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Sociologia

Dispensa di economia politica .


~ . .
"' - '" ,.
Capitolo I
LA TEORlA ECONOMICA
1. L'economia politics
La na.scita dell'economia politica viene fatta risaJire al 1776, quando A. Smith pubblic6 la
"Ricchez.za delle nazioni". Solo a partire da quel momento l' economia viene considerata una
disdplina autonoma. Essa si occupa della societa e del comportarnento degli uomim nella
societa.
Un concetto chi ave dell'economia e 1a scarsita. Se una cosa e scarsa. cioe disponibile in _
_
quantiti limitata allofa e
---.-_.-. .... ..- .... -.-
ha senso appropriarsene e chi non to possiede edisposto a un prezzo
. _ha
Per produzione s'imende fa combina:ione di maleriali e for:e aUliata per produrre alfTi beni
eCOflomici Le stesse risorse nel1a p:oduzione 50no scarse, percio i soggetli
. , /
economici devo!lo ripanirle tra ivan' impiegru,. altemativi in maniera tale da evitare sprecru e
massimizz.are gli esiti desider<w: Se questa modo, si dice che sonG radonali.
,J \,. I
2. La mana invisibile
L'economia., come scienza sociale, studia Ie interazioni tra i soggeni in particotare
si concentra sullo scambio di merci e sui meccanismi istituzionali che regolano il mercato.
L'economia smithiana si basa su due ipotesi:
a) i soggetti sana spinti, neUe lora azioni, da motivaz:ioni egoistiche;
b) it mercato elibero.
In tale contesto gli irrdividui, persegwmdo ; propr; illleresst, SOIlO gllidati da ulIa "mano
iIIYisibfle che Ii porta a reafi::are i/Jvofofltariameme l'interesse dl tufta fa sodelQ.
11 mercato echiamato a svolgere due compiti:
1) coordinare le scelte individuali che scaruriscono dalle preferenze dei so,ggeni e che Sl
manifestano in completa libena. d'azJone;
!
,
t
2) condurre il sistema economico a risultari ottimali sia per i singoli indivldui che per ['intera
societa.
Possiamo suddividere gli economisti in due gruppi:
t) Colore che appoggiano la tesi smithiana e pensano che II mercato sia un meccanismo
autosufficieme in grado, da soio, di garantire l'aJlocazione animate delle risorse;
2) coloro che non credono neU'efficacia della "mane invisibile".
Questi gruppi, a sostegno della loro critica, portano (' esempio del mercato del lavoro iI quale,
non essendo in grado di risolvere il problema della disoccupazione, rappresenta un caso di
fallimento della "mane invisibile".
A questa secondo illustre economista degli a.nni '30 il CUl
pensiero segna un momento importante per l' economia. E$li introduce, infatti, la
macrQecoDomia che studia i grandi la. disoccupazione, I'inflazione, il
prodotto nazionale 1ordo. Fino ad allora, l'oggetto di studio della disciptina economica si
limitava all'analisi del comportarnento dei singoli consurnatori e delle singole Imprese
(microecoDomia).
2
Capitolo II
GLI STRUMENTI
1. Le fu nzioni
La funzione e una regola matemaUca che descrive una relazione tra alcuni dementi del
madella; essa assume la forma di:
y = f(x)
e si legge: y eju,r;ione di r, a y dipende da x.
Per quanta detta definiamo:
y variabile dipendente
x variabile indipendente.
1.1. Rappresentazione grafica delle funzioni
La funzione matematica viene rappresentata con il grafico il quale e costruito facendo
riferimento ad un sistema di assi cartesiani. Sull'asse orizzontale (asse delle ascisse) sona
riportati i valori della x e SU queUe verticaIe (asse delle ordinate) i valori della y; I'intersezione
delle perpendicolari innalzate dai due assi in comspondenza di particolari valori individuano i
punti del grafico.
Esempio". si '-Uole costruire 11 grafico deUa funzione",
y =4 - 2x
Si procede attribuendo aleuN valori ad x e calcolando i valori corrispondenti deUa y_
Con x=O, y=4-0=4
-+
punta A
()II\Z-
Con x=l. y=4-2=2
-+
punto B
Con x=2, r-4-4=O
-+
punta C
QA I G'\lIIX. e.uvIt
1\ )
,
A
cP: e"
"
J

8
2
..
,
+-
Figura I
C
]
,
x
If

..

II grafico ricavalO da questa esempio euna rena inclioata negativa.mente, in cui man mana che
,
la variabile x: assume valori sernpre piu grandi, la vanabile y assume vaJori sempre piu piccoli.
Questa funz.ione eura funzione lineare del tipo:
t
~ - ~ - ( j - b I J
Ii
dove:
a = intercetta (vaJore corrispondente al punta in cui la funzione interseca !'asse: della y)
11
b = coefficiente angolare (inclinazione 0 pendenza della funzione).
II coefficiente angolare pub essere (come del resta il pararnetro a) positivo, negativo 0 nullo.
Se epositivo la rena ecrescente (si dice che tra x e yc'e una relazione direna), e la funzione
Ii
- ----.
sara del tipo:
I)
aGb' y =
Esempio: si \lUcie costruire il grafico della funzione:
II
y ~ I + 2<
Si procede attribuendo alcuni valori ad x e ca!colando i valori corrispondenti della y.
'I
III
Iii
)=[+2:0:
III
I
,
,.
,
,
I
,
Se enegativo Ja retta edecrescente, come ne\ caso rappresentato nell' eSotrnpio (si dice che tra
I
x e y c'e una relazione fnversa)
Se. invece, b = 0 1a funzione sari del tipe:
I
y-a
ed il grafico risu!tante e una re:ta orizzontale: quale che sia iI valore assume dalla x... Ia yha
I
sempre 10 steSSD vaJore; in questo caso y eindipendente da x.
I
I
..
..
2. ncalcolo del sngolare
III
Se si dispone del granco dt una retta e non se ne conoscono i paramerri, e si vuole calcolare il
parametro b (il coefficiente angolare), Sl pUG usare il seguente metodo, deno "metodo del
III
triangolo".

,
B
Y2

A
Yl ............. ..
H

Figun 3.
Xl

Si scelgono due valari di X a piacere (per esempio Xl e Xl); si a\Ta. dX Xl Xl.

I due conispondeoti valan di Y 5_0no rispettivamente Y1e Yl (can d Y =Y2 - YI).
Guardando it grafico, 51 vedc che euguale alIa !unghezza del AH, mentre !J. Y e

uguale alia lunghezza del segmento BH; pertanto il coefficieme aIlgolare b euguale al rappono
tra il cateto vertica1e e il cateto orlzzontaJe del tria:1golo rettangoIo ABH (BHIAH) ed etanto
-\
piu vertica1e quanta maggiore e I'angolo BAH.
Se la funrione non eIineare, rna euna curva, la sua inclinazione varia in ogtU suo punta (al
-I
contrario delle rette che hanno sempre la sressa indinazione, pari appunto a1 valore del
parametro b). -i
,
Oceorre, definire !'inclina:ione della curva in un punto. Essa Vlene misurata
dall'incJinazione della retta tangente alia curva in quel punta.

Per esempio, se si vuale calco\a.re \'inclinazione della f(x) della fig. 4, nel punta A., S1 traccia
prima di tutto Ia retta t, che ela retta tangente aHa f(x:) nel punto in questione, e poi si cal cola il
.'
coefficiente angolare di questa retta can iI "metodo del tnangolo",
n coefficiente angolare de\la rena ta:1gente alla curva nel punta considerato mlsura qual e 11

valore di d Y quando AX "" I, OSsta mlsura di quanto aumenta la Y a fronte di un aumento


unitano della x.. ossia misura il rap porto incrementale

Naturalmente, Slccome l'inc1inaziane della curva cambia in agni suo punta, il rappono
incrementale assume valeri diversi in ogni punta detJa curva. In panico[are, se Ja curva e
crescente it rapporto incrementale e positivo (e ..,icevers.a se i! rapporto incrementale e
negativo); pili la curva e"ripida", maggiore eil valore assoluto (numero pure sen.z.a segna) del
rapparta increment ale; infine, se la curva ha un punta di massima 0 di minima, il rappana
incrementale enullo (I'inclinazione eorizzontaJe).
Y2
A
Yl
fl.')
Xl Xl
Figura ~ .
6

-------------
Capitolo III
IL MERCATO
I. La domanda
di domanda rappre.senta 10 r.eJa::ione frO it di mercato tii un
qucmtitiJ domcmdato di quello stesso bene, a pariia di tutlo it res/a.

bene e La

in comsponden.z.a di clascun preno di mercato, i consumal:on saranno disposti ad acquistare


una certa quantira di bene come indicato in questa tabella:

Le combinazioni tra prezzo e quantiti domandata $OnD rappresentate dalla cun-'a di domanda:

?rezzo 5
4
3

2
,
OL-- _

o 9 10 12 15

Figura 1.
E' imponante notare che esiste una relazione inversa ira quantit.i e prezzo, con Q che decresce
al crescere di P
Cio accade per due motivi. II primo e I'erretto 50srituzlone: quando il preuo di un bene
awnenta, esso verra sostitutto con altn be:1i analoghi (se 11 prezzo del burro aumenta,

PreZIO Quantita domandata


5 9
4 10
,
12
,
2 15
I
20
7
..J
I
1

acquistiamo pill margarina) II secondo motivo eJ'elTetto reddito per il Quale se il preuo di un
I
I
bene aumenta, scopriamo di essere diventati un po' piu poven di prima., quindi. ridl,lciamo il
consumo di quel bene e di altri beni
Fino ad ora abbiamo parlato di spostammh sullo eu,-..,a di doma.nda che avvengono grazie a
variazioni di prezzo e mantenendo invariati tutti gli altri elementi che influenzano la domanda.
I

,

Essi seno da distinguere dagli sposlamenri della curva che avvengono a causa di mutamenti
delle determinanti diverse da! prezzo che sana:
I. reddito media: a.l crescere del reddito degli individui, questi tendono ad acquistare una
maggiore quantitcl di quasi luni i beni;
2. entita della popolazione: a1 crescere della popolazione aumenra la demanda dei beni;

J. prezzi dei beni collegati: fa domanda del bene ad essere bassa se ebasso il prezzo.
dei beni soslitutivi (0 succedanei); se il prezzo del bene complementare diminuisce, la

domanda del bene aumenta.
4. preferenze dei consumatori: se un bene non nentra piu neUe preferenze del con5umatori la

sua domanda cade;
II
5. circostallze speeiali.
Una variazione delle determinanti diverse dal prezzo compona uno spostamemo deJia cun;a
II
della domanda.
It
I
Prezzo
It
,
I
,
p
I:
1
I
1.
D"
I
D
I
\
\
,
,
,
,
.......
,
/
,
--
1
o 0" QuanLita
I
I
E' importame notare che gli spostamenti della curva comport ana vanaz.tone della quantita
doma."Idala a pard. di prezzo
Se la curva della domanda si sposta verso destra (fig. 3.3.) I" quantila domandala aumenta.,
meotre se la curva si spasta verso sinistra 1a quantita domandata diminuisce.
2. l,1 orrerta
La eurva di offerta rappresema fa refa=ione Ira it pre==o di mercalO di un bene e fa quantita
--'-
ofjena di quello sJesso bene, a pari/a di lullo il reslo.
In corrispondenza di dascun ?reuo di mercato, i produtton. saranno disposti ad offrire una
certa quantita di bene come indicato in questa tabella:
Prezzo Quantita ofTtrta
-
18 5
4
. 16
] \2
2 i
1
0
Le combinazioni tra preuo e quanti:a offcrta sono rappresentate dalla curva di offerta:
j
..
..

..
..
..
..
..
Ii
Ii
..
III
Prez:zo 5
III
3
4
2
III
III o ' - ~ - - - - - - - - - - - - -
o 7 12 16 18

rigor-a 3.

,
9
-
----
I
I
,
E' imponante not are che esiste una relazione diretta tra quantita e preZZQ, con Q che cresce aJ
l
crescere di P.
(Ib accade a causa dei costi di produ:iollr! : quaJi c ~ e s c o n o aJ crescere della quamlla. prooona
1
a causa della legge dei rendimt'JIli dl!crescemi. ;:>er cui 12. SDcieta riesce a con...incere i
produnori: a vend ere una maggiore quantita di bene solo pagandolo un prezzo maggiore; di
conseguenza la curva di' offerta ha una pendenza positiva.
,
~
Fino ad ora abbiamo parlato di spostamenli sulla curva d'i offer12 che awengono grazie a
vuiaziorU di prevo e mantenendo invanali tutti gli attn elementi che influenzano l' offerta.
Essi sono da dislinguere dagli sposwmemj della C/lrva che a...\.. engono a causa di nutamenti
,
delle detenninanti diverse daJ preuo che 5000:
L tecnologia: la fabbricazione cornputenuata abbassa costi di produz.ione e accresce
,
l'offcna;
2. prezzi dei fatton di produzione
l
: I'abbassamento cei salari 0 dei prezzr delle marene
prime abbas sa i c o s ~ i e accresce I' offer1a;
~
3. prez:z.i dei beni collegati: se il prezzo di un bene sostillflivo (0 succedanea) ottenuto da un
\
. _.
processo produTtivo aumenta, l'offeru di un a!tro succedaneo diminuisce;
4. organizz.uione de) mercato: rabo:izione delle restririoni contro Ie importazioni dj un bene
ne accrescerebbe r offerta:
~
5. circostanze speciali.
Una varia.ione delle determinanti diverse dal preu.o compona uno spostammlO della eurva
11
dell'ofl"erta.
Ii
o
O
,
,
I
-,
,
,
1
p
/
,
\.
,
/
,
,
1
\.
"
I
Q Q. Quanti..
Figura -4.
I
II/QOori della {)rodJJ:iol1e che I'impres.a domanda per la produz.iol1e SOIlO: illavoro. la te:m e:d i1 capita.le.
I
10
E' import ante notare che gli spost.amenti.. della cur-Ja comportano vanazioni dena quanma
offena a parita di prezzo.
Se la curva dell'offerta si sposta verso des!ra (fig. 4) la quantita offerta aumenta, mentre se [a
curva si sposta verso sinistra 101 quantiti offerta dim.inuisce.
3. L'eguilibrio di mercato
Quando in un mercato la quantita di beni domandata dai compraton corrisponde alla quantita
' -- - ., --. -- . .- .
di beni si..reaJi.zza !'cquilibrio di mercatl?_. si realizza ad un prezzo aJ
quale i compratori so no d.isposti ad acquistare esattamente la quantita di beni che i vendi tori
.501'\0 disposti a vendere. Net PUIlIO di equilibrio il pre:::.o e la qucmtita ter/dO/IO a rimanere
it/variati jincne non si modifica qualche vQriabile.
Un equilibrio di mercato e rappresentaro nel graf.co sottostatlte in cui la curva di offerta si
combina con la curva di domanda.
D o
Prez:zo Eceedenz.a
p. . .
Plena di
cquilibrio
Care!w;
QuanliLi
Q'
Quaotiti di
equilibrio
I
n preuo e \a quantita di equilibrio si stabi.liscono a que! livello in cui la quantita domandata e I
uguale al1a quantita offerta, In un mercato concorrenzjale questo equilibria si trova nel punta
di intersezione della curva di domanda e della curva di offerta, I
I
I

II
I
I
Soltanto i:l comspondenza del preuo di equIlibria g\i acquirenti e i vendilori sa.:-anno
I
scddlsfatti deUe proprie decisioni, soltanto all'equilibno il preu:o non tendera ad aumentare ne

a diminuire.
Ad un prezzo trappe alto V1 e un'eccedenU1 di beni rispeno alia domanda; il desiderio dei
produtlon di vend ere una quantita maggiore nspetto a queUa che gli acqu:renti desiderano
11
comprare esercita una spinta a1 ri.basso del prezzo finche esso non raggjungera. quel live/lo dt
equilibria in cui Ie c u ~ e di domanda e di offerta si intersecatlo.
Ad un prezzo trappo basso vi e una carereD di bern nsperto all'offena; il desiderio dei
_.. - _. . -- "- - - .
compraIOri di accaparrarsi i beni esistenti suI mercato eserctta una spinta al rialZQ del prezzo
finche, anche in questa easo. esso non raggiunged. quel livello di equilibria in cui Ie curve di

1\
dornanda e di offena 5i inter5ecano.
~
3.1. Effetto sul1'equiJibrio della sp(lst.ament<l della CUrv2 di offerta e di domanda

11
Se la cueva di off'erta si spos!a verso destra (fig. 6) si produce un eccesso di bern in
comspondenza de! preuo inizia.le; il preuo subid una spinta verso il basso finche la quantita
acquistata e \a qllantita venduta non diventeranno uguali in comspondenza del nuovo equilibria
"
E'
II
D o
1\
0'
,
,
,
E
,
,
,
,
I ~
p
E' /'
,
,
I
P'
,.
; ,,:
. ,
~
I:
Q Q'
I
Figura 6.
I
Se la CUNa di offerta si sposta verso sini5ua (fig. 7} si pracuce una caren.za. di bern in
I
corrispondenza del prezzo iniziale; il prezzo subira una spima Verso I'alto finche [a quantiti
I
12

acquistata e la quantiti venduta non diventeranno uguali in comspondenza del nuavo equilibria
E',
Uno spostamento del1a curva di domanda verso desua (fig. 8) determina un eCCesso di
domanda: vi sari una spinta a1 rialzo del prezzo e un aumento della quantiti fino a raggiungere
irnuovo equilibria E'.
o
Quantita
o
0'
,
,
,
,
,
,
,
,
E'
D
Q' Q
, :
, '
, '
,
......, ..... ~ ....
,
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, ,
,
,
,
,
,
,
,
,
,
P
P'
P
P'
Prezzo
Prezzo
Figura 7.
Q Q' Quantita
Figura 8.
Uno spostamenta della curva di domanda verso sinistra (fig. 9) determina una carenza di
domanda: vi sara una spinta a1 ribasso del prezza e una diminuzione della quantiti fino a

raggiungere 11 nuovo equilibria E'.

