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5/2/2021 Emanuele Luzzati - Wikipedia

Emanuele Luzzati
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Emanuele Luzzati, spesso chiamato con il diminutivo


Lele Luzzati (Genova, 3 giugno 1921 – Genova, 26
gennaio 2007), è stato uno scenografo, animatore e
illustratore italiano. Noto soprattutto come scenografo e
illustratore, è stato maestro in ogni campo dell'arte
applicata.

È stato per due volte candidato al Premio Oscar per i film


di animazione La gazza ladra (1964) e Pulcinella (1973).

Indice
Il Museo Emanuele Luzzati, ospitato dal 2008 al
Biografia 2019 nella Porta Siberia, nel porto antico di
L'infanzia e il periodo svizzero Genova
L'affermazione
La maturità
La celebrazione
L'opera di Luzzati
Scenografia
Cinema d'animazione
Illustrazioni
Allestimenti navali
Opere
Scenografie
Filmografia
Libri
Cartelle di stampe
Allestimenti
Ceramiche
Riconoscimenti
Premio Oscar
Premio San Genesio
Premio Ubu
Premio Stregatto
Onorificenze
Note

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Bibliografia
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Biografia

L'infanzia e il periodo svizzero

Emanuele Luzzati nacque a Genova il 3 giugno 1921 da una famiglia della buona borghesia genovese,
ebraica per parte di padre, nella casa di via Caffaro 12A dove vivrà tutta la vita, con l'eccezione del
periodo svizzero[1].

Nel 1938 a causa delle leggi razziali fu costretto ad interrompere gli studi al Liceo classico Cristoforo
Colombo. Decise allora di studiare disegno e perciò iniziò a frequentare gli ateliers dello scultore
Edoardo Alfieri e del pittore Onofrio Martinelli[1].

Nel 1940 la famiglia Luzzati si trasferì a Losanna ed Emanuele s'iscrisse all'École des Beaux-Arts et des
Arts Appliquées, dove si diplomò quattro anni più tardi[2]. Questi anni furono molto stimolanti per il
giovane studente, entrò in contatto con il regista Louis Jouvet e con lo scenografo Christian Bérard. In
particolare rimase colpito da una rappresentazione dell'Histoire du soldat di Stravinskij che riproduceva
l'allestimento originale del 1918, con la forza delle molteplici sperimentazioni in senso musicale e
figurativo[3].

Nel periodo svizzero Luzzati strinse amicizia con altri due espatriati genovesi, Alessandro Fersen e Aldo
Trionfo, con i quali collaborerà in seguito. Questo gruppo di amici nel 1944 allestì uno spettacolo
teatrale, la pantomima di argomento popolare ebraico Salomone e la regina di Saba. La pièce era scritta
da Fersen, le scene dipinte da Luzzati, mentre gli attori erano Aldo Trionfo e Guido Lopez[3].

Dopo il rientro in Italia alla fine della guerra, nel 1945 lo spettacolo venne ripreso a Genova (al Teatro
Augustus) e a Milano (al Teatro Litta): ne rimangono alcune fotografie in bianco e nero dalle quali
s'intuisce l'influenza di Chagall, del Kandinskij del Blaue Reiter, dell'Espressionismo tedesco[3].

L'affermazione

Nel 1947 Luzzati firmò la prima scenografia ufficiale. Insieme a Fersen aveva fondato la "Compagnia del
Teatro Ebraico" e con essa i due amici rappresentarono al Teatro Nuovo di Milano una storia di
argomento ebraico, Lea Lebowitz, su testo di Fersen e con maschere, costumi e scene di Luzzati. Lo
spettacolo fu un vero successo di critica e di pubblico, e questo permise ai due artisti di essere accolti nel
mondo del "teatro ufficiale"[1]. Lo spettacolo era molto innovativo innanzitutto per l'argomento, visto che
a quell'epoca la cultura degli shtetl ebraici non era per nulla conosciuta; ma anche le soluzioni teatrali
erano originali: la scena del villaggio ebraico era ottenuta attraverso teloni di juta appesi, ma ciò che era
più inconsueto erano le grandi maschere di cartapesta disegnate da Luzzati, dalle espressioni rigide e
grottesche[3].

A Genova Luzzati aveva conosciuto il gruppo teatrale che faceva capo a Giannino Galloni e con esso nel
1948 allestì La mandragola di Machiavelli e Il soldato Tanaka di Georg Kaiser[1], inizio della lunga
collaborazione con il Teatro stabile di Genova.
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Nel 1949 ricevette il primo incarico di rilievo nazionale. Si trattava de Le allegre comari di Windsor
allestite al Teatro dei Parchi di Nervi dall'amico Fersen con attrici del calibro di Paola Borboni, Anna
Proclemer e Andreina Pagnani[3].

Nel 1950 venne chiamato da Vittorio Gassman a disegnare le maschere e i costumi di un Peer Gynt
allestito dal Teatro d'Arte Italiano. Nello stesso anno Luzzati venne contattato dall'architetto navale
Gustavo Pulitzer-Finali per disegnare tessuti e arazzi per la ditta M.I.T.A. (Manifattura italiana tappeti
artistici) di Genova-Nervi. Il disegno dei pannelli per la sala scrittura ed il bar della motonave Conte
Biancamano rappresentò l'inizio di una lunga collaborazione[2].

Nel 1951 Luzzati conobbe il ceramista Bartolomeo Tortarolo, noto come "Il bianco", e tramite questo
artista Luzzati cominciò a disegnare ceramiche per la fornace "Pozzo della Garitta" di Albisola[2].

Nel 1952 arrivò il primo incarico per le scene e i costumi di un'opera lirica: era La diavolessa di
Baldassarre Galuppi, messa in scena alla Fenice di Venezia da Corrado Pavolini e diretta da Carlo Maria
Giulini[1]. Del 1953 è invece la prima collaborazione con il Maggio Musicale Fiorentino, nel Mefistofele di
Arrigo Boito per la regia di Tat'jana Pavlova e la direzione di Tullio Serafin[1]. Con la manifestazione
toscana seguiranno molte altre collaborazioni. Nel 1955 fu la volta del Teatro dell'Opera di Roma con la
prima della Burlesca di Antonio Verretti diretta da Gianandrea Gavazzeni[2].

Negli anni cinquanta Luzzati continuò a collaborare con il teatro di prosa come scenografo e costumista;
lavorerà in quegli anni soprattutto per il Teatro Stabile di Genova e Il Teatro delle Arti di Roma. In
particolare nel 1955 la sala ricostruita del Teatro Duse venne inaugurata da L'amo di Fenisia di Lope de
Vega diretta da Fersen con scene e costumi di Luzzati[1].

Nello stesso 1955 Luzzati vinse il Primo Premio per la Ceramica a Cannes con l'opera I cavalieri della
triste figura e inoltre pubblicò la prima cartella di litografie, Viaggio alla città di Safed[2].

Anche il 1957 fu un anno intenso per l'artista genovese. Innanzitutto alla Galleria Rotta di Genova fu
allestita una mostra collettiva di ceramiche, in cui esponeva insieme a Lucio Fontana, Aligi Sassu e
Stefano d'Amico. Inoltre, il Molto rumore per nulla allestito al Teatro stabile di Trieste rappresentò la
prima collaborazione dello scenografo ligure con il regista Franco Enriquez. Poi, in quello stesso anno
Luzzati conobbe Giulio Gianini, l'animatore con cui realizzerà tutti i suoi cartoni animati[1]. Infine, lo
scenografo partecipò alla fondazione de La Borsa di Arlecchino: l'apporto di Lele Luzzati al primo teatro
"underground" genovese fu piccolo, ma importante: innanzitutto disegnò la locandina usata durante
tutte le stagioni, inoltre organizzò e dipinse lo spazio scenico[4].

Al 1958 risale la prima scenografia di un'operetta: per il Festival dell'Operetta di Trieste disegnò scene e
costumi della Frasquita di Franz Lehar[2]. In quello stesso anno fu particolarmente intensa l'attività di
ceramista di Luzzati, che realizzò, fra le altre opere, la decorazione della sede londinese della compagnia
aerea El Al[1].

Il 1959 fu di nuovo un anno di grandi risultati per Luzzati: fu chiamato alla Piccola Scala per disegnare le
scenografie de Il cordovano di Goffredo Petrassi; disegnò le scene per il balletto Renard di Stravinskij
collaborando per la prima volta con il coreografo Aurelio Milloss. Fu soprattutto l'anno in cui uscì il suo
primo cartone animato, Pulcinella: il gioco dell'oca, realizzato con Giulio Gianini[2].

Del 1960 è la prima scenografia per la sala principale del Teatro alla Scala: per la Cenerentola di
Prokof'ev[2].

