Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
131 (7/06)
mensile Euro 22,00
abbonamento abbinato rivista stampata e “Rifiuti on-line” blicato sulla Gazzetta ufficiale n. 146 del 26 giugno 2006 (il Dm sul Cdr e sul
Cdr-Q, anche se attuativo della “delega”, resta efficace poiché emanato dal
Legislazione norme nazionali
Euro 120,00 abbonamento base, Recupero agevolato: adeguamento messa in riserva non pericolosi
Ministero attività produttive). Lo abbiamo saputo a Rivista già chiusa, dove
più servizio telematico al prezzo speciale di Euro 70,00 + iva. entro il 3 dicembre 2006
avevamo provveduto ad esaminare alcuni Dm. Dm 5 febbraio 1998 – Testo vigente 11
Ideale per chi ha l’esigenza di avere a disposizione immediatamente le notizie più recenti e E adesso tutto ritorna al 29 aprile 2006 come se i Dm attuativi non fossero
desidera comunque conservare le annate complete della rivista stampata. il commento di Maria Letizia Nepi 51
mai stati emanati. Le imprese si allarmano. Però non c’è motivo. L’Authority
non ha iniziato a lavorare; per il riutilizzo di acque reflue vige il precedente L’obbligo di registro incombe anche sui piccoli artigiani
sistema di cui al Dm 185/2003 (non dissimile dal nuovo). La gara dell’Au- Dm 2 maggio 2006 56
torità d’ambito non può essere fatta fino a quando non saranno emanate le il commento di Paola Ficco 59
linee guida nazionali per le Regioni; lo “statuto-tipo” dei Consorzi per gli
imballaggi è improduttivo di effetti per almeno un anno, mentre quello sui Cdr-Q, un decreto tampone che malamente colma le lacune
requisiti Cen degli imballaggi ribadisce solo i requisiti essenziali dell’articolo lasciate dal “Codice ambientale”
9, direttiva 94/62/Ce. Il Dm sulle rocce e terre di scavo per i “piccoli cantieri” Dm 2 maggio 2006 63
era già illegittimo per violazione di legge poiché contrario al Dlgs 152/2006. il commento di Pasquale De Stefanis 67
Il Dm sui beni di polietilene è già stato impugnato dinanzi al Tar Lazio da
I rifiuti urbani vanno a gara
Polieco; quello sull’elenco dei rifiuti era tutto sbagliato. Il Dm finanziario Dm 2 maggio 2006 72
sull’Albo gestori c’era tempo per farlo, come quello sulla riorganizzazione il commento di Giuseppe Gherardelli 75
del Catasto rifiuti, ed entrambi finora non hanno praticamente prodotto ef-
fetti operativi per le imprese.
Edizioni Ambiente Su cosa si fonda l’inefficacia dichiarata dal Ministero dell’ambiente? Su una Giurisprudenza
via N. Battaglia 10, 20127 Milano tel. 02 45487277 fax 02 45487333 legge antica ma non vecchia: legge 20/1994, in materia di giurisdizione e
Definizione autentica di rifiuto e conseguenze della sua soppressione
sito internet www.reteambiente.it e-mail box@reteambiente.it offerta valida fino al 31/12/2006 controllo della Corte dei Conti. È sbagliato pensare che al vaglio della Corte
Corte di Cassazione – III Sezione penale
131 vadano inviati solo gli atti che comportano una spesa, perché a mente del
Ordinanza 16 gennaio 2006, n. 1414 77
Tagliando di abbonamento a RIFIUTI bollettino di informazione normativa suo articolo 3, comma 1, vi sono sottoposti anche “atti normativi a rile- il commento di Leonardo Filippucci 82
da spedire via fax a Edizioni Ambiente 02 45487333 l’abbonamento è effettivo vanza esterna … ed atti generali attuativi di norme comunitarie”, cioè
dal ricevimento del presente modulo quelli di cui trattasi. Per la discarica quasi esaurita “no” all’adeguamento post-operativo
■ Sì, desidero abbonarmi a RIFIUTI bollettino di informazione normativa nella formula: compilato e sottoscritto per accettazione
L’unico problema che si riverbera sulle imprese è dato dalla inefficacia del e alle garanzie finanziarie
■ Rivista stampata, spedizione in abbonamento postale (Euro 120,00) nuovo Dm relativo ai registri di carico e scarico. Queste dovranno tornare al Tribunale amministrativo regionale Veneto
■ Rivista stampata, spedizione in posta prioritaria (Euro 143,00) Dm 148/1998 usando l’articolo 190 della “delega” dove l’obbligo di vidima- Sentenza 16 marzo 2006, n. 609 89
■ Rifiuti on-line (Euro 120,00 + iva Euro 24,00 = Euro 144,00)
■ Abbinata rivista stampata e Rifiuti on-line (Euro 120,00 + Euro 70,00 + iva Euro 14,00 = Euro 204,00)
zione, numerazione e stampa entro i termini previsti per le annotazioni non il commento di Sonia D’Angiulli 90
esiste più. L’articolo 190 è norma sostanziale ed essa è ancora vigente, a dif-
Effettuo il pagamento di Euro ............................................................. tramite: ferenza del Dm 2 maggio 2006 (dichiarato inefficace).
■ versamento su c.c.p. 28159200 intestato a Edizioni Ambiente srl di cui allego fotocopia Tuttavia, questo Dm era già ampiamente illegittimo in quanto viziato da in- Rubriche
■ bonifico su cc n. 000000031450, Banca Popolare di Verona (cab 01603, abi 05188, CIN P) di cui allego fotocopia competenza (relativa) che ricorre quando l’atto è emanato da un organo Quesiti 93
■ carta di credito: ■ CartaSì ■ Visa ■ Mastercard amministrativo diverso da quello avente potestà di provvedere. Infatti, esso a- a cura di Paola Ficco e Loredana Musmeci
Numero Carta Scadenza
vrebbe dovuto essere emanato dal Ministero dell’ambiente, di concerto con i
Luglio 2006
Data Firma
l’utilizzo dei miei dati per l’invio di informazioni commerciali ed iniziative della Casa Editrice.
Firma ........................................................................... Edizioni Ambiente
a cura di Conai – Consorzio nazionale imballaggi
Un gruppo di aziende
al servizio di altre aziende
per la raccolta e lo smaltimento Rubriche Punto imballaggi
degli oli usati
I risultati di recupero e riciclo nale vengono conferiti al sistema Conai-Con- valorizzazione che effettuano recupero ener-
dei rifiuti di imballaggio sorzi di filiera. getico: 31 impianti distribuiti esclusivamente
nel 2005 al Centro-Nord; al Sud al momento non è o-
Risultati di recupero e riciclo perativo alcun impianto.
Il sistema nazionale di recupero dei rifiuti di Il 2005 evidenzia un immesso al consumo
imballaggio registra nel 2005 risultati soddi- di imballaggi sul territorio nazionale sostan- Nel 2005 quindi la percentuale di recupero
sfacenti. Dall’assemblea dei Consorziati Co- zialmente stabile rispetto all’anno precedente. complessivo dei materiali di imballaggio –
nai 2006, che ha approvato il bilancio e i ri- Per quanto concerne il riciclo i quantitativi acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e ve-
sultati di esercizio dell’anno precedente, e- ammontano a oltre 6,6 milioni di tonnellate di tro – si attesta al 65% dell’immesso al con-
merge un quadro nettamente positivo del re- imballaggi avviati al recupero di materia e al- sumo, pari a 7.744.000 tonnellate, un im-
cupero e riciclo dei rifiuti di imballaggio in la fabbricazione di nuovi manufatti, con una portante traguardo che ha consentito la ridu-
Italia. I risultati attestano già oggi il raggiun- crescita del 3,5% circa, pari a 221.000 ton- zione al 35% della quantità di imballaggi che
gimento degli obiettivi previsti dalla nor- nellate, rispetto al 2004. ancora finiscono in discarica.
mativa europea, recepita anche nel nostro Il sistema consortile raggiunge già oggi gli o-
Definizione di scarico
Dlgs 152/1999 – articolo 2, comma 1, lettera bb) Dlgs 152/2006 – articolo 74, comma 1, lettera ff)
“qualsiasi immissione diretta tramite condotta di acque reflue liquide, “qualsiasi immissione di acque reflue in acque superficiali, sul suolo,
semiliquide e comunque convogliabili nelle acque superficiali, sul suo- nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla loro natura
lo, nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla loro na- inquinante, anche sottoposte a preventivo trattamento di depurazione”
tura inquinante, anche sottoposte a preventivo trattamento di depura-
zione”
In arancione, nella definizione previgente, sono riportate le parole non più reperibili nella definizione nuova. 3
Come è evidente, rispetto al 1999, il Legislatore del nuovo Dlgs bile e si affluisse in acque sotterranee non si avrebbe lo “scarico”
L’intervento Confine tra acque di scarico e rifiuti allo stato liquido
152/2006 ha provveduto alla soppressione di due elementi: perché tali acque non sono previste come corpo recettore.
1) un elemento “gestionale”: la cd. convogliabilità diretta;
2) un elemento fisico: lo stato del refluo. Come è evidente, si tratta di corpi recettori “naturali” (acque
Tale diversità ha indotto molti a ritenere che si sia ritornati all’isti- superficiali, suolo, sottosuolo) ai quali se ne aggiunge uno, e
tuto giurisprudenziale dello “scarico indiretto” come enucleato uno solo, di origine antropica: la rete fognaria. Quindi, qual-
sotto la vigenza della ormai antica “legge Merli” (319/1976). siasi altro recettore non naturale e diverso dalla rete fognaria
La necessità di capire esattamente quale sia lo “scarico” appare de- non è un “corpo recettore” in senso tecnico nel quale può
terminante in ragione del fatto che la disciplina sui rifiuti non si confluire un’acqua reflua ai fini della configurazione dello
applica agli “scarichi idrici”; essa, invece, si applica ai “rifiuti li- scarico al quale applicare la Parte III, Dlgs 152/2006 relativa
quidi costituiti da acque reflue” (articolo 185, comma 1, lettera b), alla tutela delle acque.
Dlgs 152/2006). Il reperimento di tale puntuale linea di discrimine
è determinante al fine di comprendere quali siano i regimi ammi- Pertanto, eventuali altre infrastrutture (diverse dalla rete fognaria)
nistrativi e sanzionatori applicabili (quelli previsti dalla Parte ter- nonché qualsiasi altro manufatto comunque imputabile alla co-
za, sulla tutela delle acque, o dalla Parte quarta, sulla gestione dei struzione dell’uomo (per esempio camion o vasca) non è corpo re-
rifiuti, Dlgs 152/2006). cettore; quindi, non può ricevere uno “scarico”. Può solo ricevere
rifiuti allo stato liquido rappresentati da acque reflue che, come ta-
Quindi, mentre ieri era semplicissimo comprendere il confine li, rientrano nella disciplina di cui alla Parte IV, Dlgs 152/2006 (re-
tra “acqua di scarico” e “rifiuti allo stato liquido”, oggi que- lativa alla gestione dei rifiuti).
sta indagine appare di più difficile conduzione. Il che, però,
non è del tutto vero. Il presente intervento è teso, dunque, a – Che cosa è la cosa diversa dalla cosa solida che
dimostrare come e perché la nuova definizione di “scarico” arriva nel corpo recettore?
nulla reca di innovativo rispetto a quella previgente in base al La materia può essere presente in natura in diverse fasi o stati, ca-
Dlgs 152/1999. ratterizzati da uniforme composizione chimica e proprietà fisiche
(densità, struttura cristallina, indice di rifrazione ecc.). Gli esempi
Solido e liquido più familiari di stati della materia sono costituiti dagli stati solido,
Nella nuova definizione di “scarico”, come si è visto, non c’è più liquido e gassoso.
alcun riferimento alla stato fisico di quanto viene immesso in un Nel campo dell’inquinamento il confine è oggettivo e non necessi-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
corpo recettore. Si tratta, tuttavia, come in precedenza, di “acque ta di grandi supporti scientifici anche perché il liquido è la “fase in
reflue”, cioè di un qualcosa connotato fisicamente dal requisito negativo” del solido e si ha quando la sostanza fluisce (scorre) o
della “liquidità”, intesa come un particolare stato di aggregazione tende a fluire (a scorrere) o a rifluire (cioè a scorrere di nuovo).
della materia, caratterizzato dal fatto che un corpo che si trova in Quindi, l’acqua reflua non è altro che l’acqua che dopo essere sta-
tale stato ha un volume ben determinato e pressoché invariabile ta utilizzata viene “scaricata”, “allontanata”, “smaltita”, cioè flui-
qualunque sia la pressione cui esso è sottoposto, ma non ha una sce verso un sistema diverso da quello di provenienza. Questo è il
forma propria, assume perciò quella del contenitore che lo contie- motivo per il quale “rifluisce”.
ne (1).
Il punto nodale di partenza risiede, dunque, nell’invio ad un corpo Quindi nello scarico si ha una cosa liquida o certamente di-
recettore di un’acqua reflua, cioè di cosa liquida nel senso più so- versa da una solida; va sottolineato, però, che mentre uno
pra chiarito che, come tale, è diversa da una cosa solida. È eviden- scarico può essere costituito da una cosa liquida, al contra-
te, dunque, che non c’era più bisogno di usare la locuzione “liqui- rio, una cosa liquida non è assolutamente sempre e univoca-
da, semiliquida o comunque convogliabile”, riferita all’acqua mente uno scarico ma può essere tale o un rifiuto liquido.
reflua.
Infatti, tale locuzione rappresentava un anomalo compromesso Quindi, lo stato fisico non è l’unica condizione necessaria e suffi-
lessicale di dottrine e giurisprudenze pregresse per arrivare a distin- ciente per dividere la nozione di scarico da quella di rifiuto. Lo è,
guere puramente e semplicemente le cose solide da quelle liquide. infatti, solo parzialmente perché nello scarico non ci potrà mai es-
Un inciso che, pretendendo di interpretare le leggi della fisica, non sere una cosa solida. Mentre nel rifiuto e nello scarico ben potrà es-
solo dal 1999 ad oggi non ha chiarito nulla, ma ha anche genera- serci una cosa liquida.
to infinite “sub interpretazioni” fondate sullo stato fisico della cosa Come è evidente, l’elemento dirimente tra scarico e rifiuto liquido
che deve essere diversa da una cosa solida (per esempio batterie in è sempre e solo il corpo recettore.
mare). A questo punto ci si deve, ulteriormente, chiedere:
3) che cosa significa l’eliminazione dell’inciso “diretta tramite
Le domande chiave per la corretta conduzione condotta” (riferito all’immissione)?
dell’indagine 4) che cosa significa l’eliminazione dell’inciso “comunque con-
Dobbiamo innanzitutto chiederci: vogliabili” (riferito alle acque reflue)?
1) che cosa è un corpo recettore;
2) che cosa è la cosa diversa dalla cosa solida che arriva nel corpo Premesso che quando una norma cambia non si deve sempre ef-
recettore. fettuare il confronto tra prima e dopo mettendo in sovrimpressione
i due testi, perché le disposizioni rispondono a momenti storici, po-
– Che cosa è un corpo recettore? litici, culturali e di evoluzione giurisprudenziale diversi che non
I corpi recettori non sono individuati in via implicita dalla defini- consentono questa operazione; la norma va letta e interpretata in
zione di scarico (articolo 74, comma 1, lettera ff ), bensì in modo se stessa, in relazione alla fattispecie che intende disciplinare (la
assolutamente esplicito. Si tratta, infatti, di: “acque superficiali, tutela delle acque dall’inquinamento: elemento teleologico della
4
suolo, sottosuolo e rete fognaria”. In ipotesi, laddove fosse possi- norma). L’argomento va comunque affrontato.
– Che cosa significa l’eliminazione dell’inciso chiarire i maliziosi equivoci interpretativi che volevano ricollegare
avrebbe ingenerato una definizione assolutamente non gestibile superata, sentenza si evince il principio per il quale la distinzione
né interpretabile, come tale illogica e censurabile sotto il profilo tra scarico e rifiuto non riposa sulla composizione della sostanza
costituzionale. liquida (o semiliquida o comunque convogliabile), bensì sulla
natura dell’attività in concreto esercitata.
Conclusioni Peraltro, occorre sottolineare che (a livello pratico e oggettivo), il
Si è pertanto in assoluto disaccordo con quanti sostengono, a cd. “scarico indiretto” è costruzione virtuale e non realistica per-
tutt’oggi, che la nuova disciplina di cui al Dlgs 152/2006 abbia ri- ché comunque tale tipologia di “scarico” dovrebbe comunque
pristinato lo “scarico indiretto”, facendo regredire cioè la storia sempre transitare attraverso una fase intermedia di “stallo” dove
giuridica alla “legge Merli” (319/1976). Anzi, il confine “acque di il liquido viene conservato per essere poi prelevato da un qualun-
scarico/rifiuti allo stato liquido” rappresenta uno dei (pochi) que mezzo che lo andrebbe a “scaricare”, in azione differita, verso
punti qualificanti del nuovo testo che, pertanto, non può che esse- il cd. “corpo recettore”.
re salutato con favore.
In tal senso, peraltro, lo sbarramento culturale e ideologico di ir- Si è già più sopra espresso il concetto secondo il quale tale
reversibilità dell’arcaico sistema intellettuale che oggi si ritiene vasca o impiantistica diversa non sia ufficialmente qualifica-
riesumato è reperibile storicamente nella famosa e tuttora valida bile come corpo recettore e dunque dentro tale entità non si
(in quanto mai modificata) sentenza della Cassazione 13 dicem- può avere uno scarico, ma un riversamento che “costringe”
bre 1995, n. 12310 (cd. “sentenza Forina”) che, addirittura a Se- il liquido a restare rifiuto.
zioni Unite, indusse il “giro di boa” nel sistema giuridico in argo-
mento. A seguito di tale decisione era ormai pacifico che la nor- Paradossalmente, per accedere allo “scarico indiretto” dovremmo
mativa sui rifiuti trovava applicazione con riferimento a tutte le avere un mezzo mobile che, collegato in modo permanente e con-
singole operazioni di smaltimento dei rifiuti prodotti da terzi, fos- tinuativo alla bocca finale del ciclo (produttivo o domestico) ad
sero essi solidi o liquidi, fangosi o sotto forma di liquami, con e- un certo punto si sgancia e porta il liquido in modo differito al
sclusione di quelle fasi, concernenti i rifiuti liquidi (o assimilabi- corpo recettore. Questa è pura astrazione teorica ma, in ogni caso,
li) attinenti allo scarico – ivi comprese le fasi di pretrattamento – vigono le argomentazioni sopra espresse che renderebbero anche
e riconducibili alla disciplina stabilita dalla legge Merli (legge 10 in tal caso non ipotizzabile tale concettualità di scarico.
maggio 1976, n. 319).
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
(1) Cfr. “Il Vocabolario Treccani”, UTET, vol. III, pag. 112.
autonomamente, anche in forma associata, la gestione dei Autorità d’ambito (che dovranno nel frattempo essere costituite);
propri rifiuti di imballaggio su tutto il territorio nazionale”, – Conai determina e pone a carico dei consorziati il contributo
aderire ad uno dei Consorzi di materiali, mettere in atto un siste- ambientale Conai, determinato per coprire gli “oneri aggiuntivi”
ma di restituzione dei propri imballaggi. della raccolta differenziata;
Sono in ogni caso obbligati a trasmettere al Conai un proprio Pro- – le modalità di utilizzo del contributo ambientale Conai. Tale
gramma specifico di prevenzione e gestione e una Relazione sulla contributo deve essere destinato in via prioritaria per il ritiro degli
gestione dell’anno precedente. imballaggi conferiti al servizio pubblico ed è “attribuito dal
Produttori e utilizzatori, quindi, devono farsi carico del “ritiro de- Conai, sulla base di apposite convenzioni”, ai Consorzi di ma-
gli imballaggi e della raccolta dei rifiuti di imballaggi secon- teriali “in proporzione diretta alla quantità e qualità dei rifiu-
dari e terziari”; nonché degli “oneri aggiuntivi” relativi alla ti da imballaggio recuperati oppure riciclati e tenendo conto
raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio conferiti al servizio della quantità e tipologia degli imballaggi immessi sul mer-
pubblico. cato”. L’utilizzazione del contributo ambientale per l’organizza-
Il dato certamente più interessante è rappresentato da questa a- zione dei sistema di raccolta, recupero e riciclaggio dei rifiuti di
pertura verso sistemi alternativi, sia pure con l’obbligo del servizio imballaggio secondari e terziari sarà regolata da accordi che il
“universale”. Conai stipulerà con i relativi Consorzi. È richiesta l’adozione di
uno specifico sistema contabile che distingua la quota del Con-
Raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio tributo utilizzata per la gestione degli imballaggi primari da quel-
La raccolta differenziata rimane di competenza della Pubblica la per i secondari e terziari;
amministrazione secondo i noti criteri di efficacia, efficienza, eco- – al Consiglio di Amministrazione del Conai non possono parteci-
nomicità e trasparenza, con la copertura omogenea in ciascun pare gli amministratori con deleghe operative e i dirigenti dei
Ato, ambito territoriale ottimale. Solo nel caso in cui le ammini- Consorzi e dei “Produttori autonomi”;
strazioni non attivino sistemi adeguati di raccolta differenziata – il Conai potrà adottare, nell’ambito delle proprie disponibilità
dei rifiuti di imballaggi, sempreché ciò contribuisca al raggiungi- finanziarie, particolari forme di incentivo per il ritiro dei rifiuti di
mento degli obiettivi di legge, al Conai può essere richiesto di so- imballaggi nelle aree geografiche che non abbiano ancora rag-
stituirsi ai gestori, “in via temporanea e d’urgenza” e comun- giunto gli obiettivi di raccolta differenziata. Gli obiettivi minimi
que per un periodo “non superiore a ventiquattro mesi”. sono: 35% entro il 31 dicembre 2006; 45% entro il 31 dicembre
2008; 65% entro il 31 dicembre 2012.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
R
tagliando d’ordine da inviare a Edizioni Ambiente fax 02/45487333 www.edizioniambiente.it e-mail mario.pasquali@reteambiente.it
■ Sì, desidero acquistare contrassegno il volume Il cliente ha il diritto di recedere
dal contratto in oggetto secondo le modalità
1) Informativa ex Dlgs 196/2003. La compilazione del presente coupon è facolta-
tiva, ma è necessaria per fornire il servizio da Lei richiesto e, dietro suo consenso,
L’isolamento ecoefficiente a 40,00 e stabilite dal Dlgs 185/1999.
per inviarLe inoltre informazioni su iniziative commerciali e non della Casa Editrice.
Responsabile del trattamento dei suoi dati è Edizioni Ambiente Srl, via N. Battaglia
nome e cognome 10, 20127, Milano. Nel rispetto del Dlgs 196/2003, i dati da Lei rilasciati saranno
trattati, anche con l’ausilio di mezzi automatizzati, dagli incaricati della gestione dei
ragione sociale servizi in oggetto, del marketing, dell’amministrazione e della gestione clienti. Non
saranno comunicati a terzi se non per adempiere ad obblighi di legge, per ordini di
pubbliche autorità o per esercitare un diritto in sede giudiziaria. È Suo diritto otte-
via n. nerne gratuitamente il controllo, l’aggiornamento, la modifica o la cancellazione e
opporsi al loro trattamento ai sensi dell’articolo 7 del citato Dlgs 196/2003.
città prov. cap 2) Consenso al trattamento dei dati.
Letta l’informativa di cui sopra:
tel. fax [ ] autorizzo
[ ] non autorizzo
sito internet e-mail l’utilizzo dei miei dati per l’invio di informazioni commerciali ed iniziative della Casa
Editrice. 9
data firma Firma ............................................................................
Ministero dell’ambiente
Decreto 5 febbraio 1998 – Testo vigente (*)
(Supplemento ordinario alla Gazzetta ufficiale 16 aprile 1998 n. 88)
(*) Il provvedimento, compresi gli allegati, è riportato nei suoi termini testuali con gli errori in esso contenuti, ri-
11
tenendo arbitrario procedere a correzioni.
Articolo 1 claggio e di recupero di materia individuati nel- approvato dall’autorità competente;
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi
Principi generali l’Allegato 1 devono garantire l’ottenimento di c) sia effettuato nel rispetto delle norme tecniche
1. Le attività, i procedimenti e i metodi di recupe- prodotti o di materie prime o di materie prime e delle condizioni specifiche previste dal presente
ro di ciascuna delle tipologie di rifiuti individuati secondarie con caratteristiche merceologiche decreto per la singola tipologia di rifiuto impie-
dal presente decreto non devono costituire un pe- conformi alla normativa tecnica di settore o, co- gato, nonché nel rispetto del progetto di cui alla
ricolo per la salute dell’uomo e recare pregiudizio munque, nelle forme usualmente commercializ- lettera b);
all’ambiente, e in particolare non devono: zate. In particolare, i prodotti, le materie prime e d) sia compatibile con le caratteristiche chimico-
a) creare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo e per le materie prime secondarie ottenuti dal riciclag- fisiche, idrogeologiche e geomorfologiche dell’a-
la fauna e la flora; gio e dal recupero dei rifiuti individuati dal pre- rea da recuperare.
b) causare inconvenienti da rumori e odori; sente decreto non devono presentare caratteristi- d-bis) in ogni caso, il contenuto dei contami-
c) danneggiare il paesaggio e i siti di particolare che di pericolo superiori a quelle dei prodotti e nanti sia conforme a quanto previsto dalla le-
interesse; delle materie ottenuti dalla lavorazione di mate- gislazione vigente in materia di messa in sicu-
2. Negli Allegati 1, 2 e 3 sono definite le norme rie prime vergini. rezza, bonifica e ripristino ambientale dei siti
tecniche generali che, ai fini del comma 1, indivi- 2. I prodotti ottenuti dal recupero dei rifiuti indi- inquinati, in funzione della specifica destina-
duano i tipi di rifiuto non pericolosi e fissano, per viduati ai sensi del presente decreto e destinati a zione d’uso del sito.
ciascun tipo di rifiuto e per ogni attività e metodo venire a contatto con alimenti per il consumo u-
di recupero degli stessi, le condizioni specifiche in mano, devono inoltre rispettare i requisiti richie- Articolo 6
base alle quali l’esercizio di tali attività è sottopo- sti dal decreto del Ministro della sanità 21 marzo Messa in riserva
sto alle procedure semplificate di cui all’articolo 1973, e successive modifiche e integrazioni. 1. La messa in riserva dei rifiuti non pericolosi
33, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e 3. Restano sottoposti al regime dei rifiuti i pro- individuati e destinati ad una delle attività com-
successive modifiche e integrazioni. dotti, le materie prime e le materie prime secon- prese negli Allegati 1 e 2 è sottoposta alle disposi-
3. Le attività, i procedimenti e i metodi di recu- darie ottenuti dalle attività di recupero che non zioni di cui all’articolo 33, del decreto legislativo
pero di ogni tipologia di rifiuto, disciplinati dal vengono destinati in modo effettivo ed oggettivo 5 febbraio 1997, n. 22, qualora vengano rispetta-
presente decreto, devono rispettare le norme vi- all’utilizzo nei cicli di consumo o di produzione. te le seguenti condizioni:
genti in materia di tutela della salute dell’uomo a) i rifiuti da recuperare devono essere stoccati
e dell’ambiente, nonché di sicurezza sul lavoro; e Articolo 4 separatamente dalle materie prime eventualmen-
in particolare: Recupero energetico te presenti nell’impianto;
a) le acque di scarico risultanti dalle attività di 1. Le attività di recupero energetico individuate b) i rifiuti incompatibili, suscettibili cioè di rea-
recupero dei rifiuti disciplinate dal presente de- nell’Allegato 2 devono garantire, al netto degli gire pericolosamente tra di loro e che possono
creto devono rispettare le prescrizioni e i valori li- autoconsumi dell’impianto di recupero, la pro- dare luogo alla formazione di prodotti esplosivi,
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
mite previsti dalla legge 10 maggio 1976, n. 319 duzione di una quota minima di trasformazione infiammabili o tossici, ovvero allo sviluppo di
e dai decreti legislativi 27 gennaio 1992, n. 132, e del potere calorifico del rifiuto in energia termica notevoli quantità di calore, devono essere stoccati
27 gennaio 1992, n. 133, e successive modifiche e pari al 75% su base annua oppure la produzione in modo che non possano venire a contatto tra di
integrazioni dal decreto legislativo 11 maggio di una quota minima percentuale di trasforma- loro;
1999, n. 152, e successive modificazioni; zione del potere calorifico dei rifiuti in energia e- c) ove la messa in riserva dei rifiuti avvenga in
b) le emissioni in atmosfera risultanti dalle atti- lettrica determinata su base annua secondo la se- cumuli, questi devono essere realizzati su basa-
vità di recupero disciplinate dal presente decreto guente formula: menti pavimentati o, qualora sia richiesto dalle
devono, per quanto non previsto dal decreto me- potenza elettrica (espressa in MW) caratteristiche del rifiuto, su basamenti imper-
desimo, essere conformi alle disposizioni di cui al 16 + —–––––––————————— meabili che permettano la separazione dei rifiuti
decreto del Presidente della Repubblica 24 mag- 5 dal suolo sottostante;
gio 1988, n. 203, e successive modifiche e inte- 2. La formula di calcolo di cui al comma 1 non d) i rifiuti stoccati in cumuli, se polverulenti, de-
grazioni. si applica quando la quota minima di trasforma- vono essere protetti dall’azione del vento;
4. Le procedure semplificate disciplinate dal pre- zione del potere calorifico dei rifiuti in energia e- e) ove i rifiuti siano allo stato liquido e lo stoc-
sente decreto si applicano esclusivamente alle o- lettrica assicurata dall’impianto di recupero è su- caggio avvenga in serbatoi fuori terra, questo de-
perazioni di recupero specificate ed ai rifiuti indi- periore al 27% su base annua. ve essere dotato di un bacino di contenimento di
viduati dai rispettivi codici e descritti negli Alle- 3. Qualora la quota minima percentuale di tra- capacità pari all’intero volume del serbatoio.
gati. sformazione del potere calorifico dei rifiuti in e- Qualora, in uno stesso insediamento vi siano più
nergia elettrica, calcolata ai sensi del comma 1, serbatoi, potrà essere realizzato un solo bacino di
Articolo 2 non sia raggiunta, l’utilizzo di rifiuti in schemi contenimento di capacità uguale alla terza parte
Definizioni cogenerativi per la produzione combinata di e- di quella complessiva effettiva dei serbatoi stessi.
1. Ai fini dell’applicazione del presente decreto si nergia elettrica e calore deve garantire una quota In ogni caso, il bacino deve essere di capacità pa-
intende per: di trasformazione complessiva del potere calorifi- ri a quella del più grande dei serbatoi.
a) co-combustione: utilizzazione mista di com- co del rifiuto, in energia termica ed in energia e-
bustibili e rifiuti, compreso il combustibile da ri- lettrica, non inferiore al 65% su base annua. Articolo 6
fiuto (Cdr); Messa in riserva
b) impianto dedicato: impianto destinato esclusi- Articolo 5 1. La messa in riserva dei rifiuti non perico-
vamente al recupero energetico dei rifiuti, com- Recupero ambientale losi è sottoposta alle disposizioni di cui all’ar-
preso il combustibile da rifiuto (Cdr); 1. Le attività di recupero ambientale individuate ticolo 33 del decreto legislativo 5 febbraio
c) impianto termico: impianto industriale per la nell’Allegato 1 consistono nella restituzione di a- 1997, n. 22, e successive modificazioni, qua-
produzione di energia, con esclusione degli im- ree degradate ad usi produttivi o sociali attraver- lora vengano rispettate le condizioni di cui al
pianti termici per usi civili; so rimodellamenti morfologici. presente articolo.
d) raccolta finalizzata: raccolta di frazioni omo- 2. L’utilizzo dei rifiuti nelle attività di recupero 2. La quantità massima dei rifiuti non perico-
genee di rifiuti speciali destinati ad attività di re- di cui al comma 1 è sottoposto alle procedure losi sottoposti ad operazioni di messa in riser-
cupero. semplificate previste dall’articolo 33, del decreto va presso l’impianto di produzione e presso
legislativo 5 febbraio 1997 n. 22, a condizione impianti che effettuano, unicamente, tale ope-
Articolo 3 che: razione di recupero è individuata nell’Allegato
Recupero di materia a) i rifiuti non siano pericolosi; 4 sotto l’attività “Messa in riserva”.