"
13 ,;JI
II
I

I

Prel.ZO
P
II

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It'
,
~ Figura 9.
o
0" o
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,
,
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\E'
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,
:
"
,
,
,
,
Q' Q QuanLilii
4. Elasticita della domanda rispetto 31 prezz.o
L'elasticita della domanda rispelto 01 pre:::.o misura il gratia di sensibilira della quanti/a
domandDta aile varia=ioni del pre::o del bene slesso.
Abbiamo visto che il rapporlo incrementale di una funzione ci dice di quanto varia la Y a1
variare della X a panire da un detenninato punto; esso puc, quindi, essere utilizzato per it
calcolo dell'e1a.sticita., in quanta essa rappresenta quanta varia il prezzo aJ variare della quantiti
(0 viceversa). Ma, essendo una variazione assoluta., it rapporto incrementale dipende dalle unit!
di misura adonate, per cui I'elasticiti non puo essere rappresentata come: AQ {M. rna come il
rapperto tra 1a variazione percentuale della quantita domandata e la variazione percentuale del
prezzQ.
6P
E=
----I
Q P
l'

Usando Ie variazioni percentuaJi, anziche Ie variazioni assolute, Ia misura dell'elasticita e un


numero puro; cia significa che Ie unit.a di misura della quantita non influenzano l'elasticita.

Le e1asticita della domanda dei beni sono differenti tra loro la domanda dei beni necessari
--_.. --

come i generi a1imentari reagisce in misura modesta alle variazioni di prezzo, mentre la
domanda dei bern di lusso emalta sensibile alle variwoni di prezzo.

Se una varia:iOlle dell'l% del prezzo provoca una varia:ione di piiJ dell '1% della quanti/a
domandata, si tralla di una domanda elastica rispetlo al pre::o. E' il case dei beru di lusso

la cui domanda varia in misura piG che proporzionale rispetto alia variazione di prezzo.
Se wla ....ariazione dell'}% del pre::o una infuiore all'l% della

qllantitG. domandara, 51 tratta di wla domanda anelastica rispetlo al pre;;o. E' il caso dei
beni di prima necessita la cui domanda varia in misura meno che proporzionaJe rispetto a
vanazioni di prezzo.
Se una variadone dell'l% del prez;o provoca una pari all'}% della quantita.
domandara, 5f tratta di una domanda ad elasticita unitaria rispetto aT prezzo.
La rappresentazione grafica de!l'elasticita rispetto a1 prezzo eb. seguente:
a) domanda elastica
?Teuo
1000 .

500 , .


J Quanlir..a
Figun 10.

Il prezzo si edimezzato ed ha prodotto it tripticarsi della quantid domandata.
I
I
15
-
I
b) domanda ad elasticita unitaria
I
I
I
I
Ii
~
~
Pn::uo
1000
j
500 .............
11
I ,
I,
II
,
III
,
:_(
,
_t
; .
I ~


2 Quantita
Figun 1L
Il raddoP?iare della quantita domandata compensa esanamente il dimezzarsi del prezzo.
c) domsnda anelastic2
h,Wl
1000
500 . . . . . l . . .
Quantita
1.5
Figura 12.
~
~

II dimezzarsi del prezzo proyoca solo un aumento del 50% della quantiti domandata

'6
4. t Casi estremi di elasticita. della doma.l1da. .
Domanda
perferumente
Pn:uo
rigida
Domanda
perfenamente
c:lastica
Figura 13.
Una domal14qfg_llon reagiSJ;EJl-.JWicdolli .di
pre=zo; la curva di domaruJa sma u1!a relIp verticale,
-_.. __ ----
Una domanda eperjettamellre (0 irJjinilamente) elastica se IIna piccola variazione di pr.e:::o
prov;;a fJrla varia::io!le inJinilamente grande delia qucl1Jita domandara; la curva di domanda
sara una retta ori==oll!ale.
5. Elasticita delb d2manda rispetto 31 reddito
L 'elasficitit della misura il grado di seruibilila della quantila
domandata aile varia:ioni del reddilo dd consumatore.
La formula che rappresenta questo tipo di elasticiti somigJia a quella dell'elasticiti rispeno al
prezzo:
IIR
;---
Q R
17
In questa caso, pero, accorre fare un'ulleriore distinzione.
Quando il consume di un bene aumenla alraumentare del reddito, si lratta di ur, bene flOnna/e.
In proposito esistono tre possibiliti:
Se una varia=ione dell'J% d,d reddiJo provoca ulla "'oriazione di piu dell'J% della
quantita domandata, si tratra di una domando elastica rispello 01 reddito. E' i1 caso dei
bern di lusso la cui domanda varia in misura pili che proporzionale rispeno alia variazione di
red.dito.
I
I
Se una variadone dell '1% del reddito pro\'oca UJJa voria=ione inferiore all'1% della
quantila domandaro, si tralla di una domando. an elastica rispetta 01 reddilo. E' il case dei
I
beru di prima necessiti la cui domanda varia in misura mena che proporzionale rispeno a
variazioni di reddito.
I
Se 11l1a variazione del1 '1% del pre::o provoca /Ina varia:ione pari a1/'1% della quantila
domandatQ, sf tralta di ulIa domanda ad elasticito unitaria rispeno al reddito.
I
Quando, invece, il consumo di un bene diminuisce all'aumentare del reddito, si tratta di un
bene inferiore. Per giustificare quest'anomalia, facciamo I'esempio della came e del fagioli. A
r
bassi livelli di reddito. il consumatore e costretto a consumare i fagioli che sono piu a buon
mercato rispeno alia carne; quando il reddito aumenta puc accadere che it soggeno, non solo
aumenti il consumo di carne, in quanto piu preferibile rispeno a..i fagioli. rna ridistribuisca il
I
maggior potere d'acquisto in modo da ridurre il consumo di fagioli e aumentare ulteriormente
il consumo di carne. Dall'esempio risulta che la definizione di bene inferiore dipende cial
I
reddilo. I fagioli non sonO per definizione un bene inferiore; 10 diventano quando il reddito
supera una certa sogJia. Se il reddito continua ad aumentare, anche la carne potrebbe rivelarsi
un bene inferiore: il consumatore potrebbe preferirle il pesce.
6. Elasticita incrociata
Questo conceno di elasticita rappresema [a variazione della domanda del bene A rispeno alIa
varia..zione del prezzo di un altro bene B il quale puc essere complementare 0 succedaneo.
Se il bene B ecomplementare ~ E < 0
Se it bene B esuccedaneo => E> 0
18
Capitolo IV
IL COMPORTAMENTO DEL CO:\SUMATORE
L Utilita 10[...1(: e utilita marginale
Per utiHti si intende illi1,le/lo di soddisfa:ione che Ulla persona provo CQrlsumando un bene 0
un servi=io.
E' irnportante not are che all'aumentare del numero di unita di bene consumate, U livello di
utilita che ogni unita di bene apporta decresce.
Es: se he sete, illivel10 di soddisfazione che il primo bicchiere d'acqua mi permene di ottenere
emollo alta; it secondo bicchiere d'acqua aumenta il mio livello di soddisfazione complessivQ,
rna l'utilita addizionale che apporta einferiore rispetto al bicchiere d'acqua precedente.
A questa punta potremo introdurre il concenO di utili[.3 che rappresenta
I 'incremento di utilitQ che !'ullima umtO di bene conn/mara P"!!7TJ..etl.eA.!...QtNnere,
- .- . --_..-.' .. _. __...... -..,.'.-.-------- - . .. ,
Dall'esempio precedente si puo ricavare che I'u/ili/a marginate e decrescente, Hl quanta
I'utilita che I'uhimo bicchiere d'acqua consente di ottenere einferiore rispetta a quetla ottenuta
dal biccruere precedente.
Gli econamisti hanna tratto da do la "legge dell'utilita decrescente" la Quale dice
----," ,-- -.. _..-. --- .
che all'aumentare de!la quantita consumata del bene, I'utilita di que! bene tende a diminuire.
Cio puo essere rappresentato grafica'.:!!ente:
19
I
I
10 u
I
-'
9
l

7
I

,
~
u
o 2 J 4 Q
~
~
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I
o 2 J
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Figura 1. Q
II
I,
Nel grafil::O supenore della fig. 1, 1a somma dei rettangoli di ('utilita a Cla.scun 1.iveUo di
consumo; come 5i puo notate. l'utilita ecrescente rna in misura meno che proponionale.
Nel granco inferiore della fig. 1, sono rappresentate Ie utiliti marginali: ciascun rettangolo con
II
i berdi ingross.ati di utiliti marginate ha 1a stessa area del renangolo corrispondente di utiliti
lotale net primo grafico; come SI puc, notare, )'utiliti marginate edecrescente.
I
I ~
,
La "Iegge dell 'uti/ita marginale decrescente" impliea che fa curva di utilitiz {otale deve
essere concava verso if basso e che fa curva di utili/a margillale debba avere penden.:a
negativa.
I
I
2. La condizione d'eguiHbrio del consumatore
Un consumatore tende a massimiuare la propria utiliti. ossia la quantita di soddisfazione
I
prodotta dalJ' acquisto dei beni.
La condizione fondamentale de\l'utilita massima ela seguente:
I
I

20

..
un COllsumarore che ha un reddllo fisso e poSIO di jrOllle a dali pre::i di macaw dei beni
masslmi:;era la propria uli!lrQ quando I 'uri!itG del! 'Il/rima lira spesa per CiasClJfl bene e
esauamenre uguale all'utilira deII'ulrima lira spesa per qualsiasi altro bme.
I\ consumatore, quindi, tended ad eguagliare I 'UrililQ marginale per fira (utilita margina1e
del reddito) per tuni i beni; essa rappresenta I'uli/iro addi:ionale che il consumalore
oltefTebbe se potesse godere di una /ira addi:ionale di conS7Imo,
Cio vale, perche se un qualunque bene desse maggiore utilid. marginale per (ira,
aumenteremmo la nostra utilita spendendo pili per que! bene e meno per gli altri, finche la
"legge dell'utilita marginale decrescente" non abbia reso la sua utiliti marginale per lira uguale
a queHa degli altri beni
Questa condizione fondamentale di equilibrio del consumatore si puo esprimere mediante Ie
utilita marginali U1v1 e Lpre:zzi P dei differemi beni nel segueme modo:
UMbend UMbene2 UmbeneJ
---= ~ = ... = UM per lira di rttldilQ
PI P, P3
2.1 Le curve di indifferenza
L'equilibrio del consumatore puo essere rappresentaro anche geometricarnente facendo usc
delle curve di indifferenZ3.
Supponiamo di acquistare due differenti tipi di beni a un dato insieme di prezzi. Posto di ronte
a pili combinazioni di beni, i1 consumatore potra indicare Quale di queste preferisce 0 se gli
5Ono indifferenti, ossia, se Ie giudica ugualmente soddisfacenti
Se rappresenriarno su un granco tune Ie combinazioni di due beni (es. Qa e Qb), la Cllrva di
indifferen:a rappresenla if I/logo di putJfi che individuano tUffl:! II:! combina:ioni di belli che
danno 10 Sfesso 1l\,'eIIo di /itilita al conS7/ma/ore, cosi che egli non puo che dichiararsi
INDIFFERENTE rispello a quale combina:ione ricevere.
"
Qb
A
a
c
D
Q,
Figur2 1.
Le curve di indifferenza presentano 3 caratteristiche:
1. hanna unapenden:a negaliva, in quanta esiste una relazione in.....ersa tra i due beni: affinche
I
--------','.--- '.'-.'.,-,.
il consumatore conservi 10 stesso livello di utiliti, per ottenere una ulteriore quantita di Qa
I
deve rinunciare ad una certa quantiti di Qb;
2. sonG convesse rispetro al/.'Ol:igine: la lora pendenza diminuisce spostandosi da sinistra
I
verso destra della c u r v a ~ cia significa che per ottenere un'unita aggiun.1iva di Qa occorre
rinunciare ad una sempre minore quantiti di Qb;
I
3. curve di indifferenza piG. lontane rispetto all'origine rappresentano per il consumatore
maggiori quantiti di beni a sua disposizione e, quindi, livelli di utiliti pili elevati.
I
I
,
Qb
A
U.
UJ
a
U,
c
D
U,
Q,
II
La pendenza della curva di indifferenza erappresentata dal rapporto dr soslilu::ione (0 saggio
marginate dl sos/ifudolll!) che indica a quante uni[a di Qb il consumatore e disposto a
rinunciare per ortenere un 'ulteriore uniti di Q;;,.
SM.S ~ "'Qb I "'Q.
Abbiamo detto che una delle caratteristiche della curva di indifferenza e che, spostandoci da
sinistra verso destra, la pendenz.a diminuisce e, quindi, anche il rappeno di sostiruzione; in
effetti. all'aumentare delia quantita di Qa e al dirrunuire de! consumo di Qb, Qa deve diventare
sempre meno caro relativamente a Qb affinche il consumatore si persuada ad accettare un po'
di Qa in piu in cambio d1 un piccolo sacrificio di Qb.
E' chiaro che 12. pen.qenza _della curva di indifferenza puo essere rappresentata anche dal
rappono tra Ie utilita marginali dei due beni, ossia dalla misura dell'utilila marginate relali'LIa.
UM./UM
7.2 n vincolo di bilancio
Ogni consumatore ha un reddito da spendere, supponiamo che abbia la possibiliti di spendere
giomalmente 6.000 lire e si tro..,.i di fronte a prezzi fissi per ogni unit adi Qa e Qb: 1.500 lire per
Qa e 1000 lire per Qb.
Le combinazioni possibi!i da acquistare per il c9nsumatore sono indicate in questa tabella:
O.
4
3
2
I
0
Ob
0
I.5
3
4,5
6
Rappresentando sui grafico queste combinazioni si ortiene il vincolo di bilancio che indica
lUlle Ie possibili combincdoni eli beni che if conS1lmalOre puo acquistare al/endo a
disposi::ione un cerlO reddito.
II
II

Qb

,
6
'i
~

~
Q.
Figura 4
I
L'equazione che indica il vincolo di bilancio puc essere rappresentata in questa modo:
R = QaP. + Qb!'b

It
I
da cia si ricava:
Qb R!Pb - PalPb Qa
da cui Ia pendenza del vincolo di bilancio sara date dal coefficiea.te angolare della funzione e
II Cloe:
I,
- PaI!'b
I,
II
,
I
Ii

,
.
I
I
I
I
I
I
..
,
7.4, L'equilibrio del consumatore
Possiamo ora sO\-Tapporre aJ grafico della mappa di curve di indifferenza queUo del vincolo di
bilancio e otteniamo:
Qb
c:
Qb*
u,
Figura 5.
Qa* Qa
Le posizloni a destra e al di sopra de! vincolo di bilancio SOno proibite per il consumatore,
perche richiedono un reddiro maggiore di 6.000 lire; Ie posizioni a sinistra e al di sonG del
";ncolo di bi1ancio non sene pertinenti, perche si suppone che il consumatore spenda tutto i1
suo reddito.
Ii consuma/ore, quindi, si posi:ionera ndpunta che gli clara la massima sOOdisja:.jone e cioe
nella piit al/a curva di indifferen:.a passibi/e che. eqllel/a /angeme alia curva di bilancio. In
questo punto i1 rappor/o di sosti/u=ione del consuma/ore eesattamente uguale al rapporto Ira
Pa e Pb_
Da ci6 possiamo dedurre la seguenre condizione di equilibrio:
P2IPb = SMaS = Urn .! UMa.
da cui:
UMu UMab
=
Pa Pb
che rappresenta la condizione di equilibrio del consumatore.
2l
7.5, Cambiamento dei dati del vincolo di bilancio
I
, Per approfondire la comprensione della curva di domanda consideriamo gli etfetti di una
variazione del reddito monetario e di una vanazlone del prezzo di uno dei due bern.
I
I
Variazione del fo1dito
I
Supponiamo che U reddito giomaJiero del consumatore aumenti, mentre i due prezzi
rimangono invariati. La nuova retta di bilancio SI sposta a destra verso l'estemo paralle1amente
I
a se stesS3.. Cia 5i verifica., perche nella funzione che rappresenta i1 vincolo di bilancio, R 51
trova at numeratore dell'intercena, per cui il suo aumento campana 10 spostamemo verso
I
I'alto deU'intercetta, mantenendo invariato i1 coefficiente angolare.
II consumatore e libero di muoversi solo su questa nuova e pili alta retta di bitancio: per
raggiungere la massima soddisfazione egli si spostera fino alia pili alta curva di indifferenza
I
raggiungibile. ossia nel punto E'.
I Qb
~
,
~

~ - - U,
~ UI
I
Figur2 6.
Qa' Qa" Qa
I:
Nella fig. 6 e rappresenta!o il caso in cui il bene A e un bene nonna/e, infani. all'aumemare del
reddito. il suo consumo aumenta da Qa' a Qa".
I
I
I
'6
t
Nel casc, invece, in cui il bene A eun bene injeriore, un aume:lto del reddito ne fa dimir.uire la
quantita domandata, come cimostra la fig. 7.
Qb
Figur:a 7.
U,
Qa" Qa' Qa
Variazione cit un singoto prezzo
Supponiamo che Ph resti invariato e Pa diminuisca. La retta di bilancio ha ruotato intorno a1
puma N ed e ora piu spostata verso I' esterno. Cia si e verificato, perche neUa funzione che
rappresent2. il vinco\o di bilancio. Pa si trova al numer.atore del coefficiente angolare, quindi la
sua diminuzione compona la riduzione della pendenza, ma'1tenendone. invece, inalterata
I'intercetta. L'equilibrio e nel punta E" in cui si ha un nuovo punta di tangenz.a. dove la
diminuzione di Pa ha fatto au:nentare it consumo di Qa.
N
Ul
Figur:a 8.
Qa' Oa" Qa"
"

(
Normalmente. a.l diminuire del prezzo di un bene. la domanda del bene aumentJ Ma puC>
f
accadere che la quantiti .90.m'!!1clata qi un.b,ene dirrunuisca aJ diminuire prezzo e
I
- .,,_. -" '-_..... --. -_... _-- ---, .." .-.,-
aumenti quando il prezzo aumenta; qu.esti ,beni-sono_deni hell; di Per spiegare. questa
(j
fenomeno che puC> sembrare assurclo ricorriamo all'aiulO di due ben.i: 1a came e i fagioli.
Supponiamo che il prezzo dei fagioli diminuisca. cia fa aumenlare il potere d'acquisto del
II
consumatore a parita del suo reddiro monetario. Pub, quindi, accadere che it consumatore
ridlstribuisca il suo potere d'acquisto aumentanclo la domancla di carne e riducendo quella di
fagioli verificandosi il paraclosso di Giffen.
I beni Giffen possono essere rappresentati come nella fig. 9. AlIa rotazione del vincolo di


bilancio verso destra dO\o1.Jca alla diminuzione di Pa, corrisponde la dimi.nuzione del consumo
del bene A se si tratta di un bl!lIl! di Giffl!l1.
..
Qb
N
..