Nel 1961 Luzzati parteciperà alla fondazione de La Compagnia dei Quattro, insieme a Glauco Mauri e
Valeria Moriconi, diretti da Franco Enriquez. Il primo spettacolo messo in scena dalla Compagnia sarà Il
Rinoceronte di Eugene Jonesco al Teatro Mercadante di Napoli[1].
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Nel 1962 Luzzati pubblicò il primo libro completamente suo, nel testo oltre che nelle illustrazioni: si
trattava de I Paladini di Francia, edito da Mursia[2], tratto dal cartone animato del 1960. Nello stesso
anno disegnò le scene e i costumi per una memorabile edizione de La bisbetica domata messa in scena
dalla Compagnia dei Quattro, che verrà replicata per dieci anni, in Italia e all'estero. Sempre nel 1962
vinse il Premio San Genesio per le scene de La baracca, un collage di atti unici di Garcia Lorca
rappresentato alla Biennale di Venezia del 1960[2].

La maturità

Il 1963 fu l'anno della consacrazione internazionale di Luzzati: grazie al successo ottenuto al Festival di
Glyndebourne con Il flauto magico di Mozart per la regia di Franco Enriquez, lo scenografo genovese
divenne per un decennio un collaboratore abituale del Festival e di altri teatri inglesi. Lo stesso Luzzati
ammise che questo allestimento rivoluzionò la sua idea di scenografia per l'opera lirica; capì infatti le
esigenze musicali dei personaggi, ma soprattutto comprese che una scena può cambiare a tempo di
musica e che "è la musica a dettare il ritmo dei movimenti delle immagini, dei colori"[3]. Nello stesso
1963 iniziò anche la lunga collaborazione di Luzzati con Gianfranco De Bosio: il primo spettacolo
allestito insieme fu Il bugiardo di Goldoni al Teatro Stabile di Torino[2].

Nel 1965 il successo di Luzzati arrivò oltreoceano: infatti l'Opera di Chicago gli commissionò le
scenografie di due spettacoli, i Carmina Burana di Carl Orff e L'heure espagnole di Maurice Ravel. Nello
stesso anno lo spettacolo che univa due testi di Ruzante, l'Anconitana e la Bilora, per la regia di
Gianfranco De Bosio, ottenne un ampio successo, sia in Italia che all'estero[2].

Nel 1966 l'affermazione a livello mondiale di Luzzati fu confermata dalla nomination al Premio Oscar
nella categoria del migliore cortometraggio animato, ottenuta dal film d'animazione La gazza ladra,
realizzato due anni prima[5]. Intanto, nel 1966 Luzzati aveva realizzato un altro cartone animato, ovvero i
titoli di testa del film L'armata Brancaleone di Mario Monicelli. Nello stesso anno fu invitato per la
prima volta dalla Staatsoper di Vienna, per disegnare le scenografie del balletto sulle musiche delle
Danze polovezie da Il principe Igor' di Borodin[2].

Nel 1967 arrivò anche un riconoscimento da Oltrecortina con il primo premio alla Biennale
dell'Illustrazione di Bratislava. Proseguiva intanto la collaborazione con i teatri inglesi, che quell'anno si
concretizò nella scenografia del Sogno di una notte di mezz'estate di Benjamin Britten allestito
dall'English Opera Group[1].

Nel 1968, con l'Ubu re di Alfred Jarry, iniziò il lungo sodalizio con il regista Tonino Conte[6], che
s'interromperà solo nel 2007 con la morte di Luzzati. Il 1968 fu anche l'anno d'inizio della collaborazione
di Luzzati con la casa editrice Emme Edizioni di Milano, specializzata nei libri per ragazzi: il primo titolo
pubblicato fu Alì Babà. Nello stesso anno il maestro genovese espose alla Wright Hepburn Gallery di
Londra disegni per il teatro e litografie[1].

Nel 1969 Luzzati tornò a collaborare con Fersen per un'opera di argomento ebraico: disegnò infatti le
scene per la prima del Golem, scritto e diretto dall'amico per il Maggio Musicale Fiorentino. Firmò
inoltre la scenografia del Così fan tutte di Mozart alla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera[1].

Nel 1970 disegnò le scene ed i costumi per il Don Chisciotte di Ludwig Minkus messo in scena al London
Festival Ballet[1]. Diresse inoltre un cortometraggio di 10 minuti d'animazione intitolato Alì Babà,
nonché il cartone animato che costituisce i titoli di testa del film Brancaleone alle crociate di Mario
Monicelli[2]. Nel 1970 Luzzati disegnò anche la sigla animata e le scenografie del programma televisivo
per ragazzi Il paese di Giocagio.

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Nel 1972 iniziò la lunga collaborazione con il regista Egisto Marcucci: il primo lavoro insieme fu il Sogno
di una notte di mezza estate con il Gruppo della Rocca. Nello stesso anno Luzzati espose alla Biennale di
Venezia nella sezione Grafica Sperimentale[1].

Nel 1973 Luzzati e Gianini realizzarono il cortometraggio animato Pulcinella, che vinse il Nastro
d'argento per la regia del miglior cortometraggio nello stesso anno[7] e fu candidato all'edizione 1974 del
Premio Oscar nella categoria del migliore cortometraggio animato[8]. La seconda nomination valse ai due
autori l'ammissione alla Academy of Motion Picture Arts and Sciences[1].

Nel 1974 venne ammesso anche all'Alliance Graphique Internationale[1].

Nel 1975, assieme ad Aldo Trionfo e Tonino Conte, Luzzati fu uno dei fondatori del Teatro della Tosse,
per il quale realizzerà scene e costumi di moltissimi spettacoli[2]. Per l'occasione fu ripreso l'Ubu re del
1968[1].

Nel 1976 Luzzati collaborò con Gianni Rodari allo spettacolo La storia di tutte le storie, in cui i bambini
del pubblico venivano coinvolti nella rappresentazione. Nello stesso anno Luzzati illustrò il libro di Rita
Cirio Dodici Cenerentole in cerca d'autore. Questo testo ebbe particolare successo: nel 1991 venne messo
in scena da Filippo Crivelli e contemporaneamente il libro fu ripubblicato[1].

Nel 1977 Luzzati pubblicò insieme a Tonino Conte il libro Facciamo insieme teatro. Sebbene il libro
fosse stato scritto per aiutare i ragazzi ad allestire spettacoli teatrali, il testo ha dimostrato di avere un
valore più ampio: innanzitutto è l'opera con cui lo scenografo genovese ha articolatamente descritto la
propria tecnica, e poi, proprio per questo, è stato adottato come libro di testo in molti corsi di
scenografia[1].

Il 1978 è l'anno in cui Luzzati e Gianini realizzarono il loro unico mediometraggio, il film a tecnica mista
Il flauto magico[1].

Uno degli allestimenti di maggior successo di Luzzati fu La donna serpente di Carlo Gozzi, rappresentata
dal Teatro Stabile di Genova nel 1979 per la regia di Egisto Marcucci. Il successo arrivò al Carnevale di
Venezia e quindi lo spettacolo fu invitato dai maggiori festival internazionali[1], e girò i teatri per alcuni
decenni. Nelle diverse riprese recitarono nello spettacolo anche attori popolari come Massimo Lopez e
Maurizio Crozza[9].

La celebrazione

Benché l'artista fosse ancora in piena attività, nel 1980 furono organizzate le prime grandi retrospettive
sull'attività di Luzzati. Dal 1980 al 1984 una mostra, intitolata Il sipario magico di Emanuele Luzzati,
allestita dall'Università di Roma a cura di Mara Fazio e Silvia Carandini, girò in varie sedi, da Roma a
Genova, da Torino a Milano, da Bergamo a Magdeburgo, a Bologna, esponendo scene e costumi
disegnati per il teatro[2]. Nello stesso 1980 fu organizzata anche un'esposizione sull'attività di illustratore
di Luzzati, presso la Boston Public Library[1].

Nel 1981 Luzzati ricevette un Premio Ubu speciale per la mostra Il sipario magico di Emanuele Luzzati.
In seguito avrebbe ricevuto il premio per la scenografia due volte: nel 1993 per La leggenda di San
Gregorio di Paolo Poli e nel 1995 per il Pinocchio prodotto dal Teatro della Tosse di Genova. Nel 2002,
invece, Luzzati disegnò il trofeo da consegnare ai vincitori[10].

Nel 1982 Luzzati divenne insegnante di illustrazione al Politecnico Byron di Genova, e lo rimase fino al
1990. Nello stesso anno l'artista genovese curò le scene e i costumi del Gilgamesh, ideato e diretto da
Tonino Conte per il gruppo Teatro Gioco Vita[1] Infine, insieme ad Alessandro Fersen tornò alla passione
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per le leggende ebraiche e disegnò le scenografie per l'opera lirica Il Dibuk di Lodovico Rocca, messa in
scena al Teatro Regio di Torino[2].

Nel 1983 illustrò l'album Cercando l'oro di Angelo Branduardi e la scena della relativa tournée,
organizzata da David Zard e intitolata Il libro. Al disco e alla tournée era collegato anche un cartone
animato, sempre intitolato Il Libro, parole e musica di Branduardi, disegni di Luzzati[2]. Nel 1983 iniziò
anche la collaborazione di Luzzati con il Rossini Opera Festival: qull'anno disegnò le scene per Il Turco
in Italia. Infine, nello stesso anno, lo scenografo genovese firmò i costumi dello spettacolo multimediale
Don Chisciotte di Maurizio Scaparro, allestito sia per il teatro che per la televisione ed il cinema[1].

