu a la no e, ma


Fleamont uscì dal tuo ufficio per dire ai ragazzi che le aveva parlato e
che andava tu o bene, poi chiese a Gully di fargli un panino e si
rinchiuse di nuovo dietro la porta.
Peter andò da loro, bianco e tremante: aveva sen to la no zia, a
quanto pare aveva un cugino che lavorava alla Gazze a del Profeta. Non
c’erano informazioni u li però. Nessun conteggio dei mor , non era
ancora stato finalizzato.
Peter rimase a cena ma James era l’unico davvero in grado di
mantenere una corre a conversazione e alla fine Peter se ne andò.
Quando Remus disse che andava a dormire gli altri due si strinsero nelle
spalle e salirono anche loro.
Dopo aver fa o una doccia e dopo aver lavato via la polvere dai capelli,
si spazzolò i den nel bagno freddo e silenzioso e cercò di non pensare
a quanto fosse strano che si sen va normale in una giornata cosi
anormale. Poteva sen re Sirius e James mormorare piano nella stanza
accanto con toni solenni e tesi. Decise di lasciarli fare.
Ore dopo, Remus si stava seriamente pentendo di quella scelta perché
non riusciva a dormire.
Aspe ò e aspe ò che Sirius arrivasse, finché non si rese conto che era
ancora con James e che avrebbe potuto non arrivare affa o. Remus si
sdraiò sulla schiena cercando di evitare che i suoi pensieri diventassero
troppo rumorosi. Questa è la guerra, con nuava a pensare. Questo è

498
quello che hai acce ato di fare. L’hai promesso a Silente. L’hai promesso
ai tuoi amici.
Finalmente, nelle prime ore, quando era stanchissimo e i primi raggi di
sole uscivano la sua porta si aprì.
Sirius strisciò a raverso la stanza con l’agilità di un ga o.
“Remus?” sussurrò ai piedi del le o.
Remus si girò. “Ci sono.”
Sirius pra camente volò verso di lui, scivolando so o le coperte e
seppellendo la testa so o il piumone, si strinsero l’un l’altro e tu o si
stabilizzò.
Remus si sen finalmente calmo. Un momento dopo Sirius si mosse
leggermente e sussurrò,
“Dimmi un segreto … Uno carino …”
Remus fece una pausa, poi bacio i capelli di Sirius.
“Anch’io sono pazzo di te.”

499
Natale; pt3  
Lunedì 2 gennaio 1978
La successiva se mana e mezza fu una delle più oscure che Remus
potesse ricordare. Quando finalmente la signora Po er arrivò a casa il
giorno dopo l’a acco, era bianca e sfinita, e abbracciò la sua famiglia
così forte, come se avesse pensato che non li avrebbe rivis mai più.
“Una cinquan na di mor , ho sen to.” disse solennemente. “Sono stata
principalmente al pronto soccorso, però. Cen naia di feri .”
“Qualcuno ... qualcuno di noi?” Chiese il signor Po er. Sembrava come
se non avesse dormito fino a tarda ora, e in effe per quanto ne sapeva
Remus, nemmeno lui era andato a le o.
Euphemia annuì, chiudendo gli occhi.
“Dopo.” Disse, lanciando un’occhiata ai ragazzi. James sembrava
indignato. “Possiamo sen rlo.” Disse. “Siamo tu maggiorenni ed
eravamo lì quando è successo!”
“Sì, lo so che eri lì!” Gridò la signora Po er, la sua voce stridula.
La bocca di James si chiuse di sca o e lui abbassò lo sguardo,
vergognato.
La signora Po er si alzò.
“Vado a sdraiarmi. “
Lasciò la stanza e gli uomini rimasero sedu in silenzio.
“Scusa, papà.” Borbo ò James.
“Va tu o bene.” Fleamont si tolse gli occhiali e si strofinò il naso.
“Siamo tu sconvol . Tua madre ed io abbiamo bisogno che voi ragazzi
ascol ate e facciate quello che vi viene de o fino al momento di
tornare a scuola, capisci?”
Annuirono tu , con rilu anza, e Remus vide i muscoli nella mascella di
Sirius stringersi. Il fa o che non protestasse era un segno del suo
rispe o per il signor Po er.
“Adesso”, con nuò Fleamont, “questa casa sarà molto affollata nei
prossimi giorni, e vedrete fare da molte persone importan molto
lavoro importante. Non fate troppe domande e non siate fas diosi.”
“Non possiamo aiutare?” Chiese James.
“Sì.” Fleamont annuì. “Dovrete essere dei padroni di casa gen li e
badare a tua madre.”

500
“Sì, papà.” James sospirò, abbassando di nuovo lo sguardo, ovviamente
deluso.
“James ...” iniziò a dire Fleamont, allungandosi per toccare il braccio di
suo figlio.
Remus e Sirius lo presero come spunto per sparecchiare il tavolo, e
aspe arono in cucina, aiutando a malincuore Gully a lavare i pia .
“Non vedo di cosa si tra a.” Sirius borbo ò con il gomito immerso nella
schiuma del sapone. “Se sapessero la metà delle cose di cui siamo
capaci, potremmo aiutare.”
“Avremo la nostra possibilità.” Remus rispose, fissando fuori dalla
finestra mentre asciugava i pia . Il giardino era molto buio e una
nebbia gelida aleggiava nell’aria, rendendo difficile vedere molto oltre il
muro del pa o. Poteva solo vedere i cerchi di Quidditch di James sul
prato e la fioca luna calante. A lui non piaceva non poter vedere molto
lontano, lo me eva a disagio.
“Per te va bene.” Sirius si stava ancora lamentando, “Hai già dimostrato
di cosa sei capace.”
“Che cosa?!” Remus lo guardò, confuso e momentaneamente distra o
dalla finestra.
“Con quel lupo mannaro che hai incontrato l’anno scorso. Hai già
affrontato il nemico e hai mostrato a Silente che può fidarsi di te.”
“Non credo di essermi spiegato corre amente, se è quello che pensi ...”
Remus disse. “Livia non era ... non si tra ava della guerra.”
“Silente pensa che lo fosse. Moody anche. Parlano tu o il tempo di lupi
mannari; di come sarai u le per convincere le creature oscure a non
unirsi a
Tu-sai-chi.”
“Possiamo parlare di qualcos’altro?”
“Va bene.”
Non parlarono di niente. Lavarono i pia in completo silenzio. Remus
guardò fuori dalla finestra nell’oscurità del giardino dei Po er e
cercando ... qualcosa.
Alla fine, James entrò, proprio mentre avevano finito di me ere via
l’ul mo pia o.
“Va tu o bene, amico?” Chiese Sirius, allegramente.
“Sì,” James scrollò le spalle, sembrando in qualche modo più saggio; più
vecchio. “Solo cose di papà, sai. “
Sirius e Remus si guardarono l’un l’altro, e Remus sapeva che erano
entrambi stavano provando la stessa acida invidia.

501
Cosa significava avere un padre come Fleamont Po er? E averne uno?
“Ho de o che avrei chiamato Lily, se voi due avreste voluto fare una
passeggiata nel villaggio?”
“Perché no.” Disse Sirius, lasciando lo straccio sopra il rubine o.
“Oh, Moony, papà ha de o di dar questo?” James gli consegnò un
piccolo rotolo di carta. Remus l’aprì velocemente, dando un’occhiata al
nome e all’indirizzo scri o. James inclinò la testa, curioso,
“Che cos’è?”
“Oh niente. Un libro che stavo cercando.” Remus se lo ficcò in tasca.
“Andiamo, forza. Le chiamate sono più economiche dopo le sei.”
James aveva finalmente imparato a usare la cabina telefonica da solo,
quindi non c’era niente da fare per Remus se non appoggiarsi alla
staccionata vicino a Sirius, aspe ando.
Si arrotolò le sigare e per passare il tempo; si era tagliato le dita dei
guan indietro a novembre per questo scopo esplicito.
“Non intendevo te.” Disse Sirius piano. “Quando ho de o creature
oscure.” “So che non lo intendevi.” Remus leccò la car na e poi la lisciò.
Lui porse la sigare a finita a Sirius, che la prese e la mise dietro il suo
orecchio. Remus ne iniziò un’altra.
“Devi insegnarmi come si fa un giorno.” Mormorò Sirius, guardandolo
con apprezzamento. “Scomme o che potremmo elaborare un
incantesimo per farlo all’istante.”
“Probabilmente” sospirò Remus, allineando il tabacco. “Ma mi piace
farlo in questo modo.”
“Giusto.”
Tacquero di nuovo. Remus finì la seconda e la tenne in mezzo al pollice
e l’indice, chiedendosi se fumarlo o meno. Alla signora Po er non
piaceva l’odore su di loro, e odiava aggiungerle altre cose a cui pensare.
Ma d’altra parte, non potrebbe davvero usare qualcosa per calmare i
suoi nervi. Sirius poteva anche farlo, se il costante ba to della sua
gamba fosse qualcosa su cui basarsi. E anche mordersi le unghie.
Remus accese la sigare a con uno schiocco delle dita, e inspirò. Sirius
seguì l’esempio da uomo. La sua gamba si fermò.
“Lo sono, però.” Disse Remus, espirando.
“Che cosa?”
“Una creatura oscura, come hai de o.”
“Moony, no ...”
“Sì,” annuì Remus, guardando i campi davan a loro, e l’autostrada
dietro. “Quindi, quando parli di voler me er alla prova, capisco cosa

502
intendi. La gente si fida dei lupi mannari quasi quanto si fidano dei figli
cadu in disgrazia dei maghi oscuri “.
“Io lo so. Non volevo comportarmi come ...”
“Come se fossi l’unico con un interesse in questa guerra?”
“Sì, così. Mi dispiace. Non volevo farlo.”

503
Lo so,” Remus sorrise, guardandolo, finalmente. “Mi dispiace per
Regulus.” “Bene.” Sirius ba é i piedi sulla ghiaia, “Lo sapevo già, più o
meno. Ero certo che lui fosse lì. “
“Lavorerò così duramente su questo scherzo di Serpeverde quando
torneremo scuola. Sarà il mio lavoro migliore.”
Sirius rise, un suono onesto e abbandonato, ge ando indietro la testa.
“Per Godric, Moony.” Fece un largo sorriso, “Quando dici cose del
genere, mi fai venire voglia di sbaciucchiar tu a la faccia.”
“Ah,” Remus sbuffò. Lanciò uno sguardo a James, dentro la cabina del
telefono rosso, mentre chiacchierava con un enorme sorriso sul volto,
“Forse non ancora ...”
Sirius sembrava di nuovo triste,
“Glielo dirò, ma non con tu e queste bru e cose in corso, sai?”
“Lo so.” Remus annuì. Non voleva che Sirius lo sapesse, ma l’idea che
James avesse finalmente scoperto di loro era molto spaventosa per lui.
Perché agitare di nuovo tu ?
“Remus? Se chiedo qualcosa, mi dirai la verità? “
“Okay.” Il suo stomaco si contrasse involontariamente, ma si fece
coraggio. “Qual’era il messaggio del padre di James? Non era il tolo di
un libro, vero?”
“No.” Remus acconsen , “Non lo era.”
Si frugò in tasca e lo rò fuori sfogliando un a mo la pergamena
morbida e spessa prima di porgerla oltre a Sirius. Sirius lo aprì
velocemente e guardò in basso.
“Hope Jenkins?” Lesse, con una piega sulla fronte: “Che cosa significa?”
“È un nome.” Remus disse, velocemente, “Il nome di mia madre. E
indirizzo.”
“Oh!” Sirius respirò, rileggendolo, ancora accigliato. “Tua madre.” Disse
la parola come se non avesse mai nemmeno considerato la possibilità
che Remus ne avesse una.
“Sì,” Remus riprese la pergamena, ficcandola di nuovo in tasca. “Io ... so
che abbiamo de o che avremmo parlato di tu o tranne che di madri,
ma. Beh. Silente mi ha dato una le era che mi aveva scri o, dopo la
morte di Lyall. Ha de o che potevo provare a trovarla, quando ero
maggiorenne, quindi ...
il signor Po er l’ha trovata.”
“Cosa ne farai? Le scriverai? “
“Sì, penso di sì.”

504

Sirius mosse la mano sulla staccionata, sfiorando delicatamente le dita
di Remus.
“Bene. Spero che la troverai. “

Il signor Po er aveva ragione: nei giorni successivi la casa era più


affollata di quanto Remus l’aveva vista dalla festa di Natale del ‘73.
Tranne, ovviamente, che in quest’occasione era molto poco allegria.
Queste erano le persone più vicine a Silente - molte di loro stavano
lavorando per il Ministero, ma tu erano leali a lui prima di ogni altra
cosa. Erano in prima linea nello sforzo bellico.
Alcuni di loro erano vol familiari - Moody, ovviamente, che di solito
lanciava un burbero cenno del capo ai tre ragazzi adolescen che
adesso passavano le giornate a guardare il camine o per aspe are i
nuovi arriva . Poi c’era Frank Paciock in persona, simpa co e di buon
cara ere quanto Remus si ricordava. Era venuto più spesso con la sua
ragazza, Alice, la giovane donna che aveva accompagnato Sirius e
Remus il giorno dell’a acco.
I gemelli Prewe furono un’altra sorpresa: James e Sirius stavano
cadendo su loro stessi per riuscire raggiungerli e condividere ogni a o
nefasto che avevano commesso a Hogwarts sin dalla partenza dei
ragazzi più grandi. Erano entrambi cresciu molto bene, spalle larghe e
for ma avevano ancora lo stesso cara ere facile e il malvagio senso
dell’umorismo. Spesso portavano la loro sorella dai capelli rossi, e lei
portava a sua volta il marito dai capelli fiammeggian .
Tu ques ospi si erano ferma a chiacchierare solo pochi istan con
James, Remus e Sirius, prima di svanire nello studio del signor Po er,
oppure di uscire in giardino per materializzarsi (apparentemente
Moody aveva messo un incantesimo sulla casa di Po er rendendola
non solo non individuabile, ma anche impossibile da collocare una
traccia su essa). Di conseguenza il soggiorno e l’ingresso erano inizia a
sembrare simili alla pia aforma 9 ¾.
La sera, la signora Po er tornava a casa, con un’aria esausta e
determinata. Avrebbe avuto comunque un sorriso per tu e sarebbe
stata pronta a ospitare chiunque fosse in casa per la cena. Non era
niente di spe acolare. La no e prima che i ragazzi tornassero a
Hogwarts, Moody, Frank e Alice si erano uni a loro per cena: stufato di
manzo con gnocchi.

505
Stavano passando una serata molto piacevole, Frank e Remus stavano
avendo una discussione molto intensa sugli incantesimi difensivi e Alice
e i ragazzi - incluso Fleamont - stavano discutendo su quale squadra di
Quidditch stava andando verso la vi oria del campionato.
Alla sinistra di Remus, Moody si chinò per rivolgersi alla signora Po er,
e sussurrò,
Ho sen to che Ferox uscirà, domani?”
“Uscire?!” Remus si voltò, interrompendo Frank a metà flusso, “Uscire
da dove?”
Moody inarcò un sopracciglio, facendo gonfiare in modo gro esco il
suo misterioso occhio magico,
“Hai un udito dannatamente buono, ragazzo. Posi vo per un buon
Auror.”
Remus scosse la testa con impazienza,
“Il Professor Ferox?”
“Sì, caro,” spiegò Euphemia, con calma, “Leo Ferox è stato ferito
nell’a acco a Diagon Alley. Ora è stabile e rimarrà con sua nonna per un
po’ per riprendersi completamente. Mi dispiace, avevo completamente
dimen cato che aveva insegnato a Hogwarts, lo conoscevi bene?” “Una
specie, sì. Era il mio insegnante preferito” disse Remus, sentendo le
viscere che si agitavano. “E lui ... cosa è successo? Era in uno dei
negozi?”
“Era a terra, nella ba aglia con noi”, disse Frank, “era in a acco, non si
poteva cri care la sua tecnica, sparava incantesimi meglio di chiunque,
ma a volte siamo tu sfortuna .”
“Ma andrà tu o bene?” Remus posò la forche a adesso, non avrebbe
più mangiato.
“Con il giusto riposo.” La signora Po er annuì, sorridendo debolmente.
Tu o il terrore che Remus aveva cercato di ignorare negli ul mi giorni
arrivò d’un colpo. Si aggrappò al sedile della sedia, fissò il suo pia o e
pensò a Ferox, che giaceva privo di sensi tra le macerie. Un uomo così
buono e forte, abba uto. Remus sen una fi a di rabbiosa sfida nel suo
intes no a rare la sua a enzione. Stava per fare di meglio, non
importava quello che ci voleva. Lui sarebbe stato più veloce; più
coraggioso. La prossima volta che la ba aglia sarebbe arrivata a lui, lui
sarebbe stato pronto.

506

Responsabilità  
Lunedì 9 gennaio 1978
Remus scrisse tre le ere la sua ul ma no e prima del ritorno a scuola
dopo quel Natale. Due avrebbero avuto bisogno di un francobollo
babbano e sarebbero state infilate nella rossa casse a della Royal Mail
alla fine della strada prima che par ssero per King’s Cross.
La seconda poteva aspe are fino a quando non sarebbe arrivato a
Hogwarts, e poteva usare uno dei gufi della scuola.
La prima era quella indirizzata a Hope:

Gen le Sig.ra Jenkins,


Il mio nome è Remus Lupin. Mio padre era Lyall Lupin e credo di essere
tuo figlio. Adesso ho diciasse e anni. Mi è stata data una le era scri a
da te nel 1965. Io spero che non dispiaccia se scrivo. Se desideri
rispondere mi farebbe molto piacere. Cordiali salu ,
Remus John Lupin.

(Pensava che sarebbe stato meglio firmare con il suo nome completo,
anche se sarebbe stato molto sorpreso se ci fosse un altro Remus Lupin
che viveva in Gran Bretagna. Aveva inoltre pensato che fosse meglio
mantenerla breve e dire a.)
La seconda le era era a Grant:

Caro Grant,
Spero tu abbia passato un bel Natale. Avrei voluto venire a trovar , ma
sono rimasto con la famiglia del mio amico ed è difficile scappare.
Spero che tu s a bene. Come va il lavoro? Hai messo da parte
abbastanza soldi per un appartamento? Dovrò iniziare a pensarci presto
anche io. È il mio ul mo trimestre di scuola ormai, ed entro giugno vivrò
nel mondo reale. Spero di poter vedere allora. Per favore, rispondi il
prima possibile e fammi sapere come stai. Tuo,
Remus.

507
(Non voleva me ere ‘tuo sinceramente’, perché sembrava sciocco e
troppo ... formale. Non voleva me ere ‘con amore’, perché sembrava
molto estremo. Così alla fine, ‘tuo’, sembrava il modo più semplice e
onesto per dirlo.)

Quindi c’è ancora solo la le era di Ferox da spedire?” Chiese Sirius,


mentre prendevano il loro posto nella loro solita carrozza sull’Hogwarts
Express. Erano completamente soli - Peter era andato alla ricerca di
Dorcas, che a quanto pare gli aveva scri o una le era molto piccante
durante le vacanze di Natale, mentre James e Lily si erano dire verso
la carrozza dei Prefe o. “Solo quella di Ferox.” Remus annuì, dandosi
una pacca sulla tasca. Sirius si sede e sulla stessa panchina di lui,
sdraiato indietro e allungando le gambe in grembo a Remus, le braccia
incrociate dietro la testa. Remus sbuffò con indulgenza, “Me pure
comodo. “
“Non importa se lo faccio.” Sirius sorrise maliziosamente. “Quindi.”
Disse, “Per quale le era aspe con più ansia la risposta? “
“Quale risposta non vedo l’ora di ricevere?” Remus inarcò un
sopracciglio seccamente, “Vuoi dire tra il mio ex insegnante ferito in
ba aglia, il mio giovane-ex fidanzato delinquente o la madre che mi ha
abbandonato?” “Bè, se la me così,” disse Sirius. “Onestamente, la
quan tà che di cose che por dietro ...”
“Preferires che mi lamentassi tu o il tempo?” Remus sospirò, aprendo
il libro che aveva portato per il viaggio in cima alle gambe di Sirius.
“No,” rifle é Sirius, fissando pensieroso il soffi o della carrozza. “Ma
dico io. Se non avessi me con cui parlare di queste cose, sarei
preoccupato per la tua testa, esploderebbe. “
“Non esploderebbe, grazie mille,” Remus schiaffeggiò delicatamente il
ginocchio. “Sei così dramma co. Ho già affrontato altre cose
perfe amente prima che decidessi di coinvolger “.
“Come?!”
“Beh.” Remus si morse il labbro, “Io ehm ... penserai che sia stupido.”
“Che cosa?”
“Io ... faccio elenchi, nella mia testa. Pro e contro. E a volte l’ho fa o
fingendo intere conversazioni, sai, per aiutarmi a risolvere un
problema” “Dannazione, Moony,” Sirius si mise a sedere, balbe ando.
“Sei completamente pazzo.”
Remus rise, “Sì, okay. Forse un po’.”

508

Sirius fece scivolare i piedi dalle ginocchia di Remus e gli si avvicinò di
soppia o sul sedile,
“Hai mai avuto una conversazione immaginaria con me?”
“No!” Remus rispose, chiudendo gli occhi quando sen il respiro di
Sirius sul suo collo.
“Ho solo conversazioni immaginarie con persone sensibili.”
“Beh, forse è qui che stai sbagliando ...” Sirius iniziò a baciare Remus,
molto leggermente appena dietro il lobo dell’orecchio.
Remus si mosse, il libro cadde sul pavimento della carrozza.
All’improvviso, la porta iniziò ad aprirsi sba endo e si sen rono delle
risa ne corridoio. Sirius e Remus si separarono proprio mentre Marlene
e un’altra ragazza inciampavano dentro,
“Oh!” Gli occhi di Marlene si spalancarono per la sorpresa, le guance
diventarono rosa, “Pensavo che fosse vuota ... “
“No,” Sirius si appoggiò allo schienale, sembrando diver to. Stava
guardando Marlene con un bagliore molto malvagio nei suoi occhi.
Fece l’occhiolino alla ragazza che entrava dietro di lei, alta, con i capelli
scuri del sesto anno, Remus pensò di averla riconosciuta vagamente.
“Patel.” Sirius annuì.
Oh dio, pensò Remus tra sé, Sirius potrebbe avere vecchie conquiste che
nemmeno conosceva?!
“Remus, hai già incontrato Yasmin?” Chiese Marlene, sedendosi di
fronte a lui, “Lei è il nuovo por ere.”
“Oh, giusto, ciao.” Remus annuì, facendo un gesto imbarazzante. “No
Mary?” Sirius stava alzando un sopracciglio verso Marlene, come se lo
sapesse qualcosa.
Remus era solo confuso e un po’ agitato.
“No Mary.” Rispose Yasmin, con un sorrise o simile.
“Sta parlando con uno dei Prefe di Corvonero,” disse Marlene,
rapidamente, “Non è come se la evitassimo deliberatamente o altro!”
Marlene sembrava ... era arrossita?! Perché tu si comportavano in
modo così strano? Remus si spostò nel suo posto, notando la strana
atmosfera. “Mh.” Sirius disse, sorridendo ancora a Marlene
compiaciuto, “Cosa stavate combinando voi due?”
Yasmin fece un balzo e lo guardò fisso negli occhi con un suo sorriso
ironico.
“Niente. Cosa stavate combinando voi due?” Alzò un sopracciglio
sugges vo e Remus quasi balzò in piedi per lo shock. Lei lo sapeva?! Chi
era questa Yasmin, allora?

509
“Niente!” Sirius si raddrizzò.
“Bene allora.” Marlene si strinse nelle spalle, il suo viso si schiarì mentre
si adagiava su di lei, sembrava che avesse appena vinto una par ta di
scacchi par colarmente gra ficante.
“Allora lo lasceremo così, vero?”
“Bene.” Anche Sirius si appoggiò allo schienale, incrociando le braccia.
Yasmin ridacchiò e Remus si gra ò leggermente la testa.

510
“Cosa s amo lasciando dove?” Chiese a Sirius, più tardi quella sera. Si
stavano dirigendo lentamente verso la guferia prima del coprifuoco.
Aveva mangiato tanto a cena, e adesso se ne pen va un po’ .
“Moony, davvero.” Sirius rise, “Qualcuno a ento come te non lo ha
ancora notato nulla di diverso in Marlene, ul mamente?”
“Non so di cosa stai parlando.” Ansimava, lo ando come sempre con la
scala a chiocciola.
Remus non voleva amme ere che era a ento, era solo Sirius che stava
osservando. In genere considerava le ragazze come un completo
mistero, e raramente aveva idea di cosa stesse succedendo con loro a
meno che non glielo avessero de o esplicitamente. Lily e Mary lo
facevano più spesso di Marlene, che era sempre stata privata come lui.
“Oh andiamo, Moony,” Sirius rise, “Marlene e Yaz? Non dirmi che non
l’hai-- erano tu e una sopra l’altra prima di rendersi conto che la
carrozza non era vuota.”
Remus si fermò, in parte perché aveva bisogno di un momento per
riprendere fiato, in parte perché non poteva credere a quello che stava
dicendo Sirius.
“Vuoi dire che Marlene è ...?”
“Sì.”
“E Yasmin ...”
“Sì.”
“Miseriaccia.”
“Sì.” Gli occhi di Sirius brillavano maliziosamente. “Non posso credere
che tu non l’abbia già capito!”
“Bene.” Remus sbuffò. Adesso erano quasi in cima. “Sono
impressionato che tu l’abbia fa o. Visto che apparentemente non avevi
idea di me, dopo che ci scopavamo da un anno. “
“Non è stato un anno intero.” Sirius rispose, sulla difensiva,
raggiungendo la cima e guardandosi intorno fur vamente, prima di
proseguire nella stanza vuota.
Remus entrò dietro di lui e cercò un gufo appropriato. Non era un lungo
viaggio, o almeno non pensava. Sembrava di ricordare che Ferox gli
aveva de o che sua nonna viveva a Liverpool. Era stata una le era
difficile da scrivere, ma necessaria, considerando che si erano lascia
l’ul ma volta in condizioni difficili. Lui semplicemente sperava che Ferox
stesse bene e aggiunse alcuni de agli insignifican sulla sua
preparazione NEWT. “Quindi se Marlene lo sa …” disse Remus,
pensieroso, legando la le era alla zampa del gufo scelta.

511
“Si lo so. James il prossimo.” Sirius sospirò.
“Non intendo con nuare a parlarne ...” disse Remus, scusandosi,
lasciando il gufo libero di volare fuori dalla finestra più vicina. Lo
guardò andarsene. “No, ho promesso che l’avrei fa o.” Sirius alzò le
mani. “Comunque, questo termine sarà abbastanza un incubo con i
NEWT e la guerra ... preferirei che non averesse nient’altro di cui
preoccuparsi. “
“Sei nervoso?”
“Mi sto cagando addosso.”
“Incantevole.” Remus alzò gli occhi al cielo, “Posso aiutare?”
“No, se vuoi suggerirmi di avere una conversazione immaginaria con
Prons
... “
“Non vedo perché no,” Remus alzò le spalle. “Prongs è facile da fare.
Carino e prevedibile.”
“Mmh, a differenza di altri.” Mormorò Sirius. “Comunque, non è per
quello che dirà che sono preoccupato. So cosa dirà. Sarà come quando
tu ... ehm
…”
“... l’ho de o ...” Remus suggerì, u lmente. Sirius annuì, midamente.
“So che sarà il suo solito. Sono più preoccupato per le cose che non
dirà.” “Beh.” Remus disse, voltandosi dalla finestra, “Non c’è niente che
tu possa fare al riguardo.”
“Black?! Bla-aaack? Oi, Padfoot!” La tasca di Sirius iniziò a urlargli
contro.
Sirius sorrise, pescando il suo specchio compa o e aprendolo,
“Parli del diavolo.”
“Dove sei, coglione?” La voce di James rimbombò dallo specchio.
“Gufiera.”
“Moony è con te?”
“Sì.”
“Silente lo vuole.”
“Proprio adesso?!” Sirius alzò lo sguardo su Remus, il cui stomaco
sprofondò.
Questa era mai una cosa buona.

512
Un’ora dopo
Remus non fu sorpreso di trovare tu e tre i Malandrini (e Lily - che a
questo punto potrebbe anche avere il suo soprannome e l’accesso alla
Mappa) aspe arlo fuori dall’ufficio di Silente. Era grato - era in uno
stato tale che se avesse dovuto tornare da solo alla torre probabilmente
si sarebbe perso.
“Beh?” Chiese Sirius, desideroso come sempre di essere il primo a
saperlo.
“Uhm.” Disse Remus.
“Andiamo,” disse Lily, prendendogli gen lmente il braccio, “Non devi
dircelo, noi vogliamo solo sapere che stai bene. “
“Certo che deve dircelo.” Sirius aggro ò la fronte. Remus gli diede un
avver mento con un’occhiataccia.
“Possiamo andare in un posto un po’ più riservato? Non la Sala
Comune.” “Dormitorio?” Suggerì Peter.
“Si.” Remus annuì.
Non avrebbe parlato con loro fino a quando non fossero arriva e usò il
tempo per elaborare esa amente come avrebbe spiegato senza ferire
almeno i sen men di Sirius, non importava ferire l’orgoglio di James.
Silente non aveva de o che non poteva dirlo a nessuno. Solo di fare
a enzione a chi l’avrebbe de o. Per la tua sicurezza e la loro, aveva
ammonito il vecchio in tono minaccioso. Remus aveva ancora seri dubbi
sul fa o che Silente fosse o meno preoccupato per la sua sicurezza,
personalmente, ma teneva la bocca chiusa. Dovevi stare a ento a cosa
dire, nella posizione di Remus.
Alla fine, si ammassarono tu nella stanza del dormitorio dei
Malandrini - anche Lily, il che era un po’ strano, sopra u o quando si è
seduta sul le o di James, come se l’avesse fa o cento volte prima.
Remus si sede e sul coperchio del suo baule. Non aveva ancora avuto
il tempo di disfare le valigie.
“Quindi?!” Sirius chiese di nuovo impaziente, appoggiandosi alla
spalliera del le o, “Cosa ha de o che vuole Silente?”
“Mi ha dato un incarico.” Remus fissò il tappeto logoro mentre lo
diceva, non incontrare gli occhi di nessuno. Non riusciva ancora a
crederci del tu o. “Lui cosa?!” James sorprese Remus parlando per
primo. “Ti ha dato ... non a qualcuno di noi? “

513
“James,” disse Lily bruscamente, toccando il braccio del suo ragazzo, “È
ovvio che è qualcosa per cui Remus è più ada o. “ “Lupi mannari.”
Disse Sirius.
Remus alzò lo sguardo e incontrò il suo. Lo aveva guardato sconvolto,
così Remus gli sorrise.
“Si. L’ho già fa o ...”
“L’hai già fa o ...” iniziò Lily, poi scosse la testa, come se ci stesse
pensando meglio.
“Di cosa ha bisogno da te? Perché ora?”
“Pensano che ce ne sia uno a Hogsmeade,” spiegò Remus, lentamente,
“Glielo hanno de o i centauri, o qualcosa del genere.” (Era annebbiato
su quei de agli, perché quando Silente glielo aveva spiegato, Remus si
era sforzato molto per non vomitare per i nervi), “Silente vuole che
uhm ... faccia si che la mia presenza si no la prossima volta che sarò in
ci à. Per vedere se ... ehm ... abbocca.”
“Farai da esca?!” Sirius pra camente gridò.
“... È solo un’espressione.” Rispose Remus.
“Non va bene,” disse Peter, nervosamente, mordendosi le unghie.
“Scusate.” Remus si strinse nelle spalle. “Non preoccupatevi per me. Se
c’è un lupo mannaro è uno di Greyback, quindi non credo di essere in
pericolo.
Vuole che mi unisca a lui, ricordate?”
“Sì, ricordo di aver ricevuto il mio invito a unirmi a quella squadra.”
Sirius disse con un brivido.
Remus rimpianse di non averlo sollevato. L’immagine di lui nella sua
testa in quel momento era il corpo privo di sensi di Sirius che stava
cadendo dal camine o dei Po er in quella no e orribile.
“Non sarà così.” Disse, rigido. “Non potrebbe succedere niente,
potrebbero anche non essere qui per me. E stavo bene, l’ul ma volta,
no?”
“Solo perché si è presentato Ferox!” Sirius aveva dimen cato che non
erano da soli, si stava preparando per una vera e propria sfida.
“Lo so, ma sono maggiorenne, adesso ... saprò cosa aspe armi.” Remus
cercò di mantenere la sua stessa voce placida, sperando che ricordasse
a Sirius di tenersi so o controllo.
“È così pericoloso, Remus!” Lily iniziò a dire.
“Lo so anch’io, ma non mi è stata data esa amente una scelta!” Sca ò
Remus.

514
Lei abbassò la testa e contrasse le labbra. Non aveva intenzione di
alzare la voce su di lei, ma avrebbe dovuto sen rsi male più tardi. In
quel momento era chiedere troppo.
“Quando?” Chiese Sirius, più calmo di prima.
“Il prossimo weekend di Hogsmeade.”
“È tra due se mane.” James disse: “Dopo la prossima luna ...”
“Stanno per aumentare la sicurezza nel villaggio, ovviamente.” Disse
Remus. “Dopo l’ul ma volta.”
“Okay, avrò bisogno di spiegazioni su alcune cose, qui ...” disse Lily con
una piega profonda sulla sua fronte.
“James, lo fares tu?” Remus implorò, “Penso di voler andare a le o ...”
“Sì, certamente.” James annuì, entrando subito in azione. “Possiamo
parlare di questo domani, quando tu avranno avuto un po’ di tempo.”
“Grazie.” Remus sorrise debolmente alzandosi, pensando di andare a
lavarsi i den , non vedo l’ora di stare da solo in bagno per qualche
minuto da solo.
“Moony?” James disse velocemente, mentre gli altri si alzavano, “Non
volevo dire che tu non dovres ricevere un incarico, o che non puoi
farlo, o altro ...”
“Lo so,” Remus annuì, dandogli una pacca sulla spalla. “Credimi, se tu o
Sirius potreste farlo, non sarei la prima scelta di Silente. Suppongo che
io sia solo fortunato, eh?”
Dentro il bagno chiuso a chiave, preme e la schiena contro la porta e
provò a regolare la sua respirazione. Ora che i suoi amici lo sapevano,
tu o era diventato molto più reale per lui. Non avevi pensato che
avrebbe chiesto questo. Remus si rimproverò, tu non hai mai veramente
creduto che sares stato u le. Stai a ento a ciò che desideri, Loony
Lupin.
Stordito e tremante, ora preme e l’orecchio contro la porta del bagno.
Avevano tu hanno lasciato la stanza. Tu tranne uno. Spalancò la
porta senza pensarci, e rimase faccia a faccia con Sirius.
“Tu o okay?” Chiese Sirius, i suoi freddi occhi azzurri pieni di
preoccupazione. Remus scosse il suo capo.
“No.”
Sirius allungò una mano e Remus si aggrappò a lui.

515
Preparazione  
Strange it is to be beside you, many years and tables turned
You’d probably not believe me if told you all I’ve learned
And it is very very weird, indeed
To hear words like “forever” plead
Those ships run through my mind I cannot cheat
It’s like looking in the teacher’s face complete
I can say nothing to you but
repeat what I heard;
That love is just a four le er word.

Martedì 10 gennaio 1978


“Buongiorno, Moony,” James marciò nella Sala Grande la ma na
successiva, trasportava una pila di libri e riusciva a malapena a vedere.
Li sba é tu sul tavolo della colazione di fronte a Remus,
interrompendo il porridge che avevastate raccogliendo. Non aveva
molto appe to, in qualche modo.
“Cosa sono ques ?” Si allungò per prendere il libro più vicino,
Incantesimi Difensivi Avanza .
“Po er,” Lily raddrizzò la schiena, fissando il mucchio con uno sguardo
di perplesso, “Sei stato in biblioteca?! Di ma na?! Anziché andare a
volare?! “ “Dobbiamo preparare Moony, Lily!”
“Ma ... hai de o che le ma ne erano sacre per te!” Disse Sirius.
“Hai de o che dovevi rendere omaggio agli dei del campo di
Quidditch!” Peter sorrise.
“Posso perdere una ma na.” Disse James, sprezzante.
“Prongs!” Remus gli afferrò la mano, e lo zampillò dramma camente,
“Sono commosso .”
“Mmpf,” James ritrasse la mano, le orecchie che diventarono rosso vivo.
“Potete tu sme ere di prendermi in giro. Sono l’unico a prendere sul
serio la situazione?!”
“Hey!” Sirius sorrise. Remus e Peter geme ero in a esa di quello che
era arrivando, “Io sono sempre Sirius”.

516
Peter e Remus si coprirono gli occhi imbarazza , ma doveva essere la
prima volta che Lily sen va quella ba uta perché sbuffava con risate
così all’improvviso che il suo tè le schizzò fuori dal naso. Questa era
stata la cosa più divertente che persino i Malandrini avevano visto da
secoli, ed erano tu isterici per cinque minu buoni.
Quando finalmente si furono calma , Remus aprì il primo libro con
entusiasmo e decise che avrebbe mangiato il suo porridge, dopotu o.
Andarono alle lezioni con un nuovo scopo e James suggerì che si
incontrassero tu in biblioteca dopo l’ul ma campana per iniziare a
lavorare sulla preparazione di Remus per qualunque cosa si sarebbe
potuto aspe are. Lo fecero ogni giorno per un’intera se mana,
requisendo un blocco di sei banchi vicino ad un angolo, dove avrebbero
potuto avere una completa privacy, si esercitarono tu insieme e
tra arono la cosa in libri di testo sulla teoria della ba aglia, sulle
tecniche di duello, incantesimi difensivi e fa ure. Peter fece persino un
segno minaccioso con scri o Consiglio Di Guerra Dei Malandrini: Non
Disturbare, che funzionò a meraviglia (forse perché era stato
le eralmente incantato da Lily) il che significava che potevano lasciare lì
il loro lavoro e tornare quando volevano.
Remus abbandonò i suoi gruppi di studio, chiedendo a Christopher di
subentrare, James nominò Marlene per prendere in consegna due delle
sue sessioni di Quidditch, e persino Lily smise di andare alle riunioni
dello Lumaclub quella se mana. (Anche se provò a irrompere nello
studio di Lumacorno per me ere le mani su Felix Felicis per Remus, ma
non ebbe molta fortuna ed era stata quasi scoperta). Insomma, tu e
cinque spesero più tempo possibile lavorando per la stessa causa;
preparando Remus per la sua missione.
Aveva già preso in giro James, ma Remus era davvero commosso - solo
che non c’era quasi tempo per soffermarsi su questo, mentre tu si
me evano a studiare cose più difficili di quanto nessuno di loro avesse
mai fa o prima. Remus ringraziò il cielo che James era così bravo a
Difesa Contro le Ar Oscure; non avevano mai avuto un insegnante
rimasto per più di un anno in quella materia, quindi la conoscenza di
Remus era irregolare. Gli sforzi combina di James e Lily lo aiutarono a
scoprire di più in una se mana rispe o ai suoi GUFO.
“Sei bravo con gli incantesimi, e questa è metà della ba aglia.” James
disse valutandolo una sera mentre si trovavano nella Sala Comune
vuota, “Il resto è davvero solo rapidità di pensiero e determinazione.”

517
“E noi sappiamo che puoi farlo.” Lily lo incoraggiò, me endo in ordine il
disordine perché avevano tentato di congelare i cuscini del divano a
mezz’aria.
“Non sarà come Diagon Alley,” lo rassicurò Sirius, dandogli una pacca
sulla schiena, “Perché saprai cosa sta arrivando. Hai più tempo per
preparar .”
“Abbastanza facile da dire ...” Remus si morse il labbro. “Sto bene qui
con voi, ma se mi stessi difendendo davvero ... e ancora non riesco a
fare un patronus.”
“Non preoccupar di questo, ora, concentra solo sulle cose più
semplici.” James consigliò, massaggiandosi il mento, “Il patronus verrà -
non è come se tu non fossi abbastanza forte; materializzi come se
niente fosse.” “Questo è facile.” Remus sospirò. “Questo è solo
pensare. I patronus si sentono.”
“Qualcuno potrebbe farmi scendere, adesso?” Peter chiamò da sopra il
loro teste, dove era rimasto paralizzato a mezz’aria.

Caro Remus,
Grazie per avermi scri o. Il mio Natale è stato bello. Non ho mai
mangiato il tacchino prima, era buono.
Nessun appartamento ancora ma ci sto provando. Sto ancora con mia
zia, come vedrai dall’indirizzo, ma mi piace qui. Mi piace il mare e potrei
imparare a nuotare.
Ho visto un ragazzo quaggiù, ma non è intelligente come te. Anche se
ha un bel corpo. Mi manchi tanto.
Tuo Grant. Xxx

Caro Remus,
Grazie per la tua le era, mi ha fa o molto piacere
sen r . Vorrei iniziare assicurando che sto abbastanza
bene dopo gli even

518
a Diagon Alley durante il Natale. Mi è dispiaciuto sen re che anche tu e
i tuoi amici eravate lì - avevo sperato che la guerra sarebbe finita da
tempo prima che voi eravate pron a lasciare la scuola.
Starò con mia nonna ancora per un po’, ma mi aspe o di tornare al
lavoro entro e non oltre Pasqua. Non ho dubbi che capirai perché io non
posso dire altro.
Buona fortuna con i NEWT.
L. Ferox.

Sabato 15 gennaio 1978


Entro il fine se mana successivo, avevano decisamente raggiunto il
loro ritmo, e Remus si sen va più sicuro che mai, purché non ci
pensasse troppo sull’incredibile abilità di Livia con la magia senza
bacche a. Cercò di convincersi che era troppo preparato, semmai. Che
Silente gli richiedeva semplicemente di mostrare la sua faccia a
Hogsmeade, per vedere se quest’altro lupo - se anche ci fosse stato un
altro lupo - lo avrebbe fiutato.
Potrebbe non usare mai qualsiasi cosa James gli avesse insegnato.
Sì, giusto - quella voce sgradevole nella parte posteriore della sua testa
parlò; sempre tardi nella no e, quando tu gli altri dormivano e lui
era più solo - come se tu fossi mai stato così fortunato.
Trascorsero tu o il sabato in biblioteca, tu e cinque, ma la domenica
Lily dove e pensare ad un affare da Prefe o e Peter aveva un
pomeriggio di detenzione per scarsa uniforme, quindi per una buona
parte della giornata erano Remus, James e Sirius che lavorano nel loro
piccolo e tranquillo angolo studio.
Sirius e James erano sulla lista nera per la sezione riservata, quindi
Remus entrò da solo e tornò con il più grande libro sulle maledizioni
che riuscì a trovare.
“Ci sono alcuni secondi anni dall’altra parte della sala a scomme ere
che siamo davvero dietro a studiare per i NEWT o semplicemente a
pianificare il più incredibile scherzo che Hogwarts abbia mai visto.”
Disse, me endo l’enorme volume giù sopra altri tre libri.
“Sono così orgoglioso della nostra eredità, non è vero, signor Prongs?”
Sirius sorrise sopra il libro da cui prendeva appun .

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“Proprio così, signor Padfoot, proprio così.” James rispose, leggendo un
glossario. “Ah ah!” Afferrò un libro trionfante e iniziò a sfogliare le
pagine.
Sirius alzò lo sguardo.
“Trovato qualcosa di buono?”
“Forse ...” mormorò James, leggendo velocemente.
Remus iniziò a guardare il contenuto del libro di maledizioni. I toli dei
capitoli erano davvero orribili, e sperava di non dover mai usare nulla di
tu o ciò.
“Okay,” disse James, “Guarda questo.” Aveva finito di leggere e lanciò il
libro per mostrare a Remus e Sirius, che erano dall’altra parte del
tavolo. “Io penso davvero che questo genere di cose giochi ai tuoi pun
di forza, Moony. È tu o intui vo cose con un sacco di pugno dietro,
come il modo in cui fai gli scherzi.”
Sirius e Remus si alzarono entrambi per guardare il libro, sporgendosi in
avan sulla scrivania. Le spalle di Remus erano ancora così doloran
dall’ul ma luna - i giorni senza dolore tra le lune sembravano
accorciarsi man mano che invecchiava; i suoi tendini sembravano una
corda annodata che sfregava contro l’osso. Si allungò per strofinare un
punto par colarmente dolente mentre leggeva, premendo con i suoi
polpastrelli e inspirando leggermente al dolore.
Sirius si avvicinò, e - forse senza pensarci - allungò la mano per
strofinare il punto che gli faceva male con le sue lunghe dita. Era molto
più bravo di Remus, che provò un’ondata di sollievo quando Sirius fece
piccoli cerchi che rilassarono i suoi muscol. Sospirò, stanco.
Remus fu il primo a finire di leggere e guardò James. Il giovane con gli
occhiali, però, non stava guardando il testo. Stava fissando verso loro,
dall’altra parte del tavolo. Nello specifico nel punto in cui si trovava la
mano di Sirius mentre toccava il collo di Remus. La bocca di James era
leggermente aperta, e lì vide una domanda nei suoi occhi.
Remus si mosse per avver re Sirius, che finalmente guardò il suo
amico. Vedendo subito quello che aveva fa o, si limitò a fissarlo,
immobile per un momento.
Remus quasi si aspe ava che si allontanasse, ri rasse la mano. Ma non
lo fece.
Invece, Sirius avvolse il suo braccio intorno alle spalle di Remus, e lo
strinse a lui, molto deliberatamente, per tu o il tempo tenendo lo
sguardo di James. James chiuse la bocca, li guardò di nuovo entrambi e

520
annuì, senza parole. Remus si raddrizzò, lasciando cadere il braccio di
Sirius. Doveva lasciarli soli, questo era ovvio. Si schiarì la gola,
“Ehm. Sono sicuro che ho le o un libro che va più in profondità di
questo. Penso di averne una copia di sopra, ehm ... vado a prenderla ...
ci vediamo tra un’ora o giù di lì, forse?”
Sirius e James annuirono, con nuando a fissarsi. Remus se ne andò
velocemente, contento che la biblioteca era quasi vuota. Si sen va
caldo e freddo dappertu o, una sensazione simile al senso di colpa,
anche se sapeva di non doverla sen re. A metà strada dalla torre,
incontrò in Lily,
“Ciao, Moony,” sorrise, “Hai visto Po er?”
“Biblioteca,” disse Remus, “Ma io ... non lo farei, se fossi in te. Lui e
Sirius stanno facendo due chiacchiere. “
“Oh, posso interrompere una chiacchierata ...” iniziò.
Remus le toccò il braccio velocemente,
“Lily, no.” Si morse il labbro: “Scusa, ma penso davvero che dovres
dargli un po’ di tempo. Sirius ne ha davvero bisogno, okay?” “Che è
successo?!” Lily sembrava sorpresa dalla sua serietà.
Remus sospirò, pesantemente. Be’, stava per scoprirlo, comunque, e era
difficile dirglielo tanto quanto per Sirius.
“Ehm ... vieni con me, usciamo?”
“Okay ...” Lily lo seguì, sembrando curiosa e preoccupata allo stesso
tempo, una piccola piega che si formò sulla sua fronte len gginosa.
Fuori, so o il frizzante sole invernale, tu o sembrava un po’ più allegro.
Remus si fece coraggio, lo stomaco in subbuglio. Doveva con nuare a
ricordare a se stesso che voleva questo; per avere tu o allo scoperto.
Solo ora però sembrava assolutamente terrificante. Vagarono verso il
lago. Remus guardò la superficie, strizzando gli occhi contro i frammen
di riflessi di luce abbagliante.
“Remus?” Lily ha chiesto: “Mi stai rendendo nervosa!”
“Scusa!” Sba é le palpebre, “Ehm ... riguarda me e Sirius.”
“Tu e Sirius? Oh no, cosa hai fa o? Solo voi due potreste fare guai
durante la prima se mana.”
“No, non è niente del genere!” Remus rise, suo malgrado. Si strofinò
dietro la testa, cercando le parole giuste, “Guarda, sai come dici sempre
che dovrei
... trovare qualcuno?”
“Sì ...” Lily aggro ò di nuovo la fronte, scrutandogli il viso.

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Remus inarcò le sopracciglia, aspe ando che lei ci arrivasse. Ci era
voluto più tempo di quanto lui si aspe ava, ma i suoi occhi si
spalancarono all’improvviso.
“Oh mio Dio!” Si coprì la bocca con le mani e si sede e piu osto
all’improvviso sulla panchina in pietra più vicina. Remus si sede e
accanto a lei, lentamente, la postura rigida.
“Sirius?!” disse.
“Sirius.” Lui annuì.
“Oh mio Dio.”
“Si scusa.”
“No, Remus, non scusar , io solo ... wow, okay, dammi un minuto.”
Lo fece, aspe ando pazientemente, guardando il lago.
Non la guardò, perché non importava. Lily sarebbe stata bene, Lily
l’avrebbe presa con calma.
“E lui la pensa allo stesso modo? Sei sicuro, Remus?”
“Non potrei essere più sicuro.” Remus sorrise - era stato
improvvisamente molto facile sorridere. Lui scostò di nascosto il
mantello e il collo del maglione, per mostrarle il livido rosso-violaceo
che la bocca di Sirius aveva lasciato lì poche no prima.
“Oh mio Dio!” Disse di nuovo.
Lo coprì, arrossendo, ma ancora sorridendo.
“James lo sa?”
“Lo sta scoprendo proprio ora. Ecco perché volevo che tu gli dessi un
po’ di spazio.”
“Sì, no, naturalmente.” Lei annuì, “Capisco”.
“Volevo dirtelo da secoli.”
“Anni? Quanto tempo è passato...?”
“Dall’estate. Beh. È diventato serio durante l’estate. Ma ... lo eravamo
ehm ... beh, c’erano cose in corso già un po’ prima di allora. Da quando
Sirius si è lasciato con Mary.”
“Dannazione.” Scosse di nuovo la testa. “E allora? Sirius è il tuo ragazzo?
Sei innamorato di lui?”
“Woah,” Remus sba é le palpebre, allontanandosi, “Voglio dire,
con nua! Facciamo solo uhm ... guarda, ora è uscito e questo è
abbastanza.”
Lily gli lanciò uno sguardo molto lungo e di apprezzamento. Poi annuì.
“Va bene allora.”
Remus inarcò le sopracciglia.

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“Va bene allora?!”
“Hai de o che è serio, però. Non è solo ... ehm ... non è solo uno
scherzo?” “No. Assolutamente no. So che è inaspe ato ...”
Lily scosse la testa e lo guardò con occhi grandi e seri.
“Sei felice?”
“Sì.” Rispose senza esitazione.
“Va bene allora.” Disse, vivacemente, torna al suo sé ragionevole. Si
sporse e baciò la sua guancia. “Guarda, non ho preso Divinazione,
perché sono scemate, ma sono abbastanza sicura che s amo tu per
passare un periodo davvero da schifo e arriverà abbastanza presto.”
“Mio Dio, sembri più simile a James ogni giorno, è ridicolo.” Remus
sbuffò. Schiaffeggiò il ginocchio, leggermente,
“Ascoltami! Sarà difficile. E sta succedendo più velocemente di quanto
pensassi. Sarà spaventoso, tu o il tempo, per molto tempo. Ma se
possiamo con nuare ad essere felici insieme, rendendoci felici a
vicenda ... allora bene. Brillante. Se è Sirius per te, e tu per lui,
fantas co.”
“Gesù, Evans.” Remus seppellì la sua faccia tra i capelli, randola in un
enorme abbraccio.

Lily e Remus aspe arono un’altra mezz’ora circa prima di tornare in


biblioteca, dove scoprirono che i libri erano sta tu tol , e James e
Sirius se ne erano anda . Remus non aveva la Mappa su di lui, ma
fortunatamente Lily conosceva James e si diressero dire amente al
campo di Quidditch. Era sicuro, due figure familiari stavano correndo
nell’aria tra il i pali delle loro scope. James stava vincendo, ma non di
molto - Remus poteva capire dalla postura di Sirius che stava spingendo
più forte che poteva - lui non l’aveva visto concentrarsi in quel modo sul
volo da quando era stato espulso dalla squadra.
Lily e Remus si sede ero, amichevolmente nelle tribune inferiori, e
aspe arono provando alcuni incantesimi di difesa di base.
“Quindi l’ul ma volta che ho incontrato un lupo mannaro …” stava
dicendo Remus.
“Ancora non riesco a credere che sia successo ...” Lily scosse la testa,
stupita. “… Ferox si era presentato e le aveva sparato delle catene
d’argento, quindi si è smaterializzata abbastanza velocemente. Potrei
provarci, ma sono solo okay nella trasfigurazione, e se l’argento si

523
ritorcesse contro e mi prendesse?” “Potrebbe esserci una pozione che
aiuta con il tuo problema d’argento” Lily mas cò la sua penna,
“Chiederò a Lumacorno. Ma altrimen potrebbe non valere il rischio.”
“Giusto...”
*THUD* *THUD*. Due paia di s vali pesan a errarono davan a loro.
James e Sirius stavano in piedi ansimando e sudando, entrambi
stringendo le loro scope. Lily fece roteare i capelli intorno al dito e
inclinò la testa, e Remus lo ò per non fare lo stesso.
“Tu o bene, ragazzi?” Ruppe il ghiaccio. Loro annuirono.
“Avevo bisogno di una pausa.” Spiegò Sirius, scusandosi. “Cambio di
scenario.”
Remus guardò James, nervosamente.
“Tu o bene, Prongs?” chiese, riuscendo solo a mantenere il tremore
fuori dalla sua voce.
James guardò Sirius, poi Remus. Scosse la testa, guardando verso il
basso, e allungò un braccio, rando Remus in piedi,
“Vieni qui, grande idiota,” tuonò, avvolgendolo in un abbraccio da orso.

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Istinto  
“Gliel’hai de o!” Remus baciò Sirius non appena furono soli.
“Beh, ha capito ...” disse Sirius ridendo, mentre veniva spinto
all’indietro nella loro camera da le o. Lily e James erano dovu andare
a una riunione dei Prefe e Peter era ancora in detenzione. Remus
aveva trascinato Sirius di sopra veloce, tu i dolori furono dimen ca .
“Ma gliel’hai de o.” Remus insiste e, facendo scorrere la lingua sul
collo di Sirius, dalla clavicola al lobo dell’orecchio.
Sirius rabbrividì e la parte posteriore delle sue ginocchia colpì il telaio
del le o. Remus gli diede una spinta che era per metà urgente, per
metà giocosa e caddero insieme.
“Merlino,” ansimò Sirius, mentre Remus con nuava il suo assalto,
arrampicandosi sopra lui, un ginocchio sul lato etereo dei fianchi di
Sirius, “Se avessi saputo che era così che avres reagito, lo avrei de o a
Prongs anni ann--”
“Stai. Zi o.” Remus lo baciò forte sulle labbra, le mani sulla cintura di
Sirius. Sirius obbedì.
Anche Remus era un po’ sorpreso. Chi avrebbe mai pensato che quella
confessione fosse una tale svolta? Se non fosse stato a ento, lo
avrebbe de o a tu quelli che incontrava.
“Allora,” disse, mezz’ora dopo, seduto vicino alla finestra nei suoi boxer,
accendendosi una sigare a.
Sirius giaceva sul le o, immobile, vagamente stordito e lo fissava.
“È andata bene?”
“Mh?!” Sirius sba é le palpebre molto lentamente, come se le sue
palpebre fossero pesan . Remus sogghignò, espirando fumo, cercando
di puntarlo a raverso la fessura nella finestra,
“James. Cosa ha de o?!”
“Penso che la prima cosa sia stata ‘a che cazzo di gioco stai giocando’,
ma è andata meglio da li.” Sirius sbuffò.
“Ha fa o molte domande?”
“Una specie. Niente che non mi aspe assi, suppongo. E Evans?” “Ha
de o ‘oh mio dio’ un cen naio di volte, ma si è ripresa in modo
velocemente.”
“Anche Prongs. A parte il fa o che lo stronzo non lo dirà a Wormtail per
noi, dice che dobbiamo farlo da soli.”

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“Bene. Giusto.” Remus inspirò di nuovo la sigare a, poi soffiò il fumo
nella stanza, guardandolo riempire lo spazio tra di loro. “Quali domande
ha chiesto?”
Sirius chiuse gli occhi, inspirando.
“Niente di scandaloso. Quanto tempo, quando è iniziato, perché non
gliel’ho de o ... questo genere di cose.”
“Cosa hai de o?”
“Ho de o la verità. Coming out come gay?”
Remus lo aveva già fa o. Lo aveva già de o. Sirius rotolò sullo stomaco
e raggiunse il suo lungo braccio pallido a raverso il fumo per prendere
la sigare a, la mise in mezzo le sue labbra increspate e schioccò le dita.
Inspirò, poi si rotolò indietro, espirando con un sospiro.
“Come sen ?” Chiese Remus, incapace di distogliere lo sguardo.
Sembrava ancora miracoloso oltre ogni immaginazione. Sirius Black,
nudo nel mio malede o le o.
“Proprio adesso? Dannatamente bene.” Sirius fece l’occhiolino,
malvagiamente. “Per Prongs? È okay. Tu o bene, credo.” Si s rò e la
mano scomparve so o uno dei cuscini. “Che cos’è questo?”
“Oh!” Remus arrossì, saltando fuori dalla finestra, “Ho ricevuto delle
le ere indietro. Ferox sta bene. E, ehm ...”
“Grant.” Le labbra di Sirius si arricciarono mentre prendeva la cartolina
da cui Grant aveva inviato la risposta. Aveva una foto a colori del molo
sul davan , il mare sembrava azzurro e il sole splendeva. Remus era così
felice di averlo mandato lì. È stato bello immaginare Grant in un posto
luminoso e allegro come quello.
Sirius con nuò a fumare mentre la leggeva.
“Sta vedendo qualcuno con un bel corpo ma gli manchi?!”
Remus saltò sul le o e strappò via la carta, sollevandola così in alto che
Sirius non poteva raggiungere.
“Sta vedendo qualcuno con un bel corpo e gli manco. Dichiarazioni ben
dis nte.”
“Bene.” Sirius incrociò le braccia, sdraiandosi di nuovo, sbuffando,
“Spero che tu s a scrivendogli del mio corpo stupendo.”
“Ovviamente.” Remus rise, sdraiandosi di nuovo accanto a lui.
Guardarono in alto alle tende del le o di velluto rosso insieme. “Non
sei davvero geloso, vero?” Chiese Remus, esitante.
“P , no.” Sirius gli diede una leggera spinta con il gomito. “Curioso,
forse
...”

526
“Di ...?”
“Cosa pensi? Tu e lui! Non mi hai mai de o nessun de aglio ...”
“Avevamo quindici anni, non c’erano de agli. Solo un po’ di
sbaciucchiamento.” Remus disse, “Onestamente, non c’è niente da
chiedere.”
“James l’ha fa o, riguardo a noi.”
“Non ci credo!”
“Beh, non l’ha fa o, ma sapevo che voleva.”
“No, non voleva, sei solo vanitoso.” Remus si chinò per spegnere la sua
sigare a nella fredda tazza di tè sul comodino. Sirius lo prese dal fianco
e lo rò su. Remus chiuse gli occhi e si lasciò trascinare.
“--Grazie a Godric avevo la Mappa, o sarei andato alla biblioteca - OH
MERLINO!” La porta si spalancò e Peter rimase a bocca aperta sulla
soglia, portandosi le mani agli occhi.
Remus balzò in piedi dal le o come se Sirius stesse andando a fuoco, e
iniziò a raspare in giro per cercare i pantaloni sul pavimento, gridando,
“Scusa Pete, scusa Pete! Merda! Merda! Merda!”
“Ma che cazzo?!” Gridò in risposta Peter, coprendosi ancora gli occhi.
Sirius rò su il piumone, fissandoli entrambi, poi scoppiò a ridere,
“Wormy, abbiamo qualcosa da dir .”

Venerdì 20 gennaio 1978


Peter ci mise un po’ ad abituarsi, ma poi lo fecero tu , davvero - anche
Remus e Sirius. Con nuavano a dimen care che i Malandrini sapevano,
e si erano così abitua a evitarsi consapevolmente a vicenda che erano
stranamente midi per mostrare qualsiasi po di affe o davan agli
altri. Ovviamente Remus disse a sé stesso che era meglio mantenere
comunque un profilo basso; avevano ancora il resto della scuola di cui
preoccuparsi. “Potres dirlo a Christopher, però.” Disse Sirius, mentre
lasciavano la biblioteca per l’ul ma volta prima del viaggio a
Hogsmeade. Era quasi mezzano e e dove ero essere caccia dalla
signora Pince, che non li avrebbe lascia rimanere più a lungo, anche
quando Lily e James avevano mostrato i loro dis n vi da Caposcuola.
“Oh, adesso ricordi il suo nome.” Remus sbadigliò, aggrappandosi ai
suoi libri sul suo pe o - davvero solo per qualcosa a cui aggrapparsi.

527
“Sto solo dicendo,” Sirius Sbadigliò e si coprì la bocca, ma con nuò a
parlare, “Ne conosce già la metà di cose, non farà male dirgli il resto.
Non è giusto lasciarlo con nuare a struggersi per te quando non c’è
nessuna possibilità nel--”
“Sirius Black, sei geloso?!” Lily disse, ridacchiando per la stanchezza.
“No.” Sirius disse, il naso in aria, “Non voglio incomprensioni.”
“Beh, se sopravvivo fino a domani, ci penserò.” Remus sbadigliò di
nuovo. Questo fece tacere tu e si pen subito di averlo de o.
Tornarono indietro nella Sala Comune in solenne silenzio. La torre di
Grifondoro era tranquilla e per lo più vuota - pochi randagi del secondo
anno dopo coprifuoco fuggirono nei loro dormitori non appena videro
James e Lily, e i Malandrini prendere il loro soli pos a sedere accanto
al camine o. Remus si sistemò nella sua poltrona e tornò
immediatamente al libro che aveva le o prima che Pince lo avesse
bruscamente interro o.
Sirius agitò la bacche a sul bollitore appeso sopra il camine o e Lily
invocò alcune tazze da tè pulite dall’armadio, ma ancora nessuno parlò
finché l’acqua non fu bollita e il tè fu preparato nella sua pentola.
“Moony,” disse Sirius, piano, “Me giù il libro, eh? Abbiamo già fa o
tanto.”
“Non mi sembra abbastanza.” Remus rispose, sentendosi pungente e
irritabile. “So che mi manca qualcosa. “
Tu con nuavano a fissarlo, e ormai non sapeva se lo fosse perché
erano stupi (o disgusta ) per l’intera faccenda di Sirius, o se fossero
convin che stesse per scappare e unirsi ai lupi mannari.
“Sei pronto.” Disse James, versando ora il tè e porgendo a Remus un
pia no,
“Onestamente, ora ne sai abbastanza per stare tranquillo su qualsiasi
ambito di Difesa Contro le Ar Oscure che chiederà l’esame. Tanto vale
dormire per il resto dell’anno.”
Questo non è un esame.” Remus sca ò. La tazza e il pia no gli
tremavano tra le mani, così lo appoggiò sul bracciolo della sedia. Aveva
la sensazione che Sirius l’avesse notato, ma si sperò che nessun altro lo
fece.
“Ma Moony,” Peter bevve rumorosamente il suo tè, “L’hai già fa o
prima.
L’anno scorso.”
“Esa o.” annuì James, incoraggiante.

528
Remus sospirò e non disse altro. Qual era il punto; piagnucolare non
sarebbe servito a niente. Sorseggiò il suo tè, desiderando che la sua
mano rimanesse ferma. Questo era potenzialmente il periodo peggiore
del mese per una missione, non aiutava a pensare. Mancavano solo
qua ro no alla luna piena e la sua magia era più forte del solito, ma
anche meno prevedibile. Era irrequieto, i suoi sensi sensibili e di ca vo
umore. Sapeva che stava dimen cando qualcosa. Lo sapeva e basta.
Sen va un’oscura sensazione di presen mento che gli disse tu o quello
che non sarebbe andato bene. Si alzò, bruscamente, facendo cadere la
tazza da tè dalla poltrona. Sirius fu veloce, e la fermò a mezz’aria con un
colpo di bacche a. Remus lo ignorò.
“Vado a le o.” Disse, facendo schioccare le nocche.
“Okay, Moony,” annuì James, allegramente. Lanciò un’occhiata a Lily,
“Penso che resteremo quaggiù per un po’.”
Peter guardò Sirius, e poi Remus con un’espressione di vago terrore.
Remus fece un balzo. “Va tu o bene, Wormtail, sto davvero andando a
dormire. Ci vediamo domani.”
Non dormì. Il suo cervello non glielo perme eva. Odiava Silente,
odiava Greyback, odiava la guerra, e man mano che le ore si facevano
sempre più piccole, odiava anche Peter.
Tu avia, non odiava l’altro lupo mannaro; quello che non era Greyback.
Così come non aveva odiato Livia, anche se lei lo aveva spaventato. Più
Remus pensava a ciò che lo aspe ava, meno era sicuro della sua
preparazione.
Sì, conosceva più maledizioni ora di Regulus e Severus messi assieme
(probabilmente), ma più ripensava al suo incontro con Livia, meno u li
sembravano queste cose. Non l’aveva de o lei stessa? ‘Puoi indossare
quell’uniforme e agitare il tuo stupido bastone, ma sai di avere più cose
in comune con me di chiunque altro in quel castello.’
Sapeva che era più forte di lui; avrebbe potuto ferirlo se avesse voluto,
ma non l’aveva fa o, non veramente. Invece, si ricordò della pietà che
aveva provato, subito dopo il loro incontro. Ricordava il desiderio di
aiutarla e le sue conversazioni con Ferox e Silente.
Quando spuntò l’alba, Remus era sdraiato completamente sveglio,
pensando ad una velocità disarmante, il suo cuore ba eva forte e il suo
stomaco frizzante per l’eccitata an cipazione. Se lui sarebbe dovuto
andare in guerra, allora bene. Ma questa era la sua ba aglia, e sarebbe
stata alle sue condizioni.

529
It was an April morning when they told us we
should go As I turned to you, you smiled at
me How could we say no?
Oh, the fun to have
To live the dreams we always had
Oh, the songs to sing
When we at last return again
Slipping off a glancing kiss
To those who claim they know
Below the streets that steam and hiss
The devil’s in his hole

Sabato 21 gennaio 1978


Quella ma na la colazione era una cosa desolante. Remus era
famelicamente affamato, ma nessun altro sembrava mangiare. Sirius
stava bevendo un caffè nero, e lo rendeva più nervoso di quello che era
già; con nuava a dondolare su e giù sul sedile. Mary e Marlene erano le
uniche a comportarsi in modo normale, perché nessuna delle due
sapeva dell’incarico. “Tre Manici di Scopa, dopo?” Chiese Mary,
allegramente.
Lily e James annuirono, cercando di sorridere e riuscendo solo a
sembrare squilibra . Si tenevano di nuovo per mano so o il tavolo, e
Remus stava cercando di non pensarci, invece allungò la mano verso il
pia o di pance a per un altra porzione.
“Posso portare Yaz?” Marlene stava chiedendo a Mary. Mary inarcò un
sopracciglio,
“Voglio dire, suppongo di sì ...”
“Grande.” Marlene sorrise. La bocca di Mary si contorse, ma non disse
nulla. La passeggiata a Hogsmeade sembrava più lunga che mai.
Fortunatamente Lily e James avevano dei doveri da svolgere, quindi
almeno non stavano seguendo Remus, solo aspe ando.
Sfortunatamente, Sirius aveva abbastanza energia nervosa per tre
persone, e Remus poteva sen rla uscire da lui a ondate.

