Sei sulla pagina 1di 100

luglio 2006 n.

131 (7/06)
mensile Euro 22,00

RIFIUTI – bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


RIFIUTI bollettino di informazione normativa
Registrazione Tribunale di Milano n. 451 del 22 agosto 1994. Poste italiane spa – Spedizione in abbona-
mento postale – Dl 353/2003 (conv. in legge 46/2004) articolo 1, comma 1, DCB Milano
testata mensile (11 numeri)
disponibile per abbonamento
nelle seguenti formule:

abbonamento annuo alla rivista stampata


con spedizione in abbonamento postale Euro 120,00.
La rivista può oggi essere ordinata anche con spedizione in Posta prioritaria, con un contributo
spese di Euro 23,00 annue.
Numeri arretrati Euro 13,00; numeri doppi e speciali Euro 22,00. L’intervento
Acque di scarico e rifiuti allo stato liquido: il Dlgs 152/2006
conferma la distinzione con qualche certezza in più;
abbonamento annuo a “Rifiuti on-line” nessun ritorno allo “scarico indiretto” pag. 3
nel sito www.reteambiente.it, con accesso tramite password Euro 120,00 + iva Euro 24,00. di Paola Ficco e Maurizio Santoloci
Indispensabile per gli operatori che hanno l’esigenza di avere a disposizione la rivista in tempo
reale, cioè al momento della chiusura in redazione, entro i primi giorni di ogni mese. Rifiuti di imballaggio e Dlgs 152/2006: che cosa cambia
nel sistema consortile di gestione 7
Il servizio dà diritto a scaricare gratuitamente qualunque numero arretrato della rivista.
INEFFICACIA dei 17 Dm attuativi della “delega am-
bientale”. È questo il contenuto dell’avviso del Ministero dell’ambiente pub-
di Giancarlo Longhi

abbonamento abbinato rivista stampata e “Rifiuti on-line” blicato sulla Gazzetta ufficiale n. 146 del 26 giugno 2006 (il Dm sul Cdr e sul
Cdr-Q, anche se attuativo della “delega”, resta efficace poiché emanato dal
Legislazione norme nazionali
Euro 120,00 abbonamento base, Recupero agevolato: adeguamento messa in riserva non pericolosi
Ministero attività produttive). Lo abbiamo saputo a Rivista già chiusa, dove
più servizio telematico al prezzo speciale di Euro 70,00 + iva. entro il 3 dicembre 2006
avevamo provveduto ad esaminare alcuni Dm. Dm 5 febbraio 1998 – Testo vigente 11
Ideale per chi ha l’esigenza di avere a disposizione immediatamente le notizie più recenti e E adesso tutto ritorna al 29 aprile 2006 come se i Dm attuativi non fossero
desidera comunque conservare le annate complete della rivista stampata. il commento di Maria Letizia Nepi 51
mai stati emanati. Le imprese si allarmano. Però non c’è motivo. L’Authority
non ha iniziato a lavorare; per il riutilizzo di acque reflue vige il precedente L’obbligo di registro incombe anche sui piccoli artigiani
sistema di cui al Dm 185/2003 (non dissimile dal nuovo). La gara dell’Au- Dm 2 maggio 2006 56
torità d’ambito non può essere fatta fino a quando non saranno emanate le il commento di Paola Ficco 59
linee guida nazionali per le Regioni; lo “statuto-tipo” dei Consorzi per gli
imballaggi è improduttivo di effetti per almeno un anno, mentre quello sui Cdr-Q, un decreto tampone che malamente colma le lacune
requisiti Cen degli imballaggi ribadisce solo i requisiti essenziali dell’articolo lasciate dal “Codice ambientale”
9, direttiva 94/62/Ce. Il Dm sulle rocce e terre di scavo per i “piccoli cantieri” Dm 2 maggio 2006 63
era già illegittimo per violazione di legge poiché contrario al Dlgs 152/2006. il commento di Pasquale De Stefanis 67
Il Dm sui beni di polietilene è già stato impugnato dinanzi al Tar Lazio da
I rifiuti urbani vanno a gara
Polieco; quello sull’elenco dei rifiuti era tutto sbagliato. Il Dm finanziario Dm 2 maggio 2006 72
sull’Albo gestori c’era tempo per farlo, come quello sulla riorganizzazione il commento di Giuseppe Gherardelli 75
del Catasto rifiuti, ed entrambi finora non hanno praticamente prodotto ef-
fetti operativi per le imprese.
Edizioni Ambiente Su cosa si fonda l’inefficacia dichiarata dal Ministero dell’ambiente? Su una Giurisprudenza
via N. Battaglia 10, 20127 Milano tel. 02 45487277 fax 02 45487333 legge antica ma non vecchia: legge 20/1994, in materia di giurisdizione e
Definizione autentica di rifiuto e conseguenze della sua soppressione
sito internet www.reteambiente.it e-mail box@reteambiente.it offerta valida fino al 31/12/2006 controllo della Corte dei Conti. È sbagliato pensare che al vaglio della Corte
Corte di Cassazione – III Sezione penale
131 vadano inviati solo gli atti che comportano una spesa, perché a mente del
Ordinanza 16 gennaio 2006, n. 1414 77
Tagliando di abbonamento a RIFIUTI bollettino di informazione normativa suo articolo 3, comma 1, vi sono sottoposti anche “atti normativi a rile- il commento di Leonardo Filippucci 82
da spedire via fax a Edizioni Ambiente 02 45487333 l’abbonamento è effettivo vanza esterna … ed atti generali attuativi di norme comunitarie”, cioè
dal ricevimento del presente modulo quelli di cui trattasi. Per la discarica quasi esaurita “no” all’adeguamento post-operativo
■ Sì, desidero abbonarmi a RIFIUTI bollettino di informazione normativa nella formula: compilato e sottoscritto per accettazione
L’unico problema che si riverbera sulle imprese è dato dalla inefficacia del e alle garanzie finanziarie
■ Rivista stampata, spedizione in abbonamento postale (Euro 120,00) nuovo Dm relativo ai registri di carico e scarico. Queste dovranno tornare al Tribunale amministrativo regionale Veneto
■ Rivista stampata, spedizione in posta prioritaria (Euro 143,00) Dm 148/1998 usando l’articolo 190 della “delega” dove l’obbligo di vidima- Sentenza 16 marzo 2006, n. 609 89
■ Rifiuti on-line (Euro 120,00 + iva Euro 24,00 = Euro 144,00)
■ Abbinata rivista stampata e Rifiuti on-line (Euro 120,00 + Euro 70,00 + iva Euro 14,00 = Euro 204,00)
zione, numerazione e stampa entro i termini previsti per le annotazioni non il commento di Sonia D’Angiulli 90
esiste più. L’articolo 190 è norma sostanziale ed essa è ancora vigente, a dif-
Effettuo il pagamento di Euro ............................................................. tramite: ferenza del Dm 2 maggio 2006 (dichiarato inefficace).
■ versamento su c.c.p. 28159200 intestato a Edizioni Ambiente srl di cui allego fotocopia Tuttavia, questo Dm era già ampiamente illegittimo in quanto viziato da in- Rubriche
■ bonifico su cc n. 000000031450, Banca Popolare di Verona (cab 01603, abi 05188, CIN P) di cui allego fotocopia competenza (relativa) che ricorre quando l’atto è emanato da un organo Quesiti 93
■ carta di credito: ■ CartaSì ■ Visa ■ Mastercard amministrativo diverso da quello avente potestà di provvedere. Infatti, esso a- a cura di Paola Ficco e Loredana Musmeci
Numero Carta Scadenza
vrebbe dovuto essere emanato dal Ministero dell’ambiente, di concerto con i
Luglio 2006

1) Informativa ex Dlgs 196/2003. La compilazione del presente coupon è facoltativa, ma


è necessaria per fornire il servizio da Lei richiesto e, dietro suo consenso, per inviarLe inol- Ministri delle attività produttive e della salute. Ma di queste due Autorità nel “Focus” giurisprudenza 98
Nome Cognome tre informazioni su iniziative commerciali e non della Casa Editrice. Responsabile del tratta-
Dm non c’è traccia. Tale vizio rendeva il Dm disapplicabile da parte del giu- a cura di Maurizio De Paolis
mento dei suoi dati è Edizioni Ambiente Srl, via N. Battaglia 10, 20127, Milano. Nel rispetto
Ragione sociale Cod.Fisc./P.Iva del Dlgs 196/2003, i dati da Lei rilasciati saranno trattati, anche con l’ausilio di mezzi au- dice ordinario a mente di un’altra antica (ma non dimenticata) disposizio-
tomatizzati, dagli incaricati della gestione dei servizi in oggetto, del marketing, dell’ammini-
strazione e della gestione clienti. Non saranno comunicati a terzi se non per adempiere ad ne: legge 20 marzo 1865, n. 2248, abolitrice del contenzioso amministrativo. Punto imballaggi 99
Via n. CAP obblighi di legge, per ordini di pubbliche autorità o per esercitare un diritto in sede giudizia- a cura di Conai
ria. È Suo diritto ottenerne gratuitamente il controllo, l’aggiornamento, la modifica o la can-
cellazione e opporsi al loro trattamento ai sensi dell’articolo 7 del citato Dlgs 196/2003.
Paola Ficco
Città Prov. tel.
2) Consenso al trattamento dei dati.
Letta l’informativa di cui sopra: [ ] autorizzo
e-mail sito internet [ ] non autorizzo

Data Firma
l’utilizzo dei miei dati per l’invio di informazioni commerciali ed iniziative della Casa Editrice.
Firma ........................................................................... Edizioni Ambiente
a cura di Conai – Consorzio nazionale imballaggi

Un gruppo di aziende
al servizio di altre aziende
per la raccolta e lo smaltimento Rubriche Punto imballaggi
degli oli usati
I risultati di recupero e riciclo nale vengono conferiti al sistema Conai-Con- valorizzazione che effettuano recupero ener-
dei rifiuti di imballaggio sorzi di filiera. getico: 31 impianti distribuiti esclusivamente
nel 2005 al Centro-Nord; al Sud al momento non è o-
Risultati di recupero e riciclo perativo alcun impianto.
Il sistema nazionale di recupero dei rifiuti di Il 2005 evidenzia un immesso al consumo
imballaggio registra nel 2005 risultati soddi- di imballaggi sul territorio nazionale sostan- Nel 2005 quindi la percentuale di recupero
sfacenti. Dall’assemblea dei Consorziati Co- zialmente stabile rispetto all’anno precedente. complessivo dei materiali di imballaggio –
nai 2006, che ha approvato il bilancio e i ri- Per quanto concerne il riciclo i quantitativi acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e ve-
sultati di esercizio dell’anno precedente, e- ammontano a oltre 6,6 milioni di tonnellate di tro – si attesta al 65% dell’immesso al con-
merge un quadro nettamente positivo del re- imballaggi avviati al recupero di materia e al- sumo, pari a 7.744.000 tonnellate, un im-
cupero e riciclo dei rifiuti di imballaggio in la fabbricazione di nuovi manufatti, con una portante traguardo che ha consentito la ridu-
Italia. I risultati attestano già oggi il raggiun- crescita del 3,5% circa, pari a 221.000 ton- zione al 35% della quantità di imballaggi che
gimento degli obiettivi previsti dalla nor- nellate, rispetto al 2004. ancora finiscono in discarica.
mativa europea, recepita anche nel nostro Il sistema consortile raggiunge già oggi gli o-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


Paese. biettivi minimi di riciclo complessivi previsti Rifiuti di imballaggio industriali,
In questo scenario positivo emergono ancora per il 2008 (55%) dalla legislazione europea. commerciali e artigianali
grandi lacune, soprattutto nelle Regioni in e- I rifiuti di imballaggio avviati a recupero e- A dicembre 2005, ultimo dato censito, le
mergenza rifiuti: a fronte di buone perfor- nergetico sono dell’ordine di 1.100.000 ton- piattaforme individuate sul territorio nazionale
Consorzio Imprese Raccolta Olii Esausti
(aziende concessionarie C.O.O.U.) mance in zone del Paese dove si concentra- nellate e rappresentano il 14,6% del recupe- erano 400, con un aumento del 5% sull’anno
no realtà industriali in grado di accogliere e ro complessivo. precedente, di cui il 22% in grado di ricevere
20121 Milano Corso Venezia, 47/49 Tel. 02.794689 Fax 02.76012257 segreteria@ass-anco.it
lavorare i rifiuti e realizzare un’efficace atti- I consorzi della plastica e dell’alluminio stipu- più materiali di imballaggio, mentre oltre il
vità di riciclo e recupero, emergono ancora lano apposite convenzioni con gli impianti di 50% riguarda solo gli imballaggi in legno.
ABRUZZO Rimondi Paolo srl Lodigiana Recuperi srl MARCHE Rosso srl TOSCANA
I.T.Ro.Fer. srl Via Agucchi 84 Via Leonardo da Vinci 4 Adriatica Rottami srl Via Ghiglione 16/18 Lonzi Rossano parecchie situazioni di forte ritardo rispetto a- termovalorizzazione presenti sul territorio e L’obiettivo del sistema consortile è quello di
Contrada Foreste snc 40131 Bologna BO 26834 Corte Palasio LO via Bore Tesino sn 12045 Fossano CN Via delle Macchie,
65015 Montesilvano PE Tel. 051 384792 Tel. 0371 72375 63013 Grottammare AP Tel. 0172 637137 angolo via dello Scirocco gli obiettivi di raccolta differenziata. con gli impianti di preparazione del combu- garantire una gestione il più possibile inte-
Tel. 085 4682035 Fax 051 387815 Fax 0371 72276 Tel. 0735 735796 Fax 0172 637130 57124 Località La Padula È verso queste aree che Conai, il Consorzio stibile alternativo, come previsto dal nuovo grata, assicurando l’opportunità di conferire
Fax 085 4682102 Fax 0735 631724 Livorno LI
T.R.S. Ecologia srl Mecomer srl Sepi sas di Tel/Fax 0586 851001 che coordina le attività di riciclo e recupero, Accordo Anci-Conai. al medesimo impianto i rifiuti di imballaggio
CALABRIA Via 1° Maggio 34 Via S. Dionigi 105 Mariani & C. srl Besozzi Ernesto & C.
Cara Stefano 29012 Caorso PC 20139 Milano MI Strada Adriatica 303 Strada del Portone 903 VENETO
concentrerà nel prossimo triennio 2006- Ad oggi la convenzione sul recupero energe- in carta, plastica e legno.
Via Carrera – Traversa Tel. 0523 813287 Tel. 02 57409879 61100 Pesaro PS 10137 Torino TO Nuova Esa srl 2008 i maggiori sforzi economici, di risorse tico è operativa per tutti gli impianti di termo-
Privata Fax 0523 813288 Fax 02 57403280 Tel. 0721 21231 Tel. 011 3149409 Via Fornace 44
89068 San Gregorio RC Fax 0721 408745 Fax 011 3149550 30020 Marcon VE progettuali e di comunicazione.
Tel. 0965 640248 LIGURIA Padana Recuperi Ecologica srl Tel. 041 5950599
Fax 0965 640248 Ricupoil srl Via Privata Marocco 2/A Ripari Franco PUGLIA Fax 041 5950592
Via Laiasso 1/r
16141 Genova
27010 Filighera PV C.da San Domenico 64 CEMAR sas Raccolta differenziata dei rifiuti di Dati di recupero complessivo al 2005
Ecologia Oggi srl Tel. 0382 969336 62012 Civitanova di Durante Rosaria & C. Recoil srl
Via Cassoli 18 Tel. 010 8605046 Fax 0382 960359 Marche MC Contrada Roccacannuccia Via Ca’ Morosini 8 imballaggio Materiale Risultati 2004 Preconsuntivo 2005 Preconsuntivo 2005
Fax 010 8605344 C.P. 85 73048 Nardò LE
88046 Lamezia Terme CZ Tel. 0733 898172
Tel/Fax 0833 564053
45026 Lendinara RO I dati per il 2005 indicano un incremento Kton Kton %
Tel. 0968 442032 LOMBARDIA R.O.B.I. srl Fax 0733 898172 Tel. 0425 601368
Fax 0968 201472 Aglioni Angelo srl Via degli Assini 44
Nicola Veronico srl
Fax 0425 601001 complessivo nella produzione di rifiuti urbani Acciaio 324 355 64,0
24048 Treviolo BG Termopetroli sas
Ecosistem srl
Via E. Fermi 26
Tel. 035 200603 di Mercuri & C.
S.P. 231 Km 1,680 Sartori Omero
prossimo all’1%, confermando il trend del- Alluminio 39,1 36,7 53,5
24054 Calcio BG 70026 Modugno BA
Località Lenza-Viscardi Tel. 0363 968259 Fax 035 201291 Via Dante 288/A
Tel. 080 5328910
di Sartori Claudio e C. snc l’anno 2004, una tendenza che va di pari Carta 3.124 3.269 75,4
88040 Lamezia Terme CZ Fax 0363 906162 60044 Fabriano AN Via Mantovana 106/D
Tel. 0968 53267 Valicenti Pasquale Tel. 0732 625454
Fax 080 5352365 37137 Verona VR passo con il livello dei consumi. Legno 1.633 1.652 61,2
Fax 0968 53967 A.R.O. srl Via Plana 30 Fax 0732 625454 Nicola Veronico srl Tel. 045 953500 I dati stimati nell’ambito dei due anni di atti-
Via Brescia 52 20155 Milano MI S.P. 99 Km 2,650 Fax 045 953847 Plastica 1.127 1.170 55,7
CAMPANIA 25024 Leno BS Tel. 02 39264924 PIEMONTE 71022 Ascoli Satriano FG vità del nuovo accordo Anci-Conai per lo svi- Vetro 1.203 1.261 58,9
Ecopartenope srl Tel. 030 9038217 Fax 02 39264924 Grassano Giovanni srl Tel. 0885 651136 SE.FI. Ambiente srl
Via M. Agrippa 127/8 Fax 030 906672 Via per Retorto 31 Fax 0885 652028 Via Argine di Mezzo 25 luppo della raccolta differenziata e del recu- Totale 7.450 7.744 65,1
80126 Napoli NA Venanzi Onofrio snc 15077 Predosa AL 30027 San Donà pero degli imballaggi, evidenziano una cre-
Tel. 081 7670272 Basoni srl Via 1° maggio 8 Tel. 0131 719936 SICILIA di Piave VE
Fax 081 7662524 Via dell’Artigianato 10/12 20014 Nerviano MI Fax 0131 719938 Meta Service srl Tel. 0421 235331 scita significativa della raccolta dei rifiuti di
46038 San Giorgio Tel. 0331 588537 Via S. Filippo Neri 26 Fax 0421 235411
EMILIA ROMAGNA di Mantova MN Fax 0331 580492 Oli Metal snc 95128 Catania
imballaggio: i quantitativi gestiti dai Consorzi
Montieco srl Tel. 0376 371460 Via Centallo 27 Tel. 095 439796 SE.RI sas di filiera sono aumentati del 13,6% da un an-
Via II Giugno 11/B Fax 0376 372579 Venanzieffe srl 10156 Torino TO Fax 095 439796 di Carminati Franco & C.
40011 Anzola Emilia BO Viale Lombardia 62/64 Tel. 011 2733169 Via Mincana 31 no all’altro e del 76% dal 2002 ad oggi. La
Tel. 051 733132 Ecoretras srl 20010 Villastanza Fax 011 2238147 Vincenzo Pecorella Oli sas 35020 Due Carrare PD
Fax 051 735152 Via Bedesco 14/16 di Parabiago MI Via Sidney Sonnino 9 Tel. 049 525452
raccolta consortile è passata in tre anni dal
24039 Sotto il Monte BG Tel. 0331 49951 90146 Palermo PA Fax 049 526125 56,7 al 74,5% della raccolta totale di imbal-
Tel. 035 4380112 Fax 0331 499520 Tel. 091 328543
Fax 035 791171 Fax 091 336484 laggi. Questo significa che i tre quarti del to-
99
tale della raccolta imballaggi a livello nazio-
Se la tua azienda deve smaltire oli usati, chiama il nostro raccoglitore più vicino.
Premessa
Il confine giuridico e sostanziale tra “rifiuti liquidi” e “scarico”
riveste un’importanza strategica nella disciplina interattiva tra ri-
fiuti e acque fin dal tempo della “legge Merli”. Passando attraver-
so il travagliato percorso delineato dal disarticolato regime dettato
dal decreto 22/1997 e dal decreto 152/1999 siamo arrivati ad oggi
con un immenso retaggio di cattive interpretazioni, maliziose
prassi applicative e diffusi equivoci dettati dalla somma di interes-
si – altrettanto immensi – che trovano radice e vitalità in questo
L’intervento apparentemente limitato concetto.
In realtà nel sistema di detto confine giuridico trova pratica vita-
lità un insieme di realtà interconnesse e presenti su tutto il territo-
rio nazionale: dalle aziende grandi e piccole che producono reflui
di ogni tipo in vasca o cisterne agli autospurgo che, a migliaia, si-
lenziosi percorrono ogni giorno il territorio nazionale tra aziende
e case private, dalle modeste e piccole fosse di raccolta delle case
sparse in campagna (che comunque devono essere periodicamen-
te svuotate) ai laghetti aziendali di rilevanti dimensioni, dalla ge-
Acque di scarico stione dei depuratori privati, ma soprattutto pubblici, allo spandi-
mento di liquami sui terreni, e altro – tanto altro – ancora. Fino
alla criminalità associata e organizzata che, nel settore dei rifiuti
e rifiuti allo stato liquidi, ha trovato nuove insperate fonti di guadagno praticamen-
te senza limiti e con rischi modestissimi, attesa anche la facilità
liquido: il Dlgs con la quale è possibile far sparire i rifiuti liquidi in pozzi artesia-
ni, campi e inghiottitoi naturali che sono potenzialmente altret-
tanto infiniti.
152/2006 conferma Su questo tema, dunque, si giocano partite importanti, che poi co-
munque finiscono con il produrre danni che arrivano sulle nostre

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


tavole “alla diossina”, nelle nostre acque balneari al mercurio li-
la distinzione quido e che conducono alla criminale distruzione sistematica del-
le risorse idriche sotterranee.
I punti di vista sono tanti e troppi convergono storicamente nel
con qualche certezza voler a tutti i costi – in modo suggestivo – qualificare rifiuti liqui-
di micidiali come innocue merci che viaggiano con la bolla come
in più; nessun ritorno le confezioni di acqua distillata.
Vi sono interpretazioni di alto livello che scomodano i principi
giuridici fondatori della Patria per dimostrare che “rifiuti liquidi”
allo “scarico è bello, soggetto praticamente a nessuna regola; c’è anche chi –
molto più modestamente – ancora confonde le terminologie di
uso comune con le terminologie giuridiche (dire che un camper
indiretto” “scarica” acque nere è come dire, empiricamente, che il vigile ur-
bano ci fa una “multa” che invece è una sanzione penale commi-
nata dal giudice).
Dunque, cerchiamo – dal canto nostro – di offrire un contributo
di Paola Ficco e Maurizio Santoloci interpretativo nel contesto della rinnovata disciplina del Dlgs
152/2006 (cd. “Codice ambientale”), entro la quale gli equivoci
di lettura si sono ravvivati.
L’articolo 74, comma 1, lettera ff), di tale Dlgs 152/2006, che ha
ridisegnato la normativa in campo ambientale, fornisce la se-
guente definizione di “scarico” che è diversa rispetto a quella che,
in precedenza, veniva offerta dall’articolo 2, comma 1, lettera
bb), Dlgs 152/1999 (ora abrogato dal Dlgs 152/2006 cit.); infatti:

Definizione di scarico
Dlgs 152/1999 – articolo 2, comma 1, lettera bb) Dlgs 152/2006 – articolo 74, comma 1, lettera ff)
“qualsiasi immissione diretta tramite condotta di acque reflue liquide, “qualsiasi immissione di acque reflue in acque superficiali, sul suolo,
semiliquide e comunque convogliabili nelle acque superficiali, sul suo- nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla loro natura
lo, nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla loro na- inquinante, anche sottoposte a preventivo trattamento di depurazione”
tura inquinante, anche sottoposte a preventivo trattamento di depura-
zione”

In arancione, nella definizione previgente, sono riportate le parole non più reperibili nella definizione nuova. 3
Come è evidente, rispetto al 1999, il Legislatore del nuovo Dlgs bile e si affluisse in acque sotterranee non si avrebbe lo “scarico”
L’intervento Confine tra acque di scarico e rifiuti allo stato liquido

152/2006 ha provveduto alla soppressione di due elementi: perché tali acque non sono previste come corpo recettore.
1) un elemento “gestionale”: la cd. convogliabilità diretta;
2) un elemento fisico: lo stato del refluo. Come è evidente, si tratta di corpi recettori “naturali” (acque
Tale diversità ha indotto molti a ritenere che si sia ritornati all’isti- superficiali, suolo, sottosuolo) ai quali se ne aggiunge uno, e
tuto giurisprudenziale dello “scarico indiretto” come enucleato uno solo, di origine antropica: la rete fognaria. Quindi, qual-
sotto la vigenza della ormai antica “legge Merli” (319/1976). siasi altro recettore non naturale e diverso dalla rete fognaria
La necessità di capire esattamente quale sia lo “scarico” appare de- non è un “corpo recettore” in senso tecnico nel quale può
terminante in ragione del fatto che la disciplina sui rifiuti non si confluire un’acqua reflua ai fini della configurazione dello
applica agli “scarichi idrici”; essa, invece, si applica ai “rifiuti li- scarico al quale applicare la Parte III, Dlgs 152/2006 relativa
quidi costituiti da acque reflue” (articolo 185, comma 1, lettera b), alla tutela delle acque.
Dlgs 152/2006). Il reperimento di tale puntuale linea di discrimine
è determinante al fine di comprendere quali siano i regimi ammi- Pertanto, eventuali altre infrastrutture (diverse dalla rete fognaria)
nistrativi e sanzionatori applicabili (quelli previsti dalla Parte ter- nonché qualsiasi altro manufatto comunque imputabile alla co-
za, sulla tutela delle acque, o dalla Parte quarta, sulla gestione dei struzione dell’uomo (per esempio camion o vasca) non è corpo re-
rifiuti, Dlgs 152/2006). cettore; quindi, non può ricevere uno “scarico”. Può solo ricevere
rifiuti allo stato liquido rappresentati da acque reflue che, come ta-
Quindi, mentre ieri era semplicissimo comprendere il confine li, rientrano nella disciplina di cui alla Parte IV, Dlgs 152/2006 (re-
tra “acqua di scarico” e “rifiuti allo stato liquido”, oggi que- lativa alla gestione dei rifiuti).
sta indagine appare di più difficile conduzione. Il che, però,
non è del tutto vero. Il presente intervento è teso, dunque, a – Che cosa è la cosa diversa dalla cosa solida che
dimostrare come e perché la nuova definizione di “scarico” arriva nel corpo recettore?
nulla reca di innovativo rispetto a quella previgente in base al La materia può essere presente in natura in diverse fasi o stati, ca-
Dlgs 152/1999. ratterizzati da uniforme composizione chimica e proprietà fisiche
(densità, struttura cristallina, indice di rifrazione ecc.). Gli esempi
Solido e liquido più familiari di stati della materia sono costituiti dagli stati solido,
Nella nuova definizione di “scarico”, come si è visto, non c’è più liquido e gassoso.
alcun riferimento alla stato fisico di quanto viene immesso in un Nel campo dell’inquinamento il confine è oggettivo e non necessi-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

corpo recettore. Si tratta, tuttavia, come in precedenza, di “acque ta di grandi supporti scientifici anche perché il liquido è la “fase in
reflue”, cioè di un qualcosa connotato fisicamente dal requisito negativo” del solido e si ha quando la sostanza fluisce (scorre) o
della “liquidità”, intesa come un particolare stato di aggregazione tende a fluire (a scorrere) o a rifluire (cioè a scorrere di nuovo).
della materia, caratterizzato dal fatto che un corpo che si trova in Quindi, l’acqua reflua non è altro che l’acqua che dopo essere sta-
tale stato ha un volume ben determinato e pressoché invariabile ta utilizzata viene “scaricata”, “allontanata”, “smaltita”, cioè flui-
qualunque sia la pressione cui esso è sottoposto, ma non ha una sce verso un sistema diverso da quello di provenienza. Questo è il
forma propria, assume perciò quella del contenitore che lo contie- motivo per il quale “rifluisce”.
ne (1).
Il punto nodale di partenza risiede, dunque, nell’invio ad un corpo Quindi nello scarico si ha una cosa liquida o certamente di-
recettore di un’acqua reflua, cioè di cosa liquida nel senso più so- versa da una solida; va sottolineato, però, che mentre uno
pra chiarito che, come tale, è diversa da una cosa solida. È eviden- scarico può essere costituito da una cosa liquida, al contra-
te, dunque, che non c’era più bisogno di usare la locuzione “liqui- rio, una cosa liquida non è assolutamente sempre e univoca-
da, semiliquida o comunque convogliabile”, riferita all’acqua mente uno scarico ma può essere tale o un rifiuto liquido.
reflua.
Infatti, tale locuzione rappresentava un anomalo compromesso Quindi, lo stato fisico non è l’unica condizione necessaria e suffi-
lessicale di dottrine e giurisprudenze pregresse per arrivare a distin- ciente per dividere la nozione di scarico da quella di rifiuto. Lo è,
guere puramente e semplicemente le cose solide da quelle liquide. infatti, solo parzialmente perché nello scarico non ci potrà mai es-
Un inciso che, pretendendo di interpretare le leggi della fisica, non sere una cosa solida. Mentre nel rifiuto e nello scarico ben potrà es-
solo dal 1999 ad oggi non ha chiarito nulla, ma ha anche genera- serci una cosa liquida.
to infinite “sub interpretazioni” fondate sullo stato fisico della cosa Come è evidente, l’elemento dirimente tra scarico e rifiuto liquido
che deve essere diversa da una cosa solida (per esempio batterie in è sempre e solo il corpo recettore.
mare). A questo punto ci si deve, ulteriormente, chiedere:
3) che cosa significa l’eliminazione dell’inciso “diretta tramite
Le domande chiave per la corretta conduzione condotta” (riferito all’immissione)?
dell’indagine 4) che cosa significa l’eliminazione dell’inciso “comunque con-
Dobbiamo innanzitutto chiederci: vogliabili” (riferito alle acque reflue)?
1) che cosa è un corpo recettore;
2) che cosa è la cosa diversa dalla cosa solida che arriva nel corpo Premesso che quando una norma cambia non si deve sempre ef-
recettore. fettuare il confronto tra prima e dopo mettendo in sovrimpressione
i due testi, perché le disposizioni rispondono a momenti storici, po-
– Che cosa è un corpo recettore? litici, culturali e di evoluzione giurisprudenziale diversi che non
I corpi recettori non sono individuati in via implicita dalla defini- consentono questa operazione; la norma va letta e interpretata in
zione di scarico (articolo 74, comma 1, lettera ff ), bensì in modo se stessa, in relazione alla fattispecie che intende disciplinare (la
assolutamente esplicito. Si tratta, infatti, di: “acque superficiali, tutela delle acque dall’inquinamento: elemento teleologico della
4
suolo, sottosuolo e rete fognaria”. In ipotesi, laddove fosse possi- norma). L’argomento va comunque affrontato.
– Che cosa significa l’eliminazione dell’inciso chiarire i maliziosi equivoci interpretativi che volevano ricollegare

L’intervento Confine tra acque di scarico e rifiuti allo stato liquido


“diretta tramite condotta” (riferito al concetto (malamente espresso) di condotta soltanto una “tuba-
all’immissione)? tura” in senso formale, talché tutte le altre forme di immissione
Vigente la vecchia disciplina il termine “diretta” ha creato sistemati- (soprattutto da un insediamento industriale verso i corpi recettori
camente forti equivoci interpretativi perché presupponeva (per con- “ufficiali”) sarebbero stati di fatto senza qualificazione giuridica e
verso) l’esistenza di una immissione indiretta; infatti, alcuni Autori senza sanzione perché, paradossalmente, da un lato non potevano
si sono espressi negli scorsi sette anni nel senso che poteva esistere essere nella previgente disciplina uno “scarico” perché era assente
comunque una possibilità di “immissione indiretta” in un corpo re- la pretesa “condotta/tubatura” e, dall’altro, giocando sull’equivo-
cettore. Da qui nasceva una speculazione intellettuale tesa a legitti- co del “diretto/indiretto” non erano neanche considerati rifiuti li-
mare comportamenti contrastanti con lo spirito della norma. quidi. Il che creava un’altalena interpretativa a livello sanzionato-
Si ritiene, dunque, che oggi l’abbattimento di tale inciso corrispon- rio, tesa a eludere contemporaneamente sia la normativa sulle ac-
da ad una necessità non solo lessicale ma soprattutto sostanziale, que sia la normativa sui rifiuti.
nel senso che era inutile e fuorviante la sua apposizione giacché se La Cassazione, si diceva, è dovuta intervenire, dunque, per chiarire
i corpi recettori erano e restano esattamente gli stessi (“acque su- che nel concetto di “condotta” non rientrava solo una tubatura in
perficiali, suolo, sottosuolo e rete fognaria”) individuati dalla senso stretto, ma qualsiasi forma attraverso la quale le acque re-
norma abrogata (Dlgs 152/1999) e dalla norma di nuova emana- flue venivano indirizzate verso un corpo recettore (si veda, in tal
zione (Dlgs 152/2006) è evidente e logico che da un insediamento senso, per tutte Cass. pen. Sez. III, n. 1774 del 16 febbraio 2000,
industriale o da una casa privata l’acqua reflua può raggiungere imp. Scaramozza) con la quale la Corte stabilisce che il Dlgs 152/
come scarico tali corpi recettori esclusivamente in via indiretta per- 1999 non imponeva “la presenza di una tubazione che recapiti
ché tra la fonte del refluo e il corpo recettore si frappone un altro lo scarico, in quanto è sufficiente una condotta, cioè qualsiasi
recettore “improprio” (cioè diverso da quello declinato dal sistema con il quale si consente il passaggio o il deflusso delle
Legislatore vecchio e nuovo), per esempio una vasca o un veicolo. acque reflue” verso il corpo recettore. Cioè quello che era necessa-
Così, si spezza automaticamente l’immissione nel corpo recettore rio era lo strumento che consentisse il convogliamento.
“legittimo” (previsto dal Dlgs 152/2006 per integrare gli estremi • Dunque, oggi, cancellando questo inutile inciso si rende più li-
del concetto tecnico di “scarico”), spostando l’asse delle immissio- neare la dinamica giuridica di tale definizione di “scarico” che
ni su una destinazione non contemplata e intermedia che come non può condurre ad altri ulteriori equivoci giacché oggi è pacifico
tale impedisce materialmente al concetto di scarico di venire ad e- che il refluo (domestico o produttivo) per essere “scarico” deve an-
sistenza. dare nel corpo recettore in modo diretto con un sistema qualsivo-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


glia di convogliamento. Laddove il refluo sia condotto verso il cor-
Dunque la materia liquida diversa da quella solida non va in po recettore (che si ricorda è dato da “acque superficiali, suolo,
deroga alla disciplina sui rifiuti (articolo 185, comma 1, lette- sottosuolo e rete fognaria” ) da un soggetto diverso dal produttore
ra b), bensì rimane “ingessata/incastrata” nel concetto giuri- o dal produttore medesimo (per esempio tramite un camion che
dico di rifiuto liquido costituito da acque reflue. certamente non è un elemento convogliante), o il produttore me-
Quindi, non solo la disciplina non è cambiata, ma anzi è più desimo eviti l’accesso diretto del refluo al corpo recettore (median-
chiara perché eliminando un inciso “improprio” il Legisla- te una vasca o una fossa Himoff), il refluo è rifiuto.
tore ha eliminato ogni dubbio.
Quindi, era ed è “scarico” solo il refluo immediatamente rife-
Tanto è vero che l’equivoco pregresso era rafforzato, nelle altre ribile al produttore che si adopera per accedere in modo im-
Scuole di pensiero diverse dalla nostra, dalla definizione di “inqui- mediato al corpo recettore. Cioè l’accesso da esso operato di-
namento” di cui all’articolo 2, comma 1, lettera z), Dlgs 152/1999 rettamente al corpo recettore è ulteriore condizione per inte-
che qualificava lo “scarico” come effettuabile “direttamente o in- grare gli estremi dello scarico; in caso contrario (immissione
direttamente dall’uomo nell’ambiente idrico”. in vasca, conferimento ad autotrasporto) è rifiuto allo stato li-
Questa definizione di inquinamento letta in modo speculare e si- quido.
nergico con la vecchia definizione di scarico non poteva che raffor-
zare un fortissimo equivoco interpretativo nel gioco tra scarico di- • Resta assodato che l’acqua reflua è come il rifiuto, nel senso che
retto e indiretto. è qualcosa che decade da un ciclo produttivo o domestico, però in
Invece, oggi, la rinnovata definizione di inquinamento di cui modo definitivo e irreversibile; è ovvio che laddove il refluo venga
all’articolo 74, comma 1, lettera cc), Dlgs 152/2006 definisce l’in- messo a dimora in una vasca che costituisce parte integrante del
quinamento non più come fenomeno derivante da uno “scarico” ciclo produttivo per essere nell’ambito del medesimo ciclo riutiliz-
bensì da una “introduzione”, che può essere diretta o indiretta, ma zata, tale giacenza non integra gli estremi di deposito temporaneo
assolutamente non più collegabile al concetto di scarico. poiché essa è riferita ad un qualcosa che continua a essere utilizza-
Queste due modifiche contenute nella definizione di “inquina- to all’interno del ciclo medesimo. Si pensi alle vasche che conten-
mento” – e cioè l’eliminazione dell’inciso “diretta” nella concet- gono le cd. “acque di raffreddamento”. Il discrimine dunque risie-
tualità di scarico, contestualmente alla scomparsa della parola de nel contatto tra il refluo e l’ambiente esterno all’insediamento
“scarico”, pericolosamente qualificato come “diretto” o “indiret- produttivo.
to” nella pregressa definizione di inquinamento – sortiscono l’ef- Nell’ambito della disciplina a tutela delle matrici ambientali, gio-
fetto sinergico di eliminare ogni dubbio interpretativo, nel senso va immaginare l’impianto produttivo come una monade a senso
che lo “scarico”, per sua intima natura e logica impostazione giu- unico, dalla quale nulla esce, a meno di apposita autorizzazione.
ridica da leggersi nelle finalità generali della norma, non può che
essere puramente e solamente diretto. – Che cosa significa l’eliminazione dell’inciso
Analogamente l’eliminazione dell’inciso “tramite condotta” appa- “comunque convogliabili” (riferito alle acque
re non inutile per i seguenti motivi. reflue)?
5
• È dovuta intervenire ripetutamente la Corte di Cassazione per Tale eliminazione è conseguenza logica e inevitabile della soppres-
sione della “condotta”, per converso laddove fosse stata conservata Nell’effettuare ad oggi la trasposizione di questa antica, ma non
L’intervento Confine tra acque di scarico e rifiuti allo stato liquido

avrebbe ingenerato una definizione assolutamente non gestibile superata, sentenza si evince il principio per il quale la distinzione
né interpretabile, come tale illogica e censurabile sotto il profilo tra scarico e rifiuto non riposa sulla composizione della sostanza
costituzionale. liquida (o semiliquida o comunque convogliabile), bensì sulla
natura dell’attività in concreto esercitata.
Conclusioni Peraltro, occorre sottolineare che (a livello pratico e oggettivo), il
Si è pertanto in assoluto disaccordo con quanti sostengono, a cd. “scarico indiretto” è costruzione virtuale e non realistica per-
tutt’oggi, che la nuova disciplina di cui al Dlgs 152/2006 abbia ri- ché comunque tale tipologia di “scarico” dovrebbe comunque
pristinato lo “scarico indiretto”, facendo regredire cioè la storia sempre transitare attraverso una fase intermedia di “stallo” dove
giuridica alla “legge Merli” (319/1976). Anzi, il confine “acque di il liquido viene conservato per essere poi prelevato da un qualun-
scarico/rifiuti allo stato liquido” rappresenta uno dei (pochi) que mezzo che lo andrebbe a “scaricare”, in azione differita, verso
punti qualificanti del nuovo testo che, pertanto, non può che esse- il cd. “corpo recettore”.
re salutato con favore.
In tal senso, peraltro, lo sbarramento culturale e ideologico di ir- Si è già più sopra espresso il concetto secondo il quale tale
reversibilità dell’arcaico sistema intellettuale che oggi si ritiene vasca o impiantistica diversa non sia ufficialmente qualifica-
riesumato è reperibile storicamente nella famosa e tuttora valida bile come corpo recettore e dunque dentro tale entità non si
(in quanto mai modificata) sentenza della Cassazione 13 dicem- può avere uno scarico, ma un riversamento che “costringe”
bre 1995, n. 12310 (cd. “sentenza Forina”) che, addirittura a Se- il liquido a restare rifiuto.
zioni Unite, indusse il “giro di boa” nel sistema giuridico in argo-
mento. A seguito di tale decisione era ormai pacifico che la nor- Paradossalmente, per accedere allo “scarico indiretto” dovremmo
mativa sui rifiuti trovava applicazione con riferimento a tutte le avere un mezzo mobile che, collegato in modo permanente e con-
singole operazioni di smaltimento dei rifiuti prodotti da terzi, fos- tinuativo alla bocca finale del ciclo (produttivo o domestico) ad
sero essi solidi o liquidi, fangosi o sotto forma di liquami, con e- un certo punto si sgancia e porta il liquido in modo differito al
sclusione di quelle fasi, concernenti i rifiuti liquidi (o assimilabi- corpo recettore. Questa è pura astrazione teorica ma, in ogni caso,
li) attinenti allo scarico – ivi comprese le fasi di pretrattamento – vigono le argomentazioni sopra espresse che renderebbero anche
e riconducibili alla disciplina stabilita dalla legge Merli (legge 10 in tal caso non ipotizzabile tale concettualità di scarico.
maggio 1976, n. 319).
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

(1) Cfr. “Il Vocabolario Treccani”, UTET, vol. III, pag. 112.

Errata corrige A pag. 34 del n. 129-130, maggio-giugno 2006 della Rivista


“Rifiuti – Bollettino di informazione normativa” si legga:

Quali sono i soggetti esclusi dalla osservanza dell’obbligo di


registro – Rifiuti non pericolosi – Dlgs 152/2006
2) produttore di rifiuti (commerciante, esercente servizi).
Il punto 4) è soppresso.
6
Il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nella Parte quarta,
“Norme in materia di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inqui-
nati” e, al suo interno, nel Titolo II, “Gestione degli imballaggi”,
ridisegna e adegua, anche alla luce delle sopravvenute normative
comunitarie, il settore degli imballaggi e il sistema Conai-Con-
sorzi di filiera.
In prima istanza il decreto conferma le funzioni di coordinamen-
to e di indirizzo di Conai nei confronti di una pluralità di soggetti;
il nuovo testo di legge prevede, infatti, la possibilità di dar vita a
L’intervento più Consorzi di filiera nella stessa tipologia di materiale, una pre-
rogativa richiesta dall’Antitrust a favore di una maggiore traspa-
renza del sistema rispetto al mercato.
Accanto a tale apertura “a valle” della gestione dei rifiuti, perma-
ne la possibilità di dar vita a sistemi autonomi da parte dei pro-
duttori, “sganciati” completamente dal Conai per quanto attiene
gli aspetti economico-finanziari; lo stesso è tuttavia obbligato alla
vigilanza, unitamente alla nuova Autorità, per quanto riguarda
congruità dell’organizzazione e raggiungimento degli obiettivi.
Rifiuti di imballaggio Provvediamo ora ad una descrizione sintetica delle parti fonda-
mentali del testo di legge in relazione agli imballaggi e ai rifiuti
e Dlgs 152/2006: di imballaggio.

Ambito di applicazione del decreto


che cosa cambia L’ambito di applicazione riguarda la gestione di tutti gli imbal-
laggi immessi sul mercato nazionale e di tutti i rifiuti di imbal-
laggio “utilizzati o prodotti da industrie, esercizi commerciali,
nel sistema consortile uffici, negozi, servizi, nuclei domestici, a qualsiasi titolo”.
Gli operatori delle rispettive filiere degli imballaggi garantiscono,

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


secondo i principi del “chi inquina paga” e della “responsabilità
di gestione condivisa”, che l’impatto ambientale degli imballaggi e dei rifiuti di
imballaggio sia ridotto al minimo possibile per tutto il ciclo di vita.
Oltre che assicurare un’elevata tutela dell’ambiente, la disciplina
intende garantire il funzionamento del mercato e prevenire l’in-
di Giancarlo Longhi sorgere di ostacoli agli scambi e distorsioni alla concorrenza, così
Direttore generale Conai come previsto dalla direttiva 94/62/Ce, integrata e modificata dal-
la direttiva 2004/12/Ce, di cui la Parte quarta costituisce recepi-
mento nella normativa nazionale.

Nuovi obiettivi di recupero e riciclo


Un recepimento che si declina anche nell’Allegato E, dove vengo-
no indicati i nuovi obiettivi di recupero e di riciclaggio da rag-
giungere entro il 31 dicembre 2008 e i criteri per la definizione di
imballaggio. Molto importante, quest’ultima parte, per la soluzio-
ne di controversie interpretative con altri Consorzi di materiali.

Gli obiettivi globali di recupero e riciclo rimangono invariati:


60% per il recupero; dal 55% all’80% per il riciclo. Vengono
invece innalzati, rispetto a quelli previsti dalla direttiva, gli o-
biettivi di riciclo per due materiali: il legno dovrà riciclare il
35% anziché il 15%; la plastica il 26% anziché il 22,5%. Per
vetro, carta e metalli gli obiettivi rimangono invariati: rispetti-
vamente 60% per vetro e carta; 50% per acciaio e alluminio.

Sarà il Conai che dovrà garantire il controllo del raggiungimento


degli obiettivi di recupero e riciclaggio comunicando annualmente
alla sezione nazionale del Catasto dei rifiuti i dati relativi agli im-
ballaggi immessi sul mercato e ai rifiuti di imballaggio recuperati
e riciclati dal sistema consortile e dagli operatori indipendenti.

Quali imprese partecipano al sistema


e con quali obblighi
Al Conai, per gli obblighi legati ad una corretta gestione degli imbal-
7
laggi e dei rifiuti di imballaggi, partecipano produttori e utilizzatori.
I produttori, comunque e in alternativa, possono “organizzare con l’Anci, anche con l’Upi (Unione province italiane) o con le
L’intervento Il sistema consortile alla luce del Dlgs 152/2006

autonomamente, anche in forma associata, la gestione dei Autorità d’ambito (che dovranno nel frattempo essere costituite);
propri rifiuti di imballaggio su tutto il territorio nazionale”, – Conai determina e pone a carico dei consorziati il contributo
aderire ad uno dei Consorzi di materiali, mettere in atto un siste- ambientale Conai, determinato per coprire gli “oneri aggiuntivi”
ma di restituzione dei propri imballaggi. della raccolta differenziata;
Sono in ogni caso obbligati a trasmettere al Conai un proprio Pro- – le modalità di utilizzo del contributo ambientale Conai. Tale
gramma specifico di prevenzione e gestione e una Relazione sulla contributo deve essere destinato in via prioritaria per il ritiro degli
gestione dell’anno precedente. imballaggi conferiti al servizio pubblico ed è “attribuito dal
Produttori e utilizzatori, quindi, devono farsi carico del “ritiro de- Conai, sulla base di apposite convenzioni”, ai Consorzi di ma-
gli imballaggi e della raccolta dei rifiuti di imballaggi secon- teriali “in proporzione diretta alla quantità e qualità dei rifiu-
dari e terziari”; nonché degli “oneri aggiuntivi” relativi alla ti da imballaggio recuperati oppure riciclati e tenendo conto
raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio conferiti al servizio della quantità e tipologia degli imballaggi immessi sul mer-
pubblico. cato”. L’utilizzazione del contributo ambientale per l’organizza-
Il dato certamente più interessante è rappresentato da questa a- zione dei sistema di raccolta, recupero e riciclaggio dei rifiuti di
pertura verso sistemi alternativi, sia pure con l’obbligo del servizio imballaggio secondari e terziari sarà regolata da accordi che il
“universale”. Conai stipulerà con i relativi Consorzi. È richiesta l’adozione di
uno specifico sistema contabile che distingua la quota del Con-
Raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio tributo utilizzata per la gestione degli imballaggi primari da quel-
La raccolta differenziata rimane di competenza della Pubblica la per i secondari e terziari;
amministrazione secondo i noti criteri di efficacia, efficienza, eco- – al Consiglio di Amministrazione del Conai non possono parteci-
nomicità e trasparenza, con la copertura omogenea in ciascun pare gli amministratori con deleghe operative e i dirigenti dei
Ato, ambito territoriale ottimale. Solo nel caso in cui le ammini- Consorzi e dei “Produttori autonomi”;
strazioni non attivino sistemi adeguati di raccolta differenziata – il Conai potrà adottare, nell’ambito delle proprie disponibilità
dei rifiuti di imballaggi, sempreché ciò contribuisca al raggiungi- finanziarie, particolari forme di incentivo per il ritiro dei rifiuti di
mento degli obiettivi di legge, al Conai può essere richiesto di so- imballaggi nelle aree geografiche che non abbiano ancora rag-
stituirsi ai gestori, “in via temporanea e d’urgenza” e comun- giunto gli obiettivi di raccolta differenziata. Gli obiettivi minimi
que per un periodo “non superiore a ventiquattro mesi”. sono: 35% entro il 31 dicembre 2006; 45% entro il 31 dicembre
2008; 65% entro il 31 dicembre 2012.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

Costituzione dei Consorzi dei materiali


I produttori non organizzati in maniera autonoma costituiscono L’Autorità di vigilanza sulle risorse idriche
uno o più Consorzi per ciascuna filiera/materiale. Questi debbono e sui rifiuti
operare su tutto il territorio nazionale e ad essi possono partecipa- Una significativa innovazione prevista dalla nuova normativa, ri-
re gli utilizzatori, nonché i recuperatori e i riciclatori che non sia- guarda l’istituzione dell’“Autorità di vigilanza sulle risorse i-
no anche produttori. Hanno “personalità giuridica di diritto driche e sui rifiuti”, che avrà il compito di assicurare l’osservan-
privato senza fine di lucro” e dovranno adottare uno Statuto za, da parte di qualsiasi soggetto pubblico e privato, dei principi e
“in conformità ad uno schema tipo” emanato dal Ministero delle disposizioni delle Parti terza e quarta del decreto. Si articola
dell’ambiente di concerto con le attività produttive. in due Sezioni: una per le acque e una per i rifiuti.
Come già avveniva in passato e come avviene per i “produttori au- Di quest’ultima, in fase di prima attuazione, faranno parte presi-
tonomi”, vengono disciplinati tempi e modalità per la trasmissio- dente e componenti dell’Osservatorio nazionale sui rifiuti, che ri-
ne da parte dei Consorzi al Conai dei Piani specifici di prevenzio- mangono in carica per i primi sette anni di attività.
ne e gestione e delle Relazioni sulla gestione, ma con una tempi- Al finanziamento per la costituzione e il funzionamento della Se-
stica più in linea con le logiche aziendali: una sorta di budget da zione per la vigilanza sui rifiuti provvede il Consorzio nazionale
presentare entro il 30 settembre relativo all’anno successivo, e una imballaggi.
Relazione sulla gestione dell’anno precedente da inviare entro il Tra gli altri compiti che la legge assegna all’Autorità, si segnalano
31 maggio. quelli riferiti al settore degli imballaggi. In particolare:
Tali documenti rappresentano la base per la redazione della Re- – può richiedere al Conai di sostituirsi ai gestori dei servizi di rac-
lazione sulla gestione dell’anno precedente e del Piano di preven- colta differenziata nel caso in cui le Pubbliche amministrazioni
zione e gestione che il Conai deve trasmettere rispettivamente en- non abbiano attivato sistemi adeguati di raccolta differenziata;
tro il 30 giugno e il 30 novembre di ogni anno. – può esigere dal Conai dati e informazioni e richiedere eventuali
modifiche agli Accordi di programma che Conai stipula con Anci,
Per il raggiungimento degli obiettivi globali di recupero e di Upi e/o le Autorità d’ambito;
riciclaggio e per garantire il necessario coordinamento del- – esprime il proprio parere sulla Relazione generale consuntiva e
l’attività di raccolta differenziata, i produttori e gli utilizzatori sul Piano specifico di prevenzione e gestione che Conai dovrà tra-
partecipano in forma paritaria al Conai, che ha personalità di smettere rispettivamente entro il 30 giugno ed entro il 30 novem-
diritto privato senza fine di lucro. Entro 180 giorni dall’entra- bre di ogni anno;
ta in vigore del decreto, il Conai dovrà adeguare il proprio – istruisce le pratiche, sentito il Conai, per il riconoscimento dei
Statuto ai principi contenuti nel decreto, mentre i Consorzi di sistemi di gestione dei “Produttori autonomi”, i quali, così come i
filiera dovranno uniformarsi ad uno “Schema tipo” di Statuto. Consorzi, dovranno trasmettere ad entrambi il Piano di prevenzio-
ne e la Relazione sulla gestione.
Le funzioni del Conai
Restano in gran parte identiche le funzioni attribuite al Con- Il nuovo statuto dei Consorzi
sorzio. Le novità più rilevanti riguardano: Il decreto prevede, anche per il Titolo II, alcuni provvedimenti at-
8
– la possibilità di stipulare un Accordo quadro nazionale, oltre che tuativi tra i quali la redazione da parte del Ministero dell’ambien-
te di uno “schema tipo” di Statuto, provvedimento già pubblicato, della raccolta che operano al di fuori della privativa.

L’intervento Il sistema consortile alla luce del Dlgs 152/2006


al quale i Consorzi dovranno adeguare il proprio.
E ancora, nelle “Disposizioni transitorie” si rimanda ad un suc- Principi similari erano del resto già stati stabiliti all’interno del-
cessivo decreto ministeriale in merito a modalità, presupposti ed l’Accordo Anci-Conai, poi declinati negli allegati tecnici con l’indi-
effetti economici “per l’ipotesi in cui i soggetti aderenti ai vi- viduazione di “traccianti” tesi a ridurre o limitare l’allargamento
genti Consorzi pongano in essere o aderiscano a nuovi e la diffusione ad libitum della pratica della assimilazione.
Consorzi o a forme ad essi alternative”.
La tariffa è, come noto, il corrispettivo dovuto per lo svolgimento
Altri meccanismi innovativi del servizio di raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti solidi
Due in particolare sono da segnalare: la modifica del meccanismo urbani. L’ammontare della tariffa, secondo il principio “Pay as
di assimilazione dei rifiuti industriali, commerciali e artigianali you throw”, è commisurato alle quantità e qualità medie ordina-
agli urbani e l’ammontare della tariffa. rie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e
Per quanto riguarda i rifiuti assimilabili la norma stabilisce vin- alla tipologia di attività svolte, tenendo anche conto di parametri
coli e limitazioni. Infatti esclude i rifiuti (compresi gli speciali, di quali la stagionalità, la natura delle utenze domestiche (prima o
norma rappresentati dagli imballaggi) provenienti dal ciclo pro- seconda casa ecc.) e del territorio in cui si opera.
duttivo diretto o indiretto, limitandosi a quelli “prodotti negli uf- Sono escluse dall’applicazione della tariffa le attività produttive e
fici, nelle mense, negli spacci, nei bar e nei locali al servizio industriali che non rientrino nei parametri citati sopra, i cui rifiu-
dei lavoratori o comunque aperti al pubblico”. ti non possano pertanto essere assimilati agli urbani.
Le eccezioni riguardano i rifiuti di imballaggio provenienti da at-
tività industriali, commerciali e artigianali, fino a superfici che Ciò comporta l’esclusione degli imballaggi dal computo della
non superino i 150 metri quadrati nei Comuni con popolazione medesima, salvo le eccezioni stabilite per l’assimilazione e il
residente inferiore ai 10.000 abitanti e i 250 metri quadrati nei rinvio a transazioni di natura squisitamente commerciale con
Comuni con popolazione residente superiore a 10.000 abitanti. lo stesso soggetto gestore o con altri soggetti. Comporta an-
che il passaggio ad un sistema più equo, con l’esclusione di
La conseguenza di tale nuova norma potrebbe essere la ridu- parametri di tassazione indiretta quali la superficie coperta e
zione delle quantità effettivamente conferite al servizio pub- scoperta eccetera.
blico e la logica apertura di spazi di mercato per le aziende

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


l’isolamento
ecoefficiente
guida all’uso dei materiali naturali
L’attenzione alle problematiche obiettivo.
ambientali permea ormai tutti i Ma isolare come? In questo
campi del vivere, e il progettare campo emerge infatti la profonda
secondo i criteri della bioedilizia è mancanza di informazioni in grado
uno dei nodi decisivi dell’abitare in di sostenere scelte e orientamenti
modo sano. L’adozione della corretti. I materiali isolanti
direttiva europea 2002/91 impone alternativi, caratterizzati da un
anche all’Italia di adeguare, a minore impatto sull’ambiente e
partire dal 2006, il proprio sulla salute, fanno oggi fatica a
patrimonio edilizio a criteri di trovare un posto sul mercato e ad
risparmio energetico. acquisire visibilità a causa della
di Alessandro Fassi Isolare meglio è il primo e il più mancanza di informazioni e di una
e Laura Maina
semplice intervento che si può documentazione validata da
illustrato, 250 pagine 40,00 e fare per raggiungere questo certificati e prove di laboratorio.

R
tagliando d’ordine da inviare a Edizioni Ambiente fax 02/45487333 www.edizioniambiente.it e-mail mario.pasquali@reteambiente.it
■ Sì, desidero acquistare contrassegno il volume Il cliente ha il diritto di recedere
dal contratto in oggetto secondo le modalità
1) Informativa ex Dlgs 196/2003. La compilazione del presente coupon è facolta-
tiva, ma è necessaria per fornire il servizio da Lei richiesto e, dietro suo consenso,
L’isolamento ecoefficiente a 40,00 e stabilite dal Dlgs 185/1999.
per inviarLe inoltre informazioni su iniziative commerciali e non della Casa Editrice.
Responsabile del trattamento dei suoi dati è Edizioni Ambiente Srl, via N. Battaglia
nome e cognome 10, 20127, Milano. Nel rispetto del Dlgs 196/2003, i dati da Lei rilasciati saranno
trattati, anche con l’ausilio di mezzi automatizzati, dagli incaricati della gestione dei
ragione sociale servizi in oggetto, del marketing, dell’amministrazione e della gestione clienti. Non
saranno comunicati a terzi se non per adempiere ad obblighi di legge, per ordini di
pubbliche autorità o per esercitare un diritto in sede giudiziaria. È Suo diritto otte-
via n. nerne gratuitamente il controllo, l’aggiornamento, la modifica o la cancellazione e
opporsi al loro trattamento ai sensi dell’articolo 7 del citato Dlgs 196/2003.
città prov. cap 2) Consenso al trattamento dei dati.
Letta l’informativa di cui sopra:
tel. fax [ ] autorizzo
[ ] non autorizzo
sito internet e-mail l’utilizzo dei miei dati per l’invio di informazioni commerciali ed iniziative della Casa
Editrice. 9
data firma Firma ............................................................................
Ministero dell’ambiente
Decreto 5 febbraio 1998 – Testo vigente (*)
(Supplemento ordinario alla Gazzetta ufficiale 16 aprile 1998 n. 88)

Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti


alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli
articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997,
Legislazione n. 22
norme
nazionali Il testo del provvedimento è coordinato con tutte le modifiche intervenute sino ad
oggi. Tali modifiche sono state apportate da:
– Dm Ambiente 9 gennaio 2003;
– Dm Ambiente 27 luglio 2004;
– Dm Ambiente 5 aprile 2006, n. 186 (entrata in vigore delle modifiche: 19 mag-
gio 2006).
Il provvedimento è stato emanato per adeguare “sollecitamente e compiutamen-
Recupero te” il Dm 5 febbraio 1998 alle indicazioni fornite dalla Corte europea di Giustizia
(sentenza Corte di Giustizia Ue 7 ottobre 2004, causa C-103/02).
Tutte le modifiche di carattere aggiuntivo apportate dal provvedimento in que-
agevolato: stione sono evidenziate in neretto; le soppressioni sono evidenziate con barra sulle
singole parti del testo.
Attenzione: il Dm Ambiente 2 maggio 2006 (Supplemento ordinario n. 123 alla
adeguamento Gazzetta ufficiale 18 maggio 2006 n. 114) reca – all’Allegato C – uno schema di
trasposizione dei codici Cer individuati nell’Allegato 1, Suballegato 1 e nell’Alle-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


messa in riserva gato 2, del decreto ministeriale 5 febbraio 1998 con i corrispondenti codici del-
l’Elenco dei rifiuti di cui all’Allegato D, Parte IV del Dlgs 152/2006 ai sensi della
decisione 2000/532/Ce e successive modificazioni.
non pericolosi
Il Ministro dell’ambiente a) le quantità massime impiegabili;
entro il di concerto con
i Ministri della sanità, dell’industria, del com-
b) la provenienza, i tipi e le caratteristiche dei ri-
fiuti, nonché le condizioni specifiche di utilizzo
mercio e dell’artigianato e per le politiche agri- degli stessi;
3 dicembre 2006 cole
Visto il decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22,
c) le prescrizioni necessarie per assicurare che i
rifiuti siano recuperati senza pericolo per la salute
recante “Attuazione delle direttive 91/156/Cee sui dell’uomo e senza usare procedimenti e metodi
rifiuti, 91/689/Cee sui rifiuti pericolosi e 94/62/ che potrebbero recare pregiudizio all’ambiente;
Ce sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio”; Considerato che ai sensi dell’articolo 33, comma
Visto il decreto legislativo 8 novembre 1997, n. 7, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, la
389, recante modifiche ed integrazioni al decreto procedura semplificata sostituisce l’autorizzazio-
legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, in materia di ne di cui all’articolo 15, lettera a), del decreto del
rifiuti pericolosi di imballaggi e di rifiuti di im- Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n.
ballaggi; 203, limitatamente alle variazioni qualitative e
Considerato che ai sensi dell’articolo 2, del pre- quantitative determinate dai rifiuti sottoposti ad
detto decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, attività di recupero semplificate, e che pertanto a
l’esercizio delle attività di riciclaggio e di recupe- tali fini è necessario fissare i limiti di emissione
ro dei rifiuti deve assicurare un’elevata protezio- per ciascuna delle attività di recupero predette;
ne dell’ambiente e controlli efficaci, e che i rifiuti Visto il decreto legislativo 4 giugno 1997, n. 143,
devono essere recuperati senza pericolo per la sa- recante conferimento alle Regioni delle funzioni
lute dell’uomo e senza usare procedimenti o me- amministrative in materia di agricoltura e pesca
todi che potrebbero creare pregiudizio all’am- e riorganizzazione dell’amministrazione centra-
biente; le, con il quale è stato soppresso il ministero delle
Considerato che al fine di garantire un elevato li- risorse agricole, alimentari e forestali ed è stato i-
vello di tutela dell’ambiente e controlli efficaci stituito il Ministero per le politiche agricole;
l’articolo 33 del predetto decreto legislativo 5 feb- Vista la comunicazione al Presidente del Consi-
braio 1997, n. 22, stabilisce che le attività di re- glio dei Ministri, di cui alla nota U.L./98/2219
cupero possono essere sottoposte a procedure del 5 febbraio 1998;
semplificate sulla base di apposite condizioni e
norme tecniche che devono fissare in particolare: Decreta:

(*) Il provvedimento, compresi gli allegati, è riportato nei suoi termini testuali con gli errori in esso contenuti, ri-
11
tenendo arbitrario procedere a correzioni.
Articolo 1 claggio e di recupero di materia individuati nel- approvato dall’autorità competente;
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

Principi generali l’Allegato 1 devono garantire l’ottenimento di c) sia effettuato nel rispetto delle norme tecniche
1. Le attività, i procedimenti e i metodi di recupe- prodotti o di materie prime o di materie prime e delle condizioni specifiche previste dal presente
ro di ciascuna delle tipologie di rifiuti individuati secondarie con caratteristiche merceologiche decreto per la singola tipologia di rifiuto impie-
dal presente decreto non devono costituire un pe- conformi alla normativa tecnica di settore o, co- gato, nonché nel rispetto del progetto di cui alla
ricolo per la salute dell’uomo e recare pregiudizio munque, nelle forme usualmente commercializ- lettera b);
all’ambiente, e in particolare non devono: zate. In particolare, i prodotti, le materie prime e d) sia compatibile con le caratteristiche chimico-
a) creare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo e per le materie prime secondarie ottenuti dal riciclag- fisiche, idrogeologiche e geomorfologiche dell’a-
la fauna e la flora; gio e dal recupero dei rifiuti individuati dal pre- rea da recuperare.
b) causare inconvenienti da rumori e odori; sente decreto non devono presentare caratteristi- d-bis) in ogni caso, il contenuto dei contami-
c) danneggiare il paesaggio e i siti di particolare che di pericolo superiori a quelle dei prodotti e nanti sia conforme a quanto previsto dalla le-
interesse; delle materie ottenuti dalla lavorazione di mate- gislazione vigente in materia di messa in sicu-
2. Negli Allegati 1, 2 e 3 sono definite le norme rie prime vergini. rezza, bonifica e ripristino ambientale dei siti
tecniche generali che, ai fini del comma 1, indivi- 2. I prodotti ottenuti dal recupero dei rifiuti indi- inquinati, in funzione della specifica destina-
duano i tipi di rifiuto non pericolosi e fissano, per viduati ai sensi del presente decreto e destinati a zione d’uso del sito.
ciascun tipo di rifiuto e per ogni attività e metodo venire a contatto con alimenti per il consumo u-
di recupero degli stessi, le condizioni specifiche in mano, devono inoltre rispettare i requisiti richie- Articolo 6
base alle quali l’esercizio di tali attività è sottopo- sti dal decreto del Ministro della sanità 21 marzo Messa in riserva
sto alle procedure semplificate di cui all’articolo 1973, e successive modifiche e integrazioni. 1. La messa in riserva dei rifiuti non pericolosi
33, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e 3. Restano sottoposti al regime dei rifiuti i pro- individuati e destinati ad una delle attività com-
successive modifiche e integrazioni. dotti, le materie prime e le materie prime secon- prese negli Allegati 1 e 2 è sottoposta alle disposi-
3. Le attività, i procedimenti e i metodi di recu- darie ottenuti dalle attività di recupero che non zioni di cui all’articolo 33, del decreto legislativo
pero di ogni tipologia di rifiuto, disciplinati dal vengono destinati in modo effettivo ed oggettivo 5 febbraio 1997, n. 22, qualora vengano rispetta-
presente decreto, devono rispettare le norme vi- all’utilizzo nei cicli di consumo o di produzione. te le seguenti condizioni:
genti in materia di tutela della salute dell’uomo a) i rifiuti da recuperare devono essere stoccati
e dell’ambiente, nonché di sicurezza sul lavoro; e Articolo 4 separatamente dalle materie prime eventualmen-
in particolare: Recupero energetico te presenti nell’impianto;
a) le acque di scarico risultanti dalle attività di 1. Le attività di recupero energetico individuate b) i rifiuti incompatibili, suscettibili cioè di rea-
recupero dei rifiuti disciplinate dal presente de- nell’Allegato 2 devono garantire, al netto degli gire pericolosamente tra di loro e che possono
creto devono rispettare le prescrizioni e i valori li- autoconsumi dell’impianto di recupero, la pro- dare luogo alla formazione di prodotti esplosivi,
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

mite previsti dalla legge 10 maggio 1976, n. 319 duzione di una quota minima di trasformazione infiammabili o tossici, ovvero allo sviluppo di
e dai decreti legislativi 27 gennaio 1992, n. 132, e del potere calorifico del rifiuto in energia termica notevoli quantità di calore, devono essere stoccati
27 gennaio 1992, n. 133, e successive modifiche e pari al 75% su base annua oppure la produzione in modo che non possano venire a contatto tra di
integrazioni dal decreto legislativo 11 maggio di una quota minima percentuale di trasforma- loro;
1999, n. 152, e successive modificazioni; zione del potere calorifico dei rifiuti in energia e- c) ove la messa in riserva dei rifiuti avvenga in
b) le emissioni in atmosfera risultanti dalle atti- lettrica determinata su base annua secondo la se- cumuli, questi devono essere realizzati su basa-
vità di recupero disciplinate dal presente decreto guente formula: menti pavimentati o, qualora sia richiesto dalle
devono, per quanto non previsto dal decreto me- potenza elettrica (espressa in MW) caratteristiche del rifiuto, su basamenti imper-
desimo, essere conformi alle disposizioni di cui al 16 + —–––––––————————— meabili che permettano la separazione dei rifiuti
decreto del Presidente della Repubblica 24 mag- 5 dal suolo sottostante;
gio 1988, n. 203, e successive modifiche e inte- 2. La formula di calcolo di cui al comma 1 non d) i rifiuti stoccati in cumuli, se polverulenti, de-
grazioni. si applica quando la quota minima di trasforma- vono essere protetti dall’azione del vento;
4. Le procedure semplificate disciplinate dal pre- zione del potere calorifico dei rifiuti in energia e- e) ove i rifiuti siano allo stato liquido e lo stoc-
sente decreto si applicano esclusivamente alle o- lettrica assicurata dall’impianto di recupero è su- caggio avvenga in serbatoi fuori terra, questo de-
perazioni di recupero specificate ed ai rifiuti indi- periore al 27% su base annua. ve essere dotato di un bacino di contenimento di
viduati dai rispettivi codici e descritti negli Alle- 3. Qualora la quota minima percentuale di tra- capacità pari all’intero volume del serbatoio.
gati. sformazione del potere calorifico dei rifiuti in e- Qualora, in uno stesso insediamento vi siano più
nergia elettrica, calcolata ai sensi del comma 1, serbatoi, potrà essere realizzato un solo bacino di
Articolo 2 non sia raggiunta, l’utilizzo di rifiuti in schemi contenimento di capacità uguale alla terza parte
Definizioni cogenerativi per la produzione combinata di e- di quella complessiva effettiva dei serbatoi stessi.
1. Ai fini dell’applicazione del presente decreto si nergia elettrica e calore deve garantire una quota In ogni caso, il bacino deve essere di capacità pa-
intende per: di trasformazione complessiva del potere calorifi- ri a quella del più grande dei serbatoi.
a) co-combustione: utilizzazione mista di com- co del rifiuto, in energia termica ed in energia e-
bustibili e rifiuti, compreso il combustibile da ri- lettrica, non inferiore al 65% su base annua. Articolo 6
fiuto (Cdr); Messa in riserva
b) impianto dedicato: impianto destinato esclusi- Articolo 5 1. La messa in riserva dei rifiuti non perico-
vamente al recupero energetico dei rifiuti, com- Recupero ambientale losi è sottoposta alle disposizioni di cui all’ar-
preso il combustibile da rifiuto (Cdr); 1. Le attività di recupero ambientale individuate ticolo 33 del decreto legislativo 5 febbraio
c) impianto termico: impianto industriale per la nell’Allegato 1 consistono nella restituzione di a- 1997, n. 22, e successive modificazioni, qua-
produzione di energia, con esclusione degli im- ree degradate ad usi produttivi o sociali attraver- lora vengano rispettate le condizioni di cui al
pianti termici per usi civili; so rimodellamenti morfologici. presente articolo.
d) raccolta finalizzata: raccolta di frazioni omo- 2. L’utilizzo dei rifiuti nelle attività di recupero 2. La quantità massima dei rifiuti non perico-
genee di rifiuti speciali destinati ad attività di re- di cui al comma 1 è sottoposto alle procedure losi sottoposti ad operazioni di messa in riser-
cupero. semplificate previste dall’articolo 33, del decreto va presso l’impianto di produzione e presso
legislativo 5 febbraio 1997 n. 22, a condizione impianti che effettuano, unicamente, tale ope-
Articolo 3 che: razione di recupero è individuata nell’Allegato
Recupero di materia a) i rifiuti non siano pericolosi; 4 sotto l’attività “Messa in riserva”.
12
1. Le attività, i procedimenti e i metodi di rici- b) sia previsto e disciplinato da apposito progetto 3. La quantità massima dei rifiuti non perico-
losi sottoposti ad operazioni di messa in ri- que in quantità superiori a quelle recuperabili fettuate almeno ad ogni inizio di attività e, suc-

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


serva presso l’impianto di recupero coincide nello stesso periodo. cessivamente, ogni due anni e, comunque, ogni
con la quantità massima recuperabile indivi- 3. Le operazioni di messa in riserva di rifiuti in- volta che intervengano delle modifiche sostan-
duata nell’Allegato 4 per l’attività di recupero fiammabili o putrescibili effettuate presso gli im- ziali nel processo di recupero dei rifiuti.
svolta nell’impianto stesso. In ogni caso, la pianti dove si svolgono esclusivamente le opera-
quantità dei rifiuti contemporaneamente mes- zioni di recupero identificate con il codice R13 Articolo 8
sa in riserva presso ciascun impianto o stabi- sono sottoposte a procedura semplificata solo se Campionamenti e analisi
limento non può eccedere il 70% della quan- le quantità in deposito non superino i 600 metri 1. Il campionamento dei rifiuti, ai fini della
tità di rifiuti individuata all’Allegato 4 del pre- cubi e il deposito non si protragga per un periodo loro caratterizzazione chimico fisica, è effet-
sente regolamento. Il predetto limite, per i ri- superiore ad un anno. tuato sul rifiuto tal quale, in modo tale da ot-
fiuti combustibili, è ridotto al 50% fatta salva 4. Per le attività di recupero energetico di cui tenere un campione rappresentativo secondo
la capacità effettiva di trattamento dell’im- all’Allegato 2, la quantità massima di rifiuti è de- le norme Uni 10802, “Rifiuti liquidi, granula-
pianto. finita in funzione del potere calorifico del rifiuto, ri, pastosi e fanghi – Campionamento manua-
4. La quantità di rifiuti non pericolosi sotto- della potenza termica nominale dell’impianto in le e preparazione ed analisi degli eluati”.
posti ad operazioni di messa in riserva presso cui avviene il recupero energetico e del tempo di 2. Le analisi sui campioni ottenuti ai sensi del
l’impianto di produzione del rifiuto non può funzionamento stimato per ogni singolo impian- comma 1, sono effettuate secondo metodiche
eccedere la quantità di rifiuti prodotti, in un to di recupero. standardizzate o riconosciute valide a livello
anno, all’interno del medesimo impianto. I 5. Le quantità annue di rifiuti avviati al recupero nazionale, comunitario o internazionale.
rifiuti prodotti devono essere avviati ad ope- devono essere indicate nella comunicazione di i- 3. Il campionamento e le determinazioni a-
razioni di recupero entro un anno dalla data nizio di attività, precisando il rispetto delle condi- nalitiche del combustibile derivato dai rifiuti
di produzione. zioni di cui al presente articolo. (Cdr) sono effettuate in conformità alla nor-
5. Fatto salvo il comma 2, la quantità di rifiuti ma Uni 9903.
non pericolosi sottoposti ad operazioni di Articolo 7 4. Il campionamento e le analisi sono effet-
messa in riserva in impianti che effettuano, u- Quantità impiegabile tuate a cura del titolare dell’impianto ove i ri-
nicamente, tale operazione di recupero, non 1. La quantità massima impiegabile di rifiuti fiuti sono prodotti almeno in occasione del
deve in ogni caso eccedere la capacità di non pericolosi è individuata nell’Allegato 4 al primo conferimento all’impianto di recupero
stoccaggio autorizzata ai sensi dell’articolo presente decreto in relazione alle diverse atti- e, successivamente, ogni 24 mesi e, comun-
31, comma 6 del decreto legislativo 5 feb- vità di recupero ammesse a procedura sem- que, ogni volta che intervengano modifiche
braio 1997, n. 22 e successive modificazioni. plificata. sostanziali nel processo di produzione.
I rifiuti messi in riserva devono essere avviati 2. Fermi i limiti di cui al comma 1, la quan- 5. Il titolare dell’impianto di recupero è te-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


ad operazioni di recupero entro un anno dal- tità di rifiuti che può essere sottoposta ad atti- nuto a verificare la conformità del rifiuto
la data di ricezione. vità di recupero in procedura semplificata conferito alle prescrizioni ed alle condizioni
6. La quantità di rifiuti non pericolosi messi non deve in ogni caso eccedere la capacità di esercizio stabilite dal presente regolamen-
in riserva presso gli impianti che effettuano dell’impianto autorizzata ai sensi dell’articolo to per la specifica attività svolta.
anche le altre operazioni di recupero previste 31, comma 6, del decreto legislativo 5 feb- 6. Il campionamento, l’analisi e la valutazio-
dal presente decreto, non può eccedere, in braio 1997, n. 22, ovvero, qualora l’autoriz- ne delle emissioni in atmosfera devono esse-
un anno, la quantità di rifiuti che, ai sensi zazione rilasciata in base alla normativa vi- re effettuate secondo quanto previsto dagli
dell’articolo 7, può essere sottoposta ad atti- gente non contempli la capacità autorizzata, specifici decreti adottati ai sensi dell’articolo
vità di recupero nell’impianto stesso. In ogni la quantità impiegabile è determinata dalla 3, comma 2, lettera b), del decreto del Pre-
caso, i rifiuti messi in riserva devono essere potenzialità dell’impianto. Il limite della po- sidente della Repubblica 24 maggio 1988, n.
avviati alle altre operazioni di recupero entro tenzialità dell’impianto deve essere rispettato 203, e successive modifiche ed integrazioni.
un anno dalla data di ricezione. anche nell’ipotesi in cui, nello stesso impian-
7. La messa in riserva dei rifiuti non perico- to, vengano recuperate più tipologie di rifiuti. Articolo 9
losi deve essere effettuata nel rispetto delle 3. Le quantità annue di rifiuti non pericolosi Test di cessione
norme tecniche individuate nell’Allegato 5 al avviati al recupero devono essere indicate 1. I test di cessione, qualora previsti nell’Allegato
presente regolamento. nella comunicazione di inizio di attività, pre- 1, devono essere eseguiti su un campione ottenu-
8. Per i rifiuti di cui all’Allegato 1, Suballe- cisando il rispetto delle condizioni di cui al to nella stessa forma fisica prevista nelle condi-
gato 1, del presente decreto, il passaggio fra i presente articolo. zioni finali d’uso.
siti adibiti all’effettuazione dell’operazione di 4. Le quantità massime dei rifiuti non perico- 2. I test di cessione previsti in Allegato 1 devono
recupero “R13 - messa in riserva” è consen- losi individuati nell’Allegato 4 al presente de- essere eseguiti secondo le procedure previste in
tito esclusivamente per una sola volta ed ai creto possono essere oggetto di aggiorna- Allegato 3 al presente decreto.
soli fini della cernita o selezione o frantuma- mento annuale, anche per tener conto dell’e- 3. I test di cessione devono essere effettuati alme-
zione o macinazione o riduzione volumetrica sigenza di incentivare il recupero dei rifiuti. no ogni inizio di attività e, successivamente, ogni
dei rifiuti. due anni e, comunque, ogni volta che interven-
Articolo 8 gano modifiche sostanziali nel processo di recu-
Articolo 7 Campionamenti e analisi pero dei rifiuti.
Quantità 1. Il campionamento dei rifiuti ai fini della loro
1. Fatto salvo quanto specificatamente previsto caratterizzazione chimico-fisica deve essere effet- Articolo 9
negli Allegati, le quantità massime annue di ri- tuato in modo tale da ottenere un campione rap- Test di cessione
fiuti, impiegabili nelle attività di recupero disci- presentativo secondo i criteri elaborati dal CNR- 1. Ai fini dell’effettuazione del test di cessione
plinate dal presente decreto, sono determinate IRSA quaderno 64, metodi analitici sui fanghi, di cui in Allegato 3 al presente decreto, il cam-
dalla potenzialità annua dell’impianto in cui si volume 3 del gennaio 1985, in quanto applicabili. pionamento dei rifiuti è effettuato in modo da
effettua l’attività al netto della materia prima e- 2. Le analisi su detti campioni, ai fini della ca- ottenere un campione rappresentativo secon-
ventualmente impiegata e senza creare rischi per ratterizzazione del rifiuto, devono essere effettua- do le norme Uni 10802, “Rifiuti liquidi, granu-
la salute dell’uomo e per l’ambiente. te secondo metodiche standardizzate o ricono- lari, pastosi e fanghi – Campionamento ma-
2. Il deposito per la messa in riserva di rifiuti di sciute valide a livello nazionale, comunitario o nuale e preparazione ed analisi degli eluati”.
cui al comma 1, dell’articolo 6, non può avvenire internazionale. 2. Il test di cessione sui campioni ottenuti ai
13
per un periodo superiore ad un anno e comun- 3. Le analisi di cui al comma 2 devono essere ef- sensi del comma 1, ai fini della caratterizza-
zione dell’eluato, è effettuato secondo i criteri venzione di cui all’articolo 3, della legge 27 di- decreto legislativo 11 maggio 2005, n. 133.
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

e le modalità di cui all’Allegato 3 al presente cembre 1956, n. 1423, e successive modifiche ed 5. I soggetti che effettuano attività di raccolta,
regolamento. integrazioni; trasporto e recupero dei rifiuti non pericolosi
3. Il test di cessione è effettuato almeno ad o- h) non devono essersi resi colpevoli di false di- ai sensi degli articoli 30, 31 e 33 del decreto
gni inizio di attività e, successivamente, ogni chiarazioni nel fornire informazioni che possono legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successi-
12 mesi salvo diverse prescrizioni dell’auto- essere richieste ai sensi del presente articolo. ve modificazioni e che non soddisfano più, a
rità competente e, comunque, ogni volta che seguito delle modifiche apportate al presente
intervengano modifiche sostanziali nel pro- Articolo 11 decreto, i requisiti per l’applicazione della
cesso di recupero. Norme transitorie procedura semplificata o per i quali non è
1. I valori ed i sistemi di controllo delle emissio- stato individuato il parametro quantità, inol-
Articolo 10 ni derivanti dalle attività di recupero di rifiuti in- trano richiesta all’ente competente per terri-
Requisiti soggettivi dividuati negli Allegati 1 e 2, in esercizio ai sensi torio, entro trenta giorni dall’entrata in vigore
1. Ai fini dell’applicazione della procedura sem- dell’articolo 33, comma 6, del decreto legislativo del presente regolamento, presentando do-
plificata di cui all’articolo 33 comma 1 del decre- 5 febbraio 1997, n. 22, devono essere adeguati ai manda di autorizzazione ai sensi dell’articolo
to legislativo 22 febbraio 1997, n. 22, alle attività limiti ed alle modalità di monitoraggio previsti 28 o iscrizione ai sensi dell’articolo 30 del
di recupero disciplinate dal presente decreto, il ti- dai predetti Allegati entro sedici mesi dalla data decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e
tolare dell’impresa, nel caso di impresa indivi- di entrata in vigore del presente decreto. successive modificazioni. Le attività di raccol-
duale, i soci amministratori delle società in no- 2. Le attività di recupero dei rifiuti individuati ta, trasporto e recupero possono essere pro-
me collettivo e di accomandatari delle società in alle voci 6, limitatamente ai poli-accoppiati, 7, 9 seguite fino all’emanazione del conseguente
accomandita semplice, gli amministratori muni- e 14 dell’Allegato 1 al decreto ministeriale 16 provvedimento da parte dell’ente competente
ti di rappresentanza, in tutti gli altri casi, e gli gennaio 1995, pubblicato nel Supplemento ordi- al rilascio delle autorizzazioni o iscrizioni di
amministratori di società commerciali legalmen- nario alla Gazzetta ufficiale 30 gennaio 1995, n. cui al citato decreto legislativo 5 febbraio
te costituite appartenenti a Stati membri della Ue 24, in esercizio ai sensi dell’articolo 33, comma 1997, n. 22.
ovvero a Stati che concedano il trattamento di re- 6, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, 6. Agli impianti ricadenti nell’ambito di ap-
ciprocità: devono adeguarsi alle disposizioni fissate alla vo- plicazione del decreto legislativo 18 febbraio
a) devono essere cittadini italiani, cittadini di ce 1, punto 1.1, dell’Allegato 2 al presente decre- 2005, n. 59, ad esclusione di quelli della ca-
Stati membri della Ue oppure cittadini residenti to, entro 3 mesi dall’entrata in vigore dello stesso. tegoria 5 dell’Allegato I allo stesso decreto, si
in Italia, di un altro Stato che riconosca analogo Sino a tale data l’esercizio delle predette attività applicano le disposizioni di detto decreto.
diritto ai cittadini italiani; di recupero continua ad essere consentito secon-
b) devono essere domiciliati, residenti ovvero con do le modalità e nel rispetto delle condizioni, del- Articolo 11-bis
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

sede o una stabile organizzazione in Italia; le prescrizioni e delle norme tecniche stabilite dal Attività di monitoraggio e controllo delle
c) devono essere iscritti nel registro delle imprese, citato decreto ministeriale 16 gennaio 1995. operazioni di recupero
ad eccezione delle imprese individuali; 3. Ai sensi dell’articolo 33, comma 6, del decreto 1. Sono adottati i provvedimenti necessari, ivi
d) non devono trovarsi in stato di fallimento, di legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, dalla data di compresi accordi e contratti di programma
liquidazione, di cessazione di attività o di concor- entrata in vigore del presente decreto sono abro- con gli operatori economici interessati, al fi-
dato preventivo e in qualsiasi altra situazione e- gate le norme tecniche del decreto del Ministro ne di garantire il rispetto della gerarchia co-
quivalente secondo la legislazione straniera; dell’ambiente 5 settembre 1994, pubblicato nel munitaria dei rifiuti.
e) non devono aver riportato condanne con sen- Supplemento ordinario n. 126, alla Gazzetta uffi- 2. Con decreto del Ministro dell’ambiente e
tenza passata in giudicato, salvi gli effetti della ciale 10 settembre 1994, n. 212, e del decreto del tutela del territorio, di concerto con i Ministri
riabilitazione e della sospensione della pena: Ministro dell’ambiente 16 gennaio 1995, pubbli- delle attività produttive e della salute, d’intesa
1 – a pena detentiva per reati previsti dalle nor- cato nel Supplemento ordinario alla Gazzetta uf- con la Conferenza unificata, sono determinati
me a tutela dell’ambiente; ficiale 30 gennaio 1995, n. 24, che disciplinano i criteri per assicurare che gli impianti di re-
2 – alla reclusione per un tempo non inferiore le attività di recupero dei rifiuti non pericolosi. cupero dei rifiuti disciplinati dal presente re-
ad un anno per un delitto contro la Pubblica 4. Le attività di recupero dei rifiuti già autoriz- golamento, in funzione delle attività di recu-
amministrazione, conto la fede pubblica, contro zate ai sensi degli articoli 30, 31 e 33 del de- pero svolte e delle peculiarità antropiche del
il patrimonio, contro l’ordine pubblico, contro creto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e suc- sito, adottino un piano di monitoraggio e
l’economia pubblica, ovvero per un delitto in cessive modificazioni si adeguano alle norme controllo delle matrici ambientali interessate,
materia tributaria; tecniche di cui all’Allegato 5 entro sei mesi finalizzato a garantire che le operazioni di re-
3 – alla reclusione per un tempo non inferiore a dall’entrata in vigore del presente regolamen- cupero avvengano senza recare pregiudizio
due anni per un qualunque delitto non colposo; to. Sino a tale data l’esercizio delle predette all’uomo e all’ambiente.
f) devono essere in regola con gli obblighi relativi attività di recupero continua ad essere con-
al pagamento dei contributi previdenziali e assi- sentito secondo le modalità e nel rispetto del- Il presente decreto entra in vigore il giorno suc-
stenziali a favore dei lavoratori, secondo la legi- le condizioni, delle prescrizioni e delle norme cessivo a quello della sua pubblicazione nella
slazione italiana o quella del Paese di residenza; tecniche stabilite dal presente regolamento, Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana.
g) non devono essere sottoposti a misure di pre- fatto salvo quanto stabilito dall’articolo 21 del

Allegato 1 rio n. 2557/2001 sulle spedizioni di denziate con barra sulle singole ne di imballaggi) distribuzione di gior-
Suballegato 1 rifiuti ed in relazione al nuovo elen- parti del testo. nali, raccolta differenziata di RSU, al-
co dei rifiuti. tre forme di raccolta in appositi conte-
Norme tecniche generali Il testo del provvedimento è inoltre 1. Rifiuti di carta, cartone, e nitori; attività di servizio raccolta dif-
per il recupero di materia coordinato con le modifiche appor- prodotti di carta ferenziata di RU, altre forme di
dai rifiuti non pericolosi tate dal Dm Ambiente 9 gennaio 1.1 Tipologia: rifiuti di carta, cartone raccolta in appositi contenitori su
2003; dal Dm Ambiente 27 luglio e cartoncino, inclusi poliaccoppiati, superfici private; attività di ser-
Il testo dell’Allegato è modificato 2004 e dal Dm Ambiente 5 aprile anche di imballaggi [150101] vizio.
sulla base delle indicazioni del- 2006, n. 186. [150105] [150106] [200101] 1.1.2 Caratteristiche del rifiuto: ri-
l’Allegato C della direttiva MinAm- Tutte le modifiche di carattere ag- 1.1.1 Provenienza: attività produttive fiuti, costituiti da: fustellati di cartone,
biente 9 aprile 2002, recante indi- giuntivo apportate dai provvedimen- (industria cartaria, cartotecnica, di refili, refili misti di tipografia, rigatini
cazioni per la corretta e piena appli- to in questione sono evidenziate in trasformazione della carta, tipografie, di edizione, libri bianchi scartonati in-
14 cazione del regolamento comunita- neretto. Le soppressioni sono evi- industrie grafiche, legatorie, produzio- venduti, opuscoli colorati invenduti,
cartone ondulato, cartone bianco mul- [160208] [160120] [101112]. contenuto in metalli pesanti, e verifica (4% per il rottame di vetro trasparen-

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


tistrato, con o senza stampa, bianco 2.1.1 Provenienza: raccolta differen- dei limiti di cui al test di cessione ef- te), umidità <3% in peso, frazione
giornale da periodici, bianco giornale ziata in appositi contenitori e/o altre fettuato sul rifiuto tal quale secondo il sottovaglio (<3 mm) <5% [R5].
da quotidiani, resa illustrati invenduti, raccolte differenziate; selezione da metodo in Allegato 3 al presente de- 2.2.4 Caratteristiche delle materie
resa quotidiani invenduti; miscela di RSU e/o RAU; attività industriali, arti- creto [R5]. prime e/o dei prodotti ottenuti:
carte e cartoni di diverse qualità con gianali commerciali e di servizi; auto- 2.1.4 Caratteristiche delle materie a) manufatti in vetro;
presenza di materiali non utilizzabili demolizione autorizzate ai sensi del prime e/o dei prodotti ottenuti: b) materia prima secondaria conformi
cartaccia derivante da raccolta dif- decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. a) manufatti in vetro; alle specifiche del vetro pronto al for-
ferenziata, rifiuti di carte e cartoni 22 e successive modifiche e integra- b) materie prime secondarie conformi no fissate dalle CCIAA di Roma e
non rispondenti alle specifiche zioni. alle specifiche merceologiche fissate Milano destinate alla produzione di
delle norme Uni-En 643. 2.1.2 Caratteristiche del rifiuto: ve- dalle CCIAA di Roma e Milano desti- vetro, carta vetro e materiali abrasivi
1.1.3 Attività di recupero: tro di scarto con l’esclusione dei vetri nate alla produzione di vetro, carta nelle forme usualmente commercia-
a) riutilizzo diretto nell’industria carta- da tubi raggio-catodici delle lampade vetro e materiali abrasivi nelle forme lizzate;
ria [R3] a scarica ed altri vetri contaminati da usualmente commercializzate; 2.3 Tipologia: rottame fine di cristallo
b) messa in riserva [R13] per la pro- sostanze radioattive e dei contenitori c) materie prime secondarie per l’edi- [200102] [101199].
duzione di materia prima secondaria etichettati come pericolosi ai sensi lizia. 2.3.1 Provenienza: industria del cri-
per l’industria cartaria mediante sele- della legge 29 maggio 1974, n. 256, 2.2 Tipologia: vetro di scarto e fram- stallo.
zione, eliminazione di impurezze e di decreto del Presidente della Repub- menti di vetro da ricerca medica e ve- 2.3.2 Caratteristiche del rifiuto: rot-
materiali contaminati, compattamento blica 24 novembre 1981, n. 927 e terinaria [180104] [200102] tame fine di cristallo contaminato da
in conformità alle seguenti specifiche successive modifiche e integrazioni; [150107]. oli, grassi e materiali refrattari.
[R3]: non radioattivo ai sensi del decreto le- 2.2.1 Provenienza: raccolta differen- 2.3.3 Attività di recupero:
impurezze quali metalli, sabbie e ma- gislativo 17 marzo 1995, n. 230. ziata, effettuata in ambito ospedaliero, a) messa in riserva [R13] per la pro-
teriali da costruzione, materiali sinteti- 2.1.3 Attività di recupero: di vetri provenienti dalle attività di duzione di materie prime secondarie
ci, carta e cartoni collati, vetro, carte a) recupero diretto nell’industria ve- prevenzione, diagnosi e cura medica, per l’industria del cristallo mediante
prodotte con fibre sintetiche, tessili, traria [R5]; veterinaria e biologica nonché dalle riscaldamento a 400°C in forno rota-
legno, pergamena vegetale e perga- b) messa in riserva [R13] per la pro- attività di ricerca ad esse connesse, tivo per l’eliminazione di oli e grassi;
mino nonché altri materiali estranei, duzione di materie prime secondarie non provenienti da reparti infettivi e vagliatura e selezione delle frazioni di
max 1% come somma totale; per l’industria vetraria mediante cer- dai luoghi di pronto soccorso. rottami di cristallo bonificato privo di
carta carbone, carta e cartoni cerati e nita manuale, vagliatura, frantumazio- 2.2.2 Caratteristiche del rifiuto: piombo. [R5].
paraffinate, carte bituminate assenti; ne e/o macinazione, separazione me- contenitori in vetro di farmaci, di ali- b) produzione di conglomerati cemen-
formaldeide e fenolo assenti; talli magnetici, asportazione dei mate- menti e di bevande, di soluzioni per tizi (la percentuale di additivazione del
PCB + PCT <25 ppm riali leggeri, separazione automatica infusione, privati di cannule e/o di a- rottame bonificato alle materie prime
1.1.4 Caratteristiche delle materie metalli non magnetici, separazione ghi ed accessori per la somministra- impiegate non deve superare il 4%)
prime e/o dei prodotti ottenuti: automatica corpi opachi, per l’otteni- zione, (con esclusione dei contenitori [R5].
a) carta, cartone e cartoncino nelle mento di rottame di vetro pronto al di soluzioni impiegate in terapie anti- 2.3.4 Caratteristiche delle materie

