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febbraio 2006 n.

126 (2/06)
mensile Euro 13,00
Registrazione Tribunale di Milano n. 451 del 22 agosto 1994. Poste italiane spa – Spedizione in abbonamen-
to postale – Dl 353/2003 (conv. in legge 46/2004) articolo 1, comma 1, DCB Milano

L’intervento
La Tarsu verso la tariffa pag. 3
di Alberto Pierobon

Il deposito di rifiuti, le ecopiazzole e i centri per la raccolta


separata dei Raee (seconda parte) 11
di Leonardo Filippucci

Veicoli fuori uso: il percorso della giurisprudenza di legittimità 15


di Gabriele Taddia

IN ITALIA, spesso, si scherza sul fatto che molte leggi so-


no fatte per essere violate. Si dà per scontato, allora, che singole specifiche
Legislazione norme nazionali
Finanziaria 2006: danno ambientale e disposizioni di settore
allocazioni non realizzeranno la (ingenua) uguaglianza prevista dalla Legge 23 dicembre 2005, n. 266 – stralcio 18
Costituzione. Sintesi a cura di Alessandro Radrizzani
Quindi, si è consapevoli che le norme giuridiche non vanno utilizzate co- il commento di Fabio Anile 24
me regole, ma possono svolgere uno specifico ruolo euristico; cioè risolvo-
no i problemi senza seguire un chiaro percorso, ma affidandosi all’intuito Incenerimento: proroga al 28 febbraio 2006 per l’adeguamento
ed allo stato temporaneo delle cose, per generare nuova conoscenza. Decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273 26
All’opposto di tale metodo si pone quello algoritmico (fondato su un me-
Recupero rifiuti portuali, un “buco” di dodici giorni
todo per la soluzione di un problema adatto ad essere implementato sotto
Dm Ambiente 17 novembre 2005, n. 269 28
forma di programma). il commento di Paola Ficco 31
La legislazione sui rifiuti, finora, è sempre stata improntata al metodo eu-
ristico, dove la definizione di rifiuto veniva interpretata in modo ondivago
a seconda della percezione di un determinato materiale da parte del sin- Giurisprudenza
golo che coniava neologismi (residui, sottoprodotti ecc.). Da più parti,
L’appalto per lo smaltimento rifiuti non rientra nella competenza
però, si chiedeva chiarezza, norme semplici e piane; quindi, si invocava il
esclusiva del Giudice amministrativo
metodo algoritmico i cui passi sono (per definizione) “semplici”, cioè
Consiglio di Stato – V Sezione
specificati in modo non ambiguo ed immediatamente evidenti all’esecu- Sentenza 16 novembre 2005, n. 6409 33
tore, cioè a chi sarà chiamato ad applicare l’algoritmo, dove la corrispon-
denza tra input e output rappresenta il problema risolto dall’algoritmo. La privativa comunale sul recupero dei rifiuti urbani non esiste
Questa corrispondenza sembra provenire dalle norme contenute nel cd. Tar Marche – I Sezione
“Testo unico ambientale”, che il Governo si accinge a varare definitiva- Sentenza 15 novembre 2005, n. 1210 35
mente (con buona pace del totale diniego delle Regioni), dove la defini- il commento di Leonardo Filippucci 37
zione di “rifiuto” sembra aver trovato una soluzione, secondo la quale (in
sostanza) è rifiuto solo quello che va a smaltimento, mentre ciò che è re-
cuperabile è sottoprodotto. Quindi, il recupero dei rifiuti sembra scompa- Rubriche
rire, rimanendo tali solo sostanze e materiali che recapitano verso lo Come si fa... il registro di carico-scarico 42
smaltimento. Sul punto, non si può tacere della Giurisprudenza Ue, per la a cura di Paola Ficco e Maurizio Santoloci
quale il sottoprodotto si ha solo se il materiale è reimpiegato dal proprio
produttore nel ciclo produttivo di origine e non da un altro soggetto an- Quesiti 54
che se esercita la stessa attività. Tant’è. L’input è stato: i materiali recupe- a cura di Paola Ficco, Stefania Pallotta
rabili non dovrebbero essere rifiuti; l’output è: i materiali recuperabili
non sono rifiuti. Semplice, chiaro e piano. “Focus” giurisprudenza 57
La norma ha così sanato e normalizzato il conflitto, riconducendolo a cura di Maurizio De Paolis
nell’ambito dell’ordinato svolgersi dei rapporti sociali, secondo l’accezio-
ne più squisitamente giuspositivista del diritto. Punto imballaggi 58
Però nei rapporti sociali confluiscono anche altre istanze, prime tra tutte a cura di Conai
quella della tutela dell’ambiente che, forse, il nuovo testo non tiene nella
giusta considerazione, ad onta dell’interesse pubblico che lo Stato ha affi- Tribuna Albo gestori 59
dato al Ministero dell’ambiente: la tutela dell’ecosistema e non degli inte- a cura di Eugenio Onori
ressi industriali o della concorrenza che (fino a prova contraria) compe-
Check Ambiente 61
tono ad altri Ministeri ed alle istituzioni della regolazione.
a cura della Redazione Reteambiente
Paola Ficco

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nuova versione 5.2 2006

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Nonostante l’introduzione della Tariffa per la gestione dei rifiuti (co-
nosciuta anche con l’acronimo “Tia”) nel nostro ordinamento è an-
cora vigente (ed applicata in moltissimi Comuni) la tassa per lo smal-
timento dei rifiuti solidi urbani (Tarsu), organicamente disciplinata
dal Dlgs 15 novembre 1993, n. 507, come successivamente modificato
ed integrato. Tale tributo era originariamente disciplinato dal Tu per
la finanza locale (Tufl) approvato con Rd 14 settembre 1931, n. 1175
(nel testo sostituito dall’articolo 27 della legge 20 marzo 1941, n. 366)
ed ha subito sostanziali modifiche solo con il Dpr 10 settembre 1982,
n. 915 il quale ha provveduto a modificare gli articoli 268, 269, 270,
L’intervento 271 e 272 del Tufl (1).
Altre modifiche sono state operate con l’articolo 8 del Dl 2 marzo 1989,
n. 66, convertito con modificazioni nella legge 24 aprile 1989, n. 144.
Per l’articolo 270, primo comma del citato Tufl 1175/1931, così come
introdotto dall’articolo 21 del Dpr 915/1982, la tassa veniva commisu-
rata alla superficie delle aree e dei locali serviti ed all’uso cui i medesi-
mi venivano destinati. Con il secondo comma del medesimo articolo
270 si disponeva che nella determinazione della superficie tassabile
non si dovesse tener conto di quella parte di essa ove, per specifiche ca-
ratteristiche strutturali e per destinazione si formavano (e si formano),
di regola, rifiuti speciali, allo smaltimento dei quali, com’è noto, sono
tenuti a provvedere – a proprie spese – i produttori stessi.

Venivano pertanto sottratti alla tassazione i locali e le aree su cui si

La Tarsu fossero formati, di regola, rifiuti diversi da quelli urbani e ciò, ovvia-
mente, a prescindere dalla circostanza che su tali immobili si for-
massero o si presupponesse la formazione anche di rifiuti urbani.
verso la tariffa Proprio l’allora Ministero delle finanze, con la circolare 16 maggio

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


1983 ebbe a chiarire che le sedi di attività industriali ed artigianali
non erano più assoggettate al tributo de quo, anche se in tali sedi, per
di Alberto Pierobon la presenza dell’uomo potevano essere prodotti rifiuti urbani. Il tutto
Direttore Generale del Consorzio – veniva però condizionato alla verifica della sussistenza di due condi-
Azienda intercomunale di Bacino zioni previste dalla legge:
Treviso Tre in Trevignano (Treviso) 1) la destinazione del bene allo svolgimento dell’attività che, di regola,
dà luogo alla produzione di rifiuti speciali;
2) l’idoneità, per proprie specifiche caratteristiche strutturali, del bene
medesimo al fine suddetto.
Quindi nella singola fattispecie dovevano sussistere ambedue le circo-
stanze dianzi indicate (destinazione e caratteristiche strutturali): con-
seguentemente il titolare di attività industriali, artigianali e simili che
versava in siffatta situazione, non era tenuto a corrispondere alcuna
tassa bensì aveva l’obbligo di provvedere allo smaltimento a proprie
spese, direttamente o a mezzo di imprese all’uopo autorizzate, dei ri-
fiuti prodotti (2).
Con il citato Dlgs 507/1993, emanato in attuazione dell’articolo 4 del-
la legge 23 ottobre 1992, n. 421, che ha conferito delega al Governo
per il riordino, fra l’altro, della finanza territoriale, è stata attuata la
revisione ed armonizzazione della disciplina in materia dei rifiuti soli-
di urbani.
I criteri di delega in materia di tassa per lo smaltimento dei rifiuti soli-
di urbani, di cui all’articolo 4, comma 4, legge 421/1992, prevedono:
1) un collegamento diretto tra fruibilità del servizio ed applicazione
della tassa, nonché la commisurazione dei parametri del prelievo sulla
base delle potenzialità di produzione dei rifiuti;
2) la definizione di precise modalità di equiparazione ai rifiuti urbani
dei residui derivanti da attività produttive, sia ai fini della competenza
obbligatoria dei Comuni dello smaltimento di tali rifiuti con un diritto
di privativa, sia ai fini dell’applicazione della tassa.

Come si legge nella Relazione, a suo tempo presentata dal Governo, le


disposizioni sopra illustrate della legge delega intendono “ricondurre
il tributo alla sua natura di tassa, correlando più strettamente il
prelievo al servizio concretamente fruibile in relazione alle specifi-
che esigenze dell’utente ed in base a parametri obiettivi”, con il
che si è evitato un vizio di costituzionalità di un prelievo commisurato
alla potenzialità dei rifiuti anziché ad un indice chiaro di capacità 3
contributiva. mente prodotti (10), in tal senso è stato proposto di assumere “il nu-
L’intervento La Tarsu verso la tariffa

Secondo l’opinione, non del tutto condivisibile, di taluno (3) il Dlgs mero dei soggetti occupanti, in quanto fattori primi di generazio-
507/1993 “chiarisce e precisa, con una normativa esauriente e ne di rifiuti e residui che devono essere smaltiti attraverso il servi-
dettagliata, quella relazione fra tassa, costo del servizio, superficie zio prestato dall’Ente locale” (11) non senza segnalare l’incapacità
imponibile e idoneità dell’utilizzazione della stessa a generare ri- del Legislatore di affrancarsi dal tributo legato ad un bene economico
fiuti che già la disciplina previgente aveva delineato, ma in modo quale “il diritto di occupare ed utilizzare a proprio vantaggio una
non certo univoco e senz’altro meno vincolante per l’autorità co- determinata superficie, in qualche modo indicativo di una mag-
munale”. giore capacità di contribuzione rispetto al servizio garantito dal-
Gli articoli da 58 a 60 del Dlgs 507/1993 disciplinano dunque l’istitu- l’Ente pubblico” (12).
zione della tassa e l’attivazione del servizio. L’articolo 61 del citato Dlgs L’uso dei locali va inteso “come variabile idoneità delle singole catego-
riguarda gettito e costo del servizio di smaltimento dei rifiuti. Con il rie di locali a incidere sul costo del servizio e dunque principalmente
comma 1 viene precisato che il gettito complessivo della tassa, che non alla produzione di rifiuti in più o meno elevata quantità” e non qua-
può comunque essere superiore al costo del servizio, non deve risultare le elemento di redditività dell’attività svolta nei locali stessi (13).
inferiore al 70% (in precedenza tale percentuale era fissata al 50%) del- Peraltro è stato notato che se l’amministrazione comunale “coprisse i
lo stesso costo per gli Enti locali con gravi e incontrovertibili condizioni costi della nettezza urbana con entrate diverse dalla tariffa (im-
di squilibrio economico risultanti dal conto consuntivo (Dlgs poste locali sul reddito e sul patrimonio e/o indebitamento) si assi-
504/1992, comma 2, lettera b); per gli altri Enti il gettito complessivo sterebbe ad una redistribuzione di risorse e di benessere dagli abi-
della tassa non può essere inferiore al 50% del costo di esercizio. tanti della località che funge da polo di attrazione a quelli dei Co-
L’aumento del limite di copertura è conseguente – come si legge nella muni periferici”, verificandosi così il fenomeno cosiddetto dello
relazione governativa – all’eliminazione del costo dello spazzamento “sfruttamento della città centrale” da parte delle aree residenziali
dei luoghi pubblici, al fine di evitare una diminuzione del gettito. L’e- suburbane, talché è stata proposta la sottoposizione ad un regime spe-
ventuale differenza tra il gettito ed il costo complessivo del servizio po- ciale di tassazione soltanto per alcuni tipi di utenze (14).
trà essere restituita d’ufficio mediante sgravio d’imposta o rimborso,
ovvero – nel caso sia previsto nel regolamento comunale (di cui In ultima analisi la graduazione secondo l’uso dei locali attenuereb-
all’articolo 59, Regolamento del servizio di nettezza urbana emanato be gli effetti di sfruttamento della città centrale da parte dei non resi-
ai sensi dell’articolo 8 del Dpr 915/1982, recante norme di attuazione denti, ovvero l’articolazione per aree e/o categorie di utenze consen-
delle direttive comunitarie sui rifiuti tossici e nocivi), mediante un tirebbe di meglio interpretare la suddetta esigenza redistributiva.
credito di imposta deducibile in percentuale dal tributo dovuto per
l’anno successivo. Per quanto riguarda i costi di esercizio, viene stabi- Ai Comuni è stata riconosciuta non soltanto una competenza primaria
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

lito che questi comprendono le spese inerenti al servizio e comunque per quanto attiene all’organizzazione e all’esercizio di attività di rac-
gli oneri diretti ed indiretti. Disposizioni particolari sono dettate per le colta e smaltimento di rifiuti domestici, ma anche, come avremo mo-
quote di ammortamento degli impianti e delle attrezzature e per i costi do di analizzare, relativamente alla cruciale questione dei rifiuti cosid-
di gestione delle aziende speciali. detti “assimilabili” (solo per la parte “smaltimento”).
La Tarsu, al di là delle prime incertezze qualificatorie (4) è stata poi Sembrava quindi emergere la convinzione secondo la quale una intro-
ritenuta essenziale per l’effettuazione del servizio (pubblico e invidisi- duzione del sistema tariffario (15) – ove correttamente applicata –
bile) con una finalità extrafiscale (5). potrà e può garantire un miglioramento della qualità del servizio e
Nella Tarsu si riscontrerebbe l’assenza di un rapporto (sinallagmatico) una maggiore economicità e trasparenza delle operazioni; inoltre con
commutativo tra la prestazione del servizio de quo ed il prelievo all’u- la “personalizzazione delle entrate e delle spese” vengono ad essere fa-
tenza (controprestazione) (6), in quanto l’imposizione concreta del vorite “logiche di valutazione individualistiche, in cui i singoli e i
tributo poteva essere richiesta alla generalità degli utenti (7) anche gruppi tendono a fare calcoli monetari di ciò che pagano in con-
senza la loro reale utilizzazione del servizio (8). fronto a quanto ricevono” (16).
In definitiva, l’obbligo del pagamento del tributo veniva qualificato
tassa, per legge e per la sua natura giuridica, al di fuori, dunque da Peraltro, la proposta di trasformare la Tarsu in tariffa non è stata con-
una rigorosa corrispettività del servizio, in quanto oggetto di una pote- divisa dai gestori privati del settore in quanto, secondo la loro posizio-
stà pubblica coattiva (Cfr. ex plurimis, Corte di Cassazione, V Sezione ne è possibile il verificarsi delle seguenti “negative implicazioni con-
civile (tributaria), sentenza 23 giugno 2003, n. 9920, secondo la qua- nesse” (17):
le: “In tema di tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, ai – incertezza in ordine alla riscossione considerata la peculiarità del
sensi degli articoli 268, 269 e 270 del Rd 14 settembre 1931, n. servizio di gestione dei rifiuti non paragonabile a quelli a rete (gas,
1175, la raccolta dei rifiuti solidi urbani costituisce per il Comune acqua, luce) – dove esiste la possibilità di un oggettivo controllo delle
un obbligo e, per la prestazione di questo servizio, sussiste, a cari- quantità erogate e di una agevole coercizione al pagamento, talché si
co del cittadino, il corrispettivo obbligo del pagamento del tributo, aggraverebbe il grave fenomeno dell’evasione ed elusione presenti già
qualificato “tassa” alla stregua dell’indicazione della stessa legge, nell’attuale regime, oltre al possibile ulteriore decadimento della qua-
nonché della sua natura. Ne consegue che il tributo è dovuto indi- lità dei servizi, già fortemente compromessa dalle attuali condizioni di
pendentemente dal fatto che l’utente utilizzi il servizio, al verifi- mercato;
carsi del solo presupposto della detenzione dei locali e senza che – non sarebbe nemmeno ipotizzabile l’applicazione di una “bolletta
sia a tal fine necessario lo svolgimento in essi di una attività che, unica” per i servizi pubblici nella maggior parte dei casi, considerata
al contrario, costituisce solo uno dei parametri (l’altro, principale, la diversità dei soggetti preposti e incaricati a svolgere i citati servizi
è la superficie dei locali stessi) ai quali la tassa è commisurata”; in sul territorio;
conformità cfr. Corte di Cassazione civile, sentenza 7945/2002). – si verificherebbe un aggravio fiscale a seguito dell’applicazione
Com’è noto la quantificazione della Tarsu avviene con il ricorso ad un dell’Iva.
criterio paracatastale (9), con un carico tributario correlato:
a) alla superficie; Comunque, il passaggio dalla tassa per lo smaltimento dei rifiuti soli-
b) all’uso dei locali degli utenti. di urbani alla tariffa, oltre ad essere una precisa scelta normativa, ri-
Secondo taluni il parametro della superficie occupata non riuscirebbe sulta essenziale per la corretta attuazione del principio comunitario
“ad esprimere in modo efficace la funzione di domanda di servi- della responsabilità condivisa (sia per il settore pubblico che per quello
zio pubblico proveniente dal cittadino” e nemmeno corrispondereb- privato), in quanto la previsione di una tariffa in luogo della tradizio-
4 be alla aspettativa di commisurare la tassa de qua ai rifiuti effettiva- nale tassa comporterà a regime (almeno, come vedremo oltre, per la
parte variabile) esborsi proporzionali alla produzione di rifiuti da par- Perplessità sono state da più parti sollevate in ordine alla natura tribu-

L’intervento La Tarsu verso la tariffa


te dell’obbligato. taria o patrimoniale della menzionata “tariffa” (24), essendosi rile-
D’altro canto è evidente come la trasformazione in tariffa della tassa vato come i presupposti oggettivi e soggettivi, nonché gli elementi di
non possa “risolversi in un mutamento di carattere puramente determinazione di quest’ultima, non sarebbero tali, come si è cennato,
nominalistico, chè la tariffa risulterebbe in definitiva quantificata da renderla essenzialmente diversa dalla Tarsu contemplata dal Dlgs
alla stregua di una tassa” (18). 507/1993 (25).
Altri soggetti (19) hanno ritenuto invece opportuno proporre non la
soppressione della Tarsu, bensì la trasformazione dell’attuale mecca- La rilevanza della natura della tariffa ha conseguenze applicative di
nismo di tassazione su base tariffaria, operata con la sola modifica del non poco conto concernenti:
Dlgs 507/1993. – l’applicabilità delle norme costituzionali relative ai tributi ed alle
Tanti opinamenti hanno indotto la VIII Commissione (Ambiente, leggi tributarie;
Territorio e Lavori pubblici) della Camera dei Deputati (20) – la qua- – la giurisdizione, dato che l’articolo 2, Dlgs 31 dicembre 1992, n.
le ha pur confermato la validità della scelta tariffaria “in relazione a- 546, innovando significativamente rispetto al Dpr 26 ottobre 1972, n.
gli effetti che produce come moltiplicatore d’efficacia (21) delle 636, ricomprende nella giurisdizione delle commissioni tributarie i
strategie da perseguire per la riduzione dei rifiuti, per rafforzare “tributi comunali e locali”, ed “ogni altro tributo” ad essa devoluto
gli incentivi al recupero e per dare ai Comuni una maggiore re- dalla legge;
sponsabilità”– ad esprimere “fondate alcune perplessità sulla tarif- – la competenza del Giudice ordinario, giacché l’articolo 9 del Codice
fa” segnalando la necessità di “un approfondimento sui risvolti o- procedura civile assegna al Tribunale la competenza esclusiva in ma-
perativi” (22). teria di imposte e tasse;
Per l’economia del presente scritto basti osservare che la nozione di ta- – i peculiari regimi attinenti l’accertamento, la liquidazione, la deca-
riffa richiama quella di “pubblico servizio”, la quale com’è noto, es- denza e la prescrizione, la riscossione, l’obbligazione tributaria (indi-
sendo stata non delineata dalla legislazione vigente, è presupposta sponibile), il complessivo regime dei rapporti tra azione impositiva,
dall’articolo 43 della Costituzione che richiama, tra i servizi pubblici, oggetto del giudizio e poteri dei Giudici (ognun vede che il favor fisci
quelli che hanno il connotato dell’essenzialità. In particolare, nei ser- immanente al processo tributario che si svolge dinanzi alle commis-
vizi di gestione dei rifiuti, rileva il regime di privativa. Giova ricordare sioni non sussiste affatto laddove la giurisdizione è quella ordinaria –
che la Commissione di Studio per il Decentramento Fiscale, presieduta si pensi ai problemi della inoppugnabilità degli atti, ai limiti al rim-
da F. Gallo, già precisava al riguardo: “La tariffa nella tradizione le- borso, ai limiti probatori ecc.);
gislativa non è che lo strumento normativo di determinazione – l’applicabilità della legge generale sulle sanzioni amministrative tri-
della misura di un tributo (…). Ad avviso della Commissione è butarie di cui ai decreti legislativi 18 dicembre 1997, n. 471 e 473;

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


l’obbligatorietà del servizio di raccolta dei rifiuti che va ferma- – le numerose norme del Codice civile che parlano di tributi o di im-
mente ribadita, tanto per il Comune che di regola deve istituirlo poste (articoli 964, 1008, 1009, 1025, 1961, 2752, 2758, 2759, 2771 e
in regime di privativa, tanto per i cittadini che, salve eccezioni (ri- 2772);
fiuti nocivi e industriali non assimilabili) devono domandarlo. – il regime impositivo delle entrate tributarie, che, tradizionalmente,
(…) Il prelievo imposto per il finanziamento del servizio, comun- si ritiene non possano essere assoggettate a tassazione, ai fini delle im-
que lo si chiami, partecipa dunque dei caratteri che la dottrina ha poste dirette o indirette, in virtù del noto principio per cui un tributo
sempre attribuito alla tassa. Ciò non impedisce di dargli un altro non può colpire un altro tributo;
nome: si tratta di stabilire in qual modo si ritiene di regolare il – la limitata applicabilità in materia tributaria dei principi generali
servizio”. In effetti, il servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani pos- sul procedimento amministrativo, di cui alla legge 241/1990, che in-
siede le caratteristiche del servizio “pubblico”, peraltro cosiddetto di ri- vece trovano integrale applicazione per i procedimenti amministrativi
levanza “imprenditoriale”. attinenti alle entrate extratributarie;
L’articolo 49 Dlgs 22/1997 (come successivamente modificato ed inte- – i problemi specifici concernenti la deducibilità degli “oneri fiscali e
grato), il quale abroga espressamente, con effetti cadenzati nel tempo, contributivi” ed agli accantonamenti per imposte e tasse, di cui si oc-
la tassa per lo smaltimento dei rifiuti, al contempo istituisce una “ta- cupa l’articolo 64 del Tuir 22 dicembre 1986, n. 917.
riffa”, da applicare “nei confronti di chiunque occupi o conduca lo-
cali”, per l’integrale copertura di tutti “i costi per i servizi relativi al- Peraltro, non essendo questa la sede per una disamina dei vari aspetti
la gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di qualunque natura o della complessa questione, si ritiene corretto far presente l’opinione di
provenienza giacenti sulle strade ed aree pubbliche”, peraltro se- chi (26) nel propendere per la natura non tributaria della “tariffa”
condo diverse modalità di determinazione non sostanzialmente dissi- de qua, sottolinea in particolare la volontà espressa del dato testuale:
mili dalle previgenti. per un verso, dell’esplicita abrogazione della tassa (tralasciando even-
Il dato normativo si iscrive senza dubbio nella tendenziale trasforma- tuali aspetti di incostituzionalità, per superamento della delega, di tale
zione delle previgenti tasse in corrispettivi di natura patrimoniale per abrogazione (27)) e, dall’altro, della cancellazione delle potestà im-
la fruizione di beni o servizi (articolo 12, quinto comma, legge positive in capo al soggetto attivo: in ordine all’accertamento, alla ri-
498/1992), oramai ripetutamente attuata: basti pensare ai canoni per scossione ed all’irrogazione di apposite sanzioni (28).
l’installazione di mezzi pubblicitari e per l’occupazione di spazi ed a- D’altra parte la natura non tributaria della tariffa in questione non è
ree pubbliche (articoli 62 e 63 Dlgs 446/1997), alla tariffa per il servi- smentita dalla possibilità – prevista dall’articolo 49, comma 15, Dlgs
zio idrico integrato (articoli 13, 14 legge 36/1994) eccetera. 22/1997 – di procedere alla riscossione mediante ruolo, ai sensi del
La tariffa, com’è noto, si articola in due parti (in relazione, da un lato, Dpr 602/1972 e del Dpr 43/1988.
ai costi di investimento – “quota fissa” – e, dall’altro, alle quantità di
rifiuti conferiti ed ai costi di gestione – “quota variabile”), nonché per A ciò si aggiunga che le caratteristiche della tariffa in questione sem-
fasce di utenza e territoriali; inoltre viene concretamente determinata brano essere affini a quelle delle tariffe previste per altri servizi (ad
dagli Enti locali in relazione ad una tariffa di riferimento, i compo- esempio per il servizio idrico, ex articolo 13, legge 5 gennaio 1994,
nenti della quale ultima sono stati definiti in base al cosiddetto meto- n. 36) e rispondono ai criteri fissati dall’articolo 12, commi 5 e ss.
do normalizzato di cui al Dpr 158/1999 (23). legge 23 dicembre 1992, n. 498 per tutte le tariffe in genere, quali
Tale metodo definisce le componenti di costo e determina la tariffa di corrispettivi dei servizi pubblici (29) anche se non si deve dimenti-
riferimento al fine di rendere le tariffe omogenee e confrontabili, fer- care – né in sede di analisi, né in sede interpretativa – la sua natura
mo restando le differenze dovute alle peculiarità dei diversi bacini di di strumento di politica ambientale, quale l’incentivazione dell’uten-
utenza. za verso comportamenti ecocompatibili. 5
Invero, alla base della modifica operata dall’articolo 49, Dlgs 22/1997, li di integrazione mediante fonte diversa dalla legge tanto la disciplina
L’intervento La Tarsu verso la tariffa

vi è “l’intento espressamente palesato dal quarto comma dello stes- dell’aliquota o tasso quanto quella delle procedure di accertamento o
so articolo 49, di indurre gli Enti locali a garantire la copertura riscossione, sulla base del convincimento che, per l’appunto, nell’uno
integrale dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio come nell’altro caso si tratti di elementi non essenziali o secondari.
di cui trattasi. E, tuttavia, se le parole hanno un significato, la di-
versa qualificazione delle prestazioni in esame (aventi pur sempre Conclusivamente alla riserva di legge in tema di prestazioni patrimo-
carattere coattivo e quindi attratte ugualmente (...) nell’orbita niali coattive soggiacciono soltanto le norme impositive in senso stret-
della riserva di legge posta dall’articolo 23 Cost.) sembra legitti- to, e cioè quelle che regolano l’an e il quantum della prestazione,
mare l’idea di una ‘privatizzazione’ di essa: nel senso che, con la mentre ne restano sicuramente escluse:
norma sopra citata, si è in concreto realizzato uno slittamento a) le norme che ridondano a vantaggio del contribuente, in quanto ri-
concettuale della prestazione medesima verso una configurazione conoscono ad organi del potere esecutivo la facoltà di accordare bene-
per l’appunto privatistico-commutativa, nella quale cioè l’obbli- fici, esenzioni, agevolazioni e simili; rispetto a queste ultime, infatti, i
gazione viene ad essere collegata alla fruizione di un servizio reso profili di costituzionalità che vengono in considerazione attengono
dal Comune secondo uno schema sostanzialmente sinallagmati- non tanto, ed intuitivamente, all’articolo 23 Cost. quanto ad altri pre-
co. Del resto, il passaggio dall’uno all’altro tipo di prestazioni, cetti, come ad esempio, l’articolo 3 Cost. che sancisce il principio di e-
senza che sia mutato il presupposto dal quale scaturisce il rappor- guaglianza;
to obbligatorio, milita comunque, se ve ne fosse bisogno, a favore b) le norme in tema di accertamento e di riscossione, le quali investo-
della possibilità di ricondurre entrambe all’interno di una più no non il momento della genesi e della conformazione della prestazio-
ampia categoria, caratterizzata dall’esistenza di un nesso di cor- ne, ma la fase di attuazione della stessa: talché, di nuovo, se un pro-
rispettività intercorrente tra servizio pubblico e quanto dovuto dal blema di garanzia si pone, esso o riguarda altre norme costituzionali,
privato; talché si ha la conferma che la distinzione non si giustifi- dettate a tutela di fondamentali diritti di libertà del cittadino suscetti-
ca più, una volta venute meno le ragioni che in passato hanno bili di essere incisi dai poteri accordati in questa sede all’amministra-
indotto a enuclearla” (30). zione finanziaria (ad esempio, il diritto alla inviolabilità del domicilio
Merita poi precisare che la riserva di legge di cui all’articolo 23 in occasione dell’esercizio delle attività ispettive da parte degli organi
Costituzione opera nei confronti di Provincie e di Comuni, poiché in competenti), oppure chiama in causa pur sempre l’articolo 23 Cost.
ordine a tali Enti la Costituzione rinvia alle leggi ordinarie per la indi- ma sotto il profilo della imposizione di prestazioni non patrimoniali
viduazione delle rispettive funzioni imponendo comunque il limite del bensì personali (si pensi ai numerosi obblighi – di facere, di pati –
rispetto dei principi fissati da leggi generali della Repubblica (articolo stabiliti in via strumentale rispetto all’esatto e compiuto adempimento
128 Cost.), tra i quali rientra sicuramente il principio di riserva di leg- del debito di imposta) a carico dello stesso contribuente ed anche di
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

ge in tema di prestazioni patrimoniali imposte (31); onde, in ultima terzi estranei al rapporto obbligatorio facente capo ad un diverso sog-
analisi, la legge statale non può, pena la sua legittimità, devolvere a getto passivo.
siffatti Enti una competenza normativa in materia tributaria più am-
pia di quella che, in ragione del carattere relativo della riserva stessa, Orbene, la tariffa di cui all’articolo 49 sicuramente risponde ai limiti
può essere affidata a fonti diverse e secondarie. della riserva di legge, in quanto la norma prevede i soggetti attivi e
È poi da dire che la categoria delle prestazioni imposte cui si estende la passivi, il presupposto dal quale nasce l’obbligo di pagamento (l’occu-
riserva di legge ex articolo 23 Cost. è più ampia di quella delle suddette pazione o conduzione di locali), l’entità massima della tariffa (pari al
prestazioni tributarie, per quanto le medesime ne costituiscano certa- costo dei servizi) ed infine le ipotesi di agevolazione e di riduzione,
mente il nucleo principale. Nessuna identificazione è possibile dunque nonché una tariffa di riferimento elaborata dallo Stato, alla quale
fra le une e le altre: posto che nell’ambito delle prime rientrano anche l’Ente locale dovrà attenersi e solo motivatamente discostarsi.
prestazioni le quali sicuramente tributarie non sono, ed in specie anche Quanto poi all’esercizio della discrezionalità da parte dell’Ente locale
veri e propri corrispettivi di diritto privato, ogni qual volta nei loro con- nella scelta dei concreti parametri in base ai quali determinare la ta-
fronti sia ravvisabile il carattere della coattività nei termini sopra indi- riffa e/o nella eventuale determinazione di ulteriori ipotesi di agevola-
viduati. Va da sé che, quando si abbia ciò, si evita l’errore di postulare zione o riduzione si può ben fare riferimento agli insegnamenti giuri-
la natura tributaria di certe prestazioni quale premessa indispensabile sprudenziali elaborati in relazione alla tassa di cui alla previgente di-
per poter considerare applicabile alle stesse la riserva in esame. sciplina normativa (32).
Da un lato, invero, le scelte tecnico discrezionali che fondano i para-
D’altra parte vanno altresì chiariti i limiti della riserva di legge posta metri della tariffa debbono essere adeguatamente motivati (33).
dall’articolo 23 Cost., nonché le conseguenze che ne derivano in punto E dall’altro, pur non rientrando le agevolazioni e le riduzioni nella ri-
di disciplina delle prestazioni coattive, limiti che, secondo l’insegna- serva di legge (articolo 23 Cost.) la norma regolamentare e tariffaria
mento giurisprudenziale sono i seguenti: locale potrebbe impingere in altri principi della Carta Costituzionale:
1) la riserva sancita dall’articolo 23 Cost. non è assoluta bensì relati- ad esempio quelli di uguaglianza (articolo 3) e di buon andamento
va: ciò che viene comunemente desunto sia dalla genesi ed evoluzione (articolo 97) ove la statuizione di ulteriori ipotesi di riduzione o age-
storica dell’istituto che dalla formulazione della norma, la quale ri- volazione non trovasse giustificazioni razionali o desse luogo a dispa-
chiede che la prestazione sia imposta “in base alla legge”, e, quindi, rità di trattamento.
non direttamente ed esclusivamente ad opera della legge;
2) da tale caratteristica discende che la legge deve provvedere alla di- Infine va ricordato che, sempre secondo l’insegnamento giurispru-
sciplina diretta soltanto degli elementi essenziali della fattispecie che denziale, l’Ente locale non sembra avere il potere di stabilire ipotesi
concorrono a identificare la prestazione, potendo viceversa rimettere a di esenzione diverse da quelle contemplate dalla legge (34), poten-
fonti diverse e subordinate, promananti dall’esecutivo o da organi di dosi anzi predicare in tale caso una responsabilità amministrativa
Enti locali, la regolamentazione degli elementi non essenziali o secon- patrimoniale degli amministratori (35) per la sostanziale rinuncia al
dari di quest’ultima, salvo a fissare criteri e principi direttivi atti a o- potere impositivo.
rientare, delimitare e controllare in modo adeguato le determinazioni
discrezionali adottabili in sede di completamento della disciplina; Dall’altra è di tutta evidenza che, dovendo la tariffa tendenzialmente
3) concentrando l’attenzione sulla prestazione impositiva, gli elemen- recuperare l’intero costo del servizio, ogni ipotesi di esclusione implica
ti essenziali di essa sono costituiti dal soggetto passivo, dal presupposto un aggravio nei confronti degli altri utenti.
e dalla (individuazione e delimitazione della) base di commisurazio- La, per così dire, “mostruosità giuridica” dell’istituto della tariffa per
6 ne del tributo (base imponibile), mentre si ritiene che siano suscettibi- la gestione dei rifiuti ha suscitato, anche per i forti interessi coinvolti
(36), nuove proposte di una modifica (37), ancora in gestazione, mente, il Legislatore e le lobby cercano di sottrarre talune categorie di

L’intervento La Tarsu verso la tariffa


che però sembrano voler ricondurre la tariffa nell’alveo della materia utenze, soprattutto le utenze non domestiche produttive, (38) dall’as-
tributaria, a tacere di altri espedienti con i quali, invero poco velata- soggettamento economico-giuridico alla tariffa de qua.

(1) È stato notato che “i dati più rile- per i Comuni il servizio della nettezza ur- quelle prestazioni patrimoniali che “distorsione nel meccanismo di appli-
vanti, della nuova normativa, sono bana delle vie e delle piazze pubbliche hanno mere finalità “redistributive” cazione del tributo che – pur tentando
rappresentanti dall’obbligo”, imposto a rientrava fra le spese obbligatorie (artico- perché destinate (...) a finanziare opere di rimanere fermamente ancorato al
tutti i Comuni di istituire “una apposita lo 91, lettera c) della legge comunale e di tutela ambientale (nella fattispecie principio commutativo – talvolta viene
tassa annuale in base a tariffe il cui provinciale Rd 3 marzo 1934, n. 383) i- un sistema controllato di raccolta e piegato al raggiungimento di obiettivi
gettito complessivo non può superare il noltre “Il servizio del ritiro e del tra- smaltimento) e di salvaguardia dell’e- di politica economica o sociale” R. Bag-
costo dei servizi stessi”; di commisurare sporto delle immondizie domestiche è cosistema” così R. Baggio, op. cit. ,pagg. gio, “Riduzioni, esclusioni ed agevolazio-
la relativa tariffa “alla superficie dei lo- un diritto di privativa dei Comuni, i 777-778. ni nel contesto della nuova tassa per lo
cali e delle aree serviti ed all’uso cui i quali sono tenuti a provvedervi, ai sen- (5) Le finalità extra-fiscali della Tarsu smaltimento dei rifiuti solidi urbani inter-
medesimi vengono destinati” nonché si del Tu 15 ottobre 1925, n. 2578, di- sono ben note, con questo tributo si inten- ni”, Finanza locale, 1995, pag. 209.
“per l’applicazione della tassa” di adot- rettamente o mediante concessione a de operare una “funzione disincenti- Si badi, inoltre, che secondo altri (con
tare “appositi regolamenti”. Che questi privati”, così A. Bernardino, “Immon- vante di determinati comportamenti”. una presa di coscienza rispetto alla previ-
ultimi dovessero avere carattere innovati- dizie (servizio delle)”, voce in Novissimo “Il servizio di raccolta e smaltimento gente disciplina) “tale servizio ha una
vo rispetto a quelli preesistenti appare in- Digesto Italiano, VIII, pagg. 191-192. riveste il carattere di bene semicolletti- funzione economico-ambientale ad
contestabile non solo in considerazione Non è mancato chi ha affermato che l’in- vo” che nel tempo ha assunto “nuovi si- ampio contenuto, che non si esaurisce
del dato letterale della norma, ma anche troduzione tariffaria operata con il “De- gnificati tra cui in particolare quello di nel soddisfacimento delle esigenze dei
qualora si consideri che il citato Dpr 915/ creto Ronchi” sembri essere la volontà del servizio più propriamente ambientale, i singoli utenti”, così F. Picciaredda, op.
1982 aveva definito, secondo termini nuo- Legislatore di “recuperare l’esperienza cui benefici talvolta valicano i confini cit., pag. 152.
vi, lo stesso servizio inerente lo smalti- del passato più remoto, escludendo il dell’Ente locale che lo gestisce, nonché (7) A tutti i residenti (ma non solo ad es-
mento dei rifiuti solidi urbani interni. carattere tributario della prestazione, quello di momento importante di lotta si), si noti che, per effetto del principio di
Esso, infatti, ai sensi dell’articolo 268, così dovuta in relazione al servizio, ricono- contro gli sprechi di materie prime e di responsabilità, il tributo de quo “ricade
come novellato, non si esauriva nella sciuto dalla normativa successiva”. energie. Questa evoluzione ha attenua- su tutti coloro che risiedono ed operano
semplice raccolta e trasporto dei rifiuti, Occorre, infatti, ricordare che, nell’origi- to le qualità di bene privato, che peral- nell’ambito dell’Ente locale che lo ap-
ma comprendeva altre operazioni quali il naria formulazione degli articoli 269 e tro esso ancora in parte mantiene, e ha plica” G. Marongiu, op. cit., pag. 1324.
conferimento, la cernita, il trattamento, seg. Tu del 1931, tale prestazione era con- posto in primo piano gli aspetti che lo (8) Secondo la Corte di Cassazione, I Se-
l’ammasso, il deposito, la discarica sul figurata come corrispettivo dovuto in rela- avvicinano al genere dei public goods” zione, sentenza 4 febbraio 1987, n. 995
suolo e nel suolo nonché, in relazione zione al servizio “facoltativo” di “ritiro e così F. Osculati, “Sulla tassa (...)” cit., “la tassa per la raccolta ed il trasporto
all’ultimo comma dell’articolo, anche le trasporto delle immondizie domesti- pag. 23 e ss.). dei rifiuti solidi urbani dovuta per i ri-
attività di recupero e riciclaggio, stante che”. In base a tale disciplina, conduttori (6) Accertata la natura di tassa della pre- fiuti cd. interni è dovuta quando sussi-

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che non necessariamente queste attività ed inquilini potevano essere esonerati dal stazione in quanto basata, nell’“an” e nel stano due presupposti, costituiti, l’uno
vengono ripianate in toto dalla vendita prelievo, provvedendo direttamente allo “quantum” su un collegamento causale dall’istituzione del servizio da parte del
del materiale convertito” (Tar Liguria, smaltimento delle immondizie, osservan- e quindi su un rapporto commutativo con Comune e l’altro dalla possibilità del-
sentenza 18 luglio 1988, n. 509). do le prescrizioni dell’ufficio comunale di il servizio cui è normalmente riferita, co- l’utente di usufruirne. Il tributo è,
(2) In proposito si veda Corte di Cassa- igiene. Solo con la legge 366/1941, la pre- me tale il regolamento attuativo (...) non quindi, dovuto quando sussistono tali
zione, I Sezione civile, sentenza 3 novem- stazione è stata definita tassa in quanto può che assumere quale criterio di deter- presupposti, per la sola obiettiva possibi-
bre 1993, n. 10853 per la quale, ai sensi corrisposta a fronte “del servizio pubbli- minazione quantitativa l’attitudine alla lità di usufruire dell’apposito servizio, a
del Dpr 10 settembre 1982, n. 915, la co di raccolta e trasporto dei rifiuti ur- producibilità dei rifiuti medesimi, sul prescindere dall’effettivo uso del mede-
Tarsu non è applicabile ai rifiuti speciali bani che i Comuni erano obbligati ad punto vedasi G. Lorenzon, “La tassa per lo simo da parte del singolo o dall’utilità
non assimilati ai rifiuti urbani, ancorché istituire, con diritto di privativa”, così A. smaltimento dei rifiuti”, in (A. Amatucci) concreta che questo ne tragga, sussi-
alla loro rimozione, cui sono tenuti i pro- Uricchio, “La trasformazione della tassa Trattato di diritto tributario, vol. IV, I stendo una presunzione assoluta di
duttori stessi, abbia – per loro inerzia – di rifiuti in tariffa nel ‘Decreto Ronchi’”, tributi in Italia, 1994, pagg. 540, il quale formazione dei rifiuti ordinari e do-
fatto provveduto l’Ente territoriale; e sal- Bollettino Tributario, n. 3/1997, pagg. indica, per l’orientamento normativo de vendosi anche prescindere dalla prova
vo, per quest’ultimo, il recupero coattivo 205-206. Pervero in dottrina non è man- quo, la circolare n. 7/4/1115 del 16 mag- specifica dell’esistenza della quantità
dei costi all’uopo sostenuti nonché l’even- cato chi ha qualificato la Tarsu come una gio 1983. In proposito vedasi anche L. dei rifiuti asportati”. Sinteticamente, co-
tuale applicazione di sanzione ammini- imposta: cfr. il sempre acuto G. Tremonti, Tosi, Principi generali del sistema tri- me ha notato G. Lorenzon, op. cit., pagg.
strativa in danno dei produttori inadem- “Profili della tassa per la raccolta ed il butario locale, Giuffrè, 1990, pag. 80 ove 537-538, il dato oggettivo dell’occupazio-
pienti. trattamento dei rifiuti solidi urbani inter- “la corrispettività, tipica della tassa, ne o conduzione dei locali:
(3) C. Viviani, “Brevi note in tema di de- ni e del corrispettivo per la raccolta dei ri- comporta l’estraneità del tributo dal a) per la tesi della tassa è un elemento at-
terminazione delle tariffe della tassa per lo fiuti solidi industriali”, Riv. dir. fin. sc. campo ambientale, poiché lo giustifica testante la potenziale attitudine ad usu-
smaltimento dei rifiuti solidi urbani”, no- fin., 1977, I, pag. 590, F. Fichera, “I con- in termini di controprestazione per il fruire del servizio a cui la prestazione tri-
ta a Tar Lombardia, I Sez. 14 luglio 1993, tribuenti speciali e le tasse”, in (A. Ama- servizio ricevuto e non come costo puro butaria è funzionalmente e sistematica-
n. 532, in Giur. Amm., 1994, pag. 134. tucci) Trattato di diritto tributario, vol. a carico del soggetto inquinante; vice- mente collegata;
(4) “La natura giuridica del corrispet- IV, 1994, pag. 325 ss., nonché il fonda- versa, l’assenza di un nesso commuta- b) per la tesi dell’imposta va valutato co-
tivo dovuto per questo servizio è stata mentale scritto di F. Osculati, “Sulla tassa tivo tra prelievo e prestazione del servi- me elemento di per sé rivelatore di capa-
per qualche tempo incerta, se cioè si per la raccolta ed il trasporto di rifiuti so- zio pubblico depone a favore della ma- cità contributiva e quindi idoneo ad as-
tratti di imposta, tassa o contributo. lidi”, ibidem, 1977, I, pag. 23, V. Righi, trice prettamente “ambientale” del tri- surgere a presupposto del tributo, pur an-
Una lontana decisione della Corte di “Tassa sui rifiuti solidi urbani”, Boll. buto”. Che la Tarsu persegua finalità ex- che indipendentemente dall’effettivo e-
Cassazione, a Sezioni Unite (16 maggio trib., 1989, pag. 407. Ciò soprattutto dopo tra-fiscali si ritrova anche nell’articolo 66, spletamento del servizio.
1938; e inoltre si veda la Corte di Cassa- che il Dl 66/1989 convertito in legge 144/ comma 4, lettera b) del Dlgs 507/1993 il (9) Ovvero nella commisurazione “alla
zione, Sezione Unite, sentenza 1° aprile 1989 aveva esteso le finalità del prelievo quale consente al Comune di ridurre la quantità e qualità medie ordinarie per
1946, che ribadisce il carattere giuridico alla copertura delle spese derivanti dal tariffa unitaria per un importo non supe- unità di superficie imponibile dei rifiuti
ed economico di tassa, anche nel caso in servizio generale di spazzamento e di pu- riore al 30% nei confronti degli agricoltori solidi urbani interni ed equiparati pro-
cui il Comune abbia dato il servizio in lizia delle strade (in proposito vedasi Tar occupanti la parte abitativa della costru- ducibili nei locali ed aree per il tipo di
concessione a una ditta o a un ente auto- Calabria, Sezione di Catanzaro, 12 mag- zione rurale: difatti “la qualifica di im- uso, cui i medesimi sono destinari,
nomo privato) ha stabilito che trattasi di gio 1992, n. 245) ovvero per effetto di prenditore agricolo non è certo indice nonché al costo dello smaltimento” (ar-
un corrispettivo di natura tributaria, “quelle disposizioni che prevedendo ipo- di minore domanda del servizio pub- ticolo 65, Dlgs 507/1993);
per cui ad esso si applicherebbero i siste- tesi di esclusione od attenuazione della blico di raccolta e smaltimento dei ri- (10) Leggasi Pica e Giudicepietro, Il Sole
mi di riscossione propri dei tributi di- tassa in presenza di obiettive condizio- fiuti solidi urbani” (Contra, Risoluzione 24 Ore del 12 ottobre 1993 che hanno in-
retti. Sulle somme introitate dai Co- ni di non utilizzo od utilizzo meno in- ministeriale 4 luglio 1989, prot. n. 8/ travvisto nella Tarsu una “imposta sugli
muni per il servizio di trasporto e rac- tenso del servizio pubblico, mirano a 1824, in cui apoditticamente si sostiene spazi abitativi”.
colta dei rifiuti solidi urbani – non co- recuperare i connotati commutativi di che nella parte abitativa dell’immobile (11) Così R. Baggio, “Riflessioni e pro-
stituendo esse un corrispettivo di presta- un’entrata che rappresenta una delle occupato da un imprenditore agricolo è poste...., op. cit., pag. 777.
zione, bensì una tassa comunale – è principali voci attive all’interno del bi- legittimo presumere una minore produ- (12) Cfr. R. Baggio, “Riduzioni, esclu-
applicabile l’esenzione dall’imposta ge- lancio comunale” talché la Tarsu rien- zione di rifiuti rispetto a situazioni nor- sioni ed .... ” cit., pag. 204 e ss. Più gene-
7
nerale sull’entrata”. Si rammenta che trerebbe, secondo la teorica classica, “tra mali): siamo quindi in presenza di una ralmente sui limiti dell’impiego della su-
perficie dei locali per stabilire la potenzia- della federambiente allo schema di Dlgs raccolta e smaltimento dei rifiuti, qua- Intercomunale Bacino TV3, il Capo
L’intervento La Tarsu verso la tariffa

lità della domanda dei servizi pubblici ve- sulla gestione dei rifiuti” in op. cit., volu- lunque sia il nomen attribuitole, parte- dell’Ufficio legislativo del Ministero del-
dasi L. Tosi, “Principi generali del sistema me II, pag. 365. cipa, infatti, dei caratteri delle presta- l’industria del commercio e dell’artigia-
tributario locale”, in AA.VV., L’autono- (20) Vedasi gli “schemi di parere predi- zioni imposte collocandosi all’interno nato con nota prot. N. 18685-f 3F-11 in
mia finanziaria degli Enti locali terri- sposti” in data 3 dicembre 1996, sullo di un assetto normativo vincolato, ca- data 10 dicembre 1998 si è così espresso
toriali, 1994. “Schema di decreto legislativo per il re- ratterizzato, da un lato, dall’obbligo “appare evidente che la ‘tariffa’ suddet-
(13) Così C. Viviani con ampie indica- cepimento delle direttive 91/56/Cee del posto a carico dell’Ente locale di istitui- ta si connota dei caratteri tipici di una
zioni giurisprudenziali, op. cit., pag. 130; Consiglio del 18 marzo 1991 relativa re un servizio nell’interesse dell’intera controprestazione (sia pure fissata au-
analogamente G. Marongiu, op. cit., pag. ai rifiuti, 91/689/Cee del Consiglio del collettività e, dall’altro, da quello del toritativamente) negoziale a fronte di
1326. 12 dicembre 1991 relativa ai rifiuti pe- soggetto privato di avvalersene” circa una prestazione pubblica e, pertanto,
(14) Da Osculati, op. cit., pag. 41 e nota ricolosi e 94/62/Cee del Parlamento eu- poi la non rinunciabilità della legge stata- la stessa non ha più i caratteri di tribu-
43 a pag. 48. ropeo e del Consiglio del 20 dicembre le “a stabilire criteri, limiti e condizioni to, tipici della precedente ‘tassa’”.
(15) Che al di là di quello ora normati- 1994 relativa agli imballaggi ed ai ri- cui è sottoposto il prelievo” e “l’esigenza Inoltre A. Giordano, “La tariffa per la ge-
vamente introdotto dall’articolo 49, Dlgs fiuti di imballaggio”. di articolare l’imposizione da un lato, stione dei rifiuti urbani”, in La Gestione
22/1997 per la gestione dei rifiuti viene (21) Si rammenta che per efficacia si in- utilizzando indici di capacità contribu- dei rifiuti di G. Panassidi, Giuffrè, 1997,
proposta anche per determinati tributi lo- tende il rapporto tra risultato e l’obiettivo. tiva e, dall’altro assumendo la quan- pag. 100 e ss. ove “nell’articolo 49 del
cali “nel tentativo di affidare ai respon- Essa è quindi uno strumento che qualifica tità e la quantità dei rifiuti prodotti da decreto... il termine tariffa è usato se-
sabili delle comunità locali degli stru- l’economicità in quanto consente di espri- ciascun soggetto, con riduzioni incenti- condo l’accezione di prezzo pubblico di
menti di raccolta il più possibile flessi- mere dei giudizi sul grado di persegui- vanti un corretto conferimento diffe- un servizio e non già in quello di mi-
bili e svincolati dai rigidi schemi che mento degli obiettivi prefissati. Ove gli o- renziato” si ritiene che con l’emanazione sura di un tributo, come si desume:
caratterizzano le prestazioni tributarie. biettivi siano espressi in termini qualitati- del regolamento ministeriale tali preoccu- – dall’espressione letterale della rubri-
L’idoneità alla trasformazione in “ta- vi si ricorre a test, sondaggi, griglie di va- pazioni siano state superate. Anche F. ca della norma “Istituzione della tarif-
riffa” è limitata alle entrate locali che lutazione, Carta dei servizi eccetera. Petroni, “Dal 1999 tariffe per i rifiuti. fa”; infatti si può correttamente istituire
presuppongono l’erogazione di un ser- (22) La relazione della VIII Commissio- Come commisurarle?”, in Anci rivista, un tributo (rectius una tariffa), non la
vizio o, comunque, uno scambio di u- ne si muove sostanzialmente sposando Argomento del mese, luglio 1997, opina misura di un tributo che, viceversa,
tilità tra cittadino ed Ente. Deve trattar- (anche letteralmente) le dianzi riportate che la tariffa quale corrispettivo del servi- viene “determinata”;
si di un rapporto specifico e diretto, a- posizioni dell’AusitraAssoambiente oltre zio di raccolta e smaltimento dei Rsu si – dal contenuto dello stesso articolo 49,
vente contenuto economico, che possa alle preoccupazioni dell’Anci secondo la addica allo stesso, secondo l’autore “E’ che non si limita a dettare dei criteri
trovare fondamento in un sinallagma quale “L’esperienza della attuazione facile dedurre come la prestazione ri- per la quantificazione della tariffa ma
contrattuale; deve collocarsi, inoltre (ed della legge Galli e del forte ritardo con chiesta per il finanziamento del servizio indica anche (soprattutto) dei nuovi
ovviamente), in un contesto dove non cui si sta procedendo alla messa in mo- riassuma in sé le caratteristiche tipiche principi ai quali l’onere tributario deve
sussista un preminente interesse pub- to delle nuove realtà territoriali (Ato) – della tassa, al di là del termine che le si ispirarsi (comma 4).
blico che imponga o renda opportuna anche per l’assenza di una pianifica- voglia attribuire, mentre mal le si ad- Tuttavia, la disciplina normativa del
la gestione attraverso forme autoritati- zione territoriale urbanistica a monte e dice l’accezione di corrispettivo legata tributo sembra escludere che si tratti di
ve di prelievo” R. Baggio, op. cit., pagg. di una pianificazione di settore (Piani al concetto di prezzo pubblico. In una tariffa, ma piuttosto che il Legisla-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