12
1. Le attività, i procedimenti e i metodi di rici- b) sia previsto e disciplinato da apposito progetto 3. La quantità massima dei rifiuti non perico-
losi sottoposti ad operazioni di messa in ri- que in quantità superiori a quelle recuperabili fettuate almeno ad ogni inizio di attività e, suc-
e le modalità di cui all’Allegato 3 al presente cembre 1956, n. 1423, e successive modifiche ed 5. I soggetti che effettuano attività di raccolta,
regolamento. integrazioni; trasporto e recupero dei rifiuti non pericolosi
3. Il test di cessione è effettuato almeno ad o- h) non devono essersi resi colpevoli di false di- ai sensi degli articoli 30, 31 e 33 del decreto
gni inizio di attività e, successivamente, ogni chiarazioni nel fornire informazioni che possono legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successi-
12 mesi salvo diverse prescrizioni dell’auto- essere richieste ai sensi del presente articolo. ve modificazioni e che non soddisfano più, a
rità competente e, comunque, ogni volta che seguito delle modifiche apportate al presente
intervengano modifiche sostanziali nel pro- Articolo 11 decreto, i requisiti per l’applicazione della
cesso di recupero. Norme transitorie procedura semplificata o per i quali non è
1. I valori ed i sistemi di controllo delle emissio- stato individuato il parametro quantità, inol-
Articolo 10 ni derivanti dalle attività di recupero di rifiuti in- trano richiesta all’ente competente per terri-
Requisiti soggettivi dividuati negli Allegati 1 e 2, in esercizio ai sensi torio, entro trenta giorni dall’entrata in vigore
1. Ai fini dell’applicazione della procedura sem- dell’articolo 33, comma 6, del decreto legislativo del presente regolamento, presentando do-
plificata di cui all’articolo 33 comma 1 del decre- 5 febbraio 1997, n. 22, devono essere adeguati ai manda di autorizzazione ai sensi dell’articolo
to legislativo 22 febbraio 1997, n. 22, alle attività limiti ed alle modalità di monitoraggio previsti 28 o iscrizione ai sensi dell’articolo 30 del
di recupero disciplinate dal presente decreto, il ti- dai predetti Allegati entro sedici mesi dalla data decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e
tolare dell’impresa, nel caso di impresa indivi- di entrata in vigore del presente decreto. successive modificazioni. Le attività di raccol-
duale, i soci amministratori delle società in no- 2. Le attività di recupero dei rifiuti individuati ta, trasporto e recupero possono essere pro-
me collettivo e di accomandatari delle società in alle voci 6, limitatamente ai poli-accoppiati, 7, 9 seguite fino all’emanazione del conseguente
accomandita semplice, gli amministratori muni- e 14 dell’Allegato 1 al decreto ministeriale 16 provvedimento da parte dell’ente competente
ti di rappresentanza, in tutti gli altri casi, e gli gennaio 1995, pubblicato nel Supplemento ordi- al rilascio delle autorizzazioni o iscrizioni di
amministratori di società commerciali legalmen- nario alla Gazzetta ufficiale 30 gennaio 1995, n. cui al citato decreto legislativo 5 febbraio
te costituite appartenenti a Stati membri della Ue 24, in esercizio ai sensi dell’articolo 33, comma 1997, n. 22.
ovvero a Stati che concedano il trattamento di re- 6, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, 6. Agli impianti ricadenti nell’ambito di ap-
ciprocità: devono adeguarsi alle disposizioni fissate alla vo- plicazione del decreto legislativo 18 febbraio
a) devono essere cittadini italiani, cittadini di ce 1, punto 1.1, dell’Allegato 2 al presente decre- 2005, n. 59, ad esclusione di quelli della ca-
Stati membri della Ue oppure cittadini residenti to, entro 3 mesi dall’entrata in vigore dello stesso. tegoria 5 dell’Allegato I allo stesso decreto, si
in Italia, di un altro Stato che riconosca analogo Sino a tale data l’esercizio delle predette attività applicano le disposizioni di detto decreto.
diritto ai cittadini italiani; di recupero continua ad essere consentito secon-
b) devono essere domiciliati, residenti ovvero con do le modalità e nel rispetto delle condizioni, del- Articolo 11-bis
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
sede o una stabile organizzazione in Italia; le prescrizioni e delle norme tecniche stabilite dal Attività di monitoraggio e controllo delle
c) devono essere iscritti nel registro delle imprese, citato decreto ministeriale 16 gennaio 1995. operazioni di recupero
ad eccezione delle imprese individuali; 3. Ai sensi dell’articolo 33, comma 6, del decreto 1. Sono adottati i provvedimenti necessari, ivi
d) non devono trovarsi in stato di fallimento, di legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, dalla data di compresi accordi e contratti di programma
liquidazione, di cessazione di attività o di concor- entrata in vigore del presente decreto sono abro- con gli operatori economici interessati, al fi-
dato preventivo e in qualsiasi altra situazione e- gate le norme tecniche del decreto del Ministro ne di garantire il rispetto della gerarchia co-
quivalente secondo la legislazione straniera; dell’ambiente 5 settembre 1994, pubblicato nel munitaria dei rifiuti.
e) non devono aver riportato condanne con sen- Supplemento ordinario n. 126, alla Gazzetta uffi- 2. Con decreto del Ministro dell’ambiente e
tenza passata in giudicato, salvi gli effetti della ciale 10 settembre 1994, n. 212, e del decreto del tutela del territorio, di concerto con i Ministri
riabilitazione e della sospensione della pena: Ministro dell’ambiente 16 gennaio 1995, pubbli- delle attività produttive e della salute, d’intesa
1 – a pena detentiva per reati previsti dalle nor- cato nel Supplemento ordinario alla Gazzetta uf- con la Conferenza unificata, sono determinati
me a tutela dell’ambiente; ficiale 30 gennaio 1995, n. 24, che disciplinano i criteri per assicurare che gli impianti di re-
2 – alla reclusione per un tempo non inferiore le attività di recupero dei rifiuti non pericolosi. cupero dei rifiuti disciplinati dal presente re-
ad un anno per un delitto contro la Pubblica 4. Le attività di recupero dei rifiuti già autoriz- golamento, in funzione delle attività di recu-
amministrazione, conto la fede pubblica, contro zate ai sensi degli articoli 30, 31 e 33 del de- pero svolte e delle peculiarità antropiche del
il patrimonio, contro l’ordine pubblico, contro creto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e suc- sito, adottino un piano di monitoraggio e
l’economia pubblica, ovvero per un delitto in cessive modificazioni si adeguano alle norme controllo delle matrici ambientali interessate,
materia tributaria; tecniche di cui all’Allegato 5 entro sei mesi finalizzato a garantire che le operazioni di re-
3 – alla reclusione per un tempo non inferiore a dall’entrata in vigore del presente regolamen- cupero avvengano senza recare pregiudizio
due anni per un qualunque delitto non colposo; to. Sino a tale data l’esercizio delle predette all’uomo e all’ambiente.
f) devono essere in regola con gli obblighi relativi attività di recupero continua ad essere con-
al pagamento dei contributi previdenziali e assi- sentito secondo le modalità e nel rispetto del- Il presente decreto entra in vigore il giorno suc-
stenziali a favore dei lavoratori, secondo la legi- le condizioni, delle prescrizioni e delle norme cessivo a quello della sua pubblicazione nella
slazione italiana o quella del Paese di residenza; tecniche stabilite dal presente regolamento, Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana.
g) non devono essere sottoposti a misure di pre- fatto salvo quanto stabilito dall’articolo 21 del
Allegato 1 rio n. 2557/2001 sulle spedizioni di denziate con barra sulle singole ne di imballaggi) distribuzione di gior-
Suballegato 1 rifiuti ed in relazione al nuovo elen- parti del testo. nali, raccolta differenziata di RSU, al-
co dei rifiuti. tre forme di raccolta in appositi conte-
Norme tecniche generali Il testo del provvedimento è inoltre 1. Rifiuti di carta, cartone, e nitori; attività di servizio raccolta dif-
per il recupero di materia coordinato con le modifiche appor- prodotti di carta ferenziata di RU, altre forme di
dai rifiuti non pericolosi tate dal Dm Ambiente 9 gennaio 1.1 Tipologia: rifiuti di carta, cartone raccolta in appositi contenitori su
2003; dal Dm Ambiente 27 luglio e cartoncino, inclusi poliaccoppiati, superfici private; attività di ser-
Il testo dell’Allegato è modificato 2004 e dal Dm Ambiente 5 aprile anche di imballaggi [150101] vizio.
sulla base delle indicazioni del- 2006, n. 186. [150105] [150106] [200101] 1.1.2 Caratteristiche del rifiuto: ri-
l’Allegato C della direttiva MinAm- Tutte le modifiche di carattere ag- 1.1.1 Provenienza: attività produttive fiuti, costituiti da: fustellati di cartone,
biente 9 aprile 2002, recante indi- giuntivo apportate dai provvedimen- (industria cartaria, cartotecnica, di refili, refili misti di tipografia, rigatini
cazioni per la corretta e piena appli- to in questione sono evidenziate in trasformazione della carta, tipografie, di edizione, libri bianchi scartonati in-
14 cazione del regolamento comunita- neretto. Le soppressioni sono evi- industrie grafiche, legatorie, produzio- venduti, opuscoli colorati invenduti,
cartone ondulato, cartone bianco mul- [160208] [160120] [101112]. contenuto in metalli pesanti, e verifica (4% per il rottame di vetro trasparen-
metalli non ferrosi, plastiche, etc., mica [R4]; colosi ai sensi della legge 29 maggio 10% di metalli preziosi ed altri metalli
<5% in peso, oli <10% in peso; non c) messa in riserva [R13] per la pro- 1974, n. 256, decreto del Presidente ferrosi e Cu non solubile 0,1-100
radioattivo ai sensi del decreto legi- duzione di materie prime secondarie della Repubblica 24 novembre, n. g/Kg, Sb <10 g/Kg, Sn <1 g/Kg, Pb
slativo 17 marzo 1995, n. 230. per l’industria metallurgica mediante 927 e successive modifiche e inte- <1 g/Kg, ossido di zirconio 400-800
3.1.3 Attività di recupero: selezione eventuale, trattamento a grazioni, esenti da PCB, PCT e con oli g/Kg.
a) recupero diretto in impianti metal- secco o ad umido per l’eliminazione o materiali presenti all’origine in con- 3.8.3 Attività di recupero: pirotratta-
lurgici [R4]; di materiali e/o sostanze estranee in centrazioni inferiori al 5% in peso, mento e macinazione delle ceneri; e-
b) recupero diretto nell’industria chi- conformità alle seguenti caratteristi- non radioattivo ai sensi del decreto le- ventuale processo idrometallurgico di
mica. [R4]; che [R4]: gislativo 17 marzo 1995, n. 230. estrazione [R4]
c) messa in riserva [R13] per la pro- oli e grassi <2% in peso 3.5.3 Attività di recupero: lavaggio 3.8.4 Caratteristiche delle materie
duzione di materia prima secondaria PCB e PCT <25 ppb, chimico-fisico per l’eliminazione delle prime e/o dei prodotti ottenuti: me-
per l’industria metallurgica mediante inerti, metalli non ferrosi, plastiche, sostanze pericolose ed estranee per talli preziosi e rame puri nelle forme
selezione eventuale, trattamento a altri materiali indesiderati <5% in pe- l’ottenimento dei contenitori metallici usualmente commercializzate.
secco o a umido per l’eliminazione di so come somma totale per il reimpiego tal quale [R4]. 3.9 Tipologia: rifiuti costituiti da re-
materiali e/o sostanze estranee in solventi organici <0,1% in peso 3.5.4 Caratteristiche delle materie frattari, crogioli e scorie vetrose di fu-
conformità alle seguenti caratteristi- polveri con granulometria <10 µ non prime e/o dei prodotti ottenuti: sione dei metalli preziosi [100701]
che [R4]: superiori al 10% in peso delle polveri contenitori metallici per il reimpiego [100706] [161102] [161104]
oli e grassi <0,1% in peso totali; tal quali per gli usi originari. [100799] [100702].
PCB e PCT <25 ppb, non radioattivo ai sensi del decreto le- 3.6 Tipologia: pallini di piombo rifiuti 3.9.1 Provenienza: fusione e lavora-
Inerti, metalli non ferrosi, plastiche, gislativo 17 marzo 1995, n. 230; [200106] [200140]. zione dei metalli preziosi.
altri materiali indesiderati max 1% in non devono essere presenti conteni- 3.6.1 Provenienza: impianti di tiro al 3.9.2 Caratteristiche del rifiuto:
peso come somma totale tori chiusi o non sufficientemente a- piattello. materiali refrattari, crogioli usati e
solventi organici <0,1% in peso; perti, né materiali pericolosi infiam- 3.6.2 Caratteristiche del rifiuto: scorie vetrose a base di silicati, bora-
polveri con granulometria <10 µ non mabili e/o esplosivi e/o armi da fuoco pallini di piombo (Pb 98%; altri metalli ti, carbonati ed ossidi, contenenti me-
superiori al 10% in peso delle polveri intere o in pezzi. quali Sb, As, Cr e Ni 1-2%) rifiuti da talli preziosi (Au, Ag, Pt, Pd,) in con-
totali; 3.2.4 Caratteristiche delle materie raccolta su terreno, con eventuale centrazione tra lo 0.1 ed il 10%.
non radioattivo ai sensi del decreto le- prime e/o dei prodotti ottenuti: presenza di rifiuti di terra ed arbusti. 3.9.3 Attività di recupero: macina-
gislativo 17 marzo 1995, n. 230; a) metalli o leghe nelle forme usual- 3.6.3 Attività di recupero: zione, vagliatura e trattamento piro-
non devono essere presenti conteni- mente commercializzate; a) lavaggio e vagliatura per l’elimina- metallurgico o idrometallurgico [R4]
tori chiusi o non sufficientemente a- b) sali inorganici di rame nelle forme zione dei contaminanti estranei per il 3.9.4 Caratteristiche delle materie
perti, né materiali pericolosi e/o e- usualmente commercializzate; recupero per gli scopi originali [R4]; prime e/o dei prodotti ottenuti: me-
splosivi e/o armi da fuoco intere o in e) materia prima secondaria per l’in- b) recupero nell’industria metallurgica talli preziosi e rame sotto forma di lin-
pezzi. dustria metallurgica, conforme alle con lavaggio chimico-fisico [R4] gotti;
3.1.4 Caratteristiche delle materie specifiche Uni ed EURO. 3.6.4 Caratteristiche delle materie 3.10 Tipologia: pile all’ossido di ar-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
prime e/o dei prodotti ottenuti: 3.3 Tipologia: sfridi o scarti di imbal- prime e/o dei prodotti ottenuti: gento esauste [200120] [200134]
a) metalli ferrosi o leghe nelle forme laggio in alluminio, e di accoppiati a) pallini di piombo utilizzabili per gli [160605].
usualmente commercializzate; carta plastica e metallo [150104] scopi originali esenti da rifiuti estra- 3.10.1 Provenienza: raccolta diffe-
b) sali inorganici di ferro nelle forme [191203] [150105] [150106] nei; renziata e da raccolte finalizzate.
usualmente commercializzate; 3.3.1 Provenienza: industria carto- b) manufatti in piombo nelle forme u- 3.10.2 Caratteristiche del rifiuto:
c) materia prima secondaria per l’in- tecnica; attività industriali, commer- sualmente commercializzato. involucro in acciaio contenente ossidi
dustria metallurgica conforme alle ciali e di servizio. 3.7 Tipologia: rifiuti di lavorazione, e/o sali di argento oltre l’1%, Zn <9%
specifiche CECA, AISI, CAEF e Uni. 3.3.2 Caratteristiche del rifiuto: molatura e rottami di metalli duri e Ni <55%.
3.2 Tipologia: rifiuti di metalli non sfridi o scarti di imballaggi in allumi- [110401] [110299] [120103] 3.10.3 Attività di recupero: macina-
ferrosi o loro leghe [110401] nio e imballaggi compositi con carta [120199]. zione con separazione dell’involucro,
[110599] [110501] [150104] plastica e metallo. 3.7.1 Provenienza: produzione di fusione od estrazione chimica o idro-
[200105] [200140] [191203] 3.3.3 Eventuale Attività di recupe- manufatti metallo duro. metallurgica [R4].
[200106] [200140] [120103] ro: macinazione, combustione a 400- 3.7.2 Caratteristiche del rifiuto: 3.10.4 Caratteristiche delle mate-
[120104] [170401] [191002] 500°C per l’eliminazione delle frazioni polveri umide e rottami, costituiti da rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
[170402] [191002] [170403] di plastica e carta [R4]. cobalto dal 5 al 28% e carburi di acciaio, argento in forma di lingotti.
[191002] [170404] [191002] 3.3.4 Caratteristiche delle materie tungsteno; con eventuale presenza di 3.11 Tipologia: rifiuti costituiti da
[170406] [191002] [170407] prime e/o dei prodotti ottenuti: al- polvere di diamante, ferro e resine pellicole e carte per fotografia conte-
[191002] e, limitatamente ai cascami luminio granulare conforme alle nor- derivanti dal consumo della mola; non nenti argento e suoi composti
di lavorazione i rifiuti individuati dai me Uni 3950. radioattivo ai sensi del decreto legi- [090107].
seguenti codici [100899] [110104] 3.4 Tipologia: rifiuti e rottami di me- slativo 17 marzo 1995, n. 230. 3.11.1 Provenienza: attività cinefoto-
[120199] talli preziosi e loro leghe [110401] 3.7.3 Attività di recupero: radiografica.
3.2.1 Provenienza: attività industria- [110299] [200106] [200140] a) riutilizzo nell’industria metallurgica 3.11.2 Caratteristiche del rifiuto:
li, artigianali, agricole, commerciali e [120103] [120104]. mediante selezione eventuale, tratta- carte, pellicole e film costituiti da po-
di servizi; lavorazione di metalli non 3.4.1 Provenienza: industria elettro- mento a secco o a umido per l’elimi- liestere e/o triacetato con Ag > o =
ferrosi; raccolta differenziata; impianti nica, artigianato orafo, laboratori o- nazione di sostanze estranee, 5% Ag > o = 5 (X 1000).
di selezione o di incenerimento di ri- dontotecnici, galvanica. b) essiccamento in forno, miscelazio- 3.11.3 Attività di recupero:
fiuti; attività di demolizione 3.4.2 Caratteristiche del rifiuto: ne, pressatura e sinterizzazione [R4]. a) pirotrattamento, fusione delle cene-
3.2.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- sfridi e scarti di laminati, tubi, barre, 3.7.4 Caratteristiche delle materie ri, raffinazione per via elettrolitica o i-
fiuti di metalli non ferrosi o loro leghe granella di platino, oro, argento, pal- prime e/o dei prodotti ottenuti: drometallurgica; in alternativa o in
anche costituiti da rottami e cascami ladio e leghe. a), b) manufatti di metallo duro nelle parziale sostituzione, separazione dei
di barre, profili, lamiere, nastri di allu- 3.4.3 Attività di recupero: fusione forme usualmente commercializzate. sali di argento mediante dissoluzione
minio, foglio di alluminio, rame elet- metallurgica [R4]. 3.8 Tipologia: puliture di industrie dei chimica, lavaggio della carta e plasti-
trolitico nudo, rottame di ottone, rotta- 3.4.4 Caratteristiche delle materie metalli preziosi [200106] [120103] ca [R4];
mi e cascami di nichel, cupronichel, prime e/o dei prodotti ottenuti: me- [120104] [150203] [190812] b) messa in riserva dei rifiuti [R13]
bronzo, zinco, piombo e alpacca, im- talli preziosi e leghe nelle forme u- [190814]. con macinazione, lavaggio, essicca-
ballaggi, fusti, latte vuoti e lattine di sualmente commercializzate. 3.8.1 Provenienza: pulizia, manuten- mento e pellettizzazione per sottoporli
metalli ferrosi e non ferrosi e acciaio 3.5 Tipologia: rifiuti costituiti da im- zione locali, macchinari ed impianti alle operazioni di recupero nell’indu-
anche stagnato; PCB e PCT <25 ppb, ballaggi, fusti, latte, vuoti, lattine di dell’industria lavorazioni metalli pre- stria della trasformazione delle mate-
ed eventualmente contenenti inerti, materiali ferrosi e non ferrosi e ac- ziosi. rie plastiche [R3].
plastiche, etc. <20% in peso, oli ciaio anche stagnato [150104] 3.8.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- 3.11.4 Caratteristiche delle mate-
<10% in peso; no radioattivo ai sensi [200105] [200140]. fiuti assimilati ai rifiuti urbani (tute da rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
del decreto legislativo 17 marzo 3.5.1 Provenienza: attività industria- lavoro, stracci di pulizia, frazioni car- a) argento in lingotti o graniglia, nelle
1995, n. 230. li, agricole, commerciali e di servizi; tacee, polveri di casa e sfridi di metal- forme usualmente commercializzate;
3.2.3 Attività di recupero: raccolta differenziata da rifiuti urbani. li preziosi, segature di legno, abrasivi b) film di triacetato di cellulosa e/o
a) recupero diretto in impianti metal- 3.5.2 Caratteristiche del rifiuto: di pulizia, filtri dei circuiti di aspirazio- poliestere nelle forme usualmente
16
lurgici [R4]; contenitori in metallo, con esclusione ne aria, fanghi da filtrazione acque di commercializzate.
3.12 Tipologia: rottami metallici e 4.2.2 Caratteristiche del rifiuto: fiuto tal quale secondo il metodo in al 5% della miscela complessiva
rabili per sottoporli all’operazione di mento; processo idrometallurgico di o cavi o trecce di alluminio puro o in rivestimento in materiale plastico con-
recupero nell’industria metallurgica estrazione per via umida, od equiva- lega ricoperti con materiali termopla- tenenti, in alcuni casi, parti metalli-
[R4] lente, dei metalli contenuti nelle cene- stici, elastomeri, carta impregnata che. La composizione tipica indicativa
5.2.4 Caratteristiche delle materie ri [R4] [R8]. con olio o tessuto fino al 50%, piom- delle tre tipologie è la seguente:
prime e/o dei prodotti ottenuti: 5.4.4 Caratteristiche delle materie bo fino al 55%. a) cavo di tipo dielettrico: materiali
componenti di mezzi mobili rotabili prime e/o dei prodotti ottenuti: me- 5.7.3 Attività di recupero: plastici e silice (89%), gel tamponante
per trasporto terrestre (assali, ruote, talli preziosi puri nelle forme usual- a) messa in riserva [R13] con lavora- (6%), fibre sintetiche (5%);
ecc.) utilizzabili per lo scopo origina- mente commercializzate zione meccanica (cesoiatura, tritura- b) cavo di tipo semidielettrico: mate-
rio; metalli o leghe nelle forme usual- 5.5 Tipologia: marmitte catalitiche e- zione, separarazione magnetica, vi- riali plastici e silice (69%), acciaio
mente commercializzate. sauste contenenti metalli preziosi brovagliatura e separazione densime- (23%), gel tamponante (4%) fibre sin-
5.3 Tipologia: catalizzatori esausti a [160101] [160801] [160102] trica) per asportazione del rivestimen- tentiche (4%);
base di: nichel, ossido di nichel, ni- [160801] to, macinazione e granulazione della c) cavo di tipo metallico (parte metalli-
chel/ molibdeno, nichel raney, molib- 5.5.1 Provenienza: industria auto- gomma e della frazione plastica, gra- ca eventualmente costituita da con-
deno, cobalto, cobalto/molibdeno, os- mobilistica; attività demolizione veicoli nulazione della frazione metallica per duttori di rame; es. materiali plastici e
sido di manganese, rame, ferro, zin- autorizzata ai sensi del decreto legi- sottoporla all’operazione di recupero silice 70%, acciaio ramato 14%, allu-
co/ferro, silicoalluminati, sottoposti a slativo 5 febbraio 1997, n. 22; attività nell’industria metallurgica [R4] e re- minio 10%, rame 6%) o acciaio come
lavaggio e disattivazione ai fini della di riparazione e sostituzione di veicoli cupero della frazione plastica nell’in- elemento portante, alluminio come
sicurezza [050302] [160803] in servizio. dustria delle materie plastiche [R3]. barriera metallica, acciaio come ar-
[160804] [070106] [160803] 5.5.2 Caratteristiche del rifiuto: in- b) pirotrattamento per asportazione matura esterna).
[160804] [070206] [160803] volucro in acciaio contenente un sup- del rivestimento e successivo recupe- 5.9.3 Attività di recupero:
[160804] [070306] [160803] porto inerte con Pt, Pd e Rh. ro nell’industria metallurgica [R4]. a) messa in riserva di rifiuti [R13] con
[160804] [070406] [160803] 5.5.3 Attività di recupero: apertura 5.7.4 Caratteristiche delle materie macinazione e/o granulazione dei ma-
[160804] [070506] [160803] del catalizzatore; estrazione del mo- prime e/o dei prodotti ottenuti: al- teriali polimerici per sottoporli all’ope-
[160804] [070706] [160803] nolita, macinazione e recupero dei luminio e piombo nelle forme usual- razione di recupero nell’industria della
[160804]. metalli preziosi, e dell’involucro in ac- mente commercializzate, prodotti pla- trasformazione delle materie plastiche
5.3.1 Provenienza: da industria chi- ciaio inviato alle fonderie dei metalli stici e in gomma nelle forme usual- [R3];
mica, petrolchimica, petrolifera, far- ferrosi [R4] [R8]. mente commercializzate. b) messa in riserva di rifiuti [R13] con
maceutica e alimentare. 5.5.4 Caratteristiche delle materie 5.8 Tipologia: spezzoni di cavo di ra- macinazione e/o granulazione del ca-
5.3.2 Caratteristiche del rifiuto: i prime e/o dei prodotti ottenuti: me- me ricoperto [170401] [170408] vo e successiva separazione elettro-
catalizzatori possono essere in forma talli preziosi puri; metalli ferrosi e le- [170411] [160199] [160122] statica dei materiali plastici dai metal-
solida omogenea, non omogenea o ghe nelle forme usualmente commer- [160208] [160118] [160122] lici; eventuale secondo trattamento e-
fangosa palabile, contenenti rifiuti cializzate. [160216] lettrostatico per i polimeri per separa-
chimici di diversa natura ad esclusio- 5.6 Tipologia: rottami elettrici ed e- 5.8.1 Provenienza: scarti industriali re ogni traccia dei metalli per sotto-
ne di qualsiasi traccia dei seguenti e- lettronici contenenti e non metalli pre- o da demolizione e manutenzione di porli alle operazioni di recupero nel-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
lementi contaminanti: PCB, PCT e ziosi [160202] [160216] [160205] linee elettriche, di telecomunicazioni e l’industria di trasformazione delle ma-
PCDD ed in particolare delle sostanze [160214] [200124] [200136] di apparati elettrici, elettrotecnici e e- terie plastiche [R3] e recupero nell’in-
di tossicità e cumulabilità particolar- [200106] [200140]. lettronici; riparazione veicoli; attività dustria metallurgica [R5][R4];
mente elevata di cui alla tab. A2 del- 5.6.1 Provenienza: industria compo- demolizione veicoli autorizzata ai sen- c) messa in riserva di rifiuti [R13] con
l’All. 1 del Dm 12 luglio 1990. nenti elettronici; costruzione, installa- si del decreto legislativo 5 febbraio separazione fisica del materiale pla-
5.3.3 Attività di recupero: pirotratta- zione e riparazione apparecchiature 1997, n. 22 e successive modifiche e stico dal metallico; cesoiatura, tritura-
mento; processo idrometallurgico di elettriche e elettroniche, altre attività integrazioni; industria automobilistica. zione, vibrovagliatura e separazione
estrazione per via umida dei metalli di recupero; attività commerciali, in- 5.8.2 Caratteristiche del rifiuto: densimetrica dei metalli e granulazio-
contenuti nelle ceneri [R8] [R4]. dustriali e di servizio. spezzoni di cavo, anche in traccia, ri- ne dei polimeri; oppure cesoaitura e
5.3.4 Caratteristiche delle materie 5.6.2 Caratteristiche del rifiuto: og- vestiti da isolanti costituiti da materiali triturazione del cavo intero, separazio-
prime e/o dei prodotti ottenuti: me- getti di pezzatura variabile, esclusi tu- termoplastici, elastomeri, carta impre- ne magnetica (per i ferrosi) e in segui-
talli in forma spugnosa con elevato bi catodici, costituiti da parti in resine gnata con olio, piombo e piombopla- to separazione a corrente indotta sia
grado di purezza. sintetiche, vetro o porcellana e metalli sto; costituiti da Cu fino al 75% e Pb per i metalli (non ferrosi) che per i po-
5.4 Tipologia: catalizzatori esausti a assiemati, alcuni con riporto di metalli fino al 72%. limeri per sottoporre i rifiuti così otte-
base di: Pt, Pd, Rh, Ru, Ir, Au, Ag, preziosi quali Ag 0,05-15%, Au 5.8.3 Attività di recupero: nuti alle operazioni di recupero nel-
etc. su supporto inerte di carbone, al- 0,002-5%, Pt fino a 0,2%, Pd fino a a) messa in riserva di rifiuti [R13] con l’industria di trasformazione delle ma-
lumina, silicati, zeolite, carbonato di 0,5% e contenenti Cu fino a 50%, Pb lavorazione meccanica (cesoiatura, terie plastiche [R3] e recupero nell’in-
calcio, solfato di bario, materiale re- fino a 5%, Ni fino a 10%, Zn fino a triturazione, separazione magnetica, dustria metallurgica [R5][R4].
frattario, etc. sottoposti a lavaggio e 5%, Fe fino a 80%, ottone e bronzo vibrovagliatura e separazione densi- 5.9.4 Caratteristiche delle materie
disattivati ai fini della sicurezza fino al 15%, Cr <5%, Cd <0,006%. metrica) per asportazione del rivesti- prime e/o dei prodotti ottenuti: ma-
[050301] [160801] [070205] 5.6.3 Attività di recupero: mento; macinazione e granulazione nufatti in plastica nelle forme usual-
[160801] [070305] [160801] a) separazione dei componenti conte- della gomma e della frazione plastica, mente commercializzate; metalli e le-
[070405] [160801] [070505] nenti metalli preziosi; pirotrattamento, granulazione della frazione metallica ghe nelle forme usualmente commer-
[160801] [070105] [160801] macinazione e fusione delle ceneri, per sottoporla all’operazione di recu- cializzate
[070705] [160801] [050301] raffinazione per via idrometallurgica pero nell’industria metallurgica [R4] e 5.10 Tipologia: fini di ottone e fanghi
[160801] [061201] [160801] [R4]; recupero della frazione plastica e in di molazza [110204] [110299]
[190109] [160801] b) macinazione e granulazione della gomma nell’industria delle materie [120299] [120103] [120104]
5.4.1 Provenienza: da industria chi- gomma e della frazione plastica e re- plastiche [R3]. [120199].
mica, petrolchimica, petrolifera, far- cupero nell’industria delle materie b) pirotrattamento per asportazione 5.10.1 Provenienza: sgranellatura a
maceutica. plastiche [R3]. del rivestimento e successivo recupe- secco (fini) e smolazzatura a umido
5.4.2 Caratteristiche del rifiuto: i 5.6.4 Caratteristiche delle materie ro nell’industria metallurgica [R4]. (fanghi) delle scorie di copertura dei
catalizzatori possono essere in forma prime e/o dei prodotti ottenuti: 5.8.4 Caratteristiche delle materie bagni di fusione degli ottoni.
solida omogenea, non omogenea o a) metalli preziosi e altri metalli ferrosi prime e/o dei prodotti ottenuti: ra- 5.10.2 Caratteristiche del rifiuto: ri-
fangosa palabile, contenenti metalli e non ferrosi nelle forme usualmente me e piombo nelle forme usualmente fiuto a base di Zn 30-50%, Cu 10-
preziosi in concentrazione tra 0,03 e commercializzate; commercializzate; prodotti plastici e in 20%, Pb 2-3%, Cd <0,3%, Cl <3%
10%; e rifiuti chimici di diversa natu- b) prodotti plastici e in gomma nelle gomma nelle forme usualmente com- sul secco.
ra; in particolare: forme usualmente commercializzate. mercializzate. 5.10.3 Attività di recupero: metal-
i quantitativi delle sostanze pericolose 5.7 Tipologia: spezzoni di cavo con il 5.9 Tipologia: spezzoni di cavo di fi- lurgia secondaria del rame e/o al ciclo
di cui al Dm 12 luglio 1990, All. 1, conduttore di alluminio ricoperto bra ottica ricoperta di tipo dielettrico metallurgico primario e secondario
Tab. A1, Classi I e II, devono essere [160202] [160216] [170402] (a), semidielettrico (b) e metallico (c) dello zinco [R4].
inferiori a 100 ppm; [170408] [170411]. [170411] [160216] 5.10.4 Caratteristiche delle mate-
devono essere esenti da PCB, PCT, 5.7.1 Provenienza: scarti industriali 5.9.1 Provenienza: demolizione e rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
PCDD e dalle sostanze di tossicità e o da demolizione e manutenzione di manutenzione di linee di telecomuni- rame, zinco e leghe nelle forme u-
cumulabilità particolarmente elevata linee elettriche, di telecomunicazioni e cazioni e di apparati elettrici, elettro- sualmente commercializzate.
di cui alla tab. A2 dell’All. 1 del Dm di apparati elettrici, elettrotecnici e e- tecnici ed elettronici. 5.11 Tipologia: terra di rame e di ot-
18
12 luglio 1990. lettronici. 5.9.2 Caratteristiche del rifiuto: fili tone [100699] [101099].
5.11.1 Provenienza: operazioni di [120101] Tipologia soppressa in Allegato 3 al presente decreto) [R5]; metalliche; macinazione e granulazio-
materiali plastici, compresi teli e sac- 6.3.4 Caratteristiche delle materie 6.7.2 Caratteristiche del rifiuto: al- porla all’operazione di recupero
chetti, tubetti per rocche di filati, di prime e/o dei prodotti ottenuti: ABS cool polivinilico 97÷99%; dimetilfor- nell’industria della trasformazione del-
varia composizione e forma con even- di seconda qualità. mammide 0,5÷1%; nerofumo 0,05% le materie plastiche [R3].
tuale presenza di rifiuti di altra natura. 6.4 Tipologia: resine a scambio ioni- 6.7.3 Attività di recupero: produzio- 6.11.4 Caratteristiche delle mate-
6.1.3 Attività di recupero: messa in co esauste [070299] [190905]. ne di collanti ed adesivi [R3]. rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
riserva [R13] per la produzione di ma- 6.4.1 Provenienza: industria chimica 6.7.4 Caratteristiche delle materie prodotti in plastica nelle forme usual-
terie prime secondarie per l’industria e processi chimici in altri settori indu- prime e/o dei prodotti ottenuti: col- mente commercializzate.
delle materie plastiche, mediante a- striali. lanti e adesivi nelle forme usualmente 6.12 Tipologia: rifiuti di caprolattame
sportazione delle sostanze estranee 6.4.2 Caratteristiche del rifiuto: po- commercializzate. [070199] [070299]
(qualora presenti), macinazione e/o limeri stirenici ed altri polimeri con 6.8 Tipologia: polveri di “buffing” e 6.12.1 Provenienza: produzione e
granulazione, lavaggio e separazione contaminanti di processo quali oli in cascami di tessuto non tessuto trasformazione materie plastiche.
trattamento per l’ottenimento di ma- concentrazione non superiore allo [070299]. 6.12.2 Caratteristiche del rifiuto:
teriali plastici contenenti massimo 1% 0.1% in peso; sottoposti a lavaggio 6.8.1 Provenienza: industria del sfridi solidi di caprolattame oppure li-
di impurità e/o di altri materiali indesi- e/o bonifica per l’eliminazione dei “tessuto non tessuto” e del feltro quido di colore giallognolo o incolore
derati diversi dalle materie plastiche contaminanti da processo. greggio. con materiale in sospensione; compo-
conformi alle specifiche UniPLAST- 6.4.3 Attività di recupero: messa in 6.8.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- sto da soluzioni acquose contenenti
Uni 10667 e per la produzione di riserva di rifiuti [R13] con macinazio- fiuti di polveri e solidi costituiti da: po- almeno il 4% di caprolattame mono-
prodotti in plastica nelle forme u- ne e/o granulazione eventuale, la- liestere, poliuretano e polistirolo. mero e oligomeri, acqua <90%.
sualmente commercializzate [R3]. vaggio e con eventuale separazione 6.8.3 Attività di recupero: produzio- 6.12.3 Attività di recupero:
6.1.4 Caratteristiche delle materie degli inquinanti per sottoporli all’ope- ne di pannelli fonoassorbenti e ter- a) concentrazione della soluzione e
prime e/o dei prodotti ottenuti: ma- razione di recupero nell’industria delle moisolanti [R3]. successiva polimerizzazione per l’im-
terie prime secondarie conformi alle materie plastiche [R3]. 6.8.4 Caratteristiche delle materie piego nel processo produttivo [R3];
specifiche UniPLAST-Uni 10667 e 6.4.4 Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: b) depolimerizzazione della poliammi-
prodotti in plastica nelle forme u- prime e/o dei prodotti ottenuti: pro- pannelli fonoassorbenti e termoisolan- de 6 mediante riscaldamento della
sualmente commercializzate. dotti in plastica nelle forme usual- ti nelle forme usualmente commercia- miscela solido-liquida; arricchimento
6.2 Tipologia: sfridi, scarti, polveri e mente commercializzate. lizzate. con caprolattame del derivato del pro-
rifiuti di materie plastiche e fibre sin- 6.5 Tipologia: paraurti e plance di 6.9 Tipologia: mix di ebanite e PVC cesso di depolimerizzazione e succes-
tetiche [070299] [070213] [120105] autoveicoli in materie plastiche da recupero di accumulatori al piom- siva polimerizzazione con produzione
[160105] [160119] [160208] [070299] [070213] [160208] bo esausti [160199] Tipologia sop- del polimero poliammidico R3].
