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Macchiette, lazzi,
colmi e parodie
ISBN 88-7983-362-6
G1ovANNI ANToNUcCI
LA VITA
1884. Nasce a Roma il 13 gennaio nella «romanissima» Via Giulia, anzi per la
precisione in un suo vicolo: Vicolo del Grancio o del Granchio. Suo padre
fa il fabbro, mestiere umile ma che gli permette di vivere dignitosamente
insieme alla moglie e ai quattro figli.
1890. Ettore insieme ai famigliari si trasferisce nel Rione Monti, a Via Baccina.
Inizia a frequentare le elementari presso la scuola «Vittorino da Feltre»,
rivelandosi subito un allievo turbolento e poco tagliato per gli studi.
1897. Viene rinchiuso, per aver ferito un compagno di giochi, nel riformatorio di
Bosco Marengo nei pressi di Alessandria. L'esperienza, che prosegue nei
riformatori di Forlì e di Santa Maria Capua Vetere, lo segnerà profonda-
mente, come testimoniano i suoi libri di memorie.
1899. Primi incontri col palcoscenico, in piccolissime parti nella Compagnia di
Gennaro Manzo, specializzata in un repertorio melodrammatico. Poi la-
vora come inserviente e clown nel Circo dei Fratelli Belley.
1901-03. Comincia a costruirsi un piccolo repertorio di «macchiette», deciso
com'è a dedicarsi al varietà. Nascono, fra le altre, Il cervello, Il be/l'Arturo, Il
birichino, Il bello, L'amante dei fiori e soprattutto Giggi er bullo, la più fortu-
nata, che resterà nel suo repertorio.
1903. Debutta al Gambrinus, un baraccone di legno spacciato per tea.tro di va-
rietà che si trova a Piazza dei Cinquecento, con il nome d'arte di Ettore
Loris. Vi incontra Ines Colapietro con la quale forma un duo sulla scena e
nella vita.
1904. Gli nasce il figlio Oreste, mentre continua la sua gavetta sui palcoscenici
minori di tutta Italia e a Roma al Teatro Bellini.
1905. Il salto dai locali d'infimo ordine ai veri e propri teatri di varietà avviene
con successo. D'ora in poi, Petrolini recita al Morisetti di Milano, alle Fo-
lies Bergères di Firenze, all'Eden di Bologna, al Romano di Torino.
1906. Gli nasce il secondo figlio Renato.
1907. Viene scritturato per una lunga tournée in Argentina, Uruguay e Brasile,
dove ottiene un grande successo.
1908. Al Teatro Morisetti di Milano presenta per la prima volta I salamini, de-
stinato a restare uno dei suoi capolavori.
1909. Ritorna nell'America Latina, ma recita anche a Cuba e a Città del Messico.
1910. Mentre si crea un repertorio sempre più folto di titoli e sempre più origi-
nale (fra gli altri, Cyrano, Maria Stuarda, Paggio Fernando), si divide fra i
teatri italiani e l'Etoile di Parigi.
1911. Ha uno scarso successo all'Ippodrome di New York, dove gli viene dato
troppo poco spazio.
1912. È ormai il comico più caro al pubblico romano. Non c'è teatro che non lo
voglia: passa dallo Jovinelli al Salone Margherita e all'Adriano con lo
14 NOTA BIOBIBLIOGRAFICA
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
La bibliografia su Petrolini, contrariamente a ciò che si può credere se si pensa
al suo straordinario successo, è relativamente ridotta e soprattutto, nella maggio-
ranza dei casi, di non eccelsa qualità. È una conferma, questa, della sostanziale
sottovalutazione di Petrolini, considerato più un fenomeno interpretativo che un
originale rinnovatore della scena e della drammaturgia italiane. D'altra parte,
ancora oggi i più significativi contnbuti su di lui restano quelli degli anni Dieci e
Venti, quando egli fu scoperto anche dalla critica. La bibliografia più recente, pur
denotando un nuovo interesse nei suoi confronti, ha continuato a privilegiare
l'interprete a danno del drammaturgo, offrendo ancora oggi un'immagine limita-
tiva della sua attività.
Gli scritti che abbiamo di seguito elencato rappresentano non un arido elenco
di titoli, ma una selezione dei contributi realmente utili a cogliere il fenomeno
Petrolini.
Il più completo contributo sulla scoperta critica di Petrolini è nel suo Abbasso
Petro/ini, Siena, Tip. Coop., 1922, che raccoglie, fra l'altro, gli articoli e i saggi di
Marco Ramperti, Pietro Pancrazi, Massimo Bontempelli, F. T. Marinetti, Bruno
Corra, Luciano Folgore, Emilio Settimelli, Cesare Levi, Mario Dessy, Ugo Ojetti,
Silvio D'Amico, Orio Vergani, Lucio D'Ambra, Arnaldo Frateili.
Per la bibliografia successiva, ecco i titoli che, ad avviso del curatore, meritano
di essere citati:
E. ROMAGNOLI, «Petrolini il grande», in In platea, serie 111, Bologna, Zanichelli,
1924. Si tratta degli articoli usciti per la prima volta su L '.Ambrosiano di Mi-
lano, 27-29 settembre 1924.
E. BERTUETI1, «Petrolini, acteur "novècentist"», in 900, 3cme Cahier de Printemps,
1927.
s. D'AMICO, «Petrolini», in Tramonto del grande attore, Milano, Mondadori, 1929;
seconda ed. Firenze, La Casa Usher, 1985.
A. G. BRAGAGLIA, Il segreto di Tabarrino, Firenze, Vallecchi, 1933.
L. RIDENTI, «Filosofia di Petrolini», in Il Dramma, xn, 239, 1936.
R. SIMONI, Teatro di ieri, Milano, Treves, 1938.
R. DE ANGELIS, Caffè concerto. Memorie di un canzonettista, Milano, S.A.C.S.E.,
1940.
s. D'AMICO, «Maschera di Petrolini», in Rivista Italiana del Teatro, VI, I, 1942.
M. CORSI, Vita di Petrolini, Milano, Mondadori, 1944. Precedentemente era uscita
a puntate su Scenario (1941-1942).