775-776. territoriali di coordinamento, articolo quanto prestazione patrimoniale impo- tore abbia usato l’espressione “tariffa”
(16) Così G. Vitaletti, “Il sistema fiscale 15 legge n. 142/ 1990) crea delle sta, poiché il servizio è obbligatorio non con un significato politico-programma-
tra idealismo e consumismo”, in (a cura preoccupazioni sui tempi. Sei mesi (co- solo per il Comune ma anche per l’u- tico e non nella sua accezione tecnica
di E. Gerelli, G. Tremonti) Tassazione me previsto nell’articolo 23 del testo tente il quale è tenuto a servirsene e (...) In realtà, il tributo per il servizio
Consumo Ambiente, pag. 32. Ronchi) sono decisamente troppo pochi non a domandarlo, la tariffa in anali- di nettezza urbana (sic! NdA) presenta
(17) Vedi AusitraAssoambiente “Sintesi per analizzare i flussi e gli standards si è certamente investita dall’applica- tutti i caratteri propri della tassa, poi-
delle osservazioni AusitraAssoambiente al- ottimali di una circoscrizione ammini- zione dell’articolo 23 della Costituzione ché:
lo schema di decreto legislativo in materia strativa entro cui pianificare lo smalti- ma non dal 53”. Anche L. Rovatti, – la legge individua delle categorie di
di rifiuti”, in “Documentazione consegna- mento dei rifiuti, che se non sarà im- “Dalla tassa rifiuti alla tariffa”, Potere lo- contribuenti tenuti a corrisponderlo;
ta nel corso delle audizioni”, pag. 220. mediatamente in tutto il Paese che, cale n. 23–1997, pag. 35 si richiama alla – il servizio stesso non è a domanda
(18) Cfr. e vedi Prof. Avv. Guido Alpa – com’è noto, presenta realtà del tutto di- prestazione patrimoniale imposta esclu- individuale ma deve essere obbligato-
“parere sulla compatibilità con l’ordi- verse l’una dall’altra” eccetera tanto sione e, più esattamente, di “una entrata riamente istituito sul territorio comu-
namento comunitario e sulla costitu- che, nella relazione de qua si propone lo pubblica, priva di carattere tributario nale (v. articoli 21 e 23);
zionalità della programmata riforma slittamento dell’entrata in vigore della in quanto regolata da un criterio pri- – la raccolta e lo smaltimento dei rifiu-
della vigente disciplina in materia di nuova tariffa dal 1999 e delle modalità di vatistico, dove l’adesione del privato al- ti solidi urbani soddisfa, accanto all’in-
rifiuti, sì come risultante dalla bozza riscossione che evitino la possibilità di e- le condizioni del servizio offerto, predi- teresse del singolo, quello prioritario
di decreto delegato predisposta dal ludere (!?). sposto dall’Ente pubblico che beneficia della collettività alla tutela della salute
Governo e trasmessa alle Commissioni (23) Elaborato da parte del Ministro dell’entrata, avviene mediante un atto e dell’ambiente”.
parlamentari” in data 7 ottobre 1996, dell’ambiente, di concerto con il Ministro di autonomia negoziale” (G. D’Alfonso, In conclusione, si ritiene opportuno ripor-
pagg. 205 e ss. “Documentazione conse- dell’industria, e previo parere della Con- in Il Fisco, n. 14/97 o di una entrata para- tare l’opinione già espressa dalla Com-
gnata nel corso delle audizioni infor- ferenza permanente per i rapporti tra lo fiscale (L. Ferrajoli-A. Jorio, Il Fisco, n. missione di studio per il decentramento fi-
mali del 23 ottobre 1996 e 26 novem- Stato, le Regioni e le Provincie autonome 46/1993). Anche la Fise-Federazione im- scale, presieduta da F. Gallo nelle Pro-
bre 1996 sullo schema di decreto legi- di Trento e Bolzano. prese di servizi con nota del Direttore in poste per la realizzazione del federali-
slativo recepimento direttive comunita- (24) A. Uricchio, “La trasformazione del- data 16 settembre 1999 in risposta ad un smo fiscale. “La tariffa – si precisava –
rie in materia di rifiuti, rifiuti pericolo- la tassa rifiuti in tariffa nel Decreto Ron- quesito posto dal Consorzio-Azienda nella tradizione legislativa non è che lo
si, imballaggi e rifiuti di imballaggi” chi”, Bollettino Tributario, n. 3, 1997, Intercomunale Bacino Treviso Tre di strumento normativo di determinazio-
XIII legislatura, Segreteria VII Commis- pag. 207 e ss. il quale critica sotto diversi Montebelluna (TV), dopo aver fatto pre- ne della misura di un tributo (...). Ad
sione – Ambiente, Territorio e Lavori pub- aspetti la sostituzione della tassa con una sente che “il quesito (...) riguarda pro- avviso della Commissione è l’obbligato-
blici – Camera dei Deputati). L’Assorecu- tariffa “in primo luogo, l’istituzione blematica di notevole rilevanza e da rietà del servizio di raccolta dei rifiuti
peri con nota 4 ottobre 1996 (con la quale della tariffa, muovendosi all’interno di tempo oggetto di attenzione della Fede- che va fermamente ribadita, tanto per
è stato trasmesso il predetto parere) ha se- una logica di tipo privatistico perde di razione” ha significato che “In relazio- il Comune che di regola deve istituirlo
gnalato alla Commissione Ambiente della vista l’interesse che sottende alla raccol- ne all’articolo 49 del Decreto Ronchi ed in regime di privativa, quanto per i cit-
Camera dei Deputati che “La mancata ta ed allo smaltimento dei rifiuti, che anche sulla base di considerazioni e- tadini che, salve eccezioni (rifiuti nocivi
attribuzione della gestione dei servizi di non può essere quello del singolo all’eli- spresse in via breve dal Ministro delle e industriali non assimilabili) devono
raccolta, di riciclo e di smaltimento dei minazione delle proprie immondizie, finanze, riteniamo sostenibile il venir domandarlo (...). Il prelievo imposto
rifiuti secondo i criteri di competitività, ma è quello generale della tutela am- meno della qualificazione tributaria per il finanziamento del servizio, co-
efficienza ed economicità, non porterà bientale, del decoro urbano e della sa- del prelievo e, pertanto, la natura di munque lo si chiami, partecipa dunque
ad altro se non al perpetuarsi dell’at- lute pubblica” più particolarmente sulla entrata patrimoniale delle future en- dei caratteri che la dottrina ha sempre
tuale struttura pubblica con tutte le sue qualificazione tariffaria l’autore avverte trate degli Enti locali relative alla tarif- attribuito alla tassa. Ciò non impedisce
inefficienze e diseconomie. In questa si- come “Su un piano più generale” la fa per il servizio di smaltimento dei ri- di dargli un altro nome: si tratta di
tuazione l’abolizione della tassa sui ri- normativa “desta seri dubbi di costitu- fiuti” informando altresì “che con immi- stabilire in qual modo si ritiene di re-
fiuti e l’introduzione della tariffa per il zionalità, nella parte in cui si limita ad nente decreto del Ministero delle finan- golare il servizio”.
loro ritiro si risolverà in una semplice enunciare principi troppo generali per- ze saranno dettate specifiche norme in (25) “L’esistenza di un nesso funzio-
operazione di cosmesi economica” ché possa ritenersi rispettato il principio merito alle procedure di accertamento nale tra servizio reso e corrispettivo ad-
(pag. 183). di legalità. La somma dovuta per il fi- e di riscossione delle tariffe”. Sempre su debitato ai fornitori portava... ad ascri-
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(19) Come Federambiente “Osservazioni nanziamento del servizio comunale di richiesta del Consorzio-Azienda vere nel novero delle tasse la prestazio-
ne de qua” così F. Picciaredda, op. cit., dell’articolo 76 Cost.), non essendo rin- a A. Pierobon, “L’assoggettabilità all’Iva dall’altra, l’analisi della disciplina

L’intervento La Tarsu verso la tariffa


pag. 148 il quale ritiene “opportuno sotto- venibile, a quanto ci consta, alcuna at- delle concessioni cimiteriali alla luce del- complessiva (con i riferimenti più o
lineare che i mutamenti normativi in- tribuzione di potere legislativo in tal la giurisprudenza Cee ed in seguito al Dl meno espressi alla potenzialità dei loca-
tervenuti sul modulo strutturale del tri- senso né (ovviamente) nelle direttive 30 dicembre 1991, n. 417, convertito, con li alla produzione di rifiuti, con la pre-
buto – segnatamente il Dpr 915/ 1982 comunitarie, né nelle leggi di delega modificazioni, nella legge 6 febbraio visione dei limiti di gettito e la defini-
e la legge 144/1989 – nell’accentuare nn. 146/91 e 52/96. Anzi, quest’ulti- 1992, n. 66”, La Finanza Locale, 1994, zione dei criteri per la formulazione
che il tributo de quo deve essere commi- ma, tra i principi e criteri direttivi della pag. 927 e ss. Sull’Iva applicata in mate- delle tariffe, comprese esenzioni e ridu-
surato oltre che al costo della raccolta delega legislativa, contempla la defini- ria di rifiuti vedasi P. Parodi, “Tributo zioni) lascia trasparire la volontà del
anche a quello di smaltimento ed, inol- zione di incentivi per la raccolta degli speciale regionale sul deposito dei rifiuti Legislatore di imporre comunque il pa-
tre, nel prevedere che il pagamento non imballaggi “anche mediante modifiche in discarica: la rivalsa è soggetta ad Iva?”, gamento del tributo in relazione all’u-
è correlato, in via diretta ed immediata, alle disposizioni in materia di tasse sul- La Finanza Locale, n. 12/1996, pag. tilità, sia pure anche solo potenziale,
all’uso di uno specifico servizio pubblico lo smaltimento dei rifiuti solidi urba- 1613 e ss.; A. Garzon, “Il tributo regionale arrecata al contribuente con l’istituzio-
richiesto e fruito dall’utente, hanno so- ni”, previsione assolutamente incom- per il deposito in discarica. I riflessi sul- ne del servizio. Il principio di capacità
stanzialmente fatto regredire l’ipotizza- patibile con la radicale soppressione del l’Iva”, in Anci rivista, maggio 1996, pag. contributiva non dovrebbe quindi ap-
ta qualificazione di tassa”. tributo”. 106 e ss.; Fise (Federazione Imprese e ser- plicarsi al tributo in questione, in
(26) Così, almeno implicitamente, F. (28) L’Anci nella propria “Nota: decreto vizi) circolare n. 217/98 prot. pl17325TE quanto quelle stesse garanzie di razio-
Cervetti Spriano, La nuova normativa legislativo sul riordino della materia dei del 6 ottobre 1998 con scheda riassuntiva nalità e giustizia che il principio mede-
sui rifiuti, Giuffrè, 1998, pag. 297 e ss. . rifiuti” aveva fatto osservare “una mino- delle aliquote Iva da applicarsi in relazio- simo assicura per le prestazioni a ratio
Per M. Lovisetti, “La nuova tariffa sui ri- re tutela della riscossione del credito, ne alle prestazioni ed alla tipologia di ri- contributiva, nel caso di specie sono as-
fiuti”, La Finanza Locale, n. 3/1998, come rilevata dalla Commissione fiuto; M. Medugno, in www.reteambien- sicurate dalla disciplina stessa del tri-
pagg. 318-319 “la sostituzione della tas- Gallo, in quanto non sarebbe possibile te.it, commenti e sintesi-rifiuti, Roma 15 buto, mediante limiti, condizioni e pre-
sa con una “tariffa” è ritenuta ...indice per il Comune usare i poteri di accerta- aprile 1999, il quale segnala che un pro- visioni tali da giustificarne una qualifi-
di un mutamento della natura del mento ed applicare le sanzioni”, critica getto di legge in discussione alla Camera cazione in senso commutativo rispetto
provento, da tributo a corrispettivo. Sul che è stata poi superata per effetto della dei Deputati (AC 5858) e già approvato al servizio prestato dall’Ente”. Per E. De
punto, dobbiamo rimarcare l’insuffi- previsione di cui al comma 15 dell’artico- dal Senato, l’AC 5809 (“Misure in materia Mita, Appunti di diritto tributario, Giuf-
cienza della mera denominazione uti- lo 49 del Dlgs 22/1997. di investimenti, delega al Governo per il frè, 1997, pag. 10 le prestazioni imposte
lizzata dal Legislatore, dovendosi l’in- (29) È stata più volte posta la questione riordino degli incentivi all’occupazione e sarebbero “una categoria che si caratte-
dagine fondare sulla struttura e sul re- dell’applicazione dell’Iva sulla tariffa (L. della normativa che disciplina l’Inail e rizza non per la causa impositionis,
gime giuridico dell’entrata. Per parte Lovecchio, “La Ue boccia l’Iva sui rifiuti”, l’Enpals, nonché disposizioni per il riordi- ma per la presenza del solo elemento
nostra, ci limitiamo a soggiungere co- Il Sole 24 Ore del 22 marzo 1999) difatti no degli Enti previdenziali” all’esame del- formale dell’imposizione, per essere cioè
me nella “tariffa” rifiuti siano rilevabi- poiché l’articolo 4 della sesta direttiva co- le Commissioni Lavoro e Finanze della la prestazione patrimoniale all’Ente
li i medesimi elementi di perplessità e munitaria (in materia di armonizzazione Camera dei Deputati), all’articolo 37, pre- pubblico non libera o, come dice la
contraddittorietà rilevati nella relazio- dell’Iva: Consiglio Cee n. 388 del 17 mag- vede al comma 12 dell’articolo 6 che Corte Costituzionale, ‘senza che la vo-
ne sulla tariffa per il servizio idrico in- gio 1977) dispone che i Comuni, assieme “Non costituiscono, altresì, corrispettivi lontà del privato vi concorra’”. Sulla
tegrato e ricollegabili all’anomala agli altri organismi di diritto pubblico, agli effetti dell’Iva le somme dovute ai nozione vedasi anche G. Marongiu, I fon-

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compresenza di elementi “tributari” e non possano mai acquisire la soggettività comuni per il servizio di smaltimento damenti costituzionali dell’imposizione
“privatistici”; da qui, un’estrema incer- passiva d’imposta quando agiscono in dei rifiuti solidi urbani reso entro la tributaria, Giappichelli, 1995, pag. 23 e
tezza nella ricostruzione della discipli- qualità di pubbliche autorità, anche se suddetta data (31 dicembre 1998, NdA) e ss. ove “Nella espressione ‘somme attri-
na giuridica, in particolare in ordine percepiscono “diritti, canoni, contributi o riscosse successivamente alla stessa, an- buite ad un Ente pubblico e destinate
all’applicazione dell’Iva, e, riteniamo, retribuzioni” si pone la questione di che qualora detti Enti abbiano adottato ad apprestare i mezzi finanziari per il
alla determinazione della giurisdizione quando si configura l’esercizio di una in via sperimentale il pagamento del suo fabbisogno’ ci sta tutto, dalle tasse
competente”. Il correlarsi – al di là del- pubblica autorità. “Nella sentenza del servizio con la tariffa, ai sensi dell’arti- alle imposte, dai contributi previden-
le definizioni di principio – dell’obbli- 15 maggio 1990, la Corte di Giustizia colo 31, comma 7, secondo periodo, ziali ai canoni per l’uso dei beni dema-
gazione a carico del privato non già Cee ha avuto occasione di affermare della legge 23 dicembre 1998, n. 448”: niali, dai corrispettivi di servizi pubbli-
all’effettivo uso del servizio – che risul- che la linea di demarcazione è nel regi- pertanto non sarebbero da considerarsi ci essenziali gestiti in ragione di mono-
ta, come si è detto, praticamente non me giuridico delle operazioni svolte: se corrispettivi assoggettabili ad Iva le som- polio agli sconti obbligatori imposti ad
misurabile – ma (come nella Tarsu) l’Ente agisce in veste di soggetto di dirit- me dovute ai Comuni per il servizio di alcune categorie di produttori. La no-
alla sua fruibilità; la presenza di una to pubblico, allora ricorre la qualifica- smaltimento dei rifiuti solidi urbani, an- zione finirebbe, cioè, per coincidere con
componente, come è noto tutt’altro che zione della pubblica autorità”, esami- che quando detti Enti abbiano adottato la le ‘prestazioni patrimoniali imposte’ di
marginale, riferita al servizio indivisi- nando la tariffa ex articolo 49, Dlgs 22/ tariffa in via sperimentale (anticipando, cui all’articolo 23 Cost. e allora chia-
bile di gestione dei rifiuti esterni; infine, 1997 si nota che il presupposto è pressoc- quindi, il termine del 1° gennaio 2000 in- marle tutte entrate ‘tributarie’ signifi-
l’inserirsi del rapporto di utenza in un ché uguale a quello della Tarsu; il gettito trodotto dalla legge 426/1998 che con cherebbe aggiungere confusione a con-
ambito regolamentato da una discipli- tariffario deve coprire tutti i costi ivi com- l’articolo 1, comma 28 ha prorogato il ter- fusione perché, tradizionalmente e con
na di fonte autoritativa e non negozia- presi quelli indivisibili o collettivi connes- mine per l’entrata in vigore della tariffa per riguardo al loro titolo giustificativo, la
le: orbene, tutti questi elementi fanno si allo spazzamento delle strade e dell’am- il servizio di smaltimento dei rifiuti dal 1° gran parte di esse si contrappongono al
propendere per la natura tributaria mortamento degli impianti, “il cui fi- gennaio 1999 al 1° gennaio 2000) sulle ‘tributo’”.
della nuova “tariffa”. Per contro, l’e- nanziamento non sembra compatibile perplessità sorte sull’assoggettabilità a Iva (32) Vedi anche G. De Benedetto – C. F.
splicita abrogazione della tassa (a pre- con una entrata di carattere mera- della tariffa vedi anche E.M.P., “La tariffa Muscio, Tassa per lo smaltimento dei ri-
scindere dai connessi problemi di inco- mente patrimoniale”; “la debenza rifiuti e l’imposta sul servizio”, Guida agli fiuti solidi urbani, Maggioli, 1997, e giu-
stituzionalità) e la cancellazione delle dell’entrata è collegata a una privativa Enti locali, n. 22 del 5 giugno 1999, pag. risprudenza ivi citata.
potestà impositive in capo al soggetto at- comunale disposta per legge (...) il pri- 65 il quale conclude per l’implicito ricono- (33) Vedi Consiglio di Stato, V Sezione,
tivo, in ordine all’accertamento, alla vato non può quindi sottrarsi al paga- scimento da parte del nostro Legislatore, sentenza 19 marzo 1991, n. 305 in Bol-
riscossione ed all’irrogazione di apposi- mento e, sotto altro profilo, non sussi- che la tariffa è soggetta ad Iva “ad onta lettino tributario 1994, pag. 1093.
te sanzioni, fanno invece ritenere che stono problemi di distorsione della con- delle disposizioni comunitarie”. (34) Corte di Cassazione, sentenza 7 luglio
l’intenzione del Legislatore sia rivolta a correnza che l’eventuale esclusione da (30) Così P. Russo, Manuale di diritto 1994, n. 6389, in Giust. Civ. 1994, I, 2791.
superare la precedente configurazione Iva potrebbe provocare a danno delle tributario, Giuffrè,1999, pagg. 25-26. (35) Corte dei conti, SGR Campania, 05
tributaria”. imprese private”; la tariffa comunale è (31) Sulla quale vedasi A. Fedele, “Pre- luglio 1995, n. 54, in Bollettino tributa-
(27) Il Governo avrebbe prevaricato il disciplinata da un regolamento comunale stazioni imposte”, Enciclopedia Treccani. rio, 1996, pag. 91.
Parlamento in quanto nella delega da che s’impone ai privati senza bisogno di Più esattamente la nuova tariffa si identi- (36) Si ricorda che nell’ambito dei tribu-
questo concesso non c’è l’autorizzazione accettazione da parte degli utenti, “Que- ficherebbe nelle prestazioni patrimoniali ti (o, se si vuole, delle entrate locali) loca-
a legiferare in materia tributaria e pertan- sto conferma che si è di fronte ad una imposte,, in proposito vedasi anche G. Lo- li il gettito della Tarsu-Tia è in valore as-
to il Governo non è autorizzato ad inter- prestazione che non ha alcun aspetto di renzon, “Ambito oggettivo di applicazio- soluto il secondo dopo quello dell’imposta
venire di sua iniziativa su tale materia in carattere contrattuale”. Ricordando che ne”, in AA.VV., La capacità contributiva, comunale sugli immobili. Se si considera
sede di decreto legislativo (in proposito ve- “la portata imperativa del citato artico- Cedam,1993, pag. 55 et ss. il quale con ri- poi, la sempre maggiore internalizzazione
dasi “Documentazione consegnata nel lo 4 della sesta direttiva comunitaria” è ferimento alla Tarsu rileva “che mentre il dei costi delle cosiddette “esternalità ne-
corso delle audizioni informali...” op. cit., “tale da poter essere direttamente appli- circostanziato esame del relativo pre- gative” per l’ambiente, e così la lievitazio-
Vol. I) dello stesso avviso è M. Lovisetti, cabile dagli operatori, compresi i Co- supposto (...) evidenzierebbe l’assenza ne dei costi di smaltimento dei rifiuti (per
op. cit., pag. 310 ove “L’enunciata abro- muni, anche in contrasto con la legi- di un collegamento sistematico e neces- effetto di normative maggiormente preser-
gazione della tassa presta, peraltro, il slazione nazionale” (Corte di Giustizia sario tra prestazione del soggetto passi- vanti l’ambiente e quindi introducenti
fianco a censure di incostituzionalità Cee, sentenza 17 ottobre 1989) su que- vo da una parte e servizio di smalti- tutta una serie di garanzie e di maggiori
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per eccesso di delega (in violazione st’ultima sentenza ci si permette rinviare mento rifiuti prestato dal Comune attività a presidio e a tutela degli impianti
e dell’ambiente), nonché degli altri servi- proposta con la (fondata oltre che preoc- bili all’utenza situantesi “fuori privativa”, di agire “omeopaticamente”, e per altri
L’intervento La Tarsu verso la tariffa

zi, risulta concretamente confermata una cupata) osservazione acché “valuti la vengono ad essere redistribuite secondo le percorsi che non siano quelli (come si è
tendenza al rialzo dei costi di cui trattasi, Commissione di merito l’opportunità di scelte e/o i criteri del metodo normalizza- detto, diretti) cosiddetti di fiscalità locale,
ridondanti (in quanto ribaltati) alle uten- chiarire la portata di un’eventuale mo- to, alle altre categorie di utenza, soprat- per la modifica della tariffa, stante l’ossa-
ze sia direttamente (con corrispettivo o difica alla disciplina della tariffa sui ri- tutto all’utenza domestica. Basti qui con- tura della stessa che, tutto sommato ci pa-
con tariffa individualizzata) sia indiretta- fiuti solidi urbani, specificando in par- siderare la mancata applicazione della re essere tetragona agli assalti delle asso-
mente (con tariffa indifferenziata). ticolare se si intenda incidere esclusiva- quota fissa anche per le utenze che rien- ciazioni di categorie ed altri interessati al-
(37) Già in sede di delega al Governo per mente sulle procedure afferenti la ri- trano (totalmente o parzialmente) nella la modifica dell’istituto tariffario o, addi-
il riordino, il coordinamento e l’integra- scossione, ovvero si intenda modificare, platea di utenza produttrice di Rsa, anche rittura, alla sua soppressione con mante-
zione della legislazione in materia am- più in generale, l’istituto in oggetto an- allorché esse, per i servizi di raccolta (fuo- nimento della Tarsu (che sarebbe il male
bientale (ora all’esame del Senato, dopo che dal punto di vista sostanziale”. ri privativa) o di recupero (fuori privati- minore visto il retroterra “culturale” bene
l’approvazione – con modifiche – della (38) Il Legislatore per dare in un certo va) si rivolgono al libero mercato (con ri- o male maturato sul tributo de quo) o al-
Camera) all’articolo 3 (Principi e criteri qual modo “sollievo” alle categorie non duzione pro-quota della tariffa, quota va- la sua sostituzione con le sperimentazioni
specifici per l’esercizio della delega nei domestiche “vessate” dall’imposizione de riabile) ma che comunque restano assog- tariffarie che di tariffario hanno ben poco.
settori e nelle materie di intervento), com- qua, ha in passato operato utilizzando la gettate alla quota fissa (in pratica, una Del resto i tributaristi, salvo qualche ecce-
ma 1, lettera a) veniva, tra altro, previsto leva della normativa settoriale dei rifiuti, sorta di imposta). Di qui l’espediente di zione, non riescono a comprendere, o per-
l’utilizzo dei decreti legislativi per “assi- escludendo (dal 1° gennaio 2003 anche “portar fuori” dalla normativa di riferi- lomeno, a seguire con facilità e chiarezza,
curare una maggiore certezza nella ri- per l’utenza domestica) dalla privativa il mento (quella dei rifiuti) la tariffazione, l’andamento schizofrenico della legisla-
scossione della tariffa sui rifiuti urbani, recupero degli stessi e quindi riportando di qui altresì l’obiettivo perseguito dal zione ambientale e quind’anche i suoi ri-
anche mediante aggiustamenti corretti- al libero mercato (e non al sistema dei Legislatore, di “portar fuori” dal concetto flessi tariffari. Inversamente, gli esperti in
vi dell’istituto”. Tant’è che nella seduta servizi pubblici locali ovvero a quello ta- di servizio pubblico (in senso soggettivo) materia ambientale raramente riescono
della VI Commissione permanente (Fi- riffario, bensì a quello dei corrispettivi) molti dei servizi attualmente svolti dagli ad avere contezza degli effetti di talune
nanze) della Camera dei Deputati, di gran parte dell’utenza (soprattutto non Enti locali tramite le loro aziende dei ser- scelte o previsioni normative in tema di
mercoledì 18 settembre 2002, veniva ap- domestica), non più assoggettabile alla vizi pubblici locali. Tanto è una riprova rifiuti nell’ambito tariffario e dei servizi
provato il parere favorevole alla suddetta tariffa. Talché le somme non più applica- della consapevole volontà del Legislatore pubblici locali.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

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I centri per la raccolta separata dei Raee
Un risvolto che merita di essere approfondito è quello relativo ai centri
per la raccolta separata dei Raee, previsti dal Dlgs 25 luglio 2005, n.
151 (recante “Attuazione della direttiva 2002/95/Ce, della direttiva
2002/96/Ce e della direttiva 2003/108/Ce, relative alla riduzione
dell’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed e-
lettroniche, nonché allo smaltimento dei rifiuti”).
L’articolo 3, Dlgs 151/2005 contempla, alle lettere t) ed u), le seguenti
definizioni di “centri di raccolta di Raee” e di “raccolta separata”:
• “centri di raccolta di Raee”: spazi, locali e strutture per la raccolta
L’intervento separata e il deposito temporaneo di Raee predisposti dalla Pubblica
amministrazione o, su base volontaria, da privati;
• “raccolta separata”: le operazioni di conferimento e di raggruppa-
mento in frazioni merceologicamente omogenee dei Raee presso i
centri di raccolta.

Il deposito di rifiuti, L’articolo 6, Dlgs 151/2005, quindi, sotto la rubrica “Raccolta separa-
ta”, stabilisce:
“1. Entro la data di cui all’articolo 20, comma 5, al fine di rea-
le ecopiazzole lizzare un sistema organico di gestione dei Raee che riduca al mi-
nimo il loro smaltimento insieme al rifiuto urbano misto e, in
particolare, al fine di garantire, entro il 31 dicembre 2008, il rag-
e i centri giungimento di un tasso di raccolta separata dei Raee provenienti
dai nuclei domestici pari ad almeno 4 kg in media per abitante
per la raccolta all’anno:
a) i Comuni assicurano la funzionalità, l’accessibilità e l’adegua-
tezza dei sistemi di raccolta differenziata dei Raee provenienti dai
separata dei Raee nuclei domestici istituiti ai sensi delle disposizioni vigenti in mate-
ria di raccolta separata dei rifiuti urbani, in modo da permettere

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


ai detentori finali ed ai distributori di conferire gratuitamente al
(seconda parte) centro di raccolta i rifiuti prodotti nel loro territorio; il conferimen-
to di rifiuti prodotti in altri Comuni è consentito solo previa sotto-
scrizione di apposita convenzione con il Comune di destinazione;
b) i distributori assicurano, al momento della fornitura di una
di Leonardo Filippucci nuova apparecchiatura elettrica ed elettronica destinata ad un
Avvocato in Macerata nucleo domestico, il ritiro gratuito, in ragione di uno contro uno,
della apparecchiatura usata, a condizione che la stessa sia di tipo
equivalente e abbia svolto le stesse funzioni della nuova apparec-
chiatura fornita; provvedono, altresì, ai sensi dell’articolo 1, com-
La prima parte, ma 1, lettere a) e b), alla verifica del possibile reimpiego delle ap-
pubblicata sul numero 125 (01/06), parecchiature ritirate ed al trasporto presso i centri istituiti ai sensi
è stata dedicata in specifico delle lettere a) e c) di quelle valutate non suscettibili di reimpiego;
c) fatto salvo quanto stabilito alle lettere a) e b), i produttori od i
al deposito di rifiuti (declinato in: terzi che agiscono in loro nome possono organizzare e gestire, su
stoccaggio e deposito temporaneo; base individuale o collettiva, sistemi di raccolta di Raee provenienti
discarica e discarica abusiva; dai nuclei domestici conformi agli obiettivi del presente decreto.
raggruppamento) ed alle “ecopiazzole”. 2. Tenuto conto delle vigenti disposizioni in materia di tutela del-
la salute e della sicurezza dei lavoratori, il ritiro gratuito di una
apparecchiatura elettrica ed elettronica previsto al comma 1, lette-
re a) e b), può essere rifiutato nel caso in cui vi sia un rischio di
contaminazione del personale incaricato dello stesso ritiro o nel
caso in cui risulta evidente che l’apparecchiatura in questione non
contiene i suoi componenti essenziali o contiene rifiuti diversi dai
Raee. Nelle predette ipotesi lo smaltimento dei Raee è a carico del
detentore che conferisce, a proprie spese, i Raee ad un operatore
autorizzato alla gestione di detti rifiuti.
3. Fatto salvo quanto stabilito all’articolo 12, i produttori od i ter-
zi che agiscono in loro nome organizzano e gestiscono, su base
individuale o collettiva, sostenendone i relativi costi, sistemi ade-
guati di raccolta separata di Raee professionali. A tal fine possono
avvalersi delle strutture di cui al comma 1, lettera a), previa con-
venzione con il Comune interessato, i cui oneri sono a carico degli
stessi produttori o terzi che agiscono in loro nome”.

Non è difficile immaginare che anche in relazione agli istituendi cen-


tri di raccolta dei Raee si porrà la questione di individuare il regime
autorizzatorio applicabile. 11
Le tre categorie di centri di raccolta dei Raee to autorizzati a norma dell’articolo 6, a meno che essi non possa-
L’intervento Depositi, stoccaggi ed ecopiazzole

In base alle richiamate disposizioni, i centri di raccolta di Raee no essere interamente reimpiegati. Gli Stati membri provvedono
possono essere suddivisi in tre categorie: affinché il reimpiego previsto non comporti un’elusione delle pre-
1) centri comunali per la raccolta separata di Raee provenienti dai scrizioni della presente direttiva, in particolare degli articoli 6 e 7.
nuclei domestici; La raccolta e il trasporto dei Raee raccolti separatamente possono
2) centri privati organizzati e gestiti dai produttori (o da terzi che a- essere eseguiti in maniera da ottimizzare il reimpiego e il riciclag-
giscono in loro nome) per la raccolta separata di Raee provenienti gio dei componenti o degli interi apparecchi che possono essere
dai nuclei domestici; reimpiegati o riciclati.
3) centri privati organizzati e gestiti dai produttori (o da terzi che a- 5. Fatte salve le disposizioni di cui al paragrafo 1, gli Stati membri
giscono in loro nome) per la raccolta separata di Raee professionali. provvedono affinché entro il 31 dicembre 2008 venga raggiunto
un tasso di raccolta separata di Raee provenienti dai nuclei dome-
Stando alle definizioni di “centri di raccolta di Raee” e di “raccolta se- stici pari ad almeno 4 kg in media per abitante all’anno.
parata”, sembrerebbe che tutti i centri di raccolta, sia quelli pubblici Il Parlamento europeo e il Consiglio, su proposta della Commis-
che quelli privati, non necessitino di autorizzazione allo stoccaggio, in sione e tenendo conto dell’esperienza tecnica ed economica acqui-
quanto in essi ha luogo la raccolta separata dei Raee (ossia il conferi- sita negli Stati membri, determinano entro il 31 dicembre 2008
mento e il “raggruppamento” di Raee in frazioni merceologicamente un nuovo obiettivo obbligatorio. Esso può assumere la forma di
omogenee) e il loro “deposito temporaneo”. una percentuale della quantità di apparecchiature elettriche ed e-
Occorre, peraltro, chiedersi quanto le summenzionate disposizioni del lettroniche vendute ai nuclei domestici negli anni precedenti”.
Dlgs 151/2005 siano compatibili con la direttiva Raee 2002/96/Ce, che
il medesimo Dlgs 151/2005 dichiara di voler attuare. Le antinomie fra la direttiva Raee
Infatti, leggendo la direttiva 2002/96/Ce, si apprende che essa: e il Dlgs 151/2005
a) “si applica ferma restando la normativa comunitaria in mate- Dal raffronto tra la normativa interna e quella comunitaria sembrano
ria di sicurezza e di salute e quella specifica sulla gestione dei ri- emergere alcune antinomie.
fiuti” (articolo 2, comma 2), per cui più che di una normativa specia- La prima discrepanza è che la qualificazione dei centri di raccolta di
le si tratta di una normativa complementare; Raee come depositi temporanei appare incompatibile con la nozione
b) non contempla alcuna definizione normativa di “centri di raccolta di deposito temporaneo desumibile dalla direttiva 75/442/Cee (il cui
di Raee” o di “raccolta separata” (cfr. articolo 3); contenuto è fatto espressamente salvo dalla “Direttiva Raee”). Come
c) disciplina la raccolta separata nei seguenti termini (articolo 5): accennato nella prima parte del presente intervento – in questa Rivi-
“1. Gli Stati membri adottano misure adeguate al fine di ridurre sta, n. 125 (01/06) pag. 7, gli allegati II A e II B alla direttiva 75/442/
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

al minimo lo smaltimento dei Raee come rifiuti municipali misti Cee escludono rispettivamente dalle operazioni di deposito preliminare
e raggiungere un elevato livello di raccolta separata dei Raee. e di messa in riserva il “deposito temporaneo, prima della raccolta,
2. Per quanto riguarda i Raee provenienti dai nuclei domestici, nel luogo in cui i rifiuti sono prodotti”. Nei centri di raccolta di
gli Stati membri provvedono affinché entro il 13 agosto 2005: Raee, invece, tali rifiuti vengono ivi conferiti e raggruppati (cfr. defini-
a) siano istituiti sistemi che consentano ai detentori finali e ai di- zione nazionale di “raccolta separata”), in palese contrasto con una
stributori di rendere almeno gratuitamente tali rifiuti. Gli Stati delle condizioni imprescindibili del deposito temporaneo, vale a dire il
membri assicurano la disponibilità e l’accessibilità dei centri di raggruppamento dei rifiuti nel luogo di produzione.
raccolta necessari, tenendo conto soprattutto della densità della Una seconda antinomia che balza all’occhio del lettore è quella relati-
popolazione; va al ritiro di Raee da parte del distributore.
b) quando forniscono un nuovo prodotto, i distributori si assu- Secondo il Legislatore nazionale, il distributore, nel momento in cui
mano la responsabilità di assicurare che tali rifiuti possano essere fornisce un’Aee nuova ad un nucleo domestico, deve assicurare il ritiro
resi almeno gratuitamente al distributore, in ragione di uno per dell’Aee usata, che non è un rifiuto ma diventa tale solo dopo che il di-
uno, a condizione che le apparecchiature siano di tipo equivalente stributore, verificata l’impossibilità di un reimpiego dell’Aee ritirata,
e abbiano svolto le stesse funzioni dell’apparecchiatura fornita. decide di disfarsene e di trasportarla ad un centro (comunale o priva-
Gli Stati membri possono derogare a tale disposizione purché ga- to) per la raccolta dei Raee di provenienza domestica.
rantiscano che la resa dei Raee non diventi in tal modo più diffi-
cile per il detentore finale e purché tali sistemi restino gratuiti per Siffatta disciplina, verosimilmente finalizzata ad esonerare i distribu-
il detentore finale. Gli Stati membri che si avvalgono di questa di- tori di Aee dalle incombenze connesse alla gestione dei rifiuti, non
sposizione ne informano la Commissione; solo appare come un vero e proprio incentivo al traffico illecito di
c) fatto salvo il disposto delle lettere a) e b), i produttori siano au- rifiuti (1), ma non trova alcun riscontro nella normativa comunita-
torizzati ad organizzare e gestire sistemi, individuali e/o collettivi, ria, la quale, lungi dal contemplare qualsivoglia definizione di “Aee
di resa dei Raee provenienti da nuclei domestici, a condizione che usate”, prevede esplicitamente che anche il “reimpiego” abbia ad
siano conformi agli obiettivi della presente direttiva; oggetto un Raee cioè un rifiuto (2).
d) tenendo conto delle norme nazionali e comunitarie in materia
di salute e sicurezza, possa essere rifiutata la resa ai sensi delle let- Alla luce di tali osservazioni, non sembra affatto scontato che i centri
tere a) e b) dei Raee che presentano un rischio per la salute e la si- di raccolta di Raee vadano esenti da qualunque regime autorizzatorio,
curezza del personale per motivi di contaminazione. tanto più che anche il Dlgs 151/2005, all’articolo 7, comma 2, prevede
Gli Stati membri concludono accordi specifici in relazione a tali che “i soggetti responsabili della raccolta, del trasporto e dello stoc-
Raee. Gli Stati membri possono prevedere modalità specifiche di caggio dei Raee raccolti separatamente, ai sensi dell’articolo 6, as-
resa dei Raee ai sensi delle lettere a) e b) se l’apparecchiatura in sicurano che dette operazioni siano eseguite in maniera da otti-
questione non contiene i suoi componenti essenziali o se contiene mizzare il reimpiego ed il riciclaggio delle apparecchiature o dei
rifiuti diversi dai Raee. relativi componenti che possono essere reimpiegati o riciclati e ga-
3. Per quanto riguarda i Raee diversi da quelli provenienti dai rantiscono la integrità degli stessi Raee al fine di consentirne la
nuclei domestici, gli Stati membri assicurano, fatto salvo il dispo- messa in sicurezza” (3).
sto dell’articolo 9, che i produttori o i terzi che agiscono a nome lo- Un discorso a parte, infine, va fatto per i centri di raccolta predisposti
ro provvedano alla raccolta di tali rifiuti. dai Comuni, giacché l’articolo 6, comma 1, lettera a), Dlgs 151/2005
4. Gli Stati membri provvedono affinché tutti i Raee raccolti ai prevede che tali centri siano “istituiti ai sensi delle disposizioni vi-
12 sensi dei paragrafi 1, 2 e 3 siano trasportati a centri di trattamen- genti in materia di raccolta separata dei rifiuti urbani”, vale a di-
re ai sensi delle disposizioni contenute al punto 2.1 della delibera 27 tro assuma i connotati funzionali e infrastrutturali di un’area di stoc-

L’intervento Depositi, stoccaggi ed ecopiazzole


luglio 1984. Pertanto, qualora ciò avvenga, potrà ritenersi, come per le caggio (secondo una valutazione tecnica che deve ispirarsi al princi-
ecopiazzole, che le operazioni svolte nel centro di raccolta di Raee ri- pio precauzionale), il Comune dovrà essere autorizzato in forma e-
cadano appunto nella fase della raccolta; al contrario, qualora il cen- spressa o con procedura semplificata.

(1) Se l’Aee usata diventa Raee solo a se- menti. di trattamento e recupero, la previsione (3) Lo stoccaggio cui fa riferimento l’ar-
guito della valutazione tecnica del distri- Pertanto, nonostante l’articolo 7, comma della nozione di Aee usata sembra andare ticolo 7, comma 2 del Dlgs 151/2005 non
butore, sussiste il concreto rischio che ap- 1 del Dlgs 151/2005, recependo analoga in direzione contraria. individua un sito intermedio tra il centro
parecchiature di fatto a fine vita vengano previsione contenuta nella direttiva (2) Si noti che anche la definizione nazio- di raccolta e il centro di trattamento, ma è
fittiziamente rivendute come merce di se- 2002/96/Ce, affermi che il reimpiego di nale di “reimpiego”, direttamente mutuata riferito al centro di raccolta, come si evin-
conda mano (magari in Paesi in via di Raee non deve costituire un’elusione degli da quella comunitaria, presuppone con- ce anche dall’articolo 5, comma 4 della
sviluppo) a copertura di illeciti smalti- obblighi stabiliti agli articoli 8 e 9 in tema traddittoriamente l’esistenza di un Raee. direttiva 2002/96/Ce.

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RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


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Premessa
Come noto l’Italia con il Dlgs 209/2003 ha finalmente dato attuazione
alla direttiva comunitaria 2000/53/Ce relativa alla disciplina del trat-
tamento dei veicoli fuori uso, attuazione giunta con un gravissimo ri-
tardo che, per inciso, ha provocato numerosi richiami all’Italia da
parte della Commissione europea e successivamente il deferimento del
nostro Paese alla Corte di Giustizia per la violazione dell’articolo 226
del Trattato.
A tal proposito c’è da sottolineare che in data 17 agosto 2005 è stata e-
manata la legge di conversione (con modificazioni) 168/2005, che al
L’intervento comma 5 contiene appunto una nuova delega in favore del governo
per l’adozione entro sei mesi di alcune disposizioni integrative o cor-
rettive del Dlgs 209/2003, delega resasi necessaria appunto per supera-
re la procedura di infrazione comunitaria avviata dalla Commissione.

Tuttavia, di tale recepimento non c’è traccia neanche nell’ambito


delle nuove norme in materia ambientale (cd. Testo unico ambienta-
le) che il Governo si accinge a varare, in attuazione della delega di
cui alla legge 308/2004.
Veicoli fuori uso: Quanto al merito della direttiva, la stessa ha inteso in primo luogo im-

il percorso porre agli Stati membri una politica di forte riduzione della produzio-
ne di rifiuti derivati da veicoli fuori uso, da un lato fissando obiettivi di
riduzione della produzione vera e propria e dall’altro agendo sulle tec-
della giurisprudenza niche relative al trattamento o fissando regole sull’impiego dei mate-
riali da utilizzare nella produzione di veicoli.
La direttiva 2000/53/Ce ha quindi imposto di privilegiare in via asso-
di legittimità luta la prevenzione della produzione di rifiuti, lasciando alle successi-
ve ed alternative fasi un rilievo minore.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


Il Dm 209/1993
di Gabriele Taddia Il decreto legislativo in questione è venuto ad innovare quasi comple-
Avvocato in Ferrara tamente la disciplina dei veicoli fuori uso non solo sul piano del trat-
tamento del bene quale rifiuto, bensì importando novità rilevanti an-
che dal punto di vista della politica industriale dei produttori di veicoli
che, in base alla nuova normativa fin dalla fase di progetto, dovranno
tenere conto delle esigenze di gestione del prodotto una volta che sarà
diventato rifiuto.
Prima dell’entrata in vigore del Dlgs 209/1993 la materia era sostan-
zialmente regolata dall’articolo 46 del Dlgs 22/1997, riguardante in
gran parte adempimenti di natura amministrativa, in particolare la
necessità di provvedere alla cancellazione dei veicoli da dismettere co-
me condizione preliminare a qualunque attività di rottamazione dei
veicoli (*).
Una grave carenza ha invece accompagnato la normativa precedente,
non essendo stato emanato per lungo tempo il provvedimento relativo
alla disciplina concreta della messa in sicurezza dei veicoli fuori uso e
delle parti di essi ed alle norme tecniche relative ai requisiti minimi ri-
guardante aree ed impianti di demolizione.

