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I BRONZI DI RIACE

ANGELA AYROLDI
1ªB
GRAMSCI
INTRODUZIONE
Autori: GRECI (non si sa il nome con certezza)
Età: CLASSICA, V sec. a. C.
Dove si trovano: MUSEO NAZIONALE DELLA MAGNA GRECIA,
REGGIO CALABRIA
Cosa sono: 2 STATUETTE IN BRONZO
Dove sono state ritrovate: NEL MARE IN CALABRIA
Altezza: 1,98 m e 1,97 m
Peso: 160 kg
Anno del ritrovamento: 1972
Luogo del ritrovamento: PRESSO RIACE, IN CALABRIA
Materiale: IN BRONZO (alcune parti in altri materiali)
Tecnica: FUSIONE A CERA PERSA e CHIASMO
CURIOSITÀ
LE STATUE
E’ certo che una nave trasportava i bronzi di Argo, ma non è detto che fossero soltanto due, forse la
nave apparteneva a un convoglio che trasportava un intero gruppo di statue, la cui sorte è ancora
sconosciuta.
Le 2 statue raffigurano due opliti, anzi un oplita (Bronzo A) e un re guerriero (Bronzo B).
Esse vengono chiamate “A” e “B”, e ribattezzate a Reggio come “il giovane” e “il vecchio”, sono alte
rispettivamente 1,98 e 1,97 m, e il loro peso è circa 160 kg.
I due Bronzi di Riace sono stati realizzati per essere guardati insieme, essendo volutamente molto
simili, anche se non identici e sono opere originali della metà del V secolo a.C., con somiglianze tra
loro talmente evidenti da rendere sicura la loro ideazione e realizzazione da parte di uno stesso
Maestro.

IL RITROVAMENTO
I bronzi furono ritrovati il 16 Agosto del 1972 da un giovane sub, Stefano Mariottini presso la località
Porto Forticchio di Riace Marina, apparentemente senza nessun altro reperto nei dintorni. La vicenda
del ritrovamento ha risvolti ancora non completamente chiariti.
La località del ritrovamento è posta presso un porto mai studiato scientificamente, ma che sembra
essere attivo già dall’epoca greca.
Come hanno fatto i due bronzi ad arrivare nel mare della Calabria resta tuttora un enigma. All’inizio si
ipotizzò che i due bronzi fossero stati gettati in mare dall’equipaggio di una nave in difficoltà per il
mare grosso, ma durante gli approfondimenti successivi si ritrovò un pezzo di chiglia appartenuta a
una nave romana di età imperiale.
Il loro recupero fu eseguito con una leggerezza imbarazzante e con mezzi non appropriati, al punto
che venne “dimenticato” sulla spiaggia un grosso pezzo di ceramica tardo antico, posto tra
l’avambraccio destro e il torace del Bronzo A per impedire che il braccio stesso potesse
danneggiarsi durante il trasporto.
IL PROCESSO DOPO IL RITROVAMENTO
Dopo il recupero, le statue vennero avviate a un primo
restauro, che fu realizzato a tra il 1975 e il 1980 a Firenze,
con gli obiettivi di pulizia e conservazione delle superfici
esterne.
Al momento del ritrovamento, le statue erano piene di
terra, la cosiddetta terra di fusione, che, impregnata da
secoli di salsedine, stava mangiandosi le statue
dall’interno. La terra è stata estratta passando dai fori nei
piedi grazie a ablatori dentistici ad ultrasuoni, pinze
flessibili, spazzole rotanti, tutti controllati da
microtelecamere che inviavano su un monitor immagini
dell’interno delle statue, ingrandite da tre a sei volte.

LA SCOPERTA DEL LUOGO DI ORIGINE


Le due statue sono state certamente eseguite ad Argo, nel
Peloponneso, come ha dimostrato l’esame delle terre di
fusione eseguito dall’Istituto Centrale del Restauro di
Roma.
Trattandosi di un gruppo di statue poste ad Argo, si
ipotizza che i Bronzi abbiano a che fare con il mito dei
Sette contro Tebe, narrato da molti poeti e tragediografi
antichi, tra cui Eschilo.