16 NOTA BIOBIBLIOGRAFICA
G. A.
MACCHIETIE. LAZZI, COLMJ E PARODIE
Prologo
Minestrone di schiocchezze:
sale e pepe, pepe e sale,
miele, zucchero, amarezze,
ruzzoloni per le scale...
Fischi, applausi ed altre cose;
terzo premio, grande encomio,
rose e spine, spine e rose,
fa piacere, e manicomio ...
Passatismo, futurismo
d'ogni luogo e d'ogni età;
buonumor, menefreghismo
e parole in libertà...
Chi è l'autore? ... Son trecento
dritti e storti, lunghi e corti,
teste quadre e di talento.
Son trecento e non son morti!...
Questo, quello, tal dei tali,
Tizio, Caio, PETRouNI,
sei poeti dozzinali,
quattro geni e tre cretini. ..
Questo è il libro: così è nato
e così vivrà e morrà ...
Leggi e infin se TI A PIACIATO
puoi anche ridere!...
Macchiette
L'antico romano
Ove sono? Chi è questa plebaglia
che m'osserva? Ma io dove mi trovo?
çie~ che veggio! La vista mi si abbaglia!
E un mondo vecchio oppure è un mondo nuovo?
M'hanno scavato adesso... Ah! per gli Dèi!
Dal Palatino io son resuscitato;
però spiegarmi bene non saprei
se qui ci venni, oppur mi ci han mandato ...
M'hanno tirato su ora con il sarcofago. Ah! se gli avi
miei fossero qui presenti, come rimarrebbero tumefatti!...
Che tempi! Che bell'epoca, quella del grande Ulisse che,
qual guerriero impavido, sempre pugnando visse!... I tempi
che vantarono Omero ed il Nasone ... Più giù cantò Virgilio
e poi cantò Nerone la celebre canzone:
Conoscete la bella Gina?.. .
Dove sono più gli uomini? ... Ov'è più quel Muzio
Scevola che ardito l'Etrusco uccise e il membro suo sì forte
lo mise al fuoco e lo lasciò arrostire, con ghigno duro,
sprezzando la morte? ... Dove sono più i tre Orazi e Curiazi
che si sfidarono a singolar tenzone? ... E Alcibiade, che
segò il ponte Sublicio, meritandosi fama di grande sega-
tore? ... Dove sono più? ... E Menelao! Menelao!... Me-
nelao ... le mani!
E Attilio Regolo ... che per regola tua e mia non l'ab-
biamo mai visto né conosciuto ...
Io mi sono trovato quando Cicerone dettò la famosa epi-
grafe che ancor oggi puoi leggere in tutti i pubblici giardini:
E vietato condurre seco cani sciolti.
22 E'ITORE PETROUNI
Il distratto
(Bizzarria)
I.
II.
III.
Giggi, er bullo
C'è chi dice ch'io so' un prepotente
perché so' un bullo dar gaiardo e bello
ma nun m'importa, nun me serve gnente,
chi vo' parlà co' me, cacci er cortello.
So' conosciuto a 'gni commissariato,
a Trevi, a Ponte, ar Celio, ar Viminale,
all'Isola ciò fatto er noviziato
e adesso ognuno m'ha da rispettà.
Chi è che nun conosce Giggi er bullo?
26 ETfORE PETROLINI
I salamini
Del dì nel quale io mi maritai
Con mia moglie non feci questione mai.
Qualche volta la porto anche sul tranvai
Questa mattina i salamini mi comprai.
Ho comprato i salamini e me ne vanto.
~e qualcuno ci patisce che io canto
~ inutile sparlar
E inutile ridir
Sono un bel giovanottin
Sono un augellin ...
Vorrei tornar bimbino
Da tutti carezzato
Di sera e di mattino
Vorrei esser sbuccellato
Allor chi mi vedeva
Di me si innamorava
Al seno mi stringeva
Evviva l'alluminio!
Fiore di virgoletta e di bacillo
Quando ti vedo mi fa male un callo
Ti amo come si ama il coccodrillo.
Fiore di pippa spenta in bocca a un pollo
Sei bella più del grasso nel cappello
Più di una busta senza francobollo.
MACCHIETIE 29
Fiore di viole
Dovevano arrivare trentasei automobili
È arrivato un carrettino a mano
Eh! ti à piaciato? ...
Io sono un poeta estemporaneo improvvisatore
Imbecille io son
Perché?
Perché sì. Insisto sul sì; non faccio del male a nessuno se
dico di sì; quante cose si possono risolvere rispondendo di
sì; e allora, sì.
Ti à piaciato? ...
Mi chiamo Ambrogio
Ho l'orologio
Che segna sempre
Le ventitré
Chi sa perché?
E quando piove
Riparo dove
L'acqua non cade
Sopra di me
Chi sa perché
Forse perché io non sono biondo
Ed ho gli occhioni belli...
E sono tondo tondo
E canto gli stornelli
Ti à piaciato?
Adesso ti dò un problema: ho un'automobile della forza
di centocinquanta cavalli sulla quale possono andare sei
persone e l'automobile può fare quaranta chilometri al-
l'ora. Quanti anni ha l'autista? Lo sai o non lo sai? Ha
trentadue anni. C'è poco da ridere: è un amico mio; me lo
ha detto lui. Ti à piaciato, eh?
Tutto è sbagliato, tutto un mondo da rifare. Ieri un
amico mi ha detto: Andiamo a trovare un tale in casa di
salute. Era morto, era morto di salute. Un altro mi indica
una cancellata; ma come può essere cancellata se c'era. Un
30 ETTORE PETROLINI
Paggio Fernando
Poteva anch'esser peggio
e invece sono un paggio
che nacqui sotto un poggio
MACCHIETIE 31
che stava sotto un faggio.
Di notte, con un raggio
di sole, era di maggio
da dentro feci il viaggio
di fuori ah! che coraggio!
nel fare il passaggio
mi sporcai tutto il visaggio
e lo dico in linguaggio
di neonato paggio,
saggio è un oltraggio
al messaggio con vantaggio.
Non mi rendete omaggio
del mio modesto saggio?
Ebbene io sono il paggio.
