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L’ALBO D’ORO DISCUSSO

COMMISSIONE
impossibile
Il mistero sul lavoro del secolo scorso». Quattro mesi dopo, nel Consiglio
Federale del 30 maggio, lo stesso Gravina annunciava la
dei “saggi” nominati composizione della commissione, realizzata grazie alla
collaborazione di Matteo Marani, ex direttore di questo
tre anni fa da Gravina giornale: Francesco Bonini (rettore della LUMSA, ordi-
nario di Storia delle istituzioni politiche, presidente della
per gli scudetti contesi Società italiana di storia dello sport); Pierre Lanfranchi
(research professor of History International Centre for
e l’ipotesi di un’assurda Sport History and culture presso Università Montfort di
soluzione di “compromesso” Leicester, storico della FIFA); Daniele Marchesini (già
insegnante di Storia Contemporanea alla facoltà di Let-
che offenderebbe tere dell’Università di Parma); Sergio Giuntini (vicepre-
sidente e direttore del Comitato scientifico della Società
la credibilità del calcio italiana di storia dello sport); Enrico Landoni (professore
associato di storia contemporanea all’Università eCam-

C
di CARLO F. CHIESA pus); Eleonora Belloni (socia della Società italiana per lo
studio dello sport contemporaneo - Sissco); Nicola Sbet-
ti (insegnante di storia dell’educazione fisica e dello sport
presso l’Università di Bologna). Da allora, sulla questione
è calato il silenzio. L’oggetto d’indagine si è rivelato al di
fuori della loro portata? Sono emersi segreti di Stato su cui
è giocoforza esercitare il riserbo? Mistero. Una crepa, però,
sembra essersi ultimamente aperta, da cui filtra la voce di
una soluzione di “compromesso”: tre titoli “ex aequo”, alla
Lazio 1915, al Genoa 1925 e a Bologna e Torino 1927,
he fine ha fatto la Commissione della Federcalcio per gli così da fare “contenti” tutti i club interessati. Una soluzione
“scudetti contesi”? Esattamente tre anni fa, il 30 gennaio aberrante dal punto di vista della Storia, che scriviamo con
del 2019, nell’ambito del Consiglio Federale, il presiden- la maiuscola perché anche quella del calcio ha una dignità
te Gabriele Gravina istituiva un collegio di consulenti col meritevole di rispetto. Vediamo allora di fare il punto sui
compito di analizzare «con un approccio storico/scien- tre casi in discussione, già esaminati con dovizia di dettagli
tifico le diverse richieste pervenute alla FIGC riguardo e documentazione da chi scrive in Appendice alla Grande
l’assegnazione di scudetti di stagioni sportive dell’inizio Storia del Calcio italiano pubblicata su queste colonne.

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GLI “EX AEQUO”
CHE INSULTANO
LA STORIA E GLI
APPASSIONATI 
Il presidente
della Figc
Gabriele Gravina
e gli scudetti
di un secolo fa

1914-15
IL PARTO DELLE NEBBIE

Il campionato di 1ª Categoria (non


si chiamava ancora Serie A) era ne-
gli anni Dieci del secolo scorso divi-
so geograficamente in due parti, le
cui vincitrici si disputavano il titolo
nazionale (lo scudetto sarebbe nato
solo nel 1924). Nel Campionato del
Nord, dopo la scrematura operata dal-
la complessa formula, nella primavera
del 1915 si avviava alla conclusione un
girone finale di quattro squadre. A una
giornata dal termine, il Genoa era in
testa con 7 punti, seguito da Torino
e Inter con 5; chiudeva il Milan a 3.
Poiché all’epoca la vittoria valeva due
punti, il turno conclusivo si prospetta-
va decisivo: domenica 23 maggio era-
no in programma Genoa-Torino e il
derby Internazionale-Milan.
Il Campionato del Centro-Sud era
ulteriormente diviso in due. Quello
dell’Italia Centrale era in apparente
analoga situazione di incertezza: a un
turno dalla conclusione il girone fina-
le vedeva la Lazio in testa a 10 punti,
seguita a 8 dal Pisa; staccate Roman
con 6 e Lucca a 0. L’ultima giornata

