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Supporting the Switch to Teaching International Classes in Tertiary Education

Francesca Costa
(Università degli Studi di Bergamo, Italia)

Amanda Murphy
(Università Cattolica del Sacro Cuore, Italia)

Oggigiorno il mondo tende sempre più ad internazionalizzarsi. Sebbene esistano nazioni e regioni
che dimostrano differenti priorità, hanno comunque degli scopi in comune legati in particolare alla
reputazione, alla visibilità e alla competitività, al guadagno economico a lungo e breve termine e
all'attenzione sull'implementazione delle abilità degli individui. L'importanza
dell'internazionalizzazione è presente anche nel sistema universitario e un esempio sono i
programmi Erasmus.
Il movimento di studenti determina la necessità di offrire dei corsi aperti a persone provenienti da
qualsiasi parte del mondo. Tali corsi devono basarsi sull'integrazione dello studente straniero e
seguire determinate linee guida, come quelle definite da alcune università (the University of
Bedfordshire in UK, the University of Waikato in Nuova Zelanda). In linea di massima i corsi per
studenti internazionali dovrebbero basarsi su:
● sviluppo di curricula internazionalizzati;
● uso di adeguate misure di valutazione;
● avere pazienza e aiutare gli studenti stranieri che a volte hanno bisogno di più tempo per
assimilare i concetti.

In relazione a questa questione, in un'università del nord Italia, in cui si offrono corsi internazionali
in lingua inglese, è stato fatto un sondaggio con lo scopo di capire come vengono affrontati i
programmi per gli studenti stranieri. Il sondaggio è stato somministrato a 150 docenti EMI (English
Medium Instruction), ma completato da 90, attraverso il software Qualtrics. La maggior parte dei
docenti insegnava materie scientifiche ed economiche ad un livello Master. Alcuni di loro
insegnavano una materia sia in italiano che in inglese e la maggior parte ha affermato di impiegare
più tempo nella preparazione di una lezione in inglese che in italiano.
In linea generale, i docenti sembravano soddisfatti di questa esperienza, e questo è stato
dimostrato dalle risposte chiuse presenti nel questionario e analizzate secondo una prospettiva
quantitativa. Quando si è arrivati alle risposte aperte, però, sono emersi alcuni problemi culturali:
tali risposte, valutate secondo una prospettiva qualitativa, mostravano alcune difficoltà nella
gestione dei corsi internazionali, visti come un miscuglio di culture. Gli studenti stranieri e non a
volte avevano difficoltà a capire le spiegazioni in inglese, talvolta per non avere competenze
abbastanza elevate in quella lingua o negli eventi storici trattati o nel linguaggio economico o
scientifico, ecc...
In relazione a ciò, i docenti hanno cercato di adattarsi adottando alcune misure:
● scelta di una bibliografia anglofona;
● supporto di materiali interattivi (PowerPoint);
● valutazione basata su una prova orale e non più scritta;
● uso di un linguaggio più semplice;
● interazione e gruppi di lavoro.

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