Nel 1984 illustrò la Haggadah di Pesach edita da La Giuntina[1] e l'anno seguente Un rabbi che amava i
banchetti. L'eucaristia narrata ai bambini di Enzo Bianchi per Marietti Editore: due libri in qualche
modo speculari, per raccontare ai bambini la liturgia della cena presso gli ebrei e presso i cristiani. Del
1985 è anche la mostra Lele Luzzati: figure incrociate organizzata a Pontremoli in occasione del Premio
Bancarella[2].

Nel 1986 si tennero tre mostre su Luzzati: la prima a Parma dedicata alla coppia Gianini-Luzzati; la
seconda al Teatro Petruzzelli di Bari, intitolata Cose turche[2]; la terza al Salone Internazionale dei
Comics di Lucca, organizzata da Claudio Bertieri e intitolata Emanuele Luzzati: linee e colori tra
palcoscenico, set e editoria[1].

Nel 1988 Luzzati disegnò le scenografie per tre teatri stranieri: Il medico volante di Molière a Lione, Un
ebreo alla corte dei Gonzaga di e su Leone de' Sommi a Haifa, Oberon di Carl Maria von Weber a Saint
Louis. Nello stesso anno illustrò le Fiabe del focolare dei fratelli Grimm per le Edizioni Olivetti e in
seguito, per le Edizioni Nuages, Candido di Voltaire, Pinocchio di Collodi, Alice nel paese delle
meraviglie di Carroll, il Decameron di Boccaccio, Peter Pan di James Barrie e Il Milione. Sempre nel
1988, infine, si tenne la mostra Emanuele Luzzati: la scena illustrata a Mantova[2].

Nel 1989 fu chiamato dal Teatro Nazionale di Budapest per disegnare le scene de La mandragola di
Machiavelli[2].

Nel marzo del 1990 furono inaugurate a Reggio Emilia, Cavriago, Sant'Ilario e Montecchio quattro
sezioni di una grande mostra dedicata all'opera complessiva di Luzzati, Le mille e una scena[11]. Nello
stesso anno Luzzati mise in scena con il Teatro della Tosse due pièces in cui le scenografie erano quasi le
protagoniste: la prima era scritta dallo stesso Luzzati e si chiamava La mia scena è un bosco; l'altra,
allestita al Forte Sperone, s'intitolava Il castello di carte ovvero il mistero dei tarocchi ed era stata scritta
da Tonino Conte e Gian Piero Alloisio[2].

Per i settant'anni dell'artista, nel 1991, la città di Genova organizzò due mostre: Emanuele Luzzati: le
ceramiche (1950 - 1970) al Museo di Villa Croce e Emanuele Luzzati. Viaggio nel mondo ebraico al
Museo di Sant'Agostino[1].

Nel 1992 gli venne conferita dall'Università di Genova, sua città natale, la laurea honoris causa in
Architettura. Fra gli altri lavori, firmò le scenografie della Semiramide di Gioacchino Rossini per il
Teatro dell'Opera di Zurigo[2] e realizzò il cartone animato La casa dei Suoni con Claudio Abbado[1].

L'anno dopo venne allestita a cura dell'Unione dei Teatri d'Europa la mostra Emanuele Luzzati
scénographe presso il Centre Georges Pompidou di Parigi. L'evento verrà ripreso poi a Roma, Firenze,
Bellinzona, Milano, Genova, dove la mostra venne arricchita da un'ampia sezione dedicata
all'illustrazione, e Salonicco[1]. Nello stesso anno Luzzati fondò una scuola di scenografia annessa al
Teatro della Tosse. Sempre nel 1993 disegnò le scene de La buona madre di Carlo Goldoni, allestita al
Jerusalem Khan Theatre[2].

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Nel 1994 si tenne la mostra Emanuele Luzzati cantastorie a Bassano del Grappa. Inoltre, Luzzati
disegnò "40 illustrazioni dall'Orlando Innamorato" per il comune di Scandiano, che furono esposte in
occasione del quarto centenario della morte di Matteo Maria Boiardo[1].

Nel 1997 allestisce per il Comune di Torino, in Piazza Carlo Felice (Piazza della Stazione), un grande
presepio, mescolando ai personaggi tradizionali le figure delle favole più conosciute. Nel 1998 progetta
un parco giochi per bambini per il Comune di Santa Margherita Ligure, ispirato al Flauto Magico di
Mozart. Nella casa natale di Mozart a Salisburgo, viene presentata la mostra I Mozart di Luzzati (1999).

Nel 2000 sono allestite le mostre Emanuele Luzzati.


Viaggio nel Mondo Ebraico al Palazzo della Triennale
di Milano e Luzzati-Rodari al Palazzo delle Esposizioni
a Roma. Per le Edizioni Laterza esce il volume di Rita
Cirio ed Emanuele Luzzati Dipingere il teatro
un'intervista su sessant'anni di scene, costumi, incontri.

Nello stesso anno con la mostra I Mozart di Luzzati,


viene inaugurato a Genova il suo museo permanente
nell'edificio cinquecentesco di Porta Siberia (Area Porto
Antico). Tra le mostre tematiche che seguiranno fino al
2010 si citano: Luzzati incontra Rossini 1960-2001, La
grafica teatrale, Luzzati e le Ombre, Emanuele Luzzati.
Genova di tutta la vita, L'Opera lirica del ‘900, Viaggio Teatrino di Emanuele Luzzati nel museo Walton dei
nel mondo ebraico, La porta della fiaba, Luzzati e Giardini La Mortella di Forio
Rodari. I segni della fantasia, Le navi di Luzzati,
Gianini e Luzzati. Cartoni animati, Costantini Luzzati.
Una notte all'Opera. Negli ultimi anni ripubblica nella collana Le rane di Interlinea edizioni i suoi
capolavori per l'infanzia, Alì Babà e i quaranta ladroni e La tarantella di Pulcinella, da cui aveva tratto i
celebri cartoni animati. La nuova edizione degli albi gli vale nel 2005 il premio Andersen.

Il 1º giugno 2001 è nominato dal Presidente Ciampi Grande Ufficiale della Repubblica[12]. Nel 2002 crea
le scene per Il Flauto Magico di Mozart allestito al Teatro dell'Opera Carlo Felice di Genova. Nel 2003
disegna, per il teatro Trianon di Napoli, le scene della sacra rappresentazione La cantata dei pastori,
riscritta, diretta e interpretata da Peppe Barra (premio Eti – gli Olimpici del teatro 2004, per la
«migliore commedia musicale»). Nel 2004, per il Corriere della Sera, realizza le illustrazioni delle
cantiche della Divina Commedia di Dante Alighieri. Dopo i costumi del Don Chisciotte, regia di
Scaparro, le scene de Il Campiello di Goldoni e quelle del balletto Lo Schiaccianoci di Čajkovskij per la
coreografia di Amedeo Amodio, realizza nel 2006 la scenografia di Hänsel e Gretel di Humperdinck per
l'Opera Theatre di Saint Louis.

Nel 2004 disegna il drappellone per il Palio di Siena del 2 luglio, con un arazzo ispirato al bestiario del
Flauto Magico. Nel 2005 realizza il film d'animazione Genova, Sinfonia della Città, scritto e diretto da
Luigi Berio e con la musica originale di Stefano Cabrera. In 15 incalzanti minuti Genova è reinventata e
celebrata come mai era stato fatto prima.

Colpito da malore improvviso, muore a Genova il 26 gennaio 2007[13] nella casa dove ha abitato quasi
tutta la vita.

L'opera di Luzzati

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Luzzati è interprete di una cultura figurativa abile e colta, capace di usare con maestria ogni sorta di
materiale: dalla terracotta allo smalto, dall'intreccio di lane per arazzi all'incisione su supporti diversi, ai
collage di carte e tessuti composti per costruire bozzetti di scene, di costumi, di allestimenti navali. La
ricchezza del suo mondo fantastico, l'immediatezza ed espressività del suo stile personalissimo, ne hanno
fatto uno degli artisti più amati e ammirati del nostro tempo.

«Le stanze di Lele sono veramente stanze della memoria, di tutti i sedimenti dell'immaginario
storico, magazzini di idee e di ricordi. Entrano le une dentro gli altri, si fondono e diventano
immagine nuova. Così Luzzati costruisce alcune delle sue scenografie più belle e famose;
quella de "L'Armida" di Rossini per la Fenice di Venezia, ad esempio, con le immagini di Épinal
e i bestiari dell'ottocento che si mescolano ai repertori dell'architettura classica; oppure quella
per la "Donna Serpente" di Carlo Gozzi. "...ed ecco allora, qui in scena – scrive Edoardo
Sanguineti sull'Unità[14] – i pupi siciliani mescolati al museo delle cere, le biciclette dorate e i
megafoni a vista, orienti tra il rococò e il semi Salgari. Ernst impastato con Klimt e con Fussli, le
bambole meccaniche da collezionista e le bambine alla Carroll fotografo, il cantastorie da piazza
e la vamp da sotto Hollywood, le scatole a sorpresa con testone dragonesco cartoanimato… le
barbe finte e bianche e le spade di latta gialla e chi più ne ha più ne metta. È il surrealismo dei
padri del surrealismo…"[15]»

Nel corso della sua carriera ha realizzato più di cinquecento scenografie per Prosa, Lirica e Danza nei
principali teatri italiani e stranieri; ha illustrato e scritto diversi libri dedicati all'infanzia, eseguito
svariati pannelli, sbalzi e arazzi, collaborando con architetti per arredi navali e locali pubblici.