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“Dove dovremmo andare?” Mormorò, abbastanza piano in modo che
solo Peter e Remus lo avrebbero sen to.
“Ovunque, suppongo.”
“Sarebbe d’aiuto se fossi Padfoot?”
“Se vuoi.”
“Devo cambiare anch’io?” Chiese Peter.
“Se vuoi.”
Remus non riuscì a suscitare molto interesse. Era troppo impegnato a
capire se Hogsmeade aveva o meno un odore veramente diverso, o se
era perché di solito cercava di ignorare gli odori come umano.
Si infilarono nel vicolo di un negozio e Peter e Sirius si trasformarono
dietro alcuni bidoni. Wormtail strisciò sul palmo di Remus, e lui lo fece
sedere sulla sua spalla. Il peso era un piccolo conforto, anche se i suoi
baffi gli solle cavano il collo. Bello avere anche Padfoot, grosso e nero
ed eccitabile, che tro ava accanto come un fedele compagno. Sì. Molto
meglio quando i tuoi amici non erano umani, secondo Remus. Almeno,
adesso. Camminarono. Remus evitò deliberatamente la strada
principale, invece vagando sul retro delle case. Quante persone
vivevano a Hogsmeade?
Quan erano potenzialmente in pericolo, senza nemmeno saperlo?
Provò ad annusare l’aria, ed era come esercitare un muscolo che aveva
lasciato atrofizzare.
Alcuni profumi erano più for di altri. Padfoot, ovviamente, e Wormtail.
Rifiu domes ci dai cassone , compost dai giardini sul retro e magia -
quel sapore pesante e di ferro che si depositava sulla sua lingua come
melassa quando era così vicino alla luna. Altri studen , l’aroma
dolciastro di Mielandia e l’odore confortante della pergamena che
emana Scrivensha ’s.
La foresta. Avrebbe potuto annusare la foresta, se ci avesse davvero
provato. Chiuse gli occhi brevemente e inalò. Verde, lussureggiante,
denso, brulicante di vita ... e magia. All’inizio sembrava un capriccio
indulgente, solo un’idea che gli piaceva piu osto come odore, e voleva
avvicinarsi. Ma più camminavano e più si avvicinavano lo sen va, più
sembrava più importante. Remus aveva l’impressione che qualcosa lo
stava trascinando in quella direzione ormai da tempo.
La Foresta Proibita incombeva sul piccolo villaggio, a miglia e miglia di
distanza oscurità e pericolo, su uno sfondo di cime innevate delle
montagne grigio-bluastre. Per la prima volta (come umano, comunque)
Remus ebbe l’impulso di entrare - per esplorare.

531
Padfoot piagnucolò accanto a lui mentre lasciavano Hogsmeade e la
strada alle loro spalle. Si chiese se anche Sirius potesse annusarlo, ma
era impossibile capire qualsiasi po di senso di lui in forma di cane.
Remus cercò di spegnere la sua mente razionale per un momento -
c’era qualcosa lì, o era solo lui e i suoi troppi pensieri?
La magia della foresta non era la stessa di Hogwarts; non era umana,
non aveva quell’odore metallico di polvere da sparo che Remus aveva
associato alla maggior parte delle streghe e dei maghi che conosceva.
Era più organico, meno preciso; un odore inebriante e di suolo e
decomposizione. C’era potere, lì dentro.
Lui sapeva questo is n vamente - ver ginoso, enorme, potere di
movimento della terra. Sarebbe stato spaventoso, una volta. Ma più
Remus si avvicinava, più era sicuro - il potere era suo, se lo voleva. Tu o
quello che doveva fare era lasciarlo entrare. Un altro profumo si era
rivelato; un animale, sangue. Remus sen il lupo che si muoveva
dentro, il suo desiderio di entrare nella foresta diventava quasi
impossibile da resistere.
Padfoot abbaiò, bruscamente, e gli corse davan . Il grande cane nero si
voltò su Remus, alzando il pelo ed eme endo un basso ringhio. Remus
sba é le palpebre, riprendendo sé stesso. Wormtail stava squi endo e
tremando sulla sua spalla - forse era stato per pochi minu , ora.
“Sirius.” Remus aggro ò la fronte. “Sposta .”
Padfoot con nuava a ringhiare. Wormtail emise un altro squi o, prima
di affondare giù nelle ves di Remus nella tasca sinistra. Remus si
sen va accaldato e arrabbiato - come se gli era stato strappato qualcosa
che voleva. Di cui aveva bisogno. Lui fece per andare avan , e Sirius si
trasformò di nuovo in se stesso.
“Dove stai andando?!” Disse, bloccando ancora la via di Remus. “Non
puoi annusalo?!”
Remus smise di cercare di oltrepassare e ca urò lo sguardo di Sirius,
“Tu puoi?” Sussurrò, non credendoci del tu o.
“C’è qualcosa di bru o lì dentro. Deve essere il lupo.”
“Lo è.” Remus annuì, avidamente. Sicuramente era
ovvio?!
“Non posso esserne sicuro, però.” Sirius aggro ò la
fronte. “Io posso.” Rispose Remus. “Fammi passare.”
Sirius si mosse di nuovo, bloccandolo.
“No.” gli disse. “Hai fa o quello che avevi de o di fare. Sappiamo che è
lì. Torniamo indietro, adesso.”

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“Io ...” Remus fissò oltre la spalla di Sirius, nell’oscurità, nelle terre
selvagge invernali oltre.
Lo voleva così tanto. Più di quanto avesse mai voluto qualcosa; tranne -
forse - per il ragazzo in piedi davan a lui.
“Devo.” Finì. Non era una spiegazione sufficiente, ma era tu o ciò che
aveva da dire.
“Eccovi tu ! Dov’è Pete?”
La situazione di stallo di Sirius e Remus fu interro a dal grido allegro di
James. Si voltarono entrambi per vederlo avanzare a grandi passi dal
villaggio, Lily al suo fianco.
“Cosa ci fai fin qui? Pensavo dovressi far sen re il tuo profumo in giro
per la ci à o qualcosa del genere.”
“Sì, torniamo ora.” Sirius disse - cosa che Remus pensava fosse piu osto
sfacciata, per non parlare presuntuosa.
“Voi potete.” Disse Remus. “Io no.”
“No cosa?” Chiese Lily, confusa. “Dov’è Peter?”
Remus poteva sen re il caldo peso del corpicino peloso di Wormtail
nella sua tasca, ma non disse nulla. James stava insistendo da mesi per
dire dell’animagus alla sua ragazza, e ora decisamente non era il
momento giusto. “Non torno con voi. Devo entrare lì.” Indicò la foresta,
consapevole di quanto suonasse pazzo.
“Tu cosa?!” James sembrava preoccupato.
I suoi occhi si spostarono su Sirius automa camente, cosa che infas dì
Remus ancora di più. Sirius non era il suo custode, per l’amor di Dio.
“Il lupo è lì.” Sirius spiegò, “E Moony è diventato pazzo e ha deciso che
deve entrare e affrontarlo subito.”
La testa di Remus sca ò di nuovo a Sirius, oltraggiata e tradita.
“Non sono impazzito, stronzo!” Disse ferocemente. Come poteva
spiegare che era proprio quello che doveva succedere? Che lo sapeva,
nel profondo del suo midollo; al suo interno. “Tornate indietro tu
quan , o aspe ate qui. Voi non capite.”
“Aiutaci a capire, Remus,” Lily si fece avan , gen lmente, “Questo non è
da te, precipitar in una lo a ...”
Remus quasi le rise in faccia. Nessuno si ricordava chi fosse? Che cosa
era stato?
“Non comba erò con nessuno.” Lui disse. “Voglio solo parlare con lui.
Questo è quello che dovrei fare. “
Lo stavano fissando tu , poco convin . La sua rabbia divampò di
nuovo, e gli passò per la testa un pensiero molto spiacevole: avrebbe

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potuto facilmente superarli, se avesse voluto. La magia nella foresta era
più che sufficiente; lo faceva sen re forte. Poteva costringere i suoi
amici a restare al loro posto, e non lo avrebbe nemmeno stancato,
probabilmente non avrebbe nemmeno avuto bisogno della sua
bacche a. Questa idea bruciava così vivacemente nella sua testa che
quasi lo spaventava.
Guardò di nuovo Lily, rifiutandosi di girarsi verso Sirius o James.
“Ci sbagliavamo - questa non è una ba aglia. E io non sono un’arma
contro i lupi mannari”, provò a spiegare: “Sono un ... non so, un modo
per entrare.
Devono sapere che non intendo fare nessun danno.”
“Ma Remus, se sono dalla parte di Tu-sai-chi è ...”
“Loro non lo sono!” Sca ò. “Non tu loro.”
Lily sembrava incerta, e Sirius stava pra camente bruciando un buco
nella parte posteriore della testa di Remus con la sua indignazione.
Remus si passò le mani tra i capelli.
Non avrebbero capito. Come potrebbero? Lo capiva a malapena lui
stesso. “Guarda.” disse. “Questo è importante e ho bisogno che tu
voi abbiate fiducia in me.”
Non era una richiesta e non era stata ricevuta come tale. James e Lily si
guardarono l’un l’altro, poi a Sirius. James annuì.
“Okay, Moony.”
Sirius fece un rumore di protesta, ma Remus era ormai troppo oltre per
preoccuparsene. Lui l’avrebbe affrontato più tardi, quando avrebbe
potuto pensare con chiarezza; quando ogni is nto in lui non gli stava
dicendo di correre nella foresta a tu o tondo.
“Okay.” Annuì in risposta. “Rimaniamo qui.”
La magia prese il sopravvento, come uno stra one all’ombelico - non
sarebbe mai stato sicuro di averlo fa o apposta, e all’epoca
semplicemente non gli importava.
Si voltò e iniziò a camminare nella foresta, velocemente, facendo con le
sue lunghe gambe lunghi passi, i suoi amici dietro di lui, immobili,
incapaci di seguirlo.

534
Castor  
Era più facile non pensare, almeno per i prossimi minu . Remus non
rallentò e non si stancò velocemente come al solito - anche l’anca aveva
smesso di fargli male.
Nonostante l’ansioso senso di colpa che doveva tenere a bada, non si
era sen to così bene da mesi. Il profumo diventava più forte man mano
che i boschi si facevano più fi e l’ombra dell’oscurità cadde, ge ando
strane ombre che sembravano muoversi agli angoli degli occhi di
Remus. Non pensava. Era troppo tardi per pensare; era andato troppo
oltre. Maledizione, una voce nella sua testa saltò fuori dal nulla,
quando lo fai lo fai davvero, non è vero tesoro?
Grant. Remus non voleva farlo adesso.
Zi o, disse il suo cervello.
Oh, affascinante! La voce di Grant ridacchiò, eccomi qui, sto cercando
solo di aiutare. Non cerco sempre di aiutare?
Non ho bisogno di aiuto.
Se così fosse non sarei qui. La voce di Grant riba é. Potrei essere
qualcun altro se preferisci? Ci sono molte persone ragionevoli tra cui
scegliere. Ho Ferox qui, vuoi parlare con lui? O Lily, anche se è un po’
schizzinosa, se me lo chiedi ... Silente? Nah, un po’ stronzo. Ooh, che
ne dici del tuo ragazzo elegante? Eh, ‘Moony’?
Sta’ zi o. Ripeté Remus, camminando più velocemente, respirando più
forte. Sì, la voce di Grant concordò, furbescamente, capisco perché non
vorres parlare dopo quello che hai appena fa o.
Dovevo farlo. Remus ha insis to. Nessuno di voi capirebbe.
Beh, ora non lo faranno, pazzo.
Remus ignorò la voce. Non c’era tempo per questo; avrebbe solo
dovuto affrontare le conseguenze in seguito. Sapeva che non sarebbe
stato possibile tornare indietro ora, non proprio.
Spero che piacciano i boschi, Remus, Grant stava sussurrando,
adesso, Perché nessuno rivorrà nella civiltà dopo questo casino.
Sta’ zi o, sta’ zi o, STA’ ZITTO.
Remus si infuriava nella sua testa, come un pazzo; come qualcuno
squilibrato. Forse era stato un errore, andare da solo. Forse aveva

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davvero perso la testa e i suoi amici stavano solo cercando di tenerlo al
sicuro... No. Sen di nuovo l’odore, e agitò le sue viscere così tanto che
lui si sen come se ne fosse spinto; trascinato in avan , incapace di
resistere. Era una sensazione che aveva sempre e solo associato alla
trasformazione prima, e non aveva più controllo su di esso nella sua
forma umana del lupo. Era lui, l’altro lupo, da qualche parte là fuori.
Remus doveva trovarlo, oppure ... beh, non ne era sicuro, ma non
valeva nemmeno la pena di considerarlo.
Qualcosa si mosse, appena più avan , e Remus si bloccò. I diversi
profumi della foresta cominciarono ad accumularsi, dove e
concentrarsi per iden ficarli e classificarli ognuno. C’era magia. E c’era
un po diverso ... non era di lupo; era femmina - o almeno femminile, e
per niente lupino. Si avvicinò, confuso. Era molto vicino, ma non poteva
vedere nulla. Si ritrovò in un bosche o di betulle argentate: esile,
spe rale alberi bianchi dalla corteccia cartacea che brillavano
nell’oscurità dei boschi. L’odore era forte, ma ancora niente - e aveva
perso le tracce del lupo.
Impaziente, Remus estrasse la bacche a e lanciò un incantesimo
rivelatore. “Aparecium.” La sua bacche a sembrò saltare nella sua
mano, la forza della magia era così forte.
Un gemito angosciato riempì l’aria, e l’albero più vicino a Remus - non
c’era più un albero, ma una giovane donna. Una driade. Era bellissima, a
modo suo.
Snella e alta come gli alberi che proteggeva, la sua pelle era bianca
come l’argento della corteccia, e i suoi capelli frusciavano di fragili foglie
invernali. Lei si è avvicinò a lui, scoprendo den gialli e affila , e Remus
barcollò all’indietro, scioccato e sbalordito.
“Va ene, bru a cosa.” Sibilò, socchiudendo gli occhi. Erano del colore
di nuove foglie primaverili, innaturalmente luminose e feroci. “Mi sono
occupato dell’altro, lo farò anche di te.”
“Quale altro?!”
“L’altra mezza bes a.” Lei lo guardò in cagnesco.
La driade era almeno una testa più alta di lui, e avanzava a passo
regolare, le radici che si aprivano dalle suole dei suoi piedi e
serpeggiando verso di lui. Terribile e spaventosa com’era, Remus
doveva rimanere concentrato sul suo obie vo.
“Sto cercando lui - l’altro. Non intendo far del male, o ai tuoi ... ehm ...
alberi.”
“I maghi non appartengono a questo posto.” Con nuò ad accigliarsi,

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“Anche i mezza bes a maghi. Esci.”
“Lo farò, non appena avrò ...”
“Creature bru e, crudeli, malvagie, disgustose, innaturali, non
appartengono nemmeno a loro, troppo pericolose...”
“Non è la luna piena”, ha insis to, “non mi trasformerò, lo giuro!”
“Non il lupo.” Raspò, ormai molto vicina a lui, l’edera e le or che che si
avvolgevano verso di lui, coprendogli le scarpe. “Il mago. Il lupo è il
benvenuto. Il lupo è naturale.”
“Oh ...” Remus non ebbe una risposta a questo, e le vi stavano
solle cando la sua caviglia ora, pungendolo mentre si stringevano.
Aveva ancora la sua bacche a. Ricordava ogni maledizione che aveva
passato nelle ul me due se mane a esercitarsi. Ma ora che era
arrivato il momento di usarli, la coscienza di Remus punse.
La driade stava solo facendo quello che avrebbe dovuto fare; a guardia
dei suoi alberi.
“Per favore!” Remus disse, alzando le mani, sperando di sembrare
deferente, “Io prome o che non farò del male a te o a nessuno - ho
solo bisogno di trovare l’altro ... l’altro lupo. Allora andrò, lo farò
davvero!”
“Men re, sporca lingua, sporco ...”
“Lo giuro!”
“E il piccolo?”
“Che cosa!? Chi?!”
Da vicino, poteva vedere che il suo viso non era liscio, come la pelle
umana, ma foderato e screpolato, come la corteccia; nero carbone
so o il so le strato esterno. Emise un altro gemito aspro e alzò la
mano. Remus sussultò, ma lei non lo toccò - invece, ci fu un violento
scuo mento all’interno della sua tasca, e Wormtail volò fuori, cadendo
sul terreno impacciamante con una ‘carezza’ morbida.
Merda. Pensò Remus. Malede o Peter!
La driade alzò di nuovo il braccio e Peter si trasformò nella sua forma
umana, tremante e rannicchiata a terra.
“Per favore, per favore non farmi del male!” Piagnucolò, coprendosi il
viso. Remus si mise davan a lui, velocemente.
“Bugiardo!” La driade sibilò di nuovo trionfante, i capelli frondosi ir :
“Ingannevoli, luridi maghi ...”
Adesso stava alzando entrambe le braccia e i suoi occhi erano diventa
più scuri come gli aghi di pino. Remus adesso era completamente sicuro
che lei intendeva davvero danneggiarli; si vedevano tu i suoi den ni

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appun . Non poteva disarmarla, non aveva una bacche a. Non era
nemmeno sicuro se i soli incantesimi difensivi avrebbero funzionato su
di lei. Remus aveva appena deciso di usare un incantesimo rimbalzante
per guadagnare un po’ di tempo, quando--
“C-c-confringo!” Peter squi da dietro di lui, puntando la sua bacche a
sulla spalla di Remus.
Oh Gesù Cristo ... pensò Remus, chinandosi, di riflesso. Per fortuna,
Peter era o così spaventato, o semplicemente ine o, che la maledizione
esplosiva non fece il suo solito effe o devastante. Tu avia, fu
sufficiente per causare alcuni gravi danni agli alberi dietro la driade,
incendiando alcune foglie. Lei urlò, uno stridio doloroso e straziante, e
si voltò immediatamente a curare i rami fuman .
Peter e Remus colsero l’occasione e scapparono, le vi si spezzarano
mentre strappavano i loro piedi da terra.
Peter seguì Remus, ma nessuno dei due era par colarmente veloce, e
quando pensarono che fosse sicuro fermarsi, stavano entrambi
ansimando pesantemente.
“Maledizione ... diavolo ... Pete ...” ansimò Remus piegandosi in avan ,
un braccio contro un fianco per supporto.
“Non sapevo cosa fare!” Rispose Peter, rosso in viso, capelli chiari
incolla alla fronte. “Torniamo indietro, Remus, per favore ...” Si guardò
intorno ansioso.
Adesso erano ancora più profondi nei boschi e, a parte il loro respirare
era mortalmente silenzioso.
Tu avia, Remus scosse la testa raddrizzandosi.
“No.” Disse, “Devo trovarli. Lo ha ferito.”
“E allora?!” Peter rispose, indignato: “Non dovremmo essere qui!”
“Guarda, mi dispiace che tu sia rimasto coinvolto in questo,” Remus
aggro ò la fronte impaziente.
Ora che non erano in pericolo immediato, il suo desiderio di dare la
caccia all’altro lupo era tornato. Poteva sen re l’odore del sangue; ne
era sicuro.
“Ma io … puoi tornare indietro, se vuoi, vai dagli altri”.
Peter guardò dietro di lui, poi di nuovo Remus, i suoi occhi grandi e
luccican ,
“Da solo?” Il tremito nella sua voce era palpabile, e Remus
all’improvviso voleva che se ne andasse più di ogni altra cosa al mondo,
nel caso il terrore lo avesse invaso.
“Ti do il mio orologio, così non perdi.” Si offrì Remus.

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“No.” Peter irrigidì le labbra: “Vengo con te.”
Il ba to del cuore di Pete era quasi assordante, e Remus stava
iniziando a sen rsi dispiaciuto per lui.
“Va tu o bene”, sussurrò. “Se succede qualcosa, puoi semplicemente
tornare indietro, e andare a dirlo agli altri, giusto? Conoscerai meglio la
strada trasformato da topo.”
“Non lascerò, Remus,” sussurrò Peter, tremante, “Posso essere
coraggioso, lo so. Lo posso fare.”
Remus gli strinse la spalla.
“Bene. Per di qua. Man eni il silenzio più che puoi.”
La driade non era venuta a cercarli, grazie al cielo. Remus non poteva
ricordare tu o sui guardiani degli alberi, ma era abbastanza sicuro non
poteva lasciare i loro boschi. O forse erano le naiadi? Non ricordava la
differenza.
Ma ora non importava, aveva captato bene il profumo. In bocca un
acquoso, ricco, sapore di ferro che gli fece ringhiare vergognosamente
lo stomaco. Mancavano ancora giorni prima dalla luna piena, ma non
sembrava importare al lupo dentro Remus, che stava scalando le mura
della sua prigione, urlando per la libertà.
“È vicino.” Sussurrò Remus a Peter, mentre si spingevano a raverso un
pesante bosche o, probabilmente annunciando il loro arrivo a tu e le
creature vicine.
Ci fu un altro ba to cardiaco, non molto lontano, e suonò anche
spaventato. Ancora qualche passo e Remus poteva sen re l’affanno
della respirazione; come qualcuno che aveva lo ato per un po’ di
tempo ormai, e si era cominciato a stancarsi. Ancora più vicino e poteva
sen re l’odore del sudore - e della rabbia - da questa lo a. Era un così
forte mix di emozioni ed energia, che Remus fu momentaneamente
perso nella nebbia, troppo sopraffa o per vedere una chiara direzione.
Poi cambiò - si fermò, all’improvviso. Risuonò una voce aspra,
distruggendo la quiete dei boschi, scuotendo gli uccelli dai loro nidi;
“Remus Lupin!”
Peter emise un acuto squi o di terrore, prima di fare un balzo in aria, e
trasformarsi girando la coda e scappando via da Remus. Non importava.
Remus rimase fermo.
“Sono qui.” Sussurrò di rimando.
“Vieni da me.”
Quella sensazione di stra one tornò nel pe o di Remus, e lui la seguì,
lasciandosi trascinare in avan , a raverso una piccola radura di alberi.

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Al suo centro c’era un tasso an co, nodoso e scricchiolante, e legato al
tronco c’era un giovano o.
La driade lo aveva legato al suo posto con migliaia di crudeli e contor
rovi. Le spine stavano tagliando il suo consunto mantello di cuoio e
perforando la pelle del suo collo. Aveva le braccia lungo i fianchi, e
nonostante eviden tenta vi di liberarsi, gli steli bruni e muscolosi si
tenevano saldi.
Tu avia, adesso non stava lo ando. Stava solo fissando Remus, la testa
china avan , occhi scuri e imperscrutabili. La sua testa era rasata, come
quella di Livia, i suoi ves erano logori dalle intemperie, ma a quel
punto la somiglianza finì. Lui era alto; alto quanto Remus, e forse solo
pochi anni più vecchio. La sua pelle era scura come il cuoio conciato, i
suoi lineamen belli e sorprenden . Sorrise, lentamente, mostrando
file di den bianchi e diri .
“Remus Lupin. Liberarmi.”
“Tu chi sei?” Remus si tra enne, stringendo la bacche a dentro la
tasca.
“Sono Castor. Liberarmi. Sono tuo fratello.”
Remus inclinò la testa. Quest’uomo era intrappolato. Completamente
alla mercé di Remus. Sen il suo coraggio tornare. “Fratello mio, vero?
Greyback ha mandato? “
“Sì.”
“Bene.” Remus si appoggiò all’albero più vicino e incrociò le braccia, “Lo
sai, dovrai darmi una ragione decente per liberar allora, non è vero?”
Castor ruggì, furiosamente, comba endo ancora una volta contro i suoi
legami, strappando i suoi ves e conficcandosi le spine più in
profondità nel collo. Era chiaramente molto forte, con una corporatura
ampia, bicipi spessi che si fle ono contro le vi .
“Oh cielo,” disse Remus, in tono colloquiale, “Sembra che tu non s a
andando molto lontano senza di me.”
In seguito si sarebbe chiesto dove fosse venuto quel ridicolo senso di
sfrontatezza da par re sua. Dopotu o, la situazione in cui Remus si
trovava adesso era altre anto pericolosa come l’a acco a Diagon Alley,
che aveva trasformato la sua mente. Forse erano i boschi e il potere che
poteva sen re scorrere a raverso di lui. Forse era la voce di Grant, che
ancora gli risuonava nelle orecchie. Forse era semplicemente la
familiarità della situazione. Remus aveva affrontato bulli che pensavano
di averlo capito da quando aveva sei anni.
“Così?” disse, sorridendo: “Vuoi parlare?”

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“Sono stato mandato a parlare.”
“Veramente? Solo parlare?”
“Solo parlare. Liberarmi.”
“Mmh.” Remus giocò con la punta della sua bacche a, pensieroso,
come se non avesse preoccupazioni nel mondo. “Vedi, ho qualche
problema a creder , Castor, amico. Visto che l’ul ma volta che
Greyback ha mandato qualcuno a ‘parlarmi’, una donna innocente è
morta.”
“Mio padre riconosce il suo errore nell’inviare Livia.” Il lupo mannaro
disse sinceramente. Si era calmato un po’ ora e stava chiaramente
guardando Remus per vedere dove stava andando. “Quindi questa volta
ha mandato me.”
“Posso vedere anche a raverso quello, sai,” rifle é Remus, “Pensava
che un bel ragazzo possa ... ehm ... aumentare il mio interesse, vero?”
Castor con nuava a fissarlo, socchiudendo gli occhi. Remus scrollò le
spalle e con nuò,
“Voglio dire, sono lusingato, Castor, non fraintendermi, sono sicuro che
sei adorabile, ma non sono ancora interessato. E devo dire che finora
non sono molto impressionato. Non sei bravo nella magia come la tua
amica Livia, allora? Si sarebbe smaterializzata subito adesso, nessun
problema.” “Quella stronza!” Castor ringhiò, lo ando di nuovo,
“Qualunque cosa abbia fa o a queste vi ... non so usare la magia ...”
“Oh, capisco!” Remus annuì, “Beh, devo ricordarmi di ringraziarla, la
prossima volta che la vedo.”
“Livia mi ha parlato di te,” disse Castor, “Ha de o che sei il cucciolo di
Silente, il suo segugio impotente e sdentato. Non farebbe male a una
mosca, non inseguirà un coniglio in piena luna.”
“Non sono l’animale domes co di nessuno.” Remus rispose, serrando la
mascella. “E nemmeno tu dovres esserlo. Cosa c’è di così bello in
Greyback, eh? Cosa pensate che vi succederà quando sconfiggeremo
Voldemort?”
“La stessa cosa che accade sempre alla nostra specie.” Castor rispose,
dando a Remus uno sguardo pietoso, “Saremo caccia e oppressi.”
“Non vuoi cambiare?” Implorò Remus, facendo un passo avan . “Non
hai una famiglia, nel mondo reale? Non vuoi una famiglia, un giorno?”
“Siamo un branco. Siamo tu . “ Remus sospirò.
“Non capisci. Ti sta mentendo. So che c’è un modo per fare le cose in
modo migliore, per cambiare davvero il modo in cui veniamo tra a ,
ma non può essere così, non vedi?” Castor lo derise con sdegno.

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“Proprio come ha de o Livia. Sdentato e impotente. Ho de o a papà
che
non eri pronto. Glielo avevo de o che era troppo presto.”
“Troppo presto per cosa?”
“Per la grande no e, ovviamente,” Castor stava sorridendo di nuovo, un
ghigno sinistro che fece sen re Remus nauseato. Il lupo mannaro
con nuò, riconoscendo quell’incertezza in Remus: “Nella no e della
prossima luna, il branco sarà a caccia. Sarà una caccia come il mondo
non ha visto dai tempi bui”.
“Perchè mi stai dicendo questo?” C’era un tremito nella voce di Remus
ora, per quanto abbia cercato di camuffarlo, “Sai che sto andando dri o
da Silente.”
Castor rise, un suono vuoto e senza fiato che proveniva dal profondo
del suo pe o. “Perfe o.”
*CRACK*
Remus trasalì quando l’aria intorno a loro brillava leggermente, e
barcollò di ritorno dalla figura che era apparsa tra loro nella radura. Lei
sibilò, a bassa voce, gli occhi d’acciaio che guizzavano da Remus a
Castor.
Livia.
“Sorella!” Castor gracchiò, sforzandosi ancora una volta di liberarsi,
“Liberami!”
“Hai deluso nostro padre.” Lei rispose. “La punizione a ende.”
“No!” Castor protestò: “Era la driade, non potevo ...”
Livia alzò una mano e Castor fu zi to, incapace di muoversi o fare un
suono. Le viscere di Remus si congelarono quando lei si voltò verso di
lui.
“Ciao amore mio. Sei pronto?”
Remus estrasse la bacche a e gliela puntò contro, assumendo una
posizione di duello e radicandosi a terra. Non l’avrebbe tra enuto,
questa volta. Questa volta sapeva cosa aspe arsi. “Non vado da
nessuna parte, Livia.”
“Non c’è tempo per questo, la luna si avvicina.” Lei fece un balzo,
camminando verso di lui, lacera, sporca e selvaggia come la ricordava.
“Abbassa quello stupido bastone.” Alzò una mano e la girò a mezz’aria,
come se stesse girando una maniglia della porta.

542
Remus ne sen la forza, staccando le dita, la bacche a bruciava nella
sua mano, ma questa volta non lo lasciò cadere. Strinse i den raccolse
ogni grammo di magia dai boschi intorno a lui.
“No.”
“Remus Lupin.” Lei ringhiò: “Verrai con noi”.
Sollevò entrambe le braccia ora e fece schioccare le dita, in modo che si
aprissero a ventaglio dai suoi palmi. Gli alberi che circondavano Remus
presero luce in un istante, dal tronco ai rami, colonne di fuoco arden
che ruggivano intorno a lui. Era terrorizzato, ma non si lasciò andare.
“No.” Ripeté, facendo un passo indietro, lentamente. Sarebbe scappato,
se avesse dovuto. Non si era semplicemente presentato in quella
foresta per bruciarla.
Allora Livia fece schioccare le dita e subito Castor fu liberato dalla sua
schiavitù, ansimante e ringhio. Si unì al suo compagno di branco, e ora
c’erano due di loro, i loro occhi infuoca come carboni arden ,
rifle endo le fiamme che li circonda.
“È giunto il momento, Remus Lupin,” dissero, all’unisono, come fumo
nero iniziarono a riempire l’aria, il profumo della linfa e del pino
frizzante intorno a loro.
“No.” Disse di nuovo, anche se adesso non vedeva via d’uscita.
“Mordeo!” Lui gridò, puntando la bacche a contro di loro, mentre
indietreggiava. Castor si ritrasse ringhiando, ma Livia rise in modo
gu urale e agitò di nuovo la mano, allontanando la maledizione come
se non fosse altro che una ragnatela.
Era questo. Lo avrebbero portato - Dio sa dove - e lo avrebbero fa o
diventare uno di loro. Non avrebbe mai più rivisto i suoi amici, non
avrebbe mai più rivisto Sirius.
Era stato un tale idiota, costringendoli a restare indietro. Adesso non
c’era nessuno rimasto a proteggerlo.
Ci sei tu. Remus non riconobbe questa voce. Non era di Grant o di
chiunque altro con cui aveva ‘parlato’ prima. Ma forse era giusto.
C’era un incantesimo che non aveva considerato, semplicemente
perché non l’aveva mai padroneggiato corre amente. Ma era in
difficoltà ora, e aveva più potere che mai a sua disposizione.
Mentre braci lucen e foglie arden piovvero su tu e tre, Remus
raccolse tu e le sue risorse; la sua forza, la sua rabbia e ogni gioia nel
suo cuore. Avrebbe dovuto essere pronto a scappare, non appena
l’incantesimo sarebbe stato de o. Se avesse fallito, non avrebbe avuto
il tempo di scappare. Inspirò, con a enzione, e - appena prima di

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lanciare l’incantesimo - ricordò gli occhi di Sirius, la bocca di Sirius, e
Sirius che sorrideva. ‘Sono pazzo di te.’ “Expecto Patronum!” Lo ha
pra camente urlato, allungando il braccio, dirigendo la sua bacche a
mentre un enorme animale d’argento esplose, balzando verso Livia e
Castor, enormi mascelle larghe, ar gli scoper . Nella frazione di
secondo prima che lui cominciasse a correre, Remus li vide entrambi
coprirsi gli occhi, e voltarsi per correre nella direzione opposta quando
la grande bes a si lanciò contro di loro.
Ma non c’era tempo per restare e festeggiare il suo successo, quindi
non lo fece.
Corse ancora, verso il limite del bosco e per tornare a Hogsmeade, al
mondo dei maghi e dai i suoi amici. Remus correva così forte che le sue
gambe stavano bruciando, e il dolore all’anca era come una lancia nel
fianco, ma non si fermò, i polmoni pieni di fumo di legna e gli occhi
iniziarono a lacrimare, con nuò finché gli alberi non si asso gliarono e
la luce non diventò più forte.
Peter e Sirius erano ancora lì. Sirius stava camminando in modo
irregolare avan e indietro sul sen ero. Peter era seduto per terra con
le ginocchia piegate, fissando il bosco. Sembrava che stesse piangendo.
Remus barcollò fuori nella luce del giorno, e si sen pronto a collassare
proprio lì.
Peter si alzò, asciugandosi gli occhi incredulo, e Sirius corse verso di lui,
e poi si fermò, all’improvviso, e fu respinto indietro come se avesse
sba uto contro un muro.
Furioso, emise un grugnito arrabbiato. Remus gli permise di entrare, e
la barriera si sollevò. Zoppicava verso i suoi due amici, il respiro
sibilante.
“Scusate.” Mormorò.
Con sua grande sorpresa, Sirius gli ge ò le braccia al collo e lo tenne a
sé stre amente. Il suo ba to cardiaco ba eva contro quello di Remus,
e lo abbracciò di rimando, esausto e grato.
“Non siamo potu venire ad aiutare.” Disse Sirius, la sua voce roca e
cupa, “Qualunque cosa tu abbia fa o ... non siamo riusci a seguir .”
“Mi dispiace.” Disse Remus, di nuovo.
“Mi dispiace così tanto, Remus!” Peter scoppiò improvvisamente, i suoi
occhi si riempirono di lacrime di nuovo, “Mi dispiace così tanto!” “Va
tu o bene.” Remus allungò un braccio per accarezzargli la spalla, ma
Sirius non lo lasciò andare ancora. Alla fine, Remus tornò in sé e si
districò dolcemente, “Devo vedere Silente, adesso. Dove sono gli altri?”

544
“Dovevano tornare indietro,” spiegò Sirius, “Coprifuoco. Hanno de o
che l’avrebbero de o alla McGrani .”
“Bene.” Remus annuì. “Andiamo, dobbiamo andare, adesso.” Cominciò
a zoppicare verso il villaggio.
“Moony, stai bene?” Sirius si affre ò al suo fianco, un braccio so o la
sua spalla per supporto.
“Sono solo stanco,” disse Remus.
“Sei coperto di ... è fuliggine?”
“C’è stato un incendio ...”
“Wormtail ha de o che qualcosa stava chiamando.”
“Non posso ... non posso ancora spiegarlo, per favore non
chiedermelo.” “Bene.” C’era un tono freddo nella voce di Sirius che a
Remus non piaceva, ma con nuò a sostenerlo, e con nuò ad andare,
quindi avrebbe dovuto essere ignorato per adesso. Una cosa alla volta.
La McGrani li stava aspe ando ai cancelli della scuola, le braccia
conserte, profonde rughe che le solcavano la fronte.
“Professoressa!” Remus balbe ò, con nuando a tossire con il fumo,
“Mi dispiace noi abbiamo perso il coprifuoco, ma ho bisogno di vedere
il preside subito ... “
“Sì certo, Lupin, vieni con me.” La McGrani annuì, rapidamente e
prese il suo braccio da Sirius. Guardò Sirius e Peter. “Andate alla torre e
non dite niente voi due. Non voglio li gare, mi sen te?”
I due giovani furono così sorpresi da queste istruzioni taglien entrambi
annuirono e se ne andarono immediatamente, Sirius ge ando uno
sguardo indietro verso Remus.
Disse a Silente quasi tu o. Gli parlò del profumo e della driade e Castor.
Riguardo all’incendio e ai piani che Greyback aveva per la prossima luna
e Livia. Non menzionò la barriera che in qualche modo aveva evocato,
per tra enere i suoi amici. Nè spiegò di aver saputo che sarebbe stato
pericoloso, o che avesse ignorato ogni grammo di buon senso che aveva
in lui per inseguire Castor.
Silente sembrava comunque molto contento.
“Tu o quello che mi hai de o è immensamente u le, Remus.” disse il
vecchio sorridendo a raverso la sua scrivania a Remus con gli occhi
scin llan d’orgoglio, per la prima volta che Remus poteva ricordare.
“Sei stato molto coraggioso e hai terminato il tuo compito
mirabilmente.”
“Io ... l’ho fa o? Anche se sono andato nella foresta proibita?”

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“Hai seguito la tua preda. E non vedo che è stato fa o del male. Sei
chiaramente un formidabile mago, come tuo padre.”
Remus provò una piccolissima fi a di piacere per questo, cosa che lo
fece sen re più felice.
“Questo a acco, però ... la caccia che stanno pianificando ...”
“Lascia che se ne occupi l’Ordine.” Silente scosse la testa, me endo le
sue mani sulla scrivania e alzandosi in piedi. “Hai fa o abbastanza - di
più di quanto ci si possa aspe are da un mago diciasse enne.”
“Sì, ma se posso ...”
“Mi dispiace di aver chiesto questo, Remus.” Silente fece il giro della
sua scrivania e gli mise una mano amica sulla spalla. “Spero di non
dover chiedere nient’altro.”
“Sono dalla tua parte.” Remus rispose, sentendo che avrebbe dovuto
ribadirlo. “Farò quello che deve essere fa o.”
Gli occhi di Silente brillarono di trionfo e la sua presa si rafforzò sulla
spalla di Remus.

Il fuoco era stato spento dalle naiadi, secondo la McGrani , che lo


accompagnò dall’ufficio di Silente all’infermeria. Non c’era stata
nessuna traccia di Livia o Castor, si presumeva che si fossero
smaterializza . Madama Chips lo sgridò, pulì la fuliggine e ha
somministrò un pozione per alleviare il dolore. A quel punto respirava
di nuovo normalmente, e perversamente aveva una certa voglia di una
sigare a, anche se non gliel’aveva de o. Il cibo era stato portato lì da
lui, perché a quest’ora aveva saltato la cena e mangiò una cena
piacevole e tranquilla nell’accogliente piccolo ufficio di Madama Chips.
Per fortuna, gli è fu permesso di tornare da solo alla torre di
Grifondoro. I suoi amici stavano tu aspe ando, non al solito posto
accanto al fuoco, ma in un angolo più tranquillo, vicino a una delle
finestre lontane. Stavano tu parlando in modo serio con toni
sommessi, e le loro teste si voltarono immediatamente per affrontarlo
mentre appariva a raverso il foro del ritra o.
Si avvicinò, un po’ stordito dalla bozza che aveva preso, e fecero gli
spazio per sedersi sul posto vicino alla finestra, schiacciato tra Lily e
Sirius, che rapidamente gli strinse la mano. Tu lo fissarono, in a esa
che iniziasse a parlare, così fece.
Disse loro tu o quello che poteva - e alcune cose che non aveva de o a
Silente. Peter aveva fortunatamente già parlato della driade, e

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apparentemente i Malandrini avevano trascorso gran parte della serata
a spiegare il segreto dell’animagus a Lily. Tu avia, si coprì la bocca
inorridita quando Remus parlò dell’incontro con Castor, gli incredibili
poteri di Livia e il fuoco ...
Sirius stava pra camente tremando di rabbia accanto a lui, ma
tra enne la lingua per tu o il tempo, e lasciò finire a Remus.
“Dannazione.” James disse una volta che la storia fu raccontata. “Ben
fa o sul patronus, però, amico.”
“Grazie,” Remus arrossì leggermente. Si affidò a James per trovare
qualcosa lodevole, in tu o ciò.
“Hai visto cos’era?”
“No.” disse, velocemente, “È successo troppo in fre a”.
Non molto tempo dopo, si trascinarono tu a le o, uno alla volta,
ognuno di loro con i vol fissa in una maschera determinata.
Remus si rese conto che non era l’unico che aveva avuto una giornata
molto difficile. Fece una doccia veloce, per fare sì che l’ul mo ricordo
della foresta si staccasse da lui, e si lavò i den senza guardare lo
specchio, troppa paura di quello che avrebbe potuto vedere. Sirius non
aveva ancora provato a parlargli, o affrontarlo sul terribile tradimento ai
margini della foresta, ma Remus era certo che questo doveva ancora
venire, e anche se sapeva che quando sarebbe successo sarebbe stata
dura, non vedeva l’ora di schiarire l’aria.
Per ore rimase a le o, aspe ando e sperando. Sirius veniva sempre da
lui in una no e come questa; se fosse successo qualcosa. Sirius sapeva
sempre quando Remus aveva bisogno di parlare; anche quando Remus
non voleva, Sirius poteva o enere una discussione, e rime ere tu o a
posto. Remus aspe ò a lungo.
Dai, pensò tra sé, ho bisogno di te, dove sei?
Non è un le ore della mente, tesoro. La voce allegra di Grant si fece
sen re una volta di più.
Però mi conosce.
A si? Glielo hai mai de o?
Remus si rifiutò di rispondere, perché non era più necessario.
Lavorando a raverso problemi nella tua testa usando un gioco di ruolo
immaginario andava bene. Ma è quello che aveva fa o quando si era
sen to più solo. Quando lui pensava di non avere nessun altro a cui
rivolgersi. Si rese conto con un senso di disgustosa vergogna per quanto
fosse stato stupido. Senza perdere un altro momento, lui scivolò fuori

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dal le o e a raversò il pavimento. Aprì le tende del le o di Sirius e
sussurrò nell’oscurità,
“Sirius?”
“Che cosa?” Anche Sirius era sdraiato sulla schiena, le mani incrociate
sul suo centro come una lapide. La sua freddezza fece sussultare
Remus, ma inghio il suo orgoglio.
“Ho bisogno di te.”
Sirius girò subito la testa. Sospirò e rò indietro le coperte.
“Entra.”
Remus si arrampicò dentro, avidamente. Giacevano uno accanto
all’altro, su un fianco, fissandosi l’un l’altro.
“Mi odi?” Chiese Remus.
“No.” Sirius rispose, la voce ancora vuota.
“Sono davvero dispiaciuto. Volevo proteggervi tu . “
“Lo so. Questo è quello che ha de o James.” La voce di Sirius si era
leggermente sciolta, e ora la sua voce era più scontrosa che arrabbiata.
“Ma non è una scusa,” con nuò Remus. “Solo ... non ero me stesso.
Capisci?”
Sirius scrollò le spalle, spostando le lenzuola in modo che scivolassero
via dalla sua spalla, esponendo la sua clavicola. Remus cercò di non
lasciarsi distrarre troppo da quello, e si leccò le labbra, incontrando di
nuovo lo sguardo di Sirius.
“Ti dirò tu o.” disse.
“Ce l’hai de o.” Sirius rispose, s zzoso.
“Non tu o.” Remus rispose, “Ci sono cose che non voglio che tu
sappiano. Ma ... Io voglio che tu sappia. Se va bene?”
Sirius lo fissò come se non potesse credere alle sue orecchie. Un piccolo
sorriso era spuntato sul suo viso, e stava ovviamente cercando di
reprimerlo. “Avan allora.”
Così fece. Gli disse ogni sensazione che aveva avuto - l’irresis bile
a razione nella foresta, l’aspro potere della magia naturale, il terribile
senso di colpa. Per il momento un cui aveva smesso di parlare, si era
reso conto che Sirius lo aveva avvicinato e gli stava accarezzando il
braccio, dolcemente, avan e indietro per confortarlo.
“Cosa hai pensato per riuscire a lanciare il patronus?”
Remus sbuffò, leggermente,
“È stupido. Voce nella mia testa.”
“Ah.”

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“Non come le voci normali, però. Di solito è qualcuno che conosco.”
“Forse questa volta eri solo tu.”
Remus ci pensò su. Lo faceva sen re divertente. Sirius lo stava ancora
guardando mentre gli accarezzava ancora il braccio. Remus ricordava
qualcos’altro.
“È un lupo. Il mio patronus. Non volevo che gli altri lo sapessero, non
voglio che avrebbero pensato...”
“Non penserebbero mai male, Moony, conoscono troppo bene.”
“Mi conoscono, però? Dopo oggi ... mi sento così stupido. Sono stato
così preso, io non sapevo cosa fare. Con nuavo ad andare sempre più
in profondità. “
“Ma alla fine hai fa o la cosa giusta.” Sirius disse, fermamente,
afferrandolo, “Questo è tu o ciò che conta.” Si chinò in avan e baciò
Remus dolcemente sulle labbra, un gesto tranquillizzante. “Sei tornato
da noi.”
“Io ...” Remus abbassò lo sguardo, abbassando la voce fino a farla
appena un sussurro. Guardò di nuovo su Sirius, incontrando quei
perfe occhi azzurri. “Sono tornato da te.”
Sirius lo baciò di nuovo, più forte e non si fermò per molto tempo.

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Intervallo  
You look so self-possessed
I won’t disturb your rest
It’s lovely when you’re
sleeping But wide awake is
best.

Wake up and make love with me


Wake up and make love
Wake up and make love with me
I don’t want to make you
I’ll let the fancy take you
And you’ll wake up and make love

Martedì 24 gennaio 1978 7:50 AM


James li svegliò martedì ma na, chiamandoli a raverso le tende,
“Oi, Padfoot, alza ! Sono quasi le o o, idiota pigro. “
“Ho una giornata di studio libera, stronzo, incazzato.” Sirius geme e in
risposta, seppellendo la testa so o il cuscino.
“Ti perderai la colazione!”
“Urrgh.”
“Bene, allora muori di fame.” James rispose. Poi, “Hai visto Moony? Il
suo le o è vuoto - non credo che dovrebbe andarsene da solo, vero?”
“Ehm ...” Sirius si tolse il cuscino dalla faccia, e guardò Remus,
sollevando un sopracciglio in ques one.
Remus lo fissò in preda al panico. Okay, James lo sapeva, ma finora
erano riusci a evitare incontri reali con la loro relazione. Remus era
molto par colare al riguardo; non voleva essere guardato a bocca
aperta. Voleva dimostrare che tu o era esa amente come prima, e
questo significava che qualsiasi cosa fosse accaduta tra lui e Sirius in
privato sarebbe dovuta rimanere ... beh, privata.

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Era stato pignolo sulla condivisione del le o, assicurandosi di alzarsi
presto e strisciare di nuovo nel suo, oppure scompigliava le lenzuola.
Ma era la luna piena e lui era più lento del solito.
“Probabilmente è andato via per colazione, amico.” Sirius disse.
Si strinse nelle spalle Remus.
“Sì, forse ...” James ha concordò, “... Oh, mmh, controllerò la Mappa, è
rimasta sul suo comodino!”
Remus schiaffeggiò la testa, sbalordito dalla propria stupidità.

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Sono qui, James!” Gridò, velocemente, sentendosi diventare rosso per
l’imbarazzo.
“Oh!” sen rono James ancora fermo appena fuori le tende del le o,
“Oh ... ehm, giusto, ovviamente! Scusa, io ... ehm ... non pensavo ...” I
suoi passi si ri rarono rapidamente, verso la porta, “Scusate ragazzi ...
ehm ... ci vediamo dopo, eh?” sen la porta sba ere.
Sirius sbuffò dalle risate mentre Remus strisciava so o le coperte come
se lui potesse sfuggire dall’imbarazzo.
“Oh, andiamo,” rise Sirius, cercando di rarlo fuori, “non è così male...”
“È orribile.” Remus rispose, “Non sarò mai in grado di guardarlo di
nuovo negli occhi!”
Sirius striscio so o le coperte inseguendolo.
“Non è come se stessimo facendo nulla - hai ancora il tuo pigiama!” “Sì,
Prongs non lo sa!” Remus disse di rimando, seduto a gambe incrociato
rivolto verso Sirius. Era come se fossero so o la loro piccola tenda ora,
e ricordava a Remus del campeggio. Quello era un ricordo così bello che
si sen un po’ più calmo.
Anche meglio; Sirius teneva sempre la mano quando erano nascos
come questo volta, quindi lui la allungò ora, giocando con le dita lunghe
e sfregiate di Remus come se fossero preziosi tesori.
“Non vedo cosa c’è da agitarsi,” Sirius si muoveva, allacciando le sue
morbide dita bianche tra quelle di Remus, poi gli allargandole, quindi
mescolandole, come un gioco dei bambini. “Sono sicuro che
presuppone che ... alcune cose ...”
“Vedi! Non puoi dirlo!”
“Beh. Sono un gen luomo.” Sirius sorrise, guardandolo ora. Anche
nell’oscurità Remus poteva sen re gli occhi di Sirius a bruciare. Anche
lui si mordeva il labbro.
Remus fece un sospiro, e Sirius alzò un sopracciglio.
“Almeno sappiamo di avere la stanza tu a per noi ...” Mise le mani sulle
ginocchia di Remus e si appoggiò.
Remus lo baciò, ma lo spinse via,
“Assolutamente no, se non andiamo laggiù adesso, James penserà
sicuramente che siamo ...” “Scopando?”
“... fisicamente in mi.” Disse Remus.
Sirius scoppiò di nuovo a ridere, e si rotolò sul le o.
“Oh Moony! Mi uccidi. Cosa è successo a quel piccolo giocherellone
burbero che ero abituato a conoscere?”

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“Un ragazzo elegante gli ha insegnato a leggere.” Remus rispose,
asciu o, ge ando indietro le coperte e strofinando l’ele ricità sta ca
dai suoi ricci. “Giusto. Doccia veloce, allora e poi andremo giù.”
Saltò giù dal le o, trasalendo un po’ alla luce del sole che riempiva la
stanza del dormitorio.
“Mi piace come suona” Sirius chiamò dal le o mentre Remus
a raversava il pavimento. Sulla soglia del bagno si voltò e diede a Sirius
il suo più appassionato sguardo. “Piano inferiore. Perver to.”

08:30 AM
James non riusciva a guardare nessuno dei due negli occhi dopo quello
che era successo - con molto diver mento di Sirius. Anche Peter aveva
la testa bassa, spalando silenziosamente porridge in bocca, e per un
orribile momento Remus si chiese solo se avesse de o a James
esa amente quello che aveva visto nella loro camera da le o pochi
giorni fa. Sarebbe troppo da pensare, Remus era sicuro.
Si distraeva ascoltando Mary che parlava, cosa sempre facile da fare.
In ques giorni usciva con un ragazzo della squadra di Quidditch di
Tassorosso, e contemporaneamente esaltava le sue virtù e si lamentava
delle insidie di uscire con un atleta. Remus non poteva fare a meno di
pensare che Mary stesse predicando al coro un po’, visto che
ovviamente Lily e (se bisogna credere a Sirius) Marlene uscivano
entrambi anche con giocatori di Quidditch.
“Voglio dire, ovviamente è in forma. Come ... il livello di Adone.” Lei
sgorgò, sognante, “E parlare di resistenza ...”
Marlene stava roteando gli occhi e James stava fissando la sua tazza di
tè mentre Lily rideva dietro le sue mani.
Mary era gloriosamente ignara,
“Ma poi ha la faccia tosta di lamentarsi per lo sfregamento che gli fa
sanguinare la coscia per via della scopa!” Lei ridacchiò.
Le orecchie di James erano diventate rosso vivo, e Sirius stava cercando
di ca urare il suo sguardo con un sorriso maniacale sul suo volto.
Mary con nuò; “Gli ho de o che se pensa che questo è scomodo,
dovrebbe provare il sanguinamento dalla sua rapina cinque giorni al
mese.”
Peter pra camente si strozzò con il suo porridge, Lily si coprì il viso e

553
Marlene sba é la mano sul tavolo,
“Dannazione, Mary! Devi per forza?!”
Che cosa?” Mary si mise a sedere, sba endo le palpebre, come se il
burro non sciogliesse la sua lingua malvagia.
“Bene. Sei un po’ dire a, per il tavolo della colazione ...” Disse Lily,
diploma camente.
“Siamo tu adul , no?” Mary inarcò un sopracciglio: “Siamo
abbastanza maturi per parlare di sesso.”
“Bene, è meglio che me ne vada!” James balzò in piedi, insolitamente
goffo, facendo n nnare il tavolo mentre lo faceva. Lily lo guardò,
sorpresa,
“Dove stai andando?”
“Pozioni!”
“Ma mancano quindici ... ah, okay aspe a, verrò con te.” Si alzò, ancora
dando al suo ragazzo uno sguardo strano, e se ne andarono insieme.
“Non sapevo che James fosse così puro.” Mary commentò.
“Oh, non sei stata tu, MacDonald.” Spiegò Sirius, allungando le braccia
sulla testa e scompigliandosi i lunghi capelli, “Prongs ha avuto solo una
piccola sorpresa questa ma na--ow!”
Remus lo aveva preso a calci violentemente so o il tavolo. Marlene li
guardò entrambi, sorseggiando il suo tè con uno sguardo consapevole.
Per fortuna, in quel momento, la posta arrivo e dei gufi piombarono
nella Sala Grande e un grande barbagianni lasciò cadere due le ere
davan al pia o di Remus. Le afferrò entrambe avidamente.
Una era una cartolina di Grant - inoltrata tramite i Po er - con una
volgare foto sul davan raffigurante un uomo in riva al mare con in
mano un enorme bastone rosso di roccia Brighton contro il suo inguine.
Il retro diceva solo ‘Ho visto questo e pensato a te. Guarderò gli
appartamen la prossima se mana! Con amore Grant.’
Remus sorrise a questo, e la porse a Sirius, che si accigliò comicamente.
La seconda le era era di Ferox, con un elenco di libri di
raccomandazione che Remus aveva richiesto sulla storia del magico
sistema di classificazione delle creature. Scrivevano avan e indietro da
Natale; sembrava che Ferox fosse stanco del suo recupero, ritrovandosi
con niente da fare.
Sirius guardò Remus finire di leggere la le era.
“Qualcosa da ...?” chiese, dando uno sguardo significa vo. Remus
scosse il suo capo. Niente da sua madre. Sirius cercò di mostrargli un
sorriso di gioia,

554

“C’è ancora tempo, eh?”
Remus si limitò a scrollare le spalle.
“Vado in biblioteca, vedo se riesco a trovare qualcuno di ques prima di
Storia della Magia.” Mostrò l’elenco di Ferox. “Ci vediamo più tardi,
ragazze.” Fece un cenno a Mary e Marlene.
“Ci vediamo in infermeria stasera?” Chiese Marlene, speranzosa.
Ah, Remus ricordò, era martedì. Non aveva partecipato alle lezioni di
guarigione da un po’, Madama Chips lo aveva gen lmente incluso per
alcune se mane - era troppo occupato a memorizzare maledizioni.
Non voleva davvero andare stasera, era la luna piena, ma guardò
Marlene e si sen in colpa. “Ovviamente!” Lui annuì. “Ci vediamo!”
Sirius balzò felicemente al fianco di Remus mentre si dirigeva verso la
biblioteca, lavorando mentalmente a raverso il suo programma per la
giornata. Aveva solo tre a lezione, fortunatamente, ma aveva promesso
di me ersi al passo con Christopher ad un certo punto, e voleva
rispondere sia a Grant che a Ferox, e aveva un saggio di Aritmanzia da
fare ...
“Moooooony? Terra chiama il pianeta Moony ...!” Sirius interruppe i
suoi pensieri.
“Mh?”
“Siamo appena passa davan alla biblioteca, se è lì che stavi
andando.” “Oh! Merda.” Remus si girò di 180 gradi e tornò indietro,
Sirius ancora dientro di lui.
“Ti va di condividere?”
“Oh niente. Solo pensando.”
“Niente di preoccupante, spero? Circa stasera?”
“Mmh un po’.” Entrarono nella biblioteca e dove ero tacere mentre
passavano davan alla scrivania della signora Pince.
In realtà aveva cercato di non pensare alla luna in arrivo - dopotu o
Silente aveva de o di non farlo. Aveva de o che l’Ordine se ne stava
occupando e Remus poteva solo sperare che questo significasse che
Alastor Moody era sul caso, il che lo faceva sen re leggermente meglio.
Tu avia, l’avver mento di Castor stava risuonando nelle sue orecchie
da sabato, ed era impossibile dimen carlo.
“Non credo che dovremmo lasciare la baracca, stasera.” Sussurrò
Remus. “Se succedesse qualsiasi cosa ...”
“Non succederà, se ne occuperà Silente.” Sirius rispose, appoggiandosi
alla libreria più vicina casualmente, mentre Remus cercava i tes che
voleva. Remus dove e impedire a se stesso di dire qualsiasi cosa. James

555
e Sirius ripongono così tanta fiducia a Silente, si chiedeva spesso se gli
mancava qualcosa. Ma poi, Remus si fidava di pochissime persone
sopra i dicio o anni; con un buon mo vo.
“Lo so.” Disse, con calma: “Ma vorrei che rispe assi i miei desideri.”
“Ehi, non fare così,” lo rimproverò Sirius, gen lmente, “Certo che lo
faremo. Qualsiasi cosa per il nostro Moony.”
Remus trovò tre dei libri sulla lista di Ferox, cosa che lo rallegrò un po’.
Poi li portò da Madam Pince e poi cominciò a ficcarle nella borsa.
Li prendo io,” si offrì Sirius, tendendo le mani, “Non vorrai trascinarli in
giro tu o il giorno, torno comunque al dormitorio.”
“Oh, okay.” Remus glieli diede. “Hai intenzione di iniziare con quel
saggio di Aritmanzia? “
“No, se posso evitarlo.” Sirius fece una smorfia. “Ci vediamo a pranzo?
Sei libero questo pomeriggio, non è vero?”
“Ehm ... sì, ma dovrei vedere Christopher ... poi c’è quel saggio che non
stai facendo e lezione di guarigione. E voglio davvero rispondere a Ferox
oggi, se posso, penso che gli piaccia ricevere la posta, visto che non gli è
permesso molto.”
“Merlino, Remus,” Sirius stava scuotendo la testa,”Devi essere alla
Stamberga Strillante entro le sei!”
“Lo so,” rispose Remus, disinvolto, aggiustandosi la borsa dei libri.
Potrebbe fare davvero un incantesimo di riparazione.
“E hai intenzione di mangiare?!” Sirius con nuò.
“Quando mai ho dimen cato un pasto?” Remus fece uscire la lingua.
“Comunque, devo correre - Storia. Ci vediamo a pranzo!”

1:50 PM
Nonostante le sue promesse, Remus era estremamente in ritardo per il
pranzo, e mancò tu tranne Sirius, che aveva aspe ato indietro.
“Scusa!” Remus sussultò quando raggiunse il tavolo, un po’ senza fiato.
Si sede e: “Sono rimasto indietro a parlare con Ke leburn, poi mi sono
ricordato di aver dimen cato i miei appun nella stanza del professor
Rüf. La storia era un sanguinoso spreco, inoltre, tu e le cose che ho
tra ato nella le ura - oh, grazie!”
Sirius gli aveva spinto un pia o di salsiccia e purè sul tavolo e glielo
porse. Remus si intrufolò, mangiando e parlando il più velocemente

556

possibile - aveva solo dieci pochi minu prima che il pranzo finisse e il
coro della scuola avrebbe voluto la sala per le loro sessioni di pra ca
se manali.
“Comunque, alla fine ha funzionato bene, io ho usato il tempo per
scrivere la mia le era a Ferox e una nota per Grant, almeno così è fa o
- che cos’è?” Sirius fece scivolare una pila di pergamene sul tavolo.
Remus prosciugò il suo bicchiere di succo di zucca e lo guardò.
“Aritmanzia?”
“Il tuo saggio,” disse Sirius, casualmente, “Ho finito il mio, da bravo
ragazzo, quindi ho pensato di fare anche il tuo.”
“Tu cosa?” Remus fece una doppia ripresa. Sirius era incredibilmente
bravo con la penna d’oca, e aveva imitato perfe amente la sua stessa
grafia. “Io non ci credo!”

557

Quante volte l’hai fa o per Wormy? O James, se è per questo - ha
ancora un bastone su per il culo per questa ma na, a proposito, non mi
parlerà a riguardo - comunque, ora che è fa o, e le le ere sono finite,
sei libero per il pomeriggio!”
“Grazie mille, Padfoot, onestamente, è fantas co ... ma ho promesso di
vedere Christopher e ...”
“No.” Sirius stava sorridendo come un ga o a cui era appena stata data
la crema. “L’ho appena visto. Gli ho de o che non stavi bene, quindi
non potevi vederlo.”
“Sirius!”
“Beh, non stai bene.” Sirius rispose innocentemente. “Per stasera,
dovres riposare.”
“Starò bene una volta che avrò mangiato.” Remus rispose brevemente,
gli occhi sul suo cibo, asciugando l’ul ma salsa con il suo purè di patate.
Leccherebbe il pia o se fosse stato abbastanza spudorato; le lune piene
lo rendevano famelico. Quando ebbe finito, alzò lo sguardo e trovò
Sirius che lo fissava, i grandi occhi come un cucciolo bastonato.
“Sei arrabbiato con me?”
“No.” Remus si asciugò la bocca con la manica e spinse il pia o dentro
in tempo per farlo svanire fino alle cucine. “Ma non puoi riorganizzare
la mia vita solo per o enere il tuo scopo ...”
“Non volevo farlo per questo mo vo!” Sirius si sede e, sembrando
scioccato, “Solo ... tu hai sempre così tanto da fare, ed è folle. Voglio
dire, è incredibile, perché tu sei incredibile e puoi ges rlo, ma non
devi.”
“Okay ...” Remus si accigliò, alzandosi. Non era sicuro esa amente di
cosa Sirius avesse de o. Aveva sempre cercato di tenersi occupato. Gli
piaceva essere occupato e u le alle persone.
“E hai scri o così tante note per quel saggio che l’hai pra camente
scri o tu.” Sirius con nuò, mentre lasciarono la Sala Grande e
cominciarono a dirigersi verso la Torre di Grifondoro. “E possiamo
andare a trovare Christopher se vuoi, probabilmente è nella
biblioteca...” “Sirius ...” sospirò Remus, affe uosamente.
“Vai avan , invierò le le ere per te, e vedrò per la cena an cipata--”
“Sirius ...” Controllò che il corridoio fosse libero - tu erano nelle
lezioni, e Peeves non si vedeva. Un corridoio vuoto era una cosa rara a
Hogwarts. “Oh merda!” Sirius si schiaffeggiò la sua fronte, “Non posso

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fare la cena an cipata, ho quella detenzione con Gazza. Solo per un’ora,
però, sarò fuori in tempo per--”
“Sirius!”
Che cosa?!” Alla fine smise di parlare abbastanza a lungo per
perme ere a Remus di baciarlo velocemente sulle labbra.
“Stai zi o idiota.” Sorrise, “Preferirei molto di più passare il pomeriggio
con te piu osto di studiare con Christopher. “ “Oh.” Sirius arrossì,
guardandolo molto contento.

2:15 PM
Meno di ven minu dopo, Remus era completamente estasiato,
sdraiato sulla schiena con il giradischi ai suoi piedi e la testa di Sirius
appoggiata contro il suo fianco buono. Bowie cantava e strimpellava la
sua o o corde, e i due ragazzi che ascoltavano stavano condividendo
uno spinello che Sirius aveva incantato da un Corvonero all’inizio di
quella se mana.
“Anche il lupo si sballa?” Chiese Sirius, raggiungendo il suo turno.
Remus scosse la testa, inspirando profondamente.
“Più affamato, probabilmente.” rispose a voce alta.
“Mmh.” Mormorò Sirius.
Remus espirò e chiuse gli occhi, sistemandosi sulla pila di cuscini. Era
come sprofondare nella melassa calda. Lasciò che i suoi pensieri
vagassero.
“Posso chieder una cosa?” Borbo ò
“Spara, Moony.”
“Di cosa parlava Mary, stama na?”
“Riguardo alla resistenza del por ere di Tassorosso? Penso che stesse
blaterando, ad essere onesto.”
“Non quello,” Remus ridacchiò, “La cosa sanguinante … sanguina da lei
… ehm … cosa voleva dire? “
Sirius girò la testa sulle ginocchia di Remus per guardarlo, indossando
un cipiglio confuso.
“Stava parlando di ... sai, del suo ‘periodo del mese’ ...” Alzò il suo
sopracciglio, come se Remus dovesse capire in qualche modo. “Che
cos’è?” Remus si accigliò di rimando, nessuno dei più saggi.

559

“Remus ... sul serio?!”
“Che cosa?”
“Sai! Le ragazze sono diverse dai ragazzi ...”
“Beh, lo so.” Remus si irritò, sentendosi sulla difensiva.
“Okay, quindi le ragazze ricevono questa cosa ogni mese ...” iniziò a
spiegare Sirius. Remus era completamente inorridito quando ebbe
finito.
“Questa è la cosa più disgustosa che abbia mai sen to.” disse
categoricamente.
È naturale.” Sirius si strinse nelle spalle, “Chiederò a Lily di spiegartelo,
probabilmente l’ho de o sbagliato. Maledizione, hai quasi dicio o anni,
come facevi a non saperlo?!”
“Oh sì, prendi in giro il ragazzo della casa di cura.” Remus disse, “Sono
cresciuto in un orfanotrofio maschile! Come faccio a sapere qualcosa
sulle ragazze?!”
“Spiega molte cose.” Disse Sirius, asciu o. Remus gli fece schioccare
l’orecchio, bruscamente. “Ow!”
“Comunque, per cosa è la tua punizione?” Chiese Remus, sistemandosi
di nuovo.
“Malocchio a Crouch.”
“Oh giusto.”
“Lui e il mio amato fratello stavano tormentando alcuni secondi anni –
ma ovviamente ne è uscito inta o perché è un Prefe o.” Mormorò
Sirius, cupamente.
Non aveva più pronunciato il nome di Regulus, solo ‘mio amato
fratellino’ con un accento crudele, eccessivamente vellutato, che Remus
pensava fosse probabilmente quello il modo di fare dell’eleganza di
Regulus. Tranne - e Remus non lo avrebbe mai de o ad alta voce - per i
primi anni in cui Remus aveva conosciuto Sirius, aveva esa amente lo
stesso portamento.
“Dovres cercare di ignorarli, se puoi.” Remus consigliato. “Lo so dà
fas dio, ma è meglio stargli alla larga. La scuola finirà presto.” “Lo so.”
Disse Sirius, s’impadronì della canna.
Remus lo prese, afferrandogli il polso. Dio, amava i polsi di Sirius. Le
ossa erano così so li, le vene come un nastro azzurro so o la pelle
traslucida. Le sue dita riuscivano ad avvolgersi facilmente intorno. Ora
lo tenne e rò la mano di Sirius alla sua bocca, succhiando l’estremità
della canna, poi lasciandolo andare.

560

Sirius gli fece un sorrise o. Il disco si fermò e lui dove e alzarsi girarlo
sull’altro lato.
“Immagino di non volere che faccia del male a nessuno.” Sospirò
sdraiandosi di nuovo.
“Non è il tuo lavoro.” Remus aggro ò la fronte.
“Così mi sembra.” Mormorò Sirius, s racchiandosi. “Non sai com’era
quando eravamo bambini. Non era ... non è ... Non lo so. È solo che non
voglio che faccia qualcosa di cui si pen rà più tardi.”
Remus pensò che doveva essere molto difficile - il che non era
un’impresa da poco, dopo un po’ di altri ri.
“Posso dir qualcosa?” disse.
Un segreto?” Sirius rispose, avidamente, alzandosi per sedersi accanto
a lui.
“Ehm ... più o meno? Ma si tra a di Regulus. Potres non volerlo
sen re.”
Sirius si zi un po’; un po’ più rigido, ma annuì, “Vai avan .”
“Ricordi il molliccio che ha preso me e Chris, prima di Natale?”
“Come potrei dimen care?” Sirius rispose, una nota di gelosia nella sua
voce, “Vorrei esserci stato, non ho mai visto un molliccio. “
“I lupi mannari non sono più abbastanza eccitan per te adesso?”
Remus alzò il suo sopracciglio. “Comunque, ehm ... ho controllato la
Mappa, subito dopo che Chris era andato chiamare qualcuno, e ... beh,
sono abbastanza sicuro che sia stato Regulus a me ere il molliccio là.
Lui e Barty erano nelle vicinanze.”
Remus allungò leggermente il collo, così poteva vedere la faccia di
Sirius, e come stava prendendo la no zia. La sua bocca era una linea
re a. Sembrava più stanco che arrabbiato. Lui scosse la testa.
“Stupido stronzo.” Mormorò. “È tu a colpa di lei, sai. È un idiota per
volere piacerle, ovviamente, ma comunque è tu a colpa sua.” “Tua
madre?”
Sirius annuì.
Remus non sapeva cosa dire. Avevano concordato, molto tempo fa -
potevano parlare di tu o tranne che di madri. Ed è così che era stato
dalla parte di Sirius, comunque. Anche Remus non voleva parlarne
adesso. Era tu o così bello e caldo, e se solo potessero resistere un po’
più a lungo, allora questo sarebbe un così bel ricordo, qualcosa che
avrebbe dentro di lui per sempre.