I
Qa" Qa' Qa"
Figun. 9.


I
8. EfTetto sostiruzione e effettQ reddico
I
Quando cambia il prezzo di un bene sl manifescano due effeeti.
t) il bene il cui prezzo ediminuito divema relativamente meno costoso rispeno all' alrro bene:
I
2) la diminl.l.Zione di prezzo fa aumenrare iJ reddito reale del consumatore, cioe il suo potere
d'acquisto.
I
Anche se i due effetti si manifestano contemporaneamente, per meglio analizzare la reazione
del consumalore DeCOrte tener separari i due eff'eui usando un arteficio: prima si fa variare il

28
prezza tenenda ferma il reddi[Q reale 31 liveJlo iniziae, poi si fa \ar:are quest'ultimo renendo
fermo II prezzo. I due effeni derivami da questa scomposlz1one sono rispenivamente l'efTetto
sostituzione e l'efTetto reddito. 11 primo r:1isura 1a variazione della quantita domandata
--_. -.. -
derivame dalJa variazione di preuQ. tenendo CQstaIrte it reddito reale: il secondo misura [a
variazione della quantiti dalla_mQdifica del redqito reale.
Valendo rappresentare i due effetti su un grafico. accorTe partire da! una siruazione in cui il
consuma!ore 5i trovava in equilibrio nel punta V corrispondeme a
La diminuzione di Pa determina la ratazione del vincola di bilancio verso destra rna., per tener
canto della sola variazione di P<l. occorre mantenere irwariato il reddilo reaJe del cor,sumatore
e. per farlo, dobbiamo ridurre il suo reddito monetaria: cia si rappresenta con uno spostamento
parallelo verso l'intemo del vincolo di bilancio. II consumalore si ponerebbe nel punta S, dove
domanda una quamiti maggiore di A... Qa' e una rninore di B. Questa perche il preuo di A e
diminuito. e tale diminuzio""ntdn1iuce 'i!consumatore a 'sosliru"i're B conA. La \rariazione della
domanda Qa' - Qa" e. appumo. /'l!jft:({O sosli11l:iol1e.
Dobbiamo ora restiruire aJ const:matore la pane di reddito che gli avevamo provvisoriamenre
sanrana". Facciarno traslare. percie. la rena di bilanC'ia verso I'estemo fino aJla posizione
d'arrivo. In questa modo teniarno como dell'aumemo di reddiro reale provocato daJla
diminuzione del preuo e vediamo che la scelta onimale passa cia V a La variazione della
domanda - Qa' e. app.mio. J'l!lft!lIo ri!ddiro.
0,
'"
O;j------v,

,
,
,
,
,
,
o
0; 0: 0'; o.
Figura 10
II
29
---
I
I
I
Mentre \. effetlo sosrituzione accresce sempre la domanda del bene il cui prezzo e ridotlo,
l'effeno reddito PUQ provocare un aumenta 0 una diminuzione della domanda del bene. II
I
risultato finale dipende da quaJe dei due effeui prevaJe.
Si possono verificare i seguenti casi:
I - il bene enonnale. Enrrambi determinano un aumento della domanda;
- il bene einferiore. [ due effeni si mUQvono nella direzione opposta:
I
a) se I'intensita dell'effeno sostiIuzione e5uperiore aJl'effeno reddilO, la domanda
b) se er reddito a pre.... alere suII' effetto sostituzione. aHara la domanda diminuisce. In
questo caso si parla di paradosso di Giffen: al diminulre del prezzo, Ja domanda del bene s1
riduce.
9. La curva di domanda
E' possibile costruire la curva di domanda del bene A partendo dal grafico dell'equitibrio del
consumatere facendo variare Pa e identificando Ie quanrita acquistate del bene ai van livelli di
prezzo.
5upponiamo di panire da 5 I sui grafico dell' equilibrio del consumatore; alia diminuzione di Pa
la quamita domandata aument3; in conispondenza dei panieri 52 e 53. Riponando i valori di Pa
e delle corrispondenti quantitil. Qa nel secondo grafico, si ottengono dei punti che, uniti
insieme, permenono di costruire la curva di domanda.
0,
,
,
,
,
,
,,'
o --0'
,; :.
p.
I, :
to '0,: '
, , '
, , '
, , '
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1 I :
, , ,
" ,
s ..:..
"
01 :
,
'0'
, ,
, ,
, ,
, , 'OJ
n
z.s r-h----r-------r--- 0,
Figura 11
o 100 200 3SO
o.

30
10. L'orrerta di IJvoro
Analizziamo come varia l'offerta di :a.....oro al variare del salaria. Si suppone che iJ sogget10
abbia una dorazione ini:z:iale di consumo e di terr,po Iibero comspandente aJ punto E.
Q
A
Figura 12
Partiama dalla scelta V. L'aumento di salario reaJe rende la retta di bilancio piu ripida. a
seconda delle preferenze del consumatore, la nuova scelra potrebbe essere A con un aumento
dell'offerta di JaYoro, 0 B con la riduzione dena steS$4.
Entrambi questi risultari possono troyare una spiegazione: l' aumento del salario rende pill
costo$.3. un' ora di tempo libero, quindi iI soggetto e spinto a la.....orare di piu sostituendo il
tempo libero con Ie ore di lavoro (effetto sostiw=iofle). La preferenza de! consumatore
cadrebbe nel punta T
r
" Ma I'aumento di salario rende i1 soggetto pill ricco, concedendogli la
possibilita di lavorare di meno aumentando il tempo libero e riducendo Ie are lavorative (effetto
b
reddito). In questa caso, qUlndi, [a preferenza del consumatore cadrebbe ne! punto T
l

Senza COnoscere Ie preferenze, non possiamo sapere quale dei due effetti prevarra.
Nei Paesi pill. industriaJizzati e a elevata offerta di lavoro, questa tende a ridursi In
carris.pondenza di alri satan.
Come si vede dalla fig. 13.a.. l'offena aumenta a1 crescere del salaria reale fino al livel10
(WIP)k; :n questa Iratro !'effetto sostituzione prevale sull'effetto reddito. Se iI salario sale aJ di
sepra di K, ['offena diminuisce riplegandosi su se Slessa; cia accade, perche J'effetto reddito
prevale S:.lJl' effeno sostituzjone,
II
II
....
I
I
I
I
~
I')
(b)
WIP
W/P
~
~
(WIP).
~
~
Figura 13
~
II
h
,
Ii
h
,
1
I
Nella fig 13 b, invece, e preser.tato un altro andamento dell'offerta di lavoro che si ha quando
l'effetto sostituzione prevale sempre sull'effetlo reddiro, quindi la curva dell'offenallresenta
un andarnel'\to crescente.
N N
Capitolo V
L'IMPRESA
I. L'obiettivo deU'irnpresa
L'impresa equalsiasi soggeno ecoflomico chI! produce beni e servi=i e Ii poria suI mercato
per venderli.
L'impresa:
prende delle decisioni: corne e quando produrre;
tende aHa. massimizzazione di un obiettivo: il profitto;
deve rispettare i seguenti vi.ncoli:
1) vincolo tecnico relativo alia tecnologia disponibile;
2) vincolo di mercato relativo aile condizioni di mercato.
Ii profitto (D) e dato dalla differenza tra il ricavo totale (RT) e il costo totale (eT)
2. I ric:avi
nricavo totale eif proooclo dttUa quanti/a vendlJta e i/ pre==o di l'endilQ
RT ~ p . Q
La grandezza Qviene decisa dalJ'impresa e vb:l.remo piu avanti in che modo
Per quanta riglarda il preuo P si devono distinguere due casi:
a) P indipendente da Q;
b) P dipende da Q
2.t. P indipendente da Q.
L'ipotesi che il prezzo sia indipendente dalla quantiti venduta e accettabile quando Ie
dimensloni dell'impresa seno cosi piccole che una vanazione della quantiti da essa efferta
-..
nan
","
e in grado di influenzare il prezze di mercato_ In questo case, il prezzo e determinate dal
))
I.
I
Ii
mercalO sulla base della quantita domandata e offerta. e I'impresa 10 a5sume come un data,
viste che non puo esercirare su di esso aJcuna influenza modificando Q.
In questo case, ij ricavo torale RT dipende dalJa quantiti prodona; la sua funzione euna retta
che passa per l'origlne, perche I'intercena e nulla (se P = 0, anche RT = 0) ed ha inclinazione
pari a P.
RTz p. Q
I
RT

RT

I
I Figu.-a 1
p
Q

lntroduciamo il concerto di nca"o marginate, ossia !'incremento di RT che /'impresa oltiene
II
It
It
doUa yendilQ d; un 'u/leriore UnilQ di bene. Esse e il rappon:o tfa la vanazione di RT e quella
di Q e rappresenta l'inc1inazione del ricavo torale.
RM. l1RT / l1Q
Nel caso di In'jrnpresa in cui P eindipendente da Q, all'aurnentare della quantita vendut! di
un'uniti, il ricavo totale aumenta di Un arnmontare pari al prezzQ.
I
\,
Un ultimo conceno che dobbiamo introdurre equeJlo del riC2vO medio che eil rapporlo lTa
ricQ".'O IOlale t: venduta; esso misura quanto incassa in media J'irnpresa su ciascuna
I
uruta di prodattD da essa vendura.
R"Ie RT I Q p.Q / Q p
Anche il ricavD media, quindi, aUrT.enta di un arnmal"ltare pari al prezzo.
I
I
I

Tuna questo puo essere dimostrato con una semplice tabella,
P Q RT RM. RM.
10 I 10 10 10
10 2 20 10 10
10 J JO 10 10
10 4 40 10 10
10 5 50 10 10
Le funzioni del ncavo marginaleJ; del ricava media sana, quindi, castanti ed hanna questo
andamenta'
Prezzo
P=RMa=RMe
QuaJ'ltiu
Figura :z.
~
2.1. P dip.Dde d. Q.
Questa caso Sl verifica quando la dimensione_dell'impresa erilevante. AI variare della quantiti
----_. -
che essa produce, il prezzo di mercato subisce una variazione, quindi P diventa funzione di Q:
dara I. fun.zjane della damanda: P ~ f(Q). assia P =a - bQ
e dara RT ~ P'Q
sastituendo P con La. funzione di domanda:
RT ~ (a - bQ)Q
si oniene:

'.


35
I
I
RT::: aQ - bQ2 che presenta il caratteristico andamento a "parabola rovesciata",

Dalla furtzione del rica.... o tot2Je si ricava la funzione del ricavo marginale che ha un
andamento decrescente in quanta rappresenta l'inc1inazione della funzione del ricava tot.ale.
Piu precisamente, il ricavo marginale e

positivo, quando la curva del ricavo totale ecrescente;
,

;
mIllo, quando 1a curva del ricavo totale raggiunge il suo punta di massimo;
negativo, quando la curva del ricavo totale edecrescente.
Per quanta riguarda, invece, il ricavo media, oeCOrTe dire che anche in questa caso esso e

uguale a1 prezzo e, il,suq.srafico .c9.0 la curva di domanda.
It ricavo marginale ha una pendeJl:a doppia rispetto a quella del ricavo media.

Tra il grafico rappresentame il ricavo totale, iJ ricavo margina e il ricavo media esiste, quindi,
la seguenre relazione:
RT


-I
1
I
RT
11
;

p
I
I
I
I
I
II
J6
Q
Tutta questa puc essere dimostrata con una semplice tabella,
p
Q
RT RM. RMe
100 I 100 100 100
80 2 160 60 80
60
,
>
180 20 60
40 4 160 -20 40
20 5 100 -60 20
Da questa e dal grafieo si nota che la funzione del ricavo totale eresee fino a raggiungere il
punto di massimo. dopo di che decresce . II ncavo margina'le si aClIiulla in corrispondenza del
punta di massimo della funzione de! RT e poi diventa negativo. nricavo medio coincide con i1
prezzo.
3. I costi dLproduzione
H costo totale rappresenta I'insieme delle spese che deve affrontare per 1a
praduzione. Esso cOF.lprende:
a) i costi cOfltcbili: costi che danno luogo a pagamer.ti;
b) i cost! extra-eontabili, ossia it costa oppor//mi/ti.
Il cosIO opporlunita rappresenta la perdita che I'imprenditore sopporta per non aver impiegato
. ,. _... "
una determinata nsorsa in modo alternativo. I seguem: esempi serviranno per capire questo
concetto:
!'artivita d'impresa viene svolta in locali di propriet:i e, quindi, non viene pagaro l'affino.
Ma se questi loeali fossero statl eeduti In locazione. a"'Tebbero dato luogo ad un ut!le;
I'impresa aequista beni capital! usando denaro proprio, quindi non paga interessi. Ma se
que! denaro fosse stato prestato, ne awebbe rieavato un utile;
l'imprenditore. lavorando nella propria impresa, perde la possibilita di 'percepire una
remunerazione che potrebbe avere se lavorasse per altri.
Tune queste rinunce rappresentano un costa opportuniti. La somma degli uttimi due costi
opponun:ta sana il prontto nonnale, cioe il reddito millimo che j" media I'imprenditore sf
aspetta di otzenere dall'impresa; esse viene compreso rra i costi e non deve confuso
I
I
I
I
,




I}
II
"
I,
,(
I
r
I ,

I
I
I
I
I
con il profitto vera e propno (differenza tra ncavl tOlali e costi totali) che \lene chiJInato
extra-profi tto.
Il costa torale (CT) dipende dalla quantit.il. prodotta dall'impresa, ed e .crescente.
aJl'aumentare della quantita prodorta aumenta a,:!che 11 cos.to totale. Ma occorre speciflcare che
_._-
la funzione eresee in maniera diversa:
a) fino al punta di flesso (punto in cui CT cambia concavita). iI costa aumenta in misura meno
che proporzionale rlspetto alla quantita prodona; cia e dovuto al fano che in questa primo
tratto, la funzione di produzione ecaratterizzata da rendimemi crescenti di scald;
b) oltre it punto F, il costa aumenla in misura piiJ che propor=ionale rispetta alia quantita
prodolta; cia e dovuto aJ fana che in quest'ultimo tratto, la funzione di produzione e
carattenzzata da rendimenti decrescellti di scala.
II costo marginate (CMa) misura il casto addi:iollale che si deve SoSTellere per produrre 1
uniTQ addi:iollale di prodoTlo.
Es. supponiamo che un'impresa produca 1000 dischi con un costo totale di 10.000 lire. Se il
costo tot ale per produrre 1001 dischi e10.015 lire, aHara i1 costo maFginale di produzione del
100 l-esimo disco edi 15 lire.
Il costo marginale eiI rap porto incrementaJe di CT e ne misura I'inclinazione (0 pendenza).
CM. <l.CT I <l.Q
Esse puo essere rappresem21!o graficamente tracciando 121 tangente di qualsiasi punto su]Ja
funzione di CT: l'inclinazione della tangente misura il costo marginale .
ngrafico sonostante illustra il costo totale e il costO marginale, mostrando come CT elegato a
CM.
: Per approfondire il conceno di rendimenti di scala. veQj iI par. I del cap. V1
38

I
I
CT
I

CM>

..
_. ".
"" '.

II

II
Q'
F
Quantili prodotu
F
Qa Quantit.a prodona
igun. ..
'orne si puo notare dal primo grafico. la curva del costo totale ha un andarnento crescente rna,
no allivelJo C:i produzione Q*, cresce in misura meno che proporzionale, mentre dopa Q-,
"esce in misura piu che propo:-:zionale.
questo andamento del costo totale comsponde un andarnento a U della curva dei costi
arginali: infar::i, fino a11ivello dt produzione Q-', decresce fino a raggiungere un minima in
lincidenza del pun:o Q*, dopo di che comincia a saJire. Cia e confennato dal fana che,
lcciando Ie rerre tangenti alia cun..'a CT nei vari punti. si ....ede che, avvicinandosi ad F, esse
sempTe piu invece. dopo F, esse diventano sernpre piG "lipide".