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


forme usualmente commercializzate; forno con le seguenti caratteristiche: blastiche e/o contaminati da materiale prime e/o dei prodotti ottenuti:
b) materie prime secondarie per l’in- Pb <0,3 ppm sull’eluato effettuato in biologico), non radioattivo ai sensi del a) materia prima secondaria per la
dustria cartaria rispondenti alle speci- base ai criteri riportati nel Dm 21 decreto legislativo 17 marzo 1995, n. produzione del cristallo.
fiche delle norme Uni-EN 643. marzo 1973 “Disciplina igienica degli 230. b) conglomerati cementizi nelle forme
1.2 Tipologia: scarti di pannolini e imballaggi, recipienti, utensili destinati 2.2.3 Attività di recupero: usualmente commercializzate.
assorbenti [150200] [150203]. a venire in contatto con le sostanze a- a) recupero diretto nell’industria ve- 2.4 Tipologia: rifiuti di fibre di vetro
1.2.1 Provenienza: attività di produ- limentari o con sostanze di uso perso- traria [R5]; [170202] [200102].
zione. nale” e successive modifiche e inte- b) messa in riserva [R13] per la pro- 2.4.1 Provenienza: raccolta selettiva
1.2.2 Caratteristiche del rifiuto: grazioni (Supplemento G.U. n. 104 del duzione di materie prime secondarie attività produttive e di servizio (demo-
scarti costituiti da fibra di cellulosa, 20 aprile 1973); per il rottame di ve- per l’industria vetraria mediante cer- lizione edifici).
film di polietilene ed ovatta di cellulo- tro di colore misto pronto al forno: nita manuale, vagliatura, frantumazio- 2.4.2 Caratteristiche del rifiuto: ve-
sa. materiale solido costituito da rottame ne e/o macinazione, separazione me- tro comune in fibre;
1.2.3 Attività di recupero: di vetro sodio-calcico con granulome- talli magnetici, asportazione dei mate- 2.4.3 Attività di recupero: recupero
a) riutilizzo diretto in cartiere [R3]. tria >3 mm, ceramica e porcellana riali leggeri, separazione automatica diretto nell’industria vetraria [R5].
b) messa in riserva [R13] per la pro- <0,01%, pietre <0,02%, metalli ma- metalli non magnetici, separazione 2.4.4 Caratteristiche delle materie
duzione di materia prima secondaria gnetici <0,002%, metalli amagnetici automatica corpi opachi per l’otteni- prime e/o dei prodotti ottenuti: ma-
per l’industria cartaria mediante sele- <0,01%, materiali organici <0,1%, mento di rottame di vetro pronto al nufatti di vetro nelle forme usualmen-
zione, eliminazione di impurezze e di altri vetri 0,5%, umidità <3% in peso, forno con le seguenti caratteristiche: te commercializzate.
materiali contaminati, compattamento frazione sottovaglio (<3 mm) <5%; Pb <0,3 ppm sull’eluato effettuato in
in conformità alle seguenti specifiche per il rottame di vetro di colore giallo, base ai criteri riportati nel Dm 21 3. Rifiuti di metalli e loro leghe
[R3]: mezzo bianco o bianco pronto al for- marzo 1973 “Disciplina igienica degli sotto forma metallica non di-
impurezze quali metalli, sabbie e ma- no: materiale solido costituito da rot- imballaggi, recipienti, utensili destinati sperdibile
teriali da costruzione, materiali sinteti- tame di vetro sodico-calcico con gra- a venire in contatto con le sostanze a- 3.1 Tipologia: rifiuti di ferro, acciaio
ci, carta e cartoni collati, vetro, carte nulometria >3mm, ceramica e por- limentari o con sostanze di uso perso- e ghisa [120102] [120101] [100210]
prodotte con fibre sintetiche, tessili, cellana <0,01%, pietre <0,01%, me- nale” e successive modifiche e inte- [160208] [160117] [150104]
legno, pergamena vegetale e perga- talli magnetici <0,002%, metalli a- grazioni (Supplemento G.U. n. 104 del [170405] [190108] [190118]
mino nonché altri materiali estranei magnetici 0,01% (0,003% per il rot- 20 aprile 1973); per il rottame di ve- [190102] [200105] [200140]
max 1% come somma totale; tame di vetro trasparente), materiali tro di colore misto pronto al forno: [191202] [200106] [200140]
carta carbone, carta e cartoni cerati e organici <0,1%, altri vetri <0,5% materiale solido costituito da rottame [191202] e, limitatamente ai cascami
paraffinate, carte bituminate assenti; (4% per il rottame di vetro trasparen- di vetro sodio-calcico con granulome- di lavorazione, i rifiuti identificati dai
formaldeide e fenolo assenti; te), umidità <3% in peso, frazione tria >3 mm, ceramica e porcellana codici [100299]e [120199].
PCB + PCT <25 ppm sottovaglio (<3mm) <5% [R5]; <0,01%, pietre <0,02%, metalli ma- 3.1.1 Provenienza: attività industria-
1.2.4 Caratteristiche delle materie c) messa in riserva [R13] per la pro- gnetici <0,002%, metalli amagnetici li, artigianali, agricole, commerciali e
prime e/o dei prodotti ottenuti: duzione di materie prime secondarie <0,01%, materiali organici <0,1%, di servizi; lavorazione di ferro, ghisa e
a) carta e cartone nelle forme usual- per l’edilizia, per la formazione di rile- altri vetri 0,5%, umidità <3% in peso, acciaio, raccolta differenziata; impian-
mente commercializzate. vati e sottofondi stradali, riempimenti frazione sottovaglio (<3 mm) <5%; ti di selezione o di incenerimento di ri-
b) materie prime secondarie per l’in- e colmature, come strato isolante e di per il rottame di vetro di colore giallo, fiuti; attività di demolizione.
dustria cartaria rispondenti alle speci- appoggio per tubature, condutture e mezzo bianco o bianco pronto al for- 3.1.2 Caratteristiche del rifiuto: ri-
fiche delle norme Uni-EN 643. pavimentazioni anche stradali e come no: materiale solido costituito da rot- fiuti ferrosi, di acciaio, ghisa e loro le-
materiale di drenaggio, mediante cer- tame di vetro sodico-calcico con gra- ghe anche costituiti da cadute di offi-
2. Rifiuti di vetro in forma non nita manuale, vagliatura, frantumazio- nulometria >3 mm, ceramica e por- cina, rottame alla rinfusa, rottame
dispersibile ne e/o macinazione, separazione me- cellana <0,01%, pietre <0,01%, me- zincato, lamierino, cascami della lavo-
2.1 Tipologia: imballaggi, vetro di talli magnetici, asportazione dei mate- talli magnetici <0,002%, metalli a- razione dell’acciaio, e della ghisa, im-
scarto ed altri rifiuti e frammenti di riali leggeri, separazione automatica magnetici 0,01%, (0,003% per il rot- ballaggi, fusti, latte, vuoti e lattine di
vetro; rottami di vetro [170202] metalli non magnetici, separazione tame di vetro trasparente), materiali metalli ferrosi e non ferrosi e acciaio
15
[200102] [150107] [191205] automatica corpi opachi, analisi del organici <0,1%, altri vetri <0,5%, anche stagnato; PCB, PCT <25 ppb,
ed eventualmente contenenti inerti, b) recupero diretto nell’industria chi- dei contenitori etichettati come peri- lavaggio) contenenti dallo 0,1% al
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

metalli non ferrosi, plastiche, etc., mica [R4]; colosi ai sensi della legge 29 maggio 10% di metalli preziosi ed altri metalli
<5% in peso, oli <10% in peso; non c) messa in riserva [R13] per la pro- 1974, n. 256, decreto del Presidente ferrosi e Cu non solubile 0,1-100
radioattivo ai sensi del decreto legi- duzione di materie prime secondarie della Repubblica 24 novembre, n. g/Kg, Sb <10 g/Kg, Sn <1 g/Kg, Pb
slativo 17 marzo 1995, n. 230. per l’industria metallurgica mediante 927 e successive modifiche e inte- <1 g/Kg, ossido di zirconio 400-800
3.1.3 Attività di recupero: selezione eventuale, trattamento a grazioni, esenti da PCB, PCT e con oli g/Kg.
a) recupero diretto in impianti metal- secco o ad umido per l’eliminazione o materiali presenti all’origine in con- 3.8.3 Attività di recupero: pirotratta-
lurgici [R4]; di materiali e/o sostanze estranee in centrazioni inferiori al 5% in peso, mento e macinazione delle ceneri; e-
b) recupero diretto nell’industria chi- conformità alle seguenti caratteristi- non radioattivo ai sensi del decreto le- ventuale processo idrometallurgico di
mica. [R4]; che [R4]: gislativo 17 marzo 1995, n. 230. estrazione [R4]
c) messa in riserva [R13] per la pro- oli e grassi <2% in peso 3.5.3 Attività di recupero: lavaggio 3.8.4 Caratteristiche delle materie
duzione di materia prima secondaria PCB e PCT <25 ppb, chimico-fisico per l’eliminazione delle prime e/o dei prodotti ottenuti: me-
per l’industria metallurgica mediante inerti, metalli non ferrosi, plastiche, sostanze pericolose ed estranee per talli preziosi e rame puri nelle forme
selezione eventuale, trattamento a altri materiali indesiderati <5% in pe- l’ottenimento dei contenitori metallici usualmente commercializzate.
secco o a umido per l’eliminazione di so come somma totale per il reimpiego tal quale [R4]. 3.9 Tipologia: rifiuti costituiti da re-
materiali e/o sostanze estranee in solventi organici <0,1% in peso 3.5.4 Caratteristiche delle materie frattari, crogioli e scorie vetrose di fu-
conformità alle seguenti caratteristi- polveri con granulometria <10 µ non prime e/o dei prodotti ottenuti: sione dei metalli preziosi [100701]
che [R4]: superiori al 10% in peso delle polveri contenitori metallici per il reimpiego [100706] [161102] [161104]
oli e grassi <0,1% in peso totali; tal quali per gli usi originari. [100799] [100702].
PCB e PCT <25 ppb, non radioattivo ai sensi del decreto le- 3.6 Tipologia: pallini di piombo rifiuti 3.9.1 Provenienza: fusione e lavora-
Inerti, metalli non ferrosi, plastiche, gislativo 17 marzo 1995, n. 230; [200106] [200140]. zione dei metalli preziosi.
altri materiali indesiderati max 1% in non devono essere presenti conteni- 3.6.1 Provenienza: impianti di tiro al 3.9.2 Caratteristiche del rifiuto:
peso come somma totale tori chiusi o non sufficientemente a- piattello. materiali refrattari, crogioli usati e
solventi organici <0,1% in peso; perti, né materiali pericolosi infiam- 3.6.2 Caratteristiche del rifiuto: scorie vetrose a base di silicati, bora-
polveri con granulometria <10 µ non mabili e/o esplosivi e/o armi da fuoco pallini di piombo (Pb 98%; altri metalli ti, carbonati ed ossidi, contenenti me-
superiori al 10% in peso delle polveri intere o in pezzi. quali Sb, As, Cr e Ni 1-2%) rifiuti da talli preziosi (Au, Ag, Pt, Pd,) in con-
totali; 3.2.4 Caratteristiche delle materie raccolta su terreno, con eventuale centrazione tra lo 0.1 ed il 10%.
non radioattivo ai sensi del decreto le- prime e/o dei prodotti ottenuti: presenza di rifiuti di terra ed arbusti. 3.9.3 Attività di recupero: macina-
gislativo 17 marzo 1995, n. 230; a) metalli o leghe nelle forme usual- 3.6.3 Attività di recupero: zione, vagliatura e trattamento piro-
non devono essere presenti conteni- mente commercializzate; a) lavaggio e vagliatura per l’elimina- metallurgico o idrometallurgico [R4]
tori chiusi o non sufficientemente a- b) sali inorganici di rame nelle forme zione dei contaminanti estranei per il 3.9.4 Caratteristiche delle materie
perti, né materiali pericolosi e/o e- usualmente commercializzate; recupero per gli scopi originali [R4]; prime e/o dei prodotti ottenuti: me-
splosivi e/o armi da fuoco intere o in e) materia prima secondaria per l’in- b) recupero nell’industria metallurgica talli preziosi e rame sotto forma di lin-
pezzi. dustria metallurgica, conforme alle con lavaggio chimico-fisico [R4] gotti;
3.1.4 Caratteristiche delle materie specifiche Uni ed EURO. 3.6.4 Caratteristiche delle materie 3.10 Tipologia: pile all’ossido di ar-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

prime e/o dei prodotti ottenuti: 3.3 Tipologia: sfridi o scarti di imbal- prime e/o dei prodotti ottenuti: gento esauste [200120] [200134]
a) metalli ferrosi o leghe nelle forme laggio in alluminio, e di accoppiati a) pallini di piombo utilizzabili per gli [160605].
usualmente commercializzate; carta plastica e metallo [150104] scopi originali esenti da rifiuti estra- 3.10.1 Provenienza: raccolta diffe-
b) sali inorganici di ferro nelle forme [191203] [150105] [150106] nei; renziata e da raccolte finalizzate.
usualmente commercializzate; 3.3.1 Provenienza: industria carto- b) manufatti in piombo nelle forme u- 3.10.2 Caratteristiche del rifiuto:
c) materia prima secondaria per l’in- tecnica; attività industriali, commer- sualmente commercializzato. involucro in acciaio contenente ossidi
dustria metallurgica conforme alle ciali e di servizio. 3.7 Tipologia: rifiuti di lavorazione, e/o sali di argento oltre l’1%, Zn <9%
specifiche CECA, AISI, CAEF e Uni. 3.3.2 Caratteristiche del rifiuto: molatura e rottami di metalli duri e Ni <55%.
3.2 Tipologia: rifiuti di metalli non sfridi o scarti di imballaggi in allumi- [110401] [110299] [120103] 3.10.3 Attività di recupero: macina-
ferrosi o loro leghe [110401] nio e imballaggi compositi con carta [120199]. zione con separazione dell’involucro,
[110599] [110501] [150104] plastica e metallo. 3.7.1 Provenienza: produzione di fusione od estrazione chimica o idro-
[200105] [200140] [191203] 3.3.3 Eventuale Attività di recupe- manufatti metallo duro. metallurgica [R4].
[200106] [200140] [120103] ro: macinazione, combustione a 400- 3.7.2 Caratteristiche del rifiuto: 3.10.4 Caratteristiche delle mate-
[120104] [170401] [191002] 500°C per l’eliminazione delle frazioni polveri umide e rottami, costituiti da rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
[170402] [191002] [170403] di plastica e carta [R4]. cobalto dal 5 al 28% e carburi di acciaio, argento in forma di lingotti.
[191002] [170404] [191002] 3.3.4 Caratteristiche delle materie tungsteno; con eventuale presenza di 3.11 Tipologia: rifiuti costituiti da
[170406] [191002] [170407] prime e/o dei prodotti ottenuti: al- polvere di diamante, ferro e resine pellicole e carte per fotografia conte-
[191002] e, limitatamente ai cascami luminio granulare conforme alle nor- derivanti dal consumo della mola; non nenti argento e suoi composti
di lavorazione i rifiuti individuati dai me Uni 3950. radioattivo ai sensi del decreto legi- [090107].
seguenti codici [100899] [110104] 3.4 Tipologia: rifiuti e rottami di me- slativo 17 marzo 1995, n. 230. 3.11.1 Provenienza: attività cinefoto-
[120199] talli preziosi e loro leghe [110401] 3.7.3 Attività di recupero: radiografica.
3.2.1 Provenienza: attività industria- [110299] [200106] [200140] a) riutilizzo nell’industria metallurgica 3.11.2 Caratteristiche del rifiuto:
li, artigianali, agricole, commerciali e [120103] [120104]. mediante selezione eventuale, tratta- carte, pellicole e film costituiti da po-
di servizi; lavorazione di metalli non 3.4.1 Provenienza: industria elettro- mento a secco o a umido per l’elimi- liestere e/o triacetato con Ag > o =
ferrosi; raccolta differenziata; impianti nica, artigianato orafo, laboratori o- nazione di sostanze estranee, 5% Ag > o = 5 (X 1000).
di selezione o di incenerimento di ri- dontotecnici, galvanica. b) essiccamento in forno, miscelazio- 3.11.3 Attività di recupero:
fiuti; attività di demolizione 3.4.2 Caratteristiche del rifiuto: ne, pressatura e sinterizzazione [R4]. a) pirotrattamento, fusione delle cene-
3.2.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- sfridi e scarti di laminati, tubi, barre, 3.7.4 Caratteristiche delle materie ri, raffinazione per via elettrolitica o i-
fiuti di metalli non ferrosi o loro leghe granella di platino, oro, argento, pal- prime e/o dei prodotti ottenuti: drometallurgica; in alternativa o in
anche costituiti da rottami e cascami ladio e leghe. a), b) manufatti di metallo duro nelle parziale sostituzione, separazione dei
di barre, profili, lamiere, nastri di allu- 3.4.3 Attività di recupero: fusione forme usualmente commercializzate. sali di argento mediante dissoluzione
minio, foglio di alluminio, rame elet- metallurgica [R4]. 3.8 Tipologia: puliture di industrie dei chimica, lavaggio della carta e plasti-
trolitico nudo, rottame di ottone, rotta- 3.4.4 Caratteristiche delle materie metalli preziosi [200106] [120103] ca [R4];
mi e cascami di nichel, cupronichel, prime e/o dei prodotti ottenuti: me- [120104] [150203] [190812] b) messa in riserva dei rifiuti [R13]
bronzo, zinco, piombo e alpacca, im- talli preziosi e leghe nelle forme u- [190814]. con macinazione, lavaggio, essicca-
ballaggi, fusti, latte vuoti e lattine di sualmente commercializzate. 3.8.1 Provenienza: pulizia, manuten- mento e pellettizzazione per sottoporli
metalli ferrosi e non ferrosi e acciaio 3.5 Tipologia: rifiuti costituiti da im- zione locali, macchinari ed impianti alle operazioni di recupero nell’indu-
anche stagnato; PCB e PCT <25 ppb, ballaggi, fusti, latte, vuoti, lattine di dell’industria lavorazioni metalli pre- stria della trasformazione delle mate-
ed eventualmente contenenti inerti, materiali ferrosi e non ferrosi e ac- ziosi. rie plastiche [R3].
plastiche, etc. <20% in peso, oli ciaio anche stagnato [150104] 3.8.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- 3.11.4 Caratteristiche delle mate-
<10% in peso; no radioattivo ai sensi [200105] [200140]. fiuti assimilati ai rifiuti urbani (tute da rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
del decreto legislativo 17 marzo 3.5.1 Provenienza: attività industria- lavoro, stracci di pulizia, frazioni car- a) argento in lingotti o graniglia, nelle
1995, n. 230. li, agricole, commerciali e di servizi; tacee, polveri di casa e sfridi di metal- forme usualmente commercializzate;
3.2.3 Attività di recupero: raccolta differenziata da rifiuti urbani. li preziosi, segature di legno, abrasivi b) film di triacetato di cellulosa e/o
a) recupero diretto in impianti metal- 3.5.2 Caratteristiche del rifiuto: di pulizia, filtri dei circuiti di aspirazio- poliestere nelle forme usualmente
16
lurgici [R4]; contenitori in metallo, con esclusione ne aria, fanghi da filtrazione acque di commercializzate.
3.12 Tipologia: rottami metallici e 4.2.2 Caratteristiche del rifiuto: fiuto tal quale secondo il metodo in al 5% della miscela complessiva

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


plastici contenenti metalli preziosi polveri e granuli a matrice borosilica- Allegato 3 al presente decreto) [R5]; [R5];
(Au, Ag, Pt, Pd, Rh, Ru, Ir, ecc.) tica contenenti SiO2 30÷45%, Al2O3 4.4.4 Caratteristiche delle materie b) recupero nell’industria dei late-
[110401] [110299] [120103] 10÷18%, B2O3 5÷15%, Fe2O3 prime e/o dei prodotti ottenuti: rizi in percentuale dall’1 al 5% del-
[120104] [200106] [200140]. 10÷18%, TiO2 1÷5%, CaO a) cemento nelle forme usualmente la miscela complessiva [R5]
3.12.1 Provenienza: processi di elet- 10÷25%, ZrO2 4÷8%, PbO <0,2%, commercializzate; 4.7.4 Caratteristiche delle materie
trodeposizione o di supporto di metalli Zn <0,3%. b) conglomerati cementizi e bitumi- prime e/o dei prodotti ottenuti: ce-
preziosi catalisi, gioielleria, leghe den- 4.2.3 Attività di recupero: riutilizzo nosi per l’edilizia e laterizi nelle forme mento nelle forme usualmente com-
tali, filiere per vetro, laboratori chimici nel confezionamento di malte bitumi- usualmente commercializzate; mercializzate;
e industria aerospaziale. nose e conglomerati bituminosi in so- c) vetro nelle forme usualmente com- 4.7.4: Caratteristiche delle materie
3.12.2 Caratteristiche del rifiuto: a- stituzione parziale al filler inerte in mercializzate prime e/o dei prodotti ottenuti:
nime metalliche e plastiche, sfridi e percentuali non superiori al 4% in pe- d) metalli ferrosi e leghe metalliche a) cemento nelle forme usualmen-
scarti di metalli preziosi contenenti so per i conglomerati e al 18% in pe- nelle forme usualmente commercia- te commercializzate;
metallo prezioso oltre lo 0,1%. so per le malte [R5]. lizzate. b) laterizi nelle forme usualmente
3.12.3 Attività di recupero: dissolu- 4.2.4 Caratteristiche delle materie 4.5 Tipologia: schiumature povere di commercializzate
zione precipitazione chimica e calci- prime e/o dei prodotti ottenuti: Zn [110401] [110502].
nazione, estrazione pirometallurgica, malte bituminose e conglomerati bitu- 4.5.1 Provenienza: processo di zin- 5. Altri rifiuti contenenti metalli
raffinazione idrometallurgica [R4]. minosi nelle forme usualmente com- catura ad umido dell’acciaio. 5.1 Tipologia: parti di autoveicoli, di
3.12.4 Caratteristiche delle mate- mercializzate. 4.5.2 Caratteristiche del rifiuto: veicoli a motore, di rimorchi e simili,
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 4.3 Tipologia: schiumature, granelle blocchi disomogenei con contenuto in risultanti da operazioni di messa in si-
metalli preziosi (Au, Ag, Pt, Pd, Rh) e e colaticci di rame secondario e sue Zn >50% e costituiti da ossidi, ossi- curezza di cui all’articolo 46 del de-
rame puro sotto forma di lingotti. leghe [100601] [100602] [100699]. cloruri e cloruri di Zn e altri metalli creto legislativo 5 febbraio 1997, n.
4.3.1 Provenienza: fusione del rame (es: Fe). 22 e successive modifiche e integra-
4. Rifiuti contenenti metalli de- secondario e sue leghe. 4.5.3 Attività di recupero: zioni e al decreto legislativo 24 giu-
rivati dalla fonderia, fusione e 4.3.2 Caratteristiche del rifiuti: ri- a) attacco acido per solubilizzare i gno 2003, n. 209, e privati di pneu-
raffinazione di metalli fiuto solido agglomerato a base di Cu composti dello zinco e altri metalli e matici e delle componenti plastiche
4.1 Tipologia: scorie provenienti 1-99%, Pb 0,1-14%, Zn 3,5-26%, Ni successiva cristallizzazione dei sali di recuperabili [160105] [160116]
dall’industria della metallurgia dei <4%, Sn <15%, As<0,001%, Zn; [R4] [160117] [160118] [160122]
metalli non ferrosi, ad esclusione di Cd<0,015% sul secco b) ciclo termico secondario dello zinco [160208] [160116] [160117]
quelle provenienti dalla metallurgia 4.3.3 Attività di recupero: metallur- [R4]. [160118] [160122] [160106].
termica del Pb, Al e Zn, scorie dalla gia per il recupero del rame, zinco e/o 4.5.4 Caratteristiche delle materie 5.1.1 Provenienza: centri di raccolta
produzione del fosforo; scoria Cubilot altri metalli in lega [R4] o industria prime e/o dei prodotti ottenuti: autorizzati ai sensi del decreto legisla-
[060902] [100601] [100602] chimica, mediante reazione con acido a) sali di zinco organici ed inorganici, tivo 5 febbraio 1997, n. 22 e succes-
[100801] [100809] [100802] cloridrico e/o solforico [R5]. ossidi misti di zinco e piombo nelle sive modifiche e integrazioni e del
[100811] [101003]. 4.3.4 Caratteristiche delle materie forme usualmente commercializzate; decreto legislativo 24 giugno 2003,

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


4.1.1 Provenienza: industria metal- prime e/o dei prodotti ottenuti: ra- b) zinco nelle forme usualmente com- n. 209.
lurgica; produzione di fosforo. me, zinco e loro leghe nelle forme u- mercializzate. 5.1.2 Caratteristiche del rifiuto:
4.1.2 Caratteristiche del rifiuto: sualmente commercializzate; ossiclo- 4.6 Tipologia: polveri di zinco e cola- parti bonificate di autoveicoli, veicoli a
scorie costituite dall’80-90% di FeO, ruro e/o solfato di rame nelle forme u- ticci di recupero [110401] [110299] motore, rimorchi e simili private di
CaO SiO2 Al2O3 MgO C<10% S sualmente commercializzate. [110599]. batterie, di fluidi, di altri componenti e
<15%, Zn <20%, Pb <8%, Cu 4.4 Tipologia: scorie di acciaieria, 4.6.1 Provenienza: impianti di pro- materiali pericolosi, nonché di pneu-
<1,4%, Cd <0,25%, As <0,4%, Cr scorie provenienti dalla fusione in for- duzione polveri di zinco, impianti di matici e delle componenti plastiche
III<0,6% sul secco. ni elettrici, a combustibile o in conver- zincatura a spruzzo, impianti di zinca- recuperabili.
4.1.3 Attività di recupero: titori a ossigeno di leghe di metalli tura tubi. 5.1.3 Attività di recupero: messa in
a) impianti di seconda fusione per il ferrosi e dai successivi trattamenti di 4.6.2 Caratteristiche del rifiuto: riserva di rifiuti [R13] con frantuma-
recupero dei metalli [R4]; affinazione delle stesse [100202] polveri contenenti zinco in concentra- zione oppure cesoiatura per sottoporli
b) industria metallurgica come corret- [100903] [100201]. zione >70% con presenza di grumi di all’operazione di recupero negli im-
tivo [R4]; 4.4.1 Provenienza: fonderie di se- altri metalli, quali Pb<1.2% e Cd pianti metallurgici [R4].
c) produzione conglomerati bituminosi conda fusione di ghisa e di acciaio, <0.06%. 5.1.4 Caratteristiche delle materie
[R5]; produzione di ferroleghe, industria si- 4.6.3 Attività di recupero: prime e/o dei prodotti ottenuti: me-
d) cementifici [R5]; derurgica. a) raffinazione in forno rotativo dei talli o leghe nelle forme usualmente
e) industria vetraria [R5]; 4.4.2 Caratteristiche del rifiuto: composti dello zinco [R4]; commercializzate.
f) produzione di conglomerati cemen- scorie granulate o uniblocchi più b) ciclo idrometallurgico primario dello 5.2 Tipologia: parti di mezzi mobili
tizi [R5]; dell’80% in peso di SiO2, CaO, zinco [R4]; rotabili per trasporti terrestri prive di
g) produzione di conglomerati idraulici Al2O3, MgO, FeO. c) ciclo termico secondario dello zin- amianto e risultanti da operazioni di
catalizzati [R5]; 4.4.3 Attività di recupero: co. [R4] messa in sicurezza autorizzate ai sen-
h) realizzazione di rilevati e sottofondi a) cementifici [R5]; 4.6.4 Caratteristiche delle materie si dell’articolo 28 del decreto legislati-
stradali (il recupero è subordinato b) produzione di conglomerati cemen- prime e/o dei prodotti ottenuti: vo 5 febbraio 1997, n. 22 e successi-
all’esecuzione del test di cessione sul tizi e bituminosi per l’edilizia e lateri- a) ossidi misti di zinco e piombo per la ve modifiche e integrazioni [160105]
rifiuto tal quale secondo il metodo in zi [R5]; produzione di metalli nelle forme u- [160117] [160118] [160122]
Allegato 3 al presente decreto) [R5]; c) industria vetraria [R5]; sualmente commercializzate; [160208] [160116] [160117]
4.1.4 Caratteristiche delle materie d) acciaierie e fonderie di prima e se- b) e c) zinco nelle forme usualmente [160118] [160122] [160106].
prime e/o dei prodotti ottenuti: conda fusione per il recupero di ma- commercializzate. 5.2.1 Provenienza: impianti autoriz-
a) e b) singoli metalli nelle forme u- teriali ferrosi e non ferrosi [R4]; 4.7 Tipologia: polvere di allumina zati ai sensi del decreto legislativo 5
sualmente commercializzate; e) formazione di rilevati, sottofondi [100305]. febbraio 1997, n. 22 e successive
c) conglomerati bituminosi nelle forme stradali e massicciate ferroviarie (il re- 4.7.1 Provenienza: impianto di la- modifiche e integrazioni nonché ai
usualmente commercializzate; cupero è subordinato all’esecuzione vaggio del residuo insolubile prove- sensi della legge 27 marzo 1992, n.
d) cemento nelle forme usualmente del test di cessione sul rifiuto tal qua- niente dagli impianti di trattamento 257 e successive normative di attua-
commercializzate; le secondo il metodo in Allegato 3 al dei sottoprodotti di fusione dell’allu- zione, qualora i mezzi rotabili conten-
e) vetri nelle forme usualmente com- presente decreto) [R5]; minio. gano amianto all’origine.
mercializzate non per uso alimentare f) utilizzo per recuperi ambientali (il 4.7.2 Caratteristiche del rifiuto: 5.2.2 Caratteristiche del rifiuto:
o ospedaliero; recupero è subordinato all’esecuzione contenuto di Al2O3 >60%, altri ossidi parti di mezzi mobili per trasporti ter-
f) conglomerati cementizi nelle forme del test di cessione sul rifiuto tal qua- metallici (silice, ossido di calcio, ossi- restri su gomma e rotaia e mezzi per
usualmente commercializzate; le secondo il metodo in Allegato 3 al do di magnesio e ossido ferrico) in trasporti marini, privi di amianto e di
g) conglomerati idraulici catalizzati per presente decreto) [R10]; quantità non superiori al 40%, Cl altre componenti pericolose come
pavimentazioni stradali nelle forme u- g) utilizzo per copertura di discariche <1%, di umidità 15-30%,. presenti all’origine quali accumulatori,
sualmente commercializzate. per RSU; la percentuale di rifiuti utiliz- 4.7.3 Attività di recupero: cementifi- oli, fluidi refrigeranti.
4.2 Tipologia: scorie di fusione da zabile in miscela con la materia prima ci in percentuale dall’1 al 5% della 5.2.3 Attività di recupero: messa in
recupero di metalli preziosi [100701]. non dovrà essere superiore al 30% in miscela complessiva [R5] riserva di rifiuti [R13] con separazione
4.2.1 Provenienza: forno di fusione peso (il recupero è subordinato all’e- 4.7.3 Attività di recupero: dei componenti riutilizzabili, separa-
17
dei rifiuti contenenti metalli preziosi. secuzione del test di cessione sul ri- a) cementifici in percentuale dall’1 zione dei componenti pericolosi, sele-
zione delle frazioni metalliche recupe- 5.4.3 Attività di recupero: pirotratta- 5.7.2 Caratteristiche del rifiuto: fili o spezzoni di cavo in fibra ottica con
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

rabili per sottoporli all’operazione di mento; processo idrometallurgico di o cavi o trecce di alluminio puro o in rivestimento in materiale plastico con-
recupero nell’industria metallurgica estrazione per via umida, od equiva- lega ricoperti con materiali termopla- tenenti, in alcuni casi, parti metalli-
[R4] lente, dei metalli contenuti nelle cene- stici, elastomeri, carta impregnata che. La composizione tipica indicativa
5.2.4 Caratteristiche delle materie ri [R4] [R8]. con olio o tessuto fino al 50%, piom- delle tre tipologie è la seguente:
prime e/o dei prodotti ottenuti: 5.4.4 Caratteristiche delle materie bo fino al 55%. a) cavo di tipo dielettrico: materiali
componenti di mezzi mobili rotabili prime e/o dei prodotti ottenuti: me- 5.7.3 Attività di recupero: plastici e silice (89%), gel tamponante
per trasporto terrestre (assali, ruote, talli preziosi puri nelle forme usual- a) messa in riserva [R13] con lavora- (6%), fibre sintetiche (5%);
ecc.) utilizzabili per lo scopo origina- mente commercializzate zione meccanica (cesoiatura, tritura- b) cavo di tipo semidielettrico: mate-
rio; metalli o leghe nelle forme usual- 5.5 Tipologia: marmitte catalitiche e- zione, separarazione magnetica, vi- riali plastici e silice (69%), acciaio
mente commercializzate. sauste contenenti metalli preziosi brovagliatura e separazione densime- (23%), gel tamponante (4%) fibre sin-
5.3 Tipologia: catalizzatori esausti a [160101] [160801] [160102] trica) per asportazione del rivestimen- tentiche (4%);
base di: nichel, ossido di nichel, ni- [160801] to, macinazione e granulazione della c) cavo di tipo metallico (parte metalli-
chel/ molibdeno, nichel raney, molib- 5.5.1 Provenienza: industria auto- gomma e della frazione plastica, gra- ca eventualmente costituita da con-
deno, cobalto, cobalto/molibdeno, os- mobilistica; attività demolizione veicoli nulazione della frazione metallica per duttori di rame; es. materiali plastici e
sido di manganese, rame, ferro, zin- autorizzata ai sensi del decreto legi- sottoporla all’operazione di recupero silice 70%, acciaio ramato 14%, allu-
co/ferro, silicoalluminati, sottoposti a slativo 5 febbraio 1997, n. 22; attività nell’industria metallurgica [R4] e re- minio 10%, rame 6%) o acciaio come
lavaggio e disattivazione ai fini della di riparazione e sostituzione di veicoli cupero della frazione plastica nell’in- elemento portante, alluminio come
sicurezza [050302] [160803] in servizio. dustria delle materie plastiche [R3]. barriera metallica, acciaio come ar-
[160804] [070106] [160803] 5.5.2 Caratteristiche del rifiuto: in- b) pirotrattamento per asportazione matura esterna).
[160804] [070206] [160803] volucro in acciaio contenente un sup- del rivestimento e successivo recupe- 5.9.3 Attività di recupero:
[160804] [070306] [160803] porto inerte con Pt, Pd e Rh. ro nell’industria metallurgica [R4]. a) messa in riserva di rifiuti [R13] con
[160804] [070406] [160803] 5.5.3 Attività di recupero: apertura 5.7.4 Caratteristiche delle materie macinazione e/o granulazione dei ma-
[160804] [070506] [160803] del catalizzatore; estrazione del mo- prime e/o dei prodotti ottenuti: al- teriali polimerici per sottoporli all’ope-
[160804] [070706] [160803] nolita, macinazione e recupero dei luminio e piombo nelle forme usual- razione di recupero nell’industria della
[160804]. metalli preziosi, e dell’involucro in ac- mente commercializzate, prodotti pla- trasformazione delle materie plastiche
5.3.1 Provenienza: da industria chi- ciaio inviato alle fonderie dei metalli stici e in gomma nelle forme usual- [R3];
mica, petrolchimica, petrolifera, far- ferrosi [R4] [R8]. mente commercializzate. b) messa in riserva di rifiuti [R13] con
maceutica e alimentare. 5.5.4 Caratteristiche delle materie 5.8 Tipologia: spezzoni di cavo di ra- macinazione e/o granulazione del ca-
5.3.2 Caratteristiche del rifiuto: i prime e/o dei prodotti ottenuti: me- me ricoperto [170401] [170408] vo e successiva separazione elettro-
catalizzatori possono essere in forma talli preziosi puri; metalli ferrosi e le- [170411] [160199] [160122] statica dei materiali plastici dai metal-
solida omogenea, non omogenea o ghe nelle forme usualmente commer- [160208] [160118] [160122] lici; eventuale secondo trattamento e-
fangosa palabile, contenenti rifiuti cializzate. [160216] lettrostatico per i polimeri per separa-
chimici di diversa natura ad esclusio- 5.6 Tipologia: rottami elettrici ed e- 5.8.1 Provenienza: scarti industriali re ogni traccia dei metalli per sotto-
ne di qualsiasi traccia dei seguenti e- lettronici contenenti e non metalli pre- o da demolizione e manutenzione di porli alle operazioni di recupero nel-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

lementi contaminanti: PCB, PCT e ziosi [160202] [160216] [160205] linee elettriche, di telecomunicazioni e l’industria di trasformazione delle ma-
PCDD ed in particolare delle sostanze [160214] [200124] [200136] di apparati elettrici, elettrotecnici e e- terie plastiche [R3] e recupero nell’in-
di tossicità e cumulabilità particolar- [200106] [200140]. lettronici; riparazione veicoli; attività dustria metallurgica [R5][R4];
mente elevata di cui alla tab. A2 del- 5.6.1 Provenienza: industria compo- demolizione veicoli autorizzata ai sen- c) messa in riserva di rifiuti [R13] con
l’All. 1 del Dm 12 luglio 1990. nenti elettronici; costruzione, installa- si del decreto legislativo 5 febbraio separazione fisica del materiale pla-
5.3.3 Attività di recupero: pirotratta- zione e riparazione apparecchiature 1997, n. 22 e successive modifiche e stico dal metallico; cesoiatura, tritura-
mento; processo idrometallurgico di elettriche e elettroniche, altre attività integrazioni; industria automobilistica. zione, vibrovagliatura e separazione
estrazione per via umida dei metalli di recupero; attività commerciali, in- 5.8.2 Caratteristiche del rifiuto: densimetrica dei metalli e granulazio-
contenuti nelle ceneri [R8] [R4]. dustriali e di servizio. spezzoni di cavo, anche in traccia, ri- ne dei polimeri; oppure cesoaitura e
5.3.4 Caratteristiche delle materie 5.6.2 Caratteristiche del rifiuto: og- vestiti da isolanti costituiti da materiali triturazione del cavo intero, separazio-
prime e/o dei prodotti ottenuti: me- getti di pezzatura variabile, esclusi tu- termoplastici, elastomeri, carta impre- ne magnetica (per i ferrosi) e in segui-
talli in forma spugnosa con elevato bi catodici, costituiti da parti in resine gnata con olio, piombo e piombopla- to separazione a corrente indotta sia
grado di purezza. sintetiche, vetro o porcellana e metalli sto; costituiti da Cu fino al 75% e Pb per i metalli (non ferrosi) che per i po-
5.4 Tipologia: catalizzatori esausti a assiemati, alcuni con riporto di metalli fino al 72%. limeri per sottoporre i rifiuti così otte-
base di: Pt, Pd, Rh, Ru, Ir, Au, Ag, preziosi quali Ag 0,05-15%, Au 5.8.3 Attività di recupero: nuti alle operazioni di recupero nel-
etc. su supporto inerte di carbone, al- 0,002-5%, Pt fino a 0,2%, Pd fino a a) messa in riserva di rifiuti [R13] con l’industria di trasformazione delle ma-
lumina, silicati, zeolite, carbonato di 0,5% e contenenti Cu fino a 50%, Pb lavorazione meccanica (cesoiatura, terie plastiche [R3] e recupero nell’in-
calcio, solfato di bario, materiale re- fino a 5%, Ni fino a 10%, Zn fino a triturazione, separazione magnetica, dustria metallurgica [R5][R4].
frattario, etc. sottoposti a lavaggio e 5%, Fe fino a 80%, ottone e bronzo vibrovagliatura e separazione densi- 5.9.4 Caratteristiche delle materie
disattivati ai fini della sicurezza fino al 15%, Cr <5%, Cd <0,006%. metrica) per asportazione del rivesti- prime e/o dei prodotti ottenuti: ma-
[050301] [160801] [070205] 5.6.3 Attività di recupero: mento; macinazione e granulazione nufatti in plastica nelle forme usual-
[160801] [070305] [160801] a) separazione dei componenti conte- della gomma e della frazione plastica, mente commercializzate; metalli e le-
[070405] [160801] [070505] nenti metalli preziosi; pirotrattamento, granulazione della frazione metallica ghe nelle forme usualmente commer-
[160801] [070105] [160801] macinazione e fusione delle ceneri, per sottoporla all’operazione di recu- cializzate
[070705] [160801] [050301] raffinazione per via idrometallurgica pero nell’industria metallurgica [R4] e 5.10 Tipologia: fini di ottone e fanghi
[160801] [061201] [160801] [R4]; recupero della frazione plastica e in di molazza [110204] [110299]
[190109] [160801] b) macinazione e granulazione della gomma nell’industria delle materie [120299] [120103] [120104]
5.4.1 Provenienza: da industria chi- gomma e della frazione plastica e re- plastiche [R3]. [120199].
mica, petrolchimica, petrolifera, far- cupero nell’industria delle materie b) pirotrattamento per asportazione 5.10.1 Provenienza: sgranellatura a
maceutica. plastiche [R3]. del rivestimento e successivo recupe- secco (fini) e smolazzatura a umido
5.4.2 Caratteristiche del rifiuto: i 5.6.4 Caratteristiche delle materie ro nell’industria metallurgica [R4]. (fanghi) delle scorie di copertura dei
catalizzatori possono essere in forma prime e/o dei prodotti ottenuti: 5.8.4 Caratteristiche delle materie bagni di fusione degli ottoni.
solida omogenea, non omogenea o a) metalli preziosi e altri metalli ferrosi prime e/o dei prodotti ottenuti: ra- 5.10.2 Caratteristiche del rifiuto: ri-
fangosa palabile, contenenti metalli e non ferrosi nelle forme usualmente me e piombo nelle forme usualmente fiuto a base di Zn 30-50%, Cu 10-
preziosi in concentrazione tra 0,03 e commercializzate; commercializzate; prodotti plastici e in 20%, Pb 2-3%, Cd <0,3%, Cl <3%
10%; e rifiuti chimici di diversa natu- b) prodotti plastici e in gomma nelle gomma nelle forme usualmente com- sul secco.
ra; in particolare: forme usualmente commercializzate. mercializzate. 5.10.3 Attività di recupero: metal-
i quantitativi delle sostanze pericolose 5.7 Tipologia: spezzoni di cavo con il 5.9 Tipologia: spezzoni di cavo di fi- lurgia secondaria del rame e/o al ciclo
di cui al Dm 12 luglio 1990, All. 1, conduttore di alluminio ricoperto bra ottica ricoperta di tipo dielettrico metallurgico primario e secondario
Tab. A1, Classi I e II, devono essere [160202] [160216] [170402] (a), semidielettrico (b) e metallico (c) dello zinco [R4].
inferiori a 100 ppm; [170408] [170411]. [170411] [160216] 5.10.4 Caratteristiche delle mate-
devono essere esenti da PCB, PCT, 5.7.1 Provenienza: scarti industriali 5.9.1 Provenienza: demolizione e rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
PCDD e dalle sostanze di tossicità e o da demolizione e manutenzione di manutenzione di linee di telecomuni- rame, zinco e leghe nelle forme u-
cumulabilità particolarmente elevata linee elettriche, di telecomunicazioni e cazioni e di apparati elettrici, elettro- sualmente commercializzate.
di cui alla tab. A2 dell’All. 1 del Dm di apparati elettrici, elettrotecnici e e- tecnici ed elettronici. 5.11 Tipologia: terra di rame e di ot-
18
12 luglio 1990. lettronici. 5.9.2 Caratteristiche del rifiuto: fili tone [100699] [101099].
5.11.1 Provenienza: operazioni di [120101] Tipologia soppressa in Allegato 3 al presente decreto) [R5]; metalliche; macinazione e granulazio-

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


movimentazione del rottame di rame quanto riferita a rifiuti pericolosi f) utilizzo per recuperi ambientali (il ne della frazione costituita da gomma
e di ottone. [120108*] [120102] Tipologia sop- recupero è subordinato all’esecuzione e della frazione plastica per sottoporle
5.11.2 Caratteristiche del rifiuto: pressa in quanto riferita a rifiuti del test di cessione sul rifiuto tal qua- alle operazioni di recupero nell’indu-
terra contenente Cu e Zn in quantità pericolosi [120108*]. le secondo il metodo in Allegato 3 al stria delle materie plastiche e della
≥10%. 5.15.1 Provenienza: lavorazioni presente decreto) [R10]; gomma [R3] e per sottoporre i rifiuti
5.11.3 Attività di recupero: meccaniche di finitura (levigatura, ret- 5.17.4 Caratteristiche delle mate- metallici all’operazione di recupero
a) fonderia di 2a fusione [R4]; tificatura, ecc). rie prime e dei prodotti ottenuti: nell’industria metallurgica [R4].
b) idrometallurgia [R4]. 5.15.2 Caratteristiche del rifiuto: a) cemento nelle forme usualmente 5.19.4 Caratteristiche delle mate-
5.11.4 Caratteristiche delle mate- melme palabili costituite da Fe >55% commercializzate; rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: e altri metalli in funzione della compo- b) vetro nelle forme usualmente com- metalli ferrosi e non ferrosi nelle for-
rame e sue leghe nelle forme usual- sizione dell’acciaio e della ghisa; con- mercializzate; me usualmente commercializzate;
mente commercializzate. tenuto in acqua <35% con contenuto c) calcestruzzi conglomerati cementizi prodotti e materiali plastici e in gom-
5.12 Tipologia: rifiuto di trattamento in oli minerali <10%. e bituminosi nelle forme usualmente ma nelle forme usualmente commer-
di scorie di ottone [101003] [101099] 5.15.3 Attività di recupero: commercializzate cializzate.
[101010] [101012]. a) separazione meccanica della fase d) conglomerati idraulici catalizzati 5.20 Tipologia: apparecchi domesti-
5.12.1 Provenienza: impianto di trat- liquida e rifusione della componente nelle forme usualmente commercia- ci, apparecchiature e macchinari po-
tamento delle scorie di ottone. metallica [R4]. lizzate. st-consumo contenenti sostanze lesi-
5.12.2 Caratteristiche del rifiuto: b) cementifici [R5]. 5.18 Tipologia: residui di minerali di ve dell’ozono stratosferico di cui alla
polveri medie e fini con contenuto di 5.15.4 Caratteristiche delle mate- ferro [100299] [100209] [100299]. legge 549/93 o HFC [160203]
Cu >4%, Zn >15%, con presenza di rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 5.18.1 Provenienza: industria side- Tipologia soppressa in quanto rife-
parti ferrose. a) prodotti siderurgici nelle forme u- rurgica. rita a rifiuti pericolosi [160211*]
5.12.3 Attività di recupero: sualmente commercializzate; 5.18.2 Caratteristiche del rifiuto: [200123] Tipologia soppressa in
a) metallurgia dei ferrosi per le parti b) cemento nelle forme usualmente miscela di varia pezzatura di minerali quanto riferita a rifiuti pericolosi
ferrose [R4]; commercializzate. di ferro, anche in forma agglomerata [200123*].
b) metallurgia per il recupero del Cu e 5.16 Tipologia: apparecchi elettrici, (unitamente a SiO2, CaO e Al2O3), 5.20.1 Provenienza: raccolta diffe-
dello Zn per quelle non ferrose [R4]. elettrotecnici ed elettronici; rottami e- con presenza o meno di terreno o renziata, centri di raccolta, attività in-
5.12.4 Caratteristiche delle mate- lettrici ed elettronici contenenti e non materiali inerti. Tenore in ferro mini- dustriali, commerciali e di servizi.
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: metalli preziosi [160202] [160214] mo 20%. 5.20.2 Caratteristiche del rifiuto:
acciai, rame e zinco nelle forme u- [160216] [200124] [200136] 5.18.3 Attività di recupero: apparecchi domestici, apparecchiatu-
sualmente commercializzate. [110104] [110114] [110401] a) industria siderurgica nella prepara- re e macchinari post-consumo conte-
5.13 Tipologia: ferro da cernita cala- [110299] [110201] [110206]. zione della carica dell’altoforno [R4]; nenti sostanze lesive dell’ozono stra-
mita [101099]. 5.16.1 Provenienza: industria com- b) cementifici come aggiunta al clin- tosferico di cui alla legge 549/1993.
5.13.1 Provenienza: operazioni di ponenti elettrici ed elettronici; costru- ker; come additivo nella carica al for- 5.20.3 Attività di recupero: messa
deferrizzazione della preparazione zione, installazione e riparazione ap- no per la produzione di cementi ferrici in riserva di rifiuti [R13] con bonifica

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


della tornitura e trattamento scorie di parecchiature elettriche, elettrotecni- [R5]; dal fluido refrigerante; smontaggio dei
ottone. che ed elettroniche; attività industriali, c) produzione di calcestruzzo e con- componenti riutilizzabili e recuperabili,
5.13.2 Caratteristiche del rifiuto: commerciali e di servizio. glomerati cementizi [R5] compreso il compressore; bonifica del
materiale ferroso contenente even- 5.16.2 Caratteristiche del rifiuto: d) formazione di rilevati e sottofondi gruppo di compressione con procedu-
tualmente Cu 2-35% e Zn 10-40%. oggetti di pezzatura variabile, esclusi stradali (il recupero è subordinato re tali da evitare il rilascio delle so-
5.13.3 Attività di recupero: tubi catodici, costituiti da parti in resi- all’esecuzione del test di cessione sul stanze lesive dell’ozono stratosferico
a) raffinerie o fonderie di 2a fusione ne sintetiche, vetro o porcellana e rifiuto tal quale secondo il metodo in di cui alla legge 549/1993 in atmo-
[R4]; metalli assiemati, alcuni con riporto di Allegato 3 al presente decreto) [R5]; sfera; demolizione controllata delle
b) idrometallurgia [R4]. metalli preziosi. 5.18.4 Caratteristiche delle mate- carcasse in apposito impianto e con
5.13.4 Caratteristiche delle mate- 5.16.3 Attività di recupero: disas- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: procedure tali da evitare il rilascio dei
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: semblaggio per separazione dei com- e) a) ghisa nelle forme usualmente gas espandenti, di polveri e altre e-
acciaio nelle forme usualmente com- ponenti riutilizzabili [R4]; commercializzate; missioni in atmosfera; separazione
mercializzate. 5.16.4 Caratteristiche delle materie f) b) cemento nelle forme usualmente delle componeneti di plastica, gom-
5.14 Tipologia: scaglie di laminazio- prime e/o dei prodotti ottenuti: commercializzate; ma, ecc. laddove non strutturalmente
ne e stampaggio [120101] [100210] componenti elettrici ed elettronici nelle g) c) calcestruzzi e conglomerati ce- vincolati con il resto della struttura;
[120102] [120103]. forme usualmente commercializzate. mentizi nelle forme usualmente com- frantumazione e separazione delle
5.14.1 Provenienza: impianti di de- 5.17 Tipologia: loppa d’altoforno non mercializzate. parti metalliche da quelle non metalli-
purazione acque di laminazione, im- rispondente agli standard delle norme 5.19 Tipologia: apparecchi domesti- che, macinazione e granulazione della
pianti di colata continua, impianti di Uni EnV 197/1 [100202] ci, apparecchiature e macchinari po- frazione di gomma e della frazione
trafilazione di industria siderurgica e 5.17.1 Provenienza: industria side- st-consumo non contenenti sostanze plastica per sottoporle alle operazioni
metallurgica; pulitura meccanica dei rurgica, produzione di ghisa d’altofor- lesive dell’ozono stratosferico di cui di recupero nell’industria della gom-
manufatti metallici. no mediante fusione di coke e mine- alla legge 549/93 o HFC [160202] ma e delle materie plastiche [R3] e
5.14.2 Caratteristiche del rifiuto: rale di ferro in presenza di fondenti. [160216] [160205] [160214] per sottoporre la frazione metallica
ossidi di ferro (~ 95%), silice allumina 5.17.2 Caratteristiche del rifiuto: [200124] [200136]. all’operazione di recupero nell’indu-
e ossidi minori (~ 5%), esenti da PCB solido a matrice vetrosa in forma gra- 5.19.1 Provenienza: raccolta diffe- stria metallurgica [R4]
e PCT. nulata o sabbia a grana medio gros- renziata, centri di raccolta, attività in- 5.20.4 Caratteristiche delle mate-
5.14.3 Attività di recupero: solana di colore variabile dal grigio al dustriali, commerciali e di servizi. rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
a) industria siderurgica [R4] o recupe- giallastro, costituita di silice >30%, 5.19.2 Caratteristiche del rifiuto: metalli ferrosi e non ferrosi nelle for-
ro nell’industria chimica mediante ossidi di calcio >40%, ossidi di allu- apparecchi domestici, apparecchiatu- me usualmente commercializzate;
reazione con acido cloridrico [R5]. minio, ossidi di magnesio. Non ri- re e macchinari destinati a dismissio- prodotti plastici e in gomma nelle for-
b) fonderie di ghisa e cubilotti [R4]; spondente agli standard delle norme ne, con esclusione dei trasformatori me usualmente commercializzate.
c) industria produzione di manufatti di Uni, ENV 197/1. contenenti oli contaminati da PCB e
cemento [R5]; 5.17.3 Attività di recupero: PCT. 6. Rifiuti di plastiche
d) cementifici [R5]; a) cementifici [R5]; 5.19.3 Attività di recupero: messa 6.1 Tipologia: rifiuti di plastica; im-
5.14.4 Caratteristiche delle mate- b) industria del vetro [R5]; in riserva di rifiuti [R13] con asporta- ballaggi usati in plastica compresi i
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: c) produzione di calcestruzzo, conglo- zione di eventuali batterie e pile; di- contenitori per liquidi, con esclusione
a) e b) ghisa e acciaio nelle forme u- merati cementizi e bituminosi [R5] sassemblaggio delle carcasse, dei ca- dei contenitori per fitofarmaci e per
sualmente commercializzate; cloruri d) produzione di conglomerati idraulici blaggi elettrici e delle schede elettro- presidi medico-chirurgici [020104]
di ferro nelle forme usualmente com- catalizzati [R5] niche; estrazione e messa in sicurez- [150102] [170203] [200103]
mercializzate e) formazione di rilevati, sottofondi za dei tubi catodici con separazione e [200139] [191204] [200104]
c) manufatti di cemento nelle forme stradali e massicciate ferroviarie, an- raccolta delle polveri presenti; sepa- [200139] [191204].
usualmente commercializzate; che addittivati in miscele con altri ri- razione delle componenti di plastica, 6.1.1 Provenienza: raccolte differen-
d) cemento nelle forme usualmente fiuti per cui è previsto questo tipo di gomma, ecc., laddove non struttural- ziate, selezione da R.S.U. o R.A.; atti-
commercializzate; recupero (il recupero è subordinato mente vincolati con il resto della vità industriali, artigianali e commer-
5.15 Tipologia: melme di rettifica all’esecuzione del test di cessione sul struttura; frantumazione e separazio- ciali e agricole; attività di costruzio-
19
della lavorazione di acciaio e ghisa rifiuto tal quale secondo il metodo in ne delle parti metalliche da quelle non ne e demolizione.
6.1.2 Caratteristiche del rifiuto: [R3]. 6.7.1 Provenienza: industria chimica. zione della frazione plastica per sotto-
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

materiali plastici, compresi teli e sac- 6.3.4 Caratteristiche delle materie 6.7.2 Caratteristiche del rifiuto: al- porla all’operazione di recupero
chetti, tubetti per rocche di filati, di prime e/o dei prodotti ottenuti: ABS cool polivinilico 97÷99%; dimetilfor- nell’industria della trasformazione del-
varia composizione e forma con even- di seconda qualità. mammide 0,5÷1%; nerofumo 0,05% le materie plastiche [R3].
tuale presenza di rifiuti di altra natura. 6.4 Tipologia: resine a scambio ioni- 6.7.3 Attività di recupero: produzio- 6.11.4 Caratteristiche delle mate-
6.1.3 Attività di recupero: messa in co esauste [070299] [190905]. ne di collanti ed adesivi [R3]. rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
riserva [R13] per la produzione di ma- 6.4.1 Provenienza: industria chimica 6.7.4 Caratteristiche delle materie prodotti in plastica nelle forme usual-
terie prime secondarie per l’industria e processi chimici in altri settori indu- prime e/o dei prodotti ottenuti: col- mente commercializzate.
delle materie plastiche, mediante a- striali. lanti e adesivi nelle forme usualmente 6.12 Tipologia: rifiuti di caprolattame
sportazione delle sostanze estranee 6.4.2 Caratteristiche del rifiuto: po- commercializzate. [070199] [070299]
(qualora presenti), macinazione e/o limeri stirenici ed altri polimeri con 6.8 Tipologia: polveri di “buffing” e 6.12.1 Provenienza: produzione e
granulazione, lavaggio e separazione contaminanti di processo quali oli in cascami di tessuto non tessuto trasformazione materie plastiche.
trattamento per l’ottenimento di ma- concentrazione non superiore allo [070299]. 6.12.2 Caratteristiche del rifiuto:
teriali plastici contenenti massimo 1% 0.1% in peso; sottoposti a lavaggio 6.8.1 Provenienza: industria del sfridi solidi di caprolattame oppure li-
di impurità e/o di altri materiali indesi- e/o bonifica per l’eliminazione dei “tessuto non tessuto” e del feltro quido di colore giallognolo o incolore
derati diversi dalle materie plastiche contaminanti da processo. greggio. con materiale in sospensione; compo-
conformi alle specifiche UniPLAST- 6.4.3 Attività di recupero: messa in 6.8.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- sto da soluzioni acquose contenenti
Uni 10667 e per la produzione di riserva di rifiuti [R13] con macinazio- fiuti di polveri e solidi costituiti da: po- almeno il 4% di caprolattame mono-
prodotti in plastica nelle forme u- ne e/o granulazione eventuale, la- liestere, poliuretano e polistirolo. mero e oligomeri, acqua <90%.
sualmente commercializzate [R3]. vaggio e con eventuale separazione 6.8.3 Attività di recupero: produzio- 6.12.3 Attività di recupero:
6.1.4 Caratteristiche delle materie degli inquinanti per sottoporli all’ope- ne di pannelli fonoassorbenti e ter- a) concentrazione della soluzione e
prime e/o dei prodotti ottenuti: ma- razione di recupero nell’industria delle moisolanti [R3]. successiva polimerizzazione per l’im-
terie prime secondarie conformi alle materie plastiche [R3]. 6.8.4 Caratteristiche delle materie piego nel processo produttivo [R3];
specifiche UniPLAST-Uni 10667 e 6.4.4 Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: b) depolimerizzazione della poliammi-
prodotti in plastica nelle forme u- prime e/o dei prodotti ottenuti: pro- pannelli fonoassorbenti e termoisolan- de 6 mediante riscaldamento della
sualmente commercializzate. dotti in plastica nelle forme usual- ti nelle forme usualmente commercia- miscela solido-liquida; arricchimento
6.2 Tipologia: sfridi, scarti, polveri e mente commercializzate. lizzate. con caprolattame del derivato del pro-
rifiuti di materie plastiche e fibre sin- 6.5 Tipologia: paraurti e plance di 6.9 Tipologia: mix di ebanite e PVC cesso di depolimerizzazione e succes-
tetiche [070299] [070213] [120105] autoveicoli in materie plastiche da recupero di accumulatori al piom- siva polimerizzazione con produzione
[160105] [160119] [160208] [070299] [070213] [160208] bo esausti [160199] Tipologia sop- del polimero poliammidico R3].
[160119] [160216] [160302] [160119] [120105]. pressa in quanto riferita a rifiuti 6.12.4 Caratteristiche delle mate-
[160306] [170203]. 6.5.1 Provenienza: attività di demoli- pericolosi [191211*]. rie prime e/o del prodotto ottenuto:
6.2.1 Provenienza: industria, della zione veicoli autorizzata ai sensi del 6.9.1 Provenienza: impianto di recu- a) e b) poliammide 6 nelle forme u-
produzione o trasformazione delle ma- decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. pero del piombo dagli accumulatori e- sualmente commercializzate; capro-
terie plastiche e fibre sintetiche, im- 22 e successive modifiche e integra- sausti. lattame monomero nelle forme usual-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

pianti di recupero degli accumulatori zioni, attività di riparazione e sostitu- 6.9.2 Caratteristiche del rifiuto: so- mente commercializzate.
esausti, attività di autodemolizione au- zione su veicoli in servizio; industria lido in pezzatura variabile costituito da
torizzata ai sensi del decreto legislati- automobilistica. ebanite 30-80%, Pb/PbO.SO4 4- 7. Rifiuti ceramici e inerti
vo 5 febbraio 1997, n. 22 e successi- 6.5.2 Caratteristiche del rifiuto: 12%, plastiche 10-50%, legno 2-4%. 7.1 Tipologia: rifiuti costituiti da late-
ve modifiche e integrazioni, attività di manufatti interi o parti di essi in pla- 6.9.3 Attività di recupero: messa in rizi, intonaci e conglomerati di ce-
autoriparazione e industria automobili- stica. Eventuale presenza di cariche i- riserva di rifiuti [R13] con separazione mento armato e non, comprese le tra-
stica, altre attività di recupero di altre nerti, gomma, pigmenti, additivi. e cernita dei materiali costituenti il verse e traversoni ferroviari e i pali in
apparecchiature e manufatti; attività 6.5.3 Attività di recupero: messa in mix per sottoporre la frazione costitui- calcestruzzo armato provenienti da li-
di costruzione e demolizione. riserva di rifiuti [R13] con triturazione, ta da ebanite all’operazione di recu- nee ferroviarie, telematiche ed elettri-
6.2.2 Caratteristiche del rifiuto: lavaggio e flottazione per la separa- pero nell’industria metallurgica come che e frammenti di rivestimenti stra-
granuli, trucioli, ritagli, polveri, manu- zione degli inquinanti per sottoporre la riducente [R3] e la frazione plastica dali, purché privi di amianto [101303]
fatti fuori norma, ecc. Eventuale pre- frazione plastica all’operazione di re- all’operazione di recupero nell’indu- [101311] [170101] [170102]
senza di altri polimeri, cariche, pig- cupero nell’industria delle materie stria delle materie prime [R3]. [170103] [170104] [170802]
menti, additivi, Pb <3%, KOH <0,3%, plastiche [R3]. 6.9.4 Caratteristiche delle materie [170701] [170107] [170904]
Cd <0,3%. 6.5.4 Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: pro- [200301].
6.2.3 Attività di recupero: messa in prime e/o dei prodotti ottenuti: pro- dotti plastici nelle forme usualmente 7.1.1 Provenienza: attività di demoli-
riserva [R13] per la produzione di ma- dotti in plastica nelle forme usual- commercializzate. zione, frantumazione e costruzione;
terie prime secondarie per l’industria mente commercializzate. 6.10 Tipologia: sfridi, scarti e rifiuti selezione da RSU e/o RAU; manuten-
delle materie plastiche, mediante a- 6.6 Tipologia: imbottiture sedili in di polivinil butirrale [101199]. zione reti; attività di produzione di la-
sportazione delle sostanze estranee poliuretano espanso [070299] 6.10.1 Provenienza: industria del ve- stre e manufatti in fibrocemento.
(qualora presenti), macinazione e/o [070213] [160208] [160119] tro di sicurezza. 7.1.2 Caratteristiche del rifiuto:
granulazione, lavaggio e separazione [120105]. 6.10.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- materiale inerte, laterizio e ceramica
trattamento per l’ottenimento di ma- 6.6.1 Provenienza: attività di demoli- tagli di pellicola di polivinilbutirrale di cotta anche con presenza di frazioni
teriali plastici contenenti massimo 1% zione vetture autorizzata ai sensi del vario spessore. metalliche, legno, plastica, carta e i-
di impurità e/o di altri materiali indesi- decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 6.10.3 Attività di recupero: soluzio- solanti escluso amianto.
derati diversi dalle materie plastiche 22 e successive modifiche e integra- ne in solventi organici per l’otteni- 7.1.3 Attività di recupero: messa in
conformi alle specifiche UniPLAST- zioni, attività di riparazione e sostitu- mento di polivinil butirrale da impie- riserva di rifiuti inerti [R13] per la pro-
Uni 10667 e per la produzione di zione su vetture in servizio; industria gare nella produzione di adesivi [R3]. duzione di materie prime secondarie
prodotti in plastica nelle forme u- automobilistica. 6.10.4 Caratteristiche delle mate- per l’edilizia mediante fasi meccani-
sualmente commercializzate [R3]. 6.6.2 Caratteristiche del rifiuto: im- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: che e tecnologicamente interconnes-
6.2.4 Caratteristiche delle materie bottiture intere o parte di esse in po- adesivi nelle forme usualmente com- se di macinazione, vagliatura, selezio-
prime e/o dei prodotti ottenuti: ma- liuretano espanso. Eventuale presen- mercializzate. ne granulometrica e separazione della
terie prime secondarie conformi alle za di tessuti di rivestimento. 6.11 Tipologia: pannelli sportelli auto frazione metallica e delle frazioni in-
specifiche UniPLAST-Uni 10667 e 6.6.3 Attività di recupero: messa in [070299] [070213] [160208] desiderate per l’ottenimento di frazio-
prodotti in plastica nelle forme u- riserva di rifiuti [R13] con taglio e se- [160119] [120105]. ni inerti di natura lapidea a granulo-
sualmente commercializzate. parazione schiuma da fodera; maci- 6.11.1 Provenienza: attività di de- metria idonea e selezionata, con elua-
6.3 Tipologia: fanghi polimerici di nazione e/o estrusione in granuli per molizione vetture autorizzata ai sensi to del test di cessione conforme a
ABS [070202] [070212]. sottoporre la frazione plastica all’ope- del decreto legislativo 5 febbraio quanto previsto in Allegato 3 al pre-
6.3.1 Provenienza: industria chimi- razione di recupero nell’industria delle 1997, n. 22 e successive modifiche e sente decreto e con caratteristiche di
ca: produzione di ABS. materie plastiche [R3]. integrazioni, o attività di riparazione e cui alle norme CNR-Uni 10006 [R5];
6.3.2 Caratteristiche del rifiuto: 6.6.4 Caratteristiche delle materie sostituzione su vetture in uso, o da in- 7.1.3 Attività di recupero:
fango palabile con circa il 50% di co- prime e/o dei prodotti ottenuti: pro- dustria automobilistica. a) messa in riserva di rifiuti inerti
polimeri, Cd<5 ppm, As<4.2 ppm. dotti in plastica nelle forme usual- 6.11.2 Caratteristiche del rifiuto: fi- [R13] per la produzione di materie
6.3.3 Attività di recupero: produzio- mente commercializzate. bre vegetali in matrice polipropilenica. prime secondarie per l’edilizia,
ne di ABS di seconda qualità previo 6.7 Tipologia: scaglie di alcool polivi- 6.11.3 Attività di recupero: messa mediante fasi meccaniche e tec-
20
essiccamento e compoundazione nilico [070299]. in riserva di rifiuti [R13] con macina- nologicamente interconnesse di
macinazione, vagliatura, selezione [101201] [101206] [101299] rifiuto tal quale secondo il metodo in ZrO2, CaO e MgO, con presenza e-

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


granulometrica e separazione del- [101208]. Allegato 3 al presente decreto) [R5]; ventuale di metalli pesanti dei cicli di
la frazione metallica e delle frazio- 7.3.1 Provenienza: fabbricazione di 7.5.4 Caratteristiche delle materie cottura o fusione in tracce, apparte-
ni indesiderate per l’ottenimento di prodotti ceramici, mattoni, mattonelle prime e/o dei prodotti ottenuti: nenti alle famiglie:
frazioni inerti di natura lapidea a e materiale di costruzione smaltati. a) cemento nelle forme usualmente a) silicei: SiO2>90%, CaO<3%,
granulometria idonea e seleziona- 7.3.2 Caratteristiche del rifiuto: commercializzate; Al2O3<1%, Fe2O3<0,5%,
ta, con eluato del test di cessione prodotti ceramici, terrecotte smaltate b) conglomerati per l’edilizia nelle for- TiO2<0,01;
conforme a quanto previsto in Al- e non, materiale da costruzione di me usualmente commercializzate. b) Silico-alluminosi: Al2O3 25-50%,
legato 3 al presente decreto [R5]; scarto eventualmente ricoperti con 7.6 Tipologia: conglomerato bitumi- SiO2 70-45%, Fe2O3 1-2%;
b) utilizzo per recuperi ambientali smalto crudo in concentrazione noso, frammenti di piattelli per il tiro c) Alluminosi: Al2O3>50%;
previo trattamento di cui al punto <10% in peso. al volo [170301] [170302] [200301]. d) Magnesiaci: MgO 85-87%, CaO
a) (il recupero è subordinato all’e- 7.3.3 Attività di recupero: 7.6.1 Provenienza: attività di scarifi- 0,2-2,6%, Fe2O3 0,2-2,3%;
secuzione del test di cessione sul a) macinazione e recupero nell’indu- ca del manto stradale mediante fresa- e) Cromo-magnesiaci: Cr2O3 ca
rifiuto tal quale secondo il metodo stria ceramica e dei laterizi [R5]; tura a freddo; campi di tiro al volo. 20%; MgO ca 60%, Fe2O3 ca 14%,
in Allegato 3 al presente decreto b) frantumazione, vagliatura; eventua- 7.6.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- Al2O3 ca 6%, CaO<2%;
[R10]; le miscelazione con materia prima i- fiuto solido costituito da bitume ed i- f) Grafitici: C ca 50%, SiC ca 40%;
c) utilizzo per la realizzazione di ri- nerte nell’industria lapidea [R5]. nerti. g) Dolomitici: CaO + MgO >85% sul
levati e sottofondi stradali e ferro- 7.3.4 Caratteristiche delle materie 7.6.3 Attività di recupero: prodotto calcinato
viari e aeroportuali, piazzali indu- prime e/o dei prodotti ottenuti: a) produzione conglomerato bitumino- 7.8.3 Attività di recupero: previa se-
striali previo trattamento di cui al a) prodotti e impasti ceramici e laterizi so “vergine” a caldo e a freddo [R5]; parazione di eventuali frammenti me-
punto a) (il recupero è subordinato nelle forme usualmente commercia- b) realizzazione di rilevati e sottofondi tallici e macinazione:
all’esecuzione del test di cessione lizzate; stradali (il recupero è subordinato a) cementifici come aggiunta al clin-
sul rifiuto tal quale secondo il me- b) materiale lapideo nelle forme u- all’esecuzione del test di cessione sul ker [R5];
todo in Allegato 3 al presente de- sualmente commercializzate rifiuto tal quale secondo il metodo in b) industria produzione materiali re-
creto [R5]. 7.4 Tipologia: sfridi di laterizio cotto Allegato 3 al presente decreto) [R5]. frattari e per l’edilizia [R5];
7.1.4 Caratteristiche delle materie ed argilla espansa [101203] c) produzione di materiale per co- c) produzione di calcestruzzo, conglo-
prime e/o dei prodotti ottenuti: ma- [101206] [101299] [101208]. struzioni stradali e piazzali indu- merati cementizi e bituminosi [R5].
terie prime secondarie per l’edilizia 7.4.1 Provenienza: attività di produ- striali mediante selezione preven- d) industria siderurgica come corretti-
conformi alle specifiche della CCIAA zione di laterizi e di argilla espansa e tiva (macinazione, vagliatura, se- vo bonificante delle scorie [R5]
di Milano. perlite espansa. parazione delle frazioni indeside- 7.8.4 Caratteristiche delle materie
7.1.4 Caratteristiche delle materie 7.4.2 Caratteristiche del rifiuto: rate, eventuale miscelazione con prime e/o dei prodotti ottenuti:
prime e/o dei prodotti ottenuti: frammenti di materiale argilloso cotto, materia inerte vergine) con eluato a) cemento nelle forme usualmente
materie prime secondarie per l’e- e materiale perlitico. conforme al test di cessione se- commercializzate;
dilizia con caratteristiche conformi 7.4.3 Attività di recupero: condo il metodo in Allegato 3 al b) materiali refrattari nelle forme u-
all’Allegato C della circolare del a) messa in riserva di rifiuti inerti presente decreto [R5] sualmente commercializzate.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


Ministero dell’ambiente e della tu- [R13] con frantumazione; macinazio- 7.6.4 Caratteristiche delle materie c) calcestruzzi, conglomerati cementi-
tela del territorio 15 luglio 2005, n. ne, vagliatura per sottoporre i rifiuti prime e/o dei prodotti ottenuti: zi e bituminosi nelle forme usualmen-
UL/2005/5205 alle seguenti operazioni di recupero: a) conglomerato bituminoso nelle for- te commercializzate.
7.2 Tipologia: rifiuti di rocce da cave a) recupero in cementifici [R5]; me usualmente commercializzate. 7.9 Tipologia: scarti di refrattari a
autorizzate [010202] [010410] b)recupero nell’industria ceramica e b) materiali per costruzioni nelle base di carburo di silicio [101207]
[010413] [010399] [010401] dei laterizi [R5]; forme usualmente commercializ- [161106].
[010408] [010403] [010410] c) eventuale omogeneizzazione e inte- zate. 7.9.1 Provenienza: demolizione di i-
[010406] [010413]. grazione con materia prima inerte 7.7 Tipologia: rifiuti costituiti da car- solamenti termici in processi di fusio-
7.2.1 Provenienza: attività di lavora- nell’industria lapidea [R5]; bonati ed idrati di calcio, silici colloi- ne e/o cottura, industria della cerami-
zione dei materiali lapidei. cessione sul rifiuto tal quale secondo dali [050101] [050110] [060501] ca e produzione di refrattari.
7.2.2 Caratteristiche del rifiuto: il metodo in Allegato 3 al presente [060503] [070702] [070712]. 7.9.2 Caratteristiche del rifiuto: ri-
materiale inerte in pezzatura e forma decreto) [R5]; 7.7.1 Provenienza: industria chimi- fiuto di lega non ferrosa composto da
varia, comprese le polveri. d) realizzazione di rilevati e sot- ca, petrolchimica, da processi di de- carburo di silicio, allumina e chamot-
7.2.3 Attività di recupero: tofondi stradali e piazzali indu- purazione di reflui liquidi e gassosi in- te, solido sinterizzato sotto forma di
a) cementifici [R5]; striali previo eventuale trattamento dustriali. mattoni appartenenti alla seguente fa-
b) utilizzo del granulato per produzio- di cui al punto c) (il recupero è su- 7.7.2 Caratteristiche del rifiuto e miglia:
ne di conglomerati cementizi e bitu- bordinato all’esecuzione del test di valori limite delle sostanze perico- a) SiC <90%, SiO2 ca 1%, Al2O3 ca
minosi [R5]; cessione sul rifiuto tal quale se- lose: carbonati e idrati di calcio, silici 1%.
c) utilizzo per isolamenti e impermea- condo il metodo in Allegato 3 al colloidali singoli o in miscele. 7.9.3 Attività di recupero:
bilizzazioni e ardesia espansa [R5]; presente decreto) [R5]; 7.7.3 Attività di recupero: cementifi- a) frantumazione, macinazione, addi-
d) ove necessario frantumazione; ma- e) recuperi ambientali previo eventua- ci [R5]. zionamento con carburo di silicio e
cinazione, vagliatura; eventuale omo- le trattamento di cui al punto c) (il re- 7.7.4 Caratteristiche delle materie cemento; recupero nella carica del
geneizzazione e integrazione con ma- cupero è subordinato all’esecuzione prime e/o dei prodotti ottenuti: cubilotto nelle fonderie di ghisa [R5];
teria prima inerte, anche nell’industria del test di cessione sul rifiuto tal qua- cemento nelle forme usualmente b) industria dei refrattari [R5];
lapidea [R5]; le secondo il metodo in Allegato 3 al commercializzate. c) cementifici come aggiunta al
e) utilizzo per recuperi ambientali (il presente decreto) [R10]. 7.8 Tipologia: rifiuti di refrattari, rifiu- clinker [R5];
recupero è subordinato all’esecuzione 7.4.4 Caratteristiche delle materie ti di refrattari da forni per processi ad d) produzione di calcestruzzo, conglo-
del test di cessione sul rifiuto tal qua- prime e/o dei prodotti ottenuti: alta temperatura [101207] [161106] merati cementizi e bituminosi [R5].
le secondo il metodo in Allegato 3 al a) cemento nelle forme usualmente [100112] [161106] [100408] 7.9.4 Caratteristiche delle materie
presente decreto) [R10]; commercializzate; [161102] [161104] [100608] prime e/o dei prodotti ottenuti:
f) utilizzo per realizzazione di rilevati e b) prodotti ceramici e laterizi nelle for- [161102] [161104] [100807] a) leghe di carburo di silicio nelle for-
sottofondi stradali e ferroviari e aero- me usualmente commercializzate. [161102] [161104] [100206] me usualmente commercializzate;
portuali, piazzali industriali previo e- 7.5 Tipologia: sabbie esauste [161102] [161104] [100507] b) refrattari nelle forme usualmente
ventuale trattamento di cui al punto d) [101299] [101099]. [161102] [161104] [100706] commercializzate;
(il recupero è subordinato all’esecu- 7.5.1 Provenienza: produzione di re- [161102] [161104] [101108] c) cemento nelle forme usualmente
zione del test di cessione sul rifiuto tal frattari elettrofusi. [161106] [101308] [161106] commercializzate;
quale secondo il metodo in Allegato 3 7.5.2 Caratteristiche del rifiuto: [060401] [060316] [070199]. d) calcestruzzo, conglomerati cemen-
al presente decreto) [R5]; sabbie silicee e rifiuti di fusione di re- 7.8.1 Provenienza: demolizione di i- tizi e bituminosi nelle forme usual-
7.2.4 Caratteristiche delle materie frattari. solanti termici in processi di fusione mente commercializzate.
prime e/o dei prodotti ottenuti: 7.5.3 Attività di recupero: e/o termici, industria di produzione 7.10 Tipologia: sabbie abrasive di
a) cemento nelle forme usualmente a) cementifici [R5]; dei refrattari. scarto e granulati, rottami e scarti di
commercializzate; b) produzione conglomerati per edili- 7.8.2 Caratteristiche del rifiuto: mole abrasive [120101] [120102]
b) e c) conglomerati cementizi e bitu- zia [R5]. frammenti solidi sinterizzati, uniti o [120103] [120104] [120201]
minosi e malte ardesiache. c) realizzazione di sottofondi e rilevati meno a elementi metallici, sotto for- [120117] [120121].
7.3 Tipologia: sfridi e scarti di pro- stradali (il recupero è subordinato ma di rottami di mattoni, a composi- 7.10.1 Provenienza: processi di puli-
21
dotti ceramici crudi smaltati e cotti all’esecuzione del test di cessione sul zione prevalente di SiO2, Al2O3, zia, lavorazioni meccaniche e sabbia-
tura delle superfici di manufatti metal- a) cementifici previa frantumazione lazione pali di fondazione su terreno cuzione del test di cessione sul rifiuto
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

lici, produzione di moli abrasive. dei manufatti e separazione della par- vergine; ricerca e coltivazione idrocar- tal quale secondo il metodo in
7.10.2 Caratteristiche del rifiuto: te metallica [R5]; buri su terra e in mare; ricerca e colti- Allegato 3 al presente decreto ad e-
materiali siliceo-alluminosi e granulati b) produzione di materiale e manufatti vazione geotermica; perforazioni per sclusione del parametro COD) [R5];
con presenza di scaglie metalliche ed per l’edilizia, previa frantumazione dei ricerche e coltivazioni minerarie in ge- e) neutralizzazione di acque acide,
eventuali tracce di vernici. manufatti e separazione della parte nerale; perforazioni geognostiche di previa eventuale disidratazione [R5];
7.10.3 Attività di recupero: metallica [R5]. grande profondità; perforazioni per f) impermeabilizzazione dei bacini di
a)produzione di calce idraulica [R5]; 7.12.4 Caratteristiche delle mate- pozzi d’acqua. decantazione delle acque [R5].
b)produzione conglomerati bituminosi rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 7.15.2 Caratteristiche del rifiuto: 7.16.4 Caratteristiche delle mate-
[R5]; a) cemento nelle forme usualmente fango a base di acqua/bentonite, di rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
c) cementifici [R5] commercializzate; acqua/bentonite/barite, di olio/orga- a) cemento nelle forme usualmente
d) produzione di abrasivi [R5]; b) materiale e manufatti per l’edilizia no-smectiti/barite con eventuale pre- commercializzate
e) realizzazione di rilevati e sottofondi nelle forme usualmente commercia- senza di terriccio; contenenti idrocar- b) laterizi nelle forme usualmente
stradali (il recupero è subordinato al- lizzate buri in concentrazioni inferiori a 50 commercializzate
l’esecuzione del test di cessione sul 7.13 Tipologia: sfridi di produzione di Kg/t nel caso di fanghi a base acqua 7.17 Tipologia: rifiuti costituiti da
rifiuto tal quale secondo il metodo in pannelli di gesso; demolizione edifici e contenenti gasolio o olio a bassa pietrisco di vagliatura del calcare
Allegato 3 al presente decreto [R5]; [101399] [170104] [170802]. tossicità in concentrazioni inferiori a [010102] [020499] [020799]
f) processi di burattatura e barilatura 7.13.1 Provenienza: industria di pro- 300 Kg/t nel caso di fanghi a base o- [010202] [010410] [020402]
burattatura e/o barilatura dell’indu- duzione pannelli in gesso; demolizio- lio contenenti idrocarburi in con- [020701] [010302] [010308]
stria meccanica [R5]. ne edifici. centrazioni inferiori a 1000 mg/Kg [010401] [010408] [100299].
7.10.4 Caratteristiche delle mate- 7.13.2 Caratteristiche del rifiuto: sul secco, IPA <10 ppm. 7.17.1 Provenienza: attività industriali
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: sfridi di gesso con eventuali fibre cel- 7.15.3 Attività di recupero: dello zucchero, dell’alcool, del lievito e
a) calce idraulica nelle forme usual- lulosiche o metalliche incorporate, a) industria dei laterizi nell’impasto e dell’estrazione, lavorazione e taglio del
mente commercializzate; non radioattivo ai sensi del decreto le- industria di produzione dell’argilla e- calcare, industria siderurgica.
b) conglomerati bituminosi; nelle for- gislativo 17 marzo 1995, n. 230. spansa, previa eventuale disidratazio- 7.17.2 Caratteristiche del rifiuto:
me usualmente commercializzate; 7.13.3 Attività di recupero: cemen- ne e desalinizzazione [R5]; frammenti in varia pezzatura compre-
c) cemento nelle forme usualmente tifici [R5]. b) produzione di aggregati artificiali se polveri, di pietra calcarea e terriccio
commercializzate; 7.13.4 Caratteristiche delle mate- mediante processo termico di sinte- di cava o materiali inerti a base di car-
d) abrasivi nelle forme usualmente rie prime e/o dei prodotti ottenuti: rizzazione [R5]. bonato di calcio, con eventuale pre-
commercializzate. cemento nelle forme usualmente c) cementifici [R5]. senza di materie prime siderurgiche
7.11 Tipologia: pietrisco tolto d’ope- commercializzate. d) utilizzo per recuperi ambientali pre- (carbon fossile, coke, minerali di ferro
ra [170501] [170504] [170701] 7.14 Tipologia: detriti di perforazione via eventuale disidratazione e desali- in misura minore del 20% in peso).
[170107] [170508]. [010502] [010507] [010599] nizzazione (il recupero è subordinato 7.17.3 Attività di recupero:
7.11.1 Provenienza: manutenzione [010504] [170501] [170504]. all’esecuzione del test di cessione sul a) produzione calce idraulica [R5];
delle strutture ferroviarie. 7.14.1 Provenienza: attività di trivel- rifiuto tal quale secondo il metodo in b) produzione conglomerati cementizi,
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

7.11.2 Caratteristiche del rifiuto: lazione pali di fondazione su terreno Allegato 3 al presente decreto ad e- calcestruzzi e manufatti per edilizia
pietrisco tolto d’opera costituito da vergine; ricerca e coltivazione idrocar- sclusione del parametro COD) [R10]. [R5];
roccia silicea e cristallina o calcare buri su terra e in mare; ricerca e colti- e) utilizzo per copertura di discariche c) cementifici, come aggiunta al
per circa il 70%, con sabbia e argilla vazione geotermica; perforazioni per per RSU; la percentuale di rifiuto uti- clinker, come additivo nella carica al
per circa il 30%. ricerche e coltivazioni minerarie in ge- lizzabile in miscela con la materia pri- forno per la produzione di cementi
7.11.3 Attività di recupero: messa nerale; perforazioni geognostiche di ma non dovrà essere superiore al ferrici [R5];
in riserva di rifiuti inerti [R13] con se- grande profondità; perforazioni per 30% in peso (il recupero è subordina- d) industria siderurgica nella prepara-
parazione delle frazioni indesiderate e pozzi d’acqua. to all’esecuzione del test di cessione zione della carica dell’altoforno [R5];
della eventuale frazione metallica per 7.14.2 Caratteristiche del rifiuto: sul rifiuto tal quale secondo il metodo e) formazione di rilevati e sottofondi
sottoporla all’operazione di recupero detriti con presenza di acqua/bentoni- in Allegato 3 al presente decreto ad stradali previa eventuale frantumazio-
nell’industria metallurgica [R4] e per te, di acqua/bentonite/barite, di esclusione del parametro COD)[R5]: ne del rifiuto (il recupero è subordina-
sottoporre la frazione inerte alle se- olio/organo-smectiti/barite contenenti 7.15.4 Caratteristiche delle mate- to all’esecuzione del test di cessione
guenti operazioni di recupero: idrocarburi in concentrazioni inferiori rie prime e/o dei prodotti ottenuti: sul rifiuto tal quale secondo il metodo
a) recupero nell’industria della produ- a 50 Kg/t nel caso di detriti a base a) laterizi e argilla espansa nelle for- in Allegato 3 al presente decreto)
zione di conglomerati cementizi [R5]. acqua e contenenti gasolio o olio a me usualmente commercializzate. [R5].
b) recupero nei cementifici [R5] bassa tossicità in concentrazioni infe- b) aggregati artificiali nelle forme u- f) riutilizzo per recuperi ambientali (il
c) frantumazione, macinazione ed o- riori a 300 Kg/t nel caso di fanghi a sualmente commercializzate. recupero è subordinato all’esecuzione
mogeneizzazione e integrazione con base olio contenenti idrocarburi in c) cemento nelle forme usualmente del test di cessione sul rifiuto tal qua-
materia prima inerte nell’industria la- concentrazioni inferiori a 1000 commercializzate [R5]. le secondo il metodo in Allegato 3 al
pidea [R5]; mg/Kg sul secco, IPA <10 ppm. 7.16 Tipologia: calci di defecazione presente decreto) [R10]
d) formazione di rilevati, sottofondi 7.14.3 Attività di recupero: [020402] [020499] [020799]. 7.17.4 Caratteristiche delle mate-
stradali e piazzali industriali (il recupe- a) cementifici [R5]. 7.16.1 Provenienza: attività indu- rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
ro è subordinato all’esecuzione del te- b) utilizzo per recuperi ambientali, striali dello zucchero, dell’alcool e del a) calce idraulica nelle forme usual-
st di cessione sul rifiuto tal quale se- previa eventuale desalinizzazione (il lievito. mente commercializzate;
condo il metodo in Allegato 3 al pre- recupero è subordinato all’esecuzione 7.16.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- b) conglomerati e manufatti per l’edi-
sente decreto) [R5]; del test di cessione sul rifiuto tal qua- fiuto costituito essenzialmente da car- lizia nelle forme usualmente commer-
e) recuperi ambientali (il recupero è le secondo il metodo in Allegato 3 al bonato di calcio (70%) con silice, allu- cializzate.
subordinato all’esecuzione del test di presente decreto) [R10]. mina, ossido di ferro (~ 10%) e so- c) cemento nelle forme usualmente
cessione sul rifiuto tal quale secondo c) utilizzo per copertura di discariche stanze organiche (proteine, pectina, commercializzate.
il metodo in Allegato 3 al presente per RSU; la percentuale di rifiuto uti- etc.), derivante dalla filtrazione di su- d) ghisa nelle forme usualmente com-
decreto) [R10]; lizzabile in miscela con la materia pri- ghi zuccherini dopo trattamento con mercializzate.
7.11.4 Caratteristiche delle mate- ma non dovrà essere superiore al calce e anidride carbonica. 7.18 Tipologia: scarti da vagliatura
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 30% in peso (il recupero è subordina- 7.16.3 Attività di recupero: latte di calce [060301] [060314]
a) conglomerati cementizi nelle forme to all’esecuzione del test di cessione a) cementifici [R5]; [101304] [070199]
usualmente commercializzate. sul rifiuto tal quale secondo il metodo b) industria dei laterizi nell’impasto, 7.18.1 Provenienza: industria chimi-
b) cemento nelle forme usualmente in Allegato 3 al presente decreto)[R5]. previa eventuale disidratazione [R5] ca; industria della calce, industria pe-
commercializzate 7.14.4 Caratteristiche delle mate- c) riutilizzo per recuperi ambientali, trolchimica.
7.12 Tipologia: calchi in gesso esau- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: previa eventuale disidratazione (il re- 7.18.2 Caratteristiche del rifiuto:
sti [101206] [101299] [200301] a) cemento nelle forme usualmente cupero è subordinato all’esecuzione miscela di carbonato, ossido e idros-
[101399] [170104] [170802]. commercializzate. del test di cessione sul rifiuto tal qua- sido di calcio (~ 82%) e silice, allumi-
7.12.1 Provenienza: attività sculto- 7.15 Tipologia: fanghi di perforazio- le secondo il metodo in Allegato 3 al na e ossido di ferro (~ 18%).
ree ed industrie ceramiche. ne [010501] Tipologia soppressa in presente decreto ad esclusione del 7.18.3 Attività di recupero:
7.12.2 Caratteristiche del rifiuto: quanto riferita a rifiuti pericolosi parametro COD) [R10]; a) produzione di calce idraulica [R5];
manufatti in gesso con eventuale ar- [010505*] [010502] [010507] d) realizzazione di rilevati e sottofondi b) produzione conglomerati e manu-
matura metallica incorporata. [010599] [010504]. stradali, previa eventuale disidratazio- fatti per l’edilizia [R5];
22
7.12.3 Attività di recupero: 7.15.1 Provenienza: attività di trivel- ne (il recupero è subordinato all’ese- c) cementifici [R5];
d) realizzazione di rilevati e sottofondi 7.22 Tipologia: rifiuti da abbattimen- ste di fonderia di seconda fusione dei f) produzione di conglomerati bitumi-

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


stradali (il recupero è subordinato to fumi di industrie siderurgiche (silica metalli ferrosi [100299] [100904] nosi [R5];
all’esecuzione del test di cessione sul fumes) [100203] [100208] [060801] [100910] [100912] [100901] 7.27.4 Caratteristiche delle mate-
rifiuto tal quale secondo il metodo in [060899]. [100906] [100902] [100908] rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
Allegato 3 al presente decreto) [R5]; 7.22.1 Provenienza: attività di fusio- [100206] [161102] [161104]. a) cemento nelle forme usualmente
e) attività di recupero ambientale (il ne di leghe ferro-silicio mediante forni 7.25.1 Provenienza: fonderie di se- commercializzate;
recupero è subordinato all’esecuzione ad arco elettrico. conda fusione di ghisa e di acciaio. b) calcestruzzo nelle forme usualmen-
del test di cessione sul rifiuto tal qua- 7.22.2 Caratteristiche del rifiuto: 7.25.2 Caratteristiche del rifiuto: te commercializzate.
le secondo il metodo in Allegato 3 al polveri finissime aventi di norma la sabbie e terre refrattarie miscelate c) laterizi nelle forme usualmente
presente decreto) [R10]; seguente composizione: SiO2 con leganti inorganici (argille) e/o or- commercializzate
f) utilizzo come reagente per la de- 92÷94%, Fe2O3 1÷1,5%, Al2O3 ganici (resine furaniche, fenoliche e i- d) conglomerati per edilizia nelle for-
solforazione dei fumi di combustione 0,1÷0,15%, CaO 0,8÷1,2%, MgO socianati) il contenuto massimo di fe- me usualmente commercializzate
[R7]; 0,8÷1,2%, alcali 0,5÷1%. nolo sul rifiuto tal quale è pari a 200 e) vetro nelle forme usualmente com-
g) trattamento delle acque reflue se 7.22.3 Attività di recupero: ppm; rifiuti di forme ed anime. mercializzate
esente da elementi non abbattibili a) cementifici [R5]; 7.25.3 Attività di recupero: f) conglomerati bituminosi nelle forme
dall’impianto di depurazione [R7]. b) industrie di materie prime e di pro- a) cementifici [R5]; usualmente commercializzate.
7.18.4 Caratteristiche delle mate- dotti per l’edilizia [R5]. b) produzione di calce idraulica [R5]; 7.28 Tipologia: supporti inerti di ca-
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 7.22.4 Caratteristiche delle mate- c) processi di rigenerazione delle sab- talizzatori [061201] [160801]
a) calce idraulica nelle forme usual- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: bie di fonderia esauste [R5]; [061202] [160803] [160804]
mente commercializzate; a) cemento nelle forme usualmente d) industria dei laterizi della ceramica [070106] [160803] [160804]
b) conglomerati e manufatti per l’edi- commercializzate; e dell’argilla espansa [R5]; [070206] [160803] [160804]
lizia nelle forme usualmente commer- b) prodotti per l’edilizia nelle forme u- e) produzione di conglomerati per l’e- [070306] [160803] [160804]
cializzate. sualmente commercializzate. dilizia [R5]; [070406] [160803] [160804]
c) cemento nelle forme usualmente 7.23 Tipologia: conchiglie [020203] f) industria vetraria [R5] [070506] [160803] [160804]
commercializzate; [020102] [200303]. g) industria ceramica [R5] [070606] [160803] [160804]
7.19 Tipologia: inerti da tinkal 7.23.1 Provenienza: pulizia arenili; h) produzione conglomerati bituminosi [160102] [160803] [190109]
[060301] [060314] [060401] industria prodotti ittici. [R5]; [160801] [160803] [050302]
[060316] [060499] [060399]. 7.23.2 Caratteristiche del rifiuto: i) utilizzo per rilevati e sottofondi stra- [160803] [160804].
7.19.1 Provenienza: produzione di conchiglie con eventuale presenza di dali [R5] (il recupero è subordinato 7.28.1 Provenienza: attività di rige-
metaborato e perborato di sodio. materiali estranei (sabbia, alghe, pla- all’esecuzione del test di cessione sul nerazione di catalizzatori esausti ef-
7.19.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- stiche, ecc.). rifiuto tal quale secondo il metodo in fettuata anche presso gli impianti di
fiuto argilloso costituito da CaCO3 7.23.3 Attività di recupero: messa Allegato 3 al presente decreto); cracking catalitico in raffineria di pe-
50%, Al2O3 e B2O3 20%, umidità in riserva di rifiuti [R13] con selezio- 7.25.4 Caratteristiche delle mate- trolio.
20-30%, rifiuto insolubile 10%. ne, lavaggio e separazione della com- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 7.28.2 Caratteristiche del rifiuto: ri-
7.19.3 Attività di recupero: ponente non inerte per sottoporli alle a) cemento nelle forme usualmente fiuti costituiti essenzialmente da inerti

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


a) industria dei prodotti ceramici, pre- seguenti operazioni di recupero: commercializzate; (ceramica, carbonato di calcio, allu-
via macinazione [R5]; a) produzione di bottoni ed altri manu- b) calce idraulica nelle forme usual- mina, silicoalluminati, silicati ecc.) già
b) industria dei laterizi previa macina- fatti simili [R5]. mente commercializzate; sottoposti a lavaggio e disattivazione
zione [R5]; b) cementifici [R5]. c) sabbie di fonderia; ai fini della sicurezza con diossine
7.19.4 Caratteristiche delle mate- 7.23.4 Caratteristiche delle mate- d) laterizi e argilla espansa nelle for- <2,5 ppb e PCB e PCT <25 ppm.
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: rie prime e/o dei prodotti ottenuti: me usualmente commercializzate. 7.28.3 Attività di recupero: cemen-
a) prodotti ceramici nelle forme usual- a) bottoni o altri manufatti simili nelle e) conglomerati per l’edilizia nelle for- tifici previa eventuale macinazione
mente commercializzate). forme usualmente commercializzate. me usualmente commercializzate [R5].
b) laterizi nelle forme usualmente b) cemento nelle forme usualmente f) vetro nelle forme usualmente com- 7.28.4 Caratteristiche delle mate-
commercializzate. commercializzate. mercializzate. rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
7.20 Tipologia: rifiuti e rottami di 7.24 Tipologia: scorie vetrose da g) materiali e/o prodotti ceramici nelle cemento nelle forme usualmente
cermets [100807] [161102] gassificazione di carbone [061399] forme usualmente commercializzate commercializzate.
[161104] [160205] [160216]. [100199] [050699]. h) conglomerati bituminosi nelle for- 7.29 Tipologia: rifiuti di lana di vetro
7.20.1 Provenienza: industria della 7.24.1 Provenienza: gassificazione me usualmente commercializzate; e lana di roccia [170602] [170604].
metallurgia delle leghe non ferrose; di carbone, anche ad elevato tenore 7.26 Tipologia: rottami di quarzo pu- 7.29.1 Provenienza: attività di ma-
rottamazione di componenti di appa- di zolfo, in impianti di produzione e- ro [070199] nutenzione e/o di demolizione.
recchiature. nergia elettrica od in impianti chimici 7.26.1 Provenienza: industria chimi- 7.29.2 Caratteristiche del rifiuto: ri-
7.20.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- di sintesi. ca (crogioli rotti) fiuti solidi costituiti essenzialmente da
fiuti e rottami di materiali compositi 7.24.2 Caratteristiche del rifiuto: 7.26.2 Caratteristiche del rifiuto: silicati, con possibili tracce di compo-
costituiti generalmente da materiale solido vetroso costituito essenzial- schegge di quarzo puro. sti organici, escluso amianto.
ceramico (allumina, carburo di silicio, mente da silicati, ossidi di allumino, di 7.26.3 Attività di recupero: macina- 7.29.3 Attività di recupero: cementifi-
grafite) e metalli (alluminio, titanio, calcio, ed ossidi minori. zione e lavorazione di prodotti quarzi- ci [R5].
magnesio, ecc.), escluso amianto. 7.24.3 Attività di recupero: feri (R5). 7.29.4 Caratteristiche delle mate-
7.20.3 Attività di recupero: industria a) cementifici [R5]; 7.26.4 Caratteristiche delle mate- rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
metallurgica dei metalli non ferrosi b) produzione di conglomerati cemen- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: cemento nelle forme usualmente
previa separazione della frazione non tizi [R5]; polveri di quarzo di varia granulome- commercializzate.
metallica [R4]. c) industria dei laterizi [R5]; tria per uso edile e lavorazione idro- 7.30 Tipologia: sabbia e conchiglie
7.20.4 Caratteristiche delle mate- d) produzione di asfalto e conglome- pitture. che residuano dalla vagliatura dei ri-
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: rati bituminosi [R5]; 7.27 Tipologia: materiali fini da filtri fiuti provenienti dalla pulizia degli are-
metalli non ferrosi nelle forme usual- e) utilizzo per rilevati e sottofondi stra- aspirazioni polveri di fonderia di ghisa nili [170502] [170506] [200303].
mente commercializzate. dali [R5]; (il recupero è subordinato e da rigenerazione sabbia [100203] 7.30.1 Provenienza: processo di va-
7.21 Tipologia: pomice esausta all’esecuzione del test di cessione sul [100208] [100299]. gliatura dei rifiuti provenienti dalla pu-
[200116] [200130]. rifiuto tal quale secondo il metodo in 7.27.1 Provenienza: fonderie di se- lizia degli arenili.
7.21.1 Provenienza: lavanderie. Allegato 3 al presente decreto); conda fusione di ghisa. 7.30.2 Caratteristiche del rifiuto:
7.21.2 Caratteristiche del rifiuto: 7.24.4 Caratteristiche delle mate- 7.27.2 Caratteristiche del rifiuto: miscela di sabbia, altri inerti, conchi-
materiale inorganico a base di silice, rie prime e/o dei prodotti ottenuti: silice >70%, ossidi di Al, ossidi di glie e altre
allumina, ossido di calcio e ferro (~ a) cemento nelle forme usualmente Mg, ossidi Fe e altri ossidi minori, non 7.30.3 Attività di recupero: messa in
90%) e ossidi minori Mg, K, Na (~ commercializzate; contenenti PCB e PCT >25 ppm e riserva di rifiuti (R13) con vagliatura,
10%) con contenuto in cloro <0,5% b) conglomerati cementizi nelle forme PCDD >2,5 ppb pulizia e drenaggio e captazione delle
sul secco. usualmente prodotte 7.27.3 Attività di recupero: acque di eluizione e di percolazione,
7.21.3 Attività di recupero: cemen- c) laterizi nelle forme usualmente a) cementifici [R5]; eventuale separazione della frazione
tifici [R5]. commercializzate. b) produzione di calcestruzzo [R5]; costituita da conchiglie con materiale
7.21.4 Caratteristiche delle mate- d) asfalto e conglomerati bituminosi c) industria dei laterizi [R5]; estraneo <10% per sottoporre il rifiuto
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: nelle forme usualmente commercia- d) produzione di conglomerati per l’e- alle seguenti operazioni di recupero:
cemento nelle forme usualmente lizzate. dilizia [R5]; a) cementifici [R5].
23
commercializzate. 7.25 Tipologia: terre e sabbie esau- e) produzione vetraria [R5]; b) ripascimento di arenili soggetti a
fenomeni erosivi [R10]; a) attività edilizie come distaccante con essiccamento e vagliatura, even- – salmonelle assenti su 20 g
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

7.30.4 Caratteristiche delle mate- per cemento [R5][R3]; tuale torrefazione [R3]; b) messa in riserva [R13] per la pro-
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: b) recupero tal quale nell’industria b) riutilizzo tal quale nell’industria ma- duzione di materie prime secondarie
a) cemento nelle forme usualmente conciaria per l’ingrassaggio della pel- nufatturiera e della pelletteria [R3]. per l’industria tessile mediate selezio-
commercializzate. le [R5][R3]. 8.5.4 Caratteristiche delle materie ne, igienizzazione [R3].
7.31 Tipologia: terre da coltivo, deri- 8.2 Tipologia: peluria e pelucchi tes- prime e/o dei prodotti ottenuti: 8.9.4 Caratteristiche delle materie
vanti da pulizia di materiali vegetali e- sili [040202] [040221] [040204] a) cuoio rigenerato, cuoio torrefatto; prime e/o dei prodotti ottenuti:
duli e dalla battitura della lana sucida: [040221] [040201] [040221] b) manufatti in cuoio e in pelle di limi- a) indumenti, accessori di abbiglia-
terre e rocce di scavo [020199] [040203] [040221] [040222]. tate dimensioni. mento ed altri manufatti tessili confe-
[020401] [170501] [170504] 8.2.1 Provenienza: industrie tessili. 8.6 Tipologia: scarti solidi conciati al zionati utilizzabili direttamente in cicli
7.31.1 Provenienza: industria agroa- 8.2.2 Caratteristiche del rifiuto: vegetale [040108] [040109]. di consumo.
limentare in genere e industria lanie- materiale fibroso igroscopico costitui- 8.6.1 Provenienza: fasi di spaccatu- b) materie prime secondarie per l’in-
ra, attività di scavo. to da fibre naturali in quantità variabi- ra, rasatura, rifilatura e smerigliatura dustria tessile conformi alle specifiche
7.31.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- le di colore naturale o colorate. dell’industria conciaria e del settore delle CCIAA di Milano e Firenze.
fiuto costituito da terriccio con even- 8.2.3 Attività di recupero: manifatturiero.
tuali parti vegetali e sostanze organi- a) industria della carta [R3] 8.6.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- 9. Rifiuti di legno e sughero
che; parti di fibra di lana; materiale i- b) impiego nelle lettiere per animali tagli di tessuto fibroso collagenico di 9.1 Tipologia: scarti di legno e su-
nerte vario costituito da terra con pre- [R3]; dimensioni variabili. ghero, imballaggi di legno [030101]
senza di ciotoli, sabbia, ghiaia. 8.2.4 Caratteristiche delle materie 8.6.3 Attività di recupero: idrolisi [030102] [030105] [150103]
7.31.3 Attività di recupero: prime e/o dei prodotti ottenuti: car- con successiva essiccazione e vaglia- [030103] [030105] [030199]
a) industria della ceramica e dei late- ta, carta catramata e cartone nelle tura per la produzione di cuoio rigene- [170201] [200107] [200138]
rizi [R5]. forme usualmente commercializzate; rato [R3]. [191207] [200301].
b) utilizzo per recuperi ambientali di 8.3 Tipologia: refluo contenente 8.6.4 Caratteristiche delle materie 9.1.1 Provenienza: industria edile e
ex cave, discariche esaurite e bonifica grasso di lana [040210]. prime e/o dei prodotti ottenuti: raccolta differenziata, attività indu-
di aree inquinate (il recupero è subor- 8.3.1 Provenienza: industria laniera, cuoio rigenerato adatto al riutilizzo striali, artigianali, commerciali, agrico-
dinato all’esecuzione del test di ces- acque di lavaggio e sgrassatura della nell’industria manifatturiera. le e di servizio; attività di demolizioni.
sione sul rifiuto tal quale secondo il lana. 8.7 Tipologia: rifiuti di smerigliatura, 9.1.2 Caratteristiche del rifiuto: le-
metodo in Allegato 3 al presente de- 8.3.2 Caratteristiche del rifiuto: so- rasatura [040108] [040199]. gno in scarti di diverse dimensioni e
creto ad esclusione del parametro luzioni acquose contenenti grasso di 8.7.1 Provenienza: industria concia- segatura, con possibili presenze di
COD) [R10]; lana. ria, fasi di smerigliatura, rasatura. polveri di natura inerte; cassette, pal-
c) formazione di rilevati e sottofon- 8.3.3 Attività di recupero: centrifu- 8.7.2 Caratteristiche del rifiuto: lets e altri imballaggi in legno non
di stradali (il recupero è subordi- gazione per separazione della parte o- polvere più o meno fine e/o rifiuti di trattato, sfridi di pannelli (compensati
nato all’esecuzione del test di ces- leosa [R3]. pellame. listellari, di fibra, di particelle ecc.) di
sione sul rifiuto tal quale secondo 8.3.4 Caratteristiche delle materie 8.7.3 Attività di recupero: legno trattato, nobilitato, compreso
il metodo in Allegato 3 al presente prime e/o dei prodotti ottenuti: a) industria del cuoio ricostruito [R3]; MDF, polverino di carteggiatura.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

decreto ad esclusione del parame- grasso di lana nelle forme usualmente b) industria delle colle [R3]; 9.1.3 Attività di recupero: messa in
tro COD) [R5]. commercializzate c) industria di cartoni speciali [R3]. riserva di rifiuti di legno [R13] con la-
7.31.4 Caratteristiche delle mate- 8.4 Tipologia: rifiuti di materiali tessi- 8.7.4 Caratteristiche delle materie vaggio eventuale, cernita, adegua-
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: li compositi e della lavorazione di fibre prime e/o dei prodotti ottenuti: mento volumetrico o cippatura per
prodotti ceramici e/o laterizi nelle for- naturali, sintetiche e artificiali a) articoli di cuoio ricostituito; sottoporli alle seguenti operazioni di
me usualmente commercializzate. [040201] [040221] [040202] b) colle nelle forme usualmente com- recupero [R3]:
7.31-bis Tipologia: terre e rocce di [040221] [040203] [040221] mercializzate; a) recupero nell’industria della fale-
scavo [170504]. (1) [040204] [040221] [040205] c) cartoni speciali nelle forme usual- gnameria e carpenteria [R3];
7.31-bis.1 Provenienza: attività di [040222] [040206] [040222] mente commercializzate. b) recupero nell’industria cartaria
scavo. [040207] [040222] [040208] 8.8 Tipologia: carniccio di scarnatu- [R3];
7.31-bis.2 Caratteristiche del rifiu- [040222] [040209] [160208] ra, rasatura, spaccatura e pezzamatu- c) recupero nell’industria del pannello
to: materiale inerte vario costituito [160122] [200110] [200111] ra in pelo [040108] [040199]. di legno [R3];
da terra con presenza di ciotoli, 8.4.1 Provenienza: industria della 8.8.1 Provenienza: industria concia- 9.1.4 Caratteristiche delle materie
sabbia, ghiaia, trovanti, anche di produzione, lavorazione ed utilizzo ria, fasi di scarnatura, rasatura, spac- prime e/o dei prodotti ottenuti:
origine antropica. delle fibre tessili naturali, sintetiche e catura e pezzamatura in pelo. a) manufatti a base legno e sughero
7.31-bis.3 Attività di recupero: artificiali; industria della confezione, 8.8.2 Caratteristiche del rifiuto: nelle forme usualmente commercia-
a) industria della ceramica e dei industria del mobile, industria auto- polvere più o meno fine e/o rifiuti di lizzate;
laterizi [R5]; mobilistica; industria dei rivestimenti pellame. b) pasta di carta e carta nelle forme
b) utilizzo per recuperi ambientali e della pavimentazione tessile. 8.8.3 Attività di recupero: industria usualmente commercializzate;
(il recupero è subordinato all’ese- 8.4.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- delle colle, delle gelatine, degli idroliz- c) pannelli nelle forme usualmente
cuzione del test di cessione sul ri- fiuti di lino, cotone, lana e altre fibre zati proteici [R3]; commercializzate.
fiuto tal quale secondo il metodo in naturali, artificiali e sintetiche 8.8.4 Caratteristiche delle materie 9.2 Tipologia: scarti di legno e su-
Allegato 3 al presente decreto) 8.4.3 Attività di recupero: messa in prime e/o dei prodotti ottenuti: col- ghero, imballaggi di legno [030101]
[R10]; riserva [R13] per la produzione di ma- le, gelatine e idrolizzati proteici nelle [030103] [030105] [030102]
c) formazione di rilevati e sottofon- terie prime secondarie per l’industria forme usualmente commercializzate. [030105].
di stradali (il recupero è subordi- tessile mediante selezione, separazio- 8.9 Tipologia: indumenti, accessori 9.2.1 Provenienza: industria della la-
nato all’esecuzione del test di ces- ne, igienizzazione [R3]. di abbigliamento ed altri manufatti vorazione del legno vergine.
sione sul rifiuto tal quale secondo 8.4.4 Caratteristiche delle materie tessili confezionati post-consumo 9.2.2 Caratteristiche del rifiuto: le-
il metodo in Allegato 3 al presente prime e/o dei prodotti ottenuti: ma- [200110] [200111] [191208]. gno vergine in scarti di diverse di-
decreto) [R5]. terie prime secondarie per l’industria 8.9.1 Provenienza: cicli di post-con- mensioni e segatura, con possibili
7.31-bis.4 Caratteristiche delle tessile conformi alle specifiche mer- sumo. presenze di polveri di natura inerte.
materie prime e/o dei prodotti ot- ceologiche delle CCIAA di Milano e 8.9.2 Caratteristiche del rifiuto: 9.2.3 Attività di recupero: messa in
tenuti: prodotti ceramici nelle for- Firenze. materiale costituito da indumenti, ac- riserva di rifiuti di legno [R13] per l’ot-
me usualmente commercializzate. 8.5 Tipologia: trucioli, ritagli e altri ri- cessori di abbigliamento ed altri ma- tenimento di materie prime seconda-
fiuti di cuoio [040109] [040199]. nufatti tessili confezionati di lino, co- rie mediante lavaggio, cernita, ade-
8. Rifiuti derivati da operazioni 8.5.1 Provenienza: industria concia- tone, lana, altre fibre naturali artificiali guamento volumetrico o cippatura
di conciatura e dall’utilizzo del ria, calzaturiera, della pelletteria e e sintetiche, non impregnati da oli, [R3].
cuoio e rifiuti tessili dell’abbigliamento in genere. morchie, non contenenti materiali im- 9.2.4 Caratteristiche delle materie
8.1 Tipologia: olio di follone 8.5.2 Caratteristiche del rifiuto: fi- propri. prime e/o dei prodotti ottenuti:
[040199]. lamenti corti arricciati e piccoli pezzi 8.9.3 Attività di recupero: legno variamente cippato, granulati e
8.1.1 Provenienza: ingrassaggio del- di tessuto fibroso collagenico. a) messa in riserva [R13] per la desti- cascami di sughero, tondelli in
le pelli per pellicceria. 8.5.3 Attività di recupero: nazione in cicli di consumo mediante conformità alle specifiche fissate dalle
8.1.2 Caratteristiche del rifiuto: olio a) mescolamento con altre materie selezione e igienizzazione per l’otteni- CCIAA di Milano e Bolzano.
denso a base di olio minerale, lanoli- (lattice) in macchine impastatrici, es- mento delle seguenti specifiche [R3]: 9.3 Tipologia: rifiuti costituiti da le-
na e altri grassi naturali penetranti. siccamento e bobinatura in rulli; op- – carica aerobica mesofila <106 /g gno impregnato con preservante a
24
8.1.3 Attività di recupero: pure trattamento di parziale idrolisi – streptococchi fecali <102 /g base di creosoto [030199] Tipologia
soppressa in quanto riferita a rifiu- antirumore, para valanghe, rivesti- alle seguenti operazioni di recupero: ma per mescole compatibili [R3];