[160119] [160216] [160302] [160119] [120105]. pressa in quanto riferita a rifiuti 6.12.4 Caratteristiche delle mate-
[160306] [170203]. 6.5.1 Provenienza: attività di demoli- pericolosi [191211*]. rie prime e/o del prodotto ottenuto:
6.2.1 Provenienza: industria, della zione veicoli autorizzata ai sensi del 6.9.1 Provenienza: impianto di recu- a) e b) poliammide 6 nelle forme u-
produzione o trasformazione delle ma- decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. pero del piombo dagli accumulatori e- sualmente commercializzate; capro-
terie plastiche e fibre sintetiche, im- 22 e successive modifiche e integra- sausti. lattame monomero nelle forme usual-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
pianti di recupero degli accumulatori zioni, attività di riparazione e sostitu- 6.9.2 Caratteristiche del rifiuto: so- mente commercializzate.
esausti, attività di autodemolizione au- zione su veicoli in servizio; industria lido in pezzatura variabile costituito da
torizzata ai sensi del decreto legislati- automobilistica. ebanite 30-80%, Pb/PbO.SO4 4- 7. Rifiuti ceramici e inerti
vo 5 febbraio 1997, n. 22 e successi- 6.5.2 Caratteristiche del rifiuto: 12%, plastiche 10-50%, legno 2-4%. 7.1 Tipologia: rifiuti costituiti da late-
ve modifiche e integrazioni, attività di manufatti interi o parti di essi in pla- 6.9.3 Attività di recupero: messa in rizi, intonaci e conglomerati di ce-
autoriparazione e industria automobili- stica. Eventuale presenza di cariche i- riserva di rifiuti [R13] con separazione mento armato e non, comprese le tra-
stica, altre attività di recupero di altre nerti, gomma, pigmenti, additivi. e cernita dei materiali costituenti il verse e traversoni ferroviari e i pali in
apparecchiature e manufatti; attività 6.5.3 Attività di recupero: messa in mix per sottoporre la frazione costitui- calcestruzzo armato provenienti da li-
di costruzione e demolizione. riserva di rifiuti [R13] con triturazione, ta da ebanite all’operazione di recu- nee ferroviarie, telematiche ed elettri-
6.2.2 Caratteristiche del rifiuto: lavaggio e flottazione per la separa- pero nell’industria metallurgica come che e frammenti di rivestimenti stra-
granuli, trucioli, ritagli, polveri, manu- zione degli inquinanti per sottoporre la riducente [R3] e la frazione plastica dali, purché privi di amianto [101303]
fatti fuori norma, ecc. Eventuale pre- frazione plastica all’operazione di re- all’operazione di recupero nell’indu- [101311] [170101] [170102]
senza di altri polimeri, cariche, pig- cupero nell’industria delle materie stria delle materie prime [R3]. [170103] [170104] [170802]
menti, additivi, Pb <3%, KOH <0,3%, plastiche [R3]. 6.9.4 Caratteristiche delle materie [170701] [170107] [170904]
Cd <0,3%. 6.5.4 Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: pro- [200301].
6.2.3 Attività di recupero: messa in prime e/o dei prodotti ottenuti: pro- dotti plastici nelle forme usualmente 7.1.1 Provenienza: attività di demoli-
riserva [R13] per la produzione di ma- dotti in plastica nelle forme usual- commercializzate. zione, frantumazione e costruzione;
terie prime secondarie per l’industria mente commercializzate. 6.10 Tipologia: sfridi, scarti e rifiuti selezione da RSU e/o RAU; manuten-
delle materie plastiche, mediante a- 6.6 Tipologia: imbottiture sedili in di polivinil butirrale [101199]. zione reti; attività di produzione di la-
sportazione delle sostanze estranee poliuretano espanso [070299] 6.10.1 Provenienza: industria del ve- stre e manufatti in fibrocemento.
(qualora presenti), macinazione e/o [070213] [160208] [160119] tro di sicurezza. 7.1.2 Caratteristiche del rifiuto:
granulazione, lavaggio e separazione [120105]. 6.10.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- materiale inerte, laterizio e ceramica
trattamento per l’ottenimento di ma- 6.6.1 Provenienza: attività di demoli- tagli di pellicola di polivinilbutirrale di cotta anche con presenza di frazioni
teriali plastici contenenti massimo 1% zione vetture autorizzata ai sensi del vario spessore. metalliche, legno, plastica, carta e i-
di impurità e/o di altri materiali indesi- decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 6.10.3 Attività di recupero: soluzio- solanti escluso amianto.
derati diversi dalle materie plastiche 22 e successive modifiche e integra- ne in solventi organici per l’otteni- 7.1.3 Attività di recupero: messa in
conformi alle specifiche UniPLAST- zioni, attività di riparazione e sostitu- mento di polivinil butirrale da impie- riserva di rifiuti inerti [R13] per la pro-
Uni 10667 e per la produzione di zione su vetture in servizio; industria gare nella produzione di adesivi [R3]. duzione di materie prime secondarie
prodotti in plastica nelle forme u- automobilistica. 6.10.4 Caratteristiche delle mate- per l’edilizia mediante fasi meccani-
sualmente commercializzate [R3]. 6.6.2 Caratteristiche del rifiuto: im- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: che e tecnologicamente interconnes-
6.2.4 Caratteristiche delle materie bottiture intere o parte di esse in po- adesivi nelle forme usualmente com- se di macinazione, vagliatura, selezio-
prime e/o dei prodotti ottenuti: ma- liuretano espanso. Eventuale presen- mercializzate. ne granulometrica e separazione della
terie prime secondarie conformi alle za di tessuti di rivestimento. 6.11 Tipologia: pannelli sportelli auto frazione metallica e delle frazioni in-
specifiche UniPLAST-Uni 10667 e 6.6.3 Attività di recupero: messa in [070299] [070213] [160208] desiderate per l’ottenimento di frazio-
prodotti in plastica nelle forme u- riserva di rifiuti [R13] con taglio e se- [160119] [120105]. ni inerti di natura lapidea a granulo-
sualmente commercializzate. parazione schiuma da fodera; maci- 6.11.1 Provenienza: attività di de- metria idonea e selezionata, con elua-
6.3 Tipologia: fanghi polimerici di nazione e/o estrusione in granuli per molizione vetture autorizzata ai sensi to del test di cessione conforme a
ABS [070202] [070212]. sottoporre la frazione plastica all’ope- del decreto legislativo 5 febbraio quanto previsto in Allegato 3 al pre-
6.3.1 Provenienza: industria chimi- razione di recupero nell’industria delle 1997, n. 22 e successive modifiche e sente decreto e con caratteristiche di
ca: produzione di ABS. materie plastiche [R3]. integrazioni, o attività di riparazione e cui alle norme CNR-Uni 10006 [R5];
6.3.2 Caratteristiche del rifiuto: 6.6.4 Caratteristiche delle materie sostituzione su vetture in uso, o da in- 7.1.3 Attività di recupero:
fango palabile con circa il 50% di co- prime e/o dei prodotti ottenuti: pro- dustria automobilistica. a) messa in riserva di rifiuti inerti
polimeri, Cd<5 ppm, As<4.2 ppm. dotti in plastica nelle forme usual- 6.11.2 Caratteristiche del rifiuto: fi- [R13] per la produzione di materie
6.3.3 Attività di recupero: produzio- mente commercializzate. bre vegetali in matrice polipropilenica. prime secondarie per l’edilizia,
ne di ABS di seconda qualità previo 6.7 Tipologia: scaglie di alcool polivi- 6.11.3 Attività di recupero: messa mediante fasi meccaniche e tec-
20
essiccamento e compoundazione nilico [070299]. in riserva di rifiuti [R13] con macina- nologicamente interconnesse di
macinazione, vagliatura, selezione [101201] [101206] [101299] rifiuto tal quale secondo il metodo in ZrO2, CaO e MgO, con presenza e-
lici, produzione di moli abrasive. dei manufatti e separazione della par- vergine; ricerca e coltivazione idrocar- tal quale secondo il metodo in
7.10.2 Caratteristiche del rifiuto: te metallica [R5]; buri su terra e in mare; ricerca e colti- Allegato 3 al presente decreto ad e-
materiali siliceo-alluminosi e granulati b) produzione di materiale e manufatti vazione geotermica; perforazioni per sclusione del parametro COD) [R5];
con presenza di scaglie metalliche ed per l’edilizia, previa frantumazione dei ricerche e coltivazioni minerarie in ge- e) neutralizzazione di acque acide,
eventuali tracce di vernici. manufatti e separazione della parte nerale; perforazioni geognostiche di previa eventuale disidratazione [R5];
7.10.3 Attività di recupero: metallica [R5]. grande profondità; perforazioni per f) impermeabilizzazione dei bacini di
a)produzione di calce idraulica [R5]; 7.12.4 Caratteristiche delle mate- pozzi d’acqua. decantazione delle acque [R5].
b)produzione conglomerati bituminosi rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 7.15.2 Caratteristiche del rifiuto: 7.16.4 Caratteristiche delle mate-
[R5]; a) cemento nelle forme usualmente fango a base di acqua/bentonite, di rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
c) cementifici [R5] commercializzate; acqua/bentonite/barite, di olio/orga- a) cemento nelle forme usualmente
d) produzione di abrasivi [R5]; b) materiale e manufatti per l’edilizia no-smectiti/barite con eventuale pre- commercializzate
e) realizzazione di rilevati e sottofondi nelle forme usualmente commercia- senza di terriccio; contenenti idrocar- b) laterizi nelle forme usualmente
stradali (il recupero è subordinato al- lizzate buri in concentrazioni inferiori a 50 commercializzate
l’esecuzione del test di cessione sul 7.13 Tipologia: sfridi di produzione di Kg/t nel caso di fanghi a base acqua 7.17 Tipologia: rifiuti costituiti da
rifiuto tal quale secondo il metodo in pannelli di gesso; demolizione edifici e contenenti gasolio o olio a bassa pietrisco di vagliatura del calcare
Allegato 3 al presente decreto [R5]; [101399] [170104] [170802]. tossicità in concentrazioni inferiori a [010102] [020499] [020799]
f) processi di burattatura e barilatura 7.13.1 Provenienza: industria di pro- 300 Kg/t nel caso di fanghi a base o- [010202] [010410] [020402]
burattatura e/o barilatura dell’indu- duzione pannelli in gesso; demolizio- lio contenenti idrocarburi in con- [020701] [010302] [010308]
stria meccanica [R5]. ne edifici. centrazioni inferiori a 1000 mg/Kg [010401] [010408] [100299].
7.10.4 Caratteristiche delle mate- 7.13.2 Caratteristiche del rifiuto: sul secco, IPA <10 ppm. 7.17.1 Provenienza: attività industriali
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: sfridi di gesso con eventuali fibre cel- 7.15.3 Attività di recupero: dello zucchero, dell’alcool, del lievito e
a) calce idraulica nelle forme usual- lulosiche o metalliche incorporate, a) industria dei laterizi nell’impasto e dell’estrazione, lavorazione e taglio del
mente commercializzate; non radioattivo ai sensi del decreto le- industria di produzione dell’argilla e- calcare, industria siderurgica.
b) conglomerati bituminosi; nelle for- gislativo 17 marzo 1995, n. 230. spansa, previa eventuale disidratazio- 7.17.2 Caratteristiche del rifiuto:
me usualmente commercializzate; 7.13.3 Attività di recupero: cemen- ne e desalinizzazione [R5]; frammenti in varia pezzatura compre-
c) cemento nelle forme usualmente tifici [R5]. b) produzione di aggregati artificiali se polveri, di pietra calcarea e terriccio
commercializzate; 7.13.4 Caratteristiche delle mate- mediante processo termico di sinte- di cava o materiali inerti a base di car-
d) abrasivi nelle forme usualmente rie prime e/o dei prodotti ottenuti: rizzazione [R5]. bonato di calcio, con eventuale pre-
commercializzate. cemento nelle forme usualmente c) cementifici [R5]. senza di materie prime siderurgiche
7.11 Tipologia: pietrisco tolto d’ope- commercializzate. d) utilizzo per recuperi ambientali pre- (carbon fossile, coke, minerali di ferro
ra [170501] [170504] [170701] 7.14 Tipologia: detriti di perforazione via eventuale disidratazione e desali- in misura minore del 20% in peso).
[170107] [170508]. [010502] [010507] [010599] nizzazione (il recupero è subordinato 7.17.3 Attività di recupero:
7.11.1 Provenienza: manutenzione [010504] [170501] [170504]. all’esecuzione del test di cessione sul a) produzione calce idraulica [R5];
delle strutture ferroviarie. 7.14.1 Provenienza: attività di trivel- rifiuto tal quale secondo il metodo in b) produzione conglomerati cementizi,
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
7.11.2 Caratteristiche del rifiuto: lazione pali di fondazione su terreno Allegato 3 al presente decreto ad e- calcestruzzi e manufatti per edilizia
pietrisco tolto d’opera costituito da vergine; ricerca e coltivazione idrocar- sclusione del parametro COD) [R10]. [R5];
roccia silicea e cristallina o calcare buri su terra e in mare; ricerca e colti- e) utilizzo per copertura di discariche c) cementifici, come aggiunta al
per circa il 70%, con sabbia e argilla vazione geotermica; perforazioni per per RSU; la percentuale di rifiuto uti- clinker, come additivo nella carica al
per circa il 30%. ricerche e coltivazioni minerarie in ge- lizzabile in miscela con la materia pri- forno per la produzione di cementi
7.11.3 Attività di recupero: messa nerale; perforazioni geognostiche di ma non dovrà essere superiore al ferrici [R5];
in riserva di rifiuti inerti [R13] con se- grande profondità; perforazioni per 30% in peso (il recupero è subordina- d) industria siderurgica nella prepara-
parazione delle frazioni indesiderate e pozzi d’acqua. to all’esecuzione del test di cessione zione della carica dell’altoforno [R5];
della eventuale frazione metallica per 7.14.2 Caratteristiche del rifiuto: sul rifiuto tal quale secondo il metodo e) formazione di rilevati e sottofondi
sottoporla all’operazione di recupero detriti con presenza di acqua/bentoni- in Allegato 3 al presente decreto ad stradali previa eventuale frantumazio-
nell’industria metallurgica [R4] e per te, di acqua/bentonite/barite, di esclusione del parametro COD)[R5]: ne del rifiuto (il recupero è subordina-
sottoporre la frazione inerte alle se- olio/organo-smectiti/barite contenenti 7.15.4 Caratteristiche delle mate- to all’esecuzione del test di cessione
guenti operazioni di recupero: idrocarburi in concentrazioni inferiori rie prime e/o dei prodotti ottenuti: sul rifiuto tal quale secondo il metodo
a) recupero nell’industria della produ- a 50 Kg/t nel caso di detriti a base a) laterizi e argilla espansa nelle for- in Allegato 3 al presente decreto)
zione di conglomerati cementizi [R5]. acqua e contenenti gasolio o olio a me usualmente commercializzate. [R5].
b) recupero nei cementifici [R5] bassa tossicità in concentrazioni infe- b) aggregati artificiali nelle forme u- f) riutilizzo per recuperi ambientali (il
c) frantumazione, macinazione ed o- riori a 300 Kg/t nel caso di fanghi a sualmente commercializzate. recupero è subordinato all’esecuzione
mogeneizzazione e integrazione con base olio contenenti idrocarburi in c) cemento nelle forme usualmente del test di cessione sul rifiuto tal qua-
materia prima inerte nell’industria la- concentrazioni inferiori a 1000 commercializzate [R5]. le secondo il metodo in Allegato 3 al
pidea [R5]; mg/Kg sul secco, IPA <10 ppm. 7.16 Tipologia: calci di defecazione presente decreto) [R10]
d) formazione di rilevati, sottofondi 7.14.3 Attività di recupero: [020402] [020499] [020799]. 7.17.4 Caratteristiche delle mate-
stradali e piazzali industriali (il recupe- a) cementifici [R5]. 7.16.1 Provenienza: attività indu- rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
ro è subordinato all’esecuzione del te- b) utilizzo per recuperi ambientali, striali dello zucchero, dell’alcool e del a) calce idraulica nelle forme usual-
st di cessione sul rifiuto tal quale se- previa eventuale desalinizzazione (il lievito. mente commercializzate;
condo il metodo in Allegato 3 al pre- recupero è subordinato all’esecuzione 7.16.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- b) conglomerati e manufatti per l’edi-
sente decreto) [R5]; del test di cessione sul rifiuto tal qua- fiuto costituito essenzialmente da car- lizia nelle forme usualmente commer-
e) recuperi ambientali (il recupero è le secondo il metodo in Allegato 3 al bonato di calcio (70%) con silice, allu- cializzate.
subordinato all’esecuzione del test di presente decreto) [R10]. mina, ossido di ferro (~ 10%) e so- c) cemento nelle forme usualmente
cessione sul rifiuto tal quale secondo c) utilizzo per copertura di discariche stanze organiche (proteine, pectina, commercializzate.
il metodo in Allegato 3 al presente per RSU; la percentuale di rifiuto uti- etc.), derivante dalla filtrazione di su- d) ghisa nelle forme usualmente com-
decreto) [R10]; lizzabile in miscela con la materia pri- ghi zuccherini dopo trattamento con mercializzate.
7.11.4 Caratteristiche delle mate- ma non dovrà essere superiore al calce e anidride carbonica. 7.18 Tipologia: scarti da vagliatura
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 30% in peso (il recupero è subordina- 7.16.3 Attività di recupero: latte di calce [060301] [060314]
a) conglomerati cementizi nelle forme to all’esecuzione del test di cessione a) cementifici [R5]; [101304] [070199]
usualmente commercializzate. sul rifiuto tal quale secondo il metodo b) industria dei laterizi nell’impasto, 7.18.1 Provenienza: industria chimi-
b) cemento nelle forme usualmente in Allegato 3 al presente decreto)[R5]. previa eventuale disidratazione [R5] ca; industria della calce, industria pe-
commercializzate 7.14.4 Caratteristiche delle mate- c) riutilizzo per recuperi ambientali, trolchimica.
7.12 Tipologia: calchi in gesso esau- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: previa eventuale disidratazione (il re- 7.18.2 Caratteristiche del rifiuto:
sti [101206] [101299] [200301] a) cemento nelle forme usualmente cupero è subordinato all’esecuzione miscela di carbonato, ossido e idros-
[101399] [170104] [170802]. commercializzate. del test di cessione sul rifiuto tal qua- sido di calcio (~ 82%) e silice, allumi-
7.12.1 Provenienza: attività sculto- 7.15 Tipologia: fanghi di perforazio- le secondo il metodo in Allegato 3 al na e ossido di ferro (~ 18%).
ree ed industrie ceramiche. ne [010501] Tipologia soppressa in presente decreto ad esclusione del 7.18.3 Attività di recupero:
7.12.2 Caratteristiche del rifiuto: quanto riferita a rifiuti pericolosi parametro COD) [R10]; a) produzione di calce idraulica [R5];
manufatti in gesso con eventuale ar- [010505*] [010502] [010507] d) realizzazione di rilevati e sottofondi b) produzione conglomerati e manu-
matura metallica incorporata. [010599] [010504]. stradali, previa eventuale disidratazio- fatti per l’edilizia [R5];
22
7.12.3 Attività di recupero: 7.15.1 Provenienza: attività di trivel- ne (il recupero è subordinato all’ese- c) cementifici [R5];
d) realizzazione di rilevati e sottofondi 7.22 Tipologia: rifiuti da abbattimen- ste di fonderia di seconda fusione dei f) produzione di conglomerati bitumi-
7.30.4 Caratteristiche delle mate- per cemento [R5][R3]; tuale torrefazione [R3]; b) messa in riserva [R13] per la pro-
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: b) recupero tal quale nell’industria b) riutilizzo tal quale nell’industria ma- duzione di materie prime secondarie
a) cemento nelle forme usualmente conciaria per l’ingrassaggio della pel- nufatturiera e della pelletteria [R3]. per l’industria tessile mediate selezio-
commercializzate. le [R5][R3]. 8.5.4 Caratteristiche delle materie ne, igienizzazione [R3].
7.31 Tipologia: terre da coltivo, deri- 8.2 Tipologia: peluria e pelucchi tes- prime e/o dei prodotti ottenuti: 8.9.4 Caratteristiche delle materie
vanti da pulizia di materiali vegetali e- sili [040202] [040221] [040204] a) cuoio rigenerato, cuoio torrefatto; prime e/o dei prodotti ottenuti:
duli e dalla battitura della lana sucida: [040221] [040201] [040221] b) manufatti in cuoio e in pelle di limi- a) indumenti, accessori di abbiglia-
terre e rocce di scavo [020199] [040203] [040221] [040222]. tate dimensioni. mento ed altri manufatti tessili confe-
[020401] [170501] [170504] 8.2.1 Provenienza: industrie tessili. 8.6 Tipologia: scarti solidi conciati al zionati utilizzabili direttamente in cicli
7.31.1 Provenienza: industria agroa- 8.2.2 Caratteristiche del rifiuto: vegetale [040108] [040109]. di consumo.
limentare in genere e industria lanie- materiale fibroso igroscopico costitui- 8.6.1 Provenienza: fasi di spaccatu- b) materie prime secondarie per l’in-
ra, attività di scavo. to da fibre naturali in quantità variabi- ra, rasatura, rifilatura e smerigliatura dustria tessile conformi alle specifiche
7.31.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- le di colore naturale o colorate. dell’industria conciaria e del settore delle CCIAA di Milano e Firenze.
fiuto costituito da terriccio con even- 8.2.3 Attività di recupero: manifatturiero.
tuali parti vegetali e sostanze organi- a) industria della carta [R3] 8.6.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- 9. Rifiuti di legno e sughero
che; parti di fibra di lana; materiale i- b) impiego nelle lettiere per animali tagli di tessuto fibroso collagenico di 9.1 Tipologia: scarti di legno e su-
nerte vario costituito da terra con pre- [R3]; dimensioni variabili. ghero, imballaggi di legno [030101]
senza di ciotoli, sabbia, ghiaia. 8.2.4 Caratteristiche delle materie 8.6.3 Attività di recupero: idrolisi [030102] [030105] [150103]
7.31.3 Attività di recupero: prime e/o dei prodotti ottenuti: car- con successiva essiccazione e vaglia- [030103] [030105] [030199]
a) industria della ceramica e dei late- ta, carta catramata e cartone nelle tura per la produzione di cuoio rigene- [170201] [200107] [200138]
rizi [R5]. forme usualmente commercializzate; rato [R3]. [191207] [200301].
b) utilizzo per recuperi ambientali di 8.3 Tipologia: refluo contenente 8.6.4 Caratteristiche delle materie 9.1.1 Provenienza: industria edile e
ex cave, discariche esaurite e bonifica grasso di lana [040210]. prime e/o dei prodotti ottenuti: raccolta differenziata, attività indu-
di aree inquinate (il recupero è subor- 8.3.1 Provenienza: industria laniera, cuoio rigenerato adatto al riutilizzo striali, artigianali, commerciali, agrico-
dinato all’esecuzione del test di ces- acque di lavaggio e sgrassatura della nell’industria manifatturiera. le e di servizio; attività di demolizioni.
sione sul rifiuto tal quale secondo il lana. 8.7 Tipologia: rifiuti di smerigliatura, 9.1.2 Caratteristiche del rifiuto: le-
metodo in Allegato 3 al presente de- 8.3.2 Caratteristiche del rifiuto: so- rasatura [040108] [040199]. gno in scarti di diverse dimensioni e
creto ad esclusione del parametro luzioni acquose contenenti grasso di 8.7.1 Provenienza: industria concia- segatura, con possibili presenze di
COD) [R10]; lana. ria, fasi di smerigliatura, rasatura. polveri di natura inerte; cassette, pal-
c) formazione di rilevati e sottofon- 8.3.3 Attività di recupero: centrifu- 8.7.2 Caratteristiche del rifiuto: lets e altri imballaggi in legno non
di stradali (il recupero è subordi- gazione per separazione della parte o- polvere più o meno fine e/o rifiuti di trattato, sfridi di pannelli (compensati
nato all’esecuzione del test di ces- leosa [R3]. pellame. listellari, di fibra, di particelle ecc.) di
sione sul rifiuto tal quale secondo 8.3.4 Caratteristiche delle materie 8.7.3 Attività di recupero: legno trattato, nobilitato, compreso
il metodo in Allegato 3 al presente prime e/o dei prodotti ottenuti: a) industria del cuoio ricostruito [R3]; MDF, polverino di carteggiatura.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
decreto ad esclusione del parame- grasso di lana nelle forme usualmente b) industria delle colle [R3]; 9.1.3 Attività di recupero: messa in
tro COD) [R5]. commercializzate c) industria di cartoni speciali [R3]. riserva di rifiuti di legno [R13] con la-
7.31.4 Caratteristiche delle mate- 8.4 Tipologia: rifiuti di materiali tessi- 8.7.4 Caratteristiche delle materie vaggio eventuale, cernita, adegua-
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: li compositi e della lavorazione di fibre prime e/o dei prodotti ottenuti: mento volumetrico o cippatura per
prodotti ceramici e/o laterizi nelle for- naturali, sintetiche e artificiali a) articoli di cuoio ricostituito; sottoporli alle seguenti operazioni di
me usualmente commercializzate. [040201] [040221] [040202] b) colle nelle forme usualmente com- recupero [R3]:
7.31-bis Tipologia: terre e rocce di [040221] [040203] [040221] mercializzate; a) recupero nell’industria della fale-
scavo [170504]. (1) [040204] [040221] [040205] c) cartoni speciali nelle forme usual- gnameria e carpenteria [R3];
7.31-bis.1 Provenienza: attività di [040222] [040206] [040222] mente commercializzate. b) recupero nell’industria cartaria
scavo. [040207] [040222] [040208] 8.8 Tipologia: carniccio di scarnatu- [R3];
7.31-bis.2 Caratteristiche del rifiu- [040222] [040209] [160208] ra, rasatura, spaccatura e pezzamatu- c) recupero nell’industria del pannello
to: materiale inerte vario costituito [160122] [200110] [200111] ra in pelo [040108] [040199]. di legno [R3];
da terra con presenza di ciotoli, 8.4.1 Provenienza: industria della 8.8.1 Provenienza: industria concia- 9.1.4 Caratteristiche delle materie
sabbia, ghiaia, trovanti, anche di produzione, lavorazione ed utilizzo ria, fasi di scarnatura, rasatura, spac- prime e/o dei prodotti ottenuti:
origine antropica. delle fibre tessili naturali, sintetiche e catura e pezzamatura in pelo. a) manufatti a base legno e sughero
7.31-bis.3 Attività di recupero: artificiali; industria della confezione, 8.8.2 Caratteristiche del rifiuto: nelle forme usualmente commercia-
a) industria della ceramica e dei industria del mobile, industria auto- polvere più o meno fine e/o rifiuti di lizzate;
laterizi [R5]; mobilistica; industria dei rivestimenti pellame. b) pasta di carta e carta nelle forme
b) utilizzo per recuperi ambientali e della pavimentazione tessile. 8.8.3 Attività di recupero: industria usualmente commercializzate;
(il recupero è subordinato all’ese- 8.4.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- delle colle, delle gelatine, degli idroliz- c) pannelli nelle forme usualmente
cuzione del test di cessione sul ri- fiuti di lino, cotone, lana e altre fibre zati proteici [R3]; commercializzate.
fiuto tal quale secondo il metodo in naturali, artificiali e sintetiche 8.8.4 Caratteristiche delle materie 9.2 Tipologia: scarti di legno e su-
Allegato 3 al presente decreto) 8.4.3 Attività di recupero: messa in prime e/o dei prodotti ottenuti: col- ghero, imballaggi di legno [030101]
[R10]; riserva [R13] per la produzione di ma- le, gelatine e idrolizzati proteici nelle [030103] [030105] [030102]
c) formazione di rilevati e sottofon- terie prime secondarie per l’industria forme usualmente commercializzate. [030105].
di stradali (il recupero è subordi- tessile mediante selezione, separazio- 8.9 Tipologia: indumenti, accessori 9.2.1 Provenienza: industria della la-
nato all’esecuzione del test di ces- ne, igienizzazione [R3]. di abbigliamento ed altri manufatti vorazione del legno vergine.
sione sul rifiuto tal quale secondo 8.4.4 Caratteristiche delle materie tessili confezionati post-consumo 9.2.2 Caratteristiche del rifiuto: le-
il metodo in Allegato 3 al presente prime e/o dei prodotti ottenuti: ma- [200110] [200111] [191208]. gno vergine in scarti di diverse di-
decreto) [R5]. terie prime secondarie per l’industria 8.9.1 Provenienza: cicli di post-con- mensioni e segatura, con possibili
7.31-bis.4 Caratteristiche delle tessile conformi alle specifiche mer- sumo. presenze di polveri di natura inerte.
materie prime e/o dei prodotti ot- ceologiche delle CCIAA di Milano e 8.9.2 Caratteristiche del rifiuto: 9.2.3 Attività di recupero: messa in
tenuti: prodotti ceramici nelle for- Firenze. materiale costituito da indumenti, ac- riserva di rifiuti di legno [R13] per l’ot-
me usualmente commercializzate. 8.5 Tipologia: trucioli, ritagli e altri ri- cessori di abbigliamento ed altri ma- tenimento di materie prime seconda-
fiuti di cuoio [040109] [040199]. nufatti tessili confezionati di lino, co- rie mediante lavaggio, cernita, ade-
8. Rifiuti derivati da operazioni 8.5.1 Provenienza: industria concia- tone, lana, altre fibre naturali artificiali guamento volumetrico o cippatura
di conciatura e dall’utilizzo del ria, calzaturiera, della pelletteria e e sintetiche, non impregnati da oli, [R3].
cuoio e rifiuti tessili dell’abbigliamento in genere. morchie, non contenenti materiali im- 9.2.4 Caratteristiche delle materie
8.1 Tipologia: olio di follone 8.5.2 Caratteristiche del rifiuto: fi- propri. prime e/o dei prodotti ottenuti:
[040199]. lamenti corti arricciati e piccoli pezzi 8.9.3 Attività di recupero: legno variamente cippato, granulati e
8.1.1 Provenienza: ingrassaggio del- di tessuto fibroso collagenico. a) messa in riserva [R13] per la desti- cascami di sughero, tondelli in
le pelli per pellicceria. 8.5.3 Attività di recupero: nazione in cicli di consumo mediante conformità alle specifiche fissate dalle
8.1.2 Caratteristiche del rifiuto: olio a) mescolamento con altre materie selezione e igienizzazione per l’otteni- CCIAA di Milano e Bolzano.
denso a base di olio minerale, lanoli- (lattice) in macchine impastatrici, es- mento delle seguenti specifiche [R3]: 9.3 Tipologia: rifiuti costituiti da le-
na e altri grassi naturali penetranti. siccamento e bobinatura in rulli; op- – carica aerobica mesofila <106 /g gno impregnato con preservante a
24
8.1.3 Attività di recupero: pure trattamento di parziale idrolisi – streptococchi fecali <102 /g base di creosoto [030199] Tipologia
soppressa in quanto riferita a rifiu- antirumore, para valanghe, rivesti- alle seguenti operazioni di recupero: ma per mescole compatibili [R3];
per RSU; la percentuale di rifiuto uti- fiuti a base cellulosica, costituiti da e) lubrificanti nelle forme usualmente rifiuto 030303] [con esclusione del
lizzabile in miscela con la materia pri- bucce, vinaccioli e fanghi. commercializzate; rifiuto 030311];
ma non dovrà essere superiore al 11.7.3 Attività di recupero: produ- f) prodotti dell’industria saponiera e d) produzione di conglomerati cemen-
30% in peso; (il recupero è subordi- zione di tartrati [R3]. dei tensioattivi nelle forme usualmen- tizi [con esclusione del rifiuto
nato all’esecuzione del test di cessio- 11.7.4 Caratteristiche delle mate- te commercializzate. 030303] [con esclusione del rifiuto
ne sul rifiuto tal quale secondo il me- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 11.12 Tipologia: sansa esausta di o- 030311];
todo in Allegato 3 al presente decreto) tartrati nelle forme usualmente com- liva (polpa o farina) [020303] e) produzione di pannelli in fibra [con
[R5] mercializzate; 11.12.1 Provenienza: industria olea- esclusione del rifiuto 030303] [con
11.2.4 Caratteristiche delle mate- 11.8 Tipologia: lolla di riso, guscetta ria, processo di produzione di olio di esclusione del rifiuto 030311] [R3];
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: di cotone [020304] [040201] sansa mediante estrazione con sol- f) utilizzo e per recuperi ambientali (la
a) laterizi e argilla espansa nelle for- [040221]. vente. percentuale di fango utilizzabile in mi-
me usualmente commercializzate. 11.8.1 Provenienza: industria agroa- 11.12.2 Caratteristiche del rifiuto: scela con il terreno non dovrà essere
b) cemento nelle forme usualmente limentare, industria tessile. materiale sciolto rappresentato preva- superiore al 30% in peso per fanghi
commercializzate; 11.8.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- lentemente da frammenti, particelle e al 27% minimo di sostanza secca. I
11.3 Tipologia: carte esauste da fil- fiuti costituiti da scarti vegetali origi- polvere di nocciolo di oliva privati del- fanghi dovranno avere le seguenti ca-
trazione oli [020399]. natisi durante la sgranatura del riso e la parte di polpa grassa residua; di ratteristiche: Hg totale ≤1,5 mg/kg
11.3.1 Provenienza: industria olearia dalla prima parte del ciclo di filatura granulometria variabile da 10 a 6000 SS, Cd totale ≤1,5 mg/kg SS, Cr VI
e margariniera. del cotone. µm e ad alto contenuto di lignina e ≤0.5 mg/kg SS, Ni totale ≤30 mg/kg
11.3.2 Caratteristiche del rifiuto: 11.8.3 Attività di recupero: produ- solvente in tracce. SS, Pb totale ≤40 mg/kg SS, Cu tota-
materiale cellulosico contaminato da zione di lettiere per allevamenti zoo- 11.12.3 Attività di recupero: reim- le ≤150 mg/kg SS, Zn totale ≤500
sostanze oleose e sedimenti grassi. tecnici [R3]. piego nel settore della produzione e mg/kg SS. (il recupero è subordinato
11.3.3 Attività di recupero: recupe- 11.9 Tipologia: rifiuti di cloruro di so- del riciclaggio di materie plastiche ca- all’esecuzione del test di cessione sul
ro olio presso le raffinerie mediante e- dio [020299] [040199]. ricate con polvere di legno, produzio- rifiuto tal quale secondo il metodo in
strazione e raffinazione [R3][R9]. 11.9.1 Provenienza: salatura nell’in- ne del pannello di particelle, previa Allegato 3 al presente decreto, ad e-
11.3.4 Caratteristiche delle mate- dustria delle carni, scuotimento delle vagliatura ed essiccazione [R3]. sclusione del parametro COD)
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: pelli salate nell’industria conciaria. 11.12.4 Caratteristiche delle mate- [R10] [con esclusione dei rifiuti
olio non alimentare nelle forme usual- 11.9.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 030303] [con esclusione dei rifiuti
mente commercializzate. fiuti solidi di cloruro di sodio. lastre e/o pannelli estrusi monostrato 030311].