...::iii
J9
" ,,,",
'*
I
11
I
I
I
4. La see-Ita. dell'impresa
Nel primo paragrafo abbiamo affermaw che I'impresa ha come obie:livo queUo della
I
massim:zzazione del pratino. quindi leode a ricercare il live\\o produttiYo che Ie cons.ente di
raggiungerlo.
I
Partendo da una quantita. prodona qualsiasi, e consideriamo in corrispondenza di questa
quantite. sia il ncavo marginale che il costa ma:-ginale, si possono avere tTe cas.i:
I
a) RM:a> eMa: cio significa che all'impresa conviene aumentare la produzione, dalo che per
ogni unita in pili, i\ ricavo totaJe aUr.1enta pili del costo [Otale;
I
b) Rlvfa < eMa: cia signinca ehe all'impresa conviene ridurre la produzione. data che per ogni
unita in piG, II casto totale aumenta piu del ricavQ tot ale;
I
c) RMa = eMa" iI livel;o di produzione conispondente eottir:laJe; all'impresc non conviene ne
aumentare ne ridurre la produzione. Questa e, dunque, la condizione che identifka la scelta
I che comsponde al massimo profirto.
Possiamo illustrare graficamente questi casi 50vrapponendo la curva del Casto margina1e a
I quella del ricavo marginale dei due tipi d'impresa:
I
(a) (t)
Prezzo
I
Prezzo
i
eMa
I
i
,
i
P '" R..\b :: R.M.e
I
!,
I'
!I
D .,
Figura 5
Q' Quam.i1.3 Q'
Ii
"
! !
ii,
Nella fig. 5.a erappresentalo il ricavo marginale quando il preuo non dipende daJla quantit,i
"
I'
Nella fig. S,b e rappresentato, invece, il ricavo marginate quando i1 preuo dipence dalJa
I,
\1
quantita. ,il
In entrambi j casi, per Q < Q", si ha che R.Nl:a > CMa e con...iene espandere la
"r
,"
'i
I
per Q > Q., si ha che: RMa < eMa e conviene ridurre 1a produzione;
II"
I
,
1'1
Ii
I"
I!,
quando Q :. Q- 51 ha R1v1a :: CMa e il profirto e massimo, pertio Q :: Qt: e la scelta
delJ'impresa.
, I
I
"'1
-I
-/
MI

..
.
...
Capitola VI
LA PRODUZIONE
l. La funzionc di Droduzione
I Per produzi<:lOe si inrende /0. combina:ione di tutti i beni e servi:i (inputs a fattar; produ/tivi)
I
I
che permelte di o/tenere altri belli 0 servi::i (outputs 0 prodotti).
Per tecnologia S1 intendono i modi disponibili all'fmpresa attraverso cui vengono combinatf
gli inputs e Ie quantilit di prodol1o che corrispondono aile '1:arie comhilllUiol1i.
I
Le caratteristiche tecniche del processo produttivo sono sintetizzate nella funzione di
I
produzione che indica qual e l'outp1l1 massimo che puo essere ol1ellulo per ogni data
combilla:iol1e degli inputs.
Essa si scrlve in questa modo:
I
Q~ f(N,M)
dove:
I
Q= Quantita prodotta (output)
N = Ofe di lavoro
ii
M = ore di macchina
I
Quando un'irropresa impiega gli inputs in modo da non sprecare n.ulla (da produrre la quantita
,
I
II
II,
massima possibile di Q) si diee ehe essa eefficieme sorto il profilo teemeo; nel caso contrario,
ossia quando Q < f (N,M), si parla di ineffieienza teenica.
iii"
'i.'
!
i':"
Iii
,
La funzione di produzione fomisee tre importanti infonnazioni relative:
l
: I "
!
1) alia possibilita di sostituzione tra gli inputs per otte:1ere la stessa quantita di output;
2) ajJ'effeno delraumento della quantita di un input mantenendo rnvariata la quantita deU'altro.
L'incremento di prodol1o che sf otflene aumentando di un 'unito /"impiego di un input a
pariliI del/'alfrO \iene chiamalo produttivita marginale den' input, e 51 rappresenta in
queslD modo:
PMaN' = ~ Q / ~ N se l'input eillavoro
PMaM = ~ Q I 6M se l'input ela maechina
42
I
3) a.I1'effetto dell'aumento di entrarnbi gl\ inputs nella 5tessa proporzione, in questa case non si
par\a di produnivila marginaJe rna di rendimenti di scata. Si parla di:
rendimcnti costanti di scala, quando l'output aumenta nella stessa proporzione
dell'incremento degli inputs;
reDdimenti crescenti di scala, quando l'output aumenta In ffilsura piu che proporziona.le
rispeno all'incremento degli inputs;
rendimeoti decrescr:nti di scala, quando I'output aumenta in misura mene che proporzionale
rispetto all'incremento degli inputs.

,"
.0'
2. Gli isoguanti
L'isoquanto rappresema l'ins/erne delle combillazioni del due inpuls che COllSen/ono di
oltellere Ja SISSa quantita di prodofto.
,
,
M
Q3
Ql
QI
Figura 6
Gli isoquanti presentano J caraneristiche:
1. hanna una p e r l d e ~ a negativa, in quanta esiste una relazione inversa tra i due fatton di
produzione: affinehe si onenga 10 stesso !ivelIo di prodono: se si \o"Uole impiegare
un'uheriore quantita di N oecorTe ridurTe di un certo quantitativo M;
2. sono convessi rispetto a// 'origill!!: la lore pendenza diminuisce spostandosi da sinistra verso
destra della curva; cia signifiea che, per aurnentare N di un'uruta, oecOrTe ridurTe di una
sempre minore quantita M,
I
I

I
I
I
N
I
I
I
I
I
I
I
I
J. isoquanti piu lontani rispeito all'ongine rappresentano livelii di prodotIa pill alIi.
I
La pendenza. dell'isoquanto erappresentato dal saggio marginale di sostituzione teenic.a che
Ii
I
indica qflame unita di M occorre ndurre per Ol1mentare N di ull'/lnira e mon/enere 10 stesso
livello di produ:ione.
II
SMaST = t..M / t..N
nsaggio marginale di sostituzione diminuisce spostandoci da sinistra verso in quanta ie
1\
unita di M che Decorre ridurre per aumentare N di un'urtita sona sempre di menD,
E' chiaro che !a pendenz.a dell'isoquanro puo essere rappresentata anche dal rapporto tra Ie
produttiviti marginali dei due fattan di produzione, ossia da11a misura della produtti.....ila

marginate rdar/yo.

SMaST = t..M / t..N = PMaL I PMaM

3. La sceha della tecnica

Per produrre una determinata quantita di output,' I'impresa dispone di molte teeniche
alternative, tutte queUe, cioe, identificate dai punti lunge l'is.oquanto corrispondente. La
combinazione che scegliera I'impres.a sara quel\a mena costosa, in quanta fa rninimizzazione
dei costi euna condlzione necessaria per la massimizzazione del profitto.
ncosto sopportato dall'impresa dipende dalle quantita degli inputs e dalloro prezzo, quindi:
CT = ProM + wN

I,
,
dove:
Pm = prezzo di lora di macchina
I w = prezzo di lora di lavoro (salafia)
I:
La curva di isocosto defirusce tu!te Ie di fattori produttjYi che I'impresa puG
acqllislore con un determinalo esborso moneiario.
1
1
Dati i prezzi del [avoro e delle macchine, J'impresa eIn grado di valutare Quale sia il casto
tatale che Ie vane combinazioni dei [anon camportano.
I
I

CT /Pm
,
,
,
,
Fi.gun 7
WlPm
CTt\.\'
,
,
,
,
N
M
Ad ogni i50c05to comsponde un diverso live1\o di produzione. Agli iSOCOSll piu llti a destra
comspondono livelli di costa maggiori (fig. 7).
Tutti gli isocosti sono paralleJi tra lora, data che la laTa comune indinazione esempre pari a:
W/Pm
Prima di procedere e necessaria introdurre i c o n c e ~ t i di fungo e breve periodo. Diremo che
I'i;npresa 51 trova in una situa.z:ione di lungo perioda quando puo scegliere liberarnente Ie
quantita di tUtti gli inputS da if:1piegare; quindi, nellungo periodo. tutti i fanon sano variabili.
L'impresa si trcva, invece, in una situazione di breve periodo quando puo scegliere sa[0 Ie
quantira di aJcuru inputs, mentre Ie quantita degli altri inputs sana per I'irnpresa dati.
Cia si spiega consi.derando che oecorre un tempo minore per variare Ja quantita impiegata di
a1cuni inputs (es: lavoro e matene prime) rispetto a queUa necessaria per variare la quantiti
impiegata di altri. inpurs (es: macchinari e impianti).
N e ~ lunga perioda, quindi, la nosrra impresa che, per semplificare, dispone solo di due inputs,
PUQ variare sia M che N, nel breve peliodo, invece, M efisso, quindi, pUb decidere solo la
quantita da acquistare di N
3. \. La scelta della tecnica nellungo periodo
Net lungo periodo, per decidere come produrre un2. deterrninata quantita 00, !'impresa
scegliere sia M (l'irnpia.1to) che N, ossia una qualsiasi comcinazione che si tTOv'i!. lungo
l'isoquanto 00. Ess.a scegtiera {a combinaz.ione che costa meno, ossia ql.:ella che si trova
sull'isocosto piu basso tra tutti quelli che consentono di produrre Q:>.
La tecnica scelta dall'impresa, dati i prezzi degii inputs, e identificala, quindi, dal punto di
lange,'7:X1 tra isoquamo e isocosto. Nella fig. 8 questo pumo econtrassegnato dalla lettera S,
CUI corrispondono Ie quantita utilizzate Mo e NO.
M
OJ
00
A
Mo
B
,

,!
N
Figun8
\!
,
"1'
'I
Anche nel punto A !'impresa avrebbe potuto ottenere Q), rna ad un maggiore, ll'\ quanta

si troverebbe su un isoquanw piu alto.
I
!
In S l'inclinazione dell'isoquanto (SMaST) e uguaJe a quella dell'isocosro (wIPm), Percio la
condizione che identifica la scelt:!! e:
SMaST = WlPm
Se SMaST > WIPrn (come nel punto A dove l'isoquanto e plU rip:do dell'isocosto)
all'impresa conviene soS'tihJire M con N per ridurre il costo dt produzione a parita di Output.
Se SMaST < W/Pm (come nel punta 8 dove l'isocosto e pill ripido dell'isoquanto)
conviene sostltuire Neon M per rid\.lITe iJ costo di produzione a parira di output.
,
Se SMaST WJPm (come nel puma S dove l'isoquanto ha la stessa pendenza
(I,
:i
del1'isocosto) l'il':1presa ha scelto la combinazjone di inputs che Ie consente la
minimizzaziane del casto
No
Dato che SMaST e misurato da\ rappano tra i prodoni marginali, la condizione di tangertz3.
puc essere riscrina nel seguente modo:
PMaN W
SMaST = =
PMaM Pm
l' equazione precedente puc essere senna anche come segue:
w Pm
=
PMaN PMaM
dove:
W
W W . liN
= = (1 )
PMaN lIQ / liN lIQ
Pm Pm Pm 6..\1
(2)
P"'IaM lIQ / tJ\.! lIQ
Le equazioni I e 2 rappresentano rispertivamente il c:osto marginale del lavoro ed il costa
marginaJe dell'impianto: il primo indi-ca / 'incremento di COSJO del /moro che sCQturisce da/Ja
produzione di J unita di output aggiuntillo, memre i1 secondo indica !'incremento del co510
deU'impianto st!'mpre re/olivo ad una unila aggiunt'''''Q di prodotto.
AlIa luce di quanta sopra., la condizione che identifica la scelta PUQ anche essere espressa
come uguaglianza tra i due costi marginali.

"'

Capitola VII
I COST!

1. n lungo periodo
L'impres.a si trova in una situazione di lungo periodo quando puo scegliere Iiberamente Ie

quant:ta di tutti gii inputs da implegare; quir.di, nellungo periodo. lulli ifattori sana variahiJi,

1.1. Le runzioni di cono nellungo periodo


Nel paragrafo 3 del cap. V 50no srati definiti i conceni di costo totale e costo marginale.

ncosto to tale di lungo periodo rappresenta fa spesa complessim che /'impresa sapp0r/a in
corrispondelJ:a di oglli liwflo della quantita prooorta quaruio pua scegliere liberamente fa

combilladoll degJi iopuls.


II costo marginate di lungo penodo mlsura di quanta aumenta iI costa totale quando 1a

quantita prodotta aumema di una unita..


Introduciamo ora il concerto di costo media di lungo periodo (eMe) che misura quanta costa

in media oglli singola uniuJ prodoaa. Esso "ier.e ottenLlto dividendo il costo totale per la
comspondeme quantita prodotta. Esso si indica can:

I
CMe=CT/Q
I
e si puo rappresemare graficamente congiungendo un qualsia3i pLlntO sulla funzione di CT can
I
('ongine degli assi: ('indinazione dena retta che cosi si forma misura il casto medio.
Nel grafico successivo erappresentato il costa media in relaz:ione al casto totale (fig. l.a) e
rnettendolo ir. relazione con il costa rnarginale (fig. l.b.):
I
I
I
I
I
"'

Dalla fig. 1,51 puo nOlare che il costa media edecrescente per tutto il trano in cui Q < QG e
poi crescente per iI trano successivo in cui Q > QG, ossia ha un caraneristico andamento "a

IT
Se il costa media di lungo penodo e decrescente, si veriticano economie di scala; se e
::rescente 51 generano diseconomie di scala. Quindi, a rendimenti di scala crescenti s:

associano econorrue di scala, mentre, a rendimenti C:ecrescenti si associano diseconomie dj


ioCala.

-a causa piu importante delle economJe di scala e l'indivisibililQ degli inputs. II telefono e il
:ornpuler sonD esempi di fanon indivisibili, net sensa che I'lmpresa non puo tenere mezzo I
elefono 0 meno computer; al crescere del volume di mari, quesli non dO"'Tanno essere
,
urnentati di malta, mentre illoro costo viene diviso tra un maggior numero di unita prodotte,
iducendone l'incidenza per ogni unita e componando, quindi, J'abbassamento del costo
ledio. Tunavia, oltre un cena punta, al di la di una dimensione ot:ima, si verifichera una
I
)vrautilizzazione delJ'input in questione detenninando un aumento dei costi rnedi; cio
I
,ingera l'impresa ad aumentare la propria dimensione (acquistando un a ~ t r o telefono 0
Jmputer).
I
a c a u ~ a piG. imponante de!le diseconomie sta nel fatto, invece, che al crescere delle
mensioni dell'impresa, risultano piu difficalrosi il controllo, il coordinamento e la gestione.
I
I
CT
(e)
CM>
CM.
(b)
Figura 1
G

,
,
,
'Qf QG Q

CM.
CM>
G
F
OF OG 0
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
R.itomando alla fig, l.b ed alIa relazione tra costa marginale e cOSIO media, si puc notare che
nel punto G Ie due curve coincidono. Graficamente. infatti, l'inclinazione della retta tangente aJ
punto G coincide con l'inclinazione della retta che congiunge il punto G con l'ongine degli
assi, quindi CMa coincide con CMe
Da questa grafico, iooltre, si nota che la curva crescente CMa ;nterseca la curva CMe nel suo
punta di minima: fa curva CMe e sempre ragliara lief suo punta di minimo rial/a cunu
. crescenle CMa.
Se CMa e inferiore aCMe, allora I'ultima unita prodotta costa menD del costa unitario di rune
Ie unita prodone precedenti; di conseguenza il nuovo CMe (cioe il CMe che comprende
I'ultima uniti) cleve essere minore del vecchio CMe e, quindi, CMe deve essere decresceme.
Con riferimento aile nostre curve dei costi, se Ja cu,.'a CMa s; lro....a aJ di sarto della C'lJ,.'a
Clvfe, qut!sf 'ulhma deve essere decrescenfe.
Se CMa e uguale aCMe, allorailcosto dell'ultima unitii prodotta e esattamente uguale aJ
costo unitano delle unita precedenti; quindi il nuovo CMe, queUo comprendente I'ultima uniti,
e uguaJe al vecchio: Ja cUr,Ja CMe epiaUa quando CMe euguaJe a CMa.
Se CMa e aJ di sopra dl CMe, it COSl.O dell'ultima unita e supenore aI costa umtano delle unita
precedenti; quindi, il nuovo CMe (cioe it CMe che comprende I'ultima unita) deve essere
maggiore del vecchio CMe. Percio, quando CMa eal disopra di CMe. CMe deve' essere
crescenfe.
CMa<CMe => CMe .j.
<---->
C M a ~ C M e = CMe
CMa>CMe = CMe!
Ecce una splegazlOne della relazione tra CMa e CMe basata sulla media degli esarru
universitari.
Sia V}...1e = nostra media e V?v1.a = voto marginaJe, cioe il voto che riportiamo in un nuovo
esame
Quando VMa < \fM"e a110ra la media si abbassa. Es. se 1a media 'v"Me per i primi due esami era
27 ed al terzo esame riponiamo un V1'via = 21, aHora 'v'N{e diventa 25.
Se V1'via del terzo esame e piu alto della media precedenre V1\ie, la nuova media V1'vie Sl
alzera.
..' ;,:" .
50

I
I

I
Infine, qUaIldo vt-.1a = \ft..1e, al10ra \fMe rimarra piarta nellernpo.
1.2. La stelta della quantita prodotta nellungo periodo
La scelta dell'jmpresa 'liene definita da due eondizioni:
1) condi::ione marginale RMa :::: CMa
dato che I'obienivo dell'impresa e la massimizzazione del profitto, l'irnpresa sceglie quella
quantiti che eidentificata dal punto d'incontro tra la curva del ncavo rnarginale e queUa del
costo rnarginale.
2) corufi=ione media P ~ CMe
perehe l'impresa decida di prodlJrre Ja quantiti Q. soluzione della condizione rnarginale,
oecorte anche che iI profitto che quella quantita Ie perrnene di onenere sia positivo (ehe,
doe, I'impresa non si trovi in perdita).
Considerando che:
IT = RT CT =p.Q. CMeQ =Q (p. CMe)
.' .
si pub concludere che, quando Q* > 0:
il projitto sara posirivo quando P > eMe
iI profitto sara negativo qualufo P< CA.fe
it projitJo sara nullo quando P CMe =
II


I
I
2. n breve
I
It L'impresa si trova in una sirumone di breve periodo quando puo accres.cere 0 ridurre la
quantita prodorta variando soltanto la quantita di lavoro, mentre ie quantita degli aJlri inputs
(gli impianti) sonD per I'impresa dati.
I,
I
2.1. Le funziooi di costo nel breve

Nel breve periodo, alI'aumentare deUa quantita prodolta aumenta anche it costo totale di
prcduzione, rna questa Yotta to conseguenza del solo aumento dell'impiego deU'input N.