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


ti pericolosi [030104*] [170201] menti baite alpine, protezioni per piste a) recupero nell’industria del laminato b) recupero nella produzione bitumi
Tipologia soppressa in quanto rife- sciistiche, arredo urbano, parchi gio- [R3] [R3];
rita a rifiuti pericolosi [170204*] co, sostegni per l’illuminazione stra- b) recupero nell’industria dei laterizi c) realizzazione di parabordi previo la-
[170903*]. dale rurali, utilizzi vari in edilizia, cunei [R3]; vaggio chimico fisico se contaminato,
9.3.1 Provenienza: industria del trat- e traverse per l’edilizia e impianti di c) recupero nell’industria del pannello eventuale macinazione, compattazio-
tamento del legno; reti ferroviarie; reti telecomunicazioni, pontili per imbar- di legno e industria della componenti- ne e devulcanizzazione [R3].
di telecomunicazioni; raccolta post- cazioni, torri di osservazione, stabili- stica per l’arredamento. [R3]; 10.2.4 Caratteristiche delle mate-
servizio di manufatti. menti balneari, torri di raffreddamen- 9.6.4 Caratteristiche delle materie rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
9.3.2 Caratteristiche del rifiuto: to, pali di sostegno a frutteti, paletti prime e/o dei prodotti ottenuti: a) manufatti in gomma nelle forme u-
spezzoni e manufatti di legno impre- per vigneti [R3]. a) laminato nelle forme usualmente sualmente commercializzate;
gnato con oli derivanti dalla distillazio- b) trattamento di detossificazione me- commercializzate; b) e c) bitumi e parabordi nelle forme
ne del catrame di carbon fossile diante liscivazione in soluzioni acide e b) laterizi nelle forme usualmente usualmente commercializzate.
(creosoto), con un contenuto <250 successivo lavaggio con produzione di commercializzate. 10.3 Tipologia: pneumatici ricostrui-
g/Kg di legno. soluzioni esauste contenenti gli ele- c) pannelli e componenti per l’arreda- bili [160103]. (2)
9.3.3 Attività di recupero: menti preservanti estratti [R5]; mento nelle forme usualmente com- 10.3.1 Provenienza: raccolta diffe-
a) reimpiego nelle strutture ferroviarie c) produzione di chips detossificati mercializzate; renziata; attività di servizio ed utilizzo,
per scopi diversi da quello originario per la produzione di manufatti in le- autoriparazione, autodemolizione au-
(es. passatoie, barriere di conteni- gno pressato con l’apporto di leganti 10. Rifiuti solidi in caucciù e torizzata ai sensi del decreto legislati-
mento) [R3]; o manufatti in calcestruzzo-legno e/o gomma vo 5 febbraio 1997, n. 22 e successi-
b) falegnameria e carpenteria per la cemento-legno. In ogni caso il conte- 10.1 Tipologia: cascami e scarti di ve modifiche e integrazioni, autoripa-
realizzazione di palificazioni di palizza- nuto di elementi preservanti nei chips produzione, rifiuti di polvere e granuli razione e industria automobilistica.
te, di paravalanghe, di contenimenti detossificati non deve essere superio- [070299] [160302] [160306]. 10.3.2 Caratteristiche del rifiuto:
di strade, di terrapieni, di opere di re a: 20 mg di As/kg di SS, 150 mg 10.1.1 Provenienza: industria della pneumatici usurati.
sfruttamento forestale, ecc. previa e- di Cu/kg di SS, 300 mg di Cr/Kg di SS gomma e della produzione di pneu- 10.3.3 Attività di recupero: messa
ventuale rilavorazione meccanica [R3]. matici; altre attività produttive, com- in riserva di rifiuti di gomma [R13]
[R3]. 9.4.4 Caratteristiche delle materie merciali e artigianali. con selezione e accettazione delle
9.3.4 Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: 10.1.2 Caratteristiche del rifiuto: carcasse per sottoporle alle operazio-
prime e/o dei prodotti ottenuti: il a) il prodotto ha le stesse caratteristi- polveri, granuli, materozze, ritagli, tru- ni di recupero di raspatura, eventuali
prodotto ha le stesse caratteristiche che del legno nuovo impregnato con cioli, bave, sfridi e mescole fuori spe- riparazioni e soluzionatura; vulcaniz-
del legno nuovo impregnato con un un contenuto di elementi impregnanti cifica di gomma con eventuali additivi. zazione controllo finale e rifinitura
contenuto di creosoto che al massimo corrispondenti alle condizioni di cui al 10.1.3 Attività di recupero: messa [R3]..
può raggiungere il valore massimo di punto 9.4.2. in riserva di rifiuti di gomma [R13] 10.3.4 Caratteristiche delle mate-
250 g/K di legno. Nel caso di cui alla b) soluzione esausta riutilizzabile nel con eventuale macinazione con siste- rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
lettera b del punto 9.3.3 il prodotto processo di impregnazione; manufatti mi meccanici e/o criogeni e lavaggio, pneumatici ricostruiti rispondenti alle

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


deve essere contrassegnato con mar- in legno pressato e manufatti in cal- con separazione degli inquinanti oc- norme Uni 9950.
chio indelebile che ne indichi il divieto cestruzzo-legno e/o cemento-legno casionali per sottoporre i rifiuti di
di utilizzo come combustibile domesti- nelle forme usualmente commercia- gomma alle seguenti operazioni di re- 11. Rifiuti derivati dall’industria
co. In ogni caso è vietato l’utilizzo per lizzate. cupero: agroalimentare
la fabbricazione di imballaggi che c) Chips di legno detossificati per la a) recupero, previa eventuale devul- 11.1 Tipologia: morchie, fecce e fon-
possono entrare in contatto con pro- produzione di manufatti in legno pres- canizzazione, in mescole compatibili dami di serbatoi di stoccaggio; reflui
dotti destinati all’alimentazione uma- sato o manufatti in calcestruzzo-legno in alternativa o in parziale sostituzione liquidi, terre e farine fossili coadiuvan-
na o animale. o cemento-legno. della gomma vergine [R3]; ti di decolorazione di oli e grassi, pa-
9.4 Tipologia: rifiuti costituiti da le- Nel caso di prodotti destinati a scopi b) recupero nella produzione di articoli nelli filtrazione grassi; scarti e fonda-
gno impregnato con preservante a diversi da quello originario, gli stessi tecnici in mescole compatibili [R3]. mi di raffinazione dell’industria degli
base di sali [030199] Tipologia sop- devono essere contrassegnati con c) recupero nella produzione di bitumi oli, dei grassi vegetali e animali
pressa in quanto riferita a rifiuti marchio indelebile che ne indichi il di- modificati in impianti fissi [R3]; [020303] [020399].
pericolosi [030104*] [170201] Ti- vieto di utilizzo come combustibile do- d) recupero nella produzione di para- 11.1.1 Provenienza: industria olearia
pologia soppressa in quanto riferi- mestico. bordi dopo eventuale compattazione e margariniera e della lavorazione ed
ta a rifiuti pericolosi [170204*] 9.5 Tipologia: black-liquor [030199]. meccanica [R3]. estrazione dei grassi.
[170903*]. 9.5.1 Provenienza: industria del 10.1.4 Caratteristiche delle mate- 11.1.2 Caratteristiche del rifiuto:
9.4.1 Provenienza: industria del trat- pannello di fibra di legno; cartiere. rie prime e/o dei prodotti ottenuti: fango e/o liquidi acquosi costituiti da
tamento del legno: reti di distribuzione 9.5.2 Caratteristiche del rifiuto e a) e b) manufatti in gomma nelle for- sostanze oleose e grasse di natura
del servizio telefonico, telegrafico, e- valori limite delle sostanze perico- me usualmente commercializzate; vegetale con percentuale variabile;
lettrico; raccolta post-servizio di ma- lose: soluzioni acquose ad alto conte- c) bitumi modificati nelle forme usual- terre e farine fossili contenenti oli e
nufatti. nuto di lignina (circa 35%); sul tal mente commercializzate; grassi vegetali.
9.4.2 Caratteristiche del rifiuto: mix quale: d) parabordi nelle forme usualmente 11.1.3 Attività di recupero: recupe-
di spezzoni e manufatti di legno, an- – Fenolo libero 40 ppm commercializzate. ro olio presso le raffinerie mediante e-
che parzialmente logorato o comun- – Furfurolo = 150 ppm 10.2 Tipologia: pneumatici non rico- strazione e raffinazione [R3][R9].
que danneggiato, impregnato con sali – Piombo = <0.10 mg/kg struibili, camere d’aria non riparabili e 11.1.4 Caratteristiche delle mate-
in soluzione acquosa di: – Arsenico = <0.10 ,, ,, altri scarti di gomma [160103]. rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
– Cu/Cr/As; – Zinco = <40 ,, ,, 10.2.1 Provenienza: industria della olio non alimentare nelle forme usual-
– Cu/Cr/B; – Cromo III = <0.1 ,, ,, ricostruzione pneumatici, attività di mente commercializzate.
– sali di ammonio quaternario; 9.5.3 Attività di recupero: industria sostituzione e riparazione pneumatici 11.2 Tipologia: terre e farine fossili
– sale organico di rame; del pannello [R3]. e attività di servizio, attività di autode- disoleate [020399].
– principi attivi sciolti in solventi en- 9.5.4 Caratteristiche del prodotto molizione autorizzata ai sensi del de- 11.2.1 Provenienza: raffinerie per il
doorganici, resine, oli isolanti, oli di- ottenuto: pannelli di particelle nelle creto legislativo 5 febbraio 1997, n. recupero dell’olio di cui al punto
stillati e rettificati del catrame di car- forme usualmente commercializzate. 22 e successive modifiche e integra- 11.1.3.
bon fossile a contenuto di benzo-alfa- 9.6 Tipologia: rifiuti di carte decorati- zioni, autoriparazione e industria au- 11.2.2 Caratteristiche del rifiuto:
pirene < di 5 mg/Kg e di fenoli <1%, ve impregnate [030199]. tomobilistica. silice sotto forma di silicati e idrosili-
contenente Cu <6 g/Kg, Cr <7 g/Kg e 9.6.1 Provenienza: industria produ- 10.2.2 Caratteristiche del rifiuto: cati di alluminio.
As <9 g/Kg. zione e utilizzo carte impregnate del pneumatici usurati e camere d’aria 11.2.3 Attività di recupero:
9.4.3 Attività di recupero: laminato; industria del pannello nobili- con eventuale presenza di inquinanti a) industria dei laterizi e dell’argilla e-
a) verifica strutturale per il reimpiego tato e industria della componentistica superficiali (IPA <10 ppm); scarti di spansa, se esenti da solventi residuali
tal quale se a specifica; eventuale la- dell’arredamento. gomma di varie dimensioni e forme. aggiunti per il recupero degli oli [R5];
vorazione meccanica se destinata alla 9.6.2 Caratteristiche del rifiuto: 10.2.3 Attività di recupero: messa b) cementifici [R5];
produzione di manufatti per la realiz- carta impregnata con resina ureica, in riserva di rifiuti di gomma [R13] c) attività di recupero ambientale (il
zazione di staccionate, travi e pilastri melaminica, fenolica e poliesteri. con lavaggio, triturazione e/o vulca- recupero è subordinato all’esecuzione
per tettoie fienili ecc., attrezzature e- 9.6.3 Attività di recupero: messa in nizzazione per sottoporli alle seguenti del test di cessione sul rifiuto tal qua-
questri, sostegni per recinzioni campi riserva di rifiuti [R13] con eventuale operazioni di recupero: le secondo il metodo in Allegato 3 al
25
da gioco, barriere stradali, barriere cernita e/o macinazione per sottoporli a) recupero nell’industria della gom- presente decreto) [R10];
d) utilizzo per copertura di discariche 11.7.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- d) distaccante per casseforme; c) cementifici [R5] [con esclusione del
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

per RSU; la percentuale di rifiuto uti- fiuti a base cellulosica, costituiti da e) lubrificanti nelle forme usualmente rifiuto 030303] [con esclusione del
lizzabile in miscela con la materia pri- bucce, vinaccioli e fanghi. commercializzate; rifiuto 030311];
ma non dovrà essere superiore al 11.7.3 Attività di recupero: produ- f) prodotti dell’industria saponiera e d) produzione di conglomerati cemen-
30% in peso; (il recupero è subordi- zione di tartrati [R3]. dei tensioattivi nelle forme usualmen- tizi [con esclusione del rifiuto
nato all’esecuzione del test di cessio- 11.7.4 Caratteristiche delle mate- te commercializzate. 030303] [con esclusione del rifiuto
ne sul rifiuto tal quale secondo il me- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 11.12 Tipologia: sansa esausta di o- 030311];
todo in Allegato 3 al presente decreto) tartrati nelle forme usualmente com- liva (polpa o farina) [020303] e) produzione di pannelli in fibra [con
[R5] mercializzate; 11.12.1 Provenienza: industria olea- esclusione del rifiuto 030303] [con
11.2.4 Caratteristiche delle mate- 11.8 Tipologia: lolla di riso, guscetta ria, processo di produzione di olio di esclusione del rifiuto 030311] [R3];
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: di cotone [020304] [040201] sansa mediante estrazione con sol- f) utilizzo e per recuperi ambientali (la
a) laterizi e argilla espansa nelle for- [040221]. vente. percentuale di fango utilizzabile in mi-
me usualmente commercializzate. 11.8.1 Provenienza: industria agroa- 11.12.2 Caratteristiche del rifiuto: scela con il terreno non dovrà essere
b) cemento nelle forme usualmente limentare, industria tessile. materiale sciolto rappresentato preva- superiore al 30% in peso per fanghi
commercializzate; 11.8.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- lentemente da frammenti, particelle e al 27% minimo di sostanza secca. I
11.3 Tipologia: carte esauste da fil- fiuti costituiti da scarti vegetali origi- polvere di nocciolo di oliva privati del- fanghi dovranno avere le seguenti ca-
trazione oli [020399]. natisi durante la sgranatura del riso e la parte di polpa grassa residua; di ratteristiche: Hg totale ≤1,5 mg/kg
11.3.1 Provenienza: industria olearia dalla prima parte del ciclo di filatura granulometria variabile da 10 a 6000 SS, Cd totale ≤1,5 mg/kg SS, Cr VI
e margariniera. del cotone. µm e ad alto contenuto di lignina e ≤0.5 mg/kg SS, Ni totale ≤30 mg/kg
11.3.2 Caratteristiche del rifiuto: 11.8.3 Attività di recupero: produ- solvente in tracce. SS, Pb totale ≤40 mg/kg SS, Cu tota-
materiale cellulosico contaminato da zione di lettiere per allevamenti zoo- 11.12.3 Attività di recupero: reim- le ≤150 mg/kg SS, Zn totale ≤500
sostanze oleose e sedimenti grassi. tecnici [R3]. piego nel settore della produzione e mg/kg SS. (il recupero è subordinato
11.3.3 Attività di recupero: recupe- 11.9 Tipologia: rifiuti di cloruro di so- del riciclaggio di materie plastiche ca- all’esecuzione del test di cessione sul
ro olio presso le raffinerie mediante e- dio [020299] [040199]. ricate con polvere di legno, produzio- rifiuto tal quale secondo il metodo in
strazione e raffinazione [R3][R9]. 11.9.1 Provenienza: salatura nell’in- ne del pannello di particelle, previa Allegato 3 al presente decreto, ad e-
11.3.4 Caratteristiche delle mate- dustria delle carni, scuotimento delle vagliatura ed essiccazione [R3]. sclusione del parametro COD)
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: pelli salate nell’industria conciaria. 11.12.4 Caratteristiche delle mate- [R10] [con esclusione dei rifiuti
olio non alimentare nelle forme usual- 11.9.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 030303] [con esclusione dei rifiuti
mente commercializzate. fiuti solidi di cloruro di sodio. lastre e/o pannelli estrusi monostrato 030311].
11.4 Tipologia: reflui liquidi della in- 11.9.3 Attività di recupero: utilizzo e/o multistrato di spessore variabile g) utilizzo per la copertura di discari-
dustria di raffinazione degli oli, dei come antighiaccio stradale [R5]. esente da esano residuo nelle forme e che per RSU; la percentuale di rifiuto
grassi vegetali e animali [020399]. 11.10 Tipologia: rifiuti misti della la- dimensioni usualmente commercializ- utilizzabile in miscela con la materia
11.4.1 Provenienza: raffinerie di cui vorazione del tabacco [020304] zate; pannelli di particelle rivestiti e/o prima non dovrà essere superiore al
al punto 11.11.3 di cui al punto [020399]. nobilitati da termoformare esenti da 30% in peso (il recupero è subordina-
11.1.3. 11.10.1 Provenienza: manifatture esano residuo nelle forme usualmente to all’esecuzione del test di cessione
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

11.4.2 Caratteristiche del rifiuto: tabacchi. commercializzate; manufatti per l’in- sul rifiuto tal quale secondo il metodo
reflui liquidi disoleati con sostanze o- 11.10.2 Caratteristiche del rifiuto: dustria delle costruzioni esenti da e- in Allegato 3 al presente decreto) [R5]
leose e grasse residue in percentuale frammenti e polveri di tabacco con a- sano residuo nelle forme e dimensioni 12.1.4 Caratteristiche delle mate-
minima. genti concianti e profumanti (cacao, usualmente commercializzate. rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
11.4.3 Attività di recupero: miele, zuccheri, ecc.) ed eventuale 11.13 Tipologia: scarti e sfridi di gra- a) pasta di carta e carta di bassa qua-
a) industria saponiera e dei tensioatti- presenza di rifiuti di carta vergata e naglia per uso zootecnico [020304]. lità nelle forme usualmente commer-
vi [R3]; colle di amido. 11.13.1 Provenienza: industria ali- cializzate;
b) industria della gomma [R3]; 11.10.3 Attività di recupero: maci- mentazione zootecnica. b) laterizi e argilla espansa nelle for-
c) industria dei cartoni catramati [R3]; nazione, vagliatura, laminazione, in- 11.13.2 Caratteristiche del rifiuto: me usualmente commercializzate
d) industria degli inchiostri da stampa collaggio con agglutinanti (semi di materiale minuto a prevalente compo- c) cemento nelle forme usualmente
[R3]. carruba) su supporto di cellulosa pura sizione amidacea. commercializzate;
11.4.4 Caratteristiche delle mate- [R3]; 11.13.3 Attività di recupero: indu- d) conglomerati cementizi nelle forme
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 11.10.4 Caratteristiche delle mate- stria cartaria [R3]. usualmente commercializzate;
a) prodotti dell’industria saponiera e rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 11.13.4 Caratteristiche delle mate- e) pannelli in fibra nelle forme usual-
dei tensioattivi nelle forme usualmen- a) laminati di tabacco omogeneizzato. rie prime e/o dei prodotti ottenuti: mente commercializzate.
te commercializzate; 11.11 Tipologia: oli esausti vegetali carta e cartone nelle forme usual- 12.2 Tipologia: fanghi di dragaggio
b) gomma nelle forme usualmente ed animali [020304] [200109] mente commercializzate. [170502] [170506].
commercializzate; [200125]. 11.14 Tipologia: reflui di cloruro di 12.2.1 Provenienza: attività di dra-
c) cartoni catramati nelle forme usual- 11.11.1 Provenienza: fabbricazione sodio in soluzione [020299] [060304] gaggio di fondali di laghi, dei canali
mente commercializzate; di oli e grassi vegetali e animali; atti- [060314]. navigabili o irrigui e corsi d’acqua (ac-
d) inchiostri da stampa nelle forme u- vità di ristorazione, rosticcerie, pastic- 11.14.1 Provenienza: produzione, que interne), pulizia di bacini idrici.
sualmente commercializzate. cerie, industrie alimentari e dalla lavorazione e conservazione delle car- 12.2.2 Caratteristiche del rifiuto:
11.5 Tipologia: foglie di the esauste raccolta differenziata di Ru. ni; lavaggio di sale marino greggio. materiale composto da limi, argille,
[020304]. 11.11.2 Caratteristiche del rifiuto: 11.14.2 Caratteristiche del rifiuto: sabbie e ghiaie con contenuto in ac-
11.5.1 Provenienza: industria dolcia- rifiuto oleoso contenente particolato di soluzione di cloruro di sodio con trac- qua <80%, idrocarburi totali <30
ria. sostanze di natura animale e vegetale. ce di materiale organico. mg/kg SS, PCB <0,01 mg/kg SS, IPA
11.5.2 Caratteristiche del rifiuto: 11.11.3 Attività di recupero: 11.14.3 Attività di recupero: indu- <1 mg/Kg SS, pesticidi organocloru-
foglie di the umide. a) produzione di grassi colati [R3] stria conciaria come preservante [R5]. rati <0,01mg/kg SS, coliformi fecali
11.5.3 Attività di recupero: tintorie [R9]; <20 MPN in 100 ml; salmonelle as-
come colorante per tessuti [R3]. b) produzione argilla espansa 12. Fanghi senti in 5000 ml.
11.6 Tipologia: tartaro grezzo [R3][R9]. 12.1 Tipologia: fanghi da industria 12.2.3 Attività di recupero:
[020703]. c) produzione inchiostri da stampa cartaria [030302] [030303] a) formazione di rilevati e sottofondi
11.6.1 Provenienza: industria vinico- [R3][R9]; [030311] [030304] [030311] stradali previo essiccamento ed even-
la. d) produzione di distaccanti per l’edili- [030305] [030306] [030309] tuale igienizzazione (il recupero è su-
11.6.2 Caratteristiche del rifiuto: zia [R3][R9]; [030310] [030311] [030399]. bordinato all’esecuzione del test di
tartrati solidi. e) produzione lubrificanti [R3][R9]; 12.1.1 Provenienza: depurazione ac- cessione sul rifiuto tal quale secondo
11.6.3 Attività di recupero: industria f) industria saponiera e dei tensioattivi que di processo e reflue delle indu- il metodo in Allegato 3 al presente
produzione acido tartarico e sali [R3]. [R3][R9]. strie cartarie. decreto) [R5];
11.6.4 Caratteristiche delle mate- 11.11.4 Caratteristiche delle mate- 12.1.2. Caratteristiche del rifiuto: b) esecuzione di terrapieni e arginatu-
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: rie prime e/o dei prodotti ottenuti: fango palabile. re, ad esclusione delle opere a con-
acido tartarico e sali nelle forme u- a) grassi colati nelle forme usualmen- 12.1.3 Attività di recupero: tatto diretto o indiretto con l’ambiente
sualmente commercializzate. te commercializzate; a) industria cartaria per produzione marino, previo essiccamento ed even-
11.7 Tipologia: vinacce e fecce e- b) argilla espansa nelle forme usual- pasta di carta e di carta di bassa qua- tuale igienizzazione (il recupero è su-
sauste [020702] [020799]. mente commercializzate lità [R3]; bordinato all’esecuzione del test di
11.7.1 Provenienza: distillerie, pro- c) inchiostri da stampa nelle forme u- b) industria dei laterizi e dell’argilla e- cessione sul rifiuto tal quale secondo
26
duzione di coloranti naturali. sualmente commercializzate; spansa [R5]; il metodo in Allegato 3 al presente
decreto) [R5]. e) realizzazione di rilevati e sottofondi f) utilizzo come scorificante di ferro a) recuperi ambientali (il recupero è

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


c) utilizzo per riprofilare porzioni stradali (il recupero è subordinato nei cicli termici primari dei metalli non subordinato all’esecuzione del test di
della morfometria della zona d’al- all’esecuzione del test di cessione sul ferrosi (Zn, Pb) [R5]; cessione sul rifiuto tal quale secondo
veo interessata, previo essicca- rifiuto tal quale secondo il metodo in 12.6.4 Caratteristiche delle mate- il metodo in Allegato 3 al presente
mento ed eventuale igienizzazione Allegato 3 al presente decreto) [R5]; rie prime e/o dei prodotti ottenuti: decreto) [R10];
(il recupero è subordinato all’ese- f) utilizzo per recuperi ambientali (il a) piastrelle nelle forme usualmente b) formazione di rilevati e sottofondi
cuzione del test di cessione sul ri- recupero è subordinato all’esecuzione commercializzate. stradali (il recupero è subordinato
fiuto tal quale secondo il metodo in del test di cessione sul rifiuto tal qua- b) impasti ceramici nelle forme usual- all’esecuzione del test di cessione sul
Allegato 3 al presente decreto) le secondo il metodo in Allegato 3 al mente commercializzate; rifiuto tal quale secondo il metodo in
[R10] presente decreto) [R10]; c) laterizi nelle forme usualmente Allegato 3 al presente decreto) [R5]
12.3 Tipologia: fanghi e polveri da g) utilizzo per la copertura di discari- commercializzate; 12.10 Tipologia: fanghi da lavorazio-
segagione e lavorazione pietre, marmi che per RSU; la percentuale di rifiuto d) smalti per l’industria ceramica nelle ne lana sucida [040202] [040220].
e ardesie [010202] [010410] utilizzabile in miscela con la materia forme usualmente commercializzate; 12.10.1 Provenienza: battitura e la-
[010413] [010403] [010410] prima non dovrà essere superiore al e) cemento. vaggio della lana di pecora.
[010406] [010413]. 30% in peso (il recupero è subordina- 12.7 Tipologia: fanghi costituiti da i- 12.10.2 Caratteristiche del rifiuto:
12.3.1 Provenienza: lavorazione ma- to all’esecuzione del test di cessione nerti [010102] [010202] [010410] miscela acquosa con rifiuti di terra,
teriali lapidei di natura calcarea. sul rifiuto tal quale secondo il metodo [010409] [010412] [010405] parti vegetali e parti di fibre di lana.
12.3.2 Caratteristiche del rifiuto: in Allegato 3 al presente decreto) [010412]. 12.10.3 Attività di recupero: indu-
fanghi contenenti oltre l’85% di car- [R5]; 12.7.1 Provenienza: chiarificazione o stria dei laterizi nell’impasto con riuti-
bonato di calcio sul secco. 12.4.4 Caratteristiche delle mate- decantazione naturale di acque da la- lizzo massimo del 10% sul secco,
12.3.3 Attività di recupero: previa rie prime e/o dei prodotti ottenuti: vaggio di inerti; attività estrattive. previo trattamento chimico-fisico a
eventuale disidratazione, essiccamen- a) cemento nelle forme usualmente 12.7.2 Caratteristiche del rifiuto: base di calce; filtropressatura o disi-
to, vagliatura, frantumazione, micro- commercializzate fanghi contenenti limi, argille, terriccio dratazione [R5].
nizzazione: b) conglomerati cementizi nelle forme ed eventuali elementi di natura vege- 12.10.4 Caratteristiche delle mate-
a) produzione conglomerati cementizi usualmente commercializzati; tale. rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
[R5]; c) laterizi nelle forme usualmente 12.7.3 Attività di recupero: previa laterizi nelle forme usualmente com-
b) cementifici [R5]; commercializzate; eventuale disidratazione: mercializzate.
c) industria cartaria [R5]; d) prodotti ceramici nelle forme usual- a) industria dei laterizi in aggiunta 12.11 Tipologia: fanghi da processi
d) produzione idropitture [R5] mente commercializzate. all’impasto, industria dell’argilla e- di pulizia manufatti in acciaio, decan-
e) realizzazione di rilevati e sottofondi 12.5 Tipologia: marmoresine spansa [R5]; tazione acque di raffreddamento dei
stradali (il recupero è subordinato [010406] [010413]. b) cementifici [R5]. processi dell’industria siderurgica
all’esecuzione del test di cessione sul 12.5.1 Provenienza: industria della c) preparazione di miscele e conglo- [120202] [120203] [100212]
rifiuto tal quale secondo il metodo in lavorazione degli agglomerati e di altri merati destinati a recuperi ambientali [120115]
Allegato 3 al presente decreto) [R5]; materiali lapidei trattati. (il recupero è subordinato all’esecu- 12.11.1 Provenienza: industria mec-
f) attività di recuperi ambientali (il re- 12.5.2 Caratteristiche del rifiuto: zione del test di cessione sul rifiuto tal canica, industria siderurgica.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


cupero è subordinato all’esecuzione fanghi e rottami lapidei a base di quale secondo il metodo in Allegato 3 12.11.2 Caratteristiche del rifiuto:
del test di cessione sul rifiuto tal qua- CaCO3 con presenza di stirene <500 al presente decreto) [R10]; fanghi palabili con tenore in ferro mi-
le secondo il metodo in Allegato 3 al ppm sul secco stirene <50 ppm sul 12.7.4 Caratteristiche delle mate- nimo 30% unitamente a SiO2, CaO e
presente decreto) [R10]; secco. rie prime e/o dei prodotti ottenuti: Al2O3 con presenza o meno di sca-
g) neutralizzazione di rifiuti acidi [R5]; 12.5.3 Attività di recupero: a) laterizi e argilla espansa nelle for- glie di ferro e polverino di carbone,
h) utilizzo come reagente per la de- a) cementifici [R5]; me usualmente commercializzate. con eventuale contenuto in cloro
solforazione fumi di combustione b) formazione di rilevati e sottofondi b) cemento nelle forme usualmente <0,5%.
[R7]; stradali (il recupero è subordinato commercializzate. 12.11.3 Attività di recupero: previa
g) utilizzo per la copertura di discari- all’esecuzione del test di cessione sul 12.8 Tipologia: fanghi da trattamento eventuale essiccazione e/o condizio-
che per RSU; la percentuale di rifiuto rifiuto tal quale secondo il metodo in acque di processo [070602] namento:
utilizzabile in miscela con la materia Allegato 3 al presente decreto) [R5]; [070612] [070402] [070412] a) industria siderurgica nella prepara-
prima non dovrà essere superiore al 12.5.4 Caratteristiche delle mate- [070302] [070312] [070202] zione della carica di altoforno [R5];
30% in peso (il recupero è subordina- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: [070212] [070102] [070112] b) cementifici, come aggiunta al
to all’esecuzione del test di cessione a) cemento nelle forme usualmente [061399] [070502] [070512] clinker come additivo nella carica al
sul rifiuto tal quale secondo il metodo commercializzate; [060501] [060503] [070702] forno per la produzione di cementi
in Allegato 3 al presente decreto) [R5] 12.6 Tipologia: fanghi, acque, polveri [070712] [100199] [100121] ferrici [R5];
12.3.4 Caratteristiche delle mate- e rifiuti solidi da processi di lavorazio- [190804] [190812] [190814] c) produzione di calcestruzzo e con-
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: ne e depurazione acque ed emissioni 12.8.1 Provenienza: centrali termoe- glomerati cementizi [R5];
a) conglomerati cementizi nelle forme aeriformi da industria ceramica lettriche, industria chimica e manufat- d) industria dei laterizi [R5]
usualmente commercializzate; [080202] [080203] [101202] turiera e del legno e) realizzazione di rilevati e sottofondi
b) cemento nelle forme usualmente [101203] [101203] [101204] 12.8.2 Caratteristiche del rifiuto: stradali (il recupero è subordinato
commercializzate; [101210] [101205] [101299]. fanghi costituiti indicativamente da all’esecuzione del test di cessione sul
c) prodotti cartari nelle forme usual- 12.6.1 Provenienza: industria cera- sabbia 67%, limo 29% e argilla 4% rifiuto tal quale secondo il metodo in
mente commercializzate; mica. sul secco e contenenti allume, sali di Allegato 3 al presente decreto) [R5];
d) idropitture. 12.6.2 Caratteristiche del rifiuto: ferro, carbonato di calcio, idrossido di 12.11.4 Caratteristiche delle mate-
12.4 Tipologia: fanghi e polveri da fanghi, acque, polveri e rifiuti solidi a magnesio. rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
segagione, molatura e lavorazione matrice allumino-silicatica ed argillo- 12.8.3 Attività di recupero: a) ghisa nelle forme usualmente com-
granito [010202] [010410] [010413] sa a base di PbO <25%, B2O3 a) cementifici [R5]; mercializzate;
[010403] [010410] [010406] <20% e CdO <3%. b) industria dei laterizi e argilla espan- b) cemento nelle forme usualmente
[010413]. 12.6.3 Attività di recupero: sa [R5]. prodotte;
12.4.1 Provenienza: lavorazione ma- a) industrie ceramiche della produzio- 12.8.4 Caratteristiche delle mate- c) conglomerati di calcestruzzo e ce-
teriali lapidei di natura silicea. ne di piastrelle che adottino sistemi di rie prime e/o dei prodotti ottenuti: mentizi nelle forme usualmente pro-
12.4.2 Caratteristiche del rifiuto: macinazione delle materie. L’impiego a) cemento nelle forme usualmente dotte;
fanghi filtropressati palabili contenenti massimo consentito nelle miscele per commercializzate; d) laterizi nelle forme usualmente
oltre il 50% di silicati. il supporto è limitato al 2% sul secco b) laterizi e argilla espansa nelle for- commercializzate;
12.4.3 Attività di recupero: previa [R5]; me usualmente commercializzate. 12.12 Tipologia: fanghi da abbatti-
eventuale disidratazione, essiccazio- b) recupero negli impasti ceramici 12.9 Tipologia: fango secco di natu- mento polveri da lavorazione terre per
ne, vagliatura, micronizzazione, com- [R5] ra sabbiosa [101103]. fonderie di metalli ferrosi [100204]
pattazione, deferrizzazione: c) industria dei laterizi. L’impiego 12.9.1 Provenienza: molatura del [100214] [100205] [100215].
a) cementifici [R5]; massimo nella miscela è limitato al vetro. 12.12.1 Provenienza: fonderie di
b) produzione di conglomerati cemen- 10% sul secco [R5]; 12.9.2 Caratteristiche del rifiuto: ghisa e di acciaio.
tizi [R5]; d) industrie ceramiche nella prepara- solido palabile di colore grigio con u- 12.12.2 Caratteristiche del rifiuto:
c) industria dei laterizi in aggiunta zione degli smalti [R5]; midità pari al 50%, contenente piom- fanghi contenenti ossidi di silicio 30-
all’impasto con impiego limitato al 5% e) cementifici con impiego massimo bo <60 ppm e rame totale <400 ppm 60%, ossidi di alluminio 6-10%, ossi-
sul secco [R5]; del 5% sul secco nella miscela cruda sul secco. di di magnesio 1-3%, ferro 4-30% ed
27
d) industria della ceramica [R5]; [R5]; 12.9.3 Attività di recupero: altri ossidi minori.
12.12.3 Attività di recupero previo presente decreto) [R10]; mercializzate. me usualmente commercializzate.
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

eventuale essiccamento: 12.16 Tipologia: fanghi di trattamen- 13.3 Tipologia: ceneri pesanti da in-
a) cementifici [R5]; to acque reflue industriali [190804] 13. Rifiuti contenenti principal- cenerimento di rifiuti solidi urbani e
b) industria dei prodotti per l’edilizia [050110] [061503] [070112] mente costituenti inorganici che assimilati e da CDR [190101]
[R5]; [070212] [070312] [070412] possono a loro volta contenere [190112].
c) industria dei laterizi [R5]; [070512] [070612] [070712] metalli o materie organiche 13.3.1 Provenienza: impianti di ince-
d) produzione di conglomerati bitumi- [070112] [070212] [070312] 13.1 Tipologia: ceneri dalla combu- nerimento di rifiuti solidi urbani e as-
nosi [R5] [070412] [070512] [070612] stione di carbone e lignite, anche ad- similabili.
12.12.4 Caratteristiche delle mate- [070712] [100121] [190812] ditivati con calcare e da combustione 13.3.2 Caratteristiche del rifiuto:
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: [190814]. con esclusione dei rifiuti urbani ed as- ceneri costituite da inerti, ossidi, i-
a) cemento nelle forme usualmente 12.16.1 Provenienza: industria chi- similati tal quale. [100101] [100115] drossidi, silicati, cloruri, solfati, carbo-
commercializzate; mica, automotoristica, petrolifera, [100102] [100117] [100103] nati metallici, metalli pesanti e tracce
b) prodotti per l’edilizia nelle forme u- metalmeccanica, metallurgica e side- [100117] di inquinanti organici.
sualmente commercializzate. rurgica; petrolchimica. 13.1.1 Provenienza: centrali termoe- 13.3.3 Attività di recupero: cemen-
c) laterizi nelle forme usualmente 12.16.2 Caratteristiche del rifiuto: lettriche. tifici [R5].
commercializzate. fanghi di natura prevalentemente i- 13.1.2 Caratteristiche del rifiuto: è 13.3.4 Caratteristiche delle mate-
d) conglomerati bituminosi nelle for- norganica con contenuto in acqua generalmente composto dall’80% cir- rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
me usualmente commercializzate. <70%, frazione organica <30%, Cr ca di ceneri volanti e dal 20% circa di cemento nelle forme usualmente
12.13 Tipologia: fanghi da impianti totale <1000 ppm, Cr VI <1 ppm, Pb ceneri pesanti; costituito da silicati commercializzate.
di decantazione, chiarificazione e de- <1500 ppm e As, Cd, Hg <1 ppm in complessi di alluminio, calcio e ferro, 13.4 Tipologia: abrasivo granulato
carbonatazione delle acque per la totale, solventi aromatici e clorurati sostanza carboniosa incombusta [100602].
preparazione di acqua potabile o di <200 ppm. (2÷10%); PCDD in concentrazione 13.4.1 Provenienza: processo di fu-
acqua addolcita, demineralizzata per 12.16.3 Attività di recupero: non superiore a 2,5 ppb; PCB, PCT sione del rame.
uso industriale [190802] [190902] a) cementifici [R5]; <25 ppm. 13.4.2 Caratteristiche del rifiuto:
[190903]. b) produzione di manufatti per l’edili- 13.1.3 Attività di recupero: granuli di colore nero e struttura pre-
12.13.1 Provenienza: attività indu- zia [R5]; a) cementifici [R5]; valentemente amorfa a carattere ve-
striali e decantazione naturale. c) produzione di ghisa e acciaio [R5]. b) produzione di conglomerati cemen- troso, costituito da silice, ferro e altri
12.13.2 Caratteristiche del rifiuto: 12.16.4 Caratteristiche delle mate- tizi: le ceneri vengono miscelate agli metalli [R5].
fanghi a prevalente contenuto di argil- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: altri materiali, a freddo, e nella fase di 13.4.3 Attività di recupero: sabbia-
la, carbonato di calcio, limi, sabbie e a) cemento nelle forme usualmente preparazione del manufatto finale tura per la preparazione di superfici
terriccio ed eventuali tracce di mate- commercializzate; [R5]; metalliche [R5].
riali ferrosi con un contenuto di so- b) prodotti per l’edilizia nelle forme u- c) industria dei laterizi, industria della 13.5 Tipologia: rifiuti di solfato di
stanza secca del 25%. sualmente commercializzate. produzione di argilla espansa [R5]. calcio da pigmenti inorganici
12.13.3 Attività di recupero: c) acciaio e ghisa nelle forme usual- 13.1.4 Caratteristiche delle mate- [061199] [100299].
a) cementifici [R5]; mente commercializzate. rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 13.5.1 Provenienza: produzione di
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

b) industria dei laterizi [R5]. 12.17 Tipologia: fanghi da tratta- a) cemento nelle forme usualmente ossido di ferro.
12.13.4 Caratteristiche delle mate- mento acque di processo e da abbat- commercializzate; 13.5.2 Caratteristiche del rifiuto:
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: timento emissioni aeriformi da indu- b) conglomerati cementizi nelle forme gesso al 15-20% di umidità con com-
a) cemento nelle forme usualmente stria siderurgica e metalmeccanica usualmente commercializzate; posizione sul secco di CaSO4 80-
commercializzate; [100203] [100208] [100204] c) laterizi e argilla espansa nelle for- 98% e eventualmente Fe2O3 2.5-
b) laterizi nelle forme usualmente [100214] [100205] [100215] me usualmente commercializzate. 3%.
commercializzate. [110104] [110110] [110112] 13.2. Tipologia: ceneri dalla combu- 13.5.3 Attività di recupero: cemen-
12.14 Tipologia: fanghi da tratta- [110114]. stione di biomasse (paglia, vinacce) tifici come aggiunta al clinker [R5].
mento sul posto degli effluenti 12.17.1 Provenienza: industria side- ed affini, legno, pannelli, fanghi di 13.5.4 Caratteristiche delle mate-
[060501] [060503]. rurgica e metalmeccanica. cartiere [030306] [030399] rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
12.14.1 Provenienza: anodizzazione 12.17.2 Caratteristiche del rifiuto: [190112] [190114] [100101] cemento nelle forme usualmente
dell’alluminio e soluzioni alcaline di fanghi e polveri di natura prevalente- [100115] [100102] [100103] commercializzate.
decappaggio. mente inorganica con frazione organi- [100117]. 13.6 Tipologia: gessi chimici da de-
12.14.2 Caratteristiche del rifiuto: ca <30 non contenenti cromo né cia- 13.2.1 Provenienza: impianti di re- solforazione di effluenti liquidi e gas-
soluzioni alcaline provenienti dal de- nuri. cupero energetico di biomasse, legno sosi [061199] [061101] [060699]
cappaggio e fanghi di idrato di allumi- 12.17.3 Attività di recupero: e fanghi di cartiera. [100105] [100107] [101204]
nio separati con filtropressa. a) cementifici [R5]; 13.2.2 Caratteristiche del rifiuto: [101210].
12.14.3 Attività di recupero: b) produzione di manufatti per l’edili- ceneri costituite principalmente da 13.6.1 Provenienza: produzione di
a) industria chimica [R5] zia [R5]; potassio, calcio, sodio e loro compo- biossido di titanio, di ossido di ferro;
b) cementifici [R5]. c) produzione siderurgica [R5]. sti; PCDD in concentrazione non su- produzione di acido citrico e tartarico;
12.14.4 Caratteristiche delle mate- 12.17.4 Caratteristiche delle mate- periore a 2,5 ppb PCDD in concen- produzione di energia elettrica; produ-
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: rie prime e/o dei prodotti ottenuti: trazione non superiore a 0.1 ppb zione di refrattari.
a) sali di alluminio nelle forme usual- a) cemento nelle forme usualmente sul secco, PCB, PCT <25 ppm PCB, 13.6.2 Caratteristiche del rifiuto:
mente commercializzate commercializzate; PCT <5 ppm sul secco. solfato di calcio >70% sul secco ed
b) cemento nelle forme usualmente b) prodotti per l’edilizia nelle forme u- 13.2.3 Attività di recupero: eventuale presenza di silice, allumina
commercializzate sualmente commercializzate. a) produzione di conglomerati cemen- e ossido di ferro 5-15% allo stato so-
12.15 Tipologia: fanghi da cottura e c) acciaio e ghisa nelle forme usual- tizi [R5]; lido o in sospensione ovvero eventua-
da lavaggio del legno vergine mente commercializzate. b) cementifici [R5]; le presenza di sostanza organica (cir-
[030199]. 12.18 Tipologia: fanghi di depurazio- c) industria dei laterizi e dell’argilla e- ca 5%) nei gessi da produzione acidi
12.15.1 Provenienza: industria dei ne di acque di risulta della lavorazione spansa [R5]; citrico e tartarico.
segati, tranciati, sfogliati e del pan- del cuoio essiccati [040106] d) formazione di rilevati e riutilizzo per 13.6.3 Attività di recupero:
nello. 12.18.1 Provenienza: essiccatore. recuperi ambientali (il recupero è su- a) cementifici come aggiunta al
12.15.2 Caratteristiche del rifiuto: 12.18.2 Caratteristiche del rifiuto: bordinato all’esecuzione del test di clinker [R5];
fanghi a elevato contenuto in acqua, fanghi conciari essiccati con contenu- cessione sul rifiuto tal quale secondo b) produzione di prodotti per l’edilizia
segatura, trucioli, cortecce, fibra di le- to in Cr <0,3% sul secco e umidità il metodo in Allegato 3 al presente in generale [R5];
gno, limo e terra. <20%, in modo tale che il contenuto decreto) con esclusione delle ceneri c) formazione di rilevati [R5] e riutiliz-
12.15.3 Attività di recupero: totale di Cr +++ nell’impasto del fan- derivanti dalla combustione dei rifiuti zo per recuperi ambientali (il recupero
a) realizzazione di rilevati e sottofondi go con argilla non sia superiore a 250 di cui ai punti 9.5 e 9.6 del presente è subordinato all’esecuzione del test
stradali (il recupero è subordinato mg/kg sul secco. Allegato [R5] [R10]; di cessione sul rifiuto tal quale secon-
all’esecuzione del test di cessione sul 12.18.3 Attività di recupero: produ- 13.2.4 Caratteristiche delle mate- do il metodo in Allegato 3 al presente
rifiuto tal quale secondo il metodo in zione di laterizi. Volume massimo di rie prime e/o dei prodotti ottenuti: decreto, ad esclusione del parame-
Allegato 3 al presente decreto) [R5]; fango nell’argilla cruda pari al 5% a) conglomerati cementizi nelle forme tro solfati) con esclusione delle ce-
b) attività di recuperi ambientali (il re- dell’impasto [R5]. usualmente prodotte; neri derivanti dalla combustione dei
cupero è subordinato all’esecuzione 12.18.4 Caratteristiche delle mate- b) cemento nelle forme usualmente rifiuti di cui ai punti 9.5 e 9.6 del pre-
del test di cessione sul rifiuto tal qua- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: commercializzate sente Allegato [R10];
28
le secondo il metodo in Allegato 3 al laterizi nelle forme usualmente com- c) laterizi e argilla espansa nelle for- 13.6.4 Caratteristiche delle mate-
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: calcio da depurazione soluzioni di clo- rifiuti della filtrazione dello zolfo grez- c) produzione di carbonato di bario a

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


a) cemento nelle forme usualmente ruro di sodio [060501] [060503] zo nella produzione di acido solforico, basso titolo [R3][R5]
commercializzate; [061399]. della filtrazione dello zolfo liquido, del- 13.16.4 Caratteristiche delle mate-
b) manufatti per l’edilizia nelle forme 13.9.1 Provenienza: processi di de- la filtrazione nella produzione di nichel rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
usualmente commercializzate. purazione (metodo calce-soda) di so- e della depurazione del gas di cokeria a) cemento nelle forme usualmente
13.7 Tipologia: gessi chimici luzioni sature di cloruro di sodio per la contenenti zolfo 25-85%, As<0,001, prodotte;
[060303] [060314] [060501] fabbricazione di prodotti sodici. Pb <0,005, Hg <0,001%. b) laterizi nelle forme usualmente
[060503] [061399] [100313] 13.9.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- 13.12.3 Attività di recupero: commercializzate;
[100324]. fiuto costituito da solfato di calcio a) fusione [R5]; c) carbonato di bario a basso titolo
13.7.1 Provenienza: neutralizzazione 80%, silice 10%, idrato di magnesio b) piroscissione a t>1100°C [R5]. nelle forme usualmente commercia-
soluzioni di acido solforico nel proces- 20%. 13.12.4 Caratteristiche delle mate- lizzate.
so di produzione del policloruro basi- 13.9.3 Attività di recupero: cemen- rie prime e dei prodotti ottenuti: 13.17 Tipologia: rifiuti di ossido di
co di alluminio e produzione di acido tifici in aggiunta al clinker [R5]. a) zolfo in pani o simili nelle forme u- antimonio [060401] [060316].
fluoridrico. 13.9.4 Caratteristiche delle mate- sualmente commercializzate; 13.17.1 Provenienza: impianti di
13.7.2 Caratteristiche del rifiuto: rie prime e/o dei prodotti ottenuti: b) soluzione di acido solforico nelle produzione del tartrato di antimonio e
gessi biidrati con tenore minimo di cemento nelle forme usualmente forme usualmente commercializzate. potassio (tartaro emetico).
CaSO4.2H2O pari al 68% sulla so- commercializzate. 13.13 Tipologia: rifiuti di pasta di 13.17.2 Caratteristiche del rifiuto:
stanza secca, di colore bianco o rosso 13.10 Tipologia: biscotti fluoritici zolfo [050702] [060601] [060603] rifiuto solido contenente massimo
e tenore massimo di umidità del 60%; [060305] [060314] [060303] [060699]. 90% di ossido di antimonio.
gessi anidri di colore bianco con teno- [060314] [060301] [060314]. 13.13.1 Provenienza: purificazione 13.17.3 Attività di recupero: produ-
re di CaSO4 uguale o superiore al 13.10.1 Provenienza: neutralizzazio- del gas naturale e di cokeria da H2S zione di ossido di antimonio mediante
68% sulla sostanza secca ed un te- ne delle acque reflue contenenti acido 13.13.2 Caratteristiche del rifiuto: sublimazione dell’ossido oppure ridu-
nore massimo di umidità del 5% e di fluoridrico e acido solforico. rifiuto solido o liquido con zolfo ele- zione dell’ossido con carbone ed anti-
Cl <0,5%. 13.10.2 Caratteristiche del rifiuto: mentare >80%. monio metallico, fusione con separa-
13.7.3 Attività di recupero: scaglie compatte o polveri palabili di 13.13.3 Attività di recupero: zione dai contaminanti, riossidazione
a) cementifici in aggiunta al clinker (il colore grigio contenenti CaF2, Ca a) produzione di acido solforico [R5]; con aria [R5].
titolo di CaSO4.2H2O o di CaSO4 nei SO4 e CaCO3 in misura >50%. b) produzione di biossido di zolfo [R5]. 13.17.4 Caratteristiche delle mate-
gessi deve essere rispettivamente u- 13.10.3 Attività di recupero: ce- 13.13.4 Caratteristiche delle mate- rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
guale o superiore al 52% e al 50% mentifici [R5]. rie prime e dei prodotti ottenuti: ossido di antimonio nelle forme usual-
sulla sostanza secca; i quantitativi 13.10.4 Caratteristiche delle mate- a) acido solforico nelle forme usual- mente commercializzate.
massimi utilizzabili non devono supe- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: mente commercializzate; 13.18 Tipologia: polveri di ossidi di
rare il 6% sul totale della materia pri- cemento nelle forme usualmente b) biossido di zolfo nelle forme usual- ferro [060401] [060316].
ma della miscela tal quale) [R5]; commercializzate. mente commercializzate. 13.18.1 Provenienza: ossidazione
b) industria dei gessi (il titolo in 13.11 Tipologia: silicato bicalcico 13.14 Tipologia: zolfo umido della ghisa per la produzione di acido
CaSO4.2H2O deve essere uguale o [060801] [060899] [100802] [060601] [060603] [060699]. diamminostilbendisolfonico.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


superiore al 70% sulla sostanza sec- [100811]. 13.14.1 Provenienza: produzione di 13.18.2 Caratteristiche del rifiuto:
ca) [R5]. 13.11.1 Provenienza: industria pro- sali di bario a partire dalla barite natu- polvere inodore costituita da ossido
c) attività di recupero ambientale (il duzione di magnesio con processo si- rale ferroso 25-80%, ossido ferrico 15-
recupero è subordinato all’esecuzione licotermico. 13.14.2 Caratteristiche del rifiuto: 70%, ferro metallico <5% ed acqua
del test di cessione sul rifiuto tal qua- 13.11.2 Caratteristiche del rifiuto: rifiuti costituiti da zolfo >96%, ceneri 5-25%.
le secondo il metodo in Allegato 3 al polvere grigia incoerente, di pezzatura (composti del bario <4%, con umidità 13.18.3 Attività di recupero: ce-
presente decreto, ad esclusione del al di sotto dei 3 mm, con contenuto in minore del 60%) mentifici [R5]
parametro solfati) [R10]. acqua inferiore al 40%. 13.14.3 Attività di recupero: 13.18.4 Caratteristiche delle mate-
13.7.4 Caratteristiche delle mate- 13.11.3 Attività di recupero e pre- a) fusione [R5]; rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: scrizioni: b) produzione di acido solforico e poli- cemento nelle forme usualmente
a) cemento nelle forme usualmente a) produzione di calce idraulica [R5]; solfuri di bario e di calcio [R5]. commercializzate.
commercializzate; b) produzione di conglomerati per l’e- 13.14.4 Caratteristiche delle mate- 13.18.bis Tipologia: polveri di ossi-
b) gesso nelle forme usualmente dilizia [R5]; rie prime e dei prodotti ottenuti: di di ferro fuori specifica.
commercializzate. c) cementifici [R5]; d) zolfo in pani o simili nelle forme u- [010308]. (3)
13.8 Tipologia: anidrite [060303] d) neutralizzazione acque reflue, se e- sualmente commercializzate; 13.18.bis. 1 Provenienza: processo
[060314] [060304] [060314] sente da elementi non abbattibili dal e) acido solforico, polisolfuro di bario di arrostimento del minerale noto
[060501] [060503]. depuratore [R5]; e calcio in soluzione nelle forme u- come pirite o solfuro di ferro per la
13.8.1 Provenienza: coprodotto dei e) recuperi ambientali (il recupero è sualmente commercializzate. produzione di acido solforico e os-
forni di produzione di acido fluoridri- subordinato all’esecuzione del test di 13.15 Tipologia: rifiuti di bario solfa- sido di ferro, deposito anche pres-
co. cessione sul rifiuto tal quale secondo to grezzo [070599] [060603] so stabilimenti di produzione di-
13.8.2 Caratteristiche del rifiuto: a- il metodo in Allegato 3 al presente [060314]. smessi.
nidrite (solfato di calcio anidro) grezza decreto) con esclusione delle ceneri 13.15.1 Provenienza: industria chi- 13.18.bis. 2 Attività di recupero:
costituita da una polvere bianco-grigia derivanti dalla combustione dei rifiuti mica e farmaceutica. messa in riserva ed utilizzo diretto
con la seguente composizione: di cui ai punti 9.5 e 9.6 del presente 13.15.2 Caratteristiche del rifiuto: con eventuale riduzione volumetri-
CaSO4 >96%, CaF2 <2%, acidità Allegato) [R10]; rifiuto di solfato di bario, acqua ca per la produzione di materia
solforica <1%. Le impurezze sono co- f) realizzazione di rilevati e sottofondi (~20%) e altre sostanze inferiori al prima secondaria per i cementifici.
stituite da ossidi di ferro e silicati, in stradali (il recupero è subordinato 0,5%. [R13].
relazione al contenuto delle stesse nel all’esecuzione del test di cessione sul 13.15.3 Attività di recupero: indu- 13.18.bis. 3 Caratteristiche delle
minerale fluorina di partenza. rifiuto tal quale secondo il metodo in stria chimica per il recupero del bario materie prime e/o dei prodotti ot-
13.8.3 Attività di recupero: Allegato 3 al presente decreto) [R5]; [R5]. tenuti: cenere di pirite: ossidi di
a) granulazione e/o macinazione con 13.11.4 Caratteristiche delle mate- 13.15.4 Caratteristiche delle mate- ferro artificiali in forma solida gra-
contemporanea neutralizzazioe a sec- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: rie prime e/o dei prodotti ottenuti: nulata nelle dimensioni di 0-6 mm
co mediante calce idrata [Ca(OH)2] a) calce idraulica nelle forme usual- bario nelle forme usualmente com- contenenti Fe2O3 60-100%; SiO2
per l’ottenimento di un solfato di cal- mente commercializzate; mercializzate. 5-15%; A12O3 0.5-1.5%; CaO 5-
cio anidro parzialmente biidrato aven- b) conglomerati per l’edilizia nelle for- 13.16 Tipologia: rifiuti di minerali di 10%; MgO 0.5-2%; S 3-6%; As <
te un contenuto minimo del 95% di me usualmente commercializzate. bario ridotti [060603] [060314] 0.09% quale additivo apportatore
CaSO4 su base secca [R5]. c) cemento nelle forme usualmente [010399] di ferro per la produzione di ce-
b) cementifici [R5] commercializzate. 13.16.1 Provenienza: produzione di mento conforme alla normativa Uni
13.8.4 Caratteristiche delle mate- 13.12 Tipologia: zolfo in croste e sali di bario da barite naturale. En 197/1.
rie prime e dei prodotti ottenuti: pannelli e zolfo rifiuto [060601] 13.16.2 Caratteristiche del rifiuto: 13.19 Tipologia: sfridi e scarti di
a) solfato di calcio parzialmente bii- [060603] [050501] [050116]. rifiuti ottenuti dalla solubilizzazione del smalto porcellanato [080201]
drato, granulato o in polvere, nelle 13.12.1 Provenienza: industria chi- solfuro di bario contenenti bario [080203].
forme usualmente commercializzate. mica, industria petrolifera, industria >60% e con umidità <60%. 13.19.1 Provenienza: smalterie negli
b) cemento nelle forme usualmente metallurgica e depurazione del carbo- 13.16.3 Attività di recupero: impianti di applicazione elettrostatica
commercializzate ne. a) cementifici [R3][R5] a polvere oppure a spruzzo oppure ad
29
13.9 Tipologia: rifiuti di solfato di 13.12.2 Caratteristiche del rifiuto: b) industria dei laterizi [R3][R5] immersione.
13.19.2 Caratteristiche del rifiuto: ne dei circuiti stampati [060302] b) forni elettrici nella produzione [191212] [070213] [150102]
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

sfridi e scarti di materiale porcellanato [060314] [060304] [060314] dell’acciaio, come disossidanti e flui- [150103] [150105] [150106]
costituito da SiO2 20%-50%, B2O3 [060310] [060314]. dificanti [R5]; [170201] [170203] [160103]
0%-30%, e altri ossidi minori, conta- 13.23.1 Provenienza: industria elet- c) riutilizzo per la produzione di elet- [160105] [160119].
minato da materiali grossolani inerti; tronica di produzione circuiti stampati. trodi [R5]; 14.1.1 Provenienza: raccolta di RSU
sostanze organiche assenti. 13.23.2 Caratteristiche del rifiuto: d) cementifici [R5]. e di assimilati raccolta finalizzata di
13.19.3 Attività di recupero: even- soluzione di solfato di rame con pre- 13.26.4 Caratteristiche delle mate- rifiuti speciali non pericolosi e im-
tuale macinazione per ottenere la fi- senza di rame metallico; soluzioni cu- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: pianti di trattamento meccanico di
nezza necessaria per l’applicazione in pro-ammoniacali; cloruro rameico; a) ghisa nelle forme usualmente com- rifiuti.
smalteria [R5] percloruro ferrico. mercializzate; 14.1.2 Caratteristiche del rifiuto: ri-
13.19.4 Caratteristiche delle mate- 13.23.3 Attività di recupero: b) acciai nelle forme usualmente fiuti solidi urbani ed assimilati dopo
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: a) industria chimica di produzione del commercializzate; separazione delle frazioni destinate a
smalto porcellanato pronto all’uso di II solfato di rame, di composti del rame, c) elettrodi nelle forme usualmente recupero di materia attuata mediante
e III scelta nelle forme usualmente di ammoniaca, di acido cloridrico commercializzate. raccolta differenziata. Nella produzio-
commercializzate. [R5]; d) cemento nelle forme usualmente ne di combustibile derivato da rifiuti
13.20 Tipologia: gruppo cartuccia b) produzione e rigenerazione di solu- commercializzate. (CDR) è ammesso per una percentua-
toner per stampante laser; contenitori zioni per incisione di circuiti stampati 13.27 Tipologia: rifiuti da depurazio- le massima del 50% in peso l’impiego
toner per fotocopiatrici, cartucce per [R3]. ni fumi dell’industria dei laterizi. di rifiuti dichiarati assimilati agli effetti
stampanti fax e calcolatrici a getto 13.23.4 Caratteristiche delle mate- [101204] [101210] [101202] di tale recupero costituiti da:
d’inchiostro, cartucce nastro per rie prime e/o dei prodotti ottenuti: [101203] [101203] [101205]. – plastiche non clorurate
stampanti ad aghi [200104] a) solfato di rame nelle forme usual- 13.27.1 Provenienza: abbattimento – poliaccoppiati
[150102] [150104] [150106] mente commercializzate; emissioni di fluoro mediante composti – gomme sintetiche non clorurate
[080318] [160216] . b) soluzioni per incisione di circuiti di calcio; – resine e fibre artificiali e sintetiche
13.20.1 Provenienza: raccolta diffe- stampati nelle forme usualmente 13.27.2 Caratteristiche del rifiuto: con contenuto di Cl <a 0,5% in mas-
renziata da parte dei distributori o di commercializzate. residui composti da carbonati e idrati sa;
altri operatori specializzati; attività 13.24 Tipologia: sfridi di paraffina di calcio e composti silico-alluminosi – pneumatici fuori uso.
produttive o di servizio. [030399]. e colloidali. 14.1.3 Attività di recupero: produ-
13.20.2 Caratteristiche del rifiuto: 13.24.1 Provenienza: industria pro- 13.27.3 Attività di recupero: ce- zione di combustibile derivato da rifiu-
contenitore in materiale plastico e/o duzione delle carte cerate. mentifici [R5]. ti (CDR) conformi alle norme tecni-
metallico con tracce di toner o di in- 13.24.2 Caratteristiche del rifiuto: 13.27.4 Caratteristiche delle mate- che Uni 9903-1 [R3] ottenuto attra-
chiostro o di nastro inchiostrato. sfridi di paraffina. rie prime e/o dei prodotti ottenuti: verso cicli di lavorazione che ne ga-
13.20.3 Attività di recupero: verifica 13.24.3 Attività di recupero: indu- cemento nelle forme usualmente rantiscano un adeguato potere calori-
di funzionalità e ricarica del toner, stria della cera [R3]. commercializzate. fico, riducano la presenza di materiale
dell’inchiostro o del nastro inchiostra- 13.24.4 Caratteristiche delle mate- 13.28 Tipologia: soluzione reflua a metallico, vetri, inerti, materiale pu-
to [R5]. rie prime e/o dei prodotti ottenuti: base di solfuro di sodio [060302] trescibile, contenuto di umidità e di
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

13.20.4 Caratteristiche delle mate- cere nelle forme usualmente com- [060314]. sostanze pericolose in particolare ai
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: mercializzate. 13.28.1 Provenienza: industria chi- fini della combustione; separazione;
contenitore in materiale plastico e 13.25 Tipologia: calcio solfato in mica. trattamento; triturazione selezione,
metallico con toner, inchiostro o na- granuli 60-90% da processo chimico 13.28.2 Caratteristiche del rifiuto: triturazione, vagliatura e/o tratta-
stro inchiostrato nelle forme usual- a base di acido solforico e calce idra- solfuro di sodio 10%-20% polisolfuri mento fisico meccanico (presso e-
mente commercializzate, etichettato ta [060303] [060314] [070202] 6%-8% acqua >70% idrato sodico strusione) ed eventuali trattamenti di
in conformità al Dm 28/1/92. [070212]. <1% solfuro di carbonio <1 ppm i- essiccamento, addensamento e pel-
13.21 Tipologia: cloruro di sodio 13.25.1 Provenienza: industria chi- drogeno solforato libero 3-4 ppm; lettizzazione.
greggio [190906]. mica. 13.28.3 Attività di recupero: riutiliz- Il combustibile derivato da rifiuti deve
13.21.1 Provenienza: rigenerazione 13.25.2 Caratteristiche del rifiuto: zo tal quale nell’industria conciaria in avere le caratteristiche individuate alla
delle resine a scambio ionico utilizzate CaSo4.2H20 60-90%, Zn circa 3%, luogo del solfuro sodico 60-70% voce 1 dell’Allegato 3 al presente Dm.
nella desalazione delle acque saline. Fe 900 ppm circa, Pb 0,05 ppm cir- [R5]. L’utilizzo del CDR è, comunque, sog-
13.21.2 Caratteristiche del rifiuto: ca, Cu 10-15 ppm, Acqua 10-35%. 13.29 Tipologia: fluidi HALON com- getto alle procedure di cui agli articoli
rifiuto di aspetto cristallino, inodore, 13.25.3 Attività di recupero: pro- pressi e liquefatti [160501] Tipologia 31 e 33 del decreto legislativo 5 feb-
con contenuto di acqua pari al 20%, cesso chimico per la neutralizzazione soppressa in quanto riferita a rifiu- braio 1997, n. 22.
colore giallo-bruno, composto da so- di acque acide per acido solforico con ti pericolosi [160504*]. Le fasi di ricevimento, stoccaggio, se-
dio cloruro 93% sul secco, sodio sol- idrato di calcio; essiccamento del pro- 13.29.1 Provenienza: attività di ma- lezione dei rifiuti e produzione di CDR
fato 2%, ammonio solfato 1%, am- dotto fangoso per ottenere granuli nutenzione e/o smantellamento di ap- devono avvenire in ambiente chiuso, i
monio cloruro 1%, sodio acetato [R5]. parecchiature e impianti antincendio e punti di emissione in atmosfera devo-
0,5%. 13.25.4 Caratteristiche delle mate- di inertizzazione. no essere dotati di sistemi per mini-
13.21.3 Attività di recupero: riutiliz- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 13.29.2 Caratteristiche del rifiuto e mizzare gli odori che utilizzino le mi-
zo come antighiaccio stradale [R5] (il calcio solfato in granuli per utilizzo nei valori limite delle sostanze perico- gliori tecnologie disponibili e di idonei
recupero è subordinato all’esecuzione cementifici al posto del gesso. lose: fluidi HALON con contenuto di impianti per l’abbattimento degli altri
del test di cessione sul rifiuto tal qua- 13.26 Tipologia: rifiuti a base di car- acqua <60 ppm, acidi <6 ppm, e inquinanti fino ai limiti di emissione
le secondo il metodo in Allegato 3 al bone costituiti da scarti di catodi ano- particolato dai 30 ai 60 micron. del Dpr 24 maggio 1988, n. 203.
presente decreto, ad esclusione del di, spezzoni di carbone amorfo, coke, 13.29.3 Attività di recupero: svuo- Per le polveri il limite è fissato a 10
parametro cloruri). calcinato di petrolio, suole di carbone tamento delle bombole, filtrazione del mg/Nm3. Le aree di ricevimento,
13.22 Tipologia: macchine fotografi- usate e materiali incombustibili particolato, rimozione del contenuto stoccaggio, eventuale selezione e
che monouso [090109] [090112] dell’alluminio [100306] [161102] d’acqua e separazione dell’azoto [R3]. produzione di CDR, comprese quelle
[090110]. [100318] [010202] [010410] 13.29.4 Caratteristiche delle mate- eventuali per l’essiccamento e l’ad-
13.22.1 Provenienza: industria, la- [110203]. rie prime e/o dei prodotti ottenuti: densamento del rifiuto devono dispor-
boratori fotografici e di sviluppo, atti- 13.26.1 Provenienza: demolizione fluidi Halon con contenuto di acqua re di pavimentazione impermeabiliz-
vità commerciale. delle celle elettrolitiche e produzione <20 ppm, acidi <2 ppm e particolato zata e di sistemi di raccolta di even-
13.22..2 Caratteristiche del rifiuto: di elettrodi di carbone, cicli di consu- <30 micron, nelle forme usualmente tuale percolato.
carcasse di macchine fotografiche mo degli elettrodi in grafite. produzio- commercializzate. L’impianto deve disporre di aree se-
monouso private della pellicola. ne dell’alluminio per via elettrolitica. parate per lo stoccaggio delle frazioni
13.22.3 Attività di recupero: messa 13.26.2 Caratteristiche del rifiuto: 14. Rifiuti recuperabili da rsu e di rifiuti risultanti dalle eventuali ope-
in riserva di rifiuti [R13] per la verifica spezzoni e polveri di carbone conte- da rifiuti speciali non pericolosi razioni di selezione.
della funzionalità, sostituzione delle nenti C fino al 98%, F fino al 20%, Al assimilati per la produzione di L’area dell’impianto deve essere re-
parti deteriorate e ricarica della pelli- fino al 25%, S fino all’1%, cianuri li- cdr cintata.
cola [R3]. beri < o = 500 ppm e ceneri <8%. 14.1 Tipologia: rifiuti solidi urbani ed
13.22.4 Caratteristiche delle mate- 13.26.3 Attività di recupero: previa assimilati o speciali non pericolosi 15. Rifiuti recuperabili mediante
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: separazione dell’asta metallica; maci- ad esclusione delle frazioni derivanti procedimenti di digestione a-
macchine fotografiche monouso nelle nazione e vagliatura: da raccolta differenziata [200301] naerobica
forme usualmente commercializzate. a) altiforni per la produzione della ghi- [200203] [150101] [190501] 15.1 Tipologia: frazione organica da
30
13.23 Tipologia: soluzioni da incisio- sa come combustibili e additivi [R5]; [191201] [191204] [191210] RSU e rifiuti speciali non pericolosi a
matrice organica, recuperabili con scarti di lino, cascami e scarti di iuta, h) il rifiuto non deve provenire da la- perfici impermeabilizzate, dotate di si-

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


processi di digestione anaerobica cascami e scarti di canapa [040201] vorazioni che prevedono l’ impiego di stemi di drenaggio e di raccolta delle
[020106] [020204] [020305] [040221]; trattamenti chimici; acque reflue di processo, da inviare a
[020403] [020502] [020603] f) rifiuti tessili di origine animale ca- i) e j) il rifiuto non deve essere costi- depurazione o da riutilizzare nel ciclo
[020702] [020705] [030306] scami e scarti di lana, cascami e tuito da carta e cartone per usi spe- di compostaggio. Per gli impianti che
[030309] [030310] [030311] scarti di seta [040202] [040221]; ciali trattata o spalmata con prodotti trattano solo le tipologie di cui alle let-
[190805] [200302] [200201] g) deiezioni animali da sole o in mi- chimici diversi da quelli normalmente tere c); h) e l) tali disposizioni non so-
[200108]. scela con materiale di lettiera o fra- utilizzati nell’impasto cartaceo (carte no obbligatorie qualora abbiano una
15.1.1 Provenienza: raccolta diffe- zioni della stessa ottenute attraverso autocopianti, termocopianti, accop- capacità annua di trattamento inferio-
renziata di frazione umida dei rifiuti processi di separazione [020106]; piati, poliaccoppiati, carte catramate, re a 1000 t di rifiuti.
urbani e raccolta selettiva dei rifiuti h) scarti di legno non impregnato ecc.); 16.1.4. Caratteristiche delle mate-
speciali non pericolosi assimilati a [150103] [200107] [200138] k) l’impiego dei rifiuti da macellazione rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
matrice organica. [030101] [030199]; è limitato a quelli definiti “a basso ri- Compost con le caratteristiche indica-
15.1.2 Caratteristiche del rifiuto: i) carta e cartone nelle forme usual- schio” ai sensi dell’articolo 2, comma te negli Allegati alla legge 19 ottobre
frazione organica da rifiuti urbani e mente commercializzate [200101] 3 del decreto legislativo 14 dicembre 1984, n. 748.
speciali non pericolosi assimilati a [150101]; 1992, n. 508;
matrice organica. j) fibra e fanghi di carta [030306] l) il rifiuto deve essere costituito uni- 17. Rifiuti recuperabili con pro-
15.1.3 Attività di recupero: produ- [030309] [030310] [030311]; camente dalla frazione ligno-cellulusi- cessi di pirolisi e gassificazione
zione di biogas [R3] mediante: k) contenuto dei prestomaci ca derivante dalla manutenzione del 17.1 Tipologia: rifiuti solidi urbani ed
– processo di digestione anaerobica [020102]; verde ornamentale, escluso il mate- assimilabili ad esclusione delle frazio-
previo eventuale trattamento di sepa- l) rifiuti ligneo cellulosici derivanti dal- riale proveniente dallo spazzamento ni omogenee derivanti da raccolta dif-
razione dei materiali indesiderabili fi- la manutenzione del verde ornamen- delle strade ferenziata; combustibile da rifiuti
nalizzato a ottenere una matrice con tale [200201] [200101] [200201]; m) i fanghi devono avere caratteristi- (CDR) di cui al precedente punto 14
contenuto di materiali indesiderabili m) fanghi di depurazione, fanghi di che conformi a quelle previste [200301] [200203] [191210]
massimo pari la 5% in peso sul tal depurazione delle industrie alimentari all’Allegato IB del decreto legislativo [150101] [150102] [150103]
quale e triturazione. [190804] [190812] [190814] 27 gennaio 1992, n. 99; possono es- [150105] [150106] [170201]
Si intende per digestione anaerobica il [190805] [020201] [020204] sere utilizzati in misura non superiore [170203] [160103] [160105]
processo di trasformazione della so- [020301] [020305][020403] al 35% sulla sostanza secca nella [160119].
stanza organica da condursi in reatto- [020502] [020603] [020705] preparazione della miscela di parten- 17.1.1 Provenienza: raccolta di RSU
ri chiusi (digestori), in completa as- [030302] [040107] [190602] za. Tale percentuale può essere ele- e assimilati, ovvero impianti di produ-
senza di ossigeno (anaerobiosi) con [190605] [190606]; vata al 50% per i fanghi derivanti da zione di CDR.
formazione di un gas costituito preva- n) ceneri di combustione di sanse e- impianti di depurazione delle industrie 17.1.2. Caratteristiche del rifiuto:
lentemente da CH4 e CO2 (biogas). sauste e di scarti vegetali con le ca- alimentari. rifiuti solidi urbani ed assimilati dopo
Le fasi di ricevimento, stoccaggio, se- ratteristiche di cui al punto 18.11 n) le ceneri devono avere caratteristi- separazione delle frazioni omogenee
lezione della frazione organica e pro- [100101] [100115] [100103] che conformi al punto 18.11.2. destinate a recupero di materia attua-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


duzione di biogas devono avvenire in [100117] [100102] [100103] 16.1.3. Attività di recupero: compo- ta mediante raccolta differenziata;
ambiente chiuso; i punti di emissione [100117]. staggio attraverso un processo di tra- CDR di cui al precedente punto 14.
in atmosfera devono essere dotati di 16.1.1. Provenienza: i rifiuti di cui al sformazione biologica aerobica delle 17.1.3. Attività di recupero e con-
sistemi per minimizzare gli odori che punto 16.1 devono derivare rispetti- matrici che evolve attraverso uno sta- dizioni: Produzione di gas da pirolisi
utilizzino le migliori tecnologie dispo- vamente da: dio termofilo e porta alla stabilizzazio- e gassificazione [R3] avente le carat-
nibili e di idonei impianti per l’abbatti- a) frazione umida derivante da raccol- ne ed umificazione della sostanza or- teristiche individuate alla voce 12
mento degli altri inquinanti fino ai li- ta differenziata di RSU; ganica [R3]. dell’Allegato 3 al presente Dm alla
miti di emissione del Dpr 203/88. Per b) coltivazione e raccolta dei prodotti Il processo deve essere condotto in voce 11 dell’Allegato 2, Suballega-
le polveri il limite è fissato a 10 agricoli; modo da assicurare: to 1 al presente decreto ministe-
mg/Nm3. c) attività forestali e lavorazione del – il controllo dei rapporti di miscela- riale.
L’impianto deve disporre di aree se- legno vergine; zione e delle caratteristiche chimico Le fasi di ricevimento e stoccaggio
parate per lo stoccaggio delle frazioni d) lavorazione dei prodotti agricoli; fisiche delle matrici organiche di par- degli RSU ed assimilati o del CDR de-
di rifiuti risultanti dalle eventuali ope- e) e f) preparazione, filatura, tessitura tenza; vono avvenire in ambiente chiuso.
razioni di selezione. L’area dell’im- di fibre tessili vegetali ed animali – il controllo della temperatura di pro- I punti di emissione in atmosfera de-
pianto deve essere recintata. g) allevamenti zootecnici e industria di cesso; vono essere dotati di sistemi per mini-
Il biogas derivato deve essere trattato trasformazione alimentare; – un apporto di ossigeno sufficiente a mizzare gli odori che utilizzino le mi-
per l’abbattimento del contenuto di h) fabbricazione di manufatti di legno mantenere le condizioni aerobiche gliori tecnologie disponibili e di idonei
particolato, HCl, H2S, NH3 e deve a- non impregnato, imballaggi; legno della massa. impianti per l’abbattimento degli altri
vere le caratteristiche individuate alla non impregnato (cassette, pallets); La durata del processo non deve es- inquinanti fino ai limiti di emissione
voce 2 dell’Allegato 3 al presente Dm i) e j) industria della carta; sere inferiore a 90 giorni compren- del Dpr 203/88. Per le polveri il limite
alla voce 2 dell’Allegato 2, Subal- k) industria della macellazione; denti una fase di bio-ossidazione ac- è fissato a 10 mg/Nm3.
legato 1 al presente decreto mini- l) manutenzione del verde ornamenta- celerata durante la quale viene assi- L’area dell’impianto deve essere re-
steriale; il suo utilizzo è, comunque, le; curato un apporto di ossigeno alla cintata.
soggetto alle procedure di cui agli ar- m) impianti di depurazione, impianti di massa mediante rivoltamento e/o ae- Il gas derivato deve essere trattato
ticoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 depurazione dell’industria alimentare. razione, seguito da una fase di matu- per l’abbattimento dei contenuti di
febbraio 1997, n. 22 e successive n) impianti dedicati di combustione di razione in cumulo. La temperatura HCl, H2S, NH3 e polveri.
modifiche e integrazioni. sanse esauste e di scarti vegetali. deve essere mantenuta per almeno L’impianto di pirolisi non deve avere
16.1.2. Caratteristiche del rifiuto: i tre giorni oltre i 55°C. La fase di stoc- emissioni in atmosfera.
16. Rifiuti compostabili rifiuti di cui al punto 16.1 devono ave- caggio delle matrici e la fase di bio- L’utilizzo del gas è comunque sogget-
16.1 Tipologia: rifiuti compostabili re rispettivamente le seguenti caratte- ossidazione accelerata devono avve- to alle procedure di cui agli articoli 31
per la produzione di compost di qua- ristiche: nire in ambiente confinato, ottenibile e 33 del decreto legislativo 5 febbraio
lità costituiti da: a) il rifiuto deve essere costituito uni- anche con coperture o paratie mobili, 1997, n. 22 e successive modifiche e
a) frazione organica dei rifiuti solidi camente dalla frazione umida separa- per il contenimento di polveri e di o- integrazioni.
urbani raccolta separatamente ta dalla raccolta degli RSU, esente da dori il cui controllo deve essere ga-
[200108] [200302]; rifiuti pericolosi; rantito tramite idonee misure e siste- 18. Rifiuti destinati alla produ-
b) rifiuti vegetali di coltivazioni agrico- b) il rifiuto deve derivare dalle ordina- mi di abbattimento; tali disposizioni zione di fertilizzanti
le [020103]; rie pratiche agricole; non sono obbligatorie per gli impianti 18.1 Tipologia: Ossa, residui di puli-
c) segatura, trucioli, frammenti di le- c) il rifiuto deve derivare dalla ordina- che trattano unicamente le tipologie tura delle ossa, corna e unghie, pen-
gno, di sughero [030102] [030105] rie pratiche forestali, da lavorazioni di cui alle lettere b), c), h) e l) del pun- ne e piume, residui carnei, sangue,
[030101] [030103] [030105] con trattamenti fisici o termici; to 16.1; tali impianti devono comun- residui di pesce, crisalidi [020202]
[030301]; d) il rifiuto deve derivare da lavorazio- que assicurare il contenimento di pol- [020203].
d) rifiuti vegetali derivanti da attività a- ne con trattamenti fisici o termici sen- veri durante l’eventuale fase di tritura- 18.1.1 Provenienza: Attività di ma-
gro-industriali [020304] [020501] za impiego di sostanze denaturanti; zione. Le fasi di stoccaggio delle ma- cellazione, dell’industria conciaria,
[020701] [020702] [020704]; e) e f) i rifiuti non devono essere trat- trici, di bio-ossidazione accelerata, di dell’industria ittica e dell’allevamento
e) rifiuti tessili di origine vegetale: ca- tati con coloranti o comunque con so- post maturazione e di deposito del del baco da seta.
31
scami e scarti di cotone, cascami e stanze tossiche; prodotto finito devono avvenire su su- 18.1.2 Caratteristiche del rifiuto:
Rifiuti di origine animale non conte- 18.6.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- 18.11 Tipologia: ceneri di combu- mite per le emissioni conse-
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

nenti sostanze pericolose. fiuto liquido risultante dalla spremitu- stione da sansa esausta e da mate- guenti al recupero di materia
18.1.3 Attività di recupero: Pro- ra e lavorazione delle olive riali organici vari di origine naturale dai rifiuti non pericolosi in pro-
duzione di fertilizzanti conformi alla 18.6.3 Attività di recupero: produ- [100101] [100115] [100103] cessi termici
legge 19 ottobre 1984, n. 748. Per zione di fertilizzante allo stato fluido [100117] [100102] [100103] 2.1. Per i processi termici di recupero
gli impianti di recupero si applicano le conforme alla legge 19 ottobre 1984, [100117] individuati nel Suballegato 1 quali:
disposizioni del Dlgvo 508/92 [R3]. n. 748 [R3]. 18.11.1 Provenienza: sansifici, im- 1. pirotrattamento
18.1.4 Caratteristiche delle mate- 18.6.4 Caratteristiche delle mate- pianti di incenerimento o pirolisi. 2. pirolisi e piroscissione
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 18.11.2 Caratteristiche del rifiuto: 3. trattamenti termici
Fertilizzanti conformi alla legge 19 ot- fertilizzanti conformi alla legge 19 ot- ceneri in polvere o in granuli non con- 4. produzione di cemento
tobre 1984, n. 748, che prevedano tobre 1984, n. 748, che prevedano tenenti sostanze pericolose. 5. cicli metallurgici primari e secon-
l’utilizzo dei rifiuti di cui al punto 18.1. l’utilizzo dei rifiuti di cui al punto 18.6. 18.11.3 Attività di recupero: produ- dari e idrometallurgici
18.2 Tipologia del rifiuto: scarti, pe- 18.7 Tipologia: calce di defecazione zione di fertilizzanti conformi alla leg- 6. raffinazione metallurgica
luria e pelucchi di lana e altre fibre di e ceneri di calce [020402]. ge 19 ottobre 1984, n. 748 [R3]. 7. produzione di laterizi
origine animale, rifilature e scarti di 18.7.1 Provenienza: fabbricazione Caratteristiche delle materie prime 8. produzione di ceramica
pelo è [040202] [040221] [040206] dello zucchero e industria per la pro- e del prodotto ottenuto: fertilizzante 9. produzione di conglomerati e malte
[040222] [040101]. duzione della calce conforme alla legge 19 ottobre 1984, bituminose
18.2.1 Provenienza: lavorazione del- 18.7.2 Caratteristiche del rifiuto: n. 748, che prevedano l’utilizzo dei ri- 10. produzione del vetro
la lana e suoi manufatti, ritagli dell’in- frammenti e polvere di materiali cal- fiuti di cui al punto 18.11. 11. produzione sostanze chimiche
dustria conciaria prima del trattamen- carei contenenti silice, allumina, ossi- 18.12 Tipologia: deiezioni animali 12. cicli metallurgici in cui il residuo è
to conciante. di di ferro e sostanze organiche [020106]. utilizzato come correttivo o riducente
18.2.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- 18.7.3 Attività di recupero: produ- 18.12.1 Provenienza: allevamenti a- 2.2. Il valore limite per ciascun agen-
fiuti di origine animale non contenenti zione di fertilizzanti conformi alla leg- nimali. te inquinante e per il monossido di
sostanze pericolose. ge 19 ottobre 1984, n. 748 [R3] 18.12.2 Caratteristiche del rifiuto: carbonio presenti nelle emissioni ri-
18.2.3 Attività di recupero: produ- 18.7.4 Caratteristiche delle mate- deiezioni di origine animale contenenti sultanti dal recupero di rifiuti non pe-
zione di fertilizzanti conformi alla leg- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: Zn massimo 2.500 mg/kg s.s.; Cu ricolosi sono convenzionalmente cal-
ge 19 ottobre 1984, n. 748 [R3]. fertilizzanti conformi alla legge 19 ot- massimo 1000 mg/kg s.s. colati in base alla percentuale di rifiu-
18.2.4 Caratteristiche delle mate- tobre 1984, n. 748, che prevedano 18.12.3 Attività di recupero: produ- to impiegata nel ciclo produttivo ri-
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: l’utilizzo dei rifiuti di cui al punto 18.7. zione di fertilizzanti conformi alla leg- spetto al totale della materia alimen-
fertilizzanti conformi alla legge 19 ot- 18.8 Tipologia: scorie di defosfora- ge 19 ottobre 1984, n. 748 [R3]. tata all’impianto secondo la formula
tobre 1984, n. 748, che prevedano zione [100903] [100202] 18.12.4 Caratteristiche delle mate- seguente:
l’utilizzo dei rifiuti di cui al punto 18.2. 18.8.1 Provenienza: industria side- rie prime e del prodotto ottenuto:
18.3 Tipologia del rifiuto: scarti soli- rurgica fertilizzante conforme alla legge 19 A rifiuti x C rifiuti + A processo x C processo
di della lavorazione conciaria 18.8.2 Caratteristiche del rifiuto: ottobre 1984, n. 748, che prevedano C = ——————–––––––—————
[040101]. residui a base di silicofosfati di calcio l’utilizzo dei rifiuti di cui al punto A rifiuto + A processo
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

18.3.1 Provenienza: industria con- durante il processo di affinazione del- 18.12.


ciaria. la ghisa fosforosa A rifiuto = quantità oraria (espressa
18.3.2 Caratteristiche del rifiuto: 18.8.3 Attività di recupero e pre- (1) Si veda l’articolo 186, Dlgs 152/ in massa) dei rifiuti non pericolosi ali-
scarti allo stato solido generati dalle scrizioni: produzione di fertilizzanti 2006 e il Dm 2 maggio 2006. mentati all’impianto corrispondente
operazioni meccaniche di scarnatura, conformi alla legge 19 ottobre 1984, (2) Si veda il Dm 9 gennaio 2003. alla quantità massima prevista nella
rifilatura, spaccatura e smerigliatura n. 748 [R3]. (3) Ex articolo 183, comma 1, lettera comunicazione.
delle pelli. 18.8.4 Caratteristiche delle mate- n), Dlgs 152/2006, non sono rifiuti C rifiuti = valori limite di emissione
18.3.3 Attività di recupero: produ- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: bensì sottoprodotti. stabiliti nella successiva tabella
zione di fertilizzanti conformi alla leg- fertilizzante conforme alla legge 19 A processo = quantità oraria (e-
ge 19 ottobre 1984, n. 748 [R3]. ottobre 1984, n. 748, che prevedano spressa in massa) di materia alimen-
18.3.4 Caratteristiche dei prodotti l’utilizzo dei rifiuti di cui al punto 18.8. Allegato 1 tata all’impianto (esclusi i rifiuti) corri-
ottenuti: fertilizzanti conformi alla 18.9 Tipologia: solfato di calcio pre- Suballegato 2 spondente alla quantità minima previ-
legge 19 ottobre 1984, n. 748, che cipitato, solfato ferroso, gesso di de- sta nella comunicazione.
prevedano l’utilizzo dei rifiuti di cui al fecazione [060303] [060314] Valori limite e prescrizioni C processo = valori limite di emissio-
punto 18.3. 18.9.1 Provenienza: residuo di fab- per le emissioni convogliate ne per gli agenti inquinanti e del mo-
18.4 Tipologia del rifiuto: borlande bricazioni industriali, quali la fabbrica- in atmosfera delle attività di nossido di carbonio nei gas emessi
[020702] [020499] [020799] zione dell’acido fosforico recupero di materia dai ri- dagli impianti quando vengono utiliz-
18.4.1 Provenienza: industria sacca- 18.9.2 Caratteristiche del rifiuto: fiuti non pericolosi zate materie prime tradizionali ovvero
rifera, vitivinicola, dell’alcool, del lievi- residuo a base di solfato di calcio o materie prime e prodotti (esclusi i ri-
to e degli acidi organici ossidrilati. solfato ferroso; Pb<30 mg/kg; Cd<3 1. Determinazione dei valori li- fiuti) conformi ai valori minimi conte-
18.4.2 Caratteristiche del rifiuto: mg/kg mite per le emissioni conse- nuti nelle disposizioni nazionali legi-
residui allo stato solido o fluido della 18.9.3 Attività di recupero: produ- guenti al recupero di materia da slative, regolamentari e amministrati-
distillazione di sostanze zuccherine. zione di fertilizzanti conformi alla leg- rifiuti non pericolosi in processi ve ridotti del 10%. Nel caso siano più
18.4.3 Attività di recupero: produ- ge 19 ottobre 1984, n. 748 [R3] a freddo restrittivi, si applicano i valori limite di
zione di fertilizzanti conformi alla leg- 18.9.4 Caratteristiche dei prodotti Per i processi “a freddo” di recupero emissione che figurano nell’autorizza-
ge 19 ottobre 1984, n. 748 [R3] ottenuti: fertilizzanti conformi alla indicati nel Suballegato 1 Allegato 1 zione ex Dpr 203/88 ridotti del 10%.
18.4.4 Caratteristiche delle mate- legge 19 ottobre 1984, n. 748, che quali: Se i valori degli inquinanti e del CO e
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: prevedano l’utilizzo dei rifiuti di cui al – selezione COT non sono fissati si utilizzano le e-
fertilizzanti conformi alla legge 19 ot- punto 18.9. – deposito missioni reali ridotte del 10%. I valori
tobre 1984, n. 748, che prevedano 18.10 Tipologia del rifiuto: fosfato – macinazione di C processo sono riferiti allo stesso
l’utilizzo dei rifiuti di cui al punto 18.4. precipitato [060307] [060314] – vagliatura tempo di mediazione previsto alla
18.5 Tipologia: panelli [020399]. 18.10.1 Provenienza: processo di – omogeneizzazione successiva tabella.
18.5.1 Provenienza: industria olearia demineralizzazione delle ossa sgras- – produzione di conglomerati cemen- C = valore limite totale delle emissioni
18.5.2 Caratteristiche del rifiuto: sate tizi per CO e per gli altri inquinanti riferiti
residui della lavorazione di semi oleosi 18.10.2 Caratteristiche del rifiuto: i valori limite di emissione per gli a- allo stesso tempo di mediazione pre-
18.5.3 Attività di recupero: produ- residuo in polvere o in granuli a base genti inquinanti sono fissati ai valori visto alla successiva tabella. Il tenore
zione di fertilizzanti conformi alla leg- di fosfato bicalcico, non contenente minimi contenuti nelle disposizioni na- di ossigeno di riferimento è quello re-
ge 19 ottobre 1984, n. 748. [R3] sostanze pericolose zionali, legislative, regolamentari ed lativo al processo se non diversamen-
18.5.4 Caratteristiche delle mate- 18.10.3 Attività di recupero: produ- amministrative riferite ai cicli di pro- te individuato in conformità al Dm 12
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: zione di fertilizzanti conformi alla leg- duzione corrispondenti alle attività di luglio 1990.
fertilizzanti conformi alla legge 9 otto- ge 19 ottobre 1984, n. 748 [R3]. recupero ridotti del 10% ovvero, qua-
bre 1984, n. 748, che prevedano l’u- 18.10.4 Caratteristiche dei prodotti lora siano più restrittivi, ai valori con-
tilizzo dei rifiuti di cui al punto 18.5. ottenuti: fertilizzante conforme alla tenuti nelle autorizzazioni ex Dpr
18.6 Tipologia: acque di vegetazione legge 19 ottobre 1984, n. 748, che 203/88 ridotti del 10%.
delle olive [020399]. prevedano l’utilizzo dei rifiuti di cui al
32
18.6.1 Provenienza: industria olearia punto 18.10. 2. Determinazione dei valori li-
2.3. Tabella

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


Durante il funzionamento degli impianti non devono essere superati

a) valori medi giornalieri:


1) polvere totale 010 mg/m3
2) sostanze organiche sotto forma di gas e vapori, espresse come carbonio organico totale (COT) 010 mg/m3
3) cloruro di idrogeno (HCl) 010 mg/m3
4) floruro di idrogeno (HF) 001 mg/m3
5) biossido di zolfo (SO2) 050 mg/m3

b) valori medi su 30 minuti:


A 0B
1) polvere totale 030 mg/m3 010 mg/m3
2) sostanze organiche sotto forma di gas e vapori, espresse come carbonio organico totale (COT) 020 mg/m3 010 mg/m3
3) cloruro di idrogeno (HCl) 060 mg/m3 010 mg/m3
4) floruro di idrogeno (HF) 004 mg/m3 002 mg/m3
5) biossido di zolfo (SO2) 200 mg/m3 050 mg/m3

c) valori medi durante il periodo di campionamento di 30 minuti come minimo e di 8 ore come massimo:
1) Cadmio e i suoi composti, espressi come cadmio (Cd) -> totale
2) Tallio e i suoi composti, espressi come tallio (Tl) 0,05 mg/m3
3) Mercurio e i suoi composti,espressi come mercurio (Hg) 0,05 mg/m3
4) Antimonio e suoi composti, espressi come antimonio (Sb)
5) Arsenico e suoi composti, espressi come arsenico (As)
6) Piombo e suoi composti, espressi come piombo (Pb)
7) Cromo e suoi composti, espressi come cromo (Cr)
8) Cobalto e suoi composti, espressi come cobalto (Co) -> totale 00,5 mg/m3
9) Rame e suoi composti, espressi come rame (Cu)
10) Manganese e suoi composti, espressi come manganese (Mn)
11) Nichel e suoi composti, espressi come nichel (Ni)
12) Vanadio e suoi composti, espressi come vanadio (V)
13) Stagno e suoi composti, espressi come stagno (Sn)

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


Questi valori medi si applicano anche ai metalli ed ai loro composti presenti nelle emissioni anche sotto forma di gas e vapore.

2.4. Durante il funzionamento degli stabiliti al paragrafo 2.3 lett. a) e al disposto all’articolo 3 comma 2 del armonizzati per la determinazione del-
impianti non devono essere superati i paragrafo 2.4 lett. a) e Dm 12 luglio 1990. le concentrazioni di massa di diossine
seguenti valori limite per le concentra- – tutti i valori medi su 30 minuti non 2.9. Per il calcolo del valore di emis- e furani (C (97) 1159 def), relativa-
zioni di monossido di carbonio (CO): superano i valori limite di emissione di sione di PCDD+PCDF come diossina mente ai metodi di campionamento,
a) 50 mg/Nm3 di gas di combustione cui alla colonna A, paragrafo 2.3 lett. equivalente si fa riferimento all’Alle- analisi e valutazione delle emissioni e
determinati come valore medio gior- b) ovvero il 97% dei valori medi su 30 gato 1 della direttiva 94/67/Ce. per la periodicità dei controlli si appli-
naliero; minuti rilevati nel corso dell’anno non 2.10. Il valore limite di emissione per ca quanto previsto nei decreti di at-
b) 100 mg/Nm3 di gas di combustio- superano i valori limite di emissione di gli idrocarburi policiclici aromatici tuazione del Dpr 24 maggio 1988 n.
ne di tutte le misurazioni determinate cui alla colonna B, paragrafo 2.3, lett. (IPA) si riferisce alla somma dei se- 203: Per il campionamento e le anali-
come valori medi su 30 minuti. b) guenti: si caratteristiche dei rifiuti valgono i
2.5. Non si deve tener conto degli a- – se tutti i valori medi rilevati nel pe- – Benz [a]antracene metodi di cui alle norme Uni 9903. Al
genti inquinanti e di CO che non deri- riodo di campionamento di cui al pa- – Dibenz[a,h]antracene fine della verifica del rispetto delle
vano direttamente dalla utilizzazione ragrafo 2.3, lett. c), non superano i – Benzo[b]fluorantene concentrazioni degli inquinanti e degli
di rifiuti come pure di CO se: valori limite di emissione stabiliti in ta- – Benzo[j]fluorantene altri parametri previsti per i rifiuti soli-
– maggiori concentrazioni di CO nel le capoverso se è rispettata la dispo- – Benzo[k]fluorantene di, il confronto va effettuato con i va-
gas di combustione sono richieste dal sizione di cui al paragrafo 2.4, lett. b. – Benzo[a]pirene lori medi ottenuti statisticamente me-
processo di produzione; 2.7. In ogni caso, tenuto conto dei ri- – Dibenzo[a,e]pirene diante determinazioni su un numero
– il valore C rifiuti (come precedente- fiuti di cui viene effettuato il recupero, – Dibenzo[a,h]pirene di campioni rappresentativo del lotto
mente definito) per le diossine e i fu- il valore limite totale delle emissioni – Dibenzo[a,i]pirene in esame non inferiore a cinque. Nel
rani è rispettato. (C) deve essere calcolato in modo da – Dibenzo[a,l]pirene caso di approvvigionamento non di-
2.6. I valori limite di emissione sono ridurre al minimo le emissioni nel- – Indeno [1,2,3 - cd]pirene scontinuo i valori medi si riferiscono a
rispettati: l’ambiente. 2.11. Fermo restando quanto dispo- determinazioni effettuate su sei cam-
– se tutti i valori medi giornalieri non 2.8. Per il tenore di ossigeno di riferi- sto dalla decisione della Commissione pioni distribuiti uniformemente nell’ar-
superano i valori limite di emissione mento è comunque fatto salvo quanto concernente i metodi di misurazione co delle 24 h.