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L’ALBO D’ORO DISCUSSO

Sopra, da sinistra, Lazio e Genoa

1924-25
’14-15. In basso, Genoa e Bologna
schierate per la quarta gara di finale
il 5 luglio 1925 a Torino. Pagina
accanto, in alto, la sentenza
del Tribunale di Bologna del 14 gennaio LA COSA DI CARTA
1928 e il Torino; sotto, il Bologna

prevedeva il testa-coda Lazio-Lucca grammi vengono inviati ai quattro club


e Pisa-Roman. Perché apparente? Il del Nord e a quelli del Centro. Il 28
17 maggio 1915 il settimanale L’I- maggio, a ostilità ormai in corso, la pre-
talia Sportiva riportava il forfait del sidenza federale deciderà «che la classi-
Lucca e dunque la vittoria della Lazio fica del campionato verrà nuovamente Il secondo caso, certamente il più biz-
nel Campionato dell’Italia centrale, esaminata a chiusura delle ostilità». zarro, riguarda la finale del Campio-
con relativo diritto a contendere alla Gli albi d’oro attualmente assegnano nato del Nord 1924-25 tra Bologna
vincente di quello meridionale il di- quel titolo al Genoa, anche se manca e Genoa, prolungatasi per ben cinque
ritto a disputare la finale per il titolo. nella stampa dell’epoca un comunicato partite. Il Bologna vinse 2-0 l’ulti-
Purtroppo però la nebbia circondava ufficiale in tal senso della Federcalcio, mo spareggio, giocato alla periferia di
quest’ultimo, ridotto, causa mancanza che pure era abituata a farvi regolare Milano alle 7 del mattino del 9 ago-
di iscrizioni nel girone siciliano, alla ricorso. E non c’è dubbio che tale as- sto 1925. Dopodiché ebbe la meglio
sola Campania, comprendente appena segnazione dal punto di vista stretta- in entrambe le sfide con l’Alba Roma,
due squadre, entrambe del capoluogo: mente sportivo fu un abuso. Stando vincente del Campionato del Cen-
Internazionale e Naples. Sulla loro sfi- così le cose, assegnare il titolo 1914- tro-Sud, aggiudicandosi il tricolore.
da la stampa dell’epoca è contraddit- 15 ex aequo anche alla Lazio costitu- La bizzarria sta nella pretesa avanzata
toria, al punto da impedire qualunque irebbe un abuso non inferiore, anzi, in dalla Fondazione Genoa, che vorreb-
certezza sulla conclusione del torneo. linea con esso. Sarebbe l’unico caso be l’aggiudicazione di quello scudetto
Questa la situazione quando, sabato in cui l’attribuzione di un “ex aequo”, anche al club ligure in quanto l’esito
22 maggio 1915, la situazione preci- data l’eccezionalità della situazione della prima delle tre gare di spareg-
pita, con la mobilitazione dell’Esercito determinata dallo scoppio del conflit- gio sarebbe stato oggetto di un “con-
e della Marina proclamata dal Re in to, non lederebbe, e anzi confermereb-
vista dell’ingresso dell’Italia nella Pri- be, il principio che esclude la vittoria a
ma Guerra Mondiale. Quella notte, pari merito del nostro massimo cam-
la Federcalcio decide la sospensione pionato. Ricordiamo che nell’unico
del campionato. Dai resoconti de La caso di arrivo in testa a pari merito, nel
Gazzetta dello Sport, La Stampa e Il 1963-64, si fece ricorso allo spareggio
Messaggero risulta che i relativi tele- per determinare la squadra vincente.