Da ricordare le sue collaborazioni con il London Festival Ballet, con il Glyndebourne Festival, con la
Civic Opera House di Chicago e con la Staatsoper di Vienna.

Giorgio Strehler aveva definito così le sue opere:

«Di fronte alle sue scenografie si ha quasi sempre l'impressione di finire mani, piedi e pensieri
dentro un sogno[13]»

È stato osservato come lo stile di Luzzati, apparentemente "bambinesco", sottointenda una cultura
figurativa vastissima[16]. Nella stessa immagine possono sovrapporsi i riferimenti a due o tre esperienze
artistiche del passato. D'altra parte si è anche osservato che queste "citazioni" vengono in qualche modo
destrutturate dallo scenografo genovese ed è stata individuata un'importante influenza in questo
procedimento nell'esperienza giovanile di Luzzati con il teatro dell'assurdo alla Borsa di Arlecchino[17].

Scenografia

Nel testo Facciamo insieme teatro Luzzati descrive i criteri cui si è attenuto nella sua attività di
scenografo e descrive i vari filoni in cui si possono inquadrare le sue scenografie[18].

Come principio generale del lavoro dello scenografo raccomanda innanzitutto di decidere insieme al
regista ed agli interpreti qual è il messaggio che si vuole far trasmettere allo spettacolo, ed in base a
questo si devono scegliere scene e costumi. Il compito delle scene, dei costumi e degli oggetti, secondo
Luzzati, è quello di aiutare l'attore a entrare nella parte[19]. Infine, come elementi che dovrebbero sempre
essere presenti nel teatro (e certamente caratterizzano quello di Luzzati) lo scenografo genovese indica il
gioco e la magia[20].
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Luzzati approfondisce soprattutto i tipi di scene da utilizzare in spazi non appositamente creati per il
teatro. E individua nella sua opera tre tipi diversi di scenografie, che chiama rispettivamente "scena
composta di oggetti", "scena costruita" e "oggetto scenico costruito"[20].

La "scena composta da oggetti" è all'apparenza una catasta di oggetti di trovarobato, spesso dello stesso
tipo, come tante seggiole, tanti tavoli, tanti armadi, tanti banchi di scuola o tante scale a pioli. In realtà
questi oggetti vengono inchiodati su una struttura di praticabili (cunicoli, scalette a vista e nascoste) per
permettere agli attori di muovercisi dentro[21]. Altre volte gli oggetti accumulati in scena sono di tipo
diverso, ma accomunati dal loro essere oggetti, usati, vecchi familiari: Luzzati spiega che per
rappresentare le pièces di Ionesco, che sono costituite da sequenze di frasi fatte e luoghi comuni, la
scenografia più efficace è proprio un insieme di mobili ed oggetti, altrettanto abituali e scontati[17].

La "scena costruita" è composta di pedane di diverse dimensioni, che vengono disposte in vari modi, per
rendere l'idea dei diversi ambienti[22].

Il più semplice oggetto scenico è il paravento, che può essere dipinto da un lato a rappresentare una
scena e dall'altro a raffigurarne un'altra. Luzzati consiglia, tuttavia, di unire tre o quattro paraventi ad
un'estremità, in modo da avere altrettante scene[23].

Uno sviluppo dell'oggetto scenico è la "scatola magica", ovvero un parallelepipedo, i cui quattro lati si
aprono a turno lasciando vedere una scena diversa. La scatola può essere montata su ruote, come fosse
un carrozzone, ed entrerà in scena tirata da uno o più attori. Oppure può essere montata su un perno
centrale fisso sul palco e attorno a cui ruota[24].

Un ulteriore tipo di oggetto scenico sono i "periatti" di origine rinascimentale. Sono dei parallelepipedi a
base triangolare, dentro ciascuno dei quali è nascosto un macchinista. I periatti sono simili a quinte, che
invece di essere calate e sollevate dall'alto, come nei teatri, girano su se stesse ad opera del macchinista.
L'esempio più celebre di periatti usati da Luzzati sono quelli inventati per il Flauto Magico di
Glyndebourne[25].

Ovviamente Luzzati ha lavorato soprattutto in teatri tradizionali, in cui era possibile calare dall'alto
scene e macchine teatrali, ma di queste soluzioni non parla nel libro, in quanto trattate nei testi
convenzionali. Tuttavia, anche in questi casi rimane una delle caratteristiche delle scenografie di Luzzati,
quella di mantenere espressamente l'aspetto di bozzetti[16], proprio perché sia sempre chiaro che il teatro
è finzione.

Cinema d'animazione

Luzzati riteneva che per il suo tipo di disegni e di temi fosse necessario un tipo di animazione diverso da
quello "naturalistico" standardizzato da Walt Disney, che ci volesse un tipo di movimento più semplice,
simile alle movenze dei burattini. Così iniziò la collaborazione con l'animatore Giulio Gianini. Il terzo
autore dei cartoni animati era il musicista Gianfranco Maselli, che si occupava di sincronizzare i
fotogrammi con la musica[16].

I cartoni animati di Luzzati sono molto particolari perché rivelano di essere stati concepiti come un
"teatrino", dimostrano volutamente e giocosamente la propria finzione. Fra i tipici elementi teatrali
evidenziati nei disegni di Luzzati per il cinema c'è la natura che è costituita da quinte e fondali che si
muovono come a teatro. Inoltre gli interventi narrativi sono espressi da sipari e cartelloni. Tutto ciò
conferisce alle brevi storielle il carattere del gioco consapevole, del disvelamento della finzione
artistica[26].

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Illustrazioni

Nell'illustrazione Luzzati ha fatto grande uso della tecnica del collage, utilizzando carte strappate o
ritagliate, soprattutto per rappresentare gli abiti dei personaggi, mentre i volti e le mani sono
generalmente disegnati con lo stile dell'artista genovese, che imita quello dei disegni dei bambini. E'
stato notato che i pezzi di carta utilizzati nei collages non combaciano mai perfettamente e in questo
modo Luzzati crea degli "anfratti d'indeterminazione" che in qualche modo il fruitore riempie con la
propria fantasia[16].

Allestimenti navali

Negli anni del Dopoguerra fu necessario procedere ad arredare le navi passeggeri italiane, che durante la
guerra erano state destinate ad altri compiti, fra cui il trasporto delle truppe, dei feriti e dei prigionieri.
Questa operazione venne svolta soprattutto nei cantieri dell'Alto Tirreno, perciò i maggiori architetti
navali, come Gustavo Pulitzer-Finali e Giovanni Zoncada, si trasferirono da Monfalcone e Trieste a
Genova. In questa città ebbero modo di conoscere il giovane scenografo Luzzati e si avvalsero spesso
della sua collaborazione[27]. Il riarredamento della flotta italiana fu la occasione per imporre il gusto degli
architetti triestini, più attenti agli sviluppi delle avanguardie artistiche, a scapito della tradizione
genovese, più vicina al gusto classicista degli arredatori britannici.

Fu per primo Pulitzer che chiamò a collaborare Luzzati; e la prima occasione fu il riallestimento del
Conte Biancamano nel 1950, per il quale il giovane scenografo fu chiamato a disegnare i pannelli per la
sala di lettura e per il bar. In tale occasione l'architetto triestino fece conoscere a Luzzati la M.I.T.A.
(Manifattura Italiana Tessuti d'Arredamento) di Nervi, che realizzerà molte opere disegnate dal giovane
scenografo[2].

Più significative saranno le collaborazioni successive, quando a Luzzati verranno affidati i pannelli
decorativi delle sale per i bambini: per la motonave Augustus realizzerà il pannello decorativo per la sala
da pranzo dei bambini dedicato alle lettere dell'alfabeto. Per l'Andrea Doria Luzzati disegnerà le
decorazioni parietali per la sala dei bambini con immagini ispirate al mondo del circo[27].

Nel pannello che decorava lo scalone di prima classe della motonave Ausonia Luzzati ebbe modo di
inserire temi a lui cari, dalle carte da gioco agli scorci di città. Particolare fu anche la decorazione del
pavimento del bar della motonave San Giorgio, in quanto era realizzata a piastrelle in ceramica smaltata
a rilievo, che rappresentava scorci di città simili a quinte teatrali[27].

L'utilizzo di materiali ogni volta diversi, affidati per l'esecuzione ad artigiani di alto livello, diventerà una
caratteristica degli arredi navali di Luzzati. Ad esempio per la Leonardo da Vinci disegnerà dei pannelli
in alluminio anodizzato oro, in cui il materiale, apparentemente prezioso, diventava un collage di
rottami e colature. Invece per la Galileo Galilei Luzzati inventerà un paravento in vetro di Murano per la
sala di prima classe, formato da riquadri che rappresentano una veduta di città. Per la Michelangelo,
infine, disegnò sette pannelli in ceramica smaltata per la sala da pranzo della classe cabina, raffiguranti
anche in questo caso scorci di città[27].