Campo di applicazione
In breve, la normativa in commento, ai sensi dell’articolo 1, Dlgs 209/
2003 si applica:
– ai veicoli fuori uso come definiti dal successivo articolo 3, lettera b)
(cioè, veicolo a motore appartenente alle categorie M1 e N1 di cui
all’allegato II, parte A, della direttiva 70/156/Cee, con esclusione dei
tricicli a motore, che costuiscano rifiuto ai sensi dell’articolo 6 del
Dlgs 22/1997) ed ai relativi componenti e materiali a prescindere dal
modo in cui il veicolo è stato mantenuto o riparato durante il suo ci-
clo di vita e dal fatto stesso che esso è dotato di componenti forniti dal
produttore o di altri componenti, come richiamato dalle norme comu-
nitarie o nazionali in materia;
– ai veicoli a motore a tre ruote solamente in relazione alla parte della
normativa in discorso concernente l’obbligo di consegna ad un centro
(*) Per un approfondimento sistematico della gestione di tale tipologia di rifiuti si rin- di raccolta, concessionario o gestore della succursale della casa co-
via a P. Ficco “Punto per punto la gestione dei rifiuti da veicoli fuori uso ai sensi del struttrice o dell’automercato del veicolo stesso e alle norme di cui al
15
Dlgs 209/2003”, in questa Rivista n. 101 (11/03), pag 22. trattamento dei veicolo fuori uso (in breve, le disposizioni di cui all’ar-
ticolo 5 comma 1, e articolo 6 del Dlgs 209/2003). fuori uso, in regime semplificato ai sensi degli articoli 31 e 33 del Dlgs
L’intervento Veicoli fuori uso in Italia

I veicoli speciali che sono costruiti con limitato impiego di sostanze 22/1997, è subordinata alla preventiva ispezione da parte della Pro-
pericolose (ai sensi dell’articolo 4, comma 1) sono invece esclusi dal- vincia competente per territorio, la quale dovrà eseguire tale ispezione
l’ambito di applicazione. entro sessanta giorni dalla presentazione della comunicazione di ini-
zio attività e comunque priva dell’avvio dell’attività stessa.
Il Dlgs 209/2003, prevede inoltre all’articolo 3, comma 2 espressa- L’ispezione deve essere rinnovata almeno una volta all’anno ed è diret-
mente i casi in cui il veicolo è classificato fuori uso e pertanto deve ta ad accertare:
essere trattato come rifiuto e cioè: a) la tipologia e la quantità di rifiuti sottoposti alle operazioni di recu-
a) con la consegna ad un centro di raccolta effettuato dal detentore pero;
direttamente o tramite soggetto autorizzato al trasporto di veicoli fuo- b) il rispetto delle norme tecniche di fissate dal Dlgs 22/1997.
ri uso, o tramite il concessionario o gestore dell’automercato o della
succursale della casa costruttrice che ritira il veicolo destinato alla Reimpiego e recupero
demolizione. È comunque considerato rifiuto e sottoposto al relativo Il decreto in esame pone un preciso ordine di priorità in relazione alla
regime il veicolo che anche prima della consegna al centro sia stato destinazione dei veicoli fuori uso, privilegiando il reimpiego rispetto al
privato delle targhe, salvo il caso di utilizzo in area privata di veicolo recupero e al riciclaggio.
per il quale il proprietario ha effettuato la cancellazione al Pra;
b) nei casi di veicoli a motore rinvenuti da organi pubblici e non re- Demolizioni e codifica
clamati da alcuno; L’articolo 10 del Dlgs 209/2003 prevede che il produttore, entro sei me-
c) in seguito a specifico provvedimento dell’autorità amministrativa si dall’immissione sul mercato del veicolo, deve mettere a disposizione
o giudiziaria; dei centri di raccolta le pertinenti informazioni relative alla demoli-
d) in ogni altro caso in cui il veicolo, ancorchè giacente in area pri- zione sotto forma di manuale o supporto informatico, le quali debbo-
vata, risulti in evidente stato di abbandono. no consentire di identificare i diversi componenti e materiali del veico-
lo e l’ubicazione di tutte le sostanze pericolose in esso presenti, met-
Non sono invece soggetti alla definizione di rifiuto i veicoli d’epoca, tendo inoltre a disposizione (fermo il rispetto delle norme sul segreto
ossia i veicoli storici o di valore per collezionisti o destinati a musei commerciale e industriale) le informazioni sulla demolizione, stoc-
conservati in modo adeguato pronti all’uso o in pezzi smontati. caggio e sulla verifica dei componenti che possono essere reimpiegati.

La raccolta dei veicoli Le sanzioni


La raccolta dei veicoli fuori uso e i centri di raccolta svolgono un ruolo L’articolo 13 del decreto prevede diversi regimi sanzionatori, ed in par-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

fondamentale nella nuova normativa: il Dlgs 209/2003 prevede infatti ticolare:


che i veicoli definiti dall’articolo 1 del decreto debbano essere conferiti 1. sanzioni di natura penale per chiunque effettua attività di gestio-
dal detentore, dal gestore della succursale o casa costruttrice, dal con- ne di veicoli fuori uso e dei rifiuti costituiti dei relativi componenti e
cessionario o dall’automercato, in centri di raccolta che ai sensi degli materiali in violazione dell’articolo 6, comma 2, è punito con l’arresto
articoli 27 e 28 del Dlgs 22/1997 dovranno essere autorizzati ad effet- da 6 mesi a due anni e con l’ammenda da 3.000 a 30.000 euro;
tuare almeno le operazioni di messa in sicurezza dei veicolo e demoli- 2. sanzioni amministrative pecuniarie per tutte le altre violazioni, in
zione del veicolo medesimo secondo le fasi scandite al punto 6 dell’al- particolare la violazione dell’articolo 5, comma 1 (mancata consegna
legato I. del veicolo ad un centro di raccolta o ad altro soggetto abilitato, oppu-
L’articolo 5, comma 3 del decreto prevede che siano i produttori – in- re mancata consegna del certificato o della dichiarazione di presa in
dividualmente o collettivamente – ad organizzare sul piano nazionale carico, ed altre violazioni espressamente previste dal decreto).
centri di raccolta che assicurino il ritiro gratuito dei mezzi. Non si dimentichi, comunque, che tale normativa deve integrarsi con
Al detentore che consegni il veicolo, il centro di raccolta dovrà conse- quella costituita dal “Decreto Ronchi”, poiché, ad esempio, può ben
gnare un documento, denominato “dichiarazione di presa in carico essere contestato il deposito incotrollato di veicoli fuori uso costituenti
del veicolo”, il quale libererà il detentore da ogni responsabilità colle- rifiuti pericolosi ai sensi dell’articolo 51, comma 2, lettera b) del sud-
gata al veicolo consegnato. La consegna del veicolo segna, pertanto, il detto Dlgs 22/1997.
momento fondamentale di questo segmento, poiché è in questo mo-
mento che il veicolo diviene rifiuto. Giurisprudenza
Vi sono alcune pronunce interessanti in relazione alla qualifica di ri-
Il trattamento fiuto attribuita ai veicoli fuori uso. Vediamole.
L’articolo 3, comma 1, lettera f) definisce come trattamento le attività – Corte di Cassazione, III Sezione penale, sentenza 10 giugno
di messa in sicurezza (meglio definite dall’allegato I, punto 5), demo- 2005, n. 21963 (udienza 4 marzo 2005)
lizione (allegato I, punto 6), pressatura (adeguamento volumetrico I veicoli fuori uso assumevano il carattere di rifiuti fin dal momento in
del veicolo già sottoposto alle operazioni di messa in sicurezza e de- cui venivano dismessi dal proprietario che se ne disfaceva attraverso la
molizione), tranciatura (operazioni di cesoiatura), frantumazione (ri- consegna al demolitore. Il Dlgs 209/2003, all’articolo 3, considera veico-
durre in pezzi e frammenti il veicolo già sottoposto a messa in sicurez- li fuori uso un rifiuto sia il veicolo di cui il proprietario si disfi o abbia
za e demolizione allo scopo di ottenere residui di metallo riutilizzabi- deciso o abbia l’obbligo di disfarsi, sia quello destinato alla demolizione,
li) nonché tutte le operazioni eseguite ai fini di recupero o dello smal- ufficialmente privato delle targhe di immatricolazione, anche prima
timento del veicolo fuori uso e dei suoi componenti effettuate dopo la della consegna ad un centro di raccolta, nonché quello che risulti in e-
consegna dello stesso veicolo presso un impianto di cui alla lettera n) vidente stato di abbandono ancorché giacente in area privata.
(cioè di frantumazione). – Corte di Cassazione, III Sezione penale, sentenza 10 marzo
Preliminare ad ogni operazione è comunque la messa in sicurezza dei 2005, n. 9504 (udienza 10 febbraio 2005)
veicolo mediante le operazioni di cui al punto 5 dell’allegato I. La raccolta di veicoli fuori uso in assenza dell’autorizzazione di cui al-
Il trattamento deve avvenire ai sensi dell’articolo 2, comma 2 del Dlgs l’articolo 28 configura il reato ex articolo 51, comma 1, Dlgs 22/1997 at-
22/1997 senza recare pregiudizio alcuno alla salute dell’uomo e co- teso che per gli stessi sussiste l’obbligo giuridico di disfarsene ex articolo
munque senza recare pregiudizio all’ambiente. 46 con termini più rigorosi dopo l’entrata in vigore del Dlgs 209/2003.
– Corte di Cassazione, III Sezione penale, sentenza 1° febbraio
Le procedure semplificate 2005, n. 3333
16 L’ammissione delle attività di recupero dei rifiuti derivanti da veicoli Non si configura l’ipotesi di deposito incontrollato di rifiuti propri (ar-
ticolo 50, Dlgs 22/1997), né quella di deposito temporaneo (articolo 6, veicolo qualificabile come rifiuto per via delle precarie condizioni,

L’intervento Veicoli fuori uso in Italia


comma 1, lettera m), Dlgs 22/1997), bensì quella di raccolta e smalti- dell’assenza di targhe e della chiara intenzione del proprietario di di-
mento senza autorizzazione, e quindi di gestione di rifiuti speciali (pe- sfarsene.
ricolosi e non) provenienti da altri, laddove carcasse di veicoli ed altri – Corte di Cassazione, III Sezione penale, sentenza 17 giugno
rifiuti (pezzi di motore, rottami ferrosi e oli esausti da autotrazione) 2004, n. 27282
vengano raccolti prima dello smaltimento da un soggetto estraneo su La normativa relativa alla gestione dei veicoli fuori uso non contiene
un’area di sua proprietà priva di autorizzazione. una disciplina favorevole rispetto all’articolo 46, Dlgs 22/1997 e il vei-
– Corte di Cassazione, III Sezione penale, sentenza 13 luglio colo fuori uso si qualifica come rifiuto nel momento in cui il proprie-
2004, n. 30342 tario si disfi o abbia deciso di disfarsi ovvero qualora si sia in presenza
In materia di veicoli fuori uso, si configura il reato di cui all’articolo di veicolo non ancora consegnato ad un centro di raccolta, ma privato
51, comma 1, Dlgs 22/1997 laddove si proceda senza la prescritta au- ufficialmente delle targhe di immatricolazione, o infine qualora risul-
torizzazione di cui all’articolo 28 del citato decreto al trasporto di un ti in evidente stato di abbandono anche se giacente in area privata.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


Karl-Ludwig Schibel e Silvia Zamboni

le città
contro
l’effetto serra
280 pag. 18,00 e cento buoni esempi da imitare
L’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto missioni dei gas serra, ma se si allarga lo favore della sostenibilità.
costringe finalmente i governi nazionali a u- sguardo al di fuori delle politiche centrali il Le città contro l’effetto serra si propone di
scire dall’inerzia per attuare misure efficaci quadro risulta molto diverso. descrivere e discutere questi progetti sot-
che contrastino l’effetto serra, nel rispetto In Italia, come in Europa, sono stati infatti to forma di 100 schede dettagliate “pronte
degli impegni sottoscritti. Finora pochi so- soprattutto i Comuni ad aver preso l’inizia- all’uso”, a formare una sorta di ricettario di
no stati i paesi che hanno intrapreso con tiva con coraggio, realizzando efficaci pro- buone pratiche che hanno già dimostrato
coerenza la strada della riduzione delle e- getti e sperimentando misure concrete a la loro efficacia.

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le città contro l’effetto serra a 18,00 e stabilite dal Dlgs 185/1999.
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tel. fax [ ] autorizzo
[ ] non autorizzo
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17
Legge 23 dicembre 2005, n. 266
(Supplemento ordinario n. 211 alla Gazzetta ufficiale 29 dicembre 2005 n. 302)

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale


e pluriannuale dello Stato (legge Finanziaria 2006)
Legislazione
norme La Camera dei Deputati ed il Senato della Repub-
blica hanno approvato;
nazionali Il Presidente della Repubblica

Promulga
la seguente legge:

Articolo 1
Finanziaria 2006: (omissis)

Beni e servizi soggetti all’aliquota del 42. Nella tabella A, parte III, allegata al decreto
danno ambientale 10%: l’energia elettrica per il funzionamento del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972,
degli impianti irrigui, di sollevamento e di scolo n. 633, e successive modificazioni, al numero
delle acque, utilizzati dai Consorzi di bonifica e 103), dopo le parole: “editoriali e simili;” sono
e disposizioni di irrigazione, sarà sottoposta ad Iva. inserite le seguenti: “energia elettrica per il fun-
zionamento degli impianti irrigui, di solleva-
mento e di scolo delle acque, utilizzati dai con-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

di settore sorzi di bonifica e di irrigazione;”. L’efficacia


delle disposizioni del presente comma è subordi-
nata alla preventiva approvazione da parte della
Commissione europea ai sensi dell’articolo 88,
paragrafo 3, del Trattato istitutivo della Comu-
nità europea.

Biomassa o energia geotermica: proroga 115. A decorrere dalla data di entrata in vigore
(al 31 dicembre 2006) delle norme che prevedo- della presente legge e fino al 31 dicembre 2006, si
no: applicano:
– riduzione di aliquote di accisa sulle emulsioni a) le disposizioni in materia di riduzione di ali-
stabilizzate; quote di accisa sulle emulsioni stabilizzate, di cui
– agevolazioni per l’utilizzo del gas metano co- all’articolo 24, comma 1, lettera d), della legge
me combustibile per usi civili ed industriali; 23 dicembre 2000, n. 388, nonché la disposizione
– agevolazioni per le reti di teleriscaldamento a- contenuta nell’articolo 1, comma 1-bis, del de-
limentate con biomassa ovvero con energia geo- creto-legge 28 dicembre 2001, n. 452, convertito,
termica; con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002,
– agevolazioni per il gasolio utilizzato nelle col- n. 16, e, per il medesimo periodo, l’aliquota di
tivazioni sotto serra. cui al numero 1) della predetta lettera d) è stabi-
lita in euro 256,70 per mille litri;
b) le disposizioni in materia di aliquota di accisa
sul gas metano per combustione per uso indu-
striale di cui all’articolo 4 del decreto-legge 1º ot-
tobre 2001, n. 356, convertito, con modificazioni,
dalla legge 30 novembre 2001, n. 418;
c) le disposizioni in materia di accisa concernen-
ti le agevolazioni sul gasolio e sul Gpl impiegati
nelle zone montane e in altri specifici territori
nazionali, di cui all’articolo 5 del decreto-legge
1º ottobre 2001, n. 356, convertito, con modifica-
zioni, dalla legge 30 novembre 2001, n. 418;
d) le disposizioni in materia di agevolazione per
le reti di teleriscaldamento alimentate con bio-
massa ovvero con energia geotermica, di cui
all’articolo 6 del decreto-legge 1º ottobre 2001, n.
356, convertito, con modificazioni, dalla legge 30
novembre 2001, n. 418;
18 segue
segue Biomassa o energia geotermica e) le disposizioni in materia di aliquote di accisa g) le disposizioni in materia di accisa concernen-

Legislazione norme nazionali Legge Finanziaria 2006


sul gas metano per combustione per usi civili, di ti il regime agevolato per il gasolio per autotra-
cui all’articolo 27, comma 4, della legge 23 di- zione destinato al fabbisogno della provincia di
cembre 2000, n. 388; Trieste e dei Comuni della provincia di Udine, di
f) le disposizioni in materia di accisa concernenti cui al comma 6 dell’articolo 21 della legge 27 di-
le agevolazioni sul gasolio e sul Gpl impiegati cembre 2002, n. 289, e successive modificazioni;
nelle frazioni parzialmente non metanizzate di h) le disposizioni in materia di accisa concernen-
Comuni ricadenti nella zona climatica E, di cui ti le agevolazioni sul gasolio utilizzato nelle col-
al comma 2 dell’articolo 13 della legge 28 di- tivazioni sotto serra, di cui all’articolo 2, comma
cembre 2001, n. 448; 4, della legge 24 dicembre 2003, n. 350.

Beneficio fiscale per la tutela e la salva- 117. All’articolo 19, comma 3, della legge 27 di-
guardia dei boschi: proroga al 31 dicembre cembre 2002, n. 289, e successive modificazioni,
2006 degli incentivi stanziati per le misure di le parole: “31 dicembre 2005” sono sostituite dal-
manutenzione e salvaguardia dei boschi adottate le seguenti: “31 dicembre 2006”.
per tutelare l’ambiente e a difesa del territorio e
del suolo dai rischi di dissesto geologico.

Proroga Tia: nuova formulazione dell’articolo 134. All’articolo 11, comma 1, lettere a) e b),
11, comma 1 del Dpr 158/1999, che così recherà: del regolamento di cui al decreto del Presidente
“Gli Enti locali sono tenuti a raggiungere la della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158, e succes-
piena copertura dei costi del servizio di gestio- sive modificazioni, le parole: “sei anni” sono so-
ne dei rifiuti urbani attraverso la tariffa entro stituite dalle seguenti: “sette anni”.
la fine della fase di transizione della durata
massima così articolata:
a) sette anni per i Comuni che abbiano rag-
giunto nell’anno 1999 un grado di copertura
dei costi superiore all’85%;
b) sette anni per i Comuni che abbiano rag-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


giunto un grado di copertura dei costi tra il
55 e 1’85% (...)”.

Deducibilità per le società dei fondi erogati a fa- 353. Sono integralmente deducibili dal reddito Presidente della Repubblica 10 febbraio 2000, n.
vore dell’Ispesl e degli enti parco regionali e na- del soggetto erogante i fondi trasferiti per il finan- 361, aventi per oggetto statutario lo svolgimento o
zionali. ziamento della ricerca, a titolo di contributo o li- la promozione di attività di ricerca scientifica, in-
beralità, dalle società e dagli altri soggetti passivi dividuate con decreto del Presidente del Consiglio
dell’imposta sul reddito delle società (Ires) in fa- dei Ministri, adottato su proposta del Ministro
vore di università, fondazioni universitarie di cui dell’economia e delle finanze, del Ministro dell’i-
all’articolo 59, comma 3, della legge 23 dicembre struzione, dell’università e della ricerca e del
2000, n. 388, e di istituzioni universitarie pubbli- Ministro della salute, ovvero degli Enti di ricerca
che, degli Enti di ricerca pubblici, delle fondazioni vigilati dal Ministero dell’istruzione, dell’univer-
e delle associazioni regolarmente riconosciute a sità e della ricerca, ivi compresi l’Iss e l’Ispesl,
norma del regolamento di cui al decreto del nonché degli Enti parco regionali e nazionali.

Incentivi per produzione e utilizzo di 421. All’articolo 21, comma 6, del Testo unico di 26 ottobre 1995, n. 504, come modificato dal com-
biocombustibili: cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, e ma 520 dell’articolo 1 della legge 30 dicembre
– esenzione dal pagamento di accise per il bio- successive modificazioni, sono apportate le se- 2004, n. 311, non utilizzato nell’anno 2005 è de-
diesel utilizzato in conseguenza dell’autorizza- guenti modificazioni: stinato per l’anno 2006 nella misura massima di
zione rilasciata dal MinEconomia a seguito della a) al terzo periodo, le parole: “un contingente an- 10 milioni di euro per l’aumento fino a 20.000
sottoscrizione di appositi contratti di coltivazione, nuo di 200.000 tonnellate” sono sostituite dalle se- tonnellate del contingente di cui al comma 421,
realizzati nell’ambito di contratti quadro, o inte- guenti: “un contingente di 200.000 tonnellate di da utilizzare con le modalità previste dal decreto
se di filiera (fino ad un massimo di 20.000 ton- cui 20.000 tonnellate da utilizzare su autorizza- di cui al medesimo comma 421, nonché fino a 5
nellate); zioni del Ministero dell’economia e delle finanze milioni di euro per programmi di ricerca e speri-
– utilizzo di fondi non sfruttati per costituire un di concerto con il Ministero delle politiche agricole mentazione del Ministero delle politiche agricole e
apposito fondo per la promozione e lo sviluppo e forestali, a seguito della sottoscrizione di appositi forestali nel campo bioenergetico. Il restante im-
delle filiere agro-energetiche, anche attraverso l’i- contratti di coltivazione, realizzati nell’ambito di porto è destinato alla costituzione di un apposito
stituzione di certificati per incentivare la produ- contratti quadro, o intese di filiera”; fondo per la promozione e lo sviluppo delle filiere
zione e l’utilizzo di biocombustibili da trazione. b) dopo il quarto periodo, è inserito il seguente: agroenergetiche, anche attraverso l’istituzione di
“Con il medesimo decreto è altresì determinata la certificati per l’incentivazione, la produzione e l’u-
quota annua di biocarburanti di origine agricola tilizzo di biocombustibili da trazione, da utilizzare
da immettere al consumo sul mercato nazionale”. tenuto conto delle linee di indirizzo definite dalla
422. L’importo previsto dall’articolo 21, comma Commissione biocombustibili, di cui all’articolo 5
6-ter, del Testo unico di cui al decreto legislativo del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387.

Miglioramento della qualità ambientale 432. Il Fondo da ripartire per esigenze di tutela
dell’aria nei centri urbani: iscrizione – con ambientale di cui all’articolo 1, comma 1, del
decorrenza 2006 – nello stato di previsione del decreto-legge 21 febbraio 2005, n. 16, convertito, segue 19
Legislazione norme nazionali Legge Finanziaria 2006

MinAmbiente del fondo istuito ex articolo 1 del con modificazioni, dalla legge 22 aprile 2005, n.
Dl 16/2005 (secondo cui “Nello stato di previ- 58, è iscritto a decorrere dall’anno 2006 nello
sione del Ministero dell’economia e delle fi- stato di previsione del Ministero dell’ambiente e
nanze è istituito un fondo da ripartire per le della tutela del territorio con riserva del 50 per
esigenze di tutela ambientale connesse al mi- cento da destinare per le finalità di cui al decre-
glioramento della qualità ambientale dell’a- to-legge 11 giugno 1998, n. 180, convertito, con
ria e alla riduzione delle emissioni di polveri modificazioni, dalla legge 3 agosto 1998, n. 267.
sottili in atmosfera nei centri urbani, con una A tale scopo, il Ministro dell’ambiente e della tu-
dotazione di 140 milioni di euro annui a de- tela del territorio, d’intesa con le Regioni o gli
correre dal 2006. Con decreti del Ministro Enti locali interessati, definisce ed attiva pro-
dell’economia e delle finanze, su proposta del grammi di interventi urgenti di difesa del suolo
Ministro dell’ambiente e della tutela del terri nelle aree a rischio idrogeologico.
torio, si provvede alla ripartizione tra le unità
previsionali di base degli stati di previsione
delle amministrazioni interessate”).

Protocollo di Kyoto: autorizzazione alla spe- 433. Per l’attuazione delle misure previste dal ta nella Gazzetta ufficiale n. 68 del 22 marzo
sa di 100milioni di euro all’anno per l’attuazio- Protocollo di Kyoto, ratificato ai sensi della legge 2003, è autorizzata la spesa di 100 milioni di eu-
ne delle misure previste dal Protocollo di Kyoto e 1º giugno 2002, n. 120, e ricomprese nella deli- ro per l’anno 2006.
ricomprese nella delibera Cipe 19 dicembre 2002, bera Cipe n. 123 del 19 dicembre 2002, pubblica-
n. 123.

Bonifica delle aree inquinate di interes- 434. Al fine di consentire nei siti di bonifica di 9 dicembre 1998, n. 426, e successive modifica-
se nazionale per le quali sono in atto interesse nazionale la realizzazione degli inter- zioni, nonché con le risorse di cui al decreto del
procedure fallimentari: possibilità di sotto- venti di messa in sicurezza d’emergenza, caratte- Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio
scrizione di accordi di programma tra il rizzazione, bonifica e ripristino ambientale delle 14 ottobre 2003, pubblicato nella Gazzetta uffi-
MinAmbiente e gli Enti locali interessati per pro- aree inquinate per le quali sono in atto procedure ciale n. 99 del 28 aprile 2004.
cedere alla bonifica delle aree inquinate di inte- fallimentari, sono sottoscritti accordi di program- 436. L’accordo di programma di cui al comma
resse nazionale per le quali sono in atto procedu- ma tra il Ministero dell’ambiente e della tutela 434 individua il soggetto pubblico al quale deve
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

re fallimentari. del territorio, la Regione, le Province, i Comuni essere trasferita la proprietà dell’area. Il trasferi-
interessati con i quali sono individuati la desti- mento della proprietà avviene trascorsi centottanta
nazione d’uso delle suddette aree, anche in va- giorni dalla dichiarazione di fallimento qualora
riante allo strumento urbanistico, gli interventi non sia stato avviato l’intervento di messa in sicu-
da effettuare, il progetto di valorizzazione dell’a- rezza d’emergenza, caratterizzazione e bonifica.
rea da bonificare, incluso il piano di sviluppo e di 437. Ai fini di cui ai commi da 432 a 450, è in o-
riconversione delle aree, e il piano economico e gni caso fatta salva la vigente disciplina normati-
finanziario degli interventi, nonché le risorse fi- va in materia di responsabilità del soggetto che
nanziarie necessarie per ogni area, gli impegni di ha causato l’inquinamento nelle aree e nei siti di
ciascun soggetto sottoscrittore e le modalità per cui al comma 434.
individuare il soggetto incaricato di sviluppare 438. Fermo quanto previsto dai commi 46 e 47,
l’iniziativa. le somme versate in favore dello Stato a titolo di
435. Al finanziamento dell’accordo di program- risarcimento del danno ambientale a seguito della
ma di cui al comma 434 concorre il Ministero sottoscrizione di accordi transattivi, contenenti
dell’ambiente e della tutela del territorio nei li- condizioni specifiche relative al loro reimpiego,
miti delle risorse assegnate in materia di bonifi- sono riassegnate ad apposito capitolo dello stato di
che, ivi comprese quelle dei programmi naziona- previsione del Ministero dell’ambiente e della tute-
li delle bonifiche di cui all’articolo 1 della legge la del territorio.

Danno ambientale: possibilità per il Min- 439. Qualora i soggetti e gli organi pubblici pre- Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio
Ambiente di emettere ordinanze immediatamente posti alla tutela dell’ambiente accertino un fatto con successiva ordinanza ingiunge il pagamento
esecutive per ingiungere, in caso di mancato avvio che abbia provocato un danno ambientale come entro il termine di sessanta giorni di una somma
delle procedure di ripristino, al responsabile il ri- definito e disciplinato dalla direttiva 2004/35/Ce pari al valore economico del danno accertato.
pristino della situazione ambientale (come defini- del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 a- L’ordinanza è emessa nei confronti del responsa-
to dalla direttiva 2004/35/Ce) a titolo di risarci- prile 2004, e non siano avviate le procedure di ri- bile del danno ambientale come definito e disci-
mento in forma specifica entro il termine fissato. pristino ai sensi della normativa vigente, il plinato dalla citata direttiva 2004/35/Ce.
Qualora il responsabile del fatto che ha provocato Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio 440. La quantificazione del danno è effettuata
il danno ambientale non provveda al ripristino nel con ordinanza immediatamente esecutiva in- sulla base del pregiudizio arrecato alla situazione
termine ingiunto, o il ripristino risulti in tutto o in giunge al responsabile il ripristino della situazio- ambientale a seguito del fatto dannoso e del co-
parte impossibile il Ministro dell’ambiente e della ne ambientale come definito dalla citata direttiva sto necessario per il ripristino nel rispetto delle
tutela del territorio con successiva ordinanza in- 2004/35/Ce a titolo di risarcimento in forma spe- norme di cui alla citata direttiva 2004/35/Ce e
giungerà “il pagamento entro il termine di ses- cifica entro il termine fissato. Qualora il respon- degli allegati I e II alla stessa. In caso di ripara-
santa giorni di una somma pari al valore eco- sabile del fatto che ha provocato il danno am- zione del danno ai sensi del presente comma e del
nomico del danno accertato”. bientale non provveda al ripristino nel termine comma 439 è esclusa la possibilità che si verifichi
ingiunto, o il ripristino risulti in tutto o in parte un aggravio dei costi in capo all’operatore come
impossibile, oppure eccessivamente oneroso, ai conseguenza di una azione concorrente; resta fer-
sensi dell’articolo 2058 del Codice civile, il mo il diritto dei soggetti proprietari di beni dan-
20 segue
Legislazione norme nazionali Legge Finanziaria 2006
segue Danno ambientale neggiati dal fatto produttivo di danno ambientale mento per le quali sia effettivamente in corso o
di agire in giudizio nei confronti del responsabile sia avviata la procedura per la bonifica ai sensi e
a tutela dell’interesse proprietario leso. per gli effetti del decreto legislativo 5 febbraio
441. Per la riscossione delle somme di cui è in- 1997, n. 22, e del regolamento di cui al decreto
giunto il pagamento con l’ordinanza ministeria- del Ministro dell’ambiente 25 ottobre 1999, n.
le si applicano le disposizioni di cui al decreto le- 471.
gislativo 13 aprile 1999, n. 112. 443. Avverso l’ordinanza di cui ai commi prece-
442. Le disposizioni previste dai commi da 439 denti è ammesso ricorso al tribunale ammini-
a 441 non si applicano ai danni ambientali presi strativo regionale competente per territorio entro
in considerazione nell’ambito di procedure tran- il termine di sessanta giorni o, alternativamente,
sattive ancora in corso di perfezionamento alla al Presidente della Repubblica entro il termine di
data di entrata in vigore della presente legge, a centoventi giorni, in entrambi i casi decorrente
condizione che esse trovino conclusione entro il dalla sua notificazione, comunicazione o piena
28 febbraio 2006, nè alle situazioni di inquina- conoscenza.

Istituzione di tassa per le concessioni i- 483. All’articolo 12 del decreto legislativo 16 all’intera durata della concessione, pari a 3.600
droelettriche per la produzione di elet- marzo 1999, n. 79, sono apportate le seguenti euro per MW di potenza nominale installata e le
tricità da grandi derivazioni: l’ammini- modificazioni: somme derivanti dal canone affluiscono all’en-
strazione competente, cinque anni prima dello a) i commi 1 e 2 sono sostituiti dai seguenti: trata del bilancio dello Stato per l’importo di 50
scadere di una concessione di grande derivazione “1. L’amministrazione competente, cinque anni milioni di euro per ciascun anno, e ai Comuni
d’acqua per uso idroelettrico e nei casi di deca- prima dello scadere di una concessione di grande interessati nella misura di 10 milioni di euro per
denza, rinuncia e revoca deve indire una gara ad derivazione d’acqua per uso idroelettrico e nei ciascun anno.
evidenza pubblica, per l’attribuzione a titolo one- casi di decadenza, rinuncia e revoca, fermo re- 487. Ai fini di quanto previsto dal comma 485,
roso della concessione per un periodo di durata stando quanto previsto dal comma 4, ove non ri- si considerano congrui interventi di ammoderna-
trentennale, avendo particolare riguardo ad tenga sussistere un prevalente interesse pubblico mento tutti gli interventi, non di manutenzione
un’offerta di miglioramento e risanamento am- ad un diverso uso delle acque, in tutto o in parte ordinaria o di mera sostituzione di parti di im-
bientale del bacino idrografico di pertinenza e di incompatibile con il mantenimento dell’uso a fi- pianto non attive, effettuati o da effettuare nel
aumento dell’energia prodotta o della potenza i- ne idroelettrico, indice una gara ad evidenza periodo compreso fra il 1º gennaio 1990 e le sca-
stallata. pubblica, nel rispetto della normativa vigente e denze previste dalle norme vigenti prima della

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


dei principi fondamentali di tutela della concor- data di entrata in vigore della presente legge, i
renza, libertà di stabilimento, trasparenza e non quali comportino un miglioramento delle presta-
discriminazione, per l’attribuzione a titolo one- zioni energetiche ed ambientali dell’impianto
roso della concessione per un periodo di durata per una spesa complessiva che, attualizzata alla
trentennale, avendo particolare riguardo ad data di entrata in vigore della presente legge sul-
un’offerta di miglioramento e risanamento am- la base dell’indice Eurostat e rapportata al perio-
bientale del bacino idrografico di pertinenza e di do esaminato, non risulti inferiore a 1 euro per
aumento dell’energia prodotta o della potenza ogni MWh di produzione netta media annua de-
installata. gli impianti medesimi. Per le concessioni che
2. Il Ministero delle attività produttive, di concer- comprendano impianti di pompaggio, la produ-
to con il Ministero dell’ambiente e della tutela zione media netta annua di questi ultimi va ri-
del territorio, sentito il gestore della rete di tra- dotta ad un terzo ai fini del calcolo dell’importo
smissione nazionale, determina, con proprio degli interventi da effettuare nell’ambito della
provvedimento, i requisiti organizzativi e finan- derivazione.
ziari minimi, i parametri di aumento dell’ener- 488. I titolari delle concessioni, a pena di nul-
gia prodotta e della potenza installata concer- lità della proroga, autocertificano entro sei mesi
nenti la procedura di gara”; dalle scadenze di cui ai commi precedenti l’en-
b) i commi 3 e 5 sono abrogati. tità degli investimenti effettuati o in corso o deli-
484. È abrogato l’articolo 16 del decreto legisla- berati e forniscono la relativa documentazione.
tivo 16 marzo 1999, n. 79. Entro i sei mesi successivi le amministrazioni
485. In relazione ai tempi di completamento del competenti possono verificare la congruità degli
processo di liberalizzazione e integrazione euro- investimenti autocertificati. Il mancato comple-
pea del mercato interno dell’energia elettrica, an- tamento nei termini prestabiliti degli investimen-
che per quanto riguarda la definizione di principi ti deliberati o in corso è causa di decadenza della
Comuni in materia di concorrenza e parità di concessione.
trattamento nella produzione idroelettrica, tutte 489. Fermo restando quanto previsto dall’artico-
le grandi concessioni di derivazione idroelettrica, lo 25, commi primo e secondo, del Testo unico di
in corso alla data di entrata in vigore della pre- cui al regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, il
sente legge, sono prorogate di dieci anni rispetto bando di gara per concessioni idroelettriche può
alle date di scadenza previste nei commi 6, 7 e 8 anche prevedere il trasferimento della titolarità
dell’articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo del ramo d’azienda relativo all’esercizio della
1999, n. 79, purché siano effettuati congrui inter- concessione, comprensivo di tutti i rapporti giuri-
venti di ammodernamento degli impianti, come dici, dal concessionario uscente al nuovo conces-
definiti al comma 487. sionario, secondo modalità dirette a garantire la
486. Il soggetto titolare della concessione versa continuità gestionale e ad un prezzo, entrambi
entro il 28 febbraio per quattro anni, a decorrere predeterminati dalle amministrazioni competen-
dal 2006, un canone aggiuntivo unico, riferito ti e dal concessionario uscente prima della fase di
segue 21
Legislazione norme nazionali Legge Finanziaria 2006

segue Istituzione di tassa per le conces- offerta e resi noti nei documenti di gara. 492. Entro novanta giorni dalla data di entrata
sioni idroelettriche per la produzione 490. In caso di mancato accordo si provvede al- in vigore della presente legge le Regioni e le Pro-
di elettricità da grandi derivazioni le relative determinazioni attraverso tre qualifi- vince autonome armonizzano i propri ordina-
cati e indipendenti soggetti terzi di cui due indi- menti alle norme dei commi da 483 a 491.
cati rispettivamente da ciascuna delle parti, che 493. Fatto salvo quanto disposto dall’articolo 1,
ne sopportano i relativi oneri, ed il terzo dal pre- comma 298, della legge 30 dicembre 2004, n.
sidente del tribunale territorialmente competen- 311, a decorrere dall’anno 2006, sono assicurate
te, che operano secondo sperimentate metodolo- maggiori entrate, pari a 35 milioni di euro an-
gie finanziarie che tengano conto dei valori di nui, mediante versamento all’entrata del bilan-
mercato. cio dello Stato di una quota degli introiti della
491. Le disposizioni del presente articolo costi- componente tariffaria A2 sul prezzo dell’energia
tuiscono norme di competenza legislativa esclu- elettrica, definito ai sensi dell’articolo 3, comma
siva statale ai sensi dell’articolo 117, secondo 11, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, e
comma, lettera e), della Costituzione e attuano i dell’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 18
principi comunitari resi nel parere motivato della febbraio 2003, n. 25, convertito, con modificazio-
Commissione europea in data 4 gennaio 2004. ni, dalla legge 17 aprile 2003, n. 83.

Raccolta ed elaborazione dei dati oc- 557. Per la raccolta ed elaborazione dei dati oc- del Ministro dell’ambiente e della tutela del terri-
correnti al monitoraggio della spesa correnti al monitoraggio della spesa ambientale torio, da emanare ai sensi dell’articolo 17, com-
ambientale: prosecuzione delle attività già sul territorio nazionale fruibili anche per mante- ma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono
convenzionalmente assicurate dall’Associazione nere aggiornata e confrontabile l’informazione definiti, in conformità alla convenzione in essere,
nazionale dei Comuni italiani a favore del ambientale di cui agli articoli 8 e 9 del decreto criteri e modalità di funzionamento per regola-
Ministero dell’ambiente e della tutela del territo- legislativo 19 agosto 2005, n. 195, di recepimento mentare la prosecuzione delle suddette attività.
rio per le proprie finalità istituzionali. della direttiva 2003/4/Ce del Parlamento europeo Per l’attuazione delle suddette finalità viene an-
e del Consiglio, del 28 gennaio 2003, in confor- nualmente destinata, a valere sul capitolo 7090
mità ai principi e criteri di cui all’articolo 1, “Fondo da ripartire per la difesa del suolo e tutela
comma 8, della legge 15 dicembre 2004, n. 308, ambientale”, una somma non inferiore all’1 per
è disposta la prosecuzione delle attività già con- cento e non superiore al 2 per cento, calcolata sui
venzionalmente assicurate dall’Associazione na- fondi del predetto capitolo di spesa e determinata
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

zionale dei Comuni italiani a favore del Mini- nel suo ammontare annuo con le modalità ed i
stero dell’ambiente e della tutela del territorio per criteri definiti con il predetto regolamento.
le proprie finalità istituzionali. Con regolamento

Individuazione di nuove aree industria- 561. All’articolo 1, comma 4, della legge 9 di- creto del Presidente della Repubblica 5 ottobre
li e di nuovi siti ad alto rischio indu- cembre 1998, n. 426, e successive modificazioni, 1994, n. 679;
striale: inserimento del Comune di Milazzo e dopo la lettera p-quaterdecies), sono aggiunte le p-sexiesdecies) aree di cui al decreto del Pre-
del bacino idrografico del fiume Sarno nella leg- seguenti: sidente del Consiglio dei Ministri 14 aprile 1995,
ge 426/1998. “p-quinquiesdecies) area industriale del Comune pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 95 del 24 a-
di cui all’articolo 3 del regolamento di cui al de- prile 1995”.

Partecipazione alle reti globali di moni- 566. Per assicurare la partecipazione alle reti Unite, è assegnato al Consiglio nazionale delle ri-
toraggio climatico e ambientale nell’am- globali di monitoraggio climatico e ambientale cerche (Cnr) un contributo annuo di 1,8 milioni
bito del programma promosso dall’Organizza- nell’ambito del programma promosso dall’Orga- di euro per l’anno 2006. Il Comitato, di cui al de-
zione delle Nazioni Unite “Atmospheric Brown nizzazione delle Nazioni Unite “Atmospheric creto legislativo 7 maggio 1948, n. 1182, assicura
Cloud” e “Share-Asia”: assegnazione al Consiglio Brown Cloud” e “Share-Asia”, anche ai fini delle il collegamento e lo scambio di informazioni tra
nazionale delle ricerche (Cnr) di un contributo ricadute sul sistema produttivo agricolo mondia- il Cnr e il Ministero delle politiche agricole e fo-
annuo di 1,8 milioni di euro per l’anno 2006. le e del supporto ai progetti collegati per lo svi- restali per quanto riguarda l’attuazione del pro-
luppo sostenibile nelle Regioni montane nel qua- gramma Share-Asia.
dro del Partenariato internazionale delle Nazioni

Insediamenti turistici di qualità: promo- 583. Al fine di promuovere lo sviluppo del turi- disposizioni di cui al decreto-legge 5 ottobre 1993,
zione degli insediamenti turistici di qualità, ca- smo di qualità, i soggetti di cui al comma 586, di n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge
ratterizzati (tra l’altro) dalla compatibilità am- seguito denominati “promotori”, possono presen- 4 dicembre 1993, n. 494. La misura del canone è
bientale. tare alla Regione interessata proposte relative al- determinata dall’atto di concessione. Una quota
In particolare, il provvedimento prevede la possi- la realizzazione di insediamenti turistici di qua- degli introiti dei canoni è attribuita nella misura
bilità di costruire le strutture turistiche in que- lità di interesse nazionale, anche tramite conces- del 20 per cento alla Regione interessata e nella
stione anche sulle spiagge (tramite concessione sione di beni demaniali marittimi, esclusi quelli misura del 20 per cento al Comune o ai Comuni
di beni demaniali marittimi). sui quali sussistono concessioni con finalità turi- interessati, proporzionalmente al territorio com-
stico-ricreative già operanti ai sensi dell’articolo preso nell’insediamento. Per quanto non determi-
03, comma 1, del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. nato dai commi da 583 a 593, si applicano le di-
400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 sposizioni di cui agli articoli da 36 a 49 del
dicembre 1993, n. 494, e anche mediante la ri- Codice della navigazione.
qualificazione di insediamenti e impianti preesi- 585. Gli insediamenti turistici di qualità di cui ai
stenti. commi da 583 a 593 sono caratterizzati dalla
584. Ai canoni di concessione per gli insedia- compatibilità ambientale, dalla capacità di tutela
menti di cui al comma 583 non si applicano le e di valorizzazione culturale del tessuto circostan-
22 segue
Legislazione norme nazionali Legge Finanziaria 2006
segue Insediamenti turistici di qualità te e dei beni presenti sul territorio, dall’elevato li- ni, ad individuare quelle che ritiene di pubblico
vello dei servizi erogati e dalla idoneità ad attrarre interesse e a trasmettere documentazione ai
flussi turistici anche internazionali. In ogni caso Comuni e alle Province competenti per territorio,
gli insediamenti turistici di cui ai commi da 583 al Ministero dell’economia e delle finanze, al
a 593 devono assicurare un ampliamento della Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, al Mi-
base occupazionale mediante l’assunzione di un nistero delle attività produttive, al Ministero del-
numero di addetti non inferiore a 250 unità. La l’ambiente e della tutela del territorio, al Mini-
realizzazione e la gestione degli insediamenti per stero per i beni e le attività culturali e a tutte le al-
il turismo di qualità sono effettuate secondo le tre amministrazioni competenti a rilasciare per-
procedure di cui ai commi da 586 a 593 e ferme messi e autorizzazioni di ogni genere e tipo.
restando le disposizioni di cui al Codice dei beni 590. Le amministrazioni interessate rimettono le
culturali e del paesaggio, di cui al decreto legisla- proprie valutazioni alla Regione entro il termine
tivo 22 gennaio 2004, n. 42. perentorio di trenta giorni dalla ricezione della
586. Possono presentare le proposte di cui al documentazione relativa alla proposta, ovvero, in
comma 583 gli Enti locali territorialmente com- caso di procedura ad evidenza pubblica ai sensi
petenti, anche associati, i soggetti di cui all’arti- del comma 592, entro trenta giorni dalla aggiudi-
colo 10 della legge 11 febbraio 1994, n. 109, e cazione. Entro lo stesso termine le amministra-
successive modificazioni, associati con gestori di zioni interessate possono presentare motivate pro-
servizi ed eventualmente consorziati e associati poste di adeguamento o richieste di prescrizioni.
con Enti finanziatori, nonché i soggetti dotati di La mancata presentazione, entro il termine previ-
idonei requisiti tecnici, organizzativi e finanziari, sto, di osservazioni o richieste di prescrizioni ha
definiti da apposito regolamento da adottare en- l’effetto di assenso alla proposta. La Regione pro-
tro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore muove, entro i successivi quarantacinque giorni,
della presente legge con decreto del Ministro delle la stipula fra le amministrazioni interessate di un
attività produttive, di concerto con il Ministro del- accordo di programma, ai sensi dell’articolo 34
le infrastrutture e dei trasporti, con il Ministro del Testo unico di cui al decreto legislativo 18 a-
dell’economia e delle finanze e con il Ministro gosto 2000, n. 267.
dell’ambiente e della tutela del territorio. 591. La stipula dell’accordo di programma sosti-
587. Le proposte devono comprendere lo studio tuisce ogni altra autorizzazione, approvazione e

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


di fattibilità ambientale, il piano finanziario degli parere comunque denominato, consente la realiz-
investimenti, l’adeguamento del sistema comples- zazione e l’esercizio di tutte le opere, prestazioni e
sivo dei servizi che interessano l’area, in partico- attività previste nella proposta approvata, e ha
lare nel settore della mobilità, nonché la previsio- l’effetto di determinare le eventuali e conseguenti
ne di eventuali infrastrutture e opere pubbliche variazioni degli strumenti urbanistici e di sosti-
connesse, e sono redatte secondo modelli definiti tuire le concessioni edilizie, nel rispetto delle con-
dal regolamento di cui al comma 586. La realiz- dizioni di cui al citato articolo 34 del Testo unico
zazione di infrastrutture e di servizi connessi può di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000.
essere affidata allo stesso soggetto realizzatore Restano comunque ferme le disposizioni di cui al
dell’insediamento turistico. In tale caso si appli- Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al
cano le disposizioni stabilite dall’articolo 104, decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.
comma 4, del Testo unico delle imposte sui reddi- 592. Nel caso di più proposte relative alla stessa
ti, di cui al decreto del Presidente della concessione di beni demaniali la regione, prima
Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive della stipula dell’accordo di programma, indice
modificazioni. una gara da svolgere con il criterio dell’offerta e-
588. Le proposte sono valutate dalla Regione conomicamente più vantaggiosa, ponendo a base
sotto il profilo della fattibilità e della qualità co- di gara la proposta presentata dal promotore, se-
struttiva, urbanistica e ambientale, nonché della condo le procedure di cui all’articolo 37-quater
qualità progettuale, della funzionalità, del costo della legge 11 febbraio 1994, n. 109, e successive
di gestione e di manutenzione, dei tempi di ulti- modificazioni.
mazione dei lavori per la realizzazione degli im- 593. Per promuovere la realizzazione degli inse-
pianti e delle infrastrutture e opere pubbliche diamenti di cui ai commi da 583 a 592, i Comuni
connesse. Sono comunque valutate in via priori- interessati possono prevedere l’applicazione di re-
taria le proposte che prevedono il recupero e la gimi agevolati ai fini del contributo di cui all’arti-
bonifica di aree compromesse sotto il profilo am- colo 16 del Testo unico delle disposizioni legislati-
bientale e di impianti industriali dismessi. ve e regolamentari in materia edilizia, di cui al
589. La Regione, entro trenta giorni dalla pre- decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno
sentazione, verifica l’assenza di elementi ostativi 2001, n. 380, nonché l’esenzione, ovvero l’appli-
e, esaminate le proposte stesse, anche comparati- cazione di riduzioni o detrazioni, dall’imposta co-
vamente, e sentiti i promotori che ne facciano ri- munale sugli immobili di cui all’articolo 1 del
chiesta, provvede, entro i successivi sessanta gior- decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504.