Riguardo r andamento della funzione di coste tota1e cii lungo penodo, occorre dire che:
I,
.'
I
I,
a) if costo lo/ale di breve periodo esempre maggiore di quello di 1111'1go tranne ehe in
comspondenza di Q* a cui corrisponde la dimensione attima delt'impianto. Nel breve
periodo. infatti, per produrre una quantita maggiore 0 minore di Q* a1 minima costo totale
sarebbe necessario un impianto pili grande 0 piu piccolo; rna nel breve periodo l'impianto e
II
dato, quindi e possibile variare solo N; di conseguenza il casto totale di breve periodo e
maggiore di queUo che si sopporterebbe se si potessero variare anche le dimensiON
II
dell'impianto, come epossibile nelluns.-o periodo.
b) la fOllTla della funzione del costo totale di breve periodo dipende dall'andamemo della
produtti"ita marginale dell'input vanabile. AJ crescere deU'input N, [a sua produttivita
It
marginale (pMaN) edecrescente; di conseguenza, il costo tolale di breve periodo al/menla
in misura sempre piiJ. rapida man mano che cresce fa ({JClntiro prodo/ta.
Ii
Il casto totale di breve periodo puc essere scomposto in casto fisso e costa variabile.

I;

I costi fissi (CF) sono quei cosO ehe rimangono invariati af variare cklla produ=ione e che
I
l'impresa de\l sosfenere anche se laprodllzione enulla. Essi seno i canoni d'affino per edifk

e artrezurure. i pagamemi degli imeressi sui debiti, i sa!ari e gJi stipendi, ecc.
I costi variabili (C\l) S0l10 quel costi che vo,;ono al variare della produ=io1le e che sono nulli

qllando 10 quan!fcQ prodotta enulla. E5Si rappreselllDllo IQ partf! del costo lotale che cresee
01 crescere della quanlita prodorro.

Volendo rappresentare quesri tip! di cOSlO in un grafico, orteniamo [a fig. 2 dove si nota che la
funzione di CT e di CV sono rappresentate da due curve convesse, mentre la funzior.e di CF e
una funzione onzzontale, in quante costame.
I
52

,
cr
CV
CT
CF
CV
.
Figun 2
Q
La situazione che di solita si venfica nella rea1ta e, pero, quella in cui la produttivita margina!e
del lavoro prima cresce, raggiunge un massimo e poi decresce quando entrana in anone i
rendimenti decrescenti del lavoro. Cia si puo spiegare con la legge dei rendimenti
decrescenti: essa stabilisee che si ottengono quantittl di prodotlo sempre piu piccole
aggiungendo unita uguali di un[attoreprothLttivo e mantenendo alIa stesso tempo invariari
gli aleri (atton produtrivi.
La legge dei rendimenti decrescenti affenna, cioe, che l' aumento di un fanore produttivo,
mentre g1i altn fatton rimangono costanti, fa aumentare il prodotto totale. Ma., da un certo
punto in poi, il prodotto sllpplememare che si ottiene aggiungendo successivarnente unita
uguali del fan ore produttivo tende a diventare sempre piu piccolo.
A questa andamenlo della prodLJttivita marginale del lavoro comsponde una curva di costo
totale di breve periodo analoga a quella di lungo periodo della fig. l.a., con Ie corrispondenti
curve di cOSto marginale e cOStO medio. Saranno quesre Ie funzioni che prenderemo in
considerazione nel paragrafo successi....o.
2.2. La scelta della quantita prodona nel breve periodo
Se l'impresa deve decidere quanto produfTe con un impiamo dato (ipOlesi di breve periodo),
s.cegliera di produfTe ia quantita Q in corrispondenz.a della quaie sano soddisfatte le due
condizioni-.
53
. ~
1) cOfldi:iofle marginate Riv(a = CMa
Essa rimane invariata anche nel breve periodo.
2) condi:=ione media P ~ CVMe
Come si puC> notare, essa e diversa da quella di lungo periodo, in quanto iJ problema che si
pone I'impresa ediverso: non si trans di costruire un impianlo, rna di come utilizzare un
impianto data che genera comunque costi fissi. Questo fano puC> far si che, in alcuni casi,
convenga produrre in perdita., se in questo modo sopporta una perdita minore di quells che
sopporterebbe se non producesse nulla.
Sappiarno che:
TI ~ RT - CT ~ p.Q - CMeQ =Q. (P - CMe)
Percic> quando P < CMe, I'impresa produce in perdita.
Ma., mentre neJ lungo periodo tutti i costi sono variabiJi, nel breve periodo oecorre tenere
canto anche dei cosri jissi, quindi la fonnula che rappresenta il proflno diventa:
TI = RT - CF - CV ~ Q. (P - CYMe) - CF
dove C'ft..ie eil costo variabile medio.
In questa situazione !'impresa ein perdita se si verificano due circostanze:
(I) P < CYMe
(2) P> CYMe rna CF> Q. (P - CYMe)
- Se si verifica la (1), all'impresa con\-iene sospendere la produzione e la perdita sari
limitata a CF;
- Se si verifica 1a (2), all'impresa convtene continuare a produrre, in quanto "il primo
addendo della formula., Q-(P-CVMe), essendo positivo, compensa almeno in parte il costa
fisso; mentre se l'impresa sospendesse (a produzione, sopporterebbe una perdita maggiore,
pari cioe all'intero costa flsso.
Riportando su uno stesso grmco Ie curve del C ~ ~ a . . . del CMe e del CV1v1"e, se !e prime due
curve s.ono aU, 10 eanche Ja terza: anch'essa inconrra la curva del CMa net suo punto di
minimo e si trova sempre al di sotto della cunta del CMe; 1a sua distanza da quest 'ultima
curva., che rappresenta il cosro fisso medio, S1 riduce continuarnente, perche il costa fisso si
ripartisce su un numero sempre maggiore di uniti di output
5'


CT

(.)

Qf QG
0
CM!
~

CMe
CM,
C\'hie
(bl
CYMe


OF OG
0
Figun: 3


55

II

Capitola VIII

,
LE FORME DJ MERCATO

1. Criten di distinzione
I
I criteri di distinzione delle forme di mercato sono:
1
dimensione delle imprese: I'impresa si dice piccola se produce una frazione trascurabiJe
~
della quantita gJobale portata sui mercato: si tratta. tnvece, di una grande impresa se la sua
off'erta non etrascurabile;
numero delle imprese: si dice che ci sono rna/[t! irnprese se l'uscita dal mercato di una di
esse non influenza preui e q u a n t i t a ~ ci 50no poche imprese quando, lnvece, un'impresa in
piu 0 in meno influenza i risultati cornplessivi del mercato;
tipo di prodotta: un prodotto eomogel1f:o se per il consurnatore eindifferente l'impresa da
~
~
I,
~
cui 10 acquista (il prodotto e, quindi. perfertamenre sostituibile: un prodorro edifferen:iato
quando. in.... ece, non c'e questa indifferenza;
I,
possibiliti di entrare nel mercato: questa possibilita pUG essere del tuno libera, oppure
puc essere impedita dana presenza di barriere all'ingresso.
II
II
2. Fonne di mercato
Le forme di mercato sono:
CODcorrenza perfetta: questo tipo di mercaro ecaratter1zzaro da:
I.
a) elevate numero di imprese,
~ b) piccola dimensiene di ciascuna di esse,
I' c) prodotto omogeneo,
d) libena di entrata..
I:
e) per la singola irr.presa il prezzo e un dalO: se, infatti, aumentasse il prezzo, perderebbe i
clienti che si ri ....olgerebbero alle allre imprese;
I
i) la curva di domanda eorlzzontale.
ConCorrenz.a imperfetta: in questo mercato ciascuna impresa e in grade di influenzare il
I
pre120 di merca!o, la curva di domanda eindinata negati.... ameme.
I
I

56
10
p
tipi di cancarrenz..a imperfena sana
monopolio: un singolo venditore (monopolista) esercit.a i1 cantrollo completo su
un'industria..; esislona barriere
concorrenu monopoljjtica: stesse cararteristiche della concorrenz..a perfetta., rna il
prodono edifferen.ziato;
oligopolio: Ie irnprese sano poche e di grandi dirnensioni; possono esistere baniere; i1
prodono puo essere ornogeneo (oligopolio puro) 0 differenziato (oligopolio
differeozi.lto).

3. La dom..and.l. di Dleruto

La dimeDsiooe di mercato edata dalla: quantitiJ. eomp/esstva del eM viene domatdata


suI mercalO. La curva di damanda di rnercato viene costruita partendo d.a1.le curve individu.a.li

di domanda. sornmando per cia.scun liveUo d.i prezzo Ie quantiti. domandate dai consumatari.

p p
CW"'o'3 d.i domanda di mercaco

10
..

QI
9

FipanJ
..
..

..
..

Q2
4, Dimensi(lne produrtiVl ottimJ.
La presenza di una forma di mercaro piunosto che un'aJtra puo e:ssere influenzau dalla
dimemi(lne produt't'i-\'J. ortima 0 scala mirurna efficieme (Qo:). ace dalla dimens.ione
deU'impianto (misurata d.a1\a quantiti prodorta) che rende minima il CMe,
Se Qe e molto piccolo, allora c'e posto per moIre imprese (concorren.z.a), se e molto grande,
c'e posto per una sola impresa (monopolio), se e intermedio, invece, c'e posto per poche
imprese (oIigopolio)
Queste situazioni di mercato sono rappresenlate nella fig. 2.
M(lROpolio OligQpolio Conc(lrrenza
o
p p
o
o
CMe
eMe
L-
Q Q Q
Figura 2
5. Barriere all'entnta
I tipi d.i barriere all'entnta sono:
a) [ecDol(lgicbe: si ha quando emolto se un'impresa entrasse con un impianto dl
dimension! infenon nspeno all'jmpres.a. gia esistente suI mercato, si tro....erebbe ad operare
con elevati costi medl quindi, non e competitiva; se entrass.e. inve::e, con un impianto di
dimensioni superiori, troverebbe spa..z:io per la sua produzione solo s.e riuscisse a cacciare
l'impresa gia esistente;
b) legaJi', brevetti, marchi di



c) mr:n:eologl(:he. la possibilila di sfn.Htar: una panicolare fome di acqua minera.le, il POSSG:SSO ,__
di una miniera 0, comunque di una risor:s.a che non ha sostiruti;
d) artificiali- la pubblicit3. che rappresen13 un costo fis.so che su una grande produ.z:ione incide I
poco. rna ha J'effeno di rendere decrescente 13 CUrv3 di CMe.
I


I
I
I
I
I
19

I
I
Capitola IX
I'
LA CONCORRENZA. PERFETTA
I
l. di un'impre:sa in concorrenz.a
II
Nel mercato di concorTenza perretta, (e imprese dey'ona accettare il prezzo di mercato in
I
Ij
quante, essendo la quantita da esse otferta molto I.imitaIa rispetto aile dimensioni eli mercato,
non possono influenzare il prezzo che in esse si efonn.alo.
Nel reginu di per:feJ11J esislono rna/Ie piccole imprese, ciasoma deJle qual;
It
produce un prodOlto idemico ed it rroppe piccola per influerr::are jf pre:zo di mercato.
rn tali condizioni, cia..scun produttore ha di frente una Q.ll"V<1 di domanda perfenamente elastica.,
II
quindi orizzontale, perci6 ilpre::o di mercalo coincide con il rjCO'\JO Marginale e con if ricavo
unitario.
It
I,
I,
II
II

1\
1
l'impresa coccorrenziale, come Ie altre imprese, desidera massimizzare iJ projitto, perche esse
rappresenta la somma de I'impresa puc lnvestire in num; impianri e attrezzature 0 in
11
investimenti finanziari.
I
AI fine di massimi;:are if projiuo. f"/mpresa srahilisce fa propna produ:ione a quelfh.'el!o Q
ClJi il COSTO margmnJe e uguaJe aJ riCm"o margtnaJe ene. per I'impresa concoffenzinle.
coincide con if pre::o"
I
Costo margipaJe -= Prezza <= Ricavo marginate
eM. = P=RN!
I
I
60

Geometricamente, 130 produzione che rnassimizza il profino si situa nel punto in cUlla rena del
prezzo interseca 13 cur.a del costo marginaJe.
P
CMe
CM.
C
/
)
P'
" 1:/
A
'-
./
8
RM'RU
Q' Q
Figural
Considerando suI grafico anche 13 curva del Costo Medio. e possibile calcolare il profitto
dell'impresa che erappresemato dall'area ABCp che edata da:
n ~ RT CT ~ Q' (p' . eMe)
D fano che l'irnpresa concorrenziale stabili.sca., per ogni Livello di prezzo, la sua produzione a
quel liveUo in cui i.l costo' marginale e uguale al prezzo-significa che fa Cl/TW1 del COSIO
marginale di un 'impresa eanche fa sua CUfOJO. di offerta.
E' da stabilire ora a quale liveUo di prezzo econveniente per I'irnpresa u.scire daJ merca.to.
Per far do occorre fare una distinzione tra breve e Jungo periodo.
BREVE PERlODO.
Nel breve periodo, un'irnpresa dovrebbe chiudere quando if pre:=o divenla inferiore 01 COSIO
variabile unitarlo. JI pre=o di mercato che coincide 01 c'?sto WITiahile unitario edena punto
di cbiusura (P = CYMe).
Per prezzi supenori al pumo di chiusura, l'impresa produrra lungo la eurva del costo
marginale; ancl:lC se non riuscisse a copnre i costi fissi, all'impresa con...iene continuare a
produrre andle se perde denaro, perch6, se chiudesse, perderebbe di piu, in quanto dO\ITebbe
comunque sostenere I costi fissi.
61
1

1

Per preui inferion al punta di duusura.... I"impresa non produrra. nicnle. perche chiudendo
perdera sollamo i costi fissi.
1
II punto di pareggio 5i ha nd punta in cui it pre;;o eugua/I! at COsIo ulll/ario fatale
(P = CMe).
ngrafiCD s.eguentc: mostra i punti di chiusura e di pareggio di un'imoresa.
I,
;
p
CM.
CMe
~
11
M CYMe
P-RMa-RMe
II
Punta di pareggio-'
M
I,
Ps
----PunIO di chiuSUI'3
II
Figuna J
Q
La Oln...a di offeru e quella che .sale lungo I'asse vertica1e fino a1 prezzo corrispondente al
puntC di c h i u s u ~ salta iI puntc di cruusura M' in cui P = CYMe, poi conti.,ua a sa.Iire lungo la
curva dei CMa per prem superiori a1 prezzo di cruusura.
II
I,
I( LtJ1'OGO PERIODO

Nel hmgo periodo, tuIt; I costl sane variabi/i, quindi la distinzione tra costi fissi e cost!
h
variabili non epiU valida.
!
Esiste dunque un punta di pareggio entice al di sonG del Quale il prezzo di lungo periodo nOll
I
I
puo perdunre senza ehe Ie irnprt:s.e chiudano e questa edate da.l COSiO medio fatale.
Con riferimento alle curve dei costi presentate neUa fig. 3. il preuo deve nabilirsi nel e al di
I
sopra del punte M affinche l'impresa non e'niuda. nel lunge periedo.
lnolt:re. SlJpponendo che !'ent,ata sia assolu[ameme libera nel lungo periodo, il prezzo di lungo
I
periodo non puc ri.manere aI di sopra del puntO di pareggio eritico, in eomspondenz.a del quale
jl pre::zzo copre esartamente il costo medio totale di lunge periodo. Questo a causa del fatte che
I
nuO\"e irnprese. anratte dai profitti dell' industria., entreranno e I'aumeme deU'efferta farci
abbassare iJ prezzo fino a raggiungere il costo totale unitario.
1
62
I gra.tici successiv1 rappresemano queste siruazioni in sequenza.:
P P
Cr.ta CMe S
p ...........
RMa
P
P'
p"
D
Q" Q Q"
a) equilibrio suI mercato b) equilibrio nell'impresa
P
S
\
CM.
) Cme
""-
./
""'-
./
RMa
D'
D
c) aumento della domanda d) ei<traprofino neU'impresa
P P
S CMa
CMe
S'
p"
D
Q" Q'
Q Q" Q
e) aumento dell'offena
f) ritomo all'equilibrio
Figura ~
I
I
I
I
I
I