Per la motonave Oceanic della Home Lines Luzzati disegnò decorazioni parietali per vari ambienti,
ognuna in un materiale diverso. Ad esempio per lo scalone di prima classe realizzò un pannello a sbalzi
d'alluminio raffigurante personaggi, mentre per la sala da pranzo turistica disegnò un pannello di
ceramica traforata che rappresentava un castello medievale assediato con tanto di difensori e assalitori.
Ma il pezzo più interessante fu il pannello di pizzo realizzato per la grill room di prima classe, che

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rappresentava le maschere della Commedia dell'Arte. Il pannello era un collage di merletti antichi, di
pezzi di reti di diversa origine, nonché di parti in pizzo eseguito apposta. L'opera fu realizzata dalla
Manifattura Zennaro di Rapallo in quattro mesi. Ora è esposta al Museo del Merletto di Rapallo[27].

L'ultima opera disegnata da Luzzati per una nave è l'arazzo raffigurante una scena del Flauto Magico,
realizzata nel 1966 per la motonave Eugenio C. della Costa Armatori dalla M.I.T.A.. Il disegno riprendeva
quello dei periatti del Flauto magico di Glyndebourne[27].

Opere

Scenografie

Emanuele Luzzati ha firmato circa cinquecento scenografie: per un elenco completo si rinvia alle fonti
citate in bibliografia. Qui di seguito elenchiamo alcuni fra le più significative:

1944

Salomone e la regina di Saba di Alessandro Fersen, regia dell'autore, Losanna

1945

Salomone e la regina di Saba di Alessandro Fersen, regia dell'autore, Teatro Augustus di Genova e
Teatro Litta di Milano

1947

Lea Lebowitz di Alessandro Fersen, Teatro Nuovo di Milano, regia dell'autore

1948

La mandragola, teatro della CGIL di Genova, regia di Luigi Almirante


Il soldato Tanaka di Georg Kaiser, Piccolo Teatro Eleonora Duse, regia di Ettore Gaipa

1949

Le allegre comari di Windsor, Teatro dei Parchi di Nervi, regia di Alessasandro Fersen

1950

Peer Gynt, Teatro d'Arte Italiano, regia di Vittorio Gassman

1952

La diavolessa di Baldassarre Galuppi, Gran Teatro La Fenice di Venezia, regia di Corrado Pavolini

1953

Mefistofele, Maggio Musicale Fiorentino, regia di Tat'jana Pavlova

1955

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Burlesca di Antonio Verretti, Teatro dell'Opera di Roma, regia di Corrado Pavolini


L'amo di Fenisia di Lope de Vega, Teatro Duse, regia di Alessandro Fersen

1957

Molto rumore per nulla, Teatro stabile di Trieste, regia di Franco Enriquez

1958

Frasquita di Franz Lehar, Festival dell'Operetta, regia di Vito Molinari

1959

Il cordovano di Goffredo Petrassi, Piccola Scala, regia di Franco Enriquez


Renard, Maggio Musicale Fiorentino, coreografia di Aurelio Milloss

1960

Cenerentola, Teatro alla Scala, coreografia di Frederick Ashton


La baracca di Federico Garcia Lorca, Biennale di Venezia, regia di Franco Enriquez

1961

Il Rinoceronte, Teatro Mercadante di Napoli, regia di Franco Enriquez

1962

La bisbetica domata, Teatro romano di Verona, regia di Franco Enriquez

1963

Il flauto magico, Festival di Glyndebourne, regia di Franco Enriquez


Il bugiardo, Teatro Stabile di Torino, regia di Gianfranco De Bosio

1964

Macbeth, Festival di Glyndebourne, regia di Franco Enriquez

1965

Carmina Burana, Opera di Chicago


L'heure espagnole, Opera di Chicago
Anconitana e Bilora, Teatro Stabile di Torino, regia di Gianfranco De Bosio

1966

Coppélia, Orpheus, Danze polovezie da Il principe Igor', Staatsoper di Vienna, coreografia di Aurelio
Milloss

1967

Sogno di una notte di mezz'estate, English Opera Group, regia di Colin Graham
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Don Giovanni, Festival di Glyndebourne, regia di Franco Enriquez

1968

Ubu re, CUT di Genova, regia di Tonino Conte


Il ratto dal serraglio, Festival di Glyndebourne, regia di Franco Enriquez
Le Rossignol, Opera di Chicago, regia di Luciana Novaro

1969

Golem di Alessandro Fersen, Maggio Musicale Fiorentino, regia di Alessandro Fersen


Così fan tutte, Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera, regia di Franco Enriquez
Così fan tutte, Festival di Glyndebourne, regia di Alessandro Fersen
Sette canzoni di Gian Francesco Malipiero, Edinburgh International Festival, regia di Alessandro
Fersen
El amor brujo, Opera di Chicago, coreografia di Luciana Novaro
La Cenerentola, Scottish Opera, regia di Colin Graham

1970

Don Chisciotte, London Festival Ballet, coreografia di Witold Borkowski e Colin Graham
Il Turco in Italia, Festival di Glyndebourne, regia di John Cox
L'Italiana in Algeri, Opera di Chicago, regia di Lofti Mansouri

1972

Sogno di una notte di mezza estate, Gruppo della Rocca, regia di Egisto Marcucci
Il mandarino meraviglioso, Staatsoper di Vienna, coreografia di Aurelio Milloss

1973

Petruška, Staatsoper di Vienna, coreografia di Aurelio Milloss

1974

Il mercato di Malmantile, Lincoln Center, regia di Filippo Crivelli

1975

Ubu re, Teatro della Tosse, regia di Tonino Conte

1976

La storia di tutte le storie di Gianni Rodari, Teatro Aperto della Spezia, regia di Gianni Fenzi

1979

La donna serpente di Carlo Gozzi, Teatro Stabile di Genova, regia di Egisto Marcucci
Gilgamesh, Teatro Gioco Vita, regia di Tonino Conte
Il Dibuk di Lodovico Rocca, Teatro Regio di Torino, regia di Alessandro Fersen

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1983

Il Turco in Italia, Rossini Opera Festival, regia di Egisto Marcucci


Don Chisciotte. Frammenti di un discorso teatrale, regia di Maurizio Scaparro (solo costumi)

1986

Un ballo in maschera. Wiener Staatsoper, regia di Gianfranco De Bosio

1988

Il medico volante, Lione,regia di Carlo Boso


Un ebreo alla corte dei Gonzaga di e su Leone de' Sommi, Teatro Municipale di Haifa, regia di
Gilberto Tofano
Oberon, Opera Theatre of Saint Louis, regia di Colin Graham

1989

La mandragola, Teatro Nazionale di Budapest, regia di Gianfranco De Bosio


Lo Schiaccianoci, Aterballetto, coreografia di Amedeo Amodio[28]

1990

La mia scena è un bosco di Emanuele Luzzati, Teatro della Tosse, regia di Tonino Conte
Il castello di carte ovvero il mistero dei tarocchi di Tonino Conte e Gian Piero Alloisio, Teatro della
Tosse, regia di Tonino Conte

1992

Semiramide, Opernhaus Zürich, regia di Gianfranco De Bosio

1993

La buona madre, Jerusalem Khan Theatre, regia di Gianfranco De Bosio

1994

Candide, Opera Theatre of Saint Louis

2002

Il Flauto Magico, Teatro Carlo Felice di Genova, regia di Daniele Abbado

2003

La cantata dei pastori, teatro Trianon di Napoli, regia di Peppe Barra

2006

Hänsel e Gretel, Opera Theatre of Saint Louis

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Filmografia
Pulcinella: il gioco dell'oca (1959)
La Tarantella di Pulcinella (1960)
I paladini di Francia ovvero il tradimento di Gano di Maganza (1960)
Castello di carte (testo di Gianni Rodari, 1962)
La gazza ladra (1964)
L'armata Brancaleone (titoli di testa, 1966)
L'Italiana in Algeri (1968)
Alì Babà (1970)
Brancaleone alle crociate (titoli di testa, 1970)
Il viaggio di Marco Polo (1971)
Pulcinella (1973)
Turandot (1974)
L'uccel Belverde (1975)
Il flauto magico (1978)
Il tre fratelli (1979)
La donna serpente (1979)
La ragazza cigno (1980)
La palla d'oro (1980)
L'Uccello di fuoco (1981)
Pulcinella e il pesce magico (1981)
Il libro (videoclip dell'omonima canzone di Angelo Branduardi, 1983)
Concerto per gatti (musica di Gioacchino Rossini, 1985)
Contrappunto bestiale (musica di Adriano Banchieri, 1986)
Jerusalem (1990)
La casa dei suoni (con Claudio Abbado, 1992)
Genova. Sinfonia della città (di Luciano Berio, 2004)

Libri

Solo illustrazioni:

