1996-Sacchi-Classificazione Apocrifi Antico Testamento
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INCONTRO DI BOLOGNA 1-2 OTTOBRE 1996 Paolo Sacchi PROBLEMI ATTUALI PER LA CLASSIFICAZIONE DEGLI APOCRIFI DELL’ANTICO T A mano a mano che i testi di Qumran venivano pubblicati, mi rendevo sempre piit conto dell’affinita di molti detti apocrifi o pseudepi: dell’ Antico Te- to, tanto che progettai una raccolta di n esisteval, A lingue stranicre e tntte abbastanza veechie. Studiare il periodo del Giudaismo medio (IL sec. a.C. - II see. d.C.) tenendo conto di Qumran, come qualeuno faceva, ¢ stam questi seritti che in italiano quell: solo data raceolte di apo: * Raccolte pri ti chi cius, Codex pseudupigraphicus Veteris Testa- menti, 2 voll, Hamburg 1713-1723; J.P. Migne Dictionnaire des apocryphes. 2 voll. 1858; E. Kautzsch, Die Aj depigraphen des Alien 1 1900; R.H. Charles, The Apocrypha and Pseu- depigrapha of the Old Testament in English, 2 voll., Oxford 1913 ¢ ristampe; P. Riessler, Al- tjlidisches Schrifttum ausserhalb der Bibel, sburg 1928 [1966"]: A.M. Denis, Fragmenta pseudepigraphorum quae supersunt Graeca, una cum historicorum et auctorum hellenistarum fragmentis collegit et ordinavit - , Leiden 1970; JH, Charlesworth. The Old Testament Pseude- Pigrapha, 2 voll., Garden City - New York 1983 ~ 1985; A. Diez Macho, Los upécrifos del Antiguo Testamento, 6 voll., Madrid 1982-1986; H.S.D. irks, The Apoeryphal Old Testament, Oxford 1984; ME. Stone, Jewish Writings of the Second Temple Period, Assen -Philadelphia 1984; A. mol (et alii), Schriften aus hellenistisch- rimischer Zeit, Giitersloh 1973 ‘quasi completa- ta; P. Sacchi (curatore ¢ talora autore), del’Antico Testamento, 2 yoll., Tori 1989. Altri apocrifi dovrebbero use za presto presso la Paideia di Brescia; & p un volume dedicato agli s MENTO non degli apocrifi, mi sembrava deformante. Come si vede dalla lista delle edizioni, la mia idea . se venne contempo- non era peregri mente a molti. Allora mi era chiaro che cosa era un apocrifo: ne ho dato piti volte una definizio- ne che stona pit o meno cosi: «Si dicono quei testi gine ebraica giunti a noi non nella lingua originale, ma, a differenza dei manoseritti del Mar Morto, in una traduzione fatta da eristiani gia in epoca antica e giunti pertanto a noi per mezzo della normale trad apoerifi veterotestam: ori- tta medievale: quelli seritti origina- riamente gno di essere wadotti». trattare di seritti fuo amente dove- da ogni un’ epoca che non si potesse dire ancora eristiana. In altri va, quind one? e pili © meno compresi mini non dovev 4.€., dovevano ma non ancora rabbii ici o di epoca rabbi del pensi tutti del Giudaismo medio. numerose teologie ebraiche _concorrenti. Questa impostazione, derivata dal Charles, Pedi sliore il mio lavoro, sto empo, il periodo the vide la fior i progettavo mente pud andare, ma te presenta qualche problema. Agli inizi del XVIII secolo il Fabricius aveya creato con il suo Codex pseudey letterari graphicus Veteris Testamenti un vero ¢ pro- prio genere letterario che ebbe fortu e che si fondava sull’idea di potevano vei (pseudepigrafi) veterotestamentari nel senso ace seritti che mented si apocrifi i cosiddetto Enoe etiopico che & chiesa copta.religioso del termine. La sua prospettiva era quella di raccogliere la documentazione bi- blica falsa, cio’ apocrifa. Per lui erano apo- crifi quei libri che rispondevano a questa definizione: «sive (cioz) scripta sanctis Pa- triarcharum et Prophetarum nominibus te- nere suppositar (p. 4 dell’introduzione). Subito dopo cetta nulla di quei discorsi senza fondamento € di averli raccolti solo per esporli al di- sprezzo comune. Il Fabricius, infatti, non ebbe nessun interesse storico, ma si muoveva nelambito della curiosita erudita in un quadro di interessi religiosi. La sua opera & notevole per aver raccolto, non solo opere apocrife, ma anche tradizioni relative ai per- sonaggi biblici, traendole da tutte le nume- rosissime fonti a sua conoscenza. In alti ‘mini, per il Fabricius sono apocrifi vete- rotestamentari tutti i testi che pretendano di avere tiene a dichiarare che non ac- avuto come autore un personaggio biblico (vedi in seguito la posizione del Charlesworth), qualunque fosse la lor teo- logia e qualunque fosse Ia loro datazione. Uno seritto cristiano poteva bene appartene- re anche agli apocrifi dell’Antico Testamen- to, se lautore pseudepigrafo era un perso- naggio biblico. In seguito il coneetto di apocrifi dell’Antico Testamento si allargd. Si veda per esempio Vedizione, per altro filologica- mente ottima, del Charles. Egli non trova nulla di strano a mettere nella medesima raccolta insieme con I’Enoe etiopico, che isponde bene alla definizione del Fabri- cius, opere come la Lettera di Aristea, la leg- genda di Ahiqar, il Documento di Damasco ¢ perfino i Pirge Avot. Comunque, & proprio da