Il paggio Ferdinando, sissignori, il paggio
Ferdinando
della Partita a Scacchi.
Ferdinando, sissignore, perché a quei tempi tutti quelli
che non avevano il o, zacht! glielo tagliavano.
Voi non potete immaginare cosa accadde quel dì. Ma lo
sa il bandito Emani che canta sempre: Sono il bandito Er-
nani, odio me stesso e il dì. Che tipo era Emani! Odiava il
o. Non poteva odiare il PI, il ou, i'ERRE, i'EFFE, il c1 ••• No! Lui
odiava il m.
La prima volta che vidi Jolanda la guardai negli occhi
suoi che sono tanto belli e gli dissi: - Iolanda ci facciamo
una partita a scacchi? - Ma sì, disse lei, facciamoci una
partita a scacchi. Poi sai come è, quando si è lì. Ci siamo
fatti una prima partita, poi ce ne siamo fatti un'altra, poi
ancora. Alla fine io non vedevo che scacchi intorno a me.
O Jolanda, o dolce nome
che significa viola, violetta, violoncello, violino,
antimandola, mandolino, chitarrone.
O Jolanda, o donna amata
o viola violata, o gentil violazione.
Io guardo gli occhi tuoi che sono tanto belli.
Stretta la foglia, larga è la via
dite la vostra, che ho detto la mia.
32 ETIORE PETROLINI
Amleto
Io sono il pallido prence danese,
che parla solo, che veste a nero.
Che si diverte nelle contese,
che per diporto va al cimitero.
Se giuoco a carte fo il solitario
suono ad orecchio tutta la Jone.
Per far qualcosa di ameno e gaio
col babbo morto fo colazione.
Gustavo Modena, Rossi, Salvini
stanchi di amare la bionda Ofelia
forse sul serio o forse per celia
mi han detto vattene, con Petrolini, dei salamini.
Il gallo canta. Il padre mio ha fatto l'uovo. È là, mi si
presenta sotto le spoglie di un fantasma. Ma di ben so fan-
tasma non hai mai preso qualche equivoco in tempo di vita
MACCHIE;TIE 33
non è difficile
si ha da succedere
succederà.
Maria Stuarda
Vengo da l'ombra fu.nesta,
di là dove impera la morte;
il Diavolo ha dato una festa
di ballo per tutta la Corte,
fra il cotillon e la quadriglia,
sono riuscita a faggi.re:
oh! com'è dolce venire
nella Fiat di famiglia! ...
Lo Chauffeur era Alessandro Dumas padre e avea con
sé per meccanici i tre moschettieri: che corsa deliziosa,
nella notte! E come conoscono bene la meccanica, anche al
buio, quei ragazzi!. ..
Ah! se ci fosse stata l'automobile, ai tempi miei, la storia
dell'Europa avrebbe una pagina di sangue di meno e la
.,
Scozia non sarebbe oggi celebre soltanto per i vestiti
scozzest. ...
Ma io ero nata sotto una cattiva stella! Me lo dissero
soltanto dopo che ero stata protestata in un café chantant
di quart'ordine ... : quanti, quanti me ne passarono per le
mani, di guai! Poiché ero puritana nell'anima, ma non nel
corpo ... E dagli splendori di una Reggia degli avi miei fui
cacciata in esilio. Chiesi grazia e mi venne accordata: fui
condannata a morte.
Ma lo credereste, da chi? Da una donna che per fatale
combinazione aveva il sangue... come me, viveva sotto il
mio stesso tetto e, come me, digiunava nelle stesse ricor-
renze ... Se ripenso a tutto quello che era passato fra noi
due, nell'età dei sorrisi, degli incanti, quando dormivamo
insieme, come sorelle, nella piccola camera verginale!. ..
All'alba ella mi svegliava con i versi di D'Annunzio,
quelli della Francesca da Rimini:
Svegliati! si è levata la stella Diana
e vannosene via le Gallinelle...
MACCHIETTE 35
E se tu vuoi
eh 'io ti spedisca in fretta,
tira tira tira la veletta,
tira tira tira ancora un po'...
Fortunello
RACCONTO IDIOTA:
Sono un tipo: estetico,
asmatico, sintetico,
linfatico, cosmetico.
Amo la Bibbia, la Libia, la fibia
delle scarpine
delle donnine
carine cretine.
Sono disinvolto.
Raccolto
Assolto «per inesistenza di reato».
Ho una spiccata passione per: il Polo Nord. La cera ver-
gine. Il Nabuccodonosor. Il burro lodigiano. La fanciulla
del West. La carta moschicida. La cavalleria pesante. I
lacci delle scarpe. L'areonatica col culinaria. Il giuoco del
lotto. L'acetilene e l'osso buco.
Sono: Omerico
Isterico
Generico
Chimerico
Clisterico.
Ma tutto quel che sono,
MACCHIETIE 39
sono un farabutto.
Ma tutto quel che sono,
non ve lo posso dire,
a dirlo non son buono,
mi proverò a cantar.
Ma poiché non sono niente
sono un respingente.
Se avessi assai pretese
sarei un inglese.
Se fossi un Ministro
sarei un cattivo acquisto.
Se avessi il naso camuso
sarei come Caruso.
Se vivessi ognor sperando
morirei cantando.
Se fossi una signora
lo vorrei ancora.
Se avessi riga in letto
sarei Rigoletto.
Se avessi i guanti grigi
sarei di Parigi.
Se andassi retrocarico
sarei austroungarico.
Se avessi una palandra
sarei come Salandra.
Se fossi meno buffo
sarei Titta Ruffo.
Se avessi uno stuzzicadenti
mi pulirei i denti.
Se fossi il Padreterno
guadagnerei un terno.
Se in testa avessi un elmo
mi chiamerei Guglielmo.
Se fossi una sciantosa
farei veder la cosa.
Se avessi un po' di pane
mi mangerei il salame.
E se ne avete a basta
io ve lo metto all'asta.