Calendario colombiano, Borgo San Dalmazzo, Istituto Grafico Bertello, 1951


L'arte di navigare, Società Italia di Navigazione, 1952 (testo di Rinaldo Negri)
Chichibìo cuoco e la gru, Roma, I Girasoli, 1961 (trad. inglese Chichibio and the crane, New York,
Obelensky, 1962)
Il castello di carte, Milano, Mursia, 1963 (testo di Gianni Rodari)
When it rains...it rains, New York, Rinehart & Winston, 1970 (testo di Bill Martin jr.)
Whistle, Mary, Whistle, New York, Rinehart & Winston, 1970 (testo di Bill Martin jr.)
Io e gli altri (enciclopedia in dieci volumi), Genova-Milano, La Ruota, 1971
L'uccel belverde e altre fiabe italiane, Torino, Einaudi, 1972 (testo di Italo Calvino)
Come si fanno i bambini, Genova, Ghiron, 1972
L'uccellino Tic Tic, Torino, Einaudi, 1972 (testo di E. Poi)

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Il viaggio di Marco Polo, Torino, ERI, 1972 (testo di Donatella Ziliotto; riedizioni Milano, Emme
edizioni, 1975 e 1981; trad. inglese The travels of Marco Polo, Londra, Dent, 1975; trad. tedesca Ich,
Marco Polo, Monaco, Ellermann, 1977)
Voglio comperare una tazza gialla con una ochetta blu, Torino, Einaudi, 1974 (testo di Ibi Lepschy)
Il Principe Granchio e altre fiabe italiane, Torino, Einaudi, 1974 (testo di Italo Calvino)
Il visconte dimezzato, Torino, Einaudi, 1975 (testo di Italo Calvino)
Gli uomini del libro, Milano, Adelphi, 1975 (testo di Giacoma Limentani; riedizione Milano, Feltrinelli,
1995)
Dodici cenerentole in cerca d'autore, Conegliano, Quadragono, 1976 (testo di Rita Cirio; riedizione
Milano, Nuages, 1991)
Walking and talking with Yoav, Tel Aviv, Sifriat Poalim, 1976 (testo di Michal Snunit)
As doenças infecciosas: o que são, como são transmitidas, como se devem combater, Bologna,
Pampiglione, 1977 (testo di S. Pampiglione)
Quando Shlemiel andò a Varsavia, Milano, Garzanti, 1979 (testo di Isaac Bashevis Singer)
Sundjata, Milano, Mondadori, 1980 (testo di Donatella Ziliotto)
Il vizio del faraone e altre leggende ebraiche, Torino, Stampatori, 1980 (testo di Giacoma Limentani)
I tre grassoni, Roma, Editori Riuniti, 1981 (testo di Tonino Conte da Jurij Oleša; ristampato nel 1993)
Oh che bel castello, Milano, Emme Edizioni, 1981 (testo di Virgilio Savona)
Filastrocche lunghe e corte, Roma, Editori Riuniti, 1981 (testo di Gianni Rodari)
Belfagor arcidiavolo, Genova, Il melangolo, 1982 (testo di Niccolò Machiavelli)
Atalanta. Una fanciulla nella Grecia degli dèi e degli eroi, Roma, Editori Riuniti, 1982 (testo di Gianni
Rodari)
la casa incantata, Milano, Vallardi, 1982 (testo di Furio Jesi)
A Tiresia, Roma, Psicoanalisi Contro, 1983 (testo di Sandro Gindro)
Haggadah di Pesach, Firenze, Giuntina, 1984
Il libro dei perché, Roma, Editori Riuniti, 1984 (testo di Gianni Rodari)
Filastrocche da cantare, Milano, Ricordi, 1984 (testo di Gianni Rodari e Virgilio Savona)
Un rabbi che amava i banchetti, Genova, Marietti, 1985 (testo di Enzo Bianchi)
Habitat per un'idea, Genova, Tolozzi, 1985 (testo di Licia Oddino)
Le avventure di Tonino l'invisibile, Roma, Editori Riuniti, 1985 (testo di Gianni Rodari)
Faida, Genova, Pirella, 1986 (testo di Domenico Rea)
Filastrocche per tutto l'anno, Roma, Editori Riuniti, 1986 (testo di Gianni Rodari)
Fiabe lunghe un sorriso, Roma, Editori Riuniti, 1987 (testo di Gianni Rodari)
Itinerari. Percorsi di ricerca per la scuola e la famiglia, Genova, Nuova Io e gli altri, 1988
I sentieri della notte, Genova, ECIG, 1988 (testo di Tonino Conte)
Dediche, Genova, ECIG, 1988 (testo di Tonino Conte)
Fiabe scelte, Milano, Olivetti, 1988 (testo dei Fratelli Grimm)
Michael and the monster of Jerusalem, Gerusalemme, Tower of David Museum, 1989 (testo di Meir
Shalev)
Brancaleone alle crociate, Mantova, 1989 (testo di Age & Scarpelli e Mario Monicelli)
Il bambino a espansione e altre storie, Genova, Marietti, 1989 (testo di Francesco Bollorino)
Il golem, Firenze, Salani, 1989 (testo di Isaac Bashevis Singer)
Candido, Milano, Nuages, 1990 (testo di Voltaire)
Il figlio di carta, Genova, Graphos, 1990 (testo di Nanda Mari)
La mattana, Savona, Fratelli Spirito, 1990 (poesie di Carmelo Cusumano)

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Le distese del cielo Parma, Guanda, 1991 (testo di Isaac Bashevis Singer)
Il ragioniere a dondolo, Roma, Editori Riuniti, 1993 (testo di Gianni Rodari)
Perché i re sono re, Roma, Editori Riuniti, 1993 (testo di Gianni Rodari)
Oroscopo. Previsioni astronomiche. Cieli e pianeti, Genova, Pirella, 1993 (testo di Umberto Albini e
Claudio Tolomeo)
Selenio e i pirati etruschi, Roma, Nuove Edizioni Romane, 1994 (testo di Pier Luigi Luisi)
Aida. La spada di Radames, Firenze, Salani, 1994 (testo di Andrea Stanisci)
Il secondo diario della salute, Genova, Erga, 1994
La notte delle favole, Genova, Erga, 1994
I racconti della Bibbia, Gerusalemme, Keter, 1994 (testo di Meir Shalev)
Favole senza tempo, Genova, Pirella, 1994 (testo di Vito Elio Petrucci)
La sapienza del mondo ovvero dizionario universale di tutti i popoli, Genova, Tolozzi, 1994 (testo di
Gustavo Strafforello)
Giusto e ingiusto, Genova, Io e gli altri, 1995
Occhi di bottone, Firenze, Salani, 1995 (testo di Sylvia Waugh)
La bestia d'ombra, Firenze, Salani, 1995 (testo di Uri Orlev)
La fonte secca, Firenze, Giunti, 1995 (testo di Carlo Martigli)
Il pentolino magico, Bari, Laterza, 1995 (testo di Massimo Montanari)
Mazel e Schlimazel, Firenze, Salani, 1995 (testo di Isaac Bashevis Singer)
Gli Ebrei, Genova, Io e gli altri, 1995 (testo di Andrea Levi)
Il golfo racconta. Storia della Spezia e del suo golfo narrata ai ragazzi, La Spezia, Giacché, 1995
(testo di Mauro Biagioni ed Enrica Bonamini)
La giostra dei mestieri, Genova, Auxilium, 1995
I colori della pace, Firenze, Giunti, 1996 (testo di Mario Salomone)
Pinocchio, Milano, Nuages, 1996 (testo di Carlo Collodi)
Midrashim. Antiche leggende ebraiche, Roma, Adei Wizo, 1996 (testo di Giacoma Limentani e Anita
Schaumann)
Genova, una città in venti storie, Bari Laterza, 1996 (testo di Tonino Conte)
El pomm: stori liber del gran liber, Milano, Viennepierre, 1996 (testo di Sandro Bayini)
Pierino e il lupo, Milano, DeAgostini-Rizzoli, 1996 (testo di Dario Fo)
Alexandria liberata, Alessandria, Tacchella, 1996 (testo di Piera Maldini e Rino Tacchella)
Il teatro delle filastrocche, Roma, Editori Riuniti, 1996 (testo di Gianni Rodari)
Il grande gioco di Urluberlù, Roma, Editori Riuniti, 1996 (testo di Tiziana Ferrando)
Urluberlù ladro di suoni, Roma, Editori Riuniti, 1996 (testo di Tiziana Ferrando)
Filastrocche nel prato e in cielo, Torino, Il Capitello, 1996 (testo di Elio Giacone)
La guida di Napoli per ragazzi, Napoli, Liguori, 1998 (testo di Anna Maria De Chiara e Laura Galletti)
Alice nel paese delle meraviglie, Milano, Nuages, 1996 (testo di Lewis Carroll)
E quando cupa mezzanotte scocca, Firenze, Fatatrac, 1998 (testo di Ermanno Detti)
Narratva a teatro, Bergamo, Atlas, 1999 (testo di Piera Maldini)
La guida di Roma per ragazzi, Napoli, Liguori, 1998 (testo di Sandra dal Pozzo e Anna Maria
Morbiducci)
Ombretta Camilla, Modena, Panini, 2000 (testo di Marina Bassani)
Zefirino Collolungo, Milano, Feltrinelli, 2000 (testo di Marina Bassani)
Animali sapienti, Milano, Nuages, 2002(testo di Giorgio Matteotti)
Alla fiera dell'Est, Roma, Gallucci, 2002 (testo di Angelo Branduardi)
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Nove nipoti e cinque terre, Milano, Fabbri, 2004 (testo di Cesare Rimini)
Orlando innamorato, Interlinea, 2005 (testo di Matteo Maria Boiardo)
Le parole del teatro, Torino, Einaudi, 2006 (testo di Tonino Conte)
Un serpente, un diluvio e due arche, Segrate, Frassinelli, 2008 (testo di Meir Shalev)
Personaggi in scena - Da Pulcinella ai re magi, Interlinea, Novara, 2014, ISBN 978-88-8212-854-8
(testo di Walter Fochesato)
Le Fiabe Italiane, (di Italo Calvino con prefazione di Nadia Terranova, Mondadori, 2019)

