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INTERROGAZIONE sta scritta ex art 117 del regolamento Generale del Consiglio Regionale.

"In merito al funzionamento del poliambulatorio ex Inam di Cremona" Al signor Presidente del Consiglio Regionale

lTR
I sottoscritti Consiglieri Regionali,

002241
PREMESSO CHE

Il poliambulatorio specialistico ex Inam di Cremona rappresenta da sempre un presidio sanitario fondamentale per la cittadinanza cremonese, grazie alla professionalit del personale che vi opera, alla qualit dei servizi che vengono erogati e alla collocazione nel centro cittadino che favorisce l'accesso a persone anziane, disabili o in gravi condizioni di salute.

CONSIDERATO CHE
il 27 giugno 2011, in una riunione congiunta tra Provincia e Sindaco di Cremona e Direzione dell'Azienda Ospedaliera, stata formalizzata (dopo mesi di voci non confermate) una proposta di ricollocazione dei servizi ora prestati all'ex lnam, presso altre strutture sanitarie e di conversione del poliambulatorio a polo universitario; nel corso degli ultimi anni l'ex Inam gi stato privato di numerose attivit ambulatoriali, tra le quali: allergologia, pneumologia, radiologia, ortopedia, urologia, centro diabetico, chirurgia, ginecologia, causando un grave disservizio alla cittadinanza, costretta a rivolgersi ad altri centri, meno attrezzati e pi difficilmente raggiungi bili; da diversi mesi, alcune forze politiche e organizzazioni sociali, operanti nel territorio cremonese, sono impegnate in una raccolta di firme che ha ottenuto un grande riscontro, per scongiurare ogni ipotesi di chiusura del poliambulatorio; gli stessi promotori della raccolta firme hanno chiesto, a nome degli oltre tremila firmatari, un intervento dell'Assessore regionale alla Sanit.

INTERROGANO IL PRESIDENTE DELLA REGIONE E L'ASSESSORE ALLA SANITA' PER SAPERE:


in quale modo intendano dare risposta alle sollecitazioni della cittadinanza cremonese, firmataria della petizione contro la chiusura del poliambulatorio; se condividano il progetto di chiusura del poliambulatorio e se, e in che modo, intendano intervenire per scongiurare questa ipotesi; se non ritengano di riconvertire la struttura in un presidio assistenziale di primo livello sul modello delle "Case della Salute" gi attive in altre aree del territorio nazionale.

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