1
P == CMa =
~
~
~
~
It
I,
II
I[
I:
~
I

Dai grafici preceden[i figura che la cur.'Q di offerta di fill/go periodo del/'industria euna rena
orizzontale (SI)
In conclusione, quando Ie imprese possono en/rare lIel/'industria e uscime /iberamente, la
condi:ione di equilibria di fungo periodo ela seguenre: i/ pre::o euguale oj cosIo marginate
che, a sua valla, eugua/e aJ costo media minima di fungo periodo.
eMe minima di lungo periodo = prezzo di pareggio
Capitola X
IL FATTORE LAVORO
1. La domanda di lavoro net bre..'e periodo
Prima di analizzare la domanda di lavoro, oecorre dire ehe 50no Ie imprese ehe domandano
lavoro, in quante fattere deUa produzione ehe, invece, viene offerto dal lavoratore, in quante
detentore del fattore lavoro.
la funzione della domanda di lavora deriva da quella della produttiviti marginale dellavoro
(PM.N).
Se consideriamo un'impresa ehe produce utilizzando layoro N e un impianto M, oel breve
periodo essa potra aumentare la produzione solo incrementando N, in quanto [anore variabile,
mentre M efisso.
Per tutti i fatton della produzione vale la legge della produttil'itil ftUJrginale decrescente ehe
sostiene ehe si ottengoflo quanti/a di prodollo sempre piu piccole aggiullgendo UnilQ uguali di
un farrare; di conseguenza, la funzione ehe rappresenta la PMaN sara una funzione
d ~ r e s c e n t e all'aumentare delle unita di N.
Dato che la PMaN rappresenta Ie unita di prodotto che un lavoratore aggiuntivo riesce ad
onenere, moltiplicando la PMa..N" per il prezzo del bene ottenuto si ottiene il valore della
produttivita marginale dellavoro (VPMaN)
PPMaN ~ VPM.N
Essa indica quanta rende ail 'impresa, in lennini di rictn'o, un 'unita addi:ionafe di favoro.
ncosto di un'unita di \avoro ew, ossia il salario.
Considerando che l'impresa tende alia massimizzazione del profitto, e che VPMaN rappresenta
il R.M:a., mentre w il CMa., la quantit.1 di lavoro impiegaca sara No, come risulta dalla fig. I.
VPMaN
W
DI
.
WI
Da Wa
Wa
~
Figura 1
Nl No N
.
65

....
Infatti, se:
N < No. si ha che VPMaN:> W --+ all'impresa comiene aumentare N fino No
N :> No, si ha che W:> VPMaN --+ all'impresa conviene diminuire N fino No
La quantiti di lavoro domandato e, quindi, la curva di domanda di lavoro di breve periodo
dell'impresa e, dunque, individuata dal!'incontro tra W e la curva della al variare di
W, I'impresa assumera quel numero di lavoratori che Ie perrnerte di eguagliare Walla VPMaN,
ossia il eMa al RM:a.
Finora abbiamo tenuto costante il prezzo del prodotto dell'impresa. Vediarno adesso come una
variazione di P influenza la, curva di domanda di lavoro (fig. 2).
Dato che:
VPMaN = p. PMaN
una variazione di P comporta 10 spostamento di VPMaN. All'aumentare di P, la curva di
domanda di lavoro si sposta verso destra, quindi, per ognj livello saIariale, !'impresa aumentera
il numero di unita di lavoro impiegate. Una diminuzione di P comporta, invece. to spostamento
della curva di domanda di lavoro verso di conseguenz.a, per ognLliveUo
I'impresa dirninuiri i1 numero di unita di lavoro impiegate.
DNI
Wo
Figur.l 2
NI
N'
N
66
I
2. La domanda di lavorn nellungo periodo
Net lunge periodo, l'irnpres.a puc vmare non solo I'irnpiego di lavoro, rna anche la quantita
dell'altro fanore, date che la dimensione dell'irnpianto puc essere rnutata. Di cons.eguenza, nel
lungo periodo, non esiste una sola curva della PMaN, rna piu curve, ciascuna delle quali
comsponde ad una diversa dirnensione dell'irnpianto.
Dato che un maggiore irnpiego di M accresce la PMaN, un aurnento deUe dirnensioni
deU'irnpianto sposta la curva VPMaN verso destra.
Anche nellungo periodo, dati i livelli di salario W, e de! prezzo del prodotto P, la scelta di N
sara identificata dalJa condizione W ;;:: VPMaN, rna in questo caso non edetto che la curva di
dornanda di lavoro coincida con quella di VPMaN.
Nella fig. 3 e rappresentata la curva di domanda di lavoro in una situazione di salari
decrescenti. Se il s.alano W dirrUnuisce da WI a W2. l'irnpresa sara disposta ad aurnentare
l'irnpiego di lavoro, rna non dornandera la quantita N' sulla vecchia VPMaN (VPMaNI), rna la
quantita N2 idemificata sulla nuova curva VPMaN2. Se, infani, la dirrUnuzione del salario
induce l'irnpresa a produrre di piu, diverra conveniente non solo accrescere I'irnpiego del
lavoro, rna anche utiliuare un irnpianto piiJ grande che sposta a destra la curva di VPMaN.
WI
ON!
Figun,J
NI N' Nl N
La quamita di lavoro al nuovo salario sara N2, identificata dal punto B sulla curva VPMaN"2.
Per trovare la curva di domanda di lavoro nel lungo periodo basta unire tutti i punt} come A e
B, che identificano Ie scelte dell'irnpresa ai vari livelli di salario.
67

,
,

3. La domands di l.avora nell'industri!.


Finora abbiamo parlato di domanda di la..... oro nella singola impresa Ora consideriamo la

domanda di lavoro da parte di tune Ie imprese che [ormano ['industria.


Esaminiamo la fig. 4. La curva della domanda di 1avoro dell' industria VPMaNo Sl onlene
sonunando Or1zzontalmente Ja domanda di 1avoro che ogni impresa appartenente all'industria
I presenta ad una dato ~ v e U o di W. Su questa curva si individua 1a quantita domandata di Javoro
~
No a1 salario WO
~ Se il salario scende aWl, a parila di prezzo la richiesta di lavoro scenderebbe a N'. rna il
prezzo non rimane inalterato; I'aumento dell'impiego di lavoro da parte delle imprese provoca
un aumento della quantiti offerta di bern sui mercato e, di conseguenza., una dLminuzione dei
premo Cia provoca uno spostarnento verso sinistra della cun:a della VPMaN fino a VPMaNl.
~
In questa situazione, 1a quantita domandata di lavoro al salario WI non sad. N' ma NI.
La curva di domanda di lavoro dell'industria si ottem! congiungendo i punti Bee che
~
rappresentano Ie quantiti domandate di lavoro ai van livelli salariali.
~
VPMaN
W
~
Wo
~
B A
It
WI .
Figun. ~
No
I
I
r
,
,
NI
I,
I:.
I
I
I
I
68
4. L'ofTtrta di 1.8voro
L' offerta di lavoro del lavoratore euna fur..zione crescente del salario in qua.nto nuovi soggetti
sonG disposti ad entrare nel mondo del lavoro 50ltanto aI crescere del salafio, come si puc
notare dalla fig 5.
w
SN
Figura 5
Ira Ie industrie esistono dei differenziali salariali che compensano Ie diverse condizianl
lavorative (es: rischio) e che, quindi, non incentiva.no i lavoraton a spostarsi da un'industria ad
un'altra. Se pero il salafio in una cena industria registra un miglioramento non giustificato della
condizione l'!Yorativa, allora non solo incentivera nuovi soggetti ad entrare nel mercato del
lavoro, ma attrarra lavoratori dalle altre industrie. Anche I'offena di lavoro relativa
all'industria, quindi. eCrescente rispetto a1 salario, sia nel bre',e che nel lungo periodo.
5. La disoccupazione
II punto di incontro tra la curva della domanda ( D ~ ) e quella dell'offena di lavoro (SN)
rappresenta I'equilibrio nel mercato del lavoro; in questa situazione il salario etale da gara.ntire
1a plena rxC1lpa=ione. Questo termine non significa che tutti i laYOralOn sono occupati, ma che
tutti i lavoratori disponlbili a lavorare al salario di mercato lrm'ano impiego e, allo stesso
tempo, tutte Ie imprese sana in grado di occupare tutto illavoro che desiderano.


69
I
I
I
in termini la piena OCcupu\one e identificata dar ;lUnto di in:ersezione tfa domanda e
offerta ci lavoro, questa e il ;Junto E deUa fig. 6 a cui comsponde il s.a1ario W d..i plena
occupa.z:Jone.
t
W

SN
A C
I
Wo
......... ..
W'
I
DN
I
I N. N
Figura 6
I
I
Anche in una situazione di piena occupanone vi e diSOCtupazione, queUa cosiddena
I
volootaria e comprende coloro che sana disposti a Javorare solo ad un salario superiore a
quello di equilibn"o. Essa e rapprese:ltata dal trane EB nella fig. 7 dove Ns rappresenta la
I
fom lavoN, ossia tutti colora che sono disposti a lavora..re, compresi coloro che gi.a lavorano.
Si ha, invece. disoccupazione in.... olontaria qUaI'l:do il salaria di mercato esupenore a queUo di
I
equilibria. per esempio 6pari a WOo In questa case le imprese sono disposte ad assorbue Nd,
mentre il lavoro offeno eNs. Questa tipo di disoccupazione e rappresentato dal tranc AC
deUa fig. 6. La concorrenza tra dis.occupati fara si che aJcuru saranno poi disposti a lavorare per
I
un salario plU basso, inducendo Je imprese a irnpiegare altri lavoratori can conseguente
riassorbimenro della disoccupaziane. Ma cia si veritica solo nell'ipotesi di flessibiliti del
I
salaria; se il saJario risulta rigido verso ;1 basso. tale ripo di disoccupazione permane.
Le cause della rigidita de; salari possono essere:
I
1) I'intervento legislativo che impone minirni
I
2) 1a contranazione colleniva, attraverso cui Ie organi.u.a..zioni decidono di imporre un data
salario;
I
I
70

B


la produzione di un bene senza diminuire quella dell'altro, Le seconde sono queUe che si
trovano all'interno della frontiera; e poss.ibile, infani, aumentare la produzione di entrambi i

beni con la forza lavoro disponibile.


,",

'"
oj
0,

, - - - - - - - - - - ~ - - - -
______L
,
_
,

,
I,
,
,
,
,
,
,
,
!

,
o : N. 0 : 0,
, ,
I N I F.(O,J
N, I , I
N --------\-------:...----------- ---------t----
" ,
" ,
" ,
" ,
" ,
" ,
" ,
" ,
- - - - - ~ - - - - - - - - - - - ---------
,
,
,
01$ :
oc... -,-.
o'- - ' . - L - ' L _ ~
N N, 0,
",
'0'
Figura I
Per saggio marginale di trasfonnazione (SMaT) si intende, invece, qual ela riduzione del
bene B (6 Qb) neces.saria per ottenere un'unita in pili del bene A (.6. Qa). Esso rappresenta
l'inclinazjone della rrontiera in un punto e s.i indica con:
'" Qb
SM.T=
'" 0.
Se consideriamo le due variazioni che compaiono nel rappono ris.ulraml daUo s.pos.tamemo di
un'unita di lavoro dalla produzione di B a quella di A.. s.i ha .6.Qb = PMaNb e t:l..Qa= PMaNa.
Sos.tiruendo ques.ti dati nella fonnula precedente s.i ha:
'" Qb
SM.T=
=--
PMaN.
'" 0.
I
I
Siccome, man mana che trasferiamo lavoro dalla produzione di B a quell a di A il numeratore
I
,
>
aumenta e i! denominatore diminuisce, if SJ,.,faT cresu all 'oilmen/are della produ.:ione di A.
~
~
4. L'allocazione ottimale
Supponiamo che tuni i consumatori siano identici riguardo alle preferenze. SOVTapporuamo il
~ grafico della frontiera delle possibilita produttive a queUo delle curve di indifferenza: il punto di
tangenza individua l'aUocazione ottimale. Siccome nel punto di tangenza. 1a pendenza delle
~ due curve ela sressa, e 1a pendenza della frontiera emisurata dal SMaT. mentre quella delle
curve d'indifferenza e misurata dal SMaS, l'allocazione ottimaJe \iene identificata daJla
~
condizione:
SMaT=SMaS
~
II
Supponiamo ora che i consumatori siano tutti diversi; in questa situazione, Ie curve di
indiffererua di ciascun consumatore sonG diverse tra loro. ma e possibile dimostrare che la
II
condizione che identifica I'allocazione onimale reSIa la stessa: I'onimo si ha quando i SMaS di
tutti i consumatori sono uguaJi tra lora e sonG uguali al SMaT.
I,
Dimostriamo cia in due tappe: nella prima vedremo che l'onima distribuzione di due bern tra i
consumatori implica I'uguaglianza tra i SMaS; nella seconda dimostreremo che il comune
II
valore del SMaS deve essere uguaJe al SMaT.
11
!
4.1. L'ottimo dei consumatori
I Un econornista italiano, Pareto, ha proposto un criterio per identificare I'allocaz:ione onimale
delle risorse tra i consumatori; un'allocazione e ottimale in senso paretia.no (pareto
I ottimale) se, cambialldo la distribu:ione delle risorse rra due individui. uno di essi sta
peggio, lasciando invariata la siluadone deWalrro. Questa distribuzione e ottimale, perche,
I evidentemente. un cambiamento da questa siruazione porta solo al peggioramento della
situazione di almeno un consumatore, quindi, meglio di cosi non epossibile stare. Al contrario,
I
I
un'allocazione delle risorse non e onimaJe in sensa paretiana quando una lore diversa
distribuzione Consente di rnigliarare la situaziane di almena uno dei due individui.
I
76
I
...

,
,
Un'allocazione C econsiderata migliore di una D se in essa almeno un conSllmatore SL1 meglio
..
e nessun consumatore sta peggio; in questo caSO C edena Pareto superiore rispeno a O.
Traduciamo tuno su un granco: il diagramma a scarola rappresentato nella fig. 2.
o 0 .
..,M""-'----,"-------- 0,
0,
0,. ---------- -- - 0
E, .,
E, :- """
.L
O. 0 o.

Figura 2
Esse e costiruito dalla sO'wTapposizione delle mappe di curve di indifferenza relative a due
consurnatori: I e 2. Le basi e Ie altezze della scatola misurano. la quantit.i di A
e la quantita di B disponibile per i due consumatori. Ogni punto della scatola rappresenta
un'allocazione, ossia una distribuzione dei due bern tra i consumatori.
L'alloca.rione C non ePareto-onimale. poiche, passando da CaE I epossibile ridistribuire Ie
quantita in modo da accrescere l'util1'.i del secondo consumatore (spostarlo su una curva di
indifferenza piu alta) senza ridurre l'utilila del primo che rimane suUa stessa curva di
indifferenza. Oi conseguenza \'allocazione El ePareto-onimale, in quanto non esiste un'altra
redistribuzione dei beni che non riduca l'utiliti di almeno un consumatore. Si noti che in El Ie
due curve di indifferenza sono tangenti e perci6 i due SMaS seno uguali. Questa proprieti
identifica tune Ie allocazioni Pareto-onimali: E2, EJ ed E.,I..
Per concludere, non esiste una sola allocazione Pareto-onimale, ma ce ne $Ono tante; $Ono
tune queUe che corrispondono a punti di rangenza tra 2 cur-.e di indifferenza, ovvero tune
queUe per cui risLllta soddisfana [a condizione dell'eguaglianza tra i SMaS.
4.2. L'ottimo complessiYo
Le allocazioni Pareto-onimali non $Ono pero tune efficienti; 10 sono so[tanto queUe che si
trovano lungo fa fromiera delle possibilita di produzione, e non qLleUe aJ di $Ono di essa.
77
I
I
I
Consideriamo [a lig. 3 dove e SlalO cosrruiro un diagramma a scarola denrro la frontiera, in
modo che un venice della scarola corrisponda al "paniere" di prodotti di cui vogliarno valutare
I la Pareto-ottimalita.
\
I o

\
D
~
oL- ---'__----.J_-;;+
D.
II
Figura J
II
Le allocazioni efficiemi (queUe che si trovano sulla frontiera). 50no rune Pareto-ortimali? La
II
risposta e negativ3, Si consideri il punta C: esso non e Parero-ottimale, perche i SMaS seno
diversi; mentre 10 e. invece, I'allocazione del puma E. perche in quel puntc il SmaS de!le curve
II
euguale ed euguale-al SMaT (indinazione della frontiera nel puntc D). Delle allocazioni che si
trovano sulla frontiera. quella Pareto-ottirnale equindi. solo D in cui:
11
SMaS, = SMaSz ~ ... = SMaT
In conclusione, solo quando i SJvfaS de; var; consumalori sono ltguob e sono uguali al SNfa T,
I'alloca:iofle it ParelO-ottimale.
I

Ii
5. Vallocazione del mercato concorrenziale
I
Se il mercato eperfertameme cOl1correl1=iale, arrh'a all'alloca.=Jone Pareto-ot1imale.
Verifich..iamo tale affennazione. lnnanzirurto. occorre ch..iederci se nell'allocazione realizzata
I dal rnercaro si irnpiega tuna la risorsa (lavoro) disponibile. Se e irnpiegata integralrnente, allora
I'allocazione eefficieme (si trova sulla frontiera); altrimenti einefficjente.
I
I
"
- ~