Testo e illustrazioni:

I Paladini di Francia ovvero il tradimento di Gano di Maganza, Milano, Mursia, 1962 (trad. inglese
Ronald and the wizard Calico, New York, Pantheon, 1969, e Londra, Hutchinson, 1969)
La gazza ladra, Milano, Mursia, 1964
Alì Babà e i quaranta ladroni, Milano, Emme Edizioni, 1968 (riedizioni Roma, Editori Riuniti, 1993, e
Novara, Interlinea, 2003; trad. inglese Ali Baba and the forty thieves, New York, Pantheon, 1969;
trad. tedesca Ali Baba und die vierzig Räuber, Monaco di Baviera, Elleman, 1969; trad. francese Ali
Baba, Parigi, L'École des Loisirs, 1969; trad. Giapponese Ali Baba, Tokyo, Shuppan, 1979)
The magic flute, Oxford, Blackwell, 1971
La tarantella di Pulcinella, Milano, Emme Edizioni, 1971 (riedizione Pulcinella e il pesce d'argento,
Roma, Editori Riuniti, 1993; ristampa La tarantella di Pulcinella, Novara, Interlinea, 2003)
Bimbo recita, Milano, Emme Edizioni, 1974 (con Tonino Conte; riedizione Sganarello medico per
forza, 1981)
Mio fratello, Milano, La Ruota, 1975
C'erano tre fratelli, Milano, Emme Edizioni, 1977
Il teatro, i ragazzi, la città, Milano, Emme Edizioni, 1978 (con Gianni Rodari)
Orlando in guerra, Torino, Stampatori, 1979 (con Guido Davico Bonino; riedizione Einaudi, 1999)
La Cenerentola, Milano, Emme Edizioni, 1979 (trad. inglese Cinderella, Londra, Bluth, 1981)
Tre fratelli, quaranta ladroni, cinque storie di maghi e burloni, Milano, Emme Edizioni, 1983
Graffi, sbagli, ritagli. Le acqueforti e le acquetinte, Milano, Nuages, 2003
La stella dei re magi, Novara, Interlinea, 2003 (ristampa 2007).
Il presepio, Roma, Gallucci, 2017
Filastrane.Storie di rane in giro per l’Italia, con Anna Lavatelli, Novara, Interlinea, 2020.

Saggi:

Brevi appunti sulla scenografia in G. Fratta, Scenografia teatrale, Milano, Gorlich, 1955
Da Sofocle a Pirandello, Roma, RAI, 1963
Facciamo insieme teatro, Torino, Einaudi, 1977 (scritto insieme a Tonino Conte; ristampa Roma,
Laterza, 2001)

Cartelle di stampe
Viaggio alla città di Safed, Age d'or, 1955
La cenerentola, Milano, Emme Edizioni, 1979
Il flauto magico, Firenze, Il bisonte, 1979
La cabala del lotto, Torino, Stella, 1990 (con filastrocche di Nico Orengo)
Ester e Ruth, Milano, Il Polifilo, 1990
https://it.wikipedia.org/wiki/Emanuele_Luzzati 18/23
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Pulcinella, Locarno, Reredisc, 1991


Diario di una cameriera, Torino, Lo Scarabeo, 1991
Il Guerrcino illustrato, Roma, Benincasa, 1993
Bertoldo, Asti, Nebiolo, 1994
I promessi sposi, Lecco, 1999

Allestimenti

Allestimenti navali:

Conte Biancamano, pannelli per la sala di lettura e per il bar, 1950


Augustus, pannello decorativo per la sala da pranzo dei bambini Alfabetiere, 1951
Andrea Doria, decorazioni parietali per la sala dei bambini Circus, 1953
Marco Polo, decorazione parietale, 1955
Ausonia, pannello per lo scalone di prima classe, 1957
San Giorgio, pavimento in piastrelle in ceramica smaltata per il bar, 1958
Leonardo da Vinci, pannelli in alluminio anodizzato oro, 1960
Galileo Galilei, paravento in vetro di murano fra la sala da pranzo e il salone delle feste, 1963
Michelangelo, sette pannelli in ceramica smaltata per la sala da pranzo della classe cabina Le
piazze d'Italia, 1963
Oceanic, pannello di pizzo della Commedia dell'Arte, 1964
Eugenio C., arazzo del Flauto magico, 1966

Altri allestimenti:

Grandi pannelli a parete di legno dorato per un locale notturno di Genova, 1957
Pannelli di ceramica per la sede El Al di Londra, 1958
Pannelli di ceramica per il ristorante "Tiberio" di Londra, 1958
Rivestimento in ceramica per una colonna dell'atrio del grattacielo di Sampierdarena, 1958
Arazzo La favola presentato alla XV Triennale di Milano, 1973
Mezzaro del Flauto magico, 1992

Ceramiche
I cavalieri della triste figura, 1955
Tre pannelli in alto- e bassorilevo montati su tavola di legno, 1957
La reine de Saba et le cocq de bruire, 1958
Dama, 1958
Serie di vasi per farmaci, 1959
La tavola quadrata, 1960
Serie di Cavalieri, 1960
Il cocchio contro il malocchio, 1960
Grandi figure di scacchi, 1961
Chi possiede questo mastello, anche se brutto diventa bello, 1964
Il re di denari per chi è negli affari

https://it.wikipedia.org/wiki/Emanuele_Luzzati 19/23
5/2/2021 Emanuele Luzzati - Wikipedia

Riconoscimenti

Premio Oscar
1966 - Candidatura come miglior cortometraggio d'animazione per La gazza ladra
1974 - Candidatura come miglior cortometraggio d'animazione per Pulcinella

Premio San Genesio


1962 – Per la scenografia de La baracca

Premio Ubu
1981 – Premio speciale per la mostra Il sipario magico di Emanuele Luzzati
1993 – Per la scenografia de La leggenda di San Gregorio
1995 – Per la scenografia di Nel campo dei miracoli o il sogno di Pinocchio

Premio Stregatto
1982
1984

Altri premi

1955 - Primo Premio (medaglia d'oro) alla Prima Esposizione Internazionale della ceramica di
Cannes, per I cavalieri della triste figura
1957 - Premio Opera Prima al Festival internazionale del film d'animazione di Annecy per I paladini
di Francia
1967 - Premio alla Biennale di illustrazione di Bratislava
1967 - Premio I Dioscuri d'Oro per il teatro
1981 - Premio della Critica teatrale di Firenze
1991 - Premio Klingsor per l'attività d'illustratore
1991 - Premio Mario Novaro
1991 - Premio Città di Genova

Onorificenze
Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana
— 1º giugno 2001. Di iniziativa del Presidente della Repubblica.[12]

Note
1. Biografia in Giorgio Ursini Uršič e Andrea Rauch (a cura di), Emanuele Luzzati. Scenografo, Genova,
Tormena,1996

https://it.wikipedia.org/wiki/Emanuele_Luzzati 20/23
5/2/2021 Emanuele Luzzati - Wikipedia

