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Non è colpa mia.

Lo giuro.
Non è colpa mia.

E' quello che si ripete Lohu Jacobs da tre anni a questa parte tutte le mattine, quando apre gli occhi.
Tutte le mattine perchè tutte le notti sogna la stessa cosa.
Sogna quella sera di tre anni fa quando uccise il figlio.

Ma facciamo un passo indietro. Anzi, un balzo.

Lohu naque in una famiglia di beduini in un villaggetto di poca importanza nel Sud del deserto di
Anauroch nel 1462.
I suoi genitori alti e magri, come tutti i beduini, erano persone buone, con sani valori e principi,
soprattutto per il lavoro e il sacrificio.
Lohu, ovviamente, crebbe con gli stessi ideali.
Tra i suoi ricordi, per esempio, non se ne puo trovare nemmeno uno dove il padre non stia lavorando
o pensando al lavoro del giorno dopo.
E non se ne puo trovare nemmeno uno dove la madre si stia svagando o sia indifferente al figlio o al
marito.
No. La famiglia e il lavoro erano le uniche cose che contassero per i beduini.
Dopo tutto nel Grande Mare di Sabbia non vi erano altre scelte, se non lavorare e curarsi della
propria famiglia.

A 15 anni, un po per dovere, un po per volere, Lohu iniziò ad affiancare il padre Ruwan nelle
spedizioni tra un oasi e l'altra per lo scambio di merci e di materiali preziosi.
E cosi continuò a fare per altri tredici anni, senza avvenimenti di sorta.

Ma all'età di ventotto anni la sua vita prese una piega inaspettata.

Un giorno dell'Eestate del 1490 [Eestate per il resto del Faeurun, perchè nel deserto di Anauroch le
stagioni non hanno significato. E' sempre Estate ed è sempre l'Estate più calda.] mentre Lohu era in
cammino con suo padre verso un altra oasi per portare della lana e sperare di prendere in cambio
del ferro battuto, in lontananza, vide una deformazione nella linea dell'orizzonte.
I beduini nascono, crescono e muoiono nel deserto. Non hanno una dimora fissa. Anauroch è la loro
dimora. E per questo la conoscono alla perfezione.
Ed è quindi per questo motivo che una piccola e distante deformazione della linea dell'orizzone, che
all'occhio di chiunque altro sarebbe passata inosservata, all'occhio di un beduino esperto risultava
invece un segno palese di qualcosa di innaturale. Tanto palese e tanto innaturale da costringere gli
osservatori a deviare la loro strada per avvicinarsi e studiarla da più vicino.
Lohu e il padre infatti virarono, sopra i loro cammelli, di qualche grado verso Nord per avvicinarsi a
quella stranezza la cui imaggine traballava dietro l'aria calda della superficie desertica..
Quando si trovavano ormai a un centinaio di metri da quello che prima era solo una forma, una
figura, entrambi capirono di cosa si trattasse. Anche se forse era la cosa che meno si aspettavano.
Lohu scesce dal cammello e fece gli ultimi pochi metri camminando sulla sabbia bollente. SI
inginocchiò e con cautela prese in braccio un panno bianco e viola avvolto intorno ad un neonato.
Miracolosamente ancora in vita.
Un neonato nel mezzo del deserto più caldo del mondo. La cosa era strana anche per i beduini che a
cose strane erano abituati.
Gli diedero dell'acqua e si assicurarono che fosse in buona salute e che potesse resistere al resto del
cammino. Lohu lo caricò con se e proseguirono il viaggio verso l'oasi più vicina.

Nelle settimane successive cercarono di trovare qualcuno che sapesse qualcosa. Nomi. Voci. Inidizi.
Ma ninete. Il deserto è troppo grande e troppo dispersivo. Ma soprattutto, nessuno si interessa
troppo dei fatti altrui.
Il pettegolezzo è visto come una perdita di tempo e di moralità. L'unico a portare in giro le voci e le
storie nel deserto di Anauroch è il vento.

Lohu ovviamente si affezionò subito al pargolo e lo trattò fin da subito come suo. Dei genitori
biologici o della sua provenienza non si scoprì nulla, ma molto presto si smise anche di cercare...