E quando sarà duro
MACCHIETIE 41
Gastone
Gastone, artista cinematografico, fotogenico al cento per
cento, numero di centro per «varieté» «danseur» «diseur»,
frequentatore dei «Bal-tabarins», conquistatore di donne a
getto continuo, uomo incredibilmente stanco di tutto,
uomo che emana fascino, uomo rovinato dalla guerra.
Gastone, sei del cinema il padrone
Gastone
Gastone.
Gastone, ho le donne a profusione
e ne faccio collezione
Gastone
Gastone.
Sono sempre ricercato
per le filme più bislacche
perché son ben calzato
MACCHIETI'E 43
perché porto bene il tracche
con la riga al pantalone...
Gastone
Gastone.
Tante mi ripetono: sei elegante!
Bello, non ho niente nel cervello!
Raro, io mi faccio pagar caro
specialmente alla pensione
Gastone
Gastone
Questa camminata l'ho inventata io. (Attraversa il pro-
scenio con un passo di danza che accompagna il «refrain»
della canzone. Mostra il gu.anto attaccato all'gltro, che è cal-
zato.) Anche questa è una cosuccia mia. E una cosuccia
senza p~etensioni, ma è mia. Non l'ho fatta neanche regi-
strare. E di pubblico ,dominio. Altri, avrebbe precisato:
«Made in Gastone ... ». E una mia trovata e me la scimmiot-
tano tutti i comiciattoli del varietà. I miei guanti bianco
latte elegantissimi: guardateli! Però il guanto bianco latte è
pericoloso ... Una volta, sorbendo una tazza di latte, distrat-
tamente mi sono bevuto un guanto ... Quante invenzioni ho
fatto io! Discendo da una schiatta di inventori, di creatori,
di deformatori... quanta genialità nella mia famiglia! La
cava del genio. Mio padre, per esempio, ha inventato la
macchina per tagliare il burro. Cosa semplicissima: un pez-
zettino di legno alle cui estremità è attaccato un sottilis-
simo fil di ferro formante un arco. Naturalmente, per
questa invenzione, il mio genitore fu plagiato: soppresso il
pezzo di legno, col solo filo - e nemmeno di ferro - han
costruito lo strumento per tagliare la polenta... Poi è ve-
nuto un certo Marconi che ha abolito pure il filo. Mia
madre? Anche lei una grande inventrice: anzitutto ha in-
ventato me. Poi aveva il senso dell'economia sviluppato
fino alla genialità: figuratevi, io mi chiamo Gastone. Eb-
bene, lei mi chiamava semplicemente Tone ... per rispar-
miare il gas ... Infatti il mio diminutivo è Tone... tutti mi
chiamano Tone ... quante donne si contenterebbero di man-
giare pan ... e tone!... Al cinema tutti dicono mò vie' Tone!
Eh! a me, m'ha rovinato la guerra, se non c'era la guerra a
44 ETIORE PETROLINI
pensando
a Gastone.
Il turco
(Entra, annunzia: Il turco! Guarda chi c'è, e scappa imme-
diatamente, poi si riaffaccia.)
Se nessuno di voi spara qualche colpo, se mi assicurate
che non avete un cannone in tasca, se non tenete nascosto
un dirigibile con un paio di bombe, se non fate sternuti e
non avete mangiato legumi, io esco ... dalle trincee! In ogni
modo mi raccomando, là, ad Allah, figlio d'Aa-lllah e di
Allallarallallarallà! Ma ometto di raccomandarmi a Mao-
metto, gran profeta, figlio di Feta, autore della profetosità
mussulmana, col muso nelle mani, anzi nelle otto mani per
farci scappare con otto piedi! Il nostro programma è
eroico: coraggio e ... scappiamo! Perché se no succede che
le prendiamo o ce le danno! Appena sentiamo le marce
degli italiani ci mettiamo in marcia anche noi, e che
marcia! Siamo tutti marciti! Ah! se noi avessimo gli aereo-
plani... per scappare più presto! Non abbiamo neanche un
uccello, perché al rumore delle fucilate se ne sono volati
anche loro. Del resto un nostro proverbio dice: sòffiati il
naso con le dita e non ci pensare più! Ovvero: chi va piano
le piglia più presto; tra i due litiganti non mettere il dito;
tra moglie e marito il terzo gode; chi pratica con la donna
impara a zoppicare; la lingua batte ove il terzo gode, ecc.
ecc... Una mattina mi presentai al comando in capo e dissi:
Voglio pascià! Mi risposero: -bey! - Ma che bey! io voglio
pascià! - Nossignore, qui c'è il bey, perché il pascià fa cola-
zione, sta al pesce; dopo il pesce il pascià esce dall'uscio e
se ne va a prendere un restringente, perché ogni volta che
vede passare una mosca, la scambia per un aeroplano ita-
liano e si chiude nel suo gabinetto particolare. - E dove lo
va a prendere: dico io - Nel Gebel e qualche volta nel Ga-
rian! dice lui. - Salam! dico io! - Salem! dice lui. - Salum!
Perché noi turchi invece di darci il buon giorno, ci diamo il
salam; io fo il salamelecco a lui, lui salamelecca a me, e ci
salamelecchiamo come vuole il Corano, che è il libro del
46 ETfORE PETROLINI
Serenata pedestre
(Poema sentimentale)
I.
li.
III.
Cyrano
(Parodia)
( Cyrano entra impugnando la spada nella quale sono infilati
alcuni feltri.)
Caccia grossa stanotte poté fare Cyrano:
la spada mia dal fodero mai non è uscita invano,
domani sentirete che diranno i giornali:
(imitando gli strilloni:)
Le nuove, strabilianti gesta sensazionali
del Sir di Bergerac, lo spadaccino invitto,
che, come dice er bullo «qui drento ci ha del fritto».
Volete che vi narri come andò l'avventura?
promettete di non morire di paura
ed io ve lo racconto ... Stanotte, dopo l'una,
sotto la protezione di un bel chiaro di luna
io montavo di guardia sull'uscio di Rossana
che come ben sapete ora fa la ... gran vita
nel cuore di Parigi ... Andiamo pure avanti.
