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Per i morti di Reggio Emilia

Fausto Amodei

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Com - pa - gno cit - ta - di - no, fra - tel - lo par - ti -

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te - nia - mo - ci per ma - no in que - sti gior - ni

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Di nuo - vo_a Reg - gio_E - mi - lia, di nuo - vo lá_in Si -

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son mor - ti dei com - pa - gni per col - pa dei Fa -
(ma - no)

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‹ sci - sti. Di nuo - vo co - me_un tem - po so - pra l’I -

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‹ ta - lia_in - te
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- ra ur - la il ven - to_e sof - fia la bu - fe - ra.

Autore sia del testo che della musica è Fausto Amodei (Torino, 1935), architetto, ex parlamentare del PSIUP,
che ha composto dal 1958 ad oggi numerosissime canzoni ispirate alle lotte del movimento operaio, a
problemi di costume ecc., oltre ad occuparsi del recupero del folklore piemontese. Ha fatto parte del gruppo
dei Cantacronache. La canzone è stata scritta dopo i fatti del luglio 1960, all’epoca del governo Tambroni
(eletto con i voti dei fascisti), che impresse una svolta di destra al Paese e riprese il tema dell’anticomunismo
più feroce. Nel luglio 1960 a Genova (città medaglia d’oro della Resistenza e nella quale i tedeschi si arresero
nelle mani dei partigiani) i lavoratori insorsero contro il congresso del MSI dando l’avvio ad un’ondata di
rivolte in tutta Italia. La repressione fu tremenda: cinque morti a Reggio Emilia, uccisi dalla polizia, altri a
Palermo, a Catania. La risposta delle masse popolari determinò la caduta del governo Tambroni e l’inizio
dell’esperimento del centro-sinistra. La canzone, diffusissima in tutta Italia, è ormai considerata parte del
patrimonio musicale popolare.

Canti socialisti e comunisti, p. 173, 129+131


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1. Compagno cittadino 3. Marino Serri è morto


fratello partigiano è morto Afro Tondelli
teniamoci per mano ma gli occhi dei fratelli
in questi giorni tristi si son tenuti asciutti
Di nuovo a Reggio Emilia Compagni sia ben chiaro
di nuovo là in Sicilia che questo sangue amaro
son morti dei compagni versato a Reggio Emilia
per colpa dei fascisti è sangue di noi tutti
Di nuovo come un tempo Sangue del nostro sangue
sopra l’Italia intera nervi dei nostri nervi
urla il vento e soffia come fu quello dei
la bufera fratelli Cervi

2. A diciannove anni 4. Il solo vero amico


è morto Ovidio Franchi che abbiamo al fianco adesso
per quelli che son stanchi è sempre quello stesso
o sono ancora incerti che fu con noi in montagna
Lauro Farioli è morto Ed il nemico attuale
per riparare al torto è sempre ancora eguale
di chi s’è già scordato a quel che combattemmo
di Duccio Galimberti sui nostri monti e in Spagna
Son morti sui vent’anni Uguale è la canzone
per il nostro domani che abbiamo da cantare
son morti come vecchi scarpe rotte eppur
partigiani bisogna andare

5. Compagno Afro Tondelli


compagno Ovidio Franchi
e voi Marino Serri
Reverberi e Farioli
Dovremo tutti quanti
aver d’ora in avanti
voialtri al nostro fianco
per non sentirci soli
Morti di Reggio Emila
uscite dalla fossa
fuori a cantar con noi
bandiera rossa

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