11.4 Tipologia: reflui liquidi della in- 11.9.3 Attività di recupero: utilizzo e/o multistrato di spessore variabile g) utilizzo per la copertura di discari-
dustria di raffinazione degli oli, dei come antighiaccio stradale [R5]. esente da esano residuo nelle forme e che per RSU; la percentuale di rifiuto
grassi vegetali e animali [020399]. 11.10 Tipologia: rifiuti misti della la- dimensioni usualmente commercializ- utilizzabile in miscela con la materia
11.4.1 Provenienza: raffinerie di cui vorazione del tabacco [020304] zate; pannelli di particelle rivestiti e/o prima non dovrà essere superiore al
al punto 11.11.3 di cui al punto [020399]. nobilitati da termoformare esenti da 30% in peso (il recupero è subordina-
11.1.3. 11.10.1 Provenienza: manifatture esano residuo nelle forme usualmente to all’esecuzione del test di cessione
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
11.4.2 Caratteristiche del rifiuto: tabacchi. commercializzate; manufatti per l’in- sul rifiuto tal quale secondo il metodo
reflui liquidi disoleati con sostanze o- 11.10.2 Caratteristiche del rifiuto: dustria delle costruzioni esenti da e- in Allegato 3 al presente decreto) [R5]
leose e grasse residue in percentuale frammenti e polveri di tabacco con a- sano residuo nelle forme e dimensioni 12.1.4 Caratteristiche delle mate-
minima. genti concianti e profumanti (cacao, usualmente commercializzate. rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
11.4.3 Attività di recupero: miele, zuccheri, ecc.) ed eventuale 11.13 Tipologia: scarti e sfridi di gra- a) pasta di carta e carta di bassa qua-
a) industria saponiera e dei tensioatti- presenza di rifiuti di carta vergata e naglia per uso zootecnico [020304]. lità nelle forme usualmente commer-
vi [R3]; colle di amido. 11.13.1 Provenienza: industria ali- cializzate;
b) industria della gomma [R3]; 11.10.3 Attività di recupero: maci- mentazione zootecnica. b) laterizi e argilla espansa nelle for-
c) industria dei cartoni catramati [R3]; nazione, vagliatura, laminazione, in- 11.13.2 Caratteristiche del rifiuto: me usualmente commercializzate
d) industria degli inchiostri da stampa collaggio con agglutinanti (semi di materiale minuto a prevalente compo- c) cemento nelle forme usualmente
[R3]. carruba) su supporto di cellulosa pura sizione amidacea. commercializzate;
11.4.4 Caratteristiche delle mate- [R3]; 11.13.3 Attività di recupero: indu- d) conglomerati cementizi nelle forme
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 11.10.4 Caratteristiche delle mate- stria cartaria [R3]. usualmente commercializzate;
a) prodotti dell’industria saponiera e rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 11.13.4 Caratteristiche delle mate- e) pannelli in fibra nelle forme usual-
dei tensioattivi nelle forme usualmen- a) laminati di tabacco omogeneizzato. rie prime e/o dei prodotti ottenuti: mente commercializzate.
te commercializzate; 11.11 Tipologia: oli esausti vegetali carta e cartone nelle forme usual- 12.2 Tipologia: fanghi di dragaggio
b) gomma nelle forme usualmente ed animali [020304] [200109] mente commercializzate. [170502] [170506].
commercializzate; [200125]. 11.14 Tipologia: reflui di cloruro di 12.2.1 Provenienza: attività di dra-
c) cartoni catramati nelle forme usual- 11.11.1 Provenienza: fabbricazione sodio in soluzione [020299] [060304] gaggio di fondali di laghi, dei canali
mente commercializzate; di oli e grassi vegetali e animali; atti- [060314]. navigabili o irrigui e corsi d’acqua (ac-
d) inchiostri da stampa nelle forme u- vità di ristorazione, rosticcerie, pastic- 11.14.1 Provenienza: produzione, que interne), pulizia di bacini idrici.
sualmente commercializzate. cerie, industrie alimentari e dalla lavorazione e conservazione delle car- 12.2.2 Caratteristiche del rifiuto:
11.5 Tipologia: foglie di the esauste raccolta differenziata di Ru. ni; lavaggio di sale marino greggio. materiale composto da limi, argille,
[020304]. 11.11.2 Caratteristiche del rifiuto: 11.14.2 Caratteristiche del rifiuto: sabbie e ghiaie con contenuto in ac-
11.5.1 Provenienza: industria dolcia- rifiuto oleoso contenente particolato di soluzione di cloruro di sodio con trac- qua <80%, idrocarburi totali <30
ria. sostanze di natura animale e vegetale. ce di materiale organico. mg/kg SS, PCB <0,01 mg/kg SS, IPA
11.5.2 Caratteristiche del rifiuto: 11.11.3 Attività di recupero: 11.14.3 Attività di recupero: indu- <1 mg/Kg SS, pesticidi organocloru-
foglie di the umide. a) produzione di grassi colati [R3] stria conciaria come preservante [R5]. rati <0,01mg/kg SS, coliformi fecali
11.5.3 Attività di recupero: tintorie [R9]; <20 MPN in 100 ml; salmonelle as-
come colorante per tessuti [R3]. b) produzione argilla espansa 12. Fanghi senti in 5000 ml.
11.6 Tipologia: tartaro grezzo [R3][R9]. 12.1 Tipologia: fanghi da industria 12.2.3 Attività di recupero:
[020703]. c) produzione inchiostri da stampa cartaria [030302] [030303] a) formazione di rilevati e sottofondi
11.6.1 Provenienza: industria vinico- [R3][R9]; [030311] [030304] [030311] stradali previo essiccamento ed even-
la. d) produzione di distaccanti per l’edili- [030305] [030306] [030309] tuale igienizzazione (il recupero è su-
11.6.2 Caratteristiche del rifiuto: zia [R3][R9]; [030310] [030311] [030399]. bordinato all’esecuzione del test di
tartrati solidi. e) produzione lubrificanti [R3][R9]; 12.1.1 Provenienza: depurazione ac- cessione sul rifiuto tal quale secondo
11.6.3 Attività di recupero: industria f) industria saponiera e dei tensioattivi que di processo e reflue delle indu- il metodo in Allegato 3 al presente
produzione acido tartarico e sali [R3]. [R3][R9]. strie cartarie. decreto) [R5];
11.6.4 Caratteristiche delle mate- 11.11.4 Caratteristiche delle mate- 12.1.2. Caratteristiche del rifiuto: b) esecuzione di terrapieni e arginatu-
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: rie prime e/o dei prodotti ottenuti: fango palabile. re, ad esclusione delle opere a con-
acido tartarico e sali nelle forme u- a) grassi colati nelle forme usualmen- 12.1.3 Attività di recupero: tatto diretto o indiretto con l’ambiente
sualmente commercializzate. te commercializzate; a) industria cartaria per produzione marino, previo essiccamento ed even-
11.7 Tipologia: vinacce e fecce e- b) argilla espansa nelle forme usual- pasta di carta e di carta di bassa qua- tuale igienizzazione (il recupero è su-
sauste [020702] [020799]. mente commercializzate lità [R3]; bordinato all’esecuzione del test di
11.7.1 Provenienza: distillerie, pro- c) inchiostri da stampa nelle forme u- b) industria dei laterizi e dell’argilla e- cessione sul rifiuto tal quale secondo
26
duzione di coloranti naturali. sualmente commercializzate; spansa [R5]; il metodo in Allegato 3 al presente
decreto) [R5]. e) realizzazione di rilevati e sottofondi f) utilizzo come scorificante di ferro a) recuperi ambientali (il recupero è
eventuale essiccamento: 12.16 Tipologia: fanghi di trattamen- 13.3 Tipologia: ceneri pesanti da in-
a) cementifici [R5]; to acque reflue industriali [190804] 13. Rifiuti contenenti principal- cenerimento di rifiuti solidi urbani e
b) industria dei prodotti per l’edilizia [050110] [061503] [070112] mente costituenti inorganici che assimilati e da CDR [190101]
[R5]; [070212] [070312] [070412] possono a loro volta contenere [190112].
c) industria dei laterizi [R5]; [070512] [070612] [070712] metalli o materie organiche 13.3.1 Provenienza: impianti di ince-
d) produzione di conglomerati bitumi- [070112] [070212] [070312] 13.1 Tipologia: ceneri dalla combu- nerimento di rifiuti solidi urbani e as-
nosi [R5] [070412] [070512] [070612] stione di carbone e lignite, anche ad- similabili.
12.12.4 Caratteristiche delle mate- [070712] [100121] [190812] ditivati con calcare e da combustione 13.3.2 Caratteristiche del rifiuto:
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: [190814]. con esclusione dei rifiuti urbani ed as- ceneri costituite da inerti, ossidi, i-
a) cemento nelle forme usualmente 12.16.1 Provenienza: industria chi- similati tal quale. [100101] [100115] drossidi, silicati, cloruri, solfati, carbo-
commercializzate; mica, automotoristica, petrolifera, [100102] [100117] [100103] nati metallici, metalli pesanti e tracce
b) prodotti per l’edilizia nelle forme u- metalmeccanica, metallurgica e side- [100117] di inquinanti organici.
sualmente commercializzate. rurgica; petrolchimica. 13.1.1 Provenienza: centrali termoe- 13.3.3 Attività di recupero: cemen-
c) laterizi nelle forme usualmente 12.16.2 Caratteristiche del rifiuto: lettriche. tifici [R5].
commercializzate. fanghi di natura prevalentemente i- 13.1.2 Caratteristiche del rifiuto: è 13.3.4 Caratteristiche delle mate-
d) conglomerati bituminosi nelle for- norganica con contenuto in acqua generalmente composto dall’80% cir- rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
me usualmente commercializzate. <70%, frazione organica <30%, Cr ca di ceneri volanti e dal 20% circa di cemento nelle forme usualmente
12.13 Tipologia: fanghi da impianti totale <1000 ppm, Cr VI <1 ppm, Pb ceneri pesanti; costituito da silicati commercializzate.
di decantazione, chiarificazione e de- <1500 ppm e As, Cd, Hg <1 ppm in complessi di alluminio, calcio e ferro, 13.4 Tipologia: abrasivo granulato
carbonatazione delle acque per la totale, solventi aromatici e clorurati sostanza carboniosa incombusta [100602].
preparazione di acqua potabile o di <200 ppm. (2÷10%); PCDD in concentrazione 13.4.1 Provenienza: processo di fu-
acqua addolcita, demineralizzata per 12.16.3 Attività di recupero: non superiore a 2,5 ppb; PCB, PCT sione del rame.
uso industriale [190802] [190902] a) cementifici [R5]; <25 ppm. 13.4.2 Caratteristiche del rifiuto:
[190903]. b) produzione di manufatti per l’edili- 13.1.3 Attività di recupero: granuli di colore nero e struttura pre-
12.13.1 Provenienza: attività indu- zia [R5]; a) cementifici [R5]; valentemente amorfa a carattere ve-
striali e decantazione naturale. c) produzione di ghisa e acciaio [R5]. b) produzione di conglomerati cemen- troso, costituito da silice, ferro e altri
12.13.2 Caratteristiche del rifiuto: 12.16.4 Caratteristiche delle mate- tizi: le ceneri vengono miscelate agli metalli [R5].
fanghi a prevalente contenuto di argil- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: altri materiali, a freddo, e nella fase di 13.4.3 Attività di recupero: sabbia-
la, carbonato di calcio, limi, sabbie e a) cemento nelle forme usualmente preparazione del manufatto finale tura per la preparazione di superfici
terriccio ed eventuali tracce di mate- commercializzate; [R5]; metalliche [R5].
riali ferrosi con un contenuto di so- b) prodotti per l’edilizia nelle forme u- c) industria dei laterizi, industria della 13.5 Tipologia: rifiuti di solfato di
stanza secca del 25%. sualmente commercializzate. produzione di argilla espansa [R5]. calcio da pigmenti inorganici
12.13.3 Attività di recupero: c) acciaio e ghisa nelle forme usual- 13.1.4 Caratteristiche delle mate- [061199] [100299].
a) cementifici [R5]; mente commercializzate. rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 13.5.1 Provenienza: produzione di
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
b) industria dei laterizi [R5]. 12.17 Tipologia: fanghi da tratta- a) cemento nelle forme usualmente ossido di ferro.
12.13.4 Caratteristiche delle mate- mento acque di processo e da abbat- commercializzate; 13.5.2 Caratteristiche del rifiuto:
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: timento emissioni aeriformi da indu- b) conglomerati cementizi nelle forme gesso al 15-20% di umidità con com-
a) cemento nelle forme usualmente stria siderurgica e metalmeccanica usualmente commercializzate; posizione sul secco di CaSO4 80-
commercializzate; [100203] [100208] [100204] c) laterizi e argilla espansa nelle for- 98% e eventualmente Fe2O3 2.5-
b) laterizi nelle forme usualmente [100214] [100205] [100215] me usualmente commercializzate. 3%.
commercializzate. [110104] [110110] [110112] 13.2. Tipologia: ceneri dalla combu- 13.5.3 Attività di recupero: cemen-
12.14 Tipologia: fanghi da tratta- [110114]. stione di biomasse (paglia, vinacce) tifici come aggiunta al clinker [R5].
mento sul posto degli effluenti 12.17.1 Provenienza: industria side- ed affini, legno, pannelli, fanghi di 13.5.4 Caratteristiche delle mate-
[060501] [060503]. rurgica e metalmeccanica. cartiere [030306] [030399] rie prime e/o dei prodotti ottenuti:
12.14.1 Provenienza: anodizzazione 12.17.2 Caratteristiche del rifiuto: [190112] [190114] [100101] cemento nelle forme usualmente
dell’alluminio e soluzioni alcaline di fanghi e polveri di natura prevalente- [100115] [100102] [100103] commercializzate.
decappaggio. mente inorganica con frazione organi- [100117]. 13.6 Tipologia: gessi chimici da de-
12.14.2 Caratteristiche del rifiuto: ca <30 non contenenti cromo né cia- 13.2.1 Provenienza: impianti di re- solforazione di effluenti liquidi e gas-
soluzioni alcaline provenienti dal de- nuri. cupero energetico di biomasse, legno sosi [061199] [061101] [060699]
cappaggio e fanghi di idrato di allumi- 12.17.3 Attività di recupero: e fanghi di cartiera. [100105] [100107] [101204]
nio separati con filtropressa. a) cementifici [R5]; 13.2.2 Caratteristiche del rifiuto: [101210].
12.14.3 Attività di recupero: b) produzione di manufatti per l’edili- ceneri costituite principalmente da 13.6.1 Provenienza: produzione di
a) industria chimica [R5] zia [R5]; potassio, calcio, sodio e loro compo- biossido di titanio, di ossido di ferro;
b) cementifici [R5]. c) produzione siderurgica [R5]. sti; PCDD in concentrazione non su- produzione di acido citrico e tartarico;
12.14.4 Caratteristiche delle mate- 12.17.4 Caratteristiche delle mate- periore a 2,5 ppb PCDD in concen- produzione di energia elettrica; produ-
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: rie prime e/o dei prodotti ottenuti: trazione non superiore a 0.1 ppb zione di refrattari.
a) sali di alluminio nelle forme usual- a) cemento nelle forme usualmente sul secco, PCB, PCT <25 ppm PCB, 13.6.2 Caratteristiche del rifiuto:
mente commercializzate commercializzate; PCT <5 ppm sul secco. solfato di calcio >70% sul secco ed
b) cemento nelle forme usualmente b) prodotti per l’edilizia nelle forme u- 13.2.3 Attività di recupero: eventuale presenza di silice, allumina
commercializzate sualmente commercializzate. a) produzione di conglomerati cemen- e ossido di ferro 5-15% allo stato so-
12.15 Tipologia: fanghi da cottura e c) acciaio e ghisa nelle forme usual- tizi [R5]; lido o in sospensione ovvero eventua-
da lavaggio del legno vergine mente commercializzate. b) cementifici [R5]; le presenza di sostanza organica (cir-
[030199]. 12.18 Tipologia: fanghi di depurazio- c) industria dei laterizi e dell’argilla e- ca 5%) nei gessi da produzione acidi
12.15.1 Provenienza: industria dei ne di acque di risulta della lavorazione spansa [R5]; citrico e tartarico.
segati, tranciati, sfogliati e del pan- del cuoio essiccati [040106] d) formazione di rilevati e riutilizzo per 13.6.3 Attività di recupero:
nello. 12.18.1 Provenienza: essiccatore. recuperi ambientali (il recupero è su- a) cementifici come aggiunta al
12.15.2 Caratteristiche del rifiuto: 12.18.2 Caratteristiche del rifiuto: bordinato all’esecuzione del test di clinker [R5];
fanghi a elevato contenuto in acqua, fanghi conciari essiccati con contenu- cessione sul rifiuto tal quale secondo b) produzione di prodotti per l’edilizia
segatura, trucioli, cortecce, fibra di le- to in Cr <0,3% sul secco e umidità il metodo in Allegato 3 al presente in generale [R5];
gno, limo e terra. <20%, in modo tale che il contenuto decreto) con esclusione delle ceneri c) formazione di rilevati [R5] e riutiliz-
12.15.3 Attività di recupero: totale di Cr +++ nell’impasto del fan- derivanti dalla combustione dei rifiuti zo per recuperi ambientali (il recupero
a) realizzazione di rilevati e sottofondi go con argilla non sia superiore a 250 di cui ai punti 9.5 e 9.6 del presente è subordinato all’esecuzione del test
stradali (il recupero è subordinato mg/kg sul secco. Allegato [R5] [R10]; di cessione sul rifiuto tal quale secon-
all’esecuzione del test di cessione sul 12.18.3 Attività di recupero: produ- 13.2.4 Caratteristiche delle mate- do il metodo in Allegato 3 al presente
rifiuto tal quale secondo il metodo in zione di laterizi. Volume massimo di rie prime e/o dei prodotti ottenuti: decreto, ad esclusione del parame-
Allegato 3 al presente decreto) [R5]; fango nell’argilla cruda pari al 5% a) conglomerati cementizi nelle forme tro solfati) con esclusione delle ce-
b) attività di recuperi ambientali (il re- dell’impasto [R5]. usualmente prodotte; neri derivanti dalla combustione dei
cupero è subordinato all’esecuzione 12.18.4 Caratteristiche delle mate- b) cemento nelle forme usualmente rifiuti di cui ai punti 9.5 e 9.6 del pre-
del test di cessione sul rifiuto tal qua- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: commercializzate sente Allegato [R10];
28
le secondo il metodo in Allegato 3 al laterizi nelle forme usualmente com- c) laterizi e argilla espansa nelle for- 13.6.4 Caratteristiche delle mate-
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: calcio da depurazione soluzioni di clo- rifiuti della filtrazione dello zolfo grez- c) produzione di carbonato di bario a
sfridi e scarti di materiale porcellanato [060314] [060304] [060314] dell’acciaio, come disossidanti e flui- [150103] [150105] [150106]
costituito da SiO2 20%-50%, B2O3 [060310] [060314]. dificanti [R5]; [170201] [170203] [160103]
0%-30%, e altri ossidi minori, conta- 13.23.1 Provenienza: industria elet- c) riutilizzo per la produzione di elet- [160105] [160119].
minato da materiali grossolani inerti; tronica di produzione circuiti stampati. trodi [R5]; 14.1.1 Provenienza: raccolta di RSU
sostanze organiche assenti. 13.23.2 Caratteristiche del rifiuto: d) cementifici [R5]. e di assimilati raccolta finalizzata di
13.19.3 Attività di recupero: even- soluzione di solfato di rame con pre- 13.26.4 Caratteristiche delle mate- rifiuti speciali non pericolosi e im-
tuale macinazione per ottenere la fi- senza di rame metallico; soluzioni cu- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: pianti di trattamento meccanico di
nezza necessaria per l’applicazione in pro-ammoniacali; cloruro rameico; a) ghisa nelle forme usualmente com- rifiuti.
smalteria [R5] percloruro ferrico. mercializzate; 14.1.2 Caratteristiche del rifiuto: ri-
13.19.4 Caratteristiche delle mate- 13.23.3 Attività di recupero: b) acciai nelle forme usualmente fiuti solidi urbani ed assimilati dopo
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: a) industria chimica di produzione del commercializzate; separazione delle frazioni destinate a
smalto porcellanato pronto all’uso di II solfato di rame, di composti del rame, c) elettrodi nelle forme usualmente recupero di materia attuata mediante
e III scelta nelle forme usualmente di ammoniaca, di acido cloridrico commercializzate. raccolta differenziata. Nella produzio-
commercializzate. [R5]; d) cemento nelle forme usualmente ne di combustibile derivato da rifiuti
13.20 Tipologia: gruppo cartuccia b) produzione e rigenerazione di solu- commercializzate. (CDR) è ammesso per una percentua-
toner per stampante laser; contenitori zioni per incisione di circuiti stampati 13.27 Tipologia: rifiuti da depurazio- le massima del 50% in peso l’impiego
toner per fotocopiatrici, cartucce per [R3]. ni fumi dell’industria dei laterizi. di rifiuti dichiarati assimilati agli effetti
stampanti fax e calcolatrici a getto 13.23.4 Caratteristiche delle mate- [101204] [101210] [101202] di tale recupero costituiti da:
d’inchiostro, cartucce nastro per rie prime e/o dei prodotti ottenuti: [101203] [101203] [101205]. – plastiche non clorurate
stampanti ad aghi [200104] a) solfato di rame nelle forme usual- 13.27.1 Provenienza: abbattimento – poliaccoppiati
[150102] [150104] [150106] mente commercializzate; emissioni di fluoro mediante composti – gomme sintetiche non clorurate
[080318] [160216] . b) soluzioni per incisione di circuiti di calcio; – resine e fibre artificiali e sintetiche
13.20.1 Provenienza: raccolta diffe- stampati nelle forme usualmente 13.27.2 Caratteristiche del rifiuto: con contenuto di Cl <a 0,5% in mas-
renziata da parte dei distributori o di commercializzate. residui composti da carbonati e idrati sa;
altri operatori specializzati; attività 13.24 Tipologia: sfridi di paraffina di calcio e composti silico-alluminosi – pneumatici fuori uso.
produttive o di servizio. [030399]. e colloidali. 14.1.3 Attività di recupero: produ-
13.20.2 Caratteristiche del rifiuto: 13.24.1 Provenienza: industria pro- 13.27.3 Attività di recupero: ce- zione di combustibile derivato da rifiu-
contenitore in materiale plastico e/o duzione delle carte cerate. mentifici [R5]. ti (CDR) conformi alle norme tecni-
metallico con tracce di toner o di in- 13.24.2 Caratteristiche del rifiuto: 13.27.4 Caratteristiche delle mate- che Uni 9903-1 [R3] ottenuto attra-
chiostro o di nastro inchiostrato. sfridi di paraffina. rie prime e/o dei prodotti ottenuti: verso cicli di lavorazione che ne ga-
13.20.3 Attività di recupero: verifica 13.24.3 Attività di recupero: indu- cemento nelle forme usualmente rantiscano un adeguato potere calori-
di funzionalità e ricarica del toner, stria della cera [R3]. commercializzate. fico, riducano la presenza di materiale
dell’inchiostro o del nastro inchiostra- 13.24.4 Caratteristiche delle mate- 13.28 Tipologia: soluzione reflua a metallico, vetri, inerti, materiale pu-
to [R5]. rie prime e/o dei prodotti ottenuti: base di solfuro di sodio [060302] trescibile, contenuto di umidità e di
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
13.20.4 Caratteristiche delle mate- cere nelle forme usualmente com- [060314]. sostanze pericolose in particolare ai
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: mercializzate. 13.28.1 Provenienza: industria chi- fini della combustione; separazione;
contenitore in materiale plastico e 13.25 Tipologia: calcio solfato in mica. trattamento; triturazione selezione,
metallico con toner, inchiostro o na- granuli 60-90% da processo chimico 13.28.2 Caratteristiche del rifiuto: triturazione, vagliatura e/o tratta-
stro inchiostrato nelle forme usual- a base di acido solforico e calce idra- solfuro di sodio 10%-20% polisolfuri mento fisico meccanico (presso e-
mente commercializzate, etichettato ta [060303] [060314] [070202] 6%-8% acqua >70% idrato sodico strusione) ed eventuali trattamenti di
in conformità al Dm 28/1/92. [070212]. <1% solfuro di carbonio <1 ppm i- essiccamento, addensamento e pel-
13.21 Tipologia: cloruro di sodio 13.25.1 Provenienza: industria chi- drogeno solforato libero 3-4 ppm; lettizzazione.
greggio [190906]. mica. 13.28.3 Attività di recupero: riutiliz- Il combustibile derivato da rifiuti deve
13.21.1 Provenienza: rigenerazione 13.25.2 Caratteristiche del rifiuto: zo tal quale nell’industria conciaria in avere le caratteristiche individuate alla
delle resine a scambio ionico utilizzate CaSo4.2H20 60-90%, Zn circa 3%, luogo del solfuro sodico 60-70% voce 1 dell’Allegato 3 al presente Dm.
nella desalazione delle acque saline. Fe 900 ppm circa, Pb 0,05 ppm cir- [R5]. L’utilizzo del CDR è, comunque, sog-
13.21.2 Caratteristiche del rifiuto: ca, Cu 10-15 ppm, Acqua 10-35%. 13.29 Tipologia: fluidi HALON com- getto alle procedure di cui agli articoli
rifiuto di aspetto cristallino, inodore, 13.25.3 Attività di recupero: pro- pressi e liquefatti [160501] Tipologia 31 e 33 del decreto legislativo 5 feb-
con contenuto di acqua pari al 20%, cesso chimico per la neutralizzazione soppressa in quanto riferita a rifiu- braio 1997, n. 22.
colore giallo-bruno, composto da so- di acque acide per acido solforico con ti pericolosi [160504*]. Le fasi di ricevimento, stoccaggio, se-
dio cloruro 93% sul secco, sodio sol- idrato di calcio; essiccamento del pro- 13.29.1 Provenienza: attività di ma- lezione dei rifiuti e produzione di CDR
fato 2%, ammonio solfato 1%, am- dotto fangoso per ottenere granuli nutenzione e/o smantellamento di ap- devono avvenire in ambiente chiuso, i
monio cloruro 1%, sodio acetato [R5]. parecchiature e impianti antincendio e punti di emissione in atmosfera devo-
0,5%. 13.25.4 Caratteristiche delle mate- di inertizzazione. no essere dotati di sistemi per mini-
13.21.3 Attività di recupero: riutiliz- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 13.29.2 Caratteristiche del rifiuto e mizzare gli odori che utilizzino le mi-
zo come antighiaccio stradale [R5] (il calcio solfato in granuli per utilizzo nei valori limite delle sostanze perico- gliori tecnologie disponibili e di idonei
recupero è subordinato all’esecuzione cementifici al posto del gesso. lose: fluidi HALON con contenuto di impianti per l’abbattimento degli altri
del test di cessione sul rifiuto tal qua- 13.26 Tipologia: rifiuti a base di car- acqua <60 ppm, acidi <6 ppm, e inquinanti fino ai limiti di emissione
le secondo il metodo in Allegato 3 al bone costituiti da scarti di catodi ano- particolato dai 30 ai 60 micron. del Dpr 24 maggio 1988, n. 203.
presente decreto, ad esclusione del di, spezzoni di carbone amorfo, coke, 13.29.3 Attività di recupero: svuo- Per le polveri il limite è fissato a 10
parametro cloruri). calcinato di petrolio, suole di carbone tamento delle bombole, filtrazione del mg/Nm3. Le aree di ricevimento,
13.22 Tipologia: macchine fotografi- usate e materiali incombustibili particolato, rimozione del contenuto stoccaggio, eventuale selezione e
che monouso [090109] [090112] dell’alluminio [100306] [161102] d’acqua e separazione dell’azoto [R3]. produzione di CDR, comprese quelle
[090110]. [100318] [010202] [010410] 13.29.4 Caratteristiche delle mate- eventuali per l’essiccamento e l’ad-
13.22.1 Provenienza: industria, la- [110203]. rie prime e/o dei prodotti ottenuti: densamento del rifiuto devono dispor-
boratori fotografici e di sviluppo, atti- 13.26.1 Provenienza: demolizione fluidi Halon con contenuto di acqua re di pavimentazione impermeabiliz-
vità commerciale. delle celle elettrolitiche e produzione <20 ppm, acidi <2 ppm e particolato zata e di sistemi di raccolta di even-
13.22..2 Caratteristiche del rifiuto: di elettrodi di carbone, cicli di consu- <30 micron, nelle forme usualmente tuale percolato.
carcasse di macchine fotografiche mo degli elettrodi in grafite. produzio- commercializzate. L’impianto deve disporre di aree se-
monouso private della pellicola. ne dell’alluminio per via elettrolitica. parate per lo stoccaggio delle frazioni
13.22.3 Attività di recupero: messa 13.26.2 Caratteristiche del rifiuto: 14. Rifiuti recuperabili da rsu e di rifiuti risultanti dalle eventuali ope-
in riserva di rifiuti [R13] per la verifica spezzoni e polveri di carbone conte- da rifiuti speciali non pericolosi razioni di selezione.
della funzionalità, sostituzione delle nenti C fino al 98%, F fino al 20%, Al assimilati per la produzione di L’area dell’impianto deve essere re-
parti deteriorate e ricarica della pelli- fino al 25%, S fino all’1%, cianuri li- cdr cintata.
cola [R3]. beri < o = 500 ppm e ceneri <8%. 14.1 Tipologia: rifiuti solidi urbani ed
13.22.4 Caratteristiche delle mate- 13.26.3 Attività di recupero: previa assimilati o speciali non pericolosi 15. Rifiuti recuperabili mediante
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: separazione dell’asta metallica; maci- ad esclusione delle frazioni derivanti procedimenti di digestione a-
macchine fotografiche monouso nelle nazione e vagliatura: da raccolta differenziata [200301] naerobica
forme usualmente commercializzate. a) altiforni per la produzione della ghi- [200203] [150101] [190501] 15.1 Tipologia: frazione organica da
30
13.23 Tipologia: soluzioni da incisio- sa come combustibili e additivi [R5]; [191201] [191204] [191210] RSU e rifiuti speciali non pericolosi a
matrice organica, recuperabili con scarti di lino, cascami e scarti di iuta, h) il rifiuto non deve provenire da la- perfici impermeabilizzate, dotate di si-
nenti sostanze pericolose. fiuto liquido risultante dalla spremitu- stione da sansa esausta e da mate- guenti al recupero di materia
18.1.3 Attività di recupero: Pro- ra e lavorazione delle olive riali organici vari di origine naturale dai rifiuti non pericolosi in pro-
duzione di fertilizzanti conformi alla 18.6.3 Attività di recupero: produ- [100101] [100115] [100103] cessi termici
legge 19 ottobre 1984, n. 748. Per zione di fertilizzante allo stato fluido [100117] [100102] [100103] 2.1. Per i processi termici di recupero
gli impianti di recupero si applicano le conforme alla legge 19 ottobre 1984, [100117] individuati nel Suballegato 1 quali:
disposizioni del Dlgvo 508/92 [R3]. n. 748 [R3]. 18.11.1 Provenienza: sansifici, im- 1. pirotrattamento
18.1.4 Caratteristiche delle mate- 18.6.4 Caratteristiche delle mate- pianti di incenerimento o pirolisi. 2. pirolisi e piroscissione
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: rie prime e/o dei prodotti ottenuti: 18.11.2 Caratteristiche del rifiuto: 3. trattamenti termici
Fertilizzanti conformi alla legge 19 ot- fertilizzanti conformi alla legge 19 ot- ceneri in polvere o in granuli non con- 4. produzione di cemento
tobre 1984, n. 748, che prevedano tobre 1984, n. 748, che prevedano tenenti sostanze pericolose. 5. cicli metallurgici primari e secon-
l’utilizzo dei rifiuti di cui al punto 18.1. l’utilizzo dei rifiuti di cui al punto 18.6. 18.11.3 Attività di recupero: produ- dari e idrometallurgici
18.2 Tipologia del rifiuto: scarti, pe- 18.7 Tipologia: calce di defecazione zione di fertilizzanti conformi alla leg- 6. raffinazione metallurgica
luria e pelucchi di lana e altre fibre di e ceneri di calce [020402]. ge 19 ottobre 1984, n. 748 [R3]. 7. produzione di laterizi
origine animale, rifilature e scarti di 18.7.1 Provenienza: fabbricazione Caratteristiche delle materie prime 8. produzione di ceramica
pelo è [040202] [040221] [040206] dello zucchero e industria per la pro- e del prodotto ottenuto: fertilizzante 9. produzione di conglomerati e malte
[040222] [040101]. duzione della calce conforme alla legge 19 ottobre 1984, bituminose
18.2.1 Provenienza: lavorazione del- 18.7.2 Caratteristiche del rifiuto: n. 748, che prevedano l’utilizzo dei ri- 10. produzione del vetro
la lana e suoi manufatti, ritagli dell’in- frammenti e polvere di materiali cal- fiuti di cui al punto 18.11. 11. produzione sostanze chimiche
dustria conciaria prima del trattamen- carei contenenti silice, allumina, ossi- 18.12 Tipologia: deiezioni animali 12. cicli metallurgici in cui il residuo è
to conciante. di di ferro e sostanze organiche [020106]. utilizzato come correttivo o riducente
18.2.2 Caratteristiche del rifiuto: ri- 18.7.3 Attività di recupero: produ- 18.12.1 Provenienza: allevamenti a- 2.2. Il valore limite per ciascun agen-
fiuti di origine animale non contenenti zione di fertilizzanti conformi alla leg- nimali. te inquinante e per il monossido di
sostanze pericolose. ge 19 ottobre 1984, n. 748 [R3] 18.12.2 Caratteristiche del rifiuto: carbonio presenti nelle emissioni ri-
18.2.3 Attività di recupero: produ- 18.7.4 Caratteristiche delle mate- deiezioni di origine animale contenenti sultanti dal recupero di rifiuti non pe-
zione di fertilizzanti conformi alla leg- rie prime e/o dei prodotti ottenuti: Zn massimo 2.500 mg/kg s.s.; Cu ricolosi sono convenzionalmente cal-
ge 19 ottobre 1984, n. 748 [R3]. fertilizzanti conformi alla legge 19 ot- massimo 1000 mg/kg s.s. colati in base alla percentuale di rifiu-
18.2.4 Caratteristiche delle mate- tobre 1984, n. 748, che prevedano 18.12.3 Attività di recupero: produ- to impiegata nel ciclo produttivo ri-
rie prime e/o dei prodotti ottenuti: l’utilizzo dei rifiuti di cui al punto 18.7. zione di fertilizzanti conformi alla leg- spetto al totale della materia alimen-
fertilizzanti conformi alla legge 19 ot- 18.8 Tipologia: scorie di defosfora- ge 19 ottobre 1984, n. 748 [R3]. tata all’impianto secondo la formula
tobre 1984, n. 748, che prevedano zione [100903] [100202] 18.12.4 Caratteristiche delle mate- seguente:
l’utilizzo dei rifiuti di cui al punto 18.2. 18.8.1 Provenienza: industria side- rie prime e del prodotto ottenuto:
18.3 Tipologia del rifiuto: scarti soli- rurgica fertilizzante conforme alla legge 19 A rifiuti x C rifiuti + A processo x C processo
di della lavorazione conciaria 18.8.2 Caratteristiche del rifiuto: ottobre 1984, n. 748, che prevedano C = ——————–––––––—————
[040101]. residui a base di silicofosfati di calcio l’utilizzo dei rifiuti di cui al punto A rifiuto + A processo
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
c) valori medi durante il periodo di campionamento di 30 minuti come minimo e di 8 ore come massimo:
1) Cadmio e i suoi composti, espressi come cadmio (Cd) -> totale
2) Tallio e i suoi composti, espressi come tallio (Tl) 0,05 mg/m3
3) Mercurio e i suoi composti,espressi come mercurio (Hg) 0,05 mg/m3
4) Antimonio e suoi composti, espressi come antimonio (Sb)
5) Arsenico e suoi composti, espressi come arsenico (As)
6) Piombo e suoi composti, espressi come piombo (Pb)
7) Cromo e suoi composti, espressi come cromo (Cr)
8) Cobalto e suoi composti, espressi come cobalto (Co) -> totale 00,5 mg/m3
9) Rame e suoi composti, espressi come rame (Cu)
10) Manganese e suoi composti, espressi come manganese (Mn)
11) Nichel e suoi composti, espressi come nichel (Ni)
12) Vanadio e suoi composti, espressi come vanadio (V)
13) Stagno e suoi composti, espressi come stagno (Sn)
2.4. Durante il funzionamento degli stabiliti al paragrafo 2.3 lett. a) e al disposto all’articolo 3 comma 2 del armonizzati per la determinazione del-
impianti non devono essere superati i paragrafo 2.4 lett. a) e Dm 12 luglio 1990. le concentrazioni di massa di diossine
seguenti valori limite per le concentra- – tutti i valori medi su 30 minuti non 2.9. Per il calcolo del valore di emis- e furani (C (97) 1159 def), relativa-
zioni di monossido di carbonio (CO): superano i valori limite di emissione di sione di PCDD+PCDF come diossina mente ai metodi di campionamento,
a) 50 mg/Nm3 di gas di combustione cui alla colonna A, paragrafo 2.3 lett. equivalente si fa riferimento all’Alle- analisi e valutazione delle emissioni e
determinati come valore medio gior- b) ovvero il 97% dei valori medi su 30 gato 1 della direttiva 94/67/Ce. per la periodicità dei controlli si appli-
naliero; minuti rilevati nel corso dell’anno non 2.10. Il valore limite di emissione per ca quanto previsto nei decreti di at-
b) 100 mg/Nm3 di gas di combustio- superano i valori limite di emissione di gli idrocarburi policiclici aromatici tuazione del Dpr 24 maggio 1988 n.
ne di tutte le misurazioni determinate cui alla colonna B, paragrafo 2.3, lett. (IPA) si riferisce alla somma dei se- 203: Per il campionamento e le anali-
come valori medi su 30 minuti. b) guenti: si caratteristiche dei rifiuti valgono i
2.5. Non si deve tener conto degli a- – se tutti i valori medi rilevati nel pe- – Benz [a]antracene metodi di cui alle norme Uni 9903. Al
genti inquinanti e di CO che non deri- riodo di campionamento di cui al pa- – Dibenz[a,h]antracene fine della verifica del rispetto delle
vano direttamente dalla utilizzazione ragrafo 2.3, lett. c), non superano i – Benzo[b]fluorantene concentrazioni degli inquinanti e degli
di rifiuti come pure di CO se: valori limite di emissione stabiliti in ta- – Benzo[j]fluorantene altri parametri previsti per i rifiuti soli-
– maggiori concentrazioni di CO nel le capoverso se è rispettata la dispo- – Benzo[k]fluorantene di, il confronto va effettuato con i va-
gas di combustione sono richieste dal sizione di cui al paragrafo 2.4, lett. b. – Benzo[a]pirene lori medi ottenuti statisticamente me-
processo di produzione; 2.7. In ogni caso, tenuto conto dei ri- – Dibenzo[a,e]pirene diante determinazioni su un numero
– il valore C rifiuti (come precedente- fiuti di cui viene effettuato il recupero, – Dibenzo[a,h]pirene di campioni rappresentativo del lotto
mente definito) per le diossine e i fu- il valore limite totale delle emissioni – Dibenzo[a,i]pirene in esame non inferiore a cinque. Nel
rani è rispettato. (C) deve essere calcolato in modo da – Dibenzo[a,l]pirene caso di approvvigionamento non di-
2.6. I valori limite di emissione sono ridurre al minimo le emissioni nel- – Indeno [1,2,3 - cd]pirene scontinuo i valori medi si riferiscono a
rispettati: l’ambiente. 2.11. Fermo restando quanto dispo- determinazioni effettuate su sei cam-
– se tutti i valori medi giornalieri non 2.8. Per il tenore di ossigeno di riferi- sto dalla decisione della Commissione pioni distribuiti uniformemente nell’ar-
superano i valori limite di emissione mento è comunque fatto salvo quanto concernente i metodi di misurazione co delle 24 h.