Allegato 2 Il testo del provvedimento è inoltre guenti caratteristiche corrispondenti la norma Uni 9903-1:
Suballegato 1 coordinato con le modifiche appor- all’RDF di qualità normale di cui al-
tate dal Dm Ambiente 5 aprile
Norme tecniche per 2006, n. 186. Tutte le modifiche di P.C.I. minimo sul tal quale 15.000 kJ/kg
l’utilizzazione dei rifiuti non carattere aggiuntivo apportate dal Umidità in massa max 25%
pericolosi come combustibili provvedimento in questione sono e- Cloro in massa max 0,9%
o come altro mezzo per videnziate in neretto; le soppres- Zolfo in massa max 0.6%
produrre energia sioni sono evidenziate con barra
sulle singole parti del testo. Ceneri sul secco in massa max 20%
Il testo dell’Allegato è modificato Pb (volatile) sul secco in massa max 200 mg/kg
sulla base delle indicazioni della di- 1. Tipologia. Combustibile derivato Cr sul secco in massa max 100 mg/kg
rettiva MinAmbiente 9 aprile 2002, da rifiuti (CDR) [190501] [191210]. Cu (composti solubili) sul secco in massa max 300 mg/kg
recante indicazioni per la corretta e 1.1 Provenienza: Impianti di produ- Mn sul secco in massa max 400 mg/kg
piena applicazione del regolamento zione di CDR di cui al punto 14 del- Ni sul secco in massa max 40 mg/kg
comunitario n. 2557/2001 sulle l’Allegato 1.
spedizioni di rifiuti ed in relazione al 1.2 Caratteristiche del rifiuto: Com- As sul secco in massa max 9 mg/kg
Cd+Hg sul secco in massa max 7 mg/kg 33
nuovo elenco dei rifiuti. bustibile ottenuto da rifiuti con le se-
Per ciascuna partita di CDR deve es- dustriali); fissato in 200 mg/Nm3. biatura, gusci, ecc.), sanse esauste,
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

sere certificata la temperatura di ram- – controllo in continuo dell’ossigeno, Nel caso di impiego simultaneo in im- vinacce esauste, vinaccioli, farina di
mollimento delle ceneri. del monossido di carbonio, delle pol- pianti industriali con combustibili au- vinaccioli, residui di frutta, buccette e
1.3 Attività e metodi di recupero: Il veri, ossidi di azoto, acido cloridrico, torizzati, il calore prodotto dal rifiuto altri residui vegetali.
recupero energetico del rifiuto di cui della temperatura nell’effluente gas- non deve eccedere il 60% del calore 3.3 Attività e metodi di recupero: Il
al punto 1 può essere effettuata attra- soso, nonché degli altri inquinanti di totale prodotto dall’impianto in qual- recupero energetico del rifiuto di cui
verso la combustione alle seguenti cui al Suballegato 2, paragrafo 1, let- siasi fase di funzionamento; i valori li- al punto 3 può essere effettuato attra-
condizioni: tera a) nonché della temperatura nella mite di emissione da applicare all’im- verso la combustione alle seguenti
– impianti dedicati a recupero ener- camera di combustione: pianto devono essere calcolati come condizioni:
getico dei rifiuti di potenza termica Devono inoltre garantire in tutte le indicato alla Suballegato 3 del pre- impianti dedicati al recupero energeti-
nominale non inferiore a 10 MW; condizioni di esercizio i seguenti re- sente Allegato. co di rifiuti o impianti industriali.
– impianti industriali di potenza termi- quisiti minimi operativi: La cocombustione non è consentita Detti impianti dovranno essere provvi-
ca nominale non inferiore a 20 MW – temperatura minima dei gas nella nei forni per la produzione di calce a- sti di:
per la co-combustione. camera di combustione di 850°C rag- limentare. – bruciatore pilota a combustibile
Gli impianti devono essere provvisti di: giunta anche in prossimità della pare- gassoso o liquido (non richiesto nei
– bruciatore pilota a combustibile te interna; 3. Tipologia: Scarti vegetali forni industriali);
gassoso o liquido (non richiesto nei – tempo di permanenza minimo dei [020103] [020107] [020301] – alimentazione automatica del com-
forni industriali); gas nella camera di combustione di 2 [020303] [020304] [020701] bustibile;
– alimentazione automatica del com- secondi; [020704]. (1) – regolazione automatica del rapporto
bustibile; e rispettare i seguenti valori limite alle 3.1 Provenienza: Attività agricole, fo- aria/combustibile anche nelle fasi di
– regolazione automatica del rapporto emissioni riferiti ad un tenore di ossige- restali e di prima lavorazione di pro- avviamento (non richiesto nei forni in-
aria/combustibile anche nelle fasi di no nei fumi anidri dell’11% in volume: dotti agroalimentari; impianti di estra- dustriali);
avviamento (non richiesto nei forni in- zione di olio di vinaccioli, industria di- – controllo in continuo del monossido
stillatoria, industria enologica e orto- di carbonio, dell’ossigeno e della tem-
Zn * 5 mg/Nm3 peratura nell’effluente gassoso (non
frutticola, produzione di succhi di frut-
Ossidi di azoto (come valore medio giornaliero) 200 mg/Nm3 obbligatorio per gli impianti di potenza
ta e affini, industria olearia.
PCDD+PCDF (come diossina equivalente) (come valore medio termica nominale inferiore a 1 MW);
3.2 Caratteristiche del rifiuto:
rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,1 mg/Nm3 negli impianti oltre i 6 MWt controllo in
Residui colturali pagliosi (cereali, le-
Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (come valore medio continuo anche degli ossidi di azoto e
guminose da granella, piante oleagi-
rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,01 mg/Nm3 degli altri inquinanti di cui al Subal-
nose, ecc.); residui colturali legnosi
* come valore medio rilevato per un periodo di campionamento di 1 h (sarmenti di vite, residui di potature di legato 2, paragrafo 1 1, lettera a), ad
piante da frutto, ecc.); residui da e- esclusione del fluoruro di idrogeno. Per
per gli altri inquinanti si applicano i matrice organica in processi di cui al strazione forestale; residui-colturali le emissioni devono essere rispettati i
valori limite di emissione fissati nel punto 15 dell’Allegato 1 o da discarica. diversi (stocchi e tutoli di mais, steli di valori limite di emissioni fissati nel
Suballegato 2 del presente Allegato. 2.2 Caratteristiche del gas: Gas sorgo, di tabacco, di girasole, di ca- Suballegato 2 del presente Allegato e i
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

Nel caso di impiego simultaneo in im- combustibile avente le seguenti carat- napa, di cisto, ecc.); residui di lavora- seguenti limiti con un tenore di ossige-
pianti industriali con combustibili au- teristiche: zione (pula, lolla, residui fini di treb- no nei fumi anidri dell’11% in volume:
torizzati, il calore prodotto dal rifiuto Metano min. 30% vol
non deve eccedere il 60% del calore H2S max 1.5% vol NOx (come valore medio giornaliero) 200 mg/Nm3
totale prodotto dall’impianto in qual- P.C.I. sul tal quale min 12.500 NOx (come valore medio orario) ove non previsto
siasi fase di funzionamento; i valori li- kJ/Nm3. il controllo in continuo 400 mg/Nm3
mite di emissione da applicare all’im- 2.3 Attività e metodi di recupero:
pianto devono essere calcolati come L’utilizzazione di biogas è consentita Per gli impianti con potenza termica mente di legno vergine o sughero ver-
indicato alla Suballegato 3 del pre- in impianti di conversione energetica nominale inferiore a 1 MW il limite di gine o componenti di legno vergine.
sente Allegato. di potenza termica nominale superiore emissione delle polveri è di 50 4.3 Attività e metodi di recupero: Il
La co-combustione non è consentita a 0,5 MW, anche integrati con il si- mg/Nm3 e il limite di emissione di CO recupero energetico del rifiuto di cui
nei forni per la produzione di calce a- stema di produzione del gas, con le è di 100 mg/Nm3 come valori medi al punto 4 può essere effettuato attra-
limentare. caratteristiche di seguito indicate giornalieri, per le attività stagionali di verso la combustione alle seguenti
a) motori fissi a combustione interna durata non superiore a 120 giorni il li- condizioni:
2. Tipologia: Biogas [190599] che rispettano i seguenti valori limite mite alle emissioni di CO è di 300 impianti dedicati al recupero energeti-
[190699]. di emissione riferiti ad un tenore di mg/Nm3. co di rifiuti o impianti industriali.
2.1 Provenienza: Fermentazione a- ossigeno nei fumi anidri pari al 5% in Nel caso di impiego simultaneo in im- Detti impianti dovranno essere provvi-
naerobica metanogenica di rifiuti a volume: pianti industriali con combustibili au- sti di:
torizzati, il calore prodotto dal rifiuto – bruciatore pilota a combustibile
Polveri (valore medio rilevato per un periodo di non deve eccedere il 60% del calore gassoso o liquido (non richiesto nei
campionamento di 1 ora) 10 mg/Nm3 totale prodotto dall’impianto in qual- forni industriali);
HCl (valore medio rilevato per un periodo di siasi fase di funzionamento; i valori li- – alimentazione automatica del com-
campionamento di 1 ora) 10 mg/Nm3 mite di emissione da applicare all’im- bustibile;
Carbonio Organico Totale (valore medio rilevato per un pianto devono essere calcolati come – regolazione automatica del rapporto
periodo di campionamento di 1 ora) 150 mg/Nm3 indicato alla Suballegato 3 del pre- aria/combustibile anche nelle fasi di
HF (valore medio rilevato per un periodo di sente Allegato. avviamento (non richiesto nei forni in-
campionamento di 1 ora) 2 mg/Nm3 dustriali);
NOx 450 mg/Nm3 4. Tipologia: Rifiuti della lavorazione – controllo in continuo del monossido
Monossido di carbonio 500 mg/Nm3 del legno e affini non trattati di carbonio, dell’ossigeno e della tem-
[030101] [030102] [030105] peratura nell’effluente gassoso (non
Per gli altri inquinanti si applicano i sercizio una efficienza di combustione [030103] [030105] [030301] obbligatorio per gli impianti di potenza
valori limite minimi di emissione fissa- (CO2/CO +CO2) minima del 99.0%; [150103] [170201] [200107] termica nominale inferiore a 1 MW).
ti ai sensi dell’art. 3, comma 2, del – che abbiano il controllo in continuo [200138]. negli impianti oltre i 6 MWt controllo
decreto del Presidente della Repub- dell’ossigeno, del monossido di car- 4.1 Provenienza: Industria della car- in continuo anche degli ossidi di azoto
blica n. 203/1988 per le corrispon- bonio e della temperatura nell’effluen- ta, del sughero e del legno (I a e II a e altri inquinanti di cui al Suballegato
denti tipologie d’impianti che utilizza- te gassoso; negli impianti oltre i 6 lavorazione, produzione pannelli di 2, paragrafo 1, lettera a) ad esclusione
no combustibili gassosi. MWt controllo in continuo anche degli particelle, di fibra e compensati, mo- del fluoruro di idrogeno. Per le emis-
Negli impianti dedicati oltre i 6 MWt ossidi di azoto e degli altri inquinanti bili, semilavorati per il mobile, articoli sioni devono essere rispettati i valori li-
deve essere effettuato il controllo in di cui al Suballegato 2, paragrafo 1, per l’edilizia, pallets ed imballaggi, mite di emissioni fissati nel Subal-
continuo di: lettera a) e che rispettino i valori limite ecc.). legato 2 del presente Allegato e i se-
monossido di carbonio di emissione fissati nel Suballegato 2 4.2 Caratteristiche del rifiuto: Scarti guenti limiti con un tenore di ossigeno
ossidi di azoto del presente Allegato riferiti ad un te- anche in polvere a base esclusiva- nei fumi anidri dell’11% in volume:
ossidi di zolfo nore di ossigeno nei fumi andri pari al
b) impianti dedicati al recupero ener- 3% in volume. NOx (come valore medio giornaliero) 200 mg/Nm3
getico di rifiuti o impianti industriali che Non si applica il limite per le emissio- NOx (come valore medio orario) ove non previsto
34 garantiscano in tutte le condizioni di e- ni di ossido di zolfo. Il limite di Nox è il controllo in continuo 400 mg/Nm3
Per gli impianti di potenza termica no- condizioni: per gli altri inquinanti si applicano i recupero energetico del rifiuto di cui

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


minale inferiore a 1 MW il limite di e- in impianti dedicati al recupero ener- valori limite di emissione fissati nel al punto 7 può essere effettuata attra-
missione delle polveri è di 50 getico di rifiuti o impianti industriali. Suballegato 2 del presente Allegato. verso la combustione alle seguenti
mg/Nm3, e il limite di emissione di CO Detti impianti dovranno essere provvi- Nel caso di impiego simultaneo in im- condizioni:
è di 100 mg/Nm3 come valori medi sti di: pianti industriali con combustibili au- impianti dedicati al recupero energeti-
giornalieri – bruciatore pilota a combustibile torizzati, il calore prodotto dal rifiuto co di rifiuti o impianti industriali.
Nel caso di impiego simultaneo in im- gassoso o liquido (non richiesto nei non deve eccedere il 60% del calore Detti impianti devono essere provvisti
pianti industriali con combustibili au- forni industriali); totale prodotto dall’impianto in qual- di:
torizzati, il calore prodotto dal rifiuto – alimentazione automatica del com- siasi fase di funzionamento; i valori li- – bruciatore pilota a combustibile
non deve eccedere il 60% del calore bustibile; mite di emissione da applicare all’im- gassoso o liquido (non richiesto nei
totale prodotto dall’impianto in qual- – regolazione automatica del rapporto pianto devono essere calcolati come forni industriali);
siasi fase di funzionamento; i valori li- aria/combustibile anche nelle fasi di indicato alla Suballegato 3 del pre- – alimentazione automatica del com-
mite di emissione da applicare all’im- avviamento (non richiesto nei forni in- sente Allegato. bustibile;
pianto devono essere calcolati come dustriali); La cocombustione non è consentita – regolazione automatica del rapporto
indicato alla Suballegato 3 del pre- – controllo in continuo del monossido nei forni per la produzione di calce a- aria/combustibile anche nelle fasi di
sente Allegato. di carbonio, dell’ossigeno e della tem- limentare avviamento (non richiesto nei forni in-
peratura nell’effluente gassoso (non dustriali);
5. Tipologia: Rifiuti da fibra tessile obbligatorio per gli impianti di potenza 7. Tipologia: Rifiuti della lavorazione – controllo in continuo dell’ossigeno,
[040201] [040221] [040203] termica nominale inferiore a 1 MW). del tabacco [020304]. del monossido di carbonio e della
[040221] negli impianti oltre i 6 MWt controllo in 7.1 Provenienza: Trasformazione in- temperatura nell’effluente gassoso
5.1 Provenienza: Industria tessile continuo anche degli ossidi di azoto e dustriale del tabacco e la fabbricazio- (non obbligatorio per gli impianti di
5.2 Caratteristiche del rifiuto: degli altri inquinanti di cui al Subal- ne di prodotti da fumo potenza termica nominale inferiore a
Scarti, anche in polvere, di fibre tessili legato 2, paragrafo 1, lettera a), ad e- 7.2 Caratteristiche del rifiuto: Scarti e 1 MW)
di origine animale o vegetale derivanti sclusione del fluoruro di idrogeno. Per cascami di lavorazioni costituiti dalle – negli impianti oltre i 6 MWt control-
dalla filatura e tessitura le emissioni devono essere rispettati i polveri, fresami e costoline di tabacco lo in continuo degli ossidi di azoto e
5.3 Attività e metodi di recupero: Il valori limite di emissioni fissati nel vergine e rigenerato, provenienti dalla degli altri inquinanti di cui al Suballe-
recupero energetico del rifiuto di cui Suballegato 2 del presente Allegato e i trasformazione industriale del tabacco e gato 2, paragrafo 1, lettera a) ad e-
al punto 5 può essere effettuato attra- seguenti limiti con un tenore di ossige- dalla fabbricazione di prodotti da fumo sclusione del fluoruro di idrogeno;
verso la combustione alle seguenti no nei fumi anidri dell’11% in volume: aventi un P.C.I. (potere calorifico inferio- Devono inoltre rispettare i seguenti
re) sul secco minimo di 8.000 kJ/kg ed valori limite alle emissioni riferiti ad
NOx (come valore medio giornaliero) 200 mg/Nm3 una umidità massima del 16%. un tenore di ossigeno dei fumi anidri
NOx (come valore medio orario) ove non previsto 7.3 Attività e metodi di recupero: Il dell’11% in volume:
il controllo in continuo 400 mg/Nm3
NOx (come valore medio giornaliero) 200 mg/Nm3
Per gli impianti di potenza termica no- l’8% (come massa secca/massa sec- NOx (come valore medio orario) ove non previsto il
minale inferiore a 1 MW il limite di e- ca di pannello); controllo in continuo 400 mg/Nm3

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


missione delle polveri è di 50 – un contenuto massimo di Cloro del- PCDD+PCDF (come diossina equivalente) (come valore medio
mg/Nm3 e il limite di emissione di CO lo 0,9% in massa rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,1 ng/Nm3
e di 100 mg/Nm3, come valori medi – un contenuto massimo di additivi Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (come valore medio
giornalieri. (solfato di ammonio, urea esametilen- rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,01 mg/Nm3
Nel caso di impiego simultaneo in im- tetrammina) del 10% (come massa
pianti industriali con combustibili auto- secca/massa secca di resina). per gli altri inquinanti si applicano i verso la combustione in impianti dedi-
rizzati il calore prodotto dal rifiuto non 6.3 Attività e metodi di recupero: Il valori limite di emissione fissati nel cati al recupero energetico di rifiuti di
deve eccedere il 60% del calore totale recupero energetico del rifiuto di cui Suballegato 2 del presente Allegato. potenza termica nominale non inferio-
prodotto dall’impianto in qualsiasi fase al punto 6 può essere effettuata attra- Nel caso di impiego simultaneo in im- re a 6 MW.
di funzionamento; i valori limite di e- verso la combustione alle seguenti pianti industriali con combustibili au- Gli impianti devono essere provvisti di:
missione da applicare all’impianto de- condizioni: torizzati, il calore prodotto dal rifiuto – bruciatore pilota a combustibile
vono essere calcolati come indicato al- impianti dedicati al recupero energeti- non deve eccedere il 60% del calore gassoso o liquido;
la Suballegato 3 del presente Allegato. co di rifiuti o impianti industriali di po- totale prodotto dall’impianto in qual- – alimentazione automatica del com-
tenza termica nominale non inferiore siasi fase di funzionamento; i valori li- bustibile;
6. Tipologia: Rifiuti della lavorazione a 1 MW. mite di emissione da applicare all’im- – regolazione automatica del rapporto
del legno e affini trattati [030102] Detti impianti devono essere provvisti pianto devono essere calcolati come aria/combustibile anche nelle fasi di
[030105] [030103] [030105] di: indicato alla Suballegato 3 del pre- avviamento;
[200107] [200138] – bruciatore pilota a combustibile sente Allegato. – controllo continuo dell’ossigeno,
6.1 Provenienza: Industria del legno gassoso o liquido (non richiesto nei La cocombustione non è consentita dell’ossido di carbonio, ossidi di azoto
(I a e II a lavorazione, produzione pan- forni industriali); nei forni per la produzione di calce a- e della temperatura nell’effluente gas-
nelli di particelle, di fibra e compen- – alimentazione automatica del com- limentare. soso, degli altri inquinanti di cui al
sati, mobili, semilavorati per il mobile, bustibile; Suballegato 2, paragrafo 1 lettera a)
articoli per l’edilizia, ecc.) – regolazione automatica del rapporto 8. Tipologia: Rifiuti di legno impre- nonché della temperatura nella came-
6.2 Caratteristiche del rifiuto: Scarti aria/combustibile anche nelle fasi di gnato con preservante a base di creo- ra di combustione.
e agglomerati anche in polvere a base avviamento (non richiesto nei forni in- soto e con preservante a base di sali Gli impianti devono garantire in tutte
esclusivamente legnosa e vegetale dustriali); [170201] Tipologia soppressa in le condizioni di esercizio i seguenti re-
contenenti un massimo di resine feno- – controllo in continuo del monossido quanto riferita a rifiuti pericolosi quisiti minimi operativi:
liche dell’1% e privi di impregnanti a di carbonio, dell’ossigeno e della tem- [170204*][170903*]. – temperatura minima dei gas nella
base di olio di catrame o sali CCA, a- peratura nell’effluente gassoso. 8.1 Provenienza: Attività di disinstal- camera di combustione di 850°C rag-
venti inoltre le seguenti caratteristiche: – negli impianti oltre i 6 MWt control- lazione di infrastrutture quali linee fer- giunta anche in prossimità della pare-
– un contenuto massimo di resine u- lo in continuo degli ossidi di azoto e roviarie, linee di telecomunicazioni e te interna;
rea-formaldeide o melanina-formal- degli altri inquinanti di cui al linee elettriche; – tempo di permanenza minimo dei
deide o urea-melanina-formaldeide Suballegato 2, paragrafo 1, lettera a). 8.2 Caratteristiche del rifiuto: Rifiuti gas nella camera di combustione di 2
del 20% (come massa secca/massa Devono inoltre rispettare i seguenti di legno impregnato con olio di catra- secondi;
secca di pannello); valori limite alle emissioni riferiti ad me oppure con sali CCA (rame, cro- – tenore di ossigeno nei fumi min.
– un contenuto massimo di resina a un tenore di ossigeno dei fumi anidri mo e arsenico) 6% in volume
base di difenilmetandiisocianato del- dell’11% in volume: 8.3 Attività e metodi di recupero: Il e rispettare i seguenti valori limite alle
recupero energetico del rifiuto di cui emissioni riferiti ad un tenore di ossige-
NOx (come valore medio giornaliero) 200 mg/Nm3 al punto 8 può essere effettuata attra- no nei fumi anidri dell’11% in volume:
NOx (come valore medio orario) ove non previsto il
controllo in continuo 400 mg/Nm3 Ossidi di azoto (come valore medio giornaliero) 200 mg/Nm3
PCDD+PCDF (come diossina equivalente) (come valore PCDD+PCDF (come diossina equivalente) (come valore medio
medio rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,1 ng/Nm3 rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,1 ng/Nm3
Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (come valore medio rilevato Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (come valore medio
per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,01 mg/Nm3 rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,01 mg/Nm3 35
per gli altri inquinanti si applicano i 9.2 Caratteristiche del rifiuto: Scarti – temperatura minima dei gas nella secondi;
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

valori limite di emissione fissati nel di cartiera, derivanti dallo spappola- camera di combustione di 850°C rag- – tenore di ossigeno nei fumi min.
Suballegato 2 del presente Allegato. mento della carta da macero costituiti giunta anche in prossimità della pare- 6% in volume
da una miscela di materiali plastici, te interna; e rispettare i seguenti valori limite alle
9. Tipologia: Scarti di pulper legno, residui di carta, frammenti di – tempo di permanenza minimo del emissioni riferiti ad un tenore di ossige-
[030307] [030310] vetro, materiale ghiaioso e metallico gas nella camera di combustione di 2 no nei fumi anidri dell’11% in volume:
9.1 Provenienza: Industria della carta aventi le seguenti caratteristiche:
Zinco* 5 mg/Nm3
Umidità in massa max 30% 40% Ossidi di azoto (come valore medio giornaliero) 200 mg/Nm3
P.C.I. minimo sul tal quale 12.500 kJ/kg PCDD+PCDF (come diossina equivalente) (come valore
Ceneri sul tal quale in massa max 10% medio rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,1 ng/Nm3
Cloro sul tal quale in massa max 0.9% Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (come valore medio
Zolfo sul tal quale in massa max 0.5% rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,01 mg/Nm3
Pb+Cr+Cu+Mn+Zn sul tal quale in massa max 900 mg/kg
*Come valore medio rilevato per un periodo di campionamento di 1 h.
Pb sul secco max 200 mg/kg
Cr sul secco max 50 mg/kg per gli altri inquinanti si applicano i e/o gassificazione di rifiuti di cui al
Cu sul secco max 300 mg/kg valori limite di emissione fissati nel punto 17 dell’Allegato 1.
Mn sul secco max 150 mg/kg Suballegato 2 del presente Allegato. 11.2 Caratteristiche del gas: Gas
Ni sul secco max 20 mg/kg derivante da processi di pirolisi e/o di
As sul secco max 9 mg/kg 11. Tipologia: Gas derivati [190199]. gassificazione aventi le seguenti ca-
Cd+Hg sul secco max 7 mg/kg 11.1 Provenienza: Impianti di pirolisi ratteristiche:

9.3 Attività e metodi di recupero: Il gassoso, degli altri inquinanti di cui al P.C.I. min. 4.500 kJ/Nm3 gas secco
recupero energetico del rifiuto di cui Suballegato 2, paragrafo 1, lettera a) H2S 2 mg/Nm3 gas secco
al punto 9 può essere effettuato attra- nonché della temperatura nella came- Polveri 10 mg/Nm3 gas secco
verso la combustione in impianti dedi- ra di combustione. HCl 5 mg/Nm3 gas secco
cati al recupero energetico di rifiuti di Gli impianti devono garantire in tutte NH3 1 mg/Nm3 gas secco
potenza termica nominale non inferio- le condizioni di esercizio i seguenti re-
re a 6 MW. quisiti: 11.3 Attività e metodi di recupero: le caratteristiche di seguito indicate:
Detti impianti devono essere provvisti – temperatura minima dei gas nella L’utilizzazione di gas derivati è con- a) turbina a gas:
di: camera di combustione di 850°C rag- sentita in impianti di conversione e- si applicano i seguenti valori limite di
– bruciatore pilota a combustibile giunta anche in prossimità della pare- nergetica di potenza termica nominale emissione riferiti ad un tenore di ossi-
gassoso o liquido; te interna; superiore a 6 MW, anche integrati con geno nell’effluente gassoso anidro del
– alimentazione automatica di com- – tempo di permanenza minimo dei il sistema di produzione del gas, con 15%:
bustibile; gas nella camera di combustione di 2
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

– regolazione automatica del rapporto secondi; Monossido di carbonio (media giornaliera) 80 mg/Nm3*
aria/combustibile anche nelle fasi di – tenore di ossigeno nei fumi min. Ossidi di azoto 80 mg/Nm3**
avviamento; 6% in volume Polveri (media oraria) 5 mg/Nm3
– controllo continuo dell’ossigeno, del e rispettare i seguenti valori limite alle HCl (media oraria) 5 mg/Nm3
monossido di carbonio, ossidi di azo- emissioni riferiti ad un tenore di ossige- HF (media oraria) 2 mg/Nm3
to, della temperatura nell’effluente no nei fumi anidri dell’11% in volume: Cd+Tl (media oraria) 0,05 mg/Nm3
Hg (media oraria) 0,05 mg/Nm3
Zn* 5 mg/Nm3 Sb+As+Pb+Cr+Co+Cu+Mn+Ni+V+Sn (media oraria) 0,5 mg/Nm3
Ossidi di azoto (come valore medio giornaliero) 200 mg/Nm3 Carbonio organico totale (media oraria) 10 mg/Nm3
PCDD+PCDF (come diossina equivalente) (come valore PCDD+PCDF (come diossina equivalente) (come valore medio
medio rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,1 ng/Nm3 rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,1 ng/Nm3
Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (come valore medio rilevato Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (come valore medio
per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,01 mg/Nm3 rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,01 mg/Nm3
*Come valore medio rilevato per un periodo di campionamento di 1 h *Il limite è ridotto a 70 mg/Nm3 per impianti di potenza termica superiore a 15 MW.
**Il limite è ridotto a 60 mg/Nm3 per impianti di potenza termica superiore a 15
per gli altri inquinanti si applicano i purazione di acque reflue [190805]. MW.
valori limite di emissione fissati nel 10.1 Provenienza: Processi di depu-
Suballegato 2 del presente Allegato. razione: per gli altri inquinanti si applicano i continuo di CO e Nox.
10.2 Caratteristiche del rifiuto: valori limite minimi di emissione fissa- b) motori fissi a combustione interna
10. Tipologia: Fanghi essiccati di de- Fanghi con le seguenti caratteristiche: ti ai sensi dell’articolo 3 comma 2 del si applicano i seguenti valori limite di
Dpr 203/88 per le corrispondenti ti- emissione riferiti ad un tenore di ossi-
Umidità in massa max 20% pologie di impianti. geno nei fumi anidri pari al 5% in vo-
P.C.I. minimo sul tal quale min. 8.500 kJ/kg Deve essere effettuato il controllo in lume:
Zolfo sul tal quale in massa max 0.6%
Cloro organico sul secco max 1 mg/kg Polveri (media oraria) 10 mg/Nm3
Pb sul secco max 200 mg/kg Monossido di carbonio (media giornaliera) 300 mg/Nm3
Cr sul secco max 100 mg/kg HCl (media oraria) 10 mg/Nm3
Cu sul secco max 300 mg/kg HF (media oraria) 2 mg/Nm3
Mn sul secco max 400 mg/kg Cd+Tl (media oraria) 0,05 mg/Nm3
Ni sul secco max 40 mg/kg Hg (media oraria) 0,05 mg/Nm3
As sul secco max 9 mg/kg Sb+As+Pb+Cr+Co+Cu+Mn+Ni+V+Sn (media oraria) 0,5 mg/Nm3
Cd+Hg sul secco max 7 mg/kg Ossidi di azoto (media giornaliera) 450 mg/Nm3
Carbonio Organico Totale (media oraria) 150 mg/Nm3
10.3 Attività e metodi di recupero: – regolazione automatica del rapporto PCDD+PCDF (come diossina equivalente) (come valore medio
Il recupero energetico del rifiuto di cui aria/combustibile anche nelle fasi di rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,1 ng/Nm3
al punto 10 può essere effettuata at- avviamento; Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (come valore medio
traverso la combustione in impianti – controllo continuo dell’ossigeno, del rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,01 mg/Nm3
dedicati al recupero energetico di ri- monossido di carbonio, ossidi di azoto
fiuti di potenza termica nominale non e della temperatura nell’effluente gas- per gli altri inquinanti si applicano i del monossido di carbonio e degli os-
inferiore a 6 MW. soso, degli altri inquinanti di cui al valori limite minimi di emissione fissa- sidi di azoto.
Detti impianti devono essere provvisti Suballegato 2, paragrafo 1, lettera a) ti ai sensi dell’articolo 3, comma 2, c) altri impianti di combustione:
di: e della temperatura nella camera di del decreto del Presidente della Re- Detti impianti devono essere provvisti di:
– bruciatore pilota a combustibile combustione. pubblica n. 203/1988 per le corri- – controllo continuo dell’ossigeno, del
gassoso o liquido; Gli impianti devono garantire in tutte spondenti tipologie d’impianti. monossido di carbonio, ossidi di azoto
– alimentazione automatica di com- le condizioni di esercizio i seguenti re- Negli impianti oltre i 6 MWt deve es- e della temperatura nell’effluente gas-
36 bustibile; quisiti minimi operativi: sere effettuato il controllo in continuo soso anidro, degli altri inquinanti di
cui al Suballegato 2, paragrafo 1, let- mite di emissione riferiti a un tenore 13.3 Attività e metodi di recupero: te interna;

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


tera a). di ossigeno nei fumi pari al 3% in vo- Il recupero energetico del rifiuto di cui – tempo di permanenza minimo dei
Si applicano altresì i seguenti valori li- lume: al punto 14 del rifiuto di cui al pun- gas nella camera di combustione di 2
to 13 può essere effettuato attraverso secondi;
PCDD+PCDF (come diossina equivalente) (come valore medio la combustione: – deve essere garantito il controllo in
rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,1 ng/Nm3 – in impianti dedicati al recupero e- continuo dell’ossigeno, del monossido
NOx (come valore medio giornaliero) 200 mg/Nm3 nergetico dei rifiuti di potenza termica di carbonio, degli ossidi di azoto e
Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (come valore medio nominale non inferiore a 20 MW; della temperatura nell’effluente gas-
rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,01 mg/Nm3 – in altri impianti industriali di potenza soso, nonché degli altri inquinanti di
termica nominale non inferiore a 50 cui al Suballegato 2, paragrafo 1, let-
per gli altri inquinanti si applicano i limentare MW; tera a) nonché della temperatura della
valori limite di emissione fissati al 12. Tipologia: Fanghi essiccati di de- alle seguenti condizioni: camera di combustione;
Suballegato 2 del presente Allegato. puratone di acque dell’industria carta- – temperatura minima dei gas nella e rispettare i seguenti valori limite alle
Nel caso di impiego simultaneo con ria, fanghi oleosi dell’industria petroli- camera di combustione di 850°C rag- emissioni riferiti ad un tenore di ossige-
combustibili autorizzati, il calore pro- fera, [030302] [030304] [030309] giunta anche in prossimità della pare- no nei fumi anidri del 6% in volume:
dotto dal rifiuto non deve eccedere il [030311] [030305] [030306]
60% del calore totale prodotto [030309] [030310] [030311] Ossidi di azoto (come valore medio giornaliero) 200 mg/Nm3
dall’impianto in qualsiasi fase di fun- [050106] Tipologia soppressa in PCDD+PCDF (come diossina equivalente) (come valore medio
zionamento; i valori limite di emissio- quanto riferita a rifiuti pericolosi rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,1 ng/Nm3
ne da applicare all’impianto devono [050106*]. Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (come valore medio
essere calcolati come indicato alla 12.1 Provenienza: Processi di depu- rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,01 mg/Nm3
Suballegato 3 del presente Allegato. razione:
La cocombustione non è consentita 12.2 Caratteristiche del rifiuto: Per gli altri inquinanti si applicano i in impianti dotati di sistemi di abbatti-
nei forni per la produzione di calce a- Fanghi con le seguenti caratteristiche: valori limite di emissione fissati nel mento degli ossidi di zolfo.
Suballegato 2 del presente Allegato.
Nel caso di impiego simultaneo con 14 Tipologia: Pollina [020106]
Umidità in massa max 20% combustibili autorizzati, il calore pro-
P.C.I. minimo sul tal quale 6.000 kJ/kg dotto dal rifiuto non deve eccedere il 14.1 Provenienza: Allevamenti avi-
Zolfo sul tal quale in massa max 0.6% 40% del calore totale prodotto coli.
Cloro organico sul tal quale in massa max 0,9 mg/kg dall’impianto in qualsiasi fase di fun- 14.2 Caratteristiche del rifiuto:
Pb sul secco max 200 mg/kg zionamento; i valori limite di emissio- Residuo organico costituito da escre-
Cr sul secco max 00 mg/kg ne da applicare all’impianto devono menti del pollame e materiale di let-
Cu sul secco max 300 mg/kg essere calcolati come indicato alla tiera a base vegetale avente le se-
Mn sul secco max 300 mg/kg Suballegato 3 del presente Allegato. guenti caratteristiche al momento
Ni sul secco max 30 mg/kg La co-combustione è consentita solo dell’impiego:
As sul secco max 10 mg/kg

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


Cd+Hg sul secco max 7 mg/kg P.C.I. minimo sul tal quale 8.000 kJ/kg
Cu (composti solubili) sul tal quale max 35 mg/kg
12.3 Attività e metodi di recupero: soso, degli altri inquinanti di cui al Cd (composti solubili) sul tal quale 2 mg/kg
Il recupero energetico del rifiuto di cui Suballegato 2, paragrafo 1, lettera a) Pb (composti solubili) sul tal quale 25 mg/kg
al punto 11 del rifiuto di cui al pun- e della temperatura della camera di Ni (composti solubili) sul tal quale 15 mg/kg
to 12 può essere effettuata attraverso combustione.
la combustione in impianti dedicati al 14.3 Attività di recupero e condi- – regolazione automatica del rapporto
recupero energetico di rifiuti di poten- Gli impianti devono garantire in tutte zioni: Il recupero energetico del rifiuto aria/combustibile anche nelle fasi di
za termica nominale non inferiore a 6 le condizioni di esercizio i seguenti re- di cui al punto 14 può essere effet- avviamento;
MW. quisiti minimi operativi: tuata attraverso la combustione in im- – controllo in continuo dell’ossigeno,
Detti impianti devono essere provvisti – temperatura minima dei gas nella pianti dedicati al recupero energetico del monossido di carbonio, degli ossi-
di: camera di combustione di 850°C rag- di rifiuti di potenza termica nominale di di azoto e della temperatura nell’ef-
– bruciatore pilota a combustibile giunta anche in prossimità della pare- non inferiore a 6 MW. fluente gassoso, nonché degli altri in-
gassoso o liquido; te interna; Detti impianti devono essere provvisti quinanti di cui al Suballegato 2, para-
– alimentazione automatica di com- – tempo di permanenza minimo dei di: grafo 1, lettera a).
bustibile; gas nella camera di combustione di 2 – bruciatore pilota a combustibile Gli impianti devono rispettare i se-
– regolazione automatica del rapporto secondi; gassoso o liquido; guenti valori limite alle emissioni rife-
aria/combustibile anche nelle fasi di – tenore di ossigeno nei fumi min. – alimentazione automatica del com- riti ad un tenore di ossigeno dei fumi
avviamento; 6% in volume bustibile; anidri dell’11% in volume:
– controllo continuo dell’ossigeno, del e rispettare i seguenti valori limite alle
monossido di carbonio, ossidi di azoto emissioni riferiti ad un tenore di ossige- Zn* 5 mg/Nm3
e della temperatura nell’effluente gas- no nei fumi anidri dell’11% in volume: NOx (come valore medio giornaliero) 200 mg/Nm3
PCDD+PCDF (come diossina equivalente) (come valore medio
Zinco* 5 mg/Nm3 rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,1 ng/Nm3
Ossidi di azoto (come valore medio giornaliero) 200 mg/Nm3 Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (come valore medio
PCDD+PCDF (come diossina equivalente) (come valore medio rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,01 mg/Nm3
rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,1 ng/Nm3 * come valore medio rilevato per un periodo di campionamento di 1 h.
Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (come valore medio
rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,01 mg/Nm3
per gli altri inquinanti si applicano i (1) Il punto 3 è stato sospeso dal tar
*Come valore medio rilevato per un periodo di campionamento di 1 h valori limite minimi di emissione fissa- Lazio con ordinanza 8 aprile 1999, n.
ti nel Suballegato 2 del presente Al- 1023.
per gli altri inquinanti si applicano i [160302] [160306]. legato.
valori limite minimi di emissione fissa- 13.1 Provenienza: Industria siderur-
ti nel Suballegato 2 del presente gica.
Allegato. 13.2 Caratteristiche del rifiuto:
Carbon fossile e coke in varia pezza-
13. Tipologia: Residuo di carbon fos- tura compreso polveri, con presenza
sile, residui di coke metallurgico di terreno o materiali inerti.

P.C.I. min. 16.000 kJ/kg;


Umidità ≤8% in massa per il residuo di carbon fossile
≤6% in massa per i residui di coke metallurgico
Zolfo max 2% in massa per il residuo di carbon fossile;
max 1,5% in massa per i residui di coke. 37
Allegato 2 di, il confronto va effettuato con i va- alle singole voci del Suballegato 1.
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

Suballegato 2 lori medi ottenuti statisticamente me- C = valore limite totale delle emissioni
diante determinazioni su un numero per CO e per gli altri inquinanti riferiti
Determinazione dei valori limite e prescrizioni per le di campioni rappresentativo del lotto allo stesso tempo di mediazione di cui
emissioni in atmosfera delle attività di recupero di energia in esame non inferiore a cinque. Nel al Suballegato 2 ed alle singole voci
dai rifiuti non pericolosi caso di approvvigionamento non di- del Suballegato 1. Il tenore di ossige-
scontinuo i valori medi si riferiscono a no di riferimento è calcolato sulla base
1. Durante il funzionamento degli impianti non devono essere superati: determinazioni effettuate su sei cam- del tenore di riferimento relativo al ri-
pioni distribuiti uniformemente nell’ar- fiuto e quello relativo al processo, co-
a) valori medi giornalieri: co delle 24 h. me individuato dal Dm 12/7/90, ri-
spettando il rapporto dei volumi par-
1) polvere totale 10 mg/m3 ziali.
2) sostanze organiche sotto forma di gas e vapori, espresse come
carbonio organico totale (COT) 10 mg/m3
Allegato 2 Nota. Ai soli fini del calcolo della
Suballegato 3 formula di cui al punto 1, i valori li-
3) cloruro di idrogeno (HCl) 10 mg/m3 mite per la polvere totale, COT, HCl,
4) floruro di idrogeno (HF) 1 mg/m3 HF e SO2 sono unicamente quelli
5) biossido di zolfo (SO2) 50 mg/m3 Determinazione dei valori
limite per le emissioni individuati alla lett. a) della tabella
dovute al recupero di rifiuti in sub. 2.
b) valori medi su 30 minuti: Per i valori limite di polveri totali,
A B come combustibile o altro
mezzo per produrre energia SO2, NOx, CO e COT i valori C rifiu-
1) polvere totale 30 mg/m3 10 mg/m3 to, C processo e C sono espressi
2) sostanze organiche sotto forma di gas e vapori, tramite combustione mista
di rifiuti e combustibili come valori medi giornalieri. A tal
espresse come carbonio organico totale (COT) 20 mg/m3 10 mg/m3 fine, il valore medio giornaliero di C
3) cloruro di idrogeno (HCl) 60 mg/m3 10mg/m3 tradizionali
processo è assunto pari al 115%
4) floruro di idrogeno (HF) 4 mg/m3 2 mg/m3 del medesimo valore fissato su ba-
5) biossido di zolfo (SO2) 200 mg/m3 50 mg/m3 1. I valori limite per ciascun inquinan-
te e per il monossido di carbonio ri- se mensile.
sultanti dalla co-combustione di rifiuti Per i valori di IPA, PCDD+PCDF i
c) tutti i valori medi durante il periodo di campionamento di 1 ora valori di C rifiuto, C processo e C
e combustibili devono essere calcolati
1) Cadmio e i suoi composti, espressi come cadmio (Cd) totale come segue: devono essere espressi come valo-
2) Tallio e i suoi composti, espressi mg/m3 come tallio (Tl) 0,05 ri medi riferiti a 8 ore.
3) Mercurio e i suoi composti, espressi come mercurio (Hg) 0,05 mg/m3 V rifiuto x C rifiuto + V processo x C processo Per i valori dei metalli i valori di C
4) Antimonio e suoi composti, espressi come antimonio (Sb) C = ——————–––––––————— rifiuto, C processo e C devono es-
5) Arsenico e suoi composti, espressi come arsenico (As) V rifiuto + V processo sere espressi come valori medi o-
6) Piombo e suoi composti, espressi come piombo (Pb) rari.
7) Cromo e suoi composti, espressi come cromo (Cr) -> tot. 0,5 mg/m3 V rifiuto = volume dei gas emessi de- 2. La misurazione continua di HF può
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

8) Cobalto e suoi composti, espressi come cobalto (Co) rivante dalla combustione dei soli rifiu- essere omessa se vengono utilizzate
9) Rame e suoi composti, espressi come rame (Cu) ti in quantità corrispondente alla mas- fasi di trattamento per HCl che garan-
10) Manganese e suoi composti, espressi come sima prevista nella comunicazione, tiscono che il valore limite di emissio-
manganese (Mn) determinato in base ai rifiuti che han- ne per lo stesso parametro HCl e-
11) Nichel e suoi composti, espressi come nichel (Ni) no il più basso potere calorifico. spresso sia come valore medio gior-
12) Vanadio e suoi composti, espressi come vanadio (V) Se il calore prodotto risultante dall’in- naliero che come valore medio su
13) Stagno e suoi composti, espressi come stagno (Sn) cenerimento di rifiuti è inferiore al trenta minuti non venga superato. In
10% del calore totale prodotto dal- questo caso le emissioni di HF sono
Questi valori medi si applicano anche mento è comunque fatto salvo quanto l’impianto, V rifiuti va calcolato dalla soggette a misurazioni mensili.
ai metalli ed ai loro composti presenti disposto all’articolo 3 comma 2 del quantità (fittizia) di rifiuti che, combu- 3. Non si deve tenere conto degli a-
nelle emissioni in forma di gas o va- Dm 12 luglio 1990. sti, equivalgono ad un calore prodotto genti inquinanti e di CO che non deri-
pori. 5. Per il calcolo del valore di emissio- del 10%, a calore totale dell’impianto vano direttamente dalla combustione
2. Durante il funzionamento degli im- ne di PCDD+PCDF come diossina e- costante. di rifiuti o di combustibili, come pure
pianti non devono essere superati i quivalente si fa riferimento all’Allegato C rifiuto = valori limite di emissione di CO derivante dalla combustione se:
seguenti valori limite nelle emissioni 1 della direttiva 94/67/Ce; stabiliti nelle singole voci del Suballe- – maggiori concentrazioni di CO nel
per le concentrazioni di monossido di 6. Il valore limite di emissione per gli gato 1 e nel Suballegato 2 per gli im- gas di combustione sono richieste dal
carbonio (CO), se non diversamente idrocarburi policiclici aromatici (IPA) si pianti destinati ad utilizzare soltanto ri- processo di produzione;
indicato nel Suballegato 1: riferisce alla somma dei seguenti: fiuti. – il valore C rifiuti (come precedente-
a) 50 mg/Nm3 di gas di combustione – Benz [a]antracene V processo = volume del gas emessi mente definito) per le diossine e i fura-
determinati come valore medio gior- – Dibenz[a,h]antracene derivanti dal processo inclusa la com- ni è rispettato.
naliero; – Benzo[b]fluorantene bustione del combustibili ammessi ai 4. In ogni caso, tenuto conto dei rifiuti
b) 100 mg/Nm3 di gas di combustio- – Benzo[j]fluorantene sensi della normativa vigente (esclusi i di cui è stato autorizzato il coinceneri-
ne di tutte le misurazioni determinate – Benzo[k]fluorantene rifiuti) del tipo e nella quantità minima mento, il valore limite totale delle e-
come valori medi su 30 minuti. – Benzo[a]pirene prevista nella comunicazione, determi- missioni (C) deve essere calcolato in
3. I valori limite di emissione sono ri- – Dibenzo[a,e]pirene nato sulla base del tenore di ossigeno, modo da ridurre al minimo le emissio-
spettati. – Dibenzo[a,h]pirene al quale le emissioni devono essere ni nell’ambiente.
– se tutti i valori medi giornalieri non – Dibenzo[a,i]pirene normalizzate come stabilito nelle nor- 5. Per il tenore di ossigeno di riferi-
superano i valori limite di emissione – Dibenzo[a,l]pirene me nazionali. mento è comunque fatto salvo quanto
stabiliti al paragrafo 2. lett. a) e al pa- – Indeno [1,2,3 - cd]pirene C processo = valori limite di emissio- disposto all’art. 3 comma 2 del Dm 12
ragrafo 1 lett. a) e 7. Fermo restando quanto disposto ne dei relativi inquinanti e del monos- luglio 1990.
– tutti i valori medi su 30 minuti non dalla decisione della Commissione sido di carbonio nei gas emessi 6. Per il calcolo del valore di emissio-
superano i valori limite di emissione di concernente i metodi di misurazione dall’impianto quando vengono utilizzati ne di PCDD+PCDF come diossina e-
cui alla colonna A, paragrafo 1 lett. b) armonizzati per la determinazione del- i combustibili ammessi al sensi della quivalente si fa riferimento all’Allegato
ovvero il 97% dei volori medi su 30 le concentrazioni di massa di diossine normativa vigente (esclusi i rifiuti) 1 della direttiva 94/67/Ce;.
minuti rilevati nel corso dell’anno non e furani (C (97) 1159 def), relativa- conformi ai valori minimi contenuti 7. Il valore limite di emissione per gli
superano i valori limite di emissione di mente ai metodi di campionamento, nelle disposizioni nazionali legislative, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) si
cui alla colonna B, paragrafo 1, lett. analisi e valutazione delle emissioni e regolamentari e legislative ridotte del riferisce alla somma dei seguenti:
b) per la periodicità dei controlli si appli- 10%. Nel caso siano più restrittivi si – Benz [a]antracene
– se tutti i valori medi rilevati nel pe- ca quanto previsto nei decreti di at- applicano i valori limite di emissione – Dibenz[a,h]antracene
riodo di campionamento di cui al pa- tuazione del Dpr 24 maggio 1988 n. che figurano nell’autorizzazione ex Dpr – Benzo[b]fluorantene
ragrafo 1, lett. c), non superano i va- 203. Per il campionamento e le anali- 203/1988 ridotti del 10%. Se i valori – Benzo[j]fluorantene
lori limite di emissione stabiliti in tale si caratteristiche dei rifiuti valgono i degli inquinanti, di CO e di COT non – Benzo[k]fluorantene
paragrafo. metodi di cui alle norme Uni 9903. Al sono fissati, si utilizzano le emissioni – Benzo[a]pirene
– se è rispettata la disposizione di cui fine della verifica del rispetto delle reali ridotte del 10%; i valori di pro- – Dibenzo[a,e]pirene
al paragrafo 2, lett. b). concentrazioni degli inquinanti e degli cesso sono riferiti allo stesso tempo di – Dibenzo[a,h]pirene
38
4. Per il tenore di ossigeno di riferi- altri parametri previsti per i rifiuti soli- mediazione di cui al Suballegato 2 ed – Dibenzo[a,i]pirene
– Dibenzo[a,l]pirene valutazione delle emissioni e per la pe- previsti per i rifiuti solidi, il confronto va niformemente nell’arco delle 24 h.

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


– Indeno [1,2,3 - cd]pirene riodicità dei controlli si applica quanto effettuato con i valori medi ottenuti 9. Per i primi 24 mesi gli accertamenti
8. Fermo restando quanto disposto previsto nei decreti di attuazione del statisticamente mediante determina- dei limiti di emissione mediante con-
dalla decisione della Commissione Dpr 24 maggio 1988 n. 203: Per il zioni su un numero di campioni rap- trollo in continuo degli inquinanti sono
concernente i metodi di misurazione campionamento e le analisi caratteri- presentativo del lotto in esame non in- accompagnati dall’esecuzione in pa-
armonizzati per la determinazione delle stiche dei rifiuti valgono i metodi di cui feriore a cinque. Nel caso di approvvi- rallelo di campagne analitiche con mi-
concentrazioni di massa di diossine e alle norme Uni 9903. Al fine della veri- gionamento non discontinuo i valori surazioni puntuali a carico del gestore
furani (C (97) 1159 def), relativamente fica del rispetto delle concentrazioni medi si riferiscono a determinazioni ef- dell’impianto in accordo con l’autorità
ai metodi di campionamento, analisi e degli inquinanti e degli altri parametri fettuate su sei campioni distribuiti u- di controllo.

Allegato 3 vati con la soluzione di acido nitrico per il parametro pH il range 5,5 - 12 manere adesi sul filtro; pertanto ove
1M al fine di allontanare eventuali andrà rispettato per ognuna delle so- possibile si dovrà unire tale materiale
Test di cessione contaminanti. luzioni ottenute nelle 8 fasi estrattive. alla fase solida filtrata e procedere ai
I contenitori per la conservazione delle * Se il test viene effettuato su mate- successivi step di eluizione.
Principio del metodo soluzioni di eluizione ottenute devono riali di granulometria fine, nella fase
L’eluizione dei componenti viene ef- essere in polietilene o altri materiali di filtrazione tali materiali possono ri- Tabella
fettuata tramite immersione del cam- simili. Lavare tali contenitori con solu- Parametri Unità di misura Concentrazioni limite
pione in acqua deionizzata, la quale zione di acido nitrico 1M prima Nitrati mg/l NO3 50
viene rinnovata ad intervalli di tempo dell’uso. Fluoruri mg/l F 1,5
prestabiliti, per un totale di durata Per la determinazione nelle soluzioni Solfati mg/l SO4 250
della prova di 16 giorni. estraenti dei microelementi metallici Cloruri mg/l Cl 200
di interesse si possono utilizzare me- Cianuri µg/l Cn 50
1. Materiale da sottoporre ad a- todi strumentali scientificamente vali- Bario mg/l Ba 1
nalisi di, quali ad esempio: la spettrofoto- Rame mg/l Cu 0,05
Il campione da sottoporre ad analisi metria di assorbimento atomico, la Zinco mg/l Zn 3
deve essere nella stessa forma fisica spettrofotometria a plasma indotto Berillio µg/l Be 10
in cui si prevede l’impiego. Il campio- (ICP) ecc. Cobalto µg/l Co 250
ne da sottoporre ad analisi deve esse- Nichel µg/l Ni 10
re rappresentativo della totalità del 4. Determinazione dei compo- Vanadio µg/l V 250
materiale da esaminare, e comunque nenti eluiti dai campioni solidi Arsenico µg/l As 50
non meno di 100 mg. Per i materiali analizzati Cadmio µg/l Cd 5
inertizzati il test va condotto dopo un Procedura Cromo totale µg/l Cr 50
periodo sufficientemente lungo dalla Lavaggio dei recipienti con acido nitri- Piombo µg/l Pb 50
loro preparazione (un mese minimo) co 1M e successivamente risciacquati Selenio µg/l Se 10

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


al fine di minimizzare le variazioni do- varie volte con acqua deionizzata. Mercurio µg/l Hg 1
vute ai cambiamenti nella struttura Il test va condotto ad una temperatura Amianto mg/l 30
porosa e nella fase minerale. di 20± 5°C. COD mg/l 30
Determinare il volume (Vp) del mate- Registrare la temperatura media du- pH 5,5 <>12,0
riale da sottoporre ad analisi in litri, rante ogni intervallo del test.
ed il peso in Kg. Porre nel recipiente un volume d’ac- Allegato 3
qua pari a V=5 X Vp.
2. Reagenti Il campione deve essere immerso Criteri per la determinazione del fase di sedimentazione naturale,
Usare solo reagenti puri per analisi e completamente e la parte superiore test di cessione una ultracentrifuga (20000 G) per
acqua deionizzata. Acido nitrico, con- del campione deve essere almeno 2 Per la determinazione del test di almeno 10 minuti. Solo dopo tale
centrazione 1M HN03 cm al di sotto della superficie dell’ac- cessione si applica l’appendice A fase si potrà procedere alla succes-
qua. alla norma Uni 10802, secondo la siva fase di filtrazione secondo
3. Attrezzature e strumentazio- Rinnovare l’acqua del recipiente dopo metodica prevista dalla norma Uni quanto riportato al punto 5.2.2 della
ne 2, 8, 24, 48, 72, 102, 168, e 384 En 12457-2. Solo nei casi in cui il norma Uni En 12457-2. I risultati
I contenitori utilizzati debbono poter ore (16 giorni). Prendere accurata- campione da analizzare presenti delle determinazioni analitiche de-
essere chiusi al fine di evitare l’espo- mente nota dei tempi di rinnovo della una granulometria molto fine, si de- vono essere confrontati con i valori
sizione all’anidride carbonica atmo- fase liquida. ve utilizzare, senza procedere alla limite della seguente tabella:
sferica che può causare variazioni di Nel primo o nei primi due cicli di elui-
pH. Infatti la riproducibilità del test è zione si possono verificare fenomeni Tabella
alterata da variazioni del pH della so- di rilascio superficiale. Parametri Unità di misura Concentrazioni limite
luzione estraente durante il test. Filtrare e/o comunque separare le so- Nitrati Mg/l NO3 50
Tali contenitori possono essere in po- luzioni estraenti ottenute da ciascuno Fluoruri Mg/l F 1,5
lietilene, polipropilene o altri materiali, step eventualmente con una mem- Solfati Mg/l SO4 250
purché non contaminino gli eluati con brana filtrante (*) e acidificare il cam- Cloruri Mg/1 Cl 100
gli elementi che debbono essere ri- pione dopo la misurazione del pH e Cianuri microngrammi/l Cn 50
cercati. La grandezza dei contenitori della conducibilità con acido nitrico Bario Mg/l Ba 1
deve essere tale che possa contenere 1M a pH=2. Non acidificare una parte Rame Mg/l Cu 0.05
un rapporto in peso tra campione e della soluzione estraente per analizza- Zinco Mg/l Zn | 3
soluzione estraente uguale a 5. re gli anioni (solfati, nitrati, cloruri). Berillio microngrammi/l Be 10
Inoltre la grandezza del contenitore Analizzare i campioni acidificati prima Cobalto microngrammi/l Co 250
deve permettere che il campione pos- possibile, ma tutti in un’unica se- Nichel microngrammi/l Ni 10
sa essere immerso almeno 2 cm sot- quenza analitica secondo una proce- Vanadio microngrammi/l V 250
to il livello dell’acqua. Nel corso di dura standardizzata. Arsenico microngrammi/l As 50
campione monolitico, sul fondo del Le determinazioni analitiche per la ri- Cadmio microngrammi/l Cd 5
contenitore va posto un supporto al fi- cerca dei microinquinanti andranno Cromo totale microngrammi/l Cr 50
ne di permettere un contatto diretto di effettuate su ogni soluzione ottenuta Piombo microngrammi/l Pb 50
tutta la superficie del campione con dalle otto fasi di eluizione (2, 8, 24, Selenio microngrammi/l Se 10
l’acqua. 48, 72, 102, 168, e 384 ore) ricer- Mercurio microngrammi/l Hg 1
Lavare i contenitori prima dell’uso con cando i parametri significativi e rap- Amianto Mg/l 30
una soluzione di acido nitrico 1M e di presentativi del campione in esame. Il COD Mg/l 30
seguito sciacquare con acqua deio- confronto con i valori limite stabiliti PH 5,5 < > 12,0
nizzata al fine di rimuovere ogni trac- nella tabella seguente andrà effettua-
cia dell’acido. to con un valore risultante dalla som- In sede di approvazione del pro- sentativi del rifiuto che devono es-
I filtri utilizzati devono avere un dia- matoria delle concentrazioni riscon- getto di cui all’articolo 5 del pre- sere determinati in relazione alle
metro dei pori di 0,45 µg. trate nelle soluzioni ottenute nelle sin- sente decreto, vengono stabiliti i particolari caratteristiche del sito o 39
I filtri prima dell’uso devono essere la- gole otto fasi di estrazione. Mentre parametri significativi e rappre- alla natura del rifiuto.
Allegato 4
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

Suballegato 1
Determinazione delle quantità massime di rifiuti non pericolosi di cui all’allegato 1, Suballegato 1, del Dm 5 febbraio 1998

Attività di recupero Tipologia Codice rifiuto Descrizione Quantità (t/a)


Industria cartaria 1.1 [150101] [150105] [150106] [200101] Rifiuti di carta, cartone, cartoncino, inclusi poliaccoppiati 120.000
anche di imballaggi
8.2 [040221] [040222] Peluria e pelucchi tessili 100
9.1 [030101] [030105] [030199] [150103] Scarti di legno e sughero, imballaggi di legno 20.000
[170201] [191207] [200138] [200301]
12.1 [030302] [030305] [030309] [030310] Fanghi da industria cartaria 2.000
[030311] [030399]
Industria delle materie 5.6 [160214] [160216] [200136] [200140] Rottami elettrici ed elettronici contenenti e non metalli preziosi 200
plastiche
5.8 [160216] [160118] [160122] [170401] Spezzoni di cavo di rame ricoperto 1.500
[170411]
6.1 [020104] [150102] [170203] [191204] Rifiuti di plastica; imballaggi usati in plastica compresi 60.000
[200139] i contenitori per liquidi, con esclusione dei contenitori
per fitofarmaci e per presidi medico-chirurgici
6.2 [070213] [120105] [160119] [160216] Sfridi, scarti, polveri e rifiuti di materie plastiche e fibre sintetiche 20.000
[160306] [170203]
6.5 [070213] [120105] [160119] Paraurti e plance di autoveicoli in materie plastiche 1.000
6.6 [070213] [120105] [160119] Imbottiture sedili in poliuretano espanso 200
6.8 [070299] Polveri di ì buffing” e cascami di tessuto non tessuto 200
6.11 [070213] [070299] [120105] [160119] Pannelli sportelli auto 1.000
9.6 [030199] Rifiuti di carte decorative impregnate 450
Produzione ABS 6.3 [070212] Fanghi polimerici di ABS 4.800
Industria dei collanti e 8.8 [040108] [040199] Carniccio di scarnatura, spaccatura e pezzamatura in pelo 40.000
degli adesivi
Industria tessile 8.4 [040209] [040221] [040222] [160122] Rifiuti di materiali tessili compositi e della lavorazione di fibre 3.800
[200110] [200111] naturali, sintetiche e artificiali
8.9 [191208] [200110] [200111] Indumenti, accessori di abbigliamento ed altri manufatti tessili 2.000
confezionati post-consumo
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

Industria conciaria 8.1 [040199] Olio di follone 13.670


8.5 [040109][040199] Trucioli, ritagli e altri rifiuti di cuoio 18.000
8.6 [040108] [040109] Scarti solidi conciati al vegetale 18.000
8.7 [040108] [040199] Rifiuti di smerigliatura, rasatura 18.000
Industria conciaria 11.14 [020299] [060314] Reflui di cloruro di sodio in soluzione 2.600
Industria del legno 9.1 [030101] [030105] [030199] [150103] Scarti di legno e sughero, imballaggi di legno 495.000
[170201] [191207] [200138] [200301]
Industria del legno 9.2 [030101] [030105] Scarti di legno e sughero, imballaggi di legno 25.000
9.6 [030199] Rifiuti di carte decorative impregnate 1.000
Industria della gomma 10.1 [070299] [160306] Cascami e scarti di produzione, rifiuti di polvere e granuli 1.000
10.2 [160103] Pneumatici non ricostruibili, camere d’aria non riparabili e altri 3.500
scarti di gomma
Industria saponiera e 11.11 [020304] [200125] Oli esausti vegetali ed animali 4.000
dei tensioattivi
Industria chimica per il 11.6 [020703] Tartaro grezzo 5.500
recupero delle sostanze
organiche
Produzione di composti 16.1, lett. a) [200108] [200302] Frazione organica dei rifiuti solidi urbani raccolta separatamente 200
di qualità 16.1, lett. b) [020103] Rifiuti vegetali di coltivazioni agricole 500
16.1, lett. c) [030101] [030105] [030301] Segatura, trucioli, frammenti di legno, di sughero 200
16.1, lett. d) [020304] [020501] [020701] [020702] Rifiuti vegetali derivanti da attività agro-industriali 12.000
[020704]
16.1, lett. e) [040221] Rifiuti tessili di origine vegetale: cascami e scarti di cotone, 500
cascami e scarti di lino, cascami e scarti di iuta,
cascami e scarti di canapa
16.1, lett. f) [040221] Rifiuti tessili di origine animale: cascami e scarti di lana, cascami 500
e scarti di seta
16.1, lett. g) [020106] Deiezioni animali da sole o in miscela con materiale di lettiera o 100
frazioni della stessa ottenute attraverso processi di separazione
16.1, lett. h) [030101] [030199] [150103] [200138] Scarti di legno non impregnato 500
16.1, lett. i) [150101] [200101] Carta e cartone nelle forme usualmente commercializzate 100
16.1, lett. l) [200201] Rifiuti ligneo cellulosici derivanti dalla manutenzione del verde 7.500
16.1, lett. m) [020201] [020204] [020301] [020305] Fanghi di depurazione delle industrie alimentari 22.500
[020403] [020502] [020603] [020705]
[030302] [040107] [190605] [190606]
[190805] [190812] [190814]
16.1, lett. n) [100101] [100102] [100103] [100115] Ceneri di combustione di sanse esauste e di scarti vegetali con 5.000
[100117] le caratteristiche di cui al punto 18.11
Produzione di 18.2 [040101] [040221] [040222] Scarti, peluria, pelucchi di lana e altre fibre di origine animale, 1.300
fertilizzanti rifilature e scarti di pelo
18.3 [040101] Scarti solidi della lavorazione conciaria 18.000
18.4 [020499] [020702] [020799] Borlande 9.000
18.7 [020402] Calce di defecazione e ceneri di calce 9.000
18.11 [100101] [100102] [100103] [100115] Ceneri di combustione di sansa esausta e da materiali organici 9.000
40 [100117] vari di origine animale
18.12 [020106] Deiezioni animali 21.000

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


Impianti di raffinazione 11.1 [020303] [020399] Morchie, fecce e fondami di serbatoi di stoccaggio; reflui liquidi, 4.000
degli oli terre e farine fossili coadiuvanti di decolorazione di oli e grassi,
panelli filtrazione grassi; scarti e fondami di raffinazione
dell’industria degli oli, dei grassi vegetali e animali
Impianti di raffinazione 11.3 [020399] Carte esauste da filtrazione oli 4.000
degli oli
11.11 [020304] [200125] Oli esausti vegetali ed animali 6.500
Produzione di lettiere 8.2 [040221] [040222] Peluria e pelucchi tessili 1.500
per allevamenti
zootecnici
11.8 [040221] Guscetta di cotone 270
Industria metallurgica 3.1 [100210] [100299] [120101] [120102] Rifiuti di ferro, acciaio e ghisa 160.000
[120199] [150104] [160117] [170405]
[190102] [190118] [191202] [200140]
3.2 [100899] [110501] [110599] [120103] Rifiuti di metalli non ferrosi e loro leghe 70.000
[120104] [120199] [150104] [170401]
[170402] [170403] [170404] [170406]
[170407] [191002] [191203] [200140]
3.3 [150104] [150105] [150106] [191203] Sfridi o scarti di imballaggio in alluminio, e di accoppiati carta, 15.000
plastica e metallo
4.1 [060902] [100601] [100602] [100809] Scorie provenienti dall’industria della metallurgia dei metalli 3.000
[100811] [101003] non ferrosi, ad esclusione di quelle provenienti dalla metallurgia
termica del Pb, Al e Zn, scorie dalla produzione del fosforo,
scoria cubilot
4.3 [100601] [100602] [100699] Schiumature, granelle e colaticci di rame secondario e sue leghe 3.000
4.5 [110502] Schiumature povere di Zn 9.000
4.6 [110299] [110599] Polveri di zinco e colaticci di recupero 500
5.1 [160106] [160116] [160117] [160118] Parti di autoveicoli, di veicoli a motore, di rimorchi e simili, 3.000
[160122] risultanti da operazioni di messa in sicurezza di cui all’art. 46 del
decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 e successive modifiche
e integrazioni e al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, e
privati di pneumatici e delle componenti plastiche recuperabili
5.2 [160106] [160116] [160117] [160118] Parti di mezzi mobili rotabili per trasporti terrestri prive di 6.300
[160122] amianto e risultanti da operazioni di messa in sicurezza

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


autorizzate ai sensi dell’art. 28 del decreto legislativo 5 febbraio
1997, n. 22 e successive modifiche e integrazioni
5.7 [160216] [170402] [170411] Spezzoni di cavo con il conduttore di alluminio 100
5.8 [160118] [160122] [160216] [170401] Spezzoni di cavo di rame ricoperto 1.500
[170411]
5.11 [100699] [101099] Terra di rame e di ottone 300
5.14 [100210] [120101] [120102] [120103] Scaglie di laminazione e stampaggio 500
Industria metallurgica 3.4 [110299] [120103] [120104] [200140] Rifiuti e rottami di metalli preziosi e loro leghe 500
per i metalli preziosi
3.8 [120103] [120104] [150203] [190812] Puliture di industrie dei metalli preziosi 500
[190814]
3.9 [100701] [100702] [161102] [161104] Rifiuti costituiti da refrattari, crogioli e scorie vetrose di fusione 500
dei metalli preziosi
Industria metallurgica 3.11 [090107] Rifiuti costituiti da pellicole e carte per fotografia contenenti 500
per i metalli preziosi argento e suoi composti
3.12 [110299] [120103] [120104] [200140] Rottami metallici e plastici contenenti metalli preziosi (Au, Ag, Pt, 500
Pd, Rh, Ru, Ir, ecc.)
5.4 [160801] Catalizzatori esausti a base di: Pt, Pd, Rh, Ru, Ir, Au, Ag, etc. su 500
supporto interte di carbone, allumina, silicati, zeolite, carbonato
di calcio, solfato di bario, materiale refrattario, etc., sottoposti a
lavaggio e disattivati ai fini della sicurezza
5.6 [160214] [160216] [200136] [200140] Rottami elettrici ed elettronici contenenti e non metalli preziosi 1.100
Industria siderurgica 4.4 [100201] [100202] [100903] Scorie di acciaieria, scorie provenienti dalla fusione in forni 145.000
elettrici, a combustibile o in convertitori a ossigeno di leghe
di metalli ferrosi e dai successivi trattamenti di affinazione
delle stesse
5.14 [100210] [120101] [120102] [120103] Scaglie di laminazione e stampaggio 100
7.9 [161106] Scarti di refrattari a base di carburo di silicio 500
12.17 [100208] [100214] [100215] [110110] Fanghi da trattamento acque di processo e da abbattimento 25.000
[110112] [110114] emissioni aeriformi da industria siderurgica e metalmeccanica
Industria chimica per il 3.1 [100210] [100299] [120101] [120102] Rifiuti di ferro, acciaio e ghisa 500
recupero dei metalli [120199] [150104] [160117] [170405]
[190102] [190118] [191202] [200140]
3.2 [100899] [110501] [110599] [120103] Rifiuti di metalli non ferrosi e loro leghe 500
[120104] [120199] [150104] [170401]
[170402] [170403] [170404] [170406]
[170407] [191002] [191203] [200140]
3.11 [090107] Rifiuti costituiti da pellicole e carte per fotografia contenenti 70
argento e suoi composti
4.3 [100601] [100602] [100699] Schiumature, granelle e colaticci di rame secondario e sue leghe 2.000
Trattamento prodotti 3.5 [150104] [200140] Rifiuti costituiti da imballaggi, fusti, latte, vuoti, lattine di materiali 300
metallici per il reimpiego ferrosi e non ferrosi e acciaio anche stagnato
3.6 [200140] Pallini di piombo rifiuti 510

41
Impianti di 5.16 [110114] [110206] [110299] [160214] Apparecchi elettrici, elettrotecnici ed elettronici; rottami elettrici 200
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

disassemblaggio [160216] [200136] ed elettronici contenenti e non metalli preziosi


apparecchiature per il
recupero dei componenti
riutilizzabili
Processi di rigenerazione 7.25 [100299] [100906] [100908] [100910] Terre e sabbie esauste da fonderia di seconda fusione dei 55.000
delle sabbie di fonderia [100912] [161102] [161104] metalli ferrosi
Industria vetraria 2.1 [101112] [150107] [160120] [170202] Imballaggi, vetro di scarto e altri rifiuti e frammenti di vetro; 35.000
[191205] [200102] rottami di vetro
Industria delle costruzioni 4.1 [060902] [100601] [100602] [100809] Scorie provenienti dall’industria della metallurgia dei metalli non 200
[100811] [101003] ferrosi, ad esclusione di quelle provenienti dalla metallurgia
termica del Pb, Al e Zn, scorie dalla produzione del fosforo,
scoria cubilot
7.2 [010399] [010408] [010410] [010413] Rifiuti di rocce di cave autorizzate 4.500
7.10 [120101] [120102] [120103] [120104] Sabbie abrasive di scarto e granulati, rottami e scarti di mole 350
[120117] [120121] abrasive
7.16 [020402] [020499] [020799] Calci di defecazione 500
7.17 [010102] [010308] [010408] [010410] Rifiuti costituiti da pietrisco di vagliatura del calcare 450
[020402] [020499] [020701] [020799]
[100299]
7.18 [060314] [070199] [101304] Scarti da vagliatura latte di calce 500
7.25 [100299] [100906] [100908] [100910] Terre e sabbie esauste da fonderia di seconda fusione dei metalli 3.000
[100912] [161102] [161104] ferrosi
7.26 [070199] Rottami di quarzo puro 950
12.3 [010410] [010413] Fanghi e polveri da segagione e lavorazione pietre, marmi e 5.900
ardesie
Produzione di manufatti 2.1 [101112] [150107] [160120] [170202] Imballaggi, vetro di scarto e altri rifiuti e frammenti di vetro; 5.000
e prodotti per l’edilizia [191205] [200102] rottami di vetro
7.1 [101311] [170101] [170102] [170103] Rifiuti costituiti da laterizi, intonaci e conglomerati di cemento 120.000
[170107] [170802] [170904] [200301] armato e non, comprese le traverse e traversoni ferroviari e i pali
in calcestruzzo armato provenienti da linee ferroviarie,
telematiche ed elettriche e frammenti di rivestimenti stradali
7.5 [101099] [101299] Sabbie esauste 500
7.6 [170302] [200301] Conglomerato bituminoso, frammenti di piattelli per il tiro al volo 97.870
7.8 [060316] [070199] [161102] [161104] Rifiuti di refrattari, rifiuti di refrattari da forni per processi ad alta 5.000
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

[161106] temperatura
7.9 [161106] Scarti di refrattari a base di carburo di silicio 400
7.12 [101206] [101299] [101399] [170802] Calchi in gesso esausti 150
[200301]
7.17 [010102] [010308] [010408] [010410] Rifiuti costituiti da pietrisco di vagliatura del calcare 4.500
[020402] [020499] [020701] [020799]
[100299]
7.18 [060314] [070199] [101304] Scarti da vagliatura latte di calce 10.000
7.22 [060899] [100208] Rifiuti da abbattimento fumi di industrie siderurgiche (silica fumes) 50
7.27 [100208] [100299] Materiali fini da filtri aspirazioni polveri di fonderia di ghisa e da 370
rigenerazione sabbia
10.1 [070299] [160306] Cascami e scarti di produzione, rifiuti di polvere e granuli 3.000
11.11 [020304] [200125] Oli esausti vegetali ed animali 1.000
12.11 [100212] [120115] Fanghi da processi di pulizia manufatti in acciaio, decantazione 5.000
acque di raffreddamento dei processi dell’industria siderurgica
12.12 [100214] [100215] Fanghi da abbattimento polveri da lavorazione delle terre per 5.830
fonderie di metalli ferrosi
Produzione di manufatti 12.16 [050110] [061503] [070112] [070212] Fanghi di trattamento acque reflue industriali 2.020
e prodotti per l’edilizia [070312] [070412] [070512] [070612]
[070712] [100121] [190812] [190814]
12.17 [100208] [100214] [100215] [110110] Fanghi da trattamento acque di processo e da abbattimento 100
[110112] [110114] emissioni aeriformi da industria siderurgica e metalmeccanica
13.6 [060699] [061101] [061199] [100105] Gessi chimici da desolforazione di effluenti liquidi e gassosi 10.000
[100107] [101210]
13.11 [060899] [100811] Silicato bicalcico 3.000
Produzione di 4.1 [060902] [100601] [100602] [100809] Scorie provenienti dall’industria della metallurgia dei metalli non 200
conglomerati cementizi [100811] [101003] ferrosi, ad esclusione di quelle provenienti dalla metallurgia
termica del Pb, Al e Zn, scorie dalla produzione del fosforo,
scoria cubilot
4.4 [100201] [100202] [100903] Scorie di acciaieria, scorie provenienti dalla fusione in forni 15.000
elettrici, a combustibile o in convertitori a ossigeno di leghe di
metalli ferrosi e dai successivi trattamenti di affinazione delle stesse
5.18 [100299] Residui di minerali di ferro 8.800
7.2 [010399] [010408] [010410] [010413] Rifiuti di rocce di cave autorizzate 90.000
7.8 [060316] [070199] [161102] [161104] Rifiuti di refrattari, rifiuti di refrattari da forni per processi ad alta 15.000
[161106] temperatura
7.11 [170508] Pietrisco tolto d’opera 5.000
7.17 [010102] [010308] [010408] [010410] Rifiuti costituiti da pietrisco di vagliatura del calcare 28.000
[020402] [020499] [020701] [020799]
[100299]
7.18 [060314] [070199] [101304] Scarti da vagliatura latte di calce 230.000
7.25 [100299] [100906] [100908] [100910] Terre e sabbie esauste da fonderia di seconda fusione dei metalli 1.100
[100912] [161102] [161104] ferrosi
7.27 [100208] [100299] Materiali fini da filtri aspirazioni polveri di fonderia di ghisa e da 100
42 rigenerazione sabbia
12.1 [030302] [030305] [030309] [030310] Fanghi da industria cartaria 22.000

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


[030399]
12.3 [010410] [010413] Fanghi e polveri da segagione e lavorazione pietre, marmi e ardesie 47.540
12.4 [010410] [010413] Fanghi e polveri da segagione, molatura e lavorazione granito 47.540
13.1 [100101] [100102] [100103] [100115] Ceneri dalla combustione di carbone e lignite, anche additivati 128.000
[100117] con calcare e da cocombusione con esclusione dei rifiuti urbani
e assimilati tal quali
13.2 [100101] [100103] [100115] [100117] Ceneri dalla combustione di biomasse (paglia, vinacce) ed affini, 100
[190112] [190114] legno, pannelli, fanghi di cartiere
Produzione di 4.1 [060902] [100601] [100602] [100809] Scorie provenienti dall’industria della metallurgia dei metalli non 500
conglomerati bitumunosi [100811] [101003] ferrosi, ad esclusione di quelle provenienti dalla metallurgia
termica del Pb, Al e Zn, scorie dalla produzione del fosforo,
scoria cubilot
4.2 [100701] Scorie di fusione da recupero di metalli preziosi 8.800
Produzione di 4.4 [100201] [100202] [100903] Scorie di acciaieria, scorie provenienti dalla fusione in forni 25.000
conglomerati bitumunosi elettrici, a combustibile o in convertitori a ossigeno di leghe di
metalli ferrosi e dai successivi trattamenti di affinazione delle
stesse
7.2 [010399] [010408] [010410] [010413] Rifiuti di rocce di cave autorizzate 500
7.6 [170302] [200301] Conglomerato bituminoso, frammenti di piattelli per il tiro al volo 50.230
7.8 [060316] [070199] [161102] [116104] Rifiuti di refrattari, rifiuti di refrattari da forni per processi ad alta 400
[161106] temperatura
7.9 [161106] Scarti di refrattari a base di carburo di silicio 100
7.10 [120101] [120102] [120103] [120104] Sabbie abrasive di scarto e granulati, rottami e scarti di mole 300
[120117] [120121] abrasive
7.24 [050699] [061399] [100199] Scorie vetrose da gassificazione di carbone 100
7.25 [100299] [100906] [100908] [100910] Terre e sabbie esauste da fonderia di seconda fusione dei metalli 10.000
[100912] [161102] [161104] ferrosi
7.27 [100208] [100299] Materiali fini da filtri aspirazioni polveri di fonderia di ghisa e da 1.000
rigenerazione sabbia
10.2 [160103] Pneumatici non ricostruibili, camere d’aria non riparabili e altri 2.500
scarti di gomma
12.12 [100214] [100215] Fanghi da abbattimento polveri da lavorazione delle terre per 8.800
fonderie di metalli ferrosi
Cementifici 1 Allegato 2 [191210] Combustibile derivato da rifiuti 10.000

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


4.1 [060902] [100601] [100602] [100809] Scorie provenienti dall’industria della metallurgia dei metalli non 10.700
[100811] [101003] ferrosi, ad esclusione di quelle provenienti dalla metallurgia
termica del Pb, Al e Zn, scorie dalla produzione del fosforo,
scoria cubilot
4.4 [100201] [100202] [100903] Scorie di acciaieria, scorie provenienti dalla fusione in forni 25.000
elettrici, a combustibile o in convertitori a ossigeno di leghe di
metalli ferrosi e dai successivi trattamenti di affinazione delle
stesse
4.7 [100305] Polvere di allumina 30.000
5.14 [100210] [120101] [120102] [120103] Scaglie di laminazione e stampaggio 15.000
5.17 [100202] Loppa granulata d’altoforno non rispondente agli standard delle 25.000
norme UNI ENV 197/1
5.18 [100299] Residui di minerali di ferro 500
7.2 [010399] [010408] [010410] [010413] Rifiuti di rocce di cave autorizzate 40.000
7.4 [101203] [101206] [101208] Sfridi di laterizio cotto ed argilla espansa 2.000
7.5 [101099] [101299] Sabbie esauste 5.000
7.7 [050110] [060503] [070712] Rifiuti costituiti da carbonati e idrati di calcio, silici colloidali 2.500
7.8 [060316] [070199] [161102] [161104] Rifiuti di refrattari, rifiuti di refrattari da forni per processi ad 2.700
[161106] alta temperatura
7.10 [120101] [120102] [120103] [120104] Sabbie abrasive di scarto e granulati, rottami e scarti di mole 2.000
[120117] [120121] abrasive
Cementifici 7.11 [170508] Pietrisco tolto d’opera 2.560
7.12 [101206] [101299] [101399] [170802] Calchi in gesso esausti 1.000
[200301]
7.13 [101399] [170802] Sfridi di produzione di pannelli di gesso; demolizione edifici 9.000
7.14 [010504] [010507] [170504] Detriti di perforazione 10.000
7.15 [010504] [010507] Fanghi di perforazione 500
7.16 [020402] [020499] [020799] Calci di defecazione 300
7.17 [010102] [010308] [010408] [010410] Rifiuti costituiti da pietrisco di vagliatura del calcare 10.000
[020402] [020499] [020701] [020799]
[100299]
7.22 [060899] [100208] Rifiuti da abbattimento fumi di industrie siderurgiche (silica fumes) 3.500
7.25 [100299] [100906] [100908] [100910] Terre e sabbie esauste da fonderia di seconda fusione dei metalli 73.000
[100912] [161102] [161104] ferrosi
7.28 [160801] [160803] [160804] Supporti inerti di catalizzatori 2.000
7.30 [170506] [200303] Sabbia e conchiglie che residuano dalla vagliatura dei rifiuti 56.950
provenienti dalla pulizia degli arenili
11.2 [020399] Terre e farine fossili disoleate 1.000
12.1 [030302] [030305] [030309] [030310] Fanghi da industria cartaria 500
[030399]
12.3 [010410] [010413] Fanghi e polveri da segagione e lavorazione pietre, marmi e ardesie 61.000
12.4 [010410] [010413] Fanghi e polveri da segagione, molatura e lavorazione granito 25.000
12.5 [010413] Marmoresine 25.000
12.6 [080202] [080203] [101203] [101205] Fanghi, acque, polveri e rifiuti solidi da processi di lavorazione e 2.000
[101210] [101299] depurazione acque ed emissioni da industria ceramica 43
12.7 [010102] [010409] [010410] [010412] Fanghi costituiti da inerti 5.000
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

12.8 [060503] [061399] [070112] [070212] Fanghi da trattamento acque di processo 1.620
[070312] [070412] [070512] [070612]
[070712] [100121] [190812] [190814]
12.11 [100212] [120115] Fanghi da processi di pulizia manufatti in acciaio, decantazione 5.000
acque di raffreddamento dei processi dell’industria siderurgica
12.12 [100214] [100215] Fanghi da abbattimento polveri da lavorazione delle terre per 200
fonderie di metalli ferrosi
12.13 [190802] [190902] [190903] Fanghi da impianti di decantazione, chiarificazione e 25.000
decarbonatazione delle acque per la preparazione di acqua
potabile o di acqua addolcita, demineralizzata per uso industriale
12.14 [060503] Fanghi da trattamento sul posto degli effiuenti 1.000
12.16 [050110] [061503] [070112] [070212] Fanghi di trattamento acque reflue industriali 6.000
[070312] [070412] [070512] [070612]
[070712] [100121] [190812] [190814]
12.17 [100208] [100214] [100215] [110110] Fanghi da trattamento acque di processo e da abbattimento 12.500
[110112] [110114] emissioni aeriformi da industria siderurgica e metalmeccanica
Cementifici 13.1 [100101] [100102] [100103] [100115] Ceneri dalla combustione di carbone e lignite, anche additivati 165.000
[100117] con calcare e da cocombusione con esclusione dei rifiuti urbani
e assimilati tal quali
13.2 [100101] [100103] [100115] [100117] Ceneri dalla combustione di biomasse (paglia, vinacce) ed affini, 20.000
[190112] [190114] legno, pannelli, fanghi di cartiere
13.3 [190112] Ceneri pesanti da incenerimento di rifiuti solidi urbani e assimilati 12.000
e da CDR
13.5 [061199] [100299] Rifiuti di solfato di calcio da pigmenti inorganici 8.000
13.6 [060699] [061101] [061199] [100105] Gessi chimici da desolforazione di effluenti liquidi e gassosi 40.000
[100107] [101210]
13.7 [060314] [060503] [061399] [100324] Gessi chimici 2.000
13.9 [060503] [061399] Rifiuti di solfato di calcio da depurazione soluzioni di cloruro 500
di sodio
13.10 [060314] Biscotti fluoridrici 4.800
13.11 [060899] [100811] Silicato bicalcico 5.000
13.16 [010399] [060314] Rifiuti di minerali di bario ridotti 1.000
13.18 [060316] Polveri di ossido di ferro 5.000
13.26 [010410] [100318] [110203] [161102] Rifiuti a base di carbone costituiti da scarti di catodi anodi, 2.000
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

spezzoni di carbone amorfo, coke, calcinato di petrolio, suole di


carbone usate e materiali incombustibili dell’alluminio
13.27 [101203] [101205] [101210] Rifiuti da depurazione fumi dell’industria dei laterizi 800
Industria per la 7.25 [100299] [100906] [100908] [100910] Terre e sabbie esauste da fonderia di seconda fusione dei metalli 10.000
produzione di argilla [100912] [161102] [161104] ferrosi
espansa 11.2 [020399] Terre e farine fossili disoleate 3.000
12.7 [010102] [010409] [010410] [010412] Fanghi costituiti da inerti 2.000
12.8 [060503] [061399] [070112] [070212] Fanghi da trattamento acque di processo 4.000
[070312] [070412] [070512] [070612]
[070712] [100121] [190812] [190814]
13.2 [100101] [100103] [100115] [100117] Ceneri dalla combustione di biomasse (paglia, vinacce) ed affini, 20.000
[190112] [190114] legno, pannelli fanghi di cartiere
Industria lapidea 7.2 [010399] [010408] [010410] [010413] Rifiuti di rocce di cave autorizzate 22.000
7.3 [101201] [101206] [101208] Sfridi e scarti di prodotti ceramici crudi smaltati e cotti 46.950
7.4 [101203] [101206] [101208] Sfridi di laterizio cotto ed argilla espansa 46.950
7.11 [170508] Pietrisco tolto d’opera 5.000
Industria ceramica 4.7 [100305] Polvere di allumina 25.000
7.3 [101201] [101206] [101208] Sfridi e scarti di prodotti ceramici crudi smaltati e cotti 54.000
7.4 [101203] [101206] [101208] Sfridi di laterizio cotto ed argilla espansa 9.000
7.31 [020199] [020401] Terre da coltivo, derivanti da pulizia di materiali vegetali eduli e 5.300
dalla battitura della lana sucida
7.31-bis [170504] Terre e rocce di scavo 5.300
12.4 [010410] [010413] Fanghi e polveri da segagione, molatura e lavorazione granito 2.700
12.6 [080202] [080203] [101203] [101205] Fanghi, acque, polveri e rifiuti solidi da processi di lavorazione 73.600
[101210] [101299] e depurazione acque ed emissioni da industria ceramica
Industria dei laterizi 4.4 [100201] [100202] [100903] Scorie di acciaieria, scorie provenienti dalla fusione in forni 77.620
elettrici, a combustibile o in convertitori a ossigeno di leghe di
metalli ferrosi e dai successivi trattamenti di affinazione delle stesse
4.7 [100305] Polvere di allumina 25.000
7.3 [101201] [101206] [101208] Sfridi e scarti di prodotti ceramici crudi smaltati e cotti 1.810
7.4 [101203] [101206] [101208] Sfridi di laterizio cotto ed argilla espansa 5.000
7.15 [010504] [010507] Fanghi di perforazione 1.000
7.16 [020402] [020499] [020799] Calci di defecazione 8.000
7.19 [060314] [060316] [060399] [060499] Inerti da tinkal 2.500
7.25 [100299] [100906] [100908] [100910] Terre e sabbie esauste da fonderia di seconda fusione dei metalli 5.000
[100912] [161102] [161104] ferrosi
7.27 [100208] [100299] Materiali fini da filtri aspirazioni polveri di fonderia di ghisa e da 7.000
rigenerazione sabbia
7.31 [020199] [020401] Terre da coltivo, derivanti da pulizia di materiali vegetali eduli 2.220
e dalla battitura della lana sucida
7.31-bis [170504] Terre e rocce da scavo 2.220
11.2 [020399] Terre e farine fossili disoleate 3.000
12.1 [030302] [030305] [030309] [030310] Fanghi da industria cartaria 20.000
[030311] [030399]
44 12.4 [010410] [010413] Fanghi e polveri da segagione, molatura e lavorazione granito 7.000
12.6 [080202] [080203] [101203] [101205] Fanghi, acque, polveri e rifiuti solidi da processi di lavorazione 10.000

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


[101210] [101299] e depurazione acque ed emissioni da industria ceramica
12.7 [010102] [010409] [010410] [010412] Fanghi costituiti da inerti 50.000
12.8 [060503] [061399] [070112] [070212] Fanghi da trattamento acque di processo 4.000
[070312] [070412] [070512] [070612]
[070712] [100121] [190812] [190814]
12.11 [100212] [120115] Fanghi da processi di pulizia manufatti in acciaio, decantazione 7.000
acque di raffreddamento dei processi dell’industria siderurgica
12.12 [100214] [100215] Fanghi da abbattimento polveri da lavorazione delle terre per 6.990
fonderie di metalli ferrosi
12.13 [190802] [190902] [190903] Fanghi da impianti di decantazione, chiarificazione e 25.000
decarbonatazione delle acque per la preparazione di acqua
potabile o di acqua addolcita, demineralizzata per uso industriale
12.18 [040106] Fanghi di depurazione di acqua di risulta della lavorazione del 1.500
cuoio essiccati
Industria dei laterizi 13.1 [100101] [100102] [100103] [100115] Ceneri dalla combustione di carbone e lignite, anche additivati 3.000
[100117] con calcare e da cocombusione con esclusione dei rifiuti urbani
e assimilati tal quali
13.2 [100101] [100103] [100115] [100117] Ceneri dalla combustione di biomasse (paglia, vinacce) ed affini, 6.740
[190112] [190114] legno, pannelli, fanghi di cartiere
Utilizzo dei rifiuti per la 2.1 [101112] [150107] [160120] [170202] Imballaggi, vetro di scarto e altri rifiuti e frammenti di vetro; 2.500
formazione di rilevati e [191205] [200102] rottami di vetro
sottofondi stradali 4.1 [060902] [100601] [100602] [100809] Scorie provenienti dall’industria della metallurgia dei metalli non 500
[100811] [101003] ferrosi, ad esclusione di quelle provenienti dalla metallurgia
termica del Pb, Al e Zn, scorie dalla produzione del fosforo,
scoria cubilot
4.4 [100201] [100202] [100903] Scorie di acciaieria, scorie provenienti dalla fusione in forni 303.580
elettrici, a combustibile o in convertitori a ossigeno di leghe di
metalli ferrosi e dai successivi trattamenti di affinazione delle stesse
5.17 [100202] Loppa granulata d’altoforno non rispondente agli standard delle 1.000
norme UNI ENV 197/1
5.18 [100299] Residui di minerali di ferro 8.800
7.1 [101311] [170101] [170102] [170103] Rifiuti costituiti da laterizi, intonaci e conglomerati di cemento 120.000
[170107] [170802] [170904] [200301] armato e non, comprese le traverse e traversoni ferroviari e i pali
in calcestruzzo armato provenienti da linee ferroviarie,

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


telematiche ed elettriche e frammenti di rivestimenti stradali
7.2 [010399] [010408] [010410] [010413] Rifiuti di rocce di cave autorizzate 1.000
7.4 [101203] [101206] [101208] Sfridi di laterizio cotto ed argilla espansa 10.000
7.5 [101099] [101299] Sabbie esauste 5.000
7.6 [170302] [200301] Conglomerato bituminoso, frammenti di piattelli per il tiro al volo 85.000
7.10 [120101] [120102] [120103] [120104] Sabbie abrasive di scarto e granulati, rottami e scarti di mole 500
[120117] [120121] abrasive
7.11 [170508] Pietrisco tolto d’opera 5.000
7.16 [020402] [020499] [020799] Calci di defecazione 5.000
7.17 [010102] [010308] [010408] [010410] Rifiuti costituiti da pietrisco di vagliatura del calcare 5.000
[020402] [020499] [020701] [020799]
[100299]
7.18 [060314] [070199] [101304] Scarti da vagliatura latte di calce 500
7.25 [100299] [100906] [100908] [100910] Terre e sabbie esauste da fonderia di seconda fusione dei 1.500
[100912] [161102] [161104] metalli ferrosi
7.31 [020199] [020401] Terre da coltivo, derivanti da pulizia di materiali vegetali eduli 150.000
e dalla battitura della lana sucida
7.31-bis [170504] Terre e rocce da scavo 150.000
12.2 [170506] Fanghi di dragaggio 500
12.3 [010410] [010413] Fanghi e polveri da segagione e lavorazione pietre, marmi e 15.000
ardesie
12.4 [010410] [010413] Fanghi e polveri da segagione, molatura e lavorazione granito 66.150
Utilizzo dei rifiuti per la 12.11 [100212] [120115] Fanghi da processi di pulizia manufatti in acciaio, decantazione 2.000
formazione di rilevati e acque di raffreddamento dei processi dell’industria siderurgica
sottofondi stradali 12.15 [030199] Fanghi di cottura e da lavaggio del legno vergine 3.000
13.2 [100101] [100103] [100115] [100117] Ceneri dalla combustione di biomasse (paglia, vinacce) ed affini, 20.000
[190112] [190114] legno, pannelli, fanghi di cartiere
13.6 [060699] [061101] [061199] [100105] Gessi chimici da desolforazione di effluenti liquidi e gassosi 8.800
[100107] [101210]
Utilizzo dei rifiuti per la 4.4 [100201] [100202] [100903] Scorie di acciaieria, scorie provenienti dalla fusione in forni 15.000
copertura di discariche elettrici, a combustibile o in convertitori a ossigeno di leghe di
metalli ferrosi e dai successivi trattamenti di affinazione delle stesse
7.14 [010507] [010504] [170504] Detriti di perforazione 300
7.15 [010504] [010507] Fanghi di perforazione 300
11.2 [020399] Terre e farine fossili disoleate 3.400
12.1 [030302] [030305] [030309] [030310] Fanghi da industria cartaria 21.560
[030311] [030399]
12.3 [010410] [010413] Fanghi e polveri da segagione e lavorazione pietre, marmi e 20.000
ardesie
Rigenerazione cartucce 13.20 [080318] [160216] Gruppo cartuccia toner per stampante laser; contenitori toner 100
toner e inchiostri per per fotocopiatrici, cartucce per stampanti fax e calcolatrici a getto
stampa di inchiostro; cartucce nastro per stampanti ad aghi
Rigenerazione macchine 13.22 [090110] [090112] Macchine fotografiche monouso 10
fotografiche monouso
45
Processi di recupero 5.3 [160803] [160804] Catalizzatori esausti a base di: nichel, ossido di nichel, 20
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

dei catalizzatori nichel/molibdeno, nichel/raney, molibdeno, cobalto,


cobalto/molibdeno, ossido di manganese, rame, ferro, zinco/ferro,
silico alluminati, sottoposti a lavaggio e disattivazione ai fini
della sicurezza
5.5 [160801] Marmitte catalitiche esauste contenenti metalli preziosi 100
Utilizzo dei rifiuti per i 4.4 [100201] [100202] [100903] Scorie di acciaieria, scorie provenienti dalla fusione in forni 303.590
recuperi ambientali elettrici, a combustibile o in convertitori a ossigeno di leghe di
metalli ferrosi e dai successivi trattamenti di affinazione delle stesse
5.17 [100202] Loppa granulata d’altoforno non rispondente agli standard delle 3.000
norme UNI ENV 197/1
7.1 [101311] [170101] [170102] [170103] Rifiuti costituiti da laterizi, intonaci e conglomerati di cemento 120.000
[170107] [170802] [170904] [200301] armato e non, comprese le traverse e traversoni ferroviari e i pali
in calcestruzzo armato provenienti da linee ferroviarie,
telematiche ed elettriche e frammenti di rivestimenti stradali
7.2 [010399] [010408] [010410] [010413] Rifiuti di rocce di cave autorizzate 15.000
Utilizzo dei rifiuti per i 7.4 [101203] [101206] [101208] Sfridi di laterizio cotto ed argilla espansa 500
recuperi ambientali 7.11 [170508] Pietrisco tolto d’opera 2.500
7.14 [010502] [010599] [170504] Detriti di perforazione 20.000
7.15 [010504] [010507] Fanghi di perforazione 20.000
7.16 [020402] [020499] [020799] Calci di defecazione 60.000
7.17 [010102] [010308] [010408] [010410] Rifiuti costituiti da pietrisco di vagliatura del calcare 60.000
[020402] [020499] [020701] [020799]
[100299]
7.18 [060314] [070199] [101304] Scarti da vagliatura latte di calce 20.000
7.30 [170506] [200303] Sabbia e conchiglie che residuano dalla vagliatura dei rifiuti 30.000
provenienti dalla pulizia degli arenili
7.31 [020199] [020401] Terre da coltivo, derivanti da pulizia di materiali vegetali eduli e 150.000
dalla battitura della lana sucida
7.31-bis [170504] Terre e rocce da scavo 150.000
11.2 [020399] Terre e farine fossili disoleate 1.000
12.1 [030302] [030305] [030309] [030310] Fanghi da industria cartaria 20.000
[030399]
12.2 [170506] Fanghi di dragaggio 500
12.3 [010410] [010413] Fanghi e polveri da segagione e lavorazione pietre, marmi e 67.460
ardesie
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

12.4 [010410] [010413] Fanghi e polveri da segagione, molatura e lavorazione granito 50.000
12.7 [010102] [010409] [010410] [010412] Fanghi costituiti da inerti 50.000
12.9 [101103] Fango secco di natura sabbiosa 20.000
12.15 [030199] Fanghi di cottura e da lavaggio del legno vergine 3.000
13.2 [100101] [100103] [100115] [100117] Ceneri dalla combustione di biomasse (paglia, vinacce) ed affini, 1.000
[190112] [190114] legno, pannelli, fanghi di cartiere
13.6 [060699] [061101] [061199] [100105] Gessi chimici da desolforazione di effluenti liquidi e gassosi 5.000
[100107] [101210]
13.7 [060314] [060503] [061399] [100324] Gessi chimici 500
13.11 [060899] [100811] Silicato bicalcico 5.000
Produzione di 14.1 [070213] [150101] [150102] [150103] Rifiuti solidi urbani o speciali non pericolosi ad esclusione delle 80.000
combustibile derivato [150105] [150106] [160103] [160119] frazioni derivanti da raccolta differenziata
dai rifiuti (CDR) [170201] [170203] [190501] [191201]
[191204] [191210] [191212] [200203]
[200301]
Produzione di biogas 15.1 [020106] [020204] [020305] [020403] Frazione organica da RSU e rifiuti speciali non pericolosi a matrice 10.000
[020502] [020603] [020702] [020705] organica, recuperabili con processi di digestione anaerobica
[030309] [030310] [030311] [190805]
[200108] [200201] [200302]
Messa in riserva 1.1 [150101] [150105] [150106] [200101] Rifiuti di carta, cartone, cartoncino, inclusi poliaccoppiati anche 18.000
di imballaggi
1.2 [150203] Scarti di pannolini e assorbenti 500
2.1 [101112] [150107] [160120] [170202] Imballaggi, vetro di scarto e altri rifiuti e frammenti di vetro; 120.000
[191205] [200302] rottami di vetro
2.2 [150107] [200102] Vetro di scarto e frammenti di vetro da ricerca medica e veterinaria 1.000
2.3 [101199] Rottame fine di cristallo 1.500
2.4 [170202] [200102] Rifiuti di fibre di vetro 6.290
Messa in riserva 3.1 [100210] [100299] [120101] [120102] Rifiuti di ferro, acciaio e ghisa 160.000
[120199] [150104] [160117] [170405]
[190102] [190118] [191202] [200140]
3.2 [100899] [110501] [110599] [120103] Rifiuti di metalli non ferrosi e loro leghe 28.000
[120104] [120199] [150104] [170401]
[170402] [170403] [170404] [170406]
[170407] [191002] [191203] [200140]
3.3 [150104] [150105] [150106] [191203] Sfridi o scarti di imballaggio in alluminio, e di accoppiati carta, 4.800
plastica e metallo
3.4 [110299] [120103] [120104] [200140] Rifiuti e rottami di metalli preziosi e loro leghe 500
3.5 [150104] [200140] Rifiuti costituiti da imballaggi, fusti, latte, vuoti, lattine di materiali 20.000
ferrosi e non ferrosi e acciaio anche stagnato
3.6 [200401] Pallini di piombo rifiuti 2.000
3.7 [110299] [120103] [120199] Rifiuti di lavorazione, molatura e rottami di metalli duri 5.000
3.8 [120103] [120104] [150203] [190812] Puliture di industrie dei metalli preziosi 500
[190814]
3.9 [100701] [100702] [161102] [161104] Rifiuti costituiti da refrattari, crogioli e scorie vetrose dì fusione 8.000
46 dei metalli preziosi
3.10 [160605] [200134] Pile all’ossido di argento esauste 10

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


3.11 [090107] Rifiuti costituiti da pellicole e carte per fotografia contenenti 100
argento e suoi composti
3.12 [110299] [120103] [120104] [200140] Rottami metallici e plastici contenenti metalli preziosi (Au, Ag, Pt, 7.170
Pd, Rh, Ru, Ir, ecc.)
4.1 [060902] [100601] [100602] [100809] Scorie provenienti dall’industria della metallurgia dei metalli non 3.500
[100811] [101003] ferrosi, ad esclusione di quelle provenienti dalla metallurgia
termica del Pb, Al e Zn, scorie dalla produzione del fosforo,
scoria cubilot
4.3 [100601] [100602] [100699] Schiumature, granelle e colaticci di rame secondario e sue leghe 30
4.4 [100201] [100202] [100903] Scorie di acciaieria, scorie provenienti dalla fusione in forni 3.500
elettrici, a combustibile o in convertitori a ossigeno di leghe di
metalli ferrosi e dai successivi trattamenti di affinazione delle stesse
4.5 [110502] Schiumature povere di Zn 150
4.6 [110299] [110599] Polveri di zinco e colaticci di recupero 40
4.7 [100305] Polvere di allumina 860
5.1 [160106] [160116] [160117] [160118] Parti di autoveicoli, di veicoli a motore, di rimorchi e simili, 5.000
[160122] risultanti da operazioni di messa in sicurezza di cui all’art. 46 del
decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 e successive modifiche
e integrazioni e al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, e
privati di pneumatici e delle componenti plastiche recuperabili
Messa in riserva 5.2 [160106] [160116] [160117] [160118] Parti di mezzi mobili rotabili per trasporti terrestri prive di amianto 6.300
[160122] e risultanti da operazioni di messa in sicurezza autorizzate ai
sensi dell’art. 28 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22
e successive modifiche e integrazioni
5.3 [160803] [160804] Catalizzatori esausti a base di: nichel, ossido di nichel, 25
nichel/molibdeno, nichel/raney, molibdeno, cobalto,
cobalto/molibdeno, ossido di manganese, rame, ferro, zinco/ferro,
silico alluminati, sottoposti a lavaggio e disattivazione ai fini della
sicurezza
5.4 [160801] Catalizzatori esausti a base di: Pt, Pd, Rh, Ru, Ir, Au, Ag, etc. su 25
supporto interte di carbone, allumina, silicati, zeolite, carbonato
di calcio, solfato di bario, materiale refrattario, etc., sottoposti a
lavaggio e disattivati ai fini della sicurezza
5.5 [160801] Marmitte catalitiche esauste contenenti metalli preziosi 10