561

Si allungò e accarezzò la guancia di Sirius, quella perfe a, perfe a
mascella.
Lui si mise a sedere e si girò per affrontarlo.
“Dimen chiamoci di tu a quella merda.” disse: “È noiosa”.
Sirius lo baciò.

4:00 PM
Remus scese da solo per la cena alle qua ro, mentre Sirius par va per
la sua detenzione. Era così presto che Remus era l’unico lì, tranne
Marlene, che stava anche frequentando il corso di guarigione di
Madama Chips. “Sono contenta che tu venga”, gli sorrise. Marlene
sorrideva molto in ques giorni. “Non vedo bene da Natale!”
“Si scusa!” Remus rispose, iniziando la sua seconda porzione di lasagne,
due volte grande quanto il primo, “Sono stato così impegnato con le
cose dei NEWT ...”
Volevo davvero parlar di quello che è successo sul treno ...”
“Oh! ... ehm ...” Remus la fissò, con la forche a a metà strada verso la
bocca. Con tu i casini per Castor e la luna piena, Remus era stato in
grado di evitare di parlare del loro strano incontro con Yasmin e
Marlene sul treno. Si sen va colpevole di nuovo. Ovviamente Marlene
ci aveva pensato molto. “Aspe a,” stava dicendo Marlene, prendendo la
sua bacche a, “Muffliato!” mormorò.
Il rumore nell’atrio intorno a loro sembrò a enuarsi, leggermente.
“Che cos’è questo?” Chiese, mantenendo la voce bassa.
“Impedisce alle persone di ascoltare.” Marlene spiegò, “Ce lo ha
insegnato
Lily. Mary lo usa per spe egolare tu o il tempo in Incantesimi.”
“Wow” annuì Remus in segno di apprezzamento.
“Quindi, comunque,” Marlene si sporse in avan sui gomi , gli occhi
luminosi, Tu e Sirius! Qualcuno lo sa?!”
“Oh!” Remus finalmente posò coltello e forche a, anche se avrebbe
potuto felicemente con nuare. “Sì, in realtà. James e Peter, anche Lily. “
“Veramente?!”

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“Si.” Annuì, controllando che non ci fosse assolutamente nessuno in
ascolto. “Solo di recente, però. E tu e Yaz?” “Nessuno.” disse con
fermezza. “Nemmeno Mary?”
“Meno di tu lei!” Disse Marlene, mestamente.
Remus decise di non indagare ulteriormente. Aveva avuto abbastanza
rivelazioni su Mary per un giorno.
“È andata avan a lungo? Voi due?” Chiese. “Non ne avevo idea...”
“Scusa”, Marlene arrossì, abbassando lo sguardo, “sapevo di essere ...
diversa, io suppongo, da molto tempo ormai, e volevo davvero dir
qualcosa, sopra u o dopo l’estate, ma ... non sapevo, come
parlartene?” “Parlamene.” Remus acconsen , avidamente.
“Yaz è la mia ragazza da poco prima di Natale. È incredibile.”
Marlene stava sorridendo di nuovo, e Remus poteva pra camente
sen re la
gioia che irradiava da lei. Le toccò la mano, delicatamente,
“Sono davvero felice per te.”
“Grazie.” Gli strinse indietro la mano. “Ma tu?! Voglio sapere di più, che
mi dici di Sirius?!”
“E lui?”
“Sono solo sbalordita, davvero. È completamente gay o …?”
“Ehm ... sai, non gliel’ho chiesto. Non parliamo davvero su questa cosa.”
“Non è vero?” Gli diede uno strano sguardo di traverso. “Non dà
fas dio?
La sua storia con le ragazze?”

563
“No.” Remus si sen diventare caldo so o il colle o. Questo era
esa amente una cosa di cui voleva evitare di discutere. Con chiunque.
“Non è rilevante.”
“Okay,” Marlene alzò le spalle, anche se non sembrava convinta. “Se
funziona, suppongo.”
Non rispose a questo, e alla fine l’incantesimo Muffliato svanì e finirono
di mangiare, prima di dirigersi verso la lezione di guarigione alle 4:30.
Marlene aveva in programma di dirlo a Mary, disse, quando sarebbe
stato il momento giusto. Remus conosceva abbastanza bene
quell’argomento e non pensava che fosse davvero una buona idea
offrire consigli. Era bello sapere che qualcun altro sapeva come si
sen va - anche solo un po’.
La lezione di guarigione passò molto lentamente. Remus scoprì che era
ancora piu osto fa o, e anche abbastanza pieno, il che lo fece
addormentare. Aveva cercato di ascoltare la conferenza della signora
Chips sugli incantesimi diagnos ci circolatori, ma la sua mente vagava,
tornando al suo le o, e Sirius.
La gen le infermiera pensò che era solo distra o perché la luna era
vicina, e non lo cas gò come di solito faceva ... avrebbe dovuto sen rsi
male per questo, ma era anche felice che poteva sognare ad occhi
aper senza preoccuparsi troppo.

6:30 PM
Remus rimase in infermeria e si sede e tranquillamente nell’ufficio di
Madama Chips mentre lei riordinava alcune cose, prima che i due
facessero il loro viaggio insieme verso baracca. Ci sarebbero state solo
altre qua ro lune piene a Hogwarts, dopo questa, realizzò Remus.
Sapeva che gli sarebbe mancata Poppy Chips più di quanto avrebbe mai
potuto dirle. Era sempre stata la prima persona che avesse mai provato
a me erlo a suo agio; la prima persona che abbia mai pensato di poter
aiutare.
Lo salutò e gli promise di tornare la ma na presto, come sempre.
Assunse la stessa faccia coraggiosa che aveva usato quando aveva
undici anni, e la salutò allegramente dal le o mentre chiudeva la porta.
Da solo, Remus fissò il pavimento per un po’, cercando di ricordare il
suo pomeriggio, e sopprimere il terrore crescente alla bocca dello
stomaco. Si alzò e camminò un po’, per fare qualcosa.

564
Col tempo, la porta si aprì di nuovo e James sporse la testa dietro
l’angolo. Si guardò intorno nella stanza, prima di entrare, guardandolo
altre anto imbarazzato come quella ma na.
“Ciao, Moony,” disse, spingendosi nervosamente gli occhiali sul naso
mentre entrava nella stanza, “Non è ancora arrivato Wormtail?”
“Penso che avesse ancora delle cose da fare per la McGrani .” Disse
Remus, sedendosi sul le o.
“Giusto.” James annuì. Rimase appoggiato al muro.
Rimasero completamente in silenzio per tre minu buoni. Remus cercò
di non agitarsi, ma il silenzio era piu osto insopportabile: lui e James
non erano mai sta imbarazza prima. Anche dopo che Remus disse di
essere gay, era stato il primo a giurare che niente era cambiato. Ma
ovviamente adesso qualcosa era veramente cambiato; qualcosa che
aveva cambiato e alterato la situazione. James era generalmente bravo
con i pugni, ma sembrava che avesse un vero punto cieco quando si
tra ava di Sirius Black.
“Lily vuole essere un’animagus, adesso.” Disse James, all’improvviso,
chiaramente cercando di rompere la tensione.
“Certo,” Remus sorrise affe uosamente, “Scomme o che riuscirebbe a
padroneggiare la cosa con metà del tempo che avete impiegato voi.”
“Non hai torto.” James rise, in segno di apprezzamento.
Ma quello toccò solo un vicolo cieco e il silenzio invase lo spazio tra di
loro ancora una volta. Remus deglu e guardò James, che stava
guardando i suoi piedi. Aveva appena deciso di parlare, di fare uno
scherzo o di chiedere sul Quidditch, quando James alzò lo sguardo,
improvvisamente, ca urando il suo sguardo.
“Guarda-Moony-mi-dispiace-davvero-per-questa-ma na.” Disse, tu o
in fre a, come se avesse tra enuto il fiato. Remus sba é le palpebre.
“Tu sei dispiaciuto?!”
“Sì, avrei dovuto rendermene conto ... sai, voi due siete. Uhm. Insieme.
Andando su ... comunque, non avrei dovuto essere così sorpreso ...”
“Va tu o bene, Prongs.” Remus disse, gen lmente, “Mi dispiace -
abbiamo cercato di non farlo notare troppo, e giuro che non stava
succedendo nulla stama na, a volte dormo lì.”
“Vedi, questo è ciò che intendo; non dovres essere costre o a
sga aiolare in giro!” James scoppiò “Davvero, non è un problema!
Dovres dormire dove vuoi dormire.”
“Oh ... okay, grazie.” Remus annuì.
“Non voglio che le cose siano strane.” Disse James impotente.

565
“Neanche io!” Insiste e Remus. “Questa è l’ul ma cosa che voglio -
anche Sirius. Io solo … volevo mantenere un profilo basso perché ...
beh, lui è il tuo migliore amico, lui e io … vederci non significa...”
“Non l’avrei mai pensato!” Disse James, in fre a. Aveva a raversato la
stanza ora, la sua innata natura buona prendeva il sopravvento mentre
si sedeva accanto a Remus sul le o,
“E anche tu sei il mio migliore amico, Remus.”
Remus si guardò le mani, midamente.
“Cristo, Po er,” sorrise, “Perché devi essere sempre così perfe o?”
“Sono nato in questo modo.” James scrollò le spalle, rispecchiando il
sorriso di Remus. “Vieni qui, coglione.” Lo rò a sé per un abbraccio.
Remus si rilassò, finalmente. Tu o andava bene.
In quel momento, la porta si spalancò ancora una volta, e Sirius entrò
barcollando nella stanza, seguito da Peter.
“Oi!” Sirius abbaiò, indicando James, “Giù le mani dal mio uomo.”

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Vittime  
Ululato. Lamentele. Profumi - animali, magia, muffa. Doveva uscire.
Caccia.
Branco. Branco. Il grande ha cercato di fermarlo. Il nero lo ha
affrontato. Ma lui doveva uscire. Era così affamato. Così affamato ...

“Remus?! Remus?! Sveglia !”


I suoi occhi si aprirono di sca o quando Sirius lo scosse violentemente
per le spalle.
“Cosa??”
“Stai bene?”
Era sdraiato sulla schiena, sul pavimento polveroso della baracca. Stava
sanguinando, ma lui non sapeva da dove venisse. Anche Sirius stava
sanguinando. Remus provò a me ersi a sedere, e trasalì quando la sua
testa tremò e la sua schiena scricchiolò.
“Cosa è successo?” Ansimò, la gola irritata dagli ulula o dalle urla.
“Tieni,” Sirius lo aiutò ad alzarsi, e ad avvicinarsi al le o. Tirò fuori un
calice - Remus non sapeva da dove l’avesse rato fuori - e sussurrò,
“Auguamen .” Le mani di Sirius tremavano mentre l’acqua scorreva
dalla sua bacche a, e lui porse a Remus, che bevve avidamente,
versandoselo addosso. Lui sapeva che c’era qualcosa di sbagliato;
poteva sen re l’odore del sangue, la paura e l’alba, ma ci stava
me endo più tempo del solito perché i suoi pensieri umani tornassero
a lui; come svegliarsi ancora ubriaco con i postumi di una sbornia.
“Cosa è successo?” chiese di nuovo, aggro ando la fronte: “Sei ferito?”
“Va tu o bene,” Sirius scosse la testa. Sembrava molto pallido, non il
suo solito alabastro aristocra co, ma mala ccio, preoccupato, giallastro
di sudore. “Mi hai pizzicato un paio di volte - hai con nuato a cercare di
uscire.”
“Sono--?!” Remus lo afferrò, all’improvviso, randolo per la maglie a.
Sirius lo spinse giù, delicatamente, allungando la mano verso le coperte
con cui coprirlo. Lui scosse la testa,
“No, abbiamo tenuto qui. Non te ne sei mai andato, te lo prome o.”
“Dove sono gli altri?”

567
“Dovevano andare - Madama Chips arriverà presto. Quando sei
ritrasformato è stato diverso, più difficile del normale, credo. Non
svegliavi corre amente, così James mi ha lasciato il suo mantello. Non
volevo lasciar qui.”
Remus si distese, la sua mente che correva. Ha cercato di ricordare, ma
era tu o confuso. Sapeva solo una cosa per certo.
“È successo qualcosa di veramente bru o.” Lui sussurrò. La sua stessa
voce tremava ora, e un freddo terrore gli si insinuò nello stomaco come
una mala a. Sirius non disse niente. Gli strinse solo la mano.
Andò so o il mantello non appena arrivò Madama Chips, e lei si
affre ò con un terribile sguardo grigio sulla sua stessa faccia. Si mise a
sedere, ogni muscolo stava urlando.
“Poppy!” Raspò, “Cos’è successo? Dimmelo, prego!”
“Come stai, prima?” Gli chiese, avvicinandosi per toccargli la fronte,
“Sei esasperato.”
“Mi sento bene,” men , allontanando la sua mano con impazienza, “C’è
stato un a acco, non è vero?” Lei annuì, senza parole.
Il suo cuore ba eva forte, “Chi? Quan ?”
“Non lo so.” Disse molto tranquillamente. Non aveva mai sen to quel
tono di voce uscire da lei prima d’ora. Per un momento, non incontrò
nemmeno i suoi occhi. Lei lo guardava sempre negli occhi.
“Per favore.” Disse di nuovo.
Scosse la testa, molto leggermente. “Non posso dir niente. Sarà nelle
no zie del ma no.” “Devo vedere Silente!”
“Lui non è qui.” Si alzò in piedi: “Ora, puoi camminare? La professoressa
McGrani dice che è meglio se vai alle lezioni come al solito, se sei
abbastanza in forma. Non vogliamo che qualcuno si chieda dove sei. Ti
darò qualcosa per il dolore.”
A raversarono il tunnel in silenzio, con Sirius dietro di loro, immobile
invisibile. Madama Chips aveva affrontato il peggiore dei suoi graffi -
sopra u o da Padfoot, anche se fortunatamente pensava che li avesse
fa a se stesso - e gli disse di con nuare la sua giornata. Prese la
pozione che lei gli aveva dato, ma la sua testa pulsava ancora e il corpo
gli faceva male. Non appena svoltò l’angolo, Sirius si rivelò, e fece
scivolare un braccio a orno alla schiena di Remus.
“Perché fingi di stare bene?” Sibilò, sostenendo Remus sulle scale per
tornare al loro dormitorio, “Riesci a malapena a camminare!”
“Starò bene tra un minuto.” Remus rispose, stringendo i den , “Ha già
abbastanza cose di cui preoccuparsi. Uff, cazzo di scale.”

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“James ha de o che avrebbe mandato subito un gufo a suo padre,”
disse Sirius, mentre a raversavano lentamente la scala di marmo, “Se
qualcuno sa cosa è successo questa no e, saranno sicuramente i
Po er.”
“Sì,” Remus annuì ansimando, “Bene ...” Ma sapeva che non andava per
niente bene. Qualunque cosa fosse accaduta, era accaduta, ed era stata
orribile come aveva promesso Castor. Era la fine di ogni possibilità di
civiltà per i lupi mannari.
Tornato nella stanza del dormitorio, James stava ancora aspe ando una
risposta dai suoi genitori.
Remus si sede e sul le o, pesantemente, il pe o che si sollevava, ogni
parte di lui faceva male, la sua pelle era in fiamme.
“Potres semplicemente andare a le o,” disse Sirius, goffamente,
guardando gli altri, “Noi lo facciamo sempre.”
Remus scosse la testa. Si rò su, aggrappandosi al telaio del le o.
“Non posso rischiare. Abbiamo prima Aritmanzia, Piton c’è - se i giornali
saranno pieni di ar coli sugli a acchi dei lupi mannari e io non sono lì,
quanto scomme che sarà il primo a iniziare ad agitarsi? Vado a farmi
una doccia, solo un minuto.”
Poteva sen re gli altri tre Malandrini sussurrare ad alta voce a raverso
la porta del bagno, ma non aveva l’energia per concentrarsi su
nient’altro che su come superare le prossime sei ore. Aprì i rubine e
lasciò che l’acqua sibilante lo soffocasse.

ATTACCHI DI LUPI MANNARI - LA COMUNITÀ MAGICA RICHIEDE


AZIONE!
Cen naia sono sta colpi da una serie di brutali a acchi di licantropi
durante l’ul ma no e di luna piena che ha lasciato quindici maghi mor
e almeno cinque dispersi - presun rapimen . Nessuna delle creature
responsabili è stata iden ficata ancora, e l’ufficio degli Auror ha
consigliato a tu di stare in allerta, e consultare le linee guida
ministeriali pubblicate sull’iden ficazione e l’approccio con i lupi
mannari, classifica XXXXX e considera altamente pericolosi.
Il Ministro ad interim della magia è stato cri cato per non aver
mantenuto il Werewolf Register, is tuito da Newt Scamander nel 1947.

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Parlando per l’opposizione, Abraxas Malfoy ha rilasciato una
dichiarazione nelle prime ore del questa ma na:
‘Gli a acchi di ieri sera sono un’ulteriore prova del fa o che il Ministero
ha un disperato bisogno una riforma, e per conto delle famiglie magiche
an che e rispe ose della legge in Gran Bretagna chiediamo sanzioni più
severe per i mezzi-umani e gli altri elemen indesiderabili e
potenzialmente pericolosi.’
Questa affermazione ha provocato indignazione per ciò che gli adde
ai lavori descrivono come un Ministero sempre più diviso ...”

“Nessun nome.” James borbo ò cupamente. “Questo non è buono.”


“Per proteggere le famiglie delle vi me?” Suggerì Sirius.
“Da quando la Gazze a del Profeta si è preoccupata di questo?” Sibilò
Lily, velenosamente.
“A enta a quello che dici!” Peter sussurrò, con gli occhi spalanca : “Mio
cugino lavora presso il Profeta e ha de o che vengono inviate linee
guida molto rigide su cosa possono scrivere - sul Ministero, la guerra,
qualsiasi cosa - e ci sono spie ovunque che li controllano, assicurandosi
che nessuno sia troppo cri co.”
Questo fece tacere tu e Lily si guardò intorno nervosamente, dando
un’occhiata sopra la sua spalla. Non importava; tu nella Sala Grande
sembrava stessero parlando della stessa cosa, rannicchia in gruppi sui
giornali, sussurrando tra di loro.
“Non è come se fossimo in disaccordo con ciò che dice il giornale”,
Marlene sussurrò, sporgendosi in avan , “Odio la poli ca di Malfoy
tanto quanto quella successiva dei mezzosangue, ma ha ragione sui
fallimen del registro. I lupi mannari devono essere contenu , o
succederanno cose del genere, Signore Oscuro o no!”
“È ridicolo!” Sirius la schernì, “Un a acco organizzato come questo
succede quando c’è qualcuno dietro, questo non succederebbe mai
senza Voldemort che li controlla a suo piacimento.”
Tu trasalirono quando pronunciò il nome. Remus aveva notato che
stava succedendo sempre di più, man mano che l’elenco dei dispersi
cresceva e le persone si fidavano di meno l’una dell’altra.
“Sono comunque pericolosi.” Marlene rispose. “Non vedo perché
s amo fingendo che non lo siano - si dice proprio qui”, colpì la scri a in
bianco e nero, “Classificato XXXXX. So che è un peccato per loro,

570
avrebbero potuto essere perfe amente normali altrimen , ma i fa
sono fa . “ Nessuno disse niente a questo punto.
Remus fece del suo meglio per ignorarli tu . Era impegnato a scrivere
una le era al professor Ferox, che era l’unica persona a cui poteva
pensare che fosse stato in potenziale pericolo la scorsa no e. Livia lo
conosceva; l’aveva a accata una volta, e Remus pensava che lei
sembrava il po di persona che nutre rancore. Oltretu o, la scri ura gli
dava qualcosa per distrarsi da quanto si sen va orribile; dolorante e
tremante dappertu o. Sapeva di avere anche un aspe o orribile e
pensava fosse meglio tenere la testa bassa.
“Non sa di cosa sta parlando.” Lily gli sussurrò, mentre camminavano
fuori dalla sala. “Marls vede tu o o bianco o nero. Non devi prendirla
sul personale”
“Non me la prendo.” Remus rispose, stancamente, “Sto bene, non
preoccupar di me.”
Tu avia, temeva Cura delle Creature Magiche che avrebbe avuto più
tardi quella ma na, quando doveva sedersi accanto a Marlene.
Avrebbe lanciato un incantesimo per coprire il suo nuovo assor mento
di cicatrici e stava sorseggiando la Pozione Peperina come se fosse
quella a tenerlo in vita, ma non poteva nascondere il fa o che fosse
completamente esausto. Per non parlare dei sensi di colpa che sen va a
proposito degli a acchi. Sapeva cosa sarebbe successo. L’aveva de o a
Silente ma non era stato abbastanza, ma avrebbe dovuto fare di più.
Aritmanzia non era male; aveva Sirius, James e Lily con lui, e loro
formarono un ramoscello prote vo intorno a lui, prendendo i loro pos
sul retro della classe. Gli esercizi erano quasi impossibili da fare, Remus
trovò la sua mente stranamente fra urata; incapace di tenere un
pensiero fisso per troppo tempo. James e Sirius caddero nella loro solita
maliziosa buffezza, creando una soddisfacente distrazione ogni volta
che l’insegnante guardava su Remus. Era così grato, sopra u o perché
anche loro non avevano dormito tu a la no e.
Successivamente, Sirius lo portò di sua spontanea volontà a Cura delle
Creature Magiche, e Remus non aveva l’energia per rifiutare. I corridoi
erano troppo occupa per poter rischiare di appoggiarsi all’altro ragazzo
per il sostegno, quindi andarono lentamente.
“Se andassi semplicemente a le o?” disse Sirius supplichevole,
guardandolo lo are lungo il terzo gruppo di scale, “hai mostrato la tua
faccia, Mocciosus ha visto ...”

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Remus scosse appena la testa con nuando a camminare. Mentre
raggiunse il fondo un paio di ragazzi del terzo anno si precipitarono,
urlando l’un l’altro e ridendo.
Uno di loro urtò Remus con la sua borsa, non sarebbe stato niente in
una buona giornata, ma in quel momento era esa amente la cosa
sbagliata, e fece sba ere Remus lateramente alla ringhiera. Si morse il
labbro quando il lato sinistro del suo corpo colpì la pietra dura, ma non
potè fare a meno di lasciare un gemito di dolore.
“Syr s-Corpius!” Sirius urlò, rando fuori la sua bacche a e sparando
verso i ragazzi. I ragazzi si lamentarono quando le scale scale di marmo
si trasformarono in sabbie mobili che cominciarono a ingoiarli. Sirius le
fermò solo quando le loro gambe erano abbastanza a fondo ed erano
entrambi intrappola a metà strada.
“Guardate dove state andando!” Disse minacciosamente, prima di
aiutare Remus giù negli ul mi passaggi.
Nessuno intervenne - nessuno lo faceva mai quando c’era Sirius - e
Remus era concentrato su come arrivare alla sua lezione in tempo.
“Mi prome che tornerai indietro e li libererai?” Chiese, mentre si
avvicinavano alla classe, “Non ho bisogno che tu riceva una punizione
adesso ...”
“Se qualcun altro non li avrà già trova ,” Sirius scrollò le spalle. “Ho
insegnato loro una lezione, qualsiasi Prefe o avrebbe fa o lo stesso.”
Remus di solito l’avrebbe trovato divertente, ma si sen va come se
fosse anche lui nelle sabbie mobili, gli ar pesan e len , tu o intorno
a lui era nebbioso e sfocato.
“Bene,” stava dicendo Sirius, “Torno qui tra un’ora per prender .”
“Non ho bisogno di un badante, non sono un bambino.” Mormorò
Remus. “No,” Sirius gli strinse la mano, molto velocemente, “Sei il mio
Moony.” Prese mentalmente nota di conservarlo per dopo, quando era
solo, e poteva crogiolarsi al pensiero di essere qualsiasi cosa di Sirius.
Proprio ora si odiava troppo per perme ere a qualcuno di essere
gen le con lui.
Cura delle Creature Magiche fu peggio di quanto avrebbe potuto
immaginare. La sua temperatura era ancora più alta per lo sforzo, e lui
doveva con nuare ad asciugare il sudore dagli occhi, i capelli erano
a acca alla fronte. Nonostante la colazione fa a solo un’ora prima, il
suo stomaco sembrava una caverna vuota, ringhiando a intermi enza.
Gli faceva male la testa e la vista gli oscillava, ma si sede e di sca o
fissando la lavagna. Avrebbero dovuto parlare di draghi, iden ficando le
varie specie e le loro proprietà individuali. Ke leburn iniziò la lezione

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come aveva sempre fa o, con una storia terrificante e di solito
straziante di un incontro che aveva avuto con qualunque creatura
stessero discutendo quel giorno. Oggi non fu diverso, e il professore
sfregiato dalla ba aglia era a suo agio quel giorno: aveva perso due ar
per colpa dei draghi.
Nonostante questo racconto animato, solo la metà della classe stava
effe vamente prestando a enzione - si poteva dire dallo sguardo di
debole orrore sui loro vol mentre prendevano appun scarabocchia .
L’altra metà - Marlene e Mary comprese - era occupata a leggere il
capitolo nei loro libri di testo che riguardava i lupi mannari.
“C’è qualcosa di un po’ sexy in tu a la faccenda dell’uomo bes a, però,”
Sussurrò Mary a Remus, che iniziò a sen rsi stordito.
“Mary!” Marlene sibilò, con rabbia: “Questo è completamente
insensibile, delle persone sono morte! “
“Sto solo dicendo!”
“Non lo penseres , comunque, se ne incontrassi uno vero! Ho parlato
con Sian Bolsh durante l’estate; ha lasciato l’anno scorso per
l’addestramento da guaritore, e ha seguito un guaritore nel reparto
licantropia del San Mungo. Hanno una terribile igiene, la maggior parte
di loro, perché non possono vivere vicino ai normali maghi, e
fondamentalmente vivono di donazioni e beneficenza--”
“Bene, allora mi dispiace per loro!” Mary riba é, “Sembra orribile, i
maghi sono così senza cuore. “
“Sei deliberatamente o usa! Non sono sicuri--”
“Mi scusi, professor Ke leburn”, tu a la classe si voltò a guardare la
McGrani in piedi sulla soglia. Lo stomaco di Remus cadde - era venuta
per lui? Il Ministero era finalmente arrivato per lui?!
Il capo della casa di Grifondoro sembrava molto serio e teneva dentro
una le era nella sua mano, ma non guardò Remus. “Mi dispiace
interromperla. Marlene McKinnon, posso parlar ?”
Marlene aggro ò la fronte e si alzò, rime endo la penna nel calamaio.
Lei lanciò uno sguardo confuso a Mary e Remus prima di seguire la
professoressa McGrani uscendo dalla stanza. La porta si chiuse e tu
la fissarono silenzio.
“Non può essere nei guai,” sussurrò Mary a Remus, “È troppo buona.”
Remus mormorò qualcosa, ma la sua fame si era trasformata in nausea
e non voleva aprire bocca. Avrebbe voluto potersi togliere il mantello, la
stanza era così soffocante e calda; stava diventando scomodamente
umido so o le sue ascelle e sulla schiena.

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“Stai bene, tesoro?” Mary chiese, il suo viso preoccupato. “Sembra che
tu s a per vomitare, è per colpa di Ke leburn e le sue storie orribili?”
“Mmmph.” Remus annuì leggermente, i dolori lancinan gli iniziarono a
risalire il collo mentre lo faceva. Appoggiò la fronte tra le mani,
sperando che sembrasse davvero interessato ai suoi appun .
Tu avia, non ci fu più spazio per Mary per analizzarlo. Un orribile grido
risuonò fuori dall’aula, seguito da un gemito agghiacciante di
disperazione assoluta. Mary si alzò subito in piedi e volò fuori dalla
stanza per vedere la sua amica. Remus intravide solo di sfuggita mentre
la porta si apriva e si chiudeva, di Marlene in ginocchio, che
singhiozzava, e la McGrani china su di lei, accarezzandole le spalle.
Anche Ke leburn rimase in silenzio per alcuni minu , prima di
riprendere la sua compostezza e schiarirsi la gola.
“S amo vivendo in tempi difficili”, disse, del tu o fuori cara ere, “Vi
esorto tu ad essere gen li gli uni con gli altri, specialmente mentre vi
preparate a lasciare Hogwarts.”
La lezione con nuò dopo, molto sommessa, e ci volle tu a la
concentrazione di Remus per rimanere cosciente al suo posto, ora che
era solo sulla sua scrivania. Circa quindici minu prima della fine della
lezione,ci fu un secondo bussare alla porta.
“Avan !” Ke leburn abbaiò. La porta si aprì e Lily entrò,
“Buongiorno, professore, sono appena venuta a ri rare le cose di
Marlene per conto suo.”
Ke leburn annuì e indicò la scrivania di Marlene, dove il suo lavoro era
ancora disteso, la borsa dei libri che pendeva dallo schienale della
sedia. Lily si avvicinò e rapidamente iniziò a raccogliere le sue cose
insieme. Diede uno sguardo a Remus e alzò la testa, “Scusa, professore
- posso chiedere a Remus di venire con me? Non mi rendevo conto che
anche Mary aveva lasciato tu e le sue cose qui ...”
“Certo, certo” annuì Ke leburn, distra o, e che ando un diagramma
della tana di un drago sulla scacchiera. “I capitoli dal dicio o al
ven cinque per le
prossime lezione, per favore, signor Lupin.”
“Sì signore,” gracchiò Remus, raccogliendo la borsa di Mary. Grazie a dio
non era pesante.
E grazie a dio per Lily Evans.
Non appena furono fuori nel corridoio, Remus si appoggiò
pesantemente contro il muro e chiuse gli occhi.

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“Oh, Remus,” disse Lily, ansiosamente, portando una mano fredda alla
sua fronte, “Sembri in uno stato terribile!”
“Sto bene.” Borbo ò, inu lmente, con gli occhi ancora chiusi: “Dammi
solo un secondo ... e Marlene ...?”
“È andata a casa.” Lily abbassò la voce, sebbene fossero completamente
soli, “Suo fratello, Danny, è stato aggredito la scorsa no e. Il San Mungo
ha iniziato a rendersi conto dei nomi.”
La testa di Remus ondeggiò; aprì gli occhi solo per vedere le macchie
nere e si chiuse di nuovo, nel caso fosse svenuto, “Lui è ...”
“È vivo. Ma ... non sembra stare molto bene.”
Il senso di colpa era opprimente, ruggiva nelle orecchie di Remus.
Come avrebbe mai fa o a guardare di nuovo Marlene negli occhi?
“Andiamo.” Lily gli prese il braccio e lo appoggiò sulle sue spalle. Si
ada ava molto bene, ma lui non osava appoggiarsi molto, “Ti porto alla
torre, non sei in uno stato per la scuola. Dirò che mi stai aiutando a fare
i bagagli per Marlene.”
“Qualcuno dovrebbe dirlo a ...” Stava per dire Yasmin, ma si rese conto
che era ancora un segreto. “... Madama Chips.” Finì, debolmente,
“Marlene sarebbe andata a lezioni di guarigione. “
“Sono sicura che lo sa già,” rispose Lily, vivace, “Vieni, adesso.”
Era molto più difficile da respingere di Sirius.

575
Domenica pomeriggio  
Domenica 29 gennaio 1978
“Moony?”
“Mmmh?”
“È dopo mezzogiorno ...”
“Eh?”
“Pensavo che potres volere alzar ?”
“... No grazie.”
“Posso entrare?”
“... No.”
“... Va bene allora.” Sirius cominciò a andarsene, e lo stomaco di Remus
si strinse.
“Mi dispiace.” Disse, abbastanza forte per farsi sen re da Sirius e lui si
fermò. Remus finalmente strisciò fuori dalle coperte. “Non voglio che
tu s a qui, non saprei che cosa dire.”
Poteva sen re Sirius agitando, le sue mani nelle tasche, poi nei suoi
capelli.
Infine,
“Non dobbiamo parlare per forza”
Remus sospirò. Era un casino; non si era lavato corre amente da
mercoledì, e si era appena alzato dal le o per usare il bagno. Gli altri
ragazzi lo avevano alimentato passandogli il cibo a raverso la fessura
delle sue tende, se no Remus non era sicuro che avrebbe mangiato del
tu o. Era nel peggior stato di sempre. Ma gli mancava Sirius.
“... Va bene allora.”
Le tende si separarono e Remus si accigliò contro la luce del giorno
brillante, ma Sirius strisciò rapidamente, chiudendole di nuovo. Guardò
Remus, ma non lo guardò troppo a lungo prima di andare accanto a lui
e di avvolgerlo nelle sue braccia.
“Grazie,” respirò contro i capelli di Remus, “per avermi lasciato entrare.”
“Puzzo, o almeno credo.”
Sirius inspirò profondamente, solle cando la fronte di Remus.
“No, odora solo come Moony.”
“Pfff, bastardo.” Remus si allontanò da lui.

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“Con di alzar presto? Tu sono preoccupa . E stanno cercando me
ora, come se sapessi cosa fare, perché tu sanno di noi, il che è strano,
e c’è molta pressione, davvero.”
Remus ridacchiò, e si sen strano, ma bene. Tu avia, aveva un
malinconico episodio a cui pensare.
“Ancora non ho voglia di alzarmi.”
“Okay, allora devi lasciarmi nascondere qui con te, perché non torno là
fuori.” “Sirius.”
“Remus.” Sirius lo guardò accigliato, esagerando l’espressione per
sembrare stupido.
“Sme la.” Remus incrociò le braccia, consapevole che stava iniziando a
sembrare un imbronciato bambino.
“Non lo farò.” Sirius gli diede un colpe o nelle costole, “Dai, so che
sen una merda per via di tu o quello che è successo, ma hai mai
considerato che non spe a a te prender la responsabilità in tu a
questa miseria? Che forse se parlassi con i tuoi amici potrebbe non
sembrare tu o così squallido?” Remus lo guardò accigliato, con le
braccia ancora incrociate.
“Forse per te funziona ...”
“Stai dicendo che questo funziona per te?”
Remus strinse le labbra. Si fissarono per un minuto.
Remus iniziò a pensare che gli sarebbe piaciuto comba ere contro
Sirius in questo momento, come facevano nelle lune piene; solo perché
era un modo divertente per espellere l’energia. Poi si accorse di
qualcosa. Annusò l’aria.
“Stai sanguinando? Sento odore di sangue.”
“Probabilmente sei tu, dalla luna.”
“No, sono già guarito, non ho mai ferite aperte più di un giorno.”
“Maledizione,” rise Sirius, leggermente, “Come è possibile che tu abbia
un così chiaro fiuto?!”
“Ed è il tuo sangue, posso dirlo.”
“Ecco di nuovo! Sei fondamentalmente un supereroe.”
“Sirius!”
“Okay, okay.” Si mise a sedere, passandosi le mani tra i capelli. “Mi hai
colpito un po’ di volte l’ul ma luna piena, te l’avevo de o, l’abbiamo
fa o l’un l’altro. E tu non puoi trasformarmi quando sono un cane,
l’abbiamo testato abbastanza volte.”

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“Ma sanguini ancora?! È successo quasi una se mana fa! Devi andare
da Madama Chips! “
“Oh sì, e dre che il mio fidanzato licantropo mi ha graffiato mentre ero
so o forma di un cane come un animagus illegale?!”
“Gesù.” Remus geme e, randosi su e fuori dal le o, afferrando Sirius
per il polso e trascinandolo.
“Dove s amo andando?!”
“Ho bisogno di una luce migliore!”
Spalancò la porta del bagno e chiuse il coperchio del water.
“Siedi .” Lo istruì. Sirius obbedì, mezzo sorridente.
Remus aprì il piccolo armadie o a specchio sopra il lavandino, rando
fuori l’Essenza di Murtlap, il disinfe ante, le garze e dei batuffoli di
cotone. (Aveva scoperto dopo anni di tenta vi ed errori che una
combinazione di cose magiche e babbane funzionava. Come quasi tu o
il resto.) Tirò fuori la bacche a dalla tasca dei pantaloni del pigiama e si
fermò di fronte a Sirius.
“Okay. Fammi vedere.”
Sirius abbassò la testa, non godendo più della nuova mo vazione di
Remus.
Sospirò profondamente e si sollevò la camicia, dicendo:
“Non è messa così male ...”
Non era grave come Remus aveva temuto, ma gli fece comunque
contrarre lo stomaco quando la vide. Tre strisce rosso scuro, sulle
costole di Sirius. Stavano iniziando a guarire, ma sapeva di poterlo
riparare abbastanza facilmente. Prese un respiro profondo, incontrò lo
sguardo di Sirius, e poi prese il disinfe ante. Poi la sua bacche a.
Remus era abbastanza bravo a guarire i tagli ora, e la crosta e il rossore
erano anda via in un istante. Adesso erano strisce bianche.
“Mi dispiace così tanto”, disse tristemente. “È stata una ferita magica.
Avrai
una cicatrice per il resto della tua vita, adesso.”
Sirius guardò il segno, poi di nuovo in alto.
“Va tu o bene Remus.” Disse, a bassa voce.

Quindi, Remus si unì al gruppo, su richiesta di Sirius, ed erano sta tu


abbastanza gen li per fingere che stesse semplicemente bene e non

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che li stava evitando. Le no zie degli ul mi giorni erano state
par colarmente cupe. Prima il Profeta aveva pubblicato un elenco dei
mor e le loro fotografie. Poi avevano pubblicato un elenco dei
‘presun morsi’, insieme alle loro fotografie, che avevano provocato
proteste tra alcuni dei commentatori più liberali e acceso un diba to
sulla registrazione obbligatoria per tu i lupi mannari.
Il nome di Greyback non era stato menzionato, né nessun altro lupo
mannaro. Era come se gli orribili crimini fossero semplicemente
accadu durante una no e e gli assalitori erano svani nel nulla.
Nessuno aveva sen to parlare di Marlene, anche se Danny McKinnon
era uno di quelli nomina nel documen .
Gli erano sta da ben qua ro pollici di testo, in virtù della sua
celebrità come ba tore per i Cannon Chudley. Il manager della squadra
venne intervistato e citato e disse che non era stato ancora informato
sui de agli della condizione di Danny, i Cannon avevano a uato una
poli ca di ‘tolleranza zero nei confron dei ‘mezzi-umani’ e ‘creature
pericolose’, e si occuperebbero di qualsiasi accusa di infezione di
conseguenza. James promise che non avrebbe mai visto una par ta dei
Cannon Chudley di nuovo, ma Remus era per lo più dispiaciuto per
Danny.
Cercarono di lasciarsi alle spalle tu a questa miseria e scesero
domenica a pranzo (e grazie al cielo; era generalmente il pasto preferito
di Remus della se mana, e sarebbe stato ancora più triste se l’avesse
perso), poi trascorse la resto della serata accoccolato nella Sala Comune
davan al fuoco. Remus acconsen persino a una par ta a scacchi con
Peter, che era ele rizzato. “Sai su cosa dovremmo iniziare a fare sul
serio,” rifle é Sirius, smistando la sua collezione di dischi.
“NEWT?” Chiese Remus speranzoso, mentre Peter ca urava il suo
cavaliere.
“Domande di lavoro?” Disse Lily, dalla poltrona dove era seduta,
leggendo una rivista.
“La coppa di Quidditch?” Suggerì James.
“Per l’amor del cielo,”disse Sirius, “Mi vergogno a chiamarvi tu
Malandrini.”
“Che cosa?!” Tu e tre si accigliarono, offesi.
Peter ridacchiò,
“Sta parlando del grande scherzo di Serpeverde. Sai, abbiamo iniziato a
pianificarlo prima di Natale.”

579
“Wormtail, sei senza dubbio la mia persona preferita.” Sirius sorrise
ampiamente. Peter sbuffò,
“Leva dalle palle,” e prontamente ca urò la regina di Remus.
“Uff. Non so perché mi preoccupo, non picchio da quando avevo
tredici anni.”
Remus sospirò, appoggiandosi al tappeto sui gomi . Alzò lo sguardo su
Sirius,
“Bene allora? Hai un piano?”
“Può essere. Qualunque cosa facciamo, penso che dovremmo
concentrare l’a acco nel so erraneo.”
“Non ge amo in giro parole come ‘a acco’”, disse Lily, in fre a,
“Questo è solo uno scherzo pra co, giusto? Nel sano spirito di innocua
rivalità domes ca?”
“Se vuoi,” Sirius alzò le spalle. “Comunque, Moony, pensavo che il tuo
gruppo di studio fosse coinvolto in questo? Qual è il punto di avere tu
ques servi se non riesci a farli lavorare per te?”
“Oh mio Dio, per l’ul ma volta, non sono i miei ‘ rapiedi’!” Remus fece
roteare il suoi occhi. “Ad ogni modo, non abbiamo ancora avuto un vero
gruppo di studio per questo semestre. Sono stato un po’ occupato.”
“Be’, poiché nessuno di noi dovrebbe essere in pericolo mortale per il
prossimo mese o così,” Sirius replicò, “Penso che dovremmo darci
dentro. Tu avrebbero bisogno di una risata, eh? Raduna le truppe, ci
incontreremo la prossima se mana.”
“Finché non si scontra con il Quidditch,” sbadigliò James, “Io sarò lì.
Vado a le o, per prima cosa domani c’è Trasfigurazione.”
Tu gli altri guardarono l’orologio o cominciarono a sbadigliare e
acce arono di seguire l’esempio. La Sala Comune adesso stava
sgombrando, comunque, e furono alcuni degli ul mi a par re.
Remus si era appena messo il pigiama e si era lavato i den , quando si
ricordò che aveva lasciato il libro al piano di so o.
Anche se di solito non era così materiale, questo libro era par colare
infa era Maurice, di E.M. Forster, e sebbene la coper na era anonima,
era un po’ preoccupato che se qualcuno l’avesse preso e l’avesse le o
gli si sarebbero inarcate le sopracciglia.
Sospirando, lasciò il bagno e corse al piano di so o, borbo ando, “Vado
a prendere il mio libro.” a Sirius, che era il prossimo in coda.
Aveva appena afferrato il libro e stava per tornare su, quando lui sen il
buco del ritra o aprirsi. Si voltò per vedere Mary entrare.

580
Lei indossava un abito corto e scin llante d’argento, e inciampò mentre
entrava, ma si riprese e rise.
“Tu o okay?” La chiamò.
Lei alzò lo sguardo, socchiudendo un po’ gli occhi nella luce fioca.
“Ciao, sexy,” sorrise, vagando un po’ instabile sui suoi piedi. Potrebbe
essere colpa dei tacchi da dieci cen metri che indossava. O potrebbe
essere stato il Whisky Incendiario di cui Remus poteva sen re l’odore
che si diffondeva da lei.
“Ciao, sei stata da qualche parte?” Tornò verso i divani, desideroso di
assicurarsi che stesse bene prima di par re.
“Pfffff.” Agitò una mano, crollando sulla poltrona più vicina, allungando
le gambe fuori. Il suo ves to corto le risaliva le cosce, ma non sembrava
infas dita, “Solo qualche drink nella Sala Comune di Corvonero.”
“Pensavi di vedere un Tassorosso?”
“Mmh, lui era lì.” Espirò, sorridendo, inclinò la testa all’indietro e chiuse
gli occhi. Lei sembrava una regina egiziana in abito da festa. “Ma
c’erano molte altre persone.”
Sembrava triste. Remus si sede e sulla poltrona di fronte a lei,
stringendosi il libro in grembo. “Stai bene, Mary?”
“Oh. Bene.” Aprì gli occhi, lentamente, e gli sorrise. Non era quello da
ubriaca, si rese conto, ma sembrava stanca e profondamente infelice.
“Solo cose nella mia mente. Ragazzi che fanno i segaioli. Povera
Marlene.”
“L’hai sen ta?”
Mary scosse la testa, poi si mise a sedere, sba endo le palpebre.
“Non hai una sigare a, vero tesoro? Di solito non lo faccio, ma ne ho
davvero voglia.”
“Sì,” Remus cercò in tasca la sua scatola di fiammiferi, dove teneva la
sigare e che si era arrotolato lui stesso. Lo aprì, “Normale o
divertente?”
“Oooh, divertente, per favore,” fece le fusa, allungando una mano,
“Potrebbe aiutarmi a dormire.”
“Ehm, riguardo Marlene,” disse Remus, accendendosi il suo, “Ho solo
avuto un pensiero, ehm ... conosci la sua amica Yaz? L’hai vista in giro?
Non ero sicuro se qualcuno le avesse de o ...”
“L’ho fa o.” Disse Mary, espirando, guardando Remus a raverso il
fumo, le sue pesan palpebre dorate. “Gliel’ho de o.”
“Oh!” Remus sba é le palpebre, sorpreso. “Va bene allora.”

581
“Mmmh, pensavo fosse meglio che lo sapesse”, rifle é Mary, rando
fuori una ciocca di capelli e avvolgendoli midamente a orno al suo
mignolo. “Non volevo che pensasse che Marls era diventata fredda con
lei.”
Remus fece una rapida boccata di sigare a, aggro ando leggermente la
fronte. “Cosa intendi?”
Mary rise, inarcandosi sullo schienale della sedia, mostrando i suoi
den bianco perla. Lei lasciò che il ricciolo di capelli tornava a posto
come un cavatappi.
“Oh andiamo Remus,” scosse la testa, “Lo so.”
“Tu ... te l’ha de o?”
“No”, ammise Mary, riprendendosi con un sospiro, “Ma non sono
stupida, nonostante dicano il contrario. Almeno, so che aspe o ha il
roman cismo.” Inarcò le sopracciglia: “Non sono tonta come James, per
esempio. Quanto tempo ci ha messo per arrivarci?”
“Non sa di Marlene,” rispose Remus, “Devono stare zi durante il
Quidditch.”
“Non sto parlando di Marlene, ora. Sto parlando di te.”
“Me?!”
“È un bravo baciatore, non è vero?” Gli fece l’occhiolino. “Ma lo eri
anche tu, o almeno così mi sembra ricordare.”
“Come...?!”
“Mmh, lo sospe avo da un po’ di tempo ormai. Solo piccole cose. Per
tu o il tempo che trascorrere insieme. Il suo essere single per più di
cinque minu .
Non ero sicura al cento per cento, ma me l’hai appena confermato.”
“Bastarda.”
Rise di nuovo, un suono amichevole e trillante.
“Ragazzo sciocco.” Sorrise affe uosamente, giocando di nuovo con i
suoi capelli. Lo guardò di nuovo, i suoi occhi più concentra .
Quando parlò la sua voce era più seria del normale.
“Va bene se vuoi tenerlo privato. Stavo per aspe are, per vedere se me
l’avres de o tu stesso, come sto facendo con Marls. Ma, volevo solo
far sapere ... so di avere questa reputazione di avere un po’ una bocca
grande, ma posso mantenere un segreto, okay? Sopra u o per i miei
amici. E se ...” Si morse il labbro, “Se c’è qualcos’altro che eni segreto,
Remus, allora puoi fidar di me, okay? Non cambia nulla.”

582
Quasi troppe rivelazioni per una sera. Remus aspirò forte la sua
sigare a, e quasi desiderò che anche lui avesse optato per una canna.
“Che dici?” Chiese, molto a entamente. “Pensi di sapere
qualcos’altro?”
“Remus.” Si mise a sedere. “Le cicatrici? Essere malato ogni luna piena?
Facciamo lo stesso corso di Cura delle Creature Magiche.”
“Non puoi dirlo a nessuno.” Disse Remus, la sua voce molto bassa,
anche se loro erano completamente soli. “Per favore, Mary ... io e Sirius
è una cosa, ma questa ... potrei essere cacciato dalla scuola. Potrei
essere arrestato!” “Hey!” Mary si alzò, rapidamente, e si avvicinò a
sedersi sul bracciolo della sedia,
“Non lo dirò! È quello che sto cercando di spiegare.” Mise un braccio
intorno alla sua spalla. “Non fa differenza per me, lo giuro.”
“Veramente?”
“Veramente.” Gli baciò la guancia e gli diede una stre a. “Quindi non
prendere sul personale quello che è successo con il fratello di Marlene,
eh? Non aveva niente a che fare con te.”
“Non mi perdonerebbe mai, se sapesse ...” disse Remus, tristemente.
Mary gli porse quello che era rimasto della canna e lui ci soffiò con
gra tudine. “Non preoccupar di questo”, disse, imper nente, “Verrà.
Lei sa chi sei veramente. E forse potres aiutare? Potres scrivere a
Danny, anche ... scomme o che potrebbe farlo con un amico.”

583
Questa è--” Remus stava per dire che sebbene fosse un’idea davvero
carina, era quasi impossibile, considerando il fa o che non era
registrato, e questa sarebbe una ca va idea e avrebbe a rato
l’a enzione su di sé.
“Mooony, dove sei?” La voce lamentosa di Sirius arrivò rumorosamente
lungo le scale, “Posso sen re l’odore dell’erba da qui, non sei astuto ...
Oh! Ciao MacDonald.”
“Black,” annuì Mary, ancora appollaiata sul bracciolo della sedia di
Remus,
“Scusa, sto cercando di sedurre il tuo ragazzo. “
“Oh sì, mi piacerebbe veder - aspe a, il mio
cosa?!” Gli rò fuori la lingua.
Guardò Remus, “Siamo solo ... lo diciamo a tu , adesso?!”
“Oi!” Mary saltò giù dal sedile, “Io non sono ‘tu ’! Segaiolo arrogante.
Non dimen care che vi ho avu entrambi prima.”
Remus non poté fare a meno di ridere per l’espressione sul viso di
Sirius, e uscì dalla sedia, midamente, ancora stringendo Maurice,
“Scusa, salgo adesso, stavamo solo chiacchierando.” Si voltò a guardare
Mary, “Starai bene?”
“Bene”, annuì, sorridendo, “Vado a le o anch’io. Buonano e ragazzi!”
“Buona No e!”
Di nuovo al piano di sopra nella calda luce della loro stanza del
dormitorio, Peter russava dolcemente dietro le sue tende, e James era
seduto a gambe incrociate sul suo le o, sfogliando il suo quaderno di
Quidditch.
“Pensavo avessimo perso, Moony”, sussurrò allegramente quando i
due ragazzi entrarono.
“Ha incontrato Mary, è stata a una festa con i Corvonero.”
“Vedi, questo è quello che succede quando rimani bloccato con il
Caposcuola e la Caposcuola nella tua casa,” Sirius sospirò,
appoggiandosi allo schienale del suo le o, “Tu o il diver mento accade
altrove.” “Oh, sme la di lamentar ,” James sorrise, chiudendo il libro,
“Ne avremo di feste e tu lo sai. Adesso vai a le o come un bravo
ragazzo.”
“Bene,” Sirius sbadigliò, cadendo all’indietro dramma camente, così
che scomparve a raverso i pesan drappi di velluto.
“Buonano e allora.” Iniziò Remus, andando a le o, ma la mano di Sirius
sparò fuori e gli afferrò il polso.

584

“Moony ...” sussurrò, dolcemente, dalle ombre dietro il velo. Remus si
morse il labbro e lanciò un’occhiata a James, che distolse lo sguardo
goffamente, e cominciò a rare le tende del suo le o. Vabbè. Fanculo.
“Mmm ... okay ...” Remus lasciò che Sirius lo rasse dentro.

585
San Valentino 1978  
You think I’m a lame duck
But I don’t give a blue
fuck So you leave me like
crazy Drive me to be
lazy.
I love you, you big dummy!
I love you you big dummy!

Lunedì 13 febbraio 1978


“Sai,” sbadigliò Lily, “altri fidanza potrebbero prendersi la sera prima di
San Valen no per pianificare qualcosa di carino per le loro ragazze,
piu osto che un aggressione ad altri studen .”
“Pensavo lo stessimo definendo uno scherzo pra co, Evans,” Sirius fece
l’occhiolino. “Comunque, come fai a sapere cosa stanno facendo gli altri
ragazzi? Siamo gli unici ragazzi che conosci, e s amo facendo questo.”
“Touchè.” Lily gli sporse la lingua da dove sedeva a gambe incrociate sul
le o di James.
“E,” disse James, sedendosi sul pavimento accanto a Remus, “Come fai
a sapere che non ho già pianificato qualcosa di carino?!”
“Quando hai tempo?” Lei alzò le spalle, “Ogni volta che non sei con noi
stai giocando a Quidditch. “
“Posso svolgere più a vità”, disse, arrogante, con uno scin llio
malizioso negli occhi.
Remus lanciò a James uno sguardo di traverso. Non poteva si rendeva
nemmeno conto che James avesse del tempo libero, ma era meglio non
so ovalutare mai James Po er.
“E tu, Pete?” Chiese Mary, sedendosi dall’altra parte di James,
ordinatamente impilando le buste le porse e spuntando i nomi
dall’elenco: “Grande proge per domani?”
“No.” Replicò Peter, cupo. Era sdraiato a pancia in giù sul le o,
completando frene camente le note di Incantesimi previste per il
giorno successivo. Aveva dato qualche indizio a Remus sul copiarli, ma
Remus aveva fa o finta di non farlo capire e alla fine il povero Wormtail
aveva lasciato perdere e si era rassegnato a fare un pessimo lavoro.
“E Dorcas?” Insiste e Mary.

586

“Mi ha lasciato.”
“Oh, povero amore.” Disse, “Almeno non sarò l’unica single.”
“Veramente?” Pete alzò lo sguardo, speranzoso.
Sì, ho scaricato quello stupido Tassorosso.” Mary annuì, china sul suo
lavoro.
“Oh beh, se è venuta voglia di cenare, forse ...” iniziò Peter.
Mary scosse capo,
“Oh no, scusa Pete, ho già preso il triplo di impegni”
“Oh.” Peter tornò ai suoi compi , sembrando ancora più depresso di
prima.
Lily soffocò una risa na, ma Mary sembrava ignara.
“Rallegra Pete, amiamo ancora.” Si offrì Remus, riempiendo la sua
ul ma busta e porgendola a James. “Io e Padfoot ceneremo con te.”
“Quindi, in pra ca, esa amente come ogni altra sera dell’anno.” Sirius
lo prese in giro.
“Voi due non fate niente, allora?” Chiese Mary, casualmente. Remus
trovò difficile ignorare gli sguardi i suoi amici ora si stavano sparando a
vicenda. Alzò lo sguardo su Sirius e disse, molto fermamente, “Non
pensarci nemmeno.”
La faccia di Sirius si incrinò in un sorriso, “Penso che San Valen no sia
l’idea dell’inferno di Moony.”
“Esa amente.” Remus annuì, solennemente. Lascia va che le ragazze
avessero fiori e cuori. Aveva molto altro da fare, grazie mille.
“Aww, penso che sia un peccato”, disse Mary, cancellando il cognome
dalla sua lista e allungando le gambe sul tappeto, sdraiandosi sui gomi .
“San Valen no può essere una bella giornata, se lo fai bene.”
Remus le sorrise. ‘Farlo bene’ per Mary significava ricevere offerte dai
suoi vari ammiratori; una fantasia in cui era Afrodite, e tu le
rendevano omaggio.
“No, non mi interessa.” Disse, allungando le gambe rigide. “Solo un
normale giorno.”
“A Sirius piace.” Mary disse, furbescamente: “È sempre stato un
roman co”.
“Quando non stavamo li gando.” Sirius si intromise.
Remus lo guardò, e si rese conto di non aver mai considerato se l’altro
ragazzo fosse interessato o meno a celebrare la giornata. Aveva solo
pensato che fossero sullo stesso piano.
“Comunque, era diverso.” Rifle é Peter, succhiandosi la punta della
penna e o enendo dell’inchiostro sul labbro.

587
“Cosa era?” Ha chiesto Mary.
“Quando Padfoot usciva con te.” Peter rispose. “Ovviamente ha fa o
tu e le cose sdolcinate allora.” “Ovviamente?” Lily parlò.
Remus rabbrividì. Poteva vedere dove stava andando a parare. La rossa
aveva i capelli lega ; non accadeva spesso, ma quando accadeva finiva
sempre con un rimprovero.
“Cosa intendi, Peter?”
Anche Peter se l’aspe ava, ma grazie a Dio, cercò di spiegarsi.
“Non ero ca vo”, disse, “È solo ... beh, non è la stessa cosa,
vero?” “Sì!” Mary aggro ò la fronte.
Anche James era chiaramente infas dito. Remus sospirò, interiormente.
Alzò lo sguardo su Sirius, che si strinse nelle spalle. Remus tese la mano,
e Sirius saltò giù il le o per prenderla, rando Remus in piedi. Remus si
schiarì la gola.
“Avete finito tu di discutere della nostra relazione tra di voi?”
Tu guardarono in alto, imbarazza .
“Mi dispiace, Moony.”
“Mi dispiace Remus.”
“Andiamo avan , va bene?” Remus alzò un sopracciglio e si appoggiò al
lato del le o con le mani in tasca. Annuì alla pila di sigillate buste:
“Dobbiamo inviarle domani, non appena ... credo che sia meglio farlo a
colazione, quando si mescolerebbe con la posta normale e non sembra
sospe o.” Ciò fu accolto con un mormorio di consenso generale.
“Non dimen cate, l’inchiostro diventa leggibile solo quando la persona
giusta dà il suo nome.” Remus con nuò. Si avvicinò al comodino per
prendere la sua scatola di fiammiferi di sigare e e ne rò fuori una. “È
stata una buona idea, non posso credere che tu l’abbia pensata così in
fre a.” disse Mary.
Non sapeva che l’incantesimo che avevano usato era esa amente lo
stesso di quello sulla Mappa del Malandrino e non glielo avrebbero
de o.
“Sei in presenza della grandezza MacDonald.” Disse Sirius, prendendo la
sigare a di Remus nel momento in cui l’aveva accesa. Remus sospirò e
ne rò fuori un’altra.
“Almeno aprite una finestra se dovete fumare qui.” sospirò James.
“Dobbiamo fumare qui.” Disse Sirius, agitando così la bacche a sulle
finestre che si spalancarono. “Perché la nostra miserabile Caposcuola
ha vietato di fumare nella Sala Comune.”
“Tu i Prefe hanno votato su questo, in realtà.” Disse Lily, ironica.

588

“Vedi, Moony,” Sirius gli diede una gomitata con il fianco, “Questo è il
mo vo per cui sares dovuto rimanere un Prefe o, avres potuto
essere la voce del dissenso.”
“Veramente tragico.” Remus esalò il fumo.
Bene, allora vado a le o.” Disse Mary, alzandosi, sollevando il mucchio
di invi e posandoli sul baule di James. “Non vedo l’ora di questo, è
bello avere qualcos’altro a cui pensare.”
“Vengo con te.” Disse Lily alzandosi anche lei.
“Devo accompagnar indietro?” James balzò in piedi.
Entrambe le ragazze ridacchiarono, come se lui avesse de o qualcosa di
affascinante, piu osto che ridicolo,
“La terrò al sicuro durante l’arduo viaggio a raverso la Sala Comune,
Po er.” Lo prese in giro Mary.
Tu avia Lily e James passarono i cinque minu successivi a salutarsi, ciò
comportò un sacco di sbaciucchiamen . Quando finalmente Mary riuscì
a trascinarla lontano, Lily era rosa e ghignante, “Ti amo!” disse mentre
scendeva le scale, “Anch’io amo!” James rispose.
Sirius iniziò a fare rumori mala , il che fece scoppiare Peter a ridere, ma
Remus guardò appena l’espressione stupida di James.
Non li aveva sen dire ‘ amo’ prima d’ora. Non pensava di aver mai
sen to nessuno dirlo, in realtà; nessuno di cui gli interessasse, almeno.
L’aveva visto scri o. Nei libri e nella le era di Hope. Ma nessuna di
quelle cose era sembrata così tangibile.
Da quanto tempo lo dicevano? Finché lo sen vano? Era difficile dirlo la
prima volta? Remus pensava che fosse così. Come lanciare un patronus.
Finì la sigare a in uno stato d’animo contempla vo mentre gli altri si
muovevano intorno a lui, finendo i compi e cambiandosi per andare a
le o. Supponeva di poter chiedere a Sirius l’intera faccenda dell’
‘amore’, ma non era sicuro di voler aprire quell’argomento. Erano felici
com’erano, no? Si stava solo me endo a suo agio, ora che i loro amici lo
sapevano. Inoltre, dopo due anni di angoscia e quasi un anno di
segretezza, Remus voleva semplicemente diver rsi e godersi quello che
avevano, senza tu e quelle cose prescri ve che incombevano su di
loro.
Remus sapeva per esperienza che era meglio resistere alla tentazione di
cose del genere. Sopra u o qualcosa di così prezioso e difficile come la
conquista che lui e Sirius avevano fa o. Il problema era; una volta che
iniziavi, potres non ricordare più come funzionava prima.

589
Si lavò i den ancora pensando, e si diresse verso il le o di Sirius per
sedersi e aspe arlo.
“Finito!” Gridò Peter, sollevando la penna con un gesto svolazzante.
“Finalmente.”
“Ben fa o, Pete.” James sbadigliò, me endosi a le o.

590

Non sono riuscito ad aiutarvi molto, però.” Disse Peter, guardando la
pila di buste in modo malinconico.
“Va tu o bene, questo è solo un lavoro preliminare.” Remus disse, “La
vera pianificazione inizia mercoledì.”
“Esa amente.” James annuì incoraggiante, “Comunque, non sen r
male, neanche Padfoot ha aiutato.”
“Oi!” Sirius uscì dal bagno in quel momento, “Ho scri o le dannate
cose! Dove sareste senza la mia bella calligrafia? E io non ricordo che la
signora Prongs abbia fa o qualcosa.”
Aveva iniziato a chiamare Lily così in privato (non avrebbe osato in
faccia) con la piena consapevolezza che dava fas dio a James. Il ragazzo
dai capelli disordina era appena rotolato nel le o, facendo scorrere il
dito medio in direzione di Sirius. Sirius ridacchiò e andò a le o. Anche
Remus entrò, ancora immerso nei suoi pensieri.
“Buonano e ragazzi!” Chiamò Sirius, chiudendo le tende.
“No e!” Gli fecero eco Peter e James.
Nel buio, Sirius prese la mano di Remus, e si sorrisero a vicenda
assonna .
“Sei molto tranquillo.” Sussurrò Sirius. “Tu o okay?”
“Si.” Sussurrò Remus in risposta. “Sto solo pensando. Roba da scherzo.”
“Bene.”
“... Sirius?”
“Remus?”
“Conosci San Valen no?”
“Ne ho sen to parlare.”
“Volevi ... ehm. Quello che ha de o Mary ... “
“Sapevo che questo avrebbe fa o arrabbiare. Potevo pra camente
vedere il tuo cervello iniziare a surriscaldarsi. “
“Vai a cagare.” Remus gli diede un calcio dire o allo s nco. “Sto solo
chiedendo.”
“Mary amava tu a quella roba: regali, fiori, cartoline e roba del genere.
Mi è piaciuto farlo per lei, perché la rendeva felice. Lo odieres , quindi
non lo farò.”
“È così pubblico,” disse Remus.
“Lo so. Non preoccupar .”
“Okay.”

591

“...”
“...”
“Remus.”
“Che cosa?”
“Sme la di preoccupar !”
Bene, bene, credo!”
“Comunque, non è nemmeno una cosa reale.” Disse Sirius, pensieroso.
“San
Valen no come giorno. Ho controllato.”
“È reale per i babbani, non è vero?” Remus aggro ò la fronte. Non
poteva dire di averci dato molto peso.
“C’era un zio di nome Valen no, ma non c’è niente di par colarmente
roman co a proposito. Ma ho scoperto altre cose sui romani”.
“Perché non puoi applicare questa sete di conoscenza ai tuoi compi
scolas ci?!”
“Uffa, non essere così noioso. Comunque, hai sen to parlare dei
Lupercalia?”
Remus sen una sensazione di affondamento nello stomaco e lasciò
andare la mano di Sirius.
“Non voglio parlare di cose sui lupi in questo momento.”
“Ne hai sen to parlare!” Sirius sembrava soddisfa o.
“No. Conosco il la no lupo perché è il mio dannato nome.”
“Oh giusto ... non è quello che pensi, è un fes val!”
“Okay.”
“Ed è davvero fantas co, ci sono sacrifici di sangue e correre nudo, e--”
“Vado a dormire.”
“Ma piace la storia.”
“Zi o, Padfoot, vuole andare a dormire.” James gridò dall’altra parte del
camera. “E anche io!”
“Si!” Gli fece eco Peter.
“Fa gli affari tuoi.” Sirius gridò di rimando.
“Muffliato.” Remus mormorò, creando una bolla secca di silenzio
all’interno del le o. Sussurrava ancora quando parlava, però, perché
era strano parlare un volume normale al buio. “Ho de o che non volevo
parlare della roba sui lupi, Dio.”
“Stavo solo cercando di far sen re meglio per San Valen no.”

592

“In primo luogo non mi sen vo male!”
“Okay, scusa, ho frainteso.” Anche Sirius stava sussurrando, ma ad alta
voce, ovviamente infas dito. “Eri tu o zi o e volevo rar su di
morale. Io pensavo fossi geloso di Lily e James.”
“Geloso?!”
“È la parola sbagliata. Eri solo ... ho visto guardarli, baciarsi e roba, ed
essere tu o sdolcinato. E so che odi le manifestazioni pubbliche di
affe o, ma non lo so. Non è come se avessimo scelta in ogni caso ...”
Remus sba é le palpebre nel buio, rotolandosi indietro per vedere la
faccia di Sirius.
A te da fas dio, vero?” Doveva, perché non aveva mai infas dito
Remus prima. All’improvviso, si rese conto di cosa si era tra ato.
“Un po’, forse.” Sirius rispose, onestamente.
Remus armeggiò so o il piumone prendendo di nuovo la sua mano.

Martedì 14 febbraio 1978


La ma na dopo, James e Sirius non si trovavano da nessuna parte -
Remus presumeva che fossero anda via presto per gli allenamen di
Quidditch; era un luminoso, soleggiato giorno, nonostante c’era un
brivido nell’aria. Dopo alcuni minu di riflessione profonda, Remus
rovistò nel casse o del comodino alla ricerca della sua ul ma
cioccorana e la infilò dentro la tasca prima di scendere le scale.
Il resto dei Grifondoro si svegliò per scoprire che nella no e gli elfi
domes ci avevano decorato la loro Sala Comune con ghirlande di carta
rossa e rosa a forma di cuori - qualcosa che sembrava dividere tu gli
studen . “Non è affa o appropriato in una scuola.” Borbo ò
Christopher, incontrando Remus e Mary mentre uscivano dal buco del
ritra o.
“Aww, penso che sia adorabile.” Mary sospirò, allegramente. Era
so lmente ves ta per l’occasione, indossando un nastro rosso tra i
capelli e borchie di smalto rosso in ciascun lobo dell’orecchio.
Christopher scosse la testa, guardandola cupo.
“Se fosse una vera festa, come Natale, Pasqua o qualcosa del genere--”
“Ma perché i maghi celebrano queste cose?” Remus intervenne,
pensieroso, mentre avanzavano verso la Sala Grande.

593

Anche i corridoi erano decora in carta crespa rosa e rossa, e sembrava
che provenisse della musica da qualche parte.
“Nessuno dei purosangue che ho incontrato è cris ano, o addiri ura sa
qualsiasi cosa su Gesù, o il coniglie o pasquale, o ... “
“La cosa di Pasqua?!” Christopher lo stava fissando come se fosse
pazzo. “Non preoccupartene Remus,” Mary rise, “Lily e io ci abbiamo
provato durante il primo anno. Non dovremmo chiedere.”
L’umore di Christopher non migliorò quando entrarono nella Sala
Grande, che era immersa in un bagliore roseo da una collezione di
candele flu uan all’interno del rosso lanterne di vetro. Fiori freschi
erano sta pos in vasi su ogni tavolo, e buste rosa volavano avan e
indietro sopra le teste degli studen - biglie di San Valen no che
cercavano il loro des natario. “Per carità.” Mormorò Christopher,
prendendo posto e versando lui stesso un caffè molto nero.
“È solo un giorno.” Disse Remus sollevando la teiera, che era anche
rosa.