Allegato 2 Il testo del provvedimento è inoltre guenti caratteristiche corrispondenti la norma Uni 9903-1:
Suballegato 1 coordinato con le modifiche appor- all’RDF di qualità normale di cui al-
tate dal Dm Ambiente 5 aprile
Norme tecniche per 2006, n. 186. Tutte le modifiche di P.C.I. minimo sul tal quale 15.000 kJ/kg
l’utilizzazione dei rifiuti non carattere aggiuntivo apportate dal Umidità in massa max 25%
pericolosi come combustibili provvedimento in questione sono e- Cloro in massa max 0,9%
o come altro mezzo per videnziate in neretto; le soppres- Zolfo in massa max 0.6%
produrre energia sioni sono evidenziate con barra
sulle singole parti del testo. Ceneri sul secco in massa max 20%
Il testo dell’Allegato è modificato Pb (volatile) sul secco in massa max 200 mg/kg
sulla base delle indicazioni della di- 1. Tipologia. Combustibile derivato Cr sul secco in massa max 100 mg/kg
rettiva MinAmbiente 9 aprile 2002, da rifiuti (CDR) [190501] [191210]. Cu (composti solubili) sul secco in massa max 300 mg/kg
recante indicazioni per la corretta e 1.1 Provenienza: Impianti di produ- Mn sul secco in massa max 400 mg/kg
piena applicazione del regolamento zione di CDR di cui al punto 14 del- Ni sul secco in massa max 40 mg/kg
comunitario n. 2557/2001 sulle l’Allegato 1.
spedizioni di rifiuti ed in relazione al 1.2 Caratteristiche del rifiuto: Com- As sul secco in massa max 9 mg/kg
Cd+Hg sul secco in massa max 7 mg/kg 33
nuovo elenco dei rifiuti. bustibile ottenuto da rifiuti con le se-
Per ciascuna partita di CDR deve es- dustriali); fissato in 200 mg/Nm3. biatura, gusci, ecc.), sanse esauste,
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi
sere certificata la temperatura di ram- – controllo in continuo dell’ossigeno, Nel caso di impiego simultaneo in im- vinacce esauste, vinaccioli, farina di
mollimento delle ceneri. del monossido di carbonio, delle pol- pianti industriali con combustibili au- vinaccioli, residui di frutta, buccette e
1.3 Attività e metodi di recupero: Il veri, ossidi di azoto, acido cloridrico, torizzati, il calore prodotto dal rifiuto altri residui vegetali.
recupero energetico del rifiuto di cui della temperatura nell’effluente gas- non deve eccedere il 60% del calore 3.3 Attività e metodi di recupero: Il
al punto 1 può essere effettuata attra- soso, nonché degli altri inquinanti di totale prodotto dall’impianto in qual- recupero energetico del rifiuto di cui
verso la combustione alle seguenti cui al Suballegato 2, paragrafo 1, let- siasi fase di funzionamento; i valori li- al punto 3 può essere effettuato attra-
condizioni: tera a) nonché della temperatura nella mite di emissione da applicare all’im- verso la combustione alle seguenti
– impianti dedicati a recupero ener- camera di combustione: pianto devono essere calcolati come condizioni:
getico dei rifiuti di potenza termica Devono inoltre garantire in tutte le indicato alla Suballegato 3 del pre- impianti dedicati al recupero energeti-
nominale non inferiore a 10 MW; condizioni di esercizio i seguenti re- sente Allegato. co di rifiuti o impianti industriali.
– impianti industriali di potenza termi- quisiti minimi operativi: La cocombustione non è consentita Detti impianti dovranno essere provvi-
ca nominale non inferiore a 20 MW – temperatura minima dei gas nella nei forni per la produzione di calce a- sti di:
per la co-combustione. camera di combustione di 850°C rag- limentare. – bruciatore pilota a combustibile
Gli impianti devono essere provvisti di: giunta anche in prossimità della pare- gassoso o liquido (non richiesto nei
– bruciatore pilota a combustibile te interna; 3. Tipologia: Scarti vegetali forni industriali);
gassoso o liquido (non richiesto nei – tempo di permanenza minimo dei [020103] [020107] [020301] – alimentazione automatica del com-
forni industriali); gas nella camera di combustione di 2 [020303] [020304] [020701] bustibile;
– alimentazione automatica del com- secondi; [020704]. (1) – regolazione automatica del rapporto
bustibile; e rispettare i seguenti valori limite alle 3.1 Provenienza: Attività agricole, fo- aria/combustibile anche nelle fasi di
– regolazione automatica del rapporto emissioni riferiti ad un tenore di ossige- restali e di prima lavorazione di pro- avviamento (non richiesto nei forni in-
aria/combustibile anche nelle fasi di no nei fumi anidri dell’11% in volume: dotti agroalimentari; impianti di estra- dustriali);
avviamento (non richiesto nei forni in- zione di olio di vinaccioli, industria di- – controllo in continuo del monossido
stillatoria, industria enologica e orto- di carbonio, dell’ossigeno e della tem-
Zn * 5 mg/Nm3 peratura nell’effluente gassoso (non
frutticola, produzione di succhi di frut-
Ossidi di azoto (come valore medio giornaliero) 200 mg/Nm3 obbligatorio per gli impianti di potenza
ta e affini, industria olearia.
PCDD+PCDF (come diossina equivalente) (come valore medio termica nominale inferiore a 1 MW);
3.2 Caratteristiche del rifiuto:
rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,1 mg/Nm3 negli impianti oltre i 6 MWt controllo in
Residui colturali pagliosi (cereali, le-
Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (come valore medio continuo anche degli ossidi di azoto e
guminose da granella, piante oleagi-
rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,01 mg/Nm3 degli altri inquinanti di cui al Subal-
nose, ecc.); residui colturali legnosi
* come valore medio rilevato per un periodo di campionamento di 1 h (sarmenti di vite, residui di potature di legato 2, paragrafo 1 1, lettera a), ad
piante da frutto, ecc.); residui da e- esclusione del fluoruro di idrogeno. Per
per gli altri inquinanti si applicano i matrice organica in processi di cui al strazione forestale; residui-colturali le emissioni devono essere rispettati i
valori limite di emissione fissati nel punto 15 dell’Allegato 1 o da discarica. diversi (stocchi e tutoli di mais, steli di valori limite di emissioni fissati nel
Suballegato 2 del presente Allegato. 2.2 Caratteristiche del gas: Gas sorgo, di tabacco, di girasole, di ca- Suballegato 2 del presente Allegato e i
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
Nel caso di impiego simultaneo in im- combustibile avente le seguenti carat- napa, di cisto, ecc.); residui di lavora- seguenti limiti con un tenore di ossige-
pianti industriali con combustibili au- teristiche: zione (pula, lolla, residui fini di treb- no nei fumi anidri dell’11% in volume:
torizzati, il calore prodotto dal rifiuto Metano min. 30% vol
non deve eccedere il 60% del calore H2S max 1.5% vol NOx (come valore medio giornaliero) 200 mg/Nm3
totale prodotto dall’impianto in qual- P.C.I. sul tal quale min 12.500 NOx (come valore medio orario) ove non previsto
siasi fase di funzionamento; i valori li- kJ/Nm3. il controllo in continuo 400 mg/Nm3
mite di emissione da applicare all’im- 2.3 Attività e metodi di recupero:
pianto devono essere calcolati come L’utilizzazione di biogas è consentita Per gli impianti con potenza termica mente di legno vergine o sughero ver-
indicato alla Suballegato 3 del pre- in impianti di conversione energetica nominale inferiore a 1 MW il limite di gine o componenti di legno vergine.
sente Allegato. di potenza termica nominale superiore emissione delle polveri è di 50 4.3 Attività e metodi di recupero: Il
La co-combustione non è consentita a 0,5 MW, anche integrati con il si- mg/Nm3 e il limite di emissione di CO recupero energetico del rifiuto di cui
nei forni per la produzione di calce a- stema di produzione del gas, con le è di 100 mg/Nm3 come valori medi al punto 4 può essere effettuato attra-
limentare. caratteristiche di seguito indicate giornalieri, per le attività stagionali di verso la combustione alle seguenti
a) motori fissi a combustione interna durata non superiore a 120 giorni il li- condizioni:
2. Tipologia: Biogas [190599] che rispettano i seguenti valori limite mite alle emissioni di CO è di 300 impianti dedicati al recupero energeti-
[190699]. di emissione riferiti ad un tenore di mg/Nm3. co di rifiuti o impianti industriali.
2.1 Provenienza: Fermentazione a- ossigeno nei fumi anidri pari al 5% in Nel caso di impiego simultaneo in im- Detti impianti dovranno essere provvi-
naerobica metanogenica di rifiuti a volume: pianti industriali con combustibili au- sti di:
torizzati, il calore prodotto dal rifiuto – bruciatore pilota a combustibile
Polveri (valore medio rilevato per un periodo di non deve eccedere il 60% del calore gassoso o liquido (non richiesto nei
campionamento di 1 ora) 10 mg/Nm3 totale prodotto dall’impianto in qual- forni industriali);
HCl (valore medio rilevato per un periodo di siasi fase di funzionamento; i valori li- – alimentazione automatica del com-
campionamento di 1 ora) 10 mg/Nm3 mite di emissione da applicare all’im- bustibile;
Carbonio Organico Totale (valore medio rilevato per un pianto devono essere calcolati come – regolazione automatica del rapporto
periodo di campionamento di 1 ora) 150 mg/Nm3 indicato alla Suballegato 3 del pre- aria/combustibile anche nelle fasi di
HF (valore medio rilevato per un periodo di sente Allegato. avviamento (non richiesto nei forni in-
campionamento di 1 ora) 2 mg/Nm3 dustriali);
NOx 450 mg/Nm3 4. Tipologia: Rifiuti della lavorazione – controllo in continuo del monossido
Monossido di carbonio 500 mg/Nm3 del legno e affini non trattati di carbonio, dell’ossigeno e della tem-
[030101] [030102] [030105] peratura nell’effluente gassoso (non
Per gli altri inquinanti si applicano i sercizio una efficienza di combustione [030103] [030105] [030301] obbligatorio per gli impianti di potenza
valori limite minimi di emissione fissa- (CO2/CO +CO2) minima del 99.0%; [150103] [170201] [200107] termica nominale inferiore a 1 MW).
ti ai sensi dell’art. 3, comma 2, del – che abbiano il controllo in continuo [200138]. negli impianti oltre i 6 MWt controllo
decreto del Presidente della Repub- dell’ossigeno, del monossido di car- 4.1 Provenienza: Industria della car- in continuo anche degli ossidi di azoto
blica n. 203/1988 per le corrispon- bonio e della temperatura nell’effluen- ta, del sughero e del legno (I a e II a e altri inquinanti di cui al Suballegato
denti tipologie d’impianti che utilizza- te gassoso; negli impianti oltre i 6 lavorazione, produzione pannelli di 2, paragrafo 1, lettera a) ad esclusione
no combustibili gassosi. MWt controllo in continuo anche degli particelle, di fibra e compensati, mo- del fluoruro di idrogeno. Per le emis-
Negli impianti dedicati oltre i 6 MWt ossidi di azoto e degli altri inquinanti bili, semilavorati per il mobile, articoli sioni devono essere rispettati i valori li-
deve essere effettuato il controllo in di cui al Suballegato 2, paragrafo 1, per l’edilizia, pallets ed imballaggi, mite di emissioni fissati nel Subal-
continuo di: lettera a) e che rispettino i valori limite ecc.). legato 2 del presente Allegato e i se-
monossido di carbonio di emissione fissati nel Suballegato 2 4.2 Caratteristiche del rifiuto: Scarti guenti limiti con un tenore di ossigeno
ossidi di azoto del presente Allegato riferiti ad un te- anche in polvere a base esclusiva- nei fumi anidri dell’11% in volume:
ossidi di zolfo nore di ossigeno nei fumi andri pari al
b) impianti dedicati al recupero ener- 3% in volume. NOx (come valore medio giornaliero) 200 mg/Nm3
getico di rifiuti o impianti industriali che Non si applica il limite per le emissio- NOx (come valore medio orario) ove non previsto
34 garantiscano in tutte le condizioni di e- ni di ossido di zolfo. Il limite di Nox è il controllo in continuo 400 mg/Nm3
Per gli impianti di potenza termica no- condizioni: per gli altri inquinanti si applicano i recupero energetico del rifiuto di cui
valori limite di emissione fissati nel di cartiera, derivanti dallo spappola- camera di combustione di 850°C rag- – tenore di ossigeno nei fumi min.
Suballegato 2 del presente Allegato. mento della carta da macero costituiti giunta anche in prossimità della pare- 6% in volume
da una miscela di materiali plastici, te interna; e rispettare i seguenti valori limite alle
9. Tipologia: Scarti di pulper legno, residui di carta, frammenti di – tempo di permanenza minimo del emissioni riferiti ad un tenore di ossige-
[030307] [030310] vetro, materiale ghiaioso e metallico gas nella camera di combustione di 2 no nei fumi anidri dell’11% in volume:
9.1 Provenienza: Industria della carta aventi le seguenti caratteristiche:
Zinco* 5 mg/Nm3
Umidità in massa max 30% 40% Ossidi di azoto (come valore medio giornaliero) 200 mg/Nm3
P.C.I. minimo sul tal quale 12.500 kJ/kg PCDD+PCDF (come diossina equivalente) (come valore
Ceneri sul tal quale in massa max 10% medio rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,1 ng/Nm3
Cloro sul tal quale in massa max 0.9% Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (come valore medio
Zolfo sul tal quale in massa max 0.5% rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,01 mg/Nm3
Pb+Cr+Cu+Mn+Zn sul tal quale in massa max 900 mg/kg
*Come valore medio rilevato per un periodo di campionamento di 1 h.
Pb sul secco max 200 mg/kg
Cr sul secco max 50 mg/kg per gli altri inquinanti si applicano i e/o gassificazione di rifiuti di cui al
Cu sul secco max 300 mg/kg valori limite di emissione fissati nel punto 17 dell’Allegato 1.
Mn sul secco max 150 mg/kg Suballegato 2 del presente Allegato. 11.2 Caratteristiche del gas: Gas
Ni sul secco max 20 mg/kg derivante da processi di pirolisi e/o di
As sul secco max 9 mg/kg 11. Tipologia: Gas derivati [190199]. gassificazione aventi le seguenti ca-
Cd+Hg sul secco max 7 mg/kg 11.1 Provenienza: Impianti di pirolisi ratteristiche:
9.3 Attività e metodi di recupero: Il gassoso, degli altri inquinanti di cui al P.C.I. min. 4.500 kJ/Nm3 gas secco
recupero energetico del rifiuto di cui Suballegato 2, paragrafo 1, lettera a) H2S 2 mg/Nm3 gas secco
al punto 9 può essere effettuato attra- nonché della temperatura nella came- Polveri 10 mg/Nm3 gas secco
verso la combustione in impianti dedi- ra di combustione. HCl 5 mg/Nm3 gas secco
cati al recupero energetico di rifiuti di Gli impianti devono garantire in tutte NH3 1 mg/Nm3 gas secco
potenza termica nominale non inferio- le condizioni di esercizio i seguenti re-
re a 6 MW. quisiti: 11.3 Attività e metodi di recupero: le caratteristiche di seguito indicate:
Detti impianti devono essere provvisti – temperatura minima dei gas nella L’utilizzazione di gas derivati è con- a) turbina a gas:
di: camera di combustione di 850°C rag- sentita in impianti di conversione e- si applicano i seguenti valori limite di
– bruciatore pilota a combustibile giunta anche in prossimità della pare- nergetica di potenza termica nominale emissione riferiti ad un tenore di ossi-
gassoso o liquido; te interna; superiore a 6 MW, anche integrati con geno nell’effluente gassoso anidro del
– alimentazione automatica di com- – tempo di permanenza minimo dei il sistema di produzione del gas, con 15%:
bustibile; gas nella camera di combustione di 2
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
– regolazione automatica del rapporto secondi; Monossido di carbonio (media giornaliera) 80 mg/Nm3*
aria/combustibile anche nelle fasi di – tenore di ossigeno nei fumi min. Ossidi di azoto 80 mg/Nm3**
avviamento; 6% in volume Polveri (media oraria) 5 mg/Nm3
– controllo continuo dell’ossigeno, del e rispettare i seguenti valori limite alle HCl (media oraria) 5 mg/Nm3
monossido di carbonio, ossidi di azo- emissioni riferiti ad un tenore di ossige- HF (media oraria) 2 mg/Nm3
to, della temperatura nell’effluente no nei fumi anidri dell’11% in volume: Cd+Tl (media oraria) 0,05 mg/Nm3
Hg (media oraria) 0,05 mg/Nm3
Zn* 5 mg/Nm3 Sb+As+Pb+Cr+Co+Cu+Mn+Ni+V+Sn (media oraria) 0,5 mg/Nm3
Ossidi di azoto (come valore medio giornaliero) 200 mg/Nm3 Carbonio organico totale (media oraria) 10 mg/Nm3
PCDD+PCDF (come diossina equivalente) (come valore PCDD+PCDF (come diossina equivalente) (come valore medio
medio rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,1 ng/Nm3 rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,1 ng/Nm3
Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (come valore medio rilevato Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (come valore medio
per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,01 mg/Nm3 rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,01 mg/Nm3
*Come valore medio rilevato per un periodo di campionamento di 1 h *Il limite è ridotto a 70 mg/Nm3 per impianti di potenza termica superiore a 15 MW.
**Il limite è ridotto a 60 mg/Nm3 per impianti di potenza termica superiore a 15
per gli altri inquinanti si applicano i purazione di acque reflue [190805]. MW.
valori limite di emissione fissati nel 10.1 Provenienza: Processi di depu-
Suballegato 2 del presente Allegato. razione: per gli altri inquinanti si applicano i continuo di CO e Nox.
10.2 Caratteristiche del rifiuto: valori limite minimi di emissione fissa- b) motori fissi a combustione interna
10. Tipologia: Fanghi essiccati di de- Fanghi con le seguenti caratteristiche: ti ai sensi dell’articolo 3 comma 2 del si applicano i seguenti valori limite di
Dpr 203/88 per le corrispondenti ti- emissione riferiti ad un tenore di ossi-
Umidità in massa max 20% pologie di impianti. geno nei fumi anidri pari al 5% in vo-
P.C.I. minimo sul tal quale min. 8.500 kJ/kg Deve essere effettuato il controllo in lume:
Zolfo sul tal quale in massa max 0.6%
Cloro organico sul secco max 1 mg/kg Polveri (media oraria) 10 mg/Nm3
Pb sul secco max 200 mg/kg Monossido di carbonio (media giornaliera) 300 mg/Nm3
Cr sul secco max 100 mg/kg HCl (media oraria) 10 mg/Nm3
Cu sul secco max 300 mg/kg HF (media oraria) 2 mg/Nm3
Mn sul secco max 400 mg/kg Cd+Tl (media oraria) 0,05 mg/Nm3
Ni sul secco max 40 mg/kg Hg (media oraria) 0,05 mg/Nm3
As sul secco max 9 mg/kg Sb+As+Pb+Cr+Co+Cu+Mn+Ni+V+Sn (media oraria) 0,5 mg/Nm3
Cd+Hg sul secco max 7 mg/kg Ossidi di azoto (media giornaliera) 450 mg/Nm3
Carbonio Organico Totale (media oraria) 150 mg/Nm3
10.3 Attività e metodi di recupero: – regolazione automatica del rapporto PCDD+PCDF (come diossina equivalente) (come valore medio
Il recupero energetico del rifiuto di cui aria/combustibile anche nelle fasi di rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,1 ng/Nm3
al punto 10 può essere effettuata at- avviamento; Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (come valore medio
traverso la combustione in impianti – controllo continuo dell’ossigeno, del rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 0,01 mg/Nm3
dedicati al recupero energetico di ri- monossido di carbonio, ossidi di azoto
fiuti di potenza termica nominale non e della temperatura nell’effluente gas- per gli altri inquinanti si applicano i del monossido di carbonio e degli os-
inferiore a 6 MW. soso, degli altri inquinanti di cui al valori limite minimi di emissione fissa- sidi di azoto.
Detti impianti devono essere provvisti Suballegato 2, paragrafo 1, lettera a) ti ai sensi dell’articolo 3, comma 2, c) altri impianti di combustione:
di: e della temperatura nella camera di del decreto del Presidente della Re- Detti impianti devono essere provvisti di:
– bruciatore pilota a combustibile combustione. pubblica n. 203/1988 per le corri- – controllo continuo dell’ossigeno, del
gassoso o liquido; Gli impianti devono garantire in tutte spondenti tipologie d’impianti. monossido di carbonio, ossidi di azoto
– alimentazione automatica di com- le condizioni di esercizio i seguenti re- Negli impianti oltre i 6 MWt deve es- e della temperatura nell’effluente gas-
36 bustibile; quisiti minimi operativi: sere effettuato il controllo in continuo soso anidro, degli altri inquinanti di
cui al Suballegato 2, paragrafo 1, let- mite di emissione riferiti a un tenore 13.3 Attività e metodi di recupero: te interna;
Suballegato 2 lori medi ottenuti statisticamente me- C = valore limite totale delle emissioni
diante determinazioni su un numero per CO e per gli altri inquinanti riferiti
Determinazione dei valori limite e prescrizioni per le di campioni rappresentativo del lotto allo stesso tempo di mediazione di cui
emissioni in atmosfera delle attività di recupero di energia in esame non inferiore a cinque. Nel al Suballegato 2 ed alle singole voci
dai rifiuti non pericolosi caso di approvvigionamento non di- del Suballegato 1. Il tenore di ossige-
scontinuo i valori medi si riferiscono a no di riferimento è calcolato sulla base
1. Durante il funzionamento degli impianti non devono essere superati: determinazioni effettuate su sei cam- del tenore di riferimento relativo al ri-
pioni distribuiti uniformemente nell’ar- fiuto e quello relativo al processo, co-
a) valori medi giornalieri: co delle 24 h. me individuato dal Dm 12/7/90, ri-
spettando il rapporto dei volumi par-
1) polvere totale 10 mg/m3 ziali.
2) sostanze organiche sotto forma di gas e vapori, espresse come
carbonio organico totale (COT) 10 mg/m3
Allegato 2 Nota. Ai soli fini del calcolo della
Suballegato 3 formula di cui al punto 1, i valori li-
3) cloruro di idrogeno (HCl) 10 mg/m3 mite per la polvere totale, COT, HCl,
4) floruro di idrogeno (HF) 1 mg/m3 HF e SO2 sono unicamente quelli
5) biossido di zolfo (SO2) 50 mg/m3 Determinazione dei valori
limite per le emissioni individuati alla lett. a) della tabella
dovute al recupero di rifiuti in sub. 2.
b) valori medi su 30 minuti: Per i valori limite di polveri totali,
A B come combustibile o altro
mezzo per produrre energia SO2, NOx, CO e COT i valori C rifiu-
1) polvere totale 30 mg/m3 10 mg/m3 to, C processo e C sono espressi
2) sostanze organiche sotto forma di gas e vapori, tramite combustione mista
di rifiuti e combustibili come valori medi giornalieri. A tal
espresse come carbonio organico totale (COT) 20 mg/m3 10 mg/m3 fine, il valore medio giornaliero di C
3) cloruro di idrogeno (HCl) 60 mg/m3 10mg/m3 tradizionali
processo è assunto pari al 115%
4) floruro di idrogeno (HF) 4 mg/m3 2 mg/m3 del medesimo valore fissato su ba-
5) biossido di zolfo (SO2) 200 mg/m3 50 mg/m3 1. I valori limite per ciascun inquinan-
te e per il monossido di carbonio ri- se mensile.
sultanti dalla co-combustione di rifiuti Per i valori di IPA, PCDD+PCDF i
c) tutti i valori medi durante il periodo di campionamento di 1 ora valori di C rifiuto, C processo e C
e combustibili devono essere calcolati
1) Cadmio e i suoi composti, espressi come cadmio (Cd) totale come segue: devono essere espressi come valo-
2) Tallio e i suoi composti, espressi mg/m3 come tallio (Tl) 0,05 ri medi riferiti a 8 ore.
3) Mercurio e i suoi composti, espressi come mercurio (Hg) 0,05 mg/m3 V rifiuto x C rifiuto + V processo x C processo Per i valori dei metalli i valori di C
4) Antimonio e suoi composti, espressi come antimonio (Sb) C = ——————–––––––————— rifiuto, C processo e C devono es-
5) Arsenico e suoi composti, espressi come arsenico (As) V rifiuto + V processo sere espressi come valori medi o-
6) Piombo e suoi composti, espressi come piombo (Pb) rari.
7) Cromo e suoi composti, espressi come cromo (Cr) -> tot. 0,5 mg/m3 V rifiuto = volume dei gas emessi de- 2. La misurazione continua di HF può
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
8) Cobalto e suoi composti, espressi come cobalto (Co) rivante dalla combustione dei soli rifiu- essere omessa se vengono utilizzate
9) Rame e suoi composti, espressi come rame (Cu) ti in quantità corrispondente alla mas- fasi di trattamento per HCl che garan-
10) Manganese e suoi composti, espressi come sima prevista nella comunicazione, tiscono che il valore limite di emissio-
manganese (Mn) determinato in base ai rifiuti che han- ne per lo stesso parametro HCl e-
11) Nichel e suoi composti, espressi come nichel (Ni) no il più basso potere calorifico. spresso sia come valore medio gior-
12) Vanadio e suoi composti, espressi come vanadio (V) Se il calore prodotto risultante dall’in- naliero che come valore medio su
13) Stagno e suoi composti, espressi come stagno (Sn) cenerimento di rifiuti è inferiore al trenta minuti non venga superato. In
10% del calore totale prodotto dal- questo caso le emissioni di HF sono
Questi valori medi si applicano anche mento è comunque fatto salvo quanto l’impianto, V rifiuti va calcolato dalla soggette a misurazioni mensili.
ai metalli ed ai loro composti presenti disposto all’articolo 3 comma 2 del quantità (fittizia) di rifiuti che, combu- 3. Non si deve tenere conto degli a-
nelle emissioni in forma di gas o va- Dm 12 luglio 1990. sti, equivalgono ad un calore prodotto genti inquinanti e di CO che non deri-
pori. 5. Per il calcolo del valore di emissio- del 10%, a calore totale dell’impianto vano direttamente dalla combustione
2. Durante il funzionamento degli im- ne di PCDD+PCDF come diossina e- costante. di rifiuti o di combustibili, come pure
pianti non devono essere superati i quivalente si fa riferimento all’Allegato C rifiuto = valori limite di emissione di CO derivante dalla combustione se:
seguenti valori limite nelle emissioni 1 della direttiva 94/67/Ce; stabiliti nelle singole voci del Suballe- – maggiori concentrazioni di CO nel
per le concentrazioni di monossido di 6. Il valore limite di emissione per gli gato 1 e nel Suballegato 2 per gli im- gas di combustione sono richieste dal
carbonio (CO), se non diversamente idrocarburi policiclici aromatici (IPA) si pianti destinati ad utilizzare soltanto ri- processo di produzione;
indicato nel Suballegato 1: riferisce alla somma dei seguenti: fiuti. – il valore C rifiuti (come precedente-
a) 50 mg/Nm3 di gas di combustione – Benz [a]antracene V processo = volume del gas emessi mente definito) per le diossine e i fura-
determinati come valore medio gior- – Dibenz[a,h]antracene derivanti dal processo inclusa la com- ni è rispettato.
naliero; – Benzo[b]fluorantene bustione del combustibili ammessi ai 4. In ogni caso, tenuto conto dei rifiuti
b) 100 mg/Nm3 di gas di combustio- – Benzo[j]fluorantene sensi della normativa vigente (esclusi i di cui è stato autorizzato il coinceneri-
ne di tutte le misurazioni determinate – Benzo[k]fluorantene rifiuti) del tipo e nella quantità minima mento, il valore limite totale delle e-
come valori medi su 30 minuti. – Benzo[a]pirene prevista nella comunicazione, determi- missioni (C) deve essere calcolato in
3. I valori limite di emissione sono ri- – Dibenzo[a,e]pirene nato sulla base del tenore di ossigeno, modo da ridurre al minimo le emissio-
spettati. – Dibenzo[a,h]pirene al quale le emissioni devono essere ni nell’ambiente.
– se tutti i valori medi giornalieri non – Dibenzo[a,i]pirene normalizzate come stabilito nelle nor- 5. Per il tenore di ossigeno di riferi-
superano i valori limite di emissione – Dibenzo[a,l]pirene me nazionali. mento è comunque fatto salvo quanto
stabiliti al paragrafo 2. lett. a) e al pa- – Indeno [1,2,3 - cd]pirene C processo = valori limite di emissio- disposto all’art. 3 comma 2 del Dm 12
ragrafo 1 lett. a) e 7. Fermo restando quanto disposto ne dei relativi inquinanti e del monos- luglio 1990.
– tutti i valori medi su 30 minuti non dalla decisione della Commissione sido di carbonio nei gas emessi 6. Per il calcolo del valore di emissio-
superano i valori limite di emissione di concernente i metodi di misurazione dall’impianto quando vengono utilizzati ne di PCDD+PCDF come diossina e-
cui alla colonna A, paragrafo 1 lett. b) armonizzati per la determinazione del- i combustibili ammessi al sensi della quivalente si fa riferimento all’Allegato
ovvero il 97% dei volori medi su 30 le concentrazioni di massa di diossine normativa vigente (esclusi i rifiuti) 1 della direttiva 94/67/Ce;.
minuti rilevati nel corso dell’anno non e furani (C (97) 1159 def), relativa- conformi ai valori minimi contenuti 7. Il valore limite di emissione per gli
superano i valori limite di emissione di mente ai metodi di campionamento, nelle disposizioni nazionali legislative, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) si
cui alla colonna B, paragrafo 1, lett. analisi e valutazione delle emissioni e regolamentari e legislative ridotte del riferisce alla somma dei seguenti:
b) per la periodicità dei controlli si appli- 10%. Nel caso siano più restrittivi si – Benz [a]antracene
– se tutti i valori medi rilevati nel pe- ca quanto previsto nei decreti di at- applicano i valori limite di emissione – Dibenz[a,h]antracene
riodo di campionamento di cui al pa- tuazione del Dpr 24 maggio 1988 n. che figurano nell’autorizzazione ex Dpr – Benzo[b]fluorantene
ragrafo 1, lett. c), non superano i va- 203. Per il campionamento e le anali- 203/1988 ridotti del 10%. Se i valori – Benzo[j]fluorantene
lori limite di emissione stabiliti in tale si caratteristiche dei rifiuti valgono i degli inquinanti, di CO e di COT non – Benzo[k]fluorantene
paragrafo. metodi di cui alle norme Uni 9903. Al sono fissati, si utilizzano le emissioni – Benzo[a]pirene
– se è rispettata la disposizione di cui fine della verifica del rispetto delle reali ridotte del 10%; i valori di pro- – Dibenzo[a,e]pirene
al paragrafo 2, lett. b). concentrazioni degli inquinanti e degli cesso sono riferiti allo stesso tempo di – Dibenzo[a,h]pirene
38
4. Per il tenore di ossigeno di riferi- altri parametri previsti per i rifiuti soli- mediazione di cui al Suballegato 2 ed – Dibenzo[a,i]pirene
– Dibenzo[a,l]pirene valutazione delle emissioni e per la pe- previsti per i rifiuti solidi, il confronto va niformemente nell’arco delle 24 h.