I tre anni successivi passarono tranquilli.

Una notte del 1493 la madre di Lohu si spense nella loro tenda. La sua morte fece cadere il padre in
una forte depressione. Tanto forte da fargli abbandonare gli scambi e il commercio per lasciarsi
imprigionare dalle catene dell'alcol.
Anche lui morì poco dopo.

Lohu rimase solo, ma nonostante tutto risucì a crescere il figlio senza troppi problemi.
Rundi, cosi lo aveva chiamato, era timido, silenzioso, ma molto intelligente, e un abile disegnatore.
Nel tempo libero, cioè nel tempo che passava tra un oasi e l'altra, Rundi disegnava spesso.
Era affascinato dagli animali del Faeurun e li disegnava sempre ritratti nel deserto di Anauroch,
nonostante di animali, in quella distesa di sabbia non ve ne era traccia.

Gli anni passarono, Rundi crebbe e la relazione con il padre si fece sempre più forte.

Purtroppo però il peggio stava per accadere.


Una sera di cinque anni dopo Lohu fu svegliato di soprassalto dalle urla di Rundi. Uscì dalla tenda in
cui riposava, il sole era ormai all'orizzonte, il cielo rossastro con sfumature violacee faceva da sfondo
ad una scena raccapricciante. Tre enormi cani neri stavano trascinando fuori dalla sua tenda il
piccolo Rundi.
Lohu prese il suo bastone e si avventò su di essi con una ferocia senza pari, ma senza avere alcun
effetto. Per quelle bestie sembrava non esistesse altro se non Rundi in quel momento.
Lohu continuò a colpire le bestie ma tra l'ira, la paura e il crepuscolo non capiva veramente se le
stesse colpendo oppure quei colpi andassero a vuoto.
Non ebbe tempo di pensarci troppo poichè in un istante una delle bestie si girò e ringhiando gli saltò
contro.
Lohu cadde a terra, la bestia sopra di lui non faceva altro che tenerlo fermo e righiare vicino al suo
volto. Lohu si girò verso il figlio e lo vide urlare per l'ultima volta emntre le altre due bestie nere gli
strappavano la pelle e le interiora dal ventre.
Lohu chiuse gli occhi, si senì ribollire il sangue e urlò con tutta la sua forza ''RUNDI!''
Sentii che dal suo corpo una potente e arcana energia fuoriuscì violentemente spazzando via tutto
quello che c'era intorno a lui e illuminando la zona per centinaia di metri di un bianco accecante.
Passarono dei minuti. Lohu riaprì gli occhi e si guardò intorno. Vide suo figlio per terra esanime. Ma
delle bestie non vi era traccia.
COn fatica si alzò e si avvicinò al figlio, e provò a rinvenirlo. Ma senza riuscirci.
Scoppiò a piangere e non si fermò per svariato tempo, fino a che, ad un certo punto, con la coda
dell'occhio notò che i vestiti del figlio erano intatti.
Non c'era nessuno strappo sul ventre. Nessuna ferita. Nessuna macchia di sangue.
Controllò meglio, anche sotto i vestiti, e si accorse che il corpo era intatto.
Gli si gelò il sangue.
Alzò di scatto la testa per controllare i dintorni. Cercava i corpi delle tre bestie nere. Ma non c'erano.
Rabbrividì.
Si alzò ed esaminò la sabbia accanto a loro. Neanche un orma. Niente.

Gli crollò il mondo addosso. Tutte le sue sicurezze e le sue certezze. Sprfondate nell'oblio in un
istante.
DOve erano quelle bestie? Perchè non ce ne è traccia? Come era possibile? Eppure il sangue uscire
dal ventre di Rundi lo aveva visto benissimo. Era stata proprio quella scena a farlo esplodere.
Eppure, più cercava risposte meno ne trovava.
E il dubbio che lo assaliva diventò piano piano sempre più una certezza.
Se non c'era nessun altro con loro, Rundi... Lo aveva ucciso lui.

Aveva ucciso il figlio.