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Non appena si furono sedu , una pila di buste rosa svolazzò dentro sul
grembo di Mary facendola strillare di gioia. Anche Remus sorrise. Tirò
fuori le sue buste e sussurrò un incantesimo, ge andole in aria in modo
che si mescolassero con le altre che volavano sopra di loro.
“Ecco, Chris,” Remus ne lanciò uno sul tavolo, “Non è un San Valen no,
promesso.”
“Oh. Ehm ... che cos’è?” Christopher tenne cautamente la busta vuota.
“Un invito.” Remus fece l’occhiolino. “Dagli il tuo nome, ma non
condividerlo, okay?”
“Ehm ... okay ...”
“Buongiorno!” Lily apparve, con un’aria allegra come al solito,
stringendo un libro su Pozioni Avanzate. “Qualcuno ha visto Po er?”
“Campo di Quidditch?” Remus alzò la testa.
“No.” Lily scrollò le spalle, “Lo pensavo anch’io, ma Corvonero l’ha
prenotato per questa ma na.”
“Lui e Padfoot erano spari quando mi sono svegliato.” Disse Remus.
“Questo è esa amente quello di cui avevo paura ...” rispose Lily,
prendendo posto.
Non appena ebbe zuccherato il suo porridge, risuonò un forte *POP*
sopra le loro teste, e tu guardarono in alto. Gli studen che non lo
fecero si tuffarono immediatamente per ripararsi so o i tavoli della
colazione e iniziarono a ‘oohing’ e ‘ahhing’, mentre uno spe acolo
pirotecnico iniziava sulle loro teste. Le esplosioni di colore presero la
forma di giganteschi cuori d’amore scin llan , e le braci che piovvero si
rivelarono rosa e bianche floreali,
“Gigli!” Disse Mary allegramente, mentre uno si sistemava sul suo
mazzo di carte. (In inglese gigli è lilies)
“Oh no!” Christopher si lamentò: “Sono allergico!” Starnu , prima di
mirare bacche a verso l’alto e ansimando, “Protego!” per difendersi
contro le fioriture svolazzan .
“Non ci credo ...” Lily stava arrossendo più forte di quanto Remus
avesse mai visto. Sorrise,
“Lo stavi chiedendo, temo.”
“Sarei stato felice con una semplice le era!” Sibilò, mentre gli ul mi
fuochi d’ar ficio si spensero e l’ul mo dei gigli volò a terra come grandi
fiocchi di neve rosa, riempiendo la stanza con il loro delizioso profumo.
“Oh, sta’ zi a Evans,” mormorò Mary, “È dannatamente meraviglioso da
parte sua.”
“Ciao, MacDonald.” James apparve alle spalle di Lily, con Sirius.

595
“Sei un vero idiota!” Lily si alzò e avvolse le braccia intorno al collo di
James, baciandolo. Remus non stava guardando questo spe acolo,
però; stava guardando Sirius, che fece sca are la sua bacche a dietro la
schiena di James. I fiori che si erano raccol sul tavolo (quelli che Chris
non aveva cercato di sgombrare, comunque) ripresero a muoversi e si
radunarono davan al pia o di Lily. Con un altro soffice *POP*, il
mucchio si trasformò in una grande scatola, decorata con ancora più
gigli.
“Che cos’è?” Lily si voltò, chinandosi per dare un’occhiata più da vicino.
“Aprilo e vedrai!” James sorrideva da orecchio all’altro, chiaramente
soddisfa o di sé stesso.
Christopher starnu di nuovo e si soffiò il naso, ma fu completamente
ignorato mentre Mary e Remus si alzarono per vedere meglio. Lily,
ancora rosa e sorridente, sollevò con cautela il coperchio della scatola e
tu si sporsero. Su un velluto rosso morbido, con un fiocco al collo,
c’era un minuscolo ga no grigio antracite con enormi occhi gialli.
“Ohhh!” Lily ansimò, allungando la mano per raccogliere la piccola
creatura e coccolarla vicino, “Davvero, Po er?! Mi hai preso un ga o?!
Lo amo! Oh ... è una lei?”
“Lui,” annuì James, “so che il tuo è morto lo scorso Natale, e Hagrid mi
ha de o che una cucciolata è nata nel villaggio la scorsa se mana,
quindi ...” “Oh è così dolce!” Mary si allungò per accarezzare la testa del
ga no. “Oh per l’amor di Merlino ...” Christopher si alzò, stringendosi il
fazzole o sul suo naso. “Sono allergico anche ai ga ! Malede a
stupida giornata ...” con questo, si alzò e si precipitò via, più in alto sul
tavolo.
“Che peccato.” Sirius sorrise, sedendosi nel posto vuoto. “Buongiorno,
Moony.”
“Buongiorno, Padfoot.” Remus sorrise.
Il resto della colazione passò coccolando il nuovo ga no di Lily, e
provando a scegliere un nome. Remus mantenne una educata distanza
... giusto per prevenzione. Aveva avuto bru e esperienze con i ga in
passato e oggi non voleva nessun nuovo graffio, non importa quanto
piccoli fossero i suoi ar gli.
Presto, tu si alzarono per andare alle loro varie lezioni (mentre
li gavano su chi dovrebbe prendersi cura del ga no quella ma na), e
Sirius si mise al passo con Remus,
“Ti accompagni a Storia?” Si offr.

596
“Oh, non ho bisogno di andare,” rispose Remus, furbescamente, “È una
lezione opzionale, per NEWT.”
“Ma tu vai sempre alle tue lezioni,” Sirius rispose, “Anche a quelle
opzionali.”
“Lo so, ma tu mi dici sempre di rilassarmi, quindi ...” Remus rò di
nascosto la sua piccola scatola di fiammiferi dalla tasca della vestaglia e
la picchie ò. Sirius alzò un sopracciglio,
“Per quanto mi piaccia davvero Moony sballato - cosa ha portato questa
ribellione?”
“Deve esserci un mo vo?” Remus si strinse nelle spalle. Si guardò
intorno rapidamente per verificare che nessuno stesse ascoltando
troppo a entamente, ma erano tu abbastanza assorbi dalle loro
varie le ere e regali.
Fece scivolare la cioccorana nella tasca di Sirius.
“Buon San Valen no, segaiolo.”
Non aveva mai visto Sirius Black arrossire in quel modo.

597
Cooperativa tra Case  
Mercoledì 15 febbraio 1978
“Non posso credere che tu s a tenendo questa cosa qui.” Christopher
disse agitato mentre Remus sbloccava la classe Incantesimi.
“È il modo migliore per evitare di essere scoper . Vi ous me la lascia
sempre usare.” Rispose Remus.
“Esa amente! È così sfacciato!” Lo rimproverò Christopher, mentre
entravano.
“Sfacciato è il nostro secondo nome!” Dichiarò eccitato James,
seguendoli. “Il tuo secondo nome è Fleamont, idiota.” Sirius lo schernì.
“E questo posto è geniale, nessuno sospe erà mai niente. Sapevo che
le tue lezioni di studio sarebbero tornate u li un giorno, Moony.”
“Molte persone trovano il gruppo di studio di Remus molto u le, in
realtà.” Disse Christopher in tono primi vo, incrociando le braccia e
appoggiandosi al muro.
“Oh Chris, sta solo scherzando,” Remus ridacchiò, posando la borsa dei
libri. Lui guardò il suo orologio da tasca. “Siamo tu in an cipo, James
hai un piano?”
“Cosa?” James si voltò dalla lavagna, dove si trovava usando il gesso per
disegnare un leone gigantesco con scri o so o ‘Grifondoro regna’.
“Non importa.” Remus sospirò.
“Allora, chi altro ha ricevuto un invito?” Chiese Christopher, sopra le
righe del suo libro (Christopher era la sola persona che Remus sapeva
che poteva passare da 0 a leggere in meno di tre secondi ne ).
“Una ven na o trenta persone, forse.” Remus disse, “Chiunque ha
espresso un interesse prima di Natale che sembrava degno di fiducia”.
“È stato un processo di controllo estremamente rigoroso, in realtà”,
disse James, ora in piedi sulla scrivania di Vi ous cercando di toccare il
soffi o con la punta delle dita.
“Sì, quasi non abbiamo fa o entrare Wormtail.” Sirius abbaiò con una
risata dalla finestra dove era sporto per metà fuori, stava fumando.
Remus teneramente voleva andare laggiù e avvolgere le sue braccia
intorno a Sirius, rubare la sigare a (che comunque era probabilmente
una delle sue, ladro) e baciarlo sul collo. Ma gli altri sarebbero arriva
presto, ed era un pensiero completamente pazzo quello.
“Perché chiamate tu così Peter?” Chiese Christopher.

598
“Solo un soprannome.” Dissero tu all’unisono.
Peter arrivò poco dopo, seguito da Mary, Lily e Yasmin. I prossimi
arriva erano il sesto e il se mo anno dal gruppo di studio di Remus, e
Dorcas - che era ancora in rappor amichevoli con Peter, a quanto pare.
L’ul ma fiamma di Mary, un ragazzo Corvonero di nome Jonty
Simmons, che sembrava non potesse credere alla sua fortuna. E infine,
con grande disgusto di Remus, Emmeline Vance entrò (con due minu
di ritardo) con Roman Rotherhide.
La stanza era piu osto affollata dopo, e rumorosa per il ronzio
d’eccitazione. La maggior parte del gruppo aveva un’idea del mo vo
per cui erano lì, ma altri erano curiosi e tu erano affascina dai
Malandrini.
Sirius e James adorarono l’a enzione, ovviamente, e subito ca urarono
il centro della scena.
“Ora, sappiamo tu perché siamo qui”, Iniziò James, usando la sua
voce da capitano di Quidditch.
Immediatamente, il braccio di Emmeline Vance si alzò di sca o.
“Scusa, ma io non ...”
Remus sbuffò impaziente e Christopher, seduto accanto a lui, gli diede
uno sguardo strano.
“Nemmeno io!” Anche Dorcas alzò la mano, insieme a uno o due ses
anni dal gruppo di studio di Remus.
“Perché siete venu tu , allora?!” Chiese Sirius, le sopracciglia
inarcate. Un gruppo di ragazze sedute in fondo alla stanza
ridacchiavano. Remus prese una nota mentale.
Aveva cercato di evitare di invitare troppi membri del fanclub di Sirius
Black, ma era piu osto inevitabile quando ciò voleva dire metà della
scuola.
“Siamo qui per pianificare una ... una protesta organizzata”, disse
Christopher, arrossendo un po’, perché non era abituato a parlare di
fronte a molte persone. “Contro Serpeverde.”
“Si!” Un altro sesto anno gridò, “Ho sen to che stavate pianificando il
vostro più grande scherzo di sempre!”
“Io ho sen to che uno di voi sa come far uscire il mostro dalla camera di
segre !”
“Io ho sen to che stavate proge ando di far esplodere i so erranei” Un
ragazzo di Tassorosso squi .
“Woah woah woah,” James sollevò le mani, “Un po’ meno dramma co
di quello ...”

599
“Bene, se si tra a di ridare dietro ai Serpeverde tu e le assurdità che
hanno rato negli anni, sono dentro.” Emmeline disse, decisamente,
lanciando i suoi lussureggian riccioli biondi.
Remus geme e, rumorosamente, e Chris gli lanciò un altro sguardo.
“Questo è esa amente ciò di cui si tra a. Ed esa amente il mo vo per
cui abbiamo bisogno che tu voi non diciate niente a riguardo.” Disse
James, entrando nel suo flusso, ora. “Questo è il nostro ul mo anno, e
s amo invitando tu voi per aiutarci a pianificare il nostro scherzo
finale.”
“Questo ci rende tu Malandrini?” Il ragazzo di Tassorosso squi di
nuovo. Là era un mormorio eccitato.
“No.” Peter disse, indignato, anche se nessuno aveva veramente
prestato a enzione.
“Mi piace pensarla più come una collaborazione.” Disse James,
pensieroso.
“Una coopera va tra Case” Sirius aggiunse.
Tu sembravano a favore con quello. Almeno, sembrava un minimo
impressionante, e abbastanza ufficiale.
“Giusto.” James aveva ba uto le mani e le aveva strofinate, sorridendo
intorno a tu . “Ora, chi ha qualche idea?!” Ven mani sparate.
“Ehmm,” parlò Lily, “Penso che prima di entrare in questo potrebbe
essere bello avere alcune regole di base?”
“Tipo cosa?” Sirius piegò le braccia scontrosamente.
“Come non ferire nessuno? Questo è solo divertente, okay? Non è una
vende a per tu o ciò che i Serpeverde hanno fa o.” Stava usando la
sua voce da Caposcuola ora, e poche persone abbassarono le mani.
“Abbastanza giusto”, disse James, alzando le mani in
modo amichevolmente, arrivando a Sirius e Lily. “Nessun
danno fisico volontario. E come ho de o prima, non si parla a proposito
di questa stanza. Anche so o minaccia di morte. Sto scherzando,
Evans!” disse affe uosamente mentre andava a schiaffeggiare la parte
posteriore della sua testa.
Dopo ques problemi iniziali, tu sembrarono entrare nello spirito
della cosa. Un sacco di persone avevano idee - dall’estremo (Lily impose
il divieto di convocazione di una banshee per perseguitare i
so erranei), al so le (Emmeline sapeva di un incantesimo che
trasfigurava la scarpa giusta di tu nella scarpa sinistra - disse che
l’aveva fa o a sua sorella durante l’estate e ci mise tre giorni per
realizzare ciò che la disturbava).

600
Alla fine, il tempo era scaduto, quindi James diede a tu i ‘compi ’,
richiedendo loro di tornare la prossima se mana con un’idea.
“Allora possiamo decidere il migliore”. Sirius dichiarò.
“Chi decide?” Mary raccoglieva gli occhi.
“Io, James, Pete e Moony, ovviamente.” Sirius sollevò il mento.
“Non possiamo votare?” Chiese uno del sesto anno.
“Sì, sembra più giusto.” Mary annuì. “Ci s amo tu me endoci a
rischio di espulsione per te.”
“Espulsione?!” Christopher morse il labbro, “Sicuramente non ...
sicuramente non andremo così lontano ...?”
“Finiremo nei guai, però?” Il ragazzo Tassorosso sollevò di nuovo la
mano. Tu lo guardarono.
“Non tanto.” Sirius scrollò le spalle. “Un po’ di detenzione non ha mai
ferito nessuno.”
“No, mi dispiace, ma non intendo subirmi la detenzione.” Il ragazzo
scosse la testa, nervosamente. “Voglio dire con ... sai i Serpeverde. Non
faranno ... diranno ai Mangiamorte di prendere noi, lo faranno?”
Sirius stava per ridere, quando si rese conto che l’atmosfera nella stanza
era cambiata. Alcune persone sembravano molto imbarazzate, alcuni
stavano sussurrando tra loro.
Remus poteva persino odorare un soffio di vera paura strisciare nella
stanza; tu sembravano avere l’aria un po’ tesa adesso.
Naturalmente, Sirius e James non erano preoccupa per questo genere
di cose. Questo faceva tu o parte della crociata del caos a cui erano
sta abitua da quando avevano undici anni. Anche Remus era stato
piu osto insolente per la grandezza della burla. Ma lui aveva visto ora
che significava molto di più per quelli riuni nella stanza. James, Sirius e
Peter erano gli unici purosangue presen . A meno che non avesse
contato Christopher, che aveva anche lui la sua mo vazione contro i
Serpeverde.
James si alzò di nuovo, spingendo da parte la scrivania di Vi us e
ergendosi in tu a la sua altezza.
“Assolutamente no. Nessuno in questa stanza si sta me endo in
pericolo a causa di questo scherzo.”
Un po’ di persone si rilassarono - dopotu o, James Po er, erede di
elegante fortuna, Caposcuola, Capitano di Quidditch e Leader dei
misfa era qualcuno di cui la maggior parte delle persone si fidavano.
Remus ci aveva creduto con tu o il cuore - anche se il problema non
era stato sollevato, sarebbe stato un punto d’onore per James quello di

601
proteggere chiunque più piccolo di lui. Anche Lily era raggiante, e Sirius
sembrava molto contento, come se fosse risolto tu o.
“Giusto,” Lily ba eva le mani insieme ora, portando di nuovo il
pavimento “Vedremo tu o ancora la prossima se mana, suppongo.
Penso che faremmo meglio ad andare via a piccoli gruppi, non voglio
a rare l’a enzione ...”
Con ciò, la stanza tornò lentamente alla normalità, gruppi di studen
ora chiacchieravano eccita sulle idee che avevano avuto, o maledizioni
che vorrebbero provare.
Lily assunse la sua voce da Caposcuola e iniziò a dirigere le persone
fuori dalla stanza in gruppi di tre o qua ro, a brevi intervalli. Gli
organizzatori rimasero un a mo nella stanza per conferire.
“Dannazione”. James mormorò, in modo che non sarebbe stato
ascoltato, “È stato intenso.”
“Cosa aspe avi?” Mary chiese, sollevandosi sulla scrivania e
oscillando le sue gambe. “Questo non è un gioco per tu - alcune
persone sono fuori per vende a.”
“Allora è quello che li daremo.” Sirius disse ferocemente.
Aveva quella luce negli occhi che fece capire a Remus che sarebbe stato
assolutamente insopportabile per le prossime ore. Un piano era in
corso, e nulla avrebbe potuto portare giù Sirius da quel po di
eccitazione. “Calma , Black,” Mary prese in giro, “Sei uno studente, non
un generale.” “Per adesso.” rispose oscuramente.
“Okay, voialtri,” girò Lily nella stanza. Erano solo i se e iniziali.
“Tornerete in due gruppi, perché nessuno crederà che voi qua ro non
s ate combinando qualcosa ... “
Mary, James, Lily e Peter andarono prima, con istruzioni per Remus,
Sirius e Christopher di dare loro una testa di dieci minu . Remus era un
po’ rilu ante a tal proposito, ma non c’era modo di dire nulla. Non
aiutava ricordare ciò che era successo l’ul ma volta che lui e
Christopher erano sta soli in quella classe con Sirius. Anche se,
ovviamente, Christopher non sapeva che Sirius era li, e non lo
sospe ava nemmeno.
Riordinarono le scrivanie, pulirono la lavagna dal leone di James, poi
rimasero in piedi goffamente per un po’ di tempo.
“Giochiamo a obbligo o verità.” Sirius sorrise.
“Perché?” Remus sospirò, appoggiato alla scrivania. Eccoci qui...
“Passare il tempo.”
“Oppure potremmo avere una normale conversazione ...”

602
“Christopher vuole, vero, Christopher?”
“Ehm...”
“O mo, puoi andare per primo. Obbligo o verità, cosa vuoi? “
“Uhm.” Gli occhi di Chris brillavano tra Remus e Sirius nervosamente.
“Io non ... uhm ... verità?”
“Eccellente! Iniziamo con cose semplici, visto che è la prima volta che
giochi,” Sirius annuì incoraggiante. “Mh, fammi pensare ... ah! Okay,
perché volevi essere coinvolto con lo scherzo?”
“Che cosa?”
“Sai, come mai sei venuto oggi?”
“Chris è stato coinvolto dall’inizio, Padfoot, lo sai.”
Remus emise un lamento.
“Giusto, giusto - quindi cosa ha fa o coinvolgere in primo luogo,
allora?” “Se vuoi saperlo.” Christopher disse, piu osto gelido, “è per
tuo fratello”.
Sirius, però, non si bloccò.
“Abbastanza giusto, è una piccola puntura fas diosa.” Lui annuì. Si leccò
le labbra e guardò a Remus, poi di nuovo a Chris. “Sicuro che non c’era
un’altra ragione?” “Si.”
“Vado per secondo,” disse Remus, rapidamente. “Chris, puoi chiedermi
di fare un obbligo.” Lui non aveva mai scelto la ‘verità’, era troppo
pericoloso. “Umm ...” Christopher si morse il labbro, ancora un po’
rilu ante da tu a questa cosa. “Oh, io non so, sono merda in questo
genere di cose.” “Ne ho uno buono!” Sirius disse contemporaneamente.
Fece l’occhiolino a Remus e poi si chinò sopra e sussurrò nell’orecchio di
Chris. Gli occhi di Christopher si allargarono e lui rise, coprendo la
bocca.
“Okay, Remus,” Chris era ancora arrossire, ma ora si stava divertendo.
“Okay devi scrivere qualcosa di scortese sulla lavagna e lasciarlo lì.” “Ti
ho dato i de agli.” Sirius si lamentava.
“Non lo dico ad alta voce!” Christopher rise, diventando rosso.
Remus potrebbe facilmente indovinare il tono del suggerimento di
Sirius.
Sollevò un sopracciglio,
“Okay, bene, lo farò ...”
Saltò a bordo e prese un po’ di gesso. Lo considerò per a momento,
“Quanto scortese?” Chiese agli altri due, casualmente. “Molto.” Disse
Christopher, sorridendo midamente.

603
“Bene, sono le regole del gioco, suppongo ...” Remus cominciò a
disegnare sopra la spalla mentre la prima cosa rude gli spuntava nella
sua testa. Fece un passo indietro come un ar sta che ammira il suo
lavoro. Gli altri due ragazzi si fermarono entrambi ai suoi la ,
sorridendo follemente.
“Va bene?” Chiese.
Sirius lo schiaffeggiò sulla schiena,
“Moony, vecchio amico, è la manopola più grande che abbia mai visto.”
“Beh, è un sollievo.” Remus sorrise, dimen cando che Christopher era
lì. Lui non sembrava averlo notato - oppure aveva presupposto che
fosse l’umorismo del Malandrini (o per lo meno una sorta).
“Glorioso.” Il ragazzo più giovane annuì, ancora molto rosa sulle guance.
“Avan allora,” Remus appoggiò il gesso “Bene, è passato abbastanza
tempo, possiamo andare nella Sala Comune ora?”
“Oi, non ho avuto il mio turno, ancora!” Sirius incrociò le braccia.
“Qual è il punto?”, Remus scosse la testa, “Scegli sempre un obbligo e
non c’è niente che io possa pensare su cui tu penseres anche solo due
volte prima di farlo.”
“Stai dicendo che sono il più coraggios--”
“Stupido, forse,” prese in giro Remus, e gli rò uno sbuffo nelle costole.
“Dai, andiamo.”
Lasciarono la classe e par rono a raverso i corridoi silenziosi verso la
Torre di Grifondoro. Era abbastanza tarda sera ora e quindi rimasero soli
e indisturba la maggior parte del tragi o.
“Hai finito Maurice, Remus?” Chiese Chris. Tornava sempre ai libri.
“Quasi,” rispose Remus. “Solo un capitolo o due per finirlo. Mi prome
che c’è un lieto fine?”
“Sicuramente,” annuì Chris. “Ti piacerà. Stavo pensando ... se sei libero
sabato potremmo fare una chiacchierata su questo ai Tre Manici di
Scopa?
Mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensi.”
“Sì, forse ...” Remus era in un bivio tra il suo desiderio di non deludere
Christopher (cosa che sembrava sempre fare) e la consapevolezza
dell’umore molto mercuriale di Sirius. “Non vedo perché no.”
“È il libro babbano che hai le o?” Chiese Sirius, “È bello poi?”
“Sì, abbastanza bello.” Remus annuì, con cautela.
“Grande. Forse lo leggerò allora. Posso iniziarlo da sabato, leggo più
velocemente di te.”
“No!” Remus si accigliò, scandalizzato.

604
“Beh, ho più tempo per leggere, comunque.”
“Solo perché difficilmente vai a metà delle tue lezioni.” Remus tornò
indietro.
“Dubito che sia il tuo genere di cose, Sirius.” Christopher disse.
Entrambi lo guardarono. Scrollò le spalle, “Bene! Digli di cosa si tra a,
Remus.”
“Ehm ...”
Ma era troppo tardi, Sirius stava già rovistando nella borsa dei libri di
Remus mentre camminavano, e subito ri rò il testo. Remus aveva
comba uto l’impulso di strapparlo dalle sue mani, solo perché aveva
so olineato alcune par , solo perché gli era piaciuto così tanto, e lui era
imbarazzato per ora. Fortunatamente, Sirius non aprì le pagine, guardò
solo il retro, accigliandosi leggermente.
“Non è questo di mio zio?” Chiese.
“Sì, hai de o che potevo prenderlo in pres to ...” Remus strofinò la
parte posteriore della sua testa.
“È sporco?”
“No.”
“Vabbè. Lo leggerò comunque.” Sirius schioccò la sua lingua. “Questo
potrebbe essere la mia sfida e il mio obbligo.”
“Molto coraggioso.” Remus afferrò il libro e lo spinse nella sua borsa.
“Ma parla ...” Christopher si accigliò. Erano quasi al ritra o ora, e Sirius
si fermò, facendo fermare tu con lui. Sirius guardò Remus, alzando un
sopracciglio, annuì a Chris.
“Fa un sacco di supposizioni, questo.”
Remus fu sorpreso di scoprire che anche le sue guance si stavano
riscaldando. Lui scrollò le spalle,
“Non conosce molto bene.”
“Oi, Christopher?” Sirius gli ha sparato un aspe o molto malvagio.
“Sfidami a pomiciare con Moony.”
“Cosa-- io--?!” Christopher sembrava colpito, come se sapesse che c’era
uno scherzo da qualche parte, ma non riusciva a capire da dove veniva.
Sirius non perse tempo. Prese la testa di Remus e lo rò in un bacio.
Remus cede e. Era un po’ ca vo, ma non riusciva a rifiutare. Se fosse
una prova di lealtà, o semplicemente qualcosa che Sirius pensò sarebbe
stato divertente, lui sarebbe andato avan .
“Oh per Merlino!” Una voce è venuta dall’altra parte del corridoio,
facendo si che Sirius e Remussi separarono. “Sono via per una
se mana e il castello organizza un’orgia!”

605
Tu e tre i ragazzi si girano per vedere Marlene in piedi nel suo
mantello da viaggio, borsone al suo fianco. Diede loro un sorriso
sapiente,
“Che mucchio di checche.”

606
Giochi di mente  
Tu erano entusias di vedere Marlene, ovviamente. Sirius la portò
a raverso il ritra o della Signora Grassa più velocemente che poteva, e
pra camente urlò il suo arrivo a tu a la Sala Comune, come se l’avesse
evocata dall’aria so le.
Lily e James si precipitarono, abbracciandola e prendendo la sua borsa e
il mantello e conducendola al divano vicino al camino, dove Mary la
abbracciò così ferocemente che Marlene quasi squi .
“Ci sei mancata!” Mary esclamò, finalmente lasciando andare la sua
amica. “Posso capire!” Marlene disse allegramente. “Sei stata così
annoiata senza di me?”
Remus aspe ò un po’. Lui e Marlene non si abbracciavano molto,
comunque, così lui non pensava che sarebbe stato notato. Guardò la
sua cavità, e scelse di sedersi sulla poltrona lontana da lei, cercando di
non a rare l’a enzione su se stesso.
Christopher era scivolato via ad un certo punto, forse fino alla sua
camera del dormitorio. Nella parte posteriore della sua mente, Remus
sperava che Chris non era arrabbiato con lui, ma cacciò via il pensiero
per un’altra volta.
Era troppo preoccupato per il ritorno di Marlene.
“Come va Danny?” Mary stava chiedendo ora, abbassando la voce.
“È ... in convalescenza.” Marlene annuì, i suoi occhi seri. “È a casa ora, la
mamma lo sta facendo diventare pazzo come al solito. Lui non ... non
tornerà ai Cannon.” inghio e guardò le mani.
“È una malede a disgrazia.” James aveva sba uto il pugno sul braccio
del divano, “Se fossi il loro manager, io--”
“È troppo ferito, comunque.” Marlene scosse la testa, puzzando
rapidamente so o i suoi occhi, “Sarebbe stato fuori per il resto della
stagione in entrambi i casi; passeranno mesi prima di tornare su una
scopa. Così.
Altre anto bene.”
“Stronzate.” James mormorò.
“Sì beh.” Marlene alzò lo sguardo, in gran parte. “Non riesco a
biasimarli. Sapere che avrei ... comunque. Non vale la pena pensare.”
Remus si era ammalato con la tensione. Tu gli altri sedu nel gruppo
sapevano cosa era - tu tranne Marlene. La colpa che era stata con

607
successo evitata per una se mana si schiantava su di lui come una
doccia fredda. Era stata sua la responsabilità di avvisare tu gli
a acchi. L’aveva de o a Silente ma non era stato abbastanza; aveva
fallito. E ora la prova del suo fallimento era seduta proprio di fronte a
lui, la sua faccia so le e gli occhi scuri pieni di preoccupazione.
Marlene si schiarì la gola e li limitò a fare a tu un sorriso coraggioso,
“Parlerò con Madam Chips il prima possibile; per vedere se lei
raccomanda qualsiasi cosa. I guaritori di San Mungo erano inu li, più
preoccupa a tenerlo in quarantena che a aiutarlo veramente.
Difficilmente qualcuno poteva rispondere alle domande che ho avuto
sulle trasformazioni, o per il sollievo dal dolore ... Era come se avessero
piu osto smesso di parlare di lui; come se volevano fingere che non
fosse lì ...”
La sua voce stava diventando più alta e più so le quando disse questo,
lacrime minacciavano di cadere. Lei si schiarì di nuovo la gola. “Voglio
dire, so cosa è, non fraintendetemi. So cosa diventerà. Ma è ancora mio
fratello, cazzo!”
“Certo che lo è.” Mary disse, stringendo la mano di Marlene. Diede uno
sguardo a Remus, e guardò i suoi piedi.
No. Non esiste. Assolutamente no.
Nessun altro stava parlando, ma tu avevano lo stesso sguardo sui loro
vol . Stanno pensano a me? Remus si chiese, stranamente, mi
biasimano? Si stanno chiedendo di cosa sono capace?
“Comunque.” Marlene scosse di nuovo la testa. “Cosa sta succedendo
qui? Il tuo ga o, Lily?”
“Regalo di San Valen no,” sorrise Lily, accarezzando mentre lui le faceva
delle fusa in grembo. “Il suo nome è Hieronymus.”
“Orecchiabile”. Marlene disse, sorridendo. “Bello, Po er sei un gran
tenerone.”
“Sei ancora nella squadra, giusto?” Chiese James, appoggiato in avan ,
“La mia stella Ba tore?!”
“Ovviamente,” girò gli occhi “suppongo che i tempi di allenamento non
siano cambia ...?”
“Primo allenamento domani ma na.” James disse.
“E, s amo pianificando questo enorme--” Peter iniziò, con entusiasmo,
ma fu sciupato via in un a mo,
“Oi, McKinnon.”
Si voltarono tu per vedere Yasmin in piedi dietro il divano, le mani ai
fianchi e sorridendo ampiamente. Era ovviamente pronta per andare a

608
le o, i suoi capelli erano ammucchia in testa e indossava una
maglie a di Holyhead Harpies di grandi dimensioni e un paio largo di
pantaloni da uomo come pigiama.
“Tu o bene, Patel?” Marlene rispose. Remus non poteva vedere la sua
faccia ma lui sapeva che stava sorridendo. Si ritorse intorno al divano e
si alzò verso lei e le ragazze si abbracciò saldamente.
Potres farlo, Remus realizzò, se fossi una ragazza. Nessuno pensava
fosse strano. Si chiese se Sirius stava pensando la stessa cosa. Sperava
di no. Questo mise fine a qualsiasi discorso sui lupi mannari, e ciò fu un
sollievo.
Remus sperava che potesse evitarlo anche più tardi, quando era solo lui
e Sirius. Era sicuro che avrebbe voluto sapere come si sen va Remus, e
quello che pensava ... sì, okay, Remus aveva capito che la
comunicazione era importante e Blah Blah Blah ... Ciò significa che
dovevano discutere di ogni cosa dolorosa nei minimi de agli?!
Per l’amor di Dio. Si stava già agitando, e non era nemmeno ancora
successo. Si s rò il collo e poi le sue spalle. Era ancora un po’ dolente da
quel bacio nel corridoio, realizzò. Non era sicuro se Sirius lo avesse fa o
in quel modo apposta, o se fosse stato tu o solo uno spe acolo per
Christopher, ma aveva risvegliato qualcosa a Remus, e ora sembrava ...
ah ecco fa o. Si spostò un po’ nel suo posto, e cercò di ignorarlo.
Mary aveva preso possesso dell’altra estremità del divano, e ora si stava
curando casualmente le unghie e chiacchierando con Lily, che stava
prendendo in giro Hieronymus con una penna.
Yaz scalò sul retro del divano per prendere il suo posto, e lei e Marlene
stavano parlando molto rapidamente e molto tranquillamente. Remus
sen il profumo afoso dell’incantesimo muffliato, che era più strano
dall’esterno piu osto che dall’interno - come se le loro stesse parole
fossero sfocate in qualche modo.
Erano sedu così vicine l’un l’altra che le loro cosce si toccavano, il
braccio di Yaz era allungato nella parte posteriore del divano appena
dietro la testa di Marlene.
James e Sirius erano in una profonda conversazione sul prossimo
incontro di Quidditch contro Corvonero, Peter stava esponendo con
entusiasmo ogni tanto le sue ta che. Remus rò fuori il libro e cercò di
leggere. Non andava molto bene; non riusciva a concentrarsi con così
tante persone che chiacchieravano.
L’ul ma cartolina di Grant era stata nascosta coper na di Maurice, e
Remus la lesse di nuovo. Questa volta la foto sul davan era di tre
ragazze in bikini che amoreggiavano nel mare. Anche Sirius l’aveva

609
trovato divertente. Non c’era molto sul retro - Grant era stato un uomo
di poche parole, quando aveva scri o questa cartolina.

Lavorare sodo, divertendosi. Spero che tu s a bene.


Con amore.

Quella parola di nuovo. Ovviamente Grant la poteva dire. O scrivere.


Non poteva scrivere il cognome di Remus allo stesso modo due volte,
ma ‘amore’ non era un grosso problema. Ugh. Solo mezz’ora fa, Remus
era stato quasi completamente libero dalle preoccupazioni; nel bozzolo
dei suoi amici, e Sirius e con l’idiota pensiero che tu o sarebbe andato
bene, se solo riuscissero a fare un grande scherzo.
Ma l’ombra era caduta ora, e non importa dove guardava, tu o ciò che
Remus potrebbe vedere era un problema e i suoi fallimen . Frustrato,
chiuse il suo libro sulla cartolina un po’ troppo forte. Tu alzarono lo
sguardo.
“Tu o bene, Moony?” Chiese Lily, delicatamente.
“Bene. Scusate.” Remus annuì. Raggiunse le sue tasche per prendere
una sigare a, rando rapidamente fuori la sua scatola di fiammiferi.
“Non nella Sala Comune, per favore!” Lily passò in modalità Caposcuola
veloce come un flash.
“Giusto, giusto, mi dispiace ...” si arrampicò goffamente in piedi, la
sigare a tra le sue labbra. “Vado di sopra.”
“Andiamo a le o.” Marlene disse, poi arrossì e balbe ò rapidamente,
“intendo, al piano di sopra. Dormire. Ehm. Sai - se facciamo un po’ di
pra ca
...”
Yaz era a malapena in grado di tenere una faccia dri a mentre salutava
tu loro, prima di sbrigarsi le scale dopo la sua ragazza. Mary e Remus
condivisero uno sguardo sapiente, ma James e Lily sembravano ancora
beatamente ignari di tu o.
“No e.” Remus disse a tu , sollevando la borsa sulla sua spalla e
dirigendosi alle scale per i dormitori dei ragazzi.
Era stato un errore. Da solo, non aveva nulla per distrarlo dai suoi stessi
giudizi - ed erano duri. Abbastanza gius , secondo Remus. Se la
famiglia McKinnon non poteva dimen care le ripercussioni del suo
fallimento, allora perché avrebbe dovuto avere qualche minuto di
respiro? E loro erano solo la gente che sapeva di aver deluso - c’erano
famiglie su e giù per il paese che ora affrontavano la luna piena per la

610
prima volta. Era una buona cosa che suo padre era morto, e sua madre
si era liberata di lui. Almeno non poteva causare loro più dolore.
Si sede e sulla sporgenza della finestra, lasciando che l’aria fredda lo
invadesse, fumò e pensò e rimproverò se stesso finché non pensò
anche solo di bu arsi e rare sé stesso fuori da tu o quello. Ma quella
era solo una fantasia che passava. Remus era troppo vigliacco per fare
ciò che dovrebbe essere fa o; questo sapeva.
Tu avia, sen un forte desiderio di fare qualcosa. Qualcosa di dras co,
qualcosa di violento. Al lupo dentro sarebbe piaciuto fare una buona
corsa lunga, ma il coprifuoco sarebbe arrivato presto. C’era un po’ di
erba nel suo casse o dei calzini, ma quello sarebbe servito solo a
renderlo più cupo. Qualcuno stava nascondendo una bo glia di Whisky
Incendiario; lui poteva sen rlo, ma probabilmente era messo da parte
per il proprio prossimo compleanno, e non poteva rovinare la cosa per i
suoi amici. Magari me ere una canzone e sfilare un po’, ma non era mai
stato molto per il ballo, e la sua anca era idolorante.
I passi di Sirius sulle scale distrussero i suoi pensieri. Remus leccò le
labbra, ricordando quel bacio da prima. Ah. Era sempre questa. L’ul ma
distrazione. Decisione fa a, accendese la sigare a e si alzò, andando
intenzionalmente dall’altra parte della stanza. Raggiunse la porta
proprio quando Sirius la spinse per aprirla - meglio non dargli neanche
una possibilità.
“Moony, ero appena venuto a vedere se stav--”
Lui lo fece tacere con un bacio feroce, schiacciando le loro labbra
insieme, randolo ai fianchi in modo che fossero premu duramente
l’uno contro l’altro.
“Oh, okay ...” Sirius ansimò, quando finalmente si liberò. Prese a calci la
porta che si chiuse dietro di loro e Remus lo trascinò al le o.
Era stato bello. Davvero, davvero bello. La frustrata urgenza di Remus
era stata accolta con entusiasmo da Sirius, e si scagliarono l’uno contro
l’altro. Perdere te stesso in bevande o erba non era niente rispe o a
perdersi in Sirius Black. Erano sta a questo punto abbastanza a lungo
per conoscere i limi l’uno dell’altro, e fino a quanto potevano spingersi
oltre.
“Cazzo.” Sirius geme e, quando era tu o finito, e le finestre erano
appannate, la luna fuori era diventata più alta. Remus raggiunse ancora
una volta le sue sigare e, la sua pelle calda ronzava.
“Cazzo.” Sirius disse di nuovo, alle sue spalle fissando. Bel disastro.
“Cosa ha portato a questo?”
“Solo tu.” Rispose Remus. “Lo volevo semplicemente.”

611
“Non mi lamento.”
Remus si stabilì, fumando tranquillamente. Questo era buono. Questo
era il meglio ad ogni modo, che qualsiasi altra cosa potesse fare. Era
ancora irrequieto, però.
Un po’ più stanco, ma irrequieto e instabile. Potrebbe farlo di nuovo.
Potrebbe con nuare tu a la no e, se avesse aiutato a spegnere il suo
cervello. Questo lo fece sguardare verso la porta - non avevano chiuso
le tende, e per qualche miracolo nessuno era entrato.
“Dove sono gli altri?”
“Mmh?” Gli occhi di Sirius si erano chiusi, ma si svegliò,
valorosamente, “Oh, ... Peter gioca a scacchi con uno del secondo
ovviamente una sorta di maestria ca va, Mary è andata a le o, e Progs
e la sua signora sono anda nel bagno dei Prefe . Pensavano di essere
più discre .” Ridacchiò leggermente so ovoce.
“Vado a lavarmi i den .” Remus disse alzandosi. Nel bagno, tu o tornò
a galla, e non riuscì a incontrare i suoi occhi nello specchio.
Quando tornò fuori, Sirius si era svegliato un po’, ed era seduto sul
le o. Sorrise a Remus.
“Ehi, volevo solo controllare che tu fossi okay a proposito di Marlene e
tu o,”
“Tu o bene,” Remus annuì, casualmente, tornando dentro e chiudendo
le tende. “È bello riaverla qui con noi.”
“Mmh, spero che tu non sia preoccupato per--”
“Dobbiamo parlarne?” Remus strisciò verso di lui, salendogli sopra a
cavalcioni. Cominciò a baciare il collo di Sirius, a dondolarsi su lui
lentamente.
“Acciden , di nuovo?” Sirius sembrava sorpreso, ma non esa amente
infelice per questo.
“Mmmh ...” Remus rispose, prendendo i polsi e tenendoli, stre . Dei
polsi così belli.
“Mmm ... bene okay, ma se sei preoccupato--”
“Zi o, Black”. Remus ringhiò, randosi indietro e incontrando gli occhi.
Sirius lo fece, mordendosi il labbro.
Remus sorrise.
“Molto meglio. Niente più parole per stasera. “

612
Era un trucco crudele, davvero, sfru are la par colare propensione di
Sirius a seguire istruzioni dire e. Ma aveva funzionato, e Remus aveva
trovato la sua pace, almeno la no e. Il giorno dopo era stato più duro,
ma le lezioni e il tempo trascorso in biblioteca erano diventate una
barriera confortevole tra di loro ancora una volta, per non parlare del
gruppo generale di amici che li avevano accompagna pra camente
ovunque.
Un uomo più saggio e più coraggioso avrebbe potuto usare il tempo per
guardare in sé stesso, affrontare i sen men di colpa e vergogna e il
disgusto verso sé stesso, e forse avrebbe fa o alcuni cambiamen per il
meglio.
Remus preferiva fingere che tu o andava bene.
E per un po’ comunque, sembrava che Sirius lo lasciava fare. Erano
ancora insieme quasi tu o il tempo, e non era come se stessero
li gando. Se Sirius si chiedeva perché la libido di Remus iniziò ad
aumentare in qualsiasi momento che iniziavano ad avere una
conversazione privata, non disse nulla. Alla fine, lui prese una ta ca
diversa.
Durante il fine se mana prima della prossima luna piena, stavano
tornando a scuola da Hogsmeade, e Remus aveva dovuto rallentare a
causa della sua stupida anca, di nuovo.
Sirius e James stavano chiacchierando avan , ma Christopher tornò
indietro a tenere compagnia a Remus.
Erano sta ai Tre Manici di Scopa, ma tu o il grande gruppo di loro, e
Christopher era sempre troppo mido per parlare molto in quel po di
situazione. Così accolse ora l’occasione.
“Sono contento che sia piaciuto il libro”, disse con le mani nelle sue
tasche mentre camminava, “Non era un bel finale?”
“Sì grandioso.” Remus disse, strofinando il fianco per cercare di
a enuare il dolore.
“Maurice - il personaggio - mi ha ricordato un po’ te.”
“Che cosa? Nah.” Stava iniziando a sudare per lo sforzo, nonostante
l’aria fredda di febbraio. Si asciugò la fronte, socchiudendo gli occhi in
salita. Sirius e James erano avan e stavano ridendo di qualcosa
insieme. Christopher seguì il suo sguardo e strinse le labbra.
“Tu e lui siete ...?” Non riusciva a trovare le parole, e Remus sapeva
cosa intendeva, quindi gli diede una risposta dire a. Non c’era bisogno
di essere evasivo. “Si.”

613
“Oh.” Christopher sembrava sgonfiato, come se avesse ancora pensato
che
fosse tu o uno scherzo a sua spesa. “Che cosa è, allora?”
“Non so. Buono. Grande.”
“Vorrei ...” Sembrava così triste, e non finì mai la frase. Dopo un po’ di
tempo, mentre lo ava per tenere il passo, Remus gli toccò la spalla
delicatamente.
“C’è qualcuno per tu , Chris”.
“Può essere.”
“Oi Moony! Forza!” Sirius stava urlando. Ora erano quasi a scuola, Sirius
si era fermato so o la porta ad arco di pietra per aspe are.
“Ci vediamo dopo, okay Remus?” Christopher mormorò, dopodiché
fece una piccola corsa.
Remus era sfinito ma finalmente raggiungense il cancello della scuola.
La sua anca stava urlando dentro lui ora, le ar colazioni bruciavano, del
dolore andava su e giù per lei gamba. Annuì a Sirius a tolo di saluto,
senza fiato per parlare. Lui si appoggiò contro la pietra con un braccio,
sperando che a Sirius non dispiacesse aspe are un po’ più a lungo
mentre si rava insieme.
“Scusa.” Disse infine tra un respiro all’altro. “Odio quella cazzo di
collina.” “Stai bene?” Chiese Sirius, dandogli uno sguardo divertente.
“Scusa, non volevo lasciar indietro.”
“Tu o bene”. Remus rispose: “Mi conosci, sono solo un po’
traballlante.” Si raddrizzò, e si strofinò di nuovo la anca.
“È il tuo fianco?” Sirius aveva le sue mani sui suoi fianchi ora, e gli stava
dando uno sguardo dall’altro al basso e sembrava come Madam Chips
dopo una bru a luna piena.
“Sì,” Remus scrollò le spalle. “È sempre stato un po’ un
spiritoso.” “Quando dici ‘un po’ spiritoso’ vuoi dire che fa
male?” “È solo un po’ dolorante.” Disse Remus, indignato.
“Quindi fa male allora.” Sirius sollevò un sopracciglio.
Remus odiava quell’aspe o superiore.
“Da quanto tempo va avan così?”
“Oh, non so,” Remus ge ò le mani in aria con fare esasperato - qual’era
il punto?! “Credo da quando avevo tredici anni.”
“Stai scherzando?!”
“Appena prima o dopo.”
“Che cosa dice Madama Chips?”

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“Oh, per l’amor di Dio, non la fermo per questo po di merda!” Remus
era consapevole che la sua voce stava diventando più forte, alcuni terzi
anni si girarono a guardarlo, prima di scappare ridacchiando.
“Non essere ridicolo.” Sirius incrociò le braccia, “Lei è un’infermiera, lei
dovrebbe far sen re meglio. Cosa fares se dicessi che provo dolore
da cinque anni?!”
“Non è lo stesso!”
“Di cosa stai parlando?
“Non sei un fo uto lupom--” Si fermò appena in tempo. Entrambi si
guardarono intorno in modo fur vo, controllando che nessuno stava
ascoltando. Remus rimproverò se stesso. Era passato molto tempo da
quando aveva lasciato che qualcuno avesse la meglio sul suo
temperamento.
Sirius si sporse in avan .
“Non meri di soffrire, porca pu ana.” Mormorò.
Fece male. Non sapeva perché, ma aveva colpito Remus così
bruscamente che gli mancò il respiro, e i suoi occhi iniziarono a
pizzicare. Si raddrizzò, a ento a rimanere inespressivo questa volta.
Alzando il mento a Sirius, incontrando il suo sguardo furioso.
“Non parlerò più a questo proposito. Forza, o perderemo la cena.”
E cominciò camminare in avan , mordendosi il labbro per il dolore al
fianco.

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Remus il martire  
I was born with a plas c spoon in my mouth
The north side of my town faced east, and the east was facing south
And now you dare to look me in the eye
Those crocodile tears are what you cry
It’s a genuine problem, you won’t try
To work it out at all you just pass it by, pass it by

Subs tute me for him


Subs tute my coke for gin
Subs tute you for my mum
At least I’ll get my washing done.

Mercoledì 22 febbraio 1978


La situazione di stallo tra Remus e Sirius durò il resto del weekend.
Domenica era il giorno della par ta tra Grifondoro contro Corvonero di
Quidditch, quindi finirono per non parlare molto. Entrambi si sede ero
insieme nelle tribune, farono quando era appropriato, e si incupirono
ogni volta che Corvonero segnava.
“Eeeeeee altri dieci pun a Grifondoro!” Il commentatore disse
a raverso il megafono, “un travolgente sessanta pun ora segnato dal
Team Captain James Po er, nessuna sorpresa lì - I fan stanno iniziando
a chiedersi cosa ne sarà dei possen leoni il prossimo anno quando non
avranno il loro Golden Boy da cui dipendere - OOF, a enzione a quel
bolide, Simms! ... ben fa o! Anche se devo dire, io sarei virato a sinistra,
ma suppongo che non tu siano sta scel per la loro destrezza, a
volte è solo un dare a tu possibilità, indipendentemente dalla
capacità ...”
“Chi lascia che Allock faccia il commentatore?” Sirius borbo ò. “Stupido
cre no non sa nemmeno nulla di Quidditch.”
“Mi ha de o che era in fila per giocare per Puddremere,” disse Peter, “e
la sola ragione per cui non ha mai giocato per Corvonero era che il suo
allenatore gli disse che non dovrebbe sprecare il suo dono nei giochi
scolas ci.”

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“Sei così credulone, Pete,” Remus lo howed, “ne so più io di Quidditch
di quel coglione. “
“Sì, e Moony sa tu o di Quidditch quanto sa giudicare le persone.”
Sirius aggiunse, la sua voce inu lmente ni da.
Remus si colorò in volto. Bene, se Sirius voleva essere passivo
aggressivo. “Beh, Padfoot,” rispose, freddamente, “Se vuoi farlo così
tanto, vai a chiedere alla McGrani . Penso che sares perfe o per il
lavoro.”
“Che cosa?” Sirius si accigliò. Remus sollevò un sopracciglio,
“Oh sì, sei l’unica persona in questa scuola che spara più merda di
quanto faccia già Allock.”
Mary e il Lily scoppiarono in risa ne, coprendosi la bocca. Sirius si
accigliò di nuovo.
“Va’ al diavolo”. Mormorò.
Il gioco si era concluso con 280 pun a Grifondoro, ma Sirius non faceva
più il fo.
Le par te di Quidditch generalmente prendevano la maggior parte del
giorno, dalla colazione dove ascoltavano i discorsi tra Pep di James,
all’inevitabile festa nella Sala Comune. Sirius era rimasto fino a tardi,
quindi nessuno notò che non erano anda a le o insieme.
Entro lunedì, erano in termini leggermente più civili - o almeno,
nessuno dei due voleva che qualcuno dei loro amici sapesse che
stavano li gando. Remus si era immerso nel suo ripasso per i NEWT - se
non era solo in biblioteca, estendeva le sue sessioni di studio di gruppo
per rimanere lì un’ora in più del solito, ogni no e. Era la se mana della
luna piena, ed era assolutamente esausto, ma almeno lo faceva dormire
più facilmente.
E doveva evitare anche Marlene, ovviamente. Aveva deliberatamente
saltato il corso dalla classe di guarigione no urna del martedì di
Madama Chips, nel caso in cui l’argomento dei licantropi riaffiorasse
nella sua bru a testa di nuovo.
A sorpresa di Remus, Gilderoy Allock, il viscido commentatore di
Corvonero, partecipò come ospite nel suo gruppo di ripasso del
mercoledì.
Allock era un anno più piccolo, e non aveva oltrepassato il radar dei
Malandrini. Era un po’ fas dioso, incline a ridere troppo
rumorosamente nella Sala Grande mentre mangiavano, ma quello era
tu o ciò che Remus sapeva di lui.

617
Si avvicinò a Remus, i suoi capelli in ridicoli riccioli biondi, e puzzava
anche di dopobarba.
“Adoro quest’idea,” sgorgò, “Aiutare gli altri studen a raggiungere i
risulta , davvero grande!”
“Ehm, sì, suppongo.” Remus rispose, mescolando i suoi fogli.
“Ho pensato che potrei dare una mano,” Allock sorrise con i den “io
sono piu osto un po’ bravo, lo sai. Incantesi, Trasfigurazione, Pozioni - e
così via.”
“Um. Grande.” Remus annuì, “avevo de o che avrei parlato della
legislazione an -gigante con i terzi di oggi, ma fai una chiacchierata con
Chris,” si allontanò, rapidamente, lasciando Christopher ad affrontarlo.
Mercoledì ci fu anche la seconda riunione ufficiale della cooperazione
tra case di pianificazione di scherzi, quindi Remus e Chris rimasero
indietro nella stanza di Incantesimi dopo lo studio di gruppo. Chris
aveva un’espressione vagamente stordita mentre si appoggiavano
contro la scrivania di Vi ous, in a esa degli altri.
“Scusa per prima” disse Remus, accendendo una sigare a come
Lockhart usciva. “Non sapevo come affrontarlo.”
“Oh, va bene, è nelle mie lezioni, quindi sono abituato a lui.” Chris
rispose, ancora guardando un po’ disturbato.
“Cosa voleva?”
“Ci è voluto un po’ per capire,” Christopher si accigliò “con nuava a
raccontarmi come è bravo, e tu o ... ma penso che volesse aiuto con gli
Incantesimi.”
Remus sbuffò sdegnosamente.
La sessione di pianificazione dello scherzo era stata più breve della
se mana prima - si era scoperto che nessuno aveva ancora avuto idee
decen . Il quarto anno di Corvonero aveva scoperto alcune maledizioni
francamente terrifican che erano tu desiderosi di condividere, ma il
Lily li bloccava, ribadendo la regola che nessuno dovrebbe farsi male.
Si divisero di nuovo per andare verso le loro Sale Comuni e Remus era
stato colto all’improvviso con una scelta tra Marlene e Yaz o Sirius e
Mary. Alla fine decise che era meglio il diavolo che conosceva, e scelse
Sirius e Mary.
Lei parlò per la maggior parte del tempo, il che fu un sollievo, e l’unico
momento imbarazzante era arrivato quando i ragazzi erano tu torna
nel dormitorio.
Remus andò verso il proprio le o, rando indietro il piumino.
“Stai dormendo lì, allora?” Chiese Sirius, di punto in bianco.

618
Remus si accigliò, girandosi per guardarlo. Non aveva pensato che fosse
all’altezza del diba to - si parlavano a malapena, perché mai avrebbero
dovuto dormire insieme?
E perché mai Sirius vuole richiamare la sua a enzione proprio davan al
altri?! “Si.” Annuì, tornando indietro, “Domani c’è la luna piena. Ho
pensato che dovremmo tu dormire il più possibile ora.”
“Sì, abbastanza giusto.” Sirius rispose. Remus si arrampicò sul suo le o
e chiuse le tende, senza dire un’altra parola.
“Tu o okay?” James sussurrò, molto rumorosamente. Sirius grugnì una
risposta, e questo è quanto.

Giovedì 23 febbraio 1978


Remus era più nervoso del solito il giorno della luna piena. Aveva
dormito male comunque, pensando ai McKinnon e Sirius e chiedendo
come aveva intenzione di sistemarne le cose.
A colazione, sembrava che anche Marlene avesse avuto una no e
difficile. I suoi occhi erano rima rossi, e i suoi capelli erano più
disordina del solito. Yaz e Mary sedevano a entrambi i suoi la , per
essere coloro che la confortavano di più.
“Non riesco a sme ere di pensare a lui,” Marlene scosse la testa,
fissando la sua ciotola di cornflakes. “Ho le o così tan libri e tu
dicono che fa molto male ...”
Remus smise di mangiare la propria colazione, e sorseggiò il suo tè,
cercando di nascondere la sua angoscia.
“Anche io l’ho le o,” disse Sirius, “ma sono sicuro che finché Danny
chiede l’aiuto di cui ha bisogno che starà bene.”
Remus cercò di ignorare questo, ribollendo in modo tranquillo so o il
suo colle o.
“La mamma ha dovuto portarlo al Ministero.” Marlene con nuò,
miserabile, “Hanno celle lì, a quanto pare. Abbiamo chiesto se ci
sarebbero guaritori sta presen dei guaritori, ma nessuno può dirmi
nulla.”
“Sono sicura che sia il posto migliore,” Yaz le toccò il braccio,
delicatamente. Nessuno concordò con lei. Mary strise le labbra.
“Non merita questo!” Marlene scoppiò in lacrime, “non merita di
essere bloccato da solo! È il mio fratello adorabile, non un qualche ... un
qualche animale.”

619
La nausea della colpa minacciava di sopraffare Remus, e se ne andò non
appena riuscì. Il resto della giornata riusciva a malapena a concentrarsi
sulle sue lezioni.
Perverso come lo era, dal momento che i Malandrini erano diventa
animagi, non vedeva l’ora di fare una luna piena a Hogwarts. Era stato
da un po’ che non ne temeva una così tanto.
Quando arrivò all’ufficio di Madama Chips la sera, l’aveva trovata che si
accigliava davan a un mucchio di le ere. Non l’aveva mai vista fare dei
lavoro di ufficio prima.
“Oh, ciao caro,” le sorrise, stancamente, “Andiamo?”
Annuì e aspe ò pazientemente che lei indossasse il suo mantello. La
vide fissare le le ere. “Sono da ex-allievi, sopra u o”, spiegò, “che
sono sta colpi dagli a acchi. Alcuni di loro hanno familiari di fronte
alla loro prima luna piena, e volevano sapere se so qualcosa di u le.”
“Oh.”
“Sono stata in grado di spiegare un po’ di post-cura, ma tu e io
sappiamo quanto poche siano le vere informazioni” con nuò, mentre
uscivano. Remus era rimasto muto. “Ho avuto la povera signorina
McKinnon qui ogni giorno, quasi. Lei è una tua amica, non è vero?”
“Sì.” La voce di Remus si incrinò leggermente. Madam Pomfrey gli
accarezzò il braccio dolcemente.
“Deve essere molto difficile per te, mio caro.”
“Va bene.”
“Sai che puoi sempre parlarmi, se hai bisogno.”
“Grazie.” Poteva sen re la voce di Sirius nella parte posteriore della sua
testa, schernendolo, io te l’avevo de o...
Ma Sirius sbagliava. Il dolore fisico era stato il minimo dei problemi di
Remus, e qualcosa che era disposto a sopportare, se doveva. Gli ricorda
ciò che si meritava.
Nonostante la sua apprensione, la luna piena era un sollievo. Remus
non aveva nemmeno pianto dal dolore della trasformazione, aveva solo
lasciato che lo consumasse. Per quando lo facesse vergognare, era bello
diventare qualcos’altro per alcune ore; rinunciare al controllo. Il lupo
era ancora in buoni rappor con Padfoot, almeno, e potevano giocare e
correre e cacciare senza problemi umani nel mezzo.
Ma non doveva durare.

620
Venerdì 24 febbraio 1978
La rou ne ormai era normale. Remus si era trasformato in forma
umana, gli altri avevano controllato che era tu o okay, poi, Madam
Chips era venuta a prenderlo, spese la ma na so o una coperta
dormendo, si svegliò in tempo per il pranzo, allora tornò indietro al
proprio le o nel pomeriggio.
Più recentemente, Sirius venivaa prenderlo dall’infermeria, se il suo
orario glielo consen va. (E, in realtà, anche quando il suo orario non lo
perme eva - Sirius prendeva una scusa qualsiasi scusa.) Naturalmente,
dato il modo in cui Remus aveva agito, non si aspe ava che Sirius
venisse quel giorno. Ma Sirius era sempre pieno di sorprese.
“Ti ho portato una cioccorana”, disse, aspe ando pazientemente che
Remus finisse di legare i suoi lacci. Gli consengnò una scatola di
cioccorana, che Remus aveva acce ato. Il suo temperamento si era
raffreddato un po’; forse un buon sonno lungo era stato tu o ciò di cui
aveva bisogo.
“Grazie.”
“Possiamo essere okay, di nuovo?” Chiese Sirius, sembrando
sinceramente dispiaciuto. “Possiamo entrambi amme ere solo che
abbiamo de o alcune cose stupide, ma è finita, ora?”
Remus lo guardò dopo molto tempo. Poi lui sorrise,
“Sì, andiamo avan .”
Tornarono alla torre abbastanza felicemente, anche se Remus stava
spingendo se stesso un po’ più veloce del normale, cercando di non
zoppicare o mostrare alcuna traccia di disagio.
“Marlene sta bene?” Chiese Remus, mentre si avvicinavono alla Sala
Comune.
“Sì, credo di sì,” Sirius annuì, “ha ricevuto una le era da sua mamma
questo ma na, dicendo che Danny è okay. Ha pianto un po’, ma ora è
in uno stato migliore.”
“Bene. Questo va bene.”
Oltrepassarono il buco del ritra o e passarono a raverso la Sala
Comune. “Penso che andrò dri o a le o per un po’,” disse Remus,
andando verso il dormitorio. “Se va bene?”
“Ovviamente!” Sirius annuì educato, mentre si diressero ancora verso
un’altra rampa di scale. Remus stava seriamente lo ando ora, ma
sarebbe stato dannato se lui avesse lasciato che Sirius se ne accorgesse.
“Sei stanco?” Chiese Remus.

621
“Nah,” disse Sirius, “ho dormito tu a la ma na. Anche Peter.”
“Oh bene.” Remus finalmente raggiunse il suo le o e si sede e.
Senza nemmeno pensarci, la sua mano andò a strofinare il fianco. Si
fermò non appena si rese conto, ma Sirius se ne resero subito conto.
Guardò Remus negli occhi con aria di rimprovero.
“Hai parlato con Madam Chips?”
“Abbiamo avuto una bella chiacchierata, grazie.” Remus si irrigidì,
me endosi sulla difensiva, “circa tu i suoi poveri ex studen che si
sono dovu trasformare per la prima volta la scorsa no e. Era davvero
allegro.” “Ma le hai parlato del tuo fianco?!” chiese Sirius.
“No.” Remus sbuffò, sdraiato.
“Remus, sme la di fare il difficile! La vedi ogni se mana! Solo
menzionarlo
- voglio dire, lo farò io se vuoi. “
“Gesù Cristo, non ancora questo! Lasciami solo!” Remus si sede e di
nuovo. “No!” Sirius disse, altre anto ferocemente, “Non capisco perché
non glielo dici, sono sicuro che può aiutar .”
“Oh mio Dio, perché non riesci a lasciar stare la cosa? Ho de o che non
voglio disturbarla per una cazzata come questa. Stai facendo casino per
niente!” Remus era irritato, in piedi ora, il lupo dentro di lui voleva il
terreno più alto; avere il dominio.
“E stai evitando di nuovo i tuoi problemi!” Sirius infuriò, “fai sempre
così ed è così dannatamente stancante! Pensi di essere così maturo,
vero? Mantenere tu o dentro di te. È stupido! Stai solo facendo un
mar re di te stesso, è come se volessi essere infelice. “
“Oh, vaffanculo, Black!” Remus urlò indietro. “Facile per te, non è
vero?! Perché dobbiamo sempre parlare della mia merda, mh?! Mr
‘Dimmi un cazzo di segreto’?!”
Sirius sba é le palpebre, scioccato e Remus era esaltato; aveva
qualcosa ora. Lui aveva Sirius nelle sue mascelle, non lo stava lasciando
andare fino a quando non aveva assaggiato il sangue. “Che cosa a
proposito di te, Sirius?! Come mai non riusciamo mai a parlare della tua
fo uta famiglia, con il tuo fratello Mangiamorte e i tuoi insani cugini?!
Perché non ... parliamo del tuo dolore, e le tue cicatrici per un po’,
vediamo come ci si sente.”
“Remus, porca troi--”
“No, lo so! Perché non parliamo di tua madre?” Remus era entrato per
uccidere, ed era più efficace di quanto si aspe asse.

622
Sirius cambiò completamente; la sua espressione era bloccata, la sua
postura si era incurvata, come se fosse stato preso a pugni
nell’intes no.
Remus quasi desiderava averlo preso a pugni, perché poi almeno Sirius
avrebbe potuto solo colpirlo indietro, e potevano avere una giusta lo a,
e quello sarebbe giusto. Ma questo non era stato giusto, e non poteva
tornare indietro.
Sirius lo guardò con uno sguardo che esprimeva il suo dolore e lo shock,
prima di cambiare la sua espressione e di tornare arrabbiato.
“Vai a far fo ere, Lupin.” Sputò, precipitando fuori.
“Sì, leva dalle palle, allora!” Remus gridò quando la porta sba é.
Stava respirando duramente, e la sua faccia era molto accaldata.
Desiderava che Sirius tornasse indietro a urlare un po’ di più, così
poteva gridare a sua volta, ma si accontentò del fumo. Vaffanculo a
tu .
Sirius non ritornò, e Remus non sapeva dove fosse la Mappa, in quel
modo lui non riusciva a trovarlo.
Alla fine, la porta della stanza del dormitorio si aprì di nuovo, e Lily e
James
arrivarono, molto vicino e sussurrando felicemente,
“Oh, ciao Moony!” James si fermò mentre vide Remus alla finestra.
Sembrava un po’ imbarazzato, “Scusa, pensavamo che sares stato
nell’ala ospedaliera, ancora.”
“No. Mi perme e di andare via dopo pranzo, normalmente.” Remus
rispose, monotono. Lui si alzò, “Mi tolgo dai piedi.”
“No, no, Remus, no!” Lily disse, agitata, “siamo appena venu qui per il
silenzioso.”
“Veramente?” Remus sollevò un sopracciglio sarcas co e il Lily e James
arrossirono, guardando lontano.
“Dov’è Padfoot?” James andò a seder sul suo le o.
“Non lo so.”
“Cosa?”
“Non lo so. Non importa.” Remus prese un’altra sigare a dal suo
pacche o di fiammiferi e accese l’ul ma.
“State ... avendo una discussione?”
“Guarda, restane fuori, Po er.” Remus ringhiò.
James si ritrasse, e guardò Lily, che scrollò le spalle.

623
In quel momento, come se fosse stato convocato solo per rompere la
tensione, un gufo volò nella finestra aperta, sorprendendo tu e tre.
Era da parte dei Po er e James recuperò due le ere legate alla sua
gamba. Guardò giù a una e la tese a Remus.
“Per te, Moony.”
Cliccando la lingua irritabilmente, Remus si alzò dal davanzale e andò a
strappare la le era dalla mano distesa di James. La aprì sfilando la
breve nota da Mrs Po er, che aveva gen lmente inoltrato la sua
corrispondenza. Si aspe ava un’altra cartolina da Grant, ma era una
busta piegata ordinatamente. Non riconosceva la calligrafia ordinata,
ma aveva un mbro babbano.
Guardò l’indiri o, scri o in una minuscola scri ura sul retro.
Se non consegnato, si prega di tornare a:
MS Hope Jenkins, Sparrow Ward, Cardiff City Hospital, Cardiff.

624
Hope  
They fuck you up, your mum and
dad. They may not mean to, but
they do. They fill you with the
faults they had And add some
extra, just for you.

But they were fucked up in their turn


By fools in old-style hats and coats,
Who half the me were
soppy-stern And half at one
another’s throats.

Man hands on misery to


man. It deepens like a
coastal shelf. Get out as
early as you can,
And don’t have any kids yourself.

Ms Hope Jenkins.

Remus soffocò sulla sua sigare a, poi la lasciò cadere, lasciando un


buco nei suoi pantaloni.
Imprecando con dolore, balzò su, accarezzando selvaggiamente il buco
caldo sulla sua coscia.
“Remus!” Lily lo fissò, allarmata, “stai bene?!”
“Sì, sì ...” prese la sigare a e la ge ò fuori dalla finestra. Aveva
accartocciato la piccola busta nell’altra mano. Lui si infilò la carta
accartocciata in tasca. “Solo ... vado in bagno.”
Si affre ò ad andare nel piccolo bagno e sba é la porta chiusa,
cercando di regolare la sua respirazione. Okay. Okay. Avrebbe dovuto
aspe arselo. È stato lui che aveva scri o a lei, dopo tu o.
Remus rò fuori la le era dalla tasca e la levigò. Non poteva aprirla di
fronte a Lily e James; avrebbero potuto dire qualsiasi cosa, ed era così

625
impreparato. Si morse il labbro. Voleva un’altra sigare a, ma aveva
appena ge ato l’ul ma fuori dalla finestra. Tipico.
Aprì lentamente la busta, facendo a enzione a non strapparla, come se
potesse significare qualcosa.
La carta era so le, e si spiegò delicatamente. La calligrafia era più
riconoscibile ora. La conosceva dalla le era originale, scri a tu quegli
anni fa, tranne che ora era più affusolata;
notevolmente storta, come se la mano stesse tremando.