Mentre per ogni tasca io ricercavo i guanti
poiché la Dea non m'apre se mi presento senza,
e ribellarsi a lei sarebbe un'imprudenza,
sento aprir la finestra che guarda sulla strada,
odo un sibilo lieve ... Impugno la mia spada
e scendo il marciapiede: il volto mi nascondo
e col fischio del merlo al sibilo rispondo ...
La sua voce discende, la riconosco a volo,
(con enfasi:) ha dolcezze ignote di un canto d'usignolo.
M'avvicino tremando ... Ahimè! qual delusione:
un brivido mi corre per tutto il peperone.
Rossana mi tradiva e quel suo dolce accento
mi dava in man la prova certa del tradimento.
Mi son frenato e quanqo la perfida m'ha detto,
sbagliandomi per l'altro: E un'ora che t'aspetto
Cocò, perché non sali? non aver soggezione,
a quest'ora Cyrano è a giuocare a scopone
e di nulla sospetta... ; le ho risposto tra i denti
alterando la voce: non faccio complimenti,
PARODIE 55
Barzellette
Un cieco da tutti e due gli occhi e un cieco da un occhio
solo debbono traversare un fiume. Prendono una barca e il
cieco si mette ai remi, mentre il guercio siede dietro per
guidare l'altro.
A un certo momento un remo sfugge di mano al cieco e
panf! va a colpire il compagno nell'unico occhio buono.
«Ah!...», fa quello, «ci siamo!»
L'altro sentendo dire ci siamo fa per scendere, cade in
acqua e affoga.
Due persone giocano agli indovinelli.
«Mi sai dire cos'è quella cosa verde che sta sul piano-
forte e fa cri-cri?»
L'altro pensa e ripensa e finalmente risponde:
«Non lo so, dillo tu».
«È l'aringa.»
«Ma l'aringa non è verde!»
«E tu la tingi.»
«Non sta mica sul pianoforte!»
«E tu ce la metti.»
«E poi l'aringa non fa cri-cri.»
«Bravo! E se non dicevo questo era troppo facile indovi-
nare!»
Un piccolo cantastorie è entrato nel cortile di un casone
popolare della periferia e ha attaccato imperterrito una in-
terminabile «lagna».
Dopo mezz'ora circa, da una finestra del quinto piano
cadono nel cortile due soldi. Il ragazzo smette di cantare
per vedere se gli gettano qualche altra moneta...
60 ETrORE PETROLINI"
Nulla!
Allora il cantastorie si decide a raccogliere il pezzo da
due soldi e se lo mette in tasca, mormorando: «Due soldi!
Tutto qui! Per una casa di cinque piani, due soldi! Vale
proprio la pena di essere orfani!».
In un grande negozio di vasche da bagno a Londra il
proprietario ha avuto l'idea di fare una mostra che richia-
masse l'attenzione dei passanti. In una vetrina piazza una
vasca, la riempie d'acqua, poi scrittura una bellissima si-
gnorina perché resti nel bagno alcune ore al giorno. La
folla infatti si assiepa ad osservare quella bella figliola im-
mersa nell'acqua fino alle spalle. Di fronte alla vetrina si
ferma un anziano e austero signore con barba, osserva la
scena, poi, a un tratto, intona a gran voce l'inno nazionale
«God save the King», tra lo stupore dei presenti.
«Ma perché cantate l'inno inglese?», gli domanda qual-
cuno.
«Oh! bella, perché la ragazza si alza in piedi!»
In un negozio di articoli per regalo, due eleganti signore
osservano parecchi oggetti, incerte sulla scelta del dono
che debbono acquistare per l'onomastico di una loro
amica.
Il negoziante si affanna a mostrare gli oggetti più di-
sparati, e le due signore non riescono a decidersi.
A un tratto una di esse ha un'idea:
«Ma, senti! Perché non le comperiamo un libro? ... ».
Ma l'altra risponde:
«Ci avevo pensato anch'io; ma poi ho riflettuto; ce n'ha
già uno!».
Un signore entra in un ristorante, siede e ordina:
«Una porzione di piselli».
Di lì a poco il cameriere porta i piselli.
«No, scusi, mi sono sbagliato», fa il signore. «Volevo una
porzione di spinaci!»
Il cameriere porta indietro i piselli e ritorna con gli
spinaci. Allora il signore afferra il piatto e se lo rovescia
sulla testa.
BARZELLETfE, cCOLMb, LAZZI, •DIFFERENZE», STORNELLI 61
«Ma signore, che cosa fa? ... Si è buttato gli spinaci sulla
testa!?»
«Uh!... credevo che fossero piselli...»
«E perché, i piselli lei se li mette in testa?»
«lo no: ci ho messo gli spinaci!»
Sulla sponda dell'Aniene;-prima di Ponte Nomentano,
un ometto sta pescando tranquillamente con la lenza.
A un tratto vede un tale che, deliberatamente, si butta
nel fiume.
L'ometto lascia la lenza, si leva la giacca, si getta a nuoto
e salva quello che stava per annegare. Poi si rimette tan-
quillamente a pescare.
Ma quell'altro, dopo un po', ripete l'insano tentativo.
Il pescatore si rituffa e lo salva una seconda volta, rimet-
tendosi poi a pescare come se nulla fosse.
L'altro, sempre più deciso, aspetta qualche momento,
poi giù: un altro tuffo.
Nuovo salvataggio del pescatore.
L'uomo, disgustato, si allontana di qualche metro, tira
fuori una corda dalla tasca, la fissa a un albero, fa un nodo
scorsoio e ci passa dentro la testa, guardando sospettosa-
mente il pescatore.
Questo non si muove.
Allora l'uomo, incuriosito, sfila la testa dal nodo e va
vicino al pescatore.
«Dimmi un po', brutto impiccione! Mi getto tre volte a
fiume e tu rischi tre volte la vita per salvarmi: ora vedi che
mi sto impiccando e mi lasci fare?»
Il pescatore, senza voltarsi, risponde:
«Ah! Ti impiccavi? Io, invece, credevo solamente che tu
ti mettevi ad asciugare. E poi, sai: io faccio soltanto il pe-
scatore».
Due popolane che non si vedono da parecchio tempo si
incontrano a Piazza S. Pietro. L'una domanda all'altra:
«E il pupetto vostro come va?».