La cultura dei beduini non prevede un luogo comune di sepoltura per i deceduti. Il cimitero non
esiste. I morti vengono sepolti nello stesso luogo dove hanno esalato l'ultimo respiro. Se sono morti
la significa che il deserto li vuole la.
Lohu ancora sotto shock, incredulo e con le guance tagliate dalle lacrime, iniziò a scavare. Ormai era
notte fonda ma non voelva lasciare il figlio alle intemperie per un secondo di più.
Tempo di arrivare abbastanza in profondità, calare Rundi nel sepolcro e ricoprire il tutto, nel cielo, ad
est, si vedevano ormai le prime luci della mattina.

Se non fosse stato per il bastone infilato per metà nella sabbia nessuno si sarebbe mai accorto che li
sotto ci fosse il corpo di un bambino senza vita.
La tomba non aveva confini. Non era neanche più alta o più bassa della sabbia circostante. Era
semplicemente un bastone in mezzo al deserto.
Il deserto stesso era la tomba.

Lohu era li, seduto davanti a questo bastone, gli occhi chiusi.
I pensieri in testa volavano a velocità folli. COme trasportati da un vento indomabile. Non risciva a
focalizzarli. Non riusciva ad aggrapprsi a nessuno di essi.
Erano granelli di sabbia dentro ad una tempesta. Il caos totale.

Poi, ad un tratto...

''Che terribile modo per iniziare una giornata, eh... Amico?''

La voce tanto inaspettata tanto soave che veniva dalle sue spalle lo fece sobbalzare. Aprì gli occhi di
scatto e si girò per cercarne la fonte.
Ma non vide nessuno. Alle sue spalle vi era solo una distesa di sabbia gia molto calda che si
estendeva infinitamente.
Diede un altro paio di occhiate per assicurarsi veramente che non ci fosse nessuno e poi tornò a
guardare davanti a se.

''Stupendo Kark-Na, complimenti.''


Lohu sobbalzò di nuovo quando vide che la fonte di quella voce era proprio davanti a lui.

Era un uomo magro, biondo, vestito come un Nobile di Castello.


La carnagione della pelle chiara del viso scavato rifletteva le luci del sole nascente e Lohu notò
subito, inconsciamente, che non vi era una goccia di sudore sul volto dell'uomo.
'Strano' pensò. 'Solo i Beduini, con la loro pelle scurissima, erano conosciuti per non sudare nel
deserto.'

L'uomo era inginocchiato ed osservava da vicino il Bastone infilato nella sabbia in onore di Rundi.

''Ho sempre prefeito i Kark-Na a quelle croci che usano in città. Sono molto più eleganti... E poi si
addicono molto di più ad un luogo del genere.''
Nel finire la frase si voltò verso l'orizzonte e si alzò dando le spalle a Lohu.

Era molto alto e contro sole i suoi vestiti riflettevano di un colore violaceo, proprio come il cielo la
sera prima.
A Lohu si strinse di nuovo lo stomaco.

''Ti capisco sai...Lohu?''