Caro Remus,
Mi dispiace che ci abbia messo così tanto tempo a risponder . Temo di
non essere stata bene, e non sono stato a casa per ricevere posta.
Ero così felice di sen r . Mi dispiace non posso scrivere di più, mio caro,
ma mi piacerebbe sen re come stai andando avan . Per favore scrivi di
nuovo, all’indirizzo qui so o. Con amore mamma.

Le mani di Remus stavano tremando ora. ‘Con amore mamma.’ Che


cazzo doveva significare?!
Sen la rabbia invaderlo, pronta ad inghio rlo intero. Il ba be o con
Sirius era sbiadito in modo insignificante, ora era veramente furioso. Era
una rabbia che era rimasta dormiente da molto tempo, ma era sempre
stata lì, in un nucleo all’interno. Una rabbia che non aveva direzione,
nessuno scopo diverso da quello di riempirlo di mania rossa e bollente.
Forse Greyback l’aveva messa lì. Forse è l’abbandono subito. In quel
momento non gliene fregava un cazzo.
Incapace di controllarsi, prese a calci la porta del bagno. La calciò così
forte che scheggiò il legno, passandoci proprio a raverso.
“Fanculo.” Mormorò. “Ow.” Sperava di non aver ro o un dito dei piedi.
“Oh mio Dio, Remus?!” La voce di Lily cantò di nuovo fuori.
“Scusate.” Disse, quasi sull’is nto, mentre strappava il piede libero dal
porta. Lo aveva liberato.
James era in piedi proprio lì, i suoi occhi grandi e larghi, Lily proprio
dietro di lui, come se la stesse proteggendo da Remus.
“A che diavolo di gioco stai giocando?!” James disse la sua voce dura.
“Guarda, stai avendo un li gio con Padfoot, allora me a posto tra voi,
non iniziare a distruggere la nostra stanza!”

626
“Scusate.” Remus disse di nuovo, sentendosi piu osto piccolo. Non era
mai stato sgridato da James prima; era più spaventoso di quanto si
sarebbe aspe ato.
“Remus?” Lily spinse da parte il suo ragazzo, impazientemente, “Cosa
c’è che non va?”
Scosse la testa, guardando giù verso la le era nelle sue mani. Le sue
spalle crollarono. Stava ancora respirando troppo fa cosamente per
essere in grado di parlare. La consegnò a lei.
Lily gli diede uno sguardo bizzarro, ma prese la le era da lui. Mentre le
lesse, i suoi occhi si spalancarono e la sua bocca si aprì. James la lesse
da sopra la sua spalla, e presto le loro espressioni diventarono abbinate.
Remus non riusciva a tenere la respirazione so o controllo; non era
abbastanza sicuro di cosa stesse accadendo. Il suo pe o si fece molto
stre o, come se tu a l’aria fosse stata risucchiata dalla stanza.
All’improvviso si sen va molto caldo e molto ver ginoso, e stava
vedendo stelle.
Inciampò, stringendo la cornice della porta.
“Remus?!” La voce di Lily venne da lui in un’eco, come se fosse in fondo
ad un pozzo profondo. Le sue mani morbide erano sulle sue spalle, e la
guidava giù verso il pavimento - che era una buona cosa, perché le sue
gambe avevano appena deciso di rinunciare a tenero in piedi. Iniziò ad
accarezzargli lentamente la schiena e stava parlando molto con calma,
“Respiri profondi, Remus, mi sen ? Prendi l’aria dalla tua bocca, poi
rala fuori a raverso il naso, okay? Fallo con me; uno due ...”
Non sapeva che po di magia era, ma inizò a funzionare, e dopo dieci
respiri profondi iniziò a sen rsi di nuovo normale. La sua visione si
schiarî, lui alzò lo sguardo. Lily era seduta accanto a lui sul pavimento
della camera da le o polverosa. James. era in piedi su di loro,
sembrando preoccupato. Aveva la le era in mano.
“Grazie,” disse Remus, ancora a corto di respiro, “Scusa, non so cosa sia
successo.”
“Mia sorella ha degli a acchi così tu o il tempo quando diventa
ansiosa,” Lily spiegò. “Hai qualcosa di dolce? Normalmente mangia un
bisco o e dopo i peggio passa.”
“Uhm ... sì.” Remus cerco nella tasca la cioccorana che Sirius gli aveva
dato prima. La scartò un po’ velocemente. La sua bocca era piena di
ricca dolcezza, e si sen va davvero molto meglio.
Cercò di alzarsi, e James gli offrì immediatamente un braccio per
aiutarlo, “Scusa se sono uscito di testa prima, Moony” Disse,
sembrando ancora molto preoccupato, “Sono stato un coglione.”

627
“No, non avrei dovuto spezzare la porta ...” Remus rispose, spazzolando
con a enzione i suoi pantaloni e camminando verso il suo le o per
sedersi. “Oh, non è niente,” Si alzò Lily e ri rò la sua bacche a “Reparo.
Vedi?” “Posso riavere la le era?” Chiese Remus, debolmente.
“Si scusa!” James si affre ò a passarla indietro.
Remus le lesse di nuovo. Il suo stomaco si strinse, ma non ebbe più le
ver gini. Con amore mamma.
“Non sapevo che le avevi mandato una le era.” Disse James. “Non
sapevo che tu sapessi nemmeno dove fosse.”
“I tuoi genitori mi hanno aiutato.” Remus disse, con nuando a leggere.
“L’ho de o solo a Sirius.”
“Oh, amore,” Lily si sede e da parte a lui e gli strinse la mano. “Hai
intenzione di rispondere?”
Remus alzò lo sguardo, fissando avan . Ha preso una decisione.
“No. La vedrò.”
“Oh!” Lily squi , “Sì, certo ... ehm ... la McGrani aiuterà a
organizzare per il fine se mana, forse--”
“No.” Remus scosse la testa, “Andrò adesso.”
“Che cosa?!” Disse James.
“Ho aspe ato abbastanza a lungo.” Remus ha de o. “Ho l’indirizzo.
Vado.” “Remus, non vuoi solo pensarci un a --” iniziò a dire Lily.
“No.” Disse Remus, rando via la mano da lei.
La sua mano andò dove si era pruciato poco prima con la sigare a.
Merda. Dove aveva intenzione di prendere un altro pantalone? Meglio
provare un incantesimo di riparazione una volta calmato un po’. Si alzò
e andò al suo baule per trovare un paio di pantaloni puli . Non poteva
incontrare sua madre con le bruciature di sigare e sui suoi ves ,
poteva?
“Devo sbrigarmi”. Disse a Lily. “È in ospedale, Dio sa perché, potrei non
avere molto tempo”
Si spogliò senza nemmeno pensare. Lily distolse lo sguardo,
rapidamente, arrossendo, ma non gli importava.
“Prongs,” disse, “Posso avere il tuo mantello?”
“Ovviamente.” James annuì, senza esitazione.
“Grazie. Proverò a passare per Mielandia, credo. Non dovrebbe
prendermi tu a la no e, posso tornare prima del coprifuoco,
scomme o.” “Buon piano.” James annuì.
“Come vai a Mielanda?!” Chiese Lily, guardandolo in modo confuso.
Remus guardò James, curiosamente. L’altro ragazzo con una risata

628
imbarazzata spinse più in su i suoi occhiali sul naso. “Ehm ... c’è una
specie di passaggio segreto ...”
Meno di mezz’ora dopo, avevano superato la statua della strega gobba
e stava per iniziare il viaggio a Hogsmeade. Si era fre olosamente
ves to in ves babbani, qualcosa che Lily aveva suggerito quasi
all’ul mo ul mo minuto. James avrebbe voluto dirlo a Sirius e Peter, ma
Remus rifiutò. Peter non avrebbe potuto capire comunque, e Remus
non aveva spazio per Sirius nella sua testa adesso. Fortunatamente
James rispe ò questo ragionamento.
“Quan altri segre hai?!” Lily stava sussurrando, fissandolo mentre
camminavano lungo il tunnel oscuro.
“Lei sa della Mappa?” Chiese Remus, innocentemente.
“Quale Mappa?! Po er! Quale Mappa??”
Non stavano davvero discutendo. Era solo parte del diver mento, per
Lily e James, tu o il li gio. Avevano trascorso così tan anni a farlo che
non sapevano come fermarsi. A Remus non dispiaceva. Aveva occupato
la mente da tu o il resto.
Perché si era calmato ora e i pensieri razionali stavano iniziando a
tornare. Dove stai andando? Perché dovres pensare che vuole vedere
te, dopo tu ques anni? Verrete scoper ed espulsi, e trascinerai Lily e
James con te.
E Sirius. Voleva più di ogni altra cosa avere Sirius nelle vicinanze, se solo
loro non stessero li gando. Forse aveva portato tu o questo su sé
stesso, invocando la madre di Sirius. Oh Dio, cosa succede se Hope
dovesse essere come Walpurga?!
Ma insiste e, perché ora era arrivato fin qui. Erano arriva abbastanza
presto nella can na di Mielandia e tu memorizzano l’indirizzo
ospedaliero, preparando la partenza.
Quella parte era facile. Remus era così pieno di emozioni e adrenalina
che lui doveva a malapena girare la testa e sarebbe stato chiuso nello
spazio, seguendo la corrente della magia verso Cardiff. Lily e James
a errarono un momen più tardi, tenendosi per mano.
“Questo è il Galles, allora.” Disse Lily, guardando intorno alla tranquilla
strada della ci à. “Non c’ero mai stata prima.” “Neanche io.” James e
Remus risposero all’unisono.
“Diamo un’occhiata all’ospedale, allora.” Sorrise Lily. Lasciò cadere la
mano di James e prese quella di Remus invece, a metà portandolo fino
alla fine della strada.

629
Avevano superato solo una strada o due. L’edificio principale era ornato
da vecchi ma oni rossi, il resto del calcestruzzo grigio degli anni ‘60.
Aveva quella fredda atmosfera is tuzionale che ricordò a Remus il St
Edmund’s. “Bene!” Lily disse, brillantemente, di fronte a una grande
mappa dell’edificio, so o un cartello indicante in varie direzioni. “Era il
reparto Sparrow, non era ... così questo è ... laggiù.”
Par di nuovo, e Remus era così felice che fosse lì, perché tu o in lui gli
stava dicendo di scappare e non guardare mai indietro.
Sparrow era in uno dei blocchi di cemento. Si fermarono appena fuori.
“Uhm ... Lily? James?” Remus disse, tenendoli indietro. “Vi dispiace ...
non venire con me? Io solo ... voglio farlo da solo. Scusate.”
“Ovviamente.” Disse Lily, accarezzando la spalla. “Aspe eremo qui,
giusto James? “
“Sì.” James annuì, a entamente, “Moony, sei sicuro di non voler che
chiam-
-”
“Non verrà.” Remus disse, con assoluta certezza. “Avevi ragione,
abbiamo li gato, sono stato orribile con lui, ho de o davvero delle
stronzate. È arrabbiato e ha il diri o di esserlo.”
“Sì, ma ancor--”
“Va tu o bene, Prongs”. Remus lo assicurò: “Sto bene. Okay, ora vado.”
“Buona fortuna!” Lily sorrise.
Annuì, aggraziato e si avvicinò alle porte.
All’interno dell’ospedale c’erano segnali che puntano in tu e le
direzioni, e tre volte Remus dove e tornare indietro perché aveva
sbagliato a girare, o era entrato nell’ascensore sbagliato da qualche
parte. Era un posto terribile; puzzava di mala a, piscio e disinfe ante
che mascherava il sangue e la morte. I nervi di Remus si indebolivano
di minuto in minuto.
Alla fine, passò a raverso delle doppie porte con ‘Sparrow’ stampato
ordinatamente sopra in blu e bianco. Portò ad un corridoio più
tranquillo, con una postazione d infermiere alla fine e un sacco di
camere aperte con file ordinate di persone sdraiate nei le .
Remus si mescolò alle infermiere, cercando di dare un’occhiata ai nomi
dei pazien elenca sul muro dietro.
“Chi stai cercando, caro?” Un’infermiera grassoccia gli ha chiese con un
piacevole sorriso.
“Uhm. Hope Jenkins ...” Remus borbo ò.
“Ah! Parente, vero?”

630
“Sì. Sono suo figlio.”
“Oh, sarà così felice! Hope parla dei suoi figli tu o il tempo. Seguimi,
caro.” Non ebbe avuto molto tempo per essere stordito da quest’ul ma
rivelazione che sua madre aveva ‘figli’, plurale. Senza parole, Remus
seguì l’infermiera giù per il corridoio verde, su un reparto con sei o o o
le . Lo ha portato verso la finestra lontana, dove la luce versata.
“Hope, amore mio, hai un visitatore! Il tuo ragazzo è venuto per veder ,
non è bello?”
L’infermiera lo portò dentro, e si fermò alla fine del le o, impotente. La
donna sdraiata nel le o si mise in una posizione seduta. Ora stava
dando uno sguardo disorientato e un po’ accigliato all’infermiera.
“Chi?” Parlava in una voce tranquilla, rauca, ancora confusa fino che i
suoi occhi scuri a errarono su Remus. Le sue sopracciglia pallide si
alzarono.
“Oh.” Lei disse.
“Ciao.” Disse, sentendosi stupido.
“Vi do un po’ di privacy”, stava dicendo l’infermiera ora, chiudendo le
tende ospedaliere a orno al le o: “Posso portarvi una tazza di tè?”
“No grazie.” Entrambi risposero, ancora fissandosi l’un l’altro.
Era molto piccola, e molto fragile. Scheletrica, anche; le sue ossa e
tendini si vedevano a raverso la pelle. Sembrava molto più vecchia di
quanto Remus avesse immaginato; ma forse quella era solo la mala a.
La sua faccia era affondata e aveva una morbosa qualità simile a
teschio. Ricordò quanto fosse adorabile lei in fotografia, e quanto
sarebbe stata ancora carina, se fosse stata bene.
Più a enta ora, i suoi occhi neri acquosi lo fissarono, con un luccichio
quasi avido; come se stessero assorbendo ogni cen metro della sua
immagine. Si fermo lì, lasciandola guardare.
“Oh,” sussurrò, rauca. I suoi occhi si riempirono di lacrime. “Oh, sembri
proprio lui.”
Quindi questa era sua madre. La guardò e non provò nulla. Si schiarì la
gola, “Ho ricevuto la tua le era.” Non sapeva cos’altro dire. Avrebbe
voluto che non fosse andato.
“Non dovevi venire.” Lei rispose, dolcemente. “Non ho osato chieder
di farlo. Ma volevo veder . Volevo veder ... per anni.” Lei chiuse gli
occhi e le lacrime scesero sulla sua faccia so le.
Schioccò la lingua. Un sacco di cose disgustose e orrende gli bollivano in
gola e volevano solo uscire. Ma che scopo aveva? Stava chiaramente

631
morendo, poteva sen rne l’odore su di lei. Le parole arrabbiate non
farebbero alcuna differenza. Parlò di nuovo. “Sei a Hogwarts?”
“Sì,” annuì. “Ul mo anno.”
“Ne sarebbe così felice. Lyall. Tuo padre.”
Silenzio di nuovo. Remus non voleva guardarla per troppo tempo.
Sembrava così triste, così debole e malata.
“C’è qualcosa che vuoi chiedermi?”
Remus scrollò le spalle. Questo era più orribile di quanto avrebbe
potuto immaginare. Lei rise, dolcemente,
“Non ferirai i miei sen men , lo sai. Questa potrebbe essere la tua
unica possibilità.” Lei inghio , quando Remus non parlò ancora. “Va
bene, allora, dirò solo. Mi dispiace per quello che ho fa o. Non sono
orgogliosa. Ho amato tuo padre più di ... Beh, l’ho amato con tu o il
mio cuore. Era tu o per me, vorrei che tu lo avessi conosciuto. Quando
sei stato ferito, e lui morì ... non sapevo solo cosa fare. Ero così giovane,
ero da sola. Non avevo visto la mia famiglia per anni, e non conoscevo
nemmeno i vicini perché Lyall aveva de o che dovevamo mantenere le
cose segrete.”
Era gallese, riconobbe l’accento ora. Il modo in cui parlava, il nome del
padre in due delica sillabe Ly-all. Si sen va stupido per non essersene
reso conto, visto che erano a Cardiff, ma comunque. Nessuno gli aveva
mai de o che lei era Gallese. Supponeva che non fossero informazioni
per nen a nessuno tranne che a lui.
“Guarda,” disse: “Va bene, non devi spiegare”.
“Ho pensato a te,” disse, disperatamente, “Ogni giorno. Il mio ragazzo, il
mio povero ragazzino.”
“Non …” Disse, sentendosi a disagio - spaventato, anche. “Va bene, per
favore non ...”
Si sede e nella sedia ospedaliera rigida accanto a lei. Non la raggiunse,
e non le tenne la mano, sembrava troppo.
“Ho pensato che fosse la cosa migliore,” pianse, “Non avrei potuto
curar , eri così forte, anche quando eri così piccolo. Dovevo
rinchiuder , eri così spaventato e piangevi per me e non potevo entrare
...”
Si sen va come se un pesante blocco di ghiaccio si fosse sistemato nella
fossa del suo stomaco. Lui solo volevo che sme esse di parlare, non
voleva sen re questo,
“Hai fa o la cosa giusta.” Disse “L’hai fa o. Hai fa o tu o ciò che
potevi, io non ho mai incolpata.”

632
Era vero. Aveva accusato il padre più e più volte nella sua testa, odiato
lui ferocemente per anni. Ma in qualche modo aveva sen to più
simpa a per sua madre, una babbana che era stata lasciata sopraffa a
dalla morte di Lyall tanto quanto lui.
“Ti succede … ancora?” Chiese, i suoi occhi grandi. Erano gli stessi come
i suoi. Lui annuì,
“Non è così male,” men va, “sono stato aiutato. È più sicuro.”
Il suo sguardo si rilassò un po’, il che lo rese felice.
“E la scuola? Scomme o che sei intelligente come tuo padre!”
“Mi piace la scuola”, disse, “Vado abbastanza bene.” Non era sicuro di
che altro dire a proposito, “io ... ho la sua bacche a. Quella di Lyall.” La
sua pelle bianca e so le si rò in un sorriso.
“E tu ... hai qualcuno? Nella tua vita, che si cura di te? “
“Io ...” pensò a Lily e James, a Peter e Grant, a Madama Chips, a Mary e
Marlene, e persino alla professoressa McGrani . E Sirius. “Si, ce l’ho. Ho
amici.”
Guardò il giradischi sul comodino e il piccolo mucchio di dischi sulla
sedia.
I Beatles, Cliff Richard, The Kinks.
“Ques sono tuoi?” Chiese, sinceramente curioso per la prima volta.
“Oh sì,” annuì, “adoro ballare un po’, lo facevo. Lyall era il le ore, ma
sono più felice con una bella canzone pop. Mi aveva preso in giro.”
Il suo accento era incantevole, dolce, amichevole. Era felice che lei non
era elegante; sperava di non sembrare troppo comune per lei.
“Anche a me piace la musica.” Disse, dolcemente. Non riusciva ad alzare
la voce, ma lei non importava. “David Bowie, per lo più.”
“Devi aver preso da me,” disse, assonnata, ancora sorridendo. “Il mio
piccolo bambino. Ti me evo sul tappeto mentre mentre facevo le
faccende domes che e giocavi con i miei dischi e saltavi sul sederino e
contorcevi come se stessi ballando. Love Me Do era alla radio quando
hai fa o i tuoi primi passi.” Mentre diceva questo con nuava a
piangere, i suoi occhi erano sgorgan .
“Penso che ricordo,” disse, rapidamente - era una bugia, ma l’avrebbe
fa a contenta. Non voleva che fosse così triste, non per il suo bene.
Senza pensare, allungò la mano e prese la sua mano, delicatamente,
come se potesse frantumarsi. Era molto piccola.
“Adoro i Beatles,” disse Remus, “Li ho sempre ama .”
Lei sorrise. Anche a raverso le guance vuote e gli occhi scuri della sua
mala a, aveva un bel sorriso. Hope spreme e la mano di suo figlio e

633
sorrise a lui, e loro ste ero a proprio agio per un po’ di tempo. Remus
sen qualcosa verso di lei - qualcosa di caldo e vecchio e familiare.
Alla fine soffrì di me ere un po’ di musica per lei.
“Oh, il giradischi è ro o.” Lei rispose.
“Veramente? Fammi vedere ...” Remus tastò la tasca per prendere la
sua bacche a, e diede un colpe o alla scatola nera. Lo aveva fa o
senza lasciare andare la sua mano, e fece un piccolo suono di delizia e
orgoglio, vedendolo usare la magia.
Il giradischi cominciò a girare, e il suono era chiaro e bello. C’era un
disco dei Frairport Conven on; Remus non si era mai preoccupato di
loro prima; troppo hippie per lui. Ma lei sorrise mentre la voce di Sandy
Denny iniziò a riempire la stanza. Quindi ascoltò.

Across the evening sky, all the birds are leaving


But how can they know it’s me for them to go?
Before the winter fire, I will s ll be dreaming.
I have no thought of me.
For who knows where the me goes?
Who knows where the me goes?

Entrambi erano sedu in silenzio ascoltando la musica, e Remus vide


che aveva preso un po’ della sua midezza da lei, forse. Non aveva mai
tenuto un conta o visivo troppo a lungo, e non lo spinse mai in parlare.
Remus aveva la sensazione di potersi sedere in un silenzio come quello
per ore e capire altre anto bene. Come se non avessero fa o altro che
parlare.
Dopo un po’, l’infermiera tornò indietro. Era già passato da un po’
l’orario di visita, lei disse, e la caposala sarebbe arrivata. Remus non
voleva andare, e Hope non voleva che se ne andava.
“Tornerai?” Chiese lei, tornando di nuovo a piangere.
“Lo farò.” Promise Remus. “Non appena potrò, lo farò.”
Lei rò la sua mano verso labbra. Era molto debole, ma Remus la lasciò
fare.
Baciò le sue nocche sfregiate.
“Ti amo, mio caro.”
Qualcosa dentro di lui si ruppe quando si rese conto che non poteva
dirlo indietro. Lui non sapeva come dirlo e cosa significava.

634
“Ci vediamo presto.” Promise di nuovo, sperando che non fosse
dispiaciuta troppo.
Lasciò la stanza in uno stato di stordimento, ed era un miracolo che
riuscì a uscire dall’ospedale del tu o. Deve essersi perso due volte
finché riuscì a trovare la strada per tornare fuori, era diventato buio. Lily
era seduta su una panchina, con un grande cane nero al suo fianco. Si
alzò in piedi, la luce della strada dietro di lei illluminò i suoi capelli. “Va
tu o bene, Moony?” Chiese, gli occhi seri.
Scrollò le spalle, senza parole. Istantaneamente, Lily si fece avan e
avvolse le braccia intorno alla vita, appoggiando la testa contro il pe o
stringendolo. Lui avvolse le braccia intorno a lei, con gra tudine e la
abbracciò indietro, abbassando la testa per inalare l’adorabile odore di
lei.
Stava piangendo, e Sirius era proprio lì, ma non gli importava, lasciò che
Lily lo strinse, si sen va come se lo stesse tenendo insieme. Poteva
sen re Padfoot lamentarsi e ansimare. Alla fine, si staccò, sfregando gli
occhi.
“Scusa,” disse midamente.
“Non essere stupido,” stringeva il suo braccio, il suoi occhi verdi mare
lucchicavano. “Vuoi andare a casa?”
“In realtà,” annusò Remus, “Voglio davvero, davvero incazzarmi”.
Padfoot abbaiò.

635
Ubriachi  
Be er get yourself together darling
Join the human race
How in the world you gonna see
Laughing at fools like me
Who on earth d’you think
you are A superstar?
Well, right you are

Well we all shine on


Like the moon and the stars and the sun
Well we all shine on
Ev’ryone come on

“Giusto. Pub, allora?” Lily disse. “Penso che faremmo meglio a tornare a
Hogsmeade, vero? Non mi piace la possibilità di tornare indietro dalla
Scozia ubriaca ...”
“Sì, buon piano,” annuì Remus, asciugando il naso sulla manica. “...
Dov’è James?”
“Beh, ci siamo resi conto che sarebbe stato davvero sospe o se sia la
Caposcuola e che il Caposcuola mancavano.” Lily rise. “Quindi è tornato
per coprirci. Lui uhm ... ha mandato Sirius. Abbiamo pensato ...”
“Va bene.” Remus annuì. Si rivolse ad affrontare il cane, seduto
pazientemente “Sirius?”
Si trasformò subito, e rimase lì a guardare imbarazzato, sfregando un
braccio con l’altro.
“Ciao, Moony.” Disse, dolcemente.
“Ciao.” Remus annuì, improvvisamente molto mido.
“Oh, Remus, dimen cavo!” Lily ruppe l’atmosfera. Lei gli porse una
piccola scatola di cartone quadrata. Un cartone di taglio di seta. “Idea di
James,” scrollò le spalle.
“Salvavita, grazie!” Remus li acce ò con gra tudine.

636
“Farei meglio ad andare a me ermi in conta o con lui, in realtà,”
con nuò Lily, guardando tra i due ragazzi, “Black, mi dai lo specchio?
Vado a fargli sapere dove incontrarci.”
Sirius le consegnò il compa o, e lei sorrise a entrambi, prima di
camminare un po’ via - in modo che fosse appena fuori portata.
Remus si sede e sulla panchina, aprendo la scatola di sigare e con i
suoi den , quindi randone fuori una.
“Accendi per me? Sono così nervoso che probabilmente mi
scoppierebbe in faccia” disse.
Sirius fece schioccare le dita. Remus inalò con apprezzatamente. Sirius
si sede e accanto a lui.
“Moony io--”
“Sirius--”
Entrambi cercarono di parlare subito, poi sorrisero a vicenda
midamente.
“Sirius.” Remus disse, “Mi dispiace. Sono stato un coglione.”
“Lo sei stato.” Sirius annuì, prendendo una sigare a della sua scatola.
“Ma tu non hai completamente torno.”
Remus sospirò. “Non so cosa c’è che non va in me.”
“Non c’è niente di sbagliato in te, Remus.” Sirius gli toccò il ginocchio,
delicatamente, guardandolo negli occhi. Era in ves babbani, il che era
un bel cambiamento, pensò Remus. Jeans neri e la sua giacca di pelle
nera.
Remus sorrise.
“Stai davvero bene.”
“Niente di nuovo.” Sirius schioccò la lingua. Si voltò di nuovo solenne,
“Non potevo crederci quando Prongs mi ha parlato della le era. Mi
sono sen to come una merda per aver urlando contro, volevo solo
assicurarmi che stessi bene, poi mi ha de o che sares andato ...”
“Scusa,” rispose Remus. “Dovevo solo arrivare subito qui, non ho
nemmeno pensato.”
“Non l’avrei fa o nemmeno io.” Sirius ammise. “Anche se, in realtà, non
so se mi precipiterei esa amente al capezzale di mia madre.”
Remus sbuffò, a malincuore, ed erano entrambi tranquilli per un po’,
pensando alle loro madri. “Com’è lei?” Chiese Sirius, infine.
Remus pensò a entamente prima di rispondere. Cercò di richiamare la
sua voce, i suoi occhi, il modo in cui la mano di lei veniva avvolta dalla
sua.
“Lei è carina.” Lui disse. “Penso che mi piaccia.”

637
“Va bene, voi due, pron ?” Lily tornò, ovviamente quando lo reputò
opportuno
“Sì.” risposero entrambi, sorridendo.

Finirono ai Tre Manici di Scopa, tu e cinque loro - James aveva portato


Peter giù dal castello con lui. Dopo tre Whisky Incendiario Remus si
sen va piacevolmente caldo e sciolto, sorridendo stranamente quando
i suoi amici fecero un brindisi in suo onore.
Nessuno gli aveva fa o alcuna domanda, il che era perfe o; avevano
appena bevuto, e ridevano e avevano parlato come veri adolescen per
una volta. “Questa Mappa è una delle migliori magie che abbia mai
visto.” Lily disse meravigliata, dopo averla studiata per un po’ di tempo.
“E la usate solo per scherzi?!”
“Per cos’altro dovremmo usarla?” Sirius sollevò un sopracciglio.
“Hai persino o enuto le scale in movimento!” Esclamò Lily,
chiaramente deliziata.
“Quello era uno dei miei.” Remus disse con entusiasmo.
“Era tu o tuo” disse Sirius, “Tu o era la tua idea, il signor Moony”.
“Sì, ma anche voi avete fa o un sacco di lavoro ...”
“Che intenzioni hai con questa alla fine dell’anno?” Chiese Lily.
I qua ro ragazzi si guardarono l’un l’altro con una nota di tristezza. La
Mappa non sarebbe stata più u le per loro, dal momento che non
erano a Hogwarts. Moony, Wormtail, Padfoot e Prongs non sarebbero
più sta i migliori creatori di scherzi ad Hogwarts. James scrollò le
spalle,
“La passeremo a qualcuno, suppongo? Forse a qualcuno della
coopera va.” Remus odiava quell’idea, e finì la sua quarta bevanda.
“Rosmerta!” Sirius chiamò, alzando una mano, “un altro round,
tesoro?” “Giusto sei il mio amore ...” lei disse di rimando.
“Non flirtare.” Remus lo spinse so o il tavolo.
“Sto solo cercando di far ubriacare.” Sirius rispose, poi aggiunse,
“come richiesto.”
“Io sono già ubriaca,” Brontolò Lily. “Non so come farò a tornare a
scuola
...”

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“Ti porterò io.” Disse James valorosamente, anche se stava chiaramente
iniziando ad essere anche lui barcollante. “Non voglio che finisca.” Peter
disse, tristemente.
“Calma Wormtail, non s amo ancora tornando.” Sirius disse, quando
Rosmerta apparse con un vassoio di bevande. Remus afferrò un altro
Whisky Incendiario e lo bevve in un sorso. Gli piaceva la bruciatura che
portava dietro di sé alla gola.
“Non intendo stasera.” Disse Peter, sba endo goffamente il pugno
paffuto sul tavolo, “intendo la scuola, intendo tu o.”
“La scuola non è tu o.” Lily lo accarezzò delicatamente.
“No.” Sospirò, “ma cambierà tu o, non è vero? Non ci vedremo l’un
l’altro tu o il tempo, avremo tu pos di lavoro.”
“Parla per te,” rise Sirius, “alcuni di noi sono in indipenden e ricchi. Ad
ogni modo, ovviamente ci vedremo ogni giorno, idiota, andiamo a
vivere tu insieme!”
Lily e James si guardarono, improvvisamente sobri. Gli occhi di Sirius si
restringevano,
“Che cosa?”
“Amico,” disse James, goffamente, “Ehm … Lily e io parliamo di ... forse
prendere un appartamento insieme, dopo l’estate.”
“Sì,” Sirius annuì, “Ci trasferiremo tu e ...”
“Padfoot,” Remus gli toccò il ginocchio, “lui intende solo loro due.”
“Che cosa? Perché?!”
“Non parliamo di questo ora!” Lily disse, in fre a, “Niente è deciso!”
Ma tu potevano vedere che lo era.
“Che dire di questo scherzo, allora?” Disse James, guardando ancora
Sirius, “Cosa faremo se a nessuno viene una buon’idea?”
“Lo faremo”, disse Remus, “c’è tempo. È una mia impressione o l’idea
della levitazione di massa comincia a suonare bene?”
“Oh bene, sei ubriaco.” Sirius sorrise: “Come cazzo pensiamo di far
levitare duecento studen ? E perché dovremmo? “
“Può essere divertente.” Remus scrollò le spalle, poi ridacchiò. Tu o
sembrava divertente in quel momento.
“Ci sono abbastanza di noi”, disse James, “Se tu si concentrano,
potremmo facilmente farli levitarli tu .”
“E cosa facciamo poi con loro?! Scherzi pra ci hanno bisogno di un
elemento pra co!” Sirius insiste e.
Tu gli altri scoppiarono a ridere di lui. Lui scosse la testa
sdegnosamente e prese un sorso della sua Burrobirra.

639
“Non stai bevendo?” Remus chiese, improvvisamente.
“Ehm ... no.” Sirius guardò in basso, consapevolmente. “Ho pensato che
fosse meglio che qualcuno rimanesse abbastanza sobrio per tornare
indietro in un unico pezzo.”
“Ahhh,” Lily sorrise, “ interessa, Black! Sei tu o morbido e sensibile
davvero, vero?”
“Non voglio che nessuno venga espulso prima di poter fare questo
scherzo!” “Oh Cielo! Quindi sei d’accordo con l’idea di levitazione!”
James ridacchiò. “Oh, per l’amore di Dio ...” Sirius girò gli occhi. “Vado al
bagno.” Lui si alzò e li lasciò li a ridere.
Remus colse l’occasione per andare fuori per una sigare a. Avrebbe
potuto fumare nel pub, e pensava che Lily e James avrebbero potuto
persino lasciarlo fare, ma voleva un minuto per sé stesso. Fuori era
bello, l’aria era pulita. Accese la sigare a e iniziò ad inalare, avvolgendo
le sue braccia intorno a sé stesso per ripararsi dal freddo. Era davvero
ubriaco. Si era dovuto appoggiare al muro solo per stare sveglio. Era
stato bello; non doveva preoccuparsi di nulla dal momento che era
ubriaco. Nessuno si aspe ava niente.
Si appoggiò con la testa contro il muro, ca urando la vista della
mezzaluna pallida luna a raverso le nuvole. Pensò a Livia, come lui
spesso faceva quando vedeva la luna. E Castor. Pensò al loro
avver mento e come era stato così privo di significato, alla fine.
Perché?
Il Whisky confuse la mente di Remus che colpì qualcosa - qualcosa a cui
non aveva pensato prima. Ma non appena era lì, era sparito di nuovo.
Lui scosse la testa, stordito.
“Tu o okay?” Sirius uscì e si unì a lui.
“Mmmh.” Remus annuì, sorridendo ampiamente.
“Ubriacone”. Sirius sorrise.
“Oi!” Remus tuonò indietro, giocosamente, “Posso tenere il mio drink,
graaazie tanto. A differenza di qualcuno.”
“O si?” Sirius lo assecondò, appoggiandosi anche al muro. Lui prese la
mano di Remus e incrociò le dita insieme.
“Sì,” Remus annuì enfa camente, “ricordi il mio quindicesimo? Tu e
Pete vi siete ubriaca così tanto che avete vomitato nel tunnel.”
“Godric, come potrei dimen care,” rise di Sirius. “Orribile”.
“Nahh,” sospirò Remus, felicemente, schiacciando le dita di Sirius. “È
stato bello. Ti eri addormentato sulla mia spalla e mi avevi de o che ero
magico.”

640
“L’ho fa o?” “L’hai
fa o.”
“Suona bene. Dovevo essere stato molto ubriaco.” Rise, “Non che non
penso che tu sia magico, Moony.”
La mente di Remus era andata alla deriva, però. La sua sigare a era
finita, e lui l’aveva lasciata cadere.
“Vorrei poter dire cose del genere.”
“Tipo cosa?” Sirius si accigliò.
“Bella roba.”
“Dici un sacco di cose belle, Moony.”
Remus scosse la testa, accigliato. Non andava bene. “Ho bisogno di un
altro drink.”
“Okay, vieni allora ...”
All’interno, Peter era mezzo addormentato, appoggiato sul gomito, e
Lily era seduta sulle ginocchia di James. Sembrava che stesse cercando
di localizzare le sue tonsille con la lingua.
“Dannazione”. Sirius geme e, “prendetevi una pausa, voi due.”
Remus ridacchiò, finendo l’ul mo whisky. Molto meglio.
“Non puoi parlare!” Lily cacciò sua lingua rosa verso di lui. “Marlene mi
ha de o che vi ha becca a pomiciare nel corridoio l’altra sera!”
“Eh allora?” Sirius rispose, in primo luogo, “era abbastanza privato
finché lei non era arrivata.”
“Christopher era lì,” disse Remus. Lily rise e indicò Sirius,
“Ah! Esibizionista!”
“Lei ha ragione.” Remus annuì, ubriaco, “Lo sei. Ricorda che ho
beccato con Mary tu o il tempo in cui ero un Prefe o.”
“Oh bene, quella era Mary, sai com’è Mary ...”
“Remus!” Lily disse, ancora ridacchiando e piu osto rosa in faccia ora,
“non crederai a cosa mi ha de o Mary di te l’anno scorso!”
“Che cosa?”
“Era prima che tu facessi coming out, quindi penseres che amme a
che era stato inventato, ora, ma lei ha de o a me e Marlene che tu e lei
... sai ...” “Hanno fa o il dolce amore eterosessuale?” Sirius disse,
appena soffocando una risata ora.
“Oh!” Remus disse: “Sì, è vero, in realtà.”
“Che cosa?!” Lily lo fissò a bocca aperta.
“Anni fa ...”
“L’anno scorso, in realtà.” Sirius lo corresse. “Va bene, Lily, lo ha fa o
solo per farmi ingelosire.”

641
“Stronzo arrogante”. Remus sbuffò.
Peter iniziò a russare.
James lo guardò, poi guardò il suo orologio da tasca,
“Penso sia meglio tornare indietro adesso”

Remus aveva insis to per finire non solo il suo drink, ma tu anche
quelli che tu gli altri avevano lasciato. Voleva essere buono e ubriaco,
in modo da dormire dire amente, senza nessuno dei pensieri intrusivi
che lo avevano perseguitato dal ritorno di Marlene. Inoltre, anche se
non lo avrebbe de o a Sirius, la sua anca non faceva male tanto con
tu o quel liquore nel suo sangue.
James era fedele alla sua parola, e diede a Lily a un appoggio fino in
fondo a Mielandia. Remus guardò Sirius con un sopracciglio alzato.
L’altro ragazzo riso,
“Ti faccio levitare, se vuoi, ma non porterò.”
“Chi dice che il roman cismo è morto” Peter sbadigliò, strofinando gli
occhi e trascinandosi lungo la strada accanto a loro.
Dal momento in cui stavano scendendo i passi nella can na del negozio
dolce, Remus si sen va molto meno allegro. Forse gli ul mi whisky
erano sta una ca va idea. La sua testa stava già iniziando a pulsare
dolorosamente, e la sua visione era flu uante. Le sue membra si
stavano appesantendo, e mentre affondavano nel tunnel buio, aveva
completamente immaginato di accucciarsi per dormire proprio lì.
“Nessuno sen rà la nostra mancanza,” borbo ò mentre Sirius lo rò
gen lmente, “È il weekend domani.”
“Davvero non penso che sarai felice di svegliar qui, Moony,” disse
Sirius delicato. “Fida di me.”
“Mi fido di te.” Remus rispose, la bocca impastata con la saliva.
Era tu o okay per Peter. Si era trasformato in un topo e si era
raggomitolato per dormire nella tasca di Lily.
“È così bravo in questo,” Sirius si meravigliò, “non riesco a trasformarmi
da ubriaco”.
“Io posso!” James disse, eccitato, e prontamente lo fece, per orrore di
Lily che si spaventò subito.
“Gesù Cristo.” Respirò, “Non mi abituerò mai a questo.”

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Prongs chinò la testa e abbassò un ginocchio, perme endo a Lily di
salire sulla sua schiena. Gli afferrò il collo, sorridendo e gridando
mentre James si avviava al galoppo lungo il tunnel.
Remus e Sirius li fissarono mentre svanivano nell’oscurità.
“Affascinante.” Sirius disse.
“Perché non sei un animale più u le?” Remus borbo ò, appoggiandosi
contro di lui.
“Non è stato come se potessimo scegliere ...”
“Urrgh.” Remus geme e, “sto per vomitare.”
“Ugh, laggiù allora ...” Sirius lo afferrò dalle spalle e lo voltò appena in
tempo.
Fortunatamente Remus non aveva mangiato molto quel giorno, ma si
sen va ancora orribile. Il suo intes no si contraeva dolorosamente, i
suoi occhi stavano bruciando le lacrime. Li sfregò rapidamente. Sirius gli
porse un calice di acqua fredda.
“Dove lo hai preso?” Remus chiese, asciugandosi la bocca.
“Lo tengo su di me per le lune piene.” Sirius scrollò le spalle,
“Incantesimo per il peso. Devo averlo lasciato in tasca. Oi, sorseggia
soltanto, o vomiterai di nuovo tu o.”
Remus obbedì. Si lavò fuori la bocca e sputò.
“Scusa.” Disse, debolmente, “è disgustoso.”
“Chiamala vende a per il tuo quindicesimo.” Sirius rise “Dai, andiamo
avan così?”
Remus annuì, una mano sulla spalla di Sirius per tenersi fermo.
“Non avrei dovuto ubriacarmi così tanto.” Borbo ò.
“Te lo sei meritato.” Sirius rispose. “Dopo la giornata che hai avuto. O la
se mana che hai avuto ...”
“Sono stato uno stronzo.” Remus stava diventando malinconico ora,
sentendosi dispiaciuto. Sirius non ne aveva niente.
“Basta ora, ne abbiamo già parlato.”
“Sono uno stronzo però.”
“No. Sei adorabile.” Sirius insiste e.
“Non ho dei sen men .” Remus disse.
“Di cosa stai parlando, certo che hai dei sen men . Guarda, siamo
quasi arriva . Ugh, quei due bastardi sono anda avan senza di noi.
Hey, credi che Prongs abbia capito come tornare indietro?”
“Mi ha de o che mi ama.” Disse Remus, la fronte sulla spalla di Sirius,
adesso

643
“Che cosa? Chi? ... Oh ... giusto ...” Sirius si fermò per controllare che
era okay. Provò ad essere confortante, “Beh, va bene, non è vero? È
bello sen rlo.”
“Non l’ho de o indietro.”
“Oh, Moony, c’era da aspe arselo. Non significa che non hai dei
sen men ! So che hai deciso di credere di essere un mostro, ma mi
dispiace dir che non lo sei.”
“Non puoi dirlo.” Remus insiste e, la sua voce si fece più bassa. “Non
penso di poterlo dire a qualcuno. Anche se volessi.”
Sirius rimase molto silenzioso e immobile per un po’. Erano all’ingresso
del tunnel ora, tra pochi istan sarebbero torna all’interno del
castello.
Sirius diede a Remus un abbraccio veloce, mentre gli accarezzava
delicatamente i capelli. Si allontanò e gli tenne stre amente la mano.
“Va bene, Remus,” sussurrò, anche se erano soli. “Va bene, perché non
è qualcosa che dici. È qualcosa che fai. Giusto?”
“Giusto.” Remus annuì, in lacrime e ubriaco, ma un po’ placato.
“Bene.” Sirius sorrise di nuovo. “Ora, porto a le o, eh?”
“Mmh.” Remus concordò. Proprio mentre Sirius spingeva la statua della
strega gobba da parte, Remus gli toccò il braccio, “Sirius?”
“Si?”
“Sei magico.”

644
Idee brillanti  
Sabato 25 febbraio 1978
Remus non pensava che avrebbe odiato ancora di più il Whisky
Incendiario. Quando si svegliò la ma na dopo la sua gola andava a
fuoco, le sue membra dolevano e la sua testa era palpitante. Avrebbe
preso una luna piena per una sbornia ogni giorno. Almeno dopo una
luna piena tu erano simpa ci e solidali.
“Urrgh.” Qualcun altro geme e dal suo le o. C’erano for passi,
qualcuno era corso in bagno, aveva sba uto la porta e aveva cominciato
a vomitare rumorosamente.
“Adorabile.” Sirius mormorò dal cuscino accanto a Remus.
“Va tu o bene lì dentro, Pete?” Gridò James. Come risposta ebbe un
suono allarmante dall’interno del bagno. “Un po’ di colazione
rime erà in sesto” James consigliò.
Remus sen i piedi di James colpire il pavimento. Cominciò a fischiare
una melodia.
Malede o Po er perfe o e la sua immunità ai postumi di una sbornia.
Lo stomaco di Remus ringhiò. L’idea della colazione suonava bene,
nonostante il dolore lancinante alla testa. Sirius sollevò la testa al
rumore e sorrise,
“Va tu o bene, Moony?”
“Mmh.” Annuiva, debolmente, “Assetato. Affamato.”
“Suppongo non potrò avere il mio sabato di dormita ...” Sirius sospirò
dramma camente. Tirò indietro il piumone, poi le tende per uscire.
Remus si sede e lentamente.
“Dov’è il pigiama?” Borbo ò, tastando so o il cuscino.
“Sì, hai opposto resistenza su questo fronte,” ridacchiò Sirius,
s racchiandosi e sbadigliando. “Hai de o che avevi troppo caldo. Li hai
ge a a raverso la stanza e io ci ho rinunciato.”
“Disfa sta.” Remus rispose, uscì dal le o in mutande per cercarlo.
Doveva andare a usare il bagno in comune nel corridoio; no, sembrava
che Peter sarebbe uscito molto presto. I suoi occhi pungevano alla luce
del sole ma u no, si chinò, sedendosi sul pavimento per cercare in
modo confuso il suo pigiama.
“Buongiorno ragazzi”, disse Lily, dalla fine del le o di James.

645
“Merda!” Remus saltò, sorpreso mentre si copriva con la rivista di
Quiddich più vicina, poi si tuffò dietro la tenda del le o, “Che cosa
diavolo stai facendo qui?!”
“Ho dormito qui.” Lily rispose, un sorriso nella sua voce. “Non sapevo
che voi due condividete il le o.”
“Non sapevo che voi due condividete il le o.” Sirius rispose, indignato.
Lui ge ò a Remus il suo pigiama, “Ecco , Moony, rendi presentabile.”
Remus avrebbe ucciso James. A cosa pensava di stare giocando, invitare
ragazze nella loro camera da le o? Sicuramente c’era una regola non
scri a su questo?! Si mise il pigiama più in fre a che poteva sopra la
sua biancheria in ma, poi si affre ò fuori dalla stanza.
“Non ho visto niente!” Lily gli disse, ridacchiando.
Cristo.

Grazie a Dio era sabato. Avevano fa o piccoli progressi a colazione, ma


alla fine anche Peter ce l’aveva fa a, anche se era ancora molto pallido
e tranquillo, sedeva sorseggiando il suo tè.
Remus, nel fra empo caricò il suo pia o fino a quanto riusciva. La
colazione del fine se mana era la migliore; uova fri e, salsicce, funghi
fri , pance a, pane tostato dorato spalmato di burro, fagioli al forno,
pomodori fri o, pudding nero ... gli sarebbe seriamente mancato il cibo
di Hogwarts.
“Perché Remus mangia una colazione da dopo sbornia?” Chiese Mary,
versandosi un po’ di aranciata. “E dove eri tu ieri pomeriggio?!”
“Pensa che hai risposto alla tua stessa domanda, MacDonald,” ammiccò
Sirius.
“Voi avete tu o il diver mento.” Lei borbo ò.
“Non è divertente.” Peter rispose, la sua testa tra le mani, “Bru o.
Bru o momento.”
“Prendi qualcosa da mangiare, Wormtail,” suggerì Remus, ingoiando il
suo boccone. “Ti sen rai meglio.”
“Penso che abbia paura di perdere un braccio ...” Sirius sorrise, mentre
Remus cercava un’altra porzione di pance a.
“Sì, questa era l’ul ma fe a di pane tostato, Moony!” James si è
lamentato. “Oh, per l’amor di Dio, i pia si riempiranno, no?” Remus
girò gli occhi. “Mi chiedo sempre come succede,” Mary disse,
guardando il pia o dei toast che si era stato magicamente rifornito.

646
“Non è così complicato,” disse Sirius, “Incantesimo di teletrasporto di
base - gli elfi di casa hanno tavoli dire amente so o noi nelle cucine; lo
caricano, poi trasportano il cibo nei pia corrisponden sopra.”
“Un po’ come un montacarichi magico.” Remus annuì, ora costruendo
lui stesso un panino molto complesso.
“A me sembra complicato.” Mary disse. “Sono incapace nel
teletrasporto, ho dovuto rifare il mio test di materializzazione tre volte.”
“È più facile con gli ogge inanima ”, disse Remus, aiutandosi con il
Ketchup, “e mandano solo dire amente, quindi la parte di des nazione
non prende tanto sforzo.”
“Avevo provato a usarlo per pulire la mia stanza una volta,” disse Sirius,
“Trasportando tu a la roba disordinata nella stanza sopra la mia. Solo
che dopo non sono riuscito a riprendermi le cose che avevo mandato;
mia madre aveva messo una serratura impenetrabile sull’a co. E
accidentalmente io ho trasportato il mio le o, così che ha causato un
po’ di li gi ...” James e Remus ridacchiarono. Peter aveva alzato la testa.
“Mh.” disse.
“Che cosa?” Chiese Lily, “Non starai di nuovo per vomitare, vero?”
“No, sto solo pensando ...”
“Merlino!” Sirius lo prese in giro, “Meglio dargli un an dolorifico ...”
Peter lo ignorò diligentemente, gli occhi focalizza sui pia del cibo.
“Potremmo farlo su una scala più grande?” Chiese, “La cosa del
trasporto?” “Vuoi dire come o enere cibo dalle cucine al nostro
dormitorio?” Chiese Remus, “Non penso così, penso che solo gli elfi
della casa possano farlo. Anche se sarebbe bello.”
“No,” Peter si accigliò, scuotendo la testa, “più simile a ciò che stava
dicendo Sirius - con le , tronchi e mobili ... “
“Sì, probabilmente,” Sirius scrollò le spalle, “Suppongo che sia così che
tu o finisce sul treno alla fine dell’anno. Molta magia potente, però - a
me c’era voluta mezza giornata per fare la mia camera da le o.
Intendiamoci, avevo qua ordici ...”
“Abbiamo un sacco di gente, però,” disse Peter, ora guardando James.
“Potremmo farlo.”
“Peter,” James stava iniziando a sorridere. “Hai appena avuto la tua
migliore dannata idea in se e anni di scherzi?”
Peter sorrise di rimando, sembrava più felice di quanto Remus lo avesse
visto da secoli.
“Riunione della coopera va di emergenza!” James proseguì, in piedi,
eccitato, “Spargi la voce!”

647
Il problema con la pianificazione di uno scherzo tra trenta persone
piu osto che qua ro era pura logis ca. Tra le pra che di Quidditch, i
club, i NEWT, i GUFO e la disponibilità della camera, chiamare un
incontro di emergenza era quasi impossibile. Era finito per essere
spostato prima a domenica, poi lunedì - allora, con l’esasperazione di
James - sli ò a mercoledì.
“C’è ancora un sacco di tempo,” Lily disse “e possiamo sempre iniziare
le ricerche ora, così avremo pron gli incantesimi gius da mostrare al
gruppo.”
“Sì.” James mormorò, sba endo i piedi sulle lastre di marmo mentre
camminavano verso la Sala Comune.
“Ho delle bombe letali in giro, se va di fare un po’ di baccano oggi ...”
Sirius mise un braccio intorno a James.
“Sì!”
“Non posso sen re ...” Lily si coprì le orecchie e corse avan da Mary.
Sul corridoio della Signora Grassa, Remus si fermò.
“Voi andare avan , arrivo, solo un minuto.” Si fermò fuori dalla porta
dell’ufficio della McGrani .
Sirius gli lanciò un’occhiata e gli diede un cenno di comprensione, prima
di andare avan con James e Peter, discutendo rumorosamente dei
pos migliori per piantare il le bombe.
Remus bussò alla porta dell’ufficio, midamente.
“Entra”, disse una voce dall’interno.
Spinse la porta aperta, e si guardò intorno prima di entrare.
“Buongiorno professoressa.” Disse, avvicinandosi alla sua scrivania.
La McGrani stava correggendo alcuni saggi, ammucchia
ordinatamente davan a lei, una penna rossa sfogliava senza intoppi la
pergamena mentre leggeva. Alzò lo sguardo e gli sorrise piacevolmente,
“Lupin, è bello veder . Avan , siedi .”
Si sede e lentamente, ricordando in modo strano la prima volta che era
stato nel suo ufficio, e quanto alto e spaventoso gli era sembrato. Aveva
veramente pensato che l’avrebbe odiata, sembrava così tanto simile alla
Dire rice. Ora era stato in grado di incontrare il suo sguardo e sorrise
indietro come se fosse una vera amica.

648
“Come posso aiutar ?” Chiese, mentre la penna rossa si riposava nel
casco calamaio accanto alle pergamene.
“Io ... volevo chiederle un favore.” Disse con a enzione. Si tastò dentro
le tasche e rò fuori la le era da sua madre. La mise sulla scrivania e la
fece scivolare a raverso. “A Natale i Po er mi hanno aiutato a
rintracciare mia mamma. Le ho scri o, e lei ha risposto. È in un
ospedale babbano, in Galles. Mi piacerebbe avere il permesso di andare
a trovarla.”
La McGrani lanciò solo un’occhiata alla le era, prima di guardarlo
ancora. “Ovviamente. Possiamo organizzarci non appena vuoi.”
“Veramente?!” Era sorpreso che fosse stato così facile.
“Davvero,” rispose lei, “Lupin, questa è una scuola, non una prigione.
Gli studen hanno il permesso di visitare i familiari.”
“Oh. Bene, grande. Pensavo forse nel prossimo weekend di
Hogsmeade?” “Certamente,” aprì un taccuino e annotò qualcosa in
basso”, vieni e trovarmi la ma na di, e scriverò il tuo permesso di
autorizzazione.”
“Grazie.”
“Ti piacerebbe che qualcuno venga con te?”
“Ehm ... no. Grazie, ma no.” Ora che l’aveva fa o una volta, si rese
conto che era qualcosa che aveva bisogno di fare da solo.
“Sono molto contenta per te, Remus,” disse McGrani , sorridendo di
nuovo. “Sappi che la mia porta è sempre aperta, se hai bisogno di
qualcuno con cui parlare. Anche se so che non sei a corto di amici.”
“Grazie.” Guardò in basso, midamente.
“Come va il tuo ripasso per i NEWT, signor Lupin?”
“Bene grazie.” Remus annuì, felice di essere su un argomento più facile.
“Più che bene, da quello che ho sen to,” con nuò lei, sorridendo, “tu
i tuoi professori hanno dato rappor eccellen sui tuoi risulta . Nella
maggior parte delle classi stai avendo risulta ben al di sopra dei tuoi
pari, e io sento che non solo hai lavorato duro per te stesso, ma per
aiutare anche gli altri!” “I gruppi di studio sono una cosa collabora va
...” disse Remus, goffamente. “Tu avia,” la professoressa McGrani
scosse la testa, “Sono orgogliosa di aver nella mia casa, signor Lupin.”
Non sapeva cosa dire, così si guardò le mani.
“Sig Lupin” con nuò la McGrani “Ho un favore da chieder ...”
“Un favore?” Remus alzò lo sguardo, sorpreso. Cosa diavolo?

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“Ahem, sì ...” McGrani sembrava un po’ imbarazzato e si chinò
leggermente “come sono sicura che sai, la par ta finale di Quidditch
dell’anno sarà in corso ad aprile, poco prima degli esami.”
“Sì, James ha appeso il programma nella nostra camera con un
incantato che fa il conto alla rovescia, in secondi e tu o.” McGrani
sorrise affe uosamente.
“James è stata una risorsa assoluta per la squadra, ha guidato
Grifondoro su una striscia vincente durante il suo tempo qui. La squadra
che ha messo insieme è di prima classe, fa a per vincere la loro sesta
coppa in tan anni ... il che mi porta al mio problema.”
“Ehm ... vuole il mio aiuto con un problema di Quidditch?!”
“Infa . Ora, non posso entrare troppo in de aglio, ma mi dispiace dire
che Alexander Gordon, il nostro ba tore, tornerà a casa per il resto del
semestre. Lo direi lunedì a Po er, naturalmente, deve essere trovato un
sos tuto e si deve trovare il prima possibile, mo vo per cui volevo
parlare con te prima ...”
“Professoressa, sono terribile a Quidditch!” Disse Remus, scoppiando in
un sudore freddo.
La McGrani lo fissò con un cipiglio per un momento, prima di rompere
in un risata - molto fuori dal suo cara ere. Lei mise la mano davan alla
bocca scusandosi,
“Bontà divina, Lupin! Non volevo suggerire ... anche se sono sicura che
tu sia abbastanza capace su una scopa, non eri tu che aveve in mente.”
“Oh!” Remus espirò, le sue spalle si rilassarono. “Oh bene. Ehm ... allora
come posso aiutarla?”
“Beh,” la McGrani diventò seria ancora una volta. “Abbiamo avuto già
un ba tore bravo a Grifondoro. Ma come già sai, è stato espulso dalla
squadra due anni fa.”
“Sirius.”
“Ora, non desidero condonare il suo comportamento, né sminuire la
gravità dell’incidente che si è verificato al tuo quinto anno ... “ “No ...”
Remus inghio , trovando la bocca abbastanza secca.
Non gli piaceva pensare a quell’episodio. Come la sua anca, era un
dolore che a volte era riemerso, ma che doveva ignorare per andare
avan .
“E rimango fedele alla punizione che ha ricevuto,” con nuò la sua
insegnante, “ma ... beh, era solo radiato dalla squadra, non era stato
bandito permanentemente.”

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“Vero,” Remus annuì, sobriamente. “Quindi può giocare di nuovo, se
vuole.”
“Remus, non lo perme erò a meno che tu non sia d’accordo.”
McGrani disse, posizionando una mano sulla scrivania tra di loro. “Sei
stato tu che
Sirius ha messo in pericolo, e se sen --”
“No.” Remus disse: “Intendo sì, voglio dire ... lo lascio tornare in
squadra.” “Sei sicuro?” lo guardò a raverso gli occhiali, come se
cercasse di leggere la sua espressione.
“Assolutamente!” Remus si costrinse a fare un sorriso. “Sì certo. Erano
due anni fa.”
La McGrani lo guardò un po’ più a lungo, poi sorrise, visibilmente
sollevata.
Aveva fa o la cosa giusta, allora. La cosa che aveva voluto.
“Grazie, signor Lupin,” annuì, appoggiandosi di nuovo. “Lo dirò come
prima cosa a Po er domani.”
“Perfe o.” Remus annuì alzandosi dal suo posto. “Grazie professoressa,
a lunedì.”

651
Star Star  
Avrebbe potuto dirlo subito a James e Sirius, se avesse voluto. Poteva
giocare la parte dell’eroe, godersi i rifle ori ed essere la causa della loro
gioia. Ma no. Si disse che era quello il modo giusto di preservare la
privacy di Alexander Gordon, o di rispe are l’autorità della McGrani .
Ma la verità era che non voleva avere a che fare con niente di tu o
questo.
Ovviamente voleva che Sirius fosse felice. Ovviamente non voleva
essere un ostacolo alla felicità di Sirius. E ovviamente voleva che
Grifondoro a ba esse Serpeverde nella par ta finale; per James per
avere il suo momento di gloria. Lui non voleva vedere Sirius punito per
sempre per un errore che aveva fa o a sedici anni. Lui non voleva che il
tradimento ricadesse su di loro in quel modo, o che se ne parlasse di
nuovo di tu o quello che era succeso.
Eppure, lì era.
Remus aveva perdonato Sirius, nel bagno dei Po er, due anni fa; aveva
assolto un ragazzo veramente pen to con il sangue sulle sue mani e gli
occhi dispiaciu e pieni di dolore.
Era stato prima che si capivano a vicenda, prima di così tan altri bei
ricordi, di tu e le belle cose che avevano cambiato la loro amicizia.
Ma Remus non aveva dimen cato come si era sen to. Sirius avrebbe
potuto distruggerlo completamente senza nemmeno volerlo. Se non
altro, Remus era ancora più vulnerabile adesso di quanto non fosse
stato a sedici anni. No, Remus si disse. C’era una differenza tra
espiazione e vende a. Sirius se l’era guadagnato.
Lunedì ma na, James riceve e una nota dala McGrani che chiedeva
di vederlo prima della pra ca di Quidditch. Si affre ò senza nemmeno
finire la sua colazione - niente era più importante della par ta finale.
Marlene e Yaz iniziarono a pensare su ciò che potrebbe essere, Peter e
Sirius si appoggiarono al tavolo entusiasta di partecipare. Remus aveva
aspe ato, sentendosi mezzo contento e metà qualcos’altro. Mentre la
colazione finì, la voce ova ata di James iniziò a uscire dalla tasca della
veste di Sirius.
“Padfoot! Padfoot! Campo di Quidditch! Adesso!”
“Cosa pensi che voglia?” Sirius si gra ò la testa mentre si alzarono da
tavola. “Oh, penso che piacerà.” Remus rispose, crip camente. “Vai
avan , sembra eccitante.”

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“Tu sai cos’è, vero?” Sirius lo guardò sospe osamente.
“Può essere.”
“Non vuoi che accompagni a Cura delle Creature Magiche?”
“Andrò solo. Vai! In fre a!”
Remus non vide di nuovo James e Sirius fino a pranzo, e entrambi
sorridevano da un orecchio all’altro. James aveva il programma di
Quidditch e stava segnando giorni di ulteriore pra ca in modo che Sirius
potesse recuperare velocemente.
“Avevi ragione”, Sirius raggiante, stava saltellando sul posto quando
incontrò Remus. “Mi è piaciuto.”
Remus sorrise. Era abbastanza per vederlo felice; e se l’amore era
qualcosa che facevi, allora Remus sperava che fosse abbastanza.
“Perché sei così felice?” Chiese Marlene, sedendosi vicino ai ragazzi.
“Saluta il tuo nuovo ba tore,” scoppiò Sirius. James rise, annuendo.
“Oh!” Marlene sorrise vivacemente, “Eccellente! Ehm ... cosa è
successo a Gordon?”
“Andato a casa.” James rispose.
“Ah. Bene, comunque,”Marlene scosse la testa “è fantas co, mi è
mancato che mi guardassi le spalle. Quindi, come mai la McGrani ha
dato il consenso? Pensavo fossi stato cacciato per aver fa o qualcosa di
indicibile
...?”
“Oh sì,” aggiunse Mary, mescolando formaggio gra ugiato nella sua
zuppa di porri e patate: “Ricordo anch’io qualcosa del genere, cosa
avevi fa o?” Sirius era visibilmente scioccato a questo punto, gli occhi
che si aprivano sempre di più.
Remus si accigliò leggermente. Era questa la prima volta che ci
pensava? Remus si era tormentato per un evento che Sirius ricordava a
malapena?! Tu avia, decise di salvarlo,
“Ah, non puoi aspe ar che Sirius ricorda ogni stupida mossa che lo
me e nei guai.” Disse, allegramente.
Le ragazze acce arono questa risposta e il pranzo con nuò, ma Remus
poteva sen re gli occhi di Sirius su di lui per tu o il tempo.
Apparentemente aveva capito.
Beh, Remus pensò, almeno gli ci sono volute solo poche oreper
arrivarci, a questo punto l’anno scorso sarebbero sta mesi.
Durante il resto delle lezioni pomeridiane, l’is nto di Remus era stato
quello di essere evasivo; fare una rapida uscita dopo l’ul ma lezione e

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rimanere in biblioteca fin che poteva, poi dire amente a le o senza
parlare.
Ma davvero, cercò di ragionare con se stesso, non era solo un altro
modo per punire Sirius? Certamente non ha dimostrato il perdono. Lui
non aveva dimen cato la loro recente lo a, e come Sirius lo aveva
chiamato ‘dannatamente stancante’. In realtà aveva ferito molto i suoi
sen men , in quel momento, e lui sapeva che questo era successo
perché era così dolorosamente vero.
Quindi avrebbe provato il metodo di Sirius.
“Vuoi fare una passeggiata dopo cena?” Chiese, casualmente, toccando
la scatola dove teneva le sue sigare e e - a volte - qualcosa di più
crea vo.
“Sì,” sorrise Sirius, sorpreso, “Suona bene”.
Il pudding apparì sul tavolo di fronte a loro. James stava prendendo
appun del meccanismo di teletrasporto e con nuava a prendere i
pia non appena si svuotavano, per vedere se si sarebbero riempi a
mezz’aria o sul tavolo stesso.
“Po er, se fai cadere anche solo una crostata di melassa trasformerò le
tua budella in reggicalze...” Lily lo minacciò.

Era stato abbastanza facile per loro scappare quella sera, vagarono
verso la torre di astronomia, perché le serate erano belle ora che
l’inverno stava finalmente andando via, e nessuno avrebbe avuto niente
da ridire se fumavano lì.
Interruppero un paio di ragazzi del quinto anno che brancolavano
goffamente sui parape , usarono il loro privilegio di essere ragazzi del
se mo anno per cacciarli via.
“Onestamente, quando avevamo la loro età, noi non ...” Sirius disse con
disapprovazione.
“Sicuro che vuoi dirlo?” Remus sollevò un sopracciglio.
Si sede ero. Remus arrotolò le sue ves in modo da usarle come un
cuscino e loro si sede ero con le loro spalle al muro.
“Sono veramente felice per te.” Remus iniziò a dire, dopo il primo ro.
“A proposito del Quidditch. Te lo meri .”
“Grazie,” Sirius annuì, sembrando sollevato. “Io davvero ... uhm. Ho
chiesto a James, ha de o che la McGrani ha chiesto se fossi

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d’accordo prima.” “L’ha fa o.” Remus concordò, mantenendo la sua
voce ferma. “Ovviamente ho de o che era okay.”
“Sono davvero grato. Non ce n’era bisogno, avrei capito.”
“Veramente?” Remus lo guardò, finalmente.
“Certo,” disse Sirius, seriamente “Meritavo di essere punito; meritavo di
essere espulso per quello che ho fa o. Bloccato a Azkaban. Me la sono
cavata facilmente, lo so.”
“Non ho mai voluto che tu soffrissi.” Remus disse. “Ti odiavo per questo
- non men rò. Ma ho perdonato allora, e non posso con nuare a
tenere rancore. Ti sei fa o perdonare, come avevi de o che avres
fa o.”
Si sen va un po’ più leggero, dicendo tu o questo. Non era molto, ma
lo sapeva che entrambi avevano sen to il peso delle parole. Sirius aveva
sempre cercato di capirlo più di chiunque altro.
“Ancora,” rispose Sirius, me endo una mano su quella di Remus, “Se sei
ancora arrabbiato è okay. Mi sento ancora colpevole a riguardo. È la
cosa peggiore che abbia mai fa o.”
“Non dobbiamo parlarne ...” Remus si mosse a disagio. Lui davvero non
voleva parlarne.
“Volevo solo che tu sappia che mi sento ancora responsabile. Non
incolpo nessuno se non me stesso - nemmeno Mocciosus. Nemmeno ...
nemmeno lei.”
“Chi?” Remus si accigliò, perso.
Sen va che la gamba di Sirius si irrigidì accanto a lui, vide la sua mano
tremare solo per un momento.
“Mia madre.” Disse, tranquillamente. Il suo respiro era superficiale, e
parlava così silenziosamente che Remus dove e sforzare le orecchie per
capire tu o. “Ti ricordi cosa è successo quel Natale? Quando mi hanno
cacciato ...” Remus annuì. Come poteva mai dimen care? Era stata una
delle peggiori no della sua vita.
Sirius con nuò, guardando le sue ginocchia, facendosi più piccolo verso
i muro di pietra.
“Aveva fa o cose prima - intendo, lo sai, il taglio e il silenziamento e
quando mi aveva tagliato i capelli. Ma - e so che questo suona strano -
non ho mai pensato che avrebbe fa o ... quello. Ha minacciato di
rinnegarmi tu o il tempo, minacciato di farmene di tu e e di più. Ma
fino a quando non hanno iniziato ad entrare in profondo conta o con
Voldemort, non l’avevo mai creduto davvero.”
Si fermò, a quanto pare per prendere qualche respiro profondo, poi
con nuò coraggiosamente.

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“Era sempre la cosa più importante, quando stavo crescendo; famiglia.
Lealtà della famiglia. So che avevano congelato tu i rappor con
Andromeda, ma la madre sapeva che eravamo ancora in conta o, non
ha provato a fermarlo. Quindi ho pensato - beh, staranno proge ando
di perdonarla prima o poi. Riportala indietro nella cerchia; perché era
una di famiglia. Ed è stato arrogante da parte mia, ma non avrei mai
pensato che sarebbe successo a me.”
Guardò Remus, colpevole, come se avesse de o qualcosa di idiota, e
dovrebbe essere preso in giro. Remus non disse nulla, afferrò solo la sua
mano. Sirius sospirò.