«Benone! So' ormai più di tre mesi che cammina.»
«Accidenti! A quest'ora deve essere arrivato già a To-
rino.»
62 E'ITORE PETROUNI
«Centoventi lire.»
«Centoventi lire un tacchino! Più di un pappagallo!?»
«Certo! Quello parla, questo invece pensa!»
Un ubriaco ritorna a tarda notte in punta di piedi per
non destare la moglie, altrimenti sono vagonate di contu-
melie.
P~rtroppo la moglie si sveglia e domanda:
«E questa l'ora di presentarsi?».
«Ma certo, cara, sono soltanto le dieci!»
In quel momento l'orologio della piazza batte l'una.
«Hai sentito l'orologio? Proprio le dieci!... Un colpo ·
solo ... »
«E che volevi, che battesse anche lo zero?»
Un vetturino ubriaco dimentica di accendere i fanali
della botticella.
Il metropolitano lo ferma e lo dichiara in contravven-
zione:
«Mi dia il suo nome e cognome».
«Già, e se do il nome e cognome stasera a lei, io, do-
mani, come mi chiamo?»
In un teatro dove si fuma:
«Scusi tanto, signora: le dà fastidio il fumo?».
«Moltissimo.»
«Dio! quanto ... dovrà soffrire!»
Dai gi,omali
ORRIBILE BRUTALITÀ
PARTO TRIGEMINO
Nei dintorni di Milano, una massaia ha partorito tre bel-
lissimi bambini. Tanto il padre quanto la madre, non
hanno voluto riconoscerli; ma i bambini, interrogati in pro-
posito, hanno risposto in coro: Sì, sono stati proprio loro a
fare il colpo!...
DUELLO ALlA PISTOlA
D'ANNUNZIO E IL CINEMATOGRAFO
Gabriele D'Annunzio, anziché riposare sugli allori mie-
tuti con Cabiria, si accinge a ridurre pel cinematografo il
celebre dramma di Paolo Ferrari: Cause ed effetti. II popo-
BARZELLETI'E, «COLMI-, LAZZI, «DIFFERENZE», STORNELLI 65
lare capolavoro acquisterà dunque un nuovo sapore, pret-
tamente dannunziano, come si può già capire dal suo titolo
che il divo Gabriele ha così dannunzianamente modificato:
Cause civili ed effetti cambiarli.
Colmi
Il colmo dell'amore: Nutrire per la propria amante un'af-
fezione ... cardiaca.
Il colmo della paura: Spaventarsi alla vista di una fiera ...
di beneficenza.
Il colmo della forza, per un freddurista: Sollevare... l'indi-
gnazione di chi lo ascolta.
Il colmo per un delegato: Non riuscire a metterlo dentro ...
(il delinquente).
Il colmo per una guardia daziaria: Rimanere in ... cinta.
Il colmo per un astronomo: Darsi un pugno in un occhio ...
per vedere le stelle.
Il colmo per uno zoppo: Mandar via un importuno ... su
due piedi.
Il colmo di un falegname: Condurre a teatro la moglie,
scollata.
Il colmo di un salumaio: Ingravidare un panino con la
lingua ... (salmistrata).
Il colmo di un ingegnere: Costruire una volta... per
sempre.
BARZELLETTE, «COLMI», LAZZI, «DIFFERENZE», STORNELLI 67
Colmi musicali
- Il colmo per un maestro di musica: diventar Verdi
dalla rabbia.
- Il colmo per un compositore: fare un'opera ... di bene-
ficenza.
- Il colmo per un maestro di canto: impostare una
voce ... nella buca delle lettere.
- Il colmo per un suonatore di tromba: suonare la
tromba ... di Eustachio.
- Il colmo per un violinista: scordare il violino ... a casa.
- Il colmo per un suonatore di corno: prendere moglie.
- Il colmo per un suonatore di fagotto: fare il mede-
simo.
- Il colmo per un suonatore di piatti: leccare i suddetti.
- Il colmo per un melodista: giuocare a biliardo ... con le
proprie stecche.
- Il colmo per una canzonettista: cantare con la voce ...
del sangue.
- Il colmo per una prima donna: conoscere... il primo
uomo.
- Il colmo per un suonatore religioso: fare una scala...
santa.
BARZELLETIE, «COLMI», LAZZI, «DIFFERENZE., STORNELLI 69
Differenza
Differenza che passa tra il «fatto e il diritto»: Quando è di-
ritto non è fatto; quando è fatto, non è più diritto.
Sai che differenza passa tra un soldato e una guardia? Il
soldato monta la guardia, e la guardia non può montare il
soldato.
Lo sai?
- Lo sai perché D'Annunzio è andato in Francia?
- Per esser più di Dante, che fu poeta divino, mentre lui
sarà poeta... di champagne.
- ~sai com'è un moro quando esce dal bagno?
- E bagnato ...
- Lo sai perché, le donne nel mese di agosto dormono
meno?
- Perché sono ... d'estate ...
- Lo sai perché il mio orologio è molto schiacciato?
- Perché l'ho caricato troppo ...
La città dove ci si va per dispetto: Per... ugia.
La città dove si giuoca più a briscola: Giù ... ncarico.
BARZELLETTE, uCOLMI», LAZZI, «DIFFERENZE», STORNELLI 71
La città più...
Il deputato più...
I popoli più...
La città più piena: Sto... colma.
La città più luminosa: Lucerna.
La città più rumorosa: Chiasso.
La città più potente: Potenza.
La città più dolce: Crema.
La città più ghiotta: Lecco.
La città più religiosa: Monaco.
La città più verde: Prato.
72 ETfORE PETROUNI
Il.
III.
Pi.eco/i soni
Il tramonto dell'immoralità
(Paesaggi. epidermici)
Salta i sassi, invade i fossi
il ruscello butirroso;
fra baglior vermigli e rossi
cade il sol gelatinoso.
E la sera, lenta lenta,
scende al lume d'un cerino:
la campagna sonnolenta
balza in pie', le ~a un inchino ...
Tutto è immerso ora nel sonno;
regna ovunque un'ampia pace ...
Ma in Germania, come un tonno
vien salato chi è mendace!