TECNICHE e STILI
Le tecniche utilizzate sono la tecnica della Fusione a cera
persa e il chiasmo. Il chiasmo deriva dalla lettera greca
“chi”, corrispondente alla nostra X, indica una
corrispondenza incrociata tra gli arti: alla gamba portante
destra corrisponde il braccio portante sinistro, alla gamba
libera sinistra corrisponde il braccio libero destro.
Il loro stile esclude la fattura attica, ma rimanda a stili
dorici, propri del Peloponneso e dell’Occidente greco.
I SETTE CONTRO TEBE

Nell’antica città del Peloponneso si veneravano Polinice, cacciato


ingiustamente da Tebe dal fratello Eteocle, e i suoi sei compagni. Nel
racconto di Eschilo, dopo che Polinice ha messo insieme ad Argo un
gruppo di guerrieri valorosi, i due fratelli si affrontano in uno scontro di sette
contro sette, e si danno reciprocamente la morte.
I due bronzi potrebbero allora rappresentare Eteocle e Polinice, sul punto di
fronteggiarsi, oppure essere parte di un gruppo più ampio che narrava in
origine la vicenda dei sette a Tebe.
CARATTERISTICHE
I Bronzi di Riace sono 2, tutti e due sono fatti in bronzo ma
con parti in altri materiali come gli occhi fatti in avorio e
pasta vitrea, le ciglia e i denti in argento e i capezzoli e le
labbra in rame rosso.

BRONZO “A”
La statua A è una scultura a tutto tondo. Rappresenta un
uomo giovane e forte, completamente nudo. La
distribuzione del peso e la posizione degli arti sono
organizzati secondo il criterio del pondus, cioè che pur non
esprimendo intenzione di movimento ha una posa naturale,
non rigida. Il peso è sostenuto dalla gamba destra. Il corpo
compie una lieve curva che si ripercuote sulla posizione
delle spalle, in cui si nota un lieve abbassamento della
spalla destra rispetto alla sinistra e la testa è lievemente
piegata verso il lato destro.
I capelli sono lunghi e ricci e la barba è lunga, folta e
anch’essa riccioluta. L’espressione è quella di un guerriero
che si sta preparando alla battaglia.
Le indagini effettuate nel corso dell’ultimo restauro hanno
messo in evidenza sulla testa dei solchi che indicano in
origine la presenza di un elmo non ancora abbassato a
coprire il volto.
Altri segni lungo il braccio destro e la posizione allargata
dell’indice e del medio della relativa mano, lasciano invece
supporre che lungo il fianco fosse appoggiata una lancia.
Invece non c’è nessun dubbio riguardante la presenza
dello scudo sul braccio sinistro.
BRONZO “B”
La struttura e la posizione del corpo della statua B
ricalcano in tutto quelle della statua A. Una lieve
differenza si nota nel polso destro.
La testa, invece, è molto diversa. La sua
particolarità è che ha una testa con una forma
molto allungata che lascia supporre che anche lui
aveva un elmo perché sarebbe stato molto più
semplice scolpirlo.
Il cranio è liscio e non modellato, come se lo
scultore avesse tralasciato la descrizione dei
capelli perché sono coperti da un copricapo.
I materiali utilizzati per i vari elementi del viso sono
gli stessi della statua A, ma per questa statua la
bocca è chiusa e non si vedono i denti.
La barba è estremamente curata, folta ma meno
riccia rispetto all’altra statua.
All’interno della mano destra, una sorta di anello di
stagno lascia presumere che anche questo
personaggio portasse una lancia. Sempre evidente
sull’avambraccio sinistro il sostegno dello scudo.
Inoltre come l’altra statua porta una sorta di cuffia
di cuoio, perché se guardiamo l’orecchio c’è un
foro di un chiodo.
In epoca romana, il Bronzo B fu danneggiato: si
determinò la rottura del braccio destro, del quale,
fatto unico a nostra conoscenza, fu eseguita una
seconda fusione dopo averne fatto un accurato
calco.
Le statue sono realizzate con la
sessa tecnica, hanno dimensioni
uguali, sono in tutto simili nella
postura e ci sono dei segni come
l’elmo, la lancia o lo scudo che
hanno tutte e due le statue.
In queste immagini ce ne una che
mostra come dovevano essere.
FINE

Sitografie:
https://www.focusjunior.it/scuola/storia/cosa-sono-bronzi-di-riace/
https://www.studenti.it/bronzi-di-riace-descrizione.html
https://www.bronziriace.it/

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