Il nuovo arrivato continuava a darlgi le spalle e a guardare l'orizzonte ballerino.
''Anche io ho perso dei figli... Tanti... migliaia... milioni... e tenevo ad ognuno di loro quanto tu tenevi
al tuo...''
Una lacrima iniziò a scendere sul volto asciuttissimo dell'uomo.
''Certo, non posso dire di averli usccisi... io...''
Lohu era confuso, talmente confuso che non si accorse che lo straniero conosceva il suo nome.
Talmente confuso che chiuse gli occhi e abbassò lo sguardo cercando nell'oscurità delle sue palpebre
delle risposte.
Ma non fece in tempo a chiuderle del tutto che sobbalzò per una terza volta.
''MA!!'' sbottò l'uomo con un enfasi esagerata.
Riaprendo gli occhi Lohu vide che il misterioso ragazzo biondo era sparito da davanti a se ed era ora
seduto accanto a lui e con un braccio lo stringeva a se.
''...C'è sempre un modo per rimediare!'' e avviciando la bocca all'orecchio sinistro di Lohu bisbigliò:
''...s e m p r e...''.
Lo shock della perdita del figlio aveva reso Lohu inerme ed era ormai in balia totale dello straniero,
non riusciva a proferire parola ne tanto meno a fare domande. Riusciva a malapena ad ascoltare.
''Vedi amico mio, far tornare in vita un cucciolo come il tuo è un gioco da ragazzi... insomma...
veramente una cosa da niente...''
Lohu non reagì.
''Insomma pensaci... sarebbe bello poterlo riabbracciare no?''
Lohu rimase immobile.
''Sarebbe bello anche tornare a viaggiare con lui da un oasi all'altra, non credi?''
Nessuna risposta.
''Ma soprattutto... penso che la cosa più bella, mio caro fratello, sia quella di non dover vivere il resto
della tua vita sapendo che sei stato tu ad ucciderlo.... No?''
Lohu sbottò.
''NON SONO STATO IO!''
''No? E chi altro? Io non vedo nessuno qui intorno.'' Disse girando la testa da una parte all'altra. ''Chi
è stato Lohu? Chi?''
Calmandosi rispose:
''Delle bestie nere.''
Il Nobile vestito di viola scoppiò in una fragorosa risata e si alzò. Si mise davanti a Lohu e aprendo le
braccia per indicare la vastità del deserto disse:
''Delle bestie? Qui? Le uniche bestie qui che vedo siamo io e te... Amico mio.''.
Lohu sapeva che aveva ragione. La stretta allo stomaco che provava inetterottamente ne era la
prova.
''Ascoltami bene Lohu, caro fratello,'' e dicendo questo si abbassò vicino al Kark-Na nella sabbia
guardandolo fisso negli occhi gonfi ''non sono qui per giudicarti. Tutti sbagliano. E' normale. No... Io
sono qui per aiutarti!''
Lohu lo guardava con gli occhi lucidi e finalmente disse: ''...come...?''
''Finalemnte vedo che ragioniamo!'' La magra figura si rialzò di scatto. I suoi moviementi erano
leggeri, rapidi, fluidi. Sembrava senza peso, agilissimo.
''Dovrai fare una semplice cosa per me!'' E con una piroetta si riposizionò vicino a Lohu, sedendosi
alla sua destra sta volta.
''Vedi, mio caro amico, un gruppo di ignobili Maghi da quattro soldi sta cercando di prendere
possesso di una pietra rossa che ha il potere di svegliare dei malvagi Dei e di portare la distruzione
totale nel mondo. Tutto ciò che volgio è fermare questi maghi rossi e salvare il mondo! Nient'altro!
Se mi aiuterai a salvare il mondo io ti aiuterò a riavere tuo figlio!''
Lohu, smepre più confuso non sapeva che dire ne che pensare. Il nobile si rialzò e continuò: ''Dai,
non è poi cosi male. Salviamo il mondo e tuo figlio! Che ne pensi?''
Lohu ci pensò su qualche secondo e poi annuì con la testa.
''PERFETTO! Sapevo potevo contare su di te!''
In un batti baleno era di nuovo vicino a Lohu, inginocchiato alla sua sinistra.
''Vedi amico mio, tu hai dei grandi poteri dentro di te.'' Esclamò con entusiasmo battendogli con
l'indice sullo sterno ''Sta notte ne hai conosciuto solo una piccolissima parte. Sei speciale. Sarà un
gioco da ragazzi vedrai.''
Lohu ripensò alla sera prima quando si sentì ribollire il sangue... il figlio massacrato dalle bestie...
l'urlo... il flash. La distruzione.
Iniziò a pensare che la strana figura ballerina avesse ragione.
''Allora, vai verso Ovest! Nell'ALta Foresta troverai la tua strada. E ricorda! Trova la pietra! Ma non la
distruggere! La devi portare a me! Se la pietra cade in mano ai Maghi Rossi o viene distrutta tu non
vedrai più tuo figlio... Chiaro?''
Lohu annuì.
''Benissimo. Questi sono per te.''.
Lo straniero aprì le mani e mostrò degli oggetti che Lohu non capì mai da dove e quando li aveva
tirati fuori.
''Questo anello magico ti guiderà nel tuo cammino verso la pietra rossa.'' E porse a Lohu un anello
fino con un teschio di pietra incastonato.
''Come...?'' Bisbigliò Lohu esaminadolo.
''Come, dici? Bella domanda amico mio! L'anello magico di Cyric risponde diversamente a seconda di
chi lo indossa! Lo scoprirai solo utilizzandolo!'' Rispose il magro nobile con un sorriso a trentasei
denti.
''E questi due pugnali ti faranno sicuramente comodo. Ricorda, chiunque cerchi di ostacolarti in
realtà ti sta impedendo di riavere tuo figlio. Non ti fare troppi problemi ad utilizzarli, intesi?''
E gli mise due pugnali dalle fattezze esotiche in mano.
Lohu li osservò. Erano due pugnali meravigliosi. La lama era in realtà una pietra viola levigata, lucida
e affilatissima. Il manico era sempre di pietra, ma più grezza, scura. Non aveva mai visto niente del
genere.