Sintesi a cura di Alessandro Radrizzani

23
Premessa d’interesse nazionale.
Legislazione norme nazionali Legge Finanziaria 2006

Dopo un travagliato iter parlamentare, finalmente L’intento “acceleratorio” è reso esplicito dal com-
il commento il disegno di legge, presentato dal Ministro dell’eco- ma 436, ove si prevede che, ove non vengano atti-
nomia e delle finanze, e recante la cd. legge Finan- vati i predetti interventi, ai sensi dell’articoli 17,
ziaria 2006, è diventato legge dello Stato. Dlgs 22/1997 e sue disposizioni attuative, entro 180
La “riforma” Come di consueto, il testo del provvedimento legi- giorni dalla dichiarazione di fallimento, la pro-
del danno ambientale slativo, reca, oltre al suo contenuto “tipico”, nume- prietà dell’area viene trasferita al soggetto pubblico,
rose disposizioni su materie tra loro eterogenee, tut- individuato dallo stesso accordo di programma.
nella Finanziaria 2006 te accomunate, quantomeno negli intenti, da fina- Detti accordi avranno, inoltre, la funzione di indivi-
lità di contenimento dell’indebitamento entro i pa- duare la destinazione d’uso delle aree, il loro pro-
rametri del nuovo Patto di stabilità e crescita, con- getto di valorizzazione, le risorse finanziarie ritenu-
cordato con l’Unione europea . te necessarie, gli impegni di ciascun soggetto sotto-
Le nuove disposizioni a tutela dell’ambiente, inseri- scrittore, nonché le modalità per individuare il sog-
di Fabio Anile te nel Titolo III, Capo III dell’originario disegno di getto incaricato di sviluppare l’iniziativa.
Avvocato in Roma legge, si trovano ora sparse tra i 612 commi È da condividere la scelta dell’accordo di program-
dell’articolo unico che compone il provvedimento. ma, quale strumento di semplificazione, nella defi-
nizione ed attuazione di interventi complessi, spe-
Il testo contiene, infatti, disposizioni in materia cie quando maggiore è il numero di soggetti, in
di concessioni di grandi derivazione d’acqua specie pubblici, competenti o, a vario titolo, interes-
per uso idroelettrico (commi da 483 a 493) e sati, alla realizzazione di interventi di una certa ri-
di accise (comma 115); norme sul servizio i- levanza come quelli considerati dalla norma.
drico integrato (commi 415 e 416), a tutela del Inutile appare, invece, la disposizione contenuta
suolo (comma 432), misure di attuazione del nel comma 437, ove si fa espressamente salva la
Protocollo di Kyoto (comma 433), disposizioni “vigente disciplina in materia di responsabilità
in materia di bonifica di siti contaminati (com- del soggetto che ha causato l’inquinamento”,
mi da 434 a 437), e di danno ambientale non essendovi ragioni di segno contrario, che pos-
(commi da 438-443, nonché 449 e 450). sano condurre ad escludere tali siti dalle regole ge-
nerali in materia di responsabilità per i fatti di in-
Non ha, invece, “superato l’esame” – come auspi- quinamento. Ad ogni buon conto, si osserva che
cato (1) – la disposizione contenuta nell’origina- l’ampia formula utilizzata dal Legislatore lascia
rio comma 11 dell’articolo 60, che prevedeva, sic et pensare che il richiamo alla “vigente disciplina in
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

simpliciter, un innalzamento dei minimi e dei materia di responsabilità” sia rivolto non solo al-
massimi delle sanzioni amministrative, previste per la disciplina di cui all’articolo 17, Dlgs 22/ 1997,
gli illeciti ambientali, rispettivamente, di 10 e di 50 ma anche a tutte le norme incriminatrici che puni-
volte. Ciò che interessa evidenziare in questa sede scono condotte dalle quali è derivato l’inquina-
sono alcune disposizioni recanti innovazioni di un mento di un sito.
certo rilievo, in materia di bonifica dei siti contami-
nati e di danno ambientale, che ci apprestiamo ad La nuova disciplina
approfondire. sul danno ambientale
Particolare interesse suscitano, inoltre, le disposi-
La bonifica dei siti d’interesse zioni contenute nei commi da 438 a 443, recanti
nazionale sottoposti a procedure disposizioni in materia di danno ambientale.
fallimentari Tali norme vanno segnalate, in quanto rappresen-
I commi 434, 435, 436 e 437 prevedono nuove di- tano un’anticipazione della disciplina sul danno
sposizioni in materia di bonifica, concernenti, in ambientale, proposta nella bozza di decreto legisla-
particolare, i siti contaminati, di interesse naziona- tivo, di cui alla legge Delega 308/2004, oltre che un
le, per i quali sono in atto procedure fallimentari. parziale recepimento della direttiva 2004/ 35/Ce
sulla “responsabilità ambientale in materia di pre-
Il tema sembra riconducibile a quella (condivi- venzione e riparazione del danno ambientale” (3).
sibile) giurisprudenza del Consiglio di Stato, se-
condo cui “il potere di disporre di beni falli- “Grande assente” nelle nuove disposizioni è la
mentari non comporta necessariamente il vigente disciplina sul danno ambientale, di cui
dovere di adottare particolari comportamen- all’articolo 18, legge 349/1986, che non viene
ti attivi, finalizzati alla tutela sanitaria degli mai richiamata, per non dire che il comma 439
immobili destinati alla bonifica da fattori della legge in commento rinvia seccamente al
inquinanti” (2). “danno ambientale come definito e discipli-
In altre parole, questa giurisprudenza, esclu- nato dalla direttiva 2004/35/Ce del Parla-
dendo qualunque obbligo o responsabilità, in mento europeo e del Consiglio, del 21 aprile
capo al fallimento, consentiva il perdurare di 2004”.
una situazione di contaminazione, cui lo stesso
fallimento era estraneo, avendolo “ereditato” La novella è incentrata sull’adozione, da parte del
dal (fallito) gestore dell’area. Ministero dell’ambiente, di una ordinanza esecuti-
va (comma 439), impugnabile, da parte del sogget-
Allo scopo di consentire rapidità ed efficacia nella to obbligato, innanzi al Tar o con ricorso straor-
realizzazione degli interventi di messa in sicurezza, dinario al Capo dello Stato (comma 443).
bonifica e ripristino, nonché dei piani di sviluppo e Il comma 439 prevede, infatti, che a seguito dell’ac-
di riconversione delle aree da bonificare, il comma certamento di un fatto che ha determinato un dan-
434 prevede la sottoscrizione di accordi di program- no ambientale, e perdurando l’inerzia del soggetto
ma tra il Ministero dell’Ambiente, le Regioni, e gli responsabile, il Ministro adotta un’ordinanza im-
Enti Locali, allo scopo di superare l’eventuale iner- mediatamente esecutiva, con la quale viene ingiun-
zia degli organi fallimentari nell’attivare le proce- to, all’autore del danno, il ripristino della “situazio-
24 dure di messa in sicurezza e di bonifica dei siti ne ambientale come definito dalla citata diretti-
va 2004/35/Ce a titolo di risarcimento in forma il 2006, costituisce un’anticipazione, sia pure sotto lettera b), del Dm 471/1999, a tenore del quale

Legislazione norme nazionali Legge Finanziaria 2006


specifica entro il termine fissato”. forma embrionale, di quella più esaustiva, riporta- l’obbligo di messa in sicurezza, bonifica e ripristi-
Nel caso in cui il responsabile non provveda entro ta, in recepimento della direttiva comunitaria no ambientale deriva dal mero superamento an-
il termine assegnato dall’ordinanza ministeriale 2004/35/Ce, nella bozza di decreto legislativo, di che di un solo valore tabellare.
od il ripristino risulti in tutto o in parte impossibi- cui alla legge Delega 308/2004 (concernente i cd.
le, oppure eccessivamente oneroso, ai sensi dell’ar- Testi unici ambientali). Conclusioni
ticolo 2058 Cod. civ., si prevede l’adozione, da par- Sebbene, rispetto all’articolato dell’originario dise-
te del Ministro dell’ambiente e della tutela del ter- Il limite della disciplina, che viene proposta nel gno di legge, le disposizioni ambientali approvate
ritorio, di un’altra ordinanza con la quale si in- disegno di legge in esame, risiede proprio nel- nella legge Finanziaria per il 2006, siano sono sta-
giunge al responsabile il pagamento di una som- la estrema sinteticità delle disposizioni che la te “sfrondate”, non può non evidenziarsi che esse
ma pari al valore economico del danno accertato, compongono, oltre che nell’assenza di coordi- sono, comunque ed in larga parte, estranee rispetto
entro il termine di sessanta giorni. namento con le norme vigenti, circostanze, a quello che dovrebbe essere il contenuto “tipico”
queste, che rendono l’intervento normativo, della legge finanziaria.
Sotto il profilo della quantificazione del danno, nel suo complesso, confuso ed approssimativo, Ciò senza considerare le difficoltà di individua-
vale la pena di segnalare che è venuta meno, in oltre che inopportuno. zione delle stesse, dovuta alla prassi – tanto con-
sede di approvazione definitiva del testo, la di- solidata quanto odiosa – di accorpare in un uni-
sposizione che prevedeva che ove non fosse Come già accennato, basti osservare, in primis, al- co articolo (non importa se con 612 commi) –
stato possibile procedere ad una quantificazio- la mancata previsione di qualsiasi forma di coordi- disposizioni del tutto eterogenee tra loro.
ne del danno, l’ordinanza ne avrebbe determi- namento con la vigente disciplina sul danno am- Va certamente salutata con favore – e di questo
nato “l’ammontare in via equitativa, avendo bientale, di cui all’articolo 18, legge 349/ 1986; di- occorre darne atto – la soppressione della disposi-
riguardo al profitto” conseguito dal trasgres- sciplina che, al contrario – e correttamente – la zione prevista al comma 11, dell’articolo 60 del
sore, in conseguenza del comportamento lesi- bozza del decreto legislativo, di cui ai cd. Testi uni- disegno di legge, recante l’innalzamento dei mi-
vo, così riproducendo quello che è uno degli ci, abroga esplicitamente. nimi e dei massimi delle sanzioni amministrative
elementi di quantificazione del danno ambien- Si tratta – com’è evidente – di una vistosa lacuna previste da normative ambientali, perché in stri-
tale, presi in considerazione dall’articolo 18, del testo, che occorre emendare, essendo evidente dente contrasto, sotto il profilo della efficacia e
legge 349/1986. che i due regimi non possono coesistere, senza ge- proporzionalità, all’apparato sanzionatorio già
nerare delicati problemi applicativi. vigente in materia.
Nel testo approvato (comma 440), la problemati- Si pensi, ad esempio, al rapporto tra azione risarci- Mentre con riferimento alla disciplina sul danno
ca della quantificazione del danno ambientale, toria ed ordinanza ministeriale. ambientale, l’importanza e la complessità delle
viene, invece, risolta comprendendovi “il pregiu- A questo riguardo, mentre la bozza di decreto legi- questioni giuridiche e tecniche che militano in
dizio arrecato alla situazione ambientale a se- slativo sul danno ambientale, sancisce l’improce- favore di un’organica revisione della disciplina,

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


guito del fatto dannoso e del costo necessario dibilità dell’azione risarcitoria, a seguito dell’ado- avrebbero sconsigliato, a nostro sommesso avviso,
per il ripristino nel rispetto delle norme di cui zione dell’ordinanza ministeriale, la Finanziaria l’adozione delle disposizioni sopra esaminate.
alla citata direttiva 2004/35/Ce e degli allegati 2006 nulla dice in proposito, aprendo la via a po- Tanto più – occorre ribadire – nel momento in
I e II alla stessa”. tenziali conflitti tra il Giudice ordinario, compe- cui, come sembra, il Governo abbia manifestato
Si prevede, inoltre, in caso di riparazione del dan- tente ex articolo 18, legge 349/1986 e quello am- tutte le intenzioni per approvare i decreti legislati-
no ai sensi del presente comma e del comma 439, ministrativo, competente a conoscere dell’illegitti- vi di cui alla cd. legge “Delega ambientale”, ove,
l’esclusione di “un aggravio dei costi in capo mità degli atti e dei provvedimenti adottati peraltro, si recepisce la disciplina comunitaria
all’operatore come conseguenza di una azione nell’ambito del procedimento che ha condotto sulla responsabilità per danno all’ambiente, di
concorrente”, fermo restando, tuttavia, il diritto all’adozione dell’ordinanza ministeriale. cui alla direttiva 2004/35/Ce.
dei soggetti proprietari di beni danneggiati dal fat- Il parziale richiamo alla direttiva 2004/35/Ce, in-
to produttivo di danno ambientale di agire in giu- duce a sollevare ulteriori rilievi, riconducibili alla
dizio nei confronti del responsabile a tutela dell’in- mancata abrogazione del citato articolo 18, attesa (1) Commentando il disegno di legge – pubblicato
teresse proprietario leso. la diversità della nozione di “danno ambientale”, su www.lexambiente.com – esprimevo dubbi di co-
stituzionalità sulla norma, osservando che sebbene
sotto il profilo definitorio; nozione, che rappresenta
una tale modifica potrebbe facilmente essere giusti-
In ordine all’applicazione nel tempo del nuovo re- un dato di irrinunciabile valore interpretativo, es- ficata sul piano politico, invocando il principio “chi
gime, il comma 442 stabilisce, infine, che le dispo- sendo connotata, nella disciplina comunitaria da inquina paga”, o “l’elevato livello di tutela ambien-
sizioni in esame “non si applicano ai danni am- specifici profili, a seconda che si abbia riguardo al- tale”, e, sul piano fiscale, invocando la “ragion di
bientali presi in considerazione nell’ambito di le specie ed agli habitat naturali protetti, alle acque cassa”, rimaneva il dubbio se un tale inasprimento
procedure transattive ancora in corso di perfe- interne, costiere e marine, ed al terreno (4). delle sanzioni amministrative non avesse rischiato
zionamento alla data di entrata in vigore della di creare figure di illecito che, in concreto, avrebbe-
presente legge, a condizione che esse trovino Com’è agevole verificare, la nozione comunita- ro potuto risultare più severe ed onerose, sotto il pro-
conclusione entro il 28 febbraio 2006, nè alle ria di danno ambientale considera, infatti, co- filo punitivo, di fatti penalmente rilevanti.
situazioni di inquinamento per le quali sia ef- me rilevanti, elementi finora assenti nel nostro (2) Più volte la giurisprudenza amministrativa è
fettivamente in corso o sia avviata la procedura diritto positivo. stata investita di controversie aventi ad oggetto la
per la bonifica ai sensi e per gli effetti del decreto bonifica di siti contaminati, soggetti a procedure fal-
legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e del regola- È il caso del “danno al terreno”, definito come limentari. Il testo richiamato tra virgolette è tratto
mento di cui al decreto del Ministro dell’am- “qualsiasi contaminazione del terreno che crei dalla sentenza del Consiglio di Stato, V sez. n. 4328
biente 25 ottobre 1999, n. 471”. un rischio significativo di effetti negativi sulla del 29 luglio 2003.
Da ultimo, il comma 449, prevede che le somme salute umana a seguito dell’introduzione diret- (3) In Guce 30aprile 2004 L143/46.
derivanti dai crediti riscossi e dall’escussione di fi- ta o indiretta nel suolo, sul sottosuolo o nel sot- (4) Discostandosi dalla disciplina comunitaria, il
Legislatore italiano ha considerato anche l’atmosfe-
deiussioni siano versate all’entrata del bilancio tosuolo di sostanze, preparati, organismi e mi-
ra, quale bene danneggiato, nella bozza di Dlgs sul
dello Stato per poi essere riassegnate ad un fondo crorganismi nel suolo”. danno ambientale. Diversamente, la direttiva co-
del Ministero dell’Ambiente al fine di finanziare Tale definizione contiene specifici elementi carat- munitaria, al 4° Considerando, include nella no-
interventi urgenti di disinquinamento di aree per terizzanti nella parte in cui richiama parametri in- zione di danno ambientale “il danno causato da e-
le quali ha avuto luogo il risarcimento del danno terpretativi nuovi, quali la “significatività del ri- lementi aereodispersi nella misura in cui possono
ambientale. schio di effetti negativi sulla salute umana”; pa- causare danni all’acqua, a terreno o alle specie e a-
rametri che, per un verso, sono del tutto assenti gli habitat naturali protetti”, ma non l’atmosfera in
Alcuni rilievi critici in materia nella nozione di danno ambientale, prevista dal- sé considerata, quale bene protetto. Per le definizio-
di danno ambientale l’articolo 18, citato; e che, dall’altro, si pongono in ni, si rinvia agli articoli 2 della direttiva 2004/35/
Come già anticipato, la nuova disciplina sul dan- stridente contrasto con la vigente definizione di Ce ed all’articolo 2 della bozza di Dlgs sul danno
no ambientale, prevista nella legge finanziaria per “sito inquinato”, di cui all’articolo 2, comma 1, ambientale. 25
Decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273
(Gazzetta ufficiale 30 dicembre 2005 n. 303)

Definizione e proroga dei termini, nonché conseguenti


disposizioni urgenti
Legislazione
norme (omissis) stione della distribuzione di gas naturale ai sensi
dell’articolo 11 della legge 28 novembre 1980, n.
nazionali Articolo 22
Incenerimento dei rifiuti
784, e dell’articolo 9 della legge 7 agosto 1997, n.
266, sono prorogati fino al dodicesimo anno de-
1. All’articolo 21, commi 1 e 9, del decreto legi- corrente dalla data di entrata in vigore del decre-
slativo 11 maggio 2005, n. 133, le parole: “28 di- to legislativo 23 maggio 2000, n. 164, oppure, se
cembre 2005” sono sostituite dalle seguenti: “28 successiva, dalla data di entrata in vigore del de-
febbraio 2006” (*). creto del Ministero dell’economia e delle finanze
di approvazione delle risultanze finali dell’inter-
Incenerimento: Articolo 23
Disposizioni in materia di energia e
vento.
5. I termini, non ancora scaduti alla data di en-
attività produttive trata in vigore del presente decreto, previsti per
proroga al 1. Il termine del periodo transitorio previsto
dall’articolo 15, comma 5, del decreto legislativo
l’adeguamento alle prescrizioni contenute nei
decreti autorizzativi di impianti che generano e-
23 maggio 2000, n. 164, è prorogato al 31 dicem- missioni in atmosfera sono prorogati di sessanta
28 febbraio 2006 bre 2007 ed è automaticamente prolungato fino
al 31 dicembre 2009 qualora si verifichi almeno
giorni, decorrenti:
a) dalla “messa in esercizio dell’impianto”, inte-
una delle condizioni indicate al comma 7 del sa come data di avvio delle prime prove di fun-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

medesimo articolo 15. zionamento del medesimo;


per l’adeguamento 2. I termini di cui al comma 1 possono essere ul- b) dalla “entrata in esercizio dell’impianto”, in-
teriormente prorogati di un anno, con atto tesa come data successiva al completamento del
dell’Ente locale affidante o concedente, per com- collaudo, a partire dalla quale l’impianto, nel suo
provate e motivate ragioni di pubblico interesse. complesso, risulta in funzione nelle condizioni o-
3. Sono fatte salve le disposizioni di cui al com- perative definitive, ossia quando, decorsi sei mesi
ma 9 dell’articolo 15 del decreto legislativo 23 dalla comunicazione di cui all’articolo 8, comma
maggio 2000, n. 164, nonché la facoltà di riscat- 2, del decreto del Presidente della Repubblica 24
to anticipato durante il periodo transitorio, di cui maggio 1988, n. 203, si prevede il passaggio del
al comma 1, se prevista nell’atto di affidamento rilevamento delle emissioni da base giornaliera a
o di concessione. base oraria.
4. I termini di durata delle concessioni e degli
affidamenti per la realizzazione delle reti e la ge- (omissis)

(*) Fino al 28 febbraio 2006, dunque, gli impianti po- • Dm 19 novembre 1997, n. 503 per i rifiuti urbani e gli
tranno continuare ad osservare le disposizioni di cui ai se- speciali non pericolosi nonché di taluni rifiuti sanitari ;
guenti provvedimenti: • Dm 25 febbraio 2000, n. 124 per i rifiuti pericolosi.

RIFIUTI on line:
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26 www.reteambiente.it
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si sviluppa attraverso una serie di seminari.
Essi vengono proposti in relazione a mutamenti
significativi dello scenario normativo di riferimento e
sono ripartiti in una parte espositiva e in una parte
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per la gestione base dei rifiuti specifici di applicazione e interpretazione

Obiettivi: formazione di base e ag- Obiettivi: formazione e aggiornamen- Obiettivi: formazione e aggiornamento
giornamento costante per acquisire to costante su specifici flussi di rifiu- costante su tematiche che prescindo-
Edizioni Ambiente

e mantenere la necessaria dime- ti per mantenere e consolidare la co- no dalle disposizioni specifiche di set-
stichezza con gli obblighi e gli adem- noscenza degli obblighi e degli adem- tore e trovano la loro soluzione attra-
pimenti connessi alla gestione dei ri- pimenti. L’eventuale integrazione con verso l’approfondimento dell’apparato
fiuti. il primo e il terzo livello consente una codicistico e regolamentare di base
Destinatari: imprese manifatturiere, visione sistematica della disciplina. (es: traffico illecito, tecniche investiga-
commerciali e di servizi (produttori di Destinatari: produttori e gestori; re- tive). L’integrazione con il primo e il se-
rifiuti); raccoglitori, trasportatori, re- sponsabili ambiente di imprese, as- condo livello consente la creazione di
cuperatori e smaltitori (gestori di ri- sociazioni e enti pubblici; consulenti una professionalità specifica.
fiuti); responsabili ambiente di im- specializzati. Soggetti con esigen- Destinatari: produttori e gestori; con-
prese, associazioni e enti pubblici; ze di approfondimento su uno o più sulenti; decisori pubblici e privati; au-
consulenti di base. flussi specifici. torità di controllo.
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio
Decreto 17 novembre 2005, n. 269
(Gazzetta ufficiale 29 dicembre 2005 n. 302)

Regolamento attuativo degli articoli 31 e 33 del decreto


legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, relativo
Legislazione all’individuazione dei rifiuti pericolosi provenienti
norme dalle navi, che è possibile ammettere alle procedure
nazionali semplificate

Recupero rifiuti Il Ministro dell’ambiente e della tutela del terri-


torio
la vita umana in mare con allegati adottati a
Londra il 17 febbraio 1978, e loro esecuzione;
di concerto con Visto il decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504,
il Ministro delle attività produttive concernente le imposte sulla produzione e sui
portuali, e con consumi per il settore degli oli minerali e relative
il Ministro della salute sanzioni penali e amministrative;
Visti il Rd 30 marzo 1942, n. 327, recante approva-
un “buco” Visto il decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, zione del testo definitivo del Codice della naviga-
e, in particolare, l’articolo 31, che prescrive che zione e, in particolare, l’articolo 52, nonché il de-
sono adottate per ciascun tipo di attività, con de- creto del Presidente della Repubblica 15 febbraio
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

di dodici giorni creti del Ministro dell’ambiente, di concerto con i


Ministri dell’industria, del commercio e dell’arti-
1952, n. 328, approvazione del regolamento per
l’esecuzione del Codice della navigazione e, in
gianato e della sanità, le norme che fissano i tipi particolare, l’articolo 52;
e le quantità di rifiuti e le condizioni in base alle Visto l’articolo 17, comma 3, della legge 23 ago-
quali le attività di recupero sono sottoposte a pro- sto 1988, n. 400;
cedure semplificate; Espletata la procedura di notificazione di cui alle
Visto il decreto del Ministro dell’ambiente 12 giu- direttive 91/689/Cee e 98/34/Ce;
gno 2002, n. 161, recante regolamento attuativo Sentito il parere della Conferenza permanente tra
degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 feb- lo Stato, le Regioni e le Province autonome di
braio 1997, n. 22, relativo all’individuazione dei Trento e Bolzano, espresso nella seduta del 26
rifiuti pericolosi che è possibile ammettere alle maggio 2005;
procedure semplificate; Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso
Visto il decreto ministeriale 1° aprile 1998, n. dalla Sezione consultiva per gli atti normativi,
148, recante regolamento di approvazione del nella seduta del 25 luglio 2005;
modello dei registri di carico e scarico dei rifiuti, Ritenuto di non dover accogliere la richiesta di
ai sensi degli articoli 12 e 18, comma 2, lettera soppressione dell’articolo 2, in quanto il medesi-
m), e 18, comma 4, del decreto legislativo 5 feb- mo contiene i principi generali, al pari del sopra-
braio 1997, n. 22, e in particolare l’articolo 1, richiamato decreto del Ministro dell’ambiente 12
commi 4 e 5; giugno 2002, n. 161, e soddisfa una richiesta for-
Visto il decreto legislativo 24 giugno 2003, n. mulata in sede di Conferenza permanente per i
182, recante attuazione della direttiva 2000/ rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province au-
59/Ce, relativa agli impianti portuali di raccolta tonome di Trento e Bolzano;
per i rifiuti prodotti dalle navi ed i residui del ca- Vista la comunicazione al Presidente del Con-
rico e in particolare l’articolo 10, comma 2, che siglio, ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della
prevede che i residui del carico siano in via prio- citata legge n. 400 del 1988, effettuata con nota
ritaria avviati al riciclaggio ed al recupero; UL/2005/6134 del 2 settembre 2005;
Visto l’articolo 10-bis del decreto-legge 24 dicem-
bre 2003, n. 355, convertito, con modificazioni, Adotta il seguente regolamento:
dalla legge 27 febbraio 2004, n. 47;
Vista la legge 29 settembre 1980, n. 662, relativa Articolo 1
alla ratifica ed esecuzione della Marpol 73 (con- Campo di applicazione
venzione internazionale per la prevenzione 1. Il presente regolamento disciplina, ai sensi de-
dell’inquinamento causato da navi) con annessi, gli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 feb-
adottata a Londra il 2 novembre 1973; braio 1997, n. 22, le procedure semplificate per le
Vista la legge 4 giugno 1982, n. 438, concernente attività di recupero dei seguenti rifiuti pericolosi:
l’adesione ai protocolli relativi alle convenzioni a) residui del carico delle navi costituiti dalle ac-
internazionali per la prevenzione dell’inquina- que di zavorra venute a contatto con il carico o
28
mento causato da navi e per la salvaguardia del- con i suoi residui e dalle acque di lavaggio (mi-
scele di acque marine lacustri o fluviali ed idro- in nome collettivo e gli accomandatari delle so- Articolo 5

Legislazione norme nazionali Dm 269/2005 sul recupero dei rifiuti portuali


carburi); cietà in accomandita semplice, gli amministrato- Individuazione dei rifiuti
b) residui del carico delle navi costituiti da pro- ri muniti di rappresentanza, in tutti gli altri casi, 1. L’allegato 1 definisce le tipologie dei rifiuti pe-
dotti chimici soggetti alla Convenzione Marpol; e gli amministratori di società commerciali le- ricolosi e, per ciascuna tipologia, i relativi metodi
c) acque di sentina delle navi. galmente costituite appartenenti a Stati membri di recupero ammessi alle procedure semplificate
2. Fermo restando quanto disposto all’articolo 9, della Unione europea ovvero a Stati che conceda- ai sensi del presente regolamento.
il presente regolamento si applica esclusivamente no il trattamento di reciprocità: 2. Le procedure semplificate disciplinate dal pre-
alle attività di recupero svolte presso gli impianti a) devono essere cittadini italiani, cittadini di sente regolamento si applicano esclusivamente
che operano ai sensi del Codice della Navigazione Stati membri dell’Unione europea oppure cittadi- alle attività di recupero specificate ed ai rifiuti pe-
approvato con Regio decreto 30 marzo 1942, n. ni residenti in Italia, di un altro Stato che ricono- ricolosi, individuati dai rispettivi codici e descritti
327, e successive modificazioni. sca analogo diritto ai cittadini italiani; negli allegati, che vengono avviati in modo effet-
3. Per la terminologia riportata nel presente rego- b) devono essere domiciliati, residenti ovvero con tivo ed oggettivo al recupero.
lamento si rinvia alle definizioni contenute nel de- sede o una stabile organizzazione in Italia; 3. Nel caso in cui l’impianto di recupero non
creto legislativo del 24 giugno 2003, n. 182. c) devono essere iscritti nel registro delle imprese, coincida con quello costiero destinatario del cari-
ad eccezione delle imprese individuali; co, di cui il rifiuto costituisce il residuo, è neces-
Articolo 2 d) non devono trovarsi in stato di fallimento, di sario che il titolare dell’impianto ricevente verifi-
Principi generali liquidazione, di cessazione di attività o di concor- chi la conformità del rifiuto conferito anche me-
1. Le attività, i procedimenti e i metodi di recu- dato preventivo e in qualsiasi altra situazione e- diante la caratterizzazione dello stesso con appo-
pero dei rifiuti di cui all’articolo 1 ammessi alle quivalente secondo la legislazione straniera; siti campionamenti ed analisi effettuati secondo
procedure semplificate non devono costituire un e) non devono aver riportato condanne con sen- metodiche ufficiali.
pericolo per la salute dell’uomo e recare pregiu- tenza passata in giudicato, salvi gli effetti della ria-
dizi all’ambiente ed in particolare non devono: bilitazione, nonché della sospensione della pena: Articolo 6
a) creare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo, la 1) a pena detentiva per reati previsti dalle norme Messa in riserva
flora e la fauna; a tutela dell’ambiente; 1. Gli impianti che effettuano le attività di recu-
b) causare inconvenienti da rumori e odori; 2) alla reclusione per un tempo non inferiore ad pero dei rifiuti di cui all’articolo 1, non necessi-
c) danneggiare il paesaggio e i siti di particolare un anno per un delitto contro la pubblica ammi- tano di aree e settori distinti per il deposito dei ri-
interesse. nistrazione, contro la fede pubblica, contro il pa- fiuti e della materia prima.
2. Gli impianti che effettuano le attività di recu- trimonio, contro l’ordine pubblico, contro l’eco- 2. Gli impianti devono essere provvisti di:
pero dei rifiuti di cui all’articolo 1 operano nel nomia pubblica, ovvero per un delitto in materia a) adeguato sistema di difesa dalle acque meteo-
rispetto delle norme vigenti in particolare in ma- tributaria; riche esterne;

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


teria di: 3) alla reclusione per un tempo non inferiore a b) adeguato sistema di raccolta delle acque me-
a) tutela delle acque di cui al decreto legislativo due anni per un qualunque delitto non colposo; teoriche interne;
11 maggio 1999, n. 152, e successive modifica- f) devono essere in regola con gli obblighi relativi c) adeguato sistema di raccolta dei reflui. Ogni si-
zioni; al pagamento dei contributi previdenziali e assi- stema dovrà terminare con pozzetti di contenimen-
b) tutela della qualità dell’aria di cui al decreto stenziali a favore dei lavoratori, secondo la legi- to e raccolta a tenuta, di idonee dimensioni.
del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, slazione italiana o quella del Paese di residenza; 3. La quantità di rifiuti di cui all’articolo 1 messi
n. 203, e successive modificazioni; g) non devono essere sottoposti a misure di preven- in riserva presso ciascun impianto non può ecce-
c) etichettatura, imballaggio e manipolazione zione di cui all’articolo 3 della legge 27 dicembre dere mai il cinquanta per cento della quantità
delle sostanze pericolose. 1956, n. 1423, e successive modificazioni; dei rifiuti che, ai sensi dell’articolo 7 del presente
3. Le operazioni di messa in riserva e le attività, i h) non devono essersi resi colpevoli di false di- regolamento, può essere sottoposta ad attività di
procedimenti e i metodi di recupero devono, inol- chiarazioni nel fornire informazioni che possono recupero in un anno nell’impianto stesso.
tre, essere conformi alle norme vigenti in materia essere richieste ai sensi del presente articolo. 4. La messa in riserva deve essere effettuata pres-
di disciplina urbanistica, tutela della salute uma- so gli impianti o stabilimenti in effettivo esercizio
na e dell’ambiente, rumore, igiene degli ambienti Articolo 4 dove i rifiuti sono recuperati. I rifiuti devono es-
di lavoro, industrie insalubri, sicurezza, preven- Comunicazione di inizio attività sere sottoposti alle attività di recupero con caden-
zione incendi e rischi di incidenti rilevanti, con 1. I soggetti che effettuano o che intendono effet- za almeno semestrale che può essere estesa di ul-
particolare riguardo al proprio settore di attività. tuare le attività di recupero dei rifiuti di cui teriori due mesi qualora ricorrano motivate si-
4. Le attività, i procedimenti e i metodi di recu- all’articolo 1, negli impianti di cui all’articolo 1, tuazioni tecniche riguardanti la gestione dell’im-
pero devono garantire l’ottenimento di materie comma 2, trasmettono alla Provincia competente pianto, delle quali deve essere data tempestiva
prime o di prodotti con caratteristiche merceolo- per territorio, la comunicazione di cui all’artico- notizia alla Provincia.
giche conformi alla normativa tecnica di settore lo 33 del decreto legislativo n. 22 del 1997, conte-
nelle forme usualmente commercializzate. nente tra l’altro: Articolo 7
a) gli estremi dei provvedimenti amministrativi Quantità impiegabile
Articolo 3 rilasciati dall’Autorità marittima o dall’Autorità 1. La quantità impiegabile negli impianti, di cui
Requisiti soggettivi portuale ai fini dell’esercizio dell’impianto, ove all’articolo 1, comma 2, è individuata nell’alle-
1. In attesa delle norme per la determinazione previsti; gato 2, in relazione alle diverse operazioni di re-
dei requisiti soggettivi per l’esercizio delle attività b) le tipologie, le caratteristiche e la quantità an- cupero ammesse a procedura semplificata e, co-
di gestione dei rifiuti, da adottare ai sensi dell’ar- nua dei rifiuti che, nel rispetto della potenzialità munque, non deve mai eccedere la quantità di
ticolo 18, comma 2, lettera g), del decreto legi- dell’impianto, si intendono recuperare; rifiuti che l’impianto può sottoporre ad attività di
slativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modi- c) i prodotti e le materie prime ottenuti dalle at- recupero in un anno.
ficazioni, si applicano le disposizioni di cui ai se- tività di recupero.
guenti commi. 2. Alla comunicazione è allegata la dichiarazio- Articolo 8
2. Ai fini dell’applicazione della procedura sem- ne di rispetto delle norme tecniche contenute nel Adempimenti amministrativi
plificata di cui all’articolo 33, comma 1, del de- presente regolamento. 1. Ai sensi dell’articolo 12, del decreto legislativo 5
creto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, alle atti- 3. La comunicazione di cui al comma 1 deve es- febbraio 1997, n. 22, i soggetti che effettuano le at-
vità di recupero disciplinate dal presente regola- sere rinnovata ogni cinque anni e comunque in tività di recupero dei rifiuti individuati all’articolo
mento, il titolare dell’impresa, nel caso di impre- caso di modifica sostanziale delle operazioni di 1 sono tenuti a registrare nel registro di cui al cita-
29
sa individuale, i soci amministratori delle società recupero. to articolo 12, con le modalità indicate dal decreto
ministeriale 1° aprile 1998, n. 148, e successive comandante della nave è equiparata al formulario bis del decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 355,
Legislazione norme nazionali Dm 269/2005 sul recupero dei rifiuti portuali

modifiche, i rifiuti in ingresso, conferiti sia diretta- di identificazione dei rifiuti di cui all’articolo 15 convertito con modificazioni, dalla legge 27 feb-
mente sia attraverso bettoline, nonché i rifiuti in del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, limi- braio 2004, n. 47, devono inoltrare, entro i sessan-
uscita prodotti dalle attività di recupero, rimanen- tatamente ai trasporti dei rifiuti delle navi effettua- ta giorni successivi alla data di entrata in vigore
do esclusi dalla registrazione i prodotti e le mate- ti all’interno delle aree sottoposte al controllo del presente regolamento, copia della comunica-
rie prime ottenuti dall’attività di recupero stessa. dell’Autorità marittima o dell’Autorità portuale. zione di cui al suddetto articolo 10-bis, integran-
2. I prodotti ottenuti, nel caso rientrino nella di- 2. Il decreto ministeriale 12 giugno 2002, n. 161, dola con le informazioni di cui all’articolo 4 del
sciplina delle accise, saranno accertati e presi in è così modificato: presente regolamento, alla Provincia territorial-
carico dall’impianto secondo le procedure previ- a) il punto 6.5 dell’allegato 1, relativo alla rego- mente competente, che provvede alla verifica della
ste dal decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504. lamentazione dell’attività di recupero delle mi- sussistenza dei presupposti e dei requisiti richiesti.
Fino all’accertamento di cui sopra, i serbatoi uti- scele acqua-idrocarburi provenienti dalla pulizia L’inoltro della documentazione predetta consente
lizzati per l’attività disciplinata dal presente de- delle navi contenenti oli minerali, è soppresso; la prosecuzione dell’attività. La comunicazione,
creto non sono assoggettati a verifica fiscale. b) le indicazioni relative al punto 6.5 della tabel- deve essere rinnovata ogni cinque anni e comun-
3. Sono fatte salve le prescrizioni tecniche conte- la dell’allegato 2 sono soppresse; que in caso di modifica sostanziale delle opera-
nute nei provvedimenti di autorizzazione, di con- c) nell’allegato 1, suballegato 1, è aggiunto il zioni di recupero.
cessione e nelle ordinanze rilasciate dall’Autorità punto 6.6 riportato in allegato 3 al presente rego-
portuale o marittima. lamento; Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato,
d) nella tabella di cui all’allegato 2 è aggiunta la sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti nor-
Articolo 9 riga relativa a recupero rifiuti portuali, riportata mativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a
Disposizioni finali in allegato 4 al presente regolamento. chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
1. Ai sensi dell’articolo 6, comma 1, del decreto le- 3. Gli operatori che intendono continuare le ope-
gislativo 24 giugno 2003, n. 182, la notifica del razioni di recupero svolte ai sensi dell’articolo 10- Roma, 17 novembre 2005

Allegato 1 eventuale trattamento successivo di 2.3 Attività di recupero: messa in ri- dui/miscele acquose che contengono
(Articolo 5, comma 1) centrifugazione per impiego negli im- serva (R13) per la separazione fisica sostanze pericolose così come definite
pianti di produzione quali materie pri- della miscela acqua-idrocarburi per ed indicate nella Convenzione Marpol.
1. Tipologia: miscele di acque marine me tipiche del ciclo produttivo petroli- decantazione e trattamento successi- 3.3 Attività di recupero: rigenerazio-
lacustri o fluviali ed idrocarburi. fero [R3] in impianti che operano ai vo di centrifugazione e miscelazione ne/recupero di solventi (R2), riciclo/
[13 07 01*] [13 07 02*] [13 07 03*] sensi del regio decreto 30 marzo con oli combustibili [R3] in impianti recupero delle sostanze organiche non
[13 08 02*] [16 07 08*] 1942, n. 327, definito come Codice che operano ai sensi del regio decreto utilizzate come solventi (R3), riciclo/re-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

1.1 Provenienza: cisterne delle navi della navigazione. 30 marzo 1942, n. 327, definito come cupero di altre sostanze inorganiche
(comprese le cisterne delle navi impie- 1.4 Caratteristiche delle materie pri- Codice della navigazione. (R5) e rigenerazione degli acidi e delle
gate in attività di disinquinamento). me e/o dei prodotti ottenuti: 2.4 Caratteristiche delle materie pri- basi (R6) per separazione e/o tratta-
1.2 Caratteristiche del rifiuto: miscele a) miscele di idrocarburi assimilate al me e/o dei prodotti ottenuti: combusti- mento fisico-chimico in impianti che
di acqua e idrocarburi emulsionate, petrolio greggio quale materia prima bili con caratteristiche conformi alla operano ai sensi del regio decreto 30
anche con morchie, residui oleosi, ed destinata agli impianti di produzione; norma Uni-Cti 6579 e al decreto del marzo 1942, n. 327, definito come
impurezze. b) combustibili con caratteristiche Presidente del Consiglio dei Ministri 8 Codice della navigazione messa in ri-
1.3 Attività di recupero: conformi alla norma Uni-Cti 6579 e al marzo 2002 e successive modifiche. serva dei rifiuti (R13) in impianti che
a) separazione fisica della miscela ac- decreto del Presidente del Consiglio 3. Tipologia: residui del carico e mi- operano ai sensi del regio decreto 30
qua-idrocarburi per decantazione e dei Ministri 8 marzo 2002, e successi- scele di prodotti, diversi da quelli indi- marzo 1942, n. 327, definito come
successivo trattamento di centrifuga- ve modifiche; viduati al punto 1, soggetti a Conven- Codice della navigazione, per sotto-
zione e miscelazione con oli combusti- 2. Tipologia: acque di sentina delle zione Marpol e provenienti dalla pulizia porli ad una delle attività di recupero
bili [R3] in impianti che operano ai navi. di serbatoi per trasporto, contenenti sopra descritte.
sensi del regio decreto 30 marzo [13 04 01*] [13 04 03*] sostanze pericolose [16 07 09*]. 3.4 Caratteristiche delle materie pri-
1942, n. 327, definito come Codice 2.1 Provenienza: sentina delle navi. 3.1 Provenienza: cisterne delle navi me e/o dei prodotti ottenuti: sostanze
della navigazione; 2.2 Caratteristiche del rifiuto: miscele (comprese le cisterne delle navi impie- con caratteristiche merceologiche
b) separazione fisica della miscela ac- di acqua emulsionata con residui oleo- gate in attività di disinquinamento). conformi al carico di cui costituivano il
qua-idrocarburi per decantazione con si, idrocarburi ed impurezze. 3.2 Caratteristiche del rifiuto: resi- residuo.

Allegato 2
(Articolo 7)
Attività di recupero Codice Codice Cer Tipologie rifiuti Quantità massima per
allegato 1 impianto (Tonn./anno)
Recupero rifiuti portuali 1 [13 07 01*] [13 07 02*] [13 07 03*] Miscele di acque marine, lacustri o fluviali 500.000
[13 08 02*] [16 07 08*] ed idrocarburi
Recupero rifiuti portuali 2 [13 04 01*] [13 04 03*] Acque di sentina delle navi 020.000
Recupero rifiuti portuali 3 [16 07 09*] Residui del carico e miscele di prodotti soggetti 500.000
a Convenzione Marpol, diversi da quelli individuati
al punto 1, contenenti sostanze pericolose

Allegato 3 decantazione e trattamento successi- Allegato 4


(Articolo 9, comma 2, vo di centrifugazione e miscelazione (Articolo 9, comma 2, lettera d )
con oli combustibili [R3] in impianti
lettera c ) non operanti ai sensi del regio decreto Attività di Codice Codice Cer Tipologie Quantità
6.6 Tipologia: acque di sentina delle 30 marzo 1942, n. 327, definito co- recupero allegato 1 rifiuti massima
navi: [13 04 01*] [13 04 03*]. me Codice della navigazione. (sub 1 Dm 161 per impianto
6.6.1 Provenienza: sentina delle navi. 6.6.4 Caratteristiche delle materie come modificato (Tonn./anno)
6.6.2 Caratteristiche del rifiuto: mi- prime e/o dei prodotti ottenuti: com- dall’allegato 3
scele di acqua emulsionata con resi- bustibili con caratteristiche conformi del presente
dui oleosi, idrocarburi ed impurezze alla norma Uni-Cti 6579 e al decreto decreto)
6.6.3 Attività di recupero: messa in del Presidente del Consiglio dei Mi-
riserva (R13) per la separazione fisica nistri 8 marzo 2002 e successive mo- Recupero 6.6 [13 04 01*] Acque di sentina 20.000
30 rifiuti portuali [13 04 03*] delle navi
della miscela acqua-idrocarburi per difiche.
Premessa 2002 citato sia dal Dm 269/2005.

Legislazione norme nazionali Dm 269/2005 sul recupero dei rifiuti portuali


Il 13 gennaio 2006 è entrato in vigore il Dm 17
il commento novembre 2005, n. 269 che, da tale data, consente Come è evidente, l’abilità compilatoria degli e-
di recuperare in modo agevolato (cioè usando la stensori è decisamente di lieve profilo, tanto
procedura semplificata di cui agli articoli 31 e 33, da conferire all’assetto sistematico della disci-
Recupero agevolato Dlgs 22/1997) alcune tipologie di rifiuti prodotti plina sul recupero agevolato dei rifiuti perico-
per alcuni rifiuti delle navi dalle navi. losi (dato dai due citati Dm 161/2002 e 269/
Il Dm in esame è un regolamento, adottato ai sen- 2005) una tortuosità ed un’assenza di chiarez-
dal 13 gennaio 2006 si dell’articolo 17, comma 3, legge 400/1988 e, co- za più uniche che rare.
me tale, entra in vigore 15 giorni dopo la sua pub-
di Paola Ficco blicazione in Gazzetta ufficiale (è appena il caso La procedura
di ricordare che nel computo dei termini non Come noto, dal 6 agosto 2003, i rifiuti delle navi so-
rientra il giorno di pubblicazione). no disciplinati dal Dlgs 24 giugno 2003, n. 182.
Come è altrettanto noto, il suo articolo 2, comma 2,
Campo di applicazione stabilisce che “i rifiuti prodotti dalla nave e i resi-
I rifiuti oggetto del nuovo provvedimento sono, a dui del carico sono considerati rifiuti ai sensi del
mente del suo articolo 1, comma 1, i seguenti: decreto legislativo 5 febbrario 1997, n. 22”.
Ancora, tutti ricordiamo l’articolo 10-bis Dl 355/
a) residui del carico delle navi costituiti dalle 2003 (convertito in legge 47/2004, recante proro-
acque di zavorra venute a contatto con il cari- ga di termini), prima parte, secondo il quale i ri-
co o con i suoi residui e dalle acque di lavag- fiuti delle navi dei porti non erano rifiuti fino alla
gio (miscele di acque marine lacustri o fluviali data di entrata in vigore del Dm recante le norme
ed idrocarburi); tecniche per il recupero agevolato e “comunque
b) residui del carico delle navi costituiti da non oltre il 31 dicembre 2005”.
prodotti chimici soggetti alla Convenzione A tale articolo 10-bis faceva seguito la circolare 9
Marpol; marzo 2004, n. 1825, con la quale il Ministro
c) acque di sentina delle navi. dell’ambiente chiariva che tale esenzione dalla di-
sciplina sui rifiuti si applicava solo a “acque di
Poiché il nuovo Dm disciplina il recupero agevo- lavaggio e di sentina, cui sono da associare le
lato di tali rifiuti, la sua tecnica compilatoria ri- acque provenienti da zavorra non segregata” e
calca quella utilizzata per il Dm 161/2002 relati- questo “al di là di interpretazioni forzatamente

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


vo, appunto, al recupero agevolato ma di altre ti- letterali”.
pologie di rifiuti. Pertanto, per ciascuna tipologia
vengono declinate: Ora, nel ricordare:
– provenienza; • che chi scrive (insieme a molti altri) leggeva la
– caratteristiche del rifiuto; norma del citato articolo 10-bis come una esen-
– attività di recupero; zione di tutti i rifiuti delle navi dal regime dei ri-
– caratteristiche delle materie prime e/o dei pro- fiuti (fino all’emanazione delle norme tecniche
dotti ottenuti. per il loro recupero e “comunque” non oltre il 31
dicembre 2005);
Assetto sistematico • ciò in quanto una circolare non può ampliare o
del provvedimento estendere la reale portata applicativa di un dispo-
Il decreto si compone di nove articoli e quattro al- sto legislativo anche e soprattutto perché, come
legati i quali riguardano: nel caso di specie, al campo di applicazione di
– allegato 1: elencazione delle tipologie di rifiuti una disciplina si riconnettono innanzitutto conse-
ammesse a procedura agevolata e percorso del re- guenze di carattere sanzionatorio;
cupero; • questo perché il principio di legalità si applica
– allegato 2: quantità massima di rifiuti impie- tanto alle sanzioni penali quanto a quelle ammi-
gabile in ogni impianto di recupero; nistrative;
– allegato 3: inserisce la voce 6.6. al capitolo 6 il nuovo Dm 269/2005 in esame sembra avvalora-
(“reflui liquidi a carattere organico”) del citato re l’ipotesi che l’esenzione dal campo di applica-
Dm 161/2002. Sotto il profilo sistematico, però, ta- zione della disciplina sui rifiuti disposta dal citato
le allegato appare inopportuno perché tale voce articolo 10-bis non fosse riferita solo ad “acque di
6.6 è anche presente nell’allegato 1 al nuovo Dm. lavaggio e di sentina, cui sono da associare le
Sicché sembra che la stessa tipologia di rifiuto acque provenienti da zavorra non segregata”
possa essere disciplinata sia dall’articolato conte- (come “chiariva” la citata circolare ministeriale
nuto nel Dm 161/2002 sia da quello contenuto nel 1825/2004) ma anche ad altro o quantomeno an-
nuovo Dm 269/2005 in esame. che ai rifiuti pericolosi il cui recupero agevolato è
Ad onor del vero, tali norme non si differenziano ora disciplinato dal nuovo Dm 269/2005.
moltissimo; tuttavia non si può non constatare
che, mentre per il Dm 161/2002 i rifiuti messi in Il citato articolo 10-bis, tuttavia, (nella sua secon-
riserva debbono essere distinti dalle materie pri- da parte) disponeva che le acque di lavaggio e di
me, per il Dm 269/2005 questo obbligo non esiste, sentina delle navi cisterna potevano continuare ad
anzi ne è consentita esplicitamente la “promi- essere conferite da tali navi agli impianti destina-
scuità” (articolo 6, comma 1); tari dei carichi. Gli impianti di ricevimento, a tal
– allegato 4: aggiunge una riga all’allegato 2 al fine, dovevano inviare una comunicazione (non
Dm 161/2002 (relativo alle quantità) e vi inserisce meglio specificata) “all’autorità competente di
proprio quelle stesse acque di sentina delle navi di cui al decreto legislativo 5 febbraio 1997, n.
cui al nuovo punto 6.6. come introdotto dal Dm 22” (probabilmente la Provincia).
in esame al Dm 161/2002, riproponendo al-
l’interprete l’interrogativo sul perché la stessa ti- Oggi, alla luce del nuovo Dm 269/2005 in esame
pologia di rifiuti sia disciplinata sia dal Dm 161/ la procedura da seguire è la seguente: 31
• soggetti già operativi alla luce dell’articolo re legittimamente con conseguente applicabi- Formulario
Legislazione norme nazionali Dm 269/2005 sul recupero dei rifiuti portuali

10-bis: entro il 14 marzo 2006 devono inoltrare lità del regime sanzionatorio di cui all’articolo L’articolo 9, comma 1, del nuovo Dm 269/2005
alla Provincia copia della comunicazione già in- 51, comma 1, Dlgs 22/1997). stabilisce che “limitatamente ai trasporti dei ri-
viata ai sensi del citato articolo 10-bis, integrata fiuti delle navi effettuati all’interno delle aree
con le informazioni richieste dall’articolo 4 del Messa in riserva sottoposte al controllo dell’Autorità marittima
nuovo Dm 269/2005. La Provincia provvede alla L’articolo 6 del nuovo Dm 269/2005 disciplina la o dell’Autorità portuale” la notifica del coman-
verifica dei presupposti e dei requisiti richiesti, ma messa in riserva dei rifiuti oggetto del suo campo dante della nave è equiparata al formulario.
l’invio consente la prosecuzione dell’attività. La applicativo e più sopra individuati. Quindi, in pratica, tale notifica tiene luogo del
comunicazione va rinnovata ogni cinque anni; Ovviamente, trattandosi di rifiuti pericolosi (a formulario. Questo conforta la tesi, da sempre so-
• soggetti di nuova operatività: devono invia- mente dell’articolo 33, comma 12-bis, Dlgs stenuta da chi scrive, che all’interno delle aree
re alla Provincia la comunicazione di inizio atti- 22/1997) il comma 4 dispone che la messa in ri- portuali il trasporto di rifiuti deve essere sempre
vità contenente sia quanto richiesto dall’articolo serva può essere effettuata solo presso l’impianto accompagnato dal formulario per tutta una serie
33, Dlgs 22/1997 sia quanto richiesto dall’articolo ove si da luogo a recupero. di motivi, primo tra i quali, il fatto che la “legge
4, Dm 269/2005 in esame. A tale comunicazione È appena il caso di sottolineare che l’obbligo del- quadro” attuativa (anche) delle direttiva-quadro
occorre allegare la dichiarazione di rispetto delle la “coesistenza” è dato solo per la messa in riser- sui rifiuti è il Dlgs 22/1997 alla disciplina del qua-
norme tecniche contenute nel medesimo Dm va agevolata. Laddove pertanto un soggetto riten- le le altre norme complementari (non speciali)
269/2005. In questo caso sarà necessario adottare ga di volere e poter gestire un impianto di messa devono ricondursi (ed è il caso del Dlgs 182/2003
la procedura prevista dal Dlgs 22/1997 e cioè a- in riserva in un luogo diverso da quello dove i ri- sui rifiuti nei porti). Tanto che il Dm in esame si
spettare 90 giorni dall’invio della comunicazione; fiuti in esame sono recuperati, sarà necessario premura di fare in modo che una sorta di formu-
dopodiché l’attività potrà iniziare a prescindere che esso si doti di autorizzazione regionale. lario ci sia. Tuttavia, non si può non notare che
dall’accesso della Provincia; Capillari e sinergiche con il Dm 161/2002 sono le tale disposizione espone a gravissimo rischio le
• soggetti già operativi: ma non alla luce del disposizioni relative alle quantità che possono es- imprese operanti poiché la disciplina del formu-
citato articolo 10-bis. Infatti, l’articolo 4, Dm sere messe in riserva in modo agevolato, e preci- lario è dettata dal Dlgs 22/1997 (fonte normativa
269/2005 in esame è riferito a “I soggetti che ef- samente: 50% della quantità di rifiuti che può es- di primo grado) ed essa non prevede la possibilità
fettuano o che intendono effettuare”, il che in- sere recuperata nel corso dell’anno dal singolo che alcun documento tenga luogo del formula-
duce a ritenere che vi siano soggetti già operanti impianto (è riportata in allegati 2 e 4); la caden- rio; inoltre, nessuna disposizione avente rango in-
probabilmente alla luce di autorizzazioni regio- za è semestrale (eventualmente prorogabile di al- feriore a legge formale può modificare tale regi-
nali ordinarie. Costoro sono facoltizzati, dunque, tri due mesi). me. A tal fine neanche potrebbe agire un altro de-
ad attivare la procedura agevolata agendo come i creto legislativo dove non esista una specifica de-
soggetti di nuova operatività. Modifiche al Dm 161/2002 lega per incidere sul formulario (non è il caso,
Viene soppresso il punto 6.5 dell’allegato 1 (mi- invece, del cd. Testo unico, dove, invece, l’am-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

In ogni caso, poiché il Dm 269/2005 è attuati- scele acque-idrocarburi provenienti dalla pulizia piezza della delega ben consentirebbe di interve-
vo degli articoli 31 e 33, Dlgs 22/1997 limita- delle navi (13 04 03*), Dm 161/2002 al pari delle nire). Il Dm in esame, invece, è un regolamento
tamente ad alcuni rifiuti pericolosi provenien- relative indicazioni e riferimenti al punto 6.5 (fonte normativa di secondo grado) che nessun
ti dalle navi, si ritiene che sia sempre applica- contenuti nella tabella 2 di tale allegato. potere dispositivo ha sulla modifica di un regime
bile il Dm 350/1998 per la determinazione Nel citato allegato 1, viene aggiunto il punto 6.6 legislativo dovendosi limitare ad attuarlo.
dei diritti di iscrizione ai registri provinciali (acque di sentina delle navi (13 04 01* – 13 04
del recupero. Quindi, ogni comunicazione al- 03*). Anche qui, sotto il profilo sistematico, non Pertanto, si ritiene che tale disposizione sia i-
la Provincia deve essere accompagnata dal si può non notare una defaillance dell’Estensore; napplicabile in quanto contraria alla legge
versamento del relativo importo. Ogni anno, sarebbe stato, infatti, più corretto sostituire il (Dlgs 22/1997) e, concretandosi – in definitiva
tale versamento deve essere rinnovato entro il nuovo punto 6.6 al vecchio punto 6.5 anziché a- – in un tanquam non esset espone, inevitabil-
30 aprile, pena la sospensione dal registro brogare ed aggiungere, dal che trae beneficio solo mente, il soggetto che la utilizza alle sanzioni
provinciale (quindi, la impossibilità di opera- la confusione. previste per la mancata tenuta del formulario.