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


5.6 [160214] [160216] [200136] [200140] Rottami elettrici ed elettronici contenenti e non metalli preziosi 20.000
5.7 [160216] [170402] [170411] Spezzoni di cavo con il conduttore di alluminio 750
5.8 [160118] [160122] [160216] [170401] Spezzoni di cavo di rame ricoperto 1.000
[170411]
5.9 [160216] [170411] Spezzoni di cavo di fibra ottica ricoperta di tipo dielettrico (a), 100
semidielettrico (b), e metallico (c)
5.10 [110299] [120103] [120104] [120199] Fini di ottone e fanghi di molazza 100
5.11 [100699] [101099] Terra di rame e di ottone 200
5.12 [101003] [101010] [101012] Rifiuto di trattamento di scorie di ottone 100
5.13 [101099] Ferro da cernita calamita 10
5.14 [100210] [120101] [120102] [120103] Scaglie di laminazione e stampaggio 21.420
5.16 [110114] [110206] [110299] [160214] Apparecchi elettrici, elettrotecnici ed elettronici; rottami elettrici 590
[160216] [200136] ed elettronici contenenti e non metalli preziosi
5.18 [100299] Residui di minerali di ferro 1.870
5.19 [160214] [160216] [200136] Apparecchi domestici, apparecchiature e macchinari 1.500
post-consumo non contenenti sostanze lesive dell’ozono
stratosferico di cui alla legge 549/93 o HFC
6.1 [020104] [150102] [170203] [191204] Rifiuti di plastica; imballaggi usati in plastica compresi i 7.700
[200139] contenitori per liquidi, con esclusione dei contenitori per
fitofarmaci e per presidi medico-chirurgici
6.2 [070213] [120105] [160119] [160216] Sfridi, scarti, polveri e rifiuti di materie plastiche e fibre sintetiche 3.500
[160306] [170203]
6.3 [070212] Fanghi polimerici di ABS 520
6.4 [070299] [190905] Resine a scambio ionico esauste 100
6.5 [070213] [120105] [160119] Paraurti e plance di autoveicoli in materie plastiche 100
6.6 [070213] [120105] [160119] Imbottiture sedili in poliuretano espanso 100
6.7 [070299] Scaglie di alcool polivinico 1.000
Messa in riserva 6.8 [070299] Polvery di “buffing” e cascami di tessuto non tessuto 1. 000
6.11 [070213] [070299] [120105] [160119] Pannelli sportelli auto 500
6.12 [070199] [070299] Rifiuti di caprolattame 50
7.1 [101311] [170101] [170102] [170103] Rifiuti costituiti da laterizi, intonaci e conglomerati di cemento 67.360
[170107] [170802] [170904] [200301] armato e non, comprese le traverse e traversoni ferroviari e i pali
in calcestruzzo armato provenienti da linee ferro viarie,
telematiche ed elettriche e frammenti di rivestimenti stradali,
purché privi di amianto
7.2 [010399] [010408] [010410] [010413] Rifiuti di rocce di cave autorizzate 10.000
7.3 [101201] [101206] [101208] Sfridi e scarti di prodotti ceramici crudi smaltati e cotti 15.000
7.4 [101203] [101206] [101208] Sfridi di laterizio cotto ed argilla espansa 1.200
7.5 [101099] [101299] Sabbie esauste 500
7.6 [170302] [200301] Conglomerato bituminoso, frammenti di piattelli per il tiro al volo 97.870
7.7 [050110] [060503] [070712] Rifiuti costituiti da carbonati e idrati di calcio, silici colloidali 500
7.8 [060316] [070199] [161102] [161104] Rifiuti di refrattari, rifiuti di refrattari da forni per processi ad 2.500
[161106] alta temperatura
7.9 [161106] Scarti di refrattari a base di carburo di silicio 500
47
7.10 [120101] [120102] [120103] [120104] Sabbie abrasive di scarto e granulati, rottami e scarti di mole 500
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

[120117] [120121] abrasive


7.11 [170508] Pietrisco tolto d’opera 12.820
7.12 [101206] [101299] [101399] [170802] Calchi in gesso esausti 400
[200301]
7.13 [101399] [170802] Sfridi di produzione di pannelli di gesso; demolizione edifici 5.000
7.14 [010504] [010507] [170504] Detriti di perforazione 2.500
7.15 [010504] [010507] Fanghi di perforazione 4.900
7.16 [020402] [020499] [020799] Calci di defecazione 40.000
7.17 [010102] [010308] [010408] [010410] Rifiuti costituiti da pietrisco di vagliatura del calcare 490
[020402] [020499] [020701] [020799]
[100299]
7.18 [060314] [070199] [101304] Scarti da vagliatura latte di calce 1.000
7.19 [060314] [060316] [060399] [060499] Inerti da tinkal 100
7.20 [161102] [161104] [160216] Rifiuti e rottami di cermets 700
7.22 [060899] [100208] Rifiuti da abbattimento fumi di industrie siderurgiche (silica fumes) 300
7.23 [020102] [020203] [200303] Conchiglie 500
7.25 [100299] [100906] [100908] [100910] Terre e sabbie esauste da fonderia di seconda fusione dei metalli 700
[100912] [161102] [161104] ferrosi
7.27 [100208] [100299] Materiali fini da filtri aspirazioni polveri di fonderia di ghisa e da 2.060
rigenerazione sabbia
7.28 [160801] [160803] [160804] Supporti inerti di catalizzatori 10
7.29 [170604] Rifiuti di lana di vetro e lana di roccia 20
7.30 [170506] [200303] Sabbia e conchiglie che residuano dalla vagliatura dei rifiuti 8.000
provenienti dalla pulizia degli arenili
Messa in riserva 7.31 [020199] [020401] Terre da coltivo, derivanti da pulizia di materiali vegetali eduli 47.760
e dalla battitura della lana sucida
7.31-bis [170504] Terre e rocce da scavo 47.760
8.2 [040221] [040222] Peluria e pelucchi tessili 930
8.4 [040209] [040221] [040222] [160122] Rifiuti di materiali tessili compositi e della lavorazione di fibre 1.000
[200110] [200111] naturali, sintetiche e artificiali
8.5 [040109] [040199] Trucioli, ritagli e altri rifiuti di cuoio 50
8.6 [040108] [040109] Scarti solidi conciati al vegetale 25
8.7 [040108] [040199] Rifiuti di smerigliatura, rasatura 1.630
8.8 [040108] [040199] Carniccio di scarnatura, spaccatura e pessamatura in pelo 1.630
8.9 [191208] [200110] [200111] Indumenti, accessori di abbigliamento ed altri manufatti tessili 500
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

confezionati post-consumo
9.1 [030101] [030105] [030199] [150103] Scarti di legno e sughero, imballaggi di legno 87.500
[170201] [191207] [200138] [200301]
9.2 [030101] [030105] Scarti di legno e sughero, imballaggi di legno 15.000
9.5 [030199] Black liquor 1.760
9.6 [030199] Rifiuti di carte decorative impregnate 1.000
10.1 [070299] [160306] Cascami e scarti di produzione, rifiuti di polvere e granuli 1.000
10.2 [160103] Pneumatici non ricostruibili, camere d’aria non riparabili e altri 7.680
scarti di gomma
11.2 [020399] Terre e farine fossili disoleate 1.190
11.6 [020703] Tartaro grezzo 20
11.7 [020702] [020799] Vinacce e fecce esauste 560
11.8 [040221] Guscetta di cotone 280
11.9 [020299] [040199] Rifiuti di cloruro di sodio 500
11.11 [020304] [200125] Oli esausti vegetali ed animali 1.500
11.12 [020303] Sansa esausta di oliva (polpa o farina) 8.430
11.13 [020304] Scarti e sfridi di granaglia per uso zootecnico 680
11.14 [020299] [060314] Reflui di cloruro di sodio in soluzione 300
12.1 [030302] [030305] [030309] [030310] Fanghi da industria cartaria 300
[030311] [030399]
12.2 [170506] Fanghi di dragaggio 38.940
12.3 [010410] [010413] Fanghi e polveri da segagione e lavorazione pietre, marmi e 15.000
ardesie
12.4 [010410] [010413] Fanghi e polveri da segagione, molatura e lavorazione granito 8.000
12.5 [010413] Marmoresine 1.210
12.6 [080202] [080203] [101203] [101205] Fanghi, acque, polveri e rifiuti solidi da processi di lavorazione 2.000
[101210] [101299] e depurazione acque ed emissioni da industria ceramica
12.7 [010102] [010409] [010410] [010412] Fanghi costituiti da inerti 3.000
12.8 [060503] [061399] [070112] [070212] Fanghi da trattamento acque di processo 210
[070312] [070412] [070512] [070612]
[070712] [100121] [190812] [190814]
12.9 [101103] Fango secco di natura sabbiosa 2.500
12.10 [040220] Fanghi da lavorazione lana sucida 7.100
Messa in riserva 12.11 [100212] [120115] Fanghi da processi di pulizia manufatti in acciaio, decantazione 270
acque di raffreddamento dei processi dell’industria siderurgica
12.12 [100214] [100215] Fanghi da abbattimento polveri da lavorazione delle terre per 3.000
fonderie di metalli ferrosi
12.13 [190802] [190902] [190903] Fanghi da impianti di decantazione, chiarificazione e 500
decarbonatazione delle acque per la preparazione di acqua
potabile o di acqua addolcita, demineralizzata per uso industriale
12.14 [060503] Fanghi da trattamento sul posto degli effluenti 100
12.15 [030199] Fanghi di cottura e da lavaggio del legno vergine 100
12.16 [050110] [061503] [070112] [070212] Fanghi di trattamento acque reflue industriali 50
[070312] [070412] [070512] [070612]
48 [070712] [100121] [190812] [190814]
12.17 [100208] [100214] [100215] [110110] Fanghi da trattamento acque di processo e da abbattimento 60

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


[110112] [110114] emissioni aeriformi da industria siderurgica e metalmeccanica
13.1 [100101] [100102] [100103] [100115] Ceneri dalla combustione di carbone e lignite, anche additivati 5.110
[100117] con calcare e da cocombusione con esclusione dei rifiuti urbani
e assimilati tal quali
13.2 [100101] [100103] [100115] [100117] Ceneri dalla combustione di biomasse (paglia, vinacce) ed affini, 1.890
[190112] [190114] legno, pannelli, fanghi di cartiere
13.4 [100602] Abrasivo granulato 170
13.5 [061199] [100299] Rifiuti di solfato di calcio da pigmenti inorganici 2.060
13.6 [060699] [061101] [061199] [100105] Gessi chimici da desolforazione di effluenti liquidi e gassosi 7.110
[100107] [101210]
13.7 [060314] [060503] [061399] [100324] Gessi chimici 500
13.8 [060314] [060503] Anidrite 500
13.9 [060503] [061399] Rifiuti di solfato di calcio da depurazione soluzioni di cloruro 500
di sodio
13.10 [060314] Biscotti fluoridrici 1.090
13.11 [060899] [100811] Silicato bicalcico 20
13.15 [060314] [070599] Rifiuti di bario solfato grezzo 1.090
13.16 [010399] [060314] Rifiuti di minerali di bario ridotti 1.090
13.18-bis [010308] Polveri di ossidi di ferro fuori specifica 15.000
13.20 [080318] [160216] Gruppo cartuccia toner per stampante laser; contenitori toner 80
per fotocopiatrici, cartucce per stampanti fax e calcolatrici a
getto di inchiostro; cartucce nastro per stampanti ad aghi
13.22 [090110] [090112] Macchine fotografiche monouso 10
13.26 [010410] [100318] [110203] [161102] Rifiuti a base di carbone costituiti da scarti di catodi anodi, 190
spezzoni di carbone amorfo, coke, calcinato di petrolio, suole di
carbone usate e materiali incombustibili dell’alluminio
13.27 [101203] [101205] [101210] Rifiuti da depurazione fumi dell’industria dei laterizi 310
Messa in riserva 14.1 [070213] [150101] [150102] [150103] Rifiuti solidi urbani o speciali non pericolosi ad esclusione delle 7.000
[150105] [150106] [160103] [160119] frazioni derivanti da raccolta differenziata
[170201] [170203] [190501] [191201]
[191204] [191210] [191212] [200203]
[200301]
15.1 [020106] [020204] [020305] [020403] Frazione organica da RSU e rifiuti speciali non pericolosi a matrice 1.640
[020502] [020603] [020702] [020705] organica, recuperabili con processi di digestione anaerobica

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


[030309] [030310] [030311] [190805]
[200108] [200201] [200302]
16.1, lett. a) [200108] [200302] Frazione organica dei rifiuti solidi urbani raccolta separatamente 4.600
16.1, lett. b) [020103] Rifiuti vegetali di coltivazioni agricole 500
16.1, lett. c) [030101] [030105] [030301] Segatura, trucioli, frammenti di legno, di sughero 1.500
16.1, lett. d) [020304] [020501] [020701] [020702] Rifiuti vegetali derivanti da attività agro-industriali 1.000
[020704]
16.1, lett. e) [040221] Rifiuti tessili di origine vegetale: cascami e scarti di cotone, 500
cascami e scarti di lino, cascami e scarti di iuta, cascami e
scarti di canapa
16.1, lett. f) [040221] Rifiuti tessili di origine animale: cascami e scarti di lana, 500
cascami e scarti di seta
16.1, lett. g) [020106] Deiezioni animali da sole o in miscela con materiale di lettiera 50
o frazioni della stessa ottenute attraverso processi di separazione
16.1, lett. h) [030101] [030199] [150103] [200138] Scarti di legno non impregnato 2.000
16.1, lett. i) [150101] [200101] Carta e cartone nelle forme usualmente commercializzate 500
16.1, lett. j) [030309] [030310] [030311] Fibra e fanghi di carta 500
16.1, lett. l) [200201] Rifiuti ligneo cellulosici derivanti dalla manutenzione del verde 10.000
17.1 [150101] [150102] [150103] [150105] Rifiuti solidi urbani ed assimilati ad esclusione delle frazioni 4.000
[150106] [160103] [160119] [170201] omogenee derivanti da raccolta differenziata; combustibile da
[170203] [191210] [200203] [200301] rifiuti (CDR) di cui al precedente punto 14
18.2 [040101] [040221] [040222] Scarti, peluria, pelucchi di lana e altre fibre di origine animale, 1.300
rifilature e scarti di pelo
18.3 [040101] Scarti solidi della lavorazione conciaria 100
18.7 [020402] Calce di defecazione e ceneri di calce 65.230
1 Allegato 2 [191210] Combustibile derivato da rifiuti (CDR) 9.700
3 Allegato 2 [020103] [020107] [020301] [020303] Scarti vegetali 35.000
[020304] [020701] [020704]
4 Allegato 2 [030101] [030105] [030301] [150103] Rifiuti della lavorazione del legno e affini non trattati 35.000
[170201] [200138]
6 Allegato 2 [030105] [200138] Rifiuti della lavorazione del legno e affini trattati 5.000
9 Allegato 2 [030307] [030310] Scarti di pulper 330
Produzione di materie 1.1 [150101] [150105] [150106] [200101] Rifiuti di carta, cartone, cartoncino, inclusi poliaccoppiati anche 64.260
prime secondarie per di imballaggi
l’industria cartaria 1.2 [150203] Scarti di pannolini e assorbenti 500
Produzione di materie 2.1 [101112] [150107] [160120] [170202] Imballaggi, vetro di scarto e altri rifiuti e frammenti di vetro; 3.000
prime secondarie per [191205] [200102] rottami di vetro
l’industria vetraria 2.2 [150107] [200102] Vetro di scarto e frammenti di vetro da ricerca medica e veterinaria 490
Produzione di materie 3.1 [100210] [100299] [120101] [120102] Rifiuti di ferro, acciaio e ghisa 160.000
prime secondarie per [120199] [150104] [160117] [170405]
l’industria metallurgica [190102] [190118] [191202] [200140]
3.2 [100899] [110501] [110599] [120103] Rifiuti di metalli non ferrosi e loro leghe 66.410
[120104] [120199] [150104] [170401]
[170402] [170403] [170404] [170406]
[170407] [191002] [191203] [200140] 49
Produzione di materie 6.1 [020104] [150102] [170203] [191204] Rifiuti di plastica; imballaggi usati in plastica compresi i 64.720
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

prime secondarie per [200139] contenitori per liquidi, con esclusione dei contenitori per
l’industria delle materie fitofarmaci e per presidi medico-chirurgici
plastiche 6.2 [070213] [120105] [160119] [160216] Sfridi, scarti, polveri e rifiuti di materie plastiche e fibre sintetiche 5.000
[160306] [170203]
Produzione di materie 8.4 [040209] [040221] [040222] [160122] Rifiuti di materiali tessili compositi e della lavorazione di fibre 4.000
prime secondarie per [200110] [200111] naturali, sintetiche e artificiali
l’industria tessile
Impianti di frantumazione 5.1 [160106] [160116] [160117] [160118] Parti di autoveicoli, di veicoli a motore, di rimorchi e simili, 118.000
[160122] risultanti da operazioni di messa in sicurezza di cui all’articolo 46
del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 e successive
modifiche e integrazioni e al decreto legislativo 24 giugno 2003,
n. 209 e privati di pneumatici e delle componenti plastiche
recuperabili
5.19 [160214] [160216] [200136] Apparecchi domestici, apparecchiature e macchinari 40.690
post-consumo non contenenti sostanze lesive dell’ozono
stratosferico di cui alla legge 549/1993 o HFC

Allegato 4
Suballegato 2
Determinazione delle quantità massime di rifiuti non pericolosi di cui all’allegato 2, Suballegato 1, del Dm 5 febbraio 1998

Attività di recupero Tipologia Codice rifiuto Descrizione Quantità (t/a)


Utilizzo dei rifiuti come 1 [191210] CDR 25.000
combustibile o come 2 [190699] Biogas (impianti dedicati o impianti industariali) 214.250
altro mezzo per 3 [020103] [020107] [020301] [020303] Scarti vegetali 25.000
produrre energia in [020304] [020701] [020704]
impianti dedicati 4 [030101] [030105] [030301] [150103] Rifiuti della lavorazione del legno e affini non trattati 36.000
[170201] [200138]
5 [040221] Rifiuti da fibra tessile 15.000
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

6 [030105] [200138] Rifiuti della lavorazione del legno e affini trattati 13.700
7 [020304] Rifiuti della lavorazione del tabacco 20.000
9 [030307] [030310] Scarti di pulper 9.000
10 [190805] Fanghi essiccati di depurazione di acque reflue 15.000
12 [030302] [030305] [030309] [030310] Fanghi essiccati di depurazione di acque dell’industria cartaria 10.000
[030311]
13 [160306] Residuo di carbon fossile, residui di coke metallurgico (in impianti 30.000
dedicati al recupero energetico dei rifiuti di potenza termica
nominale non inferiore a 20 MW)
14 [020106] Pollina (impianti dedicati al recupero energetico di rifiuti di 70.000
potenza termica nominale non inferiore a 6 MW)
Utilizzo dei rifiuti come 1 [191210] CDR 25.000
combustibile o come 2 [190699] Biogas (motori fissi a combustione interna) 11.300 mc
altro mezzo per 3 [020103] [020107] [020301] [020303] Scarti vegetali 500
produrre energia in [020304] [020701] [020704]
impianti industriali 4 [030101] [030105] [030301] [150103] Rifiuti della lavorazione del legno e affini non trattati 40.000
[170201] [200138]
6 [030105] [200138] Rifiuti della lavorazione del legno e affini trattati 80.000
7 [020304] Rifiuti della lavorazione del tabacco 20
9 [030307] [030310] Scarti di pulper 150.000

Allegato 5 ge 18 maggio 1989, n. 183 e suc- c) idonea recinzione. Il settore della messa in riserva de-
cessive modificazioni. ve essere organizzato in aree di-
Norme tecniche generali per 3. Organizzazione. stinte per ciascuna tipologia di ri-
2. Dotazioni minime. Nell’impianto devono essere di- fiuto individuata dal presente de-
gli impianti di recupero che L’impianto deve essere provvisto stinte le aree di stoccaggio dei ri- creto ed opportunamente separate.
effettuano l’operazione di di: fiuti da quelle utilizzate per lo
messa in riserva dei rifiuti a) adeguato sistema di canalizza- stoccaggio delle materie prime. 4. Stoccaggio in cumuli.
non pericolosi. zione e raccolta delle acque me- Deve essere distinto il settore per Ove la messa in riserva dei rifiuti
teoriche; il conferimento da quello di messa avvenga in cumuli, questi devono
1. Ubicazione. b) adeguato sistema di raccolta dei in riserva. essere realizzati su basamenti pa-
Gli impianti che effettuano unica- reflui; in caso di stoccaggio di ri- La superficie del settore di conferi- vimentati o, qualora sia richiesto
mente l’operazione di messa in ri- fiuti che contengono sostanze o- mento deve essere pavimentata e dalle caratteristiche del rifiuto, su
serva, ad eccezione degli impianti leose nelle concentrazioni consen- dotata di sistemi di raccolta dei re- basamenti impermeabili resistenti
esistenti, ferme restando le norme tite dal presente decreto, il siste- flui che in maniera accidentale all’attacco chimico dei rifiuti che
vigenti in materia di vincoli per l’u- ma di raccolta e allontanamento possano fuoriuscire dagli auto- permettono la separazione dei ri-
bicazione degli impianti di gestio- dei reflui deve essere provvisto di mezzi e/o dai serbatoi. La superfi- fiuti dal suolo sottostante.
ne dei rifiuti, non devono essere u- separatori per oli; ogni sistema de- cie dedicata al conferimento deve L’area deve avere una pendenza
bicati in aree esondabili, instabili e ve terminare in pozzetti di raccolta avere dimensioni tali da consentire tale da convogliare gli eventuali li-
alluvionabili, comprese nelle fasce “a tenuta” di idonee dimensioni, il un’agevole movimentazione dei quidi in apposite canalette e in
A e B individuate nei piani di as- cui contenuto deve essere avviato mezzi e delle attrezzature in in- pozzetti di raccolta “a tenuta” di
50 setto idrogeologico di cui alla leg- agli impianti di trattamento; gresso ed in uscita. capacità adeguate, il cui contenuto
deve essere periodicamente avvia- mobile deve riservare un volume no di strutture fisse, la sovrapposi- stesse tipologie di rifiuti, devono

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


to all’impianto di trattamento. residuo di sicurezza pari al 10%, zione diretta non deve superare i essere sottoposti a trattamenti di
Lo stoccaggio in cumuli di rifiuti ed essere dotato di dispositivo an- tre piani. bonifica appropriati alle nuove uti-
che possano dar luogo a formazio- titraboccamento o da tubazioni di I contenitori devono essere rag- lizzazioni.
ni di polveri deve avvenire in aree troppo pieno e di indicatori e di al- gruppati per tipologie omogenee di
confinate; tali rifiuti devono essere larmi di livello. rifiuti e disposti in maniera tale da 8. Criteri di gestione.
protetti dalle acque meteoriche e Gli sfiati dei serbatoi che conten- consentire una facile ispezione I rifiuti da recuperare devono esse-
dall’azione del vento a mezzo di gono sostanze volatili e/o rifiuti li- (passo d’uomo), l’accertamento di re stoccati separatamente dai ri-
appositi sistemi di copertura an- quidi devono essere captati ed in- eventuali perdite e la rapida rimo- fiuti derivanti dalle operazioni di
che mobili. viati ad apposito sistema di abbat- zione di eventuali contenitori dan- recupero e destinati allo smalti-
timento. neggiati. mento, da quelli destinati ad ulte-
5. Stoccaggio in contenitori e ser- I contenitori e/o serbatoi devono riori operazioni di recupero. Lo
batoi fuori terra. essere posti su superficie pavi- 6. Stoccaggio in vasche fuori terra. stoccaggio dei rifiuti deve essere
I contenitori o serbatoi fissi o mo- mentata e dotati di bacini di conte- Le vasche devono possedere ade- realizzato in modo da non modifi-
bili utilizzati per lo stoccaggio dei nimento di capacità pari al serba- guati requisiti di resistenza in rela- care le caratteristiche del rifiuto
rifiuti devono possedere adeguati toio stesso oppure, nel caso che zione alle proprietà chimico-fisi- compromettendone il successivo
requisiti di resistenza in relazione nello stesso bacino di contenimen- che del rifiuto. Le vasche devono recupero.
alle proprietà chimico-fisiche del to vi siano più serbatoi, la capacità essere attrezzate con coperture La movimentazione e lo stoccaggio
rifiuto. del bacino deve essere pari ad al- atte ad evitare che le acque me- dei rifiuti deve avvenire in modo
I contenitori e i serbatoi devono meno il 30% del volume totale dei teoriche vengano a contatto con i che sia evitata ogni contaminazio-
essere provvisti di sistema di chiu- serbatoi, in ogni caso non inferiore rifiuti. ne del suolo e dei corpi ricettori
sura, accessori e dispositivi atti ad al volume del serbatoio di maggio- Le vasche devono essere provviste superficiali e/o profondi.
effettuare in condizioni di sicurez- re capacità, aumentato del 10% e, di sistemi in grado di evidenziare e Devono essere adottate tutte le
za le operazioni di riempimento, in ogni caso, dotato di adeguato contenere eventuali perdite; le e- cautele per impedire la formazione
travaso e svuotamento. sistema di svuotamento. ventuali emissioni gassose devono degli odori e la dispersione di ae-
Le manichette ed i raccordi dei tu- I rifiuti che possono dar luogo a essere captate ed inviate ad appo- rosol e di polveri; nel caso di for-
bi utilizzati per il carico e lo scari- fuoriuscita di liquidi devono essere sito sistema di abbattimento. mazione di emissioni gassose o
co dei rifiuti liquidi contenuti nelle collocati in contenitori a tenuta, polveri l’impianto deve essere for-
cisterne devono essere mantenuti corredati da idonei sistemi di rac- 7. Bonifica dei contenitori. nito di idoneo sistema di captazio-
in perfetta efficienza al fine di evi- colta per i liquidi. I recipienti fissi o mobili, utilizzati ne ed abbattimento delle stesse.
tare dispersioni nell’ambiente. Lo stoccaggio dei fusti o cisternet- all’interno degli impianti, e non de-
Il contenitore o serbatoio fisso o te deve essere effettuato all’inter- stinati ad essere reimpiegati per le

Il contesto normativo tre, essenziale:

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


Con il Dm 5 aprile 2006, n. 186, vengono ri- – sia per la nuova definizione di recupero da
il commento scritte molte delle disposizioni tecniche che di- questo introdotta, cioè “le operazioni che uti-
sciplinano il cd. “recupero agevolato” di rifiuti lizzano rifiuti per generare materie prime
non pericolosi, la cui procedura amministrati- secondarie, combustibili o prodotti, attraver-
Rifiuti non pericolosi: ufficiali va era riportata negli articoli 31 e 33, Dlgs 5 so trattamenti meccanici, termici, chimici o
febbraio 1997, n. 22 (“Decreto Ronchi”), re- biologici, incluse la cernita o la selezione, e
le quantità massime centemente sostituiti dagli articoli 214 e 216, in particolare, le operazioni di cui all’Alle-
recuperabili in ogni impianto Parte IV, del Dlgs 3 aprile 2006 n. 152 (cd. gato C” – si veda l’articolo 183, comma 1, let-
“Codice ambientale”). tera h);
Il Dm è un regolamento, adottato ai sensi del- – sia per individuare il momento in cui si
l’articolo 17, comma 3, legge 400/1988 e, come completa il recupero, cioè “quando non sono
di Maria Letizia Nepi tale, è entrato in vigore il 3 giugno 2006 (de- necessari ulteriori trattamenti perché le so-
Fise Unire corsi 15 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta stanze, i materiali e gli oggetti ottenuti pos-
ufficiale, avvenuta il 19 maggio 2006). sano essere usati in un processo industriale
o commercializzati come materia prima se-
Il contenuto del nuovo regolamento va, na- condaria, combustibile o come prodotto da
turalmente, coordinato con le disposizioni collocare, a condizione che il detentore non
in materia di recupero e di procedure sem- se ne disfi, non abbia intenzione o non ab-
plificate in vigore dal 29 aprile scorso a se- bia l’obbligo di disfarsene” – si veda l’artico-
guito della pubblicazione del citato Dlgs lo 181, comma 12.
152/2006.
Le nuove procedure semplificate
In particolare, va fatto riferimento alla defini- Quanto alle procedure semplificate per il recu-
zione di “materia prima secondaria” ivi con- pero “rivisitate” dai citati articoli 214 e 216,
tenuta (articolo 183, comma 1, lettera q), che Dlgs 152/2006 viene sostanzialmente mante-
rinvia alle caratteristiche stabilite all’articolo nuto l’impianto giuridico degli articoli 31 e 33,
181. Tale articolo prevede che le caratteristiche Dlgs 22/1997, ma le comunicazioni vanno in-
delle materie prime secondarie siano definite viate alla Sezione regionale dell’Albo e non più
con un futuro decreto interministeriale, con il alle Province. L’esercizio delle operazioni di re-
provvedimento di autorizzazione o sulla base di cupero può essere intrapreso decorsi 90 giorni
specifici accordi di programma (ex articoli 181 dalla comunicazione alla Sezione, la quale, ri-
e 206, Dlgs 152/2006 cit.). In attesa del futuro cevuta la comunicazione, “verifica d’ufficio”
decreto, mantengono la loro validità il Dm 5 la sussistenza dei presupposti e dei requisiti
febbraio 1998 (per quanto riguarda il recupero previsti e iscrive le aziende in un apposito regi-
dei rifiuti non pericolosi) e il Dm giugno 2002 stro, previa visita ispettiva della Provincia nel
n. 161 (per quanto riguarda il recupero dei ri- caso di rifiuti elettrici ed elettronici, di veicoli
fiuti pericolosi). fuori uso e di impianti di coincenerimento.
Il riferimento al “Codice ambientale” è, inol- Qualora l’Albo accerti il mancato rispetto delle 51
norme tecniche e condizioni, propone alla cessaria a seguito della condanna dell’Italia da sime per ciascuna delle tipologie descritte negli
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

Provincia di disporre, con provvedimento mo- parte della Corte di Giustizia europea (sentenza allegati tecnici.
tivato, il divieto di inizio o di prosecuzione di 7 ottobre 2004, C-103/02 (1)), con la quale si è Oltre alle modifiche motivate dalle censure co-
attività, salvo che l’interessato non si conformi conclusa la procedura d’infrazione avviata dal- munitarie, ne sono state introdotte altre, sia
nel termine stabilito. la Commissione Ue contro il nostro Paese. all’interno delle schede sulle attività di recupe-
Le comunicazioni già effettuate e le iscrizioni La Commissione aveva contestato all’Italia ro di cui agli allegati tecnici, sia nell’articola-
nei registri provinciali restano valide fino a (con parere motivato dell’11 aprile 2001 e suc- to, segnatamente in tema di:
scadenza (fatta salva la necessità di adegua- cessivo ricorso alla Corte) che l’esenzione – recupero ambientale;
mento a quanto stabilito dal nuovo Dm 186/ dall’autorizzazione è una deroga e che pertan- – messa in riserva;
2006 in esame, come si dirà oltre) ex articolo to la sua portata deve essere definita con la – campionamenti e analisi;
216, comma 15. precisione richiesta dalla direttiva 75/442/Ce. – test di cessione;
Il Dm 5 febbraio 1998 era, invece, per la Com- – regime transitorio;
Ricordiamo che le disposizioni semplificate missione carente di tale precisione. – monitoraggio e controllo delle attività di re-
non si applicano alle attività di recupero In particolare, la Corte ha accolto le censure cupero.
dei rifiuti urbani, ad eccezione di: mosse dalla Commissione Ue riguardanti la
– riciclaggio/recupero di Mps e produzio- non precisa statuizione da parte del Dm “incri- – Recupero ambientale (articolo 5,
ne di compost di qualità da raccolta diffe- minato” delle quantità di rifiuti relativamente comma 2, nuova lettera d-bis )
renziata; ai quali l’attività di recupero può essere di- In aggiunta alle altre condizioni già previste
– produzione combustibile da rifiuto (Cdr) spensata dall’autorizzazione. Ancora, la Corte all’articolo 5, comma 2, l’utilizzo dei rifiuti
conformemente alle norme tecniche del ha ritenuto fondate le censure mosse contro lo nelle attività di recupero ambientale indivi-
Dm 5 febbraio 1998, come modificato. stesso decreto nella parte in cui non individua duate dal Dm è sottoposto alle procedure sem-
La costruzione degli impianti di recupero chiaramente i tipi di rifiuti che rientrano nella plificate a condizione che il contenuto dei con-
rimane assoggettata alla normativa nazio- deroga, esentando (di fatto) dall’obbligo di au- taminanti sia conforme alla legislazione vi-
nale e comunitaria sulle emissioni in atmo- torizzazione il recupero di alcuni tipi di rifiuti gente in materia di messa in sicurezza, bonifi-
sfera da parte degli impianti industriali. pericolosi. ca e ripristino ambientale dei siti inquinati, in
Il Ministero dell’ambiente si è attivato per cor- funzione delle specifiche destinazioni d’uso co-
Le nuove disposizioni sul recupero reggere il Dm dando incarico all’Apat di effet- sì come previsto dal Dlgs 152/2006, Parte IV,
agevolato tuare un’indagine presso le imprese e le asso- Titolo V in materia di bonifiche dei siti conta-
La revisione del Dm 5 febbraio 1998 si è resa ne- ciazioni volta ad individuare le quantità mas- minati.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

– Messa in riserva
Quantità massime e durata (articolo 6 come modificato)
Messa in riserva presso l’impianto di produzione Messa in riserva presso un impianto che effettua Messa in riserva presso un impianto che effettua
dei rifiuti unicamente la messa in riserva anche altre operazioni di recupero
Il ricorso alle procedure semplificate è ammesso Il ricorso alle procedure semplificate è ammesso Il ricorso alle procedure semplificate è ammesso
qualora la quantità dei rifiuti non pericolosi sottoposti quando la quantità dei rifiuti non pericolosi sottopo- qualora la quantità dei rifiuti non pericolosi sottopo-
ad operazioni di messa non superi quella individuata sti ad operazioni di messa in riserva non superi sti ad operazioni di messa in riserva presso l’im-
nell’Allegato 4 sotto l’attività “Messa in riserva”. quella individuata nell’Allegato 4 sotto l’attività pianto di recupero non superi la quantità massima
I rifiuti messi in riserva non possono eccedere in “Messa in riserva”, fatte salve le quantità inferiori recuperabile individuata nell’Allegato 4 per l’attività
quantità quelli prodotti dal medesimo impianto indicate nella comunicazione effettuata alla Provin- di recupero svolta nell’impianto stesso, fatte salve
nell’arco di un anno. cia (dal 29 aprile alla Sezione regionale dell’Albo). le quantità inferiori indicate nella comunicazione ef-
fettuata alla Provincia (dal 29 aprile alla Sezione re-
gionale dell’Albo).

In ogni caso: Le quantità massime di cui all’Allegato 4 pos- per una sola volta ed ai soli fini della cernita o
– la quantità dei rifiuti “contemporaneamen- sono essere oggetto di aggiornamento annuale selezione o frantumazione o macinazione o ri-
te” (= istantaneamente?) messa in riserva (anche per incentivare il recupero). duzione volumetrica dei rifiuti. Tale disposi-
presso ciascun impianto non può eccedere il zione mira a contenere il rischio, denunciato
70% della quantità di rifiuti individuata al- Possibilità di più operazioni di messa in ripetutamente dalla stessa Commissione d’in-
l’Allegato 4 (il decreto non chiarisce se sotto la riserva successive (articolo 6, comma 8, chiesta sul ciclo dei rifiuti, che attraverso mes-
voce “Messa in riserva” o sotto la voce dell’atti- come modificato) se in riserva successive accompagnate da pro-
vità di recupero “principale”, ma si ritiene più Per quanto riguarda i rifiuti non pericolosi babili operazioni di miscelazione si possano
logica questa seconda ipotesi). Tale limite, nel non destinati a recupero energetico (Allegato 2 alterare le componenti che caratterizzano il ri-
caso di rifiuti combustibili, è ridotto al 50%, Suballegato 1), il passaggio fra i siti adibiti al- fiuto al solo fine di renderne più agevole lo
fatta salva la capacità effettiva di trattamento la messa in riserva è consentito esclusivamente smaltimento, o addirittura perderne le tracce.
dell’impianto;
– i rifiuti devono essere avviati a recupero en- Norme tecniche generali per la messa in riserva (nuovo Allegato 5)
tro un anno dalla data di produzione (per gli
impianti di produzione) o di ricezione. Nuovi impianti Impianti esistenti già autorizzati in via semplificata
Qualora l’autorizzazione rilasciata in via sem- Tutti gli impianti messi in eser- Entro il 3 dicembre 2006 tali impianti dovranno adeguarsi al citato
plificata non contempli la capacità autorizza- cizio a partire dalla data di en- Allegato 5, ad esclusione della parte relativa all’ubicazione, che è appli-
ta, la quantità è determinata dalla potenzialità trata in vigore del Dm (3 giu- cabile solamente agli impianti esistenti successivamente al 3 giugno
dell’impianto, e questo limite vale anche nel- gno 2006) devono rispettare le 2006 che effettuano unicamente l’operazione di messa in riserva (in ma-
l’ipotesi in cui vengano recuperate più tipolo- disposizioni tecniche di cui al teria restano comunque salvi i vincoli per l’ubicazione degli impianti di
nuovo Allegato 5. gestione dei rifiuti). Nel frattempo l’esercizio può essere continuato ma
gie di rifiuti nello stesso impianto.
occorre adeguarsi fin da subito alle altre condizioni, prescrizioni e norme
Le nuove comunicazioni dovranno indicare le
tecniche stabilite nel Dm (fatto salvo quanto previsto dal Dlgs 133/2005,
quantità annue avviate al recupero precisando per quanto riguarda l’incenerimento e il coincenerimento dei rifiuti).
52 il rispetto delle condizioni previste.
L’Allegato 5 prevede una serie di norme tecni- nell’impianto stesso, fatte salve le quantità in- produzione di Mps) di cui alla scheda 1.1 = t

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


che specifiche in materia di: feriori indicate nella comunicazione effettuata 18.000; produzione di Mps dallo stesso rifiuto
– ubicazione; alla Provincia (dal 29 aprile alla Sezione re- = t 64.260.
– dotazioni minime; gionale dell’Albo). Un’altra difficoltà interpretativa e applicativa è
– organizzazione; La quantità di rifiuti in procedura semplificata costituita dal fatto che l’attività relativa alla
– stoccaggio in cumuli; non può comunque eccedere la capacità del- “produzione di materie prime secondarie” nel-
– stoccaggio in contenitori e serbatoi fuori terra; l’impianto autorizzata in via semplificata. la pratica in alcuni casi (recupero del vetro,
– stoccaggio in vasche fuori terra; Qualora l’autorizzazione rilasciata in via sem- della carta) è stata ricondotta, in sede di co-
– bonifica dei contenitori; plificata non contempli la capacità autorizza- municazione e iscrizione al registro provincia-
– criteri di gestione. ta, la quantità è determinata dalla potenzialità le, nell’ambito dell’attività di “messa in riser-
dell’impianto, e questo limite vale anche nel- va” (R13): tali attività invece nel Dm sono di-
Tra le disposizioni innovative di maggior inte- l’ipotesi in cui vengano recuperate più tipolo- stinte e ad esse sono ricollegate soglie quanti-
resse si evidenziano le seguenti: gie di rifiuti nello stesso impianto. tative differenti.
– l’impianto deve essere dotato di un adeguato Le nuove comunicazioni dovranno indicare le Da ultimo, si rileva che la quantità massima
sistema di raccolta delle acque meteoriche e di quantità annue avviate al recupero precisando relativa all’utilizzo di Cdr nei soli cementifici
canalizzazione dei reflui, nonché di idonea re- il rispetto delle condizioni previste. (10.000 t) di cui alla voce 1, Allegato 2, Subal-
cinzione; Le quantità massime di cui all’Allegato 4 pos- legato 1, al Dm 5 febbraio 1998 è stata inserita
– le eventuali emissioni gassose (sia da vasche sono essere oggetto di aggiornamento annuale nell’Allegato 4, Suballegato 1, anziché nel
di contenimento che da serbatoi) devono esse- (anche per incentivare il recupero). Suballegato 2 (forse perché è stata riconsidera-
re captate ed inviate ad appositi sistemi di ab- I parametri relativi alle quantità inseriti nel ta come recupero di materia?). Per tutti gli al-
battimento; Dm, come ricordato, sono frutto dei risultati di tri impianti (dedicati e non) il limite quantita-
– lo stoccaggio in cumuli di rifiuti polverulen- un’indagine svolta da Apat tra le aziende sulle tivo per l’utilizzo del Cdr è 25.000 t (cfr. Alle-
ti deve avvenire in aree confinate; potenzialità impiantistiche e sulle quantità ef- gato 4, Suballegato 2).
– deve essere distinto il settore per il conferi- fettivamente recuperate. Questo procedimento
mento da quello di messa in riserva; ha sofferto necessariamente di alcune appros- – Schede tecniche per le attività di
– il settore della messa in riserva deve essere simazioni che purtroppo hanno influenzato recupero (Allegato 1, Suballegato 1:
organizzato in aree distinte, opportunamente negativamente l’attendibilità dei risultati e recupero di materia; Allegato 2,
separate, per ciascuna tipologia di rifiuto; quindi la congruenza delle soglie quantitative Suballegato 1: recupero di energia)
– i rifiuti da recuperare nell’impianto devono individuate. Infatti, le quantità massime non Rinviando alla lettura delle modifiche appor-
essere stoccati separatamente dai rifiuti desti- sono state inserite sulla base delle potenzialità tate alle singole schede tecniche, osserviamo in

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


nati allo smaltimento e da quelli destinati ad dell’impianto oppure tenendo conto di un con- linea generale che le stesse modifiche, in diver-
ulteriori operazioni di recupero; gruo margine di sviluppo nel tempo dei volu- si casi, hanno riguardato:
– i contenitori devono essere raggruppati per mi, ma a partire dai dati Mud (effettivo recu- – introduzione di nuovi codici rifiuto;
tipologie omogenee di rifiuti e disposti in mo- perato). – ampliamento delle attività di provenienza
do da assicurarne l’ispezione a passo d’uomo, Se a questo si somma il fatto che alcuni im- del rifiuto;
l’accertamento di eventuali perdite e la rimo- pianti hanno risposto all’indagine in relazione – inserimento di nuove attività di recupero;
zione di eventuali contenitori danneggiati; a situazioni specifiche, risulta evidente che i – variazione dei valori limite, inclusi quelli
– lo stoccaggio deve essere realizzato in modo parametri riportati non rispecchiano in ogni per il test di cessione.
da non modificare le caratteristiche del rifiuto caso la realtà operativa diffusa sul territorio e Circa i codici Cer, evidenziamo che il Dm 2
e comprometterne il recupero. di fatto ostacolano la crescita delle quantità re- maggio 2006 (che istituisce l’elenco dei rifiuti,
cuperate, imponendo, al superamento del pa- S.o. n. 123 alla Gazzetta ufficiale n. 114 del 18
Si evidenzia che i nuovi impianti di messa in rametro quantitativo, il ricorso all’autorizza- maggio 2006) riporta all’Allegato C uno sche-
riserva non dovranno essere ubicati in aree e- zione. ma di trasposizione che permette di sostituire i
sondabili, instabili ed alluvionabili (fasce A e B Cer individuati nell’Allegato 1, Suballegato 1 e
piani di assetto idrogeologico ex legge 183/ È, inoltre, evidente come il metodo per indi- nell’Allegato 2, Suballegato 1, del Dm 5 feb-
1989). viduare le quantità non abbia previsto con- braio 1998 con i corrispondenti codici dell’E-
Lo sforzo di dotare il settore di standard ge- trolli incrociati né sulla stessa filiera, né tra lenco dei rifiuti di cui all’Allegato D, Parte IV,
stionali ed organizzativi di riferimento minimi le varie filiere. L’assenza di un criterio omo- Dlgs 152/2006 ai sensi della decisione 2000/
non può che essere condiviso, dal momento geneo determina situazioni contraddittorie 532/Ce e successive modificazioni.
che l’attività di messa in riserva in molti casi è tali che, in alcune filiere, la messa in riserva
stata condotta in assenza di requisiti qualitati- in procedura semplificata viene consentita Il Dm 2 maggio 2006, come si legge nelle
vi, a danno delle imprese maggiormente quali- per quantitativi superiori rispetto a quelli in- premesse, nell’operare tale transcodifica
ficate del settore. D’ora in poi, tutti questi ele- dicati, per la stessa tipologia di rifiuto, per la ha tenuto conto del Dm 5 aprile 2006, n.
menti andranno attestati da chi intende intra- produzione di materie prime secondarie; 186 di cui è commento, in quel momento
prendere una nuova messa in riserva, nella re- mentre in altri settori, incomprensibilmente, in corso di pubblicazione.
lazione tecnica allegata alla comunicazione di accade il contrario. Pertanto i codici Cer “trasposti”, cui occor-
inizio attività. re fare riferimento, sono quelli della se-
Ad esempio, analizzando alcuni settori a recu- conda colonna del citato Allegato C, dove
– Altre attività di recupero pero “consolidato”, si nota che: sono già state “incorporate” le modifiche
(indipendentemente dal luogo in cui – rifiuti vetrosi: Messa in riserva (senza produ- apportate dal Dm 186/2006, in esame.
sono svolte) zione di Mps) di cui alla scheda 2.1 = t
Quantità massime (articolo 7 come 120.000; produzione di Mps dallo stesso rifiuto Per quanto riguarda in particolare i rifiuti di
modificato) = t 3.000; carta e cartone (voce 1.1, Allegato 1, Subal-
Il ricorso alle procedure semplificate è ammes- – rifiuti plastici: Messa in riserva (senza pro- legato 1) sono state ampliate le attività di pro-
so qualora la quantità dei rifiuti non pericolosi duzione di Mps) di cui alla scheda 6.1 = t venienza del rifiuto e ridefinite le caratteristiche
sottoposti ad operazioni di recupero non superi 7.700; produzione di Mps dallo stesso rifiuto = dello stesso, nonché eliminata l’indicazione di
la quantità massima recuperabile individuata t 64.720; alcuni materiali che prima costituivano impu-
nell’Allegato 4 per l’attività di recupero svolta – rifiuti cellulosici: Messa in riserva (senza rezze o materiali estranei, qualora presenti nel- 53
la Mps ottenuta dal processo di recupero. guire metodiche standardizzate o riconosciute, lute umana maggiori rispetto al conferi-
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi

Nel caso dei rifiuti inerti da costruzione e valide a livello nazionale, comunitario o inter- mento in discarica degli stessi rifiuti.
demolizione (voce 7.1, Allegato 1, Suballegato nazionale. Per il Cdr vale la citata norma Uni
1), sono state introdotte nuove attività di recu- 9903. Frequenza
pero (utilizzo per ripristini ambientali nonché Per le emissioni in atmosfera, i campionamen- Il test di cessione sul campione ottenuto secon-
per rilevati e sottofondi – il recupero è subordi- ti, le analisi e la valutazione devono seguire do i criteri di cui sopra è effettuato:
nato all’esecuzione del test di cessione) e, in quanto riportato nel Dm 25 agosto 2000 di ag- – ad ogni inizio di attività;
armonia con la normativa in materia di “ac- giornamento dell’articolo 3, comma 2, lettera – successivamente, ogni 12 mesi;
quisti verdi” della P.a. (Dm 203/2003 e circola- b), Dpr 203/1988. – in caso di modifiche sostanziali del processo
re attuativa UL/2005/5205), le Mps e i prodotti di recupero.
ottenuti dal recupero di materia sono stati defi- Frequenza e obblighi
niti in accordo agli standard riportati nel- Il produttore del rifiuto ha l’obbligo di eseguire – Regime transitorio (nuovi commi
l’Allegato C alla citata circolare (relativo alle le analisi: 4, 5 e 6 dell’articolo 11)
caratteristiche prestazionali degli aggregati ri- – al primo conferimento del rifiuto all’im- Raccolta, trasporto e recupero
ciclati). pianto di recupero; I soggetti già autorizzati in via semplificata, o
La lolla di riso è stata stralciata dalla scheda – successivamente, ogni 24 mesi; iscritti all’Albo, per le attività di raccolta, tra-
11.8 Allegato 1, Suballegato 1 (in quanto e- – in caso di modifiche sostanziali del processo sporto e recupero dei rifiuti che a seguito delle
sclusa dal regime dei rifiuti in considerazione produttivo. modifiche apportate al decreto non soddisfano
della sua natura di “sottoprodotto” ai sensi Il titolare dell’impianto di recupero deve verifi- più i requisiti per l’applicazione delle procedu-
della nuova definizione introdotta dall’articolo care la conformità del rifiuto a quanto dichia- re semplificate, o le attività per cui il decreto
183, lettera n) del Dlgs 152/2006). rato dal produttore nonché alle prescrizioni e non individua il parametro quantità, cioè il 3
La voce 7.31, Allegato 1, Suballegato 1 (che condizioni di esercizio previste dal Dm. luglio 2006 devono inoltrare richiesta all’ente
prima si riferiva alle terre da coltivo e alle terre competente per territorio (cioè, alla Sezione re-
e rocce da scavo) è stata “splittata” creando – Test di cessione (articolo 9 e gionale dell’Albo nel caso di iscrizione all’Albo
una nuova voce 7.31-bis relativa appunto alle Allegato 3 come modificati) ai sensi degli articolo 212, Dlgs 152/2006, alla
terre e rocce da scavo (che contempla come Criteri e modalità Regione o Provincia delegata nel caso di rila-
nuova attività di recupero la formazione di ri- Per la determinazione del test di cessione si ap- scio di autorizzazione unica ai sensi dell’arti-
levati e sottofondi stradali). Al riguardo, occor- plica l’appendice A della norma Uni 10802, se- colo 208 dello stesso Dlgs). La domanda va
re precisare che tale previsione va coordinata condo la metodica prevista dalla norma Uni presentata entro il 3 luglio 2006 (cioè entro 30
con il contenuto dell’articolo 186, Dlgs 152/ En 12457-2 relativa alla “Caratterizzazione giorni dalla data di entrata in vigore del nuovo
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

2006, che prevede l’esclusione di tali ultimi dei rifiuti – Lisciviazione – Prova di confor- regolamento). L’attività può essere proseguita
materiali dal regime dei rifiuti a determinate mità per la lisciviazione di rifiuti granulari fino al rilascio del provvedimento (iscrizione o
condizioni, e alla cui lettura rinviamo. e di fanghi – Parte 2: Prova a singolo sta- autorizzazione).
Infine, è stato precisato che il Cdr cui si riferi- dio, con un rapporto liquido/solido di 10
sce il regolamento è quello prodotto da rifiuti l/kg, per materiali con particelle di dimen- Messa in riserva
urbani e speciali non pericolosi (punto 14.1.3, sioni minori di 4 mm (con o senza riduzio- Si veda paragrafo “Messa in riserva”, a pag. 52.
Allegato 1, Suballegato 1) e utilizzato (punto ne delle dimensioni)”.
1, Allegato 2, Suballegato 1) come Rdf di qua- In caso di granulometria molto fine si procede Mancata rispondenza ai nuovi
lità normale in base alle norme Uni 9903-1. con ultracentrifuga (20.000G) del campione requisiti previsti dal Dm 5 febbraio
Ricordiamo che il Cdr di qualità (Cdr-Q), co- per almeno 10 minuti prima della fase di fil- 1998 come modificato
me definito dall’articolo 183, comma 1, lettera trazione. In sostanza, vediamo cosa succede nel caso in
s), Dlgs 152/2006 è stato espressamente escluso In sede di approvazione del progetto di recupe- cui un’azienda non soddisfi più i requisiti pre-
dal regime dei rifiuti (articolo 229, comma 2, ro ambientale, così come definito dall’articolo visti dal decreto, perché, ad esempio, la quan-
citato decreto). 5, vengono stabiliti i parametri significativi e tità indicata nella precedente comunicazione
rappresentativi del rifiuto che devono essere eccede quella massima ammissibile alla proce-
Inoltre, nella ridefinizione delle norme di determinati in relazione alle caratteristiche del dura semplificata (Allegato 4), o perché le ca-
recupero del Cdr riportate nel decreto in e- sito o del rifiuto. ratteristiche del rifiuto, o del materiale ottenu-
same, è stata eliminata l’indicazione relati- In merito ai limiti presenti per il test di cessio- to dal recupero, non corrispondono più a quel-
va alla percentuale massima di rifiuti spe- ne, un elemento di criticità è rappresentato dal le comunicate, o perché sono cambiati i Cer.
ciali utilizzabile nella produzione dello fatto che nel regolamento sono stati ripresi gli Al riguardo sembrano ipotizzabili due soluzioni:
stesso. Tuttavia, si ritiene che questo limite stessi valori del Dm 5 febbraio 1998 (tranne – l’azienda fa domanda di autorizzazione or-
sia tuttora vigente in quanto previsto dal- cloruri ulteriormente ridotti) inserendoli, però, dinaria (ex articolo 208 Dlgs 152/2006) o di i-
l’articolo 229, comma 3, Dlgs 152/2006, su una metodica di verifica totalmente diversa. scrizione all’Albo (ex articolo 212) entro il 3
norma di rango superiore al Dm 186/2006 Mentre, infatti, il principio del metodo di elui- luglio 2006 (fino al rilascio del provvedimento
in esame. zione riportato nell’Allegato 3 del Dm 5 feb- può proseguire l’attività alle stesse condizioni);
braio 1998 prevedeva la sommatoria di succes- ovviamente ciò comporta anche il rilascio del-
– Campionamenti e analisi (articolo sive eluizioni, con la recente novella, gli stessi le garanzie previste eccetera;
8 come modificato) limiti sono riportati in riferimento ad un’uni- – nel caso in cui un’azienda non abbia inten-
Standard di riferimento ca eluizione del campione dei rifiuti. zione di richiedere l’autorizzazione o iscrizio-
Ai fini della caratterizzazione chimico-fisica, il ne, ma di continuare a fare ricorso alle proce-
campionamento sul rifiuto tal quale, in modo Risulta inoltre ingiustificato che, per nume- dure semplificate, deve adeguare la propria at-
da ottenere un campione rappresentativo, è ef- rosi parametri, i limiti di riferimento per la tività alle nuove disposizioni del decreto (solo
fettuato in base alle norme: valutazione del test di cessione riportati nel per quelle di cui all’Allegato 5 – messa in ri-
– Uni 10802 “Rifiuti liquidi, granulari, pastosi regolamento siano più permissivi rispetto a serva – ha tempo fino al 3 dicembre 2006): in
e fanghi – campionamento manuale ed anali- quelli per l’ammissione dei rifiuti nelle di- questo caso, però, il suggerimento è quello di
si degli eluati”; scariche per inerti: tale condizione può adeguare anche la comunicazione a suo tem-
– Uni 9903 per il Cdr. comportare smaltimenti occulti, general- po fatta alla Provincia, indicando, ad esempio,
54 Per le determinazioni analitiche, occorre se- mente con ricadute per l’ambiente e la sa- le nuove quantità massime (conformi a quelle
previste dal Dm), così come gli altri elementi piano di monitoraggio e controllo delle matri- entro quale ambito territoriale?) e, non secon-

Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi


dell’attività che è stato necessario modificare. ci ambientali interessate, finalizzato a garanti- dario, al trasferimento in capo all’impresa di
Non si ritiene che questo configuri un nuovo i- re che le operazioni di recupero avvengano attività di monitoraggio e controllo che do-
nizio di attività, e quindi una nuova comuni- senza recare pregiudizio all’uomo e all’am- vrebbero competere alle autorità di controllo
cazione, per cui anche in questo caso l’attività biente. nell’ambito delle loro funzioni istituzionali,
medesima può essere proseguita, purché in Con futuro decreto del Ministro dell’ambiente, anche per garantire l’imparzialità dei dati.
maniera conforme a quanto previsto dal Dm. di concerto con i Ministri delle attività produt-
tive e della salute, d’intesa con la Conferenza
Monitoraggio e controllo (nuovo unificata, saranno determinati i criteri per ren- (le opinioni sono espresse a titolo personale)
articolo 11-bis) dere operativa tale disposizione, che solleva da
Tale articolo prevede che gli impianti di recu- subito diverse perplessità in relazione alla sua
pero dei rifiuti in procedura semplificata, in genericità (Quali sono le matrici ambientali (1) In www.reteambiente.it, Spazio “Rifiuti”,
funzione delle attività di recupero svolte e delle interessate? Tutte o solo quelle su cui l’attività Sezione “Documentazione completare”, anno
peculiarità antropiche del sito, adottino un dell’impresa ha un impatto significativo? Ed 2004.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

55
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio
Decreto 2 maggio 2006
(Gazzetta ufficiale 10 maggio 2006 n. 107)

Approvazione dei modelli di registro di carico e scarico


dei rifiuti, ai sensi dell’articolo 195, commi 2, lettera
Legislazione n), e 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
norme
nazionali
Il Ministro dell’ambiente e della tutela del terri- b) scritture ausiliarie di magazzino di cui all’ar-
torio ticolo 14 del decreto del Presidente della Repub-
Visto il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 blica 29 settembre 1973, n. 600, e successive mo-
recante “Norme in materia ambientale”; dificazioni;
L’obbligo Visto l’articolo 190 del predetto decreto legislati- c) altri registri o documentazione contabile la
vo, che disciplina i registri di carico e scarico dei cui tenuta sia prevista da disposizioni di legge.
rifiuti e individua i soggetti obbligati alla tenuta 5. I registri, la documentazione e le scritture
di registro degli stessi; contabili di cui alle lettere a), b) e c) del comma
Visto l’articolo 195, commi 2 lettera n), e 4 del 4 possono sostituire i registri di carico e scarico a
predetto decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; condizione che siano conformi alla normativa
incombe anche Decreta:
applicabile ai registri Iva, siano integrati dal for-
mulario di cui all’articolo 193 del decreto legi-
slativo 3 aprile 2006, n. 152, e contengano i se-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

sui piccoli Articolo 1


1. Sono approvati i modelli di registro di carico e
guenti elementi, da annotarsi con la cadenza sta-
bilita dall’articolo 190, comma 1, del citato de-
scarico dei rifiuti, riportati negli Allegati A e B, u- creto legislativo e secondo le modalità indicate
artigiani tilizzabili dai soggetti di cui all’articolo 189,
comma 3, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
nell’Allegato C:
a) data di produzione o di presa in carico e di
152, nonché dai soggetti che producono rifiuti scarico del rifiuto, il numero progressivo della re-
non pericolosi di cui all’articolo 184, comma 3, gistrazione e la data in cui il movimento viene
lettere c), d) e g), con esclusione dei piccoli pro- effettuato;
duttori artigiani di cui all’articolo 2083 del b) le caratteristiche del rifiuto e per i rifiuti peri-
Codice civile che non hanno più di tre dipenden- colosi, le caratteristiche di pericolo proprie del ri-
ti. Il modello di registro utilizzabile dai piccoli fiuto prodotto o preso in carico;
produttori artigiani di cui al presente comma c) le quantità dei rifiuti prodotti all’interno del-
sarà approvato con successivo decreto. l’unità locale o presi in carico;
2. La vidimazione e la numerazione dei registri d) l’eventuale ulteriore descrizione del rifiuto;
seguono le procedure e le modalità fissate e) il numero del formulario che accompagna il
dall’articolo 39 del decreto del Presidente della trasporto dei rifiuti presi in carico o avviati ad o-
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, concernente perazioni di recupero o di smaltimento;
l’istituzione e la disciplina dell’imposta sul valo- f) l’eventuale intermediario o commerciante di
re aggiunto (Iva), e successive modificazioni ed cui ci si avvale;
integrazioni. Per l’applicazione delle predette g) il metodo di trattamento impiegato con riferi-
norme valgono, per quanto applicabili, le circo- mento alle operazioni indicate negli Allegati B e
lari dell’amministrazione finanziaria e, in parti- C del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
colare, dell’Agenzia delle Entrate. Considerato
che l’articolo 8 della legge 18 ottobre 2001, n. Articolo 2
203, ha modificato l’articolo 39 sopra richiamato 1. Il presente decreto sostituisce a tutti gli effetti
abolendo l’obbligo di vidimazione per i registri il decreto ministeriale 1° aprile 1998, n. 148. I
Iva, tale obbligo si intende soppresso anche per i registri di carico e scarico di cui al decreto legi-
registri di carico e scarico dei rifiuti; slativo 5 febbraio 1997, n. 22, conformi al decre-
3. La stampa dei registri tenuti mediante stru- to ministeriale richiamato e in uso alla data di
menti informatici segue le disposizioni applica- entrata in vigore del presente decreto, possono
bili ai registri Iva. È possibile utilizzare carta di continuare ad essere utilizzati fino al loro esauri-
formato A4, regolarmente numerata. mento purché contengano tutti gli elementi pre-
4. In sostituzione dei modelli di cui al comma 1, visti ai sensi dell’articolo 1.
i produttori di rifiuti non pericolosi, hanno la fa- 2. Il presente decreto è inviato per la pubblica-
coltà di adempiere all’obbligo della tenuta del re- zione nella Gazzetta ufficiale della Repubblica i-
gistro di carico e scarico anche con i seguenti re- taliana e sul sito istituzionale www.comdel.it.
gistri, scritture e documentazione contabili:
56
a) registri Iva di acquisto e vendite; Roma, 2 maggio 2006
Allegati

Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – I modelli di registro di carico e scarico


Allegato A
A-1 Frontespizio del registro di carico e scarico
1. Ditta ........................................................................................................... B) Eventuali classi di pericolosità
Residenza o domicilio ...................................................................................... H1 esplosivo
Comune via n. H2 comburente
Codice fiscale .................................................................................................. H3-A facilmente infiammabili (incluso estremamente infiammabile)
Ubicazione dell’esercizio .................................................................................. H3-B infiammabile
Comune via n. H4 irritante
2. Attività svolta H5 nocivo
Produzione ■ H6 tossico (incluso molto tossico)
Recupero ■ cod .... H7 cancerogeno
Smaltimento ■ cod .... H8 corrosivo
Trasporto ■ H9 infetto
Intermediazione e commercio con detenzione ■ H10 teratogeno
3. Tipo di attività .............................................................................................. H11 mutagenno
4. Registrazione n. ................. del .................e n. .................. del ................... H12 a contatto con l’acqua libera gas tossico o molto tossico
5. Caratteristiche del rifiuto: H13 sorgente di sostanze pericolose
A) Stato fisico H14 ecotossico
1. Solido pulverulento
2. Solido non pulverulento
3. Fangoso palabile
4. Liquido

A-2

Scarico Caratteristiche del Quantità: Luogo di produzione e attività di Annotazioni


Carico del ....................... rifiuto provenienza del rifiuto .......................
n. ................................... a) Cer ….. Kg ..................................
b) Descrizione Litri ................................

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


................................... Metri cubi ....................... Intermediario/Commerciante
Formulario ................................... Destinazione .....................................
n. ................................... c) Stato fisico Peso verificato a destino .........................................................
del ................................. ................................... Sede ................................................
Rif. operazione di carico d) Classe di pericolosità .........................................................
n. ................................... ................................... C.F. ..................................................
................................... Iscrizione Albo n. ...............................
e) Rifiuto destinato a
( ) smaltimento cod.
( ) recupero cod.

Allegato B
Frontespizio del registro di carico e scarico intermediari e commercianti non detentori
1. Ditta ........................................................................................................... B) Eventuali classi di pericolosità
Residenza o domicilio ...................................................................................... H1 esplosivo
Comune via n. H2 comburente
Codice fiscale .................................................................................................. H3-A facilmente infiammabili (incluso estremamente infiammabile)
Ubicazione dell’esercizio .................................................................................. H3-B infiammabile
Comune via n. H4 irritante
2. Caratteristiche del rifiuto: H5 nocivo
A) Stato fisico H6 tossico (incluso molto tossico)
1. Solido pulverulento H7 cancerogeno
2. Solido non pulverulento H8 corrosivo
3. Fangoso palabile H9 infetto
4. Liquido H10 teratogeno
H11 mutageno
H12 a contatto con l’acqua libera gas tossico o molto tossico
H13 sorgente di sostanze pericolose
H14 ecotossico

RIFIUTI on line:
il mensile è disponibile
anche nel sito internet
www.reteambiente.it 57
B-2
Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – I modelli di registro di carico e scarico

Data movimento Codice Cer rifiuto Produttore/Detentore Destinatario


Movimento del ................................. Codice e caratteristiche del rifiuto: .... Denominazione/Ragione Denominazione/Ragione
........................................................ sociale ............................................. sociale .............................................
Formulario a) Cer .............................................. ........................................................ ........................................................
n. .................................................... b) Descrizione .................................. ........................................................ ........................................................
del .................................................. ........................................................ C.F. ................................................. C.F. .................................................
c) Stato fisico ................................... Indirizzo ........................................... Indirizzo ...........................................
d) Classi di pericolosità .................... ........................................................ ........................................................
e) Rifiuto destinato a ........................................................ ........................................................
Annotazione: ( ) smaltimento cod. Trasportatore
( ) recupero cod. ........................................................
Denominazione/Ragione Eventuali annotazioni:
Quantità: sociale ............................................. ........................................................
........................................................ ........................................................
Kg ................................................... ........................................................
Litri ................................................. C.F. .................................................
Metri cubi ........................................ Indirizzo ...........................................
Peso verificato a destino ................... ........................................................
........................................................

Allegato C re riportati, sulle corrispondenti voci dallo stabilimento sia gestita tramite nere le seguenti informazioni:
C-1 “stato fisico” e “classi di pericolosità” un intermediario o commerciante) i a) Nella prima sezione devono essere
in sede di annotazione del carico o seguenti dati della società commer- indicati le informazioni relative alla
Descrizione tecnica dello scarico dei rifiuti. ciale o di intermediazione: data dell’operazione ed il numero del
mod. “A” III. I fogli del registro devono contene- – denominazione o ragione sociale formulario con la data di effettuazione
Produttore/recuperatore/ re le seguenti informazioni: della impresa; del trasporto.
smaltitore/trasportatore/ a) Nella prima colonna deve essere – codice fiscale dell’impresa; b) Nella seconda colonna devono es-
intermediari e commercianti contrassegnata l’operazione (carico o – sede dell’impresa; sere riportate le seguenti caratteristi-
detentori scarico) alla quale si riferisce la regi- – numero di iscrizione all’Albo gestio- che del rifiuto:
strazione con l’indicazione del numero ne rifiuti. – il codice Cer del rifiuto;
I. Le imprese che producono o recu- progressivo e della data della regi- e) nella quinta colonna possono es- – la descrizione del rifiuto;
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

perano o smaltiscono o trasportano strazione stessa. In caso di scarico sere riportate eventuali annotazioni. – lo stato fisico del rifiuto: 1. Solido
rifiuti o effettuano attività di interme- devono, inoltre, essere indicati il nu- Nell’ambito di tali annotazioni può es- polverulento; 2. Solido non polveru-
diazione/commercio con detenzione mero del formulario, la data di effet- sere precisato tra l’altro se il rifiuto è lento; 3. Fangoso palabile; 4. Liquido;
di rifiuti devono tenere il registro di tuazione del trasporto e il riferimento soggetto ad un calo naturale di peso o – le classi di pericolo di cui all’Allega-
cui all’Allegato “A”. alla registrazione di carico dei rifiuti se il peso è stimato (peso da verificar- to D al presente decreto individuate
II. Sulla prima pagina del registro di cui il trasporto si riferisce; si a destino). sulla base dell’Allegato I al decreto le-
carico e scarico sono riportati, in cor- b) Nella seconda colonna devono f) Nel caso di peso da verificarsi a de- gislativo 3 aprile 2006, n. 152, pro-
rispondenza delle diverse voci, i se- essere riportate le caratteristiche del stino, la riga relativa al peso verificato prie del rifiuto (solo per i rifiuti perico-
guenti dati: rifiuto: a destino deve essere compilata entro losi);
a) alla voce “ditta”: dati anagrafici re- – il codice Cer del rifiuto; dieci giorni lavorativi dal ricevimento – la destinazione del rifiuto con l’indi-
lativi all’impresa (ditta, residenza, co- – la descrizione del rifiuto: va annota- della quarta copia del formulario. cazione del codice di attività di cui a-
dice fiscale e ubicazione dell’eserci- ta la descrizione del rifiuto come risul- gli Allegati “B” e “C” del decreto legi-
zio); ta dal codice Cer. Per i codici termi- C-2 slativo 3 aprile 2006, n. 152 (se la
b) alla voce “attività svolta”: dati rela- nanti con il numero 99 (rifiuti non registrazione si riferisce allo scarico);
tivi all’attività svolta (produzione, re- specificati altrimenti) va annotata una Descrizione tecnica – la quantità di rifiuti (in kg o in litri).
cupero, smaltimento, trasporto) e il descrizione appropriata, per quanto mod. “B” c) Nella terza colonna devono essere
codice relativo all’attività di recupero possibile, del particolare rifiuto; Intermediari e commercianti indicati la denominazione o ragione
e smaltimento di cui agli Allegati A e – lo stato fisico del rifiuto: 1. Solido non detentori sociale, codice fiscale e indirizzo del
C del decreto legislativo 3 aprile 2006 polverulento; 2. Solido non polveru- produttore o detentore e del traspor-
n. 152; lento; 3. Fangoso palabile; 4. Liquido; I. Le società commerciali o di inter- tatore.
c) alla voce “tipo di attività” (solo per – le classi di pericolo di cui all’Al- mediazione che non – detengono i ri- d) Nella quarta colonna devono essere
le imprese che effettuano operazioni di legato D al presente decreto indivi- fiuti hanno l’obbligo di tenere il regi- indicati la denominazione o ragione
recupero o di smaltimento): la cate- duate sulla base dell’Allegato I al de- stro di cui all’Allegato “B”. sociale, codice fiscale e indirizzo del
goria di attività, così come individuata creto legislativo 3 aprile 2006, n. II. Sulla prima pagina del registro di destinatario, specificando se i rifiuti
negli Allegati “B” e “C” al decreto legi- 152, proprie del rifiuto (solo per i ri- carico e scarico devono essere ripor- sono destinati ad attività di recupero o
slativo 3 aprile 2006, n. 152 e descri- fiuti pericolosi) tati: di smaltimento e il codice di attività ri-
zione generale del tipo di trattamento – la destinazione del rifiuto con l’indi- a) i dati anagrafici relativi all’impresa portato negli Allegati “B” e “C” del de-
effettuato sul rifiuto: separazione, trat- cazione del codice di attività di cui a- (ditta, residenza, codice fiscale e ubi- creto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
tamento chimico-fisico, trattamento gli Allegati “B” e “C” del decreto legi- cazione dell’esercizio);
biologico, inertizzazione, ecc.; slativo 3 aprile 2006, n. 152 (se la b) la elencazione di tutte le possibili
d) alla voce “registrazione”: la data e registrazione si riferisce allo scarico) caratteristiche proprie del rifiuto, con Allegato D
il numero della prima e dell’ultima re- c) Nella terza colonna devono essere riferimento allo stato fisico ed alle Caratteristiche di pericolo
gistrazione. trascritti i dati relativi alla quantità di classi di pericolo. I numeri e le lettere per i rifiuti
e) alla voce “caratteristiche del rifiu- rifiuti prodotti all’interno dell’unità lo- riportati in corrispondenza delle possi-
to”: la elencazione di tutte le possibili cale o presi in carico (in Kg o in litri o bili caratteristiche dei rifiuti devono Vedasi Allegato I alla Parte quarta del
caratteristiche proprie del rifiuto, con in metri cubi); spetta al produttore essere utilizzati in sede di annotazione decreto legislativo 3 aprile 2006 n.
riferimento allo stato fisico ed alle scegliere l’unità di misura, che dovrà di un’operazione di carico o di scarico 152.
classi di pericolo. I numeri e le lettere essere mantenuta dal trasportatore fi- sul registro per individuare le caratte-
riportati in corrispondenza delle possi- no al recuperatore o allo smaltitore ristiche proprie del rifiuto cui l’annota-
bili caratteristiche dei rifiuti devono d) Nella quarta colonna deve essere zione si riferisce. A tali fini i predetti Allegato E
essere utilizzati in sede di annotazione indicato il luogo di produzione e l’atti- numeri e lettere devono essere ripor- Elenco dei rifiuti pericolosi
e di un’operazione di carico o di sca- vità di provenienza dei rifiuti (solo per tati sulle corrispondenti voci “stato fi-
rico sul registro per individuare le ca- i soggetti di cui all’articolo 230 com- sico” e “classi di pericolosità” in sede Tali rifiuti devono essere individuati
ratteristiche proprie del rifiuto cui mi 1 e 4 del decreto legislativo 3 apri- di annotazione del carico o dello sca- nell’ambito dell’elenco dei rifiuti di cui
l’annotazione si riferisce. A tali fini i le 2006, n. 152) nonché (qualora la rico dei rifiuti all’Allegato D alla Parte quarta del de-
58
predetti numeri e lettere devono esse- presa in carico o l’uscita del rifiuto III. I fogli del registro devono conte- creto legislativo 3 aprile 2006 n. 152.
Premessa dente articolo 189, comma 3, Dlgs 152/2006

Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – I modelli di registro di carico e scarico


Il Dm 2 maggio 2006 reca i modelli di registro individua con grande chiarezza quali siano i
il commento di carico e scarico dei rifiuti ed abroga, sosti- soggetti obbligati alla tenuta del registro e pre-
tuendolo, il Dm 1° aprile 1998, n. 148. cisamente:
Il decreto è stato emanato in attuazione degli 1) chiunque (quindi, anche soggetti diversi da
Il nuovo registro identifica articoli 190 e 195, commi 2, lettera n) e 4, Dlgs imprese ed enti) effettua a titolo professionale
i rifiuti con meno rigore 152/2006. Pertanto, in ragione del richiamo attività di raccolta e trasporto dei rifiuti;
fatto da tale articolo 195, comma 2, lettera n) 2) commercianti ed intermediari di rifiuti sen-
all’articolo 17, comma 3, legge 400/1988, il za detenzione;
di Paola Ficco nuovo Dm sul registro di carico e scarico dei ri- 3) chiunque (quindi, anche soggetti diversi da
fiuti è un regolamento che come tale: imprese ed enti) svolge operazioni di recupero
– entra in vigore decorsi 15 giorni dalla sua e di smaltimento dei rifiuti;
pubblicazione in Gazzetta ufficiale; 4) imprese ed enti che producono rifiuti peri-
– non può recare disposizioni contrarie a quel- colosi.
le previste dalla legge. A questi (che sono anche obbligati all’invio del
Mud), ancora l’articolo 190, comma 1 cit., ag-
Il caso dei “piccoli produttori giunge i seguenti:
artigiani” 5) produttori (quindi, anche soggetti diversi da
Sotto il primo profilo, dunque, si osserva che imprese ed enti) dei seguenti rifiuti non perico-
esso è entrato in vigore il 25 maggio 2006 (es- losi:
sendo stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale – rifiuti da lavorazioni industriali;
n. 107 del 10 maggio 2006); sotto il secondo – rifiuti da lavorazioni artigianali (quindi, in
profilo, invece, si osserva che l’articolo 190, difetto di esenzione reperibile aliunde, sono
Dlgs 152/2006 non reca alcuna previsione in compresi anche i rifiuti generati da piccoli pro-
ordine al regime semplificato per i piccoli pro- duttori artigiani di cui all’articolo 2083 C.c.);
duttori artigiani di cui all’articolo 2083 del – rifiuti derivanti da attività di recupero e
Codice civile in ordine ai rifiuti non pericolosi smaltimento di rifiuti;
da essi prodotti. Anzi, tale articolo 190, espres- – fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da
samente, prevede che “i soggetti che produco- altri trattamenti delle acque;
no rifiuti non pericolosi di cui all’articolo – fanghi prodotti dalla depurazione delle ac-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


184, comma 3, lettere c), d) e g), hanno que reflue e da abbattimento di fumi;
l’obbligo” di tenere il registro. La lettera d) di 6) gestore del servizio idrico integrato che trat-
tale comma 2 è riferita, altrettanto espressa- ta rifiuti (articolo 110, comma 7, Dlgs 152/
mente, ai rifiuti derivanti “da lavorazioni arti- 2006).
giane”. Come è evidente, il Dlgs 152/2006 non
prevede alcuna esclusione. Tra i soggetti esclusi, invece, figurano espressa-
mente:
Sbaglia, dunque, chiunque ritenga che i citati 1) imprenditori agricoli di cui all’articolo
piccoli produttori artigiani siano esenti dai re- 2135 C.c. con un volume di affari annuo non
gistri fino all’emanazione del futuro Dm di superiore a euro 8.000,00 (pericolosi e non).
semplificazione e ad essi dedicato, annunciato Tale esclusione non è presente nell’articolo
solo nel Dm 2 maggio 2006. 190, comma 1, Dlgs 152/2006 dedicato al regi-
Pertanto, tali artigiani: stro, bensì nell’articolo 189, comma 3, dedicato
• dal 29 aprile 2006 (data di entrata in vigore al Mud. Poiché l’articolo 190, comma 1, per
della parte IV, Dlgs 152/2006) dovevano tenere individuare (una parte) dei soggetti tenuti
il registro di carico e scarico di cui all’ormai a- all’obbligo partecipativo del registro opera di
brogato Dm 145/1998; rinvio all’articolo 189, comma 3, è evidente
• dal 25 maggio 2006 (data di entrata in vigo- che gli imprenditori agricoli sono esonerati dal
re del Dm 2 maggio 2006, che ha abrogato il registro, in quanto non obbligati all’invio del
Dm 148/1998 cit.), invece devono tenere il re- Mud;
gistro di carico e scarico di cui al Dm 2 maggio 2) produttori (quindi, anche soggetti diversi
2006; da imprese ed enti) di rifiuti pericolosi che li
• a decorrere dalla data di entrata in vigore del conferiscano al servizio pubblico di raccolta
futuro Dm che introdurrà i modelli appositi per (competente per territorio) previa convenzione.
i piccoli artigiani, dovranno tenere il registro di Tale esclusione non è presente nell’articolo
cui a quel decreto. 190, comma 1, Dlgs 152/2006 dedicato al regi-
stro, bensì nell’articolo 189, comma 4, dedicato
Quindi, per i piccoli produttori artigiani di al Mud. Tale articolo 190, comma 1, per indivi-
cui all’articolo 2083 C.c., è stato reintrodot- duare (una parte) dei soggetti tenuti all’obbli-
to l’obbligo della tenuta dei registri per i ri- go partecipativo del registro opera di rinvio
fiuti non pericolosi. Tale obbligo va assolto all’articolo 189, comma 3, dove non figura la
– a decorrere dal 29 aprile 2006 – usando fattispecie in esame. Essa è, invece, reperibile
modelli diversi come più sopra declinato. nel comma 4 di tale articolo 189. È evidente,
Costoro, però, non sono soggetti all’invio dunque, che i produttori di rifiuti pericolosi che
del Mud (articolo 189, comma 3). li conferiscono al servizio pubblico sono esone-
rati dal registro (il Mud, in questo caso, è in-
Soggetti obbligati ed esclusi viato dal gestore del servizio, limitatamente al-
L’articolo 190, comma 1, rinviando al prece- la quantità conferita); 59
3) produttori di imballaggi organizzati auto- lo professionale contenuta nell’articolo 12 in quanto si considera tale trasporto come oc-
Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – I modelli di registro di carico e scarico

nomamente o in forma cauzionale; (NdA: direttiva 91/156/Cee) si riferisce non casionale e saltuario.
4) tutti i sistemi consortili (“filiere”) per gli solo a coloro che trasportano, nell’esercizio
imballaggi; della loro attività professionale di trasporta- Le agevolazioni
5) Conai; tori, rifiuti prodotti da terzi, ma anche a co- Il Dm 2 maggio 2006 prevede che i produttori
6) Consorzio per gli pneumatici fuori uso; loro che, pur non esercitando la professione di rifiuti non pericolosi possano sostituire il re-
7) Consorzi oli vegetali; di trasportatori, nondimeno trasportino gistro con le seguenti scritture contabili:
8) Consorzi per il polietilene; nell’ambito della loro attività professionale a) registri Iva di acquisto e vendite;
9) Consorzi per le batterie al piombo; rifiuti da essi stessi prodotti. Inoltre, la locu- b) scritture ausiliarie di magazzino di cui al-
10) Consorzi per l’olio minerale usato; i sog- zione “a titolo professionale”, impiegata in l’articolo 14 del decreto del Presidente della
getti afferenti i sistemi consortili (di cui da 3 a tale articolo, non è sinonimo delle espressio- Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e suc-
10) sono esonerati a condizione che disponga- ni “nell’ambito delle loro attività professio- cessive modificazioni;
no di evidenze documentali o contabili con nali” o “nello svolgimento delle loro attività c) altri registri o documentazione contabile la
funzioni analoghe al registro; professionali”, alle quali probabilmente il cui tenuta sia prevista da disposizioni di legge.
11) soggetti abilitati allo svolgimento delle at- Legislatore comunitario avrebbe fatto ricor- Fermo restando che le annotazioni a tali docu-
tività in forma ambulante di raccolta e tra- so ove avesse inteso riferirsi a tutte le impre- menti contabili devono intervenire nei tempi
sporto, limitatamente ai rifiuti che formano se che, nell’ambito della loro attività profes- previsti dall’articolo 190, comma 1, Dlgs 152/
oggetto del loro commercio. sionale, trasportino i rifiuti da esse prodotti. 2006, le modalità di tenuta integrativa sono
Tale esclusione non è presente nell’articolo 27. Risulta, poi, dal dodicesimo ‘conside- stabilite dall’articolo 1, comma 5, di tale Dm 2
190, comma 1, Dlgs 152/2006 dedicato al regi- rando’ della direttiva 91/156 che i nuovi maggio 2006.
stro, bensì nell’articolo 266, comma 5, dedica- obblighi di autorizzazione e d’iscrizione
to alle disposizioni finali. A mente di tale di- previsti da tale direttiva si applicano alle Al pari di quanto già previsto dal Dlgs 22/1997,
sposizione, tali soggetti sono esclusi, non solo “imprese che si occupano di rifiuti, come gli l’articolo 190, comma 4, Dlgs 152/2006 preve-
dall’obbligo relativo al registro, ma anche da operatori intermedi addetti alla raccolta, al de una importante agevolazione per i piccoli
quelli relativi a Mud, formulario ed iscrizione trasporto e alla mediazione”. L’uso del ver- produttori di rifiuti, ma ne duplica i quantita-
all’Albo gestori. bo “occuparsi” nonché l’elenco indicativo di tivi; infatti, i soggetti la cui produzione annua
professioni specializzate nel settore dei rifiuti di rifiuti non eccede le dieci tonnellate di rifiu-
Il caso dei “piccoli trasportatori” indicano che l’articolo 12 della direttiva si ti non pericolosi e le due tonnellate di rifiuti
Come si è già avuto modo di osservare (1) a applica alle imprese che svolgono a titolo a- pericolosi (rispettivamente, in precedenza, se-
mente dell’articolo 212, comma 8, Dlgs 152/ bituale la raccolta o il trasporto di rifiuti. condo il “Decreto Ronchi”, 5 ed 1 tonnellata),
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

2006: 28. Infine, la previsione che il trasporto sia possono adempiere all’obbligo della tenuta dei
• le imprese che raccolgono e trasportano i effettuato “a titolo professionale” significa registri di carico e scarico dei rifiuti anche tra-
propri rifiuti non pericolosi, come attività “or- che l’attività di trasporto di rifiuti, sebbene mite le organizzazioni di categoria interessate
dinaria e regolare” (a prescindere delle l’articolo 12 non disponga che essa deve co- o loro società di servizi che provvedono ad an-
quantità); stituire l’attività esclusiva, e neppure princi- notare i dati previsti con cadenza mensile,
• le imprese che raccolgono e trasportano i pale, delle imprese di cui trattasi, deve rap- mantenendo presso la sede dell’impresa copia
propri rifiuti pericolosi in quantità inferiori a presentare un’attività ordinaria e regolare dei dati trasmessi.
30 litri/chili al giorno (a prescindere dalle mo- di tali imprese”.
dalità del trasporto) sono obbligate ad iscriver- Ovviamente, tali “società di servizi” sono
si all’Albo gestori usando la procedura agevo- Pertanto, per tali soggetti non esiste alcuna quelle delle oganizzazioni di categoria e
lata prevista nel citato articolo 212, comma 8 e possibilità di esentarsi dai registri di carico e non di singole imprese che creano a loro
nella delibera Albo 26 aprile 2006 (2). scarico (né da quelli di Mud) stante: uso e consumo apposite società di servizi.
– la coincidenza tra la nozione di trasporto a Il che è chiarito dalla circolare 4 agosto
In ordine a tali imprese è necessario ricor- titolo professionale e quella di attività di tra- 1998. Poiché (a parte la duplicazione dei
dare due cose fondamentali: sporto ordinaria e regolare; quantitativi) la disposizione attuale è identi-
a) la loro esenzione rispetto al registro di – la loro non menzione tra i soggetti esclusi ca a quella presente nel “Decreto Ronchi”
carico e scarico e rispetto al Mud non è di- dagli obblighi di registro (e di Mud). sul punto si ritiene opportuno ricordare
sposta in alcuna delle disposizioni conte- quanto fatto proprio dalla cennata circolare.
nute nel Dlgs 152/2006; L’unica esenzione è quella per il formulario
b) l’attività “ordinaria e regolare” di tra- prevista (oltreché per gli ambulanti, come I tempi di annotazione
sporto coincide con l’attività di raccolta e già ricordato dall’articolo 266, comma 5, Le tempistiche per le annotazioni sono previste
trasporto di rifiuti svolta a “titolo profes- Dlgs 152/2006) dall’articolo 193, comma dall’articolo 190, comma 1, Dlgs 152/2006 e
sionale”. 4, Dlgs 152/2006 a favore del trasporto di risultano profondamente ampliate rispetto a
rifiuti non pericolosi effettuato dal produt- quelle previste dal Dlgs 22/1997; esse sono ora
Così, infatti, è stato indicato dalla Corte euro- tore dei rifiuti stessi, “in modo occasiona- stabilite nei seguenti termini:
pea di Giustizia nella sentenza 9 giugno 2005 le e saltuario”, che non eccedano la quan- • produttori: almeno entro 10 giorni lavorati-
(C-270/03), cioè in quella sentenza diretta tità di trenta chilogrammi o di trenta litri vi dalla produzione del rifiuto (carico) e alme-
contro l’Italia (quindi, non emessa a seguito (non è prevista la circostanza “al giorno”). no entro 10 giorni lavorativi dallo scarico del
di una questione pregiudiziale per un singolo rifiuto stesso;
caso) per scorretto recepimento della direttiva Stante la confluenza del concetto di occasiona- • raccoglitori e trasportatori: almeno entro
91/156/Cee, laddove il Dlgs 22/1997 escludeva lità e saltuarietà in quello di “non prevedibi- 10 giorni lavorativi dalla effettuazione del tra-
dall’obbligo di iscrizione all’Albo i trasporti in lità” del trasporto, è evidente che tale occasio- sporto;
parola. In quella sentenza (ribadiamo: diretta nalità e saltuarietà non possono coincidere • commercianti e intermediari e consorzi:
contro l’Italia), la Corte ha stabilito (riconfer- con il concetto di ordinarietà e regolarità del almeno entro 10 giorni lavorativi dalla effet-
mando quanto già fatto proprio con l’ordinan- trasporto medesimo. Cioè non si può ritenere tuazione della relativa transazione;
za 29 maggio 2001, causa C-311/99, Caterino) che operando un trasporto in modo ordinario • recuperatori e smaltitori: entro 2 giorni la-
che: e regolare di 30 kg/30 litri di rifiuti pericolosi vorativi dalla presa in carico dei rifiuti.
60 “23. la nozione di trasporto di rifiuti a tito- da se stessi prodotti, si sia esenti dal formulario Gli articoli 208, comma 17, e 210, comma 5,
Dlgs 152/2006 stabiliscono che in caso di con- “l’annotazione sul registro delle operazioni te dalla normativa sui registri Iva. Gli ob-

Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – I modelli di registro di carico e scarico


ferimento dei rifiuti da parte del produttore di carico e scarico dei rifiuti deve essere ef- blighi connessi alla tenuta dei registri di ca-
all’affidatario del deposito temporaneo “le an- fettuata secondo precise cadenze temporali”. rico e scarico si intendono correttamente a-
notazioni sia da parte del produttore che E poiché solo a seguito della predetta annota- dempiuti anche qualora sia utilizzata carta
dell’affidatario del deposito temporaneo zione sarà possibile individuare il “numero di formato A4, regolarmente numerata”.
debbono essere effettuate entro ventiquattro registro” (cioè il numero progressivo dell’an- Del che è, ovviamente, conferma l’articolo 1,
ore”. notazione dell’operazione di carico o scarico comma 2, Dm 2 maggio 2006 (attuativo di ta-
La riga relativa al “peso verificato a destino” sul registro) è evidente che il numero di regi- le articolo 190), dove si legge che “La vidima-
(che rappresenta l’unica novità del modello stro potrà e dovrà essere riportato sul formula- zione e la numerazione, dei registri seguo-
del nuovo registro) va compilata “entro 10 rio da parte del produttore/detentore, del tra- no le procedure e le modalità fissate dall’ar-
giorni lavorativi dal ricevimento della sportatore e del destinatario (smaltitore o recu- ticolo 39 del decreto del Presidente della
quarta copia del formulario”, come si legge peratore) nel rispetto dei termini entro i quali i Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, con-
nell’Allegato C, Dm 2 maggio 2006. citati soggetti devono effettuare l’annotazione cernente l’istituzione e la disciplina dell’im-
delle operazioni di scarico/carico ai sensi del- posta sul valore aggiunto (Iva), e successive
Come si nota (a parte le 24 ore dell’affida- l’articolo 12, comma 1, lettere da a) a d) (cir- modificazioni ed integrazioni. Per l’appli-
mento del deposito temporaneo), il com- colare 4 agosto 1998, punto 1, lettera k); cazione delle predette norme valgono, per
puto dei termini è ora riferito ai giorni “la- • la previsione del termine di 10 giorni lavora- quanto applicabili, le circolari dell’Ammini-
vorativi”. Sul punto, si ritiene che siano ta- tivi, per annotare le movimentazioni dei rifiuti strazione finanziaria e, in particolare, del-
li quelli lavorativi per l’impianto e non sul registro, comporta la sussistenza di un bre- l’Agenzia delle Entrate.
quelli del calendario civile o religioso, cioè ve arco di tempo (10 giorni lavorativi dalla Considerato che l’articolo 8 della legge 18
– ad esempio – se per un impianto la do- produzione del rifiuto o dalla effettuazione del ottobre 2001, n. 203, ha modificato l’arti-
menica o la festa del Santo Patrono è un trasporto) nell’ambito del quale un formulario colo 39 sopra richiamato abolendo l’obbligo
giorno lavorativo, tale giorno dovrà essere relativo ad un viaggio già iniziato potrà legitti- di vidimazione per i registri Iva, tale obbli-
calcolato nel computo dei termini. mamente non risultare ancora dal registro di go si intende soppresso anche per i registri di
carico e scarico in sede di verifica da parte de- carico e scarico dei rifiuti”.
Il dies a quo per l’annotazione sul registro da gli organi di controllo.
parte del trasportatore decorre dalla “effettua- Fermo restando che la legge sull’Iva non è la
zione del trasporto”; si ritiene che il termine A parte queste eccezioni, la regola della re- 203/2001, bensì la legge 383/2001, il significa-
iniziale per il computo dei 10 giorni lavorativi ciproca integrazione tra registri e formula- to di tali disposizioni è, in sintesi, il seguente:
previsti per tale annotazione decorra dal gior- ri, sia in sede di compilazione che in sede • i registri non devono più essere vidimati;

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


no dell’inizio (e non di conclusione di tale tra- di conservazione di tali scritture ambienta- • l’apposizione della numerazione sul registro
sporto). Infatti, qualora il predetto termine di li, rappresenta la base del sistema di rin- avviene ad opera e cura del soggetto obbligato
10 giorni lavorativi venisse calcolato non dalla tracciabilità dei flussi dei rifiuti sotteso agli alla sua tenuta;
partenza, ma dal momento finale in cui i ri- adempimenti e alle sanzioni del Dlgs 152/ • la numerazione dei fogli (e quindi delle ope-
fiuti sono giunti a destinazione, la previsione 2006. Pertanto, si ritiene che ogni scosta- razioni) ricomincia ogni anno;
dell’articolo 190, comma 1, lettera b), Dlgs mento da questo precetto vada interpretato • il registro non deve essere più stampato se-
152/2006 rischierebbe di essere svuotata di in modo restrittivo. condo le cadenze previste per le annotazioni,
contenuto precettivo: il già lungo termine dei ma una volta l’anno (si ritiene prima dell’in-
10 giorni lavorativi finirebbe per poter essere Ciò posto, per i trasportatori di rifiuti è ragio- vio del Mud) e comunque ad ogni richiesta
dilatato in modo non predeterminabile a se- nevole ritenere che siano ipotizzabili due mo- delle Autorità di controllo;
conda della durata temporale del trasporto. dalità di compilazione del registro in ordine ad • possono essere utilizzati fogli mobili in for-
Avremmo, così, movimentazioni di rifiuti che un determinato trasporto documentato da uno mato A4. Questo è possibile sia per la tenuta
per tutto il tempo del trasporto non risultano in specifico formulario di identificazione: informatica sia per quella cartacea.
carico a nessuno dei soggetti che li producono 1) da una parte, i soggetti che effettuano il
o li gestiscono, con una pericolosa interruzione trasporto possono eseguire una registrazione Regime transitorio
della filiera di tracciabilità dei rifiuti medesimi. suddivisa in due tempi, L’articolo 2, comma 1, Dm 2 maggio stabilisce
Del resto, il quadro normativo di riferimento • con una prima registrazione “in carico” nel che tale Dm “sostituisce a tutti gli effetti il de-
prevede un rapporto di reciproca integrazione termine di 10 giorni lavorativi dalla data di i- creto ministeriale 1° aprile 1998, n. 148. I
tra formulari e registri di carico e scarico dei nizio del trasporto; registri di carico e scarico di cui al decreto
rifiuti, disponendo che gli estremi identificativi • con una seconda registrazione in “scarico” legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, conformi
del formulario debbano essere riportati sul re- nel termine di 10 giorni lavorativi dal conferi- al decreto ministeriale richiamato e in uso
gistro in corrispondenza dell’annotazione rela- mento al sito di destinazione (smaltimento o alla data di entrata in vigore del presente
tiva ai rifiuti oggetto del trasporto e che il nu- recupero); decreto, possono continuare ad essere utiliz-
mero progressivo del registro di carico e scarico 2) dall’altra, i trasportatori possono anche ac- zati fino al loro esaurimento purché con-
relativo alla predetta annotazione debba essere cedere ad una modalità di registrazione conte- tengano tutti gli elementi previsti ai sensi
indicato sul formulario che accompagna il stuale di carico e scarico (con specifica indica- dell’articolo 1”. Questo significa che i registri
trasporto medesimo. zione della data di inizio e di fine del traspor- conformi al Dm 148/1998 che le imprese ave-
Tale integrazione reciproca tra registri e for- to), purché sia rispettato il termine di 10 giorni vano in uso alla data del 29 aprile 2006 posso-
mulari, funzionale all’efficacia del controllo lavorativi di cui all’articolo 190, comma 1, let- no continuare ad essere utilizzati fino al loro
sulle movimentazioni dei rifiuti, è la regola. tera b) del Dlgs 152/2006, che (si ripete) per esaurimento, ma essi devono contenere tutti
Proprio dalla durata del termine previsto dal- l’operazione di “carico” si ritiene decorra dalla gli elementi previsti dai nuovi modelli (A e B)
l’articolo 190, comma 1, lettere da a) a d), data di inizio del viaggio indicata nell’apposito introdotti dal Dm 2 maggio 2006.
Dlgs 152/12006 discende che il sistema possa campo del formulario medesimo (3).
“tollerare” alcune eccezioni alla regola della Pertanto, sarà necessario integrare i regi-
reciproca integrazione tra registri e formulari, Le modalità di tenuta stri “vecchi” con la indicazione relativa al
e precisamente: L’articolo 190, comma 6, Dlgs 152/2006 stabi- “peso verificato a destino” che nei prece-
• durante il trasporto il formulario può risul- lisce che “I registri sono numerati, vidimati denti modelli di cui al Dm 148/1998 non
tare privo del “numero di registro”, in quanto e gestiti con le procedure e le modalità fissa- era presente. 61
Non si può tacere delle perlessità che destano decisamente particolare, soprattutto se si tiene cazione in metri cubi rende impossibile la
Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – I modelli di registro di carico e scarico

due affermazioni contenute nell’allegato C al conto del fatto che il Dlgs 152/2006, Parte IV, compilazione del Mud, poiché i rifiuti in tale
Dm 2 maggio 2006, dove nella sezione C-1 si ha come finalità l’efficacia del controllo (arti- modello non sono mai censiti in metri cubi.
legge: colo 178, comma 2); Questa situazione esporrà inevitabilmente gli
• “descrizione del rifiuto: va annotata la • nel modello A, i rifiuti possono essere indica- operatori a numerose difficoltà, a meno che
descrizione del rifiuto come risulta dal codi- ti in kg o in litri o in metri cubi. Quindi, oggi, per la prossima dichiarazione Mud non si pro-
ce Cer. Per i codici terminanti con il nume- tra le diverse unità di misura esiste una totale ceda a modificare il relativo modello.
ro 99 (rifiuti non specificati altrimenti) va alternatività. In precedenza, come noto, l’indi-
annotata una descrizione appropriata, per cazione dei metri cubi era sempre obbligatoria (1) P. Ficco “Formulari e registri di carco e scari-
quanto possibile, del particolare rifiuto”. sia che si adoperassero kg o i litri. Quello che co: cosa cambia per le imprese dal 29 aprile 2006”
Al riguardo si osserva che, a parte il terminale però lascia perplessi è dato dal fatto che nel- in questa Rivista, n. 129-130 (5-6/06) pag. 33 e
“99”, la descrizione del rifiuto non deve essere l’Allegato C, sezione C-1, Dm 2 maggio 2006, segg.
più apposta con la maggiore accuratezza pos- punto c), si legge che “spetta al produttore (2) In www.reteambiente.it, Sezione “Rifiuti”,
Spazio “Documentazione complementare”.
sibile (come era nel sistema precedente) quin- scegliere l’unità di misura, che dovrà essere
(3) Cfr. S. Pallotta “Registri di carico e scarico dei
di, basterà apporre la descrizione presente ac- mantenuta dal trasportatore fino al recupe- rifiuti e compilazione da parte dei trasportatori: il
canto al Cer e contenuta nell’Elenco europeo ratore o allo smaltitore”. termine settimanale per eseguire le annotazioni in
dei rifiuti. Tale descrizione, come noto, è sem- Quindi, si potrebbe parlare di un “congela- “carico” decorre dall’inizio del trasporto”, in que-
pre abbastanza generica. Tale affermazione è mento delle quantità” che, in caso di loro indi- sta Rivista, 12/05, Rubrica “Quesiti”.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

a cura di Gianfranco Bologna

State of the
World 2006
rapporto sullo stato del pianeta
focus Cina e India
La presa di coscienza che la inevitabilmente una quota richiesta supererebbe da
Cina, assieme all’India, sta delle risorse globali sempre sola l’attuale domanda
rapidamente diventando una più equa, arrivando a un globale.
potenza planetaria, ha volume di consumi mai E se la loro domanda pro
portato quest’anno i verificatosi prima a livello capite di biosfera dovesse
ricercatori del Worldwatch mondiale. eguagliare quella
Institute a centrare lo State Secondo l‘analisi del dell’Europa di oggi, ci
of the World su alcuni paesi Worldwatch, se i due vorrebbe un intero pianeta
anziché su questioni paesi dovessero utilizzare Terra solo per sostenere
specifiche. tanto petrolio pro capite questi due paesi.
Mano a mano, Cina e India quanto ne utilizza il
rivendicheranno Giappone oggi, la loro
362 pagine 19,00 e
R
tagliando d’ordine da inviare a Edizioni Ambiente fax 02/45487333 www.edizioniambiente.it e-mail mario.pasquali@reteambiente.it
■ Sì, desidero acquistare contrassegno il volume Il cliente ha il diritto di recedere
dal contratto in oggetto secondo le modalità
1) Informativa ex Dlgs 196/2003. La compilazione del presente coupon è facolta-
tiva, ma è necessaria per fornire il servizio da Lei richiesto e, dietro suo consenso,
State of the World a 19,00 e stabilite dal Dlgs 185/1999.
per inviarLe inoltre informazioni su iniziative commerciali e non della Casa Editrice.
Responsabile del trattamento dei suoi dati è Edizioni Ambiente Srl, via N. Battaglia
nome e cognome 10, 20127, Milano. Nel rispetto del Dlgs 196/2003, i dati da Lei rilasciati saranno
trattati, anche con l’ausilio di mezzi automatizzati, dagli incaricati della gestione dei
ragione sociale servizi in oggetto, del marketing, dell’amministrazione e della gestione clienti. Non
saranno comunicati a terzi se non per adempiere ad obblighi di legge, per ordini di
pubbliche autorità o per esercitare un diritto in sede giudiziaria. È Suo diritto otte-
via n. nerne gratuitamente il controllo, l’aggiornamento, la modifica o la cancellazione e
opporsi al loro trattamento ai sensi dell’articolo 7 del citato Dlgs 196/2003.
città prov. cap 2) Consenso al trattamento dei dati.
Letta l’informativa di cui sopra:
tel. fax [ ] autorizzo
[ ] non autorizzo
sito internet e-mail l’utilizzo dei miei dati per l’invio di informazioni commerciali ed iniziative della Casa
Editrice.
data firma Firma ............................................................................
62
Ministero delle attività produttive
Decreto 2 maggio 2006 (*)
(Gazzetta ufficiale 9 maggio 2006 n. 106)

Modalità di utilizzo per la produzione di energia


elettrica del Cdr di qualità elevata (Cdr-Q), come
definito dall’articolo 183, comma 1, lettera s), del
Legislazione decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
norme Il Ministro delle attività produttive biente, di concerto con il Ministro della salute ed
nazionali di concerto con il Ministro delle attività produttive, in attuazione
il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio dell’articolo 12 del decreto del Presidente del Con-
Considerata la necessità di sanare le discrepanze siglio dei Ministri 8 marzo 2002, è stata istituita
sussistenti tra la normativa prevista dall’articolo una Commissione interministeriale (richiamata
229 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e nel prosieguo come: la Commissione) per l’esame
la disciplina tecnica preesistente in tema di in- delle proposte di integrazione ed aggiornamento
centivazioni all’utilizzo delle fonti energetiche al citato decreto del Presidente del Consiglio dei
Cdr-Q, un decreto rinnovabili, con particolare riferimento all’arti-
colo 12, comma 3, del decreto del Ministero delle
Ministri 8 marzo 2002, anche in riferimento alle
condizioni di utilizzo dei combustibili;
attività produttive 24 ottobre 2005; Visti i lavori della Commissione relativi alle pro-
tampone che Visto il contenzioso amministrativo pendente di-
nanzi al Tar Lazio sull’articolo 12 del sopra
blematiche connesse alla produzione e l’utilizzo
del Cdr-Q, che si è avvalsa delle competenze
menzionato decreto ministeriale; dell’Apat, del Cnr, dell’Enea, dell’Iss e del Cti
malamente colma Vista la legge 15 dicembre 2004, n. 308, ed in
particolare l’articolo 1, comma 30, in base al
(Comitato Termotecnico Italiano);
Vista la nota tecnica, prodotta dal Comitato
quale il Governo è autorizzato ad apportare mo- Termotecnico Italiano, relativa ad una possibile