,
Supponiamo che it lavoro sia disponibile in quamita limit at a pari a N. Data un cena salaria W,
la damanda dell'impresa sara. Dn (W). Se I'impresa dornanda:
Dn (W) = N ---+ I'alloc.az.ione eejJiciellte;
Dn (W) > N ---+ l'allocazione eirraggiungibile, rna il meccanismo di mercato detennined.
un a.umento di W che ridurri la domanda di lavoro riportando il sistema sulla frantiera e,
quindi, all' efficienza.
Du (W) < N --7 l'allocazione einefficient , rna ci6 indurri una riduzione di W che
ripened. il sistema sulla frontiera e, quindi, all'efficienza.
Abbiamo cosi vista che il funzionamento del mercata del lavara porta il sistema economico
sulla frontiera (quindi, 1a risposta a1 primo quesito eaffermativa), ma in quale punto?
Riprendendo concetti visti in precedenza., Ie imprese che producono il bene A e queUe che
producono il bene B decidono it numero di lavoratori da impiegare sulla base di:
W=PMaN.> Pa
W = PMaN
b
>Pb
da cui:
P. PMaN
a
=> SMaT = (I) PMaN.> Pa = PMaN
b
>Pb
=
P M . a N ~ Pb
I consumatori, invece, degdono Ie quamita da acquistare sulla base della condizione di
tangenza tra 1a curva di indifferenza ed il vincolo di bilancio, ossia:
P.
SMaS=
(2)
Pb
Confrontando la (1) can 1a (2), abbiamo trovato la condizione che identifica la condizione
Pareto-ottimale, ossia:
SMaT= SMaS
Se Pa e Ph sono prezzi di equilibrio, sono tali, cioe; da eguagliare la domanda del cansumatari
can l'offena delle imprese, allora ['allocazione realizzata dal mercato e quella ottimale.
Nella fig. 4.a., la retta p tangente alia frontiera nel punta F e alIa curva di indifferenza nel punta
C, ha un'inclinazione data dal ra,pporto Pa / Ph La scelta delle imprese e nel punta F dove
SMaT = Pa / Ph. cui comsponde una quantita offerta pari a Sa e Sb,; invece, la scelta dei
79
I
I

consumaron enel puma C dove SMa$ := Pa I Pb. cui corrisponde una quami[a domanc:Ln.a pari
aDa e Db. Ma i mercati non sena in equilibria, si ha.. infatti. Sa < Da e Sb > Db. A questo punta

il preZ2Q Pb scende. perche c'e un eccesso di oErena.. e Pa sale, perche c'e un eccesso di
1
1
~
domanda. Perci6 Pa / Ph aumenta e la retta p diventa pili ripida.
Cio proyoca due effetri:
1) si riducono gli eccessi tra domanda e offena, riportando iJ sistema in equilibria;
~
2) il punta F scorre lungo 1a fromiera e il punto C si sposta su curVe di indifferenza piiJ basse e
piu vicine aHa frontiera. arrivando a coincidere (la curva di indifferenza diventa tangente alIa
II
frontiera.
A questa punta i mercati sono in equilibria e I'a!locazione delle risorse e onimaJe. Questo
risultato finaJe eillustrato nella fig. 4.b.
I,
,-,
,,,
II
5 A ____
I,
o.
F'
0,
D.
l
-- __ ~ - - E
.
,
, S " D o ~ - - - - - - - -
,
, ,
, ,
, ,
, p ,
,
I, , ,
, ,
0 0
S. D. O. 5,.0, O.
It
Figura 4
I,
,
I
II
6. n prezzo ombra

I,
Beneficio marginale sociaIe (BMaS) lilisura quanta la sacieta edisposra a paga.re per avere
un'unita in pill di un determinata bene. La curva BMaS coincide con la curva di domanda D.
C05to marginale s()clate (BMaS) misura quanta costa alIa societa produrre un' uniUi in pili di

un certo bene. La curva CMaS coincide can la curva di offerta S

-
P
S C/.uS
E
P'
0- BMaS
fipra5
Q
quesre si ha BMaS = CMaS quando D = S. Se il prezzo che assicura
J'equilibrio ep.. , allora questo preuo soddisfa anche la condizione BMaS ::;: CMaS. assicura.,
doe, che I'alloca.zione rea1izzata dal mercato ePareto-ottimale.
nprezzo in corrispondenza del Quale j'allocazione eottimale eil prezzo ombra.
81
I
I
I
Capitolo XII
IL FUNZIONAMENTO DEL ME RCATO
I
I
L La leona della IoOmano invisibile"
La "teona della mano lnvisibile" che afferma che il rnercato, attraverso dei meccan.ismi che si
I
innescano in maniera automatica, ritoma si basa sulle seguenti ipotesi:
\
1) i soggetti economici agiscono secondo i1 principia della razionalita;
2) I'attivita eeonomica etiber<;
\
3) i mercati seno perfettarnente concorrenziali.
Vediamo cosa succede quando la 2) non 51 realizza.

I(
2. n dilemma del prigioniero
Consideriamo due soggetti: Primo (P) e Secondo (5) che si tTavano chiusi in una cella.
,(
Ognuno ha una certa dotazione di un dato bene e ne cede parte all'altro per ottenere in cambia
I,
beni che non ha. Se Ie transazioni di scarnbio avvengono liberarnente, ognuno dei due individui
alIa fine si trovera con un "paniere" che ha un vaJore di utilit! superiore al paruere iniziale.
I,
Le cose ca.mbiano se vengono imposti dei vincoli sutle transazioni. Supponiamo che g1i scambi
II

possano avvenire solo di notte e di nascosto della sorveglianza: un prigioniero pone parte della
propria dotaz:ione in una scatola sou uno scaffaJe; durante la notte I'altro prigioniero ritira 1a
scatola, ne prende il contenuto e la ripone con p'arte della propria dotazione. In questo modo,
h
,
perc, i prigionleri non sanno quanto ottengono in cambio di quelle che mettono nella scatola e
potrebbere anche riscruare di trovare la scatola vuota. (jgnuno puc scegliere due" strategie:
I
cooperare (riempire la scatola) 0 defezionare (lasciarla vtIota).
Nella matrice dei pagamenti seguente sono mostrati i risultati in termini di utilita a cui questi
I\
danno luogo.
I:
no
MATRICE DEI PAGAMENTI
Sec<> d
I
COOfXra 150
coap<ra
150 50
de/ciona
200
I
defe;iona 200 200 100 100
I

Conviene cooperare 0 defezionare? Questa quesita rappresenta il dilemma del prigioniero.


Dato che P non conos.ce la scelta di S, la strategia migJiore che egli puc adottare i: defezionare,
i ~ t t i :
- se S coopera, a P conviene defezionare (P ottiene 200 invece che 150);
- se S defeziona, a P conviene defezianare (P ottiene 100 invece ehe 50).
La concluslone che possiarno trarre e che se viene meno una delle ipotesi fondarnentali della
''teona della mana invisibile" questa fallisce; resito finale che si raggiunge non eil migliore
prospenabile per gli individui, infatti. l' attimo coUenivo si sarebbe ottenuto con la
cooperazione di entrambi (150 + 150 = 300).
Perche it rnercato (la "mana invisibile") poss.a funzionare correttamente e necessaria
un'lslituzione che garantis.ca la liberti delle azioni economiche ed impedisca comportamemi
de...n.anti. Nella matrice rimarrebbero. quindi. solo due esiti: queIlo in basso a destra e quello in
alto a sinistra (accettare 0 non accettare 10 scambio); in questo caso, la ricerca dell'ottimo
individuaJe di ciascun soggetto conduce all' ottimo collettivo.
3.!'"'fallimenti del mercato"
Gli economisti parlano di faUimento del mercato ogni voila che /'alloca::ione do. esso
raggiunla non eParerO-OUimale. Le cause di faHimento sona:
I) assenza di concorrenza perfetta
2) presenza di esternalita.
3) presenza di bern pubbbci.
I cnteri per identificare iI fallimento sonG due:
a) verificare se esiSte un'allocazione Pareto-superiore rispetto a quella raggiunta dal rnercato;
b) verificare se il prezzo ombra ed il prezzo di mercato differiscono.

Capitola XIII

L'INTERVENTO PUBBLICO
,

1. Le caratteristiche dell'intevento Dubblico


~
A differenza dei privati, 10 State ha una capacit3. autoritativa ehe utilizza per imporre
determinati comportamenti (obbligare it pagamento di un'imposra, imporre un pre.zzo massirno
~ o minima, ecc.),
Le aree di intervento pubblico sono Ie seguenti:
~ a) I'acquisto, la produrione e I'affecta dt particolan bern e servizi;
b) la resolamentazione delle ani";ta di mercato,
~
c) J'attivazione di programmi redistributi..i
~
lit
II
2. Gti obiertivi dello 5tato
La rGoria della scelta sociale sostiene che 10 stato imerviene alIa scopa di realizzare
l1.1'allocazione Paretoonimale che il mercato. da solo. non ein grada di garancire. U criteria
I,
guida e. dunque, la ricerca dell'efficienu. Tuttavia., I'intervenlo pubblico deve essere gu.idato
anche da! criteria deU'equi1a che, come vedrerno. contrasta con i\ precedente.
I,
Consideriamo un diagramrna a scatola in cui sana nportate Ie curve ci indifferenza di due
soggeui. Primo (P) e Secondo (5). e dove Ie a1Jocazioni efficienti sana state unite can la
1\
cosiddetta ClJrva dei contratti rappresema:a nella fig. 1.
I
?o.'--- ~ _____, o.
I,
o c
I

,
,


Se la situazlone iniziale eA, 10 Stato, nella ricerca deWefficienu.. puo portare il sistema in B;
rna B e un'aHocazione iniqu3-, perche i beni non 5Ono distribuiti in modo uniforme.
L'allocazione equa ela E che perc non eefficiente Spes.so, per perseguire I'efficienza si deve
sacrificare l' equita e viceversa.
Consideriamo ora 1a rrontiera delle utLliti (fig 2) che mostra per ogni livello di utilita di un
individuo, Primo (P), 1a massima utilita raggiungibile da Secondo (S). Tutti i punti sulla
frontieTa sano allocazioni efficienti (pareto-onimali), menue Ie aJ.IocaziorU eque seno queUe
sulla semiretta OE In cui i due soggetti hanno la stessa utilit!' Le allocazioni che si trovano
sulla retta OE non 5000 efficienti, perche e possibile aumentare I'utiliti di entrambi gli in&.idui
sponandosi verso la frontiera.
Supponiamo di trovarci in H:
a) se il criterio delle Stato equello di Pareto, esso scegliera un punto del tratto H' HI! in cui
entrarnbi i soggetti stanno meglio e che non eulteriormenre migliorabile;
b) se 10 Stato e malta sensibile al criterio delI'equita. sceglieri iJ punta E' che sta sia sulla
frontiera che sulla semiretta OE, e percie effettueri una redistribuzione a vantaggio d.i
Secondo;
Us
F\J E
E'
H H"
o
UP
c) 10 Stato potrebbe scegliere una allocazione facendo ricorso ad una mappa di curve di
indifferenza che cescnvono la funzione del benessere sociale (fig. 3). n valore della
funzione al1rnenta man mano che si passa a curve di indifferenza pili alte. La scelta ottimale
e nel punta S che e Pare:o-ottimale rna non e equo. Cia signiflca che nella funzione de!
benessere sociale entrano altri argomenti oltre all'efficienza e all'equit.i Tale funzione e,
infatti. il risultato dell'interazione di un certo numero di soggetti: elettari, eletti, partiti,
85
gruppi di pressione, burocrati; ognuno ha la propria funzione obieniYo e cerca di far si che
10 StatD favonsca i propri interessi.
u,
,
B,
8..
,
,
I
/
"

.
l,''--'

I
,-
Figura J
I
I
3. Esempi di intenrento pubblico nel mercato
I
3.1. La regolamectuione del prt'IZlI
l
I Consideriarno il mercato di un prodotto agricola. it grano. L'offertil viene influenzata dalle
condizioni dimatiche che determinano variazioni continue deJla quantiti e del preu.o.
La Stato puo intefYerure con I'obieni"v'o di stabilizzare il prezzo ad un dato livello Pm
comspondente a condizioni climaliche medie E' necessaria che interveng3 sia quando il
raccolto e abbonclanre. acquistando l' eccedenza e riducendo cosi I' offerta aSs, 51!
quando escarso, rivendendo tale quantiri e aumentando I' offena a Sa (fig. 4).
P
\
S5 Sm
Ps Sa
,
,
Pm
P,
0
Figura -t
"
.:<'
Qs Qm Qa
86
: I
3.1. T a ~ e e sussidi
Vi sono dei beni chiamati "beni meritevoli" (meril good) che 10 Stato riciene debbano essere
consumati in misura maggiore rispetto a quanta avviene in un mercato concorrenziale. Per
realizzare tale obiettivo puc sussidiame la produzione dando alle imprese un contnouto per
ogni uniti venduta. n costa marginaJe si riduce e I'offena si sp?sta a destra fino a raggiungere
U livella Q' desiderata (fig. 5.. ). Sussidiare, inaJtematiw, uc<>nsumatare wobbe mena
efficace, perche questi impiegherebbe I'incremento del suo reddito nell'acquisto non solo e non
sempre del bene in questione.
AJ contrano, vi sono dei bern che 10 Stato pensa che debbano essere consumati in misura
inferiore, i merit bad; in questa caso puc gravare ogni unita venduta con un'imposta, cosiccM
t'aumento del costo marginale riduce {'offena e la quantita a hvella Q. (fig. S.b.).


I
I
I
I
87

(a)
P
(b)
P
S S'
s
p.
Po
po
Po
D
D_
Q Q' Q<J
Q
Figul"'26
S
--
I
I
Capilolo XIV
I LA CONCORRENZA IMPERFETIA
I,
1. Differenza tl'"l c()ncorrenu perretta e tQnCOrTenu imperietta
Un mercato perfettamente concorrenziale eun mereato in cui ogni impresa etroppo piccola
iii
It
per influenzare il prezzo di mercato.
Si ha. la conCOTT'enza impenettA quando, invece, i singoli venditori sana in grade di
esercitare un cerlo gratia di controllo suI prez;o del prodollo di quell 'industria.
1\
ngrafico sonostante mostra la differenza tra concorrenza perfena e imperfena.
It
(a)
(b)
impress in concorrenz.a perfetta
impress in conCOrt"enza imperfetu
p
.
p
d' ,
I ~
It
I
\
\
"
"
\
,
'-'-,
'
-
~
q
Flgur21
-
q

Un'impresa in concorrenza perfena ein grade di vendere t'Ut'"..a la quantita q che desidera lungo
ta propria cur."a d.i domanda d costiruiu da una retta oriz:zontale, senza. far mai dirninuire il
prezzo di merc.atc (fig. La.).
It,
L'impresa in concorrenza imperfetta trova che la propria cu",,'a di domand.a. ha pendenza

~
negativa, poiche un aumento delle vendite spinge verso il basso il prezzo. E, salvo che non si
trani di un monopolista protetto, una riduzione del prezzo delle imprese concorrenti sposta.
sensibilmente ia curva di domanda d dell'impres.a verso sinistra in d' (fig. lb.).

::

2. Tipi di concorrenu imptrfetta


I tipi di concorrenz.a imperfena sono:

l. monopolio: un singolo venditore (monopolisra) e.sercita if controJlo complero su


un 'industria.

2. oligopolio: gli oligopolisti sono di due tipi: a) un piccolo rrumero eli vendi/ori prcxfucono
una merce identica: b) un piccolo numero di venditor; prcxfucono hem differenziati,

Sono detti prodotti differenzia/i quei bero Ie cui caratteristiche importanti vanano. Es. la
Mercedes, senza essere identica alia BlI.1W. ein concorrenz.a con essa nel mercato delle auto di
lusso.

3. concorrenza monopolistica: molt; vendi/ori prodl{COnO beni dif[eren::iati.


Es. il mercato al dettaglio della benzina: posso rifomirmi della marca X nel mio paesino, perche

mi epiu comedo, rna se la marca X aumenta di poche lire, aHora faro riJomimento alia stazione
di servizio un po' piu distante che ha la marca Y. In questo caso vediamo operare la

concorrenz.a imperfetta fra molti; I 'u,iica differen:a con la COIJcorren:.a perfetta e che, in
questa caso, if bene eJie.'emente differen::iato.

3. P monooolio

Un monopolista deve sottostare a due condizioni:


1. per vendere un'unha aggiuntiva del suo prodono deve ridurre il prezzo di mercato deUe

unita d1 conseguenza il monopolista si trovera di fronte una curva di domanda


con pendenza negativa;

2. it monopolista non puo stabilire contemporaneamente la quantita da portare sul mercato eel
il suo prezzo, rna se vuole decidere il prezzo deve accenare la quantita che i1 mercato e
disposto ad assorbire a que! prezzo, mentre se wole stabilire la quantita deve aecenare il

II
prezzo ehe il mercato edisposto a pagare.
AI fine di massimi::are i/ prajillo, il mO/lopolista stabilisce la propria produ:ione a quel
..
/ivello in cui il costo marginale eug7lale al ricavo marginale .. _-_.-
Costo marginale .= Ricavo marginale
..
CMa=RMa
Occorre, studiare la eurva del ricavo totale e del ncavo marginate,
8'
Per ogni livello di vendite, il ricavo totale sara:
Con un prezzo decrescente, la curva del ricavo totale sara inizialmente crescente fino quando la
curva di domanda e elastica; quando S1 giunge at punto mediano della curva di domanda
tineare, il ricavo totale raggiunge il suo massimo. Ma quando fa quantita Q cresce al di sopra di
questo punto, la domanda diventa anelastica e la curva del ricavo totaJe diventa decrescente.
Come si vede dal primo grafico dell. fig. 2, il monopolist. massimizza il ricavo al livello eli
produzione Q*, cioe nel punto In cui la curva del RT raggiunge il m a s s i m o ~ perci6. se il
monopolista non avesse i costi, il monopolista venderebbe al prezzo che massirniz.z.a. il ricavo.
In realta, per attuare la produzione, il monopolista sostiene anche dei costi, per CUI per
massimizzare il profino, egli tende ad eguagliare II ricavo marginale al costo marginale.
p
Ricavo lOWe:
~ Q*
p
RT
Q
o
Figura 2
p
Q.
Q
Siamo ora in grado di trovare l'equiEbrio di massimo profino del monopolista:
90
I
Per massimizzare il profitto, I'impresa deve trovare i valori di equilibna de prezzo P" e della
quantita Q' che danno iJ massimo profitto.
Come aff'ermato in precedenza, questi ",alan si ottengono nel punta in cui if ricm'O marginale
dell 'impresa i! uguale al costo marginale.
Costo rnatginaJe = Ricavo margioale
CM. = RM.
Percio quando:
1. RMa > CMa sf possono realizzare projilJi addizionaU aumemando la prrxiuzione
2. RMa < CMa si possono realizzare profilii addizionali diminuendo la produzione
3. RMa =CMa si puo otlenere it massimo projiuo. poiche non vi sono profitti poten;iali da
reali==are variando 10 produ:ione.
La situazione di massimo profitto pUG essere rappresentata graficamente in questa modo:
Q' Q
Figuf"3 3
Considerando suI grafico anche la curva del Costa Media, e possib\!e calcalare il profilto
dell'impresa che erappresentato dall'area ABCP" che edata da"

IT =RT - CT =Q" (P" - CM.)