Allegato 3 vati con la soluzione di acido nitrico per il parametro pH il range 5,5 - 12 manere adesi sul filtro; pertanto ove
1M al fine di allontanare eventuali andrà rispettato per ognuna delle so- possibile si dovrà unire tale materiale
Test di cessione contaminanti. luzioni ottenute nelle 8 fasi estrattive. alla fase solida filtrata e procedere ai
I contenitori per la conservazione delle * Se il test viene effettuato su mate- successivi step di eluizione.
Principio del metodo soluzioni di eluizione ottenute devono riali di granulometria fine, nella fase
L’eluizione dei componenti viene ef- essere in polietilene o altri materiali di filtrazione tali materiali possono ri- Tabella
fettuata tramite immersione del cam- simili. Lavare tali contenitori con solu- Parametri Unità di misura Concentrazioni limite
pione in acqua deionizzata, la quale zione di acido nitrico 1M prima Nitrati mg/l NO3 50
viene rinnovata ad intervalli di tempo dell’uso. Fluoruri mg/l F 1,5
prestabiliti, per un totale di durata Per la determinazione nelle soluzioni Solfati mg/l SO4 250
della prova di 16 giorni. estraenti dei microelementi metallici Cloruri mg/l Cl 200
di interesse si possono utilizzare me- Cianuri µg/l Cn 50
1. Materiale da sottoporre ad a- todi strumentali scientificamente vali- Bario mg/l Ba 1
nalisi di, quali ad esempio: la spettrofoto- Rame mg/l Cu 0,05
Il campione da sottoporre ad analisi metria di assorbimento atomico, la Zinco mg/l Zn 3
deve essere nella stessa forma fisica spettrofotometria a plasma indotto Berillio µg/l Be 10
in cui si prevede l’impiego. Il campio- (ICP) ecc. Cobalto µg/l Co 250
ne da sottoporre ad analisi deve esse- Nichel µg/l Ni 10
re rappresentativo della totalità del 4. Determinazione dei compo- Vanadio µg/l V 250
materiale da esaminare, e comunque nenti eluiti dai campioni solidi Arsenico µg/l As 50
non meno di 100 mg. Per i materiali analizzati Cadmio µg/l Cd 5
inertizzati il test va condotto dopo un Procedura Cromo totale µg/l Cr 50
periodo sufficientemente lungo dalla Lavaggio dei recipienti con acido nitri- Piombo µg/l Pb 50
loro preparazione (un mese minimo) co 1M e successivamente risciacquati Selenio µg/l Se 10
Suballegato 1
Determinazione delle quantità massime di rifiuti non pericolosi di cui all’allegato 1, Suballegato 1, del Dm 5 febbraio 1998
41
Impianti di 5.16 [110114] [110206] [110299] [160214] Apparecchi elettrici, elettrotecnici ed elettronici; rottami elettrici 200
Legislazione norme nazionali Dm 5 febbraio 1998 – Recupero rifiuti non pericolosi
[161106] temperatura
7.9 [161106] Scarti di refrattari a base di carburo di silicio 400
7.12 [101206] [101299] [101399] [170802] Calchi in gesso esausti 150
[200301]
7.17 [010102] [010308] [010408] [010410] Rifiuti costituiti da pietrisco di vagliatura del calcare 4.500
[020402] [020499] [020701] [020799]
[100299]
7.18 [060314] [070199] [101304] Scarti da vagliatura latte di calce 10.000
7.22 [060899] [100208] Rifiuti da abbattimento fumi di industrie siderurgiche (silica fumes) 50
7.27 [100208] [100299] Materiali fini da filtri aspirazioni polveri di fonderia di ghisa e da 370
rigenerazione sabbia
10.1 [070299] [160306] Cascami e scarti di produzione, rifiuti di polvere e granuli 3.000
11.11 [020304] [200125] Oli esausti vegetali ed animali 1.000
12.11 [100212] [120115] Fanghi da processi di pulizia manufatti in acciaio, decantazione 5.000
acque di raffreddamento dei processi dell’industria siderurgica
12.12 [100214] [100215] Fanghi da abbattimento polveri da lavorazione delle terre per 5.830
fonderie di metalli ferrosi
Produzione di manufatti 12.16 [050110] [061503] [070112] [070212] Fanghi di trattamento acque reflue industriali 2.020
e prodotti per l’edilizia [070312] [070412] [070512] [070612]
[070712] [100121] [190812] [190814]
12.17 [100208] [100214] [100215] [110110] Fanghi da trattamento acque di processo e da abbattimento 100
[110112] [110114] emissioni aeriformi da industria siderurgica e metalmeccanica
13.6 [060699] [061101] [061199] [100105] Gessi chimici da desolforazione di effluenti liquidi e gassosi 10.000
[100107] [101210]
13.11 [060899] [100811] Silicato bicalcico 3.000
Produzione di 4.1 [060902] [100601] [100602] [100809] Scorie provenienti dall’industria della metallurgia dei metalli non 200
conglomerati cementizi [100811] [101003] ferrosi, ad esclusione di quelle provenienti dalla metallurgia
termica del Pb, Al e Zn, scorie dalla produzione del fosforo,
scoria cubilot
4.4 [100201] [100202] [100903] Scorie di acciaieria, scorie provenienti dalla fusione in forni 15.000
elettrici, a combustibile o in convertitori a ossigeno di leghe di
metalli ferrosi e dai successivi trattamenti di affinazione delle stesse
5.18 [100299] Residui di minerali di ferro 8.800
7.2 [010399] [010408] [010410] [010413] Rifiuti di rocce di cave autorizzate 90.000
7.8 [060316] [070199] [161102] [161104] Rifiuti di refrattari, rifiuti di refrattari da forni per processi ad alta 15.000
[161106] temperatura
7.11 [170508] Pietrisco tolto d’opera 5.000
7.17 [010102] [010308] [010408] [010410] Rifiuti costituiti da pietrisco di vagliatura del calcare 28.000
[020402] [020499] [020701] [020799]
[100299]
7.18 [060314] [070199] [101304] Scarti da vagliatura latte di calce 230.000
7.25 [100299] [100906] [100908] [100910] Terre e sabbie esauste da fonderia di seconda fusione dei metalli 1.100
[100912] [161102] [161104] ferrosi
7.27 [100208] [100299] Materiali fini da filtri aspirazioni polveri di fonderia di ghisa e da 100
42 rigenerazione sabbia
12.1 [030302] [030305] [030309] [030310] Fanghi da industria cartaria 22.000
12.8 [060503] [061399] [070112] [070212] Fanghi da trattamento acque di processo 1.620
[070312] [070412] [070512] [070612]
[070712] [100121] [190812] [190814]
12.11 [100212] [120115] Fanghi da processi di pulizia manufatti in acciaio, decantazione 5.000
acque di raffreddamento dei processi dell’industria siderurgica
12.12 [100214] [100215] Fanghi da abbattimento polveri da lavorazione delle terre per 200
fonderie di metalli ferrosi
12.13 [190802] [190902] [190903] Fanghi da impianti di decantazione, chiarificazione e 25.000
decarbonatazione delle acque per la preparazione di acqua
potabile o di acqua addolcita, demineralizzata per uso industriale
12.14 [060503] Fanghi da trattamento sul posto degli effiuenti 1.000
12.16 [050110] [061503] [070112] [070212] Fanghi di trattamento acque reflue industriali 6.000
[070312] [070412] [070512] [070612]
[070712] [100121] [190812] [190814]
12.17 [100208] [100214] [100215] [110110] Fanghi da trattamento acque di processo e da abbattimento 12.500
[110112] [110114] emissioni aeriformi da industria siderurgica e metalmeccanica
Cementifici 13.1 [100101] [100102] [100103] [100115] Ceneri dalla combustione di carbone e lignite, anche additivati 165.000
[100117] con calcare e da cocombusione con esclusione dei rifiuti urbani
e assimilati tal quali
13.2 [100101] [100103] [100115] [100117] Ceneri dalla combustione di biomasse (paglia, vinacce) ed affini, 20.000
[190112] [190114] legno, pannelli, fanghi di cartiere
13.3 [190112] Ceneri pesanti da incenerimento di rifiuti solidi urbani e assimilati 12.000
e da CDR
13.5 [061199] [100299] Rifiuti di solfato di calcio da pigmenti inorganici 8.000
13.6 [060699] [061101] [061199] [100105] Gessi chimici da desolforazione di effluenti liquidi e gassosi 40.000
[100107] [101210]
13.7 [060314] [060503] [061399] [100324] Gessi chimici 2.000
13.9 [060503] [061399] Rifiuti di solfato di calcio da depurazione soluzioni di cloruro 500
di sodio
13.10 [060314] Biscotti fluoridrici 4.800
13.11 [060899] [100811] Silicato bicalcico 5.000
13.16 [010399] [060314] Rifiuti di minerali di bario ridotti 1.000
13.18 [060316] Polveri di ossido di ferro 5.000
13.26 [010410] [100318] [110203] [161102] Rifiuti a base di carbone costituiti da scarti di catodi anodi, 2.000
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
12.4 [010410] [010413] Fanghi e polveri da segagione, molatura e lavorazione granito 50.000
12.7 [010102] [010409] [010410] [010412] Fanghi costituiti da inerti 50.000
12.9 [101103] Fango secco di natura sabbiosa 20.000
12.15 [030199] Fanghi di cottura e da lavaggio del legno vergine 3.000
13.2 [100101] [100103] [100115] [100117] Ceneri dalla combustione di biomasse (paglia, vinacce) ed affini, 1.000
[190112] [190114] legno, pannelli, fanghi di cartiere
13.6 [060699] [061101] [061199] [100105] Gessi chimici da desolforazione di effluenti liquidi e gassosi 5.000
[100107] [101210]
13.7 [060314] [060503] [061399] [100324] Gessi chimici 500
13.11 [060899] [100811] Silicato bicalcico 5.000
Produzione di 14.1 [070213] [150101] [150102] [150103] Rifiuti solidi urbani o speciali non pericolosi ad esclusione delle 80.000
combustibile derivato [150105] [150106] [160103] [160119] frazioni derivanti da raccolta differenziata
dai rifiuti (CDR) [170201] [170203] [190501] [191201]
[191204] [191210] [191212] [200203]
[200301]
Produzione di biogas 15.1 [020106] [020204] [020305] [020403] Frazione organica da RSU e rifiuti speciali non pericolosi a matrice 10.000
[020502] [020603] [020702] [020705] organica, recuperabili con processi di digestione anaerobica
[030309] [030310] [030311] [190805]
[200108] [200201] [200302]
Messa in riserva 1.1 [150101] [150105] [150106] [200101] Rifiuti di carta, cartone, cartoncino, inclusi poliaccoppiati anche 18.000
di imballaggi
1.2 [150203] Scarti di pannolini e assorbenti 500
2.1 [101112] [150107] [160120] [170202] Imballaggi, vetro di scarto e altri rifiuti e frammenti di vetro; 120.000
[191205] [200302] rottami di vetro
2.2 [150107] [200102] Vetro di scarto e frammenti di vetro da ricerca medica e veterinaria 1.000
2.3 [101199] Rottame fine di cristallo 1.500
2.4 [170202] [200102] Rifiuti di fibre di vetro 6.290
Messa in riserva 3.1 [100210] [100299] [120101] [120102] Rifiuti di ferro, acciaio e ghisa 160.000
[120199] [150104] [160117] [170405]
[190102] [190118] [191202] [200140]
3.2 [100899] [110501] [110599] [120103] Rifiuti di metalli non ferrosi e loro leghe 28.000
[120104] [120199] [150104] [170401]
[170402] [170403] [170404] [170406]
[170407] [191002] [191203] [200140]
3.3 [150104] [150105] [150106] [191203] Sfridi o scarti di imballaggio in alluminio, e di accoppiati carta, 4.800
plastica e metallo
3.4 [110299] [120103] [120104] [200140] Rifiuti e rottami di metalli preziosi e loro leghe 500
3.5 [150104] [200140] Rifiuti costituiti da imballaggi, fusti, latte, vuoti, lattine di materiali 20.000
ferrosi e non ferrosi e acciaio anche stagnato
3.6 [200401] Pallini di piombo rifiuti 2.000
3.7 [110299] [120103] [120199] Rifiuti di lavorazione, molatura e rottami di metalli duri 5.000
3.8 [120103] [120104] [150203] [190812] Puliture di industrie dei metalli preziosi 500
[190814]
3.9 [100701] [100702] [161102] [161104] Rifiuti costituiti da refrattari, crogioli e scorie vetrose dì fusione 8.000
46 dei metalli preziosi
3.10 [160605] [200134] Pile all’ossido di argento esauste 10
confezionati post-consumo
9.1 [030101] [030105] [030199] [150103] Scarti di legno e sughero, imballaggi di legno 87.500
[170201] [191207] [200138] [200301]
9.2 [030101] [030105] Scarti di legno e sughero, imballaggi di legno 15.000
9.5 [030199] Black liquor 1.760
9.6 [030199] Rifiuti di carte decorative impregnate 1.000
10.1 [070299] [160306] Cascami e scarti di produzione, rifiuti di polvere e granuli 1.000
10.2 [160103] Pneumatici non ricostruibili, camere d’aria non riparabili e altri 7.680
scarti di gomma
11.2 [020399] Terre e farine fossili disoleate 1.190
11.6 [020703] Tartaro grezzo 20
11.7 [020702] [020799] Vinacce e fecce esauste 560
11.8 [040221] Guscetta di cotone 280
11.9 [020299] [040199] Rifiuti di cloruro di sodio 500
11.11 [020304] [200125] Oli esausti vegetali ed animali 1.500
11.12 [020303] Sansa esausta di oliva (polpa o farina) 8.430
11.13 [020304] Scarti e sfridi di granaglia per uso zootecnico 680
11.14 [020299] [060314] Reflui di cloruro di sodio in soluzione 300
12.1 [030302] [030305] [030309] [030310] Fanghi da industria cartaria 300
[030311] [030399]
12.2 [170506] Fanghi di dragaggio 38.940
12.3 [010410] [010413] Fanghi e polveri da segagione e lavorazione pietre, marmi e 15.000
ardesie
12.4 [010410] [010413] Fanghi e polveri da segagione, molatura e lavorazione granito 8.000
12.5 [010413] Marmoresine 1.210
12.6 [080202] [080203] [101203] [101205] Fanghi, acque, polveri e rifiuti solidi da processi di lavorazione 2.000
[101210] [101299] e depurazione acque ed emissioni da industria ceramica
12.7 [010102] [010409] [010410] [010412] Fanghi costituiti da inerti 3.000
12.8 [060503] [061399] [070112] [070212] Fanghi da trattamento acque di processo 210
[070312] [070412] [070512] [070612]
[070712] [100121] [190812] [190814]
12.9 [101103] Fango secco di natura sabbiosa 2.500
12.10 [040220] Fanghi da lavorazione lana sucida 7.100
Messa in riserva 12.11 [100212] [120115] Fanghi da processi di pulizia manufatti in acciaio, decantazione 270
acque di raffreddamento dei processi dell’industria siderurgica
12.12 [100214] [100215] Fanghi da abbattimento polveri da lavorazione delle terre per 3.000
fonderie di metalli ferrosi
12.13 [190802] [190902] [190903] Fanghi da impianti di decantazione, chiarificazione e 500
decarbonatazione delle acque per la preparazione di acqua
potabile o di acqua addolcita, demineralizzata per uso industriale
12.14 [060503] Fanghi da trattamento sul posto degli effluenti 100
12.15 [030199] Fanghi di cottura e da lavaggio del legno vergine 100
12.16 [050110] [061503] [070112] [070212] Fanghi di trattamento acque reflue industriali 50
[070312] [070412] [070512] [070612]
48 [070712] [100121] [190812] [190814]
12.17 [100208] [100214] [100215] [110110] Fanghi da trattamento acque di processo e da abbattimento 60
prime secondarie per [200139] contenitori per liquidi, con esclusione dei contenitori per
l’industria delle materie fitofarmaci e per presidi medico-chirurgici
plastiche 6.2 [070213] [120105] [160119] [160216] Sfridi, scarti, polveri e rifiuti di materie plastiche e fibre sintetiche 5.000
[160306] [170203]
Produzione di materie 8.4 [040209] [040221] [040222] [160122] Rifiuti di materiali tessili compositi e della lavorazione di fibre 4.000
prime secondarie per [200110] [200111] naturali, sintetiche e artificiali
l’industria tessile
Impianti di frantumazione 5.1 [160106] [160116] [160117] [160118] Parti di autoveicoli, di veicoli a motore, di rimorchi e simili, 118.000
[160122] risultanti da operazioni di messa in sicurezza di cui all’articolo 46
del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 e successive
modifiche e integrazioni e al decreto legislativo 24 giugno 2003,
n. 209 e privati di pneumatici e delle componenti plastiche
recuperabili
5.19 [160214] [160216] [200136] Apparecchi domestici, apparecchiature e macchinari 40.690
post-consumo non contenenti sostanze lesive dell’ozono
stratosferico di cui alla legge 549/1993 o HFC
Allegato 4
Suballegato 2
Determinazione delle quantità massime di rifiuti non pericolosi di cui all’allegato 2, Suballegato 1, del Dm 5 febbraio 1998
6 [030105] [200138] Rifiuti della lavorazione del legno e affini trattati 13.700
7 [020304] Rifiuti della lavorazione del tabacco 20.000
9 [030307] [030310] Scarti di pulper 9.000
10 [190805] Fanghi essiccati di depurazione di acque reflue 15.000
12 [030302] [030305] [030309] [030310] Fanghi essiccati di depurazione di acque dell’industria cartaria 10.000
[030311]
13 [160306] Residuo di carbon fossile, residui di coke metallurgico (in impianti 30.000
dedicati al recupero energetico dei rifiuti di potenza termica
nominale non inferiore a 20 MW)
14 [020106] Pollina (impianti dedicati al recupero energetico di rifiuti di 70.000
potenza termica nominale non inferiore a 6 MW)
Utilizzo dei rifiuti come 1 [191210] CDR 25.000
combustibile o come 2 [190699] Biogas (motori fissi a combustione interna) 11.300 mc
altro mezzo per 3 [020103] [020107] [020301] [020303] Scarti vegetali 500
produrre energia in [020304] [020701] [020704]
impianti industriali 4 [030101] [030105] [030301] [150103] Rifiuti della lavorazione del legno e affini non trattati 40.000
[170201] [200138]
6 [030105] [200138] Rifiuti della lavorazione del legno e affini trattati 80.000
7 [020304] Rifiuti della lavorazione del tabacco 20
9 [030307] [030310] Scarti di pulper 150.000
Allegato 5 ge 18 maggio 1989, n. 183 e suc- c) idonea recinzione. Il settore della messa in riserva de-
cessive modificazioni. ve essere organizzato in aree di-
Norme tecniche generali per 3. Organizzazione. stinte per ciascuna tipologia di ri-
2. Dotazioni minime. Nell’impianto devono essere di- fiuto individuata dal presente de-
gli impianti di recupero che L’impianto deve essere provvisto stinte le aree di stoccaggio dei ri- creto ed opportunamente separate.
effettuano l’operazione di di: fiuti da quelle utilizzate per lo
messa in riserva dei rifiuti a) adeguato sistema di canalizza- stoccaggio delle materie prime. 4. Stoccaggio in cumuli.
non pericolosi. zione e raccolta delle acque me- Deve essere distinto il settore per Ove la messa in riserva dei rifiuti
teoriche; il conferimento da quello di messa avvenga in cumuli, questi devono
1. Ubicazione. b) adeguato sistema di raccolta dei in riserva. essere realizzati su basamenti pa-
Gli impianti che effettuano unica- reflui; in caso di stoccaggio di ri- La superficie del settore di conferi- vimentati o, qualora sia richiesto
mente l’operazione di messa in ri- fiuti che contengono sostanze o- mento deve essere pavimentata e dalle caratteristiche del rifiuto, su
serva, ad eccezione degli impianti leose nelle concentrazioni consen- dotata di sistemi di raccolta dei re- basamenti impermeabili resistenti
esistenti, ferme restando le norme tite dal presente decreto, il siste- flui che in maniera accidentale all’attacco chimico dei rifiuti che
vigenti in materia di vincoli per l’u- ma di raccolta e allontanamento possano fuoriuscire dagli auto- permettono la separazione dei ri-
bicazione degli impianti di gestio- dei reflui deve essere provvisto di mezzi e/o dai serbatoi. La superfi- fiuti dal suolo sottostante.
ne dei rifiuti, non devono essere u- separatori per oli; ogni sistema de- cie dedicata al conferimento deve L’area deve avere una pendenza
bicati in aree esondabili, instabili e ve terminare in pozzetti di raccolta avere dimensioni tali da consentire tale da convogliare gli eventuali li-
alluvionabili, comprese nelle fasce “a tenuta” di idonee dimensioni, il un’agevole movimentazione dei quidi in apposite canalette e in
A e B individuate nei piani di as- cui contenuto deve essere avviato mezzi e delle attrezzature in in- pozzetti di raccolta “a tenuta” di
50 setto idrogeologico di cui alla leg- agli impianti di trattamento; gresso ed in uscita. capacità adeguate, il cui contenuto
deve essere periodicamente avvia- mobile deve riservare un volume no di strutture fisse, la sovrapposi- stesse tipologie di rifiuti, devono
Provincia di disporre, con provvedimento mo- parte della Corte di Giustizia europea (sentenza allegati tecnici.
tivato, il divieto di inizio o di prosecuzione di 7 ottobre 2004, C-103/02 (1)), con la quale si è Oltre alle modifiche motivate dalle censure co-
attività, salvo che l’interessato non si conformi conclusa la procedura d’infrazione avviata dal- munitarie, ne sono state introdotte altre, sia
nel termine stabilito. la Commissione Ue contro il nostro Paese. all’interno delle schede sulle attività di recupe-
Le comunicazioni già effettuate e le iscrizioni La Commissione aveva contestato all’Italia ro di cui agli allegati tecnici, sia nell’articola-
nei registri provinciali restano valide fino a (con parere motivato dell’11 aprile 2001 e suc- to, segnatamente in tema di:
scadenza (fatta salva la necessità di adegua- cessivo ricorso alla Corte) che l’esenzione – recupero ambientale;
mento a quanto stabilito dal nuovo Dm 186/ dall’autorizzazione è una deroga e che pertan- – messa in riserva;
2006 in esame, come si dirà oltre) ex articolo to la sua portata deve essere definita con la – campionamenti e analisi;
216, comma 15. precisione richiesta dalla direttiva 75/442/Ce. – test di cessione;
Il Dm 5 febbraio 1998 era, invece, per la Com- – regime transitorio;
Ricordiamo che le disposizioni semplificate missione carente di tale precisione. – monitoraggio e controllo delle attività di re-
non si applicano alle attività di recupero In particolare, la Corte ha accolto le censure cupero.
dei rifiuti urbani, ad eccezione di: mosse dalla Commissione Ue riguardanti la
– riciclaggio/recupero di Mps e produzio- non precisa statuizione da parte del Dm “incri- – Recupero ambientale (articolo 5,
ne di compost di qualità da raccolta diffe- minato” delle quantità di rifiuti relativamente comma 2, nuova lettera d-bis )
renziata; ai quali l’attività di recupero può essere di- In aggiunta alle altre condizioni già previste
– produzione combustibile da rifiuto (Cdr) spensata dall’autorizzazione. Ancora, la Corte all’articolo 5, comma 2, l’utilizzo dei rifiuti
conformemente alle norme tecniche del ha ritenuto fondate le censure mosse contro lo nelle attività di recupero ambientale indivi-
Dm 5 febbraio 1998, come modificato. stesso decreto nella parte in cui non individua duate dal Dm è sottoposto alle procedure sem-
La costruzione degli impianti di recupero chiaramente i tipi di rifiuti che rientrano nella plificate a condizione che il contenuto dei con-
rimane assoggettata alla normativa nazio- deroga, esentando (di fatto) dall’obbligo di au- taminanti sia conforme alla legislazione vi-
nale e comunitaria sulle emissioni in atmo- torizzazione il recupero di alcuni tipi di rifiuti gente in materia di messa in sicurezza, bonifi-
sfera da parte degli impianti industriali. pericolosi. ca e ripristino ambientale dei siti inquinati, in
Il Ministero dell’ambiente si è attivato per cor- funzione delle specifiche destinazioni d’uso co-
Le nuove disposizioni sul recupero reggere il Dm dando incarico all’Apat di effet- sì come previsto dal Dlgs 152/2006, Parte IV,
agevolato tuare un’indagine presso le imprese e le asso- Titolo V in materia di bonifiche dei siti conta-
La revisione del Dm 5 febbraio 1998 si è resa ne- ciazioni volta ad individuare le quantità mas- minati.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
– Messa in riserva
Quantità massime e durata (articolo 6 come modificato)
Messa in riserva presso l’impianto di produzione Messa in riserva presso un impianto che effettua Messa in riserva presso un impianto che effettua
dei rifiuti unicamente la messa in riserva anche altre operazioni di recupero
Il ricorso alle procedure semplificate è ammesso Il ricorso alle procedure semplificate è ammesso Il ricorso alle procedure semplificate è ammesso
qualora la quantità dei rifiuti non pericolosi sottoposti quando la quantità dei rifiuti non pericolosi sottopo- qualora la quantità dei rifiuti non pericolosi sottopo-
ad operazioni di messa non superi quella individuata sti ad operazioni di messa in riserva non superi sti ad operazioni di messa in riserva presso l’im-
nell’Allegato 4 sotto l’attività “Messa in riserva”. quella individuata nell’Allegato 4 sotto l’attività pianto di recupero non superi la quantità massima
I rifiuti messi in riserva non possono eccedere in “Messa in riserva”, fatte salve le quantità inferiori recuperabile individuata nell’Allegato 4 per l’attività
quantità quelli prodotti dal medesimo impianto indicate nella comunicazione effettuata alla Provin- di recupero svolta nell’impianto stesso, fatte salve
nell’arco di un anno. cia (dal 29 aprile alla Sezione regionale dell’Albo). le quantità inferiori indicate nella comunicazione ef-
fettuata alla Provincia (dal 29 aprile alla Sezione re-
gionale dell’Albo).
In ogni caso: Le quantità massime di cui all’Allegato 4 pos- per una sola volta ed ai soli fini della cernita o
– la quantità dei rifiuti “contemporaneamen- sono essere oggetto di aggiornamento annuale selezione o frantumazione o macinazione o ri-
te” (= istantaneamente?) messa in riserva (anche per incentivare il recupero). duzione volumetrica dei rifiuti. Tale disposi-
presso ciascun impianto non può eccedere il zione mira a contenere il rischio, denunciato
70% della quantità di rifiuti individuata al- Possibilità di più operazioni di messa in ripetutamente dalla stessa Commissione d’in-
l’Allegato 4 (il decreto non chiarisce se sotto la riserva successive (articolo 6, comma 8, chiesta sul ciclo dei rifiuti, che attraverso mes-
voce “Messa in riserva” o sotto la voce dell’atti- come modificato) se in riserva successive accompagnate da pro-
vità di recupero “principale”, ma si ritiene più Per quanto riguarda i rifiuti non pericolosi babili operazioni di miscelazione si possano
logica questa seconda ipotesi). Tale limite, nel non destinati a recupero energetico (Allegato 2 alterare le componenti che caratterizzano il ri-
caso di rifiuti combustibili, è ridotto al 50%, Suballegato 1), il passaggio fra i siti adibiti al- fiuto al solo fine di renderne più agevole lo
fatta salva la capacità effettiva di trattamento la messa in riserva è consentito esclusivamente smaltimento, o addirittura perderne le tracce.
dell’impianto;
– i rifiuti devono essere avviati a recupero en- Norme tecniche generali per la messa in riserva (nuovo Allegato 5)
tro un anno dalla data di produzione (per gli
impianti di produzione) o di ricezione. Nuovi impianti Impianti esistenti già autorizzati in via semplificata
Qualora l’autorizzazione rilasciata in via sem- Tutti gli impianti messi in eser- Entro il 3 dicembre 2006 tali impianti dovranno adeguarsi al citato
plificata non contempli la capacità autorizza- cizio a partire dalla data di en- Allegato 5, ad esclusione della parte relativa all’ubicazione, che è appli-
ta, la quantità è determinata dalla potenzialità trata in vigore del Dm (3 giu- cabile solamente agli impianti esistenti successivamente al 3 giugno
dell’impianto, e questo limite vale anche nel- gno 2006) devono rispettare le 2006 che effettuano unicamente l’operazione di messa in riserva (in ma-
l’ipotesi in cui vengano recuperate più tipolo- disposizioni tecniche di cui al teria restano comunque salvi i vincoli per l’ubicazione degli impianti di
nuovo Allegato 5. gestione dei rifiuti). Nel frattempo l’esercizio può essere continuato ma
gie di rifiuti nello stesso impianto.
occorre adeguarsi fin da subito alle altre condizioni, prescrizioni e norme
Le nuove comunicazioni dovranno indicare le
tecniche stabilite nel Dm (fatto salvo quanto previsto dal Dlgs 133/2005,
quantità annue avviate al recupero precisando per quanto riguarda l’incenerimento e il coincenerimento dei rifiuti).
52 il rispetto delle condizioni previste.
L’Allegato 5 prevede una serie di norme tecni- nell’impianto stesso, fatte salve le quantità in- produzione di Mps) di cui alla scheda 1.1 = t
Nel caso dei rifiuti inerti da costruzione e valide a livello nazionale, comunitario o inter- mento in discarica degli stessi rifiuti.
demolizione (voce 7.1, Allegato 1, Suballegato nazionale. Per il Cdr vale la citata norma Uni
1), sono state introdotte nuove attività di recu- 9903. Frequenza
pero (utilizzo per ripristini ambientali nonché Per le emissioni in atmosfera, i campionamen- Il test di cessione sul campione ottenuto secon-
per rilevati e sottofondi – il recupero è subordi- ti, le analisi e la valutazione devono seguire do i criteri di cui sopra è effettuato:
nato all’esecuzione del test di cessione) e, in quanto riportato nel Dm 25 agosto 2000 di ag- – ad ogni inizio di attività;
armonia con la normativa in materia di “ac- giornamento dell’articolo 3, comma 2, lettera – successivamente, ogni 12 mesi;
quisti verdi” della P.a. (Dm 203/2003 e circola- b), Dpr 203/1988. – in caso di modifiche sostanziali del processo
re attuativa UL/2005/5205), le Mps e i prodotti di recupero.
ottenuti dal recupero di materia sono stati defi- Frequenza e obblighi
niti in accordo agli standard riportati nel- Il produttore del rifiuto ha l’obbligo di eseguire – Regime transitorio (nuovi commi
l’Allegato C alla citata circolare (relativo alle le analisi: 4, 5 e 6 dell’articolo 11)
caratteristiche prestazionali degli aggregati ri- – al primo conferimento del rifiuto all’im- Raccolta, trasporto e recupero
ciclati). pianto di recupero; I soggetti già autorizzati in via semplificata, o
La lolla di riso è stata stralciata dalla scheda – successivamente, ogni 24 mesi; iscritti all’Albo, per le attività di raccolta, tra-
11.8 Allegato 1, Suballegato 1 (in quanto e- – in caso di modifiche sostanziali del processo sporto e recupero dei rifiuti che a seguito delle
sclusa dal regime dei rifiuti in considerazione produttivo. modifiche apportate al decreto non soddisfano
della sua natura di “sottoprodotto” ai sensi Il titolare dell’impianto di recupero deve verifi- più i requisiti per l’applicazione delle procedu-
della nuova definizione introdotta dall’articolo care la conformità del rifiuto a quanto dichia- re semplificate, o le attività per cui il decreto
183, lettera n) del Dlgs 152/2006). rato dal produttore nonché alle prescrizioni e non individua il parametro quantità, cioè il 3
La voce 7.31, Allegato 1, Suballegato 1 (che condizioni di esercizio previste dal Dm. luglio 2006 devono inoltrare richiesta all’ente
prima si riferiva alle terre da coltivo e alle terre competente per territorio (cioè, alla Sezione re-
e rocce da scavo) è stata “splittata” creando – Test di cessione (articolo 9 e gionale dell’Albo nel caso di iscrizione all’Albo
una nuova voce 7.31-bis relativa appunto alle Allegato 3 come modificati) ai sensi degli articolo 212, Dlgs 152/2006, alla
terre e rocce da scavo (che contempla come Criteri e modalità Regione o Provincia delegata nel caso di rila-
nuova attività di recupero la formazione di ri- Per la determinazione del test di cessione si ap- scio di autorizzazione unica ai sensi dell’arti-
levati e sottofondi stradali). Al riguardo, occor- plica l’appendice A della norma Uni 10802, se- colo 208 dello stesso Dlgs). La domanda va
re precisare che tale previsione va coordinata condo la metodica prevista dalla norma Uni presentata entro il 3 luglio 2006 (cioè entro 30
con il contenuto dell’articolo 186, Dlgs 152/ En 12457-2 relativa alla “Caratterizzazione giorni dalla data di entrata in vigore del nuovo
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
2006, che prevede l’esclusione di tali ultimi dei rifiuti – Lisciviazione – Prova di confor- regolamento). L’attività può essere proseguita
materiali dal regime dei rifiuti a determinate mità per la lisciviazione di rifiuti granulari fino al rilascio del provvedimento (iscrizione o
condizioni, e alla cui lettura rinviamo. e di fanghi – Parte 2: Prova a singolo sta- autorizzazione).
Infine, è stato precisato che il Cdr cui si riferi- dio, con un rapporto liquido/solido di 10
sce il regolamento è quello prodotto da rifiuti l/kg, per materiali con particelle di dimen- Messa in riserva
urbani e speciali non pericolosi (punto 14.1.3, sioni minori di 4 mm (con o senza riduzio- Si veda paragrafo “Messa in riserva”, a pag. 52.
Allegato 1, Suballegato 1) e utilizzato (punto ne delle dimensioni)”.