La Redazione si scusa con i Lettori per l’assenza su questo numero


della seconda parte dell’intervento di Claudio Rispoli
“Le caratteristiche di rischio dei rifiuti pericolosi:
problematiche di attribuzione e rapporti con altre normative”,
32 che sarà pubblicata sul numero 127 (3/06) della Rivista.
Consiglio di Stato – V Sezione
Sentenza 16 novembre 2005, n. 6409

La massima
Rifiuti – Appalti – Smaltimento di rifiuti – Controversie at-
tinenti alla spettanza o meno di corrispettivi in materia di
Giurisprudenza servizi pubblici – Giurisdizione esclusiva del Giudice am-
ministrativo – Non rientra
Sussiste la giurisdizione del Giudice ordinario per la controversia
avente ad oggetto il pagamento da parte del Comune di corri-
spettivi per il pubblico servizio di smaltimento dei rifiuti, conside-
rato che l’articolo 33, Dlgs 80/1998, come sostituito dall’articolo
7, legge 205/2000, è stato dichiarato costituzionalmente illegitti-
mo con la sentenza 204/2004, nella parte in cui attribuiva alla
giurisdizione esclusiva del Giudice amministrativo le controversie
riguardanti le prestazioni di ogni genere, anche di natura patri-
L’appalto per lo smaltimento moniale, rese nell’espletamento di pubblici servizi, ivi comprese
quelle rese nell’ambito del servizio sanitario nazionale.
rifiuti non rientra Sebbene tale controversia rientrasse all’epoca della proposizione
del ricorso nella giurisdizione esclusiva amministrativa per effetto
dell’articolo 33, Dlgs 80/1998, come sostituito dall’articolo 7,
nella competenza esclusiva legge 205/2000, la dichiarazione di incostituzionalità si applica ai
giudizi in corso, non applicandosi il principio della perpetuatio ju-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


risditionis in considerazione degli effetti retroattivi della dichiara-
del Giudice amministrativo zione di incostituzionalità.

Il Consiglio di Stato in sede giuri- Fatto e diritto


sdizionale, Sezione Quinta, Anno Con ricorso depositato il 4 luglio
2005 2001 (n. 7212/2001), l’Acsa ha
ha pronunciato la seguente chiesto al Tar Campania l’emissio-
ne di un decreto ingiuntivo nei
Decisione confronti del Comune di Caserta
sul ricorso in appello n. 4095/2005, per il pagamento della somma di
proposto dal Consorzio Acsa CE/3 euro 2.156.945.707, oltre accessori,
spa-Azienda consortile servizi am- quale corrispettivo per il servizio di
bientali, rappresentato e difeso dal- smaltimento dei rifiuti.
l’avv. (…); Con decreto n. 1172 del 25 settem-
contro bre 2001 il Giudice delegato dal
il Comune di Caserta, in persona Presidente del Tar Campania ha e-
del Sindaco pro-tempore, rappre- messo l’ingiunzione richiesta.
sentato e difeso dagli avvocati A seguito di opposizione del Co-
(…); mune di Caserta avverso detto de-
per la riforma dell’ordinanza del creto ingiuntivo, il Presidente Tar
Tribunale amministrativo regiona- Campania, Sezione V, ha dichiarato
le della Campania – Napoli – V Se- perento il ricorso n. 7212/2001 con
zione, n. 801 del 10 novembre il decreto n. 8351 del 7 maggio
2004, con la quale è stata rigettata 2004.
l’opposizione avverso il decreto pre- L’Acsa ha proposto opposizione av-
sidenziale n. 8351/2004 dello stesso verso detto decreto di perenzione
Tar, che a sua volta aveva dichiara- presso il Tar Campania, Sezione V,
to la perento il ricorso n. 7212/2001 che l’ha respinta con ordinanza n.
proposto dal Consorzio Acsa CE/3; 801 del 10 novembre 2004, con
Visto il ricorso in appello con i rela- condanna dell’Acsa al pagamento
tivi allegati; delle spese di giudizio.
Visti gli atti tutti della causa; Per la riforma di quest’ultima ordi-
Designato relatore, alla Camera di nanza è stato proposto da parte del-
Consiglio del 19 luglio 2005, il con- l’Acsa il presente ricorso un appello,
sigliere (…) ed udito (…); che è stato trattenuto in decisione
Ritenuto e considerato in fatto e in nella Camera di Consiglio del 19
33
diritto quanto segue. luglio 2005.
Considerato che la controversia ha pubblici servizi, ivi comprese quelle ed il relativo decreto ingiuntivo;
Giurisprudenza Consiglio di Stato – Sentenza 16 novembre 2005, n. 6409

per oggetto il pagamento da parte rese nell’ambito del Servizio sanita- Ritenuto che sussistono giusti moti-
RIFIUTI del Comune di Caserta di corrispet-
tivi per il pubblico servizio di smal-
rio nazionale;
Considerato infine che la dichiara-
vi per compensare le spese di en-
trambi i gradi di giudizio.
bollettino di timento dei rifiuti gestito dalla Acsa
CE/3, che rientrava all’epoca della
zione di incostituzionalità di cui al-
la sentenza Corte Cost. n. 204/2004 P.Q.M.
informazione proposizione del ricorso originario si applica anche a questo giudizio Il Consiglio di Stato in sede giuri-
normativa nella giurisdizione esclusiva ammi- in quanto tuttora in corso, non ap- sdizionale, Sezione Quinta, dichia-
febbraio 2006 n. 126 (2/06) nistrativa per effetto dell’articolo 33 plicandosi il principio della perpe- ra inammissibile per difetto di giu-
Dlgs 31 marzo 1998, n. 80, come tuatio jurisditionis di cui all’arti- risdizione la domanda originaria e
sostituito dall’articolo 7, legge 21 colo 5 C.p.c. in considerazione degli per l’effetto annulla senza rinvio
luglio 2000, n. 205; effetti retroattivi della dichiarazione l’ordinanza appellata e relativo de-
Direttore responsabile Considerato altresì che l’articolo 33 di incostituzionalità (cfr. Corte di creto ingiuntivo.
Paola Ficco del Dlgs 80/1998, come sostituito Cassazione, Sezioni Unite, sentenza Spese compensate.
Vice Direttore dall’articolo 7, legge 205/ 2000, è 24 marzo 2005, n. 6330); Ordina che la presente decisione sia
Maurizio Santoloci stato dichiarato costituzionalmente Ritenuto pertanto che è ormai in- eseguita dall’Autorità amministra-
illegittimo, con sentenza della Corte sussistente la giurisdizione del Giu- tiva.
Redazione
Vincenzo Dragani, Maurizio Quaranta, Costituzionale 6 luglio 2004, n. dice amministrativo sulla presente Così deciso in Roma, dal Consiglio
Monica Rocca 204, nella parte in cui attribuiva al- controversia attinente alla spettan- di Stato in sede giurisdizionale (Se-
la giurisdizione esclusiva del Giudi- za o meno di corrispettivi in mate- zione Quinta), nella Camera di
Progetto grafico e
Videoimpaginazione ce amministrativo le controversie ria di servizi pubblici (cfr. la deci- Consiglio del 19 luglio 2005, con
Laura Petri riguardanti le prestazioni di ogni sione di questa Sezione n. 3919/- l’intervento dei Signori:
Ufficio stampa genere, anche di natura patrimo- 2005), per cui occorre annullare
Iride Baldo, Milano niale, rese nell’espletamento di senza rinvio l’ordinanza appellata (omissis)
iride.baldo@reteambiente.it
Hanno collaborato a questo numero
Fabio Anile
Maurizio De Paolis
Leonardo Filippucci
Eugenio Onori
Stefania Pallotta
Alberto Pierobon
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

Alessandro Radrizzani
Gabriele Taddia

Le opinioni sono espresse a titolo


personale, impegnano esclusivamente
gli Autori e non sono riferibili
né alle Istituzioni o agli Enti
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in Redazione il 27 gennaio 2006

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Rifiuti – Bollettino di informazione normativa/Attività di formazione sulla normativa ambientale/Area normativa di Reteambiente

34 Presidente: Paola Ficco (Giurista ambientale, Docente universitario) Vice Presidente: Maurizio Santoloci (Magistrato di Cassazione)
Tar Marche – I Sezione
Sentenza 15 novembre 2005, n. 1210

La massima
Rifiuti – Gestione – Articolo 21, comma 7, Dlgs 22/1997 –
Attività di recupero di rifiuti urbani – È liberalizzata
Giurisprudenza L’attuale formulazione dell’articolo 21, comma 7, Dlgs 22/1997,
così come introdotta dalla legge 179/2002 con decorrenza 1°
gennaio 2003, prevale su eventuali contrarie disposizioni conte-
nute nella legislazione regionale o in atti di pianificazione o statu-
tari e – derogando alla privativa per la fase del recupero dei rifiuti
urbani ed assimilati – consente a qualunque soggetto, anche di-
verso dal Comune o dal Consorzio comunale, di essere autorizza-
to a compiere tale attività.
Inoltre, il rilascio dell’autorizzazione al recupero dei rifiuti urbani
ed assimilati non costituisce atto di affidamento di servizio pub-
La privativa comunale blico, ma ne rappresenta semmai un presupposto.

sul recupero dei rifiuti Repubblica italiana


In nome del popolo italiano
zio della Regione Marche sul ricor-
so incidentale come sopra proposto
Il Tribunale Amministrativo Regio- dalla società Smea, in persona del
urbani non esiste nale per le Marche
(Sezione Prima)
Presidente pro-tempore della
Giunta regionale, rappresentaro e
ha pronunciato la presente difeso dall’avv. (…);

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


Viste le memorie prodotte dalle par-
Sentenza ti a sostegno delle rispettive difese;
Sul ricorso numero di registro ge- Visti gli atti tutti della causa;
nerale 00764 del 2004, proposto da: Relatore, alla pubblica udienza del
Cosmari, Consorzio Obbligatorio 19 ottobre 2005, il Cons. Luigi Ra-
per lo Smaltimento dei Rifiuti, con nalli ed uditi i difensori delle parti,
sede legale in Tolentino, in persona come da relativo verbale d’udienza;
del Presidente pro-tempore, rappre- Ritenuto in fatto e considerato in
sentato e difeso dall’avv. (…); diritto quanto segue:
contro
l’Amministrazione provinciale di Fatto
Macerata, in persona del Presidente La Giunta provinciale di Macerata,
pro-tempore, rappresentato e difeso con deliberazione 23 aprile 2004, n.
dagli avv.ti (…); 254, ha autorizzato, ai sensi degli
nei confronti di articoli 27 e 28 del Dlgs 5 febbraio
della spa Smea, con sede legale in 1997, n. 22, la spa Smea, già iscrit-
Sforzacosta di Macerata, in persona ta nel relativo registro provinciale
del Presidente del Consiglio di am- ai sensi del successivo articolo 33,
ministrazione, (…); alla realizzazione ed alla gestione
per l’annullamento di un impianto per la messa in ri-
– della deliberazione 23 aprile serva e recupero rifiuti urbani, assi-
2004, n. 254 della Giunta provincia- milati e speciali non pericolosi, su
le di Macerata con cui la società area in località Sforzacosta di
Smea è stata autorizzata alla realiz- Macerata, secondo le tipologie ed i
zazione e gestione di un impianto codici Cer indicati nell’allegato A,
per la messa in riservaa e recupero dando atto che l’approvazione del
dei rifiuti urbani, assimilati e spe- progetto costituiva, ai sensi del
ciali non pericolosi; menzionato articolo 27, V comma,
– di ogni altro atto presupposto, variante allo strumento urbanistico
conseguente e connesso. vigente nel Comune di Macerata.
Visto il ricorso con i relativi allegati; Il Cosmari, quale Consorzio obbli-
Visti gli atti di costituzione in giudi- gatorio tra i Comuni della Pro-
zio della Provincia di Macerata e vincia di Macerata, costituito per lo
della società Smea; smaltimento dei rifiuti ai sensi
Visto il ricorso incidentale proposto dell’articolo 8 della Lr Marche 28
dalla società Smea, in persona del ottobre 1999, n. 28, che già aveva
Presidente del Consiglio di ammi- diffidato la Provincia dal rilasciare
nistrazione, rappresentato e difeso 1’autorizzazione, con il ricorso in
dagli avv.ti (…); epigrafe indicato, notificato il 16
35
Visto l’atto di costituzione in giudi- luglio 2004 e depositato il 19 luglio
2004, ha impugnato la deliberazio- tutto per quanto riguarda lo smalti- nella parte relativa al regime di pri- ed il delegato del Dipartimento pro-
Giurisprudenza Tar Marche – Sentenza 15 novembre 2005, n. 1210

ne 254/2004, deducendo: mento), in applicazione della dero- vativa, sollevando, a tale scopo, la vinciale dell’Arpam sono stati pre-
1) violazione del regolamento pro- ga stabilita dall’articolo 23 della questione di legittimità costituzio- senti alla relativa riunione del 2 di-
vinciale approvato con deliberazio- legge 31 luglio 2002, n. 179, perché nale dell’articolo 8 della Lr cembre 2003, sottoscrivendo il ver-
ne n. 355/2001 in attuazione del- a sua volta incompatibile con la 28/1999. bale e senza alcuna annotazione di
l’articolo 27 del Dlgs 22/1997 e del nuova disciplina sull’affidamento La difesa del Consorzio ricorrente, dissenso.
piano provinciale dei rifiuti, (punti dei serdzi pubblici prevista dall’arti- con memorie depositate il 28 set- In sostanza, ciò che, più corretta-
14.3 e 14.3.1), perché, quando la colo 14 del Dl 30 settembre 2003, n. tembre 2005 ed il 7 ottobre 2005 ha mente, è mancato, è un loro parere
Conferenza dei Servizi si è espressa 269: infatti la gestione dei rifiuti è replicato al suindicato ricorso inci- preventivo espresso in forma “scrit-
sulla domanda della Smea: senz’altro un servizio pubblico, dentale, insistendo per l’accogli- ta”, non l’assenza di un loro effetti-
– non era stato acquisito il parere mentre la società Smea, cui parteci- mento del proprio ricorso. vo parere favorevole: peraltro, il re-
dell’Arpam; pa il Comune di Macerata, non solo Anche la difesa della Regione sponsabile del procedimento, cioè
– non era stato redatto il parere dal non risulta affidataria di un siftatto Marche, con memoria depositata il del Servizio provinciale per la ge-
responsabile del procedimento, né servizio, ma neppure ha i requisiti 7 ottobre 2004, ha replicato al suin- stione dei rifiuti, oltre ad aver illu-
questo parere poteva essere valida- per diventarlo. Del resto, se la dicato ricorso incidentale, deducen- strato il progetto proprio nel corso
mente sostituto dall’illustrazione Provincia ha approvato lo statuto del do la manifesta infondatezza della della riunione del 2 dicembre 2003
(presumibilmente orale) effettuata Cosmari prevedendo la privativa per dedotta questione di legittimità co- della Conferenza di servizi, ha suc-
dal Responsabile del Servizio pro- “tutte le attività di smaltimento e stituzionale. cessivamente redatto il documento
vinciale per la gestione dei rifìuti trattamento dei rifiuti urbani e Questo Tribunale, con ordinanza istruttorio in senso favorevole
direttamente in sede di conferenza, assimilati prodotti nel bacino di 28 luglio 2004, n. 355 ha respinto all’approvazione ed all’autorizza-
per di più relativa, come deve de- recupero e smaltimento della l’istanza cautelare proposta ai sensi zione, poi presupposto della delibe-
dursi dal verbale del 2 dicembre Provincia di Macerata e nell’uni- dell’articolo 21, u.c., della legge 6 razione impugnata.
2003, solo all’esercizio di un im- ca area di raccolta”, risulta incom- dicembre 1971, n. 1034. Neppure rileva se alla Conferenza
pianto di recupero e messa in riser- prensibile come possa aver poi auto- dei servizi non abbia partecipato il
va (R13) mentre la domanda della rizzato un altro soggetto ad effettua- Diritto Sindaco di Macerata ed il responsa-
Smea era chiaramente diretta ad re queste operazioni, tantè che l’in- È impugnata la deliberazione 254/ bile del Settore urbanistica della
ottenere l’approvazione di un pro- tendimento della Smea, come si è e- 2004 della Giunta provinciale di Provincia di Macerata, anche se
getto sia per il recupero (R13 e R3) vinto dai suoi comunicati, è proprio Macerata con cui la spa Smea è sta- l’approvazione del progetto com-
che per lo smaltimento (D15 e quello di organizzare un servizio di ta autorizzata a realizzare e gestire porta ex lege variante allo strumen-
D13), né il parere di che tranasi raccolta porta a porta di particolari un impianto per la messa in riserva to urbanistico generale vigente, in
può ritenersi validamente sostituito categorie di rifiuti, nonché la sepa- e recupero rifiuti urbani, assimilati quanto regolarmente convocati ed
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

dalla relazione istruttoria alla deli- razione della frazione umida da e speciali non pericolosi con conte- avendo, per di più, la Conferenza
berazione impugnata, solo succes- quella secca per poi organizzarne il stuale variante allo strumento ur- dei servizi anche condizionato il
sivamente redatta dal responsabile recupero. banistico vigente nel Comune di proprio parere favorevole alla pre-
del procedimento; La difesa della Provincia di Mace- Macerata. via acquisizione di quello (favore-
– non ha affatto considerato e va- rata, con la memoria di costituzio- L’illegittimità della deliberazione è vole) del suindicato responsabile
lutato che l’approvazione del pro- ne in giudizio e successiva memo- stata innanzi tutto dedotta per vio- del Settore urbanistica, poi effettiva-
getto comportava variante urbani- ria depositata il 28 setttembre 2005, lazione del procedimento stabilito mente intervenuto.
stica al Prg del Comune di ha chiesto che il ricorso sia respinto dal regolamento provinciale sul Del resto, ai sensi del principio ge-
Macerata, anzi alla relativa riunio- in quanto infondato, diffusamente funzionamento della conferenza nerale ora desumibile dall’articolo
ne neppure ha partecipato, come replicando ai singoli motivi di gra- dei servizi di cui all’articolo 27 del 21-octies della legge 241/1990, non
previsto, il Sindaco di Macerata ed vame. Dlgs 22/ 1997, così come approvato ogni irregolarità formale o procedi-
il Dirigente comunale del Settore Con la memoria di costituzione in dalla Giunta con deliberazione 31 mentale dell’atto amministrativo
urbanistica, o un suo delegato, va- giudizio anche la difesa della so- ottobre 2001, n. 355. rileva ai fini della sua annullabi-
lutazione ancor più necessaria se si cietà Smea ha chiesto che il ricorso Il Collegio considera il gravame in- lità, ma solo quelle che effettiva-
considera che, in precedenza la sia respinto in quanto infondato, fondato. mente avrebbe indotto l’ammini-
stessa Conferenza dei servizi aveva preliminarmente eccependo la ca- Premesso che la Conferenza dei ser- strazione ad adottarlo in modo so-
espresso parere negativo in merito renza di legittimazione attiva del vizi non è un collegio perfetto e che stanzialmente diverso.
ad analoga richiesta della Smea e Consorzio, essendo incostituzionale non ha funzioni decisorie, tant’è La Conferenza dei servizi neppure
che la successiva impugnazione era la Lr 28/1999 nella parte in cui pre- che deve esprimere un “parere” a doveva essere riconvocata per esa-
stata respinta dal Tar Marche; vede questi Consorzi come obbliga- sua volta neppure vincolante per la minare le osservazioni formulate
– malgrado i rilievi effettuati dal tori, mentre con atto notificato il 14 Giunta provinciale – nella fattispe- dal Consorzio ricorrente, perché né
Consorzio ricorrente ed i pareri le- ottobre 2004 alla Regione Marche, cie organo competente a pronun- l’articolo 27 del Dlgs 22/1997 né il
gali (di fatto sfavoreoli) all’uopo il 15 ottobre 2004 alla Provincia di ciarsi in modo definitivo ai sensi regolamento provinciale tanto pre-
acquisiti, il responsabile del proce- Macerata ed il 18 successivo al dell’articolo 4 della Lr Marche vedono in caso di eventuali osserva-
dimento non ha riconvocato la Cosmari e depositato il 25 ottobre 28/1999 sulle autorizzazioni di che zioni presentare dopo il parere da
Conferenza dei servizi per esamina- 2004, ha proposto ricorso inciden- trattasi – ai fini della legittimità di parte di soggetti estranei al procedi-
re i rilievi intervenuti; tale, chiedendo l’annullamento: questo specifico parere è sufficiente mento e, comunque, le osservazioni
2) violazione della Lr 28/1999, del – della deliberazione 22 dicembre che tutti i componenti di diritto sia- del Consorzio sono state analitica-
piano provinciale dei rifiuti, del 2000, n. 99, con cui il Consiglio no stati regolarmente convocati, che mente esaminate e valutate dal re-
Dlgs 22/1997, dell’articolo 14 della provinciale di Macerata ha appro- siano presenti la maggioranza dei sponsabile del procedimento, allor-
legge 236/2003, ed eccesso di potere vato il piano provinciale per la ge- componenti e che sia adottato a ché ha redatto il proprio documen-
per veri profili: l’autorizzazione di stione dei rifiuti, relativamente al maggioranza (tutte circostanze non to istruttorio finale sottoposto all’e-
che trattasi è stata rilasciata in vio- punto in cui riserva al Cosmari, in contestate), né, in questo caso, può same della Giunta.
lazione del regime di “privativa” regime di privativa, la raccolta, lo escludersi che la conferenza si sia e- Ugualmente infondato è, ad avviso
attribuito al Consorzio ricorrente ai smaltimento ed il trattamento dei spressa senza adeguata conoscenza del Collegio, il secondo motivo di
sensi del Dlgs 22/1997, della Lr rifiuti urbani ed assimilati, nonché del progetto sottoposto al suo esame gravame sulla violazione del regi-
28/1999 e del piano provinciale dei delle deliberazioni con cui la a causa degli omessi e preventivi pa- me di privativa attribuito al Co-
rifiuti, non potendo affatto la priva- Provincia ha predisposto lo statuto reri del responsabile del procedi- smari.
tiva essere disapplicata, come rite- del Consorzio e l’Assemblea del mento e dall’Arpam dal momento Il regime di privativa a favore dei
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nuto dall’Amministrazione (soprat- Cosmari lo ha costituito, sempre che il responsabile del procedimento Comuni, previsto dall’articolo 21,
comma 1, del Dlgs 22/1997, sin per il recupero, così come all’epoca 2003” e a questa disposizione che Infatti la società è stata autorizzata

Giurisprudenza Tar Marche – Sentenza 15 novembre 2005, n. 1210


dall’emanazione di questo decreto previste nel comma 7 dell’articolo deve farsi riferimento per stabilire al deposito preliminare dei rifiuti
non era assoluto, cioè non riguar- 21 del Dlgs 22/1997. se ed in quali casi la deroga alla indicati con la sigla D15 o al rag-
dava tutte le fasi della “gestione” Di contro, un regime di privativa a privativa prevista per la fase del re- gruppamento preliminare indicato
dei rifiuti così come definita favore dei Consorzi obbligatori solo cupero dei rifiuti sia attualmente o- con la sigla D13 derivanti “esclusi-
dall’articolo 6, comma 1, lettera d), per la fase ultima dello smaltimen- perante. vamente” dalle operazioni di tratta-
del Dlgs 22/ 1997 (raccolta, anche to è previsto nell’articolo 7, comma La nuova eccezione è, però, ben di- mento effettuate dalla ditta stessa
differenziata, trasporro, recupero 1, della citata Lr 28/1999, allorché versa dalla precedente, in quanto presso l’impianto autorizzato: si
e/o smaltimento, controllo) dal dispone che “lo smaltimento dei deroga alla privativa per la fase del tratta, più correttamente, di opera-
momento che il citato comma 1 rifiuti urbani ed assimilati è assi- “recupero” dei rifiuti urbani ed as- zioni di stoccaggio successive al re-
dell’articolo 21 fa riferimento alla curata dai Comuni attraverso similati senza alcuna conferma cupero e oggettivamente necessarie
“gestione dei rifiuti urbani e dei Consorzi obbligatori” e che “i della precedente limitazione al solo e non di operazioni preliminari alle
rifiuti assimilati avviati allo Consorzi obbligatori, in regime recupero di quelli non previsti nel effettive operazioni di diretto smalti-
smaltimento” , (quindi escluso), di privativa, realizzano e gesti- piano regionale, se svolto nell’am- mento, così come elencate negli al-
mentre è proprio ai sensi del suc- scono avvero affidano ad un u- bito di un insediamento industriale tri punti della tabella B allegata al
cessivo comma 7, prima che fosse nico soggetto (..) lo smaltimento ed individuato mediante specifico Dlgs 22/1997, né, tanto meno, la le-
sostituito, la privativa neppure si dei ritiuti urbani ed assimilati”. accordo di programma. gittimità della deliberazione impu-
applicava “alle attività di recupe- Per la fase del recupero, però, nes- In sostanza, la fase del recupero dei gnata può essere ravvisata a causa
ro dei rifiuti assimilati” ed “alle suna privativa la legge regionale ha rifiuti urbani ed assimilati è stato del preannunciato e concreto utiliz-
attività di recupero dei rifiuti che espressamente stabilito a favore dei liberalizzato senza limitazioni e zo che la Smea intende fare dell’au-
rientrino nell’accordo di pro- Consorzi obbligatori. può essere svolto anche da soggetti torizzazione rilasciata, essendo le
gramma di cui all’articolo 22, Orbene, a parte quanto disposto dal- all’uopo autorizzati, anche se diver- relative ed eventuali violazioni e-
comma 11” del Dlgs 22/1997, cioè la Lr 28/1999 per lo smaltimento da si dai Comuni o dai Consorzi obbli- spressamente e diversamente disci-
al recupero, a seguito di preventivi, parte dei Consorzi, per quanto ri- gatori. plinate dalla legislazione vigente.
individuazione a seguito di specifici guarda il recupero dei rifiuti, poiché: Ai fini della permanente validità In definitiva, tutti i profili di illegit-
accordi di programma, dei rifiuti – ai sensi dell’articolo 1, comma 2, dell’eccezione disposta del comma timità dedotta con i suindicati gra-
urbani provenenti da raccolta diffe- del Dlgs 22/1997, di attuazione del- 7 dell’articolo 21 del Dlgs 22/1997 vami risultano infondati ed il ricor-
renziata non previsti dal piano re- la direttiva 91/156/Cee, le Regioni neppure rileva, ad avviso del Col- so va respinto: di conseguenza il ri-
gionale e da effettuare negli im- devono disciplinare la materia og- legio, la nuova disciplina sull’af- corso incidentale proposto dalla
pianti ubicati all’interno di insedia- getto del decreto in conformità delle fidamento dei servizi pubblici previ- Smea va dichiarato improcedibile
menti industriali. sue disposizioni, espressamente de- sta dall’articolo 14 del Dl 30 set- per carenza di interesse e resta as-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


Del resto se, ai sensi del suindicato finite come principi fondamentali tembre 2003, n. 269, proprio perché sorbito l’esame della questione di
decreto legislativo, il regime di pri- ai sensi dell’articolo 117, comma 1, nella fattispecie non si tratta di affi- illegittimità costituzionale della Lr
vativa avesse riguardato anche lo Cost.; dare a terzi un servizio di esclusiva 28/1999, dedotta dalla stessa società
smaltimento ed il recupero, sareb- – la Lr 28/1999 è stata emanata competenza del Consorzio ma, più ai fini della carenza di legittimazio-
bero incomprensibili i successivi ar- proprio in attuazione del suindicato correttamente, di autorizzare l’e- ne attiva del Cosmari.
ticoli 27 e 28, cioè quelli relativi decreto legislativo; spletamento di un servizio che può Sussistono motivi per compensare
proprio alla possibilità per “i sog- è evidente che la legislazione statale essere svolto direttamente anche da le spese di giudizio.
getti che intendono realizzare integrativa sopravvenuta ha effica- un soggetto diverso, né rileva, ai fi-
nuovi impianti di smaltimento o cia prevalente sia sulle disposizioni ni della legittimità della delibera- P.Q.M.
di recupero di rifiuti, anche peri- legislative regionali già vigenti che, zione impugnata, la legittimità del Il Tribunale amministrativo regio-
colosi” di presentare apposita do- a maggior ragione, sulle già vigenti precedente diniego opposto dalla nale delle Marche respinge il ricor-
manda per la relativa approvazione norme regolamentari e/o atti am- Regione Marche, confermata dalla so in epigrafe indicato, proposto dal
del progetto dell’impianto ed auto- ministrativi di carattere generale e- sentenza 99/2003 di questo Tri- Cosmari, e dichiara improcedibile il
rizzazione all’esercizio. ventualmente già adottati, quale il bunale, in quanto si tratta di dinie- ricorso incidentale proposto dalla
Inoltre, anche la Lr Marche 28 otto- piano regionale e provinciale dei ri- go intervenuto prima della data di spa Smea.
bre 1999, n. 28, allorché nell’arti- fiuti e lo statuto del Cosmari. entrata in vigore del nuovo regime Spese compensate.
colo 6, comma 1, ha confermato il Di conseguenza, allorché l’articolo di deroga. Ordina che la presente sentenza sia
suindicato regime di privativa a fa- 23 della legge 31 luglio 2002, n. Si deduce, però, nel ricorso che la eseguita dall’Autorità amministra-
vore dei Comuni, nel successivo 179, ha così sostituito il comma 7 società Smea non è stata autorizza- tiva.
comma 8 ha ugualmente precisato dell’articolo 21 del Dlgs 22/1997 ta al solo recupero dei rifiuti, ma Così deciso in Ancona nella Camera
che la privativa si riferiva alla ge- “la privativa di cui al comma 1 anche allo smaltimento: anche di Consiglio del giorno 19 ottobre
stione dei rifiuti avviati allo smalti- non si applica alle attività di re- questo profilo d’illegittimità (par- 2005 con l’intervento dei signori:
mento ed ha integralmente confer- cupero dei rifiuti urbani ed assi- ziale) della deliberazione impugna-
mato le due suindicate eccezioni milati, a far data dal 1° gennaio ta è infondato. (omissis)

Premessa nale amministrativo dorico, tuttavia, è opportuno


il commento A quanto consta, l’annotata sentenza n. 1210 de-
positata dal Tar Marche in data 15 novembre 2005
esaminare:
1) come si configurava la gestione dei rifiuti urba-
è la prima ad affrontare la questione del recupero ni nell’architettura originaria del Dlgs 22/1997;
Il recupero dei rifiuti urbani dei rifiuti urbani relativamente ad una fattispecie 2) in quali termini la legge 179/2002 ha modifi-
successiva al 1° gennaio 2003, data a decorrere cato tale architettura;
tra presente e futuro della quale l’articolo 21, comma 7 del Dlgs 22/ 3) quali non trascurabili problematiche sono sorte
1997 prevede, per effetto della riforma introdotta per effetto della legge 179/2002.
dalla legge 31 luglio 2002, n. 179, che la privativa
di Leonardo Filippucci comunale non si applica alle attività di recupero In chiusura, quindi, si darà doverosamente
Avvocato in Macerata dei rifiuti urbani e assimilati (1). conto dei notevoli mutamenti che il servizio
Prima di analizzare il pronunciamento del Tribu- pubblico di gestione dei rifiuti urbani è desti- 37
nato a subire per effetto del decreto legislativo – articolo 19, comma 1, lettera g), che attribuisce superata la frammentazione della gestione.
Giurisprudenza Tar Marche – Sentenza 15 novembre 2005, n. 1210

di riordino della normativa ambientale, il cui alla competenza delle Regioni “la delimitazio- 3. I Comuni di ciascun ambito territoriale otti-
schema è stato licenziato dal Consiglio dei ne, in deroga all’ambito provinciale, degli male di cui al comma 1, entro il termine pe-
Ministri lo scorso 18 novembre. àmbiti ottimali per la gestione dei rifiuti urba- rentorio di sei mesi dalla delimitazione del-
ni e assimilati”; l’ambito medesimo, organizzano la gestione
La gestione dei rifiuti urbani prima – articolo 21, comma 1, per il quale “i Comuni dei rifiuti urbani secondo criteri di efficienza,
della legge 179/2002 effettuano la gestione dei rifiuti urbani e dei di efficacia e di economicità.
L’articolo 7, comma 1 del Dlgs 22/1997 prevede rifiuti assimilati avviati allo smaltimento in 4. I Comuni provvedono alla gestione dei rifiu-
che “i rifiuti sono classificati, secondo l’origine, regime di privativa nelle forme di cui alla leg- ti urbani mediante le forme, anche obbligato-
in rifiuti urbani e rifiuti speciali, e, secondo le ge 8 giugno 1990, n. 142, e dell’articolo 23”; rie, previste dalla legge 8 giugno 1990, n. 142,
caratteristiche di pericolosità, in rifiuti perico- – articolo 21, comma 4, per il quale, “nell’atti- come integrata dall’articolo 12 della legge 23
losi e rifiuti non pericolosi”. vità di gestione dei rifiuti urbani, i Comuni si dicembre 1992, n. 498”.
I rifiuti urbani e speciali sono rispettivamente e- possono avvalere della collaborazione delle as-
lencati ai commi 2 e 3 del citato articolo 7. sociazioni di volontariato e della partecipazio- L’impianto del Dlgs 22/1997 ha trovato attuazio-
In particolare, nell’enumerare i rifiuti compresi ne dei cittadini e delle loro associazioni”; ne nelle varie legislazioni regionali e negli atti di
nella categoria dei rifiuti urbani, l’articolo 7, – articolo 22, comma 3, lettere b) e c), secondo il pianificazione regionali e provinciali. Ad esem-
comma 2, dopo avervi incluso, alla lettera a), i ri- quale il piano regionale di gestione dei rifiuti pre- pio, la legge regionale Marche 28 ottobre 1999, n.
fiuti domestici provenienti da locali e luoghi adi- vede, tra l’altro, “b) la tipologia ed il complesso 28 (recante “Disciplina regionale in materia di
biti ad uso di civile abitazione, vi annovera, alla degli impianti di smaltimento e di recupero rifiuti, attuazione del decreto legislativo 5 feb-
successiva lettera b), “i rifiuti non pericolosi dei rifiuti urbani da realizzare nella Regione, braio 1997, n. 22”), oltre a ribadire le sopra citate
provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi di- tenendo conto dell’obiettivo di assicurare la disposizioni del Dlgs 22/1997, ha previsto che
versi da quelli di cui alla lettera a), assimilati gestione dei rifiuti urbani non pericolosi l’attività di smaltimento dei rifiuti urbani ed assi-
ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sen- all’interno degli ambiti territoriali ottimali di milati sia assicurata dai Comuni attraverso
si dell’articolo 21, comma 2, lettera g)”. cui all’articolo 23, nonché dell’offerta di smal- Consorzi obbligatori costituiti a livello di Ato, i
L’articolo 21, comma 2 quindi prevede che “i timento e di recupero da parte del sistema in- quali, in regime di privativa, realizzano e gesti-
Comuni disciplinano la gestione dei rifiuti ur- dustriale; scono ovvero affidano ad un unico soggetto, nelle
bani con appositi regolamenti che, nel rispetto c) il complesso delle attività e dei fabbisogni forme previste dalla legge 142/1990 e successive
dei principi di efficienza, efficacia ed economi- degli impianti necessari a garantire la gestione modificazioni ed integrazioni, lo smaltimento dei
cità, stabiliscono in particolare: (…) g) l’assi- dei rifiuti urbani secondo criteri di efficienza e rifiuti urbani e assimilati.
milazione per qualità e quantità dei rifiuti di economicità, e l’autosufficienza della gestio-
speciali non pericolosi ai rifiuti urbani ai fini ne dei rifiuti urbani non pericolosi all’interno La riforma introdotta
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

della raccolta e dello smaltimento sulla base di ciascuno degli ambiti territoriali ottimali di dalla legge 179/2002
dei criteri fissati ai sensi dell’articolo 18, com- cui all’articolo 23, nonché ad assicurare lo In tale contesto normativo è intervenuta la legge
ma 2, lettera d)” – criteri che risultano ancora smaltimento dei rifiuti speciali in luoghi pros- 31 luglio 2002, n. 179, la quale, all’articolo 23,
oggi contenuti nella deliberazione del Comitato simi a quelli di produzione al fine di favorire ha apportato alcune modifiche al Dlgs 22/1997 e,
Interministeriale 27 luglio 1984. la riduzione della movimentazione di rifiuti”; in particolare, ne ha sostituito l’articolo 21, com-
Pertanto, il Legislatore del 1997 ha voluto equipa- – articolo 22, comma 11, per il quale “sulla base ma 7 (2).
rare ai rifiuti urbani in senso stretto, vale a dire di appositi accordi di programma stipulati con Nella versione antecedente alla riforma, l’articolo
essenzialmente ai rifiuti di provenienza domesti- il Ministro dell’ambiente, di concerto con il 21, comma 7, del Dlgs 22/1997 prevedeva che “la
ca, quei rifiuti speciali non pericolosi che, secon- Ministro dell’industria, del commercio e del- privativa di cui al comma 1 non si applica al-
do la valutazione tecnica del Comune, possono l’artigianato, d’intesa con la Regione, possono le attività di recupero dei rifiuti che rientrino
essere, per qualità e quantità, raccolti e smaltiti essere autorizzati, ai sensi degli articoli 31 e nell’accordo di programma di cui all’articolo
insieme ai rifiuti urbani. 33, la costruzione e l’esercizio o il solo eserci- 22, comma 11, ed alle attività di recupero dei
Ne consegue che, ai soli fini della raccolta e dello zio all’interno di insediamenti industriali esi- rifiuti assimilati”.
smaltimento (non anche del recupero), i rifiuti stenti di impianti per il recupero di rifiuti ur- In altri termini, se il comma 1 dell’articolo 21
assimilati agli urbani sono soggetti alla stessa di- bani non previsti dal piano regionale qualora stabiliva (e stabilisce tuttora) che “i Comuni ef-
sciplina gestionale prevista per i rifiuti urbani. ricorrano le seguenti condizioni: fettuano la gestione dei rifiuti urbani e dei ri-
Ciò premesso, va detto che, secondo l’originario a) siano riciclati e recuperati come materia fiuti assimilati avviati allo smaltimento in re-
impianto generale del Dlgs 22/1997 (e salve le prima rifiuti provenienti da raccolta differen- gime di privativa”, il comma 7 del medesimo
modifiche apportate dalla legge 179/2002 di cui ziata, sia prodotto compost da rifiuti oppure articolo, nella formulazione anteriore alla legge
si dirà a breve), l’intera gestione dei rifiuti urba- sia utilizzato combustibile da rifiuti; 179/2002, si limitava a chiarire che la privativa
ni, compresa l’operazione di recupero, è affidata b) siano rispettate le norme tecniche di cui agli non si applicava:
in privativa ai Comuni, i quali, a tal fine, si orga- articoli 31 e 33; a) alle attività di recupero dei rifiuti assimilati a-
nizzano, all’interno di ciascun Ambito territoriale c) siano utilizzate le migliori tecnologie di tu- gli urbani (giacché, come visto, per i rifiuti assi-
ottimale (Ato), nelle forme, anche obbligatorie, tela dell’ambiente; milati sussiste privativa a favore dei Comuni solo
previste dalla legge 142/1990 (oggi Dlgs 267/2000 d) sia garantita una diminuzione delle emis- se detti rifiuti sono avviati allo smaltimento);
Testo unico Enti locali); sioni inquinanti”; b) alle attività di recupero dei rifiuti che rientra-
• i rifiuti speciali assimilati agli urbani sono ge- – articolo 23, che, sotto la significativa rubrica vano negli accordi di programma di cui all’arti-
stiti secondo le stesse modalità dei rifiuti urbani “Gestione dei rifiuti urbani in ambiti territoriali colo 22, comma 11 (dal momento che, in forza di
(rectius acquisiscono la qualifica di rifiuto urba- ottimali”, recita: “1. Salvo diversa disposizione tali accordi di programma, era possibile autoriz-
no ai sensi dell’articolo 7, comma 2, lettera b) del stabilita con legge regionale, gli ambiti territo- zare impianti di recupero di rifiuti urbani in de-
Dlgs 22/1997), solo in caso di avviamento a riali ottimali per la gestione dei rifiuti urbani roga alle previsioni del piano regionale).
smaltimento e non anche in caso di avviamento a sono le Province. In tali ambiti territoriali otti- A seguito della riformulazione operata dalla legge
recupero; mali le Province assicurano una gestione uni- 179/2002, l’articolo 21, comma 7 del Dlgs 22/
• i rifiuti speciali assimilati agli urbani avviati a taria dei rifiuti urbani e predispongono piani 1997 prevede attualmente che “la privativa di
recupero nonché tutti i rifiuti speciali non assimila- di gestione dei rifiuti, sentiti i Comuni, in ap- cui al comma 1 non si applica alle attività di
ti sono gestiti in regime di libera concorrenza, salve plicazione degli indirizzi e delle prescrizioni recupero dei rifiuti urbani e assimilati, a far
le disposizioni sugli oneri del produttore di rifiuti e del presente decreto. data dal 1° gennaio 2003”.
salve altresì le norme sul regime autorizzatorio del- 2. Per esigenze tecniche o di efficienza nella ge-
le imprese che effettuano gestione di rifiuti. stione dei rifiuti urbani, le Province possono Pertanto, mentre prima della riforma il com-
Tale ricostruzione trova piena conferma nelle se- autorizzare gestioni anche a livello subprovin- ma 7 non aveva portata derogatoria rispetto al
38 guenti disposizioni del Dlgs 22/1997: ciale purché, anche in tali ambiti territoriali sia comma 1, attualmente esso produce l’effetto
di espungere chirurgicamente la fase del re- stare le generalità del soggetto che compie il con- no di un Ato siano avviati a recupero presso

