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Il profilo dell’insegnante di lingue nell’era del CLIL - Analisi dei dati di

un’esperienza internazionale
L’obiettivo della Commissione Europea è promuovere la diversità linguistica e
l’apprendimento delle lingue, da raggiungere attraverso il rafforzamento delle metodologie
didattiche che integrano contenuto e lingua, cioè il CLIL (Content and Language Integrated
Learning). Esso è un approccio in grado di approccio in grado di trasformare sistemi
educativi di tipo monolinguistico in sistemi di educazione bilingue, e questi ultimi in sistemi
multilinguistici. La Commissione presta molta attenzione alla formazione dei docenti CLIL.
Anche l’Italia sta investendo molto su questa forma di apprendimento, con azioni che
riguardano insegnanti in servizio presso le scuole secondarie di secondo grado, in
particolare gli insegnanti di Disciplina Non Linguistica (DNL).
Nonostante la forte centralità delle lingue nei sistemi formativi nazionali, non si è prestata
troppa attenzione ai docenti di lingua e ai loro insegnamenti: abbiamo infatti assistito ad una
riduzione delle ore destinate alle lezioni di lingua. Si ci è concentrati invece sul CLIL, il quale
all’inizio escludeva gli insegnanti di lingua e delegava questa metodologia solo ai DNL; la
situazione è cambiata di recente, con una rinnovata attenzione ai docenti di LS.
Lo studio si focalizza su un gruppo di docenti che hanno partecipato all’iniziativa di
formazione a distanza internazionale Techno-CLIL. Si tratta di una grande opportunità di
incontro tra insegnanti, formatori, tutor di paesi diversi. Il materiale analizzato è composto
da: materiali condivisi, interazioni, scambio di idee e pratiche nei forum, nei social e durante i
webinar, le risposte ad un questionario somministrato ai partecipanti.
Secondo il decreto del MIUR del 2012, il docente CLIL deve «essere in grado di progettare
percorsi CLIL in sinergia con i docenti di lingua straniera», dunque escludendo i secondi dal
ruolo. È come se non ci fosse stato un confronto tra il Ministero e le esperienze formative
internazionali. In Italia mancano studi volti alla creazione di un profilo dell’insegnante di
lingue coerente con il contesto educativo nazionale e le politiche europee.
La società attuale, pervasa in ogni campo dalla tecnologia, impone una rimediazione della
prassi didattica quotidiana e degli spazi dell’apprendere. La multimedialità ha una funzione
basilare nello sviluppo delle competenze pragmatico-comunicative, poiché permette un
rapporto diretto con la lingua target e agevola il raggiungimento degli obiettivi comunicativi,
veicola esperienze interculturali, favorisce l’apprendimento autonomo, promuove lo sviluppo
di strategie socio-affettive più adatte ad un approccio all’insegnamento/apprendimento di
tipo cooperativo e incentrato sullo studente. È necessario integrare le tecnologie in vecchie e
nuove strategie didattiche, tenendo sempre presente il loro valore pedagogico, come
supporto durante l’attività didattica. Le tecnologie sono legate all'organizzazione personale
del docente alla condivisione delle proprie risorse e informazioni, alla comunicazione cane
scambio di idee. La loro centralità è considerata anche all'interno del documento del 2014
della Commissione Europea che si focalizza sul rapporto tra prassi didattica in chiave CLIL e
le tecnologie dell'informazione analizzate per la loro funzione di supporto, risorsa,
incoraggiamento all’autonomia degli apprendenti, per svolgere compiti e progetti che
mettano in risalto il modo in cui queste possono essere usate indipendentemente, anche
fuori dal contesto classe, come parte integrante dell’apprendimento continuo e alla crescita
professionale del docente. È necessario attuare un processo di riflessione educativa critica e
flessibile all’uso dei linguaggi digitali nella didattica e, contemporaneamente, di fornire agli
insegnanti spunti e strumenti per gestire efficacemente la propria prassi didattica quotidiana.
In questo contesto, l’obiettivo del Techno-CLIL è quello di spostare l’attenzione da una
visione tecnocentrica dell’uso delle tecnologie a una prospettiva pedagogicamente più
rilevante. L’iniziativa Si è ripetuta dal 2014 al 2017 per 3 edizioni e rientra nelle proposte di
formazione del TESOL International. I partecipanti sono docenti, formatori, educatori.
L'edizione presa qui in considerazione è incentrata sull'uso delle tecnologie nella didattica di
LS e del CLIL e di come possano permettere lo sviluppo di competenze nuove. I
partecipanti, per lo più di
provenienza italiana, sono stati circa 6000 e hanno dovuto compilare alcuni questionari
d’ingresso e in uscita, in itinere e dei feedback. Analizzando i dati emerge che: i docenti
interessati al CLIL sono per lo più legati all'ambiente della scuola secondaria (per cui è
obbligatorio) e primaria. Dato che la maggior parte sono docenti di LS e madrelingua, il
livello di competenza linguistica con riferimento al CEFR', è elevato.
I dati verranno analizzate sulla base del fine ultimo dello studio, cioè la necessità' di
ridefinire il valore e il ruolo del docente di LS nel processo di implementazione del CLIL.
Quest'ultimo rappresenta ancora un modo problematico in Italia, a causa di vari ostacoli a i
meno logistico, didattico e a causa del carattere volontaristico di questa metodologia.
Emerge il bisogno di una maggiore valorizzazione delle figure del docente LS e madrelingua
e di un maggior coinvolgimento attivo. Emerge, inoltre, una nota di polemica, poiché sono
state proprio loro ad introdurre sperimentazioni CLIL. Al contrario i docenti DNL esprimono il
bisogno di ricevere supporto da parte dei docenti che possiedono una formazione linguistica
specifica. Dunque, è necessario superare le barriere disciplinari e puntare ad un obiettivo
unico, cioè aiutare gli studenti a superare le sfide del ventunesimo secolo. Il CLIL deve
essere inteso come motore della collaborazione tra docenti, del miglioramento delle
competenze linguistiche e del rinnovamento delle pratiche di dati che, anche con l'uso di
tecnologie.. Nella definizione del nuovo quadro di competenze del docente di LS in ambiente
CLIL, è necessario tenere in considerazione i progetti e le esperienze in ambito europeo, tra
cui il Framework for Language Teacher Training and Development promosso da EAQUALS,
e finalizzato a guidare i docenti nella riflessione sulle proprie competenze metodologico-
didattiche nell'insegnamento delle lingue.
Possiamo trarre le seguenti conclusioni:
● la forte partecipazione ad un'iniziativa di formazione online e impegnativa testimonia
l'esigenza di formazione dei docenti italiani (LS, DNL e madrelingua),
● l'uso di tecnologie per l'apprendimento delle lingue e del CLIL incide sulla
professionalità del docente, che sceglie di integrarle nella propria didattica;
● il CLIL è un tema molto sentito da tutti i docenti;
● è necessaria una nuova profilatura del docente di lingue, anche considerando le
esperienze in ambito internazionale;
● il ruolo della lingua è sempre più importante nella didattica CLIL;
● è necessaria una collaborazione condivisa da tutte le figure professionali impegnate
nella didattica Clil, e il sostegno verso i docenti DNL da parte dei docenti Ls in campo
linguistico.
Si tratta di una situazione fluida e in evoluzione.

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