questa impostazione che deriva la defini- zione da me usata, Ma ha un senso chiamare apoerifo dell’Antico Testamento un libro come i Pirge Avot, che & aggiunto alla Miinah © che non pud essere pit antico del TIT sec. .C.? Di- verso era il easo del Documento di Damasco, che, benché aleuni lo volessero medievale, poteva bene essere considerate antico; sa- rebbe stato il caso di un apocrifo giunto a noi attraverso la tradizione manoscritta ebraica stessa, dal momento che era stato scoperto nella genizah del Cairo: un bel col- po filologico*t Nella tradizione allargata del concetto di apocrifi vetero-testamentari si pongono. anche recenti edizioni. Il Charlesworth af- fronta il problema, ma sostanzialmente nega che lo si possa risolvere. Non é possibile dare una definizione di apocrifi ve testamer pud solo accedere a una tradizione' cui contenuti possono essere deseritti (description) nel modo seguente. Gli apocrifi 1) sono seritti ebraici o cristiani (ma come & possibile inserire seritti eristiani in una rac- colta intitolata Old Testament Pseudepi- grapha?); 2) sono spesso attribui personaggi i (e questo spiega perehé formalmente anche un testo cristiano pud appartenere alla raccolta. E il criterio pu- ramente letterario del Fabricius); 3) hanno la pretesa di trasmettere un messaggio divino ( come fanno a stare in questa raceolta i frammenti degli storiei ebrei?); 4) Si fondano spesso su idee o racconti biblici (e come fa a starei lo stesso Enoe etiopico, con le sue anime raccolte nelle valli dell’Occidente?); 5) furono composti per lo pitt fra il IT see. a.C. e il II d.C. 0, comunque, trasmettono «Jewish traditions that date from that pe- riod», anche se in forma riclab chia. ro, comunque, che si tratta di prineipi nebu- losi, che, se applicati alla lettera, inserireb- hero nelle raccolte di apocrifi molte opere medievali Che il genere della raccolta degli apo- ha perso il suo carattere origi senza che sia sostituito da uno nuovo e chia- ro, si vede bene dall’oscillazione stessa dei titoli delle raccolte contemporanee. G’é chi sottolinea, a che si deve trattare alche modo connessi famosi 3 Chr. 8. Schechter, Documents of the Jewish Sectaries, I: Fragments of a Zadokite Work, Cambridge 1910 [1970]. + .Contemporary scholars employ the term “pseudepigrapha” not because it denotes something. sp Pseudepigrapha must be defin include all docume: weivably belong to the Old Testament Pseudepigeapha» (Vol. I, p. XXV).Dupont-Sommer ¢ Philonenko con solo di- ciannove titoli) © chi -sposta Vaccento sul quadro storico ¢ parla di seritti di epoca el- lenistico-romana, come la raceolta tedesea Jiidische Schrifien aus hellenistisch- rimischer Zeit. Questa soluzione sarebbe ot- tima, se al titolo corrispondesse il contenuto, ma questo 2 quello ampio wadizionale, quale pud essere documentato nelle vaccolte del Kautzsch e del Riessler, sia pure presentato jonale. Restano, comun- que, esclusi i testi qumranici e i grandi testi dell’epoca romana, quelli di Filone di Ales- sandria e di Giuseppe Flavio. Motivi pratiei si accavallano evidentemente a definizioni teoriche. Comunque, che difficolta-esistano a mettere a punto una definizione di apoer yeterotestamentari, lo dimostra anche il fatto mai convinto che anche in que- sto fatto pratici hanno avuto il loro peso nelindividuazione dei titoli da pro- durre, ma non possono essere solo motivi pratici. Credo che per evitare confusioni sia necessario tornare alla definizione di apocri- fi dell’Antico Testamento che dette il Fab cius, fondatore del genere letterario, Natu- ralmente la sua definizione dovra essers guata a criteri scientifici e non rel ade- do- storicizzata. La formazione vari canoni & successiv: . ci0e, esse a zione apo a tutta la produ- ‘fa, almeno di quegli apocrifi a del 100 d.C. Possiamo conside- rare apocrifi dell’Antico Testamento tutti quei libri che abbiano un eminente interesse religioso, ma, invece di guardare col Fabri- cius allo pseudoautore, sari meglio conside- rare lepoca di composiz ‘ti pr restare nell’ambito cronologico dell’Antico ‘Testamento, non si possono prendere in con- siderazione opere successive a una certa da- ta. E questa @ rappresentata, come cifra tonda, dall’anno 100 d.C., per il motivo det- to sopra. Si aggiunga che anno 100 & anche quello, sempre considerato come cifra tonda, che vede la neta formazione di una teologia cristiana cosciente di non essere pid ebraica. Seritti giudaici posteriori a questa data e che non siano di matrice cristiana, saranno con- siderati seritti giudaici non vabbinici, ma as- solutamente non
76 (1969), pp. 528-549. Ripreso da J. de Pouilly, La Ragle de Qumran. Son évolution liuéraire, Paris 1976 ¢ da P. Arata Mantovani, La stratificazione letteraria della Regola della A proposito di uno studio recente, in » 5 (1983), pp. 69-91.
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