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


difiche al decreto del Presidente del Consiglio dei regolamentazione del Cdr-Q come combustibile
le lacune lasciate Ministri 8 marzo 2002, conseguenti a quanto consentito per alcuni usi industriali;
previsto all’articolo 1, comma 29, lettera b) della Ritenuto di dover promuovere con urgenza l’uti-
medesima legge; lizzo del Cdr-Q che costituisce fonte energetica
dal “Codice Visto l’articolo 229 del decreto legislativo 3 aprile alternativa e rinnovabile, particolarmente rile-
2006, n. 152, che disciplina le modalità per l’uti- vante in situazioni di carenze e crisi energetiche
lizzo del Cdr di qualità elevata (Cdr-Q) come de- anche al fine di concorrere al raggiungimento
ambientale” finito dall’articolo 183, comma 1, lettera s); degli obiettivi derivanti dal Protocollo di Kyoto
Considerato che in data 29 aprile 2006, con l’en- così come, in particolare, previsto dall’articolo
trata in vigore del decreto legislativo 3 aprile 267, comma 4, del decreto legislativo n. 152/
2006, n. 152, si è proceduto all’abrogazione, fra 2006;
le altre norme, del decreto del Presidente del Considerato che la Commissione è decaduta con
Consiglio dei Ministri 8 marzo 2002; l’entrata in vigore dell’articolo 297 del decreto le-
Considerato che il citato decreto del Presidente gislativo n. 152/2006, che abroga il decreto del
del Consiglio dei Ministri 8 marzo 2002, è espres- Presidente del Consiglio dei Ministri 8 marzo
samente menzionato come norma da modificare 2002;
tanto dalla legge n. 308/2004, articolo 1, comma Verificato che non è stato portato a compimento
30, quanto dall’articolo 229, commi 2 e 4, del de- il disposto dell’articolo 1, comma 30, della legge
creto legislativo n. 152/2006; n. 308/2004;
Ravvisata la necessità di dover procedere con Ritenuto di recepire con proprio decreto, gli ela-
tempestività ed urgenza all’attuazione dell’arti- borati tecnici ed i contributi prodotti dalla Com-
colo 1, comma 30, della legge n. 308/2004, an- missione ed in particolare la nota tecnica prodot-
che al fine di fornire una compiuta disciplina al- ta dal Comitato Termotecnico Italiano, relativa-
le modalità di utilizzo del Cdr-Q; mente alle problematiche connesse alla produ-
Considerata la necessità di fornire chiarezza giu- zione e all’utilizzo del Cdr-Q;
ridica e certezza comportamentale in modo u-
niforme sull’intero territorio nazionale, tanto al- Decreta:
le autorità deputate al controllo che agli operato-
ri interessati; Articolo 1
Premesso che l’articolo 3 del decreto legislativo 3 L’articolo 12, comma 3, del decreto 24 ottobre
aprile 2006, n. 152 (richiamato nel prosieguo co- 2005 del Ministro delle attività produttive di con-
me: il decreto legislativo n. 152/2006), recante certo con il Ministro dell’ambiente e della tutela
norme in materia ambientale, dispone criteri per del territorio, recante “Aggiornamento delle di-
l’adozione dei provvedimenti successivi aventi ad rettive per l’incentivazione dell’energia elettrica
oggetto le norme di cui al medesimo decreto; prodotta da fonti rinnovabili ai sensi dell’articolo
Premesso che con decreto del Ministro dell’am- 11, comma 5, del decreto legislativo 16 marzo
(*) Il provvedimento, compresi gli allegati, è riportato nei suoi termini testuali con gli errori in esso contenuti, ri- 63
tenendo arbitrario procedere a correzioni.
1999, n. 79”, è così modificato: “In attuazione (Rdf di qualità elevata).”. Articolo 3
Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – Cdr-Q

dell’articolo 229, comma 6, del decreto legislati- Il presente decreto entra in vigore dalla data di
vo 3 aprile 2006, n. 152, e dell’articolo 17, com- Articolo 2 pubblicazione nella Gazzetta ufficiale o dalla da-
ma 1, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. Le modalità di utilizzo del Cdr-Q di cui agli arti- ta di pubblicazione sul sito del Ministero delle at-
387, ha diritto ai certificati verdi la produzione di coli 183, comma 1, lettera s), e 229 del decreto tività produttive all’indirizzo: www.attivitapro-
energia elettrica degli impianti che utilizzano legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sono quelle con- duttive.gov.it
combustibile da rifiuti di qualità elevata (Cdr-Q) tenute nell’Allegato 1 al presente decreto che è da
come descritto dalle norme tecniche Uni 9903-1 considerarsi parte integrante del medesimo. Roma, 2 maggio 2006

Allegato 1 particolare l’inquinamento dell’aria, Tabella 2 – Valori limite di emissione per co-combustione del Cdr-Q
del suolo, delle acque superficiali e in cementifici (misurazione periodica)
Sezione 1 sotterranee, nonché odori e rumore e i Inquinanti Unità di misura Valori limite di emissione
1. Negli impianti di produzione di e- rischi diretti per la salute umana. [1]
nergia con potenza termica nominale 1.3 Prima della accettazione del Cdr-
Q nell’impianto di combustione, il ge- Sommatoria metalli pesanti (mg/Nm3) 0,5
maggiore o uguale a 50 MW e nei (As – Pb – Co – Cr – Cu –
forni da cemento aventi capacità di store deve determinare la massa dello
produzione di clinker superiore a 500 stesso e deve acquisire dal rivenditore Mn – Ni – Sb – V) [1]
ton/g, è consentito l’utilizzo del Com- informazioni che attestino che esso Mercurio e i suoi componenti (mg/Nm3) 0,05
bustibile da Rifiuti di Qualità Elevata sia in possesso di caratteristiche con- espressi come mercurio (Hg)
(Cdr-Q), ai sensi dell’articolo 229 formi ai requisiti previsti dalle norme [1]
comma 2 del decreto legislativo 152/ tecniche Uni 9903-1 e che tali carat- Cadmio + Tallio ed i loro (mg/Nm3) 0,05
2006, con le modalità descritte nella teristiche siano state misurate in con- composti [1]
Parte II, sezione 7 del decreto legisla- formità a quanto previsto dalle perti-
Diossine e Furani (ng/Nm3) 0,1
tivo 152/ 2006, ove lo stesso sia de- nenti parti delle norme Uni 9903.
PCDD/PCDF [2]
stinato alla combustione contempora-
nea con combustibili consentiti dalla 2. Condizioni di utilizzo nei ce-
mentifici [1] Valori limite di emissione medi ottenuti con periodo di campionamento di 1 h
normativa vigente, ivi comprese le per i metalli.
biomasse. La conversione energetica del Cdr-Q
può essere effettuata attraverso la [2] I valori limiti di emissione, ottenuti con un periodo di campionamento di 8 h,
Le modalità per l’utilizzo del combu- si riferiscono alla concentrazione di PCDD e PCDF calcolata come concentrazione
stibile ottenuto dai rifiuti urbani e spe- combustione diretta, ovvero previa pi-
rolisi o gassificazione. “tossica equivalente” attraverso i fattori di equivalenza (FTE) riportati in tab. 8.
ciali non pericolosi devono essere
contenute nella autorizzazione inte- 2.1 Valori limite di emissione per co-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

grata ambientale.” combustione del Cdr-Q in cementifici 2.2 Cadenza rilevamento inquinanti in l’effettuazione di misurazioni periodi-
Salvo diverse prescrizioni dell’autorità cementifici che di HCl, HF ed SO2, in sostituzione
competente ai sensi del decreto legi- Il rilevamento degli inquinanti di cui in delle pertinenti misurazioni in conti-
Sezione 2 slativo 18 febbraio 2005, n. 59, i for-
Caratteristiche del Cdr-Q e Tabella 1 dovrà essere effettuato at- nuo, se il gestore dimostra che le e-
ni da cemento in cui viene utilizzato il traverso misurazione e registrazioni in missioni di tali inquinanti non possono
sue condizioni di utilizzo Cdr-Q in co-combustione, esclusi i continuo fatte salve le eccezioni di cui in nessun caso essere superiori ai va-
1. Tipologia e provenienza periodi di avviamento ed arresto ed e- al punto 2.3. lori limite di emissione stabiliti. La mi-
1.1 Combustibile derivato da rifiuti di sclusi i guasti dei sistemi di depura- Il rilevamento degli inquinanti di cui in surazione in continuo dell’acido fluori-
qualità elevata (Cdr-Q) ottenuto dai ri- zione, devono rispettare i valori limite Tabella 2 dovrà essere effettuato con drico può essere sostituita da misura-
fiuti urbani e speciali non pericolosi di emissione giornalieri indicati in Ta- cadenza annuale; per i primi dodici zioni periodiche se l’impianto adotta
come descritto dalla norma Uni 9903- bella 1 e Tabella 2. mesi di esercizio in co-combustione sistemi di trattamento dell’acido clori-
1 (edizione 2004). Il tenore di ossigeno di riferimento per con Cdr-Q il rilevamento dovrà avere drico nell’effluente gassoso che ga-
1.2 Il gestore dell’impianto di combu- gli inquinanti della tabella 1 è quello cadenza quadrimestrale. rantiscono il rispetto del valore limite
stione deve adottare tutte le precau- di processo nell’effluente gassoso a- 2.3 Condizioni operative per cementifici di emissione relativo a tale sostanza.
zioni necessarie riguardo alla conse- nidro. Nelle fasi di avviamento e arresto ed
gna e alla ricezione del Cdr-Q per evi- Il tenore di ossigeno di riferimento per in caso di guasti dei dispositivi di de- 3. Condizioni di utilizzo negli
tare o limitare, per quanto praticabile, gli inquinanti della tabella 2 è pari al purazione e misurazione non è con- impianti di produzione di ener-
gli effetti negativi sull’ambiente, in 10% nell’effluente gassoso anidro. sentito l’utilizzo di Cdr-Q. gia
Le condizioni operative al fine del ri- La conversione energetica del Cdr-Q
Tabella 1 – Valori limite di emissione (media giornaliera) spetto delle emissioni di cui ai punti può essere effettuata attraverso la
per co-combustione del Cdr-Q in cementifici (misurazione in continuo) precedenti devono essere assicurate, combustione diretta, ovvero previa pi-
alle normali condizioni di esercizio, rolisi o gassificazione.
Inquinanti Unità di misura Valori limite di emissioni anche attraverso: 3.1 Limiti di emissione per co-combu-
(medie giornaliere)
a) l’alimentazione automatica del stione del Cdr-Q in impianti di produ-
Polveri totali (mg/Nm3) 30 combustibile; zione di energia
Carbonio organico totale (mg/Nm3) [1] b) il controllo della combustione, an- Salvo diverse prescrizioni dell’autorità
Monossido di carbonio (mg/Nm3) [1] che in fase di avviamento, tramite la competente ai sensi del decreto legi-
Ossidi di azoto (espressi (mg/Nm3) [1] misura e registrazione in continuo slativo 18 febbraio 2005 n. 59, gli im-
come NO2) nella camera di combustione della pianti di energia elettrica in cui viene
Ossidi di zolfo (espressi (mg/Nm3) [1] temperatura; utilizzato il Cdr-Q in co-combustione,
come SO2) c) le misurazione e registrazioni in esclusi i periodi di avviamento, arresto
Acido cloridrico (HCl) (mg/Nm3) 15 continuo nell’effluente gassoso della e guasti, devono rispettare:
Acido fluoridrico (HF) (mg/Nm3) [1] temperatura e delle concentrazioni di a) per gli inquinanti indicati in Tabella
polveri totali, carbonio organico totale, 3 i valori limite di emissione specifica-
[1] Il limite di emissione è quello fissato dall’autorizzazione integrata ambientale monossido di carbonio, ossidi di azo- ti nella medesima tabella consideran-
ai sensi del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59. to, ossidi di zolfo, acido cloridrico, a- do un tenore di ossigeno di riferimen-
cido fluoridrico e tenore di ossigeno. to in volume nell’effluente gassoso a-
L’autorità competente può autorizzare nidro pari al 6%;

RIFIUTI on line:
il mensile è disponibile
anche nel sito internet
64 www.reteambiente.it
Tabella 3 – Valori limite di emissione per co-combustione del Cdr-Q Tabella 5 – Valori di Cprocesso (O2 @ 6%) per combustibili solidi da

Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – Cdr-Q


in impianti di produzione di energia elettrica (inquinanti per i quali non è utilizzare per il calcolo dei valori limite di emissione secondo la relazione
previsto riferimento medio ponderale) (Misurazione periodica) di cui al punto 3.1

Inquinanti Unità di misura Valori limite di emissione Inquinanti Unità Valori limite di emissione (medie giornaliere)
(O2@6% fumi anidri) [1] di misura (O2 @ 6% fumi anidri)
Sommatoria metalli pesanti (mg/Nm3) 0,5 > 50 ≤ 100 > 100 - 300 > 300 - 500 >500
(As – Pb – Co – Cr – Cu – MWt MWt MWt MWt
Mn – Ni – Sb – V) [1] Polveri (mg/Nm3) 50 30 30 30
Mercurio e i suoi composti (mg/Nm3) 0,05 totali
espressi come mercurio Carbonio (mg/Nm3) [1] [1] [1] [1]
(Hg) [1] organico
Cadmio + Tallio e i loro (mg/Nm3) 0,05 totale
composti [1] Monossido (mg/Nm3) [1] [1] [1] [1]
Diossine e Furani (ng/Nm3) 0,1 di carbonio
PCDD/PCDF [2] Ossidi di (mg/Nm3) 400 300 200 200
[1] Valori limite di emissione medi ottenuti con periodo di campionamento di 1 h azoto
per i metalli. (espressi
[2] I valori limiti di emissione, ottenuti con un periodo di campionamento di 8 h, come NO2)
si riferiscono alla concentrazione di PCDD e PCDF calcolata come concentrazio- Ossidi di (mg/Nm3) 850 850÷200 200 200
ne “tossica equivalente” attraverso i fattori di equivalenza (FTE) riportati in tab. 8. zolfo con
espressi decremento
come SO2) lineare da
b) per i seguenti inquinanti: polveri to- tare i valori limiti di emissione (C, me-
tali, COT, CO, ossidi di azoto, ossidi di dia giornaliera), calcolati secondo la (impianti 100 a
zolfo, HCl, gli impianti devono rispet- seguente relazione: nuovi) 300 MWt
Ossidi di (mg/Nm3) 2000 2000÷1200 1200÷400 400
MWtCdr-Q x CCdr-Q + MWtprocesso x Cprocesso zolfo con con
—————————————————————————— = C espressi decremento decremento
MWtCdr-Q + MWtprocesso come SO2) lineare da lineare da
(impianti 100 a 300 a
C: valori limite totali di emissione da Cprocesso: valori limite di emissione esistenti) 300 MWt 500 MWt
rispettare per gli inquinanti soggetti a riportati in Tabella 5, Tabella 6, Ta- Acido (mg/Nm3) 15 15 15 15
formula di miscelazione riferiti al te- bella 7. In mancanza di tali valori si

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


cloridrico
nore di ossigeno di riferimento corri- applicano i valori limite di emissione
spondente al combustibile determina- che figurano nell’autorizzazione. se in HCl
te normalmente utilizzato nell’impian- questa non sono menzionati tali valo- [1] Il limite di emissione è quello fissato dall’autorizzazione ai sensi dell’articolo
to. ri, si ricorre alle concentrazioni reali in 269 del decreto legislativo 152/2006 o nell’autorizzazione integrata ambientale
MWtCdr-q: Carico termico derivanti massa. Per i combustibili gassosi si ai sensi del decreto legislativo 18 febbraio 2005 n. 59.
dalla combustione del solo Cdr-Q, de- applicano i valori riportati nell’autoriz-
terminato come prodotto tra la portata zazione ai sensi dell’articolo 269 del Tabella 6 – Valori di Cprocesso (O2 @ 3%) per combustibili liquidi
oraria ed il potere calorifico del Cdr- decreto legislativo 152/2006 o nel- da utilizzare per il calcolo dei valori limite di emissione secondo
Q. l’autorizzazione integrata ambientale la relazione di cui al punto 3.1
CCdr-q: valori limite di emissione per ai sensi del decreto legislativo 18 feb-
la co-combustione del CCdr-q, ripor- braio 2005 n. 59. Inquinanti Unità Limiti di emissione medi giornalieri
tati in Tabella 4 O2riferimento: Determinato in base a di misura (O2 @ 3% fumi anidri)
Mwtprocesso: Carico termico deri- quello applicabile al combustibile di > 50 ≤ 100 > 100 - 300 > 300 - 500 > 500
vante dalla combustione dei combu- norma impiegato nell’impianto (6% MWt MWt MWt MWt
stibili autorizzati normalmente utilizza- per combustibili solidi, 3% per com- Polveri totali (mg/Nm3) 50 30 30 30
ti nell’impianto (escluso il Cdr-Q). bustibili liquidi). Carbonio (mg/Nm3) 20 20 20 20
organico
Tabella 4 – Valori di CCdr-Q da utilizzare per il calcolo dei valori limite di totale
emissione medi giornalieri secondo la relazione di cui al punto 3.1
Monossido (mg/Nm3) [1] [1] [1] [1]
Inquinanti Unità di misura CCdr-Q [1] di carbonio
Ossidi di (mg/Nm3) 400 300 200 200
Polveri totali (mg/Nm3) 15 azoto
Sostanze organiche sotto forma (mg/Nm3) 15 (espressi
di gas e vapori espresse come NO2)
come carbonio organico Ossidi di (mg/Nm3) 850 850÷200 200 200
totale (COT) zolfo con
Monossido di carbonio (mg/Nm3) 75 (espressi decremento
Ossidi di azoto (espressi (mg/Nm3) 300 come SO2) lineare da
come NO2) (impianti 100 a 300
Ossidi di zolfo (espressi come (mg/Nm3) 75 nuovi) MWt
SO2) Ossidi di (mg/Nm3) 2000 1700 1700÷400 400
Acido cloridrico HCl (mg/Nm3) 15 zolfo con
(espressi decremento
[1] O2 di riferimento: 6% vol. nel caso di combustione simultanea con combusti-
come SO2) lineare da
bili solidi, 3% vol. nel caso di combustione simultanea con combustibili liquidi
(impianti 300 a 500
esistenti) MWt
Acido (mg/Nm3) 15 15 15 15
cloridrico
HCl
[1] Il limite di emissione è quello fissato dall’autorizzazione ai sensi dell’articolo
269 del decreto legislativo 152/2006 o nell’autorizzazione integrata ambientale 65
ai sensi del decreto legislativo 18 febbraio 2005 n. 59.
Tabella 7 - Valori di Cprocesso (O2 @ 6%) per biomasse da utilizzare Tabella 8 – Fattori di equivalenza tossica (FTE)
Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – Cdr-Q

per il calcolo dei valori limite di emissione secondo la relazione FTE


di cui al punto 3.1 2, 3, 7, 8 Tetraclorodibenzodiossina (TCDD) 1
1, 2, 3, 7, 8 - Pentaclorodibenzodiossina (PeCDD) 0,5
Inquinanti Unità Limite di emissione medi giornalieri 1, 2, 3, 4, 7, 8 - Esaclorodibenzodiossina (HxCDD) 0,1
di misura (O2 @ 6% fumi anidri) 1, 2, 3, 7, 8, 9 - Esaclorodibenzodiossina (HxCDD) 0,1
> 50 - ≤ 100 MWt > 100-300 MWt > 300 MWt 1, 2, 3, 6, 7, 8 - Esaclorodibenzodiossina (HxCDD) 0,1
Polveri (mg/Nm3) 15 15 15 1, 2, 3, 4, 6, 7, 8 - Eptaclorodibenzodiossina 0,01
totali Octaclorodibenzodiossina (OCDD) 0,001
Carbonio (mg/Nm3) 15 15 15 2, 3, 7, 8 - Tetraclorodibenzofurano (TCDF) 0,1
organico 2, 3, 4, 7, 8 - Pentaclorodibenzofurano (PeCDF) 0,5
totale 1, 2, 3, 7, 8 - Pentaclocodibenzofurano (PeCDF) 0,05
1, 2, 3, 4, 7, 8 - Esaclorodibenzofurano (HxCDF) 0,1
Monossido (mg/Nm3) 150 150 150
1, 2, 3, 7, 8, 9 - Esaclorodibenzofurano (HxCDF) 0,1
di carbonio
1, 2, 3, 6, 7, 8 - esaclorodibenzofurano (HxCDF) 0,1
Ossidi di (mg/Nm3) 300 300 300
2, 3, 4, 6, 7, 8 - Esaclorodibenzofurano (HxCDF) 0,1
azoto 1, 2, 3, 4, 6, 7, 8 - Eptaclorodibenzofurano (HpCDF) 0,01
(espressi 1, 2, 3, 4, 7, 8, 9 - Eptaclorodibenzofurano (HpCDF) 0,01
come NO2) Octaclorodibenzofurano (OCDF) 0,001
Ossidi di (mg/Nm3) 200 200 200
zolfo
(espressi 5. Normalizzazione in contenitori con caratteristiche tali
come SO2) I risultati delle misurazioni effettuate da evitare qualsiasi spandimento ac-
Acido (mg/Nm3) 15 15 15 per verificare l’osservanza dei valori cidentale del contenuto ed adatti a
cloridrico limite di emissione di cui ai paragrafi possibili aumenti di pressione interna
HCl precedenti sono normalizzati alle con- dovuti ad eventuale formazione di
dizioni seguenti: gas.
– temperatura 273 K; 7.2 Lo stesso contenitore non deve
3.2 Cadenza rilevamento inquinanti in 4. Metodi campionamento, ana- – pressione 101,3 kPa; essere utilizzato per lo stoccaggio ed
impianti di produzione di energia lisi e valutazione delle emissioni – gas secco. il trasporto contemporaneo di Cdr-Q e
Il rilevamento degli inquinanti di cui in 4.1. Criteri generali Inoltre, se nelle emissioni il tenore di di altre merci.
Tabella 3 dovrà essere effettuato con Per i metodi di campionamento, anali- ossigeno è diverso da quello di riferi- 7.3 I contenitori devono essere sotto-
cadenza annuale; per i primi dodici si e valutazione delle emissioni si ap- mento, di volta in volta individuati nei posti ad operazioni di bonifica prima
mesi di esercizio in co-combustione plica quanto previsto nell’articolo pertinenti punti dei paragrafi prece- dell’eventuale riutilizzo per stoccaggio
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

con Cdr-Q il rilevamento di tali inqui- 271, comma 17, del decreto legislati- denti, le concentrazioni misurate de- o trasporto di altro materiale.
nanti dovrà avere cadenza quadrime- vo 3 aprile 2006, n. 152. vono essere corrette utilizzando la se-
strale. Per le misurazioni in continuo, fermo guente formula: 8. Stoccaggio e movimentazio-
Il rilevamento degli altri inquinanti restando quanto previsto dall’articolo ne del Cdr-Q all’interno dell’im-
(polveri totali, COT, CO, ossidi di azo- 271, comma 17, del decreto legislati- 21 – Os pianto di utilizzo
to, ossidi di zolfo, HCl) dovrà essere vo 3 aprile 2006, n. 152, i valori limite Es = ————————— *Em 8.1 Lo stoccaggio e la movimentazio-
effettuato attraverso misurazioni e re- di emissione di intendono rispettati se: 21 – Om ne del Cdr-Q devono avvenire in mo-
gistrazioni in continuo. a) nessuno dei valori medi rilevati per do tale da evitare spandimenti acci-
3.3 Condizioni operative in impianti di i metalli, per le diossine/furani supera nella quale: dentali e contaminazione di aria, ac-
produzione di energia i pertinenti valori limite di emissione Es = concentrazione calcolata al te- qua, suolo.
Nelle fasi di avviamento e arresto ed stabiliti nel presente Allegato. nore di ossigeno di riferimento; 8.2 Devono essere previste adeguate
in caso di guasti dei dispositivi di de- c) nessuno dei valori medi rilevati per Em = concentrazione misurata; misure e/o impianti per evitare feno-
purazione e misurazione non è con- i metalli, per le diossine/furani supera Os = tenore di ossigeno di riferimento; meni di autocombustione o di forma-
sentito l’utilizzo del Cdr-Q. i pertinenti valori limite di emissione Om = tenore di ossigeno misurato. zione di miscele esplosive.
Le condizioni operative al fine del ri- stabiliti nel presente Allegato. 8.3 Devono essere previste adeguate
spetto delle emissioni di cui ai punti 4.2 Determinazione delle emissioni Nel caso di co-combustione in im- misure e/o sistemi per prevenire e
precedenti devono essere assicurate, per diossine e furani pianti di produzione di energia che u- minimizzare la formazione di emissio-
alle normali condizioni di esercizio, I valori limite di emissione si riferisco- tilizzano contemporaneamente più ni diffuse e la diffusione di odori.
anche attraverso: no alla concentrazione totale di dios- combustibili, il tenore di ossigeno di 8.4 Sono fatte salve tutte le disposi-
d) l’alimentazione automatica del sine e furani, calcolata come concen- riferimento è quello del combustibile zioni vigenti in materia di sicurezza e
combustibile trazione “tossica equivalente”. Per la che fornisce la maggiore quantità di prevenzione.
e) il controllo della combustione, an- determinazione della concentrazione energia durante la combustione (com-
che in fase di avviamento, tramite la “tossica equivalente”, le concentra- bustibile determinante). 9. Metodiche di campionamento
misura e registrazione in continuo zioni di massa delle seguenti policlo- e metodiche analitiche per il
nella camera di combustione della ro-dibenso-p-diossine e policloro-di- 6. Norme per l’identificazione Cdr-Q
temperatura e del tenore di ossigeno benzofurani misurate nell’effluente del Cdr-Q 9.1 La caratterizzazione del lotto di
e la regolazione automatica del rap- gassoso devono essere moltiplicate 6.1 La denominazione Cdr-Q, la deno- produzione viene effettuata secondo
porto aria/combustibile per i fattori di equivalenza tossica minazione e l’ubicazione dell’impianto le metodiche di campionamento defi-
f) l’installazione del bruciatore ausilia- (FTE) di seguito riportati, prima di e- di produzione, l’identificazione del lotto nite dalla Uni 9903-3 e le metodiche
rio a combustibile gassoso o liquido seguire la somma. di produzione, la relativa data di pro- analitiche riportate nelle pertinenti
g) le misurazioni e registrazioni in duzione, la quantità di Cdr-Q, gli e- parti della Uni 9903 o equivalenti.
continuo nell’effluente gassoso della stremi dell’autorizzazione del produtto- 9.2 Per la definizione del lotto vale
temperatura e delle concentrazioni di re, l’impianto di destinazione nonché quanto stabilito dalla norma Uni
polveri totali, carbonio organico totale, la dichiarazione di rispondenza alla 9903-2.”
monossido di carbonio, ossidi di azo- norma Uni 9903-1 devono figurare nei
to, acido cloridrico e tenore di ossige- documenti di accompagnamento.
no. L’autorità competente può auto- 6.2 Le informazioni devono essere re-
rizzare l’effettuazione di misurazioni datte almeno in lingua italiana, inde-
periodiche di HCl ed SO2, in sostitu- lebili e chiaramente leggibili e devono
zione delle pertinenti misurazioni in essere nettamente separate da altre
continuo se il gestore dimostra che le eventuali informazioni concernenti il
emissioni di tali inquinanti non posso- prodotto.
no in nessun caso essere superiori ai
valori limite di emissione stabiliti. 7. Trasporto del Cdr-Q all’im-
pianto di utilizzo
66
7.1 Il Cdr-Q deve essere trasportato
Premessa sosi, ottenuti da fonti rinnovabili” in cemen-

Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – Cdr-Q


Sulla Gazzetta ufficiale del 9 maggio 2006, n. tifici o impianti di produzione di energia elet-
il commento 106 è stato pubblicato il Dm 2 maggio 2006, trica, così come previsto dalla legge 308/2004
promulgato dal Ministero delle attività produt- che così recita:
tive di concerto con il Ministero dell’ambiente e – articolo 1, punto 29, lettera b) (modifica al
Le modalità (non prive di tutela del territorio, avente per oggetto “Mo- Dlgs 22/1997 per l’esclusione del Cdr-Q dal suo
dalità di utilizzo per la produzione di energia campo di applicazione alle condizioni di segui-
di interrogativi) per l’utilizzo elettrica del Cdr di qualità elevata (Cdr-Q), co- to specificate – si veda nota 2):
del Cdr-Q me definito dall’articolo 183, comma 1, lettera “b) all’articolo 8, comma 1, dopo la lettera
s), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. f-quater) è aggiunta la seguente:
152”. f-quinquies) il combustibile ottenuto dai ri-
fiuti urbani e speciali non pericolosi, come
di Pasquale De Stefanis Tale atto ha formalmente concluso l’iter descritto dalle norme tecniche Uni 9903-1
Enea – Divisione Tecnologie Ingegneria amministrativo che era stato innescato dalla (Rdf di qualità elevata), utilizzato in co-
e Servizi ambientali legge 308/2004, la cosiddetta “Legge delega combustione, come definita dall’articolo 2,
in materia ambientale” che in tema di Cdr comma 1, lettera g), del decreto del Ministro
di qualità elevata, così come definito dalle dell’industria, del commercio e dell’ artigia-
norme tecniche Uni 9903-1, ha in pratica nato 11 novembre 1999, pubblicato nella
sancito la sua esclusione dal regime norma- Gazzetta ufficiale n. 292 del 14 dicembre
tivo dei rifiuti qualora impiegato come 1999, come sostituita dall’articolo 1 del de-
combustibile alternativo “in impianti di creto del Ministro delle attività produttive 18
produzione di energia ed in cementifici” marzo 2002, pubblicato nella Gazzetta uffi-
disponendone contestualmente la sua inclu- ciale n. 71 del 25 marzo 2002, in impianti
sione fra i combustibili impiegabili nei sud- di produzione di energia elettrica e in ce-
detti impianti da regolamentare tramite il mentifici, come specificato nel decreto del
Dpcm 8 marzo 2002. Presidente del Consiglio dei Ministri 8 marzo
2002, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n.
60 del 12 marzo 2002.”;
Al fine di esaminare le proposte di integrazione – articolo 1, punto 30, lettera b) (modifiche al
ed aggiornamento a tale Dpcm 8 marzo 2002 Dpcm 8 marzo 2002):

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


(1), tra le quali appunto quella relativa all’im- “Il Governo è autorizzato ad apportare mo-
piego del Cdr-Q, era stata istituita un’apposita difiche al decreto del Presidente del Consiglio
Commissione interministeriale, così come pre- dei Ministri 8 marzo 2002, pubblicato nella
visto dall’articolo 12 dello stesso Dpcm che, per Gazzetta ufficiale n. 60 del 12 marzo 2002,
l’analisi degli aspetti tecnici specifici, si è av- conseguenti a quanto previsto al comma 29,
valsa delle competenze di esperti dell’Apat, del lettera b)”.
Cnr, dell’Enea, dell’Iss e del Comitato termotec- Le caratteristiche del Cdr-Q, così come definite
nico italiano (Cti). dalla norma Uni-9903 sono riportate nella ta-
I risultati di tali lavori, che per motivi di tempo bella 1.
non si sono concretizzati nella modifica al Si tratta, in pratica, di un materiale derivato da
Dpcm 8 marzo 2002, hanno costituito la base un processo di recupero di rifiuti che assume le
di riferimento per l’allegato tecnico al Dm 2 caratteristiche di “prodotto” qualora utilizzato
maggio 2006 (in commento) nel quale sono in “impianti di produzione di energia elet-
riportati il campo di applicazione, le caratteri- trica e in cementifici” per la costruzione e l’e-
stiche e le condizioni di utilizzo del Cdr-Q negli sercizio dei quali si applica la specifica norma-
impianti industriali presi in esame. tiva di settore (3).
Senza entrare nel merito di problematiche di ti-
po normativo riguardanti la non conformità Come traspare immediatamente dalla lettu-
con la normativa europea vigente in tema di ra del Dm 2 maggio 2006, in esame, costi-
gestione dei rifiuti (2), si cercherà qui di segui- tuito da tre articoli e un allegato (nel quale
to di analizzare i principali contenuti del Dm in sono riportate le prescrizioni tecniche), le
esame, con particolare riguardo alle prescrizio- sue finalità sono riconducibili essenzial-
ni di carattere tecnico relative alla gestione ed mente a:
all’utilizzo del Cdr-Q, nonché sui valori limite – correggere (articolo 1) l’“anomalia” in-
previsti per le emissioni in atmosfera, cercando trodotta con il Dm 24 ottobre 2005, dello
di evidenziare sia le novità introdotte, sia i punti stesso Ministero delle attività produttive,
ancora aperti che potranno essere oggetto di fu- che non riconosceva al Cdr-Q l’accesso ai
turi aggiornamenti e revisioni. certificati verdi in quanto combustibile a-
vente caratteristiche di “prodotto” (4);
Le finalità – fornire (articolo 2) le modalità di utilizzo
– Generalità per il Cdr-Q, così come individuato agli arti-
La normativa in questione riguarda l’utilizzo coli 183, comma 1, lettera s) e 229 del
di Rdf di qualità elevata di cui alla norma Uni Dlgs 3 aprile 2006, n. 152.
9903-1 (edizione marzo 2004) in co-combu-
stione, definita (dal Dm 11 novembre 1999 e Questo secondo aspetto costituisce la parte sa-
successive modifiche) come la “combustione liente del decreto in quanto tramite le prescri-
contemporanea di combustibili non rinno- zioni riportate nell’Allegato ne viene disciplina-
vabili e di combustibili, solidi, liquidi, gas- to l’utilizzo, come combustibile alternativo in 67
impianti per la produzione di energia elettrica impianti di produzione di energia; È sicuramente da sottolineare il fatto che la
Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – Cdr-Q

ed in cementifici. – metodi di campionamento, analisi e valuta- definizione di “impianto di produzione di


In particolare il Dm in esame disciplina: zione delle emissioni; energia elettrica” utilizzata nel Dm 2 mag-
– caratteristiche, tipologia e provenienza del – requisiti principali per l’identificazione, il gio 2006 non trova un riscontro univoco in
Cdr-Q; trasporto, lo stoccaggio, la movimentazione e nessun atto della vigente normativa. In as-
– condizioni di utilizzo nei cementifici e negli la caratterizzazione analitica del Cdr-Q. senza di una chiara definizione di riferi-
mento (che lascia oltretutto spazio a inter-
Tabella 1 – Caratteristiche dei Cdr previste dalla Norma Uni 9903-1 pretazioni più o meno fantasiose) e tenuto
conto che eventuali risvolti negativi sull’am-
Parametro (1) u.m. Rdf qualità normale (2) u.m. Rdf qualità elevata biente sono riconducibili essenzialmente
Umidità % massa t.q. max. 25 % massa t.q. max 18 alla combustione del Cdr-Q, si può conclu-
P.C.I. MJ/kg t.q. min 15 MJ/kg s.s. min 20 dere che sarebbe stato più logico attendersi
Ceneri % massa s.s. max 20 % massa s.s. max 15 che le condizioni relative al suo impiego a-
Cloro totale % massa t.q. max 0,9 % massa s.s. max 0,7 vrebbero dovute essere riferite, più in ge-
Zolfo % massa t.q. max 0,6 mg/kg s.s. max 0,3 nerale, agli impianti termici industriali, as-
Pb (3) mg/kg s.s. max 200 s.s. max 100 serviti o meno alla produzione di energia e-
Cr mg/kg s.s. max 100 mg/kg s.s. max 70 lettrica (6).
Cu (4) mg/kg s.s. max 100 mg/kg s.s. max 50
Mn mg/kg s.s. max 400 mg/kg s.s. max 200 I contenuti tecnici
Ni mg/kg s.s. max 40 mg/kg s.s. max 30 – Taglia minima di impianto
As mg/kg s.s. max 9 mg/kg s.s. max 5 Una delle questioni più controverse riguardan-
Cd + Hg mg/kg s.s. max 7 mg/kg s.s. – ti il Dm 2 maggio 2006 è connessa con la fissa-
Cd mg/kg s.s. – mg/kg s.s. max 3 zione di una taglia di soglia al di sotto della
Hg mg/kg s.s. – mg/kg s.s. max 1 quale non è consentito l’impiego del Cdr-Q alle
(1) Per parametri quali contenuto di vetro, Fe, F, Al, Sn, Zn, pezzatura e temperatura di rammollimento condizioni prescritte dallo stesso Dm.
delle ceneri ne viene raccomandata solo l’indicazione. Infatti, dalla volontà di associare l’impiego di
(2) Coincidenti con le prescrizioni di cui al Dm 5 febbraio 1998. Cdr-Q ad insediamenti produttivi che ricadono
(3) Frazione volatile. nel campo di applicazione del Dlgs 59/2005 e
(4) Composti solubili. come tali sottoposti ad autorizzazione integra-
ta ambientale (Aia) è derivato (come naturale
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

conseguenza) che le taglie minime sono state


– Aspetti controversi vista tecnico per quanto riguarda le apparec- rispettivamente fissate ad una potenza termica
Prima di passare ad un esame dei contenuti chiature di combustione. Visto anche l’elevato nominale maggiore o uguale a 50 MW per gli
tecnici del Dm 2 maggio 2006 si vogliono evi- limite di soglia per la capacità termica, si può impianti di produzione di energia e ad una ca-
denziare alcune problematiche che sono state ritenere che le centrali termiche qualora ri- pacità di produzione di clinker superiore a 500
prese in esame solo in modo parziale e che de- spondano, in termini di caratteristiche proget- t/g per i cementifici.
rivano essenzialmente dalla definizione di co- tuali ed operative, ai requisiti tecnici minimali
combustione a cui ha fatto riferimento la legge richiesti, possano essere in toto assimilate alle Questa precisa scelta comporta dei risvolti con-
308/2004 (cd. “delega ambientale”). centrali termoelettriche; trastanti nei confronti delle tipologie di im-
Appare chiaro come il richiamo alla definizio- – le centrali termoelettriche alimentate a bio- pianti presi in esame.
ne di cui al Dm Industria 11 novembre 1999, masse, indipendentemente dalla taglia, non ri- Infatti: mentre per quanto riguarda i cementi-
faceva trasparire, secondo l’intento del Legisla- spondono “letteralmente” alla definizione di fici essa non penalizza affatto il potenziale
tore che: “co-combustione” richiamata più sopra, in mercato poiché quasi tutti gli impianti attual-
– il Cdr-Q fosse una fonte rinnovabile di ener- quanto alimentate da una combustibile sicu- mente operativi sul territorio nazionale rien-
gia in quanto riconducibile a “combustibili, ramente rinnovabile. Anche in questo caso, si trano in questa classe di taglia; ben diversa è la
solidi, liquidi, gassosi, ottenuti da fonti rin- può ritenere che le centrali termoelettriche (e situazione per gli impianti di produzione di
novabili” che possono essere usati in “com- per quanto esposto al precedente punto anche energia, in quanto la taglia di soglia coincide
bustione contemporanea” con i “combusti- quelle termiche), qualora rispondano, in ter- con quella dei grandi impianti di combustio-
bili non rinnovabili” di norma utilizzati mini di caratteristiche progettuali e operative, ne, che nel caso specifico di produzione di e-
presso gli impianti industriali; ai requisiti tecnici minimali richiesti, possano nergia elettrica, vengono ad identificare le cen-
– l’impiego del Cdr-Q dovesse presumibilmen- essere in toto assimilate alle centrali termoe- trali termoelettriche di grossa potenza, per le
te essere circoscritto ai cementifici e alle cen- lettriche alimentate con combustibili fossili; quali l’impiego di Cdr (siano esso di qualità e-
trali termoelettriche, indipendentemente dalla – la stessa definizione di co-combustione la- levata o meno), fatta eccezione l’esperienza
loro taglia. scia trasparire che il combustibile rinnovabile sperimentale della centrale Enel di Fusina,
possa essere disponibile allo stato liquido e non ha trovato ancora diffusione a livello na-
La definizione richiamata risulta, all’atto gassoso, oltre che solido. In analogia a quanto zionale a causa di problematiche tecnico-ge-
pratico, di agevole applicazione unicamen- previsto per le biomasse (Allegato X, Parte II, stionali tuttora irrisolte.
te nel caso dei cementifici. sezione 4 del Dlgs 152/2006) l’impiego di Cdr- Inoltre, l’aver fissato una soglia di taglia per la
Q dovrebbe essere possibile anche tramite trat- potenza termica a 50 MW ha, di fatto, anche e-
Nel caso di “impianti di produzione di ener- tamenti di gassificazione e/o pirolisi, anche scluso l’impiego di Cdr-Q in co-combustione in
gia elettrica” occorre evidenziare i seguenti combinati. In linea di principio tale possibilità impianti alimentati a biomasse, poiché quasi
punti, piuttosto controversi: è in accordo con la suddetta definizione di co- tutti gli impianti alimentati con tali combusti-
– la definizione di “co-combustione”, richia- combustione anche se la “combustione con- bili presenti sul territorio nazionale hanno una
mata più sopra, qualora interpretata “alla let- temporanea” non riguarda più in questo caso taglia inferiore (sia per motivi di disponibilità
tera” escluderebbe l’impiego di Cdr-Q nelle quella del Cdr-Q con un combustibile prima- di materia prima combustibile, sia per l’espli-
centrali termiche, anche di grossa taglia, non rio, bensì quella di un gas derivato da esso ot- cita volontà di non ricadere all’interno della
asservite alla produzione di energia elettrica, tenuto tramite un trattamento termico prope- normativa che regola i grandi impianti di
68 ma che sono del tutto equivalenti dal punto di deutico (5). combustione) (7).
– Valori limite di emissione dono dall’applicazione della “formula di misce- per i macroinquinanti di limiti calcolati con

Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – Cdr-Q


Per quanto riguarda i valori limite di emissio- lazione” per qualsiasi tipologia di impianto; l’applicazione di una “formula di miscelazio-
ne da applicare per la co-combustione di Cdr-Q – nel caso dei cementifici viene prevista la pre- ne semplificata” e anche in questo caso riferiti
è stata adottata la stessa “filosofia” impiegata scrizione di limiti fissi ed invariabili per i ma- ai valori medi giornalieri.
dal Dlgs 133/2005, a sua volta ripresa dalla di- croinquinanti, che prescindono dall’applica- I criteri impiegati per la definizione dei valori
rettiva 2000/76/Ce sull’incenerimento dei ri- zione della “formula di miscelazione”, riferiti limite di emissione sono riportati in forma sin-
fiuti, vale a dire: a valori medi giornalieri; tetica nella tabella 2.
– riguardo ai microinquinanti è prevista la pre- – nel caso degli impianti di produzione di e-
scrizione di limiti fissi e invariabili, che prescin- nergia elettrica viene prevista la prescrizione

Tabella 2 – Criteri utilizzati per la fissazione dei valori limite di emissione (VLE)
Parametro Cementifici Produzione di energia
Macroinquinanti • Misurazione in continuo • Misurazione in continuo
(Polveri, COT, CO, NOx, SO2, HCl, HF) • Valore di riferimento: medie giornaliere • Valore di riferimento: medie giornaliere
• O2 di riferimento: valore di processo, • O2 di riferimento: 6% vol. per comb. solidi e
fumi anidri biomasse, 3% vol. per liquidi
• Formula di miscelazione: NO • Formula di miscelazione: SI
• Cprocesso: n.a. • Cprocesso: ex Dir. 2001/80/Ce ad eccezione
di CO, COT e HCl (1)
• CCdr-Q: n.a. • CCdr-Q: ex Dlgs 133/2005 (2)
• VLE: fissi e invariabili, ex Aia pro-tempore • VLE di riferimento: calcolati con formula di
vigente, ad eccezione di polveri e HCl miscelazione
Microinquinanti • Misurazione periodica • Misurazione periodica
(Metalli pesanti, Hg, Cd, PCDD/PCDF) • Frequenza: annuale (ogni 4 mesi per i primi • Frequenza: annuale (ogni 4 mesi per i primi
12 mesi) 12 mesi)
• O2 di riferimento: 10% vol. • O2 di riferimento: 6% vol.
• Formula di miscelazione: NO • Formula di miscelazione: NO
• Cprocesso: n.a. • Cprocesso: n.a.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


• CCdr-Q: n.a. • CCdr-Q: n.a.
• VLE: fissi ed invariabili, ex Dlgs 133/2005, • VLE: fissi ed invariabili, ex Dlgs 133/2005,
(IPA non previsti) (IPA non previsti)
(1) Per le biomasse i limiti sono quelli del Dpcm 8 marzo 2002 (ad eccezione della SO2), riportati ad un tenore di O2 di riferimento pari al 6% vol.
(2) Riportati ad un tenore di O2 di riferimento pari al 6% vol.

Come già ricordato, nello stabilire i limiti alle – sempre per i cementifici vengono previste vengono previsti limiti specifici per gli Ipa.
emissioni, sono stati ripresi i criteri generali di due diverse concentrazioni di O2 di riferimento
cui al Dlgs 133/2005, relativo all’incenerimen- (O2 di processo per i macroinquinanti e 10% – Valori limite di emissione
to dei rifiuti. vol. per i microinquinanti); per i microinquinanti
Tuttavia, dall’analisi delle prescrizioni previste – per gli impianti di produzione di energia Per i microinquinanti sono stati fissati dei li-
si può evidenziare quanto segue: vengono fissati dei valori di Cprocesso che nella miti fissi, coincidenti con quelli del Dlgs 133/
– per i cementifici, fatta eccezione per le polve- pratica, fatta eccezione per l’HCl (fissato a 15 2005, che prescindono dalla tipologia dell’im-
ri e per l’HCl per i quali vengono fissati limiti mg/Nm 3), COT (8) e CO, coincidono con pianto utilizzatore e non sono soggetti all’ap-
specifici rispettivamente pari a 30 mg/Nm3 e quelli previsti dalla direttiva 2001/80/Ce (9). plicazione della “formula di miscelazione”.
15 mg/Nm3, i limiti sono quelli riportati nel- Tali limiti vengono inoltre stabiliti solo per i In pratica per qualsiasi impianto che impieghi
l’Aia pro-tempore vigente per la combustione combustibili solidi e liquidi, mentre per i com- il Cdr-Q in co-combustione, esclusi i periodi di
di combustibili tradizionali, riferiti oltretutto bustibili gassosi il riferimento è l’autorizzazio- avviamento, arresto e guasti, devono essere ri-
al valore dell’ossigeno di processo, in condizio- ne pro-tempore vigente; spettati i valori limite di emissione riportati in
ne di fumi anidri; – per entrambe le tipologie di impianto non tabella 3.

Tabella 3 – Valori limite di emissione per i microinquinanti – Valori limite di emissione per i
macroinquinanti
Inquinante Unità di Valori limite di emissione
Nel caso di impiego di Cdr-Q in cementifici so-
misura (1) (2)
no stati prescritti per i macroinquinanti (polve-
Metalli pesanti (As, Pb Co,Cr Cu Mn Ni Sb V) (mg/Nm3 ) 0,5 ri totali, HCl, HF, NOx SO2, COT) dei limiti fissi,
Mercurio e composti espressi come mercurio (Hg) (mg/Nm3 ) 0,05 riferiti valori medi giornalieri, non soggetti a
Cadmio + Tallio ed i loro composti (mg/Nm3 ) 0,05 formula di miscelazione, riferiti alle condizioni
PCDD/PCDF (I-TEQ) (3) (ng/Nm3) 0,1 normali e ad un tenore di O2 di riferimento pa-
ri a quello di processo (fumi anidri). Tali limiti
(1) Valori medi di concentrazione. Il periodo di campionamento è di 1 h per i metalli e di 8 h per sono stati individuati in quelli previsti dall’au-
PCDD/PCDF. torizzazione integrata ambientale (Aia), ad ec-
(2) O2 di riferimento: cementifici 10% vol., centrali termoelettriche 6% vol. cezione di quelli relativi alle polveri (30 mg/
(3) I valori limite di emissione si riferiscono alla concentrazione totale “tossica equivalente” di diossine Nm3) ed all’ HCl (15 mg/Nm3).
e furani, calcolata secondo quanto riportato all’Allegato 1, paragrafo A, punto 4 del Dlgs 133/2005. Per quanto riguarda invece gli impianti di pro- 69
duzione di energia elettrica in cui viene utiliz- valori limite di emissione C (medie giornaliere) I metodi di campionamento, analisi
Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – Cdr-Q

zato Cdr-Q devono rispettare per i macroinqui- calcolati secondo la seguente relazione (“for- e valutazione delle emissioni
nanti (polveri totali, HCl, NOx SO2, COT, CO) i mula di miscelazione semplificata”) (10): Per i metodi di campionamento, analisi e valu-
tazione delle emissioni si applica quanto previ-
MWtCdr-Q x CCdr-Q + MWtprocesso x Cprocesso sto nell’articolo 271, comma 17, del Dlgs 152/
_____________________________________________________ = C [1] 2006 e i valori limiti di emissione si intendono
MWtCdr-Q + MWtprocesso rispettati se:
– nessuno dei valori medi giornalieri supera
C Valori limite totali di emissione da rispettare per gli inquinanti soggetti a formula di mi- uno qualsiasi dei pertinenti valori limite di e-
scelazione riferiti al tenore di ossigeno di riferimento corrispondente al combustibile de- missione per i macroinquinanti stabiliti come
terminante normalmente utilizzato nell’impianto; precedentemente discusso;
MWt Cdr-Q Carico termico derivante dalla combustione del solo Cdr-Q, determinato come prodotto – nessuno dei valori medi rilevati periodica-
tra la portata oraria ed il potere calorifico del Cdr-Q; mente per i microinquinanti supera uno qual-
CCdr-Q Valori limite di emissione per la co-combustione del CCdr-Q, riportati in tabella 4; siasi dei pertinenti valori limite di emissione
MWtprocesso Carico termico derivante dalla combustione dei combustibili autorizzati normalmente uti- stabiliti come precedentemente discusso.
lizzati nell’impianto (escluso il Cdr-Q);
Cprocesso Valori limite di emissione individuati con i criteri esposti e riportati nelle tabelle 5, 6 e 7 Le prescrizioni per l’utilizzo e le condi-
dell’allegato al Dm 2 maggio 2006. In mancanza di tali valori si applicano i valori limite di zioni operative
emissione che figurano nell’autorizzazione. Se in questa non sono menzionati tali valori si Nelle fasi di avviamento e arresto ed in caso di
ricorre alle concentrazioni reali in massa. Per i combustibili gassosi si applicano i valori guasti dei dispositivi di depurazione e misura-
riportati nell’autorizzazione ai sensi dell’articolo 269 del Dlgs 152/2006 o nell’Aia ai sen- zione non è consentito l’utilizzo di Cdr-Q.
si del Dlgs 59/2005. Le condizioni operative al fine del rispetto dei
O2 riferimento Determinato in base a quello applicabile al combustibile di norma impiegato nell’impianto valori limite di emissione di cui al punto 2.2
(6% per combustibili solidi, 3% per combustibili liquidi e gassosi). devono essere assicurate, alle normali condi-
zioni di esercizio, anche attraverso:
La determinazione dei valori C dovrebbe essere store dichiara di volere alimentare. Tali valori – alimentazione automatica del combustibile;
effettuata in sede di rilascio dell’autorizzazio- individuano il valore di MWt Cdr-Q da riportare – controllo della combustione, anche in fase di
ne, sulla base dei quantitativi massimi e del nella relazione 1. avviamento, tramite la misura e registrazione
potere calorifico inferiore del Cdr-Q che il ge- in continuo nella camera di combustione della
temperatura e la regolazione automatica del
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

Tabella 4 – Valori di CCdr-Q da utilizzare per il calcolo dei VLE secondo rapporto aria/combustibile (quest’ultima non
la relazione [1] (1) richiesta per i cementifici);
– installazione del bruciatore ausiliario a com-
Inquinante Unità di misura CCdr-Q bustibile gassoso o liquido (non richiesto per i
Polveri totali (mg/Nm3 ) 15 cementifici);
Carbonio organico totale (COT) (mg/Nm3 ) 15 – misurazioni e registrazioni in continuo nel-
Monossido di carbonio (mg/Nm3 ) 75 l’effluente gassoso della temperatura e delle
Ossidi di azoto (espressi come NO2) (mg/Nm3 ) 300 concentrazioni di polveri totali, carbonio orga-
Ossidi di zolfo (espressi come SO2) (mg/Nm3 ) 75 nico totale, monossido di carbonio, ossidi di a-
Composti inorganici del cloro espressi come HCl (mg/Nm3 ) 15 zoto, ossidi di zolfo, acido cloridrico acido fluo-
ridrico (solo per i cementifici) e tenore di ossi-
(1) O2 di riferimento: 6% vol. nel caso di combustione simultanea con combustibili solidi, 3% vol. nel geno. L’autorità competente può autorizzare
caso di combustione simultanea con combustibili liquidi e/o gassosi. l’effettuazione di misurazioni periodiche di
HCl HF (per i cementifici) e SO2, in sostituzio-
Nel caso di combustione di Cdr-Q in impianti portati nell’Allegato III al Dpcm 8 marzo 2002, ne delle pertinenti misurazioni in continuo, se
di produzione di energia alimentati a biomas- relativo all’impiego di biomasse come combu- il gestore dimostra che le emissioni di tali in-
se i valori di Cprocesso da impiegare per il calco- stibile, eccezion fatta per il parametro SO2 per quinanti non possono in nessun caso essere su-
lo di C tramite la relazione [1] sono quelli ri- il quale è riportato il limite di cui al Dlgs 133/ periori ai valori limite di emissione stabiliti
portati in tabella 5, coincidenti con quelli ri- 2005 (più restrittivo). (12).

Tabella 5 – Valori di Cprocesso per impianti alimentati a biomasse Le altre prescrizioni


Altre prescrizioni specifiche, di carattere più ge-
Inquinanti Unità Valori limite stionale che tecnico, sono relative all’identifi-
di misura di emissione (1) cazione, il trasporto, lo stoccaggio la movi-
Polveri totali (mg/Nm3 ) 15 mentazione del Cdr-Q, nonché ad alcuni riferi-
Carbonio organico totale (COT) (mg/Nm3 ) 15 menti per le metodiche di campionamento ed
Monossido di carbonio (mg/Nm3 ) 150 analisi.
Ossidi di azoto (espressi come NO2) (mg/Nm3 ) 300
Ossidi di zolfo (espressi come SO2) (mg/Nm3 ) 200 Conclusioni
Composti inorganici del cloro espressi come HCl (mg/Nm3 ) 15 Il Dm 2 maggio 2006, in questa sede esamina-
to, ha come scopo principale quello di fornire
(1) O2 di riferimento 6% vol. una disciplina delle modalità di utilizzo del
Cdr-Q come combustibile alternativo, al fine di
La cadenza di rilevamento inquinanti mento dei microinquinanti di cui in tabella 3 colmare una lacuna venutasi a creare a segui-
Il rilevamento dei macroinquinanti (polveri to- dovrà essere effettuato con cadenza almeno an- to dell’abrogazione del Dpcm 8 marzo 2002 e
tali, COT, CO, ossidi di azoto, ossidi di zolfo, HCl, nuale; per i primi dodici mesi di esercizio in co- dei relativi meccanismi previsti per l’attuazio-
HF (11)) dovrà essere effettuato attraverso mi- combustione con Cdr-Q il rilevamento di tali in- ne di quanto prescritto in merito dal disposto
70 surazioni e registrazioni in continuo. Il rileva- quinanti dovrà avere cadenza quadrimestrale. dell’articolo 1, comma 30, legge 308/2004 (cd.
“legge delega”). cessariamente debbono identificarsi con le ca- (5) In merito il Dm 2 maggio 2006 stabilisce che

Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – Cdr-Q


A tal fine esso si è avvalso della documentazio- ratteristiche attualmente previste per il Cdr-Q. “La conversione energetica del Cdr-Q può essere ef-
ne elaborata in seno ai lavori della Commis- fettuata attraverso la combustione diretta, ovvero
sione a suo tempo istituita ex articolo 12, previa pirolisi o gassificazione”. Si ritiene tuttavia
(1) Il Dpcm 8 marzo 2002 è stato abrogato dal- che in questo caso occorrerebbe necessariamente
Dpcm 8 marzo 2002 e, in particolare, della no- prevedere la fissazione di alcuni requisiti minima-
l’articolo 297 del Dlgs 3 aprile 2006, n. 152 e in
ta tecnica prodotta in questo ambito dal Cti, pratica sostituito dalle disposizioni di cui alla Parte li per le caratteristiche del gas derivato, sulle quali
che ha costituito l’“ossatura” delle prescrizioni quinta, Titolo III (“combustibili”) e Allegato X nulla dice il Dm in questione.
tecniche riportate nell’allegato al Dm in que- (“Disciplina dei combustibili”) del medesimo de- (6) Appare abbastanza singolare, tra l’altro, il fat-
stione. creto legislativo. to che sia nel titolo e nell’articolato si faccia esplici-
Esso non può che essere considerato un primo (2) Ricordiamo che anche a causa dell’esclusione tamente riferimento alla produzione di energia e-
passo nei confronti di un cammino ancora del Cdr-Q dal Dlgs 22/1997, disposta dalla legge lettrica mentre nell’allegato il riferimento è agli
lungo e tortuoso che dovrebbe portare ad una 308/2004 è stata aperta nei confronti dell’Italia “impianti di produzione di energia”. In conclusio-
chiara ed esaustiva regolamentazione dell’im- una procedura di infrazione con parere motivato ne sembrerebbe che l’unica “deroga” alla defini-
2005/4051 del 13 dicembre 2005 (in www.re- zione di “co-combustione” presa in considerazione
piego dei combustibili secondari derivati da ri-
teambiente.it, Sezione “Rifiuti” – Spazio “Docu- sia stata quella di consentire l’impiego di Cdr-Q in
fiuti in impianti industriali. mentazione complementare”). centrali termoelettriche alimentate a biomasse, con
(3) Come recita l’articolo 229, Dlgs 152/2006, al i limiti di cui al successivo punto 2.1.
In questa ottica il Dm 2 maggio 2006 non quale si rimanda per tutte le regolamentazioni che (7) Per inciso si ricorda che il Dm 5 febbraio 1998
ha dato piena risposta ad alcuni interroga- riguardano la sua produzione ed utilizzo che esula- prevede, per il recupero energetico in procedura
tivi riguardanti particolari categorie di po- no dal campo di applicazione del Dm in questione. semplificata, nel caso di co-combustione con altri
tenziali utilizzatori industriali in grado di (4) È stata in pratica smentita la posizione assun- combustibili in impianti industriali (a prescindere
impiegare il Cdr-Q alle condizioni di “co- ta precedentemente nel Dm 24 ottobre 2005 che e- dal fatto che essi siano o meno asserviti alla produ-
combustione” di cui si è brevemente di- scludeva dal regime delle fonti rinnovabili il Cdr- zione di energia elettrica), una taglia di soglia per
scusso e che riguardano la possibilità di Q in quanto prodotto “derivante da processi il cui la potenza termica pari a 20 MW, valore che ri-
scopo primario sia la produzione di vettori energe- specchia in linea di massima la capacità termica
impiego in impianti termici, la possibilità dei forni di cemento aventi una produzione gior-
tici o di energia” (articolo 7, comma 2 del Dlgs
di utilizzare il Cdr-Q previa gassificazione, 387/2003). naliera di clinker di 500 t/g.
la fissazione di una taglia minima di soglia. L’articolo 12, comma 3, del Dm 24 ottobre 2005 (8) La fissazione di un limite di COT pari a 20
che recitava “In attuazione dell’articolo 1, comma mg/Nm3 nel caso di combustibili liquidi è da con-
Inoltre nel caso degli “impianti di produzio- 29, lettera b) della legge 15 dicembre 2004, n. 308 siderarsi un refuso.
ne di energia elettrica” (definizione, come si non ha diritto ai certificati verdi la produzione di e- (9) Sarebbe forse parso più logico riferirsi anche
è visto, troppo generica che necessita di una nergia elettrica degli impianti che hanno ottenuto qui ai valori riportati nell’Aia pro tempore vigente

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


puntualizzazione) la restrizione della possibi- le autorizzazioni per la costruzione in data succes- per la combustione di combustibili tradizionali,
lità di utilizzo ai soli impianti soggetti ad Aia siva all’11 gennaio 2005 che utilizzano combusti- come del resto fatto per i parametri COT e CO.
ha portato alla fissazione di una taglia mini- bile ottenuto dai rifiuti urbani e speciali non peri- (10) Tale formula trova la sua ratio nell’articolo
colosi, come descritto dalle norme tecniche Uni 8, comma 1 della direttiva 2001/80/Ce i cui ven-
ma di soglia (50 MW termici) che nella pratica 9903-1 (Rdf di qualità elevata) e che operano in gono forniti i criteri per il calcolo dei VLE nel caso
preclude la co-combustione di Cdr-Q in im- co-combustione, vale a dire che effettuano la com- di impianti multicombustibile. Essa risulta di più
pianti di produzione di energia elettrica ali- bustione contemporanea di combustibili non rin- pronta applicazione rispetto a quella riportata nel
mentati a biomasse (di norma di taglia ridot- novabili e di combustibili solidi, liquidi o gassosi, Dlgs 133/2005, garantendo lo stesso livello di rigo-
ta) al momento gli unici in grado di alimenta- ottenuti da fonti rinnovabili” è stato così modifica- re alla luce del fatto che il Cdr-Q è un materiale
re tale materiale senza grosse difficoltà di ca- to: “In attuazione dell’articolo 229, comma 6, del con caratteristiche variabili in un campo piuttosto
rattere tecnico e di rispetto della normativa decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e dell’arti- ristretto.
ambientale. colo 17, comma 1 del decreto legislativo 29 dicem- (11) Il controllo dell’HF è prescritto solo per i ce-
Il Dm in questione va visto dunque come una bre 2003, n. 387, ha diritto ai certificati verdi la mentifici.
produzione di energia elettrica degli impianti che (12) Inoltre viene anche previsto che “La misura-
sorta di provvedimento “tampone” in un per-
utilizzano combustibile da rifiuti di qualità elevata zione in continuo dell’acido fluoridrico può essere
corso che dovrebbe, comunque, portare ad una (Cdr-Q) come descritto dalle norme tecniche Uni sostituita da misurazioni periodiche se l’impianto
meta che sta diventando sempre più ineludibi- 9903-1 (Rdf di qualità elevata).” È da notare che adotta sistemi di trattamento dell’acido cloridrico
le, vale a dire la standardizzazione e regola- oltre a sancire una posizione diametralmente op- nell’effluente gassoso che garantiscono il rispetto
mentazione di combustibili secondari “prodot- posta, nel Dm 2 maggio 2006 è venuto a cadere del valore limite di emissione relativo a tale so-
ti” da particolari tipologie di rifiuti che non ne- anche qualsiasi riferimento alla “co-combustione”. stanza”.

71
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio
Decreto 2 maggio 2006
(Gazzetta ufficiale 11 maggio 2006 n. 108)

Modalità per l’aggiudicazione, da parte dell’Autorità


d’ambito, del servizio di gestione integrata dei rifiuti
urbani, ai sensi dell’articolo 202, comma 1, del decreto
Legislazione legislativo 3 aprile 2006, n. 152
norme
nazionali
Il Ministero dell’ambiente e della tutela del terri- Articolo 3
torio Ammissione alla gara
Visto l’articolo 117 della Costituzione, il quale, fra 1. Possono partecipare alla gara i seguenti sog-
l’altro, stabilisce che lo Stato ha legislazione e- getti, che abbiano sede in uno dei Paesi del-
sclusiva in materia di tutela della concorrenza; l’Unione europea e nei cui confronti non sussista-
Visto l’articolo 113 del decreto legislativo n. 267/ no le cause di esclusione di cui al successivo arti-
2000; colo 4:
Visto il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e, a) le società di capitali, costituite anche in forma
I rifiuti urbani in particolare, l’articolo 202, comma 1; consortile;
b) le associazioni temporanee di imprese e i con-
Decreta: sorzi, costituiti dai soggetti di cui alla precedente
vanno a gara Articolo 1
lettera a);
c) i soggetti che abbiano stipulato il contratto di
Oggetto gruppo europeo di interesse economico (Geie) ai
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

1. Il presente decreto disciplina le modalità ed i sensi del decreto legislativo 23 luglio 1991, n. 240.
termini secondo i quali le Autorità di ambito (nel 2. Non possono partecipare alla medesima gara
seguito Aato) di cui all’articolo 201, comma 1, concorrenti che si trovino fra di loro in una delle
del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (nel situazioni di controllo di cui all’articolo 2359 del
seguito decreto legislativo n. 152/2006) aggiudi- Codice civile. Le Aato escludono altresì dalla gara
cano, a norma dell’articolo 113, comma 5, lettera i concorrenti per i quali accertano che le relative
a), del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 offerte sono imputabili ad un unico centro deci-
(nel seguito decreto legislativo n. 267/2000), il sionale, sulla base di univoci elementi.
servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani di 3. L’ammissione dei concorrenti alla gara è su-
cui all’articolo 201, comma 4, del decreto legisla- bordinata alla verifica del possesso dei seguenti
tivo n. 152/2006, nel territorio ricompreso nel- requisiti:
l’ambito territoriale ottimale (nel seguito Ato) di a) aver gestito servizi di gestione dei rifiuti urbani
cui all’articolo 200 del decreto legislativo n. 152/ con una popolazione servita pari almeno a quella
2006, nel rispetto del piano d’ambito e del princi- risultante dal calcolo indicato in Allegato A, pun-
pio di unicità della gestione per ciascun Ato. to 1, considerando, in caso di gestione di più seg-
2. La gestione del servizio di cui al precedente menti, la popolazione di quello con il maggior
comma 1 è aggiudicata mediante gara ad eviden- numero di abitanti serviti;
za pubblica disciplinata dai principi e dalle dispo- b) avere realizzato un fatturato medio annuo,
sizioni comunitarie, in conformità ai criteri di cui nell’ultimo biennio, non inferiore a quello previ-
all’articolo 113, comma 7, del decreto legislativo sto risultante dal calcolo indicato in Allegato A,
n. 267/2000 e secondo modalità e termini disci- punto 2, come verrà specificato nel bando di gara;
plinati dal presente decreto. c) possedere specifiche capacità tecnico-organiz-
zative attestate in conformità a quanto indicato
Articolo 2 all’Allegato C al presente decreto;
Procedura di affidamento con gara della d) essere iscritto all’Albo nazionale gestori am-
gestione del servizio bientali di cui all’articolo 212, comma 1, del de-
1. Le Aato sono soggetti aggiudicatori e procedo- creto legislativo n. 152/2006.
no all’affidamento della gestione del servizio me- 4. Le Aato possono introdurre ulteriori requisiti,
diante gara pubblica, da espletarsi con il sistema qualora ritenuti indispensabili in relazione alla ti-
della procedura aperta, adottando per l’aggiudi- pologia dei servizi da gestire, al migliore svolgi-
cazione il sistema dell’offerta economicamente mento degli stessi ed al sistema tariffario più eco-
più vantaggiosa individuata secondo le modalità nomico per gli utenti, con particolare riferimento
di cui al presente decreto. alle capacità economico-patrimoniali e di accesso
2. Qualora l’affidamento della gestione del servi- al credito e a condizione che ciò non comporti ec-
zio abbia ad oggetto anche attività di costruzione cessive restrizioni alla partecipazione alla gara del
di nuovi impianti si applicano le disposizioni di maggiore numero possibile di soggetti interessati.
cui all’articolo 202, comma 5, del decreto legisla- 5. Per le imprese associate o consorziate o che
72
tivo n. 152/2006. abbiano stipulato il contratto di gruppo europeo
di interesse economico (Geie), i requisiti di cui al zo 1990, n. 55; non esiste siffatta dichiarazione, una dichiarazio-

Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – Gestione rifiuti urbani


comma 3 e gli ulteriori requisiti eventualmente e) che hanno commesso gravi infrazioni accerta- ne resa dall’interessato innanzi a un’Autorità giu-
richiesti nel bando possono essere posseduti cu- te alle norme in materia di sicurezza e a ogni al- diziaria o amministrativa competente, a un no-
mulativamente, fermo restando l’obbligo per al- tro obbligo derivante dai rapporti di lavoro; taio o a un organismo professionale qualificato a
meno una di esse di detenerne non meno del 50% f) che, secondo motivata valutazione dell’Aato, riceverla del Paese di origine o di provenienza.
(cinquanta per cento). In tale evenienza non è hanno commesso grave negligenza o agito in 5. Nel caso di mancata attestazione o di mancata
obbligatorio il possesso di una quota dei requisiti malafede nell’esecuzione delle prestazioni affida- produzione della documentazione attestante il
da parte di tutti gli associati. te dall’Aato che bandisce la gara o che hanno possesso dei requisiti richiesti o di non ammissio-
6. I concorrenti possono attestare il possesso dei commesso un errore grave nell’esercizio della lo- ne alla gara a motivo di una causa di esclusione
requisiti mediante dichiarazione sostitutiva in ro attività professionale, accertato con qualsiasi di cui al presente articolo, l’Aato dovrà darne co-
conformità alle disposizioni del decreto del Presi- mezzo di prova da parte dell’Aato medesima; municazione motivata al soggetto non ammesso
dente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, g) che hanno commesso violazioni, definitiva- entro quindici giorni, onde consentire, nel primo
in cui indicare anche le eventuali condanne per mente accertate, rispetto agli obblighi relativi al caso, l’integrazione della documentazione mede-
le quali abbiano beneficiato della non menzione, pagamento delle imposte e tasse, secondo la legi- sima entro i successivi quindici giorni.
fatto comunque salvo l’obbligo di depositare, al- slazione italiana o quella dello Stato in cui sono
l’atto dell’aggiudicazione, la relativa documenta- stabiliti; Articolo 5
zione. h) che nell’anno antecedente la data di pubblica- Termini e bando di gara
7. Le Aato riconoscono i certificati equivalenti ri- zione del bando di gara hanno reso false dichia- 1. Il bando di gara deve necessariamente conte-
lasciati da organismi stabiliti in altri Stati mem- razioni in merito ai requisiti e alle condizioni ri- nere tutti gli elementi riportati all’Allegato B del
bri dell’Unione europea. levanti per la partecipazione alle procedure di presente decreto, specificando:
gara; a) il termine entro il quale devono pervenire le
Articolo 4 i) che hanno commesso violazioni gravi, defini- offerte, che dovrà essere congruo con le caratteri-
Cause di esclusione tivamente accertate, alle norme in materia di stiche complessive della gara, ma comunque non
1. Sono esclusi dalla partecipazione alle procedu- contributi previdenziali e assistenziali, secondo la inferiore a cinquantadue giorni;
re di affidamento oggetto del presente decreto i legislazione italiana o dello Stato in cui sono sta- b) il divieto di subaffidamento, salvo espressa au-
soggetti: biliti; torizzazione;
a) che si trovano in stato di fallimento, di liqui- l) che non presentino la certificazione di cui c) l’importo della cauzione, che dovrà risultare
dazione coatta, di concordato preventivo, di am- all’articolo 17 della legge 12 marzo 1999, n. 68; non inferiore al 10% del fatturato previsto per il
ministrazione controllata o nei cui riguardi sia in m) nei cui confronti è stata applicata la sanzione primo anno di gestione.
corso un procedimento per la dichiarazione di interdittiva di cui all’articolo 9, comma 2, lettera 2. La cauzione, che può essere prestata anche

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


una di tali situazioni; c), del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, o sotto forma di polizza fidejussoria bancaria o as-
b) nei cui confronti è pendente procedimento per altra sanzione che comporta il divieto di contrarre sicurativa a prima richiesta rilasciata da soggetti,
l’applicazione di una delle misure di prevenzione con la Pubblica amministrazione. all’uopo abilitati, sarà restituita ai non aggiudi-
di cui all’articolo 3 della legge 27 dicembre 1956, 2. Ai fini degli accertamenti relativi alle cause di catari a conclusione della gara non oltre trenta
n. 1423, o di una delle cause ostative previste esclusione di cui al presente articolo, si applica giorni dalla data dell’aggiudicazione definitiva.
dall’articolo 10 della legge 31 maggio 1965, n. l’articolo 43, del decreto del Presidente della Re- 3. Il bando di gara deve specificare che l’Aato può
575; l’esclusione e il divieto operano se la penden- pubblica 28 dicembre 2000, n. 445, fermo restan- procedere all’aggiudicazione anche in presenza di
za del procedimento riguarda gli amministratori do l’obbligo dell’affidatario di presentare la certi- una sola offerta valida.
muniti di poteri di rappresentanza o il direttore ficazione di regolarità contributiva di cui all’arti- 4. Il bando di gara deve specificare che i concor-
tecnico; colo 2, del decreto-legge 25 settembre 2002, n. renti possono presentare proposte di modifiche al
c) nei cui confronti è stata pronunciata sentenza 210, convertito dalla legge 22 novembre 2002, n. Piano d’ambito, debitamente e dettagliatamente
di condanna passata in giudicato, o emesso de- 266, e di cui all’articolo 3, comma 8, del decreto identificate e motivate, dalla cui adozione risulti-
creto penale di condanna divenuto irrevocabile, legislativo 14 agosto 1996, n. 494 e ss.mm.ii. In no particolari convenienze o miglioramenti per
oppure sentenza di applicazione della pena su ri- sede di verifica delle dichiarazioni di cui al prece- l’Ato con particolare riferimento alla tariffa del
chiesta, ai sensi dell’articolo 444 del Codice di dente comma 1, le Aato chiedono al competente servizio ed al programma degli interventi.
procedura penale, per reati gravi in danno dello ufficio del casellario giudiziale, relativamente 5. Il bando di gara deve indicare che, prima della
Stato o della comunità che incidono sulla mora- all’affidatario, il certificato del casellario giudi- sottoscrizione del contratto di servizio da parte di
lità professionale; è comunque causa di esclusio- ziale di cui all’articolo 21 del decreto del Presi- una associazione temporanea di imprese, la stessa
ne la condanna, con sentenza passata in giudica- dente della Repubblica 14 novembre 2002, n. 313, deve procedere alla costituzione di una società di
to, per uno o più reati di partecipazione a un’or- oppure le visure di cui all’articolo 33, comma 1, capitali formata dai medesimi soggetti costituenti
ganizzazione criminale, corruzione, frode, rici- del decreto medesimo. l’associazione, ferma restando la responsabilità
claggio, quali definiti dagli atti comunitari citati 3. Le condizioni di esclusione di cui al presente solidale dei singoli aderenti all’associazione tem-
all’articolo 45, paragrafo 1, della direttiva Ce articolo sussistono nei riguardi di società, di con- poranea di imprese per le obbligazioni assunte
2004/18; l’esclusione e il divieto operano se la sorzi o di associazioni temporanee di imprese o dalla costituenda società.
sentenza o il decreto sono stati emessi nei con- che abbiano stipulato il contratto di gruppo euro- 6. Il bando di gara deve indicare le modalità di
fronti degli amministratori muniti di potere di peo di interesse economico (Geie) anche qualora accesso alla documentazione, che deve essere
rappresentanza o del direttore tecnico. In ogni ca- le stesse riguardino solo una delle aziende asso- consegnata, anche con modalità informatiche, da
so l’esclusione e il divieto operano anche in caso ciate, o anche uno solo dei soci o dei componenti. parte dell’Aato nonché le modalità di accesso ai
di soggetti cessati dalla carica nel triennio antece- 4. Ai fini degli accertamenti relativi alle cause di luoghi e agli impianti esistenti.
dente la data di pubblicazione del bando di gara, esclusione di cui al presente articolo nei confronti 7. Nel bando di gara deve essere previsto l’impe-
qualora l’impresa non dimostri di aver adottato di concorrenti non stabiliti in Italia, le Aato chie- gno dell’aggiudicatario ad ottemperare a quanto
atti o misure di completa dissociazione della con- dono ai concorrenti, in caso di aggiudicazione, di indicato all’articolo 202, comma 6, del decreto le-
dotta penalmente sanzionata; resta salva in ogni fornire i necessari documenti probatori, e possono gislativo n. 152/2006.
caso l’applicazione dell’articolo 178 del Codice altresì chiedere, se del caso, la cooperazione delle 8. Il bando di gara è trasmesso all’Ufficio delle
penale e dell’articolo 445, comma 2, del Codice di Autorità competenti. Se nessun documento o cer- pubblicazioni ufficiali dell’Unione europea e pub-
procedura penale; tificato è rilasciato da altro Stato dell’Unione eu- blicato nella Gazzetta ufficiale della Repubblica i-
d) che hanno violato il divieto di intestazione fi- ropea, costituisce prova sufficiente una dichiara- taliana e, per estratto, su almeno due quotidiani a
73
duciaria posto all’articolo 17 della legge 19 mar- zione giurata, ovvero, negli Stati membri in cui carattere nazionale e su un quotidiano avente
particolare diffusione nella Regione interessata. ti, il cui valore relativo è espresso in parametri Articolo 10
Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – Gestione rifiuti urbani

numerici da essere riportati nel bando di gara: Aggiudicazione e affidamento


Articolo 6 a) sicurezza e affidabilità degli impianti, del la- 1. L’Aato approva gli esiti della gara e provvede
Documentazione di gara voro e del servizio, con particolare riguardo al ri- all’aggiudicazione definitiva, dandone comuni-
1. Entro il giorno successivo a quello della pub- spetto delle normative ambientali; cazione, entro quindici giorni, al soggetto risulta-
blicazione nella Gazzetta ufficiale della Repub- b) organizzazione del servizio e delle attività di to primo nella graduatoria, agli altri soggetti par-
blica italiana, l’Aato deve mettere a disposizione gestione dei rifiuti urbani con riferimento sia ai tecipanti ammessi, al Ministero dell’ambiente e
dei concorrenti: servizi di raccolta, anche differenziata, sia alle at- della tutela del territorio, alla Regione competen-
a) il Piano di ambito di cui all’articolo 203, com- tività di trattamento e smaltimento; te e alla Autorità di vigilanza sulle risorse idriche
ma 3, del decreto legislativo n. 152/2006, com- c) condizioni ambientali e qualità del servizio; e sui rifiuti (nel seguito Avrir) di cui all’articolo
prensivo di tutti gli elementi ivi prescritti; d) miglioramento del piano economico-finanzia- 207 del decreto legislativo n. 152/2006.
b) lo Schema di contratto di servizio predisposto rio, comportante la riduzione del valore delle en- 2. In coerenza con la documentazione di gara di
dall’Aato in conformità allo schema tipo di cui trate tariffarie per la durata dell’affidamento del cui al precedente articolo 6 e con i contenuti
all’articolo 203, del decreto legislativo n. 152/ servizio, quale risulta dalla specificazione dei co- dell’offerta risultante dall’aggiudicazione, l’Aato e
2006; sti operativi e dei costi di investimento e delle con- l’offerente classificato primo provvedono, entro e
c) la specificazione dei cespiti di proprietà pubbli- nesse ricadute sulla tariffa reale media; non oltre trenta giorni dalla data dell’aggiudica-
ca da affidare in comodato, con indicazione spe- e) anticipazione del raggiungimento o migliora- zione definitiva di cui al precedente comma 1, a
cifica di loro eventuali passività; mento degli obiettivi previsti dal Piano di ambito stipulare la contratto di servizio; in difetto senza
d) le informazioni in ordine: considerando anche eventuali miglioramenti del- giustificato motivo, nei successivi quindici giorni
1. all’organizzazione del servizio alla data della la qualità del servizio; l’Aato procede all’aggiudicazione in favore al se-
pubblicazione del bando di gara, compresi i con- f) piano di riutilizzo del personale delle gestioni condo concorrente in graduatoria proseguendo,
tratti in essere, il contenzioso, nonché tutte le al- preesistenti, nell’obiettivo di miglioramento della in caso di difetto, allo scorrimento della gradua-
tre informazioni circa le gestioni esistenti cui relativa produttività, efficacia ed efficienza. toria.
l’aggiudicatario dovrà subentrare; 2. Il peso del criterio riportato al comma 1, lette- 3. Nel caso di aggiudicazione ad un raggruppa-
2. alla ricognizione delle opere e degli impianti, ra d) dovrà essere almeno pari a quello comples- mento temporaneo di concorrenti, e prima della
con le necessarie precisazioni circa le capacità re- sivo degli altri criteri indicati allo stesso comma. stipula del contratto di servizio di cui al preceden-
sidue accertate e le eventuali necessità di adegua- 3. Nel caso in cui l’offerta, ai sensi dell’articolo te comma 2, lo stesso deve procedere alla costitu-
mento; 202, comma 5, del decreto legislativo n. 152/ zione di una società di capitali formata dai sog-
3. a ogni altro eventuale documento ritenuto rile- 2006, riguardi la realizzazione di nuovi impianti getti costituenti il raggruppamento.
vante dall’Aato. e/o l’adeguamento di impianti esistenti, i criteri 4. In caso di rifiuto o di mancata risposta all’ag-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

di valutazione tengono conto del valore previsto giudicazione da parte dei partecipanti classificati-
Articolo 7 di tali interventi, anche considerando le tecnolo- si utilmente, la cauzione di cui al precedente arti-
Disciplina dell’offerta gie proposte e le relative misure di salvaguardia e colo 5, comma 1, lettera e), sarà incamerata
1. L’offerta si basa sulla documentazione di cui di certificazione ambientale. dall’Aato.
al precedente articolo 6 nonché sulle integrazioni,
modificazioni e rettifiche che i concorrenti posso- Articolo 9 Articolo 11
no presentare nella proposta-offerta e che, a se- Valutazione delle offerte Comunicazioni
guito dell’aggiudicazione, l’Aato potrà recepire 1. La valutazione delle offerte è effettuata da una 1. Entro trenta giorni dalla data di stipula della
nel proprio Piano di ambito. L’eventuale mancato commissione nominata dall’Aato dopo la scaden- contratto di servizio di cui al precedente articolo
recepimento non comporta modifica al rapporto za del termine fissato per la presentazione delle 10, comma 1, l’Aato trasmette al Ministero del-
con il soggetto aggiudicatario, avendo la modifica offerte medesime. La scelta dei membri della l’ambiente e della tutela del territorio, alla Regio-
solo efficacia pubblicitaria verso i terzi. commissione è regolamentata esclusivamente ne competente ed all’Avrir:
2. L’offerta deve prevedere entrate tariffarie che dalle norme nazionali. a) copia completa degli atti di gara;
nel periodo di durata del servizio abbiano un va- 2. La commissione è composta da un dirigente b) copia della contratto di servizio;
lore attuale non superiore a quello previsto dal dell’Aato, che la presiede, e da altri due o quattro c) copia del Piano di ambito adeguato alle risul-
Piano d’ambito. componenti scelti tra professori universitari di tanze di gara.
3. L’offerta deve esplicitamente prevedere l’impe- ruolo e/o esperti di qualificata e comprovata espe-
gno dell’aggiudicatario ad ottemperare a quanto rienza al fine di assicurare le opportune compe- Articolo 12
indicato all’articolo 202, comma 6, del decreto le- tenze in campo economico, giuridico e tecnico, Norma finale
gislativo n. 152/2006. ferme restando le norme generali di incompatibi- 1. Il presente decreto è inviato per la pubblicazio-
lità in merito. ne nella Gazzetta ufficiale della Repubblica ita-
Articolo 8 3. Al termine della procedura di valutazione la liana e sul sito istituzionale www.comdel.it
Criteri di aggiudicazione commissione redige la graduatoria e rimette gli
1. L’offerta è valutata in base ai seguenti elemen- atti e i verbali di gara all’Aato. Roma, 2 maggio 2006

Allegato A
Punto 1. Aliquote per il calcolo della popolazione servita minima,
commisurata alla popolazione da servire, per l’ammissione alla procedura aperta:

N = Popolazione da servire Aliquote P = Popolazione minima per l’ammissione


1 400.000 0,4 P = 0,4 x N
400.001 800.000 0,3 P = 160.000÷0,3x(N-400.000) (*)
Oltre 800.000 0,1 P = 280.000÷0,1x(N-800.000) (*)
(*) La popolazione servita minima per l’ammissione è calcolata con il metodo a scaglioni: al valore massimo della
soglia dello scaglione precedente si somma il prodotto tra l’aliquota dello scaglione corrispondente alla popolazione
74
complessiva da servire e la parte di popolazione compresa in tale scaglione.
Punto 2. Aliquote per il calcolo del Allegato C

Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – Gestione rifiuti urbani


fatturato medio annuo minimo, Dimostrazione della
commisurato al fatturato previsto per il
primo anno di gestione, per l’ammissione
capacità tecnico-
alla procedura. organizzativa
R = Fatturato previsto per il primo anno di gestione (*) Aliquote F = fatturato medio annuo minimo La dimostrazione della capacità tecni-
(milioni di euro) (milioni di euro) co-organizzativa dei concorrenti può
essere fornita mediante:
1 20 0,4 F = 0,4 x N
– l’elenco delle gestioni di servizi
20 40 0,3 F = 8÷0,3x(R-20) (**)
svolte negli ultimi due anni, con l’indi-
Oltre 40 0,1 F = 14÷0,1x(R-40) (**)
cazione dell’area geografica di riferi-
(*) Il fatturato che configura il valore superiore di ogni scaglione viene aggiornato con l’indice di adeguamento monetario preve- mento;
dibile. – l’elenco dei titoli di studio e profes-
(**) Il fatturato medio annuo minimo per l’ammissione (desunto dall’ultimo triennio di attività del soggetto concorrente) è calcolato sionali dei prestatori di servizi e/o dei
con lo stesso metodo a scaglioni descritto al punto 1: al valore massimo della soglia dello scaglione precedente si somma il prodot- dirigenti del concorrente e, in partico-
to tra l’aliquota dello scaglione corrispondente al fatturato previsto per il primo anno di gestione e la parte di fatturato compresa in lare, dei soggetti concretamente re-
tale scaglione. sponsabili della prestazione di servizi;
– l’indicazione dei tecnici e degli or-
gani tecnici, in particolare di quelli in-
Allegato B 5. Riferimenti a disposizioni legislati- alle disposizioni in materia. caricati dei controlli di qualità, con la
Contenuto del bando di gara ve, regolamentari o amministrative. 12. Indicazione della documentazione specificazione se facenti direttamente
6. Ammissibilità di varianti al Piano necessaria e di ogni altro documento capo o meno al concorrente;
1. Nome, indirizzo, indirizzo telegrafi- d’ambito. che il soggetto aggiudicatore ritenga – l’indicazione del numero medio an-
co, indirizzo elettronico, numeri di te- 7. Termine di durata dell’affidamento. utile a dimostrare il possesso delle nuo di dipendenti e di dirigenti negli
lefono, telex e telefax dell’Aato, con 8. Termine ultimo di presentazione capacità economico-finanziarie e tec- ultimi due anni;
l’indicazione geografica dell’Ato di ri- delle offerte, che non può essere infe- nico-organizzative di cui all’articolo 3. – la descrizione delle attrezzature tec-
ferimento. riore a cinquantadue giorni dalla data 13. Indicazione degli elementi di valu- niche, dei materiali, degli strumenti,
2. Indicazione che si tratta di proce- di pubblicazione del bando, ed indiriz- tazione delle offerte di cui all’articolo compresi quelli di studio e di ricerca,
dura aperta con adozione del sistema zo cui esse vanno spedite. 8, con i relativi parametri espressi in utilizzati per la prestazione del servi-
dell’offerta economicamente più van- 9. Lingua o lingue in cui devono esse- valore numerico. zio;
taggiosa secondo le modalità definite re redatte le domande di ammissione, 14. Data di trasmissione del bando – la presentazione dei certificati rila-
dal presente decreto. le offerte e la connessa documenta- all’Ufficio delle pubblicazioni ufficiali sciati da organismi indipendenti, atte-
3. Indicazione delle modalità e delle zione. dell’Unione europea. stanti che il concorrente osserva de-
condizioni per la richiesta della docu- 10. Cauzione, garanzie richieste e 15. Data di ricevimento del bando da terminate norme in materia di garan-
mentazione di cui all’articolo 6, nonché condizioni fidejussorie. parte dell’Ufficio delle pubblicazioni zia delle qualità, con riferimento alle

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


per l’accesso ai luoghi e agli impianti. 11. Modalità essenziali di finanzia- ufficiali dell’Unione europea (da indi- serie di norme europee En 29000 ed
4. Descrizione dei servizi da fornire. mento e di pagamento e/o riferimenti carsi a cura di tale Ufficio). En 45000.