I

I
I

p
P"
C
CM.
-
D

91
I

,
IIj
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.,
It
It
It
II
II
I(
I,
I;
,
.
It
If
I
I
"
~
I

3.t. La perdita sodale
Dato che il monopolist3 cleve massimizzare i profitti eguagliando iI RM"a a.l CMa, e che il RMa
non coincide con il prezzQ, restringe 1a produzione causando una perdiu di utiliti sociaJe,
termine che indica la perdita del reddito reale 0 di rendita dei consumatori.
Per rendila dei COllsumatori si intende la rendita di cui i consumatori godano fiel momento in
cui acquistano la quantiti Q2 ad un prezzo P2 che rappresenta il prezzo deU'unita di 'bene
corrispondente aI punto E e, cioe, un prezzo pill basso rispeno a queUo che essi sarebbero
disposti a pagare per onenere Ie unlta di bene precedenti; essa e rappresentata dal triangolo
PEF.
La perdita di utiliti sociale puo essere spiegata attraverso una versione semplificata del grafico
del monopolist. (fig. 4).
P
Pl
P2
Figun 4
8
G
eM
QI Q2
Se l'industria fosse concorrenziale, infatti, I'equilibria s: situerebbe nel pUnIa E, in cui il costo
marginaJe sociale eM e uguale a.U'utiEti marginale sociale lJ1yj' (rappresentata dalla curva d.i
domanda) ed il benessere emassimizzato.
Con la produzione monopolistica in comspondenza al puma B, l'utilita marginaJe sociale e
supenore al costa marginale sociale ed una pane della rendita dei consumatori va perduta.
Sommando [fa lora tutte Ie perdite dj rendita dei consumaton tra QI e Q2, 51 oniene 10 spreco
economico dC\'1..Jto a1 monopolio, rappresentato dall' area ABE.
92

I

4. La conCorrenu monoDolistica
Sf ha qllaJJdo moIre imprese vel/dono prodolli simth rna /Ion identici.
La differenza con la concorrenza perfetta eche I prodotti sono differen.:iari e cia determina la
pendenza negativa della curva di domanda di ciascun venditore
La situazione delle imprese in concorrenza monopolistica si presenta come que!la dena fig. 5.
p
RMa
CM.
p"
D
Q" Q
Figura 5
Ma nel mercato possono entrare nuove imprese, perche attratte dai profitti; via via che entrano
nuove imprese, la curva di domanda dei prodotti dei concorrenti monopolistici esistenti si
sposta verso sinistra, poiche nuovi prodotti differenziati erodono il mercato. Le nuove entrate
cessano soltanto quando la curva di domanda ediventata tangente alia curva dei costi medi nel
punto G' (fig. 6)
AlJ' equilibrio di lungo periodo, il prezzo rimane superiore al costa margina1e quindi, anche in
- ,
questo caso, la quantita prodotta eridotta al di sotto dellivello concorrenziale idea1e.
9' ...
l
L
I
I
P
CMa
,
..
CMe
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\
Q
'1
Figura 6 RM.
II
'I
II
II
I,
I,
I,
I:
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I ~
I
0
I

I:

I
~

0'

Capitola XV
L'OLlGOPOLIO

1. n mere.to oligopolistico

L' oligopolio eQuella forma di mercato carattenzzato datla presenza di poche imprese di dimension;
imermedie lispetta a1 mercato; il prodolta puo essere sill. omogel1l!o che differell:ial0; Ill. possibilita

di ingresso di ouove imprese nel mercato eostacolata., rna non impedita del t'Jtto, daIla presenza di
barrieTe all' entrata.

Il mercato oligopoiistico ecaratteri.z.zato dall'interdipendenza strategica: Ie imprese si influenzano


reciprocameme e. Guindi, oel prendere una decisione. un'impresa de'le tenere ,canto anche deUe

decisioni delle al1fe.

Consideriamo tre irnprese che producona un bene omogeneo_


II profitto della prima impresa sara:

n, =p. Q'-C' (QI)

Memre il COSIO totale della prima impresa dipe!!de solo dalla da lei prodotta., it ricavo totale
dipende anche dalle quantita prodotte daJ1e altre due imprese (daro che P dipende non solo da Ql rna

anche da Q1 e Q3). Percio iJ proflno della prima impresa efunzione di tuUe e tfe queste quamita. 5j
puo quindi scrh"ere:
n, Ql, QJ)
In tale contesto, Ie imprese possono adottare due tipi di comportamento:
a) comportameato collusivo, adottano, cioe, una strategia comune;
b) comportameato non cooperath:o, ognuna effettua autonomarnente una propria scelta sulla base
di previsioni circa Ie scelte delle aJtre
2. I comportamenti collusivi

La collusione el'accordo con cui Ie imprese coordinano Ie proprie riguardanti i .'reui e Ie I
quantita, in modo da massirnizzare iJ pro1tto del gruppo. Puc essere esplicitQ (canello) 0 implicita,
quando la legge non la conSeote. I
I
95
... -

Elementi ,he 13 facili:anQ:



I) legislazione che la consente, a non la vieti,

';'
2) prodotta omogeneo;
I
"
.
3) dornanda e costi
,
;
4) facile comunicazione tra Ie
5) barriere a1I'ingresso.

E\ementi che b. ostacola,no:

I) gli elementi citati sopra in negativo;
2) interesse di un'impresa a tradire (l'impresa che fissa il suo prezzo al di setto di queUo concordato

sottrae clienti alle 31tre e innalza il proprio profino).



Se consideriamo un chlOpo/iO (oligopolio con due imprese). 51 prosperta quanta gii vista net
"'dilemma del prigioniero": 1a dappia cooperazione e preferibile alia doppia defezione, rna e
quest'ultima che predomina. La cooperazione puo essere garantita da una struttura istituzionale che,
per esempio. introduca sanzioni che puniscono la derwone unitaterale.
I,
I,
2.1. n monopolio parria.le
I,
Questo mercato ec:aratterizzato dalla presenza di una grande impresa (leader) e da numerose piccole
imprese (frangia) che, senza Ia prima, s; troverebbero in concorrenza perfetta.
La grande impresa adona 1a seguente strategia, rappresentata nella fig. l.b.: data la curva di
I.
darnanda del mercato D e ta curva di otferta della frangia SF (fig. l.a.), determina la propria eu.rva di

domanda DL come differer.za DL = D - SF. A questa punta, si campona come un narmale
I

monopolista fissando QL- dove CMa = RJ\1a. 11 prezzo che ottiene, p., eun data per Ie piceole
irr.pres.e; in COrr1spoooenza di questo offriranno QP. II mercata ecosi in equilibria.
"
(a) (b)
p
SF
I,
, p
I.
Po
eMa
I
p'
p.
I
DL
D
I
..
-

3.1 comportamcnti non-cooperativi

.,
Ogni impresa agisce per conto propno, cercando di congetturare il componamento delle Irnprese
rivali.
Si possono avere molti equilibri non cooperativi, uno di questi e l'equilibria di Nash: in caso di
~
inferdipendell:.a straregica, if sistema si tram in equilibria quando nessun soggetto ha rnotiva di
cambiare la propria strategia, perche can essa if valore della suafumione abietlivo emassimo,
J.l. D modello di Couroot
Considerate due imprese, ciascuna assume come un dato 1a quantiti prodotta daJl'aJtra e, in funzione
di questa, decide la q:.Jantita da produrre che rende massimo il suo profitto.
Dati:
TIl =RTl CTl =p. QI CI (QO profillo della prima impresa
TIl ~ RT2 CT2 - p. Q2 - (2 (Q2) profillo della seconda impresa
dove P eit prezzo che. data la curva di domanda dl mercato. dipende dalla somma delle quantita
prodone dalle due irnprese:
p = D" (QI + Q2)
Questo implica che TIl e IT2 dipendono entrambi sia da QI che da Ql.
Per curva di r-eaziane di un impresa si imende la quantita che essa deve produn-e per otrenere il
massimo profit/o, data la quantifil prrxiotta dall'altra impresa. E' chiaroata curva di reazione,
perche mostra corne la determinazione del livello di output della prima irnpresa scaturisca come
reazione alla decisione deUa seconda di produrre un certa livello di output.
La Cllrva di reazione e, quindi,fim:ione della quantid. dell 'aJtra lmpresa:
QI = R1 (Q2) curva di reazione della prima impresa (RI)
Ql = R1 (Qt) c:urva di reaziane della ~ o n d a lmpresa (Rl)
Queste ultime sonG funzioru decrescenti: minore e la quantita prodona da un'impresa e maggiore e
queUa che l'aJtra puc produrre per massimiz.z.are i propri profitti.
Risolvendo il sistema con Ie due curve di reazlone, 51 ottengono Qt- e Q2-: se Ie imprese producono
tali quantita, l'oligopalio ein equilibrio di Nash. In questa situazione, a nessuna impresa conviene
cambiare scelta, in qUa.1to quella che ha effettuato Ie Consente di otlenere il massimo prafina
Come si puc vedere dalla fig. 2, l'ec.uilibrio edato dall'intersezione delle curve di reazione RI e R2.
I
I
I
I
\
,
([2'
\
Figural

Q" Q'
\
\

3.2. n modello della curva di domanda ad angolo
Un altro esempio ci comportamento non-cooperativo edescrino nel madelia della curva!li domanda
ad angolo.

Questa curva denva dalla sowapposizione di due curve di domanda, una pill elastica ed una meno
elastica. Questa divers.a elasticiti dipende dalle reazioni deUe altre imprese aHa eventuale decisione di
cambiare iJ preZZD rispetto a p. che rappresenta II prezzo di equilibria che si trova in comspondenza

\,
del puma di intersezione delle due curve di domanda (fig. 3).
It
se !'impresa decidesse di aumentare il prezzo at di sapra di P*. nessuna delle rivali la seguiri.
quindi perdera.. in lora favore, molti clienti; di conseguenza., per P > P", Ill. curva di domanda
;
,
emalta elastica (AE);
I
se I'impresa decidesse di abbass.are il prezzo al di sotto di p.., tune Ie rivali la seguirebbero; di
<;;onseguenza guadagneri alcuni clienti rna non sottraendoli alle altre: quindi, per P < P", la curva
di domanda individuale emolto rigida (EF).
It
,
[n comspondenza del prezzo di equilibria, si ha, quindi. un angolo in corrispondenza del quale, il
I, ricavo ;narginale della curva di domanda evidenzia un tratto di discontinuita CBC) Questa
discontinuiti implica I'esistenza di un intervaUo di variazione dei cosri che non influisce sui Iiye!lo di
\
equilibria di P e Q. Fino ache il CMa passa per iI tratto di discontinuita Be, t'impresa massimiz.z.a i
profitti producendo Q'" e pralicando P*.
\1
\

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Figura J
In un solo caso I'aumento dei cosli induce l'impresa ad aumentare iI prezzo della merce nonostante
passi per il tratto di discontinuit.it quando. doe, l'aumento dei costi egenerale ed influis.ce in ugual
modo su tu:te Ie imprese.
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I.
Capitolo XVI
I ESTERNALITA' E BENI PUBBLICI
Ii
1. u t'Sternaliti
Si ha un'esternaliti quando Ie decisioni di prod,,:ione e."o dJ cOI/SUmo di un soggetro economico
injluenzano fa produzione do it consumo di a/tri, per una via diversa cia quella de; pre::;; di
merroto.
Estemalita negativa: il traffico influenza negativamente l'attivita del camionista.
Esternalita positiva: un passaggio in auto ehe un individuo riesce ad ottenere per raggiungere un
III
certo luogo accresce il suo benessere.
Estemalitil reciproche: da due at:ivita.. una di floncoltura ed una di apicoltura svolte una aecanto
lit
all'a1tra, scaturiscono dei vantaggi reciproci.
Come accennato nel cap. VII, sia Ie estemalita. negative ehe queUe positive generano unfallimento di

merroto.

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CMaS


E
M
Po
S
It
P'
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D'BMaS
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Q'
Go Q
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Nella fig 4. e illustrato il fallimento di rnercato con5eguente a..Il'estemalita. negativa. E' il caso di
.i
un'impresa che genera inquinamento. Menlre la curva del beneficio marginale sociale (BMaS)
coincide con la curva di domanda (D), la curva dei costi marginali sociali (CMaS) non coincide con
I'offerta dell'impresa (S), rna e superiore ad essa, perche Ja societi wppona non solo i costi

marginali privati. ossia queUi che j'impresa sostiene per la produzione. rna anche quel1i legati
all'inquinamento: spese rnediche, di depurazione, ecc, La quamita prodona dall'irnpresa e, quindi,
00, rnentre l'allocazione Pareto-ottimale si ha in E comspondente aJla quantita Q-. nrisultato eun
eccesso di produzione.

100

BMoS
Q
Figura 5
Nella fig. 5 eillustrato il fallimento conseguente all'estemalita positiva, In questa caso eil beneficia
marginale sociale (BMaS) a non coincidere con 1a domanda (D). La quantita di equilibria eQo,
mentre t'allocazione Pareto-ottir:ule si ha in E comsponde:ne alIa quantita Q*. Il risultato e una
produzione in difetto.
..
1.1. L'intemaxionalizzazione delle esternalit.:i
In presenza di estemalita negariva la ricerca della soluzione Pareto-ottimale non implica Ia camp1eta
eliminazione del fenomeno che 10 provoca., rna i1 suo ridimensionamento: non S1 chiede Ja chiusura
dell'impresa che inquina, rna il raggiungimento di Q*. QueslO livello di produzione si puo
raggiungere in due modi:
1) con un accordo tra Ie parti, rna cia eo51aco1ato da alcune difficolta:
a) i soggetti sono malta numerosi. Aile imprese I'accordo converrebbe, perche innalza il prezzo (da
Po a p.) cre.ando extraprotitti; rna ci6 anirerebbe nuove imprese facendo ritomare il prezzo a Po e
la quantid a QO. Ai consumatori, quindi, t'accordo non converrebbe proprio a causa
dell'innalzarnento del prezzo:
b) sta al1'impresa compensare i consumatori per il disturbo che arreca, 0 a.i secondi compensare la
prima per indurla a ridurre !'inqulnamemo? Dipende daHa legge, se tutela il diritto dei
consumatori ad avere !'ambiente incontaminato 0 iJ diritto delJ'impresa a contarnlnare. E'
necessario. dunque, che siano chiari i dirini di proprieto che non ~ m p r e \0 sono;
2) attraverso I'applicazione di un'imposta da parte dello Stato. Basandosi suI principio "chi inquina
paga". questa PlJO gravare ogni unita prodetta cen un'imposta pari a p PO, cosicche l'otferta va

Qo Q'
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a coinddere alia curve del CMaS e l'equilibrio si sposta fino a E Oppure 10 Stato pub imporre
!'introduDone di impiant\ di depura.z.ione ottenendo 10 stesso nsu1tato,
2, I beni pubblid
I bern pubblici sl caratteriz.z.ano per:
1) indivisibiJiriJ del beneficio: il consumo fano da un individuo non riduce queUo di altri;
2) non escludibilitiJ del beneficio: roffena del bene ad un soggetto implica che esso venga offeno
anche a tutti gli altli.
Non tutti sonO prodorti dallo Stato (es: trasmissioni televisive), Lo Stato non produce solo beni
pubblici (es: fmovie).
In presenza di beni pubblici i1 merCato fallisce, ossia non reaJizza l'allocazione Pareto-ottimale; cia
avviene ll, causa della presenza deiJree-riding.
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E
s eM.s
P'


Dl
Q' Q
Figun.6
Il beneficia marginale sociale (BMaS) eun multiplo del beneficio marginale privata e ...iene o:tenuto
sommando verticalmente Ie curve di domar:.da individuali (Dl). Ma da:la fig. 6 si puc, r:.otare che la
curva del BMaS non coincide con la curva di dornanda individuale; questa a causa della presenza del
/ree-riding i quali usufruiscono del bene pubblico acquistato da altri soggetti senza doveme
sopportare il costa (es: col oro che utilizzano I'autobus senza pagare il biglietto possono godere di un
bene pubblica messo a loro disposizione grazie ai soggetti che 10 domancano e sena disposti a
pagame il biglietto).
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In questa situazione, I'equilibrio di mercato implica che [a quantita. prodelta sia Q ::= o. in qua.s:no 1a
c:Jrva di domanda individuale non si incontra mai con la curva dell'efferta. Invece, la produzione
ottimale erappresentata da Q" in cOrTIspondenn della quale CMaS = BMaS. ossia nel punto E.

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