Ecco: crollan le miniere ...
Si sprigiona un folle incendio ...
Mio fratello, il ragioniere,
ha riscosso lo stipendio ...
Il divorzio
Ai giudici ella disse: Ma voi non siete nubile,
ed è dovere vostro imprescindibile
far sì che, a scanso d'uno scempio orribile,
rompere io possa il patto indissolubile.
Risposero: Ma voi non siete nubile,
bensì parte integrante dello scibile;
senza la garanzia d'uno solvibile,
la causa resterà dunque insolubile!...
La maliarda allor, fattasi amabile,
sorrise e replicò con voce flebile:
Ma chi vi ha mai parlato dello stabile? ...
Vinti dalla manovra audace ed abile
i giudici esclamarono: È indelebile
la vostra colpa!. .. Siete impareggiabile ...
BARZELLETTE, «COLMI», LAZZI, «DIFFERENZE», STORNELLI 77
La caduta
Poiché fu giunto proprio sul cacume
del monte, ebbe un'idea animalesca:
Se tentassi di fare un po' di pesca? ...
E, sorridendo del suo raro acume,
con gesto disinvolto gittò l'esca,
Ma l'infelice, allor, come un implume
precipitò, scorgendo in un barlume
le tenui fila de l'infame tresca ...
Dove andò mai a finir? Vattelapesca!...
Certo è che il disgraziato accese un lume
ed ingoiò un bicchiere d'acqua fresca
presa alla foce del vicino fiume ...
Ma, quando vide la saracinesca:
- Mondaccio cane! - urlò! - Che sudiciume!...
Elezioni dì borsa
Tripudiava pei sobborghi il maggio
con un languor di tremulo meriggio;
le bionde note d'un lontano arpeggio
l'inverdire narravan d'un ortaggio...
Sorrise il Sire al pallido miraggio
d'un biancicante, immacolato seggio;
e sospirò: Se andassimo a passeggio?
Verremo poscia a prendere il retaggio ...
Ma giunse un tal che disse: Al papa inneggio
e, se fa d'uopo, col mio fido paggio
son sempre pronto a mettermi in viaggio,
vili, furfanti, mascalzoni e peggio!...
... E fu così che si perdette l'aggio
e venne proclamato il ballottaggio! ...
Stornelli petroliniani
Fiore di fieno:
Se non direte niente .a Teresina,
78 En'ORE PETROLINI
Stornelli omeopatici
I.
Il.
lii.
IV.
V.
Pei futuristi Venezia
è la tana per i sorci,
Roma è un detrito di muffa,
e i romani sono porci!
Napoli è un covo d'insetti,
una guazza che trabocca;
e come insultan Torino
quando ci han Torino in bocca!
Rispettan solo Milano,
Como, Lecco ... è un caso strano!
Onde un bel dì il futurismo
finirà a Lecco Milano!...
VI.
VII.
Un forestiero tedesco
nel girare giorno e notte
per la città, andò a finire
sotto braccio a una cocotte!
Mezz'ora dopo quei due
dentro casa, sorridendo,
senza capirsi parlando
si capivano tacendo!
Ma tutt'a un tratto il tedesco
sbalordito s'alza e grida:
- lo qui mi perdo: se aspetti
vado a prendere la guida!
VIII.
IX.
X.
XI.
Al varietà
Nella Direzione dell'impresario Rasano a Montecatini:
- Sa, io faccio un poco di tutto, Cuttica, Petrolini, Mal-
dacea, Villani, Molinari, ecc.
- Che cosa vuole che le dica? Ormai il programma è
completo. Bisognava che lei mi avesse chiesto contratto
quest'inverno, a Roma!...
- Ma io quest'inverno non ero a Roma.
- E io ... neppure ...
Un grande interprete della canzone scrive ad un noto impre-
sario:
Bisognerà rimandare il contratto, poiché sono malatis-
simo con la gola; tralascio di scrivere, perché il dottore mi
ha proibito di parlare.
vostro ...
Maldacea nel visitare un manicomio chiese ad un pazzo
tre numeri per il lotto.
Il demente eccezionalmente capì, e scrisse tre numeri in
un pezzetto di carta, poi, fattane una pallottola, la ingoiò.
Voltasi quindi a Don Nicolino, che stupefatto attendeva,
disse:
- Ripassi domani, e i numeri saranno ... sortiti ...
Lisciarelli, uscendo da un ufficio di un noto avvocato, che
consultò per una causa in corso, toglie dal suo portafoglio
dieci lire, e le consegna all'avvocato.
L'avvocato indignato: - Scusi, sono per me, per il por-
tiere o per il mio scritturale?
- Per tutti e tre, Dio por ...
Un amico incontra a Parigi il duettista Mastiacci, sul bou-
levard de l'Opera.
- Come, tu qui?
- Sono in viaggio di nozze - risponde Mastiacci.
- E tua moglie?
- Ella è rimasta a Roma a montare ... dei nuovi duetti.
Un signore segue Clarette Baby (divette!) scambiandola
per un'altra, e con un altro nome la chiama. Accortosi del-
l'errore:
BARZELLETrE, «COLMI•, LAZZI, ··DIFFERENZE», STORNEW 87
- Pardon! esclama. Vedo, signorina, che ho preso una
gaffe!
- Ma gaffe sarà Lei -, risponde la divette indignata!
Al teatro Eden di Viareggio durante le prove.
Il Direttore dello Stabilimento a Titina:
- Dunque, signorina Titina, fate il vostro bagaglio, pren-
dete le vostre musiche e partite per debuttare questa sera a
Montecatini.
Dopo una pausa ... Titina risponde al Direttore:
- Giacché c'è l'orchestra pronta, provo direttamente
qui, così risparmierò tempo a Montecatini...
Titina alle prove fa del chiasso ... , un signore gentilmente
le si accosta e le dice:
- Signorina, se lei sarà buona, le farò un bel cadeau.
Titina al signore:
- Se lo schiaffi al...
Ma Titina ha saputo poi cosa voglia dire cadeau e ora
non fa altro che ripetere a chi l'avvicina:
- Mi regali un cadeau?