Giurisprudenza Tar Marche – Sentenza 15 novembre 2005, n. 1210


cupero dalla privativa comunale sulla gestione ferimento, la data e il luogo del conferimento un’impresa privata operante in un altro Ato, il
dei rifiuti urbani. nonché la tipologia e la quantità dei rifiuti confe- quale poi si dovrebbe far carico con ogni probabi-
riti. In tal modo, infatti, il singolo produttore di lità anche dello smaltimento dei residui non re-
In maniera coerente, il nuovo comma 7 non fa Ru potrebbe scegliere, secondo una logica di libe- cuperabili. Tutto ciò non avverrebbe se i rifiuti
più cenno agli impianti autorizzati in forza di ac- ro mercato, l’operatore economico cui intende far urbani dovessero essere recuperati, sempre e co-
cordo di programma ai sensi dell’articolo 22, recuperare i propri rifiuti, contrattando libera- munque, anche dai privati, all’interno dell’Ato in
comma 11, dal momento che, essendo venuta mente le relative condizioni economiche; nel cui sono prodotti.
meno la privativa sul recupero dei rifiuti urbani, contempo il soggetto preposto alla raccolta dei ri- Una simile argomentazione, tuttavia, non sembra
detti impianti non rappresentano più l’unica ipo- fiuti urbani, pur diventandone detentore, assume- sufficientemente persuasiva, in quanto, a ben ve-
tesi di impianti di recupero di Ru operanti fuori rebbe la veste di mandatario del produttore con dere, l’individuazione di ambiti territoriali ottima-
privativa (3). obbligo di trasferire i rifiuti da questi conferiti (o li risponde a finalità diverse a seconda che si tratti
La ratio della riforma introdotta dalla legge un’analoga quantità) all’impresa indicata dal di smaltimento o di recupero dei rifiuti urbani.
179/2002 è verosimilmente da ricercare nella vo- produttore come deputata a svolgere l’operazione Rispetto all’attività di smaltimento dei Ru, infatti,
lontà del Legislatore di agevolare e di incremen- di recupero. In altri termini, i Comuni rimarreb- la previsione di una gestione unitaria, in privativa,
tare il recupero dei rifiuti urbani, specialmente in bero gestori della rete impiantistica di raccolta dei a livello di Ato risponde primariamente all’esigen-
considerazione del fatto che, in alcune realtà so- Ru, consentendo a qualunque impresa che lo ri- za di regionalizzare l’impatto ambientale degli
ciali, politiche ed economiche, non si è mai svi- chiedesse di accedere, di fatto, a tale rete per poter impianti (in primis delle discariche), rendendo o-
luppata un’adeguata ed efficiente impiantistica svolgere la propria attività di recupero dei Ru. gni Ato autosufficiente come richiesto dall’articolo
pubblica a ciò finalizzata. Un’implicita conferma In ogni caso, va evidenziato come la riforma 5, comma 3, lettera a) del Dlgs 22/1997 (4).
di tale intenzione del Legislatore sembra potersi dell’articolo 21, comma 7, per poter diventare in Rispetto all’attività di recupero dei Ru, invece, la
trarre dal Dl 452/2001 (convertito in legge 16/ concreto operativa, necessiti comunque di un’at- gestione pubblica a livello di Ato risponde ad una
2002), il quale, già prima della legge 179/2002, tività amministrativa d’attuazione, che, ad avviso finalità meno pregnante, che è quella di consenti-
qualificando il combustibile derivato da rifiuti di chi scrive, i Comuni, in base alla vigente nor- re la realizzazione di un’impiantistica razional-
(Cdr) come rifiuto speciale anziché come urbano, mativa, non sono obbligati a porre in essere. mente calibrata sul flusso dei rifiuti provenienti
aveva consentito che esso potesse essere recupera- Il punto merita un breve approfondimento. dalla raccolta differenziata: infatti, poiché tale
to tramite termovalorizzazione al di fuori dei Il fatto che, secondo l’attuale formulazione flusso è costante nel tempo o segue comunque
confini fisici e normativi previsti per il recupero dell’articolo 21, comma 7, non sussista privativa prevedibili andamenti ciclici nel corso dell’anno,
dei rifiuti urbani. sul recupero dei rifiuti urbani, non significa che i il Legislatore aveva evidentemente ritenuto possi-
Comuni debbano automaticamente e necessaria- bile ed opportuno che i Comuni organizzassero,
Le problematiche relative mente abdicare in favore dei privati, rinunciando all’interno di ogni Ato, in base a canoni di effi-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


al recupero dei rifiuti urbani all’utilizzo dell’impiantistica pubblica sino ad cienza e di economicità, un unitario servizio di
Per quanto chiaro sia il disegno del Legislatore, la oggi realizzata e gestita. recupero dei rifiuti urbani.
nuova formulazione dell’articolo 21, comma 7, L’apertura al libero mercato dell’attività di recu- Ne è un’innegabile conferma il fatto che il recu-
ha suscitato non poche perplessità e difficoltà in- pero dei Ru non può essere considerata un fine in pero dei rifiuti assimilati agli urbani, il cui flusso
terpretative. sé (ossia non ha come scopo ultimo quello di è variabile a seconda delle imprevedibili congiun-
Infatti, perché sia ipotizzabile un libero mercato schiudere nuove frontiere all’investimento di ca- ture economiche, non è mai stato soggetto a pri-
nell’ambito del recupero dei rifiuti urbani, è ne- pitali privati), bensì, come accennato in prece- vativa o a vincolo di bacino.
cessario che i vari operatori economici possano denza, costituisce uno strumento finalizzato a fa- In ragione di quanto detto, appare preferibile la
contrattare, in condizioni paritarie, con i benefi- vorire lo stesso recupero dei Ru. tesi per cui, laddove i Comuni decidano di non
ciari del servizio, vale a dire con i produttori dei Se così è, deve ritenersi che i Comuni possano di- svolgere più, tramite il proprio sistema impianti-
rifiuti urbani (tali sono in primis i possessori di screzionalmente valutare, in base ai criteri di effi- stico, l’attività di recupero dei Ru prodotti nel-
locali adibiti a civile abitazione). cienza, di efficacia e di economicità imposti l’Ato, cesserà anche l’esigenza economico-orga-
Tuttavia, non è certamente pensabile che le sin- dall’articolo 23, comma 3, del Dlgs 22/1997, se nizzativa di “bacinizzare” tale attività di recupero
gole imprese che intendano effettuare recupero di “mettere sul mercato”, in tutto o in parte, i rifiuti e i rifiuti urbani potranno trasferirsi da un ambi-
Ru possano provvedere alla raccolta dei medesimi urbani provenienti dalla raccolta differenziata to territoriale all’altro, come è sempre avvenuto
mediante un sistema “porta a porta” o mediante dell’Ato ovvero se proseguire nella gestione e per i rifiuti assimilati.
la creazione di isole ecologiche private, poiché, nell’erogazione del servizio secondo le modalità Inoltre, il rischio sopra paventato che, in un certo
come osservato da un’autorevole studiosa, ciò stabilite dall’articolo 113 del Dlgs 267/2000. contesto territoriale, si possano creare concentrazio-
non solo creerebbe un vero e proprio caos riguar- In certe realtà, infatti, è ben possibile che i Co- ni di impianti privati di recupero dei Ru e che quel
do alla raccolta dei rifiuti, ma non consentirebbe muni, investendo ingenti risorse pubbliche, ab- territorio debba poi sopportare lo smaltimento dei
neanche di verificare il conseguimento degli o- biano progettato e realizzato, e stiano proficua- residui del recupero può essere superato, a livello
biettivi di raccolta differenziata previsti dall’arti- mente gestendo, impianti di recupero di Ru cali- pianificatorio e autorizzatorio, mediante prescrizio-
colo 24 del Dlgs 22/1997 e di modulare l’entità brati sui flussi della raccolta differenziata del- ni finalizzate all’adozione delle migliori tecniche
del tributo di cui alla legge 549/1995 in base al l’Ambito territoriale ottimale, per cui non avrebbe disponibili ovvero mediante limitazioni che siano
raggiungimento o meno di detti obiettivi di rac- senso obbligare questi Comuni a dismettere i pro- espressione dei principio di prossimità (5).
colta differenziata. pri impianti ad assoluto beneficio dell’imprendi-
Posto dunque che i Comuni mantengono la pri- toria privata. La sentenza del Tar Marche
vativa sulla raccolta dei rifiuti urbani, affinché si Veniamo dunque alla sentenza 1210/2005 emessa
possa, in concreto, instaurare un effettivo regime Ciò detto, un ulteriore quesito si pone in merito a- dal Tar Marche, ripercorrendo preliminarmente
di libero mercato nel campo del recupero dei me- gli effetti pratici della riforma introdotta dalla la vicenda da cui essa trae origine.
desimi rifiuti sono percorribili diversi ipotetici legge 179/2002: nel caso in cui i Comuni coope- Con deliberazione di Giunta 23 aprile 2004, n.
scenari. ranti all’interno di un ato decidano di lasciare al- 254, emanata ai sensi degli articoli 27 e 28 del
È anzitutto possibile, ad esempio, che i Comuni, la libera iniziativa economica dei privati il recu- Dlgs 22/1997, la Provincia di Macerata autorizza
una volta raccolti e stoccati i rifiuti urbani avviabili pero dei rifiuti urbani, tale recupero deve avvenire la Smea spa alla realizzazione e alla gestione di
al recupero, procedano alla loro commercializza- comunque nei confini del medesimo Ato? un impianto per la messa in riserva (R13) e per il
zione, eventualmente per frazioni merceologiche. A tal riguardo si potrebbe osservare che l’attività recupero (R3) di rifiuti urbani, di rifiuti assimila-
Secondo un’altro ipotetico scenario, i Comuni po- di recupero dei Ru non trasforma l’intero rifiuto ti e di rifiuti speciali non assimilati nonché per il
trebbero organizzare un sistema (tecnologica- in materia prima (o in energia), ma lascia co- deposito preliminare (D15) e per il raggruppa-
mente avanzato) di raccolta dei Ru tale per cui, munque un residuo che deve poi essere smaltito, mento (D13) dei rifiuti (speciali) provenienti dal-
all’atto del conferimento dei rifiuti urbani al si- verosimilmente in discarica. Si potrebbe paventa- le summenzionate operazioni di recupero.
stema di raccolta, sia possibile accertare ed atte- re, pertanto, che i rifiuti urbani prodotti all’inter- Avverso tale deliberazione ricorre il Cosmari, Con- 39
sorzio obbligatorio costituito, ai sensi della sopra dalla legge 179/2002 con decorrenza 1° gennaio efficacia, di economicità e di trasparenza; a
Giurisprudenza Tar Marche – Sentenza 15 novembre 2005, n. 1210

citata legge regionale Marche 28/1999, tra tutti i 2003, prevale su eventuali contrarie disposizioni tal fine adottano un apposito piano d’ambito,
Comuni inclusi nell’Ato n. 3 corrispondente al contenute nella legislazione regionale ovvero in comprensivo di un programma degli interven-
territorio provinciale. atti di pianificazione o statutari e, derogando alla ti necessari, accompagnato da un piano fi-
Oltre a violazioni di natura procedurale, il Co- privativa per la fase del recupero dei rifiuti urbani nanziario e dal connesso modello gestionale
smari eccepisce, nel merito, che l’impugnata au- ed assimilati, consente a qualunque soggetto, an- ed organizzativo;
torizzazione violerebbe il diritto di privativa che il che diverso dal Comune o dal Consorzio comuna- b) ad affidare, mediante gara disciplinata dai
medesimo Cosmari, in base al Dlgs 22/1997 e al le, di essere autorizzato a compiere tale attività. principi e dalle disposizioni comunitarie, per pe-
Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti, vante- riodi non inferiori a 15 anni, la gestione e l’e-
rebbe sull’intera gestione dei rifiuti urbani, inclu- Il secondo principio è che il rilascio dell’autoriz- rogazione del servizio, ossia le seguenti attività:
sa la fase del recupero. zazione al recupero dei rifiuti urbani ed assimila- – la realizzazione, gestione ed erogazione del-
Inoltre, il Consorzio ricorrente lamenta che la ge- ti non costituisce atto di affidamento di servizio l’intero servizio, comprensivo delle attività di
stione dei rifiuti urbani costituisce, in tutte le sue pubblico (ma ne rappresenta semmai un presup- gestione e realizzazione degli impianti;
fasi, un servizio pubblico, per cui, non avendo la posto). – la raccolta, raccolta differenziata, commer-
Smea spa ottenuto in affidamento la gestione dei Il Giudice amministrativo, invece, non affronta le cializzazione e smaltimento completo di tutti i
rifiuti comunali né possedendo la medesima, altre questioni sopra prospettate e non chiarisce, rifiuti urbani e assimilati prodotti all’interno
quale società a capitale misto pubblico-privato, i pertanto, né se i Comuni abbiano l’obbligo o la dell’Ato;
requisiti richiesti dall’articolo 113 Tuel per diven- facoltà di creare le condizioni per un libero mer- c) a controllare sul corretto esercizio del servi-
tare affidataria di un servizio pubblico di rilevan- cato del recupero dei Ru, né se i rifiuti urbani zio da parte dell’affidatario.
za economica, la Provincia di Macerata non pote- provenienti dalla raccolta differenziata possano 3. Gli impianti e le altre dotazioni patrimonia-
va accogliere la domanda di autorizzazione avan- essere avviati a recupero fuori dai confini dell’Ato. li di proprietà degli Enti locali già esistenti al
zata dalla stessa Smea spa; al contrario, il Co- momento dell’assegnazione del servizio sono
smari, svolgendo la propria attività esclusivamen- Uno sguardo al futuro prossimo conferiti in comodato ai soggetti affidatari del
te in favore dei Comuni consorziati e essendo sog- Il presente contributo rischierebbe una rapida medesimo servizio; i nuovi impianti vengono
getto al loro penetrante controllo, avrebbe tutti i “obsolescenza” se non si accennasse, sia pure fu- realizzati dal soggetto affidatario del servizio o
requisiti richiesti dalla giurisprudenza comunita- gacemente, alle importanti novità che sono con- direttamente (ai sensi dell’articolo 113, com-
ria per l’affidamento in house del servizio comu- template nella Parte IV dello schema di decreto ma 5-ter Dlgs 267/2000) o mediante il ricorso
nale di gestione dei rifiuti. legislativo licenziato dal Consiglio dei Ministri il alle procedure di cui alla legge 109/1994 ov-
Il Giudice amministrativo riconosce la legittimità 18 novembre 2005, con la quale il Governo si ap- vero secondo lo schema della finanza di pro-
dell’autorizzazione provinciale, argomentando presta a riordinare le “Norme in materia di ge- getto.
nei seguenti termini: “la legislazione statale in- stione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati”. 4. Fino alla istituzione e organizzazione del
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

tegrativa sopravvenuta ha efficacia prevalente Si rileva anzitutto che l’articolo 182, comma 5, di servizio di gestione integrata dei rifiuti da par-
sia sulle disposizioni legislative regionali già detto schema, se da un lato conferma il divieto di te delle Autorità d’ambito, i soggetti che eserci-
vigenti che, a maggior ragione, sulle già vi- smaltire i rifiuti urbani non pericolosi in Regioni tano il servizio, anche in economia, continua-
genti norme regolamentari e/o atti ammini- diverse da quelle dove gli stessi sono prodotti (fatti no a gestirlo; in particolare, sino all’inizio del-
strativi di carattere generale eventualmente salvi eventuali accordi regionali o internazionali, le attività del soggetto aggiudicatario della ga-
già adottati, quale il piano regionale e provin- qualora gli aspetti territoriali e l’opportunità tec- ra ad evidenza pubblica indetta dall’Autorità
ciale dei rifiuti e lo statuto del Cosmari. nico-economica di raggiungere livelli ottimali di d’ambito, i Comuni continuano la gestione
Di conseguenza, allorché l’articolo 23 della utenza servita lo richiedano), dall’altro prevede dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati
legge 31 luglio 2002 n. 179, ha così sostituito che “sono esclusi dal divieto le frazioni di ri- allo smaltimento in regime di privativa nelle
il comma 7 dell’articolo 21 del Dlgs 22/1997 fiuti urbani raccolte in modo differenziato de- forme di cui all’articolo 113, comma 5 del
‘la privativa di cui al comma 1 non si applica stinate al recupero per le quali è sempre per- Dlgs 267/2000.
alle attività di recupero dei rifiuti urbani ed messa la libera circolazione sul territorio na- 5. Alla scadenza, ovvero alla anticipata risolu-
assimilati, a far data dal 1° gennaio 2003’ è zionale al fine di favorire quanto più possibile zione, delle gestioni esistenti, i beni e gli im-
a questa disposizione che deve farsi riferimento il loro recupero, privilegiando il concetto di pianti delle imprese già concessionarie sono
per stabilire se ed in quali casi la deroga alla prossimità agli impianti di recupero”. trasferiti direttamente all’Ente locale conce-
privativa prevista per la fase del recupero dei Sgomberando, pertanto, ogni possibile dubbio dente nei limiti e secondo le modalità previste
rifiuti sia attualmente operante. che poteva sorgere a seguito della liberalizzazione dalle rispettive convenzioni di affidamento”.
La nuova eccezione è, però, ben diversa dalla introdotta dalla legge 179/2002, lo schema di de-
precedente, in quanto deroga alla privativa creto legislativo prevede esplicitamente che anche La nuova architettura normativa contemplata
per la fase del ‘recupero’ dei rifiuti urbani ed per i rifiuti urbani non pericolosi non sussisterà nello schema di decreto in esame suscita alcune
assimilati (…). In sostanza, la fase del recu- più il vincolo di bacino in caso di loro avviamen- immediate osservazioni.
pero dei rifiuti urbani ed assimilati è stato li- to a recupero. In primo luogo, il ruolo della Pubblica ammi-
beralizzato senza limitazioni e può essere svol- nistrazione risulta drasticamente ridotto, in quan-
to anche da soggetti all’uopo autorizzati, an- Altre rilevanti novità, poi, sono contenute nel to l’unica modalità con cui l’istituenda Autorità
che se diversi dai Comuni o dai Consorzi ob- Capo III del Titolo I (articoli 199 e ss.), laddove d’ambito potrà erogare il servizio e gestire le dota-
bligatori. Ai fini della permanente validità viene regolamentato il “Servizio di gestione inte- zioni patrimoniali funzionali all’erogazione è
dell’eccezione disposta dal comma 7 dell’arti- grata dei rifiuti”. rappresentata dall’affidamento ad una società di
colo 21 del Dlgs 22/1997 neppure rileva, ad In estrema sintesi, le nuove disposizioni possono capitali individuata mediante procedura ad evi-
avviso del Collegio, la nuova disciplina sull’af- essere riassunte nei seguenti punti. denza pubblica. Resta preclusa, invece, l’ipotesi,
fidamento dei servizi pubblici prevista dall’ar- “1. Le Regioni devono provvedere a delimitare pur ritenuta compatibile con la normativa comu-
ticolo 14 del Dl 30 settembre 2003 n. 269, gli Ato e a disciplinare le forme e i modi della nitaria (6), dell’affidamento del servizio pubblico
proprio perché nella fattispecie non si tratta di cooperazione tra gli Enti locali ricadenti nei a società a capitale interamente pubblico che rea-
affidare a terzi un servizio di esclusiva compe- vari Ato, prevedendo che gli stessi Enti locali lizza la parte più importante della propria attività
tenza del Consorzio ma, più correttamente, di costituiscano strutture dotate di personalità con l’ente pubblico e sulla quale lo stesso ente
autorizzare l’espletamento di un servizio che giuridica denominate ‘Autorità d’ambito’ alle pubblico esercita un controllo analogo a quello e-
può essere svolto direttamente anche da un quali devono partecipare obbligatoriamente. sercitato sui propri servizi (cd. affidamento in
soggetto diverso (...)”. 2. Le Autorità d’ambito provvedono: house providing); come pure resta preclusa la
Il Tribunale amministrativo dorico, dunque, san- a) ad organizzare il servizio di gestione inte- possibilità, prevista dall’articolo 113, comma 5,
cisce due importanti principi di diritto. grata dei rifiuti urbani e assimilati e a deter- lettera b) del Dlgs 267/2000, di affidamento del
Il primo è che l’attuale formulazione dell’articolo minare gli obiettivi da perseguire per garantir- servizio ad una società a capitale misto pubblico-
40 21, comma 7, Dlgs 22/1997, così come introdotta ne la gestione secondo criteri di efficienza, di privato nella quale il socio privato venga scelto at-
traverso procedura ad evidenza pubblica. all’interno dell’Ato, senza possibilità dunque che 03, Parking Brixen Gmbh c. Gemeinde Brixen,

Giurisprudenza Tar Marche – Sentenza 15 novembre 2005, n. 1210


In secondo luogo, stando all’attuale formulazio- soggetti diversi dall’affidatario del servizio pubbli- Stadtwerke Brixen AG. Per un primo commento al-
ne dell’emanando decreto legislativo, il servizio di co possano svolgere le medesime attività. Anzi, va la sentenza si rinvia a R. Agnoletto, “Gli affida-
gestione integrata dei rifiuti non parrebbe com- sottolineato come la privativa pubblica, per effetto menti in house e la nozione di “controllo analo-
prendere anche le operazioni di recupero dei ri- dell’imminente riforma, si estenderà anche alla go””, in www.dirittoambiente.com.
fiuti provenienti dalla raccolta differenziata, dal raccolta differenziata dei rifiuti speciali assimilati (7) Il contratto con il quale il detentore di un ri-
momento che in detto servizio risultano incluse da avviare a recupero, attività fino ad oggi svolta fiuto conferisce il medesimo ad un soggetto auto-
“la raccolta, raccolta differenziata, commer- in regime libero-concorrenziale. rizzato al recupero non appare sussumibile tout
cializzazione e smaltimento completo di tutti i court nello schema contrattuale tipico dell’appalto
rifiuti urbani e assimilati prodotti all’interno (1) In precedenza, su impugnative riguardanti di servizio, in quanto il gestore del rifiuto, pur for-
dell’Ato”. Sembrerebbe, dunque, che l’impresa af- decreti commissariali anteriori al 31 dicembre nendo indubbiamente un servizio a chi se ne disfa
fidataria del servizio pubblico debba limitarsi alla 2002, si è ripetutamente pronunciato il Tar Puglia, o ha l’intenzione o l’obbligo di disfarsene (detento-
raccolta differenziata e all’avviamento a recupero Sede di Bari (si veda, per tutte, la sentenza n. 40 re), ricava dalla propria attività di recupero un
dei rifiuti raccolti mediante loro commercializza- del 9 gennaio 2004, confermata dal Consiglio di vantaggio economico (in termini di materia pri-
zione, lasciando che siano le imprese private ad Stato con sentenza n. 2795 del 30 maggio 2795). ma o di energia) che, in alcuni casi, è tale da giu-
occuparsi dell’effettivo recupero dei Ru e dei Ra, al (2) Sulla portata della riforma introdotta dalla stificare il versamento di una somma dal gestore
pari del recupero dei rifiuti speciali non assimilati. legge 179/2002 si vedano, in dottrina, P. Giam- al detentore anziché viceversa. Il contratto in que-
pietro, “La liberalizzazione del mercato del recupe- stione, dunque, sembra più correttamente qualifi-
Ciò non solo aprirebbe tutta una serie di pro- ro dei rifiuti urbani”, Ambiente, 11/2004, 1013; C. cabile, ai fini civilistici, come contratto atipico in
blematiche giuridiche connesse alla qualifica- Rapicavoli, “La gestione dei rifiuti urbani in ambi- cui confluiscono elementi sia dell’appalto di servi-
zione dei contratti di commercializzazione e al- ti territoriali ottimali – La Pianificazione – Il venir zio che della compravendita.
le modalità con cui essi devono essere conclusi meno della privativa comunale per le attività di re- Occorre poi chiedersi se l’impresa affidataria del
dall’affidatario del servizio pubblico (7), ma cupero”, in www.lexambiente.com; E. Capone, servizio di gestione integrata, nel momento in cui
porrebbe anche un inquietante interrogativo “Abolizione privativa comunale sui rifiuti urbani: provveda alla commercializzazione dei rifiuti ur-
sulla sorte di tutti gli impianti pubblici fino ad effetti giuridici su pianificazione e tariffa”, bani ed assimilati, rientri, in quanto concessiona-
oggi deputati al recupero dei rifiuti urbani (8). Ambiente, 4/2005, 348; V. Vattani, “Rapporto tra rio di pubblico servizio, nella nozione di organi-
la pianificazione regionale ed il parziale venir me- smo di diritto pubblico prevista dalla normativa
In ultimo, si osserva che, mentre l’articolo 21, no della privativa comunale in materia di gestione comunitaria e nazionale e soggiaccia pertanto al-
comma 1 del Dlgs 22/1997 prevede espressamente dei rifiuti urbani”, in www.dirittoambiente.com. la normativa sugli appalti pubblici di servizi.
che i Comuni effettuino la gestione dei rifiuti ur- (3) Sul punto appare condivisibile l’orientamento (8) Ai sensi dell’articolo 202, comma 4, dello sche-
bani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimen- dottrinale (P. Giampietro, op. cit.) secondo cui, per ma di decreto legislativo, “gli impianti e le altre

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


to in regime di privativa, lo schema di decreto de effetto della legge 179/2002, l’articolo 22, comma dotazioni patrimoniali di proprietà degli Enti loca-
quo, da un lato, conferma la privativa comunale 11, del Dlgs 22/1997 deve ritenersi superato, ossia li già esistenti al momento dell’assegnazione del
per il periodo transitorio fino alla istituzione e tacitamente abrogato. servizio sono conferiti in comodato ai soggetti affi-
all’organizzazione del servizio di gestione integra- (4) Al riguardo si veda Corte Costituzionale sen- datari del medesimo servizio”. Peraltro, se, come
ta (cfr. articolo 204, comma 1), dall’altro, non tenze nn. 281/2000, 335/2001, 505/2002 e 161/ sembra, il servizio di gestione integrata si ferma al
contempla un espresso regime monopolistico a fa- 2005. momento della commercializzazione e non com-
vore delle istituende Autorità d’ambito. Ciò, tutta- (5) Si evidenzia come, non a caso, le autorizza- prende anche la successiva fase del recupero vero e
via, non deve portare a fuorvianti conclusioni, zioni ex articolo 27 del Dlgs 22/1997 siano di proprio, restano esclusi dal comodato tutti gli im-
poiché, come detto, il servizio di gestione integrata competenza della Giunta e non dell’organo diri- pianti pubblici sinora utilizzati per il recupero dei
comprende la raccolta, la raccolta differenziata, la genziale dell’ente. rifiuti urbani, i quali dunque appaiono destinati
commercializzazione e lo smaltimento completo (6) Si veda Corte di Giustizia delle Comunità eu- ad essere a loro volta “riciclati” in aziende ope-
di “tutti” i rifiuti urbani e assimilati prodotti ropee, sentenza 13 ottobre 2005, in causa C-458/ ranti nel libero mercato del recupero dei rifiuti.

41
a cura di Paola Ficco e Maurizio Santoloci

Come si fa...
Rubriche il registro di carico e scarico dei rifiuti

Proseguiamo la pubblicazione di una serie di schede


operative, ideate per una comprensione immediata
della singola disciplina da parte dei destinatari dei
diversi, specifici obblighi.
Le schede di prossima pubblicazione saranno relative a:
– autorizzazione ambientale integrata (Aia) e rifiuti;
– incenerimento e coincenerimento di rifiuti;
– discariche e Dm 3 agosto 2005;
– rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche
(Raee).
La scheda S1, dedicata al formulario di identificazio-
ne per il trasporto dei rifiuti, è stata pubblicata sul n.
125 – 01/06 di questa Rivista.

Scheda n. 2 (S2)
Nozioni generali
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

Che cos’è il registro Sotto il profilo formale il registro si sostanzia in un bollettario.


Sotto il profilo sostanziale, invece, il registro di carico/scarico è (insieme al formulario) il
documento cardine previsto dalla legislazione vigente finalizzato alla regolare articolazio-
ne (controllata) delle varie fasi della gestione dei rifiuti, dal produttore/detentore al sito di
destinazione.
È un documento di tipo formale, che nessuno può realizzare in proprio e/o fotocopiare o
modificare.

Quali norme lo prevedono Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22:


• disciplina sostanziale: articolo 12;
• disciplina sanzionatoria: articolo 52, comma 2.

Quali norme lo disciplinano Dm 1° aprile 1998, n. 148 che è entrato in vigore il 13 giugno 1998 (si aggiunge la cir-
colare Ambiente/Industria 4 agosto 1998).

A che cosa serve Il registro consente di avere la prova della tracciabilità del ciclo di vita dei rifiuti, dalla lo-
ro venuta ad esistenza fino alla loro scomparsa mediante smaltimento o recupero, debi-
tamente autorizzati.
Costituisce, dunque, il sistema che consente la tracciabilità, la identificazione e il con-
trollo di tutto il ciclo di vita di un determinato carico di rifiuti.

Come è strutturato il registro Il Dm 1° aprile 1998, n. 148 ha introdotto due modelli di registro:
– modello A: che deve essere usato dai soggetti che producono, recuperano, smalti-
scono, trasportano o commerciano e intermediano (con detenzione) rifiuti;
– modello B: che deve essere usato dai soggetti che commerciano e intermediano
(senza detenzione) rifiuti.

Che cosa deve risultare dal registro MODELLO A

Sulla prima pagina (quindi, sul frontespizio del bollettario) devono essere riportati:
• alla voce “Ditta”, i dati anagrafici relativi alla impresa (ragione sociale, residenza, codi-
ce fiscale e ubicazione dell’esercizio);
• alla voce “Attività svolta”, i dati relativi all’attività svolta (produzione, recupero, smalti-
mento, trasporto);
• alla voce “Tipo di attività”, la categoria di attività, così come individuata negli allegati
“B” e “C”, Dlgs 22/1997 e descrizione generale del tipo di trattamento effettuato sul ri-
42 segue
Rubriche Come si fa...
segue Che cosa deve risultare fiuto (separazione, trattamento chimico-fisico, trattamento biologico, inertizzazione ecc.).
dal registro È un campo obbligatorio solo per le imprese che effettuano recupero e/o smaltimento;
• alla voce “Registrazione”, il numero e la data della prima e dell’ultima registrazione
presenti in quello specifico registro;
• alla voce “Caratteristiche del rifiuto”, la elencazione di tutte le possibili caratteristiche
proprie di quel rifiuto, con riferimento allo stato fisico e (solo per i rifiuti pericolosi) alle
classi di pericolo. I numeri e le lettere riportati in corrispondenza delle possibili caratteri-
stiche dei rifiuti devono essere usati in sede di annotazione di una operazione di carico o
di scarico sul registro per individuare le caratteristiche proprie del rifiuto cui quella speci-
fica annotazione si riferisce. Per questo tali numeri e lettere devono essere riportati sulle
corrispondenti voci “stato fisico” e “classi di pericolosità” in sede di annotazione del ca-
rico e dello scarico dei rifiuti.
Sui fogli del registro (quindi sui fogli successivi al frontespizio utilizzati per le singole
operazioni di carico e scarico) devono essere riportati:
– nella prima colonna
• operazione di carico o di scarico alla quale si riferisce la registrazione con l’indicazione
del numero progressivo e della data della registrazione stessa.
In caso di scarico, inoltre, occorre indicare:
– numero del formulario;
– data di effettuazione del trasporto;
– riferimento alla registrazione di carico dei rifiuti cui il trasporto si riferisce.
– nella seconda colonna
• caratteristiche del rifiuto, e cioè:
– Cer;
– descrizione;
– stato fisico (1. Solido polverulento; 2. Solido non pulverulento; 3. Fangoso palabile; 4.
Liquido);
– classi di pericolo (solo per i rifiuti pericolosi) indicando le varie “H”;

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


– destinazione del rifiuto con l’indicazione del codice di attività di cui agli allegati “B” e
“C”, Dlgs 22/1997 (es. D1, D2 ecc. oppure R1, R2 ecc.) (se la registrazione è riferita al-
lo scarico).
– nella terza colonna
• dati relativi alla quantità di rifiuti prodotti all’interno della unità locale o presa in carico
(espressi in Kg o in litri e in metri cubi).
– nella quarta colonna
• luogo di produzione e attività di provenienza dei rifiuti (solo per i soggetti che effettua-
no attività di manutenzione a reti diffuse sul territorio e tengono i registri presso Unità
centralizzate o di coordinamento ai sensi dell’articolo 12, comma 3-bis, Dlgs 22/ 1997);
• dati relativi al commerciante o intermediario senza detenzione (solo se la presa in ca-
rico o l’uscita del rifiuto sia gestita da un commerciante o intermediario):
– denominazione o ragione sociale;
– codice fiscale;
– sede;
– numero di iscrizione all’Albo gestori rifiuti (1).
– nella quinta colonna
• eventuali annotazioni.

MODELLO B

Sulla prima pagina (quindi, sul frontespizio del bollettario) devono essere riportati:
• alla voce “Ditta”, i dati anagrafici relativi alla impresa (ragione sociale, residenza, codi-
ce fiscale e ubicazione dell’esercizio);
• alla voce “Caratteristiche del rifiuto”, la elencazione di tutte le possibili caratteristiche
proprie di quel rifiuto, con riferimento allo stato fisico e (solo per i rifiuti pericolosi) alle
classi di pericolo. I numeri e le lettere riportati in corrispondenza delle possibili caratteri-
stiche dei rifiuti devono essere usati in sede di annotazione di una operazione di carico o
di scarico sul registro per individuare le caratteristiche proprie del rifiuto cui quella speci-
fica annotazione si riferisce. Per questo tali numeri e lettere devono essere riportati sulle
corrispondenti voci “stato fisico” e “classi di pericolosità” in sede di annotazione del cari-
co e dello scarico dei rifiuti.
Sui fogli del registro (quindi sui fogli successivi al frontespizio utilizzati per le singole
operazioni di carico e scarico) devono essere riportati:
– nella prima colonna
• informazioni relative alla data dell’operazione ed il numero del formulario con la data di
effettuazione del trasporto.
segue 43
Rubriche Come si fa...

segue Che cosa deve risultare – nella seconda colonna


dal registro • caratteristiche del rifiuto, e cioè:
– Cer;
– descrizione;
– stato fisico (1. Solido polverulento; 2. Solido non pulverulento; 3. Fangoso palabile; 4.
Liquido);
– classi di pericolo (solo per i rifiuti pericolosi);
– destinazione del rifiuto con l’indicazione del codice di attività di cui agli allegati “B” e
“C”, Dlgs 22/1997 (es. D1, D2 ecc. oppure R1, R2 ecc.) (se la registrazione è riferita al-
lo scarico);
– quantità dei rifiuti (in kg o in litri).
– nella terza colonna
• dati del produttore o detentore e del trasportatore e cioè:
– denominazione o ragione sociale;
– codice fiscale;
– indirizzo.
– nella quarta colonna
• dati del destinatario e cioè:
– denominazione o ragione sociale;
– codice fiscale;
– indirizzo;
• destinazione del rifiuto con l’indicazione del codice di attività di cui agli allegati “B” e
“C”, Dlgs 22/1997 (es. D1, D2 ecc. oppure R1, R2 ecc.);
• eventuali annotazioni.

Ambito di applicazione e profili soggettivi


Quali sono i soggetti tenuti Quando si parla di registri di carico e scarico, con riferimento ai soggetti esclusi o obbli-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

all’osservanza dell’obbligo gati, inevitabilmente si parla anche di Mud (Modello unico di dichiarazione ambientale).
di registro Infatti, per l’individuazione dei soggetti obbligati alla tenuta e all’annotazione dei registri,
l’articolo 12, Dlgs 22/1997 opera di rinvio al precedente articolo 11 relativo al catasto
dei rifiuti che, al comma 3, individua il Mud di cui alla legge 70/1994 come il mezzo per
fornire i dati sui quali si innesta la riorganizzazione del catasto rifiuti oggetto del Dm 4 a-
gosto1998, n. 372. Ai sensi dell’articolo 12, comma 1, le annotazioni sui registri sono,
infatti, utilizzate “ai fini della comunicazione annuale al Catasto”.
Tra i due obblighi, pertanto, esiste un rapporto di causa/effetto; questo significa che l’indivi-
duazione di chi deve osservare l’obbligo con riguardo ai registri, inevitabilmente rende visibi-
le chi deve compilare ed inviare il Mud (si veda, tuttavia, per i rifiuti pericolosi diversi dagli
urbani, nota 3). Si tenga, inoltre, presente che il gestore del servizio idrico che tratta rifiuti ex
articolo 36, commi 3 e 5, Dlgs 152/1999 sulla tutela delle acque è soggetto al solo obbligo
di registro e non anche a quello di Mud ex articolo 36, comma 7, Dlgs 152/1999.

– Rifiuti non pericolosi


1) Raccoglitori e trasportatori di rifiuti prodotti da terzi;
2) soggetti che svolgono le operazioni di recupero e smaltimento dei rifiuti;
3) commercianti e intermediari di rifiuti (Modello A se con detenzione; Modello B se sen-
za detenzione);
4) imprese ed enti produttori di:
• rifiuti derivanti da lavorazioni industriali e artigianali (articolo 7, c. 3, lettera c), d) (2);
• rifiuti derivanti da attività di recupero e smaltimento di rifiuti (articolo 7, comma 3, let-
tera g);
• fanghi da:
– potabilizzazione acque;
– altri trattamenti acque;
– depurazione acque reflue;
– abbattimento di fumi (articolo 7, comma 3, lettera g).

– Rifiuti pericolosi
1) Raccoglitori e trasportatori di rifiuti prodotti da terzi;
2) soggetti che svolgono le operazioni di recupero e smaltimento dei rifiuti;
3) commercianti e intermediari di rifiuti (Modello A se con detenzione; Modello B se sen-
za detenzione);
4) imprese ed enti e soggetti diversi da imprese ed enti che producono rifiuti (3);
5) imprenditori agricoli di cui all’articolo 2135 C.c. con un volume di affari annuo supe-
44 riore a 7.746,85 euro.
Rubriche Come si fa...
Quali sono i soggetti esclusi – Rifiuti non pericolosi
dalla osservanza dell’obbligo 1) Imprenditori agricoli di cui all’articolo 2135 Codice civile sempre e a prescindere dal
di registro volume d’affari annuo;
2) imprese commerciali e di servizi;
3) piccoli imprenditori artigiani di cui all’articolo 2083 Codice civile con un numero di di-
pendenti uguale o inferiore a 3 (4);
4) produttori di rifiuti (industriale, artigiano, commerciante, agricoltore, esercente servizi)
che li conferisce al Servizio pubblico di raccolta (5);
5) soggetti che raccolgono e trasportano rifiuti e abilitati allo svolgimento delle attività mede-
sime in forma ambulante, limitatamente ai rifiuti che formano oggetto del loro commercio;
6) raccoglitori e trasportatori in conto proprio di rifiuti da loro stessi prodotti (infatti l’ob-
bligo è riferito alla raccolta e trasporto effettuati “a titolo professionale”);
7) Conai, Cobat, Coou, Conoe, Consorzi imballaggi e Polieco;
8) produttore di rifiuti da manutenzione ordinaria reti fognarie e dei rifiuti derivanti da altri
impianti di trattamento acque reflue urbane (articolo 36, comma 7, Dlgs 152/1999).
– Rifiuti pericolosi
1) Imprenditori agricoli di cui all’articolo 2135 C.c. solo se hanno un volume d’affari an-
nuo inferiore a 7.746,85 euro;
2) produttori di rifiuti (industriale, artigiano, commerciante, agricoltore, esercente servizi)
che li conferisce al Servizio pubblico di raccolta (si veda nota 5);
3) soggetti che raccolgono e trasportano rifiuti e abilitati allo svolgimento delle attività mede-
sime in forma ambulante, limitatamente ai rifiuti che formano oggetto del loro commercio;
4) raccoglitori e trasportatori in conto proprio di rifiuti da loro stessi prodotti (infatti l’ob-
bligo è riferito alla raccolta e trasporto effettuati “a titolo professionale”);
5) Conai, Cobat, Coou, Conoe, Consorzi imballaggi e Polieco;
6) produttori di rifiuti da manutenzione ordinaria reti fognarie e dei rifiuti derivanti da altri
impianti di trattamento acque reflue urbane.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


Come si legge la locuzione I requisiti dimensionali per la esenzione dall’obbligo di registro (e, quindi, di Mud) previsti
“piccoli imprenditori artigiani di cui per gli artigiani in ordine ai rifiuti non pericolosi sono i seguenti: piccoli imprenditori arti-
all’articolo 2083 C.c.” giani di cui all’articolo 2083 C.c. (cioè “…coloro che esercitano un’attività di raccolta
ai fini dell’esenzione professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e della propria famiglia”)
dall’obbligo di tenuta che non hanno più di tre dipendenti. (articolo 11, comma 3, Dlgs 22/1997).
È pertanto contestuale la presenza delle due condizioni:
– la prima (positiva) di essere un piccolo imprenditore artigiano;
– la seconda (negativa) di non avere più di tre dipendenti.
Non si ritiene possibile assimilare ai dipendenti altro tipo di personale quali soci lavorato-
ri o associati in partecipazione. La dizione “piccoli imprenditori artigiani di cui all’articolo
2083 C.c.”, tuttavia non è mai apparsa sufficiente per individuare le attività che ricadono
in questa situazione; infatti, l’imprenditore artigiano e l’impresa artigiana sono compita-
mente definiti agli articoli 2, 3, e 5, legge 8 agosto 1985, n. 443. L’articolo 2 fa esplicito
riferimento all’articolo 2083 C.c. cit., intervenendo quindi a specificare natura, dimen-
sione e funzioni dell’artigiano. Altrettanto chiari sono gli articoli citati nel definire i limiti
dimensionali, la possibilità di contemplare oltre i dipendenti l’apporto di soci e collabora-
tori. Le modifiche alla legge 443/1985 cit. consentono, infine, di poter costituire una im-
presa artigiana anche in forma societaria a responsabilità limitata. Nello stesso senso si
è pronunciata la I Sezione civile della Corte di Cassazione con la sentenza 25 luglio
2001, n. 10118. Ne consegue che ai sensi dell’articolo 11, comma 3, Dlgs 22/1997 è
da considerare artigiana l’attività ricadente nelle previsioni della legge 443/1985, con
non più di tre dipendenti, a cui vanno aggiunti eventuali soci o collaboratori.

Come possono tenere il registro I “piccoli” produttori di rifiuti sono i soggetti la cui produzione annua non eccede:
i “piccoli” produttori di rifiuti – 5 tonnellate di rifiuti non pericolosi;
– 1 tonnellata di rifiuti pericolosi.
Costoro possono adempiere all’obbligo della tenuta dei registri di carico e scarico dei ri-
fiuti anche tramite le loro associazioni di categoria o le società di servizi delle associazio-
ni di categoria medesime, le quali provvedono ad annotare i dati previsti con cadenza
mensile, mantenendo presso la sede dell’impresa copia dei dati trasmessi.
In questo caso, il registro può essere tenuto in forma “multiaziendale”, cioè utilizzando lo
stesso modulo continuo (sempre conforme agli allegati A e B al Dm 148/1998) per più
soggetti, previa opportuna vidimazione effettuata nel rispetto della procedura prevista dal-
la normativa vigente per le scritture contabili

Cfr. Articolo 12, comma 4, Dlgs 22/1997; articolo 1, comma 6, Dm 148/1998; Circolare
Ambiente/Industria 4 agosto 1998, punto 2, lettera f). 45
Rubriche Come si fa...

Chi è l’intermediario di rifiuti Per capire esattamente chi sia l’intermediario è necessario ridenominarlo in termini esat-
ti e precisamente: “mediatore” e, quindi, porre mente alla definizione che di esso viene
fornita dall’articolo 1754 C.c. e precisamente “È mediatore colui che mette in relazione
due o più parti per la conclusione di un affare, senza essere legato ad alcuna di esse da
rapporti di collaborazione, di dipendenza o di rappresentanza”.
Pertanto, caratteristica della figura del mediatore è la sua autonomia, cioè la sua impar-
zialità, rispetto ad altri soggetti del rapporto.
Costui, quindi, non può operare nell’interesse di nessuna delle parti. Avrà diritto al com-
penso (“provvigione”) solo se l’affare, grazie alla sua opera, giunge a buon fine (articolo
1755 C.c.). Pertanto, l’intermediario, per essere tale, deve essere autonomo rispetto agli
altri soggetti della transazione.
L’intermediario con detenzione di rifiuti, però, si qualifica come un gestore (come ricorda
la Circolare Ambiente/Industria 4 agosto 1998 sui registri e sui formulari, punto 2, lette-
ra i ). Infatti, costui pone in essere sui rifiuti o una operazione di smaltimento o una ope-
razione di recupero. Tale operazione si sostanzia (quantomeno) in uno stoccaggio (depo-
sito preliminare se i rifiuti vanno a smaltimento; messa in riserva se i rifiuti vanno a recu-
pero). Quindi, in questo caso l’intermediario si “trasforma” in gestore di rifiuti a tutti gli
effetti, con tutto quel che ne consegue.
Inoltre, se (ad esempio) l’intermediario è anche trasportatore, costui è direttamente gesto-
re a nulla rilevando il fatto che sia intermediario. Quindi, non dovrà compilare il modello B,
Dm 145/1998 sui registri di carico e scarico, bensì il modello A; non dovrà essere indica-
to nelle annotazioni del formulario come mero intermediario, bensì come trasportatore
nella parte del documento ad esso dedicata.

Come usare il registro


Su che cosa va redatto Su apposito bollettario conforme agli allegati A e B al Dm 148/1998. Se si usano stru-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

menti informatici, occorre utilizzare carta a modulo continuo (sempre conforme agli alle-
gati A e B al Dm 148/1998). La stampa di tali registri deve essere effettuata con la ca-
denza prevista per le diverse categorie di operatori dall’articolo 12, comma 1, Dlgs 22/
1997 e comunque in sede di verifica da parte degli organi di controllo.

A che cosa va riferita L’annotazione in carico e scarico effettuata sul registro va riferita ad ogni singolo formu-
la singola annotazione lario; quindi, ad ogni singolo Cer.

Cfr. Circolare Ambiente/Industria 4 agosto 1998, punto 2, lettera i).

Come iniziare ad usarlo Innanzitutto occorre compilare il frontespizio del bollettario (o la prima pagina del modulo
continuo) riportando gli elementi identificativi richiesti (Ditta, residenza o domicilio, ecc.)
Tutti i dati vanno indicati prima della vidimazione, ad eccezione di quello relativo a “ubi-
cazione dell’esercizio” che può anche essere indicato dopo la vidimazione ma comunque
prima di effettuare la prima annotazione.

Cfr. Circolare Ambiente/Industria 4 agosto 1998, punto 2, lettera a).

Dove numerarlo e vidimarlo Dopo tale compilazione, il registro deve essere numerato e vidimato da parte dell’Ufficio
del Registro. In difetto di tale compilazione la numerazione e la vidimazione non può es-
sere effettuata.
Per la vidimazione dei registri “multiaziendali” e delle scritture sostitutive è possibile a-
dottare la procedura prevista dalla normativa vigente per le scritture contabili.

Cfr. Articolo 1, comma 6, Dm 148/1998.

Quanto costa vidimare il registro La vidimazione è gratuita al pari della bollatura (6).

Dove registrarlo Da nessuna parte, a differenza del formulario che, invece, va registrato sul registro Iva-
acquisti.

Come descrivere il rifiuto Alla voce “descrizione” dovrà riportarsi l’aspetto esteriore dei rifiuti che consente di iden-
tificare il rifiuto con il massimo grado di accuratezza, tenuto conto che la descrizione del
Cer non è sempre esaustiva, soprattutto in riferimento ai codici che negli ultimi due
campi numerici recano le cifre “99”.

46
Cfr. Circolare Ambiente /Industria 4 agosto 1998, punto 1, lettera o).
Rubriche Come si fa...
Se e dove indicare le caratteristiche Se si tratta di un rifiuto pericoloso, le caratteristiche di pericolo (H) vanno sempre indica-
di pericolo (H) te subito dopo lo stato fisico. Nulla è mutato in esito alla direttiva Ministro dell’ambiente
e della tutela del territorio 9 aprile 2002 che non è fonte normativa (la quale, peraltro, ri-
corda che solamente le parole “individuate sulla base dell’allegato E” contenute nelle i-
struzioni allegate al Dm 148/1998 “perdono significato” in ragione del nuovo sistema di
classificazione e codificazione disposto dalla decisione 2000/532/Ce, come richiamata
dal regolamento Ce 2557/2001.

Quale numero e quale data Sia per il Modello A sia per il Modello B, alla voce “Formulario n. … del …” devono es-
del formulario riportare nella prima sere riportati:
colonna del registro – numero progressivo del formulario (quello in alto a destra);
– data di emissione del singolo formulario (quella in alto a destra).

Cfr. Circolare 4 agosto 1998, punto 2, lettera c).

Quando deve essere annotato Ai sensi dell’articolo 12, comma 1, lettera da a) a d), Dlgs 22/1997 i termini previsti per
il registro le annotazioni sono diversificati in ragione delle caratteristiche soggettive di colui il quale
gestisce il rifiuto e, quindi, procede all’annotazione, e precisamente:
– produttore/detentore, entro una settimana dalla produzione e dallo scarico;
– trasportatore, entro una settimana dalla effettuazione del trasporto (7);
– destinatario finale, entro 24 ore dalla presa in carico;
– commerciante e intermediario entro una settimana dalla relativa transazione (8).

Quando deve essere apposto In esito a quanto specificato al punto precedente, il “numero di registro” è noto solo do-
il “numero di registro” sul formulario po aver annotato il registro di carico/scarico.
Quindi il “numero di registro” potrà e dovrà essere riportato sul formulario entro i suindi-
cati termini previsti dall’articolo 12, comma 1, lettera da a) a d), Dlgs 22/1997 per le an-
notazioni dei registri da parte dei singoli soggetti.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


Questo comporta che durante il trasporto il formulario può essere sprovvisto del “numero
di registro”. A parte tale eccezione, che discende dal sistema, il formulario deve essere
sempre compilato in ogni sua parte.

Cfr. Circolare Ambiente /Industria 4 agosto 1998, punto 1, lettera k).

Come indicare la numerazione Ogni operazione ha un numero progressivo e una data. Le operazioni si susseguono in
delle operazioni logica consequenziale fino all’esaurimento del registro e senza ricominciare dal n. 1 all’i-
nizio di ogni anno. Infatti, sul frontespizio del registro il numero e la data delle registra-
zioni prescindono dall’anno (di inizio e fine) e vanno indicate con riferimento alla “ca-
pienza” del registro medesimo.

Come indicare le “quantità” • Modello A:


– in kilogrammi o in litri e in metri cubi.
• Modello B:
– in kilogrammi o in litri.

Per quanto tempo occorre Quindi, il Legislatore ha lasciato le imprese libere di esprimere le unità di misura dei vari
conservare il registro carichi in litri oppure in kg ma ha imposto l’obbligo di indicazione dei rifiuti anche in me-
tri cubi (obbligo di equivalenza che però viene meno per il registro di carico e scarico di
commercianti e intermediari senza detenzione).
Occorre, dunque barrare l’unità di misura utilizzata e aggiungere accanto il quantitativo
(nel Modello A, inoltre, è sempre necessario apporre anche i metri cubi).
5 anni a decorrere dalla data dell’ultima registrazione, ad eccezione dei registri relativi
allo smaltimento in discariche che devono essere conservati “a tempo indeterminato” ed
al termine dell’attività devono essere consegnati all’autorità che ha rilasciato l’autorizza-
zione.