1, Allegato 2, Suballegato 1) come Rdf di qua- In caso di granulometria molto fine si procede Mancata rispondenza ai nuovi
lità normale in base alle norme Uni 9903-1. con ultracentrifuga (20.000G) del campione requisiti previsti dal Dm 5 febbraio
Ricordiamo che il Cdr di qualità (Cdr-Q), co- per almeno 10 minuti prima della fase di fil- 1998 come modificato
me definito dall’articolo 183, comma 1, lettera trazione. In sostanza, vediamo cosa succede nel caso in
s), Dlgs 152/2006 è stato espressamente escluso In sede di approvazione del progetto di recupe- cui un’azienda non soddisfi più i requisiti pre-
dal regime dei rifiuti (articolo 229, comma 2, ro ambientale, così come definito dall’articolo visti dal decreto, perché, ad esempio, la quan-
citato decreto). 5, vengono stabiliti i parametri significativi e tità indicata nella precedente comunicazione
rappresentativi del rifiuto che devono essere eccede quella massima ammissibile alla proce-
Inoltre, nella ridefinizione delle norme di determinati in relazione alle caratteristiche del dura semplificata (Allegato 4), o perché le ca-
recupero del Cdr riportate nel decreto in e- sito o del rifiuto. ratteristiche del rifiuto, o del materiale ottenu-
same, è stata eliminata l’indicazione relati- In merito ai limiti presenti per il test di cessio- to dal recupero, non corrispondono più a quel-
va alla percentuale massima di rifiuti spe- ne, un elemento di criticità è rappresentato dal le comunicate, o perché sono cambiati i Cer.
ciali utilizzabile nella produzione dello fatto che nel regolamento sono stati ripresi gli Al riguardo sembrano ipotizzabili due soluzioni:
stesso. Tuttavia, si ritiene che questo limite stessi valori del Dm 5 febbraio 1998 (tranne – l’azienda fa domanda di autorizzazione or-
sia tuttora vigente in quanto previsto dal- cloruri ulteriormente ridotti) inserendoli, però, dinaria (ex articolo 208 Dlgs 152/2006) o di i-
l’articolo 229, comma 3, Dlgs 152/2006, su una metodica di verifica totalmente diversa. scrizione all’Albo (ex articolo 212) entro il 3
norma di rango superiore al Dm 186/2006 Mentre, infatti, il principio del metodo di elui- luglio 2006 (fino al rilascio del provvedimento
in esame. zione riportato nell’Allegato 3 del Dm 5 feb- può proseguire l’attività alle stesse condizioni);
braio 1998 prevedeva la sommatoria di succes- ovviamente ciò comporta anche il rilascio del-
– Campionamenti e analisi (articolo sive eluizioni, con la recente novella, gli stessi le garanzie previste eccetera;
8 come modificato) limiti sono riportati in riferimento ad un’uni- – nel caso in cui un’azienda non abbia inten-
Standard di riferimento ca eluizione del campione dei rifiuti. zione di richiedere l’autorizzazione o iscrizio-
Ai fini della caratterizzazione chimico-fisica, il ne, ma di continuare a fare ricorso alle proce-
campionamento sul rifiuto tal quale, in modo Risulta inoltre ingiustificato che, per nume- dure semplificate, deve adeguare la propria at-
da ottenere un campione rappresentativo, è ef- rosi parametri, i limiti di riferimento per la tività alle nuove disposizioni del decreto (solo
fettuato in base alle norme: valutazione del test di cessione riportati nel per quelle di cui all’Allegato 5 – messa in ri-
– Uni 10802 “Rifiuti liquidi, granulari, pastosi regolamento siano più permissivi rispetto a serva – ha tempo fino al 3 dicembre 2006): in
e fanghi – campionamento manuale ed anali- quelli per l’ammissione dei rifiuti nelle di- questo caso, però, il suggerimento è quello di
si degli eluati”; scariche per inerti: tale condizione può adeguare anche la comunicazione a suo tem-
– Uni 9903 per il Cdr. comportare smaltimenti occulti, general- po fatta alla Provincia, indicando, ad esempio,
54 Per le determinazioni analitiche, occorre se- mente con ricadute per l’ambiente e la sa- le nuove quantità massime (conformi a quelle
previste dal Dm), così come gli altri elementi piano di monitoraggio e controllo delle matri- entro quale ambito territoriale?) e, non secon-
55
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio
Decreto 2 maggio 2006
(Gazzetta ufficiale 10 maggio 2006 n. 107)
A-2
Allegato B
Frontespizio del registro di carico e scarico intermediari e commercianti non detentori
1. Ditta ........................................................................................................... B) Eventuali classi di pericolosità
Residenza o domicilio ...................................................................................... H1 esplosivo
Comune via n. H2 comburente
Codice fiscale .................................................................................................. H3-A facilmente infiammabili (incluso estremamente infiammabile)
Ubicazione dell’esercizio .................................................................................. H3-B infiammabile
Comune via n. H4 irritante
2. Caratteristiche del rifiuto: H5 nocivo
A) Stato fisico H6 tossico (incluso molto tossico)
1. Solido pulverulento H7 cancerogeno
2. Solido non pulverulento H8 corrosivo
3. Fangoso palabile H9 infetto
4. Liquido H10 teratogeno
H11 mutageno
H12 a contatto con l’acqua libera gas tossico o molto tossico
H13 sorgente di sostanze pericolose
H14 ecotossico
RIFIUTI on line:
il mensile è disponibile
anche nel sito internet
www.reteambiente.it 57
B-2
Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – I modelli di registro di carico e scarico
Allegato C re riportati, sulle corrispondenti voci dallo stabilimento sia gestita tramite nere le seguenti informazioni:
C-1 “stato fisico” e “classi di pericolosità” un intermediario o commerciante) i a) Nella prima sezione devono essere
in sede di annotazione del carico o seguenti dati della società commer- indicati le informazioni relative alla
Descrizione tecnica dello scarico dei rifiuti. ciale o di intermediazione: data dell’operazione ed il numero del
mod. “A” III. I fogli del registro devono contene- – denominazione o ragione sociale formulario con la data di effettuazione
Produttore/recuperatore/ re le seguenti informazioni: della impresa; del trasporto.
smaltitore/trasportatore/ a) Nella prima colonna deve essere – codice fiscale dell’impresa; b) Nella seconda colonna devono es-
intermediari e commercianti contrassegnata l’operazione (carico o – sede dell’impresa; sere riportate le seguenti caratteristi-
detentori scarico) alla quale si riferisce la regi- – numero di iscrizione all’Albo gestio- che del rifiuto:
strazione con l’indicazione del numero ne rifiuti. – il codice Cer del rifiuto;
I. Le imprese che producono o recu- progressivo e della data della regi- e) nella quinta colonna possono es- – la descrizione del rifiuto;
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
perano o smaltiscono o trasportano strazione stessa. In caso di scarico sere riportate eventuali annotazioni. – lo stato fisico del rifiuto: 1. Solido
rifiuti o effettuano attività di interme- devono, inoltre, essere indicati il nu- Nell’ambito di tali annotazioni può es- polverulento; 2. Solido non polveru-
diazione/commercio con detenzione mero del formulario, la data di effet- sere precisato tra l’altro se il rifiuto è lento; 3. Fangoso palabile; 4. Liquido;
di rifiuti devono tenere il registro di tuazione del trasporto e il riferimento soggetto ad un calo naturale di peso o – le classi di pericolo di cui all’Allega-
cui all’Allegato “A”. alla registrazione di carico dei rifiuti se il peso è stimato (peso da verificar- to D al presente decreto individuate
II. Sulla prima pagina del registro di cui il trasporto si riferisce; si a destino). sulla base dell’Allegato I al decreto le-
carico e scarico sono riportati, in cor- b) Nella seconda colonna devono f) Nel caso di peso da verificarsi a de- gislativo 3 aprile 2006, n. 152, pro-
rispondenza delle diverse voci, i se- essere riportate le caratteristiche del stino, la riga relativa al peso verificato prie del rifiuto (solo per i rifiuti perico-
guenti dati: rifiuto: a destino deve essere compilata entro losi);
a) alla voce “ditta”: dati anagrafici re- – il codice Cer del rifiuto; dieci giorni lavorativi dal ricevimento – la destinazione del rifiuto con l’indi-
lativi all’impresa (ditta, residenza, co- – la descrizione del rifiuto: va annota- della quarta copia del formulario. cazione del codice di attività di cui a-
dice fiscale e ubicazione dell’eserci- ta la descrizione del rifiuto come risul- gli Allegati “B” e “C” del decreto legi-
zio); ta dal codice Cer. Per i codici termi- C-2 slativo 3 aprile 2006, n. 152 (se la
b) alla voce “attività svolta”: dati rela- nanti con il numero 99 (rifiuti non registrazione si riferisce allo scarico);
tivi all’attività svolta (produzione, re- specificati altrimenti) va annotata una Descrizione tecnica – la quantità di rifiuti (in kg o in litri).
cupero, smaltimento, trasporto) e il descrizione appropriata, per quanto mod. “B” c) Nella terza colonna devono essere
codice relativo all’attività di recupero possibile, del particolare rifiuto; Intermediari e commercianti indicati la denominazione o ragione
e smaltimento di cui agli Allegati A e – lo stato fisico del rifiuto: 1. Solido non detentori sociale, codice fiscale e indirizzo del
C del decreto legislativo 3 aprile 2006 polverulento; 2. Solido non polveru- produttore o detentore e del traspor-
n. 152; lento; 3. Fangoso palabile; 4. Liquido; I. Le società commerciali o di inter- tatore.
c) alla voce “tipo di attività” (solo per – le classi di pericolo di cui all’Al- mediazione che non – detengono i ri- d) Nella quarta colonna devono essere
le imprese che effettuano operazioni di legato D al presente decreto indivi- fiuti hanno l’obbligo di tenere il regi- indicati la denominazione o ragione
recupero o di smaltimento): la cate- duate sulla base dell’Allegato I al de- stro di cui all’Allegato “B”. sociale, codice fiscale e indirizzo del
goria di attività, così come individuata creto legislativo 3 aprile 2006, n. II. Sulla prima pagina del registro di destinatario, specificando se i rifiuti
negli Allegati “B” e “C” al decreto legi- 152, proprie del rifiuto (solo per i ri- carico e scarico devono essere ripor- sono destinati ad attività di recupero o
slativo 3 aprile 2006, n. 152 e descri- fiuti pericolosi) tati: di smaltimento e il codice di attività ri-
zione generale del tipo di trattamento – la destinazione del rifiuto con l’indi- a) i dati anagrafici relativi all’impresa portato negli Allegati “B” e “C” del de-
effettuato sul rifiuto: separazione, trat- cazione del codice di attività di cui a- (ditta, residenza, codice fiscale e ubi- creto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
tamento chimico-fisico, trattamento gli Allegati “B” e “C” del decreto legi- cazione dell’esercizio);
biologico, inertizzazione, ecc.; slativo 3 aprile 2006, n. 152 (se la b) la elencazione di tutte le possibili
d) alla voce “registrazione”: la data e registrazione si riferisce allo scarico) caratteristiche proprie del rifiuto, con Allegato D
il numero della prima e dell’ultima re- c) Nella terza colonna devono essere riferimento allo stato fisico ed alle Caratteristiche di pericolo
gistrazione. trascritti i dati relativi alla quantità di classi di pericolo. I numeri e le lettere per i rifiuti
e) alla voce “caratteristiche del rifiu- rifiuti prodotti all’interno dell’unità lo- riportati in corrispondenza delle possi-
to”: la elencazione di tutte le possibili cale o presi in carico (in Kg o in litri o bili caratteristiche dei rifiuti devono Vedasi Allegato I alla Parte quarta del
caratteristiche proprie del rifiuto, con in metri cubi); spetta al produttore essere utilizzati in sede di annotazione decreto legislativo 3 aprile 2006 n.
riferimento allo stato fisico ed alle scegliere l’unità di misura, che dovrà di un’operazione di carico o di scarico 152.
classi di pericolo. I numeri e le lettere essere mantenuta dal trasportatore fi- sul registro per individuare le caratte-
riportati in corrispondenza delle possi- no al recuperatore o allo smaltitore ristiche proprie del rifiuto cui l’annota-
bili caratteristiche dei rifiuti devono d) Nella quarta colonna deve essere zione si riferisce. A tali fini i predetti Allegato E
essere utilizzati in sede di annotazione indicato il luogo di produzione e l’atti- numeri e lettere devono essere ripor- Elenco dei rifiuti pericolosi
e di un’operazione di carico o di sca- vità di provenienza dei rifiuti (solo per tati sulle corrispondenti voci “stato fi-
rico sul registro per individuare le ca- i soggetti di cui all’articolo 230 com- sico” e “classi di pericolosità” in sede Tali rifiuti devono essere individuati
ratteristiche proprie del rifiuto cui mi 1 e 4 del decreto legislativo 3 apri- di annotazione del carico o dello sca- nell’ambito dell’elenco dei rifiuti di cui
l’annotazione si riferisce. A tali fini i le 2006, n. 152) nonché (qualora la rico dei rifiuti all’Allegato D alla Parte quarta del de-
58
predetti numeri e lettere devono esse- presa in carico o l’uscita del rifiuto III. I fogli del registro devono conte- creto legislativo 3 aprile 2006 n. 152.
Premessa dente articolo 189, comma 3, Dlgs 152/2006
nomamente o in forma cauzionale; (NdA: direttiva 91/156/Cee) si riferisce non casionale e saltuario.
4) tutti i sistemi consortili (“filiere”) per gli solo a coloro che trasportano, nell’esercizio
imballaggi; della loro attività professionale di trasporta- Le agevolazioni
5) Conai; tori, rifiuti prodotti da terzi, ma anche a co- Il Dm 2 maggio 2006 prevede che i produttori
6) Consorzio per gli pneumatici fuori uso; loro che, pur non esercitando la professione di rifiuti non pericolosi possano sostituire il re-
7) Consorzi oli vegetali; di trasportatori, nondimeno trasportino gistro con le seguenti scritture contabili:
8) Consorzi per il polietilene; nell’ambito della loro attività professionale a) registri Iva di acquisto e vendite;
9) Consorzi per le batterie al piombo; rifiuti da essi stessi prodotti. Inoltre, la locu- b) scritture ausiliarie di magazzino di cui al-
10) Consorzi per l’olio minerale usato; i sog- zione “a titolo professionale”, impiegata in l’articolo 14 del decreto del Presidente della
getti afferenti i sistemi consortili (di cui da 3 a tale articolo, non è sinonimo delle espressio- Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e suc-
10) sono esonerati a condizione che disponga- ni “nell’ambito delle loro attività professio- cessive modificazioni;
no di evidenze documentali o contabili con nali” o “nello svolgimento delle loro attività c) altri registri o documentazione contabile la
funzioni analoghe al registro; professionali”, alle quali probabilmente il cui tenuta sia prevista da disposizioni di legge.
11) soggetti abilitati allo svolgimento delle at- Legislatore comunitario avrebbe fatto ricor- Fermo restando che le annotazioni a tali docu-
tività in forma ambulante di raccolta e tra- so ove avesse inteso riferirsi a tutte le impre- menti contabili devono intervenire nei tempi
sporto, limitatamente ai rifiuti che formano se che, nell’ambito della loro attività profes- previsti dall’articolo 190, comma 1, Dlgs 152/
oggetto del loro commercio. sionale, trasportino i rifiuti da esse prodotti. 2006, le modalità di tenuta integrativa sono
Tale esclusione non è presente nell’articolo 27. Risulta, poi, dal dodicesimo ‘conside- stabilite dall’articolo 1, comma 5, di tale Dm 2
190, comma 1, Dlgs 152/2006 dedicato al regi- rando’ della direttiva 91/156 che i nuovi maggio 2006.
stro, bensì nell’articolo 266, comma 5, dedica- obblighi di autorizzazione e d’iscrizione
to alle disposizioni finali. A mente di tale di- previsti da tale direttiva si applicano alle Al pari di quanto già previsto dal Dlgs 22/1997,
sposizione, tali soggetti sono esclusi, non solo “imprese che si occupano di rifiuti, come gli l’articolo 190, comma 4, Dlgs 152/2006 preve-
dall’obbligo relativo al registro, ma anche da operatori intermedi addetti alla raccolta, al de una importante agevolazione per i piccoli
quelli relativi a Mud, formulario ed iscrizione trasporto e alla mediazione”. L’uso del ver- produttori di rifiuti, ma ne duplica i quantita-
all’Albo gestori. bo “occuparsi” nonché l’elenco indicativo di tivi; infatti, i soggetti la cui produzione annua
professioni specializzate nel settore dei rifiuti di rifiuti non eccede le dieci tonnellate di rifiu-
Il caso dei “piccoli trasportatori” indicano che l’articolo 12 della direttiva si ti non pericolosi e le due tonnellate di rifiuti
Come si è già avuto modo di osservare (1) a applica alle imprese che svolgono a titolo a- pericolosi (rispettivamente, in precedenza, se-
mente dell’articolo 212, comma 8, Dlgs 152/ bituale la raccolta o il trasporto di rifiuti. condo il “Decreto Ronchi”, 5 ed 1 tonnellata),
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
2006: 28. Infine, la previsione che il trasporto sia possono adempiere all’obbligo della tenuta dei
• le imprese che raccolgono e trasportano i effettuato “a titolo professionale” significa registri di carico e scarico dei rifiuti anche tra-
propri rifiuti non pericolosi, come attività “or- che l’attività di trasporto di rifiuti, sebbene mite le organizzazioni di categoria interessate
dinaria e regolare” (a prescindere delle l’articolo 12 non disponga che essa deve co- o loro società di servizi che provvedono ad an-
quantità); stituire l’attività esclusiva, e neppure princi- notare i dati previsti con cadenza mensile,
• le imprese che raccolgono e trasportano i pale, delle imprese di cui trattasi, deve rap- mantenendo presso la sede dell’impresa copia
propri rifiuti pericolosi in quantità inferiori a presentare un’attività ordinaria e regolare dei dati trasmessi.
30 litri/chili al giorno (a prescindere dalle mo- di tali imprese”.
dalità del trasporto) sono obbligate ad iscriver- Ovviamente, tali “società di servizi” sono
si all’Albo gestori usando la procedura agevo- Pertanto, per tali soggetti non esiste alcuna quelle delle oganizzazioni di categoria e
lata prevista nel citato articolo 212, comma 8 e possibilità di esentarsi dai registri di carico e non di singole imprese che creano a loro
nella delibera Albo 26 aprile 2006 (2). scarico (né da quelli di Mud) stante: uso e consumo apposite società di servizi.
– la coincidenza tra la nozione di trasporto a Il che è chiarito dalla circolare 4 agosto
In ordine a tali imprese è necessario ricor- titolo professionale e quella di attività di tra- 1998. Poiché (a parte la duplicazione dei
dare due cose fondamentali: sporto ordinaria e regolare; quantitativi) la disposizione attuale è identi-
a) la loro esenzione rispetto al registro di – la loro non menzione tra i soggetti esclusi ca a quella presente nel “Decreto Ronchi”
carico e scarico e rispetto al Mud non è di- dagli obblighi di registro (e di Mud). sul punto si ritiene opportuno ricordare
sposta in alcuna delle disposizioni conte- quanto fatto proprio dalla cennata circolare.
nute nel Dlgs 152/2006; L’unica esenzione è quella per il formulario
b) l’attività “ordinaria e regolare” di tra- prevista (oltreché per gli ambulanti, come I tempi di annotazione
sporto coincide con l’attività di raccolta e già ricordato dall’articolo 266, comma 5, Le tempistiche per le annotazioni sono previste
trasporto di rifiuti svolta a “titolo profes- Dlgs 152/2006) dall’articolo 193, comma dall’articolo 190, comma 1, Dlgs 152/2006 e
sionale”. 4, Dlgs 152/2006 a favore del trasporto di risultano profondamente ampliate rispetto a
rifiuti non pericolosi effettuato dal produt- quelle previste dal Dlgs 22/1997; esse sono ora
Così, infatti, è stato indicato dalla Corte euro- tore dei rifiuti stessi, “in modo occasiona- stabilite nei seguenti termini:
pea di Giustizia nella sentenza 9 giugno 2005 le e saltuario”, che non eccedano la quan- • produttori: almeno entro 10 giorni lavorati-
(C-270/03), cioè in quella sentenza diretta tità di trenta chilogrammi o di trenta litri vi dalla produzione del rifiuto (carico) e alme-
contro l’Italia (quindi, non emessa a seguito (non è prevista la circostanza “al giorno”). no entro 10 giorni lavorativi dallo scarico del
di una questione pregiudiziale per un singolo rifiuto stesso;
caso) per scorretto recepimento della direttiva Stante la confluenza del concetto di occasiona- • raccoglitori e trasportatori: almeno entro
91/156/Cee, laddove il Dlgs 22/1997 escludeva lità e saltuarietà in quello di “non prevedibi- 10 giorni lavorativi dalla effettuazione del tra-
dall’obbligo di iscrizione all’Albo i trasporti in lità” del trasporto, è evidente che tale occasio- sporto;
parola. In quella sentenza (ribadiamo: diretta nalità e saltuarietà non possono coincidere • commercianti e intermediari e consorzi:
contro l’Italia), la Corte ha stabilito (riconfer- con il concetto di ordinarietà e regolarità del almeno entro 10 giorni lavorativi dalla effet-
mando quanto già fatto proprio con l’ordinan- trasporto medesimo. Cioè non si può ritenere tuazione della relativa transazione;
za 29 maggio 2001, causa C-311/99, Caterino) che operando un trasporto in modo ordinario • recuperatori e smaltitori: entro 2 giorni la-
che: e regolare di 30 kg/30 litri di rifiuti pericolosi vorativi dalla presa in carico dei rifiuti.
60 “23. la nozione di trasporto di rifiuti a tito- da se stessi prodotti, si sia esenti dal formulario Gli articoli 208, comma 17, e 210, comma 5,
Dlgs 152/2006 stabiliscono che in caso di con- “l’annotazione sul registro delle operazioni te dalla normativa sui registri Iva. Gli ob-
due affermazioni contenute nell’allegato C al conto del fatto che il Dlgs 152/2006, Parte IV, compilazione del Mud, poiché i rifiuti in tale
Dm 2 maggio 2006, dove nella sezione C-1 si ha come finalità l’efficacia del controllo (arti- modello non sono mai censiti in metri cubi.
legge: colo 178, comma 2); Questa situazione esporrà inevitabilmente gli
• “descrizione del rifiuto: va annotata la • nel modello A, i rifiuti possono essere indica- operatori a numerose difficoltà, a meno che
descrizione del rifiuto come risulta dal codi- ti in kg o in litri o in metri cubi. Quindi, oggi, per la prossima dichiarazione Mud non si pro-
ce Cer. Per i codici terminanti con il nume- tra le diverse unità di misura esiste una totale ceda a modificare il relativo modello.
ro 99 (rifiuti non specificati altrimenti) va alternatività. In precedenza, come noto, l’indi-
annotata una descrizione appropriata, per cazione dei metri cubi era sempre obbligatoria (1) P. Ficco “Formulari e registri di carco e scari-
quanto possibile, del particolare rifiuto”. sia che si adoperassero kg o i litri. Quello che co: cosa cambia per le imprese dal 29 aprile 2006”
Al riguardo si osserva che, a parte il terminale però lascia perplessi è dato dal fatto che nel- in questa Rivista, n. 129-130 (5-6/06) pag. 33 e
“99”, la descrizione del rifiuto non deve essere l’Allegato C, sezione C-1, Dm 2 maggio 2006, segg.
più apposta con la maggiore accuratezza pos- punto c), si legge che “spetta al produttore (2) In www.reteambiente.it, Sezione “Rifiuti”,
Spazio “Documentazione complementare”.
sibile (come era nel sistema precedente) quin- scegliere l’unità di misura, che dovrà essere
(3) Cfr. S. Pallotta “Registri di carico e scarico dei
di, basterà apporre la descrizione presente ac- mantenuta dal trasportatore fino al recupe- rifiuti e compilazione da parte dei trasportatori: il
canto al Cer e contenuta nell’Elenco europeo ratore o allo smaltitore”. termine settimanale per eseguire le annotazioni in
dei rifiuti. Tale descrizione, come noto, è sem- Quindi, si potrebbe parlare di un “congela- “carico” decorre dall’inizio del trasporto”, in que-
pre abbastanza generica. Tale affermazione è mento delle quantità” che, in caso di loro indi- sta Rivista, 12/05, Rubrica “Quesiti”.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
State of the
World 2006
rapporto sullo stato del pianeta
focus Cina e India
La presa di coscienza che la inevitabilmente una quota richiesta supererebbe da
Cina, assieme all’India, sta delle risorse globali sempre sola l’attuale domanda
rapidamente diventando una più equa, arrivando a un globale.
potenza planetaria, ha volume di consumi mai E se la loro domanda pro
portato quest’anno i verificatosi prima a livello capite di biosfera dovesse
ricercatori del Worldwatch mondiale. eguagliare quella
Institute a centrare lo State Secondo l‘analisi del dell’Europa di oggi, ci
of the World su alcuni paesi Worldwatch, se i due vorrebbe un intero pianeta
anziché su questioni paesi dovessero utilizzare Terra solo per sostenere
specifiche. tanto petrolio pro capite questi due paesi.
Mano a mano, Cina e India quanto ne utilizza il
rivendicheranno Giappone oggi, la loro
362 pagine 19,00 e
R
tagliando d’ordine da inviare a Edizioni Ambiente fax 02/45487333 www.edizioniambiente.it e-mail mario.pasquali@reteambiente.it
■ Sì, desidero acquistare contrassegno il volume Il cliente ha il diritto di recedere
dal contratto in oggetto secondo le modalità
1) Informativa ex Dlgs 196/2003. La compilazione del presente coupon è facolta-
tiva, ma è necessaria per fornire il servizio da Lei richiesto e, dietro suo consenso,
State of the World a 19,00 e stabilite dal Dlgs 185/1999.
per inviarLe inoltre informazioni su iniziative commerciali e non della Casa Editrice.
Responsabile del trattamento dei suoi dati è Edizioni Ambiente Srl, via N. Battaglia
nome e cognome 10, 20127, Milano. Nel rispetto del Dlgs 196/2003, i dati da Lei rilasciati saranno
trattati, anche con l’ausilio di mezzi automatizzati, dagli incaricati della gestione dei
ragione sociale servizi in oggetto, del marketing, dell’amministrazione e della gestione clienti. Non
saranno comunicati a terzi se non per adempiere ad obblighi di legge, per ordini di
pubbliche autorità o per esercitare un diritto in sede giudiziaria. È Suo diritto otte-
via n. nerne gratuitamente il controllo, l’aggiornamento, la modifica o la cancellazione e
opporsi al loro trattamento ai sensi dell’articolo 7 del citato Dlgs 196/2003.
città prov. cap 2) Consenso al trattamento dei dati.
Letta l’informativa di cui sopra:
tel. fax [ ] autorizzo
[ ] non autorizzo
sito internet e-mail l’utilizzo dei miei dati per l’invio di informazioni commerciali ed iniziative della Casa
Editrice.
data firma Firma ............................................................................
62
Ministero delle attività produttive
Decreto 2 maggio 2006 (*)
(Gazzetta ufficiale 9 maggio 2006 n. 106)
dell’articolo 229, comma 6, del decreto legislati- Il presente decreto entra in vigore dalla data di
vo 3 aprile 2006, n. 152, e dell’articolo 17, com- Articolo 2 pubblicazione nella Gazzetta ufficiale o dalla da-
ma 1, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. Le modalità di utilizzo del Cdr-Q di cui agli arti- ta di pubblicazione sul sito del Ministero delle at-
387, ha diritto ai certificati verdi la produzione di coli 183, comma 1, lettera s), e 229 del decreto tività produttive all’indirizzo: www.attivitapro-
energia elettrica degli impianti che utilizzano legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sono quelle con- duttive.gov.it
combustibile da rifiuti di qualità elevata (Cdr-Q) tenute nell’Allegato 1 al presente decreto che è da
come descritto dalle norme tecniche Uni 9903-1 considerarsi parte integrante del medesimo. Roma, 2 maggio 2006
Allegato 1 particolare l’inquinamento dell’aria, Tabella 2 – Valori limite di emissione per co-combustione del Cdr-Q
del suolo, delle acque superficiali e in cementifici (misurazione periodica)
Sezione 1 sotterranee, nonché odori e rumore e i Inquinanti Unità di misura Valori limite di emissione
1. Negli impianti di produzione di e- rischi diretti per la salute umana. [1]
nergia con potenza termica nominale 1.3 Prima della accettazione del Cdr-
Q nell’impianto di combustione, il ge- Sommatoria metalli pesanti (mg/Nm3) 0,5
maggiore o uguale a 50 MW e nei (As – Pb – Co – Cr – Cu –
forni da cemento aventi capacità di store deve determinare la massa dello
produzione di clinker superiore a 500 stesso e deve acquisire dal rivenditore Mn – Ni – Sb – V) [1]
ton/g, è consentito l’utilizzo del Com- informazioni che attestino che esso Mercurio e i suoi componenti (mg/Nm3) 0,05
bustibile da Rifiuti di Qualità Elevata sia in possesso di caratteristiche con- espressi come mercurio (Hg)
(Cdr-Q), ai sensi dell’articolo 229 formi ai requisiti previsti dalle norme [1]
comma 2 del decreto legislativo 152/ tecniche Uni 9903-1 e che tali carat- Cadmio + Tallio ed i loro (mg/Nm3) 0,05
2006, con le modalità descritte nella teristiche siano state misurate in con- composti [1]
Parte II, sezione 7 del decreto legisla- formità a quanto previsto dalle perti-
Diossine e Furani (ng/Nm3) 0,1
tivo 152/ 2006, ove lo stesso sia de- nenti parti delle norme Uni 9903.
PCDD/PCDF [2]
stinato alla combustione contempora-
nea con combustibili consentiti dalla 2. Condizioni di utilizzo nei ce-
mentifici [1] Valori limite di emissione medi ottenuti con periodo di campionamento di 1 h
normativa vigente, ivi comprese le per i metalli.
biomasse. La conversione energetica del Cdr-Q
può essere effettuata attraverso la [2] I valori limiti di emissione, ottenuti con un periodo di campionamento di 8 h,
Le modalità per l’utilizzo del combu- si riferiscono alla concentrazione di PCDD e PCDF calcolata come concentrazione
stibile ottenuto dai rifiuti urbani e spe- combustione diretta, ovvero previa pi-
rolisi o gassificazione. “tossica equivalente” attraverso i fattori di equivalenza (FTE) riportati in tab. 8.
ciali non pericolosi devono essere
contenute nella autorizzazione inte- 2.1 Valori limite di emissione per co-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
grata ambientale.” combustione del Cdr-Q in cementifici 2.2 Cadenza rilevamento inquinanti in l’effettuazione di misurazioni periodi-
Salvo diverse prescrizioni dell’autorità cementifici che di HCl, HF ed SO2, in sostituzione
competente ai sensi del decreto legi- Il rilevamento degli inquinanti di cui in delle pertinenti misurazioni in conti-
Sezione 2 slativo 18 febbraio 2005, n. 59, i for-
Caratteristiche del Cdr-Q e Tabella 1 dovrà essere effettuato at- nuo, se il gestore dimostra che le e-
ni da cemento in cui viene utilizzato il traverso misurazione e registrazioni in missioni di tali inquinanti non possono
sue condizioni di utilizzo Cdr-Q in co-combustione, esclusi i continuo fatte salve le eccezioni di cui in nessun caso essere superiori ai va-
1. Tipologia e provenienza periodi di avviamento ed arresto ed e- al punto 2.3. lori limite di emissione stabiliti. La mi-
1.1 Combustibile derivato da rifiuti di sclusi i guasti dei sistemi di depura- Il rilevamento degli inquinanti di cui in surazione in continuo dell’acido fluori-
qualità elevata (Cdr-Q) ottenuto dai ri- zione, devono rispettare i valori limite Tabella 2 dovrà essere effettuato con drico può essere sostituita da misura-
fiuti urbani e speciali non pericolosi di emissione giornalieri indicati in Ta- cadenza annuale; per i primi dodici zioni periodiche se l’impianto adotta
come descritto dalla norma Uni 9903- bella 1 e Tabella 2. mesi di esercizio in co-combustione sistemi di trattamento dell’acido clori-
1 (edizione 2004). Il tenore di ossigeno di riferimento per con Cdr-Q il rilevamento dovrà avere drico nell’effluente gassoso che ga-
1.2 Il gestore dell’impianto di combu- gli inquinanti della tabella 1 è quello cadenza quadrimestrale. rantiscono il rispetto del valore limite
stione deve adottare tutte le precau- di processo nell’effluente gassoso a- 2.3 Condizioni operative per cementifici di emissione relativo a tale sostanza.
zioni necessarie riguardo alla conse- nidro. Nelle fasi di avviamento e arresto ed
gna e alla ricezione del Cdr-Q per evi- Il tenore di ossigeno di riferimento per in caso di guasti dei dispositivi di de- 3. Condizioni di utilizzo negli
tare o limitare, per quanto praticabile, gli inquinanti della tabella 2 è pari al purazione e misurazione non è con- impianti di produzione di ener-
gli effetti negativi sull’ambiente, in 10% nell’effluente gassoso anidro. sentito l’utilizzo di Cdr-Q. gia
Le condizioni operative al fine del ri- La conversione energetica del Cdr-Q
Tabella 1 – Valori limite di emissione (media giornaliera) spetto delle emissioni di cui ai punti può essere effettuata attraverso la
per co-combustione del Cdr-Q in cementifici (misurazione in continuo) precedenti devono essere assicurate, combustione diretta, ovvero previa pi-
alle normali condizioni di esercizio, rolisi o gassificazione.