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Ma poi è successo - e mi avevano punito così tante volte prima, io
pensavo che di sapere cosa aspe armi. Ma non fu così. Non ero mai
stato così ... così impaurito.” I suoi occhi stavano scin llando ora, e stava
fissando con rabbia davan a sé,
“L’ho odiato, sen rmi così, era tu o ciò che riuscivo a pensare mentre
ero sdraiato sul le o dai Po er, era come se tu o James avreste fa o
meglio. Sareste sta più coraggiosi o comba en . Non ho comba uto,
perché ... perché era la mia famiglia.”
“Sirius ...” Remus cercò di sembrare delicato, ma Sirius scosse la testa,
asciugandosi gli occhi rapidamente,
“No, va bene, non sto dicendo così in modo da far dispiacere per
me, non sto cercando scuse. Non ci sono scuse. Sono solo ... non so,
cercando di spiegare. Comunque; quello accadde a Natale, poi sono
andato a vivere dai Po er, quindi è tu o okay, per me, vero? Come ...
ero al sicuro, e non ho avuto niente di cui aver paura. Ma mi sen vo
ancora come se potessero prendermi da un momento all’altro. Ho
avuto incubi, ricordando la maledizione. Scusa, so che sembra stupido.”
“Non sembra affa o stupido!”
“Eppure, sen vo come se avessi dovuto fare qualcosa, e forse non ho
sempre avuto le migliori idee. Sai cosa ero come - comportandomi da
coglione. Io e James eravamo entrambi abitua a incoraggiarci a
vicenda, no? E Piton era così facile da prendere di mira perché era già
così squallido e ca vo. Godric, così ca vo. Cercò di a accare Mary, e
poi lui e Reg tentarono di ferire anche te, ricordi? E con nuava a andare
avan , non importa quello che facevamo. E io solo ... non come se Piton
fosse come mia madre o altro - penso che ci siano almeno sei gradi di
male tra loro - ma mi aveva fa o sen re nello stesso modo in cui mi
aveva fa o sen re lei. Come se non potessi controllarlo. Volevo solo
spaventarlo; farlo sen re come mi sen vo io, così che forse si sarebbe
fermato. Non è una scusa, e sono così dispiaciuto, Moony.”
Remus non aveva lasciato andare la mano di Sirius. Stava accadendo
qualcosa di strano dentro di lui. Qualcosa che aveva raramente sen to
fuori da una luna piena. Un desiderio feroce e schiacciante di
proteggere questo ragazzo seduto accanto a lui. Per assicurarsi che non
fosse mai più spaventato. Tirò Sirius a sé, prendendo la canna dalla sua
bocca e premendo le loro labbra insieme. “È tu o perdonato.” Disse.

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Sirius non parlava, bastava guardarlo, grato e felice, e Remus pensava
che se avesse potuto imbo gliare quello sguardo non avrebbe mai più
lo ato per produrre un patronus.
E puoi incolpare tua madre per questo se vuoi.” Remus disse, randosi
via:
“Sembra proprio una stronza.”
Sirius sbuffò con risate e seppellì la sua faccia nella spalla di Remus,
“Zo cone” ridacchiò, allegramente. “Sono davvero malede amen--”
“Chi c’è qui?!” Mary arrivò in punta di piedi dietro l’angolo. “Oh.”
Sospirò nel vederli. “Speravo che foste Marlene e Yaz, le sto cercando
da secoli per me ere finalmente fine a questo sga aiolare in giro.”
Sirius si appoggiò all’indietro contro il muro, asciugandosi rapidamente
gli occhi.
“Va bene, MacDonald.” sorrise, strizzando gli occhi verso lei.
“Ohhh, è quello che penso sia?” Mary intravise la canna nella mano di
Remus, “Condividete!”

Venerdì 10 marzo 1978 - proprio prima di mezzano e


“Moony! Dove sei andato? Stanno andando a prendere la tua torta
prima che James si ubriachi per davvero ...” Sirius richiamò dalle scale.
Remus sorrise tra sé. James era già andato. Stava saltando già da
mezz’ora su tu i mobili della Sala Comune sulle note di Jean Genie.
“Sì, arrivo solo un secondo!” Remus rispose.
Stava cercando qualcosa da usare come vaso, e alla fine strasfigurò un
vecchio s vale Wellington che doveva essere stato uno di Peter del
primo anno.
“Aguemente,” mormorò, dalla sua bacche a uscì un po’ di sidro. Aveva
pensato che il sidro sarebbe stata una scelta più intelligente del whisky,
ma semmai lo rendeva più stupido del normale.
Immerse il mazzo di tulipani nel vaso dall’aspe o molto gommoso e
sorrise tra sé.
“Cosa stai facendo qui?” Sirius entrò, ora. Anche lui era ubriaco; lui
indossava un grande cappello malva. “Fiori?” Sembrava confuso.
“Ehm sì. Da uno dei Tassorosso del mio gruppo di studio”

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“Chi sta dando fiori?!”
“Miranda O’Dell. Quarto anno.”
“Ma perché?!”
“Glieli ho chies .” Remus sorrise, godendo il gioco.
Sirius alzò le mani in aria,
“Moony! Sono troppo ubriaco per i tuoi giochi mentali!”
“Sono per Hope”, Remus cacciò la lingua fuori. “Vado a trovarla domani,
ricordi?”
Oh si!” Sirius sorrise di nuovo, gli occhi pra camente viole quasi
della stessa tonalità del cappello “Non vedi l’ora, vero?”
“Sai una cosa? Più o meno. Non voglio vomitare, come l’ul ma volta.”
“Progresso!” Sirius alzò di nuovo le braccia. Il volume della musica al
piano di so o era aumentato di un pochi decibel, mentre la chitarra
aveva iniziato tu o da capo e la voce di James si poteva sen re
rimbombare;
“A small Jean Genie snuck off to the city, strung out on lasers and
slash-back blazers, ate all your razors while pulling the waiters…”
“A James piace davvero questa canzone, eh?” Remus sorrise, le mani
nelle tasche, godendo del fa o di essere lontano da tu o per un po’.
“Dopo anni di tenta vi, Bowie è finalmente riuscito a entrargli in testa.”
Sirius tornò, facendo qualche mido passo verso Remus, appoggiandosi
alla spalliera del le o in quel modo devastantemente e casuale.
“Ti stai godendo la tua festa?” Inclinò la testa in basso quando lo
chiese, i suoi occhi grandi e cive uoli come una ragazza.
“Molto.” Remus annuì con la testa, sorridendo.
“Qualcuno ha invitato Allock, il coglione”.
“O si?”
“Sì, come mai è così, comunque?!”
Remus scrollò le spalle, gli occhi fissi sul modo in cui Sirius muoveva
inconsciamente i fianchi avan e indietro muovendosi a tempo della
musica che veniva dal basso. Quando avrebbero lasciato la scuola,
Remus gli avrebbe comprato cento paia di jeans neri, e questo sarebbe
stato tu o ciò che gli avrebbe permesso di indossare.
“Vuoi il tuo regalo?” Chiese Sirius, improvvisamente, ca urando lo
sguardo di Remus.

659

“Mi hai già dato un regalo!” Remus protestò. Una fornitura di
cioccorane completa - anche se Remus era abbastanza sicuro che fino
agli esami sarebbero finite.
“Mi è permesso di prender più di una cosa.” Sirius disse, petulante. Si
fermò lontano dal le o, agitò le mani fiammeggian a raverso l’aria
come un mago babbano. Quindi, in modo dramma co, tolse il cappello
dalla sua testa in un movimento fluido, avvolse la sua mano dentro e
ri rò una piccola cosa di metallo.
Lo consegnò a Remus, che poteva sen re l’odore che era oro solido. Era
una custodia re angolare, solo poco più grande del suo palmo. Aveva lo
stesso disegno a foglia di vite del suo orologio da tasca d’oro. La aprì di
sca o e trovò una fila di sigare e arrotolate ordinatamente dentro. Il
coperchio interno aveva anche quello un disegno, delicatamente inciso
in modo che le linee fini brillavano quando ca uravano la luce. C’era
disegnato

660
un cielo no urno scin llante, con una grande luna celeste in un angolo
e il Cane Maggiore si dis ngueva con intarsio di madreperla. “Sirius.”
Remus disse tranquillamente, fissandolo.
“Quindi puoi sbarazzar di quella vecchia scatola.”
“Grazie ... è bellissimo.”
“Voi due, sbrigatevi o Wormtail inizierà la torta!” James urlò dalle scale,
ignorando i tenta vi di Lily di farlo stare zi o.
Remus e Sirius sorrisero l’un l’altro e si diressero, tenendosi per mano
fino alla rampa inferiore.
La Sala Comune era in uno stato incredibile; a malapena riconoscibile.
Molteplici luci di fata colorate appese da ogni parte, palloncini
andavano su e giù come strane meduse gonfie, le armature ru avano
occasionalmente fuochi d’ar ficio senza fiamma, e c’erano persone su
ogni tra o di tappeto e bo glie su ogni superficie.

Jean Genie! Lives on his back! Jean Genie! Loves chimney stacks!
He’s outrageous, he screams and he bawls...

La maggior parte dei festaioli ora saltava per la stanza con tu a la grazia
e dignità dei bambini sui bastoncini di Pogo, guida da James, Peter, Lily
e Mary, che stavano saltando più vigorosamente. James si fermò
quando vide
Remus, e alzato le sue braccia a mo’ di fo,
“Moonyyyyyy!”
“Torta!” Peter iniziò a cantare, “Torta, torta, torta!”
Tu si unirono, e la folla si separò per fare spazio a Christopher e
Marlene, che trasportavano tra loro un’enorme torta re angolare, la
dimensione era quella di una federa imbo ta. Mentre la portarono a
Remus, vide con un lampo di gioia che era decorata con glassa al
cioccolato e al burro a forma di un gigantesco libro rilegato in pelle.
“Le mie due cose preferite”, rideva, ignorando il gomito di Sirius nelle
costole. Soffiò le candele e tagliò la torta, facendo lo stesso desiderio
entrambe le volte.
Dopodiché James iniziò a guidare tu in una serie di brindisi; ognuno
più contorto ed elaborato dell’altro, incoraggiato da Sirius e Peter. Ciò
significava bere almeno altre due pinte di sidro.
L’ul mo ricordo di Remus della sua festa per il suo dicio esimo
compleanno era di un pazzo che decise di me ere su Goats Head Soup -
che doveva essere l’album dei Rolling Stones che meno gli piaceva, ma

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era incazzato e non gli importava. I brindisi e le agitazioni con nuarono,
e la stanza era calda, rumorosa e sudata, e tu erano rossi in viso e
sorridevano - e Remus non si preoccupò nemmeno quando Lily e James
lo indicarono e lo derisero quando la traccia finale iniziò a suonare e
tu gridarono a pieni polmoni;

“If I ever get back to New York, girl


Gonna make you scream all night
Yeah! You’re a star fucker, star fucker, star fucker, star fucker, star!
Yeah, a star fucker, star fucker, star fucker, star fucker, star!
A star fucker, star fucker, star fucker, star fucker star!”

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Visite all’ospedale  
Amava i tulipani. Amava le margherite. Amava i non scordardime, le
gerbere, le rose e i narcisi - amava ogni fiore che gli portò. Lui aveva
sempre cercato di portare qualcosa. I fiori erano gra s, purché
mantenesse la professoressa Sprite a fianco, e Hope non aveva molto
appe to quindi il cioccolato non andava bene.
Avevano altri cinque incontri nella primavera del 1978, e Remus li
avrebbe segna per sempre ognuno di loro con i fiori che aveva portato
a lei. Le conversazioni che avevano anche, naturalmente - ma i fiori
sembravano riservare tu o; coloravano ogni sessione con la propria
personalità. I tulipani avevano presieduto il loro secondo incontro.
Erano arancioni, rosa e giallo, con robus steli verdi e petali di velluto
sontuosi. Molto generoso come fiore, pensò Remus.
Si era preparata per lui, questa volta; aveva i capelli lava e pe na , e
la chioma biondo pla no soleggiata contro le coperte rosa
dell’ospedale. Aveva anche messo un po’ di trucco, anche se Remus si
sen male per averlo notato perché sen va che non avrebbe dovuto
preoccuparsi di come era preparata.
“Ho fa o cercare a mia sorella alcune foto.” Disse Hope con impazienza,
toccando la busta di carta marrone sul suo le o, mentre Remus
appoggiava lo strano vaso che aveva trasfigurato da ubriaco.
“Di che cosa sono?” Chiese, con cautela, sedendosi accanto a lei. Non
voleva essere preso alla sprovvista da nulla di troppo doloroso.
“Alcuni di te, quando eri un bambino”, sorrise con le labbra di corallo
lucido, “alcuni di me e tuo padre.”
“Lyall”. Remus disse, velocemente.
“Io e Lyall”, si corresse lei.
Hope si sarebbe fa a in qua ro per salvare Remus anche dal più
piccolo turbamento; quello era stato chiaro fin dall’inizio. L’aveva
trovato inquietante; pochissime persone si erano mai preoccupate dei
suoi sen men così intensamente prima.
Raccolse la busta e la guardò per un momento.
“Non devi guardare. Possiamo farlo un’altra volta.” Hope disse, un
tremore di more nella sua voce Non voleva spaventarla. Voleva dirle
di non preoccuparsi; che non sarebbe sca ato, o che non sarebbe
scomparso per sempre; che voleva stare lì, e conoscerla.

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Ma era tu o troppo, così lui aprì appena il pacco e sorrise,
“No, voglio vedere.”
Fortunatamente non ce n’erano molte - ma era stato sorpreso di vedere
che più della metà delle fotografie erano magiche, e le immagini si
muovevano nelle sue mani come dei filma .
“Ho dovuto tenerle nascoste,” Hope gli confidò “A Lyall non è mai
piaciuto il solito po di fotografia; disse che erano troppo pia e.”
“Quan anni ha, in questa?” Remus sollevò una fotografia di entrambi i
suoi genitori, in piedi nel giardino posteriore di qualcuno. Lyall
indossava ves babbani, ed avevano entrambi gli occhi socchiusi
contro il sole, ma erano sorriden . Lui aveva il braccio intorno alla vita
di Hope. “Oh, penso che sia stata sca ata solo poche se mane dopo
che ci eravamo conosciu ,” disse Hope, prendendogliela per guardarla
da più vicino, “Saranno sta ... trent’anni fa, penso?”
Remus la guardò di nuovo. Sapeva di assomigliare a Lyall, gli era stato
de o così a tante volte, e in una certo senso era d’accordo. Erano
entrambi slancia ; al e magri e con una ca va postura. Ma Lyall
sembrava più a suo agio di quanto Remus si fosse mai sen to nel suo
corpo troppo allungato; i suoi movimen nella fotografia erano fiduciosi
e sicuri di sé.
Gli lasciò portare le foto a scuola, e lui le fece vedere ai suo amici. Nei
suoi se e anni a Hogwarts, gli esano state mostrate molte foto di
famiglia. Peter e James tenevano le foto in cornici sul loro comodino,
oppure a accate alle pare dei loro casse eri. Lily aveva un album che
che guardava quando era nostalgica, e Mary aveva una scatola di scarpe
piena di foto di vacante, natalizie, cartoline e immagini di suo cugino in
Giamaica. Così era un’esperienza sorprendentemente bella, pensò
Remus, poter condividere la propria collezione modesta.
“Sono loro,” disse, midamente, mentre sedevano intorno al camino,
“sono i miei genitori. “
“Remus sembri proprio tuo padre!” Disse Lily, volendo essere gen le.
“Wow, guarda i capelli di tuo mamma!” Mary sorrise: “Che fighe a
affascinante!”
“Ahhh!” James strappò un’altra foto, agitandola davan a tu ,
“Guardate il piccolo Baby Moony!”
Era stupido, Remus lo sapeva, ma aveva sen to un pizzico di orgoglio
nel condividere la sua famiglia così. Provava che era stato normale, una
volta; proprio come il suo amici. Questo è ciò che sono. Questo è quello
che sono diventato. Un pomeriggio era tornato al corridoio di
Corvonero per vedere il trofeo da duello con il nome di Lyall scri o

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sopra. Era lo stesso di sempre, ma non gli diede più quella sensazione di
male misterioso come aveva nel secondo anno.
Christopher e Marlene passarono oltre, mentre lo guardandavano.
“Oh, ‘Lupin’!” Disse Christopher, sorpreso, scrutando il trofeo cercando
di leggerlo, “è tuo padre? Figo!”
“Grazie,” Remus si mise le mani in tasca, improvvisamente mido.
Marlene gli toccò la spalla in modo amichevole e confortante. Lui la
sorrise con gra tudine. “Ho incontrato mia mamma di recente,” spiegò
Remus a Christopher, “e mi ha solo fa o pensare.”
“Hai incontrato tua mamma? Pensavo che i tuoi genitori fossero mor .”
Christopher si gra ò la testa. Onestamente, se non era una cosa scri a
in un libro, allora lui era incredibilmente o uso su alcuni argomen .
“Solo Lyall”. Remus disse, con calma, annuendo al trofeo.
“Quindi se tu mamma è okay, perché hai vissuto in una casa--?”
“Stai zi o, Chris.” Marlene disse. Fece scivolare il suo braccio a raverso
quello di Remus avvicinandoli “andiamo, amore, la cena è tra poco.” Lei
cominciò a guidarlo via.
“Non volevo essere scortese!” Disse Christopher, affre andosi dietro di
loro.
“Va tu o bene.” Remus lo rassicurò, facendo dei rapidi pensieri. “Mia
mamma è in un ospedale; non è stata abbastanza bene da prendersi
cura di me.” Era solo metà bugia.

“Com’era?” Chiese Remus a Hope, la visita dopo. Aveva portato un vaso


di Gerani, questa volta, rosso brillante e sgargiante, con belle foglie
larghe come fan cinesi.
“Lyall?” Lei chiese.
Annuì, preparandosi per l’impa o.
“Era l’uomo più intelligente che abbia mai incontrato.” Hope disse,
decisa. “Non ho mai compreso la metà delle cose che diceva, ma amavo
ascoltare - e lui amava parlare.”
“Sembra un po’ ... arrogante?” Remus disse, a disagio. Hope rise,
“Oh, era arrogante, va bene! Lo sapeva anche lui. Doveva sempre avere
ragione, doveva avere l’ul ma parola. Abbiamo comba uto come cani e
ga , a volte.” Lei vide lo sguardo di Remus e si affre ò a chiarire: “L’ho
amato per questo. Ho amato quanto era sicuro; quanto era affidabile.
Non mi ha mai deluso.”

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Sì l’ha fa o. Remus pensò, amaramente.
Si era dimen cata di cose del genere - forse era la sua mala a, o solo
un effe o collaterale di una vita più corta. Lei era un’incorreggibile
o mista, incapace di trovare colpa nelle persone che amava.
Gli disse come si erano incontra , come se fosse una favola.
“Stavo camminando a casa dal lavoro un pomeriggio - ero un operatrice
alla centrale telefonica. Avevo preso una scorciatoia - la stessa che
prendevo sempre, dalla fermata principale dell’autobus in ci à -
a raverso un po’ di bosco. Poi, dal nulla, quest’uomo era arrivato e mi
aveva a accata - un vagabondo, pensavo, o un prigioniero sfuggito.
Avevo urlato, ed è stato Lyall a salvarmi. Beh, l’ho amato dal momento
in cui mi aveva tenuta tra le sue braccia; era un eroe. Certo, più tardi mi
disse che era solo un molliccio, ma era stato comunque molto
coraggioso, vero?” Remus annuì distra amente.
“Ho incontrato alcune persone che lo conoscevano”, disse Remus, “mi
avevano de o che aveva un bru o cara ere.”
“Che cosa? No.” Si accigliò Hope, “A volte sbo ava, ma non lo facciamo
tu ? Ma era sempre carino, e sempre gen le con noi. Odiava la
violenza.” “Giusto.” Remus annuì.
Non aveva mai saputo cosa pensare di Lyall. Niente a proposito di lui
sembrava reale, perché nulla di ciò che Remus aveva sen to avrebbe
mai potuto cancellare ciò che aveva fa o.
Le conversazioni con Hope non erano sempre difficili. Spesso erano
molto piacevoli; avevano parlato di cose piccole, irrilevan ; simpa e e
an pa e, cibi preferi , film preferi o canzoni.
Amava i Beatles, e i Fairport Conven on - e sopra u o le piaceva
Simon e Garfunkel. Le piacevano le canzoni tris . Cantò The Only Living
Boy in New York, quando aveva iniziato a suonare dal giradischi, ma
America era la sua preferita, perché la faceva piangere. I’m empty and
aching and I don’t know why.
A volte stava molto male e si addormentava, vacillando dentro e fuori
dalla coscienza. Si sedeva a leggere il suo libro fino a quando non era
ora di andare. Lei gli aveva anche chiesto di leggere ad alta voce, una o
due volte,
“Non mi interessa di cosa parla, mi piace la tua voce”, sorrideva so o le
palpebre pesan . Gli piacevano quei momen ; si sen va davvero come
se appartenessero a qualcun’altro.

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“Le hai chiesto perché, allora?” Sirius aveva chiesto una sera, quando
era tornato da un giorno all’ospedale.
“Le ho chiesto perché cosa?” Remus sbadigliò, s racchiandosi e
me endo i piedi sulla pancia di Sirius. Pensava che avrebbe potuto farla
franca: non era troppo in mo e la Sala Comune era rela vamente
silenziosa.
“Sai. Perché non è mai entrata in conta o con te.”
Remus si accigliò. Si appoggiò la testa all’indietro sul bracciolo del
divano e fissò il soffi o.
“No.” Disse: “Non vedo il punto di chiederglielo.”
“Vorrei sapere.” Sirius rispose, giocando con lacci delle scarpe di
Remus.
“Beh.” Remus rispose, freddamente, “Tu lo vorres .”
“Okay,” rispose Sirius, “Scusa.”
Remus sen una fi a di sensi di colpa. Sirius era stato estremamente
sensibile su Hope, lasciando che Remus prendere il comando quando si
tra ava di discuterne, quindi non era stato giusto sca are in quel
modo.
In verità, era terrorizzato. Voleva sapere anche lui cosa Hope aveva fa o
per tredici anni, ma sapeva che c’era nessuna risposta che lo avrebbe
soddisfa o. Gli altri figli che erano sta menziona dall’infermiera
durante la sua prima visita non erano mai arriva , e lei non indossava la
fede nuziale. Non c’erano altre fotografie intorno al suo le o
ospedaliero e nessun segno che chiunque altro la stava visitando.
E Remus era egoista. Gli piaceva avere Hope tu a per sé; fingendo che
non ci fosse nessun altro al mondo. Era l’unico modo in cui potevano
comunicare per ora, aveva deciso; escludere tu i rumori delle altre
persone ed essere semplicemente sé stessi insieme.

“Questo è un grande libro” sorrise, svegliandosi a metà di un’altra visita.


Margherite, quella volta; fiori grandi, allegri e amichevoli. “Di cosa
parla?” “Ripasso di Storia”. Spiegò, chiudendolo a entamente, ora era
sveglia.
“Stanno per arrivare gli esami finali.”
“Ragazzo intelligente,” mormorò lei, le sue palpebre svolazzan . “Qual è
la materia in cui vai meglio?”

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“Um ... Storia, credo.” rispose, “ma sono bravo a Incantesimi, e mi piace
molto Cura delle Creature Magiche.”
“Proprio come tuo padre,” sorrise, chiudendo gli occhi. La sua faccia era
molto pallida, quel giorno, e non aveva provato a truccarsi, era
ovviamente esausta. “Potres dover salvere una bella ragazza da un
molliccio, un giorno.” Lei ridacchiò tranquillamente.
“Si forse.” Lui rispose. Poi, perché si sen va male per men re cambiò
argomento, “Mi piace anche la Trasfigurazione, ma il mio amico Sirius è
il migliore della classe - può trasformarsi in un cane e tu o il resto.”
Lei sorrise,
“Sirius è un bel nome.”
“Si. Sirius Black.” Remus disse. Era contento che i suoi occhi fossero
chiusi, rendeva le cose più facili. “Lui è il mio migliore amico ... voglio
dire, ho un sacco di amici, ma lui è il migliore ... Probabilmente
andremo a vivere insieme, dopo la fine della scuola.” “Sarà gen le ...” Si
addormentò di nuovo.
Remus si agitò per un po’, provò un sen mento ansioso, poi tornò alla
sua revisione. Poi la svegliò poco prima che doveva andare, però.
“Ci vediamo la prossima se mana?” Lei strinse la mano con una forza
sorprendente.
“No, scusa,” scosse la testa, “Io ... il prossimo venerdì c’è la luna piena,
quindi non sarò in grado di viaggiare sabato.”
“Luna piena ...” mormorò, prendendo qualche secondo per capire.
Quando capì cosa intendeva, lei aveva uno sguardo di forte panico che
Remus non riusciva a sopportare,
“Forse posso venire domenica, però. Vedrò.” Si chinò e la baciò sulla sua
guancia, molto leggermente.
Lei cominciò a piangere, e lui dove e andare. Era a metà strada
a raverso il reparto quando la sen borbo are molto piano,
“Malede o, Lyall Lupin sei un bastardo.”

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Rottura  
If I seem a li le ji ery I can’t restrain myself
I’m falling into fancy fragments
Can’t contain myself
I go a breakdown, breakdown, yeah
I go a breakdown, breakdown, yeah

Venerdì 24 marzo 1978 - 03:00 AM


Remus si rigirò di nuovo. Non riusciva a dormire; era troppo caldo con il
piumone su; troppo freddo se lo toglieva. Le sue gambe con nuavano
ad aggrovigliarsi nelle lenzuola, il suo cuscino era scomodo, e da
qualche parte nella torre di Grifondoro un rubine o gocciolava, cosa
che lo stava facendo diventare pazzo. E, come se non bastasse, lui non
si sen va stanco. Sospirò pesantemente e si girò di nuovo. Accanto a
lui, Sirius geme e. “Moony, tu sei il mio migliore amico, e
probabilmente mi tuffarei davan ad una maledizione per te, ma se mi
svegli ancora una volta, allora non posso essere ritenuto responsabile
delle mie azioni.” Disse tu o questo senza aprire gli occhi.
“Scusa,” sussurrò Remus, “Penso che sia la luna, non riesco a dormire.”
“Mmmrgh.”
“Scusa.”
Uscì dal le o. Era inu le tenere svegli entrambi.
Al di fuori delle tende del le o, nella ma u na oscurità della loro
camera da le o, Remus si fermò alla finestra per un po’. Era una no e
chiara, e la luna era quasi piena. Solo una striscia mancante; si chiese se
avesse mai visto una luna piena con i suoi occhi umani. Forse era stato
troppo piccolo per ricordarsi.
La foresta so o la luna era scura e ombrosa, e sembrava incredibile per
Remus che tra poche ore lui e i suoi amici avrebbero a raversato quegli
alberi misteriosi scuri come se fosse il loro personale terreno di gioco.
Proprio ora, sembrava terrificante; una grande fossa nera che potrebbe
ingoiare tu o.
Solo qua ro altre lune a Hogwarts. E poi cosa?
Mise da parte quel pensiero per un’altra volta.

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Remus guardò il suo le o vuoto. Le tende non erano stato chiuse per
se mane, perché non aveva mai dormito lì; usato solo per fare i
compi . Di conseguenza era coperto da libri, pinze ro e, involucri di
cioccolato, palle di carta accartocciata. Anche se fosse stato ordinato, i
fogli sembravano in qualche modo freddi e poco invitan al chiaro di
luna. Sospirò di nuovo, ma non voleva fare più rumore.
C’erano alcuni bisco nella Sala Comune, una scatola inviata dalla
signora Po er. Se avesse preso il suo libro e le sue sigare e, avrebbe
potuto avere un po’ di piacevoli ore prima che finalmente si
addormentasse o prima del momento per la colazione.
Il suo stomaco ringhiò, e a questo punto la decisione era già stata fa a.
Si mise un paio di calze spesse (erano di Peter,in realtà) prese la sua
bacche a, il suo libro e andò fino alla Sala Comune, a ento a scavalcare
lo scalino cigolante.
Mentre Remus apriva la porta della Sala Comune, si rese conto troppo
tardi che non era solo. Il camino era ruggente e le lampade a orno ai
divani che brillavano calorosamente. Una figura era raggomitolata sul
più grande divano di velluto rosso, avvolta in una grossa coperta
marrone rossa, con una lunga treccia nera che spuntava fuori dalla
cima. Nella poltrona, stringendo una tazza di cioccolata calda mentre
fissava intensamente il fuoco c’era Marlene. Alzò lo sguardo mentre
entrò, e Remus non ebbe più nessuna scelta oltre a quella di sorriderle
e avvicinarsi a lei.
Mentre si avvicinava, poteva vedere che i suoi occhi erano scuri e
pesan , le sue guance rosse e macchiate di lacrime.
“Ciao” disse, a bassa voce, per non svegliare Yaz.
Lei gli diede un piccolo sorriso distante, asciugandosi le guance.
“Ciao.”
“Tu o okay?” Si era fermato abbastanza vicino. Non voleva sapere la
risposta.
Si pen di tu o e desiderava con ogni fibra del suo corpo di tornare a
le o con Sirius ed essere preso a calci nello s nco ogni volta che si
sarebbe rigirato svegliandolo.
Marlene scosse la testa tristemente, fissando il fuoco, i suoi occhi si
riempiono di lacrime. Era una vista familiare, in ques giorni, e non solo
Marlene. Ca ve no zie erano così comuni membri di famiglia in
ospedale, o mor , o - peggio - dispersi.
“Ho de o che poteva entrare in conta o con il camino, se voleva
parlare stasera.” Sussurrò, la sua voce rauca come una vecchia. “Danny.

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C’è la luna piena domani. Beh, stasera, suppongo.” Lei guardò l’orologio
del nonno.
“Ah sì?” Remus assunse un l’aria casuale.
Marlene annuì, ancora guardando il fuoco.
“Deve essere stasera, vedi; domani andrà al Ministero e lo
bloccheranno nelle celle lì. Volevo andare a casa, ma dice che non c’è
niente che posso fare.”
“Suppongo che non ci sia.” Lo stomaco di Remus era stre o così forte
che voleva piegarsi in due, era già nervoso. “Starà bene ...” sperava di
risultare gen le.
“Sopravviverà.” disse amaramente. “Ma non penso che andrà bene. Ti
porta via un po’ di te, ogni volta. Li ho vis , al San Mungo. E ... mi ha
de o come si sente.”
“Perché?!”
“L’ho chiesto.” Lei scrollò le spalle. “Madam Chips dice che ho una
mente curiosa, questo è uno dei mo vi per cui sarò una buona
guaritrice. Volevo sapere, per poter aiutare. Ma era così giù dopo il
mese scorso, così debole.” “Sono sicuro che essere lì per lui lo aiuta.”
Remus provò.
Marlene si asciugò di nuovo gli occhi con le maniche.
“È solo che non mi sembra abbastanza.” Sospirò pesantemente, la sua
a enzione sembrò tornare un po’. Lo guardò, per la prima volta quella
no ata, “Mi dispiace amore, è tu o okay per te? Cosa stai facendo?”
“Oh, non riuscivo a dormire.” Sollevò il suo libro per dimostrarlo.
“Neanche io. Sapevo che Danny probabilmente non avrebbe provato a
conta armi, ma io non sarei potuta andare a le o, nel caso in cui ci
avrebbe provato. Povera Yaz, ha fa o del suo meglio”, diede alla ragazza
che dormiva sul divano uno sbuffe o affe uoso. “È troppo buona per
me.” “Personalmente non penso che nessuno sia abbastanza buono per
te.” Remus disse - anche se non era lui a parlare, non proprio - erano le
parole di Sirius. Si era accorto di sembrare sempre più come Sirius, e
aveva scoperto che non gli importava.
Ad ogni modo, Marlene riuscì di nuovo a sorridere.
“Ragazzo adorabile.” Disse dolcemente. “Siedi , eh? Mi stai rendendo
nervosa lì in piedi.”
Si sede e goffamente sul divano di fronte a Yaz. Marlene si sede e e si
s racchiò come se la sua schiena fosse dolente. Mentre mosse le
gambe gambe da so o di lei una piuma cadde sul pavimento.

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“Oops,” si appoggiò a prenderlo, “stavo cercando di scrivergli una
le era. Ma non so cosa dire.”s Tirò fuori la pergamena vuota dal lato
del cuscino della poltrona.
Remus si sede e rigidamente con il suo libro sulle sue ginocchia.
“È davvero in una cella che lo hanno messo? Al Ministero?” chiese,
incapace di contenere la sua curiosità triste. Lui si alzò per s rarsi di più
e annuì, “Sì. Me l’ha de o mamma. Lui non me l’avrebbe de o - il che
significa che deve essere bru o. Dice che è meglio se non so troppo ...”
“Mmmh.” Remus disse tenendo la bocca chiusa, non fidandosi di sé
stesso.
Marlene inclinò la sua testa in maniera simpa ca,
“Sono così dispiaciuta, Remus, non ho nemmeno pensato. Mi sento
terribile per te, data la tua situazione.”
“Che cosa?!” La fissò, il suo cuore perse un ba to.
“Con la tua mamma che è in ospedale,” rispose Marlene, sbadigliando,
me endo la penna e la pergamena sul tavolino tra loro. “Non c’è da
stupirsi che nemmeno tu riesco a dormire.”
“Oh, sì ...” Si calmò. “Si. Va tu o bene, però, capisco.”
“Posso sedermi con te per un po’? Puoi leggere il tuo libro, non
disturberò.” Chiese, mordendosi il labbro. “Non voglio essere l’unica
sveglia.” “Sì, certamente.”
A sua sorpresa, non si sede e di nuovo, ma si avvicinò a lui sul divano.
Si stabilì me endosi comoda e rando la coperta fino al suo mento.
Remus finse di fare lo stesso, aprendo il suo libro e appoggiandosi
casualmente contro il braccio della sedia.
“Ripasso?” Gli chiese, appoggiando la guancia sulla sua spalla.
“Che altro sennò” rispose. “Aritmanzia Avanzata”.
“Oh Remus,” sbadigliò di nuovo, la sua voce spessa, “quanto
affascinante.” Lei si rilassò un po’ e gli appoggiò una mano sul
ginocchio.
“Mi conosci,” disse dolcemente, unendosi nel suo sarcasmo, “vivo
pericolosamente.”
Marlene fece una risa na tranquilla, e chiuse gli occhi. Remus leggeva,
sen va il suo ba to cardiaco costante e il suo respiro, e in pochi minu
si era addormentata, un peso morto raggomitolato contro di lui. Non gli
importava; era piu osto carino.
Remus smise di leggere dopo che Marlene si era addormentata. Chiuse
delicatamente il suo libro e rimase lì a meditare per un po’. Poteva
sen re l’odore del sale delle sue lacrime asciugarsi sulla sua pelle, e

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l’ansia nel suo sangue. E lui non poteva tenere Danny fuori della sua
mente, in una cella immaginaria del Ministero - probabilmente era
so erranea, probabilmente era nudo, al buio e al freddo ...
Il dolore sarebbe un stato vero shock, se non lo avessi mai sperimentato
prima, Remus pensò. Poteva benissimo immaginare che la seconda luna
piena sarebbe stata anche peggio; perché sapevi cosa stava arrivando.
Non c’era da meravigliarsi Danny non ne volesse parlare.
Se ciò che aveva de o Marlene era vero, allora suo fratello non aveva
nessun a cui chiedere a riguardo. Nessuno che gli diceva che se provavi
a comba ere la trasformazione; se provavi a me er contro di essa, poi
faceva solo più male. L’Essenza Murtlap era meglio per i tagli iniziali, ma
se si usava anche del disinfe ante babbano la pelle si ricomponeva in
modo più ordinato. Poi c’erano le cose che Remus non era sicuro che
qualcuno sapesse - sul profumo della magia, o come trarne vantaggio.
Come rendeva più forte, purché riuscivi a canalizzarlo nel modo
giusto.
Come essere un lupo mannaro significasse molte cose, e non tu e
erano orribili.
Non più vicino al sonno, Remus prese il pezzo di pergamena bianco e
iniziò a scrivere.

I feel my brain like porridge coming ou a my ears


And I was an cipa ng reverie
Taken leave of my senses and I’m in arrears
My legs buckle over, I’m living on my knees
I go a breakdown, yeah
You gimme breakdown, yeah
I’m gonna breakdown, yeah, uh-huh

Venerdì 24 marzo 1978 5:30 PM


“Non devi accompagnarmi”, Remus sca ò, irritabilmente, “so dov’è l’ala
ospedaliera.”
“Lo so,” rispose Sirius, allegramente, alzandosi comunque.
James, Peter e Lily guardarono il loro cibo.
“Non hai finito la tua cena.” Remus si accigliò.
“Nemmeno tu.”

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“Questo perché non voglio vomitare tu o su me stesso quando arriva
l’agonia paralizzante.” Remus mormorò, oscuramente.
Sirius lanciò un’occhiata ai loro amici, fissando sordamente ai loro pia
vuo .
“Dai, Moony, andiamo ...” disse, un po’ più delicatamente.
Remus spinse le mani in profondità nelle sue tasche e si camminò
rapidamente a raverso la Sala Grande, costringendo Sirius a fare
jogging leggero per stare al passo.
“Hey!” il ragazzo dai capelli scuri corse dietro di lui.
Remus non rallentò fino a quando non erano a metà strada verso l’ala
dell’ospedale.
“Okay, capisco, sei in uno dei tuoi sta d’animo oscuri”, sbuffò Sirius.
“Sono sempre di mal’umore.” Remus si fermò. “Dovres sme ere di
fumare, come crediamo di ba ere Serpeverde se sei così senza fiato
che non riesci a mantenere il passo con me?”
“Tu non ne puoi parlare.” Sirius si raddrizzò. “Questa è la prima volta
che ho visto senza sigare a in bocca da se mane. Comunque. Cosa
c’è che non va?”
“Veramente devi chiedere?” Remus accelerò di nuovo.
“Okay, okay,” Sirius gli afferrò il braccio per rallentarlo, “non stai
dormendo e non potevi cenare anche se c’era il pudding, che è il tuo
preferito ... giusto, sarei scontroso anch’io.”
“Non sono ‘scontroso’.” Remus obbie ò.
“Permaloso, allora.”
“Vaffanculo.” Remus pra camente ringhiò. “Lasciami in pace se vuoi
fare lo stronzo.”
“Sto solo cercando di mantenere le cose in prospe va!”
“Non capisci.”
“Fammi capire!”
Erano vicino all’ala dell’ospedale ora, e tu erano a cena, così il
corridoio era vuoto - il che era una fortuna, perché Remus non aveva
controllato prima di perdere completamente il controllo.
“Far capire?!” Remus iniziò a delirare, “Porca troia, okay, vai avan .
Capire che sto salendo le dannate mura con preoccupazionei e stress e
... ci sono i NEWT e la malede a luna e la mia fo uta madre che piange
perché non riesco a vederla domani perché il mio fo uto papà non
poteva controllare il suo fo uto temperamento e ora sono ... e Marlene
piange per suo fratello, che non era nemmeno la mia fo uta colpa, e la
scuola è quasi finita, e c’è una guerra, e una par ta di Quidditch e

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questo grande scherzo, e il mio fianco fa male, e sono solo stanco, e
davvero, volevo quel malede o pudding!”
Si sen va sciocco, una volta finito, ma anche un po’ meglio. Come se ci
fosse stato un palloncino gonfiato nel pe o per tu o questo tempo, e
finalmente si era sgonfiato, dandogli lo spazio per respirare di nuovo.
Rimase lì, fissando Sirius, aspe ando una reazione.
“Santo cielo.” Il ritra o di fronte a loro parlò. Era una strega dall’aspe o
molto severo, seduta su una sedia di legno dallo schienale alto. “Non ho
mai sen to un linguaggio così disgustoso.”
“Oh leva dalle palle stupida stronza.” Sirius le disse di rimando, in
un’o ma imitazione di Remus. Guardò di nuovo Remus, e la sua faccia
incrinò in un sorriso,
“Vuoi seder per un po’? Penso che sia il massimo che tu abbia mai
de o in una volta sola.”
Remus espirò e sorrise debolmente.
“Scusa.”
“Per quello? Dai, Madam Chips aspe a ...”
Proseguirono per la loro strada e l’aria si era calmata, niente sembrava
più così cupo. Tu avia, Remus odiava che Sirius doveva andare via;
sapendo che la prossima volta che si sarebbero vis nessuno dei due
sarebbe stato sé stesso.
“Quindi per come la vedo io,” disse Sirius, ancora allegro, dopo tu o
questo, “Se corro il più veloce possibile posso prendere l’ul mo
pudding e avvolgerlo per colazione. C’è qualcos’altro che posso fare per
aiutar ?”
“Sei un tale segaiolo a volte.”
“Sì.”
“In realtà, c’è qualcosa ...”
“Qualsiasi cosa.”
“Ehm ... potres inviarla, per me?” Remus gli diede la busta sigillata.
Sirius la prese, guardando in basso con un cipiglio.
“Sei sicuro?”
“No. Ma è la cosa giusta da fare.”
“Okay. Lo farò subito.”
“Grazie.”
“Qualunque cosa per il nostro Moon--”
Remus lo fece stare zi o con un bacio.

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Whatever makes me ck
It takes away my concentra on
Sets my hands trembling, gives me frustra on
Breakdown, yeah. I’m gonna breakdown yeah.
I hear that two is company,
For me it’s plenty trouble
Though my double thoughts are clearer
Now that I am seeing double
Breakdown, yeah

Sabato 25 marzo 1978


La trasformazione non era andata così male come si aspe ava - forse
perché niente può mai essere così male, quando aspe davvero il
peggio. E la no e era stata meravigliosa; correre, correre e correre, fino
che Prongs e Wormtail si erano persi, miglia dietro di loro, ed era solo il
lupo e il cane, mordendosi giocosamente, s molandosi a vicenda.
Al ma no, una volta che Remus si era contorto e era tornato nel suo
umano corpo, si era sen to come se le sue ossa fossero fa e di
spaghe co , era così esausto. Andò verso l’ala dell’ospedale con
Madam Chips, mezzo addormentato, ed era grato di crollare nel suo
le o preferito in fondo vicino alla finestra per dormire tu a la
ma nata. Era stato bello, non essere preoccupato; non agitarsi o
cercare una distrazione.
Era tardo pomeriggio, prima che Marlene abbia finalmente sen to
parlare della le era.
Il rumore di lei che li gava con Madam Chips svegliò Remus. Si svegliò
di soprassalto, il cuore che ba eva più forte al suono delle voci alte. La
prima cosa che lui vide era Sirius, addormentato sulla sedia accanto a
lui, le braccia incrociate sul pe o, la testa a penzoloni, i piedi appoggia
sul bordo del le o dell’ospedale.
C’era un pia o di almeno ven pudding sul comodino da parte al le o.
Gli occhi di Sirius si aprirono pochi secondi dopo di Remus, e sba é le
palpebre, sorpreso e accigliato.
“È McKinnon?!”
“FAMMELO VEDERE CHIPS!”
“MISS MCKINNON, NON LASCERÒ ASSOLUTAMEN--”

676
“SO CHE È QUI!”
“CHIAMERÒ LA PROFESSORESSA MCGRANITT!”
“REMUS?! REMUS LUPIN!”
“Sono qui, Marlene,” Remus cominciò ad alzarsi dal le o, pronto ad
affrontare la li gata.
Se fosse tu o finito, aveva ancora superato i se e anni. Gli era ancora
legalmente consen to di eseguire magie anche se fosse stato scoperto.
“Va tu o bene Madama Chips.” Lui disse, dato che Marlene era arrivata
a raverso il reparto, rando indietro le tende che lo nascondeva.
“È vero?!” I suoi capelli volarono sul suo viso mentre lei si precipitò, i
suoi occhi selvaggi. Lo fissò, e Remus sapeva che lo stava veramente
vedendo, per la prima volta; analizzando.
Una guaritrice naturale, Marlene guardò il le o, Sirius, le cicatrici di
Remus e il telaio malconcio, e sapeva che stava ricordando ogni
momento che era stato stanco, o che era mancato a una lezione, o
aveva avuto un nuovo graffio.
La luce di verità illuminò i suoi occhi e lei scoppiò in lacrime.
“Sei un fo uto bastardo.”

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Scelte  
Her phobia is infec on
She needs one to survive
It’s her built-in protec on
Without fear she’d give up and die

He’s a germ free adolescent


Cleanliness is her obsession
Cleans her teeth ten mes a
day Scrub away, scrub away,
scrub away The S.R. way.

“Sei un fo uto bastardo!”


“Oi!” Sirius si alzò in piedi, tu o d’un colpo.
“Va tu o bene.” Disse Remus - non era sicuro con chi stesse parlando;
Sirius, che era sca ato in modalità difesa, o Marlene, che singhiozzava
con gli occhi rossi e arrabbia .
“Bastardo!” Disse di nuovo, in tono di sfida, sfregandosi gli occhi.
“Miss McKinnon!” Madam Chips apparve, dall’aspe o insolitamente
agitato, “Ti faccio portare furoi se non puoi essere civile.”
“E tu!” Marlene si voltò “Avevi de o che non sapevi nulla a proposito!
Avevi de o che non ne avevi mai visitato uno prima!”
“Non incolpare lei, Marlene per favore ...” Disse Remus, sedendosi sul
le o di nuovo, sentendosi un po’ stordito, “stava solo cercando di
proteggermi!”
“Da quanto tempo?!” Marlene gli urlò e lo fissò di nuovo.
“... da quando avevo cinque anni.”
“Bastardo!”
“Marlene, per favore ...”
Gli lanciò un pezzo di pergamena sul le o. Era una le era, mezza
spiegazzata per tu o il trambusto. Remus la prese con mani tremolan .
Marlene rimase lì, dura come la pietra, in a esa che la leggesse.
La aprì e guardò in basso, e fece del suo meglio. La maggior parte delle
volte ormai non aveva più problemi a leggere. Ma era ancora molto
stanco, e così nervoso che tu o ad un tra o si sen va di nuovo come se

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avesse undici anni, le le ere sembravano spostarsi e cambiare mentre
cercava di dare un senso a ciò che c’era scri o.
“Scusa,” scosse la testa, “Scusa, ho mal di testa, cosa ha ... ehm …?”
Sirius la prese da lui, e nel fare così, si è mise in mezzo tra Remus e
Marlene.
Si schiarì la gola, accigliandosi un po’.
“È da Danny McKinnon ... Dannazione, Moony, cosa hai fa o?”
“Per favore dimmi cosa dice.” Remus scosse la testa, appoggiandosi in
avan e cullando la fronte nelle sue mani. Aveva davvero mal di testa.
Marlene stava ba endo il piede a terra con impazienza, e Madam Chips
era ancora vicina, incerta se usare o meno il proprio rango in tu a
quella situazione.
Sirius esaminò la pagina, molto più a suo agio con tu a l’a enzione.
“Dice ‘grazie’.” Lui disse.
“Che cosa?!” Remus alzò lo sguardo, socchiudendo gli occhi,
“Beh, questa è la sostanza ...” rispose Sirius, leggendo ancora, “... ha
ricevuto una le era quando è arrivato a casa questa ma na da uno
degli amici di Marlene, che ‘afferma di essere un licantropo’. Aveva un
sacco di consigli u li, e vorrebbe incontrar . Dice che non lo dirà a
nessuno, e non ha idea comunque di chi tu sia.” “Ma io sì.” Marlene
disse.
Aveva smesso di piangere ora, e la sua voce era un po’ più calma, ma
Remus poteva sen re il calore dell’emozione che si irradiava da lei. “Sì.”
Remus annuì, il suo collo rigido “sapevo che lo avres capito.” “E hai
inviato la le era comunque?” Lei aspe ò per un momento.
“Volevo aiutare.” Si strinse nelle spalle.
Ci fu una lunga pausa. Remus avrebbe voluto sdraiarsi, ma non lo fece.
“Silente lo sa? E la McGrani ?” Marlene stava parlando molto di più
piano ora, come se non potesse ancroa crederci.
“Sì.”
“È così pericoloso.” Sussurrò, “avres potuto uccidere qualcuno”. “No.”
Sirius disse, le mani sui fianchi, “è stato tu o perfe amente sicuro, sin
dal primo anno, vero, Poppy? Remus non avrebbe mai ferito nessuno.”
“Remus non lo farebbe.” Marlene incontrò i suoi occhi “ma il lupo sì.”
“No, non l’ho mai fa o.” Remus sen la necessità di confermare.
“Abbiamo fa o tu o il possibile per mantenere la sicurezza.” “Sei
registrato?” sbo ò lei.
“Ehm ... beh, quasi tu o il possibile” Ammise.

679
“E tu ... volevi solo aiutare Danny? Non stavi cercando di ... non so,
portarlo da parte?”
“Di che parte stai parlando, McKinnon?!” Sirius si fece avan ,
minaccioso, “Moony è dalla nostra parte. È tuo amico.”
“Pensavo che lo fosse.” Marlene rispose. Non aveva paura di Sirius; lei
poteva avere la meglio su di lui sul campo di Quidditch in qualsiasi
giorno, e Madam Chips era in piedi proprio lì da parte.
“Ho dovuto tenerlo segreto, Marlene,” Remus implorò, anche la
tensione era insopportabile, “Ho dovuto, altrimen non sarei mai
potuto venire ad Hogwarts. Sai com’è quando c’è qualcosa di ... diverso
in te. Sai come sono le persone.”
Incontrò il suo sguardo mentre disse questo, e la vide irrigidirsi di paura
quando le venne in mente esa amente a cosa stava alludendo.
“Come osi.” Lei disse. “Come osi.”
“No, non intendevo ...” Alzò le mani davan a sé, ma era troppo tardi.
“Stai lontano dalla mia famiglia!” Sca ò, prima di andarsene via, Con la
stessa ferocia con cui era arrivata.
Remus espirò. Non aveva provato davvero paura, anche se non aveva
idea di cosa Marlene avesse fa o dopo. Si chiese vagamente se potesse
fare i suoi esami NEWT per corrispondenza - o se i Po er lo avrebbero
lasciato rimanere da loro senza James o Sirius. Ma la sua testa era
troppo confusa per fare un piano adeguato, e pensava che preferiva
solo dormire un po’.
Si sdraiò indietro sul le o, Madam Chips e Sirius lo guardarono.
“Sto bene.” Disse, “Veramente. Ho solo bisogno di un piccolo riposo.”
“Parlerò subito con la professoressa McGrani .” Madam Chips disse,
infine. “Penso,” disse Remus, assonnato, chiudendo gli occhi, “che
sarebbe meglio parlare con Marlene, una volta calmata. Lei rispe a la
tua opinione. Non me erla nei guai, non ha fa o nulla di sbagliato.”
Madana Chips gli diede uno sguardo molto dolce, poi, si avvicinò per
lisciargli un po’ le lenzuola toccandogli delicatamente la mano prima di
andarsene.
“Non ha fa o niente di sbagliato.” Sirius mormorò, strofinando i piedi
sul pavimento. “È una piccola vacca bigo a.”
“Non è un punto di vista insolito”, sospirò Remus, “tanto vale che mi ci
abitui qualche volta.”
“Dovrei andare e--”
“No.” Remus disse, bruscamente, “lasciala sola.”
“Ma lei sta per--”

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“Parlerà con i suoi amici, prima.” Remus disse, fermamente. “Lily e
Mary. Preferirei che abbia parlato prima con loro. Sono le migliori
persone in questa situazione.” Lui sbadigliò.
“Maledizione, Moony.” Sirius scosse la testa. “Come puoi essere così
calmo?!”
“Sono distru o.” Remus rispose. E questa fu l’ul ma cosa che disse per
ore.

La cosa era, in qualunque modo sarebbe andata la faccenda, Remus


non vedeva un grande futuro per sé stesso a Hogwarts comunque. Era
grato, ovviamente, per tu o quello che Silente, McGrani e Madama
Chips avevano fa o per lui. Lui amava tu e le sue materie (tranne
Pozioni, forse) e sopra u o aveva avuto un gruppo di amici che erano
cari a lui più di quanto nessuna famiglia sarebbe mai stata. Ma le cose
belle sarebbero rimaste tali, anche se fosse dovuto andarsere.
Potrebbe avere più tempo da passare con Hope. Più tempo da dedicare
per vincere questa terribile guerra. Remus non avrebbe più davvero
imparato qualcosa a scuola che non aveva già saputo dai libri. Lui
desiderava pra care e fare esperienza; voleva essere veramente messo
alla prova. Non avevi bisogno dei NEWT per farlo, solo una biblioteca
ben fornita e nervi d’acciaio. Remus aveva tu o ciò che era necessario
ora, fare la cosa che voleva fare per quasi tu a la vita.
Se Marlene lo avesse fa o espellere dalla scuola, allora Remus era
finalmente libero di cercare Greyback. L’idea c’era già da quando aveva
scoperto il nome del lupo mannaro.
E quella no e aveva scri o a Danny, tu o sembrava molto chiaro. Era la
cosa per cui era nato. Quasi come se avesse ereditato il compito da
Lyall. Il goffo, insignificante, Remus Lupin di seconda classe non avrebbe
mai ba uto nessuno di così insidiosamente terribile e onnipotente
come Lord Voldemort. Ma il lupo in lui sapeva che avrebbe potuto
avere una possibilità contro Fenrir Greyback. Remus sapeva che poteva
ucciderlo, ma era dannatamente bravo a fare danni per prima cosa.
Non aveva de o nulla a Sirius su questo. Per quanto sarebbero sta
insieme, Remus si vergognava profondamente del suo stesso desiderio
di vende a; la sua incapacità di domare questa rabbia spericolata.

681
Sirius lo guardava per autocontrollo; per una risposta ragionevole e
misurata, e Remus non aveva intenzione di infrangere quell’illusione e
rischiare di rovinare tu o ciò che funzionava nella loro relazione.
Ad ogni modo, Remus aveva dicio o anni e babbano o mago, poteva
fare le scelte per sé stesso, non importa quanto fosse pericoloso. E se
voleva dire sconvolgere Marlene per dare il via a tu o, allora almeno
era stato in grado di aiutare suo fratello in qualche modo. Uno degli
slogan fatalis ci della Dire rice spuntò fuori nella sua testa: ‘Nessuna
buona azione rimane impunita’.
Anche se non sapeva quali buone azioni la Dire rice avesse mai fa o.
Era il momento di cenare quando si svegliò per la seconda volta quel
giorno. Sirius non era più lì, ma la Mappa del Malandrino era nascosta
so o il cuscino di Remus.
La prese e vide che i Malandrini erano tu nella Sala Comune con Mary
e Lily vicine. C’era una torta di pollo su un pia o da parte al suo le o,
magicamente tenuta calda in qualche modo - Remus non aveva ancora
capito come funzionava, forse un incantesimo nel pia o?
Decise che avrebbe mangiato prima di qualsiasi altra cosa, e lo fece in
silenzio, pensando a una velocità allucinante, come se il suo cervello
stasse recuperando tu o il tempo che aveva sprecato a dormire. Scrutò
la Mappa alla ricerca di Marlene.
Era nel dormitorio delle ragazze, con Yaz.
Non sapeva se fosse una cosa buona o ca va. Nessuna folla inferocita
era ancora arrivata brandendo forconi, il che probabilmente era buon
segno. Madama Chips arrivò quando stava finendo la sua seconda fe a
di pastafrolla al burro.
“Come sen , caro?” Chiese, con profonde rughe sulla fronte.
“Bene!” Disse, brillantemente. Perse il pia o verso lei, “Vuoi uno? Non
riuscirò mai a mangiarli tu .” Questa era una bugia e lo sapevano
entrambi, ma la signora Chips era stata così gen le da assecondarlo.
“Beh ... non c’è nessun altro in reparto oggi.” sorrise, e si sede e sulla
sedia accanto a lui acce ando un dolce.
Evocò due tazzine e versò il tè caldo fumante dalla sua bacche a, era
tu o molto piacevole, ma Remus potrebbe poteva sen re che un
grande discorso era in arrivo.
“Vado, dopo questo.” disse lui, “Tolgo il disturbo”.
“Non sei mai stato disturbo, Remus,” rispose gen lmente, soffiando sul
suo tè per farlo raffreddare. “Anche quando eri un ragazzino.”
“Ero un piccolo idiota, al primo anno.” Remus gli andò contro. Lei
sorrise e scosse la sua testa,

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“Per niente. Un diamante grezzo.”
“Oh.” Disse, sentendosi arrossire. Se fosse stato chiunque altro avrebbe
de o ‘zi o’ o ‘leva dalle palle’, ma non avrebbe mai avuto una parola
rude da dire a Madama Chips.
“Sono vola , gli ul mi anni,” sospirò “ricordo quel piccolo scricciolo che
eri. Sei cresciuto in un bel giovane uomo.”
Avrebbe voluto che si fermasse, anche se era tu o molto bello; non
sapeva cosa fare con esso. “E tu meri ogni successo, Remus, mi sen ?”
Lei con nuò, “Non sarà facile per te, dopo la scuola - e io so che lo sai
già.” Lui annuì. “Starò bene.”
“Sarà così.” Sorrise, i suoi occhi si illuminarono con le lacrime “E se mai
avessi bisogno di qualunque cosa, sai dove raggiungermi.”
“Ovviamente.”
“Conoscevo Danny McKinnon sai.” Disse, svuotando la gola, ecco che
arriva, pensò Remus. Ma lei lo aveva abilmente sopraffa o con tu a
quella roba carina, e lui doveva solo stringere i den e ascoltare ora.
“Sì?” Disse casualmente, prendendo un’altra fe a di torta.
“Sì, quando era uno studente qui. Era venuto qui un cen naio di volte
per essere ricucito - era un ba tore di Grifondoro, come Marlene. Era
un po’ più estroverso di lei però.”
“Non lo so,” tornò Remus, seccamente, “non è certo una viola che si
restringe.”
Madam Chips sorrise, nonostante tu o,
“No, non del tu o. Ha la tenacia dei McKinnon e un forte senso di
consapevolezza del giusto e sbagliato.”
“Vero.” Lui sospiro. Gli era sempre piaciuto questo di Marlene; il suo
modo dire o, “e so cosa hai intenzione di dire - che non è tu o così
semplice, che ci sono sfumature di grigio, e che non importa ciò che la
gente pensa di te, conta ciò che fai ...”
“Beh … sì.”
“So tu o questo, e va bene. Sapevo che tu o ciò sarebbe successo
quando ho scri o a Danny, sapevo come avrebbe reagito Marlene. Ma
alla fine, non importava. L’unica cosa che importava era aiutarlo.”
“Sono orgogliosa di te, Remus.”
Questo lo fece impazzire. La sua gola diventò stre a, e quasi soffocò
cercando di ingoiare l’ul mo pezzo della sua fe a. Sputò e tossì,
raggiungendo il tè per riuscire a mandar giù.
Madama Chips si alzò, sorridendo. Gli diede una pacca sulla spalla
mentre Remus si riprendeva.

683
“Ti lascerò uscire.”
Prese qualche momento per ricomporsi prima di alzarsi. Spazzolò via le
briciole dalle lenzuola del le o, anche se sapeva che avrebbe dovuto
farlo veramente. Il resto dei dolci lo avvolse in una pergamenta e fece
scivolare con cautela il pacche o nella borsa. Potrebbe averne avuto
bisogno più tardi. Remus si sorprese quasi da quanto si sen va calmo.
C’era un senso di chiusura; di giungere a una fine inevitabile. Qualcuno
l’avrebbe sempre scoperto, si disse. Era stato un idiota a pensare che
potesse nascondere a tu una cosa così grande per sempre. Aveva
fa o un buon lavoro, ma era stata tu a fortuna, e avevano preso così
tan rischi. Almeno in questo modo, era stata una scelta di Remus;
l’aveva controllata per tanto quanto poteva. In questo modo, i
Malandrini erano al sicuro. Nessuno avrebbe mai saputo cosa
diventavano tu in ogni luna piena.
Si diresse lentamente alla torre di Grifondoro. Era tu o rigido per la
dormita che era durata tu o il giorno, ed era grato per l’opportunità di
sgranchirsi le gambe in privato. Sirius non aveva menzionato il
problema dell’anca per un po’, ma Remus lo vide stringere le labbra o
aggro are la fronte ogni volta che notava che Remus zoppicava o che si
massaggiava il fianco.
“Blatherskite”, disse alla Signora Grassa, che a malapena alzò lo sguardo
per farlo passare.
Entrò nella stanza e sen sei paia di occhi andare su di lui allo stesso
momento. Facendosi forza e incollandosi un sorriso distra o sul viso, si
avvicinò ai suoi amici sedu al loro solito posto, occupando due divani e
una poltrona.
“Moony!” Sirius si alzò da dove era seduto per fargli spazio, “stavo per
venire e vedere se fossi svegliato.” “Sono svegli.” Disse prendendo il
posto.
“Sirius ci ha de o cosa hai fa o.” Peter disse, come se non potesse
contenersi. Stava giocando con un pezzo di scacchi - c’era una par ta in
corso, ma Remus non potevo dire con chi stava giocando. “Bene”,
Remus annuì. “Ehm ... qualcuno ha parlato a Marlene?”
“Abbiamo urlato”, “Mary sospirò, indicando se stessa e Lily. “Penso che
lei sia perlopiù ferita di essere stata l’ul ma a scoprirlo.”
“Mmh.”
“Non ha de o molto altro, però. È andata via con Yaz.”
“Giusto.”

684
“Ascolta, Moony,” James si sporse, gli occhi molto seri, “Stavamo
parlando … ricordi al quinto anno? Silente aveva fermato Piton dal dirlo
a tu . Può fermare anche Marlene, se si tra a di questo.”
“Potrebbe.” Remus annuì, anche se non era così sicuro. Potrebbe
servire Silente meglio da fuori scuola ora di quanto potesse farlo
quando aveva sedici anni. Sopra u o considerando i conta che
Remus avevano già fa o.
“Ma lascialo fuori per ora, okay?”
“Perché l’hai fa o?!” Chiese Peter, con nuando a stringere il pezzo
degli scacchi.
“Per aiutare Danny.” Remus rispose, sorpreso. Guardò tu “Lui era
solo, nessuno lo stava aiutando, me l’ha de o Marlene stessa.”
“Ma Remus ...” disse Lily, “sapevi come si sarebbe sen ta al riguardo.
Sapevi che non avrebbe capito.”
“Sapevo. Ma era per Danny.” Remus ripetè di nuovo, fermamente.
Tu avevano promesso di dargli tempo e vedere ciò che Marlene
avrebbe deciso di fare.
Lily e Mary avevano promesso che avrebbero fa o tu o ciò che
potevano, quella no e nel loro dormitorio, le avrebbero spiegato e
avrebbero cercato di convincerla. Remus li ringraziò tu , perché sapeva
quanto si prendevano cura di lui.
Avevano avuto una serata tranquilla. Remus giocò a scacchi con Peter e
perse, quindi Sirius prese il suo posto e pareggiarono. James e Lily si
interrogarono l’un l’altro sugli ingredien delle varie Pozioni e Mary
lavorò a malincuore sulle domande di lavoro.
“Mezzo materiale noioso da segretaria babbana per compiacere mia
mamma e mezzo materiale noioso per il Ministero della Magia per
compiacere McGrani .” sospirò.
Alla fine andarono a le o, uno per uno, anche se Remus si era appena
svegliato per tre ore quel giorno salì le scale sbadigliando.
Sirius era stato molto paziente. Non aveva ancora de o neanche una
parola, e Remus sapeva quanto doveva essere difficile per lui. Quindi
quando furono finalmente a le o, si sdraiò tranquillamente sulla
schiena e fissò le tende di velluto lasciando che Sirius cominciasse a
parlare.
“Non glielo lascerò fare.” Sirius sussurrò, raggiungendo la sua mano,
“Parlerò con lei, Mary e Lily le parleranno, e le faremo capire. La
McGrani e Madama Chips - vorranno aiutar , lei le ascolterà se non
ascolterà i suoi amici. O Silente. James potrebbe cacciarla fuori dalla
squadra - qualsiasi cosa. Non perderò, Moony, hai lavorato sodo

685
anche tu, non sarai cacciato solo per aver cercato di essere gen le con
quell’ingrata, os nata, intollerante--” “Andrà tu o bene, Padfoot.”
Remus disse.
“Esa amente!” Sirius annuì, i suoi capelli frusciano contro il cuscino
“esa amente, perché la fermeremo.”
“No, voglio dire - non importa cosa succede; sarà tu o okay. Se me ne
vado tra tre mesi o se devo andare domani, tu o sarà ancora okay.”
“Ma i tuoi NEWT!”
“Beh, non vedo l’ora di distrugger completamente in Storia e
Incantesimi
...”
“E Aritmania, ho copiato da te per tu o l’anno.”
“E Aritmania.” Remus rise. “Ma ... beh, i NEWT non significano tanto.
Non sarò ancora in grado di accedere a nessuno dei programmi di
formazione del Ministero senza registrarmi come licantropo - e non lo
farò, mai. Io non so se voglio persino davvero fare quel po di lavoro.
Quello che voglio è iniziare a cambiare le cose. Ecco perché ho scri o a
Danny in primo luogo.”
“... Vuoi dire che vuoi essere cacciato?!”
“Non penso che succederà. Non penso che Marlene lo farà, anche se è
arrabbiata. Ma potrebbe chiedermi di andarmene, e se è quello che
vuole, allora lo farò.”
“E unir alla guerra.” Sirius finì. La sua voce sembrava strana, ma
Remus sapeva che capiva.
“Sì, suppongo che tu possa me erla in quel modo.” Remus annuì.
“Verrò con te, allora. Non ho bisogno dei NEWT, sono un Black.”
“Non chiederei di farlo.”
“Lo so. Ma lo farò. Andremo insieme.”
Remus non voleva amme erlo, ma era tranquillamente entusiasta.
Forse era la parte di Grifondoro in lui, ma lasciarsi alle spalle l’infanzia e
precipitarsi verso l’ignoto con il suo migliore amico sembrava una cosa
alle ante. Sarebbe la loro realizzazione; lontani da Hogwarts, dagli
orari, da tu e le piccole sciocche faide e rivalità.
Avevano così tanto da offrire, lui lo sapeva. Non avevano trionfato in
tu o ciò che avevano mai tentato? Non erano gli eroi di ogni storia
finora? Non sarebbe cambiato niente per loro.
Potrebbero porre fine a questa guerra e iniziare davvero le loro vite.

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“Grazie.” Rotolò per baciare Sirius. Baciò le sue labbra e le sue mani
scivolavarono so o la sua camicia da no e e con nuò a baciarlo, le sue
labbra, il collo, la sua mascella, “grazie, grazie ...”

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Quello che ci manca  
Erano promesse meravigliose, ma non doveva essere così. Remus non
avrebbe avuto la possibilità di fare un’uscita misteriosa e dignitosa da
Hogwarts, e Sirius non avrebbe avuto l’opportunità di dimostrare che
avrebbe seguito il suo Moony in qualunque posto. Più tardi - dopo che la
guerra sarebbe finita e tu o il resto sarebbe finito - Remus si sarebbe
chiesto se le cose sarebbero potute andare in modo diverso se lui e
Sirius avessero lasciato la scuola allora. Forse avrebbero potuto tenersi
più vicini, o allontanandosi avrebbero potuto tenere le altre persone più
al sicuro.
Comunque. Non successe, e non servì a niente soffermarsi su ciò.
Per anni e anni dopo, una volta svanita l’agonia di tu quei funerali,
necrologi, memoriali, Remus sarebbe rimasto con i ricordi dei suoi ul mi
mesi a Hogwarts, quando erano sta stupidi e ingenui e
indescrivibilmente felici senza nemmeno saperlo.