Cfr. Articolo 12, comma 3, Dlgs 22/1997.

Dove tenere il registro – Presso ogni impianto (e non stabilimento) di produzione, di stoccaggio, di recupero e
di smaltimento di rifiuti;
– presso la sede delle imprese che effettuano attività di raccolta e trasporto;
– presso la sede dei commercianti ed intermediari (senza detenzione) dei rifiuti.

Cfr. Articolo 12, comma 3, Dlgs 22/1997; Circolare Ambiente /Industria 4 agosto 1998,
p. 2, lettera k). 47
Rubriche Come si fa...

Dove tenere il registro per i rifiuti Nell’ambito della Provincia dove l’attività è svolta, presso le sedi di coordinamento orga-
prodotti dalle attività nizzativo o altro centro equivalente comunicato preventivamente alla Provincia medesima
di manutenzione (anche nel caso in cui la installazione e la gestione avvengano mediante appaltatori).
delle reti e utenze diffuse
Cfr. Articolo 12, comma 3-bis, Dlgs 22/1997.

Dove conservare il registro Nel medesimo luogo dove viene conservato il formulario. Quindi per “Ubicazione dell’e-
sercizio” si deve intendere:
– sede dell’impianto di produzione, stoccaggio, recupero e smaltimento dei rifiuti o la
sede operativa delle imprese che effettuano attività di raccolta e trasporto, commercio e
intermediazione (senza detenzione) di rifiuti;
– sede di coordinamento organizzativo o centro equivalente di cui all’articolo 12, comma
3-bis, Dlgs 22/1997.

Cfr. Circolare Ambiente /Industria 4 agosto 1998, punto 1, lettera i).

Come tenere e conservare Sempre integrato con il formulario di cui all’articolo 15, Dlgs 22/1997
il registro
Cfr. Articolo 12, comma 3, Dlgs 22/1997

Quanti registri tenere È possibile tenere un solo registro per le diverse attività (produzione, recupero, smalti-
mento, trasporto, intermediazione e commercio con detenzione). In questo caso devono
essere barrate le caselle corrispondenti alle attività svolte presenti nel frontespizio del
Modello A. Tuttavia, in caso di più impianti distinti all’interno di un medesimo stabilimen-
to, ogni impianto dovrà disporre di un registro di carico e scarico

Cfr. Circolare Ambiente /Industria 4 agosto 1998, punto 1, lettera k).


RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

Quanti registri usare in caso In caso di raccolta di rifiuti speciali della stessa tipologia ed individuati con lo stesso codi-
di “microraccolta” ce (Cer) da parte di un unico raccoglitore/trasportatore presso più produttori/detentori, il
raccoglitore/trasportatore provvede ad effettuare un’unica annotazione sul proprio registro
di carico e scarico. La registrazione unica, però, dovrà riguardare le utenze servite nell’ar-
co della stessa giornata e dovrà contenere gli estremi dei formulari emessi nell’arco della
medesima giornata. Quindi, ogni presa deve essere assistita da un singolo formulario.

Cfr. Circolare Ambiente /Industria 4 agosto 1998, punto 2, lettera m).

Quale registro usare Il registro di carico e scarico di cui al Dm 148/1998 va tenuto ed annotato anche per gli oli
per gli oli minerali usati minerali usati.

Cfr. Circolare Ambiente /Industria 4 agosto 1998, punto 1, lettera l).

Quale formulario va annotato Nel caso in cui in una transazione avente ad oggetto rifiuti, si inserisca un intermediario
sul registro dell’intermediario che, privo di detenzione, è tenuto a compilare il Modello B allegato al Dm 148/1998, il
senza detenzione formulario da prendere in considerazione ai fini dell’annotazione sul registro è quello del
produttore; mentre – ai fini dell’integrazione con il registro – l’intermediario dovrà alle-
gare al suo registro “copia fotostatica del formulario”.

Cfr. Circolare Ambiente /Industria 4 agosto 1998, punto 2, lettera j).

Dove indicare l’eventuale presenza Nello spazio riservato alle “annotazioni”. Al riguardo si osserva che non esiste alcuna in-
di un intermediario dicazione formale, come non esiste neanche uno spazio apposito all’interno del modello
senza detenzione ove censire l’intermediario; però, poiché il registro si integra con il formulario per con-
sentire la “tracciabilità” del rifiuto, si ritiene necessario riportare nelle annotazioni del
formulario e del registro tutte le indicazioni necessarie per consentire di rintracciare sia
quella singola tipologia di rifiuto, sia tutti i soggetti che hanno partecipato alla sua elimi-
nazione (smaltimento o recupero).

Dove indicare l’eventuale presenza Da nessuna parte, poiché l’intermediario con detenzione equivale ad un gestore e quindi
di un intermediario con detenzione egli, sotto il profilo sostanziale, non esiste come commerciante/intermediario ma solo
come gestore (infatti, deve compilare il Modello A).

Quando è possibile effettuare Se un trasporto non è accompagnato da uno stoccaggio intermedio (cioè quando il tra-
una operazione contestuale sportatore prende in carico i rifiuti e li consegna direttamente ad uno smaltitore recupe-
di carico e scarico
48 segue
Rubriche Come si fa...
segue Quando è possibile effettuare ratore) è possibile effettuare una sola registrazione contestuale di carico e scarico dei ri-
una operazione contestuale fiuti trasportati. In questo caso, nel registro devono esser indicate le date di inizio e di fi-
di carico e scarico ne trasporto.

Cfr. Circolare Ambiente /Industria 4 agosto 1998, punto 2, lettera d).

Come annotare il registro se i rifiuti Si può verificare l’evenienza che all’interno di un’area privata delimitata siano localizzati
viaggiano senza formulario più impianti produttivi gestiti da distinti soggetti giuridici, e tali singole unità produttive
all’interno di un’area dove insistono provvedano alla gestione dei propri rifiuti tramite un soggetto terzo dotato di centro di
più impianti produttivi gestiti stoccaggio autorizzato che è localizzato all’interno dell’area medesima.
da diverse aziende In tal caso la movimentazione dei rifiuti effettuata all’interno di tale area privata delimita-
ta, dai singoli impianti di produzione al centro di stoccaggio, non dovrà essere accompa-
gnata dal formulario. Dai registri di carico e scarico dovrà tuttavia risultare il conferimen-
to dei rifiuti dai diversi impianti produttivi al centro di stoccaggio gestito da un soggetto
terzo all’interno della medesima area privata delimitata. A tal fine dovrà essere utilizzato
l’apposito spazio del registro riservato alle “annotazioni”.

Cfr. Circolare Ambiente /Industria 4 agosto 1998, punto 2, lettera n).

Come integrare il registro, Ai sensi dell’articolo 3, comma 2, lettera a), Dlgs 209/2003, è rifiuto il veicolo che sia
di cui al Dm 148/1998, stato ufficialmente privato delle targhe di immatricolazione (tranne quello utilizzato eslcu-
con il registro sivamente in aree private e cancellato dal Pra a cura del proprietario).
di cui al “Codice della strada” Questo significa che è “rifiuto”, e come tale soggetto alle disposizioni del Dlgs 22/1997,
solo il veicolo cancellato dal Pra. In questo caso, accanto alla disciplina sui registri di ca-
rico e scarico dei rifiuti, occorre tenere in considerazione anche quella prevista dal Dm
Interni 16 ottobre 1995, attuativo del Dlgs 285/1992 e che individua il “modello di regi-
stro da tenersi da parte dei gestori dei centri di raccolta e di vendita dei veicoli a motore
e dei loro rimorchi cessati dalla circolazione e da alienare o da avviare allo smontaggio

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


ed alla successiva riduzione in rottami”.
Per leggere la concreta integrazione tra le due scritture è necessario richiamare la circo-
lare 4 agosto 1998, (fermo restando che il termine “autodemolizione” ivi presente, va
letto come il più generale termine rappresentato da “trattamento”) e precisamente:
• i centri di raccolta dei veicoli sono obbligati a tenere il registro di carico e scarico di cui
al Dm 148/1998 per i rifiuti gestiti e derivanti dall’attività di autodemolizione (rectius:
trattamento) ai sensi dell’articolo 12, Dlgs 22/1997. I medesimi soggetti devono tenere,
inoltre, il registro previsto dal regolamento di cui Dlgs 30 aprile 1992, n. 285 e rappre-
sentato dal Dm Interno 16 ottobre 1995, che deve essere vidimato dalla Questura com-
petente;
• pertanto, poiché tra i due registri esiste un evidente rapporto di integrazione, al fine di
evitare inutili appesantimenti burocratici connessi all’annotazione in entrambi i registri
della presa in carico e dello scarico dei veicoli avviati a demolizione (rectius: trattamen-
to), si ritiene che i soggetti che svolgono attività di autodemolizione (rectius: trattamento)
possono adempiere agli obblighi di tenuta dei registri con le seguenti modalità:
– la presa in carico dei veicoli da demolire può essere annotata solo sull’apposito regi-
stro di entrata e uscita previsto dal regolamento di cui al Dm Interno 16 ottobre 1995. In
tale caso il “numero di registro” da apporre sul formulario di trasporto dei veicoli avviati
a demolizione sarà quello relativo all’annotazione sul registro di cui al Dm interno 16 ot-
tobre 1995 medesimo;
– sul registro di carico e scarico previsto dal Dm Ambiente 148/1998, di conseguenza,
potranno essere annotate solo le operazioni di carico e scarico di rifiuti derivanti dall’atti-
vità di demolizione (rectius: trattamento). In tali casi il numero di registro da apporre sul
formulario di trasporto dei rifiuti prodotti dalla demolizione sarà quello relativo all’annota-
zione sul registro di cui al Dm Ambiente 148/1998;
– nello stesso modo si conducono il concessionario o il gestore della succursale della
casa costruttrice o dell’automercato laddove, procedendo alla cancellazione dal Pra, si
qualificano come “produttori” del rifiuto. Laddove, invece, non procedano a tale cancel-
lazione, essi non possono essere considerati produttori del rifiuto; pertanto, devono an-
notare solo il registro di cui al Dm Interno 16 ottobre 1995.

Profili sanzionatori
Condotte e sanzioni 1) Omessa o incompleta tenuta del registro per rifiuti non pericolosi (Articolo 52, comma
2, prima parte).
Sanzione amministrativa pecuniaria da euro 2.582,28 a euro 15.492,71.
segue 49
Rubriche Come si fa...

segue Condotte e sanzioni 2) Omessa o incompleta tenuta del registro per rifiuti pericolosi (Articolo 52, comma 2,
prima parte).
Sanzione amministrativa pecuniaria da euro 15.492,71 a euro 92.962,24 nonché san-
zione amministrativa accessoria della sospensione da un mese ad un anno della carica
rivestita dal soggetto responsabile dell’infrazione e dall’amministratore.
Sanzione Tali sanzioni sono ridotte:
– rifiuti non pericolosi: da euro 1.032,91 a euro 6.197,48;
– rifiuti pericolosi: da euro 2.065,82 a 12.394,96
nel caso di imprese che occupano un numero di unità lavorative inferiore a 15 dipenden-
ti calcolate con riferimento al numero di dipendenti occupati a tempo pieno durante un
anno, mentre i lavoratori a tempo parziale e quelli stagionali rappresentano frazioni di u-
nità lavorative annue. A tali fini l’anno da prendere in considerazione è quello dell’ultimo
esercizio contabile approvati.
3) Inesattezze formali o incompletezze formali nella tenuta del registro per rifiuti non pe-
ricolosi e pericolosi, ma i dati riportati nel Mud, nei formulari e nelle altre scritture conta-
bili tenute per legge consentono di ricostruire le informazioni dovute (Articolo 52, comma
4, prima parte).
Sanzione amministrativa da euro 77,46 a euro 1.549,37.
4) Mancata conservazione (Articolo 52, comma 4, seconda parte).
Sanzione amministrativa da euro 77,46 a euro 1.549,37.

Competenza per l’irrogazione Provincia.

Quante volte si applica la sanzione L’articolo 8, legge 689/1981, prevede la possibilità di applicare un’unica sanzione per
amministativa a fronte più violazioni di una o più norme ma solo nel caso in cui le stesse siano state commesse
della pluralità delle violazioni con un’unica azione od omissione (concorso formale di illeciti).
Pertanto, la pluralità delle violazioni è invece riconducibile a condotte distinte (concorso ma-
teriale di illeciti).
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

Questo significa che ogni mancata o irregolare annotazione di ogni singola tipologia di ri-
fiuto (ricordiamo che ad ogni tipologia di rifiuto corrisponde una registrazione) rappre-
senta una condotta a sé, caratterizzata da uno specifico produttore/detentore; uno spe-
cifico mezzo di trasporto, uno specifico soggetto trasportatore, uno specifico destinatario
ed un’altrettanto specifica annotazione sul registro (nonché da uno specifico formulario).

Quando si applica la sanzione In altri termini, ogni trasporto di rifiuti ed ogni annotazione devono essere realizzati nei
attenuata di cui al comma 4 modi previsti dalla legge; diversamente si incorre in un illecito amministrativo per il quale
dell’articolo 52, Dlgs 22/1997 il Dlgs 22/1997 stabilisce un’apposita sanzione che viene applicata per ogni movimenta-
anziché quella integrale di cui zione di rifiuti senza annotazione sul registro o per ogni singola annotazione che conten-
al comma 2 del medesimo articolo ga dati inesatti o incompleti.
Il testo di tale comma 4 condiziona l’applicazione del regime sanzionatorio in esso con-
templato alla sussistenza di due condizioni concorrenti:
• la norma richiede che le indicazioni siano incomplete o inesatte dal punto di vista for-
male. Cioè, si deve essere in presenza di un registrazione materialmente eseguita, an-
corché in modo formalmente incompleto o inesatto, in modo che non sussista alcuna
violazione sostanziale delle esigenze di controllo dei flussi di rifiuti sottese all’obbligo di
tenuta dei registri;
• inoltre, impone la ricostruibilità aliunde delle informazioni dovute, cioè la possibilità di
rintracciare tutti i dati obbligatori per legge da una serie di fonti documentali alternative
elencate dalla medesima disposizione (il registro stesso, i formulari di trasporto, il Mud e
le altre scritture contabili obbligatorie). Come risulta dalla lettera della legge, tali presup-
posti non sono alternativi tra loro, ma devono entrambi sussistere per potersi applicare il
più mite trattamento sanzionatorio previsto dall’articolo 52, comma 4.
Questa impostazione ha trovato una recente conferma da parte della giurisprudenza di
legittimità (9). Infatti, la Corte di Cassazione, nel ribadire la ricostruzione del Giudice di
merito che aveva escluso l’applicazione del comma 4, articolo 52, Dlgs 22/1997 in caso
di movimentazioni non annotate sul registro sebbene risultanti dai formulari (10) ha pre-
cisato come l’obbligo della tenuta del registro di carico e scarico non possa essere a-
dempiuto per relationem, ossia mediante il rinvio ad altri documenti diversi dal registro
medesimo (11). Come sottolineato dalla giurisprudenza (12), l’obbligo imposto dall’arti-
colo 12, Dlgs 22/1997 non riveste solo natura formale, in quanto la funzione propria dei
registri è quella di “consentire un controllo sulla natura e sulla quantità dei rifiuti prodotti,
in modo da adottare le opportune cautele per la raccolta e lo smaltimento legittimo degli
stessi” (13).
Quindi, nell’ipotesi in cui nel registro non siano affatto annotate determinate operazioni
50 segue
Rubriche Come si fa...
segue Quando si applica la sanzione di carico o di scarico dei rifiuti, pur documentate dai formulari prescritti dall’articolo 15,
attenuata di cui al comma 4 Dlgs 22/1997, la corretta compilazione dei formulari non rileva ai fini dell’applicazione
dell’articolo 52, Dlgs 22/1997 della sanzione relativa alle violazioni concernenti i registri, che è – e resta – quella previ-
anziché quella integrale di cui sta dal comma 2, dell’articolo 52, Dlgs 22/1997.
al comma 2 del medesimo articolo Peraltro, va rilevato che nel caso in cui i formulari di identificazione dei rifiuti trasportati
rechino a loro volta indicazioni incomplete o inesatte, i relativi illeciti amministrativi (14)
concorrono con la violazione riguardante i registri. Infatti, tale ultima ipotesi integra un
fenomeno di concorso materiale di violazioni amministrative, caratterizzato dalla pluralità
di infrazioni amministrative commessa con una pluralità di condotte; di conseguenza, sul
piano sanzionatorio risulta applicabile la somma algebrica delle sanzioni amministrative
previste per i singoli illeciti (cosiddetto cumulo materiale delle sanzioni).

(1) La categoria dell’Albo relativa ai della disciplina sui registri, bensì di una frazioni, in dodicesimi, di unità lavorati- complete od inesatte rilevanti solo ex
commercianti ed intermediari è la n. 8. semplice rimodulazione della stessa, ve annue. articolo 52, comma 4, poiché integra-
Allo stato, però, essa non è ancora o- che – però – si ritiene non soddisfa (5) In questo caso il Mud è compilato bili mediante l’esame dei formulari di
perante. Poiché, tecnicamente, si trat- appieno le disposizioni comunitarie, dal soggetto che gestisce tale servizio, trasporto, bensì di indicazioni del tutto
ta di una cd. “norma di organizzazio- poiché i registri e il formulario si inte- ovviamente solo nei limiti delle quantità omesse atte ad integrare la fattispecie
ne”, la sua attuale non operatività non grano e i primi non possono sostituire conferite. Se un Comune affida il servi- di cui al comma 2 che sanziona, oltre
significa che i commercianti ed inter- il secondo e viceversa. È appena il ca- zio in concessione, la compilazione del la mancata tenuta del registro rifiuti,
mediari non possano svolgere la pro- so di ricordare che – da sempre – tali Mud (ex articolo 11, comma 3) è effet- anche la tenuta in modo incompleto
pria attività; essi la svolgono ma, in di- professionisti devono conservare an- tuata dal soggetto concessionario. Ciò del suddetto registro. Diversamente o-
fetto della iscrizione all’Albo gestori ri- che la quarta copia del formulario. vale anche in caso di rifiuti speciali pinando, verrebbe a svuotarsi presso-
fiuti, non sono perseguibili. Tale rimodulazione della disciplina – “non assimilati/non assimilabili” agli ché completamente la fattispecie san-
(2) Per lavorazione industriale o artigia- che contrasta, come richiamato nei urbani, ma gestiti in regime di conven- zionatoria in questione”.
nale si intende qualsiasi attività di pro- preamboli del Ddl, con la circolare del zione dal gestore pubblico. La norma, (11) Sul tema dei rapporti tra i commi
duzione di beni, anche condotta all’in- MinAmbiente 14 dicembre 1999 (che infatti, si riferisce a “rifiuti” general- 3 e 4 dell’articolo 52 in materia di tra-
terno di un’unità locale avente caratte- peraltro, non aveva neanche dignità di mente intesi e senza distinzione, per sporto dei rifiuti si veda Corte di
re prevalentemente commerciale o di Circolare, ma era una semplice nota cui è ragionevole ricomprenderli tutti. Il Cassazione, III sezione penale, senten-
servizio, purché tale lavorazione sia i- dell’allora Ministro dell’ambiente gestore dovrà sempre usare la sola za 23 maggio 2001, in Foro it., 2002,
dentificabile in modo autonomo e non Ronchi ai soggetti interessati) la quale scheda “RIF” e non quella “RU”. p. 180 e seguenti, con nota di
finalizzato allo svolgimento dell’attività ribadiva l’esclusione da tali obblighi (6) A pag. 34 di “Rifiuti” n. 125 Gianfranco Amendola. La sentenza

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


commerciale (cfr. istruzioni allegate al per i rifiuti speciali sanitari prodotti dai (01/06) è riportata la relativa Risolu- chiarisce che: “La divergenza tra il nu-
Dpcm 24 dicembre 2003 – Mud). medici di famiglia non inquadrati in or- zione dell’Agenzia delle Entrate 11 no- mero dei contenitori…indicato nel pre-
(3) Nel Ddl recante la Legge Co- ganizzazione d’impresa – è dovuto vembre 2005, n. 159/E. scritto formulario e quello dei conteni-
munitaria 2005, approvato il 14 di- all’ordinanza della Corte di Giustizia Ce (7) Si ritiene che il termine per l’anno- tori oggetto del trasporto rientra nella
cembre 2005 dal Senato (articolo 11 28 settembre 2004 (C-115-03) la tazione “in carico” decorra dall’inizio fattispecie criminosa prevista dall’arti-
AS 3509 e articolo 7 AC 5767), si in- quale statuisce che l’obbligo di tenuta del trasporto. colo 52, comma 3, Dlgs 5 febbraio
troduce l’obbligo – per i soggetti che del registro – ex direttiva 91/689/Cee (8) Si tratta, ovviamente, dei commer- 1997 n. 22. Essa, infatti, costituisce
non siano inquadrati nella organizza- “relativo ai rifiuti pericolosi, riguarda cianti e degli intermediari senza deten- un’inesattezza determinata da un con-
zione di un Ente o di una impresa (in tutti i produttori di questi rifiuti, tra cui zione. I commercianti e intermediari trasto reale e non da un difetto pura-
precedenza esclusi dal Dlgs 22/1997) gli studi medico-dentistici, e non solo i con detenzione rientrano inevitabil- mente formale, dovuto a inesattezza o
e che producano rifiuti pericolosi non produttori di rifiuti pericolosi che eser- mente nel concetto di gestione; per- incompletezza di registrazione comun-
urbani – di tenuta dei registri di carico citano la loro attività sotto forma di tanto, costoro, devono rispettare (a se- que ovviabile, per cui non può dar luo-
e scarico (articolo 12, Dlgs 22/1997). un’impresa o di un Ente”. conda dei casi) i tempi di annotazione go all’infrazione amministrativa con-
Tale obbligo è ritenuto soddisfatto “at- Che l’adeguamento al dettato comuni- previsti per produttori/detentori, tra- templata dal comma 4 dello stesso ar-
traverso la conservazione, in ordine tario sia stato fatto in modo surrettizio, sportatori e destinatari finali. ticolo”.
cronologico, delle copie del formulario è confermato dal fatto che i professio- (9) Corte di Cassazione, I sezione civi- (12) Già citata Corte di Cassazione, I
proprie del detentore”; quindi, attraver- nisti non devono neanche compilare e le, sentenza 27 agosto 2004, n. sezione civile, sentenza 27 agosto
so la conservazione della prima copia spedire il Mud, il che spezza il nesso 17115, in www.reteambiente.it, Se- 2004, n. 17115.
del formulario di trasporto di cui all’ar- funzionale tra registri e Mud, unico zione Rifiuti, Documentazione comple- (13) In tal senso, G. Amendola, I nuovi
ticolo 15, Dlgs 22/1997. modo per garantire un effettivo con- mentare. obblighi per la gestione dei rifiuti,
A ben guardare questo obbligo nulla trollo di quanto prodotto e quanto (10) Tribunale di Como, Sez. distacca- Maggioli editore, 1999, p. 27 e s.
aggiunge alle modalità gestionali dei ri- smaltito (o recuperato) nel corso ta di Menaggio, 22 dicembre 1999, n. (14) Si rammenta che l’articolo 52,
fiuti pericolosi da parte dei professioni- dell’anno solare di riferimento. 37-c, ove si legge: “Nel caso di specie comma 3, Dlgs 22/1997 punisce la
sti. Infatti, l’obbligo di conservazione (4) Il numero di dipendenti si calcola è stata integralmente omessa l’annota- condotta di trasporto di rifiuti senza
della prima copia del formulario è da con riferimento al numero di dipenden- zione sui registri di carico e scarico di formulario di cui all’articolo 15 ovvero
sempre un loro preciso obbligo. ti occupati a tempo pieno durante l’an- ben sette operazioni di movimentazio- con formulario contenente dati incom-
Semplicemente in questo modo, si di- no cui si riferisce la dichiarazione, au- ne dei rifiuti… la cui ricostruzione è pleti o inesatti con sanzione ammini-
spone che il formulario tiene luogo del mentato delle frazioni di unità lavorati- stata effettuata solo sulla scorta dell’e- strativa se il trasporto riguarda rifiuti
registro. Quindi, non si tratta di un al- ve dovute ai lavoratori a tempo parziale same dei formulari. Non si tratta per- non pericolosi e con sanzione penale
largamento del campo di applicazione e a quelli stagionali che rappresentano tanto di indicazioni formalmente in- nel caso di trasporto di rifiuti pericolosi.

Letture consigliate Di seguito si evidenziano le “letture consigliate”, cioè gli interventi, i questi risolti e le sentenze di legittimità
che, in ordine all’argomento, sono già stati pubblicati da questa Rivista o su www.reteambiente.it; tra pa-
rentesi è indicato il riferimento di pubblicazione.
Interventi
S. Pallotta e M. Santoloci “Procedimento amministrativo sanzionatorio in materia ambientale, il pagamento in misura tra Dlgs 22/1997 e
Dlgs 152/1999”; n. 107 (5/04).
S. Pallotta “L’atto di contestazione degli illeciti amministrativi in materia di rifiuti tra “Decreto Ronchi” e legge 689/1981”;
n. 111 (10/04).
S. Baroni e P. Zoppellari “Caratterizzazione di rifiuti pericolosi: attribuzione della caratteristica di pericolo H”; n. 113(12/04). 51
Risposte a quesiti
Rubriche Come si fa...

S. Pallotta “Reato di gestione non autorizzata e violazione degli obblighi di tenuta dei registri”; n. 118 (5/05).
S. Pallotta “Registri di carico e scarico dei rifiuti e compilazione da parte del produttore: il termine settimanale per eseguire
le annotazioni in carico decorre dalla produzione”; n. 122 (10/05).
S. Pallotta “Registri di carico e scarico dei rifiuti e compilazione da parte dei trasportatori: il termine settimanale per esegui-
re le annotazioni in carico decorre dall’inizio del trasporto”; n. 122 (10/05).
S. Pallotta “Registri di carico e scarico e annotazioni del produttore di rifiuti”; n. 122 (10/05).
S. Pallotta “È sempre la Provincia l’Autorità competente a ricevere le memorie difensive contro il verbale di contestazione”;
n. 124 (12/05).
P. Ficco “Modifica sede e segni distintivi dell’impresa: registri e formulari ex novo”; n. 125 (1/06).
S. Pallotta “Annotazione del registro prima della vidimazione”; n. 126 (2/05).

Giurisprudenza di legittimità
Estremi Massima

1) Corte di Cassazione, I Sezione In tema di violazione dell’obbligo di procedere alla registrazione dei rifiuti sull’apposito registro di carico e scarico
civile, sentenza 18 aprile 2005, (articolo 52, comma secondo, Dlgs 22/1997), per rifiuto deve intendersi qualsiasi sostanza od oggetto di cui il
n. 7962 produttore o il detentore si disfa, senza che assuma rilievo la circostanza che ciò avvenga attraverso lo smalti-
mento del prodotto o il suo recupero, ovvero che il predetto abbia l’intenzione di riutilizzarla, a meno che, in que-
st’ultima ipotesi, non sia necessario alcun trattamento dei residui, sicché la sostanza può essere immediatamente
utilizzata come materia prima.

2) Corte di Cassazione, I Sezione La infrazione amministrativa, prevista dall’articolo 52 del Dlgs 22/1997, consistente nella (omessa o) incompleta
civile, sentenza 29 dicembre tenuta dei registri di carico e scarico dei rifiuti speciali e pericolosi, si realizza allorché difetti una delle condizioni
2004, indicate dall’articolo 12 dello stesso Dlgs 22/1997 per la regolarità della registrazione, e cioè la numerazione e vi-
n. 24087 dimazione di ciascun foglio del Registro e la successiva annotazione con le informazioni sulle caratteristiche quali-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

tative e quantitative dei rifiuti, con le modalità ed entro i tempi indicati dal medesimo articolo 12, Dlgs 22/1997.

3) Corte di Cassazione, I Sezione In tema di disciplina dei rifiuti, il Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22 ha mantenuto l’obbligo della tenuta del registro di
civile, sentenza 23 novembre carico e di scarico dei rifiuti pericolosi e speciali e l’obbligo di annotarvi le informazioni sulle caratteristiche quali-
2004, tative e quantitative dei rifiuti, prevedendo, per la violazione di tali obblighi, una sanzione amministrativa anziché
n. 22116 penale (come era nella disciplina previgente di cui al Dpr 10 settembre 1982, n. 915 e al Dl 9 settembre 1988,
n. 397, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 1988, n. 475); nel contempo – in particolare attra-
verso l’articolo 55, comma terzo – detto Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22 ha inteso regolare in via transitoria la suc-
cessione tra la norma penale e quella che configura l’illecito amministrativo, evitando che condotte, tenute nel vi-
gore della norma incriminatrice, e successivamente depenalizzate, risultino prive di ogni sanzione. È pertanto le-
gittima l’applicazione della sanzione amministrativa di cui al Dlgs 22/1997 per la violazione degli obblighi di tenu-
ta ed annotazione del registro di carico e scarico, ancorché la condotta omissiva sia stata posta in essere quando
il fatto era considerato dalla legge come reato.

4) Corte di Cassazione, I Sezione In tema di sanzioni amministrative dettate nella disciplina dei rifiuti, l’articolo 52, comma secondo, Dlgs 22/1997
civile, sentenza 27 agosto 2004, contempla due tipi distinti di violazioni riguardanti, da un lato, l’omessa tenuta del registro e, da un altro, la tenuta
n. 17115 di esso in modo incompleto. A differenza della prima fattispecie, che attiene alla totale violazione dell’obbligo do-
cumentale, la seconda presuppone la istituzione del registro e consiste nella violazione dell’obbligo di annotazio-
ne. Infatti, l’obbligo della tenuta del registro di carico e scarico, che ha funzione di consentire un controllo sulla
natura e sulla quantità dei rifiuti prodotti, in modo da adottare le opportune cautele per la raccolta e lo smaltimen-
to legittimo degli stessi, non può essere adempiuto per relationem, attraverso l’utilizzazione di altra documenta-
zione, ma esige rigore formale, com’è dimostrato dalla sua necessaria esecuzione nei tempi prefissati dall’articolo
12, comma primo, Dlgs 22/1997 citato, che per i produttori di rifiuti è di una settimana dalla produzione e dallo
scarico del medesimo (lettera e ).

5) Corte di Cassazione, I Sezione In tema di rifiuti speciali, l’esonero dall’obbligo della tenuta del registro di carico e scarico, in virtù del richiamo o-
civile, sentenza 25 luglio 2001, perato dall’articolo 12 del Dlgs 22/1997 all’articolo 11 dello stesso decreto – che esclude i piccoli imprenditori
n. 10118 artigiani di cui all’articolo 2083 C.c. che non hanno più di tre dipendenti, limitatamente alla produzione di rifiuti
non pericolosi, dall’obbligo di comunicazione di cui allo stesso articolo, deve ritenersi esteso agli stessi soggetti.

6) Corte di Cassazione, I Sezione L’omessa tenuta del registro di carico e scarico dei rifiuti speciali pericolosi legittima la P.a. all’irrogazione, nei
civile, sentenza 25 luglio 2001, confronti del contravventore, della sanzione amministrativa di cui agli articoli 12 del Dlgs 22/1997 e segg., non
n. 10103 spiegando, all’uopo, influenza, ai fini sanzionatori “de quibus”, la mancata emanazione dei decreti attuativi del
citato decreto legislativo.

7) Corte Costituzionale, È infondata, con riferimento agli articoli 76 e 77 Cost., la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 52,
30 dicembre 1998, n. 456 Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22, laddove prevede sanzioni di carattere amministrativo per le violazioni degli obblighi
di comunicazione e di tenuta dei registri di carico e scarico dei rifiuti.

52
www.bicaonline.net Da un’idea di Prodotto da

VENEZIA,
16 -17 FEBBRAIO 2006
Terminal Crociere - Nuova Stazione Marittima

Convegni:
“16 Febbraio 2005 - 16 Febbraio 2006: un anno di Protocollo di Kyoto”
“Creare valore attraverso l’integrazione delle differenze: comunicare i servizi nella città multietnica”
“Responsabilità sociale e bilancio etico”
“Espressioni d’ambiente. Tra cinema, teatro e comunicazione”
“Presentazione del Rapporto Bonifiche Federambiente”
Seminari:
“Processi di negoziazione per la realizzazione degli impianti”
“Percorsi di comunicazione interna: humanistic management”
Talkshow:
“Ti faccio vedere come ti riduco. Le strategie di prevenzione e minimizzazione
dei rifiuti raccontate ai cittadini”

Per informazioni rivolgersi a: Segest S.p.a. - Viale Cavour, 147 - 44100 Ferrara - Tel 0532.205455 - Fax 0532.209880 - bica@segest.com
a cura di Paola Ficco
Stefania Pallotta Responsabile sanzioni e contenzioso ambientale Provincia di Venezia – Settore Ambiente

Rubriche Quesiti
condizione che il Piano indichi per ciascun zati in forma di impresa, in quanto rien-
La Rubrica si propone di offrire un supporto opera- porto il fabbisogno di impianti di raccolta e tranti comunque nella nozione di produt-
tivo alla soluzione dei numerosi problemi interpre-
tativi ed applicativi che sorgono nella produzione, l’entità degli impianti disponibili. tore di rifiuti. Non sarebbe conveniente
nella gestione e nel controllo dei rifiuti. Alla luce di tale disposizione, si ritiene che ogni una modifica dell’articolo 11, Dlgs 22/
La Rubrica non esercita attività di consulenza, di- porto debba avere il suo impianto di raccolta. 1997 onde evitare continui ricorsi basati
retta o indiretta, e non fornisce supporto a privati L’articolo 4, comma 1, del citato Dlgs 182/ sul fatto che la lettera della legge non
per motivi personali.
I Curatori risponderanno solo a quesiti ritenuti, a 2003 prevede che il porto sia dotato non solo prevede espressamente detto obbligo?
loro insindacabile giudizio, di valenza generale. di “impianti” di raccolta, ma anche di “servizi”
Ciò al fine di operare una collaborazione culturale di raccolta e che i relativi oneri siano a carico Con l’ordinanza 28 settembre 2004 (C-
e conoscitiva con il Pubblico direttamente coinvolto del gestore del servizio di raccolta medesimo. 115/03) la Corte di Giustizia europea ha sta-
con le tematiche specifiche. Quindi, si ritiene che il fusto di olio abbando- bilito che “l’obbligo di tenere un registro di ri-
Il servizio fornito dalla Rubrica è gratuito ed è ri- nato sulla banchina debba essere smaltito a fiuti pericolosi ai sensi dell’articolo 4 della di-
servato agli abbonati alla Rivista (sia cartacea che cura del citato gestore del servizio di raccolta. rettiva del Consiglio 12 dicembre 1991, 91/
on line) e agli abbonati di “Osservatorio di norma-
tiva ambientale” di ReteAmbiente; pertanto si pre- 689/Cee, relativa ai rifiuti pericolosi, riguarda
ga di evidenziare nel quesito il nome del soggetto 12. Rifiuti pericolosi e cadenza tutti i produttori di questi rifiuti, tra cui gli studi
intestatario dell’abbonamento. dello smaltimento medico-dentistici, e non solo i produttori di ri-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

I quesiti (la cui formulazione non deve superare le Con quale cadenza vanno smaltiti i rifiuti fiuti pericolosi che esercitano la loro attività
10 righe) possono essere inviati al seguente indiriz-
costituiti da filtri, olio minerale e batterie sotto forma di un’impresa o di un Ente”.
zo quesiti@reteambiente.it e troveranno risposta,
ogni mese, su queste pagine. degli automezzi? Questo perché dalla lettura dell’articolo 4, di-
rettiva 91/689/Cee “risulta che la nozione di
I rifiuti pericolosi degli automezzi, prevalente- produttore di rifiuti comprende sia le persone
mente rappresentati da filtri dell’olio, olio mi- fisiche sia le persone giuridiche, senza che
Risponde Paola Ficco nerale usato e batterie al piombo, devono es- abbia rilevanza la forma giuridica sotto cui
sere smaltiti secondo le cadenze di tutte le al- viene svolta l’attività”.
11. Il governo dei rifiuti nel porto è tre tipologie di rifiuti. È opportuno, tuttavia, Tale ordinanza è stata emanata dalla Corte
affidato al Piano di raccolta precisare che una “cadenza” specifica per sulla base dell’articolo 234 del Trattato Ue
Alla luce del Dlgs 182/2003, è possibile l’allontanamento dei rifiuti non è prevista: l’u- (pronuncia interpretativa), e come tale essa
instaurare un solo impianto portuale per nica reperibile nel dato normativo risiede nella deve essere immediatamente applicabile da
più porti limitrofi della stessa Regione? disciplina del deposito temporaneo del pro- parte sia del Giudice italiano di rinvio, sia di
L’impianto portuale può essere sostituito duttore del rifiuto e risiede nell’articolo 6, tutti gli altri Giudici (e Pubbliche amministra-
da un impianto mobile (impianto di com- comma 1, lettera m), n. 2 (per i rifiuti perico- zioni) della Comunità europea. Infatti, si tratta
pattazione)? Per gli imballaggi metallici losi) e n. 3 (per i rifiuti non pericolosi). Si ag- di una ordinanza interpretativa, emanata in e-
(fusti) che contenevano olio lubrificante giungono, ovviamente, le cadenze previste sito ad una domanda di pronuncia pregiudizia-
destinato ai motopesca e forniti dagli im- per le annotazioni sui registri di carico e scari- le circa l’interpretazione dell’articolo 4 della di-
pianti di distribuzione situati sulla banchi- co, declinate dall’articolo 12, comma 1, lette- rettiva 91/689/Cee, relativa ai rifiuti pericolosi.
na e poi abbandonati sulle banchine, la ra da a) a d) in ragione della specificità dei Il dispositivo della sentenza è stato pubblicato
competenza dello smaltimento è deman- singoli soggetti che si pongono in rapporto sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 18
data al distributore (che vende il prodotto con i rifiuti. dicembre 2004 n. C314. Pertanto, da tale
comprensivo di contributo Conai assolto)? data, l’esenzione per i registri di carico e sca-
Oppure è di competenza del proprietario 13. Registri di carico e scarico e rico e per il Mud relativamente ai medici den-
del peschereccio? Mud anche per i dentisti dal 18 di- tisti (in quanto né Enti né imprese) non è più
cembre 2004 applicabile, a prescindere dalle modifiche alla
Lo strumento di gestione della raccolta dei ri- Gli studi medico-dentistici non organizzati legge nazionale.
fiuti nei porti è rappresentato dal relativo in forma d’impresa rientrano tra i soggetti Diverso sarebbe stato se l’ordinanza fosse
Piano elaborato dall’Autorità portuale e appro- obbligati al registro di carico scarico? stata emanata dalla Corte europea ai sensi
vato dalla Regione ai sensi dell’articolo 5, L’articolo 11, comma 3 parla esclusiva- dell’articolo 226 del Trattato europeo (pro-
Dlgs 182/2003. Pertanto la tipologia di im- mente di imprese ed Enti mentre l’ordi- nuncia per inadempimento). In tal caso (e solo
pianti (mobile, fisso ecc.) è stabilita da tale nanza della Corte di Giustizia europea del in tal caso), essa non avrebbe prodotto effetti
Piano. Il comma 5 di tale articolo 5 stabilisce 28 settembre 2004 (causa C-115/03) ritie- immediati. Per renderla esecutiva sarebbe
che un unico piano di raccolta può riguardare ne assoggettati a tale obbligo gli studi stato necessario modificare la legge nazionale
54
più porti ricadenti nella stessa Regione, a medico-dentistici anche se non organiz- (articolo 11, comma 3, Dlgs 22/1997). Ma
nel caso di specie, la pronuncia non è per i- ballaggio non cambia anche se cambia il ma- fonti documentali (ovvero il registro stesso, i

Rubriche Quesiti
nadempimento; pertanto, gli studi medico- teriale di cui è costituito. Pertanto, al casso- formulari di trasporto, la comunicazione al
dentistici non organizzati in forma di impresa netto in plastica è ascrivibile il Cer 15 01 02. Catasto rifiuti e le altre scritture contabili ob-
devono tenere il registro di carico e scarico ed bligatorie), invece per i formulari la norma esi-
inviare il Mud entro il 30 aprile di ogni anno a ge che i dati richiesti siano ricostruibili dal for-
decorrere dalla data di pubblicazione della or- mulario medesimo. In altre parole, il Legi-
dinanza comunitaria sulla Gazzetta ufficiale Risponde Stefania Pallotta slatore ha inteso garantire una sorta di auto-
delle Comunità europee (18 dicembre 2004). nomia documentale del viaggio dei rifiuti: il
15. Omessa indicazione del peso formulario di identificazione è il documento di
Si coglie l’occasione per ricordare i molteplici nel formulario accompagnamento dei rifiuti durante il tra-
ruoli svolti dalla Corte di Giustizia europea, al L’omessa indicazione del peso in partenza sporto e, pertanto, è proprio con riferimento a
fine di meglio comprendere la portata delle al riquadro 6 del formulario rifiuti non pe- quel momento temporale che esso deve ga-
sue pronunce: ricolosi della quantità, ricostruibile solo da rantire che gli organi di controllo possano ve-
– Supremo Giudice amministrativo: quando quanto apposto in arrivo al riquadro 11 rificare la rispondenza tra il viaggio effettiva-
giudica della legittimità rispetto al diritto euro- dal destinatario, integra sempre la viola- mente svolto e quello dichiarato ex ante nel
peo delle decisioni e delle misure adottate zione del comma 3 dell’articolo 52, Dlgs formulario medesimo.
dalle istituzioni nei confronti dei destinatari 22/1997 o può trovare applicazione la Alla luce dell’illustrato testo dell’articolo 52,
della norma (articolo 226 Trattato Ue); sanzione più tenue del comma 4? comma 4, del Dlgs 22/1997, nell’ipotesi di
– Giudice della nomofiliachia comunitaria: formulario relativo a rifiuti non pericolosi man-
quando fornisce ai Giudici ed alla P.a. l’inter- I rifiuti oggetto di un trasporto effettuato da cante dell’indicazione del peso dei rifiuti si ri-
pretazione vincolante del diritto europeo (arti- Enti o imprese devono essere accompagnati tiene applicabile la sanzione prevista nel com-
colo 234 Trattato Ue); da un apposito formulario di identificazione, ma 3 dell’articolo 52 del Dlgs 22/1997.
– Giudice della conformità al Trattato degli al- sul quale vanno indicati i dati relativi al tra- Come prima chiarito, il comma 4 dell’articolo
tri atti normativi della Comunità: quando deci- sporto medesimo. In particolare, l’annotazione 52 riserva la più lieve sanzione in esso conte-
de se un regolamento o una direttiva sono delle caratteristiche (qualitative e quantitative) nuta alle mere incompletezze formali e tale
conformi al Trattato medesimo; dei rifiuti trasportati rappresenta un’informa- non è la mancata annotazione della quantità
– Giudice ordinario: quando decide le contro- zione fondamentale per consentire agli organi dei rifiuti trasportati.
versie tra la Comunità e i propri agenti o la re- di controllo di eseguire le necessarie verifiche. Questa osservazione sarebbe di per sé suffi-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


sponsabilità extra contrattuale della Comunità Come rilevato nella domanda, la compilazione ciente ad escludere l’applicabilità del tratta-
o ancora dei titoli di proprietà intellettuale di un formulario relativo a rifiuti non pericolosi mento sanzionatorio indicato nel comma 4
nell’ambito del brevetto europeo; senza alcuna indicazione concernente la dell’articolo 52. Ad abundantiam, si sottolinea
– Arbitro internazionale: quando risolve le quantità di rifiuti alla partenza integra la viola- come nel caso in esame sembra difettare an-
controversie che sorgono tra Stati membri su zione dell’articolo 15 del Dlgs 22/1997, poi- che l’altro requisito richiesto dal comma 4
materie non attinenti al Trattato, purché tali ché il comma 1 della citata disposizione alla dell’articolo 52, cioè la ricostruibilità dei dati
Stati abbiano deciso di devolvere la cognizio- lettera b) impone che dal formulario risultino obbligatori per legge. Questa considerazione
ne della questione alla Corte. la tipologia e quantità dei rifiuti oggetto del risulta in modo evidente qualora l’accerta-
trasporto. Resta da chiarire quale sia il regime mento avvenga “su strada” prima dell’arrivo
14. Il Cer dei cassonetti dismessi sanzionatorio applicabile a tale illecito ammi- dei rifiuti a destinazione, in quanto in siffatta
dalla municipalizzata nistrativo, cioè se tale condotta sia punita dal ipotesi non vi è sul formulario alcuna indica-
Quale Cer attribuire allo smaltimento di comma 3 dell’articolo 52 del Dlgs 22/1997 zione concernente la quantità dei rifiuti tra-
cassonetti di ferro e cassonetti in Pead oppure dalla più mite sanzione contenuta nel sportati. Si ritiene, tuttavia, che un simile con-
non più utilizzabili adibiti alla raccolta ri- successivo comma 4 del medesimo articolo. clusione vada confermata anche all’ipotesi in
fiuti urbani e raccolta differenziata? Invero, il testo del comma 4 dell’articolo 52 cui il controllo sia avvenuto successivamente
subordina l’applicazione del regime sanziona- all’arrivo del carico di rifiuti presso il sito finale
Con Circolare 18 novembre 2005 (Gazzetta torio in esso contemplato al fatto che i dati ri- di destinazione. In particolare, la lettera del
ufficiale 16 dicembre 2005 n. 292), in portati nel formulario di identificazione, ancor- comma 4 dell’articolo 52 rinvia comunque al-
"www.reteambiente.it", sez. "Rifiuti", area ché formalmente incompleti o inesatti, con- le indicazioni di cui al comma 3 del medesimo
"Documentazione complementare", il tengano comunque tutti gli elementi per rico- articolo. Il richiamato comma 3 dell’articolo
Ministero delle Attività produttive ha precisato struire le informazioni dovute per legge. 52 sanziona la condotta di “effettuazione del
che i "cassoni e contenitori metallici destinati Dunque, per rientrare nella sfera di operatività trasporto” di rifiuti senza formulario o indican-
ad essere sollevati con apparecchi di solleva- dell’articolo 52, comma 4, devono sussistere do in esso dati incompleti o inesatti. Allo stes-
mento mediante appositi occhielli" sono "im- due condizioni concorrerenti: in primo luogo, so modo, la disposizione contenuta nell’arti-
ballaggi terzi" e non "macchine"; pertanto, la norma richiede testualmente che l’incom- colo 15 del decreto legislativo 22/1997 impo-
non rientrano nel campo di applicazione del pletezza o inesattezza sia di carattere mera- ne che “durante il trasporto” i rifiuti siano ac-
Dpr 459/1996. Tale lettura, fornisce il sup- mente formale; inoltre, la citata disposizione compagnati da un formulario recante, le infor-
porto interpretativo per considerare il casso- impone la ricostruibilità aliunde delle informa- mazioni relative alle quantità e tipologia dei ri-
netto per i rifiuti un imballaggio, ascrivibile zioni dovute, ossia la possibilità di rintracciare fiuti oggetto del trasporto. Pertanto, ai fini
nell'ambito della categoria 15 dell'Elenco eu- tutti i dati obbligatori per legge. Va rilevato dell’applicazione del comma 4 dell’articolo 52
ropeo dei rifiuti. che mentre per l’applicazione del citato com- del Dlgs 22/1997, non rileva che il destinata-
Quindi, al cassonetto in metallo è possibile ma 4 dell’articolo 52 ai registri di carico e rio, nella parte del formulario a lui riservata,
assegnare il Cer 15 01 04. scarico e alla comunicazione al Catasto rifiuti sulle copie del formulario diverse dalla prima,
Il cassonetto in plastica non è contemplato il Legislatore richiede che le informazioni do- abbia apposto il peso all’arrivo dei rifiuti.
55
dalla citata Circolare; tuttavia, la natura di im- vute siano desumibili da una vasta gamma di Infatti, dall’illustrato quadro normativo emerge
che le informazioni relative al trasporto di rifiu- cazione dell’articolo 52, comma 2 la condotta za dell’espressa previsione dell’articolo 18,
Rubriche Quesiti

ti, annotate sul documento prescritto dal citato di chi esegue una annotazione su un registro comma 2, della legge 689/1981, le regole
articolo 15, devono accompagnare il viaggio sprovvisto dell’ufficialità che soltanto l’apposi- generali dettate dalla legge 241/1990 indivi-
durante tutto il suo svolgimento. Tale ragiona- ta vidimazione può garantire. duano la motivazione come elemento essen-
mento trova conferma nel fatto che la prima ziale del provvedimento, la cui mancanza ren-
copia del formulario, ossia quella riservata al 17. Ordinanza di ingiunzione e li- de l’atto illegittimo per violazione di legge.
produttore/detentore è – e resterà comunque miti temporali Infatti, l’articolo 3 della legge 241/1990 im-
– priva di ogni indicazione concernente la Il Comune ha emesso un’ordinanza in- pone l’obbligo di motivare i provvedimenti
quantità dei rifiuti oggetto del trasporto. giunzione relativa ad una condotta di ab- amministrativi, prescrivendo il contenuto della
bandono di rifiuti dopo circa due anni dal motivazione e imponendo altresì di comuni-
16. Annotazione del registro prima giorno in cui è avvenuto l’abbandono. carla ai destinatari del provvedimento.
della vidimazione Vorrei sapere se questo provvedimento è Anche per l’ordinanza ingiunzione, come per
L’annotazione di movimentazioni di rifiuti viziato da violazione di legge per l’inos- gli altri provvedimenti amministrativi, si è po-
sul registro di carico e scarico prima della servanza del termine imposto dall’articolo sto il problema dell’ammissibilità della moti-
vidimazione del registro medesimo è as- 2 della legge 241/1990? vazione mediante il rinvio ad altro atto (cosid-
soggettata alla sanzione prevista dall’arti- detta motivazione per relationem). In genera-
colo 52, comma 2, del Dlgs 22/1997? Secondo la più recente giurisprudenza di le- le, l’articolo 3, comma 3, della legge 241/
gittimità il termine per la conclusione dei pro- 1990 ammette che le ragioni della decisione
L’articolo 12 del Dlgs 22/1997 impone ai cedimenti amministrativi imposto dall’articolo possano risultare da altro atto richiamato dal-
soggetti individuati ai sensi dell’articolo 11, 2 della legge 241/1990 non si applica ai pro- la decisione stessa. Va sottolineato che tale
comma 3 di tenere un registro di carico e cedimenti amministrativi sanzionatori. disposizione subordina la validità della moti-
scarico, con fogli numerati e vidimati dall’Uf- Dopo alcune incertezze interpretative (in sen- vazione per relationem alla duplice condizione
ficio del registro, su cui devono essere anno- so difforme si veda Corte di Cassazione, sen- che l’atto richiamato sia indicato e che esso
tate le informazioni sulle caratteristiche quali- tenza 6 marzo 2004, n. 4616), la Suprema sia altresì reso disponibile al destinatario del
tative e quantitative dei rifiuti. Corte di Cassazione ha ripetutamente affer- provvedimento amministrativo.
Tale obbligo di vidimazione non è venuto me- mato che “nel procedimento di irrogazione Nel quesito proposto si chiede se l’ordinanza
no con l’entrata in vigore della legge 383/ delle sanzioni amministrative disciplinato dalla ingiunzione applicativa delle sanzioni ammini-
2001, il cui articolo 8 ha soppresso l’obbligo legge 689/1981 non trova applicazione il ter- strative previste dal Dlgs 22/1997 possa vali-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

della bollatura del libro giornale, di quello degli mine di trenta giorni previsto dall’articolo 2 damente essere motivata mediante il rinvio al
inventari e dei registri obbligatori ai fini delle della legge 241/1990 per l’esaurimento dei processo verbale di contestazione.
imposte dirette e dell’imposta sul valore ag- procedimenti amministrativi, in quanto la re- Intervenendo specificamente sul tema, la Su-
giunto. Infatti, l’Agenzia delle Entrate, con cir- golamentazione dell’attività sanzionatoria del- prema Corte di Cassazione ha confermato gli
colare 11 dicembre 2001, ha precisato che il la pubblica amministrazione si caratterizza, ri- orientamenti generali in tema di motivazione
registro di carico e scarico dei rifiuti non è in- spetto alla generale disciplina dell’azione am- dei provvedimenti amministrativi anche con ri-
teressato dalle innovazioni introdotte dall’arti- ministrativa, per la previsione di una procedu- ferimento alle ordinanze-ingiunzione. In parti-
colo 8 della citata legge 383/2001. Pertanto, ra contenziosa contemplante la fissazione di colare, la giurisprudenza di legittimità ha pre-
gli Uffici locali dell’Agenzia delle Entrate e, ove specifiche fasi e relative scansioni temporali cisato che l’obbligo di motivare l’ordinanza in-
questi ultimi non siano stati istituiti, gli Uffici che, essendo dirette ad assicurare garanzie di giunzione imposto dall’articolo 18, comma 2,
del Registro sono ancora tenuti a numerare e informazione e difesa rispetto alla contesta- della legge 689/1981 è soddisfatto anche
vidimare il registro di carico e scarico dei rifiuti zione del fatto, sono incompatibili con il sud- nell’ipotesi in cui il provvedimento applicativo
in base all’articolo 12 del citato Dlgs 22/1997. detto termine breve stabilito dalla normativa della sanzione sia motivato per relationem
Nel quesito proposto si chiede se l’annotazio- generale” (testualmente, Corte di Cassazione, mediante il richiamo agli altri atti del procedi-
ne di una movimentazione (in carico o scari- udienza 7 marzo 2005, n. 6148). mento sanzionatorio, ivi incluso il verbale di
co) su un registro non ancora vidimato integri Conseguentemente l’unico limite temporale contestazione (in tal senso Corte di Cas-
una violazione amministrativa sanzionata dal cui soggiace il procedimento amministrativo sazione, Sezione lavoro, sentenza 28 ottobre
Dlgs 22/1997. diretto all’emanazione del provvedimento di 2003, n. 16203).
Secondo la lettura della giurisprudenza di le- ingiunzione è rappresentato dal termine quin- Va rilevato che ai fini della legittimità del prov-
gittimità (Corte di Cassazione, I Sezione, sen- quennale di prescrizione di cui all’articolo 28 vedimento motivato per relationem l’atto di
tenza 29 dicembre 2004, n. 24087) la previ- della legge 689/1981. contestazione deve essere richiamato dall’or-
sione dell’articolo 12 del Dlgs 22/1997 va in- dinanza ingiunzione in modo preciso ed ine-
tesa nel senso che il registro deve essere 18. Ordinanza di ingiunzione e quivoco. Invece, non pone alcun problema il
“dapprima numerato e vidimato in ciascun fo- ammissibilità della motivazione secondo requisito richiesto dall’articolo 3,
glio e successivamente annotato con le infor- mediante rinvio ad altro atto comma 3, della legge 241/1990, cioè che
mazioni sulle caratteristiche qualitative e L’ordinanza ingiunzione relativa alle viola- l’atto richiamato sia reso disponibile all’inte-
quantitative dei rifiuti”. Conseguentemente, la zioni amministrative previste dal Dlgs ressato: infatti, il verbale di contestazione si-
registrazione si considera completa solo 22/1997 può essere legittimamente moti- curamente rientra nella sfera di conoscibilità
quando siano state osservate entrambe le vata mediante il rinvio alle ragioni del ver- del destinatario dell’ingiunzione, perché, in
condizioni richieste dalla norma, poiché sol- bale di contestazione dell’illecito? virtù del principio della corrispondenza tra
tanto la numerazione delle pagine del registro contestazione e condanna, i destinatari del
e la connessa vidimazione rendono tale docu- L’articolo 18, comma 2, della legge 689/ provvedimento applicativo della sanzione sono
mento idoneo a soddisfare le esigenze di cer- 1981 impone di motivare l’ordinanza con cui i medesimi soggetti cui l’addebito è stato co-
tezza giuridica che esso è chiamato ad assi- si determina la somma dovuta a titolo di san- municato nelle forme e nei termini previsti
56
curare. Pertanto, ricade nell’ambito di appli- zione amministrativa. Invero, anche in assen- dall’articolo 14 della legge 689/1981.
a cura di Maurizio De Paolis
Direttore Servizio Massimario e Ruolo Generale del Consiglio di Stato