Il biondo senza nome si alzò di scatto, come al solito, e guardando l'orizzonte esclamò:
''Ok Lohu, hai tutto quello che serve. E' ora che tu vada altrimenti non farai in tempo. E ricorda due
cose.'' E girando solo la testa guardò Lohu negli occhi. ''Lo stai facendo per tuo figlio, e per il mondo
intero.'' poi, tornando a guardare avanti a se disse ''E mi raccomando, non perdere l'anello!''.
Lohu abbassò lo sguardo sull'anello e se lo mise sull'indice della mano destra. E tornò a guardare lo
straniero.
Ma non lo trovò. Si girò di scatto in tutte le direzioni, destra, sinistra, dietro, avanti... ma non lo
vedeva da nessuna parte. Era svanito.
La magra figura senza nome era sparita misteriosamente nel silenzio, lasciando Lohu solo, ancora
seduto, davanti ll Kark-Na di Rundi.
L'unica cosa che gli faceva compagnia era il suono in sottofondo del vento sulla sabbia.

...

I due giorni seguenti passarono senza che se ne rese conto. Lohu non era sicuro di quello che era
successo. Non era piu' sicuro di niente ormai.
Quell'uomo era stato veramente li vicino a lui? O era stata anche quella una visione? Come le tre
bestie? NOn riusciva a darsi risposta.
Eppure l'anello lo aveva veramente. E i pugnali di pietra viola anche, eppure...

Una mattina Lohu si svegliò di colpo. Qualcuno lo aveva chiamato. Si guardò intorno. In lontananza
vide Rundi. Il figlio.
''Rundiii!!'' Urlò con tutte le sue forze. Si mise in piedi e iniziò a correre verso di lui con una foga che
mai aveva avuto prima.
Non c'erano pensieri nella sua testa. Solo una gioia più grande della terra stessa.
Correva instancabile. Era sempre più vicino ormai e a pochi metri e vide Rundi sorridere. Che bel
sorriso che aveva!
Gli arrivò addosso. Lo prese in braccio e lo abbracciò più forte che potè.
''Sei vivo piccolo... Sei vivo!''
Le lacrime scendevano copiose.
''Non ti lascerò più andare via... starai sempre con me! per sempre!''
Ma Rundi non rispondeva. Era immobile.
Lohu alzò lo sguardo per guardarlo negli occhi. Non fece in tempo a pensare nulla che il figlio iniziò a
sbriciolarsi tra le sue braccia.
''NOOOOOOO!!!!!''
Il figlio diventò sabbia e fu trascinato via dal vento mentre le sue braccia erano ancora legate
insieme.
Lohu cadde in ginocchio, gli occhi chiusi, singhiozzando.
Attraverso le palpebre chiuse una luce pulsante attirò la sua attenzione.
Quando li riaprì vide a terra, davanti a se, una pietra rossa che emanava una luce dello stesso colore.
Sembrava chiamarlo. Allungò la mano per toccarla, molto lentamente.
Sentiva il calore emanato dalla pietra man mano che le sue dita si avvicinavano.
Ormai era a pochi centimentri, sentiva bruciare la punta dell'indice ma non riusciva a ritrarre la
mano. Non voleva.
La sfiorò.

Con un grande inspiro Lohu aprì gli occhi.