Il decreto 2 maggio 2006, di regolazione delle una disciplina troppo dettagliata delle procedu-
procedure di gara da parte delle Autorità di am- re di gara per i servizi pubblici locali (3).
il commento bito, ha come obiettivo prioritario di “chiudere
il cerchio”, completando, sotto il profilo della Ferma restando l’assoluta legittimità costi-
regolamentazione amministrativa, il quadro tuzionale della scelta pro-concorrenziale
Le modalità e i termini legale già definito dalla legge 308/2004, di de- della legge 308/2004 e del Dlgs 152/2006,
con cui le Autorità di ambito lega al Governo in materia ambientale, e dagli talune previsioni di dettaglio di quest’ultimo
aggiudicano il servizio articoli 200 e seguenti del Dlgs 152/2006, parti e, quindi, anche del Dm qui esaminato en-
relative all’affidamento con gara ad evidenza trano potenzialmente in ambiti di compe-
di gestione integrata pubblica del servizio di gestione integrata dei tenza regionale, da ritenere “cedevoli” ri-
dei rifiuti urbani rifiuti urbani. spetto a eventuali norme regionali specifi-
Nel preambolo si richiama l’articolo 117 della che in materia.
Costituzione, nella parte in cui “stabilisce che
di Giuseppe Gherardelli lo Stato ha legislazione esclusiva in materia Del resto, sempre nel preambolo, si richiama
Fise Assoambiente di tutela della concorrenza”. Richiamo op- come “base giuridica” il comma 1 dell’articolo
portuno, in quanto la giurisprudenza della 202 del Dlgs 152/2006 che prevede l’emanazio-
Corte Costituzionale ha precisato che la tutela ne appunto di un decreto ministeriale di rego-
della concorrenza è materia-funzione, con ca- lazione “trascurandosi” l’articolo 195, comma
rattere trasversale e contenuti non solo statici, 1, lettera n) del stesso Dlgs che prevede la de-
ma anche dinamici, che comprende quindi le terminazione delle linee guida per la definizio-
misure destinate a promuovere un mercato a- ne delle gare di appalto “ed in particolare dei
perto e competitivo e legittima l’intervento sta- requisiti di ammissione delle imprese, e dei
tale anche su materie che sotto altri profili po- relativi capitolati”, di intesa con la Conferenza
trebbero risultare di competenze regionale co- Stato-Regioni.
me, tra queste, i servizi pubblici locali (1). In conclusione sul punto, si ritiene che, data la
Pur se non è dubbio che qualificazione e sele- novità dei principi concorrenziali introdotti nel
zione delle imprese concorrenti, procedure di settore con la “legge delega”, opportunamente
gara e criteri di aggiudicazione sono aspetti nei il Dlgs 152/2006 e il Dm 2 maggio 2006 rego-
quali la concorrenza gioca un ruolo preponde- lano compiutamente la materia, assicurando
rante (2); l’intervento statale deve essere pro- uniformità di disciplina a livello nazionale. Al
porzionato rispetto all’obiettivo; con la senten- “fare” del Legislatore regionale la possibilità di
za 272/2004, la Corte ha dichiarato l’incostitu- integrare, modificare o arricchire la normativa
zionalità parziale dell’articolo 113, Dlgs 267/ nazionale, nel rispetto dei principi concorren-
2000 e s.m.i., comma 7, in quanto imponeva ziali fissati a livello nazionale. 75
Tanto premesso, nel merito del provvedimento popolazione servita, rinviando per le formule servizio; non si adottano le più articolate tem-
Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – Gestione rifiuti urbani

si osserva che l’articolo 1 ribadisce il necessa- di calcolo all’Allegato A, che adotta un sistema pistiche di cui all’articolo 11 del Dlgs 163/
rio ricorso a procedure di gara per l’affidamen- “a scaglioni”. 2006, che prevedono anche un termine ne an-
to del servizio di gestione integrata dei rifiuti L’articolo 4 regola le cause di esclusione, rical- te quem per la stipula del contratto al fine di
urbani e il “principio di unicità della gestio- cando fedelmente le pertinenti norme nazio- avvisare gli altri partecipanti dell’aggiudica-
ne per ciascun Ato”. Nessuno spazio quindi nali in materia di contratti pubblici (articolo zione definitiva e consentire le eventuali impu-
per la separazione tra gestione degli impianti e 38 del Dlgs 163/2006), che danno una appli- gnazioni.
gestione del servizio di raccolta e trasporto né cazione rigorosa delle norme comunitarie con- Molti degli aspetti critici evidenziati possono
per la formazione di sub-ambiti per le raccolte; tenute nella direttiva 18/2004 sugli appalti essere agevolmente adeguati al diritto che si
si ricorda che la gestione include l’applicazio- pubblici. sta evolvendo, in relazione anche alle indica-
ne e riscossione della tariffa di cui all’articolo L’articolo 5 regola i termini per presentare le zioni che potrebbero essere fornite dall’Autorità
238 del Dlgs 152/2006. Criticamente si può os- offerte, con un minimo di 52 giorni dal bando; di vigilanza sulle risorse idriche e dei rifiuti
servare, in relazione anche a quanto in pre- vieta il subaffidamento, salva espressa autoriz- (11), opportunamente richiamata al primo
messa, che la forte concentrazione della do- zazione e definisce l’importo della cauzione comma dell’articolo 10 e dall’articolo 11, che
manda non è “pro-concorrenza” (4). dovuta. Il tendenziale divieto di subaffidamen- è l’ultimo articolo del Dm e regola le comuni-
Le norme procedurali di regolazione dell’evi- to, mutuato dal settore idrico, non appare con- cazioni dovute dalle Ato.
denza pubblica richiamate dall’articolo 1 del vincente, viste anche le presumibili dimensioni
Dm sono le disposizioni comunitarie e il com- della gara, è sostanzialmente preclusivo di affi-
ma 7 dell’articolo 113, Dlgs 267/2000; coeren- damenti alla figura del general contractor de- (1) Si veda in particolare le sentenze della Corte
Costituzionale nn. 14 e 272 del 2004, 335 del
temente anche con l’articolo 30 del Dlgs 12 a- lineata dalla lettera v) dell’articolo 183 del 2005 e 29 del 2006.
prile 2006, n. 163 (codice di contratti pubblici Dlgs 152/2006 e può risultare limitativo del- (2) Si veda Consiglio di Stato, Sezione consultiva,
relativi a lavori, servizi e forniture in attuazio- l’accesso al mercato delle Pmi. Adunanza 6 febbraio 2006.
ne delle direttive 2004/17/Ce e 2004/18/Ce), le Anche la responsabilità solidale per le imprese (3) La parte dichiarata incostituzionale recitava
ordinarie disposizioni nazionali in materia di componenti un’Ato (comma 5) condiziona ne- “la gara è aggiudicata sulla base del miglior livel-
appalti non si applicano quindi de plano alle gativamente l’accesso delle Pmi, in quanto fre- lo di qualità e sicurezza e delle condizioni econo-
concessioni di servizi come quelle in esame. na la possibilità di affidare prestazioni accesso- miche o prestazioni del servizio, dei piani di inve-
rie o secondarie nell’ambito di Ato con assun- stimento per lo sviluppo e il potenziamento delle
Non si disciplina, a differenza del parallelo zione limitata di responsabilità. reti e degli impianti, per il loro rinnovo e manu-
tenzione, nonché dei contenuti di innovazione tec-
e coevo provvedimento per le risorse idri- L’articolo 6 prevede la documentazione che nologica e gestionale. Tali elementi fanno parte in-
che, la costituzione di società miste. Chi l’Autorità di ambito deve mettere a disposizio-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

tegrante del contratto di servizio. Le previsioni del


scrive non ritiene che la mancata previsio- ne dei concorrenti con adeguata attenzione ai presente comma devono considerarsi integrativa
ne debba considerarsi come esclusione a diversi problemi che si possono porre, dalle delle discipline di settore”.
priori. passività dei cespiti di proprietà pubblica da af- (4) Si veda in proposito l’illuminante determina-
fidare in comodato alla verifica della capacità zione dell’Autorità di vigilanza sui LL.PP. n.
L’articolo 2, comma 1, prevede che la gara sia residua degli impianti. 5/2005 e A.G.C.M., Parere del 20 dicembre 2001,
effettuata con il sistema della procedura aperta L’articolo 7 disciplina l’offerta, prevedendo che AS 2261.
(5) Nella procedura aperta ogni operatore econo-
(5) e con il criterio di aggiudicazione dell’of- questa possa costituire elemento integrativo del mico interessato può presentare un’offerta.
ferta economicamente più vantaggiosa, disci- Piano di ambito, e l’articolo 8 disciplina i cri- (6) Nella procedura ristretta ogni operatore econo-
plinata puntualmente dal successivo articolo teri di aggiudicazione. Escluso, ovviamente, il mico può chiedere di partecipare ma possono pre-
8; la scelta della sola procedura aperta, deter- criterio del massimo ribasso, incompatibile sentare un’offerta solo gli operatori economici in-
minata da ragioni di omogeneità con scelte con un sistema che tende al miglioramento dei vitati in relazioni ai requisiti posseduti.
già effettuate dal Ministero dell’ambiente per il risultati di gestione, il fattore economico ha (7) Il dialogo competitivo è la procedura possibile
settore delle risorse idriche (Dm 22 novembre comunque un peso almeno pari a quello di in caso di appalti particolarmente complessi, nella
2001 e Dm 2 maggio 2006), ha come conse- tutti gli altri elementi di valutazione messi in- quale la stazione appaltate avvia un dialogo con i
guenza di escludere la possibilità di ricorrere a sieme. candidati ammessi, al fine di elaborare una o più
soluzioni atte a soddisfare le sue necessità e sulla
procedure ristrette (6) o alla nuova procedura La previsione relativa alla valutazione del base della quale i candidati selezionati saranno
comunitaria del dialogo competitivo (7), che “piano di riutilizzo del personale delle ge- invitati a presentare le offerte.
pure poteva ben adattarsi alla complessità stioni preesistenti, nell’obiettivo di migliora- (8) Nello stesso senso, con riferimento alla gestione
dell’affidamento della gestione integrata dei ri- mento della relativa produttività, efficacia rifiuti, Consiglio di Stato, sentenza 2811/2005.
fiuti urbani. ed efficienza” (lettera f), comma 1) introduce Nella vecchia “legge Galli”, articolo 20, comma 3,
Il secondo comma dell’articolo 2 richiama il un elemento di flessibilità necessario con rife- e nel relativo Dm attuativo del 22 novembre 2001
comma 5 dell’articolo 202, Dlgs 152/2006: se rimento al delicato problema del manteni- era previsto che si applicassero le norme di cui alla
ne deduce conferma di un principio in parte mento dei posti di lavoro, che invece l’articolo legge 109/1994 sui lavori pubblici nel caso di ope-
re la cui realizzazione fosse oggetto di concessione.
innovativo per cui la costruzione delle opere 202, comma 6, del Dlgs 152/2006, pur richia-
(9) I consorzi stabili, previsti dagli articoli 34, 35
strumentali è “attratta” dalla disciplina sui mato ripetutamente nel Dm in esame, discipli- e 36 del Dlgs 163/2006 possono partecipare, ai
servizi e rientra nella concessione di servizio na con modalità tanto rigide quanto contrad- sensi della innovativa disposizione di cui all’arti-
(8). ditorie. colo 36 del Dlgs 163/2006, anche alle procedure di
L’articolo 3 regola i soggetti che possono parte- L’articolo 9 detta alcune, opportunamente affidamento di servizi e non più solo di lavori
cipare alla procedura di gara. Visto l’articolo snelle (10), norme sulla Commissione aggiu- pubblici.
113 del Dlgs 267/2000, possono partecipare al- dicatrice. Fra le cause di incompatibilità ad as- (10) In riferimento all’articolo 84 del Dlgs 163/
le gare solo le società di capitale e non gli im- sumere il ruolo di componente della Com- 2006, che disciplina la costituzione delle Commis-
prenditori individuali, anche artigiani. La di- missione, si dovrebbero considerare le cause di sioni di valutazione per i contratti pubblici affidati
con criterio dell’offerta economicamente più van-
zione “consorzi” di cui alla lettera b) dovrebbe astensione di cui all’articolo 51 del C.p.c. e le taggiosa, il Consiglio di Stato ha affermato che la
includere sia i consorzi stabili (9) che i con- cause di incompatibilità di cui all’articolo 21, materia rientra nella competenza regionale esclu-
sorzi ordinari di concorrenti di cui all’articolo legge 109/1994, estese ai servizi e alle forniture siva.
2602 del Codice civile. dall’articolo 83 del Dlgs 163/ 2006. (11) La permanenza dell’Autorità è peraltro da ri-
L’articolo 3 individua anche i requisiti di par- L’articolo 10 disciplina i tempi dell’aggiudica- tenere sub judice per diverse ragioni.
76 tecipazione con riferimento al fatturato e alla zione definitiva e della stipula del contratto di
Corte di Cassazione – III Sezione penale
Ordinanza 16 gennaio 2006, n. 1414

La massima
Rifiuti – Nozione – Articolo 14 del Dl 138/2002 – Questio-
ne di legittimità costituzionale – Rilevanza e non manife-
Giurisprudenza sta infondatezza
L’articolo 14 del Dl 138/2002 non è direttamente disapplicabile
dal giudice nazionale, pur essendo incontestabile, perché ricono-
sciuto da giurisprudenza e dottrina pressoché unanimi, che la
norma modifica in senso restrittivo la nozione di rifiuto di cui
all’articolo 6, Dlgs 22/1997 ed è incompatibile con la nozione di
rifiuto stabilita dalla normativa comunitaria. La sentenza “Niselli”
della Corte di Giustizia offre al giudice italiano elementi ermeneu-
tici precisi per ritenere la norma indiscutibilmente incompatibile
Definizione autentica con il diritto comunitario. Lo strumento giuridico per rimediare
all’innegabile vulnus arrecato dal citato articolo 14 al diritto co-
munitario è il ricorso alla Corte Costituzionale risultando, nella
di rifiuto e conseguenze fattispecie, l’evidente contrasto con gli articoli 11 e 117.

della sua soppressione (omissis) produttivo senza trattamento pre-


ventivo o con trattamento preventi-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


Svolgimento del processo vo non recuperatorio, doveva essere
1. Con sentenza del 10 dicembre disapplicata, appunto perché con-
Pres. De Maio 2004 il tribunale monocratico di S. traria al diritto comunitario, come
Est. Onorato Maria Capua Vetere, sezione distac- interpretato dalla giurisprudenza
cata di Carinola, dichiarava i fratelli della Corte di Giustizia europea (in
(...) colpevoli del reato continuato particolare con la sentenza Niselli
di cui all’articolo 51, comma 1, dell’11 novembre 2004);
Dlgs 22/1997, perché, il primo qua- – che pertanto la condotta conte-
le legale rappresentante del caseifi- stata agli imputati era penalmente
cio (...), e il secondo quale titolare rilevante in base alla normativa di
dell’omonima azienda zootecnica, cui al Dlgs 22/1997 anche dopo
avevano smaltito e trasportato, in l’entrata in vigore del predetto arti-
tempi diversi, rifiuti non pericolosi colo 14, che doveva considerarsi
senza la prescritta autorizzazione in tamquam non esset dopo l’ema-
Riardo sino al 14 novembre 2000. nazione della suddetta sentenza 11
Per l’effetto il tribunale condannava novembre 2004 della Corte di Giu-
gli imputati alla pena di 5.000 euro stizia.
di ammenda ciascuno, col beneficio 2. Avverso la condanna ha proposto
della sospensione condizionale. ricorso per cassazione il difensore di
In linea di fatto il Giudice accertava entrambi gli imputati, deducendo
che il suddetto caseificio aveva ven- due motivi a sostegno.
duto più volte il siero di latte deri- 2.1 Col primo lamenta in sostanza
vante dalla propria attività produt- erronea applicazione dell’articolo
tiva all’azienda zootecnica di (...), 51 Dlgs 22/1997 nonché mancanza
il quale lo destinava ad alimento o manifesta illogicità di motivazio-
per le bufale. ne sul punto, giacché i cd. scarti a-
In linea di diritto osservava in so- limentari – come il siero di latte –
stanza: devono considerarsi materie prime
– che il siero di latte in questione destinate all’alimentazione anima-
era qualificabile come rifiuto, in le e non rifiuti.
quanto residuo del processo di lavo- Chiede comunque la declaratoria di
razione dei prodotti caseari; prescrizione del reato.
– che la norma interpretativa di cui 2.2 Col secondo motivo denuncia
all’articolo 14 della legge 178/2002, difetti di motivazione in ordine alla
laddove restringe la nozione comu- quantificazione della pena.
nitaria di rifiuto, recepita nell’arti-
colo 6 del Dlgs 22/1997, espungen- Motivi della decisione
done i residui di produzione riuti- 3. Va anzitutto precisato che la fat-
lizzabili, senza pregiudicare l’am- tispecie de qua non è sussumibile
77
biente, nello stesso o in diverso ciclo nella disciplina di cui al Dlgs 14 di-
cembre 1992, n. 508 (che ha attua- Cremonese, rv. 220509). n. 138, convertito in legge 8 agosto del 1997, ci si può disfare di un ri-
Giurisprudenza Corte di Cassazione penale – Ordinanza 16 gennaio 2006, n. 1414

to la direttiva 90/667/Cee in mate- Nel caso di specie, al periodo di 2002, n. 178, in quanto restringe fiuto, con l’obbligo di sottostare al-
ria di norme sanitarie per la elimi- quattro anni e mezzo (che scadeva indebitamente la nozione comuni- la relativa disciplina, non solo av-
nazione, la trasformazione e l’im- il 14 maggio 2005) va aggiunto il taria di rifiuto, debba essere diretta- viandolo allo smaltimento o al re-
missione sul mercato di rifiuti di o- periodo di sette mesi e nove giorni mente disapplicata (rectius non ap- cupero, ma anche semplicemente
rigine animale) e al regolamento per la sospensione del processo (dal plicata) dal Giudice nazionale. abbandonandolo; secondo il Legi-
Ce 3 ottobre 2002, n. 1774 (recante 25 settembre 2003 al 28 aprile 2004 5.2 Che la norma dell’articolo 14, slatore nazionale del 2002, invece,
norme sanitarie relative ai sottopro- e dal 3 dicembre 2004 al 10 dicem- pur autoqualificandosi come inter- chi abbandona una sostanza rien-
dotti di origine animale non desti- bre 2004), sicché la prescrizione pretativa, modifichi in senso restrit- trante nelle anzidette categorie di
nati al consumo umano), che ha e- maturerà solo il 23 dicembre 2005. tivo la nozione di rifiuto precisata rifiuti è esente dalla disciplina im-
spressamente abrogato la predetta Nella materia è recentemente inter- dall’articolo 6, Dlgs 22/1997, e posta in materia per assicurare la
direttiva Cee 90/667. venuta la legge 5 dicembre 2005 n. quindi sia incompatibile con la no- tutela della salute pubblica e della
Infatti la condotta contestata agli 251 (entrata in vigore 1’8 dicembre zione di rifiuto stabilita dalla diret- qualità ambientale.
imputati consisteva nel trasporto e 2005), la quale, con l’articolo 6: tiva comunitaria 75/442/Cee, mo- Ma dove la norma dell’articolo 14
nello smaltimento del siero di latte a) modificando l’articolo 157 C.p., dificata dalla direttiva 91/156/Cee, assume una portata ancor più so-
derivante dal processo produttivo di ha aumentato a quattro anni il di cui la disposizione nazionale è cialmente innovativa è nel secondo
un caseificio, mentre entrambe le tempo di prescrizione ordinaria per sostanzialmente la riproduzione, è comma, in forza del quale non ri-
normative succitate prevedono nor- tutte le contravvenzioni; indubbio, ed è riconosciuto dalla corrono le fattispecie della decisio-
me di polizia sanitaria e veterinaria b) modificando l’articolo 159 C.p., dottrina e dalla giurisprudenza ne di “disfarsi” e dell’obbligo di
per il trasporto, la trasformazione, ha codificato il principio stabilito pressoché unanimi. “disfarsi” ove si tratti di sostanze e
l’uso o l’eliminazione di rifiuti (ar- dalla suddetta sentenza Cremonese Invero, per l’articolo 6, Dlgs materiali residuali di produzione o
ticolo 1, Dlgs 508/1992) o sottopro- in tema di sospensione processuale 22/1997 e per l’articolo 1 della di- di consumo che “possono essere e
dotti di origine animale non desti- per impedimento delle parti o dei rettiva 75/442/Cee costituisce rifiuto sono effettivamente e oggettiva-
nati al consumo umano (articolo difensori, stabilendo però che la so- qualsiasi sostanza od oggetto che mente utilizzati nel medesimo o in
1, regolamento Ce 1774/2002). È spensione non può durare più di rientra in una delle sedici categorie analogo ciclo produttivo di consu-
chiaro che il latte cessa di essere un sessanta giorni oltre la cessazione elencate in Allegato di cui il deten- mo”: a) “senza subire alcun inter-
sottoprodotto di origine animale dell’impedimento; tore “si disfi” o abbia deciso o abbia vento preventivo di trattamento e
quando viene impiegato come ma- c) modificando gli articoli 160 e l’obbligo di “disfarsi”. L’elenco del- senza recare pregiudizio all’am-
teria prima nella produzione casea- 161 C.p., ha stabilito che in caso di le categorie, di cui all’Allegato A, è biente”; ovvero b) “dopo aver subi-
ria, e che il siero di latte che residua interruzione della prescrizione, i un elenco “aperto”, perché la pri- to un trattamento preventivo senza
da questa produzione va qualificato termini prescrizionali non possono ma categoria (Q1) comprende tutti che si renda necessaria alcuna ope-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

come rifiuto speciale ex articolo 7 essere prolungati oltre il quarto per i residui di produzione o di consu- razione di recupero tra quelle indi-
del Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22 sen- gli imputati che non siano recidivi mo in appresso non specificati, e la viduate nell’Allegato C del decreto
za che possa (più) definirsi di origi- specifici o infraquinquennali, de- sedicesima (Q16) qualunque so- legislativo n. 22”.
ne animale. linquenti abituali o professionali. stanza, materia o prodotto che non Invero, secondo la definizione co-
Manca quindi qualsiasi presupposto Alla stregua della novella, nel caso rientri nelle altre categorie. L’arti- munitaria di rifiuto, letteralmente
ex articolo 8, Dlgs 22/1997 per e- di specie, il periodo prescrizionale colo 14, legge 178/2002, invece, nel trasfusa nell’articolo 6, Dlgs
scludere dal regime generale dei ri- ordinario sarebbe scaduto il 14 no- suo primo comma, identifica il 22/1997, un residuo di produzione
fiuti il siero di latte derivante dalla vembre 2005 ma si sarebbe dovuto concetto di “disfarsi” con quello di o di consumo di cui il detentore ab-
produzione casearia, non soltanto prolungare di al meno 67 giorni smaltimento o di recupero, stabi- bia deciso o abbia l’obbligo di “di-
perché la polizia sanitaria e veteri- per le succitate sospensioni proces- lendo che le parole “si disfi” devo- sfarsi” costituisce sempre rifiuto.
naria, oggetto del Dlgs 508/1992 e suali intervenute, arrivando così al no essere interpretate come qualsia- Per l’articolo 14, invece, questo re-
del regolamento Ce 1774/2002, è e- 20 gennaio 2006. si comportamento attraverso il qua- siduo perde la qualità di rifiuto se è
terogenea, e non speciale, rispetto Tuttavia, per effetto della norma le in modo diretto o indiretto una o può essere oggettivamente utiliz-
alla disciplina ambientale della ge- transitoria di cui all’articolo 10, sostanza, un materiale o un bene zato tal quale nel medesimo o in a-
stione dei rifiuti (come ritiene Cass. comma 2, la disciplina del predetto sono avviati o sottoposti ad attività nalogo ciclo di produzione o di
Sezione III, sentenza 4 marzo 2002, articolo 6 non si applica ai processi di smaltimento o di recupero, se- consumo, o più esattamente se è
n. 8520, Leuci), quanto piuttosto in corso, trattandosi di un reato e di condo gli allegati B e C del Dlgs riutilizzato senza trattamenti pre-
perché l’oggetto della disciplina (il una vicenda processuale per cui i 22/1997. ventivi e senza pregiudizio per
citato siero di latte) non rientra in termini di prescrizione risultano Attraverso questa identificazione, l’ambiente ovvero con trattamenti
nessuna delle categorie che il pre- più lunghi di quelli previgenti. però, la norma sedicente interpreta- preventivi che non comportino ope-
detto articolo 8 esclude dalla disci- 5.1 In ordine alla qualificazione tiva restringe la nozione comunita- razioni di recupero (per esempio at-
plina generale dei rifiuti (e in parti- giuridica del fatto, la sentenza im- ria di rifiuto, escludendone ogni so- traverso atti di prelievo, cernita, se-
colare non rientra nella categoria pugnata ha colto nel segno laddove stanza o materiale di cui il detento- parazione, compattamento, frantu-
delle carogne o dei rifiuti di origine ha ritenuto che il siero di latte resi- re “si disfi” mediante semplice “ab- mazione, vagliatura o macinatura,
animale). duato dal processo produttivo del bandono”, posto che nella direttiva che non implicano una trasforma-
Va pertanto disatteso il primo moti- caseificio di (...) rientrava nella ca- comunitaria e nel Dlgs 22/1997 zione merceologica o chimica dei
vo di ricorso (n. 2.1). tegoria dei rifiuti speciali, di cui l’abbandono è nettamente distinto materiali).
4. Va anche respinta la richiesta di all’articolo 6 e 7 Dlgs 22/1997, e dallo smaltimento e a maggior ra- È quindi innegabile che anche sotto
dichiararsi estinto il reato per pre- che la cessione e il trasporto del sie- gione dal recupero (per il diritto questo profilo l’articolo 14 restringe
scrizione. ro, senza alcuna autorizzazione, nazionale v. articolo 14, Dlgs la nozione comunitaria di rifiuto,
Infatti, al periodo prescrizionale dal predetto caseificio all’azienda 22/1997, su cui Cass. Sezione III, giacché per il diritto comunitario la
stabilito dagli articoli 157 e 160 zootecnica di (...), integrava il reato sentenza 5 aprile 2004, n. 21024, volontà o l’obbligo di “disfarsi” di
C.p., va aggiunto il periodo in cui il di cui all’articolo 51 dello stesso de- Eoli, rv. 229225-6; per il diritto co- un residuo di produzione o di con-
processo è rimasto sospeso per im- creto legislativo (in senso conforme munitario v. articolo 4, comma 2, sumo costituisce quest’ultimo come
pedimento dell’imputato o del suo v. Cass. Sezione III 2 agosto 2004, direttiva 75/442/Cee, su cui C. rifiuto, mentre per la norma nazio-
difensore, ovvero su loro richiesta, n. 33295, Cioffi, rv. 229011). Giustizia, Sezione II, dell’11 no- nale sedicente interpretativa quel
sempre che questa non sia dettata La sentenza è incorsa invece in er- vembre 2004, causa C-457/02. residuo diventa semplice materia
da esigenze istruttorie o di termine rore giuridico laddove ha ritenuto Niselli, par. 38, 39 e 40). prima ove ricorra la condizione del-
a difesa (Cass. Sezioni Unite, sen- che la norma interpretativa di cui In sostanza, secondo il diritto co- la sua attuale o potenziale riutiliz-
78
tenza 11 gennaio 2002, n. 1021, all’articolo 14 del Dl 8 luglio 2002, munitario e il Legislatore nazionale zazione.
Concludendo, l’articolo 14 ha in- no è considerato rifiuto ai sensi del- il medesimo risulta chiaramente nitaria sui rifiuti non è autoappli-

Giurisprudenza Corte di Cassazione penale – Ordinanza 16 gennaio 2006, n. 1414


trodotto una doppia deroga alla de- la direttiva 75/442 (par. 38). E poi- dal par. 52 della sentenza. Del resto, cativa (self-executing) in quanto
finzione comunitaria di rifiuto, sia ché l’abbandono non può essere se il riutilizzo avvenisse in un diver- necessita di atto di recepimento da
laddove ha identificato l’attività di considerato una modalità di smal- so ciclo produttivo vorrebbe dire che parte dello Stato nazionale (Sezio-
“disfarsi” della sostanza con quella timento del rifiuto, ma è ben distin- il produttore ha inteso “disfarsi” del ne III, 29 gennaio 2003, n. 4052,
di smaltimento o di recupero della to dallo smaltimento (par. 39), la residuo per commercializzarlo o Passerotti, rv. 223532; Sezione III,
medesima (escludendo così l’atti- definizione comunitaria di rifiuto comunque cederlo ai terzi per la n. 4051 del 29 gennaio 2003, Ron-
vità di abbandono), sia laddove ha non può essere interpretata nel sen- riutilizzazione. co, rv. 223604; Sezione III, 9057 del
escluso la volontà o l’obbligo di so di ricomprendere soltanto le so- 6.2 La sentenza Niselli è stata emes- 26 febbraio 2003, Costa, rv. 224172;
“disfarsi” di residui di produzione o stanze e i materiali destinati o sog- sa ai sensi dell’articolo 234 (ex 177) Sezione III, n. 13114 del 24 marzo
di consumo quando questi sono o getti alle operazioni di smaltimento del Trattato Ce e quindi si è limitata 2003, Mortellaro, rv. 224721; Se-
possono essere riutilizzati tal quali o di recupero (par. 40). a interpretare la norma del diritto zione III, n. 32235 del 31 luglio
senza trattamenti recuperatori e b) per l’articolo 14 del decreto leg- comunitario che definisce la nozio- 2003, Agogliati e altri, rv. 226156;
senza pregiudizio per l’ambiente. ge italiano 138/2002 “affinché un ne di rifiuto; mentre solo proceden- Sezione III, n. 38567 del 19 ottobre
In tal modo ha esonerato dal con- residuo di produzione o di consumo do ex articolo 226 (ex 169), in esito 2003, De Fronzo, rv. 226574).
trollo amministrativo e dalla disci- sia sottratto alla qualifica di rifiuto alla procedura di infrazione attivata 7.2 Le succitate sentenze Ferretti e
plina sui rifiuti attività con cui il sarebbe sufficiente che esso sia o dalla Commissione, avrebbe potuto Amadori, stilate peraltro dallo stesso
detentore si disfa di residui di pro- possa essere riutilizzato in qualun- direttamente interpretare la norma relatore, riconoscono che la diretti-
duzione o di consumo, creando pe- que ciclo di produzione o di consu- nazionale denunciata come lesiva va 75/442/Cee, come modificata
ricolo per l’ambiente. mo, vuoi in assenza di trattamento degli obblighi comunitari. dalla direttiva 91/156/Cee, non ha
Con ciò il Legislatore italiano è ve- preventivo e senza arrecare danni I diversi poteri della Corte di Giu- efficacia diretta nell’ordinamento
nuto meno ai suoi obblighi di leale all’ambiente, vuoi previo tratta- stizia nell’ambito delle diverse pro- nazionale, ma sostengono ugual-
cooperazione di cui all’articolo 10 mento ma senza che occorra tutta- cedure sono chiaramente enunciati mente la diretta applicabilità della
(ex 5) del Trattato Ce, pregiudican- via un’operazione di recupero ai dalla stessa Corte, che ha avuto mo- nozione comunitaria di rifiuti, in
do gli obiettivi comunitari di salva- sensi dell’Allegato II B della diretti- do di chiarire il principio secondo base al fatto che essa è stata richia-
guardia, tutela e miglioramento va 75/442” (par. 50). Ma “un’inter- cui essa “non può, ai sensi dell’arti- mata dal regolamento comunitario
della qualità dell’ambiente e di pro- pretazione del genere si risolve ma- colo 177 [ora 234] del Trattato, sta- n. 259/1993, che ha indubbiamente
tezione della salute umana di cui nifestamente nel sottrarre alla qua- tuire sulla validità di una norma di carattere self-executing.
all’articolo 174 (ex 130 R) dello lifica come rifiuto residui di produ- diritto interno con riguardo al dirit- Ma tale singolare argomento, ben-
stesso Trattato. zione o di consumo che invece cor- to comunitario, come le sarebbe ché condiviso da qualche autore,
6.1 Tale è del resto la convinzione rispondono alla definizione sancita consentito fare nell ‘ambito di un non può accettarsi.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


della Commissione della Comunità dall’articolo 1, lettera a), primo ricorso ex art. 16.9 [ora 226] del Invero, il regolamento Cee del 1°
europea, la quale ha avviato contro comma, della direttiva 75/442” trattato Ce”; peraltro “essa è tutta- febbraio 1993 n. 259/93, “relativo
lo Stato italiano una procedura di (par. 51). via competente a fornire al Giudice alla sorveglianza e al controllo delle
infrazione ai sensi dell’articolo 226 Pertanto, la nozione comunitaria di nazionale tutti gli elementi di inter- spedizioni di rifiuti all’interno della
(ex 169) del Trattato in seguito rifiuto non può essere interpretata pretazione, che rientrano nel diritto Comunità europea, nonché in en-
all’approvazione dell’articolo 14 del nel senso di escludere l’insieme dei comunitario, atti a consentirgli di trata e in uscita dal suo territorio”,
Dl 8 luglio 2002, n. 138. residui di produzione o di consumo pronunciarsi su tale compatibilità” all’articolo 2 lettera a) stabilisce che
Ma tale è, soprattutto, la decisione che possono essere o sono riutiliz- (sentenza Tombesi citata del 25 “ai sensi del presente regolamento”
della Corte di Giustizia europea, zati in un ciclo di produzione o di giugno 1997, par. 36). si intendono per rifiuti “i rifiuti
che investita in via pregiudiziale consumo senza trattamento preven- Si può quindi concludere che la quali definiti nell’articolo 1 lettera
dal tribunale di Terni della questio- tivo o con trattamento non recupe- sentenza Niselli, pur non interpre- a) della direttiva 75/442/Cee”.
ne della compatibilità comunitaria ratorio (par. 53). tando direttamente l’articolo 14 del Orbene, è sufficiente osservare come
dell’articolo 14, con la sentenza Tuttavia – secondo la sentenza Ni- Dl 8 luglio 2002, n. 138, offre al la norma del regolamento, che co-
della Sezione 11 dell’11 novembre selli, che riprende sul punto la pre- Giudice italiano elementi ermeneu- me tale è direttamente applicabile
2004, causa C-457/02, Niselli, svi- cedente sentenza Palin Granit Oy tici precisi per ritenere tale norma nell’ordinamento italiano, recepi-
luppando il filone giurisprudenzia- del 18 aprile 2002 – può esulare indiscutibilmente incompatibile col sca la nozione di rifiuto definita
le consacarato nelle precedenti sen- dalla nozione comunitaria di rifiu- diritto comunitario. dalla direttiva 75/442/Cee soltanto
tenze Zanetti del 10 maggio 1995, to un materiale derivante da un 7.1 Resta ora da esaminare quale ai fini della specifica materia disci-
C-422/92, Tombesi del 25 giugno processo di fabbricazione o di estra- strumento giuridico sia esperibile plinata dal regolamento, ovvero sia
1997, C-304/94, e Palin Granit Oy zione che non è principalmente de- per rimediare a questo innegabile limitatamente alle spedizioni di ri-
del 18 aprile 2002, C-9/00, ha così stinato a produrlo, che il produttore vulnus che l’articolo 14 del Dl 8 lu- fiuti, che a scopo di sorveglianza
statuito: riutilizza, senza trasformazione glio 2002, n. 138 ha recato al diritto devono essere previamente notifica-
a) la nozione di rifiuto dipende dal preliminare, nel corso dello stesso comunitario. te e munite di un documento di ac-
significato del verbo “disfarsi”, il processo produttivo: in tal caso non Al riguardo, la sentenza impugnata compagnamento.
quale “deve essere interpretato alla si tratta di un residuo, bensì di un e alcune pronunce di questa Corte Questa nozione “regolamentare”
luce della finalità della direttiva “sottoprodotto”, che non ha la qua- hanno sostenuto la necessità della quindi non è direttamente applica-
75/442, che, ai sensi del suo terzo lifica di rifiuto proprio perché il disapplicazione (rectius non appli- bile né per l’attività di abbandono
‘considerando’, è la tutela della sa- produttore non intende “disfarse- cazione) della norma nazionale in né per tutte le attività di gestione
lute umana e dell’ambiente (...) ne”, ma vuole invece riutilizzarlo forza della prevalenza e immediata dei rifiuti elencate nell’articolo 6,
ma anche alla luce dell’articolo nel medesimo ciclo produttivo applicabilità del diritto comunitario lettera g) Dlgs 22/1997, che sono
174 n. 2 Ce, secondo il quale la po- (parr. 44-52). (Sezione III, 17 gennaio 2003, n. ben diverse dall’attività di spedizio-
litica della Comunità in materia Per distinguere il “sottoprodotto” 2125, Ferretti, rv. 223291; Sezione ne: e cioè raccolta, trasporto, recu-
ambientale mira a un elevato livel- dal rifiuto è comunque necessario III, 9 aprile 2002, n. 14762, Ama- pero e smaltimento.
lo di tutela ed è fondata in partico- che il riutilizzo sia certo, che avven- dori, rv. 22157; Sezione III, 15 a- Anche una risalente sentenza della
lare sui principi della precauzione e ga nel medesimo processo produtti- prile 2003, n. 17656, Gonzales e al- Corte di Giustizia ha avuto modo di
dell ‘azione preventiva” (par. 33). vo e senza trasformazioni prelimi- tro, rv. 224716). stabilire che la nozione “regola-
Una sostanza o un materiale non nari, cioè senza modificazioni del Un altro orientamento, che appare mentare” di rifiuti, “che è stata isti-
soggetto a obbligo di smaltimento o carattere chimico o merceologico prevalente, sostiene invece che l’ar- tuita al fine di garantire che i siste-
di recupero e di cui il detentore “si della sostanza (par. 47). ticolo 14 è vincolante per il Giudice mi nazionali di sorveglianza e con-
79
disfi” mediante semplice abbando- Che il ciclo produttivo debba essere italiano giacché la direttiva comu- trollo delle spedizioni di rifiuti ri-
spettino criteri minimi, si applica rentemente convincente, non è ac- ria di rifiuto solo laddove esclude no deve osservare la limitazione di
Giurisprudenza Corte di Cassazione penale – Ordinanza 16 gennaio 2006, n. 1414

direttamente anche alle spedizioni coglibile. dall’ambito della relativa disciplina sovranità derivante dalla sua parte-
di rifiuti all’interno di qualsiasi A rigore, la pronuncia della Corte di i cd. sottoprodotti, cioè quei residui cipazione a ordinamenti interna-
Stato membro”; ma non ha affatto Giustizia che precisa o integra il si- di produzione (esclusi i residui di zionali, quale quello della Comu-
esteso la diretta applicabilità della gnificato di una norma comunita- consumo) dei quali il produttore nità europea;
nozione alle altre tradizionali atti- ria ha la stessa efficacia di quest’ul- non abbia intenzione di disfarsi e b) nonché, ancor più esplicitamen-
vità di gestione o all’attività di ab- tima, sicché la pronuncia è diretta- che siano riutilizzati in modo certo, te, con il novellato articolo 117
bandono, comunque diverse dalla mente ed immediatamente efficace senza previa trasformazione, nel- Cost., che nel suo primo comma
spedizione (Corte di Giustizia,VI nell’ordinamento nazionale se e in l’ambito dello stesso processo pro- impone allo Stato di esercitare la
Sezione, sentenza del 25 giugno quanto lo sia anche la norma inter- duttivo. I “sottoprodotti”, infatti, in sua potestà legislativa nel rispetto
1997, Tombesi e altri, v. mass. e pretata. quanto riutilizzati nello stesso ciclo dei vincoli derivanti dall’ordina-
parr. 44. 45 e 46). In tal senso è l’insegnamento co- produttivo come materie prime, mento comunitario.
Non si può quindi parlare a tale ri- stante della Corte Costituzionale. non presentano rischi per l’am- L’ipotizzato vulnus comunitario e
guardo di una novazione della fon- Basti ricordare la sentenza 11 luglio biente, sicché per essi non ha ra- costituzionale appare tanto più gra-
te del diritto comunitario (da diret- 1989 n. 389 in cui la Consulta, trat- gion d’essere applicare la disciplina ve in quanto, dopo che la Com-
tiva a regolamento) in senso gene- tando del principio di applicazione dei rifiuti. missione di Bruxelles aveva aperto
rale e illimitato. diretta di norme comunitarie im- La fattispecie dedotta nel presente la menzionata procedura di infra-
Inoltre, come è stato opportuna- mediatamente efficaci nel diritto processo, però, esula da ogni possi- zione, e poco dopo che la Corte di
mente sottolineato in dottrina, l’ar- interno, ha avuto modo di precisare bile interpretazione adeguatrice, Giustizia europea aveva emanato la
gomento da una parte non è stato che “quando questo principio viene giacché il siero di latte residuato citata sentenza Niselli, il Legislatore
mai considerato dalla stessa Corte riferita ad una norma comunitaria dalla produzione casearia veniva nazionale, con la legge 15 dicem-
lussemburghese, che, chiamata più avente ‘effetti diretti’ (...) non v’è trasportato e ceduto a un’altra a- bre 2004 n. 308 (delega al Governo
volte a interpretare in via pregiudi- dubbio che la precisazione o l’inte- zienda, esercente attività zootecni- per il riordino, il coordinamento e
ziale la nozione comunitaria di ri- grazione del significato normativo ca, che lo destinava ad alimento per l’integrazione della legislazione in
fiuto, ha sempre focalizzato il suo compiute attraverso una sentenza gli animali. Alla luce del diritto co- materia ambientale e misure di di-
esame solo sulla direttiva 75/442, dichiarativa della Corte di Giustizia munitario come autoritativamente retta applicazione), ha ribadito la
come modificata dalla direttiva abbiano la stessa immediata effica- interpretato dalla Corte di Giustizia sua volontà normativa al riguardo,
91/156; dall’altra non è stato utiliz- cia delle disposizioni interpretate”. europea, non poteva quindi classifi- stabilendo al comma 26 dell’artico-
zato neppure dalla Commissione Invero, nei casi in cui la Corte lus- carsi come “sottoprodotto”, ma era lo 1: “Fermo restando quanto di-
Ue nella menzionata procedura di semburghese ha interpretato il si- invece un vero e proprio rifiuto di sposto dall’articolo 14 del decreto
infrazione aperta contro lo Stato i- gnificato di una norma comunita- cui il produttore si disfaceva perché legge 8 luglio 2002 n. 138, conver-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

taliano, quanto meno per informa- ria direttamente efficace in modo fosse riutilizzato tal quale in altro tito, con modificazioni, dalla legge
re il nostro Governo che il tentativo tale che una norma del diritto na- processo produttivo. 8 agosto 2002 n. 178, ...”.
di restringere la nozione di rifiuto zionale risulti incompatibile con Per la norma nazionale di cui si di- La non manifesta infondatezza del-
era del tutto velleitario, attesa la essa, il Giudice nazionale non deve scute, invece, il siero di latte prodot- la questione risulta dalle considera-
immediata applicabilità nell’ordi- più applicare la norma interna per to nel caseificio e riutilizzato in di- zioni svolte in precedenza, secondo
namento nazionale del regolamen- la definizione dalla controversia al versa azienda zootecnica resta indi- le quali la norma denunciata è in-
to 259/93/Cee. suo esame (senza poter sollevare scutibilmente escluso dalla nozione compatibile (nei limiti anzidetti)
In conclusione, si tratta di argo- questione di costituzionalità: v. di rifiuto, e non vi può rientrare in con il diritto comunitario e per
mento che appare ormai abbando- Corte Costituzionale n. 94/1995). forza di una interpretazione ade- conseguenza lede gli obblighi costi-
nato sia dalla dottrina che dalla Nei casi invece in cui la Corte lus- guatrice. Esso resta perciò sottratto tuzionali di adeguamento all’ordi-
giurisprudenza, le quali non metto- semburghese ha interpretato una alla disciplina sui rifiuti, in palese namento comunitario stesso.
no più in discussione la inapplica- norma comunitaria priva di effica- contrasto col diritto comunitario. 9.1 Dalle considerazioni precedenti
bilità diretta della nozione comuni- cia diretta in modo tale che una 8. L’unico rimedio possibile per ri- risulta altresì evidente la rilevanza
taria di rifiuto (al di fuori della ma- norma interna risulti incompatibile mediare al vulnus perpetrato da della questione, atteso che il proces-
teria delle spedizioni disciplinata con la prima, il Giudice italiano una legge nazionale contro una di- so non può essere definito prescin-
dal menzionato regolamento) non ha altra scelta che applicare la rettiva comunitaria non diretta- dendo dall’applicabilità del denun-
7.3 L’orientamento giurispruden- norma interna o sollevare sulla mente applicabile è, quindi, il ri- ciato articolo 14 e quindi dalla riso-
ziale minoritario, pur dando per stessa l’eccezione di illegittimità co- corso al Giudice delle leggi. luzione della relativa eccezione di
scontato il carattere non autoappli- stituzionale per violazione degli ob- Invero, la norma in questione, e- illegittimità costituzionale.
cativo della direttiva 75/444/Cee, blighi dello Stato italiano di confor- scludendo dalla categoria dei rifiuti Se la norma resistesse al vaglio di
modificata dalla direttiva 91/156/ marsi al diritto comunitario, consa- i residui di produzione o di consu- costituzionalità, infatti, la sentenza
Cee, giunge ugualmente a non ap- crati negli articoli 11 e 117 Cost. (è mo che siano semplicemente ab- impugnata dovrebbe essere annul-
plicare l’articolo 14 del Dl 138/ implicitamente in tal senso anche bandonati dal produttore o dal de- lata senza rinvio perché il fatto non
2002, in base all’argomento che, in la recente sentenza n. 85/2002 Cor- tentore, ovvero che siano riutillizza- è più previsto dalla legge come rea-
ossequio al principio della preva- te Costituzionale). ti in qualsiasi ciclo produttivo o di to, avendo l’articolo 14 sottratto al-
lenza del diritto comunitario, sia o- 7.4 Più di recente, un’altra pro- consumo senza trattamento recupe- la disciplina dei rifiuti il siero di
riginario, sia derivato, il Giudice nuncia di legittimità, seguendo il ratorio, si pone in insanabile con- latte riutilizzato senza trattamenti
nazionale deve comunque dare ap- principio indicato dalla Corte Co- trasto con la nozione di rifiuti sta- preventivi in altro ciclo produttivo.
plicazione alle sentenze della Corte stituzionale con sentenza 190/2000, bilita dalla direttiva comunitaria Se invece la norma fosse dichiarata
di Giustizia europea, che a più ri- ha correttamente sostenuto la ne- 75/442/Ce, modificata dalla diretti- costituzionalmente illegittima e
prese hanno offerto una interpreta- cessità per il Giudice italiano di in- va 91/156/Ce e dalla decisione della quindi inapplicabile al caso di spe-
zione della nozione comunitaria di terpretare la normativa nazionale Commissione 96/350/Ce. cie, al Giudice a quo si aprirebbe la
rifiuto contrastante con quella ri- in termini tali che essa non risulti Nel caso di specie, quindi, va solle- duplice possibilità di rigettare il ri-
sultante dall’articolo 14: in partico- in contrasto con la normativa co- vata d’ufficio questione di legitti- corso, con la conferma della con-
lare devono dare attuazione alla ci- munitaria (Cass. Sezione III, n. 746 mità costituzionale dell’articolo 14 danna degli imputati, o di annulla-
tata sentenza Niselli, che espressa- del 1° giugno 2005, Colli). Dl 8 luglio 2002 n. 138, convertito re senza rinvio la sentenza impu-
mente ha statuito la incompatibi- A questa stregua, ha ritenuto, sulla in legge 8 agosto 2002 n. 178, per- gnata per difetto dell’elemento sog-
lità comunitaria di quest’ultima scia della citata sentenza Niselli, ché in contrasto: gettivo della contravvenzione conte-
norma. che l’articolo 14 in questione non a) con l’articolo 11 Cost., laddove stata, avendo gli imputati fatto affi-
80
Ma anche questo argomento, appa- contrasta con la nozione comunita- questo stabilisce che lo Stato italia- damento incolpevole sulla portata
normativa di una disposizione tio criminis di cui al secondo com- della Consulta che hanno ribadito zati in altri cicli produttivi) a una

Giurisprudenza Corte di Cassazione penale – Ordinanza 16 gennaio 2006, n. 1414


(l’articolo 14) successivamente ca- ma dell’articolo 2 C.p., giacché la l’inammissibilità delle sentenze ad- norma incriminatrice generale (gli
ducata dall’ordinamento. Nella pri- norma dell’articolo 14, entrata in ditive contra reum per rispetto del- articoli 6 e 51 Dlgs). In altri termi-
ma, ma- sia pur in misura minore vigore dopo il fatto, con l’effetto di l’articolo 25, comma 2, Cost., stante ni, facendo cadere per incostituzio-
– anche nella seconda ipotesi, la depenalizzarlo attraverso l’abroga- la strutturale diversità delle due i- nalità l’articolo 14 si ripristinerebbe
sentenza di accoglimento della zione parziale dell’articolo 6 Dlgs potesi. la portata originaria di una norma
Corte Costituzionale avrebbe un ef- 22/1997, non potrebbe essere appli- Infatti, quando è dedotta la questio- incriminatrice già presente nell’or-
fetto in malam partem. cata proprio in quanto resa ineffica- ne di costituzionalità di una norma dinamento, che l’articolo 14 aveva
Emerge qui il noto problema del ce dalla pronuncia di illegittimità penale di favore, la sentenza di ac- parzialmente derogato; facendo ca-
sindacato di costituzionalità sulle costituzionale: in altri termini, la coglimento ha carattere ablativo dere le soglie di punibilità previste
norme penali di favore, cioè delle retroattività della norma parzial- della deroga oggettiva o soggettiva nell’articolo 2621, invece, si amplie-
norme che, per determinati soggetti mente depenalizzatrice non potreb- introdotta, con l’effetto di ripristi- rebbe la portata penale della stessa
o ipotesi, abrogano o modificano in be operare per la caducazione della nare la piena portata normativa di norma al di là dei limiti in cui il
senso favorevole al reo precedenti norma stessa dall’ordinamento. una norma incriminatrice preesi- Legislatore l’aveva configurata.
disposizioni incriminatrici. Questa conclusione è indubbia- stente. Al contrario, la sentenza ad- 9.4 Analogo problema si è presen-
Tale appare indubbiamente la nor- mente in linea con la nota sentenza ditiva di accoglimento (che dichia- tato alla Corte di Giustizia europea,
ma dell’articolo 14, giacché essa si 51/1985 della Consulta, che ha di- ra incostituzionale la norma so- chiamata a interpretare la nozione
configura come disposizione extra- chiarato la illegittimità costituzio- spettata “nella parte in cui non pre- comunitaria di rifiuto dal Giudice
penale integratrice della fattispecie nale dell’ultimo comma dell’artico- vede” etc.) ha l’effetto di creare ex del processo Niselli, posto che la sua
penale di cui agli articoli 6 e 51 lo 2 C.p., nella parte in cui prevede- novo una norma incriminatrice o ricostruzione ermeneutica poteva a-
Dlgs 22/1997, che, “restringendo” va la retroattività ai fatti pregressi di ampliare la portata di una fatti- vere effetti tali da entrare in rotta di
l’ampiezza dell’oggetto materiale della norma penale favorevole con- specie penale esistente, usurpando collisione con il principio di lega-
del reato (i rifiuti), finisce per dero- tenuta in un decreto legge non con- in entrambi i casi una prerogativa lità e irretroattività dei reati e delle
gare o abrogare parzialmente, ovve- vertito, per contrasto con l’articolo spettante alla discrezionalità del pene, che è ritenuto parte integran-
ro modificare in senso favorevole al 77, ultimo comma, Cost. (secondo Legislatore. te anche del diritto comunitario.
reo, la precedente norma incrimi- cui i decreti legge non convertiti (Diverso sembra il caso della sen- Al riguardo la sentenza Niselli, pre-
natrice. perdono efficacia sin dall’inizio). tenza 440/1995, in cui, con un messo che “una direttiva non può
9.2 Com’è noto, muovendo dalla Esaminando il problema se il prin- meccanismo di tipo ablatorio, il avere l’effetto, di per sé e indipen-
considerazione che l’eventuale ac- cipio di irretroattività della norma Giudice delle leggi, in forze del dentemente da una norma giuridi-
coglimento della eccezione di ille- penale sfavorevole fosse d’ostacolo principio di uguaglianza, ha esteso ca di uno Stato membro adottata
gittimità costituzionale della nor- al risultato normativo derivante il reato di bestemmia della divinità per la sua attuazione, di determina-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


ma penale più favorevole non po- dalla pronuncia di illegittimità co- anche a tutela delle religioni non re o di aggravare la responsabilità
trebbe influire sull’esito del giudi- stituzionale, la Corte ha precisato cattoliche, creando così una nuova penale di coloro che agiscono in
zio a quo per il principio di irre- che detto principio sarebbe applica- figura di reato, che però non era violazione delle sue disposizioni”,
troattività di cui all’articolo 25, bile soltanto per i fatti “concomi- applicabile al fatto contestato nel preso atto che il fatto contestato al-
comma 2, Cost. e all’articolo 2, tanti”, commessi cioè sotto il vigore processo a quo). l’imputato era stato commesso sot-
comma 1, C.p., si è tratta in passato del decreto legge non convertito, Per diversa ragione l’approdo della to il vigore delle disposizioni incri-
la conclusione che le eccezioni di ma non per i fatti “pregressi”, com- sentenza 148/1983 non appare in- minatrici di cui al Dlgs 22/1997, e
incostituzionalità delle norme pe- messi cioè prima che il decreto leg- taccato neppure dalla recente sen- prima dell’entrata in vigore dell’ar-
nali di favore sono “tipicamente” ge entrasse in vigore. tenza 161/2004 Corte Costituzio- ticolo 14 Dl 138/2002, ha concluso
irrilevanti, con la conseguenza che Anche nel presente processo il fatto nale, la quale ha escluso la possibi- che non vi era “motivo di esamina-
dette norme restano sottratte al è “pregresso” e non già “concomi- lità di estendere l’ambito di appli- re le conseguenza che potrebbero
controllo costituzionale. tante” rispetto al periodo di vigenza cazione della norma incriminatrice discendere del principio di legalità
Peraltro, occorre al riguardo preci- della norma penale di favore. di cui all’articolo 2621 C.c. (false delle pene per l ‘applicazione della
sare che nel caso di specie il fatto 9.3 Comunque, il problema è ora comunicazioni sociali), come sosti- direttiva 75/442” (parr. 29 e 30).
contestato è stato commesso sino al risolto dalla sentenza 148/1983, che tuito dall’articolo 1 Dlgs 11 aprile Non occorre qui sottolineare l’ana-
14 novembre 2000, cioè sotto il vi- ha argomentato la rilevanza e 2002 n. 61, attraverso la rimozione logia fattuale tra il caso Niselli e il
gore della norma incriminatrice di l’ammissibilità delle questioni di il- delle soglie minime di punibilità ivi caso presente riguardo al rapporto
cui agli articoli 6 e 51 Dlgs 22/ legittimità costituzionale sulle nor- previste. Qui infatti la Corte ha e- tra tempus commissi delicti e suc-
1997, sicuramente conformi al di- me penali di favore in base al du- scluso la possibilità di ampliare o cessione delle leggi penali nel tem-
ritto comunitario, e prima dell’en- plice argomento secondo cui l’ac- aggravare la figura di un reato già po. Diverso è il caso affrontato più
trata in vigore dell’articolo 14 Dl coglimento della questione: a) ver- esistente attraverso la “demolizio- di recente dalla stessa Corte euro-
138/2002, che, escludendo alcune rebbe comunque a incidere sulle ne” delle soglie di punibilità, sul ri- pea, Grande Sezione, chiamata a ri-
categorie di rifiuti, ha ridotto l’area formule di proscioglimento o sui lievo che queste soglie integrano re- solvere in via pregiudiziale la que-
del penalmente illecito, in contrasto dispositivi della sentenza penale e si quisiti essenziali di tipicità del fatto stione se il trattamento sanzionato-
col diritto comunitario. rifletterebbe sullo schema argo- ovvero condizioni di punibilità, e rio più favorevole previsto dai no-
Orbene, è doveroso osservare che in mentativo; b) della relativa motiva- cioè sono comunque “un elemento vellati articoli 2621 (false comuni-
un caso siffatto, se la Corte dichia- zione comunque un “effetto di si- che “delimita” l’area d’intervento cazioni sociali) e 2622 (false comu-
rasse costituzionalmente illegittima stema la cui valutazione spetta ai della sanzione prevista dalla norma nicazioni sociali in danno dei soci
la norma più favorevole di cui giudici comuni e non al Giudice incriminatrice, e non già “sottrae” o dei creditori) C.c. fosse o meno a-
all’articolo 14, la conferma della costituzionale. E ciò perché, senza determinati fatti all’ambito di ap- deguato in relazione all’articolo 6
responsabilità degli imputati in ba- vanificare la garanzia dell’articolo plicazione di altra norma, più ge- della prima direttiva comunitaria
se alle norma più sfavorevole di cui 25 Cost., anche le norme penali di nerale”. sul diritto societario (sentenza 3
ai suddetti articoli 6 e 51: favore devono sottostare al sindaca- Tale essendo la ratio decidendi, essa maggio 2005, Cause riunite C-387/
a) non violerebbe il principio di ir- to di costituzionalità, “a pena di i- non può essere applicata ai casi – 02, C-391/02 e C-403/02, Berlu-
retroattività di cui al secondo com- stituire zone franche del tutto im- come quello presente – in cui la sconi e altri).
ma dell’articolo 25 Cost., posto che previste dalla Costituzione, all’in- norma denunciata per incostituzio- La sentenza ha osservato che il
la norma dell’articolo 51 era entra- terno delle quali la legislazione or- nalità è una norma penale di favo- principio dell’applicazione retroat-
ta in vigore prima del fatto conte- dinaria diverrebbe incontrollabile”. re, la quale “sottrae” determinate i- tiva della pena più mite fa parte in-
stato; b) non violerebbe neppure il Questo approdo ermeneutico non è potesi (nel caso specifico, la gestio- tegrante delle tradizioni costituzio-
81
principio di retroattività dell’aboli- scalfito dalle numerose statuizioni ne dei residui di produzione utiliz- nali comuni degli Stati membri e
dei principi generali del diritto co- taria, per se stessa e senza la media- dedotta questione. cessi principali.
Giurisprudenza Corte di Cassazione penale – Ordinanza 16 gennaio 2006, n. 1414

munitario (parr. 68 e 69); e ha zione di leggi nazionali di attuazio- A conforto di questa tesi, peraltro,
concluso che “la prima direttiva sul ne, non possa determinare o aggra- militano le numerose sentenze di P.Q.M.
diritto societario non può essere in- vare una responsabilità penale nel- questa Corte, che, proprio in mate- la Corte di Cassazione, terza sezione
vocata in quanto tale dalle autorità la soggetta materia. Mentre nel ca- ria di rifiuti, hanno dichiarato la il- penale, visti gli articoli 134 Cost. e
di uno Stato membro nei confronti so della disciplina sui rifiuti, la di- legittimità costituzionale di varie 23 legge 11 marzo 1953 n. 87, sol-
di imputati nell’ambito di procedi- rettiva comunitaria è stata trasposta leggi regionali che avevano depe- leva d’ufficio questione di legitti-
menti penali, poiché una direttiva nell’ordinamento nazionale attra- nalizzato lo stoccaggio provvisorio mità costituzionale dell’articolo 14
non può avere come effetto, di per verso il Dlgs 22/1997, che ha previ- non espressamente autorizzato di del Dl 8 luglio 2002, convertito in
sé e indipendentemente da una leg- sto in aggiunta un sistema sanzio- rifiuti tossici e nocivi (n. 306/1992; legge 8 agosto 2002 n. 178 per vio-
ge interna di uno Stato membro a- natorio a presidio della disciplina n. 437/1992; n. 194/1993) o l’accu- lazione degli articoli 11 e 117 della
dottata per la sua attuazione, di de- stessa, sicché né la previsione della mulo temporaneo di rifiuti tossici e Costituzione, dichiarandola rile-
terminare o aggravare la responsa- responsabilità penale, né la sua li- nocivi (sentenza 213/1991), o che vante e non manifestamente infon-
bilità penale degli imputati” (par. mitazione derivano direttamente avevano escluso dagli impianti di data.
78 e dispositivo). dalla direttiva comunitaria, essen- smaltimento di rifiuti gli impianti Sospende il giudizio in corso e ordi-
Basti rilevare in proposito che, nel do, invece, state introdotte, la prima di depurazione per conto terzi di ri- na la immediata trasmissione degli
caso esaminato dalla corte europea, dall’articolo 51 del Dlgs 22/1997, e fiuti liquidi, così esonerando la loro atti alla Corte Costituzionale;
né gli originari articoli 2621 e 2622 la seconda dall’articolo 14 del Dl gestione dall’obbligo di autorizza- ordina che, a cura della cancelleria,
C.c., che prevedevano un tratta- 138/2002. Nella presente vicenda zione (sentenza 173/1998). la presente ordinanza sia notificata
mento sanzionatorio più severo, e processuale, quindi, non può farsi Qui la caducazione delle norme le- agli imputati e al loro difensore,
sotto la vigenza dei quali erano sta- ricorso al principio statuito nella gislative regionali per contrasto con nonché al Presidente del Consiglio
ti commessi i reati contestati, né i suddetta sentenza comunitaria del fonti normative gerarchicamente dei Ministri;
nuovi articoli 2621 e 2622 C.c., che 3 maggio 2005, proprio perché pre- superiori, costituzionali e comuni- dà altresì mandato alla cancelleria
hanno introdotto un trattamento supposto di questo principio è la tarie, è perfettamente sovrapponibi- di comunicare la presente ordinanza
penale più mite, costituiscono at- mancanza di norme nazionali at- le alla richiesta caducazione del- ai Presidenti della Camera dei depu-
tuazione di direttive comunitarie; tuative della direttiva comunitaria. l’articolo 14 Dl 138/2002; ed ha gli tati e del Senato della Repubblica.
sicché si comprende l’affermazione 9.5 Per tutte queste ragioni non stessi effetti sul trattamento penale Così deciso in Roma il 14 dicembre
secondo cui una direttiva comuni- sembra dubitabile la rilevanza della degli imputati nell’ambito dei pro- 2005.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

Premessa 6, lettera a) del Dlgs 22/1997 ha introdotto


Il presente intervento non vuole certamente es- nell’ordinamento nazionale, mutuandola di-
il commento sere una summa delle problematiche e delle rettamente dall’articolo 1, lettera a) della diret-
posizioni relative alle nozione di rifiuto, bensì tiva 75/442/Cee.
si propone più modestamente di esaminare Sul tema, dunque, la Cassazione recepisce inte-
La nozione di rifiuto l’articolata ordinanza 1414/2005 con la quale gralmente l’orientamento assunto dalla Corte
approda alla Consulta la Terza Sezione penale della Suprema Corte, di Giustizia Ce nella ben nota “sentenza Nisel-
all’udienza del 14 dicembre 2005, ha sollevato li” (1), osservando che “l’articolo 14 ha in-
d’ufficio la questione di legittimità costituzio- trodotto una doppia deroga alla definizione
di Leonardo Filippucci nale dell’articolo 14 del Dl 8 luglio 2002 n. 138 comunitaria di rifiuto, sia laddove ha iden-
Avvocato in Macerata (convertito in legge 8 agosto 2002, n. 178), re- tificato l’attività di ‘disfarsi’ della sostanza
cante interpretazione autentica della definizio- con quella di smaltimento o di recupero del-
ne di rifiuto di cui all’articolo 6, comma 1, let- la medesima (escludendo così l’attività di
tera a), del Dlgs 22/1997. abbandono), sia laddove ha escluso la vo-
Verranno pertanto presi in rassegna i due pre- lontà o l’obbligo di ‘disfarsi’ di residui di
supposti che devono ricorrere affinché una produzione o di consumo quando questi so-
questione di legittimità costituzionale possa es- no o possono essere riutilizzati tal quali sen-
sere sottoposta, in via incidentale, al sindacato za trattamenti recuperatori e senza pregiu-
della Consulta (vale a dire la non manifesta dizio per l’ambiente”.
infondatezza della questione e la sua rilevanza
per il giudizio a quo) e verranno quindi esa- Peraltro, nel fare propri gli approdi erme-
minate le possibili conseguenze dell’eventuale neutici della sentenza Niselli, la Suprema
declaratoria di incostituzionalità. Corte afferma molto chiaramente che, per
In chiusura, si valuterà in quali termini l’ecce- poter qualificare un residuo di produzione
zione di illegittimità costituzionale sollevata come “sottoprodotto” anziché come rifiuto,
dalla Suprema Corte possa essere riproposta è necessario non solo che il riutilizzo sia
anche nei confronti della “nuova” nozione di certo e senza trasformazioni preliminari,
rifiuto attualmente contemplata nella Parte ma che esso avvenga altresì nel medesimo
quarta del Dlgs 3 aprile 2006, n. 152 (decreto processo produttivo in cui è stato generato
recante “Norme in materia ambientale”). il residuo.

Il punto di partenza Osserva la Corte: “Che il ciclo produttivo deb-


Il punto fermo dal quale i giudici di legittimità ba essere il medesimo risulta chiaramente
traggono le mosse del proprio ragionamento è dal par. 52 della sentenza (NdA. “sentenza
che l’articolo 14 del Dl 138/2002, pur autoqua- Niselli”). Del resto, se il riutilizzo avvenisse
lificandosi come norma di interpretazione au- in un diverso ciclo produttivo vorrebbe dire
tentica, ha in realtà ristretto la portata della de- che il produttore ha inteso “disfarsi” del resi-
82 finizione normativa di “rifiuto” che l’articolo duo per commercializzarlo o comunque ce-
derlo ai terzi per la riutilizzazione” (2). Dl 138/2002, in base all’argomento che, in Siffatto esito interpretativo, per la verità, non

Giurisprudenza Corte di Cassazione penale – Ordinanza 16 gennaio 2006, n. 1414


La questione, per la verità, è meno pacifica di ossequio al principio della prevalenza del rappresenta una novità assoluta nel panorama
quanto affermi la Suprema Corte. diritto comunitario, sia originario, sia deri- della giurisprudenza di legittimità e di merito.
Occorre ricordare, infatti, che la stessa Corte di vato, il giudice nazionale deve comunque Le stesse argomentazioni contenute nell’ordi-
Giustizia Ce, con sentenza successiva alla sen- dare applicazione alle sentenze della Corte nanza in commento, infatti, erano già state
tenza Niselli (3) sulla quale la dottrina ha e- di Giustizia europea, che a più riprese han- svolte dalla Terza Sezione penale della Cas-
spresso giudizi discordanti (4), ha affermato no offerto una interpretazione della nozio- sazione nella sentenza 13 maggio 2005, n.
che “una sostanza può non essere conside- ne comunitaria di rifiuto contrastante con 17836 (imp. Maretti e altro). In quella occa-
rata un rifiuto ai sensi della direttiva quella risultante dall’articolo 14: in parti- sione, tuttavia, la Corte si era astenuta dal sol-
75/442 se viene utilizzata con certezza per colare devono dare attuazione alla citata levare la questione di legittimità costituzionale
il fabbisogno di operatori economici diversi sentenza Niselli, che espressamente ha sta- in quanto non rilevante nella fattispecie con-
da chi l’ha prodotta”, a patto che il riutilizzo tuito la incompatibilità comunitaria di creta sottoposta al suo esame.
sia certo, senza trasformazione e non risulti quest’ultima norma”. Inoltre, particolarmente significativi, in quan-
peggiorativo per l’ambiente. Anche tale argomento, tuttavia, ad avviso della to prodromici dell’orientamento assunto dai
Suprema Corte, non può essere accolto. giudici di legittimità, appaiono tre pronuncia-
La non manifesta infondatezza In via logicamente prioritaria, la Corte osserva menti della magistratura di merito in materia
della questione di legittimità che “la sentenza Niselli è stata emessa ai di rottami ferrosi (9). Trattasi nello specifico:
costituzionale sensi dell’articolo 234 (ex 177) del Trattato a) del decreto 13 gennaio 2005, con il quale la
Una volta affermato che la norma interna di Ce e quindi si è limitata a interpretare la Procura della Repubblica presso il Tribunale di
interpretazione autentica è incompatibile con norma del diritto comunitario che definisce Asti, nella persona del Dott. V. Paone, ha avan-
la definizione comunitaria di rifiuto, la Su- la nozione di rifiuto; mentre solo proceden- zato richiesta di archiviazione previa rimessio-
prema Corte passa al vaglio i vari orientamenti do ex articolo 226 (ex 169), in esito alla ne degli atti alla Corte Costituzionale affinché
giurisprudenziali che si sono formati in ordine procedura di infrazione attivata dalla Com- si pronunciasse sulla questione di legittimità
alle conseguenze di tale incompatibilità. missione, avrebbe potuto direttamente inter- costituzionale in primo luogo dell’articolo 1,
Infatti, secondo una prima tesi (5), benché la pretare la norma nazionale denunciata co- commi da 25 a 29, legge 15 dicembre 2004, n.
direttiva 75/442/Cee non esplichi effetti diretti me lesiva degli obblighi comunitari” (7). 308 e in secondo luogo dell’articolo 14 legge
negli ordinamenti degli Stati membri, ciono- Preso atto che la sentenza Niselli ha natura in- 178/2002 per contrasto con gli articoli 11 e
nostante la nozione di rifiuto in essa contenuta terpretativa della direttiva 75/442/Cee e non 117 Cost.;
risulterebbe comunque direttamente applicabi- dichiarativa dell’obbligo dello Stato italiano di b) dell’ordinanza 2 febbraio 2005, con la qua-
le in quanto richiamata da una norma comu- dare tempestiva e corretta attuazione a tale le il Tribunale Penale Monocratico di Terni,

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


nitaria self-executing, vale a dire il regola- norma comunitaria, la Corte afferma (o me- nella persona del Dott. Maurizio Santoloci, ha
mento Cee 259/93 del Consiglio del 1° feb- glio riafferma) il principio di diritto secondo dichiarato rilevante e non manifestamente
braio 1993 relativo alla sorveglianza e al con- cui “la pronuncia della Corte di Giustizia infondata per violazione degli articoli 11 e 117
trollo delle spedizioni di rifiuti all’interno della che precisa o integra il significato di una Cost. la questione di legittimità costituzionale
Comunità europea, nonché in entrata e in u- norma comunitaria ha la stessa efficacia di della legge delega per l’ambiente 308/2004, in
scita dal suo territorio. Da ciò conseguirebbe quest’ultima, sicché la pronuncia è diretta- relazione all’articolo 1, commi 25, 26, 27, 28 e
che il contrasto tra la norma interna e la diret- mente ed immediatamente efficace nell’or- 29, nella parte in cui prevede che i rottami fer-
tiva 75/442/Cee dovrebbe risolversi nella disap- dinamento nazionale se e in quanto lo sia rosi siano esclusi dalla normativa sui rifiuti;
plicazione della prima. anche la norma interpretata”. c) dell’ordinanza 14 marzo 2005 n. 248, con
L’ordinanza in esame liquida siffatta argo- Pertanto, la sentenza Niselli, se da un lato “of- la quale il Tribunale del Riesame di Venezia ha
mentazione come “singolare”, ritenendo che fre al giudice italiano elementi ermeneutici dichiarato rilevante e non manifestamente
la nozione regolamentare di rifiuto, seppur precisi per ritenere tale norma indiscutibil- infondata la questione di legittimità costituzio-
mutuata da quella contenuta nella direttiva mente incompatibile col diritto comunita- nale dell’articolo 14 del convertito decreto-leg-
75/442/Cee, trovi diretta applicazione solo per rio”, dall’altro ha valenza meramente inter- ge 8 luglio 2002 n. 138 e dell’articolo 1 commi
le attività disciplinate dal medesimo regola- pretativa e non può valere ad attribuire effica- 25, 26, 27, 28 e 29 della legge 15 dicembre
mento Cee n. 259/93, ossia alle spedizioni di cia diretta alla direttiva 75/442/Cee. 2004 n. 308, nella parte in cui prevedono che i
rifiuti e non anche alle altre attività di gestione Infine, la Corte ricorda che, secondo un pro- rottami ferrosi siano esclusi dalla disciplina
elencate nell’articolo 6, lettera g) del Dlgs prio recente pronunciamento (8), il giudice i- normativa concernente la gestione dei rifiuti,
22/1997 (raccolta, trasporto, recupero, smalti- taliano ha l’obbligo di interpretare l’articolo per violazione degli articoli 11 e 117 primo
mento). 14 del Dl 138/2002 in termini tali che esso non comma Costituzione.
Osservano, inoltre, i giudici di legittimità che risulti in contrasto con la normativa comuni-
l’attribuzione alla nozione di rifiuto contenuta taria; salvo poi rilevare come la fattispecie og- Alcune considerazioni
nella direttiva 75/442/Cee della stessa efficacia getto del giudizio a quo non sia suscettibile di Riassunte le ragioni per quali la Suprema
di quella contenuta nel regolamento Cee n. interpretazione adeguatrice. Corte ritiene non manifestamente infondata la
259/93 non è mai stata utilizzata né dalla Cor- questione di legittimità costituzionale dell’arti-
te di Giustizia Ce (nelle pur innumerevoli oc- La conseguenza ultima del percorso argo- colo 14 del Dl 138/2002, prima di esaminare la
casioni in cui essa è stata chiamata a pronun- mentativo seguito dalla Corte è che la nor- seconda parte dell’ordinanza in commento
ciarsi in via pregiudiziale sulla nozione comu- ma nazionale di interpretazione autentica, (quella relativa alla rilevanza della questione
nitaria di rifiuto), né dalla Commissione euro- seppur incompatibile con la direttiva 75/ nel giudizio a quo) è utile chiedersi se l’anti-
pea (che, dopo l’approvazione dell’articolo 14, 442/Cee (così come interpretata dalla sen- nomia esistente tra la norma nazionale di in-
Dl 138/2002, ha avviato nei confronti dell’Ita- tenza Niselli) è vincolante per il giudice ita- terpretazione autentica e la definizione di ri-
lia una procedura di infrazione ex articolo 226 liano, sicché “l’unico rimedio possibile fiuto contenuta nella direttiva 75/442/Cee do-
del Trattato Ce). per rimediare al vulnus perpetrato da vesse necessariamente condurre ad un giudizio
La seconda tesi giurisprudenziale che la una legge nazionale contro una direttiva di legittimità costituzionale per violazione de-
Suprema Corte passa in rassegna è quella che, comunitaria non direttamente applica- gli articoli 11 e 117 Cost. oppure potesse risol-
pur riconoscendo carattere non autoapplicati- bile è, quindi, il ricorso al giudice delle versi, in forza del principio della preminenza
vo alla direttiva 75/442/Cee (6), “giunge u- leggi”, per violazione degli articoli 11 e del diritto comunitario, mediante disapplica-
gualmente a non applicare l’articolo 14 del 117 della Costituzione. zione del citato articolo 14 da parte delle auto- 83
rità (giurisdizionali e amministrative) nazio- diritto invocato nei confronti dello Stato italia- fetto di depenalizzarlo attraverso l’abroga-
Giurisprudenza Corte di Cassazione penale – Ordinanza 16 gennaio 2006, n. 1414

nali. no e, conseguentemente, disapplicare il citato zione parziale dell’articolo 6 Dlgs 22/1997,


A tal riguardo va osservato che il principio di articolo 14 (15). non potrebbe essere applicata proprio in
preminenza del diritto comunitario è stato ela- In tutte le altre ben più numerose fattispecie, quanto resa inefficace dalla pronuncia di
borato dalla Corte di Giustizia Ce (10) e suc- invece, il giudice nazionale che si trovi a deci- illegittimità costituzionale: in altri termini,
cessivamente accolto dalla Corte Costituziona- dere una controversia in cui debba fare appli- la retroattività della norma parzialmente
le italiana (11) al fine di garantire che le fonti cazione dell’articolo 14 Dl 138/2002, non po- depenalizzatrice non potrebbe operare per
del diritto comunitario contenenti una disci- trà che sollevare la questione di legittimità co- la caducazione della norma stessa dall’or-
plina compiuta e dotate di efficacia diretta (in stituzionale dinanzi alla Consulta, così come dinamento” (17).
primis i regolamenti) ricevano immediata ed ha fatto la Suprema Corte. In secondo luogo, la Cassazione osserva, come,
uniforme applicazione in tutto il territorio del- anche per i fatti concomitanti, vale a dire per i
la Comunità europea. La rilevanza della questione fatti commessi sotto il vigore del Dl 138/2002,
È noto, peraltro, che la direttiva, a norma del- nel giudizio a quo e le conseguenze la rimessione degli atti alla Corte Costituziona-
l’articolo 249, comma 3 del Trattato Ce, “vin- dell’eventuale declaratoria le non sarebbe comunque irrilevante, essendo
cola lo Stato membro cui è rivolta per di illegittimità costituzionale sempre valido l’insegnamento impartito dalla
quanto riguarda il risultato da raggiunge- Passiamo ora ad esaminare il secondo presup- stessa Corte Costituzionale nella sentenza 3
re, salva restando la competenza degli or- posto del sindacato di costituzionalità, vale a giugno 1983, n. 148 (18).
gani nazionali in merito alla forma e ai dire la rilevanza della questione nel giudizio a
mezzi”. La direttiva, in altri termini, è un atto quo. A tacere delle altre condivisibili argomentazio-
comunitario indirizzato agli Stati membri e Nel caso di specie sottoposto all’esame dei giu- ni addotte dalla Suprema Corte a conferma del
dev’essere da essi recepito mediante un atto dici di legittimità, i due imputati, titolari ri- presupposto della rilevanza della questione per
dell’ordinamento nazionale; in mancanza di spettivamente di un caseificio e di un’azienda il giudizio a quo, occorre sottolineare come la
tale atto interno di attuazione, la direttiva non zootecnica, erano stati condannati dal giudice diversità di argomenti utilizzata dalla Corte
ha efficacia diretta. Fa eccezione, per elabora- di merito per aver smaltito e trasportato, in per i fatti pregressi e per i fatti concomitanti sia
zione della giurisprudenza comunitaria (12), tempi diversi, rifiuti speciali non pericolosi indicativa della diversità degli effetti che un’e-
il caso in cui le disposizioni contenute in una senza la prescritta autorizzazione (articolo 51, ventuale caducazione dell’articolo 14 del Dl
direttiva siano, sotto il profilo sostanziale, in- comma 1, Dlgs 22/1997); in particolare, era ri- 138/2002 avrebbe sulle fattispecie di reato po-
condizionate e sufficientemente precise; in sultato che il caseificio avesse più volte vendu- tenzialmente interessate dall’applicazione di
questo caso, tali disposizioni possono essere to il siero di latte derivante dalla propria atti- tale disposizione.
senz’altro invocate dai cittadini nei confronti vità produttiva all’azienda zootecnica, la quale Invero, mentre per i fatti commessi anterior-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

dello Stato che abbia omesso, in tutto o in par- poi lo destinava ad alimento per le bufale. mente all’entrata in vigore del Dl 138/2002, il
te, di dare attuazione alla direttiva o che abbia La Corte pertanto osserva anzitutto che l’appli- reo non potrebbe legittimamente invocare gli
normato in difformità di essa. cazione, nella specifica fattispecie, dell’articolo effetti (diretti o indiretti) di una norma entrata
14 del Dl 138/2002 porterebbe ad escludere in vigore successivamente al fatto e poi cadu-
Pertanto, all’infuori delle ipotesi ecceziona- dalla nozione di rifiuto il siero di latte riutiliz- cata ex tunc, rispetto ai fatti concomitanti il
li di immediata applicabilità delle direttive zato senza trattamenti preventivi in un altro giudice penale, qualora ritenesse che il reo ab-
dettagliate nei rapporti verticali cittadino- ciclo produttivo, per cui “la sentenza impu- bia fatto incolpevole affidamento sul tenore
Stato, in presenza di una norma interna gnata dovrebbe essere annullata senza rin- letterale dell’articolo 14, Dl 138/2002, ben po-
che attui una direttiva in maniera parziale o vio perché il fatto non è più previsto dalla trebbe giudicare inevitabile l’ignorantia legis
addirittura difforme da quanto previsto nel- legge come reato” (16). e, conseguentemente, emettere sentenza di as-
la direttiva medesima, si pone il problema Fatta questa osservazione, l’ordinanza affronta soluzione in applicazione dell’articolo 5 C.p.
di individuare lo strumento giuridico atto a l’annoso problema della sindacabilità, da par- così come modificato dalla Corte Costituziona-
risolvere tale antinomia. te della Corte Costituzionale, della disposizione le con sentenza 364/1988.
che modifica una norma penale in senso più La stessa Suprema Corte conferma tale conclu-
Nell’ordinamento comunitario, questo stru- favorevole al reo. Secondo una risalente impo- sione laddove afferma che “se (...) la norma
mento è rappresentato dalla procedura di in- stazione, infatti, la caduzione ex tunc di una fosse dichiarata costituzionalmente illegitti-
frazione regolamentata dall’articolo 226 del norma più favorevole al reo non potrebbe co- ma e quindi inapplicabile al caso di specie,
Trattato Ce (13). munque portare ad un’applicazione retroattiva al giudice a quo si aprirebbe la duplice pos-
Nell’ordinamento nazionale, invece, qualora della norma meno favorevole, sicché il sinda- sibilità di rigettare il ricorso, con la confer-
la direttiva sia recepita mediante legge o atto cato di costituzionalità da parte del giudice ma della condanna degli imputati, o di an-
avente forza di legge, lo strumento di “corre- delle leggi risulterebbe intrinsecamente irrile- nullare senza rinvio la sentenza impugna-
zione” non può che essere individuato nel sin- vante ai fini del giudizio a quo. ta per difetto dell’elemento soggettivo della
dacato di legittimità costituzionale, essendo Per confutare tale impostazione, la Suprema contravvenzione contestata, avendo gli im-
l’atto interno contrario al dovere costituzionale Corte ricorre ad un duplice argomento. putati fatto affidamento incolpevole sulla
(14) dello Stato italiano di dare corretta e In primo luogo, la Corte osserva che, per i fatti portata normativa di una disposizione
tempestiva attuazione agli obblighi derivanti a pregressi, vale a dire per i fatti commessi ante- (l’articolo 14) successivamente caducata
suo carico dall’ordinamento comunitario. riormente all’entrata in vigore del Dl 138/2002 dall’ordinamento”.
Applicando queste considerazioni alla nozione (tale è la fattispecie oggetto del giudizio a Del resto, anche la Corte di Giustizia Ce ha a-
di rifiuto, si ha che, nelle ipotesi (per la verità quo), l’eventuale declaratoria di illegittimità vuto modo di chiarire, in più occasioni, che
scolastiche) in cui un singolo o un’associazio- costituzionale “a) non violerebbe il principio l’incompatibilità di una norma interna di fa-
ne lamenti nei confronti di una Pubblica am- di irretroattività di cui al secondo comma vore con una direttiva non può comunque por-
ministrazione la mancata applicazione della dell’articolo 25 Cost., posto che la norma tare ad una applicazione della stessa direttiva
normativa sulla gestione dei rifiuti in conse- dell’articolo 51 era entrata in vigore prima in danno del reo, dal momento che “una di-
guenza della restrizione della nozione di rifiu- del fatto contestato; b) non violerebbe nep- rettiva non può avere come effetto, di per sé
to operata dall’articolo 14, Dl 138/2002, il giu- pure il principio di retroattività dell’abolitio e indipendentemente da una legge interna
dice adito, constatato che la nozione di rifiuto criminis di cui al secondo comma dell’arti- di uno Stato membro adottata per la sua
è delineata dalla direttiva 75/442/Cee in modo colo 2 C.p., giacché la norma dell’articolo attuazione, di determinare o aggravare la
84 sufficientemente preciso, dovrà riconoscere il 14, entrata in vigore dopo il fatto, con l’ef- responsabilità penale di coloro che agiscono
in violazione delle dette disposizioni” (19). pretativo della Corte di Giustizia Ce e, nel caso Granit e Vehmassalon kansanterveystyön kun-

Giurisprudenza Corte di Cassazione penale – Ordinanza 16 gennaio 2006, n. 1414


in cui questa confermi l’orientamento succin- tayhtymän hallitus, Racc. pag. I 3533, punti 34-
Pertanto, per quanto incompatibile con la tamente enunciato nella sentenza Niselli, di 36).
88. La Corte ha così giudicato che detriti o sabbia
normativa comunitaria e conseguentemen- una successiva pronuncia della Corte Costitu-
di scarto da operazioni di arricchimento di mine-
te incostituzionale, la sedicente norma na- zionale. rale provenienti dallo sfruttamento di una minie-
zionale di interpretazione autentica ha co- ra sfuggono alla qualifica di rifiuti ai sensi della
munque avuto un risvolto pratico tutt’altro direttiva 75/442 quando il detentore li utilizzi le-
che secondario, e cioè quello di escludere (1) Corte di Giustizia Ce, Sezione II, sentenza 11 galmente per il necessario riempimento delle galle-
la punibilità di quanti, facendo legittimo af- novembre 2004 (C-457/02), in questa Rivista n. rie della detta miniera e fornisca garanzie suffi-
113 (12/04). cienti sull’identificazione e sull’utilizzazione effet-
fidamento su tale norma o su atti ammini-
(2) Al paragrafo 52 della sentenza Niselli, la Corte tiva di queste sostanze (v., in questo senso, senten-
strativi che tale norma hanno applicato, di Giustizia Ce afferma:
hanno posto in essere condotte che non sa- za 11 settembre 2003, causa C 114/01, AvestaPo-
“In proposito, materiali come quelli oggetto del larit Chrome, Racc. pag. I 8725, punto 43). La
rebbero state lecite o legittime nell’ipotesi procedimento principale non sono riutilizzati in Corte ha anche dichiarato che non costituisce un
in cui la direttiva 75/442/Cee fosse stata maniera certa e senza previa trasformazione nel rifiuto ai sensi della detta direttiva il coke da petro-
correttamente recepita. Ben venga dunque corso di un medesimo processo di produzione o di lio prodotto volontariamente, o risultante dalla
un dictum della Corte Costituzionale che utilizzazione, ma sono sostanze o materiali di cui produzione simultanea di altre sostanze combusti-
dichiari, con efficacia erga omnes, la con- i detentori si sono disfatti. Stando alle spiegazioni bili petrolifere, in una raffineria di petrolio ed uti-
trarietà dell’articolo 14 alla direttiva 75/ del sig. Niselli, i materiali in discussione sono stati lizzato con certezza come combustibile per il fab-
successivamente sottoposti a cernita ed eventual- bisogno di energia della raffineria e di altre indu-
442/Cee. mente a taluni trattamenti, e costituiscono una strie (ordinanza 15 gennaio 2004, causa C 235/
materia prima secondaria destinata alla siderur- 02, Saetti e Frediani, Racc. pag. I 1005, punto 47).
Laddove si fosse fatto luogo ad un sindacato gia. In un tale contesto essi devono tuttavia conser- 89. Come afferma giustamente il governo del
diffuso mediante disapplicazione caso per caso vare la qualifica di rifiuti finché non siano effetti- Regno Unito nella sua memoria di intervento, gli
dell’articolo 14, si sarebbe continuato ad assi- vamente riciclati in prodotti siderurgici, finché cioè effluenti di allevamento possono, alle medesime
stere ad uno stillicidio di sentenze che, pur ri- non costituiscano i prodotti finiti del processo di condizioni, sfuggire alla qualifica di rifiuti, se ven-
conoscendo l’incompatibilità della norma na- trasformazione cui sono destinati. Nelle fasi prece- gono utilizzati come fertilizzanti dei terreni nel-
zionale di interpretazione autentica con l’ordi- denti, essi non possono ancora, infatti, essere con- l’ambito di una pratica legale di spargimento su
siderati riciclati, poiché il detto processo di trasfor- terreni ben individuati e se lo stoccaggio del quale
namento comunitario, si sarebbero concluse
mazione non è terminato. Viceversa, fatto salvo il sono oggetto è limitato alle esigenze di queste ope-
con l’assoluzione degli imputati per mancanza caso in cui i prodotti ottenuti siano a loro volta ab-
dell’elemento soggettivo ex articolo 5 C.p. razioni di spargimento.
bandonati, il momento in cui i materiali in que- 90. Contrariamente a quanto sostenuto dalla
(20).

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


stione perdono la qualifica di rifiuto non può esse- Commissione, non occorre limitare quest’analisi
re fissato ad uno stadio industriale o commerciale agli effluenti d’allevamento utilizzati come fertiliz-
La questione di legittimità successivo alla loro trasformazione in prodotti si- zanti sui terreni che appartengono allo stesso stabi-
costituzionale alla luce del nuovo derurgici poiché, a partire da tale momento, essi limento agricolo che li ha prodotti. Infatti, come la
“Testo unico” non possono più essere distinti da altri prodotti si- Corte ha già giudicato, una sostanza può non esse-
Come preannunciato in apertura, è opportuno derurgici scaturiti da materie prime primarie (v., re considerata un rifiuto ai sensi della direttiva
per il caso particolare dei rifiuti di imballaggio ri- 75/442 se viene utilizzata con certezza per il fab-
gettare uno sguardo al futuro e chiedersi se la ciclati, sentenza 19 giugno 2003, causa C-444/00,
questione di legittimità costituzionale sollevata bisogno di operatori economici diversi da chi l’ha
Mayer Parry Recycling, Racc. pag. I-6163, punti prodotta (v., in questo senso, ordinanza Saetti e
dalla Suprema Corte nell’ordinanza in com- 61-75)”. Frediani, cit., punto 47)”.
mento possa essere riproposta anche nei con- (3) Corte di Giustizia Ce, Sezione III, sentenza 8 (4) In senso apertamente critico si è espresso G.
fronti della nozione di rifiuto attualmente pre- settembre 2005 (C-416/02), in questa Rivista n. Amendola, “Liquami, rifiuti e sottoprodotti: la
vista dal Dlgs 152/2006. 123 (11/05). Corte europea di ripensa?”, in www.dirittoambien-
Nell’ambito del nuovo “Testo Unico”, la nozio- Ai paragrafi 86-90 della sentenza si legge: te.com. Al contrario, secondo P. Giampietro, I nuo-
ne di rifiuto scaturisce dalla lettura sistematica “86. A tale riguardo occorre ricordare che l’ambito vi criteri di individuazione del “sottoprodotto” se-
e coordinata di una pluralità di disposizioni. di applicazione della nozione di “rifiuto”, ai sensi condo il Giudice comunitario, in www.ambiente-
della direttiva 75/442, dipende dal significato del diritto.it, l’apertura giurisprudenziale compiuta
In particolare, oltre all’articolo 183, comma 1, termine “disfarsi”, di cui all’articolo 1, lettera a),
lettera a) (che riproduce la stessa definizione dalla Corte di Giustizia Ce con la sentenza 08/
primo comma, della detta direttiva (v. sentenza 18 09/2005 comporterebbe la rimozione di un grave
normativa di rifiuto già prevista dall’articolo 6, dicembre 1997, causa C 129/96, Inter Environne- limite alla definizione di “sottoprodotto” costituito
comma 1, lettera a) del Dlgs 22/1997 e quindi ment Wallonie, Racc. pag. I 7411, punto 26). dall’imporre un utilizzo diretto del residuo pro-
quella contenuta nell’articolo 1, lettera a) del- 87. In determinate situazioni, un bene, un mate- duttivo (o di consumo) “nel corso del processo di
la direttiva 75/442/Cee), vanno considerate riale o una materia prima che deriva da un pro- produzione” da cui proveniva e, conseguentemen-
anche le definizioni di “sottoprodotto” di cui cesso di estrazione o di fabbricazione che non è te, solo all’interno dell’impresa d’origine.
all’articolo 183, comma 1, lettera n) e di “ma- principalmente destinato a produrlo può costituire (5) La Corte riconduce a tale orientamento tre
non tanto un residuo, quanto un sottoprodotto, propri precedenti e, in particolare: Cassazione pe-
teria prima secondaria” di cui all’articolo 183, del quale l’impresa non cerca di “disfarsi” ai sensi
comma 1, lettere q) ed u) letto in combinato nale, Sezione III, sentenza 17 gennaio 2003, n.
dell’articolo 1, lettera a), primo comma, della di- 2125, Ferretti; Cassazione penale, Sezione III, sen-
disposto con l’articolo 181, commi 12 e 13. rettiva 75/442, ma che essa intende sfruttare o tenza 9 aprile 2002, n. 14762, Amadori; Cass.
Rinviando ad altri commenti una puntuale a- commercializzare a condizioni ad essa favorevoli, pen., Sez. III, sentenza 15 aprile 2003, n. 17656,
nalisi di tali disposizioni, ci si limita ad osser- in un processo successivo, senza operare trasfor- Gonzales.
vare come la nozione di rifiuto contenuta nel mazioni preliminari. Non vi è, in tal caso, alcuna (6) Tra le sentenze che ritengono comunque appli-
nuovo “Testo unico” lasci aperta la cruciale giustificazione per assoggettare alle disposizioni cabile, da parte del giudice nazionale, l’articolo
questione, cui sopra si è accennato, se un resi- della detta direttiva, che sono destinate a prevedere 14 del Dl 138/2002, la Corte richiama i seguenti
duo di produzione possa essere qualificato co- lo smaltimento o il recupero dei rifiuti, beni, mate- arresti: Cassazione penale, Sezione III, sentenza 29
riali o materie prime che, dal punto di vista econo- gennaio 2003, n. 4052, Passerotti; Cassazione pe-
me sottoprodotto (e non come rifiuto) nell’i- mico, hanno valore di prodotti, indipendentemen-
potesi in cui sia riutilizzato tal quale, con cer- nale, Sezione III, sentenza 29 gennaio 2003, n.
te da qualsiasi trasformazione, e che, in quanto 4051, Ronco Cassazione penale, Sezione III, sen-
tezza e senza pregiudizio per l’ambiente in un tali, sono soggetti alla normativa applicabile a tali tenza 26 febbraio 2003, 9057, Costa; Cassazione
ciclo produttivo diverso da quello in cui ha a- prodotti, a condizione che tale riutilizzo non sia penale, Sezione III, sentenza 24 marzo 2003, n.
vuto origine. solo eventuale, ma certo, senza trasformazione 13114, Mortellaro; Cassazione penale, Sezione III,
Per risolvere tale questione ci sarà probabil- preliminare, e nel corso del processo di produzione sentenza 31 luglio 2003, n. 32235, Agogliati e al-
mente bisogno di un ulteriore intervento inter- (v. sentenza 18 aprile 2002, causa C 9/00, Palin tri; Cassazione penale, Sezione III, sentenza 19 ot- 85
tobre 2003, n. 38567, De Fronzo. di una disposizione di diritto comunitario in caso stino alla piena efficacia delle norme comunitarie.
Giurisprudenza Corte di Cassazione penale – Ordinanza 16 gennaio 2006, n. 1414

(7) Vale la pena di ricordare che, a norma del- d’incompatibilità con una disposizione successiva 23. Ciò si verificherebbe qualora, in caso di conflit-
l’articolo 226 del Trattato Ce, la Commissione, facente parte della legislazione d’uno stato mem- to tra una disposizione di diritto comunitario ed
quando reputi che uno Stato membro abbia man- bro. una legge nazionale posteriore, la soluzione fosse
cato a uno degli obblighi a lui incombenti in virtù 14. Considerata sotto questo profilo, l’applicabilità riservata ad un organo diverso dal giudice cui è
del Trattato, emette un parere motivato al riguar- diretta va intesa nel senso che le norme di diritto affidato il compito di garantire l’applicazione del
do, dopo aver posto lo Stato in condizioni di pre- comunitario devono esplicare la pienezza dei loro diritto comunitario, è dotato di un autonomo po-
sentare le sue osservazioni; qualora lo Stato in effetti, in maniera uniforme in tutti gli Stati mem- tere di valutazione, anche se l’ostacolo in tal modo
causa non si conformi a tale parere nel termine bri, a partire dalla loro entrata in vigore e per tut- frapposto alla piena efficacia di tale diritto fosse
fissato dalla Commissione, questa può adire la ta la durata della loro validità. soltanto temporaneo.
Corte di Giustizia. 15. Dette norme sono quindi fonte immediata di 24. La prima questione va perciò risolta nel senso
La sentenza con la quale la Corte di Giustizia rico- diritti e di obblighi per tutti coloro ch’esse riguar- che il giudice nazionale, incaricato di applicare,
nosce che uno Stato membro ha mancato ad uno dano, siano questi gli Stati membri ovvero i singo- nell’ambito della propria competenza, le disposizio-
degli obblighi ad esso incombenti in virtù del li, soggetti di rapporti giuridici disciplinati dal di- ni di diritto comunitario, ha l’obbligo di garantire
Trattato, comporta, ai sensi dell’articolo 228 del ritto comunitario. la piena efficacia di tali norme, disapplicando
Trattato, l’obbligo per lo stesso Stato di prendere i 16. Questo effetto riguarda anche tutti i giudici all’occorrenza, di propria iniziativa, qualsiasi di-
provvedimenti che l’esecuzione della sentenza che, aditi nell’ambito della loro competenza, han- sposizione contrastante della legislazione naziona-
comporta. Tale obbligo sussiste per tutti i poteri del- no il compito, in quanto organi di uno Stato le, anche posteriore, senza doverne chiedere o atten-
lo Stato membro interessato, per cui anche gli or- membro, di tutelare i diritti attribuiti ai singoli dere la previa rimozione in via legislativa o me-
gani giurisdizionali, qualora si trovassero ad ap- dal diritto comunitario. diante qualsiasi altro procedimento costituzionale”.
plicare una norma interna giudicata incompati- 17. Inoltre , in forza del principio della preminen- (11) La Corte Costituzionale, correggendo gli o-
bile con l’ordinamento comunitario all’esito di za del diritto comunitario, le disposizioni del trat- rientamenti assunti nelle precedenti sentenze n.
una procedura d’infrazione promossa dalla Com- tato e gli atti delle istituzioni, qualora siano diret- 14/1964 e n. 183/1973, ha infine “sposato” la tesi
missione, dovrebbero disapplicare tale norma in- tamente applicabili, hanno l’effetto, nei loro rap- della preminenza del diritto comunitario a partire
terna e riconoscere i diritti che derivano dall’appli- porti col diritto interno degli Stati membri, non so- dalla sentenza 8 giugno 1984, n. 170, Granital c.
cazione della norma comunitaria (cfr. CGCe sent. lo di rendere ipso jure inapplicabile, per il fatto Ministero delle Finanze.
14 dicembre 1982, cause 314-316/81 e 83/82, stesso della loro entrata in vigore, qualsiasi disposi- Significativo è il seguente passaggio della sentenza
Waterkeyn). zione contrastante della legislazione nazionale Granital:
A norma dell’articolo 234 del Trattato Ce, invece, preesistente, ma anche – in quanto dette disposi- “4. – Vi è un punto fermo nella costruzione giuri-
la Corte di Giustizia è competente a pronunciarsi, zioni e detti atti fanno parte integrante, con rango sprudenziale dei rapporti fra diritto comunitario e
in via pregiudiziale: superiore rispetto alle norme interne, dell’ordina- diritto interno: i due sistemi sono configurati come
a) sull’interpretazione del Trattato; mento giuridico vigente nel territorio dei singoli autonomi e distinti, ancorché coordinati, secondo
b) sulla validità e l’interpretazione degli atti com- Stati membri – di impedire la valida formazione la ripartizione di competenza stabilita e garantita
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

piuti dalle istituzioni della Comunità e della BCE; di nuovi atti legislativi nazionali, nella misura in dal Trattato. “Esigenze fondamentali di egua-
c) sull’interpretazione degli statuti degli organismi cui questi fossero incompatibili con norme comu- glianza e certezza giuridica postulano che le nor-
creati con atto del Consiglio, quando sia previsto nitarie. me comunitarie – non qualificabili come fonte di
dagli statuti stessi. 18. Il riconoscere una qualsiasi efficacia giuridica diritto internazionale, né di diritto straniero, né di
Pertanto, in caso di rinvio pregiudiziale per inter- ad atti legislativi nazionali che invadano la sfera diritto interno – debbano avere piena efficacia ob-
pretazione di una norma comunitaria, la Corte di nella quale si esplica il potere legislativo della bligatoria e diretta applicazione in tutti gli Stati
Giustizia non è chiamata ad accertare l’incompa- Comunità, o altrimenti incompatibili col diritto membri, senza la necessità di leggi di ricezione e
tibilità di una norma interna con l’ordinamento comunitario, equivarrebbe infatti a negare, sotto adattamento, come atti aventi forza e valore di
comunitario, bensì è chiamata ad esprimere questo aspetto, il carattere reale d’impegni incon- legge in ogni Paese della Comunità, sì da entrare
un’interpretazione della norma comunitaria che è dizionatamente ed irrevocabilmente assunti, in ovunque contemporaneamente in vigore e conse-
vincolante per il giudice nazionale. forza del trattato, dagli Stati membri, mettendo guire applicazione eguale ed uniforme nei con-
Qualora poi l’interpretazione fornita in via pregiu- cosi in pericolo le basi stesse della Comunità. fronti di tutti i destinatari”. Così la Corte ha statui-
diziale dalla Corte di Giustizia sia tale che una di- 19. La stessa concezione si desume dalla ratio to nella sentenza n. 183 del 1973. In detta decisio-
sposizione interna risulti incompatibile con l’ordi- dell’articolo 177 del trattato, secondo cui qualsiasi ne è per la prima volta affermata la prevalenza
namento comunitario, spetterà al giudice nazio- giudice nazionale ha la facoltà di rivolgersi alla del regolamento comunitario nei confronti della
nale utilizzare gli strumenti giuridici idonei a ri- Corte, ogniqualvolta reputi necessaria, per emana- legge nazionale. Questo criterio va considerato nel
solvere l’antinomia (come si dirà, tali strumenti re la propria sentenza, una pronunzia pregiudi- contesto della pronunzia in cui è formulato, e
sono, a seconda dei casi, la disapplicazione della ziale su questioni d’interpretazione o di validità quindi inteso in intima e necessaria connessione
norma interna o la rimessione degli atti alla Corte relative al diritto comunitario. con il principio secondo cui i due ordinamenti so-
Costituzionale). 20. L’effetto utile di tale disposizione verrebbe ri- no distinti e al tempo stesso coordinati. Invero,
(8) Trattasi di Cassazione penale, Sezione III, sen- dotto, se il giudice non potesse applicare, immedia- l’accoglimento di tale principio, come si è costante-
tenza 1° giugno 2005, n. 20499, Colli. tamente, il diritto comunitario in modo conforme mente delineato nella giurisprudenza della Corte,
Nello stesso senso Cassazione penale, Sezione III, ad una pronunzia o alla giurisprudenza della presuppone che la fonte comunitaria appartenga
sentenza 29 dicembre 2005 n. 47269, Zuffellato, Corte. ad altro ordinamento, diverso da quello statale. Le
nella quale si afferma: “appare evidente che di tale 21. Dal complesso delle precedenti considerazioni norme da essa derivanti vengono, in forza dell’ar-
decisione [sentenza Niselli] si debba senz’altro te- risulta che qualsiasi giudice nazionale, adito ticolo 11 Cost., a ricevere diretta applicazione nel
nere conto in chiave interpretativa come più volte nell’ambito della sua competenza, ha l’obbligo di territorio italiano, ma rimangono estranee al siste-
affermato da questa Corte (ex multis, Sez. 3, Sen- applicare integralmente il diritto comunitario e di ma delle fonti interne: e se così è, esse non possono,
tenza n. 17656 del 15 gennaio 2003 Rv 224716) tutelare i diritti che questo attribuisce ai singoli, di- a rigor di logica, essere valutate secondo gli schemi
con motivazioni che si devono intendere in questa sapplicando le disposizioni eventualmente contra- predisposti per la soluzione dei conflitti tra le nor-
sede richiamate”. stanti della legge interna, sia anteriore sia succes- me del nostro ordinamento. In questo senso va
(9) Tutti e tre i citati provvedimenti sono consulta- siva alla norma comunitaria. quindi spiegata l’affermazione, fatta nella senten-
bili nel sito internet www.lexambiente.com. 22. È quindi incompatibile con le esigenze inerenti za n. 232/75, che la norma interna non cede, di
(10) Il principio della preminenza del diritto co- alla natura stessa del diritto comunitario qualsiasi fronte a quella comunitaria, sulla base del rispetti-
munitario, sancito per la prima volta dalla Corte disposizione facente parte dell’ordinamento giuri- vo grado di resistenza. I principi stabiliti dalla
di Giustizia Ce nella storica sentenza 15 luglio dico di uno Stato membro o qualsiasi prassi, legi- Corte in relazione al diritto – nel caso in esame, al
1964, C-6/64, Costa c. Enel, è stato successivamen- slativa, amministrativa o giudiziaria, la quale regolamento – comunitario, traggono significato,
te consacrato nell’altrettanto storica sentenza 9 porti ad una riduzione della concreta efficacia del invece, precisamente da ciò: che l’ordinamento
marzo 1978, C-106/77, Amministrazione delle diritto comunitario per il fatto che sia negato al della Cee e quello dello Stato, pur distinti ed auto-
Finanze c. Simmenthal spa, nella quale il giudice giudice, competente ad applicare questo diritto, il nomi, sono, come esige il Trattato di Roma, neces-
comunitario argomenta nei seguenti termini: potere di fare, all’atto stesso di tale applicazione, sariamente coordinati; il coordinamento discende,
“13. La prima questione mira in sostanza a far tutto quanto è necessario per disapplicare le dispo- a sua volta, dall’avere la legge di esecuzione del
86 precisare le conseguenze dell’applicabilità diretta sizioni legislative nazionali che eventualmente o- Trattato trasferito agli organi comunitari, in con-
formità dell’articolo 11 Cost., le competenze che siva. Il regolamento comunitario fissa, comunque, di disapplicazione di una norma interna contra-

Giurisprudenza Corte di Cassazione penale – Ordinanza 16 gennaio 2006, n. 1414


questi esercitano, beninteso nelle materie loro ri- la disciplina della specie. L’effetto connesso con la stante con una direttiva comunitaria, si rinvia a
servate. sua vigenza è perciò quello, non già di caducare, quanto affermato dalla Corte di Giustizia Ce, in
Occorre, tuttavia, meglio chiarire come, riguardo nell’accezione propria del termine, la norma in- materia di valutazione di impatto ambientale,
al fenomeno in esame, si ponga il rapporto fra i terna incompatibile, bensì di impedire che tale nella sentenza 16 settembre 1999, C-435/97,
due ordinamenti. Sovviene in proposito il seguente norma venga in rilievo per la definizione della World Wildlife Fund e altri c. Provincia autonoma
rilievo. La disciplina emanata mediante il regola- controversia innanzi al giudice nazionale. In ogni di Bolzano e altri.
mento della Cee è destinata ad operare, con carat- caso, il fenomeno in parola va distinto dall’abro- Nell’occasione, la Corte ha chiarito che gli articolo
teristica immediatezza, così nella nostra sfera ter- gazione, o da alcun altro effetto estintivo o deroga- 4 n. 2 e 2 n. 1 della direttiva 85/337 vanno intesi
ritoriale, come in quella di ogni altro Stato mem- torio, che investe le norme all’interno dello stesso nel senso che, qualora le autorità legislative o am-
bro; il sistema statuale, dal canto suo, si apre a ordinamento statuale, e ad opera delle sue fonti. ministrative di uno Stato membro eccedano il
questa normazione, lasciando che le regole in cui Del resto, la norma interna contraria al diritto co- margine di discrezionalità riconosciuto da tali di-
essa si concreta vigano nel territorio italiano, quali munitario non risulta – è stato detto nella senten- sposizioni, i singoli possono invocarle dinanzi al
sono scaturite dagli organi competenti a produrle. za n. 232/75, e va anche qui ribadito – nemmeno giudice nazionale per ottenere che le autorità di
Ora, la Corte ha in altro giudizio affermato che l’e- affetta da alcuna nullità, che possa essere accerta- detto Stato membro disapplichino le norme o mi-
sercizio del potere trasferito a detti organi viene qui ta e dichiarata dal giudice ordinario. Il regola- sure interne con esse incompatibili. In un caso del
a manifestarsi in un “atto”, riconosciuto nell’ordi- mento, occorre ricordare, è reso efficace in quanto genere, ad avviso della Corte, spetta alle autorità
namento interno come “avente forza e valore di e perché atto comunitario, e non può abrogare, dello Stato membro adottare, nell’ambito delle lo-
legge” (cfr. sentenza n. 183/73). Questa qualifica- modificare o derogare le confliggenti norme na- ro competenze, tutti i provvedimenti, generali o
zione del regolamento comunitario merita un zionali, né invalidarne le statuizioni. particolari, necessari affinché venga condotto un
cenno di svolgimento. Le norme poste da tale atto Diversamente accadrebbe, se l’ordinamento della esame sull’idoneità dei progetti ad avere un note-
sono, invero, immediatamente applicate nel terri- Comunità e quello dello Stato – ed i rispettivi pro- vole impatto ambientale e affinché, in caso di esito
torio italiano per forza propria. Esse non devono, cessi di produzione normativa – fossero composti positivo di detto esame, venga effettuato uno studio
né possono, essere riprodotte o trasformate in corri- ad unità. Ad avviso della Corte, tuttavia, essi, per dell’impatto ambientale dei progetti.
spondenti disposizioni dell’ordinamento naziona- quanto coordinati, sono distinti e reciprocamente (16) Sulla qualificabilità del siero del latte come
le. La distinzione fra il nostro ordinamento e quel- autonomi. Proprio in ragione, dunque, della di- rifiuto speciale anziché come sottoprodotto, si veda
lo della Comunità comporta, poi, che la normativa stinzione fra i due ordinamenti, la prevalenza del in precedenza Cass. pen., Sez. III, sent. 2 agosto
in discorso non entra a far parte del diritto inter- regolamento adottato dalla Cee va intesa come si è 2004, n. 33205.
no, né viene per alcun verso soggetta al regime di- con la presente pronunzia ritenuto: nel senso, vale Nell’occasione, tuttavia, la Corte si è limitata a
sposto per le leggi (e gli atti aventi forza di legge) a dire, che la legge interna non interferisce nella censurare la sentenza di assoluzione emessa dal
dello Stato. Quel che si è detto nella richiamata sfera occupata da tale atto, la quale è interamente giudice di merito in quanto essa, assumendo che il
pronunzia, va allora avvertito, altro non significa, attratta sotto il diritto comunitario. siero derivante dalla lavorazione del latte non co-
in definitiva, che questo: l’ordinamento italiano – La conseguenza ora precisata opera però, nei con- stituiva rifiuto bensì un sottoprodotto della lavora-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


in virtù del particolare rapporto con l’ordinamen- fronti della fonte statuale, solo se e fino a quando zione del latte, risultava “vaga e generica e, co-
to della Cee, e della sottostante limitazione della il potere trasferito alla Comunità si estrinseca con munque, non congruamente motivata”.
sovranità statuale – consente, appunto, che nel una normazione compiuta e immediatamente ap- (17) La Corte rileva giustamente che “questa con-
territorio nazionale il regolamento comunitario plicabile dal giudice interno. Fuori dall’ambito clusione è indubbiamente in linea con la nota
spieghi effetto in quanto tale e perché tale. A detto materiale, e dai limiti temporali, in cui vige la di- sentenza 51/1985 della Consulta, che ha dichiara-
atto normativo sono attribuiti “forza e valore di sciplina comunitaria così configurata, la regola to la illegittimità costituzionale dell’ultimo comma
legge”, solo e propriamente nel senso che ad esso si nazionale serba intatto il proprio valore e spiega la dell’articolo 2 cod. pen., nella parte in cui prevede-
riconosce l’efficacia di cui è provvisto nell’ordina- sua efficacia; e d’altronde, è appena il caso di ag- va la retroattività ai fatti pregressi della norma pe-
mento di origine. giungere, essa soggiace al regime previsto per l’atto nale favorevole contenuta in un decreto legge non
5. – Il risultato cui è pervenuta la precedente giu- del legislatore ordinario, ivi incluso il controllo di convertito, per contrasto con l’articolo 77, ultimo
risprudenza va, quindi, ridefinito, in relazione al costituzionalità”. comma, Cost. (secondo cui i decreti legge non con-
punto di vista, sottinteso anche nelle precedenti (12) Si vedano ex multis Corte di Giustizia Ce, vertiti perdono efficacia sin dall’inizio)”.
pronunzie, ma non condotto alle ultime conse- sentenza 5 aprile 1979, C-148/78, Ratti, e senten- (18) In tale sentenza, la Corte Costituzionale, nel
guenze, sotto il quale la fonte comunitaria è presa za 19 novembre 1991, C-6/90 e C-9/90, Franco- giudicare ammissibile la questione di legittimità
in considerazione nel nostro ordinamento. Il giu- vich e altro c. Repubblica italiana. costituzionale di una norma di favore in relazio-
dice italiano accerta che la normativa scaturente (13) Si veda quanto riportato alla nota 7. ne ad un fatto commesso successivamente all’en-
da tale fonte regola il caso sottoposto al suo esame, (14) Il fondamento costituzionale dell’obbligo, per trata in vigore della medesima norma, ha addotto
e ne applica di conseguenza il disposto, con esclu- lo Stato italiano, di adottare tutte le misure atte ad le seguenti motivazioni: “si deve anzitutto ripetere
sivo riferimento al sistema dell’ente sovrannazio- assicurare l’esecuzione degli obblighi derivanti dal che nessun soggetto, imputato di aver commesso
nale: cioè al solo sistema che governa l’atto da ap- Trattato Ce e dagli altri atti comunitari è stato sto- un fatto del quale una norma penale abbia esclu-
plicare e di esso determina la capacità produttiva. ricamente rinvenuto nell’articolo 11 Cost., per il so l’antigiuridicità, potrebbe venire penalmente
Le confliggenti statuizioni della legge interna non quale l’Italia consente, in condizioni di parità con condannato per il solo effetto d’una sentenza di
possono costituire ostacolo al riconoscimento della gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessa- questa Corte, che dichiarasse illegittima la norma
“forza e valore”, che il Trattato conferisce al rego- rie ad un ordinamento che assicuri la pace e la stessa. È un fondamentale principio di civiltà giu-
lamento comunitario, nel configurarlo come atto giustizia fra le Nazioni. ridica, elevato a livello costituzionale dal secondo
produttivo di regole immediatamente applicabili. A seguito della riforma del titolo V della Costituzio- comma dell’articolo 25 Cost. (e già puntualizzato
Rispetto alla sfera di questo atto, così riconosciuta, ne, l’articolo 117, comma 1 Cost. stabilisce attual- – per ciò che attualmente interessa – dal primo
la legge statale rimane infatti, a ben guardare, mente che la potestà legislativa è esercitata dallo comma dell’articolo 2 Cod. pen.), ad esigere cer-
pur sempre collocata in un ordinamento, che non Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, tezza ed irretroattività dei reati e delle pene; né le
vuole interferire nella produzione normativa del nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento co- garanzie che ne derivano potrebbero venire meno,
distinto ed autonomo ordinamento della Comu- munitario e dagli obblighi internazionali. Va det- se non compromettendo l’indispensabile coerenza
nità, sebbene garantisca l’osservanza di essa nel to, peraltro, che la riformulazione dell’articolo 117 dei vari dettati costituzionali, di fronte ad una de-
territorio nazionale. Cost. non ha mutato in nulla i rapporti tra l’ordi- cisione di accoglimento. Sebbene privata di effica-
D’altra parte, la garanzia che circonda l’applica- namento comunitario e quello nazionale, tanto cia ai sensi del primo comma dell’articolo 136
zione di tale normativa è – grazie al precetto più che esso fa riferimento al solo potere legislativo, Cost. (e resa per se stessa inapplicabile alla stregua
dell’articolo 11 Cost., com’è sopra chiarito – piena mentre l’obbligo di garantire l’esecuzione del di- dell’articolo 30, terzo comma, della legge n. 87 del
e continua. Precisamente, le disposizioni della Cee, ritto comunitario grava sullo Stato inteso quale or- 1953), quanto al passato la norma penale di favo-
le quali soddisfano i requisiti dell’immediata ap- dinamento repubblicano e, dunque, su ogni pote- re continua perciò a rilevare, in forza del preva-
plicabilità devono, al medesimo titolo, entrare e re dello stesso ivi incluse le autorità giurisdizionali lente principio che preclude la retroattività delle
permanere in vigore nel territorio italiano, senza e amministrative (cfr. Corte Giustizia Ce, sent. 22 norme incriminatrici.
che la sfera della loro efficacia possa essere intacca- giugno 1989, C-103/88, Società Costanzo c. Senonché questo primo dato non basta a risolvere
ta dalla legge ordinaria dello Stato. Non importa, Comune Milano). il problema. Altro, infatti è la garanzia che i prin-
al riguardo, se questa legge sia anteriore o succes- (15) A conferma della possibilità, seppur remota, cipi del diritto penale-costituzionale possono offrire 87
agli imputati, circoscrivendo l’efficacia spettante stando i pratici effetti di essa. comunque correttiva delle premesse esegetiche su
Giurisprudenza Corte di Cassazione penale – Ordinanza 16 gennaio 2006, n. 1414

alle dichiarazioni d’illegittimità delle norme pena- In secondo luogo, le norme penali di favore fanno cui si fosse fondata l’ordinanza di rimessione:
li di favore; altro è il sindacato cui le norme stesse anch’esse parte del sistema, al pari di qualunque donde una serie di decisioni certamente suscettibili
devono pur sempre sottostare, a pena di istituire altra norma costitutiva dell’ordinamento. Ma lo d’influire sugli esiti del giudizio penale pendente”.
zone franche del tutto impreviste dalla Costitu- stabilire in quali modi il sistema potrebbe reagire (19) Si veda, da ultimo, Corte di Giustizia Ce, sen-
zione, all’interno delle quali la legislazione ordi- all’annullamento di norme del genere, non è un tenza 3 maggio 2005, C-387/02, C-391/02 e C-
naria diverrebbe incontrollabile. Né giova replica- quesito cui la Corte possa rispondere in astratto, 403/02, Berlusconi e altri.
re che un tale inconveniente è imposto dalla logica salve le implicazioni ricavabili dal principio d’ir- (20) Nonostante la manifesta opportunità che l’e-
del processo costituzionale, vale a dire dalla neces- retroattività dei reati e delle pene; sicché, per questa ventuale contrasto tra una norma penale di favo-
saria incidenza delle decisioni di questa Corte sugli parte, va confermato che si tratta di un problema re e una direttiva comunitaria sia sottoposto al
esiti dei giudizi in cui siano stati promossi gli inci- (ovvero di una somma di problemi) inerente sindacato centralizzato della Consulta, non va sot-
denti di costituzionalità. Indipendentemente dalla all’interpretazione di norme diverse da quelle an- taciuto come la Corte di Giustizia Ce, nella sopra
sorte degli imputati, è indubbio che nella prospetti- nullate, che i singoli giudici dovranno dunque af- citata sentenza 3 maggio 2005, abbia affermato
va del giudice a quo, cioè del promotore degli inci- frontare caso per caso, nell’ambito delle rispettive (punto 72) “che, nel caso in cui i giudici del rin-
denti in questione, anche le pronunce concernenti competenze. vio, sulla base delle soluzioni loro fornite dalla
la legittimità delle norme penali di favore influi- In terzo luogo, la tesi che le questioni di legittimità Corte, dovessero giungere alla conclusione che i
scano o possano influire sul conseguente esercizio costituzionale concernenti norme penali di favore nuovi articoli 2621 e 2622 del Codice civile, a
della funzione giurisdizionale. non siano mai pregiudiziali ai fini del giudizio a causa di talune disposizioni in essi contenute, non
In primo luogo, l’eventuale accoglimento delle im- quo, muove da una visione troppo semplificante soddisfano l’obbligo del diritto comunitario relati-
pugnative di norme siffatte verrebbe ad incidere delle pronunce che questa Corte potrebbe adottare, vo all’adeguatezza delle sanzioni, ne deriverebbe,
sulle formule di proscioglimento o, quanto meno, una volta affrontato il merito di tali impugnative. secondo una giurisprudenza consolidata della
sui dispositivi delle sentenze penali: i quali dovreb- La tesi stessa considera, cioè, la sola alternativa e- Corte, che gli stessi giudici del rinvio sarebbero te-
bero imperniarsi, per effetto della pronuncia emes- sistente fra una decisione di accoglimento, nei ter- nuti a disapplicare, di loro iniziativa, i detti nuovi
sa dalla Corte, sul primo comma dell’articolo 2 mini indicati dall’ordinanza di rimessione, ed articoli, senza che ne debbano chiedere o attendere
cod. pen. (sorretto dal secondo comma dell’artico- una decisione di rigetto, pronunciata sulla base la previa rimozione in via legislativa o mediante
lo 25 Cost.) e non sulla sola disposizione annulla- dell’interpretazione fatta propria dal giudice a qualsiasi altro procedimento costituzionale (v., in
ta dalla Corte stessa. E conviene aggiungere che la quo. Ma questa Corte non è vincolata in assoluto particolare, sentenze 9 marzo 1978, causa 106/
pronuncia della Corte non potrebbe non riflettersi dalle opzioni interpretative del giudice che pro- 77, Simmenthal, Racc. pag. 629, punti 21 e 24; 4
sullo schema argomentativo della sentenza penale muove l’incidente di costituzionalità. In altre pa- giugno 1992, cause riunite C-13/91 e C-113/91,
assolutoria, modificandone la ratio decidendi: poi- role, non può escludersi a priori che il giudizio del- Debus, Racc. pag. 1-3617, punto 32, e 22 ottobre
ché in tal caso ne risulterebbe alterato – come è la Corte su una norma penale di favore si conclu- 1998, cause riunite da C-10/97 a C-22/97, IN. CO.
stato esattamente notato in dottrina – il fonda- da con una sentenza interpretativa di rigetto (nei GE.’90 e a., Racc. pag. 1-6307, punto 20)”.
mento normativo della decisione, pur fermi re- sensi di cui in motivazione) o con una pronuncia
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

te WWF Italia a cura di Gaetano Benedetto


ien
m
b o
oni
d c
l’a on us
c l
se er
B
politica e ambiente:
bilancio della legislatura 2001-2006
L’ambiente del nostro Paese è un L’ambiente, che faticosamente negli
valore costituzionale da proteggere e anni era riuscito ad acquisire un rico-
valorizzare? La legislazione ambien- noscimento come bene primario e va-
tale è stata implementata e migliora- lore trasversale, con la XIV legislatura
ta nel corso della XIV legislatura? della Repubblica – caratterizzata da
Il diritto alla partecipazione dei citta- due governi presieduti dall’on. Silvio
dini e delle associazioni ambientali- Berlusconi – è stato troppo spesso
ste alle scelte politiche e legislative considerato un fastidioso intralcio alla
riguardanti l’ambiente e la salute so- necessità di crescita del Paese, una
no stati garantiti? Il WWF non ha risorsa da valorizzare nel modo sba-
dubbi e sostiene che l’insieme della gliato per cercare di compensare i de-
tutela dei beni ambientali e culturali ficit finanziari, una merce di scambio
dell’Italia esce fortemente indebolito gestita attraverso condoni, sanatorie,
384 pagine 20,00 e alla fine della XIV legislatura. deroghe.