Rubriche “Focus” giurisprudenza

Riferimenti Massima
Tar Basilicata, Pres. Pennetti Contratti della Pubblica ammi- Qualora, nell’ambito di un appalto pubblico relativo al servizio per lo
15 marzo 2005, Rel. Busicchio nistrazione – Appalto – Appalto smaltimento dei rifiuti, il capitolato speciale abbia imposto all’impresa ri-
n. 139 di servizi – Servizio per lo sultata aggiudicataria dell’appalto (gestore del servizio) i costi per lo
smaltimento dei rifiuti – Costi – smaltimento dei rifiuti, la Pa, come stazione appaltante, non può succes-
A carico del gestore del servizio sivamente prevedere di sopportare a proprio carico i predetti costi; qua-
– Previsione nel capitolato spe- lora ciò avvenga, il provvedimento amministrativo che disponga in tal
ciale – Modifica successiva con senso risulta illegittimo, in quanto viene a modificare le condizioni con-
l’attribuzione a carico della sta- trattuali stabilite dal capitolato speciale rinegoziando l’offerta in palese
zione appaltante – Illegittimità violazione del principio della par condicio delle imprese concorrenti.

Tar Sardegna, Pres. Atzeni Rifiuti – Smaltimento – Ordi- L’ordinanza contingibile ed urgente in materia di rifiuti ex articolo 14,
12 ottobre 2000, Rel. Flaim nanza contingibile ed urgente, comma 3, Dlgs 22/1997, rappresenta una sorta di ordinanza di sgom-
n. 892 Ric. Anas ex articolo 14, comma 3, Dlgs bero indirizzata al soggetto responsabile dell’abbandono ed eventual-
Res. Comune di 22/1997 – Soggetti destinatari mente rivolta anche verso altri soggetti coobligati. Sul Comune grava
Marrubiu ed altro – Individuazione l’onere di dimostrare concretamente che vi sia stato un comportamento

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


colposo da parte dei privati.

Tar Liguria, Pres. Vivenzio Rifiuti – Rifiuti speciali – Scorie Il curatore fallimentare risponde direttamente dei danni cagionati a sog-
3 ottobre 2000, Rel. Petruzzelli tossiche e nocive – Area di una getti terzi durante l’arco temporale in cui il patrimonio del fallito è affi-
n. 1024 Ric. R.G. ed atri società fallita – Responsabilità dato alla sua gestione; pertanto, grava sul curatore fallimentare l’obbli-
Res. Comune di del curatore fallimentare go di far rimuovere le scorie tossiche e nocive disposte sul piazzale di
Arcola ed altri uno stabilimento di proprietà di una società fallita. Pertanto, al curatore
fallimentare deve essere indirizzata l’ordinanza sindacale che dispone la
rimozione delle predette scorie.

Tar Lazio, Roma, Pres. Mastrocola 1. Rifiuti – Impianto – Autoriz- Ai sensi dell’articolo 4, comma 1, Lr Lazio 9 luglio 1998, n. 27, la pre-
Sez. I ter, 22 maggio Rel. Raggio zazione – Competenza della ventiva autorizzazione all’installazione di un impianto per lo smaltimento
2000, n. 4176 Ric. Soc. E. ed altri Regione Lazio – Sussiste dei rifiuti e all’esercizio della medesima attività rientra nella competenza
Res. Regione Lazio della Regione.
ed altri
2. Ricorso giurisdizionale – In- Il titolare dell’autorizzazione all’installazione di un impianto per lo smalti-
teresse a ricorrere – Rifiuti – mento dei rifiuti e all’esercizio della medesima attività è portatore di una
Impianto per lo smaltimento – posizione giuridica che lo legittima ad impugnare davanti al Giudice am-
Autorizzazione all’installazione ministrativo gli atti autorizzatori rilasciati ad una ditta concorrente, con-
e all’esercizio – Titolare – Ha siderando la sicura incidenza che questi provvedimenti regionali posso-
interesse no avere sugli equilibri dell’azienda e in relazione alle entrate economi-
che in merito al servizio per lo smaltimento dei rifiuti.

3. Rifiuti – Smaltimento – Im- L’approvazione del progetto e della localizzazione di un impianto per lo
pianto – Progetto – Approva- smaltimento di rifiuti non rientrano nella competenza del dirigente regio-
zione – Dirigente – È incompe- nale in quanto non sono riconducibili all’esercizio della funzione tecnico-
tente – Localizzazione – Diri- amministrativa, rientrando nell’ambito della funzione di indirizzo e di
gente – È incompetente programmazione affidata all’organo elettivo.
(Cfr. Maurizio De Paolis, L’atto amministrativo. Vizi di legittimità e nuove
anomalie dopo la legge n. 15 del 2005, Rimini, 2005).

Tar Toscana, Sez. I, Pres. Virgilio Rifiuti – Smaltimento – Articolo L’articolo 3-bis, legge 29 ottobre 1987, n. 441, che ha convertito il Dl
20 dicembre 1999, Rel. Colombari 3-bis, legge 441/1987 – Vin- 31 agosto 1987, n. 361, non ha dettato una nuova disciplina per la ma-
n. 1098 Ric. Dp colatività per le Regioni – Con- teria dello smaltimento dei rifiuti, ma si è limitata a delineare un diverso
Res. Comune dizioni e limiti modulo procedimentale più snello circa la fase dell’approvazione dei
di Livorno ed altri progetti di nuovi impianti, imperniato sulla Conferenza dei servizi istrut-
toria; pertanto, la predetta norma non può incidere sulle preesistenti
norme regionali, considerato che le leggi statali sono vincolanti per le
singole Regioni soltanto e limitatamente alle norme di principio e non
invece per quelle di dettaglio, come l’articolo 3-bis, legge 441/1987 su
menzionata, che si applicano solo in assenza di disposizioni legislative
regionali e che comunque possono venire derogate da quest’ultime. 57
a cura di Conai – Consorzio nazionale imballaggi

Rubriche Punto imballaggi

Pubblicata la Guida e una migliore specifica di altre tipologie per in allegato alle dichiarazioni stesse.
all’adesione e applicazione la plastica, come La Guida é rivolta a oltre 1.400.000 impre-
del contributo ambientale – bottiglie e preforme; se (Produttori e Utilizzatori), consorziate a
Conai 2006 – contenitori e vaschette; Conai, che a vario titolo sono tenute a rispet-
– materie prime per imballaggio ad autopro- tare gli adempimenti previsti. Della categoria
Conai, Consorzio nazionale Imballaggi, pub- duttori (per il legno e la plastica). Produttori fanno parte: i fornitori di materiali
blica l’edizione 2006 della Guida all’adesione di imballaggio, così come fabbricanti e tra-
e all’applicazione del contributo ambientale • Integrazione modalità di rettifica sformatori, importatori di imballaggi vuoti e di
Conai (disponibile sul sito www.conai.org). delle dichiarazioni (Parte quinta) materiali di imballaggio; mentre della catego-
Conai disciplina le modalità di rettifica delle ria Utilizzatori fanno parte: commercianti, di-
Il contributo ambientale, a carico delle impre- dichiarazioni, prevedendo due tipologie di stributori, addetti al riempimento, utenti di
se produttrici e utilizzatrici di imballaggi, rap- rettifica oltre alla già illustrata casistica dei imballaggi e importatori di imballaggi pieni.
presenta la principale forma di sostegno del “resi”:
sistema Conai-Consorzi di filiera alla raccolta – rettifiche di Dichiarazione in eccesso; Le imprese produttrici e utilizzatrici di imbal-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

differenziata dei Comuni, con finalità di recu- – rettifiche di Dichiarazione insufficiente. laggi, secondo la direttiva 2004/12/Ce, sono,
pero e riciclo dei rifiuti di imballaggio. infatti, ritenute responsabili della corretta ge-
• Azienda estera (Parte prima) stione ambientale degli imballaggi e dei rifiuti
Aggiornata annualmente, la Guida è uno stru- Il paragrafo dedicato all’azienda estera è sta- di imballaggio generati dal consumo dei pro-
mento che illustra tutte le procedure previste to integrato con ulteriori specifiche, relative pri prodotti.
per le imprese interessate, cui si sono aggiun- alle modalità di dichiarazione dell’Azienda e- Si tratta di un sistema di gestione che attri-
te, nel corso del tempo, una serie di esempli- stera con Partita Iva italiana. buisce all’impresa una responsabilità am-
ficazioni e di linee interpretative che ne fanno bientale e sociale, condivisa con la Pubblica
una puntuale chiave di lettura della gestione • Rinnovo procedure di forfetizzazione amministrazione, nel recupero dei materiali
operativa dell’intero sistema imballaggi. su: che vengono immessi al consumo e che de-
L’edizione 2006 contiene alcune novità, a – foglio di alluminio; vono essere opportunamente gestiti per veni-
partire dalla forma, con una nuova veste gra- – stoviglie monouso in plastica (piatti e re reimpiegati nei cicli produttivi, come ac-
fica che ha lo scopo di razionalizzare gli ar- bicchieri) (Parte settima) ciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro.
gomenti e rendere più semplice la lettura. Conai rinnova tali procedure di semplificazio- Il contributo finanziario raccolto nel 2004 è
Segnaliamo di seguito le novità, a livello di ne/forfetizzazione del Contributo Ambientale, servito per raggiungere un risultato di recu-
contenuto: entrate in vigore dal 1° ottobre 2004, alle pero complessivo del 62,6% su tutti gli im-
stesse condizioni per il 2006. ballaggi immessi al consumo nazionale, in
• Dichiarazioni on line – estensione valore assoluto si parla di 7.427.000 tonnel-
servizio (Parte decima) • Sintesi modalità di adesione late recuperate su 11.870.000 immesse
Conai sviluppa il servizio “Dichiarazioni on li- ai Consorzi di Filiera (Parte seconda) al consumo. Un risultato importante, anche
ne” con l’attivazione da gennaio 2006 di ul- La Guida al Contributo Conai 2006 presenta a livello europeo, che allinea l’Italia ai nuovi
teriori moduli, quali 6.5, 6.6, 6.14, 6.16 e uno schema riassuntivo relativo alle modalità obiettivi definiti dalla direttiva, che dovrà es-
6.17. Dalla fine del 2005, inoltre, Conai ha di iscrizione ai singoli Consorzi di Filiera, ri- sere recepita nel nostro Paese.
potenziato le capacità di ricezione/gestione mandando ai relativi Statuti e Regolamenti e
della documentazione inviata via fax. invitando a contattare gli stessi Consorzi per
tutti gli approfondimenti del caso.
• Aggiornamento moduli 6.1 Legno,
6.1 Plastica (Appendici) • Semplificazione documentazione in-
Le modifiche riguardano l’inserimento di tegrativa – moduli 6.1 e 6.2 (Parte terza
nuove tipologie di imballaggio per il legno, e Parte quarta)
come: Nell’ottica di semplificare le modalità di ge-
– sughero; stione delle dichiarazioni del Contributo, il
– bobine e doghe; Consorziato s’impegna a rendere disponibile
– Pallet reimmesso al consumo proveniente la propria documentazione contabile e a non
58 da rifiuto/ricondizionamento; effettuare alcun invio di tale documentazione
a cura di Eugenio Onori
Segretario Albo gestori

Rubriche Tribuna Albo gestori

La categoria 9 compete Criteri e requisiti per l’iscrizione Al riguardo, è stato chiarito che:
alle imprese che svolgono 1. I requisiti del responsabile tecnico a) per ogni anno richiesto deve essere stato
interventi “materiali” I requisiti dei responsabili tecnici per l’iscri- eseguito almeno un intervento;
sul sito da bonificare zione nella categoria 9 sono individuati nel- b) gli interventi in corso di esecuzione o ese-
l’allegato “F” alla deliberazione n. 5 del 12 guiti per periodi superiori ad un anno vengo-
Premessa dicembre 2001 e sono basati, ai sensi del no considerati validi per ciascuno degli anni
In risposta a quesiti proposti dalle Sezioni re- Dm 406/1998, sui titoli di studio, sull’espe- interessati dagli interventi stessi;
gionali dell’Albo e dalle categorie degli ope- rienza maturata nel settore e sulla partecipa- c) il valore totale degli interventi deve raggiun-
ratori economici interessati, il Comitato na- zione ai corsi di formazione. gere almeno il 40% del limite inferiore della
zionale è intervenuto con due circolari, la cir- classe d’iscrizione. Tale disposizione, come
colare 28 ottobre 2005, n. 1650 e la circola- • L’esperienza maturata nel settore: relati- abbiamo visto, non riguarda la classe E.
re 22 dicembre 2005, n. 1943, per fornire vamente agli anni di esperienza maturata nel
chiarimenti in ordine all’applicazione delle settore di attività oggetto dell’iscrizione, la de- • I titoli di studio previsti: con riferimento
norme riguardanti l’iscrizione all’Albo nella alle numerose richieste pervenute, con la cir-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


liberazione 12 dicembre 2001, n. 1 dispone
categoria 9 (bonifica dei siti). che gli stessi debbano essere comprovati con colare 22 dicembre 2005, n. 1943 il Comita-
Tali chiarimenti sono risultati necessari sia ai idonee attestazioni di esecuzione di interventi to nazionale – dopo un attento esame della
fini della definizione del campo di applicazione di bonifica, rilasciate dal committente o dalla normativa che regola l’ordinamento universi-
delle norme che regolano l’iscrizione all’Albo stazione appaltante, per un importo comples- tario e l’esercizio di talune professioni – ha
per l’attività in esame, sia ai fini dell’operati- sivo pari ad almeno il 40% del limite inferiore chiarito che le lauree in scienze ambientali,
vità delle disposizioni emanate dallo stesso della classe richiesta per l’iscrizione. in conformità a quanto previsto dall’articolo
Comitato nazionale con la deliberazione 12 Sul punto, la circolare 28 ottobre 2005, n. 2, comma 1, della deliberazione 11 maggio
dicembre 2001, n. 5 e 11 maggio 2005, n. 1 1650 ha preso in considerazione i casi, fre- 2005, n. 1 (idoneità della laurea sulla base
(in questa Rivista n. 8-9/05). quenti, nei quali tali attestazioni non riportano del corrispondente ordinamento professiona-
In primo luogo l’organo centrale dell’Albo, a i nominativi dei responsabili tecnici. le), possono essere riconosciute valide ai fini
fronte delle numerose richieste di chiarimen- In questi casi, ha specificato la circolare, le at- della qualificazione del responsabile tecnico
to riguardanti le attività da sottoporre ad i- testazioni di avvenuta esecuzione degli inter- per l’iscrizione nella categoria 9.
scrizione (spesso il termine “bonifica” è utiliz- venti di bonifica debbono essere integrate con
zato in senso atecnico), ha ritenuto di chiarire dichiarazioni di atto notorio, sottoscritte dal le- Inoltre, per quanto riguarda i titoli di stu-
che l’obbligo d’iscrizione nella categoria 9 in- gale rappresentante dell’impresa che ha ese- dio richiesti, il Comitato nazionale ha rite-
veste le imprese che effettuano le operazioni guito l’intervento, nelle quali venga attestato nuto, alla luce del vigente ordinamento u-
previste e disciplinate dall’articolo 17 del che l’aspirante responsabile tecnico ha rico- niversitario e della recente disciplina in
Dlgs 22/1997 e dal Dm 25 ottobre 1999, n. perto uno dei ruoli previsti all’articolo 4 della materia di esercizio delle professioni, di
471, con l’esclusione della sola attività di deliberazione 16 luglio 1999, n. 3, e cioè: dover precisare le disposizioni contenute
progettazione. – che sia lo stesso titolare dell’impresa; all’allegato “F” della deliberazione n. 5
– o che abbia svolto le funzioni di responsabi- del 12 dicembre 2001.
Secondo il Comitato nazionale, devono le tecnico o di direttore tecnico o di dirigente
essere iscritte nella categoria 9 le impre- tecnico con responsabilità inerenti il settore di In particolare, con la circolare del 22 dicembre
se che, ai sensi delle suddette disposizio- attività per la quale si richiede l’iscrizione. 2005, n. 1943 ha precisato che alla legenda
ni legislative e regolamentari, svolgono La circolare 28 ottobre 2005, n. 1650 ha in calce alla tabella riportata in detto allegato
tutte le operazioni di bonifica, o parti di chiarito, inoltre, che il suddetto valore degli la sigla “L” deve leggersi, relativamente al li-
esse, che comportano interventi “mate- interventi (almeno il 40% del limite inferiore vello del titolo di studio, “laurea specialistica
riali” sul sito da bonificare. della classe richiesta per l’iscrizione) non ri- quinquennale o diploma di laurea ai sensi del
guarda la classe E, la quale, come è noto, è previgente ordinamento universitario” e la si-
Ovviamente non devono essere iscritte le im- priva del limite inferiore. gla “DU” deve leggersi “laurea triennale o di-
prese che svolgono talune operazioni che ri- La circolare 22 dicembre 2005, n. 1943, in- ploma universitario triennale ai sensi del previ-
sultano essere meramente propedeutiche alle vece, è intervenuta per specificare le moda- gente ordinamento universitario”.
operazioni di bonifica vera e propria quali, ad lità di computo degli anni di esperienza previ-
esempio, la realizzazione degli impianti elettri- sta per conseguire la qualificazione di re- • Il periodo transitorio: relativamente all’i-
scrizione nelle sole classi D e E è prevista la 59
ci funzionali all’esecuzione degli interventi. sponsabile tecnico.
possibilità, per le imprese in attività alla data settembre 2005; oppure, tratti, la dotazione minima prevista in relazio-
Rubriche Tribuna Albo gestori

di operatività della categoria 9, di usufruire di b) presentare almeno tre interventi di bonifica ne alla classe d’iscrizione (circolare del 22
un periodo transitorio per adeguare i requisiti eseguiti, o in corso di esecuzione, nel perio- dicembre 2005).
del responsabile tecnico. do 1° gennaio 2000-17 settembre 2005.
In particolare, la deliberazione 11 maggio La dimostrazione di tali condizioni deve avvenire 3. Il requisito della pregressa
2005, n. 2 prevede che le imprese in attività con le modalità previste dall’articolo 2, comma esecuzione di interventi di bonifica
alla data di operatività della categoria 9 (17 3, della deliberazione 11 maggio 2005, n. 1. La circolare 22 dicembre 2005, n. 1943 spe-
settembre 2005) e che presentano la do- cifica che tale requisito, richiesto per l’iscri-
manda d’iscrizione entro il termine di 60 2. Il requisito della dotazione minima zione nelle classi A, B e C, può essere ricono-
giorni previsto dall’articolo 30, comma 8, di personale sciuto anche alle imprese che hanno effettua-
Dlgs 22/1997, possano soddisfare i requisiti Le imprese che si iscrivono nella categoria 9 to interventi di bonifica “in proprio” ai sensi
del responsabile tecnico entro cinque anni debbono disporre di un numero minimo di u- del Dm 471/1999 (ad esempio a seguito di
dalla data d’iscrizione; nel frattempo, le fun- nità di personale con funzioni tecniche se- ordinanze o di iniziativa degli interessati) e
zioni del responsabile tecnico sono assunte condo la tabella riportata all’allegato “C” del- che, pertanto, non sono in possesso della do-
dal legale rappresentante dell’impresa, an- la deliberazione n. 5 del 12 dicembre 2001. cumentazione prevista dalla deliberazione 12
che in mancanza di tali requisiti. Tali unità di personale, viene precisato, deb- dicembre 2001, n. 5 (certificati di regolare e-
Con la circolare 28 ottobre 2005, n. 1650 il bono essere: secuzione o di collaudo rilasciati dal commit-
Comitato nazionale ha precisato che, al fine – o dipendenti dell’impresa (circolare del 28 tente o dalla stazione appaltante).
di dimostrare di essere in attività, le imprese ottobre 2005); In questi casi può essere presentata, in luogo
debbono: – o legate all’impresa da contratti di “lavoro dei suddetti certificati, una dichiarazione so-
a) comprovare l’avvenuta esecuzione, o lo a progetto” previsti dalla legge 30/2003. stitutiva di atto notorio, resa dal legale rappre-
svolgimento in corso, di almeno un intervento Ovviamente, resta l’obbligo della stessa im- sentante dell’impresa, che attesti nel dettaglio
di bonifica nel periodo 1° gennaio 2005-17 presa di garantire, alla scadenza di tali con- le operazioni effettuate e i relativi valori.

Ministero dell’ambiente e della tutela 2. Pregressa esecuzione di interventi laurea specialistica, l’accesso alla sezio- tecnico per l’iscrizione nella categoria 9.
del territorio di bonifica. ne B con il titolo di laurea. Inoltre, tenuto conto della nuova disci-
La delibera 12 dicembre 2001, prot. n. In particolare, il possesso della laurea plina in materia di ordinamento delle
Circolare 22 dicembre 2005, 005/Cn/Albo, prevede che, ai fini dell’i- specialistica quinquennale della classe professioni, il Comitato nazionale ha ri-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

Prot. n.1943/Albo/Pres. scrizione nelle classi A, B e C della cate- 82/s – Scienze e tecnologie per l’am- tenuto di dover precisare le disposizioni
goria 9, le imprese debbano dimostrare biente e il territorio – è richiesta per so- contenute all’allegato “F” della delibe-
Albo nazionale delle imprese di aver eseguito interventi di bonifica stenere l’esame di Stato per l’iscrizione razione 12 dicembre 2001, prot. n.
che effettuano la gestione dei rifiuti mediante la presentazione dei certificati nella Sezione A sia dell’albo professio- 005/Cn/Albo. In particolare, ha precisa-
Il Comitato Nazionale di regolare esecuzione o di collaudo ri- nale dell’ordine dei biologi, sia dell’albo to che alla legenda in calce alla tabella
lasciati dal committente o dalla stazione professionale dell’ordine dei geologi. di cui a detto allegato la sigla “L” deve
Alle Sezioni Regionali appaltante, mentre nulla prevede per gli La laurea triennale della classe 27 – leggersi, relativamente al livello del tito-
Alle Associazioni di Categoria interventi effettuati in proprio e non per Scienze e tecnologie per l’ambiente e la lo di studio, “laurea specialistica quin-
Loro Sedi conto di terzi. natura – consente di sostenere l’esame quennale o diploma di laurea ai sensi
Il Comitato nazionale ha ritenuto che, di Stato per l’iscrizione nella sezione B del previgente ordinamento universita-
Oggetto: Iscrizione all’Albo nei casi di interventi di bonifica effet- dell’albo professionale dell’ordine dei rio” e la sigla “DU” deve leggersi “lau-
nella categoria 9 tuati “in proprio” ai sensi del Dm 471/ biologi. rea triennale o diploma universitario
1999 (ad esempio a seguito di ordinan- Hanno identico valore legale, ai fini triennale ai sensi del previgente ordina-
Sono pervenute ulteriori richieste di ze o di iniziativa degli interessati), in dell’ammissione agli esami di Stato, i ti- mento universitario”.
chiarimento riguardanti le disposizioni luogo della suddetta documentazione toli universitari conseguiti al termine
relative all’iscrizione in oggetto. possa essere presentata una dichiarazio- dei corsi di studio dello stesso livello e 4. Computo degli anni di esperienza
ne sostitutiva di atto notorio, resa dal le- appartenenti alla stessa classe. richiesti al responsabile tecnico.
In relazione a tali richieste, il Comitato gale rappresentante dell’impresa, che L’articolo 8 del Dpr 328/2001 prevede, Ai fini dell’esperienza prevista per conse-
Nazionale ha specificato quanto segue: attesti nel dettaglio le operazioni effet- infine, la salvaguardia del valore dei ti- guire la qualificazione di responsabile
tuate e i relativi valori. toli di studio e abilitativi conseguiti in tecnico il Comitato nazionale ha chiari-
1. Dotazione di personale tecnico. conformità al previgente ordinamento to che per ogni anno necessario deve es-
Con circolare prot.n.1650 del 28 ottobre 3. Idoneità delle lauree in scienze universitario. sere stato eseguito almeno un interven-
2005 è stato chiarito che le unità di perso- ambientali ai fini della dimostrazione In particolare, coloro che nel previgente to, fermo restando che il valore totale
nale di cui all’allegato “C” della delibera- dei requisiti del responsabile tecnico. ordinamento hanno conseguito il diplo- degli interventi stessi deve raggiungere
zione 12 dicembre 2001, prot. n. Al fine di valutare l’idoneità di detti tito- ma di laurea (scienze ambientali) sono almeno il 40% del limite inferiore della
005/Cn/Albo, debbono essere legate li di studio, il Comitato nazionale ha ri- ammessi a sostenere l’esame di Stato sia classe d’iscrizione.
all’impresa da rapporto di lavoro dipen- tenuto di fare riferimento al Dpr 5 giu- per la sezione A che per la sezione B, Gli interventi in corso di esecuzione o e-
dente nelle forme previste dalla vigente gno 2001, n. 328, recante modifiche e mentre coloro che hanno conseguito il seguiti per periodi superiori ad un anno
normativa. integrazioni della disciplina dei requisiti diploma universitario triennale sono vengono considerati validi, ai fini di
Al riguardo il Comitato nazionale ha spe- per l’ammissione all’esame di Stato e ammessi a sostenere gli esami di Stato quanto previsto dal precedente periodo,
cificato che può concorrere a soddisfare il delle relative prove per l’esercizio di ta- per la sezione B, secondo la tabella A al- per ciascuno degli anni interessati dagli
requisito in esame anche il personale le- lune professioni, tra le quali quelle di legata al Dpr stesso. interventi stessi.
gato all’impresa da contratti di “lavoro a biologo e geologo, nonché della discipli- Tutto ciò premesso il Comitato naziona-
progetto” previsti dalla legge 14 febbraio na dei relativi ordinamenti. le ha ritenuto, in conformità a quanto
2003, n. 30. Ovviamente, resta l’obbligo In sintesi tale regolamento prevede l’i- previsto dall’articolo 2, comma 1, della Il Presidente
della stessa impresa di garantire, alla sca- stituzione, nell’ambito degli albi profes- deliberazione 11 maggio 2005, prot. n. Dott.ssa Rosanna Laraia
denza dei suddetti contratti, la dotazione sionali, di sezioni (“A” e “B”) e di setto- 01/Cn/Albo, che i titoli di studio in esa-
minima prevista in relazione alla classe ri; l’accesso alla sezione “A” avviene, me possano essere riconosciuti idonei ai Il Segretario
60 d’iscrizione. previo esame di Stato, con il titolo di fini della qualificazione del responsabile Dott.Eugenio Onori
a cura della Redazione Reteambiente

Rubriche Check Ambiente


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Acque Quando la violazione ambientale derivi da un in- degli Enti locali) alla gestione amministrativa, tec-
tervento tecnico di competenza dell’Assessore nica e finanziaria della struttura.
Milano, 20 dicembre 2005 delegato e non imposto dalla politica ambientale Per quanto riguarda il Sindaco – condannato dal
Responsabilità ambientale tra Sindaco del Comune, il Sindaco è responsabile – con Tribunale per non aver organizzato il lavoro e non
e Assessore l’Assessore – solo se a conoscenza dei fatti. aver emanato ordinanze urgenti una volta avve-
In un caso di sversamento di reflui del mattatoio nuto il fatto – la Suprema Corte ha rinviato gli atti
comunale nelle fognature, la Suprema Corte (sen- al Tribunale per la verifica del “corretto conse-
tenza 40839/2005) ha confermato la condanna – guimento degli obiettivi di programmazione ge-
ex Dlgs 152/1999 – dell’Assessore all’ecologia, nerale” e l’eventuale – in quanto non appurata in

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)


soggetto qualificato ed appositamente delegato primo grado – conoscenza dei fatti da parte dello
(nel rispetto del Dlgs 267/2000 sull’ordinamento stesso.

Milano, 19 dicembre 2005 È stato inviato il 19 dicembre 2005 dalla Com- comunicato stampa diramato dall’Istituzione lo
Sicurezza navi, procedura d’infrazione missione Ue all’Italia un parere motivato, antica- stesso giorno – l’incompletezza dell’atto naziona-
per l’Italia mera del procedimento contenzioso davanti alla le di trasposizione della direttiva sulla sicurezza
Corte Ue, per la non corretta attuazione della di- delle navi e la prevenzione dell’inquinamento (no-
rettiva 1999/21/Ce e sue ultime modificazioni. vellata da ultimo nel 2002) notificato dall’Italia al-
A motivare l’atto dell’Esecutivo Ue – si legge nel la Comunità europea.

Agricoltura e alimentazione Nuove regole per l’utilizzo del marchio Ue per i per contraddistinguere i prodotti ottenuti senza
prodotti da agricoltura biologica e maggiore tra- sostanze chimiche di sintesi e nel pieno rispetto
Milano, 22 dicembre 2005 sparenza sulle procedure di produzione: presen- dell’ambiente. Il provvedimento di restyling del
Alimenti bio, in arrivo nuove regole Ue tato dalla Commissione Ue lo scorso 21 dicem- regolamento n. 2092/91 prevede controlli più
bre il regolamento di riforma del settore. stretti sui cicli produttivi e sull’importazione da
Il termine “biologico” potrà essere utilizzato solo Paesi extra Ue dei prodotti alimentari.

Aria Almeno il 25% del parco auto delle Pubbliche contro le emissioni dei veicoli in parola (Guue 20
amministrazioni dovrà essere costituito da veicoli ottobre 2005 n. L 275).
Milano, 21 dicembre 2005 a bassissimo impatto ambientale: parte dal setto- L’allineamento alla direttiva in parola (in vigore
Acquisti pubblici verdi, l’Ue impone le re pubblico la nuova strategia antismog della dal prossimo 9 novembre 2006, con l’abrogazio-
auto a basso impatto Commissione Ue. ne delle altre direttive Ue relative ai veicoli in
Presentato il 21 dicembre dall’Esecutivo Ue il questione, ossia: la 88/77/Ce; la 91/542/Ce; la
nuovo piano di promozione dei veicoli di nuova 96/1/Ce; la 1999/96/Ce; la 2001/27/Ce) partirà
generazione a basso consumo e ridotta emissio- dalla spinta sulla domanda dei veicoli da parte
ne di inquinanti previsti dalla direttiva 2005/55/ delle Istituzioni pubbliche così da incrementare
Ce sul ravvicinamento delle disposizioni nazionali l’offerta da parte delle aziende produttrici.

Milano, 20 dicembre 2005 La Commissione Ce ha deciso di portare il Governo bilito dalla direttiva 2002/30/Ce.
Biocarburanti, da Bruxelles sfilza italiano davanti alla Corte di Giustizia Ue per la Sullo stesso tema sono in arrivo anche due lettere
di richiami mancata comunicazione dei dati del 2004 richiesti di avviso formale (primo atto della procedura di in-
dalla direttiva 2003/30/Ce sui biocarburanti; in arri- frazione Ue): una relativa al mancato invio dello
vo anche 2 lettere di avviso formale. stesso rapporto per il 2005 e l’altra per non aver a-
La Commissione Ce ha infatti comunicato il 13 di- deguatamente motivato la decisione, contenuta nel
cembre 2005 che citerà l’Italia alla Corte di Dlgs attuativo (128/2005), di stabilire obiettivi na-
Giustizia Ue per non aver ancora comunicato alla zionali di immissione sul mercato di biocarburanti
Commissione Ce – termine scaduto il 1° luglio più limitati di quelli Ue (1% – contro il 2% – entro il
2004 – il rapporto nazionale sui biocarburanti sta- 2005 e 2,5% – contro il 5,75% – entro il 2010).
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RUBRICHE Check Ambiente

Energia In arrivo le modifiche al Dm 27 luglio 2005 sugli vista dal Dm, che passa da 100 a 300 Mw (160
incentivi a famiglie, condomini e Pmi per passare già impegnati per le richieste ricevute e 140 da
al fotovoltaico; l’obiettivo di potenza fotovoltaica utilizzare a partire dal 2006).
Milano, 30 dicembre 2005 nazionale da installare entro il 2015 passa da Diventa così più ambizioso il programma “Conto e-
Boom di domande per il “Conto 300 a 500 Mw. nergia” che, istituito dal Dm 27 luglio 2005 e ge-
energia”, il Ministero corre ai ripari Il decreto, firmato dal MinAttività produttive il 7 stito dalla “Gestore della rete di trasmissione na-
dicembre scorso ed ora al vaglio della Con- zionale Spa” (Grtn), punta a diffondere il fotovoltai-
ferenza Stato-Regioni, amplia anche – in virtù co attraverso la vendita alla rete elettrica – per 20
delle oltre 5700 richieste pervenute in poche set- anni a tariffe incentivate – dell’energia prodotta
timane – la “potenza incentivante” (cioè la som- dagli impianti compresi tra 1 e 1000 kW.
ma delle potenze degli impianti incentivabili) pre- Per info: www.grtn.it

Istituzioni Approvato con modificazioni dal Senato il 14 di- carico e scarico (come imposto dall’ordinanza Ue
cembre scorso (S 3509), il Ddl per la “Comu- del 28 settembre 2004).
Milano, 23 dicembre 2005 nitaria 2005” torna all’esame della Camera (C La maggiore novità in campo ambientale – as-
La Comunitaria torna alla Camera dopo 5767–B) per l’approvazione definitiva. sente nel Ddl originario – è la modifica del Dlgs
le modifiche apportate dal Senato Il nuovo testo (21 articoli e 1 allegato in più della 146/2001 con l’abrogazione definitiva degli ob-
versione originaria) introduce l’obbligo dei liberi blighi (in precedenza fatti slittare dal 2008 al
professionisti produttori di rifiuti pericolosi – non 2013) specifici di costruzione e arricchimento
inquadrati in un’Ente o impresa, già obbligati in degli allevamenti per animali da macello o da
base al Dlgs 22/1997 – di tenuta dei registri di pelliccia.

Rifiuti L’Italia gestisce in maniera inadeguata i rifiuti: è 308/2004, adottata sul presupposto del Dl in
quanto sostiene la Commissione Ue, che ha per- questione) contengono una “strutturale e persi-
Milano, 23 dicembre 2005 ciò avviato una lunga serie di nuove procedure stente” della direttiva quadro sui rifiuti;
Nuove censure dell’Ue alla gestione dei contro il nostro Stato. – discariche di rifiuti: ultimo avvertimento scritto
rifiuti effettuata dall’Italia In particolare, le procedure riguardano: all’Italia perché adegui la propria normativa alla
– piani di gestione dei rifiuti: secondo l’Ue, molte direttiva “discariche”. In particolare, l’Ue ha con-
Regioni e Province italiane non hanno adottato e siderato contraria al diritto Ue l’estensione al 27
notificato i piani di gestione dei rifiuti previsti dalla marzo 2003 (termine Ue: 16 luglio 2001) del pe-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 126 (2/06)

direttiva 75/442/Cee (direttiva quadro sui rifiuti); riodo in cui le discariche sono considerate esi-
– nozione di rifiuto: ultimo avvertimento scritto stenti in Italia; secondo l’Ue, le discariche aperte
all’Italia perché adegui la propria normativa alla in questo periodo sono da considerarsi come
nozione di rifiuto dettata a livello Ue, posto che le nuove, e devono quindi adeguarsi agli standard
norme italiane in materia (Dl 138/2002 e legge dettati dall’Ue.

Milano, 23 dicembre 2005 Una proposta legislativa per modernizzare la di- nazionali, da realizzarsi entro 3 anni dalla data di
Direttiva quadro sui rifiuti, rettiva 75/442/Cee (direttiva quadro sui rifiuti): entrata in vigore della direttiva modificante; mi-
aggiornamenti in vista? l’ha avanzata l’Ue lo scorso 21 dicembre. glioramento del mercato del riciclo, anche me-
La revisione della direttiva 75/442/Cee è basata diante l’individuazione di standard che permetta-
sui seguenti principi: focalizzazione delle politiche no di escludere i materiali riciclati dal novero dei
dei rifiuti sul miglioramento del modo in cui utiliz- rifiuti; semplificazione della legislazione attuale,
ziamo le risorse; individuazione di programmi ob- da ottenersi anche mediante un chiarimento delle
bligatori di prevenzione dei rifiuti, che tengano definizioni.
conto della varietà di condizioni locali, regionali e

Milano, 22 dicembre 2005 In arrivo dall’Ue la proroga dal 31 dicembre 2005 dera come debitori d’imposta i cessionari dei
Iva rifiuti, in arrivo proroga Ue al 31 dicembre 2009 per l’efficacia della misura materiali in parola.
al “reverse change” di lotta all’evasione fiscale nel settore del rici- Sul piano nazionale lo speciale regime di imponi-
claggio dei materiali di scarto. bilità (di deroga al più generale meccanismo fi-
La Commissione Ue ha presentato lo scorso 7 di- scale disegnato dalla direttiva 77/388/Cee) è
cembre al Consiglio Ue uno schema di provvedi- previsto dal Dpr 26 ottobre 1972, n. 633, come
mento che allunga i termini stabiliti dalla decisio- modificato dal Dl 269/2003 e relativa legge
ne 2004/295/Ce per l’utilizzo da parte dell’Italia 326/2003 di conversione,
dello strumento di inversione contabile che consi-

Sicurezza Non sono “macchine” ma “imballaggi terzi” i “cassoni e contenitori metallici destinati ad esse-
cassonetti costruiti per essere sollevati da appo- re sollevati con apparecchi di sollevamento me-
Milano, 21 dicembre 2005 siti apparecchi di movimentazione: il Ministero at- diante appositi occhielli”.
Fuori dal regime delle “macchine” i tività produttive traccia i confini di applicazione Non sussistono di conseguenza i relativi obblighi
cassonetti da sollevamento del Dpr 459/1996. stabiliti dal Dpr in questione per i costruttori di
Con circolare 18 novembre 2005, n. 6649 (Gu macchine, ossia: predisposizione del fascicolo tec-
16 dicembre 2005 n. 292) il Dicastero ha preci- nico; redazione e sottoscrizione della dichiarazione
sato che il Decreto del Presidente della Repub- di conformità; apposizione della marcatura “Ce”;
blica 24 luglio 1986, n. 459 non si applica a redazione e fornitura delle istruzioni per l’uso.

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I temi di maggiore interesse trattati nei numeri precedenti
[numero 118 (5/05): Dlgs 36/2005, le sanzioni specifiche cenerimento e coincenerimento (Dlgs 133/2005) • Albo gesto- 26379) • Campionamento dei reflui, il punto di prelievo è a
per i rifiuti animali • E incontrollato il deposito temporaneo ri esteso a piccoli trasporti e al conto proprio (Corte Giustizia valle (Consiglio di Stato, 9 settembre 2005, n. 4648) • Rifiuti
difforme dalla norma • Quesiti: Reato di gestione non autoriz- Ue 9 giugno 2005) • Inserto: Tecnica di polizia giudiziaria farmaceutici, l'accordo 25 maggio 2005 rispetta le regole fon-
zata e violazione degli obblighi di tenuta dei registri; Trasporto ambientale a cura di M. Santoloci “Controllo ed accesso in a- damentali della gestione [numero 124 (12/05): Rifiuti ed
di rifiuti in Lista Verde e formulario • Inserto: Tecnica di poli- zienda da parte degli organi di vigilanza: ispezioni, prelievi e emission trading • Discariche, le non conformità comunitarie
zia giudiziaria ambientale, a cura di M. Santoloci “Vasche, ci- analisi” (4° fascicolo) [numero 122 (10/05): Discariche, del Dm 3 agosto 2005 • Bonifiche, la sospensione condiziona-
sterne e reflui aziendali” (2° fascicolo) [ numero 119 abrogato il Dm 13 marzo 2003 • Raee e impianti esistenti: do- le della pena è subordinata all’eliminazione totale dell’inqui-
(6/05): Acquisti verdi: l’esperienza della Provincia di Bologna mande di adeguamento • I reflui dei frantoi oleari tentano namento (sentenza Cassazione 12343/2005) • Chiunque, an-
• Il problema della compatibilità tra parchi e discariche • (senza successo) la fuga dai rifiuti • Bonifica dei siti inquina- che se non professionista del settore, può gestire abusivamente
Inserto: Tecnica di polizia giudiziaria ambientale, a cura di ti, via all’iscrizione all’Albo • La sospensione condizionale i rifiuti (sentenza Cassazione 3322/2005) • Le discariche vec-
M. Santoloci “L’accertamento delle responsabilità soggettive della pena può subordinarsi alla riparazione anche dove non chie, ma adeguate, equivalgono alle nuove (Tar Veneto, 27
durante il controllo in azienda – la delega interna” (3° fasci- previsto dal “Ronchi” (Sentenza Cassazione 48061/04) • giugno 2005, n. 2671) • Gomme e pneumatici: gli acquisti
colo) [numero 120 (7/05) Numero speciale IPPC-AIA: Inserto: Tecnica di polizia giudiziaria ambientale a cura di verdi della P.a. (Circolare MinAmbiente 19 luglio 2005) •
Dlgs 59/2005 per centrali termoelettriche • L’autorizzazione M. Santoloci “Verifiche ambientali: le funzioni di polizia giu- Indici annuali [numero 125 (1/06): “Direttiva Seveso” e
integrata • Procedure e prime esperienze regionali • Aia e ri- diziaria del personale di controllo Arpa” (5° fascicolo) [nu- rifiuti pericolosi • Depositi, stoccaggi ed ecopiazzole (prima
fiuti • Le migliori tecniche disponibili • Aia e variazioni della mero 123 (11/05): Incenerimento e coincenerimento alla parte) • Rifiuti pericolosi e altri ambiti normativi (prima par-
titolarità dell’impianto • Industria cartaria • Disciplina san- luce del Dlgs 133/2005 • Le carogne di animali, morti in a- te) • Discariche, accettazione fino al dicembre 2006 • Quesiti
zionatoria [numero 121 (8-9/05): Le discariche e il siste- zienda, sono rifiuti disciplinati dal regolamento 1774/2002 e • Come si fa... il formulario di identificazione per il trasporto
ma Emas • Il diritto comunitario ambientale negli Stati non dalla direttiva 75/442 (Corte di Giustizia Ue, 8 settembre dei rifiuti • Check Ambiente
membri • Discariche, proroga al 31 dicembre 2005 (Dl 30 2005, C-416/02) • Ecopiazzole, è attività di stoccaggio sogget-
giugno 2005) • Recepimento della direttiva 2000/76/Ce su in- ta ad autorizzazione regionale (Cass. pen., 18 luglio 2005, n.

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