Il Cav. Pescetelli, cantante di fama pari alla sua spilor-
ceria, uscendo dal teatro è avvicinato da un povero cieco:
- Un soldo, per carità, ho fame -, esclama il meschino.
- Come, siete ancora voi? Siete sempre dunque nella
miseria? - dice il cavaliere... - Vi ho dato un soldo or sono
appena quindici giorni, e già lo avete consumato?!
Il Marchesino H... noto frequentatore del Salone Mar-
gherita, vedendo la signorina Lola Valy (dances mondaines)
cortesemente le dice:
- Si vede signorina che lei conosce molto bene Tersi-
core!
- No - risponde la signorina - lo ... esco così poco di
casa!...
Quanto te costa quer cappello!
- Nu lo so perché nun c'era nissuno nde la bottega
quanno me lo so comprato.
88 ETIORE PETROLINI
LUINO
TEATRO CONCERTO AL FRESCO
FARÀ-VENTO
Duettisti
Strepitoso successo
TEATRO SOCIALE
Questa sera ore 9 • Straordinario debutto dei famosi
GALLETTI
Duettisti-parodisti
e della Sig.na
PENURIA
Stella Italiana
CONCERTO GAMBRINUS-TRIESTE
VILLANI-TEDESCHI
TRIESTE GAMBRINUS-CONCERTO
Gran successo dei
TEDESCHI-VILLANI
Celebri duettisti
Maltusiani
Cagnolino è quella cosa
che può avere un gran valore,
specie poi per le signore,
perché è vispo e lecca i piatt.
È la lingu,a quella cosa
che si muove per parlare
ma talor può capitare
che si muova stando mut.
È l'amore quella cosa
che platonico tu chiami
se la femmina che ami
ti vuol dar soltanto il cuor.
Farmacista è quella cosa
se stai bene te ne freghi
viceversa poi lo preghi
se per caso sei malat.
Maria Campi è quella cosa
che innamora il giovinetto;
se ci vai una volta a letto
stai sicur non campi più!. ..
Marinetti è quella cosa
che facendo il futurista
ogni sera fa provvista
di carciofi e di patate.
Primo Cuttica è la cosa
che ti fa sempre il soldato;
ma siccom glie l'han vietato
deve farlo alla frances.
L'ottomana è quella cosa
di cotone oppur di lana
che si chiama l'ottomana
perché ha sempre quattro pied.
La fregata è quella cosa
che nel mar ti fa la guerra,
BARZELLETIE, «COLMI•, LAZZI, «DIFFERENZE», STORNELLI 91
13 Nota biobibliografica
19 Prologo
Macchiette
21 L'antico romano
22 Il distratto (Bizzarria)
25 Giggi er bullo
28 I salamini
30 Paggio Fernando
32 Amleto
34 Maria Stuarda
36 La Gioconda (Monna Lisa)
38 Fortunello
42 Gastone
45 Il turco
Parodie
48 ... ma l'amor mio non muore!
49 Serenata pedestre (Poema sentimentale)
50 Violetta, deh! pensateci... (La Traviata)
54 Cyrano (Parodia)
56 La canzone delle cose morte
96 INDICE
nome . . . . ... . . . . . .. . . . . . . . . . ... . . . . . . . . cognome .... ....... ... .. ......... ........ ... .
età . . .. . . . . . .. . . . . . .. . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . professione .. ..... ... .. ... .... ..... ... ... ... .
CAP .. . . . . .. . . . . . ... . Città ...... .. ...... .. . .. .. .. ..... ........ .......... ... .. (...... )
X....____________,
Tel. 06/68803250
TEN 128
Richiesta volumi arretrati
(Spedizione contrassegno senza alcun contributo per spese postali)
N.B. Per richieste di importo inferiore a L. 5.000, inviare, unitamente alla
cedola libraria, francobolli di importo pari all'ordine.
Numero Numero
Titolo Importo
collana copie
Data _ _ _ _ _ _ _ _ __ Firma _ _ _ _ _ _ _ _ _ __
TASCABILI ECONOMICI NEWTON
Il fascino di autori senza tempo in cento pogine di gran-
de letteratura : una nuova, straordinaria collana di ta-
scabili che unisce all'eleganza della veste editoriale la
particolare cura del corredo critico e delle traduzioni, per
raggiungere il pubblico più esteso con il prezzo più
economico.
ETIORE PETROLINI
MACCHIETIE, lAZZI, COlMI E PARODIE
Le macchiette, le parcx:lie, i lazzi e i colmi qui raccolti (da I sa-
lamini ad Amleto, da Gastone a La canzone delle cose
~ offrono un'immagine detbgliata e articolata dell'ar1e del
grande comico romano, dimostrandone l'esilaranle originalilà
e la fanlasia pirolecnica. Sono opere irresistibili, in cui il guslo
per l'assurdo si mescola alla parcx:lia del 1ealro serio e aulico,
la battuta salace da avanspettacolo alla satira di costume.
Un'occasione dunque da non perdere per conoscere una fi-
gura unica nel panorama leatrale ilaliano del No....ecenlo, sin-
golarmente anticipatrice di Ionie esperienze successive, anche
di quelle di cornici dei nostri anni come Alessandro Bergon-
zoni e Gene Gnocchi.
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Macchiette, lazzi,
MACCHIETIE, lAZZI, COlMI E PARODIE
Le macchiette, le parodie, i lazzi e i colmi qui raccolti (da I sa-
lamini ad Amleto, da Gastone a La canzone delle cose
morie) offrono un'immagine dettagliala e articolala dell'ar1e del
grande comico romano, dimostrandone l'esilarante originalilà
e la fanlasia pirotecnica. Sono opere irresistibili, in cui il guslo
per l'assurdo si mescola alla parodia del leatro serio e aulico,
la battuta salace da avanspetlacolo alla satira di costume.
colmi e parodie
Un'occasione dunque da non perdere per conoscere una fi-
gura unica nel panorama teatrale i1aliano del Novecenlo, sin-
golarmente anticipatrice di lante esperienze successive, anche
di quelle di comici dei nostri anni come Alessandro Bergon-
zoni e Gene Gnocchi.