R
tagliando d’ordine da inviare a Edizioni Ambiente fax 02/45487333 www.edizioniambiente.it e-mail mario.pasquali@reteambiente.it
■ Sì, desidero acquistare contrassegno il volume Il cliente ha il diritto di recedere
dal contratto in oggetto secondo le modalità
1) Informativa ex Dlgs 196/2003. La compilazione del presente coupon è facolta-
tiva, ma è necessaria per fornire il servizio da Lei richiesto e, dietro suo consenso,
Politica e ambiente a 20,00 e stabilite dal Dlgs 185/1999.
per inviarLe inoltre informazioni su iniziative commerciali e non della Casa Editrice.
Responsabile del trattamento dei suoi dati è Edizioni Ambiente Srl, via N. Battaglia
nome e cognome 10, 20127, Milano. Nel rispetto del Dlgs 196/2003, i dati da Lei rilasciati saranno
trattati, anche con l’ausilio di mezzi automatizzati, dagli incaricati della gestione dei
ragione sociale servizi in oggetto, del marketing, dell’amministrazione e della gestione clienti. Non
saranno comunicati a terzi se non per adempiere ad obblighi di legge, per ordini di
pubbliche autorità o per esercitare un diritto in sede giudiziaria. È Suo diritto otte-
via n. nerne gratuitamente il controllo, l’aggiornamento, la modifica o la cancellazione e
opporsi al loro trattamento ai sensi dell’articolo 7 del citato Dlgs 196/2003.
città prov. cap 2) Consenso al trattamento dei dati.
Letta l’informativa di cui sopra:
tel. fax [ ] autorizzo
88 [ ] non autorizzo
sito internet e-mail l’utilizzo dei miei dati per l’invio di informazioni commerciali ed iniziative della Casa
Editrice.
data firma Firma ............................................................................
Tar Veneto – III Sezione
Sentenza 16 marzo 2006, n. 609

La massima
Rifiuti – Discariche – Piano di adeguamento
La valutazione del piano di adeguamento, presentato dai gestori
Giurisprudenza delle discariche esistenti, ai sensi dell’articolo 17 del Dlgs 36/
2003, non può essere una meccanica applicazione delle nuove
disposizioni agli impianti esistenti ma deve tener conto della si-
tuazione di fatto e dello stato in cui la discarica si trova nel mo-
mento dell’entrata in vigore del decreto legislativo citato. Ne con-
segue l’illegittimità della prescrizione diretta al gestore di una di-
scarica pressoché esaurita, che imponga la prosecuzione della
gestione post operativa per un periodo almeno trentennale (ex ar-
ticolo 8, Dlgs 36/2003), e la conseguente integrazione della ga-
Per la discarica ranzia finanziaria per lo stesso periodo, senza valutare l’imprati-
cabilità, di fatto, di un adeguamento ex post del piano finanziario
di gestione dell’impianto che avrebbe consentito la revisione dei
quasi esaurita prezzi praticati al fine di provvedere ai necessari accantonamenti.

“no” all’adeguamento (omissis) quattro lotti successivi, cominciava


a funzionare nel maggio 1997. La

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


post-operativo Sentenza
sul ricorso n. 357/2005 proposto da
durata della gestione prevista dal-
l’atto autorizzativo per il periodo
(…) s.p.a., in persona del legale posteriore alla saturazione dell’im-
rappresentante pro tempore, rap- pianto, inizialmente stabilita in
e alle garanzie finanziarie presentata e difesa dagli avv. (…), dieci anni, veniva successivamente
con elezione di domicilio presso lo portata a quindici, e proprio sulla
studio (…); scorta di tale previsione, la ricor-
contro rente calcolava e inseriva all’inter-
Pres. De Zotti la Regione Veneto e la Provincia di no del prezzo da corrispondere per
Est. Del Piero Treviso, la prima costituita in giu- lo smaltimento dei rifiuti in discari-
dizio col patrocinio degli avv. (…), ca, una voce di costo rapportata a
dell’Avvocatura regionale, presso tale durata.
cui ha domicilio in Venezia, 1.1. Il 27 marzo 2003, data di en-
per l’annullamento trata in vigore del Dlgs 36/2003,
in parte qua, della deliberazione l’impianto aveva esaurito il 95%
regionale n. 3139 dell’8 ottobre della sua capacità ricettiva; conti-
2004, e atti connessi. nuava quindi a ricevere solo il resi-
Visto il ricorso, notificato il 18 gen- duo 5%, ovviamente al prezzo già
naio 2005 e depositato presso la se- in precedenza concordato.
greteria il 16 febbraio 2005 con i re- 1.2. Il 26 settembre 2003 la ricor-
lativi allegati; rente presentava il piano di adegua-
visto l’atto di costituzione della Re- mento dell’impianto, a tenore del-
gione Veneto, con i relativi allegati; l’articolo 17 del Dlgs 36/2003 (rap-
visti gli atti tutti della causa; portando il piano economico finan-
udito alla pubblica udienza del 19 ziario le garanzie finanziarie al
gennaio 2006 (…) l’avv. (…) per previsto periodo di gestione post
la Regione Veneto, nessuno com- mortem di quindici anni), e, il
parso per la ricorrente; successivo 30 settembre 2003, co-
ritenuto e considerato in fatto e in municava alla Provincia la definiti-
diritto quanto segue: va cessazione dei conferimenti.
Detto piano (la cui approvazione
Fatto e diritto con prescrizioni viene impugnata
1. La ricorrente Società rappresenta in parte qua col presente ricorso)
che, con atto n. 7340 del 26 luglio subiva varie modifiche durante la
1990, la Regione Veneto ha appro- fase istruttoria – nella quale la ri-
vato la realizzazione, in censuario corrente faceva presente alla
di Preganziol, di una discarica con- Regione di ritenere illegittima la ri-
trollata di tipo 2B, per una volume- chiesta, dalla stessa avanzata, di
tria complessiva di 390.000 mc. prolungare il periodo di gestione
89
L’impianto, autorizzato e gestito in successiva a trenta anni, con conse-
guente necessità di modificare il sulta chiaro dal dettato degli artico- stanza non controversa). Un indizio del fatto che il Legislato-
Giurisprudenza Tar Veneto – Sentenza 16 marzo 2006, n. 609

piano finanziario già impostato – e li 8 e 15. Quindi, ancorché l’articolo 3 precisi re, quando nell’articolo 17 ha im-
veniva infine approvato solo in data 3. La Regione Veneto, costituita, che “le disposizioni del presente de- posto i piani di adeguamento per
8 ottobre 2004. puntualmente controdeduce nel creto si applicano a tutte le discari- tutte le strutture esistenti, si riferiva,
Tra le clausole imposte vi è quella merito del ricorso, di cui chiede la che” di cui all’articolo 2, comma 1, in realtà, solo a quelle in piena atti-
relativa alla durata trentennale del- reiezione. lettera g) e, di conseguenza, corret- vità, di ritrova nel comma IV, ove è
la gestione post-operativa ed al con- 4. Il ricorso è fondato. tamente, la Regione escluda solo detto che con il provvedimento di
seguente adeguamento dell’impor- 4.1. È indubbio, come corretta- quelle “già chiuse, cioè per le quali approvazione del piano di adegua-
to delle garanzie finanziarie. mente osserva la Regione Veneto, era già stata inoltrata la comunica- mento l’autorità competente “auto-
2. Contro queste prescrizioni la ri- che il Dlgs 13 gennaio 2003 n. 36 si zione di fine lavori” (il che fa rien- rizza la prosecuzione dell’esercizio
corrente deduce: violazione degli applica non solo alle discariche da trare nella previsione generale della discarica”. All’evidenza, se es-
articoli 8, 15, 17 e dell’Allegato 2 autorizzare in futuro, ma anche a quella gestita dalla ricorrente), non sa è invece, come nel nostro caso, e-
del Dlgs 36/2003; violazione dei quelle in attività. In tal senso è va scordato che il successivo artico- saurita, non vi sarà spazio né per
principi di ragionevolezza e propor- chiarissimo il disposto della dispo- lo 8 – innanzi tutto – stabilisce che aumentare la durata della gestione
zionalità, carenza di istruttoria e sizione transitoria di cui all’articolo l’obbligo “di gestione post-operati- successiva oltre il termine fissato
motivazione, travisamento. 17 che fa obbligo ai titolari delle va per un periodo di almeno tren- nell’autorizzazione originaria, né
Secondo l’istante, l’intera questione autorizzazioni (già in essere) di t’anni” deve essere contenuto nella per imporre nuove garanzie finan-
è frutto di un’errata lettura della di- presentare un “piano di adegua- “domanda di autorizzazione”, e ciò ziarie non collegabili ai prezzi pra-
sciplina transitoria in tema di di- mento” alle previsioni di cui al de- ovviamente non può riferirsi che al- ticati durante l’attività.
scariche di rifiuti contenuta nell’ar- creto stesso, entro sei mesi dalla da- le “nuove” domande di autorizza- 5. In definitiva, il ricorso va accol-
ticolo 17 del Dlgs 36/2003, che im- ta di entrata in vigore. zione. to, con conseguente annullamento
pone ai gestori degli impianti in es- Tuttavia è nel giusto anche la ricor- A ciò va aggiunto che, come osserva dell’atto opposto, limitatamente al-
sere di presentare un Piano di ade- rente quando osserva che il piano la ricorrente, l’articolo 8 lega que- le prescrizioni di cui ai punti 4 e 6.
guamento alle nuove disposizioni, di adeguamento non può essere sto assai lungo periodo di gestione 6. Sussistono giusti motivi per com-
che, all’evidenza, potranno essere una totale e meccanica applicazio- successiva al contenuto complessivo pensare totalmente, tra le parti, le
applicate in modo più o meno pun- ne delle nuove disposizioni agli im- del “piano finanziario” ove deve es- spese e competenze di causa
tuale secondo presupposti da valu- pianti esistenti, ma deve tener conto sere previsto che “tutti i costi deri-
tare caso per caso (nella specie, te- della situazione di fatto e dello stato vanti dalla realizzazione dell’im- P. Q. M.
nendo conto che la discarica era in cui la discarica si trova al mo- pianto e dall’esercizio della discari- Il Tribunale amministrativo regio-
pressoché esaurita). mento dell’entrata in vigore della ca, i costi connessi alla costituzione nale per il Veneto, Terza Sezione,
Quindi ha errato la Regione quan- legge. della garanzia finanziaria di cui definitivamente pronunciando sul
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

do ha imposto, senza adeguata mo- In particolare, non poteva non esse- all’articolo 14, i costi stimati di ricorso in premessa, lo accoglie e,
tivazione e non tenendo conto delle re tenuta in debita considerazione chiusura, nonché quelli di gestione per l’effetto, annulla, in parte qua
circostanze di fatto esistenti, il rad- la circostanza che al 27 marzo post-operativa per un periodo di al- – nei termini di cui in motivazione
doppio del periodo di gestione post 2003 (data di entrata in vigore del meno trenta anni, siano coperti dal – il provvedimento opposto.
mortem e l’adeguamento delle ga- Dlgs 36/2003) e ancora di più alla prezzo applicato dal gestore per lo Compensa le spese e competenze
ranzie finanziarie, i cui costi devo- data entro cui il piano di adegua- smaltimento”, il che risulta non del giudizio tra le parti.
no essere sopportati con accantona- mento doveva essere presentato (27 praticabile nel caso di una discarica Ordina che la presente sentenza sia e-
mento delle relative somme, duran- settembre 2003) la discarica in que- pressoché esaurita, in cui non è seguita dall’Autorità amministrativa.
te la gestione attiva. stione era praticamente satura, tan- possibile modificare ex post i prezzi Così deciso in Venezia, il 19 gen-
Che queste prescrizioni siano previ- to che i conferimenti di rifiuti sono praticati e provvedere così ai neces- naio 2006.
ste solo per le nuove discariche ri- cessati il 30 settembre 2003 (circo- sari accantonamenti.

Con la sentenza in esame il Tar Veneto ha posto Il caso esaminato dal Tar Veneto
un tassello importante su una questione che ha È questa la questione affrontata dalla sentenza
il commento sollevato molto allarme tra i gestori delle disca- in esame che riguarda il caso di una discarica
riche, con riferimento alla fase di gestione post- di tipo 2B, che, all’epoca dell’entrata in vigore
operativa, a seguito dell’entrata in vigore (il 27 del Dlgs 36/2003, aveva esaurito il 95% della
La valutazione del piano marzo 2003) del decreto legislativo 36/2003, sua capacità ricettiva e che il 30 settembre 2003
di adeguamento per le che ha introdotto una disciplina autonoma per aveva cessato definitivamente tutti i conferi-
discariche esistenti non è questa tipologia di impianti (recependo la di- menti (cessazione comunicata all’amministra-
rettiva 1999/31/Ce) e che all’articolo 17, com- zione competente). Il gestore dell’impianto a-
una meccanica applicazione ma 3, ha previsto un regime transitorio, dispo- veva comunque presentato il piano di adegua-
del Dlgs 36/2003 nendo la presentazione, entro sei mesi dalla mento (nei termini prescritti) rapportando le
sua entrata in vigore (il 27 settembre 2006), di garanzie finanziarie al periodo di gestione post
un piano di adeguamento alle nuove disposi- mortem della discarica, fissato, dall’originario
zioni per tutte le discariche “esistenti” (1). atto di autorizzazione dell’impianto, in quindi-
di Sonia D’Angiulli In specie, l’adeguamento viene esteso “anche” ci anni.
Avvocato in Roma alle garanzie finanziarie previste dall’articolo Con il provvedimento di approvazione del pia-
14 del medesimo decreto legislativo. no di adeguamento, la Regione Veneto dispo-
Ciò ha indotto diverse amministrazioni a rite- neva, tuttavia, in virtù di quanto previsto dal-
nere che per discariche “esistenti” dovessero in- l’articolo 14 del Dlgs 36/2003, il prolungamen-
tendersi anche quelle “esaurite”, per le quali to del periodo di gestione post-operativa della
l’adeguamento, al nuovo decreto, comprendes- discarica, da quindici a trenta anni, e impone-
se il prolungamento del periodo di gestione po- va il conseguente adeguamento dell’importo
st-operativa e il conseguente adeguamento del- delle garanzie finanziarie alla rinnovata sca-
le garanzie finanziarie già prestate per una du- denza.
90 rata almeno trentennale. Il provvedimento suddetto veniva impugnato
innanzi al Tar Veneto, sul presupposto che la no derivare dalle discariche, ha stabilito requi- Questo si troverebbe a sostenere dei costi ag-

Giurisprudenza Tar Veneto – Sentenza 16 marzo 2006, n. 609


Regione avesse operato una “errata lettura siti operativi e tecnici per i rifiuti e per gli im- giuntivi che non potrebbe mai recuperare. Tale
della disciplina transitoria” di cui all’artico- pianti nonché le procedure e le misure da a- logica, peraltro, non sembra sfuggita al Legi-
lo 17, valutando di procedere ad una totale e dottare durante “l’intero ciclo di vita della slatore che, all’articolo 14, comma 5, ha previ-
meccanica applicazione delle nuove disposi- discarica”. Quest’ultimo non si esaurisce nel sto espressamente che, qualora una discarica
zioni agli impianti esistenti, senza tener conto momento di saturazione della discarica ma si (esistente), alla data di entrata in vigore del
della situazione di fatto e dello stato in cui la estende al periodo successivo, durante il quale Dlgs 36/2003, abbia raggiunto la coltivazione
discarica si trovava al momento dell’entrata in occorre tenere sotto rigoroso controllo, in spe- per l’80% della capacità autorizzata, il massi-
vigore della legge. cie, il percolato e le acque della discarica, ca- male da garantire secondo i parametri previsti
Il Collegio ha ritenuto fondate le doglianze del- ratterizzandosi come una fase gestionale vera e è ridotto del 40%. Questa disposizione, che, ad
la ricorrente censurando le valutazioni dell’am- propria, contemplata, sin dall’inizio, nell’au- avviso di chi scrive, avrebbe avuto una sede più
ministrazione regionale per non aver tenuto torizzazione dell’impianto (3). opportuna nell’articolo 17 del Dlgs citato, per
conto del fatto che, al momento della presenta- Infatti, con la domanda di autorizzazione per la quanto non richiamata nella sentenza in esa-
zione del piano di adeguamento (il 27 settem- costruzione ed esercizio della discarica, occorre me, rappresenta, comunque, un dato interpre-
bre 2003), la discarica aveva praticamente e- presentare, tra l’altro, il “piano di gestione post- tativo da cui partire, nella valutazione dei “li-
saurito i suoi conferimenti (cessati dopo due operativa” (4) (ex articolo 8, comma 1, lettera miti” (8) all’adeguamento degli impianti esi-
giorni) e, pertanto, non avrebbe più potuto co- h), nel quale sono definiti i programmi di sor- stenti.
prire i costi di gestione post-operativa, per un veglianza e controllo successivi alla chiusura
periodo più lungo di quello originariamente che dovranno essere garantiti sino a quando Un problema applicativo
previsto (quindici anni), con il “prezzo” del l’ente territoriale competente accerti che la di- della garanzia finanziaria
conferimento praticato dal gestore per lo smalti- scarica non comporta rischi per la salute e per per la gestione post-operativa
mento in discarica, come disposto dall’articolo l’ambiente (articolo 13, comma 2). Con riferimento alla garanzia finanziaria per
8, comma 1, lettera m), del Dlgs 36/2003. Al fine di assicurare la realizzazione delle ope- la gestione post-operativa, prevista dall’articolo
Assume il Collegio che trattasi di un’ipotesi razioni previste per la fase di gestione operativa 14 del Dlgs 36/2003, si è posto sin dall’entrata
“non praticabile nel caso di una discarica e post-operativa della discarica, il Dlgs 36/2003 in vigore della nuova disciplina un problema
pressoché esaurita, in cui non è possibile mo- ha disposto, a carico del gestore dell’impianto, applicativo. La norma dispone (al comma 4)
dificare ex post i prezzi praticati e provvedere l’obbligo di prestare delle garanzie finanziarie che le garanzie “sono costituite ai sensi
così ai necessari accantonamenti”. Infine, (articolo 14). In particolare, la garanzia per la dell’articolo 1 della legge 10 giungo 1982
conclude il Tar, un indizio del fatto che il Legi- gestione successiva della discarica deve essere n. 348” (9), il quale prevede che le garanzie
slatore, quando nell’articolo 17 ha imposto i commisurata al “costo complessivo” della ge- si possano costituire :

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


piani di adeguamento per tutte le strutture esi- stione post operativa (comma 2) e deve essere – con reale e valida cauzione (ai sensi dell’ar-
stenti, si riferiva, in realtà, solo a quelle in pie- trattenuta per “almeno trenta anni” dalla data ticolo 54 del Rd 827/1924);
na attività, si ritrova nel comma 4, ove è detto della comunicazione di chiusura della discari- – con fideiussione bancaria rilasciata da a-
che con il provvedimento di approvazione del ca (comma 3, lettera b), che è il periodo di ziende di credito;
piano di adeguamento l’autorità competente tempo mediamente stimato dal Legislatore per – con polizza assicurativa rilasciata da im-
“autorizza la prosecuzione dell’esercizio del- ritenere definitivamente superati eventuali ri- presa di assicurazioni debitamente autorizzata
la discarica”. All’evidenza, se essa è, invece, co- schi per l’ambiente derivanti dalla presenza all’esercizio del ramo cauzioni (10).
me nel caso di specie, esaurita, “non vi sarà della discarica dopo la chiusura (5), onde evi- Ebbene, è emersa, fin dall’inizio, la difficoltà
spazio né per aumentare la durata della ge- tare che eventuali errori e/o inadempimenti per i gestori delle discariche di costituire la ga-
stione successiva oltre il termine fissato nella gestione dell’impianto, vengano ad esse- ranzia finanziaria per la gestione post-operati-
dall’autorizzazione originaria, né per im- re posti ulteriormente a carico dell’incolpevole va, così come richiesto dal Dlgs 36/2003.
porre nuove garanzie finanziarie non colle- collettività (6). Infatti, non risultano reperibili sul mercato
gabili ai prezzi praticati durante l’attività”. È chiaro che a fronte dei costi complessivi che il prodotti assicurativi e bancari in grado di for-
Con questa pronuncia il Tar Veneto ha confer- gestore della discarica è chiamato a sostenere nire le garanzie richieste sia per l’entità degli
mato il suo recentissimo orientamento, sul- debba, comunque, essergli garantito un utile importi da garantire (considerati i costi elevati
l’ambito di applicazione dell’articolo 17 del dall’attività imprenditoriale che svolge. A tal fi- di gestione post chiusura) sia per la durata
Dlgs 36/2003 (2), fissando i principi in base ai ne, lo stesso dovrà predisporre sin dall’inizio un troppo elevata (trenta anni) della garanzia ri-
quali: a) il progetto di adeguamento deve for- “piano finanziario” (7) che preveda che tutti i chiesta.
mare oggetto di una valutazione funzionale costi derivanti dalla realizzazione dell’impianto Il problema ha coinvolto, di conseguenza, tut-
delle specifiche fattibilità tecniche e ambientali; e dall’esercizio della discarica, i costi connessi te le amministrazioni chiamate a rilasciare le
b) l’adeguamento al Dlgs 36/2003 deve tener alla costituzione della garanzia finanziaria autorizzazioni per le discariche, che hanno
conto delle situazioni di fatto in cui si trovano le di cui all’articolo 14, i costi stimati di chiusu- cercato di affrontare il problema individuando
discariche esistenti. ra, nonché quelli di gestione post operativa per soluzioni alternative, ma, comunque, in grado
un periodo di almeno trenta anni, siano co- di garantire quanto richiesto dalla norma, on-
La gestione post operativa di una perti dal prezzo applicato dal gestore per lo de evitare la “paralisi” autorizzatoria ed il
discarica e le garanzie finanziarie smaltimento. conseguente blocco degli impianti. La linea
La sentenza in esame evidenzia, altresì, la prevalentemente seguita da alcune Regioni i-
stretta correlazione che esiste tra i “costi com- Il quadro normativo appena rappresentato taliane è stata quella di ammettere la possibi-
plessivi” che il gestore della discarica è chia- evidenzia la ragionevolezza della decisione lità per l’amministrazione, deputata al rilascio
mato a sostenere, tra i quali anche quelli “sti- assunta dal Tar Veneto, nella sentenza in delle autorizzazioni delle discariche, di accet-
mati” per la gestione post-operativa, e la deter- commento, dal momento che sarebbe ini- tare garanzie finanziarie per la gestione suc-
minazione del “prezzo” del conferimento dei quo, ai fini dell’adeguamento al nuovo re- cessiva alla chiusura della discarica per un pe-
rifiuti in discarica. gime (ex articolo 17), imporre al gestore riodo di trenta anni anche secondo piani
Focalizzando la nostra attenzione sulla fase di una discarica esistente, di fatto “esauri- quinquennali, purché rinnovabili (11).
post-operativa, il decreto legislativo 36/2003, ta”, di integrare le garanzie finanziarie per È auspicabile, tuttavia, una modifica dell’arti-
con l’obiettivo di prevenire o ridurre il più pos- il termine di gestione post-operativa “pro- colo 14, comma 4, del Dlgs 36/2003, che am-
sibile le ripercussioni negative sull’ambiente lungato”, in virtù dell’entrata in vigore del metta, oltre alle garanzie ammesse dall’artico-
nonché i rischi per la salute umana che posso- Dlgs 36/2003. lo 1 della legge 348/1982, “altre forme equi- 91
valenti” di garanzia, di cui pure si fa menzio- siti di cui all’Allegato II, punto 4. quale condizione necessaria della stessa, non po-
Giurisprudenza Tar Veneto – Sentenza 16 marzo 2006, n. 609

ne in altre disposizioni del Dlgs 36/2003 (12) (5) Ma è previsto dall’articolo 14, comma 3, che tendo quindi costituire (come nel caso di specie)
e nella stessa direttiva comunitaria 1999/31 l’Autorità competente possa disporre un termine una mera prescrizione successiva alla approvazio-
maggiore se ritiene sussistenti dei rischi per l’am- ne del progetto, la verifica del cui rispetto verrebbe
che (all’articolo 8, lettera a), punto IV), tra le
biente. Le garanzie finanziarie (sia per la fase ope- ad essere tardiva rispetto ai rischi connessi ed alla
condizioni per il rilascio dell’autorizzazione, rativa che post-operativa) devono essere prestate ratio della stessa previsione.”
dispone che il richiedente abbia adottato o a- sin dall’inizio a favore dell’Ente che, solo dopo (7) Anche il Piano finanziario dovrà essere allega-
dotti idonei provvedimenti, sotto forma di ga- l’accettazione delle stesse, può rilasciare l’autoriz- to alla domanda di autorizzazione (articolo 8,
ranzia finanziaria “o altra equivalente”, sul- zazione all’esercizio (articolo 10, comma 3). comma 1, lettera m) e sulla base delle risultanze
la base di modalità che gli Stati membri do- (6) Tar Liguria, Sezione I, sentenza 16 aprile di esso viene determinato il prezzo corrispettivo per
vranno decidere, volti ad assicurare che le pre- 2004, n. 745, ove il Collegio, esaminando la di- lo smaltimento dei rifiuti in discarica (articolo
scrizioni (compresa la gestione successiva alla sposizione dell’articolo 9 del Dlgs 36/2003, che 15).
chiusura) derivanti all’autorizzazione rilascia- prevede, nell’ambito delle condizioni necessarie ai (8) Ad esempio, nell’articolo 17 del Dlgs 36/2003
fini del rilascio dell’autorizzazione alla costruzio- non vi è traccia dell’esclusione, ai fini dell’ade-
ta ai sensi della presente direttiva siano state a- ne e all’esercizio di una discarica (lettera d), che il guamento degli impianti esistenti, della valutazio-
dempiute e che le procedure di chiusura di cui richiedente abbia prestato le garanzie finanziarie ne dell’elemento della “localizzazione” dell’im-
all’articolo 13 siano state seguite. Tale garan- o altre equivalenti, ai sensi del successivo articolo pianto che la direttiva 1999/31/Ce, invece, esclude
zia o un suo equivalente sono trattenute per 14, individua “la ratio della norma (peraltro con- espressamente – all’articolo 14, lettera a), con rife-
tutto il tempo necessario alle operazioni di fermata dalla relazione illustrativa al testo delega- rimento all’Allegato 1, punto 1, Ubicazione – co-
manutenzione e di gestione successiva alla to nonché dall’analisi delle premesse della direttiva me ovvia conseguenza del fatto che non può pre-
chiusura della discarica, a norma dell’articolo comunitaria n. 31/99 oggetto di attuazione) lad- tendersi, ora per allora, di mettere in discussione
13, lettera d). dove impone la prestazione di adeguate garanzie l’ubicazione di una discarica esistente, solo perché
Sembra quasi che l’assenza del riferimento ad al fine di assicurare l’adempimento delle prescri- l’attuale collocazione potrebbe non rispondere ai
zioni contenute nell’autorizzazione, commisurata requisiti localizzativi introdotti dalla nuova disci-
altre forme equivalenti di garanzia nell’arti- alla capacità autorizzata della discarica ed alla plina.
colo 14, comma 4 del Dlgs 36/2003, possa es- classificazione della stessa nonché la gestione suc- (9) La legge 348/1982 disciplina la prestazione
sere considerata una “svista” del Legislatore cessiva alla chiusura della discarica, e quindi delle garanzie finanziarie a favore dello Stato e al-
nazionale, al quale porre rimedio. commisurata al costo complessivo della gestione tri enti pubblici;
post-operativa; da ciò ne viene fatto derivare il co- (10) A tal proposito, il Tar Friuli Venezia Giulia –
rollario per cui le garanzie suddette (articolo 14 Trieste, con la sentenza 23 ottobre 2003, n. 726 ha
(1) Sul concetto di discarica “esistente”, ai sensi commi 1 e 2) nel loro complesso, devono essere affermato che la legge 348/1982 legittima quali fi-
dell’articolo 17 del Dlgs 36/2003, ci sia consentito trattenute per tutto il tempo necessario alle opera- deiussiori nei confronti dello Stato e degli altri enti
il rinvio a S. D’Angiulli “Come applicare sino al 31 zioni di gestione operativa e di gestione successiva pubblici, soltanto le banche e le compagnie assicu-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

dicembre 2005 il regime transitorio alle discariche alla chiusura della discarica. Infatti, i costi con- rative. Pertanto non può ritenersi validamente co-
“adeguate” assimilate alle nuove”, commento alla nessi ai rischi che derivano per gli interessi tutelati stituita una garanzia fidejussoria prestata da so-
sentenza del Tar Veneto, sezione III, n. 2671/2005, in materia dalla realizzazione, gestione e chiusu- cietà di intermediazione finanziaria.
in questa Rivista n. 124 (12/05), pag. 26. ra di una discarica devono essere garantiti dai (11) Si veda ad esempio Regione Piemonte, con la
(2) Tar Veneto, Sezione III, sentenza n. 376 del 10 promotori e diretti beneficiari dell’intervento affin- Dgr n. 86-10262 del 1° agosto 2003; la Regione
gennaio 2006. ché eventuali errori non vengano ad essere posti Emilia Romagna, con la Dgr n. 2281 del 15 no-
(3) L’articolo 6, comma 1, lettera d), del Dlgs ulteriormente a carico dell’incolpevole collettività. vembre 2004; la Regione Liguria, con la Dgr n.
22/1997 fa rientrare tra le fasi di gestione dei ri- A fronte del chiaro disposto normativo, confermato 1803 del 23 dicembre 2003; Regione Toscana, con
fiuti anche il controllo delle discariche e degli im- dalla sottesa ratio legis, va condivisa l’interpreta- la Dgr n. 739 del 18 luglio 2005.
pianti di smaltimento dopo la chiusura. zione proposta da parte ricorrente, per cui la veri- (12) Si veda l’articolo 8, comma 1, lettera o) e
(4) Piano che dovrà essere redatto secondo i requi- fica delle garanzie deve precedere l’autorizzazione l’articolo 9, comma 1, lettera d).

92
a cura di Paola Ficco
e Loredana Musmeci Direttore reparto Suolo e Rifiuti dell’Istituto superiore sanità

Rubriche Quesiti
me ci insegna l’introduzione all’Elenco euro- sere annotati nel registro. La norma, infatti,
La Rubrica si propone di offrire un supporto opera- peo dei rifiuti il quale contiene i vari Cer. nulla dispone riguardo al fatto che una lavo-
tivo alla soluzione dei numerosi problemi interpre-
tativi ed applicativi che sorgono nella produzione, Ciò premesso, l’attività di cui è quesito ha razione artigianale che produce rifiuti non pe-
nella gestione e nel controllo dei rifiuti. una “doppia anima”; vale a dire: nel momen- ricolosi da costruzione e demolizione renda il
La Rubrica non esercita attività di consulenza, di- to in cui gli infissi vengono prodotti in labora- soggetto che la pone in essere esentato dal-
retta o indiretta, e non fornisce supporto a privati torio non si è in presenza di un’attività che l’obbligo. Quindi, a fronte della tassatività
per motivi personali.
genera rifiuti di cui alla categoria 17 dell’E- delle sanzioni (articolo 258, Dlgs 152/2006),
I Curatori risponderanno solo a quesiti ritenuti, a
loro insindacabile giudizio, di valenza generale. lenco, poiché tale categoria (come è eviden- si ritiene che l’artigiano che produce rifiuti da
Ciò al fine di operare una collaborazione culturale te) è riferita alla costruzione solo di immobili costruzione e demolizione sia soggetto all’ob-
e conoscitiva con il Pubblico direttamente coinvolto in senso proprio. bligo di registro;
con le tematiche specifiche. Questo significa che: – Mud: l’obbligo non esiste più per i produt-
Il servizio fornito dalla Rubrica è gratuito ed è ri- – nel momento in cui un infisso viene prodot- tori di rifiuti speciali non pericolosi, a prescin-
servato agli abbonati alla Rivista (sia cartacea che to presso il laboratorio artigiano, i relativi ri- dere da dimensioni e tipologia di attività.
on line) e agli abbonati di “Osservatorio di norma-
tiva ambientale” di ReteAmbiente; pertanto si pre- fiuti ricadono nella categoria 12 dell’Elenco
ga di evidenziare nel quesito il nome del soggetto europeo dei rifiuti (Rifiuti prodotti dalla lavo- 35. All’olio minerale usato, se ri-
intestatario dell’abbonamento. razione e dal trattamento fisico e meccanico fiuto, si applicavano e si applica-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


I quesiti (la cui formulazione non deve superare le superficiale di metalli e plastiche); no le sanzioni previste per i rifiuti
10 righe) possono essere inviati al seguente indiriz- – nel momento in cui gli infissi vengono ma- Un’azienda produce una modesta quan-
zo quesiti@reteambiente.it e troveranno risposta,
ogni mese, su queste pagine. terialmente montati su un immobile (costru- tità di oli minerali esausti (Cer 130205) a
zione), i relativi rifiuti ricadono nella categoria seguito della manutenzione effettuata sui
17 dell’Elenco europeo dei rifiuti (Rifiuti delle propri automezzi. I suddetti rifiuti vengo-
Risponde Paola Ficco operazioni di costruzione e demolizione), nel- no regolarmente annotati in carico sul re-
la stessa categoria 17 ricadono i rifiuti deri- gistro rifiuti e la loro giacenza si protrae
34. I rifiuti da C&D se derivano da vanti dallo smontaggio di infissi da un immo- per alcuni anni. Essendo stato derogato il
attività artigiane non esentano dal bile (demolizione). parametro temporale del deposito tempo-
registro Quanto precede è vero in ordine all’attribu- raneo che prevede l’asporto annuale dei
Un’azienda artigiana avente ad oggetto la zione del Cer. Tuttavia, tale argomentazione rifiuti si chiede di conoscere se la viola-
costruzione e posa in opera di infissi e non risolve la problematica relativa ai registri zione anzidetta sia sanzionata dal Dlgs
carpenteria metallica con più di tre dipen- ed al formulario. Infatti, come noto, i “rifiuti 22/1997 oppure dal Dlgs 95/1992 stante
denti produce rifiuti denominati rottami di da attività artigiane” non sono contemplati le diverse interpretazioni in merito anche
alluminio (Cer 170402) che invia con for- nell’Elenco europeo dei rifiuti in quanto tali. tra gli organi di controllo.
mulario a recuperatore autorizzato. Pertanto, a rigore, moltissimi dei rifiuti classi-
I rifiuti in questione ricadono nella classi- ficati tassonomicamente dall’Elenco ben pos- L’articolo 14, comma 1, Dlgs 95/1992 stabi-
ficazione di cui all’articolo 184, comma 3, sono derivare da attività artigiane. Tale ragio- liva che “Alle attività di smaltimento dei rifiuti
lettera d), Dlgs 152/2006 (ex articolo 7, namento, dunque, fa sì che i rifiuti prodotti previste dal presente decreto restano appli-
comma 3, lettera d), Dlgs 22/1997), cioè nel caso di specie, assumano un Cer reperi- cabili le disposizioni penali vigenti in mate-
“rifiuti da lavorazioni artigianali” o in bile, a volte, nell’ambito della categoria 12 e, ria”. Ora l’intero articolo 14 è stato abrogato
quella della precedente lettera b), cioè ri- a volte, nell’ambito della categoria 17 del dall’articolo 264, comma 1, lettera o), Dlgs
fiuti da costruzione e demolizione? cennato Elenco europeo, in dipendenza del- 152/2006; pertanto, tra la disciplina dell’olio
La distinzione è rilevante atteso che nel l’attività materialmente posta in essere. minerale usato e quella dei rifiuti (sotto il pro-
primo caso sussiste l’obbligo di registro e Con riguardo all’obbligo di registro e di Mud, filo sanzionatorio) non si ravvisa più alcuna
Mud. si precisa che a seguito della entrata in vigo- disarmonia, nel senso che le sanzioni ora
re del Dlgs 152/2006, la situazione è la se- previste per i rifiuti dal Dlgs 152/2006 si ap-
I rifiuti di cui alla categoria 17 Elenco euro- guente: plicano anche all’olio minerale usato di cui al
peo dei rifiuti sono quelli derivanti da opera- – registri: per i rifiuti non pericolosi, tutte le Dlgs 95/1992.
zioni di costruzione e demolizione. imprese artigiane sono obbligate a tenere il Tuttavia, per quanto riguarda il regime pre-
Come noto il Cer va attribuito al rifiuto, in ba- registro, poiché è venuta meno l’esclusione gresso, si registra l’intervento (dal 1997 al
se alla “fonte” che lo genera per quanto ri- per i piccoli artigiani (con meno di tre dipen- 2003) di una serie di importanti sentenze di
guarda le categorie da 1 a 12 e da 17 a 20. denti). Nel caso di specie dunque, anche i ri- legittimità che hanno sempre espresso un u-
Invece, le categorie da 13 a 16 rispondono al fiuti da costruzione e demolizione laddove nico principio: il Dlgs 95/1992 non è stato a-
derivanti da lavorazioni artigiane devono es- brogato dal Dlgs 22/1997, però, nel caso in 93
criterio cd. “di individuazione nominale”, co-
cui l’olio minerale esausto abbia in concreto 37. Anche il peso “certificato” va re “(-) Peso da verificarsi a destino”. Questo
Rubriche Quesiti

le caratteristiche intrinseche del rifiuto, si ap- sempre verificato a destino non significa che sia possibile indicare solo la
plica sempre tale Dlgs 22/1997, in virtù del Se un produttore o trasportatore ha un si- seconda, anche in caso di difficoltà di valuta-
disposto di cui al cennato articolo 14, com- stema di pesatura verificato e certificato, zione precisa del peso dei rifiuti trasportati.
ma 1 (Cassazione penale, Sezione III, senten- il peso indicato sui formulari in partenza La circolare 4 agosto 1998, esplicativa sulla
za 22 luglio 1997, n. 7151, Occhiena; sen- può valere come peso senza bisogno di compilazione dei registri di carico/scarico dei
tenza 4 febbraio 2000, n. 1345, De Patre; verifica a destino oppure anche con la rifiuti e dei formulari di accompagnamento
sentenza 7 ottobre 2003, n. 37954, Can- pesatura in partenza corretta vale sempre dei rifiuti trasportati, al suo punto 1), lettera
gemi). il peso a destino? t), così si esprime:
“t) alla voce “quantità”, casella 6, terza se-
36. La sosta su camion non è più In ragione della diversa taratura dei sistemi di zione, dell’Allegato B, al decreto ministeriale
deposito incontrollato dal 29 apri- pesa, anche “certificati”, nonché – ad esem- n. 145/1998, deve sempre essere indicata la
le 2006 pio – di un possibile “calo fisiologico” duran- quantità di rifiuti trasportati. Inoltre, dovrà es-
Come ci si deve comportare nel caso di te il tragitto, il peso dei rifiuti, è consigliabile sere contrassegnata la casella “(-)” relativa
interventi con spurghi, di solito relativi a che sia sempre verificato a destino. Per ulte- alla voce “Peso da verificarsi a destino” nel
fosse settiche, oppure interventi di sgom- riori specifiche in ordine all’argomento si rin- caso in cui per la natura del rifiuto o per l’in-
bero e pulizia conseguenti ad incidenti via al quesito “Formulari di identificazione dei disponibilità di un sistema di pesatura si pos-
stradali o per altre cause, quando avven- rifiuti trasportati: divergenze tra il peso indi- sano, rispettivamente, verificare variazioni di
gono nelle ore serali, notturne e festive e cato dal produttore alla partenza e quello an- peso durante il trasporto o una non precisa
non vi sia la possibilità di trasportare il notato dal destinatario all’arrivo”, a cura di corrispondenza tra la quantità di rifiuti in par-
carico immediatamente dopo l’intervento Stefania Pallotta in questa Rivista, n. 119 tenza e quella a destinazione”.
agli impianti di smaltimento? (6/05), p. 33. Questo significa che le due opzioni non sono
Come è possibile mantenere il veicolo e il alternative.
suo carico in configurazione di trasporto 38. Formulario, quando apporre il In altri termini è sempre necessario indicare
in un deposito o area privata, di solito la peso da verificare a destino la quantità di rifiuti in Kg o in litri, e proprio
sede gestionale della società, e riprende- Un’impresa edile effettua il trasporto di solo nei casi in cui vi sia la concreta impossi-
re il trasporto verso gli impianti quando rifiuti inerti di demolizione. Poiché presso bilità a misurare con una certa precisione il
riaprono? peso del carico è possibile barrare anche la
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

i punti di raccolta non vi sono pese dispo-


nibili, la quantità di rifiuti in partenza di seconda opzione che, sostanzialmente, funge
Il 29 aprile 2006 è entrato in vigore il Dlgs cui al riquadro 6 del formulario viene in- da “liberatoria” in caso di divergenze anche
152/2006 che dedica la sua Parte IV alla ge- dicata solo in metri cubi (mc) mentre il notevoli tra il peso dichiarato e quello reale,
stione dei rifiuti. Tale testo ha abrogato inte- peso in kg viene apposto solo a destino anche e specialmente per evitare possibili e-
gralmente il Dlgs 22/1997 il quale non pre- nel riquadro 11. pisodi di frode.
vedeva lo stoccaggio dei rifiuti su camion in L’impresa in questione è soggetta a san- Nel caso di specie, dunque, onde evitare
sosta. Tale sosta, dunque, prima del 29 apri- zioni per incompletezza del formulario? possibili problemi, si ritiene necessario barra-
le 2006 configurava (nella migliore delle ipo- re anche la casella relativa al “peso da verifi-
tesi) un deposito incontrollato di rifiuti, come Spesso si pensa che sia possibile in ogni ca- carsi a destino”.
tale sanzionabile e nessuna annotazione spe- so spedire o traportare i rifiuti senza indicare
cifica sui formulari poteva consentirla. in partenza gli estremi su peso e quantità, ri- 39. Formulario, la “X” va apposta
Ora, invece, l’articolo 193, comma 12, Dlgs servandosi di compilare questa importante sul peso effettivamente accettato
152/2006 cit. stabilisce che “La sosta duran- “voce” del formulario una volta che i rifiuti Sul formulario è sufficiente accettare il
te il trasporto dei rifiuti caricati per la spedi- sono giunti presso il sito finale (cioè “a desti- peso partenza con la X sulla voce “accet-
zione all’interno dei porti e degli scali ferrovia- no”). Questa teoria viene spesso sostenuta tato per intero” oppure bisogna reindica-
ri, delle stazioni di partenza, di smistamento e asserendo, ad esempio, che le aziende non re la quantità nel campo “accettato per la
di arrivo, gli stazionamenti dei veicoli in confi- hanno in alcuni casi la possibilità di pesare i seguente quantità”?
gurazione di trasporto, nonché le soste tecni- rifiuti, o presentando difficoltà od ostacoli
che per le operazioni di trasbordo non rientra- tecnici e di varia natura. Si ritiene che se il carico viene accettato per
no nelle attività di stoccaggio di cui all’articolo Questa interpretazione è del tutto errata e il- intero, è necessario barrare solo il campo re-
183, comma 1, lettera l), purché le stesse legale, e sortirebbe l’effetto di legalizzare il lativo. La voce “accettato per la seguente
siano dettate da esigenze di trasporto e non viaggio dei rifiuti praticamente senza control- quantità” deve essere barrata solo nel caso
superino le 48 ore, escludendo dal computo i lo perché, di fatto, l’organo di vigilanza nella in cui vi sia un’accettazione parziale del cari-
giorni interdetti alla circolazione”. verifica durante il percorso non avrebbe al- co. È, tuttavia, consigliabile indicare le moti-
Questo significa che tali soste non devono cun punto di riferimento per riscontrare la vazioni di tale parziale accettazione nelle an-
essere autorizzate; tuttavia è necessario che quantità/qualità dei rifiuti trasportati. E dun- notazioni. Infatti, il campo “respinto per le se-
ricorrano due condizioni: que già a livello logico la tesi appare inaccet- guenti motivazioni” è relativo alla spiegazione
1) la sosta sia dettata da esigenze di trasporto; tabile, perché vanificherebbe tutto lo sforzo del perché un carico non sia stato accettato
2) la sosta non superi le 48 ore (esclusi i legislativo di sottoporre il trasporto dei rifiuti a nella sua interezza.
giorni interdetti alla circolazione). rigide (e controllabili) regole formali.
Si ritiene che anche la non apertura dell’im- Va comunque rilevato che l’Allegato B del 40. Gli pneumatici fuori uso non
pianto di smaltimento sia riconnettibile ad una Dm 1° aprile 1998, n. 145, riporta il modello possono essere confusi con quelli
“esigenza del trasporto” poiché per il trasporto di formulario di accompagnamento dei rifiuti. usati
è fondamentale che vi sia un punto terminale Al punto (6), relativo alle quantità da dichia- Ci riferiamo alla sentenza 9 febbraio
94
del viaggio affinché esso possa concludersi. rare, vi sono due opzioni: “(-) Kg o litri” oppu- 2005, n. 4702 della Corte di Cassazione
penale, Sezione III, con la quale alcuni sa della sua contrarietà al diritto comunitario Identica disposizione è ora presente nell’arti-

Rubriche Quesiti
soggetti sono stati dichiarati colpevoli del (come puntualmente rilevato, anche se in mo- colo 266, comma 5, Dlgs 152/2006.
reato di cui all’articolo 51, comma 1, Dlgs do parziale, dalla Corte). Ciò premesso, si Pertanto, poiché l’ambulante era prima, ed è
22/1997 per aver illecitamente trasporta- continua a ritenere che non essendo menzio- ora, escluso da qualsiasi obbligo di natura
to, senza le prescritte autorizzazioni, car- nati gli pneumatici usati nell’ambito del Cer documentale e autorizzatoria, l’impianto che
casse di pneumatici usati, costituenti ri- essi non possono essere considerati nel cam- riceve i rifiuti recati da costui deve annotare
fiuti. Gli imputati si sono difesi sostenen- po di applicazione della disciplina sui rifiuti. (nello spazio “annotazioni”) del proprio regi-
do la non configurabilità della nozione di Ovviamente, laddove un pneumatico (fuori stro, all’atto del ricevimento dei rifiuti (carico)
“rifiuto” alla luce dell’articolo 14, legge uso, ricostruibile e addirittura nuovo) venga da parte dell’ambulante medesimo, che tali
178/2002. La Corte, statuendo la parziale abbandonato o scaricato in siti non dedicati rifiuti sono stati ricevuti da soggetto ambu-
incompatibilità col diritto comunitario di esso diventa immediatamente un rifiuto, con lante esentato dall’obbligo di formulario e di
tale articolo 14, ha sostenuto che gli tutte le conseguenze del caso. iscrizione all’Albo ex articolo 266, comma 5,
pneumatici destinati alla “ricopertura” Dlgs 152/2006. Per la disciplina relativa
non rientrano nella deroga data dalla no- 41. Il Cer delle pile esauste da RD all’autorizzazione “commerciale” dell’ambu-
zione di rifiuto, in quanto, sono destinati degli urbani lante si rinvia alla risposta al quesito n. 20, in
ad una delle attività di recupero come de- Quale Cer applicare alle pile esauste, pro- questa Rivista, n. 127 (3/06): “Commercio
finita nella lettera R5 dell’Allegato “C” venienti dalla raccolta differenziata urba- ambulante libero fino ad apposita disciplina
Dlgs 22/1997 (In modo difforme, R. Ser- na? Inoltre, esiste un Cer diverso da quel- regionale in un incastro di leggi abrogate”.
vadei in questa Rivista, n. 3/03; P. Ficco lo Ocse?
in “Ambiente e Sicurezza” 5/03). 43. Il Mud va presentato solo per i
Pertanto, chiediamo quale interpretazione Il Cer per le pile esauste da raccolta differen- rifiuti effettivamente prodotti o
viene data alla sentenza 4702/05 consi- ziata urbana è il 200134 (batterie e accumu- gestiti
derando che gli interventi sopra citati latori diversi da quelli di cui alla voce L’azienda che ha rifiuti pericolosi e non
considerano “non rifiuto” gli pneumatici 200133*). pericolosi, deve fare il Mud per tutti i ri-
ricostruibili ma solo gli pneumatici fuori Il Cer 200133* fa riferimento a “batterie ed fiuti o solo per i pericolosi?
uso? L’attività di ricopertura può essere accumulatori di cui alle voci 160601* (piom-
considerata attività di recupero dei rifiuti bo), 160602* (nichel-cadmio) e 160603* Il quesito non è chiarissimo; tuttavia, si ritiene
– R5 – di cui all’Allegato “C” Dlgs 22/ (mercurio). che il Lettore voglia riferirsi al caso di una im-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


1997? Il codice OCSE è quello relativo ai movimenti presa che produce rifiuti non pericolosi e peri-
transfrontalieri di rifiuti ed è costituito da due colosi ed al relativo obbligo di Mud a decorre-
Che il pneumatico usato e ricostruibile non lettere [una per la lista – G (green = verde), re dal 2006. L’articolo 189, comma 3, Dlgs
sia un “rifiuto” è autorevolmente attestato dal A (amber = ambra) e R (red = rossa) – e una 152/2006 non contempla più tra i soggetti
nuovo Cer di cui alla decisione Ue 2000/ per la categoria del rifiuto – A, B, C, . . .], se- obbligati ad inviare la dichiarazione i produtto-
532/Ce del 3 maggio 2000 che al codice guite da un numero. Per esempio: AA 170 – ri di rifiuti speciali non pericolosi. E questo a
160103 individua la voce “pneumatici fuori Batterie al Piombo/acido in pezzi e/o rottami decorrere dal Mud da presentarsi nel 2006,
uso” (che non sono ricostruibili) e non più oppure AA 180 Batterie o accumulatori usati, con riferimento al 2005. Infatti, tale disposi-
“pneumatici usati” (che sono ricostruibili). Del diversi dagli accumulatori a piombo/acido e, zione integra gli estremi di una norma proce-
che ha preso atto il Dm 9 gennaio 2003, che rifiuti e pezzi provenienti dalla produzione di durale che, come tale, è immediatamente e-
ha modificato il Dm 5 febbraio 1998 sul re- batterie e accumulatori, non specificati né in- secutiva. Pertanto, se si è rettamente inteso il
cupero agevolato dei rifiuti non pericolosi nel clusi altrove. quesito, se l’impresa produce rifiuti pericolosi
suo Allegato 1, Suballegato 1; infatti, con tale Cer e Ocse, dunque, presentano un diverso e non pericolosi, il Mud avrebbe dovuto esse-
Dm 9 gennaio 2003 è stato soppresso il sistema di costruzione. re inviato solo per i rifiuti pericolosi e non an-
punto 10.3, Dm 5 febbraio 1998 che indivi- che per quelli non pericolosi.
duava gli pneumatici ricostruibili tra i mate- 42. Che cosa annotare sul registro
riali sottoposti alle procedure semplificate di in caso di conferimento dell’am- 44. I rottami possono essere Mps,
cui all’articolo 33, Dlgs 22/1997. Rimane, in- bulante ma a certe condizioni
vece, il punto 10.2. di tale allegato al citato In caso di conferimento di rifiuti ferrosi Produciamo tornitura metallica, da lavo-
Dm 5 febbraio 1998 (che individua gli pneu- da parte di ambulanti esonerati ai sensi razioni meccaniche a freddo. Questo ri-
matici non ricostruibili). di legge dall’obbligo di emettere formula- fiuto ci obbliga a eseguire numerose regi-
La sentenza della Corte non va interpretata; rio rifiuti, il titolare di un impianto di recu- strazioni sul registro carico/scarico, com-
di essa (al pari di tutte le altre sentenze) va pero e/o smaltimento quali dati deve ri- pilazione formulari oltre ad avere l’obbli-
preso atto e va applicata al caso di specie. portare sul registro di carico e scarico al go dello stoccaggio provvisorio superan-
Essa costituisce il punto di riferimento di le- punto relativo all’annotazione del formu- do i 20 mc di non pericolosi.
gittimità tra le parti coinvolte in quella causa lario rifiuti? Con l’entrata in vigore della legge 308/
specifica, e come tale (sempre per quella 2004 (“legge delega ambientale”) dall’11
causa) tale sentenza fa stato. Nel caso di L’articolo 58, comma 7-quater, Dlgs 22/ gennaio 2005 i rottami destinati alle atti-
specie, non si può non osservare che la dife- 1997 stabiliva che, alle attività di raccolta e vità siderurgiche e metallurgiche sono
sa è stata quantomeno particolare, perché trasporto di rifiuti effettuate dai soggetti abili- considerati materia prima secondaria.
dalla lettura della sentenza mai si evince l’ar- tati allo svolgimento delle attività medesime Pertanto, se possiamo considerare Mps
gomentazione relativa al mutamento della in forma ambulante, limitatamente ai rifiuti (tornitura con caratteristiche Ceca accer-
descrizione nel Cer, né mai si cita il Dm 9 che formano oggetto del loro commercio, tate da laboratorio abilitato e riportate sul
febbraio 2003. Puntare sull’articolo 14, si ri- non si applicavano le disposizioni relative a Ddt), queste vengono cedute a titolo one-
95
tiene sia stata una leggerezza, proprio a cau- registri, formulari, Mud e Albo. roso (non ci disfiamo, ma le vendiamo in
quanto hanno un valore) al commerciante consentire il rispetto dei citati canoni propri – L’obbligo e l’onere di detti campiona-
Rubriche Quesiti

che successivamente le conferirà in ac- dell’accertamento sulla effettività ed oggetti- menti ed analisi a chi va ascritto? Al pro-
ciaieria o fonderia, possiamo ritenerci vità dell’impiego successivo in fonderia, si po- duttore che conferisce, al recuperatore o
“legalmente” esclusi dall’ambito di appli- trebbe tentare il rischio di considerare i rotta- ad entrambi?
cazione dei rifiuti o sussiste ancora l’ob- mi Mps. Purché si sia consapevoli del fatto – In caso di mancata effettuazione di det-
bligo di conferire direttamente all’u- che l’onere probatorio relativo a tale destina- ti campionamenti e analisi si configura
tilizzatore? Questa esclusione ci evitereb- zione incombe su colui che invoca il regime una violazione delle prescrizioni cui è
be anche lo stoccaggio provvisorio. differenziato di favore (Mps e non rifiuti). sottoposta l’attività di recupero semplifi-
Si è consapevoli dello scalpore che tale ri- cato?
Il recente Dlgs 152/2006 ha abrogato (tra gli sposta può suscitare, tuttavia la clausola esi-
altri) anche l’articolo 14, Dl 138/2002 ed ha mente dalla qualificazione di rifiuti per tali L’articolo 8, Dm 5 febbraio 1998 è stato in-
ripreso sostanzialmente nei suoi articoli 183, materiali è chiarissima e risiede nella lettera tegralmente sostituito dall’articolo 1, comma
comma 1, lettera u) e 212, comma 12, dell’articolo 1, comma 26, legge 308/2004 4, Dm 5 aprile 2006, n. 186 (si veda pag.
quanto già presente nella citata legge 308/ cit.: il loro destino “in modo oggettivo ed ef- 11) che ha apportato una rilevante novella
2004 che continua ad applicarsi fino a quan- fettivo all’impiego nei cicli produttivi siderur- all’intero provvedimento. Ciò posto si eviden-
do non sarà emanato il Dm individuato dal gici o metallurgici”. E questo va dimostrato zia che:
Dlgs 152/2006 nel citato articolo 183, com- mediante i suindicati canoni (fino a quando, a) la caratterizzazione chimico-fisica nei modi
ma 1, lettera u) che indicherà quali siano i come è probabile, la Corte di Giustizia Ue non e nei termini indicati dal Dm va effettuata
rottami ferrosi e non ferrosi che sono da con- emetta apposita sentenza di condanna contro sempre (ovviamente, solo per i rifiuti che ne
siderarsi Mps. l’Italia a fronte di tale legge 308/2004). costituiscono l’oggetto);
Tuttavia, si sottolinea che: Quando sarà emanato il futuro Dm previsto b) campionamento ed analisi vanno effettuati
a) contro tale legge 308/2004 (proprio per la dall’articolo 183, comma 1, lettera u), Dlgs dal produttore dei rifiuti in occasione del pri-
parte relativa ai rottami) è pendente dal 13 152/2006 il criterio di individuazione non mo conferimento all’impianto di recupero e
dicembre 2005 un’apposita procedura d’in- sarà più quello della destinazione “in modo successivamente ogni due anni e, comun-
frazione avviata dalla Commissione Ue contro oggettivo ed effettivo all’impiego nei cicli pro- que, ogni volta che intervengano modifiche
l’Italia (in www.reteambiente.it, Spazio “Rifiu- duttivi siderurgici o metallurgici” bensì quello sostanziali nel processo di produzione.
ti”, Sezione “Documentazione complementa- “secco” della utilizzazione “in modo certo e Tuttavia (a tutela del ricevente), è consigliabi-
re”); non eventuale”. La norma non chiarisce nulla le che tali analisi vengano effettuate in con-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

b) tali rottami sono Mps solo a condizione in ordine al tempo di tale utilizzazione; quindi, traddittorio con il ricevente medesimo;
che “siano destinati in modo oggettivo ed ef- poiché le norme in materia di gestione dei ri- c) la mancata effettuazione di campionamen-
fettivo all’impiego nei cicli produttivi siderur- fiuti dettate dal Dlgs 152/2006 sono ispirate to ed analisi integra certamente gli estremi di
gici o metallurgici”. ai principi di precauzione, prevenzione, pro- una violazione delle prescrizioni cui è sotto-
Poiché non si ritiene che il conferimento ad porzionalità, responsabilizzazione e coopera- posta l’attività di recupero agevolato. Esse in-
un commerciante (che si sostanzia in un in- zione di tutti i soggetti coinvolti nella produ- fatti sono prescritte e previste proprio per ve-
termediario con detenzione dei rottami) sia zione, nella distribuzione, nell’utilizzo e nel rificare sotto il profilo analitico la possibilità
un recupero effettivo e oggettivo, in quanto consumo di beni da cui originano i rifiuti, nel tecnica di procedere a recupero senza dan-
costui non procede a nessun tipo di riproces- rispetto dei principi dell’ordinamento nazio- neggiare l’ambiente (rectius: danneggiarlo il
samento industriale, tali rottami continuano nale e comunitario (si veda l’articolo 178, meno possibile). Ed è proprio questo il fonda-
ad essere rifiuti. In pratica, si ritiene che lad- comma 3), si ritiene che i canoni dell’accer- mento posto alla base della mancanza del-
dove tra il produttore del rottame e la fonde- tamento di tale utilizzazione “certa e non e- l’atto di assenso preventivo rappresentato
ria vi sia un passaggio intermedio, tale pas- ventuale” siano i medesimi dell’attuale desti- dall’autorizzazione.
saggio intermedio inibisca al rottame la qua- nazione “in modo oggettivo ed effettivo
lifica di Mps e gli conservi quella di rifiuto. all’impiego nei cicli produttivi siderurgici o 46. Scade il 31 dicembre 2006 la
Diverso il caso in cui il produttore invii diret- metallurgici”. Quindi, sarà sempre indispen- proroga per le discariche
tamente alla fonderia il rottame, perché in sabile costituirsi una “prova rigorosa” del Ho sentito che c’è stata una proroga agli
quel caso il recupero ai cicli metallurgici e si- reimpiego produttivo, la quale non può esse- adempimenti normativi del Dlgs 36/2003
derurgici è positivamente riscontrabile. Con re certamente rappresentata da un semplice circa la caratterizzazione dei rifiuti in di-
la presenza frapposta tra produttore e desti- documento di trasporto. scarica; vorrei sapere la data di scadenza
natario di un commerciante/intermediario, in- e quando è stato pubblicato.
fatti, vengono meno i canoni propri dell’ac- 45. La novella al Dm 5 febbraio
certamento in ordine al riutilizzo effettivo ed chiarisce i dubbi su campiona- L’articolo 11-quartedecies, legge 2 dicembre
oggettivo e precisamente: mento e analisi 2005, n. 248 (di conversione, con modifica-
– destinazione in tempi ragionevoli al riutilizzo; In ordine all’articolo 8, Dm 5 febbraio zioni, del Dl 30 settembre 2005, n. 203) ha
– prova rigorosa del reimpiego produttivo, ri- 1998 relativamente al campionamento e prorogato al 31 dicembre 2006 il termine fi-
ferita ai singoli carichi; alle analisi per la caratterizzazione chimi- no al quale si potrà continuare ad accettare i
– accertamento caso per caso, proprio per- co-fisica dei rifiuti, si chiede quanto se- rifiuti in discarica osservando i criteri di cui
ché deve risultare in modo sostanziale e con- gue: alla delibera 27 luglio 1984, anziché quelli di
creto l’effettivo, oggettivo ed inequivocabile – Campionamento e analisi, e quindi la cui al Dm 3 luglio 2005 (sostitutivo del Dm
riutilizzo. caratterizzazione chimico-fisica del rifiu- 12 marzo 2003). Tale legge è stata pubblica-
Infatti, non è sufficiente una mera idoneità to, sono obbligo generale e ricorrente in- ta su S.O. n. 195 alla Gazzetta ufficiale n.
del materiale al riutilizzo. dipendentemente dalla tipologia di rifiuto, 281 del 2 dicembre 2005.
Tuttavia, laddove, nonostante la presenza del dal suo Cer e dalla scheda di norme tec-
96
commerciante/intermediario sia possibile niche nella quale i rifiuti sono inseriti? 47. Il nuovo Elenco europeo dei ri-
fiuti si applica dal 1° gennaio risultano compresi nei casi di esclusione 49. Discariche: la verifica di con-

Rubriche Quesiti
2002 citati nell’Allegato 1, comma 4. Le “pro- formità del gestore
Da quando si applica il nuovo Elenco ri- ve” precedentemente citate si riferisco- Per una corretta applicazione della norma-
fiuti? no, allora, ai gestori o ai produttori? tiva che disciplina i criteri di ammissibilità
dei rifiuti in discarica, si chiede un chiari-
L’Elenco dei rifiuti è l’Elenco europeo dei ri- Il Lettore ha colto una evidente contraddizio- mento in ordine agli obblighi del gestore di
fiuti di cui alla decisione 2000/532/Ce e suc- ne del Dm 3 agosto 2005 laddove il discarica per rifiuti, e precisamente in or-
cessive modifiche e integrazioni. Esso è vin- Legislatore ha trattato in modo particolare i dine a quanto previsto dall’articolo 3 com-
colante in tutti i suoi elementi e direttamente rifiuti contenenti amianto (Rca), in particolare mi 1 , 2 e 3, Dm 3 agosto 2005, in partico-
applicabile in tutti gli Stati membri della Ue ha riportato nel medesimo Dm 3 agosto lare: alla richiesta di ammissibilità del ri-
dal 1° gennaio 2002, in quanto anche alle- 2005 alcuni criteri presenti anche nel Dm 29 fiuto in discarica il gestore si attiva per la
gato al regolamento (Ce) 2557/2001 del 28 luglio 2004 relativo alle attività di recupero di verifica di conformità, pertanto:
dicembre 2001. tali Rca. • dispone il campionamento del rifiuto,
Si ritiene di poter superare la contraddizione sul luogo di produzione, e comunque, pri-
intendendo l’inciso “senza essere sottoposti ma del conferimento in discarica;
Risponde Loredana Musmeci a prove” come di non sottoporre i materiali e- • effettua la verifica di conformità sulla
dili contenenti amianto alle prove specifiche base dei dati forniti dal produttore in fase
48. Rca: la caratterizzazione di che vengono riportate nel Dm per gli Rca, e di caratterizzazione;
base è onere del produttore cioè la prova “dell’Indice di rilascio”. Invece, • effettua le analisi sul rifiuto utilizzando
Si richiedono chiarimenti in merito all’ob- la caratterizzazione di base andrà comunque una o più determinazioni analitiche im-
bligo del produttore di provvedere alla effettuata per gli aspetti attinenti a un Rca, e piegate per la caratterizzazione di base
caratterizzazione di base dei rifiuti di a- precisamente: provenienza; tipo di matrice in compreso un test di cessione.
mianto in matrice compatta poiché non è cui è inglobato l’amianto (materiale resinoide, Se le determinazioni analitiche, compreso
chiaro nel Dm 3 agosto 2005 se tali rifiuti cementizio ecc.), percentuale di amianto se il test di cessione, confermano l’ammissi-
ne siano esenti o meno. Infatti, all’articolo nota, ecc. Tali prove non devono essere ne- bilità del rifiuto in quella categoria di di-
6, comma 6, lettera c), si afferma che cessariamente effettuate in laboratorio; potrà scarica consente l’accesso per lo smalti-
possono essere smaltiti in discarica per essere sufficiente anche un’attestazione in mento in discarica.
cui si caratterizza l’Rca secondo quanto so-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


rifiuti non pericolosi “i materiali edili con- È corretta tale procedura per lo smalti-
tenenti amianto legato in matrici cemen- pra detto. mento del rifiuto in discarica?
tizie o resinoidi in conformità con l’artico- L’onere della caratterizzazione incombe al
lo 7, comma 3, lettera c) del decreto legi- produttore, il gestore esegue una prova di La procedura individuata dal Lettore è corret-
slativo 13 gennaio 2003, n. 36 senza es- conformità. Nel caso specifico la prova di ta e conforme a quanto riportato nel Dm 3 a-
sere sottoposti a prove”, ma questi non conformità non viene eseguita. gosto 2005.

Direttore responsabile Hanno collaborato © copyright 1994 – 2006 Abbonamento annuo: Euro 120,00
RIFIUTI Paola Ficco Sonia D’Angiulli Edizioni Ambiente srl, Milano Arretrati: Euro 13,00
Numeri speciali: Euro 22,00
bollettino di Maurizio De Paolis
informazione Redazione Giuseppe Gherardelli Tutti i diritti sono riservati:
normativa Vincenzo Dragani, Leonardo Filippucci è vietato qualunque uso, Il presente numero è stato chiuso
Maurizio Quaranta, Giancarlo Longhi anche parziale, dei testi. in Redazione il 26 giugno 2006
Monica Rocca Loredana Musmeci
Maria Letizia Nepi Questa rivista è stampata su
Edizioni
n. 131 (7/06)

Progetto grafico Maurizio Santoloci


e videoimpaginazione Ambiente l’unica carta riciclata da cartoni
Laura Petri via Natale Battaglia 10 per bevande per prodotti freschi
Le opinioni sono espresse
a titolo personale, 20127 Milano
Ufficio stampa tel. 02.45487277
Iride Baldo, Milano impegnano esclusivamente
iride.baldo@reteambiente.it gli Autori e non sono riferibili fax 02.45487333 Finito di stampare nel luglio 2006
né alle Istituzioni o agli Enti www.reteambiente.it Stampa: Moderna srl, via Passo Resia 10,
di appartenenza, né alla Rivista box@reteambiente.it 21013 Gallarate (Va)

Comitato Scientifico di Coordinamento


delle attività di Edizioni Ambiente in campo normativo
- Rivista “Rifiuti – Bollettino di informazione normativa”
- Attività di formazione sulla normativa ambientale
- Area normativa di Reteambiente
Presidente: Componenti:
Paola Ficco Mannino Bordet Paolo Cesco Vincenzo Dragani Maurizio Musco
(Giurista ambientale, (Esperto presso la Segreteria tecnica (Segretario FISE – Assoambiente, (Redazione Reteambiente) (Sostituto procuratore della
Docente universitario) della Direzione Generale Energia Confindustria) Franco Gerardini Repubblica presso il Tribunale di
del MinAttività Produttive) Sebastiano Cipriano (Regione Abruzzo – Servizio gestione Siracusa)
Tommaso Campanile (Colonnello, Guardia di Finanza – rifiuti) Loredana Musmeci
(Responsabile nazionale Ambiente Nucleo Repressione Frodi, Milano) Giancarlo Longhi (Direttore Reparto Suolo e Rifiuti –
e Sicurezza CNA) Maurizio De Paolis (Direttore Generale CONAI) Istituto Superiore di Sanità)
Daniele Carissimi (Direttore Servizio Massimario e Massimo Medugno Stefania Pallotta
(Avvocato in Terni) Ruolo Generale del Consiglio di (Vice Direttore generale Assocarta, (Responsabile sanzioni e contenzioso
Marco Casini Stato) Confindustria) ambientale Provincia di Venezia –
(Ingegnere, Docente universitario) Pasquale De Stefanis Settore Ambiente)
(Enea – Divisione Tecnologie Alessandro Radrizzani
Ingegneria e Servizi ambientali) (Redazione Reteambiente) 97
a cura di Maurizio De Paolis
Direttore Servizio Massimario e Ruolo Generale del Consiglio di Stato

Rubriche “Focus” giurisprudenza

Riferimenti Massima
Corte Suprema di Pres. Avitabile Rifiuti – Discarica abusiva – In tema di gestione dei rifiuti, il provvedimento di confisca dell’area sulla
Cassazione, Sez. III, Rel. Onorato Realizzazione o gestione – Sen- quale sia stata realizzata o gestita una discarica non autorizzata e in quanto
26 febbraio 2002, Imp. Dessena tenza penale di condanna – tale abusiva, non può essere disposto dal giudice attraverso la sentenza di
n. 7430 Confisca dell’area in compro- condanna emessa ex articolo 51, comma 3, Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22,
prietà – Condizioni e presuppo- qualora sussista una comproprietà dell’area in questione e i comproprietari
sti non siano responsabili, quanto meno a titolo di concorso, del reato di disca-
rica abusiva, non avendo l’area un’intrinseca criminalità in senso assoluto e
potendo venire bonificata dai residui inquinanti.
Rifiuti – Smaltimento – Attività È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale degli
di demolizione e costruzione di articoli 7 e 51, Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22, in relazione all’articolo 3
manufatti edilizi – Articoli 7 e Cost., ove definisce rifiuti e li sottopone alla conseguente disciplina i mate-
51, Dlgs 22/1997 – Trattamen- riali derivanti dalle attività di demolizione e costruzione di edifici per la pre-
to diversificato per le terre e sunta disparità di trattamento per le terre e le rocce da scavo, anche qua-
rocce da scavo di cui alla legge lora risultassero contaminate, escluse dall’articolo 1, comma 17, legge 21
443/2001 – Questione di legitti- dicembre 2001, n. 443 (delega al governo in materia di infrastrutture ed
mità costituzionale in riferimento insediamenti strategici) dall’ambito dei rifiuti, nonostante la maggiore peri-
all’articolo 3 Cost. – Manifesta colosità ambientale di queste ultime, considerato che si tratta di attività e
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)

infondatezza di materiali diversi, la cui diversità legittima la differente disciplina adottata


dal Legislatore nazionale nell’ambito della propria potestà discrezionale.
Tar Piemonte, Sez. II, Pres. Montini Rifiuti – Rifiuti speciali – Ab- Il proprietario di un’area sulla quale siano stati depositati da soggetti terzi
28 luglio 2000, Rel. Massari bandono su area privata – Pro- rifiuti speciali, in quanto incolpevole, non è obbligato a promuovere a pro-
n. 913 Ric. Soc. C.W. prietario incolpevole – Obbligo prie spese, al loro smaltimento e alla successiva bonifica delle aree conta-
Res. Comune di di smaltimento e di bonifica – minate.
Alessandria Inconfigurabilità
Tar Lombardia, Pres. Mariuzzo Rifiuti – Pericolo di danno am- Ai sensi dell’articolo 17, comma 9, Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22, qualora i
Milano, Sez. III, Rel. Mariuzzo bientale – Messa in sicurezza, responsabili dell’inquinamento da rifiuti non provvedano o non siano indivi-
ord. 22 agosto 2000, Ric. Soc. M. bonifica e ripristino ambientale duabili, gli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale
n. 2724 Res. Comune – Intervento del comune – Re- possono essere realizzati direttamente dal Comune competente e, ove
di Rho ed altri cupero egli oneri – Condizioni quest’ultimo non provveda, dalla Regione che può avvalersi anche di altri
enti pubblici, fermo il recupero dei relativi oneri nei confronti degli eventuali
soggetti responsabili.
Tar Toscana, Sez. II, Pres. Lazzeri Rifiuti – Rifiuti tossici e nocivi – È illegittima l’ordinanza del sindaco che ingiunge al proprietario di un terre-
12 settembre 2000, Rel. Del Guzzo Smaltimento – Rifiuti abbando- no, sul quale siano stati abbandonati e rinvenuti rifiuti tossici e nocivi, di
n. 1917 Ric. Soc. N.I.T. nati e rinvenuti su di una deter- provvedere al loro smaltimento e allo scorticamento del suolo ovvero di a-
Res. Comune di minata area – Proprietario incol- dottare i mezzi idonei per evitare che in futuro possano verificarsi ulteriori
Firenze pevole dell’abbandono – Ordi- abbandoni.
nanza sindacale di smaltimento
dei rifiuti e di scorticamento del
terreno – Illegittimità
Tar Friuli Venezia Pres. Bagarotto Rifiuti – Abbandono – Proprie- La condizione di colpa che ex, articolo 14, Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22,
Giulia, 29 settembre Rel. Di Sciascio tario dell’area – Responsabilità rende corresponsabile il proprietario di un terreno congiuntamente agli au-
2000, n. 692 Ric. Soc. G. – Configurabilità – Condizioni tori materiali dell’abbandono di rifiuti non autorizzato preventivamente e
Res. Comune di che legittima il Comune di adottare un’ordinanza sindacale di smaltimento,
Grado sotto pena di esecuzione in danno, si identifica normalmente con la negli-
genza, provata da una prolungata inerzia nel non adottare misure idonee
ad impedire l’abbandono.
Tar Sardegna 19 Pres. Tosti Rifiuti – Abbandono – Proprie- La condizione di colpa che ex, articolo 14, Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22,
luglio 2004, n. 1076 Rel. Scano tario dell’area – Responsabilità rende corresponsabile il proprietario di un terreno congiuntamente agli au-
Ric. Gestione – Configurabilità – Condizioni tori materiali dell’abbandono di rifiuti non autorizzato preventivamente e
governativa che legittima il Comune di adottare un’ordinanza sindacale di smaltimento,
ferrovie Sardegna sotto pena di esecuzione in danno, si identifica normalmente con la negli-
Res. Comune genza, provata da una prolungata inerzia nel non adottare misure idonee
di Bultei ad impedire l’abbandono.
Rifiuti – Abbandono – Reiterato L’abbandono di rifiuti su di un’area di proprietà di una Pubblica ammini-
nel tempo – Amministrazione strazione se protratto lungamente nel tempo e riguardante uno spazio ben
proprietaria dell’area – È re- circoscritto, dimostra la responsabilità della discarica abusiva a carico
sponsabile dell’ente pubblico proprietario (Nella fattispecie, l’abbandono era avvenuto
98 in un’area prospicente una stazione ferroviaria).
a cura di Conai – Consorzio nazionale imballaggi

Un gruppo di aziende
al servizio di altre aziende
per la raccolta e lo smaltimento Rubriche Punto imballaggi
degli oli usati
I risultati di recupero e riciclo nale vengono conferiti al sistema Conai-Con- valorizzazione che effettuano recupero ener-
dei rifiuti di imballaggio sorzi di filiera. getico: 31 impianti distribuiti esclusivamente
nel 2005 al Centro-Nord; al Sud al momento non è o-
Risultati di recupero e riciclo perativo alcun impianto.
Il sistema nazionale di recupero dei rifiuti di Il 2005 evidenzia un immesso al consumo
imballaggio registra nel 2005 risultati soddi- di imballaggi sul territorio nazionale sostan- Nel 2005 quindi la percentuale di recupero
sfacenti. Dall’assemblea dei Consorziati Co- zialmente stabile rispetto all’anno precedente. complessivo dei materiali di imballaggio –
nai 2006, che ha approvato il bilancio e i ri- Per quanto concerne il riciclo i quantitativi acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e ve-
sultati di esercizio dell’anno precedente, e- ammontano a oltre 6,6 milioni di tonnellate di tro – si attesta al 65% dell’immesso al con-
merge un quadro nettamente positivo del re- imballaggi avviati al recupero di materia e al- sumo, pari a 7.744.000 tonnellate, un im-
cupero e riciclo dei rifiuti di imballaggio in la fabbricazione di nuovi manufatti, con una portante traguardo che ha consentito la ridu-
Italia. I risultati attestano già oggi il raggiun- crescita del 3,5% circa, pari a 221.000 ton- zione al 35% della quantità di imballaggi che
gimento degli obiettivi previsti dalla nor- nellate, rispetto al 2004. ancora finiscono in discarica.
mativa europea, recepita anche nel nostro Il sistema consortile raggiunge già oggi gli o-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


Paese. biettivi minimi di riciclo complessivi previsti Rifiuti di imballaggio industriali,
In questo scenario positivo emergono ancora per il 2008 (55%) dalla legislazione europea. commerciali e artigianali
grandi lacune, soprattutto nelle Regioni in e- I rifiuti di imballaggio avviati a recupero e- A dicembre 2005, ultimo dato censito, le
mergenza rifiuti: a fronte di buone perfor- nergetico sono dell’ordine di 1.100.000 ton- piattaforme individuate sul territorio nazionale
Consorzio Imprese Raccolta Olii Esausti
(aziende concessionarie C.O.O.U.) mance in zone del Paese dove si concentra- nellate e rappresentano il 14,6% del recupe- erano 400, con un aumento del 5% sull’anno
no realtà industriali in grado di accogliere e ro complessivo. precedente, di cui il 22% in grado di ricevere
20121 Milano Corso Venezia, 47/49 Tel. 02.794689 Fax 02.76012257 segreteria@ass-anco.it
lavorare i rifiuti e realizzare un’efficace atti- I consorzi della plastica e dell’alluminio stipu- più materiali di imballaggio, mentre oltre il
vità di riciclo e recupero, emergono ancora lano apposite convenzioni con gli impianti di 50% riguarda solo gli imballaggi in legno.
ABRUZZO Rimondi Paolo srl Lodigiana Recuperi srl MARCHE Rosso srl TOSCANA
I.T.Ro.Fer. srl Via Agucchi 84 Via Leonardo da Vinci 4 Adriatica Rottami srl Via Ghiglione 16/18 Lonzi Rossano parecchie situazioni di forte ritardo rispetto a- termovalorizzazione presenti sul territorio e L’obiettivo del sistema consortile è quello di
Contrada Foreste snc 40131 Bologna BO 26834 Corte Palasio LO via Bore Tesino sn 12045 Fossano CN Via delle Macchie,
65015 Montesilvano PE Tel. 051 384792 Tel. 0371 72375 63013 Grottammare AP Tel. 0172 637137 angolo via dello Scirocco gli obiettivi di raccolta differenziata. con gli impianti di preparazione del combu- garantire una gestione il più possibile inte-
Tel. 085 4682035 Fax 051 387815 Fax 0371 72276 Tel. 0735 735796 Fax 0172 637130 57124 Località La Padula È verso queste aree che Conai, il Consorzio stibile alternativo, come previsto dal nuovo grata, assicurando l’opportunità di conferire
Fax 085 4682102 Fax 0735 631724 Livorno LI
T.R.S. Ecologia srl Mecomer srl Sepi sas di Tel/Fax 0586 851001 che coordina le attività di riciclo e recupero, Accordo Anci-Conai. al medesimo impianto i rifiuti di imballaggio
CALABRIA Via 1° Maggio 34 Via S. Dionigi 105 Mariani & C. srl Besozzi Ernesto & C.
Cara Stefano 29012 Caorso PC 20139 Milano MI Strada Adriatica 303 Strada del Portone 903 VENETO
concentrerà nel prossimo triennio 2006- Ad oggi la convenzione sul recupero energe- in carta, plastica e legno.
Via Carrera – Traversa Tel. 0523 813287 Tel. 02 57409879 61100 Pesaro PS 10137 Torino TO Nuova Esa srl 2008 i maggiori sforzi economici, di risorse tico è operativa per tutti gli impianti di termo-
Privata Fax 0523 813288 Fax 02 57403280 Tel. 0721 21231 Tel. 011 3149409 Via Fornace 44
89068 San Gregorio RC Fax 0721 408745 Fax 011 3149550 30020 Marcon VE progettuali e di comunicazione.
Tel. 0965 640248 LIGURIA Padana Recuperi Ecologica srl Tel. 041 5950599
Fax 0965 640248 Ricupoil srl Via Privata Marocco 2/A Ripari Franco PUGLIA Fax 041 5950592
Via Laiasso 1/r
16141 Genova
27010 Filighera PV C.da San Domenico 64 CEMAR sas Raccolta differenziata dei rifiuti di Dati di recupero complessivo al 2005
Ecologia Oggi srl Tel. 0382 969336 62012 Civitanova di Durante Rosaria & C. Recoil srl
Via Cassoli 18 Tel. 010 8605046 Fax 0382 960359 Marche MC Contrada Roccacannuccia Via Ca’ Morosini 8 imballaggio Materiale Risultati 2004 Preconsuntivo 2005 Preconsuntivo 2005
Fax 010 8605344 C.P. 85 73048 Nardò LE
88046 Lamezia Terme CZ Tel. 0733 898172
Tel/Fax 0833 564053
45026 Lendinara RO I dati per il 2005 indicano un incremento Kton Kton %
Tel. 0968 442032 LOMBARDIA R.O.B.I. srl Fax 0733 898172 Tel. 0425 601368
Fax 0968 201472 Aglioni Angelo srl Via degli Assini 44
Nicola Veronico srl
Fax 0425 601001 complessivo nella produzione di rifiuti urbani Acciaio 324 355 64,0
24048 Treviolo BG Termopetroli sas
Ecosistem srl
Via E. Fermi 26
Tel. 035 200603 di Mercuri & C.
S.P. 231 Km 1,680 Sartori Omero
prossimo all’1%, confermando il trend del- Alluminio 39,1 36,7 53,5
24054 Calcio BG 70026 Modugno BA
Località Lenza-Viscardi Tel. 0363 968259 Fax 035 201291 Via Dante 288/A
Tel. 080 5328910
di Sartori Claudio e C. snc l’anno 2004, una tendenza che va di pari Carta 3.124 3.269 75,4
88040 Lamezia Terme CZ Fax 0363 906162 60044 Fabriano AN Via Mantovana 106/D
Tel. 0968 53267 Valicenti Pasquale Tel. 0732 625454
Fax 080 5352365 37137 Verona VR passo con il livello dei consumi. Legno 1.633 1.652 61,2
Fax 0968 53967 A.R.O. srl Via Plana 30 Fax 0732 625454 Nicola Veronico srl Tel. 045 953500 I dati stimati nell’ambito dei due anni di atti-
Via Brescia 52 20155 Milano MI S.P. 99 Km 2,650 Fax 045 953847 Plastica 1.127 1.170 55,7
CAMPANIA 25024 Leno BS Tel. 02 39264924 PIEMONTE 71022 Ascoli Satriano FG vità del nuovo accordo Anci-Conai per lo svi- Vetro 1.203 1.261 58,9
Ecopartenope srl Tel. 030 9038217 Fax 02 39264924 Grassano Giovanni srl Tel. 0885 651136 SE.FI. Ambiente srl
Via M. Agrippa 127/8 Fax 030 906672 Via per Retorto 31 Fax 0885 652028 Via Argine di Mezzo 25 luppo della raccolta differenziata e del recu- Totale 7.450 7.744 65,1
80126 Napoli NA Venanzi Onofrio snc 15077 Predosa AL 30027 San Donà pero degli imballaggi, evidenziano una cre-
Tel. 081 7670272 Basoni srl Via 1° maggio 8 Tel. 0131 719936 SICILIA di Piave VE
Fax 081 7662524 Via dell’Artigianato 10/12 20014 Nerviano MI Fax 0131 719938 Meta Service srl Tel. 0421 235331 scita significativa della raccolta dei rifiuti di
46038 San Giorgio Tel. 0331 588537 Via S. Filippo Neri 26 Fax 0421 235411
EMILIA ROMAGNA di Mantova MN Fax 0331 580492 Oli Metal snc 95128 Catania
imballaggio: i quantitativi gestiti dai Consorzi
Montieco srl Tel. 0376 371460 Via Centallo 27 Tel. 095 439796 SE.RI sas di filiera sono aumentati del 13,6% da un an-
Via II Giugno 11/B Fax 0376 372579 Venanzieffe srl 10156 Torino TO Fax 095 439796 di Carminati Franco & C.
40011 Anzola Emilia BO Viale Lombardia 62/64 Tel. 011 2733169 Via Mincana 31 no all’altro e del 76% dal 2002 ad oggi. La
Tel. 051 733132 Ecoretras srl 20010 Villastanza Fax 011 2238147 Vincenzo Pecorella Oli sas 35020 Due Carrare PD
Fax 051 735152 Via Bedesco 14/16 di Parabiago MI Via Sidney Sonnino 9 Tel. 049 525452
raccolta consortile è passata in tre anni dal
24039 Sotto il Monte BG Tel. 0331 49951 90146 Palermo PA Fax 049 526125 56,7 al 74,5% della raccolta totale di imbal-
Tel. 035 4380112 Fax 0331 499520 Tel. 091 328543
Fax 035 791171 Fax 091 336484 laggi. Questo significa che i tre quarti del to-
99
tale della raccolta imballaggi a livello nazio-
Se la tua azienda deve smaltire oli usati, chiama il nostro raccoglitore più vicino.
luglio 2006 n. 131 (7/06)
mensile Euro 22,00

RIFIUTI – bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)


RIFIUTI bollettino di informazione normativa
Registrazione Tribunale di Milano n. 451 del 22 agosto 1994. Poste italiane spa – Spedizione in abbona-
mento postale – Dl 353/2003 (conv. in legge 46/2004) articolo 1, comma 1, DCB Milano
testata mensile (11 numeri)
disponibile per abbonamento
nelle seguenti formule:

abbonamento annuo alla rivista stampata


con spedizione in abbonamento postale Euro 120,00.
La rivista può oggi essere ordinata anche con spedizione in Posta prioritaria, con un contributo
spese di Euro 23,00 annue.
Numeri arretrati Euro 13,00; numeri doppi e speciali Euro 22,00. L’intervento
Acque di scarico e rifiuti allo stato liquido: il Dlgs 152/2006
conferma la distinzione con qualche certezza in più;
abbonamento annuo a “Rifiuti on-line” nessun ritorno allo “scarico indiretto” pag. 3
nel sito www.reteambiente.it, con accesso tramite password Euro 120,00 + iva Euro 24,00. di Paola Ficco e Maurizio Santoloci
Indispensabile per gli operatori che hanno l’esigenza di avere a disposizione la rivista in tempo
reale, cioè al momento della chiusura in redazione, entro i primi giorni di ogni mese. Rifiuti di imballaggio e Dlgs 152/2006: che cosa cambia
nel sistema consortile di gestione 7
Il servizio dà diritto a scaricare gratuitamente qualunque numero arretrato della rivista.
INEFFICACIA dei 17 Dm attuativi della “delega am-
bientale”. È questo il contenuto dell’avviso del Ministero dell’ambiente pub-
di Giancarlo Longhi

abbonamento abbinato rivista stampata e “Rifiuti on-line” blicato sulla Gazzetta ufficiale n. 146 del 26 giugno 2006 (il Dm sul Cdr e sul
Cdr-Q, anche se attuativo della “delega”, resta efficace poiché emanato dal
Legislazione norme nazionali
Euro 120,00 abbonamento base, Recupero agevolato: adeguamento messa in riserva non pericolosi
Ministero attività produttive). Lo abbiamo saputo a Rivista già chiusa, dove
più servizio telematico al prezzo speciale di Euro 70,00 + iva. entro il 3 dicembre 2006
avevamo provveduto ad esaminare alcuni Dm. Dm 5 febbraio 1998 – Testo vigente 11
Ideale per chi ha l’esigenza di avere a disposizione immediatamente le notizie più recenti e E adesso tutto ritorna al 29 aprile 2006 come se i Dm attuativi non fossero
desidera comunque conservare le annate complete della rivista stampata. il commento di Maria Letizia Nepi 51
mai stati emanati. Le imprese si allarmano. Però non c’è motivo. L’Authority
non ha iniziato a lavorare; per il riutilizzo di acque reflue vige il precedente L’obbligo di registro incombe anche sui piccoli artigiani
sistema di cui al Dm 185/2003 (non dissimile dal nuovo). La gara dell’Au- Dm 2 maggio 2006 56
torità d’ambito non può essere fatta fino a quando non saranno emanate le il commento di Paola Ficco 59
linee guida nazionali per le Regioni; lo “statuto-tipo” dei Consorzi per gli
imballaggi è improduttivo di effetti per almeno un anno, mentre quello sui Cdr-Q, un decreto tampone che malamente colma le lacune
requisiti Cen degli imballaggi ribadisce solo i requisiti essenziali dell’articolo lasciate dal “Codice ambientale”
9, direttiva 94/62/Ce. Il Dm sulle rocce e terre di scavo per i “piccoli cantieri” Dm 2 maggio 2006 63
era già illegittimo per violazione di legge poiché contrario al Dlgs 152/2006. il commento di Pasquale De Stefanis 67
Il Dm sui beni di polietilene è già stato impugnato dinanzi al Tar Lazio da
I rifiuti urbani vanno a gara
Polieco; quello sull’elenco dei rifiuti era tutto sbagliato. Il Dm finanziario Dm 2 maggio 2006 72
sull’Albo gestori c’era tempo per farlo, come quello sulla riorganizzazione il commento di Giuseppe Gherardelli 75
del Catasto rifiuti, ed entrambi finora non hanno praticamente prodotto ef-
fetti operativi per le imprese.
Edizioni Ambiente Su cosa si fonda l’inefficacia dichiarata dal Ministero dell’ambiente? Su una Giurisprudenza
via N. Battaglia 10, 20127 Milano tel. 02 45487277 fax 02 45487333 legge antica ma non vecchia: legge 20/1994, in materia di giurisdizione e
Definizione autentica di rifiuto e conseguenze della sua soppressione
sito internet www.reteambiente.it e-mail box@reteambiente.it offerta valida fino al 31/12/2006 controllo della Corte dei Conti. È sbagliato pensare che al vaglio della Corte
Corte di Cassazione – III Sezione penale
131 vadano inviati solo gli atti che comportano una spesa, perché a mente del
Ordinanza 16 gennaio 2006, n. 1414 77
Tagliando di abbonamento a RIFIUTI bollettino di informazione normativa suo articolo 3, comma 1, vi sono sottoposti anche “atti normativi a rile- il commento di Leonardo Filippucci 82
da spedire via fax a Edizioni Ambiente 02 45487333 l’abbonamento è effettivo vanza esterna … ed atti generali attuativi di norme comunitarie”, cioè
dal ricevimento del presente modulo quelli di cui trattasi. Per la discarica quasi esaurita “no” all’adeguamento post-operativo
■ Sì, desidero abbonarmi a RIFIUTI bollettino di informazione normativa nella formula: compilato e sottoscritto per accettazione
L’unico problema che si riverbera sulle imprese è dato dalla inefficacia del e alle garanzie finanziarie
■ Rivista stampata, spedizione in abbonamento postale (Euro 120,00) nuovo Dm relativo ai registri di carico e scarico. Queste dovranno tornare al Tribunale amministrativo regionale Veneto
■ Rivista stampata, spedizione in posta prioritaria (Euro 143,00) Dm 148/1998 usando l’articolo 190 della “delega” dove l’obbligo di vidima- Sentenza 16 marzo 2006, n. 609 89
■ Rifiuti on-line (Euro 120,00 + iva Euro 24,00 = Euro 144,00)
■ Abbinata rivista stampata e Rifiuti on-line (Euro 120,00 + Euro 70,00 + iva Euro 14,00 = Euro 204,00)
zione, numerazione e stampa entro i termini previsti per le annotazioni non il commento di Sonia D’Angiulli 90
esiste più. L’articolo 190 è norma sostanziale ed essa è ancora vigente, a dif-
Effettuo il pagamento di Euro ............................................................. tramite: ferenza del Dm 2 maggio 2006 (dichiarato inefficace).
■ versamento su c.c.p. 28159200 intestato a Edizioni Ambiente srl di cui allego fotocopia Tuttavia, questo Dm era già ampiamente illegittimo in quanto viziato da in- Rubriche
■ bonifico su cc n. 000000031450, Banca Popolare di Verona (cab 01603, abi 05188, CIN P) di cui allego fotocopia competenza (relativa) che ricorre quando l’atto è emanato da un organo Quesiti 93
■ carta di credito: ■ CartaSì ■ Visa ■ Mastercard amministrativo diverso da quello avente potestà di provvedere. Infatti, esso a- a cura di Paola Ficco e Loredana Musmeci
Numero Carta Scadenza
vrebbe dovuto essere emanato dal Ministero dell’ambiente, di concerto con i
Luglio 2006

1) Informativa ex Dlgs 196/2003. La compilazione del presente coupon è facoltativa, ma


è necessaria per fornire il servizio da Lei richiesto e, dietro suo consenso, per inviarLe inol- Ministri delle attività produttive e della salute. Ma di queste due Autorità nel “Focus” giurisprudenza 98
Nome Cognome tre informazioni su iniziative commerciali e non della Casa Editrice. Responsabile del tratta-
Dm non c’è traccia. Tale vizio rendeva il Dm disapplicabile da parte del giu- a cura di Maurizio De Paolis
mento dei suoi dati è Edizioni Ambiente Srl, via N. Battaglia 10, 20127, Milano. Nel rispetto
Ragione sociale Cod.Fisc./P.Iva del Dlgs 196/2003, i dati da Lei rilasciati saranno trattati, anche con l’ausilio di mezzi au- dice ordinario a mente di un’altra antica (ma non dimenticata) disposizio-
tomatizzati, dagli incaricati della gestione dei servizi in oggetto, del marketing, dell’ammini-
strazione e della gestione clienti. Non saranno comunicati a terzi se non per adempiere ad ne: legge 20 marzo 1865, n. 2248, abolitrice del contenzioso amministrativo. Punto imballaggi 99
Via n. CAP obblighi di legge, per ordini di pubbliche autorità o per esercitare un diritto in sede giudizia- a cura di Conai
ria. È Suo diritto ottenerne gratuitamente il controllo, l’aggiornamento, la modifica o la can-
cellazione e opporsi al loro trattamento ai sensi dell’articolo 7 del citato Dlgs 196/2003.
Paola Ficco
Città Prov. tel.
2) Consenso al trattamento dei dati.
Letta l’informativa di cui sopra: [ ] autorizzo
e-mail sito internet [ ] non autorizzo

Data Firma
l’utilizzo dei miei dati per l’invio di informazioni commerciali ed iniziative della Casa Editrice.
Firma ........................................................................... Edizioni Ambiente

Potrebbero piacerti anche

  • Ott 06
    Ott 06
    Documento48 pagine
    Ott 06
    Luca Benedetti
    Nessuna valutazione finora
  • Ago Set06
    Ago Set06
    Documento60 pagine
    Ago Set06
    Luca Benedetti
    Nessuna valutazione finora
  • Mag Giu06allegato
    Mag Giu06allegato
    Documento12 pagine
    Mag Giu06allegato
    Luca Benedetti
    Nessuna valutazione finora
  • Mag Giu06
    Mag Giu06
    Documento136 pagine
    Mag Giu06
    Luca Benedetti
    Nessuna valutazione finora
  • Apr 06
    Apr 06
    Documento48 pagine
    Apr 06
    Luca Benedetti
    Nessuna valutazione finora
  • Mar 06
    Mar 06
    Documento56 pagine
    Mar 06
    Luca Benedetti
    Nessuna valutazione finora
  • 136 Gen07
    136 Gen07
    Documento44 pagine
    136 Gen07
    Luca Benedetti
    Nessuna valutazione finora