Era nella sua tenda, notte fonda fuori.
Era stato solo un sogno.

Lohu si alzò di scatto. Dentro di se qualcosa era cambiato. La gioia che aveva provato nel sogno nel
rivedere una volta ancora il figlio adesso era diventata determinazione.
Iniziò a ripetere dentro di sè 'ti salverò figliolo. ti salverò. costi quel che costi.'
L'anello iniziò a brillare. Ma Lohu non se ne accorse.
La determinazione divenne presto rabbia.
La mattina seguente partì verso Ovest. Verso l'Alta Foresta.

...
''Non ne so niente mi spiace!''
E' cosi che rispondevano tutti quando Lohu chiedeva informazioni sui Maghi Rossi. E danche questa
volta infatti, una donna del mercato della frutta di Loudwater a sud di High FOrest aveva risposto
nello stesso modo.
Ma non poteva chiedere altro. Non sapeva altro.
Si spostò di qualch metro e chiese ad un altro passante ''Mi scusi, sa dove posso trovare i Maghi
Rossi?''. Il signore fece finta di non sentire e andò dritto per la sua strada.
''EHI! ti ho fatto una domanda!'' urlò Lohu alle sue spalle. Ma nulla. Il signore lo ignorò di nuovo.
''Cosa sei venuto a fare qui?'' Una voce da dietro esclamò. Lohu si girò di scatto e vide un gruppo di 4
uomini che con fare minaccioso si avvicinavano a lui. Nel frattempo tutti gli altri passanti si
allontanavano impauriti, come se sapessero cosa stava per accadere.
''Sei venuto a dare fastidio alle nostre donne e ai nostri uomini?''
Lohu non rispose. Li guardava. Li osservava.
''Ehi! Ti hanno tagliato la lingua bello!?'' disse un altro di loro e il gruppo si mise a ridere
fragorosamente.
Lohu si girò e fece per andarsene sperando di evitare il peggio ma quello che successe dopo fu
proprio il contrario.
Le spalle del forestiero fecero imbestialire il gruppo che si mise a correre per aggredire Lohu da
dietro.
Uno di loro lo prese per il collo e lo fermò in una presa impossibile da sciogliere.
Gli altri iniziarono a colpirlo al viso e allo stomaco.
''Vieni a molestare i nostri anziani eh!''
''Tornatene da dove sei venuto! Bastardo!''
Tra le fitte di dolore che provava nella sua testa risuonò una frase. Ma non fu detta dai suoi
violentatori. Era una frase che aveva sentito. Settimane prima...
'chiunque cerchi di ostacolarti in realtà ti sta impedendo di riavere tuo figlio'.
La frase gli tuonò nella testa come un fulmine su nel deserto.
L'anello brillò di una luce viola intensa. GLi occhi gli cambiarono colore e divennero viola anchessi.
Li spalancò e bisbigliò: ''Basta''.
L'uomo che lo teneva fermo lasciò la presa. Gli altri si fermarono dal colpire e guardarono il loro
amico increduli. Due rivoli di sangue scendevano lungo le guance, provenienti dagli angoli degli
occhi.
''EHI MA CHE CAZZ..'' Gli altri due accanto a quello che sembrava il capo di turno, fecero la stessa
fine. GLi occhi iniziarono a sanguinare a caddero a terra senza vita.
L'unico rimasto in piedi ora si trovava con tre compagni morti vicino a lui e uno straniero dagli occhi
viola davanti a lui.
''...che cosa gli hai fatto... che cosa vuoi...??''
''Sto cercando i Maghi Rossi. Sai dove sono?''
Il ragazzo che ormai stava morendo dalla paura balbettò ''...non... non so molto... nella foresta...
nella foresta c'è un tizio che li cerca... Artemio credo si chiami...''
''Grazie'' Bisbigliò Lohu. E girandosi si incamminò per la foresta.
Il ragazzo rimasto indietro si buttò sui compagni urlando i loro nomi per vedere le loro condizioni, e
si accorse che del sangue uscito dagli occhi non ve ne era traccia. Dopo pochi minuti tutti e tre si
svegliarono senza memoria dei fatti appena accaduti.

...

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