2. Biografia in Natasha F. Pulitzer (a cura di), Emanuele Luzzati. Cantastorie, Bassano del Grappa,
Ghedina & Tassotti, 1994
3. Ugo Volli, Scenografia del gioco, gioco della scenografia in Giorgio Ursini Uršič e Andrea Rauch (a
cura di), Emanuele Luzzati. Scenografo, Genova, Tormena,1996
4. ^ Livia Cavaglieri e Donatella Orecchia, Memorie sotterranee: Storia e racconti della Borsa di
Arlecchino e del Beat 72, Torino, Accademia University Press, 2018, pagg. 45-52
5. ^ (EN) La gazza ladra sinfonia: Awards (https://www.imdb.com/title/tt0059214/awards?ref_=tt_awd)
su IMDb.com.
6. ^ Emanuele Luzzati, Il Teatro come decalcomania, a cura di Tonino Conte, Firenze, La Casa Usher,
1985
7. ^ Albo d'oro 1973 (http://www.nastridargento.it/1973-albo-doro/) su nastridargento.it
8. ^ (EN) Pulcinella: Awards (https://www.imdb.com/title/tt0070574/awards?ref_=tt_awd) su IMDb.com
9. ^ Lucia Marchiò, La donna serpente. Le visionarie scene di Luzzati su La Repubblica, edizione
genovese, del 3 giugno 2014 (https://genova.repubblica.it/cronaca/2014/06/03/news/la_donna_serpe
nte_la_visionarie_scene_di_luzzati-87938309/)
10. ^ sito Premio Ubu (https://www.ubulibri.it/premi-ubu-2002/)
11. ^ Le mille e una scena. Teatro, Cinema, Illustrazione di Emanuele Luzzati, Provincia di Reggio
Emilia, 1990
12. Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana - Luzzati Sig. Emanuele, su quirinale.it.
URL consultato l'8 marzo 2011.
13. Addio allo scenografo Emanuele Luzzati. "Genova era la mia grande ispiratrice", in la Repubblica, 26
gennaio 2007. URL consultato l'8 marzo 2011.
14. ^ Edoardo Sanguineti, Pop settecentesco, in "L'Unità", domenica 22 aprile 1979
15. ^ Andrea Rauch, Il mondo come Design e Rappresentazione, Firenze, Usher Arte, 2009.
16. Elisabetta Carron, La costruzione dei luoghi del racconto, in Natasha F. Pulitzer (a cura di),
Emanuele Luzzati. Cantastorie, Bassano del Grappa, Ghedina & Tassotti, 1994
17. Mara Fazio e Silvia Carandini (a cura di), Il sipario magico di Emanuele Luzzati, Officina, Roma,
1980
18. ^ Tonino Conte ed Emanuele Luzzati, Facciamo insieme teatro, Torino, Einaudi, 1977, pagg. 37-80
19. ^ Tonino Conte ed Emanuele Luzzati, Facciamo insieme teatro, Torino, Einaudi, 1977, pag. 42
20. Tonino Conte ed Emanuele Luzzati, Facciamo insieme teatro, Torino, Einaudi, 1977, pag. 43
21. ^ Tonino Conte ed Emanuele Luzzati, Facciamo insieme teatro, Torino, Einaudi, 1977, pag. 44
22. ^ Tonino Conte ed Emanuele Luzzati, Facciamo insieme teatro, Torino, Einaudi, 1977, pag. 46
23. ^ Tonino Conte ed Emanuele Luzzati, Facciamo insieme teatro, Torino, Einaudi, 1977, pagg. 46-7
24. ^ Tonino Conte ed Emanuele Luzzati, Facciamo insieme teatro, Torino, Einaudi, 1977, pag. 47-8
25. ^ Tonino Conte ed Emanuele Luzzati, Facciamo insieme teatro, Torino, Einaudi, 1977, pag. 49
26. ^ Sara Cortellazzo, Pastelli, pupazzi e siparietti. Il cinema di Gianino e Luzzati, Genova, 1982
27. Luisa Crusvar, Il gioco del viaggio: arte, decoro, interventi di Emanuele Luzzati sulle navi 1950-1966,
in Natasha F. Pulitzer (a cura di), Emanuele Luzzati. Cantastorie, Bassano del Grappa, Ghedina &
Tassotti, 1994
28. ^ Francesca Cecchini, Lo Schiaccianoci di Amedeo Amodio (http://www.quartaparetepress.it/2016/1
0/28/lo-schiaccianoci-di-amedeo-amodio-intervista/)

Bibliografia
Opere su Emanuele Luzzati

https://it.wikipedia.org/wiki/Emanuele_Luzzati 21/23
5/2/2021 Emanuele Luzzati - Wikipedia

Guido Davico Bonino, Emanuele Luzzati. Scenografie 1947-1975, Torino, Martano, 1973
Mara Fazio e Silvia Carandini (a cura di), Il sipario magico di Emanuele Luzzati, Officina, Roma,
1980 (catalogo della mostra)
Sara Cortellazzo, Pastelli, pupazzi e siparietti. Il cinema di Gianino e Luzzati, Genova, 1982
Il teatro come decalcomania. Le Immagini di Emanuele Luzzati per la Tosse, La Casa Usher,
Firenze, 1984
Lele Luzzati: figure incrociate, La Casa Usher, Firenze, 1985 (catalogo della mostra)
Gianini-Luzzati. Mostre-Cinema-Incontri, Comune di Parma, 1986 (catalogo della mostra)
Emanuele Luzzati. la scena illustrata, Mantova, 1988 (catalogo della mostra)
Susi Davoli (a cura di), Le mille e una scena, Provincia di Reggio Emilia, 1990 (catalogo della
mostra)
Paola Pallottino (a cura di), Multipli Forti, Roma, Carte Segrete, 1990
Luciano Lucignani, Lele Luzzati, Roma, Armando Curcio, 1990
Rita Cirio, I manifesti teatrali di Emanuele Luzzati, Il Vicolo, Genova, 1990
Maurizio Vento (a cura di), Emanuele Luzzati. Viaggio nel mondo ebraico, Genova, Centro primo
Levi, 1991 (catalogo della mostra)
Guido Giubbini e Franco Sborgi (a cura di), Emanuele Luzzati: le ceramiche (1950-1970), Genova,
Costa & Nolan, 1991 (catalogo della mostra)
Attilio Valenti (a cura di), Luzzati e le favole, Genova, COOP, 1991
Sergio Noberini (a cura di), Emanuele Luzzati. Le scenografie 1945-1992, Genova, Il Vicolo, 1992
Giorgio Ursini Ursič e Andrea Rauch (a cura di), Emanuele Luzzati Scénographe, Parigi, 1993
(catalogo della mostra)
Natasha Pulitzer (a cura di), Emanuele Luzzati cantastorie, Bassano del Grappa, Ghedina, 1994
(catalogo della mostra)
Sergio Noberini (a cura di), Emanuele Luzzati. Illustratore, Comune di Valenza Po, 1996 (catalogo
della mostra)
Claudio Caserta. L'Elisir di Luzzati, Elea press, Salerno, 1996
Claudio Caserta. Il Barbiere di Rossini nella scena di Luzzati, ESI, Napoli, 1999
Rita Cirio, Emanuele Luzzati; Dipingere il teatro: intervista su sessant'anni di scene, costumi,
incontri, Laterza, Roma, 2000. ISBN 88-420-6196-4
Daniele Lombardo; Guida al cinema d'animazione - Fantasie e tecniche da Walt Disney
all'elettronica, Editori Riuniti, Roma, 1983, ISBN 88-359-2640-8
Andrea Mancini, La mia scena è un bosco. Emanuele Luzzati, il teatro e il mondo dei ragazzi,
Titivillus Edizioni, Corazzano, 2003.
Claudio Caserta. Pulcinella: viaggio nell'ultimo Novecento, tra favola e destino Gian Paolo Dulbecco,
Fausto Lubelli, Emanuele Luzzati, Alessandro Mautone, ESI, Napoli, 2006. ISBN 88-495-1256-2
Emanuele Luzzati. Fantasie, Nugae, Genova, 2010 testi di Nico Orengo, Matteo Fochessati,
Goffredo Fofi, Paola Pallottino, Gianni Rodari, Giacoma Limentani, Ugo Volli, Emanuele Luzzati,
Tonino Conte, Santuzza Calì, Ariela Fajrajzen, Laura Falconi, Giulio Gianini, Federico Fellini,
Antonella Abbatiello, Andrea Rauch ISBN 88-420-6196-4

Voci correlate
La Borsa di Arlecchino
Teatro della Tosse
Porto antico di Genova
Museo Emanuele Luzzati di Genova
https://it.wikipedia.org/wiki/Emanuele_Luzzati 22/23
5/2/2021 Emanuele Luzzati - Wikipedia

Altri progetti
Wikiquote contiene citazioni di o su Emanuele Luzzati

Collegamenti esterni

Emanuele Luzzati, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.


Emanuele Luzzati, su sapere.it, De Agostini.
(EN) Emanuele Luzzati, su Find a Grave.
Opere di Emanuele Luzzati, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
(EN) Opere di Emanuele Luzzati, su Open Library, Internet Archive.
(EN) Emanuele Luzzati, su Internet Movie Database, IMDb.com.
(EN) Emanuele Luzzati, su AllMovie, All Media Network.
Museo Luzzati di Genova, su museoluzzati.it.
Maestro del Palio di Asti, su palio.asti.it. URL consultato il 14 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 25
ottobre 2007).
Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse onlus, su teatrodellatosse.it. URL consultato l'8 marzo 2011
(archiviato dall'url originale il 7 marzo 2011).
"Le avventure di Guz, l'asino haluz", su ronci.org.
"Gli albi per l'infanzia di Emanauele Luzzati - Interlinea", su interlinea.com.
Contesto artistico-culturale della Svizzera negli anni della seconda guerra mondiale. Intervista di
Emanuele Luzzati in lingua italiana, riprese di Luciano Martinis, realizzata da: Genova, 2004,
Copyright Fondazione Isabella Scelsi. Durata: 30', su scelsi.it.
"L'imprevedibilità dei limiti" intervista ad Emanuele Luzzati, su ilpepeverde.it.
VIAF (EN) 51816526 (https://viaf.org/viaf/51816526) · ISNI (EN) 0000 0001 0857 4680 (htt
p://isni.org/isni/0000000108574680) · SBN IT\ICCU\CFIV\027849 (https://opac.sbn.it/opacs
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