Mercoledì 29 marzo 1978


Il fine se mana passò tranquillamente; c’erano compi da completare,
gli allenamen di Quidditch e uno scherzo enormemente complicato da
pianificare, in più Marlene non aveva fa o ancora nessuna mossa. Sirius
e James gli avevano riferito che aveva fa o gli allenamen di Quidditch,
ma non aveva parlato con loro. Mary aveva de o che era ancora
sconvolta, ma che non le aveva fa o pensare se l’avrebbe de o o
meno. Erano ormai arriva alla fine della se mana successiva quando
Marlene decise finalmente approcciarsi di nuovo con Remus. Lo ca urò
da solo - che era raro, in quei giorni.
Stava riordinando l’aula di Incantesimi dopo una sessione di ripasso,
prima della riunione della ‘coopera va tra case per la pianificazione di
scherzi’. Di solito Chris lo aiutava, ma aveva il raffreddore e si era preso
il pomeriggio libero. Remus voleva quasi interrompere del tu o il
gruppo. Tu o sembrava così fu le; imparare, imparare e imparare - per
cosa? Passare un esame, o enere un buon voto, e poi? Se Greyback
non lo avesse uscciso prima dei vent’anni, sarebbe stato ancora

688
disoccupato. Ma tu sembravano apprezzare i gruppi di studio e lui
odiava deluderli.
Entrò nella stanza odorando di erbe della serra: rosmarino e salvia e un
ricco terreno terroso. Si voltò e inconsciamente si appoggiò contro un
muro.
“Ciao.” le disse.
Rimase immobile per un po’, fissandolo in totale silenzio, prima di
rispondere.
“Ciao. Sono furiosa con te.”
“Lo so.” Annuì, cercando di essere comprensivo: “Penso che sia
abbastanza giusto. Sono ... ehm. Sei pronta a parlarne?”
“No.” Sparò, incrociando le braccia. Lo fissò e lui distolse lo sguardo,
come un supplicante che implora perdono. La sen agitarsi un po’ e
sospirare con impazienza. “Ma Danny dice che devo.”
Remus evitò consapevolmente di sorridere, ma non poteva ignorare il
flusso di sollievo che provò a quelle parole. Alzò di nuovo lo sguardo,
con a enzione.
“Gli hai parlato, allora?”
“Sì. Ha de o di aver provato l’Essenza di Murtlap combinata con il TCP
babbano e dice che sta guarendo più velocemente. E avevi ragione a
prendere un sonnifero.”
“È la cosa migliore, ho scoperto. Per la guarigione.” Remus rispose,
diffidente, distogliendo di nuovo gli occhi. Gli faceva provare vergogna
di sé stesso.
“Lo sapevano tu tranne me.” Disse Marlene. Adesso era appoggiata al
muro opposto; l’intera stanza tra di loro, l’accozzaglia di sedie e
scrivanie.
“Anche Mary.”
“L’ha capito, non gliel’ho de o.”
“Ho sempre pensato che fossi strano perché sei gay.”
Si accigliò un po’. Era strano? Non aveva de o niente, non poteva
pensare a niente che lo avrebbe reso migliore.
“Hai davvero ferito i miei sen men , Remus.” Marlene con nuò: “Mi
hai men to per anni. Pensavo fossimo amici, ho condiviso con te cose
che non ho de o a nessun altro.”
“Siamo amici!” Remus protestò, “Comunque sono tuo amico.” Sospirò
pesantemente. Sarebbe sempre stato così, quando le persone
avrebbero scoperto? “Guarda, non saprei dirtelo; c’erano troppe
persone coinvolte ... Madama Chips e persino Silente. Ho dovuto

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tenerlo nascosto anche per il loro bene. E ... in passato hai chiarito cosa
provi per le persone come me.”
“Avres dovuto dirmelo.”
“Cosa avres fa o?” Remus si stava innervosendo adesso. “Ti sares
lamentata? L’avres de o a tu ? Mi avres fa o espellere?”
“Avrei potuto non farlo.” Si morse il labbro e distolse lo sguardo. Meno
ne era certa, più Remus si arrabbiava.
“Beh, non avevo molta voglia di correre il rischio!” disse, “Non ho una
famiglia o una vera casa dove andare, nel caso te lo fossi dimen cata.
Non ho niente da fare al di fuori di questa scuola, quindi perdonami per
aver fa o tu o il possibile per restare.”

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Lo capisco,” alzò lo sguardo, allungando le mani, “… e non vorrei mai
causar problemi, ma Remus, non vedi quanto sia pericoloso--”
“Avevo undici anni! Ero solo un bambino, e questo vecchio si presenta e
mi dice che sto per andare a una scuola di magia - cosa avres fa o?!”
“Non gridare contro di me!” Si accigliò, rimpicciolendosi un po’. “Non
sono venuta a gridare.”
“Scusa.” Mormorò. “Non ho avuto la mia possibilità l’altro giorno.”
“Mi dispiace.”
“Bene.”
Dopodiché rimasero in silenzio, entrambi guardando a terra, entrambi
agitandosi con le mani. Remus poteva sen re il cuore di Marlene
ba ere forte in un ritmo costante e ansioso.
“Guarda.” Disse, mantenendo la voce bassa e ferma, aprendo i pugni.
“Se vuoi che lasci Hogwarts, lo farò. Finché prome di non me ere
nessun altro nei guai, non ho intenzione di li gare.”
“Ma i tuoi NEWT ...”
“Non importa se dirai a tu quanto sono pericoloso.”
“Parli come Danny.”
Di nuovo zi . Remus scosse la testa, stanco ed esasperato. Provò con
una ta ca diversa.
“Come sta adesso? La le era diceva che voleva incontrarmi?”
“Lui sta bene.” Lei annuì, i suoi occhi un po’ luminosi. “Penso che lo
abbia rallegrato, sapere che qualcun altro stava a raversando la stessa
cosa.” “Sì,” Remus annuì, “È qualcosa che mi sarebbe piaciuto. James,
Sirius e Pete ... si sono sempre assicura che non mi sen ssi mai solo.
Quindi so quanta differenza fa.”
Marlene annuì e si asciugò gli occhi.
“Sono arrabbiata.” Disse lei, stancamente. “Ma non so se sono
arrabbiata con te. Hai solo ... è stato un tale shock, e non sono sicura di
quan altri shock posso sopportare, in ques giorni.” Lei rise e non
sapeva davvero perché. Sorrise, debolmente. “Non ho intenzione di
dire niente. Non voglio che tu vada da nessuna parte. Danny dice ...
dice che dobbiamo concentrarci sulle nostre somiglianze, non sulle
nostre differenze. Adesso più che mai. Lily e Mary hanno de o la stessa
cosa. So che hanno ragione, è solo più difficile di quanto mi aspe assi.”
“Non posso perme er di odiarmi.” Disse, diffidente.

691
“Non odio.”
“Odiare ciò che sono è la stessa cosa.”
“Ci sto provando, Remus.” Sba é le palpebre per scacciare le lacrime.
“Lo giuro, ci proverò.”
“Grazie.” Lui annuì.
Per una frazione di secondo rimase deluso; era così pronto per un
cambiamento. Sapendo che avrebbe dovuto aspe are ancora un po’,
ma svanì rapidamente, come una porta che si chiude. Quello era tu o.
Avrebbe finito la scuola e avrebbe ba uto tu in Storia - anche
Aritmanzia, probabilmente - e avrebbe guardato l’ul ma par ta di
Quidditch e si sarebbe ubriacato troppo per festeggiare con i suoi amici.
Greyback avrebbe aspe ato.
“Posso aiutar ?” Marlene indicò l’aula disordinata. “Po er e Black e la
loro banda di miscreden saranno qui tra un minuto per pianificare il
loro a acco ai Serpeverde ...”
“Sì, okay,” Remus annuì, ed entrambi iniziarono a spostare le scrivanie.
Il confronto sembrava finito e per ora erano entrambi soddisfa . Era
contento; era stato orribile non avere Marlene come amica.
Remus e Chris di solito usavano la magia per spostare indietro i mobili
della classe, ma Marlene non era mai stata brava con gli incantesimi di
locomozione, quindi iniziò a sollevare e spingere le cose. Remus non
voleva me ersi in mostra ora che erano torna a parlare in modo
provvisorio, quindi fece del suo meglio per eguagliarla.
“Vado a parlare con Mary.” Disse Marlene, all’improvviso, sollevando
una sedia e spingendola so o una scrivania. “Yaz vuole che lo faccia.
L’ho già de o a Danny.”
“Bene.” Remus sorrise, incoraggiante. “Sono sicuro che Mary starà
bene. È la persona meno cri ca che io conosca.”
“Sì, probabilmente hai ragione.” Marlene lo guardò, pensierosa mentre
rime eva a posto il tavolo finale. “Remus?”
“Mh?”
“Sei zoppicante a causa delle trasformazioni?”
“Sto zoppicando?” Remus rimase un po’ più dri o, impacciato.
“A volte più di altre”, rispose lei, in modo pra co. “Ho sempre pensato
...
alla tua educazione. Che qualcuno te l’avesse fa o.”
Lui scosse la testa.

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“Quando avevo tredici anni o giù di lì, penso che qualcosa sia tornato a
posto un po’ traballante.” Alzò le spalle. “Diventa un po’ rigido di tanto
in tanto.
Non ci penso neanche adesso.”
“Mmmh.” Lei rispose, pensierosa.
“-- Quante volte?!”
La porta si spalancò e Lily entrò, con aria furiosa, James che la seguiva,
Peter e Sirius vicini, entrambi sorriden . “Non abbiamo de o scherzi
fino alla fine del trimestre! Dovremmo mantenere un profilo basso, tu
sei Caposcuola!” Dai, Evans,” disse James, mani fuori, “Non era niente,
a malapena uno scherzo, era ... ehm ...” lanciò uno sguardo implorante
a Sirius, “Buon umore!” disse Sirius fiero.
“Buon umore!” James annuì, sorridendo.
“Tu gli specchi del bagno che rifle ono improvvisamente le facce di
troll sono segno di buon umore?!” Lily si voltò contro entrambi.
Non andava bene, tu e tre i ragazzi scoppiarono a ridere.
Anche Remus ridacchiò; aveva fa o metà della ricerca per quello. La
se mana prima aveva passato ore a cercare ritra nei libri di storie
della dinas a dei troll per o enere tu e le cara eris che giuste.
Sperava di avere la possibilità di cogliere alcune delle reazioni prima che
Vi ous riuscisse a rompere l’incantesimo di fascino che avevano usato.
“Svita .” Marlene sorrise midamente.
“Marlene!” Lily rimase a bocca aperta.
Si voltarono tu a guardarla, e poi verso Remus, a bocca aperta. Si
impegnò a ricambiare il sorriso a tu loro, rilassando le spalle e
ba endo le mani insieme.
“Dai su! Questa coopera va non funzionerà da sola ...”

Sirius aveva ancora delle opinioni su Marlene, ovviamente. Remus si


rifiutò di ascoltarle. Voleva chiudere la ques one, voleva andare avan .
E voleva incontrare Danny, appena possibile. Per la prima volta, nel
bene e nel male, Remus sen va di avere un alleato là fuori. Qualcuno
che era come lui, dalla loro parte. Scrisse un’altra le era, poi la scartò e
provò di nuovo. Poi ancora e ancora. C’erano così tante cose da dire che
Remus non sapeva da dove cominciare.
“Per cosa gli vuoi parlare, però?” Sirius sbadigliò una no e a le o,
mentre Remus rinunciava a un altro tenta vo di presentarsi

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adeguatamente. “Sai di più sull’essere un lupo mannaro di lui, non è
come se avessi un’intuizione speciale.”
“Non si tra a proprio di questo.” Remus sbadigliò di rimando,
spegnendo la bacche a leggera e sdraiandosi. Si strofinò le nocche e le
dita della mano destra. Cer giorni si sen va come se non avesse mai
messo giù la penna; scriveva sempre, prima rivedeva i suoi appun per i
NEWT, poi faceva calcoli complessi per aiutare il grande scherzo, o
scriveva a Grant o Ferox o Danny.
“Allora aspe a che la scuola finisca.” Sirius consigliò. “Più sicuro per
entrambi.”

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Ci saranno tre lune tra oggi e allora.” Remus rispose, cercando di
me ersi a proprio agio. Le lenzuola finivano sempre stropicciate nel
le o di Sirius, non aveva idea di come facesse l’altro ragazzo.
“Lo so,” rispose Sirius, indignato. “Ma non puoi fare molto, vero?”
“Suppongo di no.”
“E non gli devi niente.”
“No.” Remus scelse le sue parole con a enzione. “Ma devo a me stesso
fare la cosa giusta, no?”
“È questo che era passato per la testa?” Sirius era accigliato, Remus lo
poteva dire per certo.
Un ba to d’ali nel suo ventre gli disse che stavano per iniziare a
discutere, e poteva evitarlo in quel momento semplicemente
cambiando argomento.
“Cosa intendi con ‘cosa mi è passato per la testa’?!” Remus sca ò.
“Quando hai scri o a Danny la prima volta. Devi amme ere che è stato
un po’ avventato.”
“Scusami?!”
“Beh, per qualcuno che ha passato se e anni cercando di mantenere
ogni aspe o di sé stesso completamente privato, è stato un po’ folle
andare e inviare una le era a uno sconosciuto--”
“--fratello della mia amica--”
“--vuotando il sacco su tu o--”
“Non tu o!”
“--ma se era tu o al servizio di fare la cosa giusta, allora suppongo che
vada bene.”
“Sen , se sei incazzato con me, dillo e basta, questa merda sarcas ca
non si addice, Black.” Remus si girò su un fianco.
“Non sono incazzato.” Disse Sirius.
“Bene.”
Remus sapeva che non era la fine. Aspe ò, pra camente palpitando
per il morso.
“... Stavo solo pensando, ecco tu o.” Disse Sirius, finalmente. Remus
sorrise tra sé, prima di rotolare indietro, aggro ando la fronte,
“Che cosa?”
“È come se volessi andartene, o qualcosa del genere.”
“Ovviamente volevo andarmene,” sibilò Remus, entrando, “te l’avevo
de o. È inu le che io faccia NEWT, stupidi esami, club e scherzi, quando
le cose stanno accadendo là fuori, in questo momento. Ho avuto la

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possibilità di aiutare e l’ho colta. E se non mi importasse delle
conseguenze?! Mi chiami spericolato?! Pensavo avres capito! Che ne è
stato del desiderio di rispondere alla tua famiglia? Cosa è successo a
voler porre fine a tu o ciò?” Lo voglio anche io ...” disse Sirius,
suonando più piccolo.
“Be’, non stai comportando così. Sembri più preoccupato per quella
stupida par ta di Quidditch che per la guerra. Forse sono la stessa cosa
per te.”
“Merlino!” Sirius rispose debolmente, “Non fermi finché non hai
assaggiato il sangue, vero?”
“Deve essere il lupo in me.” Disse Remus, brevemente.
Si girò di nuovo e chiuse gli occhi.

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Super-ego  
Oh mine eyes have seen the glory of the
theories of Freud, He has taught me all the
evils that my ego must avoid. Repression of
the impulses results in paranoid As the id
goes marching on.

Sabato 1 aprile 1978


“Hey!”
“Ciao.”
“Dio, rallegra un po’! Dopo aver fa o tu o questo sforzo per
prenotare un dannato telefono pubblico!”
“Scusa! Sono davvero, davvero felice di sen r .”
“Cristo, diven più sbadato di giorno in giorno.”
Remus rise, suo malgrado. Il suono riecheggiò a raverso il ricevitore e
gli fece pensare alla voce di Grant che viaggiava lungo il cavo telefonico,
dal fondo dell’Inghilterra, fino a lui nelle colline scozzesi. Anche i
babbani erano piu osto magici, davvero.
“Come stai?” chiese, “Ti stai ancora godendo il mare?”
“L’inverno era fo utamente terribile.” Grant rispose, stabilendosi nella
conversazione. Remus poteva sen re la sigare a tra i den , il clic di un
accendino zippo. Desiderava vedere l’altro ragazzo, vedere la sua faccia
e osservare le sue espressioni.
“Pioggia. Vento gelido: arriva dal mare, fa tremare le finestre peggio
che a St
Edmund’s. Intendiamoci, gli studen compensano.”
“Studen ?”
“All’Art College e al Brighton Poly. Ne trovi un sacco della nostra specie,
alle scuole d’arte. Stavo vedendo un ingegnere, un poeta e un pi ore.”
“Sono tre persone separate o una persona molto intelligente?” Chiese
Remus, ironicamente.
“Straccione insolente. Non piacerebbe saperlo.” Grant ridacchiò. “E
tu, comunque? Come sta il tuo ragazzo-amante?” Remus sbuffò in
modo derisorio.

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“Bene.”
“Bene?”
“Bene.”
Grant esalò rumorosamente.
“Signore, non un altro li gio, vero? Ti dico cosa, tesoro, devi superare
ques tuoi sta d’animo.”
Quali sta d’animo?!” Remus aggro ò la fronte. Grant rise,
“Sei il po più luna co che conosco, sei peggio di una ragazza quando
qualcosa fa incazzare. E tu non hai neanche una boccata d’aria. Ho
notato che le costole ro e fanno meno male di alcune cose che hai
de o”.
“Non mi hai mai de o ...”
“No, beh, ho permesso di farla franca perché è più facile che li gare.
Non è colpa tua. Io sono lo stesso, no? Siamo tu ragazzi
is tuzionalizza .”
“Is tuzionalizza ?!”
Era una parola enorme che veniva da Grant, ma è stato scortese dirlo.
Dio, pensò Remus tra sé, quando sono diventato così snob?
“Sì, apparentemente questo è quello che siamo. Il poeta mi aveva de o
- stavamo facendo un corso di psicologia. Aveva de o che ho paura di
stare con una persona troppo a lungo perché sono stato abbandonato
troppo quando ero piccolo. L’ho scaricato dopo, ovviamente.”
“Sono stato con Sirius per anni.” Remus rispose, sulla difensiva. “È
sempre stato solo lui.”
“Stesso problema, però.” Grant rifle é, come se stessero solo passando
il tempo della giornata, “Quand’è stata l’ul ma volta che hai permesso
a qualcuno di essere gen le con te senza dire qualcosa di orribile?”
Remus strinse le labbra.
“Non lo faccio.” Disse, anche se sapeva già che Grant aveva ragione.
Bastardo.
“Se lo dici tu.” Grant tornò, casualmente. “Come va tu o il resto,
comunque?”
“Ho conosciuto mia madre.”
“Caspita.”
“Si. Lei è okay. “
“È questo che vi rende tu luna ci?”
“No. Può essere.”

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“Non biasimerei se così fosse. Io lo sono stato per se mane dopo
aver visto la mia. Ama dirmi quanto mi odia.” Sembrava sempre che
sorridesse, anche mentre lo diceva. In qualche modo lo rendeva più
spiacevole. “Bene. La mia non ha de o questo.” Disse Remus. “In realtà,
ha de o che mi ama.”
“È carina, allora.”
“Si.”
“Non devi ribadirlo, sai. Ti ha mollato, la vacca insensibile, non ha il
diri o di aspe arselo.”
Remus si ritrasse un po’, scioccato.
“Aveva le sue ragioni. Ad ogni modo, non è che non provo niente per
lei. È solo difficile da dire. Immagina che il tuo amico psicologo pensi
che dipenda dal me ‘is tuzionalizzato’.”
“Suppongo di sì.”
“Ma non hai mai avuto problemi. Con, ehm ... affe o.”
Grant rise di nuovo, una risa na gioiosa.
“Se non credi che scopare ogni ragazzo che mi guarda di traverso è un
problema.”
“Volevo solo dire che sei più aperto ...”
Remus non poteva andare avan , la risata di Grant stava soffocando
tu o.
“Scusa!” Ansimò, “Acciden , avevo dimen cato quanto sei divertente.”
“Pensavo di essere luna co.”
“Sei un uomo complicato, Remus malede o Lupin. Ecco perché amo.”
Remus geme e e Grant rise di nuovo.
“Non preoccupar , non in modo gay.”
Questo fece ridere Remus, e per alcuni minu dopo quella risata fu
tu o ciò che passò tra loro, a raverso miglia e miglia di filo telefonico.

Remus tornò a Hogsmeade con un passo più leggero di quello che


aveva fa o un’ora prima. Anche solo parlare con qualcuno al di fuori di
Hogwarts, qualcuno al di fuori della guerra, era stato un meraviglioso
sollievo. (“Vorrei che a scuola ci fosse un telefono da poter usare”,
aveva de o, scusandosi, “ chiamerei sempre”.

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“Quando saremo eccentrici milionari”, rifle é Grant, “potremo pagare
qualcuno che ci por un telefono in giro, ovunque andiamo. L’ingegnere
ha de o che saranno in grado di farlo, forse entro gli anni O anta.”
“Non vedo come funzionerebbe,” Remus aggro ò la fronte, “Dove lo
collegheres ?”
“Sei tu quello della scuola elegante, me lo devi dire tu.”)
Aveva promesso di incontrare gli altri ai Tre Manici di Scopa dopo la
telefonata, che aveva richiesto se mane per essere pianificata. Sirius
non aveva de o niente quando Remus si diresse verso la cabina del
telefono fuori ci à - forse qualche se mana prima si sarebbe offerto di
camminare con lui, ma ancora non erano gen li l’uno con l’altro. Non
erano ca vi, ma non erano felici. Era fa coso, ma cedere terreno
sembrava un lavoro ancora più duro.
Remus si prese un momento per sé prima di entrare nel pub. Fumava,
appoggiato al muro so o il cartello. Era una luminosa giornata
primaverile e il primo fine se mana che aveva avuto in anni non
organizzato a passo

700
dopo passo. Guardò la trafficata strada principale, gli studen felici che
camminavano di qua e di là con i loro amici, le borse della spesa che si
gonfiavano e le facce raggian . Quanto era diverso da loro? Non ai suoi
amici, pensò con sicurezza. Non a Sirius.
All’improvviso, percepì un profumo familiare nel vento, e cercò
rapidamente tra la folla per trovare Chris, che gli passava da parte di
fre a.
“Oi! Oi, Christopher!” Remus lo chiamò.
Il ragazzo si fermò, vide chi stava gridando, poi si avvicinò - un po’
rilu ante. “Ciao Remus,” annuì, sembrando agitato. Non aveva la sua
solita borsa di libri e i suoi ves erano più elegan del solito. Aveva
anche un odore leggermente diverso: un nuovo sapone o ... poteva
essere acqua di colonia?! “Ciao, non vedevo da anni,” Remus gli
sorrise.
“Sì, sono stato così impegnato ... poi ho avuto quel raffreddore,
ricordi?” Christopher non incrociò il suo sguardo. Stava arrossendo; ma
Christopher arrossiva sempre, quindi Remus non ci pensò molto. “Oh sì,
sen meglio?” “Sì grazie.
“Avan , gli altri sono tu dentro ...”
“Oh ... no, scusa Remus, um … sto per incontrare qualcuno ... “
“Oh!” Remus lo guardò di nuovo dall’alto al basso. Bene, ora aveva un
po’ più senso. “Chi?”
“Ehm. Nessuno che conosci ... scusa, ma ... dispiace? Farò tardi.”
“Ovvio! Scusa ...” disse Remus, un po’ seccato.
Christopher non l’aveva mai respinto in quel modo prima. Lo guardò
precipitarsi lungo la strada e svoltare l’angolo.
Bene.
Remus spense la sigare a nel vaso di gerani rossi sulla soglia del pub,
poi aprì la porta ed entrò. James, Lily, Mary, Peter, Marlene e Yaz erano
sedu in un separé nell’angolo più lontano, il tavolo imbandito di
bicchieri vuo . Sorrise avvicinandosi a loro, abbassando la testa so o le
basse travi nere del soffi o e alzando una mano in segno di saluto.
“Moony!” James sorrise, salutando in risposta. Peter e Mary si
spostarono sul sedile di velluto verde per fargli spazio.
“Come è andata la tua telefonata?” Chiese Lily, allegramente.
“Bene grazie.” Remus annuì. “Che cosa avete combinato?”
“Pianificazione della festa di fine anno.” Mary sorrise avidamente.

701
“I miei hanno de o che me ono a disposizione la casa.” Disse James.
“Inviteremo tu o l’anno. La maggior parte di loro, comunque ...”
“Sembra fantas co.” Remus sorrise di rimando.
Le cose erano state imbarazzan tra tu loro, perché era
dolorosamente ovvio che lui e Sirius stavano li gando. Lily cercò di
essere pra ca e di comportarsi come se fosse al di sopra di tu o, ma
James era perennemente intrappolato tra loro e non sapeva mai dove
guardare.
“Bene, vieni a prenderli ...!” Sirius apparve all’improvviso al di sopra
della spalla di James dal bar, un vassoio di pinte tra le braccia. Alzò lo
sguardo e vide Remus, e il sorriso gli morì sulle labbra.
Tu distolsero lo sguardo, imbarazza , e Remus sen qualcosa indurirsi
nel pe o. Un flusso di ba ute taglien balenò nella sua mente; cose
dispe ose e dire e. Fece uno sforzo enorme per spingerle verso il
basso. Non voleva che fosse più facile essere crudeli che gen li. Si
rifiutava di essere quel po di persona.
“Ciao,” sorrise, abbassando la testa in modo che i suoi capelli cadessero
negli occhi e dove e spingere indietro i riccioli. Erano un tale disastro,
avrebbe dovuto tagliarli.
“Ciao.” Sirius posò il vassoio con un tonfo. “Vado a prendere il tuo--”
“Remus può avere il mio,” disse Mary, uscendo dalla cabina, “Samuel
del mio gruppo di Incantesimi mi ha lanciato occhiate per tu o il
pomeriggio ... siedi , Black.” Lo spinse sul sedile, e Sirius prese con
cautela il suo posto accanto a Remus.
“Arrivederci!” Trillò Mary, ballando a raverso il pavimento del pub
davan a un gruppo di ragazzi Corvonero.
Marlene sorrise e scosse la testa a Yaz, che rise e le strinse la mano sul
tavolo. Il cuore di Remus sussultò e si guardò intorno fur vamente.
Nessun altro stava guardando: il loro piccolo tavolo era in un angolo
scomodo della stanza, lontano dalle finestre e scarsamente illuminato
dalle luci a gas. Senza dubbio la privacy era il mo vo per cui l’avevano
scelto, Remus vedeva ora che tu i suoi amici avevano le guance rosee
e gli occhi vitrei per la birra. Lily era pra camente seduta in grembo a
James, e la sua mano destra era scomparsa sul retro del suo maglione.
“Come è andata la chiamata?” Chiese Sirius, neutrale, guardando la sua
birra.
“Bene.” Remus rispose piano, “Sembrava stare bene. Contento.”
“Bello.”

702
Remus bevve un bel sorso di birra per farsi coraggio. Peter stava
parlando di Quidditch con Marlene e Yaz, James e Lily avevano occhi
solo l’uno per l’altra. Si voltò verso Sirius, girandosi di lato sul sedile,
“Sono un tale coglione.” Disse.
“Sì.” Anche Sirius bevve, ancora senza guardare Remus, anche se
l’angolo delle sue labbra si alzò mentre inclinava la testa all’indietro.
Il lampo di pelle bianca sul suo collo mentre deglu va a rò l’a enzione
di Remus. Si mosse sul sedile, più vicino a Sirius.
“Mi dispiace.” Sussurrò, così che solo Sirius potesse sen rlo.
“A volte non posso parlar di niente senza che tu mi sbo addosso.”
Sirius borbo ò. “Entri in ques sta d’animo e non posso raggiunger .”
“Lo so ...” disse Remus, cercando di non lasciarsi distrarre troppo dal
modo in cui il pomo d’Adamo di Sirius oscillava, o dal modo in cui il suo
ba to ba eva in quella cavità sopra la sua clavicola, o dai suoi adorabili
polsi so li, e come avrebbe amato per tenerli stre e ...
Remus si guardò intorno ancora una volta, per ogni evenienza, prima di
avvicinarsi ancora di più, spingendo indietro i capelli di Sirius con le dita
e baciando quel bellissimo collo, alzando la lingua, appena dietro il lobo
dell’orecchio. Sen il respiro acuto di Sirius, e il sangue che scorreva
così velocemente nelle sue vene che sembrava frizzante, e la
temperatura di Remus iniziò a salire.
“Mi dispiace davvero”, disse di nuovo, “è colpa mia e farò di meglio.”
“Meglio?” Mormorò Sirius, la testa china in modo che i suoi capelli gli
cadessero sul viso.
“Meglio. Mi dispiace. Perdo la pazienza quando le persone mi dicono
cosa fare, ma ci proverò.”
La testa di Sirius si inclinò verso di lui, e Remus si allontanò in modo che
potessero guardarsi negli occhi. Non era più arrabbiato o guardingo, il
che era un sollievo.
“Supponiamo che non sia proprio compito mio dir cosa fare in primo
luogo ...” disse Sirius, cedendo così facilmente. Non poteva portare
rancore, tranne forse per la sua famiglia. Era troppo bravo, dentro e
fuori. Remus provò un’altra fi a di senso di colpa per questo, e rafforzò
la sua determinazione. Farebbe di tu o per cambiare; per meritare la
cieca lealtà di Sirius.
“No, ma non devo essere un tale coglione,” riba é Remus, arretrando
ancora un po’ e prendendo il suo drink. “Mi farò perdonare, te lo
prome o.” “O si?” Sirius inarcò un sopracciglio. Perdonate tu e le cose,
la sua mente era chiaramente tornata alla sua solita preoccupazione.

703
“Dopo.” Remus tornò, imperiosamente, dandogli una leggera pacca
sulla coscia.
“Allora cosa ha de o Grant?” Sirius si sistemò comodamente
nell’angolo della cabina. Terminata la parte scomoda, la sua postura si
rilassò, appoggiò uno s vale contro lo sgabello libero più vicino,
piegandosi in avan sul ginocchio.
“Oh,” disse Remus, bevendo leggermente la sua birra, “Lavora ancora a
Brighton, ha il suo appartamento; vuole prendere una macchina per i
fine se mana.”
“Potremmo andarci, dopo che la scuola sarà finita.” Sirius suggerì, “Se
vuoi? Se c’è tempo per una vacanza.”
“Forse” annuì Remus, bevendo di nuovo. Nessuno di loro sapeva cosa
sarebbe successo quando la scuola sarebbe finita; non proprio. Persino
James e Lily erano confusi sui de agli.
“--così gli ho de o che avrei malede o i suoi coglioni se me l’avesse
chiesto ancora una volta.” Yaz stava dicendo, Marlene ridacchiava e
nascondeva il viso tra le mani,
“Sei orribile!”
“Beh, ha bisogno di imparare la lezione!”
“Chi?” James e Sirius chiesero entrambi, nessuno dei due voleva essere
escluso da qualsiasi pe egolezzo.
“Uff, Allock.” Yaz scosse la testa con arroganza, oscillando la coda di
cavallo.
“Ti sta infas dendo di nuovo?” James si accigliò, “Gli ho de o di stare
lontano dalla mia squadra! Dirò a Vi ous ...”
“Non preoccupare, questa volta ha ricevuto il messaggio”, rise
Marlene, “Yaz è convincente.”
“Cosa vuole?” Chiese Sirius.
“Con nua a girarci intorno, cercando di scoprire cosa s amo facendo.”
James sospirò, scuotendo la testa, “Ri ene che sia stato escluso. È come
la versione più a enta all’igiene di Piton al quinto anno.”
Lily gli diede una gomitata nelle costole, il che fece solo ridere James.
“Lasciato fuori da cosa?” Remus aggro ò la fronte, “Non gioca
nemmeno, ed è un Corvonero - hanno perso l’ul ma par ta.”
“Moony!” Sirius esclamò, “Hai appena dimostrato delle conoscenze il
Quidditch?!”
Tu risero di lui, e Remus fece il finto imbronciato, bevendo altra birra.
“Difficile evitarlo nel nostro malede o dormitorio.” Riba é lui.

704
“Comunque, non è il Quidditch il suo interesse.” James scosse la testa,
sorridendo: “È l’altra cosa.” Lo disse in modo molto minaccioso, le
sopracciglia si unirono e lanciarono sguardi sospe osi intorno al pub.
Ah, pensò Remus; lo scherzo.
“Non me l’ha chiesto,” disse Remus, con un’alzata di spalle.
“Questo perché hai ingannato tu ”, rispose Marlene. “L’intera scuola in
qualche modo pensa che tu sia il mite di questo gruppo.” Remus le
sorrise molto dolcemente.
“Stai suggerendo il contrario?” Sollevò un sopracciglio, sorridendole.
Accanto a lui, Sirius fece un piccolo rumore teso in fondo alla gola. Il
suo ba to non si era ancora del tu o stabilizzato.
“Giusto,” Lily si alzò, scolando il suo drink e asciugandosi le labbra sul
retro della manica, “Abbiamo due ore prima che io possa iniziare a
riportare indietro i Prefe , e devo andare in libreria prima che chiude.
Po er?” “Sì, arrivo,” James raccolse la fine della sua stessa pinta.
“Abbiamo entrambi bisogno di lucidare la scopa, vuoi venire, Pete?”
Disse Marlene, gen lmente. Wormtail era stato escluso da molte cose,
ul mamente; persino Dorcas lo stava ignorando.
“Grande!” Si alzò in piedi con impazienza, seguendo James fuori dalla
cabina.
“Black?” Marlene guardò Sirius. “Non volevi guan nuovi?”
“Li ordinerò da Quidditch Monthly.” Lui rispose, guardandola a
malapena.
“Va bene,” lei scrollò le spalle.
Ci fu un po’ di trambusto quando tu misero insieme le loro cose e
saldarono il conto, ma alla fine Remus e Sirius furono lascia soli.
Remus si voltò lentamente verso di lui, cercando di sembrare
innocente.
“Allora cosa va di fare? Camminare? Mielandia?”
“Quando la stanza del dormitorio è sicuramente vuota per almeno due
ore?!” Sirius si leccò le labbra.
“Più come un’ora e mezza, quando arriviamo lassù ...”
“Allora sarà meglio darsi una mossa.”
“Oi” disse Remus sorridendo, alzandosi, le mani in tasca. “Pensavo di
aver de o che non mi piace che mi dicano cosa fare.”
Uscirono dal pub in fila indiana, e Remus tenne la porta aperta. Quando
Sirius lo superò, trascinandosi di lato, si sporse leggermente in avan e
sussurrò, “Dovrai solo dirmi cosa fare, allora.” Remus sorrise.

705
Giorno e notte  
God save the queen.
The fascist regime.
They made you a
moron; A poten al
H bomb.

God save the queen.


She ain’t no human
being And there’s no
future
And England’s dreaming...

Venerdì 28 aprile 1978


“Remus ... Remus. Cazzo, sveglia ...”
“Leva dalle palle.” Remus borbo ò, scosso. “Siamo nel cuore della
no e.” “Stai digrignando di nuovo i den .” Si lamentò Sirius.
“Non posso farci niente. Vai a dormire.”
“Tra il tuo digrignare e il russare di Prongs e Wormtail che si alza ogni
cinque minu , come potrei dormire tranquillamente?!”
“Oi!” Una voce provenì dall’altra parte della stanza, “Ho una vescica
nervosa!”
“Non dovres bere così tanto prima di andare a le o!” Sirius sibilò di
rimando.
“Scusa, mamma.” Peter riba é, scontroso, “Non mi ero reso conto che
stavi monitorando la mia vescica”.
“Inciampi sui tuoi panni sporchi ogni volta che alzi!”
“In realtà, erano i libri di Moony!”
“Non miei!” Remus chiamò, “Per lo scherzo!”
“Tu voi, zi !” Urlò James.
Rimasero in silenzio, per un minuto.
“Dannato Wormail.” Sirius mormorò nel suo cuscino, rotolandosi.
“Fantas co, ora ho bisogno del bagno …” borbo ò Remus, alzandosi dal

706
le o, i suoi piedi nudi sba evano contro le assi fredde del pavimento.
Non accese la luce in bagno, nel tenta vo di rimanere
semi-addormentato, ma non andava bene. Dal momento che si era
alzato, aveva a raversato la stanza, fa o pipì e lavato le mani, Remus
era completamente sveglio. E la mascella gli faceva male, quindi Sirius
doveva aver ragione riguardo al fa o che stava digrignando. Era per la
stessa ragione per cui Peter aveva fa o avan e indietro per tu a la
no e, e probabilmente per la stessa ragione per cui Sirius non riusciva a
dormire. I NEWT sarebbero inizia la prossima se mana.
Mentre usciva dal piccolo bagno, Peter si precipitò in avan per entrare
di nuovo, raggiungendo il pannello degli interru ori della luce sul muro,
e colpendo quello sbagliato. Remus trasalì, sentendosi come se le sue
re ne fossero esplose mentre una sorprendente luminosità ar ficiale
riempiva la stanza.
“Wormtail, coglione!” Sirius ringhiò dal le o. Remus aveva lasciato le
tende parzialmente aperte, e la luce gli colpì il viso come un raggio
laser.
“Scusa scusa!” Peter disse, saltellando da un piede all’altro mentre
armeggiava con gli interru ori sul muro: “Non volevo prenderlo ...”
“Non vedo l’ora di non dover più condividere la stanza con te, piccolo
roditore.” Sputò Sirius, me endosi a sedere, “Non pensi mai a nessun
altro?!”
“Zi o, testa di cazzo”, rispose Peter, sembrando assonnato e turbato,
“Pensi che mi piaccia condividere la stanza con te e Moony?!”
“Cosa hai da dire su me e Moony?!” Sirius si mise a sedere,
bruscamente. “Vai in bagno, Peter.” Sospirò Remus, accendendo la luce
del bagno e poi spegnendo la grande luce della camera da le o in alto,
in modo che fossero di nuovo ge a nell’oscurità. Peter sba é la porta
e la chiuse a chiave.
“Stupido stronzo…” Borbo ò Sirius tra sé.
“Sirius!” Remus sca ò, con quella voce autorevole che aveva sempre
funzionato, “Sme la di piagnucolare.”
Sirius strinse le labbra, rimanendo immediatamente silenzioso, gli occhi
punta su Remus.
“Bravo ragazzo,” Remus sorrise. Si strofinò la nuca, guardando l’orologio
sul comodino di Peter. Tre e mezza. “Vado di so o, non riuscirò a
dormire adesso.” Disse. “Così puoi avere un po’ di pace.”
Avevano condiviso il le o di Remus nelle ul me no ormai, e sebbene
fosse grande, non era davvero pensato per due ragazzi completamente
adul . Sfortunatamente non avevano più scelta, dato che il le o di

707
Sirius era scomparso all’inizio di quella se mana. Si erano esercita per
lo scherzo e avevano avuto un piccolo intoppo con l’incantesimo
principale. Sirius rimase allegramente o mista sul fa o che prima o poi
sarebbe ricomparso, ma Remus era meno sicuro.
Scese in silenzio le scale, con il libro so o il braccio.
Remus amava la Sala Comune quando era vuota; era piena di alcuni dei
suoi ricordi più felici di Hogwarts.
Si avvicinò e aprì le grandi finestre. Era sempre troppo caldo, e veniva
sempre sgridato perché apriva le finestre per far entrare l’aria fredda,
ma nessuno era in giro a lamentarsi. Remus inalò il profumo della
foresta e del castello; il cielo no urno e la neve dalle montagne; l’acqua
vellutata e liscia del lago e ogni filo d’erba sul campo da Quidditch.
Hogwarts.
Si chiese se si sarebbe mai più sen to così a casa anche in altri pos .
Remus scosse la testa, realizzando quanto fosse sciocco e sen mentale.
Lasciò le finestre spalancate e tornò nella stanza, sistemandosi sul
grande divano di velluto e aprendo il suo libro. Fece sca are la
bacche a verso il bollitore appeso sopra il fuoco che iniziò a riscaldarsi.
Sfogliò il libro mentre preparava il tè, cercando di trovare una posizione
comoda.
Dove avrebbe preso i suoi libri, dopo Hogwarts? Era abbastanza facile
entrare a far parte di una biblioteca babbana, ma anche i maghi le
avevano? Un’altra domanda per Sirius - o forse Chris, quando Remus lo
avrebbe visto la prossima volta. Christopher era stato molto sfuggente
da quando si erano incontra a Hogsmeade.
Proprio mentre il bollitore bolliva, le orecchie di Remus si drizzarono al
suono di passi familiari che scendevano le scale del dormitorio. Fece un
sorriso segreto tra sé stesso e, senza voltarsi, chiamò semplicemente
una seconda tazza da tè dall’armadie o, preparandosi a versare.
“Pensavo volessi dormire?” Disse, dolcemente, mentre Sirius
camminava sul tappeto avvolto nella sua coperta da le o, e si sedeva
nel punto caldo che Remus aveva lasciato sul divano.
“Prongs sta ancora russando.” Sirius sbadigliò, rando la coperta più
stre a mentre Remus portava il tè. “Maledizione, qui si gela.”
“Chiudo la finestr--”
“No va bene. Mi riscalderò.”
Remus si sede e con il suo tè, borbo ando; “Levio liber”, al suo libro, in
modo che poteva leggerlo con il suo tè in una mano e un braccio
intorno a Sirius, che si appoggiò assonnato alla sua spalla. Sarà così?

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Remus si chiese, dopo Hogwarts? No sul divano senza che nessuno ci
da fas dio?
“Cosa stai leggendo?” Chiese Sirius, guardando il pesante libro levitare
appena sopra le ginocchia di Remus.
“Oh, qualcosa che ho trovato sulla legilimanzia.”
“Eh?” Sirius alzò la testa, formando un piccolo cipiglio. “Perché?”
“Sono solo interessato.” Rispose Remus. “Volevo leggere qualcosa al di
fuori dei miei tes fondamentali di NEWT, e ho pensato: leggere nel
pensiero; figo. Chi non vorrebbe?”
“Penso che dovrebbe essere illegale.” Disse Sirius, improvvisamente
pungente, anche se Remus non sapeva perché. “È un’invasione della
privacy, pra camente un’arte oscura.”
“Beh, sto solo leggendo a riguardo.” Disse Remus, con a enzione.

709
Non volevo dire che tu avres ...” sospirò Sirius, rime endosi a posto.
Vedendo che aveva sconvolto Sirius, Remus lasciò che il libro si posasse
da solo, e gli accarezzò i capelli, dolcemente, perché gli piaceva sempre,
anche se fingeva il contrario. Sen Sirius rilassarsi di nuovo contro di lui,
prima di dire con una voce strana; “Scusa, non volevo sca are. È solo
che mia madre può farlo. È una legilimens.”
“Oh...”
“Così ha potuto scoprire cosa stavamo facendo, dove risiede la nostra
‘lealtà’.”
“Mi dispiace, Padfoot.” Remus gli strinse il braccio. Quella sensazione
prote va tornò, fredda e dolce come l’adrenalina.
“Non esserlo. Mi leggeva nella mente, vecchia pazza. E alla fine avevo
imparato a deviarlo. L’aveva fa a arrabbiare così tanto.” Si lasciò
sfuggire una risa na cupa.
“Hai imparato l’occlumanzia?” Remus inarcò le sopracciglia, “È
incredibile!” “Non esa amente ...” Sirius si accigliò di nuovo, ma questa
volta Remus sapeva che era perché stava pensando molto
intensamente. Si mise a sedere, staccandosi da Remus, e si chinò per
appoggiare il suo tè sul tavolino da caffè,
“È più come ... impari a non pensare le cose che lei vuole che tu pensi. È
peggiorato quando eravamo adolescen , sai, era preoccupata per i
‘pensieri impuri’. Tojours pur. Quindi io solo ... la distraevo pensando a
qualcos’altro.” “Quindi non avrebbe scoperto di Mary?” Remus chiese,
“O le altre ragazze nate babbane?”
“Uhm.” Sirius si agitò con le mani, distogliendo lo sguardo, “Sì, quello. E
... beh, qualunque cosa non volevo che lei sapesse. Il problema è che
finisci per confonder . È come legare i propri pensieri in nodi. Difficili da
togliere ... temo che tu abbia avuto la parte più difficile, un po’.”
Incontrò gli occhi di Remus, e sembrava così vergognato e dispiaciuto,
che Remus realizzò esa amente cosa intendeva. Era per questo che
all’inizio era stato tu o così difficile? Perché Sirius aveva insis to così
tanto nel fingere che non stesse succedendo niente tra loro?
Remus mise giù il suo tè e abbracciò forte Sirius. La odiava. Odiava la
guerra e odiava sé stesso per non essere in grado di dire le parole
giuste. Questa era stata una di quelle volte in cui avrebbe potuto essere
davvero importante. “Sirius ...” disse, con il cuore che ba eva
all’impazzata mentre si staccavano,
“Sono così ...”
“Va tu o bene, Moony. È finito ora.” Sirius gli sorrise coraggiosamente.

710

“Lo so, ma voglio che tu sappia, voglio dir ... davvero... io ...”
“Lo so.” Sirius lo baciò dolcemente, avvolgendolo ancora una volta con
le braccia e stringendolo di nuovo a sé. “Anche io.”

Well we got no choice


All the girls and boys
Makin’ all that noise
‘Cause they found new toys
Well we can’t salute ya can’t find
a flag If that don’t suit ya that’s a
drag.

Venerdì 5 maggio 1978


“Ho fallito.” Sussurrò Marlene mentre lasciavano la Sala Grande dove si
erano svol gli esami, torcendosi le mani.
“Non l’hai fa o.” Mary mise un braccio intorno alla spalla della sua
amica.
“Almeno è finita.” Marlene sospirò.
“No, mi stai facendo emozionare.” Mary rise. “E tu, Lupin?” Allungò una
mano per collegare il suo braccio con il suo mentre i tre camminavano
lungo il corridoio verso i giardini.
“Sono emozionato?” Chiese, alzando un sopracciglio.
“Come pensi di essere andato?” Mary chiarì: “So che sei stoico”.
“Tu o okay, credo. La domanda sui basilischi mi ha sconcertato, ma
credo di esserci riuscito.”
“Stoico e modesto, il mio uomo dei sogni.” Mary sospirò.
“Devo andare”, disse Marlene, mentre giravano l’angolo, “Scusa, ho
de o che mi sarei incontrata con...”
“Yasmin.” Mary finì per lei, un po’ dispe osamente. Lasciò uscire
Marlene da so o il braccio. “Vai, allora.”
“Vacca luna ca”, Marlene fece uscire la lingua, “Sai che amo per
sempre.” “Anche io”, Mary arricciò il naso. “Ci vediamo a cena.”
“Ciao, Marlene,” disse Remus, educatamente. Erano di nuovo amici, ma
sembrava ancora strano.
“Ci vediamo!”

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Mary mantenne la presa sul braccio di Remus, e lo guardò,
“Non hai intenzione di abbandonarmi anche tu per un giocatore di
Quidditch dai capelli corvini, vero?” Chiese: “Onestamente, è come un
club in cui siete dentro”.
“Oh zi a,” rise, “E no. Ha il suo esame di Studi Babbani.” “Quindi
sei mio?!”
Tu o tuo.” Lui annuì. Lei sorrise e gli baciò la guancia. Con nuarono a
camminare, dire verso il sole.
“Penso di aver sbagliato un po’ sul basilisco”, meditò Mary, “non potrei
mai prenderli abbastanza sul serio da studiare - voglio dire, per l’amor
di Dio, mezzo drago, mezzo pollo? Fo ute sciocchezze. Tu avia, credo
di averlo superato.”
“Sono sicuro che l’hai fa o,” disse Remus, “Hai lavorato sodo -
l’abbiamo fa o tu .”
“Lavoravo di più quando Ferox insegnava”, Mary sorrise.
“Dio, anche io,” rispose Remus casualmente, facendo scoppiare Mary a
ridere. Gli piaceva scioccarla; era difficile da fare, la maggior parte delle
volte. Intendiamoci, prese tu o con calma.
Non appena svoltarono all’ul ma curva, si fermò di colpo,
un’espressione di disgusto le a raversò il viso.
“Uffa, è Rotherhide.”
Remus seguì il suo sguardo. Erano appena arriva all’ul mo sen ero
che portava al parco. Era una giornata di sole, anche se un po’ fresca, e
dopo un inizio anno piovoso tu gli studen che non erano a lezione o
agli esami erano fuori a godersi il bel tempo.
Roman Rotherhide, il rubacuori di Corvonero del se mo anno, stava
bighellonando con alcuni dei suoi amici poco più avan . Lui e Mary si
erano vis e lascia per anni e, a giudicare dall’espressione del suo viso,
adesso si erano decisamente lascia . “Che cosa ha fa o?” Chiese
Remus.
“Niente, mi dà solo fas dio.” Lei disse. “Alcuni giorni lo fanno tu .”
“Ragazzi?”
“Maghi.”
“Giusto. Avan , con nuiamo a camminare.”
“Devi pomiciare con me!” Mary si voltò verso di lui, “Avan , lo farà
impazzire. Presto, sta guardando! “
“Mary!” Remus rise, allontanandosi da lei, “No!”
“Per favore!”
“No!”

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“Uffa, sei un amico,” borbo ò. “Dai su...”
“Sei pazza.” Remus scosse la testa, seguendola. Sospirò e fece scivolare
la mano nella sua. “Ecco, va bene?”
“Il mio eroe,” gli sorrise, stringendogli la mano all’indietro, facendola
oscillare avan e indietro in modo che Roman la notasse sicuramente.
Si stabilirono so o un grande faggio vicino al lago. Remus giaceva sulla
schiena con le braccia dietro la testa, guardando i rami scricchiolare
lentamente sopra, mentre Mary iniziava a limare e a dipingere le sue
unghie. Sirius aveva fa o prome ere a Remus di non iniziare la
revisione per nient’altro una volta terminato il suo esame di Cura delle
Creature Magiche, e per una volta Remus non aveva discusso. Era
proprio nel punto giusto tra le lune piene in cui si sen va più sano e
umano - inoltre, le lezioni erano finite per sempre, il che significava che
non aveva compi a casa, e ul mamente tu erano di buon umore -
perché rinchiudersi in biblioteca? “Dio, non vedo l’ora che tu o finisca.”
Mary disse, “Mi mancherete tu , ovviamente, ma ho finito con la
scuola”.
“Sai cosa fare dopo?” Chiese Remus, chiudendo gli occhi e fissando le
vene rosso vivo delle sue palpebre.
“La mamma vuole che segua un corso di da lografia, che mi trovi un
‘lavoro adeguato’.”
“Potres , se lo volessi,” rifle é Remus, “Potres incantare una
macchina da scrivere, facile.”
“Ah, dovrei. Ad ogni modo, probabilmente mi rialzerò e dovrò sposarmi
quando avrò diciannove anni, come ha fa o lei. Poi è cucina, lavanderia
e chiesa per il resto della mia vita “.
“Che pensiero allegro.” Remus sbuffò.
“Lily ha de o che avreste aiutato Silente.” Disse Mary, all’improvviso.
Remus aprì gli occhi e girò la testa, strizzando gli occhi verso di lei.
Indossava un paio di occhiali da sole a occhi di ga o con la montatura
bianca, quindi non poteva vedere i suoi occhi, ma la sua bocca era seria,
non più allegra.
“Giusto.” Lui disse.
“E allora? Finirete tu la scuola e andrete a salvare il mondo?”
“Beh.” Remus disse, con fermezza, “Inizieremo comunque vincendo la
guerra.”
“Remus, per favore non farlo.”
Poi si mise a sedere, infas dito.
“Perché ne parli?”

713
“Perché Lily ha perso ogni senso della ragione da quando sta con Po er.
Po er e Black pensano di essere intoccabili comunque e Peter non può
pensare da solo. Sei tu quello ragionevole.”
“No non lo sono.”
“È solo che ... penso agli a acchi di Natale. Il fratello di Marlene. Il
modo in cui le persone si guardano in ques giorni. Sono spaventata.
Andrà peggio.”
“Sì.” Disse, la sua voce dura. “A meno che qualcuno non lo fermi.”
Ma perché devi essere tu? Qualcuno di voi?! Lascia che Silente
comba a, se è così potente come dicono tu . Perché ha bisogno che
dei ragazzini lo aiu no?”
“Non siamo ragazzini. Mary, non si tra a di Silente, o anche di
Voldemort, è ... si tra a dell’intero mondo magico. La comunità;
rendendolo un posto dove tu possiamo--”
“Remus, non sarai mai uno di loro.”
“Come scusa?”
“Guarda. Sai perché la mia famiglia è finita nel Regno Unito? Mio nonno
ha comba uto in guerra. Ha o enuto medaglie e tu a quella schifezza,
‘la gra tudine dell’impero’. Dissero che non avrebbero potuto ba ere
Hitler senza i solda del Commonwealth. Vuoi sapere che fine ha fa o
quella gra tudine quando la guerra è finita? Quando si è trasferito qui
per una vita migliore? Sai come lo chiamavano?” Scosse la testa con
rabbia. “Le cose non cambiano a causa di stupide azioni eroiche. Le
persone non cambiano. Anche se vinciamo la guerra, anche se quel
inquietante Signore Oscuro viene imprigionato, o sconfi o, o qualsiasi
altra cosa. Po er e Black potrebbero partecipare alle parate della
vi oria, ma nessuno ... sarai un emarginato per sempre. Guarda come è
stato tra ato Danny.”
“Mary.” Disse Remus, il suo tono molto freddo adesso. Come avevano
fa o a entrare in questo? Non avevano mai li gato, “Non ho intenzione
di discuterne ulteriormente”.
“Non essere arrabbiato con me.” Disse: “Sto solo cercando di--”
“Lo so. Ma non mi interessa. “
“... Remus, io--”
“Perché non pra chiamo alcuni incantesimi? L’esame è tra due giorni.”
Si alzò, rando fuori la bacche a. Mary rimase seduta sull’erba. Lo
guardò, abbassando gli occhiali da sole, gli occhi marroni di rimprovero.
Strinse le labbra, poi alzò leggermente le spalle. “Okay. Fammi solo
finire le unghie.

714

La finale  
Arseholes, bastards, fucking cunts and pricks
Aerosole the bricks
A lawless brat from a council flat, oh
oh A li le bit of this, and a li le bit of
that, oh oh.
Dirty tricks.
From the Mile End Road
To the matchs ck Becontree
Pulling strokes and taking liber es...

Oh cazzo. Oh dannazione. Come diavolo era successo?! Come aveva


fa o ad arrivare così lontano?! La bocca di Remus era secca, i suoi
palmi umidi, e meno si parlava delle sue viscere, meglio era. Avrebbe
voluto avere Sirius nelle vicinanze, o anche James, per aiutarlo a
calmarsi. Ma nessuno poteva aiutarlo adesso. Era solo. La McGrani si
voltò verso di lui,
“Pronto, signor Lupin?”
Deglu , forte e annuì. È ora di stringere i den .
Fanculo. Era tu a colpa di Christopher.

L’intero pas ccio era iniziato qua ro giorni prima. I Malandrini erano in
biblioteca a studiare per il loro ul mo esame; Aritmanzia. Ebbene,
Peter non faceva Aritmanzia, ma era lì comunque; apparentemente per
supporto morale, ma sopra u o per fornire sostentamento. Era stato
una manna dal cielo per Remus in par colare, facendo viaggi ogni ora
fino alle cucine e ritornando con torte di calderone, pas ccini, pance a
e crostate di marmellata.
“Sono le undici e mezza,” Sirius sbadigliò, “Dai, non credo che il mio
cervello possa assorbire altra conoscenza per stasera.”

715
“Non pensavo che il tuo cervello ne avesse mai assorbita--ow!” James
trasalì quando Sirius lo prese a calci so o il tavolo. “Dai,” ripeté,
“comunque presto sarà il coprifuoco.”
“Siamo con il Caposcuola, non credo che il coprifuoco sia importante.”
Remus rispose, scarabocchiando velocemente quanto la sua penna
glielo perme eva.
Ma James colse lo sbadiglio di Sirius. Si tolse gli occhiali e si stropicciò
gli occhi, allontanandosi dalla scrivania.
Nah, Padfoot ha ragione: siamo qui da ore. Diciamo che andiamo e
domani facciamo una sessione di aggiornamento?”
Peter stava guardando Remus speranzoso, chiaramente annoiato a
morte. Remus si accigliò mentre guardava tu loro.
“Andate tu , se volete, ma mi prendo a calci da sollo se dovessi
perdere tempo in questo - è il nostro ul mo esame!”
“Non stai perdendo tempo,” disse Sirius, “Sei stato in biblioteca così
tanto in questo semestre che stanno pensando di me ere una targa in
tuo onore.”
“È necessario.” Remus disse, “Voglio ba ere Piton.”
“E lo farai.” Sirius si calmò, “Dai, hai degli anelli neri so o gli occhi.”
“Oh no,” sospirò Remus, sarcas camente, me endo via le sue
pergamene,
“Il mio bell’aspe o malizioso, rovinato ...”
“Zi o, bel coglione.” Sirius gli diede una leggera gomitata.
Raccolsero il resto dei loro libri, ripulirono le briciole come meglio
potevano e si diressero verso l’uscita della biblioteca. C’erano ancora
mol studen che studiavano, tu in diversi sta di angoscia.
“Non vedo l’ora che tu o finisca”, sussurrò Peter, “Immagina! Niente
più compi , per sempre!”
Remus deve essere sembrato colpito da questo, perché Sirius scoppiò a
ridere e gli mise un braccio intorno alle spalle (quello era un gesto
fraterno, decise Remus, quindi lo permise in pubblico).
“Avrai ancora delle scadenze,” rifle é James, sbadigliando di nuovo
mentre entravano nei corridoi del castello poco illumina . “Se vuoi
lavorare al Ministero. Papà si lamenta di loro tu o il tempo.”
“Dubito che sarò mai importante quanto tuo padre.” Replicò Peter,
ficcandosi le mani in tasca.
“Come stanno andando le domande, comunque?” Gli chiese James.

716

“Oh. Tu o okay. La mamma dice che il mio patrigno potrebbe essere in
grado di me ere una buona parola ... sai, nel caso non avessi no zie da
nessuna parte.”
“Non sarà per colpa tua, Wormy”, disse James, “Stanno facendo tagli
ovunque, a causa della guerra. Le cose sono difficili dappertu o.” “Non
per i giocatori di Quidditch.” Mormorò Peter.
Sirius scosse la testa con disapprovazione, ma non disse nulla.
“Non diventerò un giocatore di Quidditch”, disse James, con leggerezza,
“Non fino a quando la guerra non sarà vinta.”
La cosa non de a qui, pensò Remus, era il fa o che James non aveva
davvero bisogno di un lavoro, guerra o non guerra, talento o nessun
talento. Era lo stesso per Sirius, che era così ricco che non parlava mai
di soldi. Sebbene non fosse d’accordo con l’amarezza, Remus simpa zzò
con Peter su questo; i Minus erano della classe media e, sebbene
avrebbe sempre avuto una vita abbastanza confortevole, ci si aspe ava
che iniziasse a fare soldi il prima possibile. Mentre Remus, che era a
malapena classe operaia anche in una buona giornata.
Fu interro o dai suoi pensieri da uno strano rumore più avan e si
fermò di colpo. Anche gli altri si fermarono.
“Cosa c’è che non va?” Sirius chiese: “Hai dimen cato qualcosa?”
Remus scosse la testa, ascoltando. Sussurrò ai suoi amici,
“C’è qualcuno dietro l’angolo.” Li sen va respirare, ma non si
muovevano, né avan né indietro, il che era estremamente sospe o,
data l’ora della no e.
“Gazza?” Sussurrò James.
Remus scosse la testa,
“Penso che sia ...” avanzò a grandi passi, girando l’angolo, “Chris!”
“Oh, ciao ... ehm ... Remus?” Christopher gli sorrise stordito.
Non stava facendo niente era solo in piedi, appoggiato al muro, con lo
sguardo fisso nel vuoto.
“Stai bene?”
“Oh sì,” il ragazzo più giovane annuì di nuovo, enfa camente, “Molto
bene grazie. Molto bene. Davvero molto bello.”
“È ... fa o?” Sirius era già al fianco di Remus, e stava osservando Chris
con un diver mento appena mascherato.
“Non credo proprio ...” Remus aggro ò la fronte. Allungò una mano e
toccò il braccio di Chris, gen lmente, parlando lentamente:
“Christopher? Cosa fai? È quasi il coprifuoco, sei di pa uglia?”

717
“Pa uglia?” Christopher lo fissò con sguardo assente, prima di sba ere
le palpebre, poi annuì di nuovo, sorridendo: “Sì! Si, deve essere così!”
“È stato confuso.” Disse James. “Christopher? Qualcuno ha lanciato
un incantesimo stasera? O è venuto vicino a te, e si è ritorto contro?”
“Forse l’ha fa o a sé stesso,” suggerì Wormtail. “L’ho fa o una volta,
ricordi?”
“No, Chris non cercherebbe di confondere qualcuno.” Remus scosse la
testa. “Chris, chi era l’ul ma persona che hai visto?”
“Mh? Oh ehm ... eri ... tu?”
“No,” Remus mise le mani sulle spalle di Christopher, incontrando i suoi
occhi e cercando di a rare la sua a enzione, “No, non io. Concentra .
Prima che arrivassi qui, cosa stavi facendo?”
“Stavo pa ugliando?”
“No, voglio dire ... oh, andiamo, torniamo alla torre, eh?” Remus tenne
la mano sulla spalla di Christopher e iniziò a guidarlo dolcemente ma
con fermezza lungo il corridoio, lanciando sguardi ansiosi agli altri.
Dovremmo dirlo a qualcuno?” Sirius chiese a James, “Oppure ... non
so, portalo da Madama Chips?”
“Non sono malato!” Christopher gridò, allegro.
James si passò le mani tra i capelli, scrollando le spalle.
“Non so. Chiederemo a Lily, lei saprà cosa fare.”
Lily non sapeva cosa fare. Si mise in piedi con una mano sul fianco e uno
sguardo sce co sul viso, e gli fece alcune domande, ma rimase
perplessa come tu e gli altri. Si sede e davan a lei, abbastanza
felicemente, su una poltrona, sorridendole. Non sembrava preoccuparsi
delle domande insisten e, sebbene non potesse fornire loro alcuna
informazione reale, rispose a tu o con allegra schie a e cortesia.
Arrendendosi, Lily fece schioccare la lingua. “Voglio dire, sembra a
posto ... e non sembra arrabbiato ... Christopher? Hai li gato con
qualcuno? Un duello?”
“Non credo.” Disse Christopher, pensieroso, la sua voce roca e
sognante. Sbadigliò. “Penso che andrò a le o, se per voi va bene.”
Remus, James e Lily si guardarono tu impoten . Poi Lily si rivolse a
James, “Portalo su, va bene? Assicura solo che non si perda per
strada.” James annuì, felice di essere in grado di agire, e diede una
pacca sulla spalla a Christopher,
“Dai, amico, por amo al tuo dormitorio ...”
Lily, Remus, Sirius e Peter li guardarono svanire su per le scale.

718

“Strano.” Disse Lily. “E non c’era nessun altro in giro?”
“Non che io abbia visto,” disse Remus. “Ma Dio chissà da quanto tempo
era lì.”
“Be’, stasera era di pa uglia”, disse, rando fuori il suo piccolo libre o
rilegato in pelle per controllare. “Dico sempre ai Prefe di girare in
coppia, quindi non avrebbe dovuto essere solo. Di solito è così
affidabile. Gli parlerò doma na, forse allora sarà un po’ più acuto e
sveglio.”
“Non sembra che abbia subito danni”, disse Peter, disinvolto, sfogliando
una vecchia copia di Quidditch, “Forse era ubriaco, o sballato o qualsiasi
altra cosa, e sta solo cercando di coprire le sue tracce.”
Remus non era d’accordo - era troppo selvaggiamente fuori dal
personaggio. Ma poi, non aveva visto molto Chris, ul mamente, erano
entrambi così occupa . Ricordava di essersi imba uto nel ragazzo più
giovane a Hogsmeade un po’ di tempo fa - si era comportato in modo
strano allora, ma Remus aveva solo pensato che doveva incontrare
qualcuno e che non voleva che Remus sapesse chi fosse. E se qualcuno
rispe ava la privacy degli altri, quello era Remus.
James tornò, dicendo che Chris era sembrato a posto una volta che era
stato nella sua camera da le o, e non ne parlarono molto per il resto
della serata.
In una scuola piena di adolescen che imparano a usare la magia, non
era del tu o fuori dall’ordinario che gli inciden accadessero.
Presto si parlò dell’imminente par ta di Quidditch tra Grifondoro e
Serpeverde; la par ta finale dell’anno e la par ta finale della carriera
scolas ca di James e Sirius. Remus se ne andò un po’, lasciando che i
suoi tre amici parlassero su questo. Segretamente non vedeva l’ora che
finisse - per quanto li rendesse tu felici, e per quanto volesse che
Grifondoro vincesse, era noioso ascoltarli tu o il tempo. Prese il suo
libro Aritmanzia e tornò alla sua revisione, sistemandosi sulla poltrona
più comoda.
“Moony, andiamo, è ora di andare a le o.” Sirius lo svegliò, mezz’ora
dopo. Dannazione.
Remus sba é le palpebre, annebbiato, guardando il suo libro di testo.
Aveva a malapena superato il primo paragrafo prima di addormentarsi,
la penna ancora in bilico tra le dita.
“Cazzo.” Borbo ò, chiudendo il libro s racchiandosi.
Sirius ridacchiò,
“Te l’avevo de o che era abbastanza per un giorno solo.”

719
Remus si limitò a sbadigliare, alzandosi. La Sala Comune si era svuotata
quasi completamente, ora, tranne che per James e Lily, che si stavano
‘dando la buonano e’ sul divano. Di solito ci voleva un po’, quindi gli
altri tre Malandrini li lasciarono fare, salendo le scale per andare a le o.

La ma na dopo, Remus fu svegliato da Sirius - o meglio, dall’assenza di


Sirius. Stava strisciando fuori dal le o e stava cercando di essere fur vo
al riguardo.
“Mmmh, resta ...” Remus lo raggiunse assonnato, cercando di rarlo
indietro. Le sue mani corsero sulla pelle delle braccia di Sirius. Sirius
aveva una pelle fantas ca, era così liscia e senza macchie ovunque
tranne che per la parte posteriore delle gambe. Con nuava a parlare di
voler tatuaggi, un pensiero che fece inorridire Remus.
“Scusa Moony,” Sirius ghignò, districandosi delicatamente, “Grande
par ta tra due giorni, devo fare pra ca.”
“Che ore sono?”
“Sono appena passate le cinque.”
“Uff.” Remus si lasciò cadere di nuovo sul le o, ge andosi le coperte
sopra la testa, “Sei tu o pazzo.”
“Sì.” Sirius rise, “Torna a dormire, ci vediamo più tardi.”

720
Se ne andò con cautela, chiudendo le tende dietro di sé. Remus rotolò
nel le o dove il corpo caldo di Sirius era appena scomparso, inalò il
profumo sul cuscino e si riaddormentò.
Si svegliò appena in tempo per prendere l’ul ma colazione, e poi tornò
in biblioteca dove incontrò Lily per ulteriori studi sull’Aritmanzia.
“Sono così stanca dei numeri!” Lily geme e strofinandosi gli occhi.
Mancavano poche ore e presto sarebbe stato il pranzo.
“Mi mancherà,” rispose Remus, “Mi piacciono le classifiche, le trovo
stranamente rilassan .”
“Be’, sono solo contenta che non ci sia niente di simile nelle Pozioni.”
“James ha de o che stavi cercando un lavoro in una farmacia, giusto?”
“Forse,” Lily scrollò le spalle. “Mi piacerebbe fare qualcosa del genere.
Forse fare una ricerca per il San Mungo. Lumacorno si è offerto di
scrivere raccomandazioni per me. Ma le cose saranno complicate per
un po’ credo.
James è o mista, ma ...”
“Si.” Remus annuì. “Dobbiamo solo vedere.”
“Andiamo a pranzo?” Chiuse il libro, spazzolandosi i capelli su una
spalla, “I ragazzi finiranno presto, possiamo incontrarli.” Lo stomaco di
Remus ringhiò, e cede e.
“Andiamo allora.”
Proprio mentre si alzavano per andarsene, le porte della biblioteca si
spalancarono e la signora Pince gridò: “Non correre!”
“Lily! Remus! Ho bisogno del vostro aiuto!” Christopher si avvicinò a
loro così velocemente che le gambe colpirono la loro scrivania,
sba endo tu i libri in avan .
“Cosa c’è che non va?!” Chiese Lily, i suoi occhi color smeraldo
spalanca .
“Non so spiegare, dovete solo vedere ...”
“Vedere cosa?” Chiese Remus, riordinando la sua pila di libri.
“Ho ... ho fa o qualcosa di stupido. Per favore, solo venite.” Supplicò. La
sua faccia era rossa e lucida per la corsa, e sembrava decisamente più
vigile della sera prima, era chiaramente e sinceramente turbato da
qualcosa. Così andarono.
Li condusse nel corridoio degli Incantesimi e per tu o il tragi o
con nuò a balbe are di come fosse stato un incidente e di come non
avesse voluto che accadesse. Lily con nuava a cercare di fargli capire un
po’ di cosa si tra ava, ma lui non dava nemmeno un suggerimento.