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dizionamento politico”, peraltro mai di aver fatto tutto da solo. In premessa
dimostrato. Ovviamente, un’eventuale la sentenza del Tribunale certifica «l’o-
dichiarazione postuma di vittoria del pera di corruzione esercitata da Nani
Genoa in quella partita sancirebbe solo per ottenere la vittoria del Torino». Il
il diritto della squadra ligure a giocare 21 aprile 1928 il presidente del Coni,
la finale-scudetto contro l’Alba Roma,
club non più esistente. Nella partita in
questione, a causa dell’eccessivo nume-
1926-27
SENTENZA CAPITALE
Lando Ferretti, in occasione delle cele-
brazioni del Natale di Roma, dispone-
va «che ogni Federazione conceda, nei
ro di biglietti venduti, la folla era strari- limiti più vasti consentiti dai proprii
pata attorno al campo. Quella sera stes- ordinamenti, una amnistia ai singoli ed
sa l’arbitro, Giovanni Mauro, spiegava alle Società, colpiti da provvedimenti
al Guerin Sportivo (allora torinese di disciplinari». Il 24 aprile, per quanto di
sede): «Avevo dichiarato sin dall’inizio propria competenza, il direttorio della
che ritenevo la partita impossibile a Federcalcio dava esecuzione al provve-
svolgersi regolarmente, e ne infirmai il dimento, amnistiando lo squalificato a
risultato - qualunque esso fosse - prima Il terzo caso riguarda lo scudetto vita Allemandi e il presidente Enrico
dell’inizio». Dunque, fu ineccepibile 1926-27, vinto dal Torino e poi revo- Marone ed escludendo il Torino. Il
l’annullamento della gara e la decisione cato a causa di un illecito commesso club granata rivendica oggi la “resti-
di ripeterla. L’ulteriore contestazione dal dirigente granata Guido Nani, tuzione” di quello scudetto, che d’altro
riguardante i palloni impiegati nella reo confesso, e riconosciuto anche dal canto vorrebbe il Bologna, cui Arpinati
finale del 9 agosto rientra nel campo suo presidente, Enrico Marone: l’aver lo negò nonostante il secondo posto, a
del folclore, prevedendo il regolamen- versato una cifra enorme (25mila lire) causa della propria “bolognesità”, onde
to del tempo che la rispondenza dei per corrompere un giocatore della Ju- evitare ombre sul proprio operato.
palloni stessi alle normative vigenti ventus - il difensore Luigi Allemandi
fosse verificata dall’arbitro prima del - onde assicurarsi il successo nel der-
fischio d’inizio. Il Bologna ha propo- by del 5 giugno 1927, decisivo per lo
sto un pubblico dibattito per dirimere scudetto. L’esistenza dell’illecito venne
la questione documenti alla mano, ma confermata da una sentenza di un tri-
la Fondazione Genoa ha rifiutato. Un bunale ordinario. Per togliersi il peso
eventuale ex aequo offrirebbe un ingiu- della condanna sportiva, infatti, gli al-
stificato vantaggio al Genoa, senza al- tri dirigenti del Torino - su consiglio
cun titolo per rivendicare lo scudetto, e dello stesso presidente della Figc, Le-
un non sanabile “vulnus” storico al Bo- andro Arpinati - denunciarono il col-
logna, che vedrebbe macchiata la pro- lega Nani per calunnia, in modo che
pria conquista da un’ombra nefanda: fosse un tribunale ordinario a stabilire
un’eventuale assegnazione del titolo sia la loro eventuale estraneità all’azione, Anche in questo caso, l’ex aequo co-
a chi lo vinse sul campo sia a chi invece con promessa dello stesso presidente stituirebbe una soluzione aberrante:
si fermò in “semifinale” implicherebbe federale di farvi seguire la cancellazio- nell’albo d’oro del club granata inse-
il riconoscimento di imperdonabili col- ne della squalifica loro inflitta. Il dibat- rirebbe uno scudetto “dimezzato” e
pe in capo al club emiliano. timento del processo, celebrato presso quindi privo di valore, certificando
il Tribunale penale di Bologna il 13 e l’esistenza di un fatto grave a carico
14 gennaio 1928, accertò la correspon- del club che aveva vinto sul campo.
sabilità del presidente Marone e del Mentre per il Bologna significherebbe
suo vice Vogliotti e si concluse con la la sconfessione del verdetto sportivo
remissione della querela in base a un emesso all’epoca e dunque della stessa
testo, controfirmato dagli avvocati di validità del proprio tricolore.
tutte le parti, nel quale Nani asseriva CARLO F. CHIESA

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