721

Alla fine, si fermò davan alla porta chiusa dell’aula di Incantesimi. Il
professor Vi ous dovrebbe davvero iniziare a chiuderla, pensò Remus
tra sé, mentre Christopher li fronteggiava, pallido e tremante. Si agitava
con le maniche delle sue ves , guardando in basso,
Okay ... per favore niente panico ... è stato un incidente ...”
“Christopher, mostracelo e basta?!” Sca ò Lily, ba endo il piede sul
pavimento lastricato.
Christopher sussultò al suo tono autoritario, solitamente riservato agli
studen che si comportavano male, ma fece un respiro profondo e aprì
la porta, facendoli entrare e chiudendola dietro di loro.
“Cosa diavolo ...” sussurrò Lily, quando lo videro.
Ciò che si trovava davan a loro era un’enorme gela na blu tremolante
e scin llante.
Aveva facilmente le dimensioni della scrivania di Vi ous, e se ne stava lì
nel mezzo dell’aula, traslucida e traballante. Remus soffocò una risata.
In se e anni a Hogwarts questa era stata sicuramente una delle cose
più ridicole che avesse mai visto.
Christopher abbassò la testa,
“Mi ha a accato, era legi ma difesa!”
Remus smise di ridere e guardò di nuovo,
“Quella è una persona?! Chris! Che cazzo?!”
“Remus, linguaggio.” Lily gli diede una gomitata. “Christopher, chi è?”
“È Roy. Gilderoy.”
“Allock??”
“Mi me erò nei guai?” Chris sba é le palpebre verso di loro, i suoi
occhi castani enormi e spaventa .
“Cosa hai ... come hai fa o?!” Lily rimase a bocca aperta.
“È stata una maledizione per le gambe di gela na. Ma solo espansa un
po’ - me l’aveva insegnato Remus!”
Lily lanciò un’occhiataccia a Remus, che alzò le mani,
“James l’aveva insegnato a me! E non ha mai avuto questo risultato.”
“Ma perché l’hai fa o, Chris?” Chiese Lily, con nuando a fissarla.
“Mi avrebbe confuso di nuovo!”
“Aspe a cosa? Era Allock?”
Christopher annuì, indietreggiando per l’umore di Lily. Era imbarazzato,
poteva dire Remus. Si guardò i piedi.
“L’ha fa o l’altro giorno, ma è fallito, penso di aver cercato di schivarlo.

722

Forse l’ha già fa o, non so.”
“Ma perché?”
“Era ... era preoccupato che stavo per dirlo ...”
“Dire cosa?!”
“Era ... noi ... lui ...”
Christopher, per l’amor del cielo!” Lily incrociò le braccia con rabbia.
Remus provò una fi a di compassione quando le guance di Chris
diventarono di una tonalità più profonda di rosso.
“Sen , Lily, non importa adesso, vero?” Disse, voltandosi verso di lei per
cercare di spostare l’a enzione da Christopher. “Prima dovremmo far
vedere Allock ...”
Non era sicuro di come ci fosse riuscito, ma alla fine convinse Lily ad
andare a chiamare Madama Chips, mentre lui e Christopher
aspe avano con
Gela na-Allock.
Una volta che se ne fu andata, Christopher sembrò diventare ancora più
ansioso, “Verrò espulso!”
“No, non succederà” Remus si appoggiò al muro con noncuranza,
rando fuori il portasigare e. Ne offrì una a Chris, che scosse la testa,
agitandosi e preoccupandosi. “James e Sirius hanno fa o peggio di
questo.”
“Non ho mai nemmeno avuto una punizione prima!”
“Sul serio?!” Remus inarcò le sopracciglia mentre si accendeva la
sigare a, “Beh, non è così male. Sopravvivrai. Allora ... vuoi dirmi cosa
sta succedendo?”
Christopher lo guardò, le sue guance si oscurarono di nuovo.
“Era solo ... noi solo ...”
“Immagino che era lui che stavi per incontrare a Hogsmeade quella
volta.” Suggerì Remus, cercando di renderlo più facile.
Chris si guardò di nuovo i piedi e annuì.
“Okay.” Remus esalò il fumo. Era sorpreso, ovviamente, e più che
incuriosito, ma doveva cercare di non darlo a vedere se voleva o enere
più informazioni da Chris. “Allora, sei incontrato un paio di volte?” Un
altro cenno del capo, “E poi ...” Remus cercò di me ere insieme i pezzi,
“Qualcosa è andato storto? Avete li gato?”
“Più o meno, io ... ehm ...”
Dio, questo è stato straziante.

723

“Sen , Chris, non mi interessa, okay? È un idiota, e se tu e lui ... beh,
non importa, vero?”
“Non voglio che tu pensi che sono stupido, o ... o ingenuo o qualcosa
del genere. Non mi piaceva nemmeno più di tanto, lo giuro, era solo ...
solo un bacio, e io ... sai, ha mostrato interesse, e ho pensato - beh,
questa potrebbe essere la mia unica possibilità.”
“Oh ...” Remus andò verso di lui. Gli toccò la spalla, afferrandola in
quello che sperava fosse un gesto di conforto. “Ovviamente non è la tua
unica possibilità. Le persone non hanno una sola possibilità ...”
Beh, a ogni modo.” Disse Chris, guardando lo spazio appena sopra la
spalla di Remus, ma deliberatamente non Remus. “Suppongo che abbia
molto a che fare con la fortuna. Comunque, era un coglione. Si è
scoperto che tu o quello che voleva davvero era scoprire la cosa dello
scherzo. Pensava che tu ed io fossimo ... pensava che potessi fornirgli
informazioni privilegiate.” “Beh, potres ,” rispose Remus, “Hai fa o
metà dell’allenamento con me, sai più di quanto Sirius sappia.”
“Non l’ho fa o”, disse Chris, “non gli ho de o niente”.
“Bene. Sapevo che non l’avres fa o. “
Chris sorrise a questo, e incontrò corre amente lo sguardo di Remus
per la prima volta.
“Gli dissi di tenere fuori il naso dagli affari altrui. Si è infas dito e mi ha
chiamato in un modo orribile. Poi mi sono arrabbiato, e gli ho de o che
avrei de o a tu quello che stavamo facendo, e che doveva avere
paura.” Chris sospirò pesantemente. “Non avrei de o veramente nulla,
lo giuro. Non sarei così ca vo. Ero arrabbiato, tu o qui.”
“Lo so amico,” lo rassicurò Remus. “Così ha cercato di confonder , in
modo che non lo avres de o a nessuno?” Chris annuì.
“Tu o quello che posso pensare è che devo aver provato a deviarlo in
qualche modo, che l’ho indebolito. Probabilmente questo è il mo vo
per cui ero così strano ieri.”
“E questo ...” Remus ges colò verso Gela na-Allock.
“Quando mi sono svegliato questa ma na la mia memoria era tornata.
Ho capito cosa avesse fa o e sono venuto a confrontarmi con lui. Io ...
ehm ... ho perso la tranquillità, giusto un po’.”
“Bene.” Remus snuzzava la sigare a, “Non intenzione di dire niente su
quello.”
Lily era un’altra ques one. Tornò con Madama Chips e la professoressa
McGrani . A quel punto, Remus aveva già deciso cosa avrebbe fa o.

724

“Uno di voi ragazzi per favore mi spiega cosa è successo qui?” Il loro
capo casa disse, i suoi occhi erano argenta e ni di. Remus era
leggermente più alto di lei ora, ma in qualche modo la McGrani
sembrava sempre più grande, specialmente quando stava per sgridarli.
“Nessuna idea.” Disse Remus, prontamente, ignorando lo sguardo di
orrore di Lily dietro la spalla della McGrani . “Chris l’ha appena trovato
così, vero Chris?”
Christopher guardò disperatamente Remus, poi la McGrani , la sua
bocca che si apriva e si chiudeva come un pesce. Alla fine si limitò ad
annuire.
“Davvero, signor Lupin?” La McGrani inarcò un sopracciglio.

725
“Sì.” Annuì, le mani in tasca, cercando di sembrare disinvolto.
“Il signor Barley si è semplicemente imba uto nel signor Allock già un
questa situazione”, indicò l’enorme gela na, che Madama Chips stava
ora osservando, lentamente, borbo ando so ovoce, “... stato
alterato?” “Sì.” Remus annuì, fermamente. Gli sarebbe piaciuto
prendere un’altra sigare a, ma non era così sfacciato.
“Allora per favore spiega,” le labbra della McGrani si arricciarono agli
angoli, “come faceva il signor Barley a sapere che quello era il signor
Allock?”
“Uhm.” Remus guardò di nuovo la grande macchia blu. “Beh. Gli
somiglia, non è vero?”
“Non ci vorrà molto, Minerva”, disse Madama Chips, allegramente,
“Nessun danno a lungo termine fa o, ma sarà fuori comba mento per
alcuni giorni.” Iniziò a sventolare la bacche a e a mormorare
incantesimi.
“Prendo molto sul serio gli a acchi agli studen , comunque”, rispose la
McGrani . “Una se mana di detenzione, signor Barley. E quanto a lei,
signor Lupin, dato che questo è il suo ul mo mese a scuola, non vedo
come la detenzione possa essere efficace.”
Questo non era un sollievo, per Remus. Stava ancora sorridendo, il che
significava che sapeva esa amente come punirlo al meglio, e non gli
sarebbe piaciuto.
“Mi dia la punizione se vuole!” disse, velocemente.
La McGrani ridacchiò, scuotendo la testa.
“No, penso di avere la cosa giusta da far fare. Con il signor Lockhart
fuori servizio, credo che abbiamo un posto vacante per commentatore
di Quidditch.”
Remus pra camente sen il colore svanire dal suo viso. La donna era
chiaramente una mente malvagia. Tu o tranne quello. Al di sopra della
spalla della McGrani , Lily sorrise.

James e Sirius pensavano che l’intera faccenda fosse divertente,


ovviamente, dopo aver finito di maledire il nome di Allock. Amavano
l’idea di Remus - che sapeva tanto di Quidditch quanto lui di calcio, o
fisica quan s ca - che commentava la loro par ta finale.

726
“Semplicemente non lo farò.” Remus con nuava a dire. “Mi siederò lì
con la bocca chiusa, non c’è niente che possano fare.”
“Non essere ridicolo!” Sirius gli diede una gomitata, “Devi cantare le
nostre lodi!”
“Si tra a solo di seguire la pluffa”, disse James, “Se riesci a tenerla
d’occhio, andrà bene.”
“Oi, risparmia un pensiero per i ba tori!” Marlene chiamò.
“E il por ere!” Yasmine aggiunse.
Peter fu meno incoraggiante e trascorse il resto della serata a tenere il
broncio in un angolo, rimuginando sulla sua scacchiera.
“Mi dispiace, Pete,” provò a dirgli Remus, dopo ore di silenzio, “So che
sarebbe piaciuto farlo, ma ricorda che questa è una punizione per me.”
“Sarei stato davvero bravo.” Mormorò Peter, le braccia incrociate sul
pe o. “So tu o della squadra, tu non hai nemmeno guardato nessuno
degli allenamen .”
“Lo so, sares stato fantas co,” lo rassicurò Remus. “Mi aiuterai?”
“Aiutar ?” Peter guardò in alto, con cautela: “Aiutar come?”
“Preparami,” lo incoraggiò Remus, “Dammi i tuoi appun , per una
volta.”
“Sì ... sì, suppongo di poterlo fare.”
“Chiederò anche alla McGrani se puoi seder con me nel box del
commentatore” Remus disse, “Quindi se faccio cazzate allora puoi
rime ermi a posto di nuovo.”
“Okay!” Peter annuì, entusiasta, adesso. “Sì, avrai bisogno di sapere un
sacco di cose ... Inizierò subito, Moony, non deluderò!”
Alla fine, Peter produsse più appun sulla finale di Grifondoro contro
Serpeverde del 1978 di quan ne avesse mai scri per nessuna delle
sue lezioni. C’erano risme e risme di pergamena con diagrammi
e che a , elenchi di giocatori e il loro numero, formazioni volan e
una spiegazione de agliata di quella che sembrava essere l’equivalente
Quidditch della regola del fuorigioco. Aveva anche scri o una piccola
sceneggiatura di frasi che Remus avrebbe potuto usare se fosse rimasto
bloccato.
Quindi, anche dopo che l’esame di Aritmanza di Remus era finito (era
abbastanza sicuro di aver fa o un lavoro perfe o su quello, era stato un
gioco da ragazzi), ora aveva un altro test per cui studiare.
Tu avia, niente poteva prepararlo a come si sarebbe sen to, ora,
seduto su una torre in alto sopra il campo, studen ves di rosso e
verde so o di lui, in a esa che parlasse. Si sen va nauseato e avrebbe

727
voluto non aver fa o una colazione così abbondante. Aveva anche
bevuto un bicchierino di Whisky Incendiario (per gen le concessione di
James) e aveva fumato mezzo spinello con Mary prima dell’inizio della
par ta, sperando che potesse calmare i suoi nervi. Sfortunatamente
sembrava aver avuto l’effe o opposto, e il consiglio estremamente
inu le di Sirius di ‘immaginare tu in mutande’ si era bloccato nella
sua testa, quindi ora Remus non sapeva dove guardare.
“Mr Lupin.” Disse di nuovo la McGrani , “Sei pronto?”
Remus guardò gli appun di Peter, mescolandoli. Deglu e annuì. Peter
aveva una calligrafia molto pulita, bella e rotonda, ma la testa di Remus
era un po’ annebbiata ora - il whisky all’inizio lo aveva aiutato, ma
quello combinato con la canna lo faceva sen re un po’ stordito e
accaldato. “Mr Lupin,” sussurrò la McGrani , spingendo il microfono
verso di lui.
“I giocatori sono in campo.”
“Oh! Scusi!” Sba é le palpebre, sorpreso, scrutando l’erba so ostante e
schiarendosi la gola. Lesse a entamente dalla pergamena davan a lui,
“Ciao ... ehm, voglio dire ... benvenu , tu , alla finale della Coppa di
Quidditch di Hogwarts, 1978 ...”
La sua voce suonava strana, echeggiando a raverso lo stadio ovale, ma
poteva sen re applausi salire mentre parlava, il che gli diede un po’ di
coraggio. Lanciò un’occhiata alla McGrani , che sorrise e annuì
incoraggiante. Remus riportò la sua a enzione sul terreno so ostante,
e cercò di fare un piccolo commento.
“Giusto, uhm. Quindi, eccoci qui ... le squadre sono in campo. Quello è
Grifondoro in rosso - il capitano James Po er e Serpeverde in verde - il
capitano Kerensa Smythe. Ehm ... voglio dire non c’è molto da dire,
davvero, finché non saranno tu su ...” Abbassò lo sguardo di nuovo
alle note di Peter: ‘presenta i giocatori e i loro pun di forza’, “Oh okay,
quindi i giocatori ... beh ovviamente James. Lui è il cacciatore... è
abbastanza bravo, mi hanno de o. Voglio dire, è lui che l’ha de o ...”
Un pizzico di risate dalla folla. Remus sorrise, poi deglu di nuovo e
con nuò.
“Uhm. Il por ere di Grifondoro, Yasmin Patel, anche molto brava,
suppongo, voglio dire, per quanto ne so, non sono un esperto ... Sirius
Black e Marlene McKinnon, ba tori - bravi ba tori ... Voglio dire,
l’intera squadra è davvero brava, diciamo solo così.”
Udì Peter gemere, seduto dietro di lui, e una risa na dalla folla. La
McGrani gli stava lanciando uno sguardo cinico, ma tu o quello che

728
poteva fare era alzare le spalle impotente verso di lei ed elencare i
giocatori di Serpeverde con uguale ine tudine.
Tu avia, ebbe un grande piacere nell’annunciare ‘il cercatore di
Serpeverde, Reggie Black’ - era sicuro di aver visto le spalle di Regulus
rabbrividire a questo.
“Oh fantas co, sembra che s ano per iniziare,” con nuò Remus,
stabilendosi ora, “Sì, ecco il fischio, e - nessuna sorpresa qui - Po er è in
possesso della pluffa. Acciden , è veloce, guardalo andare! Eeeeee fa
goal!
Dieci - zero per Grifondoro! Bel colpo, Prongs!”
La folla esultò e James sfrecciò a raverso il campo, le braccia alzate in
alto per la vi oria. Alzò il pollice in su a Remus mentre volava oltre la
torre del commentatore, poi diede il cinque a Sirius a mezz’aria, prima
di riportare la sua a enzione sul gioco. Non era così male, pensò
Remus; tu o quello che doveva fare era guardare quello che succedeva
e poi dirlo ad alta voce. Anche un idiota potrebbe farlo.
“Serpeverde ora è in possesso della pluffa ... ehm ... penso che sia
Timothy Bulstrode ... sì, okay ... mh, non veloce come James, vero? Non
importa, è quasi arrivato - argh! No, bloccato da un bolide della
McKinnon, brava
Marlene, sembra doloroso!”
“Signor Lupin, un po’ meno pregiudizi, per favore.”
“Scusi, professoressa ... okay, quindi Po er è tornato in possesso, lo
passa a Eriksson ... Eriksson sta davvero volando, è quasi --- oh merda.
Serpeverde di nuovo in possesso.” “Linguaggio, signor Lupin!”
“Scusi! Bulstrode si dirige verso le porte ora ... oh andiamo, anche io
sono più veloce di così ... spara, e -- BLOCCATO dal por ere di
Grifondoro Patel! Vedete, avevo de o che è brava!”
Applausi salirono da un lato della folla, fischi da un altro. Yaz fece un
giro di vi oria, raggiante, e Sirius volò oltre il box dei commentatori,
sorridendo a Remus mentre lo faceva. Remus dove e amme erlo, il
Quidditch era più eccitante di quanto ricordasse.
“Eriksson è tornata in possesso della pluffa ora, la passa a Po er, Po er
sta caricando sul campo - vedi, Bulstrode?! Questo è il malede o modo
in cui si vola -- mi dispiace professoressa - GOAL! Ven a zero per
Grifondoro! “ “Regulus!” Peter squi dietro Remus, il suo dito puntato
sopra la spalla di Remus verso il fratello Black più giovane ves to di
verde, che ora stava volando davvero molto veloce, uno sguardo di

729
concentrazione sul suo viso mentre sfrecciava verso un quadrato di
cielo vuoto.
“Sembra che il cercatore di Serpeverde Black possa aver visto il
boccino,” disse Remus, fre olosamente nel microfono, sperando che il
cercatore di Grifondoro stesse ascoltando. “Sì, ha sicuramente visto
qualcosa, sta accelerando, è ... ah, sfortuna, bloccato da un bolide
lanciato dal ba tore di Grifondoro, Black.”
Remus sorrise, e avrebbe potuto giurare che Sirius gli avesse fa o
l’occhiolino dall’altra parte del campo. Regulus, che aveva dovuto
frenare e tuffarsi all’improvviso, sembrava furioso, così come il resto
della squadra di Serpeverde. Le cose andarono piu osto male dopo
questo - sia nel gioco che nel commento di Remus.
“Eriksson ha di nuovo la pluffa, passerà a Po er ...? No, sembra che lei
stessa tenterà di raggiungere un goal: ANDIAMO, ERIKSSON! OH CAZ -
Voglio dire, LANCIA MANNAGGIA! Eriksson è stata colpita da un bolide
di Avery - Serpeverde, e Kno ora ha il possesso. Eriksson sembra
stordita ... è lei ... no, è un pollice in alto, brava ragazza!”
“Signor Lupin, la par ta, per favore ...”
“Giusto, quindi Kno ha la pluffa ... lancia ... dieci pun a Serpeverde
ma è ancora il gioco di Grifondoro! Po er ha la pluffa, sta volando ... è
quasi arrivato, è - MERDA, ATTENZIONE, JAMES!”
Kerensa Smythe, il ba tore Serpeverde stava volando a tu a velocità
dire amente contro il fianco di James, che era stato messo fuori gioco
negli ul mi secondi da Marlene, che con tu o il corpo si era schiantato
contro il Capitano Serpeverde.
“Cazzarola!” Remus gridò, “Ben fa o, McKinnon! Quella ragazza è
brutale - oh, andiamo, Bumb, questo deve essere un rigore per
Grifondoro, alza il culo e arbitra la fo uta par ta! Uh oh, sembra che il
piccolo Reggie Black abbia di nuovo gli occhi punta sul boccino ...”
“Signor Lupin!” La McGrani sca ò di nuovo, “Ti toglierò il microfono.”
“Faccia pure”, si offrì, sorridendole. Scosse la testa, facendo un
balbe o. Remus tornò al gioco, “Quindi ora siamo - che cos’è? Oh
giusto, sessanta a ven per Grifondoro - dimostra solo che imbrogliare
non ripagherà - spero che tu s a ascoltando, Black - intendo il giovane
Black, ovviamente ...” “Remus!” Sibilò Peter dietro di lui. “Calma !
Dovres dare un equilibrato ... Oh Merlino! “
“Cristo bastardo, era vicino!” Gridò Remus, mentre Regulus e il
cercatore di Grifondoro raggiungevano entrambi il boccino nello stesso
momento, solo per farlo sfrecciare in modo stuzzicante fuori portata,

730
mandando entrambi i giocatori a sba ere sugli spal , Regulus si rò su
solo un po’ più velocemente del cercatore di Grifondoro, ma entrambi
rimasero miracolosamente sulle loro scope.
“Remus!” Peter sussurrò di nuovo: “Serpeverde ha appena segnato ...”
“Loro cosa? loro - merda, mi dispiace, gente! Serpeverde ha segnato di
nuovo, devo essermelo perso questo ...”
Remus si scusò con la folla che abbaiava, metà di loro rideva, l’altra
metà ora gli fischiava contro.
“Non succederà più!” Li rassicurò allegramente, “Bene, Po er torna
all’inseguimento della pluffa, schiva un bolide di Avery lì - Gesù, questo
gioco è violento, Black - quello buono - raggiunge il bolide e lo punta a
... sì, Regulus Black che deve ancora una volta schivare. Fortunatamente
è così abituato a rarsi fuori dai guai, eh ...”
“Detenzione, Lupin”, stava borbo ando la McGrani , “Sarai in
detenzione per il resto della tua carriera scolas ca.”
“CAAZZO!” Remus gridò nel microfono, mentre Sirius e Marlene
sparavano entrambi con i bolli contro il ba tore Serpeverde che
inseguiva Regulus, costringendola a piombare così in basso che quasi
cadde a terra. “Completamente pazzo!” Remus rimase a bocca aperta,
“Sul serio non ho idea del perché qualcuno ci giochi - ah, ma fairplay,
Regulus è abbastanza distra o da ... aspe a ... Sì! SÌ! DANNAZIONE SÌ!
QUESTO È
GRIFONDORO CON IL BOCCINO! ABBIAMO VINTO MALEDIZIONE! OH
MIO DIO, GRAZIE CAZZO PER QUESTO, DAVVERO ... “
“È abbastanza!” La McGrani gli strappò di mano il microfono,
finalmente. Le sorrise di nuovo, troppo euforico per la vi oria per
preoccuparsi dei guai in cui si era messo. Anche Peter saltava su e giù
dietro di lui, il che non aiutava.
“Scusi ...” iniziò.
“Sono assolutamente scioccata”, disse la McGrani , severamente. “Mi
aspe o questo po di comportamento da Black, ma non me lo aspe o
da un ex Prefe o! Mi aspe o anche una le era di scuse alla squadra di
Serpeverde e a Madama Bumb.”
“Sì, professoressa.” Remus chinò la testa e cercò di sembrare
dispiaciuto, ma non poté evitare che le sue labbra si contrassero un po’.
Non vedeva l’ora di vedere Sirius. Sarebbe corso fino agli spogliatoi se il
suo fianco (e le sue inibizioni) glielo avessero permesso.

731
Fortunatamente, se c’era qualcosa che la McGrani amava di più del far
rispe are le regole della scuola, era Grifondoro che vinceva a
Quidditch.
“Dopo che le celebrazioni saranno finite, ovviamente.” Lei disse.
“Grazie, professoressa!” Remus alzò lo sguardo, raggiante di nuovo.
“Onestamente,” rise, scuotendo la testa, “Non mi hai mai ricordato di
più Lyall.”
Complimento o insulto, a Remus non importava. Per una volta,
nemmeno un accenno a suo padre poteva cambiare il buon umore di
Remus.

732
Eredità; pt1  
And as we wind on down the road,
Our shadows taller than our souls...

“Potres fregarlo, scomme o che non sarebbe difficile.” Disse Sirius, in


piedi accanto a Remus davan alla bacheca dei trofei. “Fai sparire il
vetro per un secondo ed è fa a.”
“Il professor Vi ous se ne accorgerebbe.” Remus inarcò un sopracciglio,
distra o ora dal riflesso spe rale di Sirius nel vetro. “O uno dei
Corvonero.” “Nah” l’altro ragazzo ca urò la sua a enzione e gli sorrise,
con i den bianco perla, “Non mancherà a nessuno.”
“Penso,” rispose Remus, leccandosi le labbra e riportando lo sguardo
sulla piccola figura d’oro in cima al trofeo, “Lyall avrebbe preferito che
rimanesse lì. In questo modo c’è sempre una parte di lui a Hogwarts.”
“Ahh, sei impazzito perché è l’ul ma se mana?” Sirius lo prese in giro.
Remus sorrise, imperturbabile,
“Sì, un po’.”
Sirius ridacchiò, e si chinò verso di lui in modo confidenziale,
“Anche io.”
Remus gli fece una smorfia. “Andiamo allora, ho fame. Pranzo.”
Entrambi si avviarono lungo il corridoio verso la Sala Grande. A parte la
serie di detenzioni di Remus dopo la finale di Quidditch, avevano tu
trascorso una se mana molto rilassante, senza nient’altro da fare se
non quello di pianificare il futuro. Il che ovviamente significava che non
avevano assolutamente pianificato per niente.
“Non s amo lasciando nulla dietro.” Disse Remus, pensieroso, mentre
camminavano.
“Eh?” Chiese Sirius, distra o da un gruppo di ragazze che erano
passate, ridacchiando.
Remus fece schioccare l’orecchio.
“Ow!” Sirius si abbassò, “Ti stavano guardando, Remus
‘fo mi-noi-abbiamovinto’ Lupin. Cosa stavi dicendo?”
“Non lasceremo nulla dietro, come il trofeo di Lyall.”

733
“Io e James siamo sulla Coppa di Quidditch. E Prongs è Caposcuola, non
viene registrato da qualche parte? E Peter ha vinto quel torneo di
scacchi.” “O si. Devo essere solo io, allora.” Remus sospirò, disperato.
“Ehm ... c’è il Platano Picchiatore?” Sirius provò.
Remus si limitò a guardarlo accigliato. Beh, supponeva, questo è quello
che o eni cercando di non far notare. Rimase contempla vo per tu o
il pranzo - che era a base di pesce e pata ne, con una scelta di piselli
pastosi o interi (Remus sperimentò una combinazione di entrambi).
“Tu o bene lì, Moony?” Chiese James, tra un boccone e l’altro. “Sei
molto tranquillo.”
“Si sta preoccupando per la sua eredità,” annunciò Sirius. “Vuole un
trofeo.” “Zi o. No, non lo faccio.” Remus arrossì.
“Se me lo chiedi, secondo me quel commento della par ta meritava
una medaglia. Servizi speciali alla scuola”, rise Mary. “Non puoi andare
da nessuna parte nel castello senza sen re qualcuno gridare ‘cristo
bastardo, era vicino!’ È stato brillante.”
Remus sorrise, sentendosi un po’ meglio. Si era goduto tranquillamente
i suoi quindici minu di fama e aveva ricevuto abbastanza regali in
sigare e e cioccolata per accompagnarlo durante l’estate. Il che andava
bene, supponeva, perché in pochi mesi avrebbe dovuto iniziare a
mantenersi da solo.
“Non preoccupar , Remu, se tu sai cosa venerdì va avan senza
intoppi”, sussurrò James, sporgendosi, “Allora nessuno ci dimen cherà
in fre a.” “Pensavo che il punto fosse che nessuno sapeva chi era
stato?” Remus inarcò un sopracciglio.
“Oh andiamo.” Lily si fece beffe. E aveva ragione.
Tu avia, Remus non poté fare a meno di essere un po’ turbato. Non
voleva che il suo unico monumento fosse il Platano Picchiatore, o quella
baracca dimen cata da Dio.
“Come nascono i fantasmi?” Chiese, pensieroso, guardando
Nick-QuasiSenza-Testa che passava, chiacchierando con il Frate Grasso.
“Merlino, Moony, rallegra ,” geme e Sirius, la bocca piena di pata ne,
“Dovres essere morto per diventare un fantasma. E suppongo che tu
dovres morire qui, nel cor le della scuola.”
Remus si strinse nelle spalle. Morire a Hogwarts non sembrava molto
probabile, a meno che qualcosa di terribile non sarebbe accaduto nei
prossimi giorni.
“Un ritra o, allora.” Lui disse. “... In realtà, no. Non voglio essere in
grado di parlare con me stesso, è inquietante.”

734
“Sono anche molto costosi”, disse James, “La nostra famiglia non se n’è
mai preoccupata.”
“Tipico dei Po er,” disse Sirius, arrogante. Il suo pia o ora era pulito,
mise ordinatamente coltello e forche a al centro, e presto scomparve.
“Ovviamente i Black sono tu conserva per i posteri nella galleria di
famiglia.”
“Anche tu?” Remus lo guardò,
“No.” Sirius scosse la testa con un piccolo sorriso, “Non ero lì quando
sono diventato maggiorenne. Però mi aspe o che Reggie ci sia finito
adesso.” “Remus!” Marlene si avvicinò di corsa al tavolo da pranzo.
Sembrava arrossata ed eccitata.
“Si?” Remus si raddrizzò, guardandola in a esa.
“Posso parlar un minuto? Ho qualcosa per te!” Stava saltellando da un
piede all’altro, chiaramente molto ansiosa di dirgli qualcosa.
“Ehm ... okay ...” Remus si guardò intorno nervosamente. Non gli
piacevano le sorprese, ma per il momento si fidava di Marlene e lei
sembrava così felice.
“Vieni con me,” gli prese la mano e lo rò su.
“Dovrei ...?” Sirius sussultò, ma Marlene scosse la testa,
“È privato! Andiamo Remus!” Lo trascinò pra camente fuori dalla sala,
apparentemente non preoccupandosi che ora gli sarebbe mancato il
pudding.
“Ugh, vuoi rallentare!?” Ansimò, sentendo il suo clic dell’anca mentre
cominciavano ad a raversare la prima rampa di scale.
“Scusa, sono così entusiasta di mostrartelo!”
“Mostrarmi cosa?!”
“È privato!”
Sospirò e si concentrò solo sul tenta vo di starle dietro. A volte Remus
sen va di aver passato tu a la vita trascinato in giro per questo castello
da persone più atle che di lui. Quando raggiunsero la Sala Comune di
Grifondoro Remus la guardò in a esa, e lei improvvisamente si fece
mida, mordendosi il pollice.
“Che cosa?” Disse, “Non abbastanza privato?!” Indicò la stanza vuota:
tu gli altri erano a cena, probabilmente si stavano godendo il loro
pudding. A meno che non avessero mangiato il crumble di mele,
sarebbe stata solo una sfortuna di Remus se lo servissero oggi e lui se lo
sarebbe perso. “Penso che faremmo meglio a salire nel tuo
dormitorio.” Disse Marlene, ripartendo. “Giusto per sicurezza.”

735
“Gesù Cristo, Marls, di cosa si tra a?” Remus la seguì su per le scale,
“Oh, ho improvvisamente deciso che mi piacciono i ragazzi, quindi ho
a rato qui per sedur ”, disse con noncuranza da sopra la spalla.
“Passi troppo tempo con Mary.” Rispose Remus.
Una volta in camera, chiuse la porta e Remus andò a sedersi sul suo
le o, le gambe doloran . Si guardò intorno fur vamente,
“Perché ci sono solo tre le qui?”

736
Le prove per lo scherzo sono andate un po’ male.” Remus si strinse
nelle spalle.
Marlene scosse la testa come una madre troppo indulgente. Infilò una
mano nella tasca dei suoi ves e rò fuori un piccolo bara olo poco
profondo, e lo porse a Remus. “Togli i pantaloni,” disse.
“Come scusa?!”
“È per il tuo fianco!” Svitò il bara olo eccitata, i suoi occhi luminosi e
ansiosi, “L’ho fa o per te, e Danny l’ha testato e tu o il resto!”
“Cosa ... cosa fa?” Sbirciò cautamente nel bara olo. Qualunque cosa
fosse all’interno sembrava vaselina, semitrasparente con una
consistenza spessa e appiccicosa.
“Ho pensato a quello che hai de o su come funziona meglio una
miscela di medicina babbana e magica”, spiegò, “Così ho fa o degli
esperimen . Ho provato a unire la valeriana, la consolida maggiore e la
curcuma ... ho scoperto che lo zenzero funzionava meglio, chi l’avrebbe
mai de o? Quindi combinalo con la giusta quan tà di impiastro
an nfiammatorio e un po’ di di amo per una forza extra. Vai avan !
Strofinalo!”
“Ehm. Okay ...” disse Remus, prendendo il bara olo ed entrando in
bagno, chiudendo la porta dietro di sé. Lo tenne tra le mani per un po’,
annusandone il contenuto. Odorava di zenzero, che era abbastanza
gradevole e non troppo forte.
“Non dovres averne bisogno,” gridò Marlene a raverso la porta,
facendolo saltare e ri rarsi nel bagno il più lontano possibile. “Basta
lisciarlo sulla pelle sopra l’area dolorante.”
“Okay,” rispose, con voce roca. Questo è stato strano. Ma doveva dire
che Marlene ci provava, se questa era un’offerta di pace.
Si slacciò i pantaloni e se li rò giù fino alla coscia, insieme alla
biancheria in ma e tu o il resto. Quindi, bilanciando con cura il
bara olo sul lato della vasca, raccolse una piccola cucchiaiata della
miscela delle dimensioni di un chicco d’uva e con le dita e la strofinò
con cura sulla sua pelle nuda. All’inizio era un formicolio, poi cominciò a
riscaldarsi, ma non in modo spiacevole. Poteva sen rlo filtrare nella sua
pelle, nelle giunture, nella car lagine e nelle ossa, riscaldandosi e
calmandosi mentre andava. Era una sensazione che aveva dimen cato
da tempo.
Era stato un sollievo.
“Marlene!” Urlò.
“Che cosa?! Stai bene?!” rispose con ansia.

737

“Se vuoi ancora sedurmi”, rispose Lupin, “probabilmente farei tu o
quello che mi chiedi in questo momento.”
La sen ridacchiare dall’altra parte della porta,
“Allora funziona?”
“È un dannato miracolo!”
“È una dannata magia, stupido idiota”, rispose. “Vieni fuori, allora!”
Si rò su in fre a i pantaloni e li allacciò, andando verso la porta e
aprendola. Il suo fianco lo aveva infas dito per così tanto tempo che
riusciva a malapena a ricordare come ci si sen va a camminare senza
essere conscio dei propri limi . Lui sorrise raggiante a Marlene, l’afferrò
per la vita e la alzò in aria mentre l’abbracciava. “Grazie!” Disse, ancora
e ancora.
Lei strillò
“Lupin, pazzo, lasciami andare!”
La baciò sulla guancia e la mise a terra.
“Sei molto più forte di quanto sembri”, rise, arrossendo, sistemandosi i
capelli dietro l’orecchio, “Oh, sono così contenta che abbia funzionato!
Volevo chiedere a Madama Chips di aiutarmi così tante volte, ma ho
pensato che avres preferito tenerlo per te.”
“Grazie”, disse di nuovo. “Sei ... sei fantas ca! Vorrei avere un modo per
ripagar ! “
“L’hai già fa o”, scosse la testa, “Hai aiutato Danny, anche se non l’hai
mai incontrato, e sapevi quanto fosse pericoloso. E ... alla fine hai
aiutato anche me. So cosa voglio fare adesso. Vinceremo questa guerra,
e quando sarà finita inizierò a fare delle ricerche adeguate sulla
licantropia, sai, is tuire delle vere cliniche in modo che le persone
o engano l’aiuto di cui hanno bisogno. Se tu gli altri possono vedere
quello che vedo io in te e in mio fratello, allora forse ... non so, forse le
cose potrebbero andare meglio.”
Stava guardando i suoi piedi midamente mentre diceva questo, ma
Remus non riuscì a sme ere di sorridere, spostandosi da un piede
all’altro solo per dimostrare a sé stesso che non faceva male. Niente
faceva più male. Doveva dirlo a Sirius.
“Diventerai un’incredibile guaritrice Marls.” L’abbracciò di nuovo “Posso
tenerlo?” Tornò in bagno a prendere il bara olo, tenendolo sollevato.
“Certo che puoi!” Annuì vigorosamente, “Non so quanto durano gli
effe ... se non dispiacerebbe prenderne nota, ogni volta che
riapplichi? Sarebbe u le sapere ...”
“Sì, sì, qualsiasi cosa”, rispose, riavvitando con cura il tappo.

738
“È meglio che vada a cercare Yaz - non ha idea di dove sono stata tu o
il giorno, le ho de o che aveva a che fare con lo scherzo, ma non credo
che mi creda ...”
Sono giù nella Sala Comune, tu quan , sono appena torna dalla
cena,” rispose Remus con disinvoltura, fissando ancora il bara olo con
soggezione.
“Come diavolo potres saperlo?”
“Ehm ...” alzò lo sguardo, goffamente ... “Buon senso dell’olfa o ...
davvero buono.”
I suoi occhi si spalancarono e scosse la testa solennemente,
“Ho così tanto da imparare ...”
“Andiamo,” rise lui, dandole una pacca sulla spalla, “Sarà meglio fare
cosa alla volta ...”

Sirius fu un vero gen luomo quando Remus gli disse la buona no zia
sulla crema di Marlene, e non disse ‘Te l’avevo de o’ nemmeno una
volta. Era troppo felice di ascoltare Remus balbe are su quanto si
sen sse meglio. “Non so cosa ho mai fa o.” Remus sospirò dopo che
furono anda a le o più tardi quella no e.
“Cosa vuoi dire?” Sirius sbadigliò.
“Sai. Hai imparato len cular magna per me, fin dal primo anno. E Lily
mi ha creato quell’aiuto per la le ura, e tu, Pete e Prongs siete diventa
tu animagi, solo così per poter passare del tempo con me.”
“Qual’è il tuo punto?”
“Non so cosa ho fa o,” rispose Remus, scrollando le spalle, “Per
meritarmi tu ciò.”
“Moony,” Sirius gli lanciò uno sguardo divertente. “Stai facendo di
nuovo quella cosa.”
“Eh?”
“Siamo tuoi amici! Gli amici si aiutano a vicenda! Come se tu non avessi
fa o cose per Lily, e Marlene, e Wormail, e James, e me ... Merlino, me
più di chiunque altro.”
“Lo so,” rispose Remus, ancora sorridendo, “Lo so. Suppongo solo di
sen rmi fortunato.”

739

“Sei così sdolcinato in ques giorni,” disse Sirius sorridendo,
incrociando le braccia dietro la testa. “È così che sarà vivere con te? E
ho sempre pensato che tu fossi un pazzo così duro.”
“Ancora più duro di te.” Remus lo guardò di traverso.
Gli occhi di Sirius erano chiusi, ma stava sorridendo. Adesso sembrava
un momento buono come un altro.
“Vuoi davvero vivere con me?” Chiese Remus.
“‘Certo che lo voglio,” rispose Sirius, gli occhi ancora chiusi.
“Voglio dire ... non solo con i genitori di James. In un posto nostro.”
Sirius aprì gli occhi,
“Ovviamente. Questo è il piano, no?”
“Io ...” Remus cercò a tentoni le parole giuste. Adesso era molto a suo
agio con Sirius, sentendo di poter dire quasi tu o. Ma a volte era la
stessa vecchia lo a. “Non ero sicuro. Sai che non ho mol soldi ... “
“E sai che io ci rotolo dentro.” Sirius scrollò le spalle, facendo arricciare
le lenzuola. “Quello che è mio è tuo, non voglio che tu preoccupi di
cose noiose come queste.”
“È noioso solo per te perché non hai mai dovuto pensarci.”
“Bene, ora non ci devi pensare nemmeno tu. Mmh?”
“Okay.” Remus annuì. Qualcosa da rivedere più tardi, forse, quando non
era in arrivo una guerra e avrebbero potuto conversare su cose normali
e quo diane. Per ora, se non stavano parlando della guerra, Sirius
preferiva i sogni ad occhi aper . Remus si sistemò, “Dove vivremo,
allora?”
“Londra.” Disse Sirius, con fermezza. “Londra babbana.”
“In una grande casa?”
“No.” Sirius scosse la testa, aggro ando un po’ la fronte, “Non mi
piacciono le case grandi; troppe stanze vuote. Se siamo solo in due, non
abbiamo bisogno di tu o quello spazio.”
Questa era una considerazione notevolmente sensata, ma Remus non
disse niente. Lui capì. Ma se fossero sta ragionevoli ...
“Voglio che tu incontri Hope.” Disse. Sirius riaprì gli occhi,
“Che cosa?”
“Sta morendo,” disse Remus, pra camente, “Cancro ai polmoni - una
cosa che prendono i babbani. Ad ogni modo, non può essere curato e
non credo che abbia più di un anno.”
“Moony, mi dispiace ... non ne avevo idea.”

740
“Okay,” rispose Remus, “Lo sapevo dalla prima volta che l’ho incontrata.
Sapevo che non avrei avuto molto tempo. Non è perfe a, ma le
importa di me. Voglio che veda che ho qualcuno. Che non sono solo.”
“Moony ...”
“Lo so, lo so,” Remus rise, “Sto facendo lo sdolcinato ...”
“No,” Sirius si allungò e posò dolcemente la mano sul pe o di Remus.
“Questa è solo una delle cose più belle che abbia mai sen to.”
Anche Remus girò la testa, e si guardarono l’un l’altro per un po’,
sorridendo entrambi nell’oscurità della no e tranquilla. Quando i suoi
occhi iniziarono a pungere, Remus rise di nuovo, distogliendo lo
sguardo, “Cristo,” disse, “ascoltaci, siamo peggio di Po er ed Evans.”
Non dirlo a nessuno!” Sirius rise, asciugandosi gli occhi velocemente.
“Rimangono solo tre giorni di scuola, abbiamo una reputazione da
mantenere.”

741

Eredità; pt2
So here we are...
With freedom within our sweaty, greedy,
grasps. So remember this, boys and girls,
When your freedom comes along...
Don’t
Pish
in the water supply,
Just because... school is out for the summer...

“Siamo sta fortuna con il tempo,” commentò Remus, guardando il


cielo azzurro e limpido. “Sarebbe stato un incubo portarli tu fuori se
fosse iniziato a piovere.”
Non avrebbe perso le ‘esta ’ scozzesi.
Lui e Christopher erano soli nella guferia, in a esa. Sarebbe iniziato da
un momento all’altro.
“Non prendermi in giro, okay?” Christopher sussurrò, guardando verso
il basso dalle alte finestre aperte, “Ma questa è la cosa più eccitante
che abbia mai fa o.”
Remus gli sorrise affe uosamente, e gli diede una rapida stre a alla
mano. “Scomme o che questo è solo l’inizio. Farai così tante cose
eccitan , ne sono più che sicuro.”
“Non lo so, sarà tu o tranquillo se non ci siete più,” rispose Chris,
sbirciando il prato so o di loro, “Scomme o che faranno di Regulus un
Caposc-- ooh! Questo è il segnale!” Una fontana di scin lle dorate salì
da dietro le serre, e Remus poté sen re il cuore di Christopher iniziare a
ba ere più forte per l’eccitazione.
“Facciamolo, allora!” Remus gli diede una gomitata.
Si voltarono entrambi a guardare i gufi, cen naia di loro appollaia in
file lungo le pare della torre, fino alle travi. Accanto a loro c’era una
pila di le ere, tu e vuote tranne che per l’indirizzo. E avevano tu e lo
stesso indirizzo.
Chris sembrava pronto a esplodere per il brivido di tu o questo, e
Remus fece un passo indietro, dandogli la parola,
“Conosci l’incantesimo, fallo.”

742
“Veramente?!”
“Sì,” Remus ghignò, “Ho un sacco di guai da fare dopo questo ...”
“Okay!” Si rimboccò le maniche, leccandosi le labbra. Pronunciò
l’incantesimo e fece roteare ampiamente la bacche a intorno alla
torre. Un fischio basso, un fruscio di piume, e poi ... un caos totale
quando tu i cinquecento gufi balzarono improvvisamente dai loro
pos e piombarono verso i due ragazzi, entrambi si chinarono per
me ersi al riparo.
Remus non aveva mai visto niente di così magnifico; ogni singolo gufo di
Hogwarts spiegò le ali e si librò fuori dalla finestra, ognuno strappando
una le era indirizzata in bianco mentre passava. Devono aver impiegato
due minu interi per riuscirci tu , e quando tu o fu finito, Remus e
Christopher andarono verso la finestra per guardarli scomparire verso il
cor le, a raverso gli archi e verso la loro des nazione.
“Wow!” Chris con nuava a dire, come un cagnolino schifoso, “Wow
wow wow!”
Remus si limitò a sorridere, e pensò a James e Sirius altrove nel castello,
in a esa di quel segnale. E Mary, Marlene e Yaz, vigili e pronte per la
loro parte, e tu gli altri nel castello che aspe avano, a endendo di
me ere in a o la cosa che avevano pianificato da Natale.
“Andiamo!” Remus disse, afferrando il braccio di Chris, “Possiamo
vederli correre via.”
Se cinquecento gufi che improvvisamente si riversavano nei so erranei
non facevano uscire tu , allora Remus era fiducioso che i sedili del
water esplosivi breve a da James e Sirius avrebbero fa o il loro
lavoro. Corsero insieme lungo la scala a chiocciola (Remus fece i gradini
due alla volta, godendosi ancora la sua ritrovata mobilità) e nel
corridoio principale, dove il pandemonio regnava sovrano.
Ogni ritra o cantava a squarciagola - dalle canzoni pop babbane alle
filastrocche dei maghi, qualunque cosa quelli del terzo anno avessero
immaginato quando avevano lanciato l’incantesimo, pensò Remus. Le
armature avevano lasciato i loro pos e si erano messe a seguire gli
studen in giro. Remus sperava che non fosse troppo minaccioso - in
realtà non stavano facendo nulla, dopotu o, solo imitando i movimen .
Era stata un’idea di James - il re degli incantesimi di locomozione.
“L’ho fa o Remus, l’ho fa o!” Un Corvonero del quarto anno uscì di
corsa dal bagno più vicino, seguito da una massa di bolle rosa, “Ho fa o
saltare tu o!”

743

“Molto bene!” Remus gli diede una pacca sulla schiena,
congratulandosi con lui.
“Non vedo l’ora che arrivi il grande traguardo!”
“Meglio sbrigarsi,” consigliò Remus, “Non ci vorrà molto.”
Il quarto anno annuì e si avviò verso il parco, con la schiuma rosa che
inondava il corridoio.
“Hai insegnato a così tante persone cose che non avrebbero mai
imparato”, si meravigliò Christopher mentre camminavano. Il grande
orologio fuori dalla Sala Grande girava follemente, le lance e giravano,
così come ogni altro orologio, se l’incantesimo del sesto anno avesse
funzionato corre amente.
“Oh sì,” Remus sbuffò, “Far saltare in aria i gabine e far levitare le
scrivanie. Molto u le.”
“Non dimen care tu e le cose difensive”, Christopher si accigliò, “sarei
stato di nuovo confuso se non fosse stato per te.”
Seguirono il flusso costante di studen che uscivano dall’edificio. Remus
sperava solo che avessero causato abbastanza caos in abbastanza aree
del castello da portare tu fuori sul prato. Non sarebbe stato
divertente se metà della scuola si fosse persa l’evento principale.
“Come sta Allock?” Chiese, casualmente.
“Bene, credo. Mi lascia stare, comunque.”
“Bene. Suppongo tu possa ges rlo in caso contrario.”
“Si.” Adesso avevano raggiunto il cor le ed erano in vista del parco.
Christopher strizzò gli occhi nel luminoso sole es vo e guardò Remus,
fermandosi un momento. “Mi mancherai davvero, però.”
“Sei qui solo un anno in più,” rispose Remus, “Sarai troppo impegnato
con i NEWT per pensare a qualsiasi altra cosa; fida di me.”
“No, mi mancherai comunque.” Chris disse, con fermezza. “Con nuerò
il gruppo di studio, ma non sarà lo stesso. Piaci così tanto a tu , sei
paziente con loro.”
Remus non sapeva come rispondere a questo, quindi non lo fece. C’era
comunque uno strano nodo alla gola.
“Dai,” rò il braccio di Christopher, muovendosi verso il terreno. “Non
voglio perdermelo!”
Più della metà della scuola si era riunita sull’ampio prato di Hogwarts,
chiacchierando sulle varie interruzioni e intrusioni alle loro ma nate.
“Hai visto tu quei gufi?”
“La Sala Grande è allagata! Allagata! “

744
“Il ba ente della porta di Corvonero sta parlando in modo confuso, a
quanto pare, non lascerà entrare nessuno.”
“La statua del cavaliere al quinto piano mi ha lanciato dei palloncini
d’acqua!”
“Sono sta i Malandrini secondo voi?”
“Decisamente.”
“No! Ho visto Emmeline Vance lanciare un incantesimo sui ritra e un
gruppo di ses anni che piantavano bombe di letame. Non possono
essere i
Malandrini.”
“Beh, non potevano farlo soli.”
La conge ura fu interro a quando gli ul mi dei Serpeverde - Regulus,
Barty Crouch, Mulciber e Snape, con grande soddisfazione di Remus -
emersero dal castello. Erano tu intonaca di melma verde. Le bombe
bogey a sorpresa di Lily avevano funzionato a meraviglia. Remus prese
mentalmente nota di congratularsi con lei più tardi. Sarebbe stata
ancora una Malandrina. “Voi!” Piton si avvicinò alla carica, gocce di
melma verde pisello che gocciolavano dai suoi capelli e dalla punta del
naso. Puntò un lungo dito contro Remus, il viso contorto dalla rabbia.
“L’hai fa o tu! Tu e i tuoi piccoli sporchi amici!”
“Qual è il problema, Mocciosus?” Remus chiese, freddamente,
mantenendo la sua posizione, “Non mi sembri diverso dal solito.”
“Voi! Voi!” Borbo ò Piton, mentre le risate scoppiavano intorno a lui
mentre gli studen più giovani si riunivano per vedere.
“Maledizione”, Regulus lanciò un incantesimo di pulizia su sé stesso,
riportando i suoi ves e capelli alla loro consueta impeccabile pulizia.
Lanciò a Piton uno sguardo annoiato, “Abbi un po’ di decoro, Severus.
Non seguire la loro pate ca esca.”
“Ehi Prongs, guarda, hanno preso Mocciosus!” Sirius apparve tra la
folla, sorridendo, seguito da James e Peter, “Eccellente!”
“È una bella vista, se vuoi la mia opinione,” James sorrise, rando una
pacca sulla spalla di Remus in segno di saluto.
Alla vista di Sirius, Regulus roteò gli occhi e si allontanò, unendosi a un
gruppo di Serpeverde vicino al bordo del lago, rannicchia insieme
borbo ando tra di loro come uno stormo di corvi.
“Quando Silente scoprirà che siete dietro a tu o questo, lui ...” Piton si
arrabbiò.

745

“Che cosa può fare?” Sirius inarcò un sopracciglio, appoggiandosi alla
spalla di James con noncuranza, come se stessero solo chiacchierando,
“Espellerci? L’ul mo giorno di scuola?!”
“Pagherai!” Ringhiò Piton. Si voltò e iniziò a tornare a scuola, i suoi abi
ancora gocciolan .
“Rallenta, Mocciosus!” Peter gridò, a malapena in grado di contenere la
sua eccitazione, “Non vuoi perder il gran finale!”
“Wormtail!” Sirius sibilò, dandogli un calcio nello s nco. “Shh!”
“Andiamo, è quasi ora,” disse Remus, cercando di allontanarli tu da
Piton. Ovviamente stava per perdere la tranquillità, e Remus non si
fidava degli altri per non spingerlo oltre il limite.
In modo preoccupante, finirono abbastanza vicini a Regulus e alla sua
cricca, in riva al lago, ma era sempre affollato e non c’erano mol pos
dove stare. Remus non era mai stato uno per le pubbliche
manifestazioni di affe o, ma desiderava davvero poter tenere la mano
di Sirius proprio in quel momento, se non altro per impedirgli di fare
qualcosa di stupido. Non molta fortuna. “Reggie-boy.” Sirius annuì
piacevolmente a suo fratello, gli occhi scin llan di malizia.
“Sirius.” Rispose Regulus, rivolto in avan , a testa alta. Era come una
statua di alabastro; una versione in marmo freddo del fratello a sangue
caldo. “Avevo sperato che avessi imparato a lasciar alle spalle ques
giochi infan li.” Regulus strascicò, sembrava annoiato come sempre.
“Gli scherzi e gli schemi sciocchi non saranno più u li una volta vinta
la guerra. Il Signore Oscuro richiede ordine.”
“Fanculo il tuo stupido vecchio Signore Oscuro,” disse Sirius,
incrociando le braccia. Remus realizzò che i due fratelli stavano
rispecchiando il linguaggio del corpo l’uno dell’altro.
Tu o intorno al lago, gli studen si stavano radunando; erano a pochi
metri di distanza.
Remus ne approfi ò per dare un’occhiata alle facce più familiari - c’era
Christopher, che parlava animatamente con alcuni dei suoi amici del
sesto anno, senza ripetere ciò che aveva fa o nella guferia. Marlene,
Mary e Yaz stavano ridacchiando tra loro, e un po’ più avan c’era
Emmeline Vance, ancora una perfe a fanciulla di ghiaccio, che flirtava
con la povera vecchia Roman Rotherhide. Un gruppo di studen più
giovani del gruppo di studio stava pra cando l’incantesimo che stavano
per eseguire, e accanto a Remus, Lily e James si tenevano per mano, le
bacche e pronte.

746
Con un grande fragore, la torre dell’orologio di Hogwarts suonò a
mezzogiorno e James emise un forte fischio, a rando l’a enzione di
tu . Adesso era il momento!
A Remus sembrò che stessero tu tra enendo il respiro per qualche
istante, e lui strinse più forte la propria bacche a, lanciando un rapido
sorriso a Sirius, prima di riportare la sua a enzione al lago - e cosa c’era
so o.
Lavorando tu insieme, i membri della Collaborazione Tra Case per gli
Scherzi dei Malandrini alzarono le bacche e e raccolsero le loro forze,
gridando; “A ollo Magna!”
Le ginocchia di Remus si indebolirono. Avevano provato alcune volte,
solo loro qua ro nella loro camera da le o (da qui il le o scomparso di
Sirius), ma mai con così tan altri - mai così tanta magia in una volta. Si
sen va come se avesse infilato il braccio della bacche a in un alveare;
la magia iniziò a pulsare e vibrare a raverso di lui, riempiendogli la
bocca e le narici come l’acido di una ba eria e posandosi in profondità
all’interno. Energia. Era stordito da essa; pra camente ubriaco. Scosse
la testa os natamente, cercando di mantenere la concentrazione e di
resistere - non aveva idea di cosa sarebbe successo se avesse lasciato
andare.
Nel fra empo, stava succedendo qualcosa sul lago. La superficie iniziò a
incresparsi e luccicare; uno strano gemito scricchiolante venne da un
miglio più in basso, e poi ... poi ... *POP*.
Con immediatezza quasi comica, l’incantesimo aveva funzionato. Remus
sen una grande svolta dentro di sé - che non era spiacevole, ma
nemmeno ignorabile, facendolo rimanere senza fiato.
L’avevano fa o. Gli studen iniziarono a ridere e indicare, i Serpeverde
stavano gridando, uno per uno, stupi per lo shock. Anche la bocca di
Regulus si era spalancata.
Là, in bilico a pochi metri sopra le acque ferme, dire amente sopra i
so erranei galleggiavano ogni le o e baule presen nel dormitorio di
Serpeverde. Era bellissimo. Assolutamente perfe o in ogni modo. La
disposizione di ogni dormitorio era stata preservata; tu o quello che
dovevano fare era trasportare tu o a circa un miglio verso l’alto. Anche
il fascio prote vo (idea dal cuore tenero di Lily) stava funzionando
bene, il che significa che i beni di nessuno correvano davvero il pericolo
di bagnarsi. Dovevano solo elaborare il controincantesimo e tu o
sarebbe tornato alla normalità, a condizione che tu i Serpeverde
lavorassero insieme, ovviamente. Quella era stata un’idea di
Tassorosso.

747

I muscoli di Remus si stavano ancora contrando per aver canalizzato
tu a quella magia. Era un filo vivo; l’ele ricità sta ca gli ronzava sulla
punta delle dita. Fortunatamente, pochissime persone lo notarono;
erano troppo occupa ad applaudire o urlare di sgomento a quella
vista. Ora i fuochi d’ar ficio volavano sopra i le , scrivendo; Buona
estate, Serpeverde! Da parte di; Grifondoro, Corvonero e Tassorosso!
“Stai bene, Moony?” Sirius lo guardò, allungando un braccio.
“Non toccarmi!” Remus sca ò, facendo un passo indietro e scrollandosi
di dosso Sirius, in fre a. Non sapeva cosa sarebbe successo; ma non si
sen va affa o sicuro di essere nei paraggi.
Sirius si massaggiò il braccio, sembrando ferito.
“Scusa,” sussurrò Remus, scuotendo di nuovo la testa, “Dammi solo un
minuto--”
“VOI!” Oh no. Severus era riapparso, e stava caricando verso i
Malandrini, la bacche a alzata, il viso arrossato. Sembrava che avesse
tolto la maggior parte della melma.
“Ladri!” Sibilò, fissando James e Sirius, “Ridatemi le mie cose!”
Sirius e James erano fuori di sé dalle risate, il che non aiutava le cose,
ma Piton l’aveva davvero presa sul personale. Nessun altro inveiva e
delirava come un pazzo.
Lily cercò di intervenire, staccandosi da James.
“Severus, non è quello che pensi, è abbastanza facile ...”
Ma era troppo tardi. Piton si era già girato verso il lago e aveva puntato
la bacche a su qualunque le o fosse il suo. Stava provando un
incantesimo di levitazione di base; ma non avrebbe funzionato: i
Malandrini avevano proge ato l’incantesimo specificamente per
scongiurare quel po di fa ura.
“No, non farlo!” Urlò Lily, coprendosi gli occhi.
Ma ovviamente Piton non ascoltava mai; non quando sen va di aver
subito un torto. Sembrò funzionare per un momento; uno dei le
sussultò un po’ e vacillò. Ma solo per un microsecondo. La cosa era che
in quel modo il suo le o si staccò dalla barriera prote va, precipitando
nelle acque scin llan so ostan con un forte tonfo.
Severus lo fissò; la sua bocca ca va una linea dri a e dura, i capelli un
e scuri che gli cadevano negli occhi.
Si voltò, sollevò la bacche a e Remus percepì un odore - un profumo
che aveva riconosciuto solo due volte prima; come carne carbonizzata.
Magia oscura. Una maledizione. Un altro colpo nello stomaco, questa

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volta molto meno piacevole, e Remus sen un cambiamento dentro di
sé.
“Sectumsempra!” Gridò Piton.
Remus non aveva nemmeno bisogno della sua bacche a; aveva un
potere più che sufficiente e, senza pensarci, si mise di fronte a James,
alzando la mano mentre Severus lanciava la maledizione.
Il mondo sembrò assumere una strana tonalità rossa, e il vento ruggì
nelle orecchie di Remus, così che sen solo vagamente l’urlo di Lily, e
James e Sirius che gridavano, “Moony!”
La maledizione colpì Remus - ma non sen nulla. Sembrava
semplicemente svanire non appena gli toccava la pelle, lasciandolo con
niente di peggio di una sensazione di lieve sco atura solare. Ancora;
adesso era più debole di quanto non fosse stato due minu prima.
Come se la forza della barriera che aveva creato lo avesse prosciugato di
tu a la sua altra magia.
Sba é le palpebre e tu o tornò alla normalità. Piton era ancora in piedi
di fronte a lui, terrorizzato e furioso in egual misura. La mano di Sirius
era sul braccio di Remus, e James ora stava caricando verso Piton.
Remus sprofondò lentamente nell’erba so ostante, esausto. Sedeva a
gambe incrociate per terra, stordito, Sirius accovacciato accanto a lui,
“Moony?!”
“Sto bene.”
“Che cazzo era quello?!” Sussurrò Sirius, urgentemente. Sembrava
spaventato.
“Io ... non lo so.” Sussurrò Remus in risposta, chinando la testa.
“È stato solo un contraccolpo!” Lily gridò improvvisamente, e Remus
realizzò che si stava rivolgendo agli studen che si erano raduna
intorno, curiosi. Sempre veloce e scaltra, quella ragazza, “Piton ha
cercato di maledire Po er, lo avete visto tu ! Lupin l’ha colto in
tempo.”
“Puoi alzar ?” Stava chiedendo Sirius, randogli il gomito. “Andremo da
Madama Chips ...”
“No,” Remus scosse la testa, ferocemente, alzandosi, “Sto bene.
Onestamente. Sono solo sorpreso di me stesso. Magia senza parole o
qualcosa del genere, non ho ancora capito come funziona.”
“Okay ...” Sirius lo stava guardando in modo diffidente. Lily era so o il
controllo della folla, e James sembrava aver cacciato via Piton - oppure
era andato da Lumacorno per lamentarsi formalmente dello scherzo.

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L’equilibrio si era ristabilito. Remus fece a Sirius il suo miglior sorriso, e
gli diede una stre a al braccio per mostrare che ora andava tu o bene.
Sirius si rilassò un po’, annuendo.
I Serpeverde più anziani un po’ più avan lungo il lago stavano ora
conferendo tra loro. Sembrava che la sfortuna di Piton avesse giovato ai
suoi compagni di casa. Almeno ora sapevano cosa non avrebbe
funzionato. “Un po’ carino, non è vero?” Mary si avvicinò, sorridendo
ampiamente e completamente ignara di ciò che era appena accaduto.
“Guardali tu impegna , un po’ di lavoro di squadra. Potremmo avere
ancora l’unità domes ca!”
“Non contarci”, sorrise Marlene, appena dietro di lei.
I Serpeverde avevano iniziato a discutere ad alta voce.
Rimasero tu a guardare il dramma svolgersi ancora un po’. Un
tenta vo par colarmente divertente di ristabilire l’ordine ha portato
ogni le o a sollevarsi di qualche metro più in alto. Un altro incantesimo
li fece guardare tu a ovest, senza una ragione riconoscibile. Dopo
un’ora, un gruppo di Corvonero si interessò e iniziò a scambiare altre
idee con i dispera Serpeverde.
A quel punto, Remus si sen va di nuovo normale, il che significava solo
una cosa.
“Ho fame.” Annonciò.
“Il banche o sarà tra mezz’ora,” disse Lily, distra a dalla piovra gigante,
che stava giocando con uno dei comodini del Serpeverde, cercando di
ba erlo con il suo tentacolo più lungo.
“Allora potrei salire e cambiarmi.” Disse Mary.
Tu erano d’accordo. Lasciarono fare ai Serpeverde.
Mentre tornavano al castello, sorridendo e ridendo insieme, Remus era
consapevole degli occhi di Sirius ancora su di lui, ma non poteva ancora
offrire alcuna spiegazione. Qualunque cosa fosse accaduta, era
accaduta solo una volta prima: quel pomeriggio nella foresta con Castor
e Livia. E quello non era certo un ricordo piacevole né per lui né per
Sirius.
“Oi, Black,” disse Marlene, apparendo accanto a loro, “Hai mai riavuto il
tuo le o?”
“Mh?” Sirius aggro ò la fronte, “Oh, no, non l’ha mai fa o. Se ne è
andato da un pezzo, immagino, cercando fortuna sulla strada aperta.
Buona fortuna, vecchio le o.” Sospirò, malinconicamente.
Remus ridacchiò.

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“Non sei preoccupato che la scuola farà pagare per questo?” Disse
Marlene.
Alzò le spalle. Marlene balbe ò,
“Bambino viziato.”
“Hai almeno provato a riaverlo indietro?” Chiese Lily.
“Beh, non sappiamo dove sia andato.” James rispose, ridacchiando al
ricordo.
“Nemmeno un semplice incantesimo di evocazione?”
“No, non abbiamo mai--”
“Accio le o!” Sirius urlò a squarciagola, agitando la bacche a.
Un brontolio debole e distante.
“Oh merda ...” mormorò Sirius.
Il lago dietro di loro iniziò a ribollire, e tu si voltarono in tempo per
vedere il le o a baldacchino di Sirius che si alzava dall’acqua come un
grande so omarino di mogano. Avvolto in alghe e pesan drappi di
velluto impregna d’acqua, si alzò in aria e volò verso di loro in modo
che dovessero disperdersi e tuffarsi a terra, coprendosi le teste. Si
schiantò nel punto in cui Sirius l’aveva evocato con un tonfo pesante e
soffocante, e si spezzò prontamente in diversi pezzi.
Silenzio per alcuni secondi, mentre Lily, Marlene, Mary, Yaz, James,
Peter, Remus e Sirius alzavano la testa ancora una volta, alzandosi in
piedi sbalordi . Poi risate da ogni parte, specialmente dai Serpeverde
ancora in riva al lago.
Sirius se ne stava lì, gra andosi la testa.
“Mh.” Egli disse. “In fondo al lago per tu o il tempo, eh?”
Stava ancora gocciolando. Le lenzuola erano verdi di alghe e con sabbia
ammucchiata sul materasso.
“Oi, segaiolo!” James disse, avvicinandosi al le o salvato e afferrando
un mucchio re angolare di pacciame grigiastro, “Questa è la mia rivista
di Quidditch ?!”
“Ehm ... forse ...” Sirius ghignò - poi, cogliendo il luccichio omicida negli
occhi di James, iniziò a correre a tu a velocità verso il castello, James
che lo inseguiva.
“Suppongo che ora sia un momento buono come un altro,” sussurrò
Peter a Remus, “Ma, ehm ... Gazza mi ha beccato con la Mappa prima.
L’ha confiscata.”
“Che cosa?!” Remus si voltò verso di lui, arrabbiato. Quella Mappa era
sua! La sua idea, la sua magia!

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“Non arrabbiar con me, Moony!” Peter fece una smorfia, “Era chiusa e
tu o il resto, lo prome o! Nessuno può aprirla nessuno a meno che
non s a tramando niente di buono - e dovrebbero entrare nell’ufficio di
Gazza!” Remus si fermò a queste parole. Aveva ragione su questo.
Dopotu o; chiunque riuscisse a realizzare entrambe queste imprese
sarebbe stato certamente degno della Mappa. E aveva voluto lasciare
qualcosa alle spalle; una vera eredità. In questo modo, forse i signori
Moony, Wormtail, Padfoot & Prongs potrebbero essere ricorda , un
giorno.
Guardò in avan i due ragazzi dai capelli scuri che si rincorrevano e
ridevano a crepapelle. Guardò le qua ro ragazze, che avevano tu e
unite le braccia e stavano tornando allegramente al castello, le voci
leggere e spensierate.
Per cosa doveva essere arrabbiato Remus Lupin? Di cosa doveva
preoccuparsi? Il suo cuore si gonfiò, e gli venne in mente qualcosa che
Sirius gli aveva de o pochi mesi prima.
L’amore era qualcosa che facevi, non qualcosa che dicevi; e ognuna di
queste persone glielo aveva dimostrato.
“Va bene, Wormtail,” Remus mise il braccio intorno alle spalle di Peter,
sorridendo, “Sei perdonato. Dai, raggiungiamoli.”

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