Inquinanti Unità di misura Valori limite di emissioni anche attraverso: 3.1 Limiti di emissione per co-combu-
(medie giornaliere)
a) l’alimentazione automatica del stione del Cdr-Q in impianti di produ-
Polveri totali (mg/Nm3) 30 combustibile; zione di energia
Carbonio organico totale (mg/Nm3) [1] b) il controllo della combustione, an- Salvo diverse prescrizioni dell’autorità
Monossido di carbonio (mg/Nm3) [1] che in fase di avviamento, tramite la competente ai sensi del decreto legi-
Ossidi di azoto (espressi (mg/Nm3) [1] misura e registrazione in continuo slativo 18 febbraio 2005 n. 59, gli im-
come NO2) nella camera di combustione della pianti di energia elettrica in cui viene
Ossidi di zolfo (espressi (mg/Nm3) [1] temperatura; utilizzato il Cdr-Q in co-combustione,
come SO2) c) le misurazione e registrazioni in esclusi i periodi di avviamento, arresto
Acido cloridrico (HCl) (mg/Nm3) 15 continuo nell’effluente gassoso della e guasti, devono rispettare:
Acido fluoridrico (HF) (mg/Nm3) [1] temperatura e delle concentrazioni di a) per gli inquinanti indicati in Tabella
polveri totali, carbonio organico totale, 3 i valori limite di emissione specifica-
[1] Il limite di emissione è quello fissato dall’autorizzazione integrata ambientale monossido di carbonio, ossidi di azo- ti nella medesima tabella consideran-
ai sensi del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59. to, ossidi di zolfo, acido cloridrico, a- do un tenore di ossigeno di riferimen-
cido fluoridrico e tenore di ossigeno. to in volume nell’effluente gassoso a-
L’autorità competente può autorizzare nidro pari al 6%;
RIFIUTI on line:
il mensile è disponibile
anche nel sito internet
64 www.reteambiente.it
Tabella 3 – Valori limite di emissione per co-combustione del Cdr-Q Tabella 5 – Valori di Cprocesso (O2 @ 6%) per combustibili solidi da
Inquinanti Unità di misura Valori limite di emissione Inquinanti Unità Valori limite di emissione (medie giornaliere)
(O2@6% fumi anidri) [1] di misura (O2 @ 6% fumi anidri)
Sommatoria metalli pesanti (mg/Nm3) 0,5 > 50 ≤ 100 > 100 - 300 > 300 - 500 >500
(As – Pb – Co – Cr – Cu – MWt MWt MWt MWt
Mn – Ni – Sb – V) [1] Polveri (mg/Nm3) 50 30 30 30
Mercurio e i suoi composti (mg/Nm3) 0,05 totali
espressi come mercurio Carbonio (mg/Nm3) [1] [1] [1] [1]
(Hg) [1] organico
Cadmio + Tallio e i loro (mg/Nm3) 0,05 totale
composti [1] Monossido (mg/Nm3) [1] [1] [1] [1]
Diossine e Furani (ng/Nm3) 0,1 di carbonio
PCDD/PCDF [2] Ossidi di (mg/Nm3) 400 300 200 200
[1] Valori limite di emissione medi ottenuti con periodo di campionamento di 1 h azoto
per i metalli. (espressi
[2] I valori limiti di emissione, ottenuti con un periodo di campionamento di 8 h, come NO2)
si riferiscono alla concentrazione di PCDD e PCDF calcolata come concentrazio- Ossidi di (mg/Nm3) 850 850÷200 200 200
ne “tossica equivalente” attraverso i fattori di equivalenza (FTE) riportati in tab. 8. zolfo con
espressi decremento
come SO2) lineare da
b) per i seguenti inquinanti: polveri to- tare i valori limiti di emissione (C, me-
tali, COT, CO, ossidi di azoto, ossidi di dia giornaliera), calcolati secondo la (impianti 100 a
zolfo, HCl, gli impianti devono rispet- seguente relazione: nuovi) 300 MWt
Ossidi di (mg/Nm3) 2000 2000÷1200 1200÷400 400
MWtCdr-Q x CCdr-Q + MWtprocesso x Cprocesso zolfo con con
—————————————————————————— = C espressi decremento decremento
MWtCdr-Q + MWtprocesso come SO2) lineare da lineare da
(impianti 100 a 300 a
C: valori limite totali di emissione da Cprocesso: valori limite di emissione esistenti) 300 MWt 500 MWt
rispettare per gli inquinanti soggetti a riportati in Tabella 5, Tabella 6, Ta- Acido (mg/Nm3) 15 15 15 15
formula di miscelazione riferiti al te- bella 7. In mancanza di tali valori si
con Cdr-Q il rilevamento di tali inqui- 271, comma 17, del decreto legislati- denti, le concentrazioni misurate de- o trasporto di altro materiale.
nanti dovrà avere cadenza quadrime- vo 3 aprile 2006, n. 152. vono essere corrette utilizzando la se-
strale. Per le misurazioni in continuo, fermo guente formula: 8. Stoccaggio e movimentazio-
Il rilevamento degli altri inquinanti restando quanto previsto dall’articolo ne del Cdr-Q all’interno dell’im-
(polveri totali, COT, CO, ossidi di azo- 271, comma 17, del decreto legislati- 21 – Os pianto di utilizzo
to, ossidi di zolfo, HCl) dovrà essere vo 3 aprile 2006, n. 152, i valori limite Es = ————————— *Em 8.1 Lo stoccaggio e la movimentazio-
effettuato attraverso misurazioni e re- di emissione di intendono rispettati se: 21 – Om ne del Cdr-Q devono avvenire in mo-
gistrazioni in continuo. a) nessuno dei valori medi rilevati per do tale da evitare spandimenti acci-
3.3 Condizioni operative in impianti di i metalli, per le diossine/furani supera nella quale: dentali e contaminazione di aria, ac-
produzione di energia i pertinenti valori limite di emissione Es = concentrazione calcolata al te- qua, suolo.
Nelle fasi di avviamento e arresto ed stabiliti nel presente Allegato. nore di ossigeno di riferimento; 8.2 Devono essere previste adeguate
in caso di guasti dei dispositivi di de- c) nessuno dei valori medi rilevati per Em = concentrazione misurata; misure e/o impianti per evitare feno-
purazione e misurazione non è con- i metalli, per le diossine/furani supera Os = tenore di ossigeno di riferimento; meni di autocombustione o di forma-
sentito l’utilizzo del Cdr-Q. i pertinenti valori limite di emissione Om = tenore di ossigeno misurato. zione di miscele esplosive.
Le condizioni operative al fine del ri- stabiliti nel presente Allegato. 8.3 Devono essere previste adeguate
spetto delle emissioni di cui ai punti 4.2 Determinazione delle emissioni Nel caso di co-combustione in im- misure e/o sistemi per prevenire e
precedenti devono essere assicurate, per diossine e furani pianti di produzione di energia che u- minimizzare la formazione di emissio-
alle normali condizioni di esercizio, I valori limite di emissione si riferisco- tilizzano contemporaneamente più ni diffuse e la diffusione di odori.
anche attraverso: no alla concentrazione totale di dios- combustibili, il tenore di ossigeno di 8.4 Sono fatte salve tutte le disposi-
d) l’alimentazione automatica del sine e furani, calcolata come concen- riferimento è quello del combustibile zioni vigenti in materia di sicurezza e
combustibile trazione “tossica equivalente”. Per la che fornisce la maggiore quantità di prevenzione.
e) il controllo della combustione, an- determinazione della concentrazione energia durante la combustione (com-
che in fase di avviamento, tramite la “tossica equivalente”, le concentra- bustibile determinante). 9. Metodiche di campionamento
misura e registrazione in continuo zioni di massa delle seguenti policlo- e metodiche analitiche per il
nella camera di combustione della ro-dibenso-p-diossine e policloro-di- 6. Norme per l’identificazione Cdr-Q
temperatura e del tenore di ossigeno benzofurani misurate nell’effluente del Cdr-Q 9.1 La caratterizzazione del lotto di
e la regolazione automatica del rap- gassoso devono essere moltiplicate 6.1 La denominazione Cdr-Q, la deno- produzione viene effettuata secondo
porto aria/combustibile per i fattori di equivalenza tossica minazione e l’ubicazione dell’impianto le metodiche di campionamento defi-
f) l’installazione del bruciatore ausilia- (FTE) di seguito riportati, prima di e- di produzione, l’identificazione del lotto nite dalla Uni 9903-3 e le metodiche
rio a combustibile gassoso o liquido seguire la somma. di produzione, la relativa data di pro- analitiche riportate nelle pertinenti
g) le misurazioni e registrazioni in duzione, la quantità di Cdr-Q, gli e- parti della Uni 9903 o equivalenti.
continuo nell’effluente gassoso della stremi dell’autorizzazione del produtto- 9.2 Per la definizione del lotto vale
temperatura e delle concentrazioni di re, l’impianto di destinazione nonché quanto stabilito dalla norma Uni
polveri totali, carbonio organico totale, la dichiarazione di rispondenza alla 9903-2.”
monossido di carbonio, ossidi di azo- norma Uni 9903-1 devono figurare nei
to, acido cloridrico e tenore di ossige- documenti di accompagnamento.
no. L’autorità competente può auto- 6.2 Le informazioni devono essere re-
rizzare l’effettuazione di misurazioni datte almeno in lingua italiana, inde-
periodiche di HCl ed SO2, in sostitu- lebili e chiaramente leggibili e devono
zione delle pertinenti misurazioni in essere nettamente separate da altre
continuo se il gestore dimostra che le eventuali informazioni concernenti il
emissioni di tali inquinanti non posso- prodotto.
no in nessun caso essere superiori ai
valori limite di emissione stabiliti. 7. Trasporto del Cdr-Q all’im-
pianto di utilizzo
66
7.1 Il Cdr-Q deve essere trasportato
Premessa sosi, ottenuti da fonti rinnovabili” in cemen-
Tabella 2 – Criteri utilizzati per la fissazione dei valori limite di emissione (VLE)
Parametro Cementifici Produzione di energia
Macroinquinanti • Misurazione in continuo • Misurazione in continuo
(Polveri, COT, CO, NOx, SO2, HCl, HF) • Valore di riferimento: medie giornaliere • Valore di riferimento: medie giornaliere
• O2 di riferimento: valore di processo, • O2 di riferimento: 6% vol. per comb. solidi e
fumi anidri biomasse, 3% vol. per liquidi
• Formula di miscelazione: NO • Formula di miscelazione: SI
• Cprocesso: n.a. • Cprocesso: ex Dir. 2001/80/Ce ad eccezione
di CO, COT e HCl (1)
• CCdr-Q: n.a. • CCdr-Q: ex Dlgs 133/2005 (2)
• VLE: fissi e invariabili, ex Aia pro-tempore • VLE di riferimento: calcolati con formula di
vigente, ad eccezione di polveri e HCl miscelazione
Microinquinanti • Misurazione periodica • Misurazione periodica
(Metalli pesanti, Hg, Cd, PCDD/PCDF) • Frequenza: annuale (ogni 4 mesi per i primi • Frequenza: annuale (ogni 4 mesi per i primi
12 mesi) 12 mesi)
• O2 di riferimento: 10% vol. • O2 di riferimento: 6% vol.
• Formula di miscelazione: NO • Formula di miscelazione: NO
• Cprocesso: n.a. • Cprocesso: n.a.
Come già ricordato, nello stabilire i limiti alle – sempre per i cementifici vengono previste vengono previsti limiti specifici per gli Ipa.
emissioni, sono stati ripresi i criteri generali di due diverse concentrazioni di O2 di riferimento
cui al Dlgs 133/2005, relativo all’incenerimen- (O2 di processo per i macroinquinanti e 10% – Valori limite di emissione
to dei rifiuti. vol. per i microinquinanti); per i microinquinanti
Tuttavia, dall’analisi delle prescrizioni previste – per gli impianti di produzione di energia Per i microinquinanti sono stati fissati dei li-
si può evidenziare quanto segue: vengono fissati dei valori di Cprocesso che nella miti fissi, coincidenti con quelli del Dlgs 133/
– per i cementifici, fatta eccezione per le polve- pratica, fatta eccezione per l’HCl (fissato a 15 2005, che prescindono dalla tipologia dell’im-
ri e per l’HCl per i quali vengono fissati limiti mg/Nm 3), COT (8) e CO, coincidono con pianto utilizzatore e non sono soggetti all’ap-
specifici rispettivamente pari a 30 mg/Nm3 e quelli previsti dalla direttiva 2001/80/Ce (9). plicazione della “formula di miscelazione”.
15 mg/Nm3, i limiti sono quelli riportati nel- Tali limiti vengono inoltre stabiliti solo per i In pratica per qualsiasi impianto che impieghi
l’Aia pro-tempore vigente per la combustione combustibili solidi e liquidi, mentre per i com- il Cdr-Q in co-combustione, esclusi i periodi di
di combustibili tradizionali, riferiti oltretutto bustibili gassosi il riferimento è l’autorizzazio- avviamento, arresto e guasti, devono essere ri-
al valore dell’ossigeno di processo, in condizio- ne pro-tempore vigente; spettati i valori limite di emissione riportati in
ne di fumi anidri; – per entrambe le tipologie di impianto non tabella 3.
Tabella 3 – Valori limite di emissione per i microinquinanti – Valori limite di emissione per i
macroinquinanti
Inquinante Unità di Valori limite di emissione
Nel caso di impiego di Cdr-Q in cementifici so-
misura (1) (2)
no stati prescritti per i macroinquinanti (polve-
Metalli pesanti (As, Pb Co,Cr Cu Mn Ni Sb V) (mg/Nm3 ) 0,5 ri totali, HCl, HF, NOx SO2, COT) dei limiti fissi,
Mercurio e composti espressi come mercurio (Hg) (mg/Nm3 ) 0,05 riferiti valori medi giornalieri, non soggetti a
Cadmio + Tallio ed i loro composti (mg/Nm3 ) 0,05 formula di miscelazione, riferiti alle condizioni
PCDD/PCDF (I-TEQ) (3) (ng/Nm3) 0,1 normali e ad un tenore di O2 di riferimento pa-
ri a quello di processo (fumi anidri). Tali limiti
(1) Valori medi di concentrazione. Il periodo di campionamento è di 1 h per i metalli e di 8 h per sono stati individuati in quelli previsti dall’au-
PCDD/PCDF. torizzazione integrata ambientale (Aia), ad ec-
(2) O2 di riferimento: cementifici 10% vol., centrali termoelettriche 6% vol. cezione di quelli relativi alle polveri (30 mg/
(3) I valori limite di emissione si riferiscono alla concentrazione totale “tossica equivalente” di diossine Nm3) ed all’ HCl (15 mg/Nm3).
e furani, calcolata secondo quanto riportato all’Allegato 1, paragrafo A, punto 4 del Dlgs 133/2005. Per quanto riguarda invece gli impianti di pro- 69
duzione di energia elettrica in cui viene utiliz- valori limite di emissione C (medie giornaliere) I metodi di campionamento, analisi
Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – Cdr-Q
zato Cdr-Q devono rispettare per i macroinqui- calcolati secondo la seguente relazione (“for- e valutazione delle emissioni
nanti (polveri totali, HCl, NOx SO2, COT, CO) i mula di miscelazione semplificata”) (10): Per i metodi di campionamento, analisi e valu-
tazione delle emissioni si applica quanto previ-
MWtCdr-Q x CCdr-Q + MWtprocesso x Cprocesso sto nell’articolo 271, comma 17, del Dlgs 152/
_____________________________________________________ = C [1] 2006 e i valori limiti di emissione si intendono
MWtCdr-Q + MWtprocesso rispettati se:
– nessuno dei valori medi giornalieri supera
C Valori limite totali di emissione da rispettare per gli inquinanti soggetti a formula di mi- uno qualsiasi dei pertinenti valori limite di e-
scelazione riferiti al tenore di ossigeno di riferimento corrispondente al combustibile de- missione per i macroinquinanti stabiliti come
terminante normalmente utilizzato nell’impianto; precedentemente discusso;
MWt Cdr-Q Carico termico derivante dalla combustione del solo Cdr-Q, determinato come prodotto – nessuno dei valori medi rilevati periodica-
tra la portata oraria ed il potere calorifico del Cdr-Q; mente per i microinquinanti supera uno qual-
CCdr-Q Valori limite di emissione per la co-combustione del CCdr-Q, riportati in tabella 4; siasi dei pertinenti valori limite di emissione
MWtprocesso Carico termico derivante dalla combustione dei combustibili autorizzati normalmente uti- stabiliti come precedentemente discusso.
lizzati nell’impianto (escluso il Cdr-Q);
Cprocesso Valori limite di emissione individuati con i criteri esposti e riportati nelle tabelle 5, 6 e 7 Le prescrizioni per l’utilizzo e le condi-
dell’allegato al Dm 2 maggio 2006. In mancanza di tali valori si applicano i valori limite di zioni operative
emissione che figurano nell’autorizzazione. Se in questa non sono menzionati tali valori si Nelle fasi di avviamento e arresto ed in caso di
ricorre alle concentrazioni reali in massa. Per i combustibili gassosi si applicano i valori guasti dei dispositivi di depurazione e misura-
riportati nell’autorizzazione ai sensi dell’articolo 269 del Dlgs 152/2006 o nell’Aia ai sen- zione non è consentito l’utilizzo di Cdr-Q.
si del Dlgs 59/2005. Le condizioni operative al fine del rispetto dei
O2 riferimento Determinato in base a quello applicabile al combustibile di norma impiegato nell’impianto valori limite di emissione di cui al punto 2.2
(6% per combustibili solidi, 3% per combustibili liquidi e gassosi). devono essere assicurate, alle normali condi-
zioni di esercizio, anche attraverso:
La determinazione dei valori C dovrebbe essere store dichiara di volere alimentare. Tali valori – alimentazione automatica del combustibile;
effettuata in sede di rilascio dell’autorizzazio- individuano il valore di MWt Cdr-Q da riportare – controllo della combustione, anche in fase di
ne, sulla base dei quantitativi massimi e del nella relazione 1. avviamento, tramite la misura e registrazione
potere calorifico inferiore del Cdr-Q che il ge- in continuo nella camera di combustione della
temperatura e la regolazione automatica del
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
Tabella 4 – Valori di CCdr-Q da utilizzare per il calcolo dei VLE secondo rapporto aria/combustibile (quest’ultima non
la relazione [1] (1) richiesta per i cementifici);
– installazione del bruciatore ausiliario a com-
Inquinante Unità di misura CCdr-Q bustibile gassoso o liquido (non richiesto per i
Polveri totali (mg/Nm3 ) 15 cementifici);
Carbonio organico totale (COT) (mg/Nm3 ) 15 – misurazioni e registrazioni in continuo nel-
Monossido di carbonio (mg/Nm3 ) 75 l’effluente gassoso della temperatura e delle
Ossidi di azoto (espressi come NO2) (mg/Nm3 ) 300 concentrazioni di polveri totali, carbonio orga-
Ossidi di zolfo (espressi come SO2) (mg/Nm3 ) 75 nico totale, monossido di carbonio, ossidi di a-
Composti inorganici del cloro espressi come HCl (mg/Nm3 ) 15 zoto, ossidi di zolfo, acido cloridrico acido fluo-
ridrico (solo per i cementifici) e tenore di ossi-
(1) O2 di riferimento: 6% vol. nel caso di combustione simultanea con combustibili solidi, 3% vol. nel geno. L’autorità competente può autorizzare
caso di combustione simultanea con combustibili liquidi e/o gassosi. l’effettuazione di misurazioni periodiche di
HCl HF (per i cementifici) e SO2, in sostituzio-
Nel caso di combustione di Cdr-Q in impianti portati nell’Allegato III al Dpcm 8 marzo 2002, ne delle pertinenti misurazioni in continuo, se
di produzione di energia alimentati a biomas- relativo all’impiego di biomasse come combu- il gestore dimostra che le emissioni di tali in-
se i valori di Cprocesso da impiegare per il calco- stibile, eccezion fatta per il parametro SO2 per quinanti non possono in nessun caso essere su-
lo di C tramite la relazione [1] sono quelli ri- il quale è riportato il limite di cui al Dlgs 133/ periori ai valori limite di emissione stabiliti
portati in tabella 5, coincidenti con quelli ri- 2005 (più restrittivo). (12).
71
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio
Decreto 2 maggio 2006
(Gazzetta ufficiale 11 maggio 2006 n. 108)
1. Il presente decreto disciplina le modalità ed i sensi del decreto legislativo 23 luglio 1991, n. 240.
termini secondo i quali le Autorità di ambito (nel 2. Non possono partecipare alla medesima gara
seguito Aato) di cui all’articolo 201, comma 1, concorrenti che si trovino fra di loro in una delle
del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (nel situazioni di controllo di cui all’articolo 2359 del
seguito decreto legislativo n. 152/2006) aggiudi- Codice civile. Le Aato escludono altresì dalla gara
cano, a norma dell’articolo 113, comma 5, lettera i concorrenti per i quali accertano che le relative
a), del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 offerte sono imputabili ad un unico centro deci-
(nel seguito decreto legislativo n. 267/2000), il sionale, sulla base di univoci elementi.
servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani di 3. L’ammissione dei concorrenti alla gara è su-
cui all’articolo 201, comma 4, del decreto legisla- bordinata alla verifica del possesso dei seguenti
tivo n. 152/2006, nel territorio ricompreso nel- requisiti:
l’ambito territoriale ottimale (nel seguito Ato) di a) aver gestito servizi di gestione dei rifiuti urbani
cui all’articolo 200 del decreto legislativo n. 152/ con una popolazione servita pari almeno a quella
2006, nel rispetto del piano d’ambito e del princi- risultante dal calcolo indicato in Allegato A, pun-
pio di unicità della gestione per ciascun Ato. to 1, considerando, in caso di gestione di più seg-
2. La gestione del servizio di cui al precedente menti, la popolazione di quello con il maggior
comma 1 è aggiudicata mediante gara ad eviden- numero di abitanti serviti;
za pubblica disciplinata dai principi e dalle dispo- b) avere realizzato un fatturato medio annuo,
sizioni comunitarie, in conformità ai criteri di cui nell’ultimo biennio, non inferiore a quello previ-
all’articolo 113, comma 7, del decreto legislativo sto risultante dal calcolo indicato in Allegato A,
n. 267/2000 e secondo modalità e termini disci- punto 2, come verrà specificato nel bando di gara;
plinati dal presente decreto. c) possedere specifiche capacità tecnico-organiz-
zative attestate in conformità a quanto indicato
Articolo 2 all’Allegato C al presente decreto;
Procedura di affidamento con gara della d) essere iscritto all’Albo nazionale gestori am-
gestione del servizio bientali di cui all’articolo 212, comma 1, del de-
1. Le Aato sono soggetti aggiudicatori e procedo- creto legislativo n. 152/2006.
no all’affidamento della gestione del servizio me- 4. Le Aato possono introdurre ulteriori requisiti,
diante gara pubblica, da espletarsi con il sistema qualora ritenuti indispensabili in relazione alla ti-
della procedura aperta, adottando per l’aggiudi- pologia dei servizi da gestire, al migliore svolgi-
cazione il sistema dell’offerta economicamente mento degli stessi ed al sistema tariffario più eco-
più vantaggiosa individuata secondo le modalità nomico per gli utenti, con particolare riferimento
di cui al presente decreto. alle capacità economico-patrimoniali e di accesso
2. Qualora l’affidamento della gestione del servi- al credito e a condizione che ciò non comporti ec-
zio abbia ad oggetto anche attività di costruzione cessive restrizioni alla partecipazione alla gara del
di nuovi impianti si applicano le disposizioni di maggiore numero possibile di soggetti interessati.
cui all’articolo 202, comma 5, del decreto legisla- 5. Per le imprese associate o consorziate o che
72
tivo n. 152/2006. abbiano stipulato il contratto di gruppo europeo
di interesse economico (Geie), i requisiti di cui al zo 1990, n. 55; non esiste siffatta dichiarazione, una dichiarazio-
di valutazione tengono conto del valore previsto giudicazione da parte dei partecipanti classificati-
Articolo 7 di tali interventi, anche considerando le tecnolo- si utilmente, la cauzione di cui al precedente arti-
Disciplina dell’offerta gie proposte e le relative misure di salvaguardia e colo 5, comma 1, lettera e), sarà incamerata
1. L’offerta si basa sulla documentazione di cui di certificazione ambientale. dall’Aato.
al precedente articolo 6 nonché sulle integrazioni,
modificazioni e rettifiche che i concorrenti posso- Articolo 9 Articolo 11
no presentare nella proposta-offerta e che, a se- Valutazione delle offerte Comunicazioni
guito dell’aggiudicazione, l’Aato potrà recepire 1. La valutazione delle offerte è effettuata da una 1. Entro trenta giorni dalla data di stipula della
nel proprio Piano di ambito. L’eventuale mancato commissione nominata dall’Aato dopo la scaden- contratto di servizio di cui al precedente articolo
recepimento non comporta modifica al rapporto za del termine fissato per la presentazione delle 10, comma 1, l’Aato trasmette al Ministero del-
con il soggetto aggiudicatario, avendo la modifica offerte medesime. La scelta dei membri della l’ambiente e della tutela del territorio, alla Regio-
solo efficacia pubblicitaria verso i terzi. commissione è regolamentata esclusivamente ne competente ed all’Avrir:
2. L’offerta deve prevedere entrate tariffarie che dalle norme nazionali. a) copia completa degli atti di gara;
nel periodo di durata del servizio abbiano un va- 2. La commissione è composta da un dirigente b) copia della contratto di servizio;
lore attuale non superiore a quello previsto dal dell’Aato, che la presiede, e da altri due o quattro c) copia del Piano di ambito adeguato alle risul-
Piano d’ambito. componenti scelti tra professori universitari di tanze di gara.
3. L’offerta deve esplicitamente prevedere l’impe- ruolo e/o esperti di qualificata e comprovata espe-
gno dell’aggiudicatario ad ottemperare a quanto rienza al fine di assicurare le opportune compe- Articolo 12
indicato all’articolo 202, comma 6, del decreto le- tenze in campo economico, giuridico e tecnico, Norma finale
gislativo n. 152/2006. ferme restando le norme generali di incompatibi- 1. Il presente decreto è inviato per la pubblicazio-
lità in merito. ne nella Gazzetta ufficiale della Repubblica ita-
Articolo 8 3. Al termine della procedura di valutazione la liana e sul sito istituzionale www.comdel.it
Criteri di aggiudicazione commissione redige la graduatoria e rimette gli
1. L’offerta è valutata in base ai seguenti elemen- atti e i verbali di gara all’Aato. Roma, 2 maggio 2006
Allegato A
Punto 1. Aliquote per il calcolo della popolazione servita minima,
commisurata alla popolazione da servire, per l’ammissione alla procedura aperta:
Il decreto 2 maggio 2006, di regolazione delle una disciplina troppo dettagliata delle procedu-
procedure di gara da parte delle Autorità di am- re di gara per i servizi pubblici locali (3).
il commento bito, ha come obiettivo prioritario di “chiudere
il cerchio”, completando, sotto il profilo della Ferma restando l’assoluta legittimità costi-
regolamentazione amministrativa, il quadro tuzionale della scelta pro-concorrenziale
Le modalità e i termini legale già definito dalla legge 308/2004, di de- della legge 308/2004 e del Dlgs 152/2006,
con cui le Autorità di ambito lega al Governo in materia ambientale, e dagli talune previsioni di dettaglio di quest’ultimo
aggiudicano il servizio articoli 200 e seguenti del Dlgs 152/2006, parti e, quindi, anche del Dm qui esaminato en-
relative all’affidamento con gara ad evidenza trano potenzialmente in ambiti di compe-
di gestione integrata pubblica del servizio di gestione integrata dei tenza regionale, da ritenere “cedevoli” ri-
dei rifiuti urbani rifiuti urbani. spetto a eventuali norme regionali specifi-
Nel preambolo si richiama l’articolo 117 della che in materia.
Costituzione, nella parte in cui “stabilisce che
di Giuseppe Gherardelli lo Stato ha legislazione esclusiva in materia Del resto, sempre nel preambolo, si richiama
Fise Assoambiente di tutela della concorrenza”. Richiamo op- come “base giuridica” il comma 1 dell’articolo
portuno, in quanto la giurisprudenza della 202 del Dlgs 152/2006 che prevede l’emanazio-
Corte Costituzionale ha precisato che la tutela ne appunto di un decreto ministeriale di rego-
della concorrenza è materia-funzione, con ca- lazione “trascurandosi” l’articolo 195, comma
rattere trasversale e contenuti non solo statici, 1, lettera n) del stesso Dlgs che prevede la de-
ma anche dinamici, che comprende quindi le terminazione delle linee guida per la definizio-
misure destinate a promuovere un mercato a- ne delle gare di appalto “ed in particolare dei
perto e competitivo e legittima l’intervento sta- requisiti di ammissione delle imprese, e dei
tale anche su materie che sotto altri profili po- relativi capitolati”, di intesa con la Conferenza
trebbero risultare di competenze regionale co- Stato-Regioni.
me, tra queste, i servizi pubblici locali (1). In conclusione sul punto, si ritiene che, data la
Pur se non è dubbio che qualificazione e sele- novità dei principi concorrenziali introdotti nel
zione delle imprese concorrenti, procedure di settore con la “legge delega”, opportunamente
gara e criteri di aggiudicazione sono aspetti nei il Dlgs 152/2006 e il Dm 2 maggio 2006 rego-
quali la concorrenza gioca un ruolo preponde- lano compiutamente la materia, assicurando
rante (2); l’intervento statale deve essere pro- uniformità di disciplina a livello nazionale. Al
porzionato rispetto all’obiettivo; con la senten- “fare” del Legislatore regionale la possibilità di
za 272/2004, la Corte ha dichiarato l’incostitu- integrare, modificare o arricchire la normativa
zionalità parziale dell’articolo 113, Dlgs 267/ nazionale, nel rispetto dei principi concorren-
2000 e s.m.i., comma 7, in quanto imponeva ziali fissati a livello nazionale. 75
Tanto premesso, nel merito del provvedimento popolazione servita, rinviando per le formule servizio; non si adottano le più articolate tem-
Legislazione norme nazionali Dm 2 maggio 2006 – Gestione rifiuti urbani
si osserva che l’articolo 1 ribadisce il necessa- di calcolo all’Allegato A, che adotta un sistema pistiche di cui all’articolo 11 del Dlgs 163/
rio ricorso a procedure di gara per l’affidamen- “a scaglioni”. 2006, che prevedono anche un termine ne an-
to del servizio di gestione integrata dei rifiuti L’articolo 4 regola le cause di esclusione, rical- te quem per la stipula del contratto al fine di
urbani e il “principio di unicità della gestio- cando fedelmente le pertinenti norme nazio- avvisare gli altri partecipanti dell’aggiudica-
ne per ciascun Ato”. Nessuno spazio quindi nali in materia di contratti pubblici (articolo zione definitiva e consentire le eventuali impu-
per la separazione tra gestione degli impianti e 38 del Dlgs 163/2006), che danno una appli- gnazioni.
gestione del servizio di raccolta e trasporto né cazione rigorosa delle norme comunitarie con- Molti degli aspetti critici evidenziati possono
per la formazione di sub-ambiti per le raccolte; tenute nella direttiva 18/2004 sugli appalti essere agevolmente adeguati al diritto che si
si ricorda che la gestione include l’applicazio- pubblici. sta evolvendo, in relazione anche alle indica-
ne e riscossione della tariffa di cui all’articolo L’articolo 5 regola i termini per presentare le zioni che potrebbero essere fornite dall’Autorità
238 del Dlgs 152/2006. Criticamente si può os- offerte, con un minimo di 52 giorni dal bando; di vigilanza sulle risorse idriche e dei rifiuti
servare, in relazione anche a quanto in pre- vieta il subaffidamento, salva espressa autoriz- (11), opportunamente richiamata al primo
messa, che la forte concentrazione della do- zazione e definisce l’importo della cauzione comma dell’articolo 10 e dall’articolo 11, che
manda non è “pro-concorrenza” (4). dovuta. Il tendenziale divieto di subaffidamen- è l’ultimo articolo del Dm e regola le comuni-
Le norme procedurali di regolazione dell’evi- to, mutuato dal settore idrico, non appare con- cazioni dovute dalle Ato.
denza pubblica richiamate dall’articolo 1 del vincente, viste anche le presumibili dimensioni
Dm sono le disposizioni comunitarie e il com- della gara, è sostanzialmente preclusivo di affi-
ma 7 dell’articolo 113, Dlgs 267/2000; coeren- damenti alla figura del general contractor de- (1) Si veda in particolare le sentenze della Corte
Costituzionale nn. 14 e 272 del 2004, 335 del
temente anche con l’articolo 30 del Dlgs 12 a- lineata dalla lettera v) dell’articolo 183 del 2005 e 29 del 2006.
prile 2006, n. 163 (codice di contratti pubblici Dlgs 152/2006 e può risultare limitativo del- (2) Si veda Consiglio di Stato, Sezione consultiva,
relativi a lavori, servizi e forniture in attuazio- l’accesso al mercato delle Pmi. Adunanza 6 febbraio 2006.
ne delle direttive 2004/17/Ce e 2004/18/Ce), le Anche la responsabilità solidale per le imprese (3) La parte dichiarata incostituzionale recitava
ordinarie disposizioni nazionali in materia di componenti un’Ato (comma 5) condiziona ne- “la gara è aggiudicata sulla base del miglior livel-
appalti non si applicano quindi de plano alle gativamente l’accesso delle Pmi, in quanto fre- lo di qualità e sicurezza e delle condizioni econo-
concessioni di servizi come quelle in esame. na la possibilità di affidare prestazioni accesso- miche o prestazioni del servizio, dei piani di inve-
rie o secondarie nell’ambito di Ato con assun- stimento per lo sviluppo e il potenziamento delle
Non si disciplina, a differenza del parallelo zione limitata di responsabilità. reti e degli impianti, per il loro rinnovo e manu-
tenzione, nonché dei contenuti di innovazione tec-
e coevo provvedimento per le risorse idri- L’articolo 6 prevede la documentazione che nologica e gestionale. Tali elementi fanno parte in-
che, la costituzione di società miste. Chi l’Autorità di ambito deve mettere a disposizio-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
La massima
Rifiuti – Nozione – Articolo 14 del Dl 138/2002 – Questio-
ne di legittimità costituzionale – Rilevanza e non manife-
Giurisprudenza sta infondatezza
L’articolo 14 del Dl 138/2002 non è direttamente disapplicabile
dal giudice nazionale, pur essendo incontestabile, perché ricono-
sciuto da giurisprudenza e dottrina pressoché unanimi, che la
norma modifica in senso restrittivo la nozione di rifiuto di cui
all’articolo 6, Dlgs 22/1997 ed è incompatibile con la nozione di
rifiuto stabilita dalla normativa comunitaria. La sentenza “Niselli”
della Corte di Giustizia offre al giudice italiano elementi ermeneu-
tici precisi per ritenere la norma indiscutibilmente incompatibile
Definizione autentica con il diritto comunitario. Lo strumento giuridico per rimediare
all’innegabile vulnus arrecato dal citato articolo 14 al diritto co-
munitario è il ricorso alla Corte Costituzionale risultando, nella
di rifiuto e conseguenze fattispecie, l’evidente contrasto con gli articoli 11 e 117.
to la direttiva 90/667/Cee in mate- Nel caso di specie, al periodo di 2002, n. 178, in quanto restringe fiuto, con l’obbligo di sottostare al-
ria di norme sanitarie per la elimi- quattro anni e mezzo (che scadeva indebitamente la nozione comuni- la relativa disciplina, non solo av-
nazione, la trasformazione e l’im- il 14 maggio 2005) va aggiunto il taria di rifiuto, debba essere diretta- viandolo allo smaltimento o al re-
missione sul mercato di rifiuti di o- periodo di sette mesi e nove giorni mente disapplicata (rectius non ap- cupero, ma anche semplicemente
rigine animale) e al regolamento per la sospensione del processo (dal plicata) dal Giudice nazionale. abbandonandolo; secondo il Legi-
Ce 3 ottobre 2002, n. 1774 (recante 25 settembre 2003 al 28 aprile 2004 5.2 Che la norma dell’articolo 14, slatore nazionale del 2002, invece,
norme sanitarie relative ai sottopro- e dal 3 dicembre 2004 al 10 dicem- pur autoqualificandosi come inter- chi abbandona una sostanza rien-
dotti di origine animale non desti- bre 2004), sicché la prescrizione pretativa, modifichi in senso restrit- trante nelle anzidette categorie di
nati al consumo umano), che ha e- maturerà solo il 23 dicembre 2005. tivo la nozione di rifiuto precisata rifiuti è esente dalla disciplina im-
spressamente abrogato la predetta Nella materia è recentemente inter- dall’articolo 6, Dlgs 22/1997, e posta in materia per assicurare la
direttiva Cee 90/667. venuta la legge 5 dicembre 2005 n. quindi sia incompatibile con la no- tutela della salute pubblica e della
Infatti la condotta contestata agli 251 (entrata in vigore 1’8 dicembre zione di rifiuto stabilita dalla diret- qualità ambientale.
imputati consisteva nel trasporto e 2005), la quale, con l’articolo 6: tiva comunitaria 75/442/Cee, mo- Ma dove la norma dell’articolo 14
nello smaltimento del siero di latte a) modificando l’articolo 157 C.p., dificata dalla direttiva 91/156/Cee, assume una portata ancor più so-
derivante dal processo produttivo di ha aumentato a quattro anni il di cui la disposizione nazionale è cialmente innovativa è nel secondo
un caseificio, mentre entrambe le tempo di prescrizione ordinaria per sostanzialmente la riproduzione, è comma, in forza del quale non ri-
normative succitate prevedono nor- tutte le contravvenzioni; indubbio, ed è riconosciuto dalla corrono le fattispecie della decisio-
me di polizia sanitaria e veterinaria b) modificando l’articolo 159 C.p., dottrina e dalla giurisprudenza ne di “disfarsi” e dell’obbligo di
per il trasporto, la trasformazione, ha codificato il principio stabilito pressoché unanimi. “disfarsi” ove si tratti di sostanze e
l’uso o l’eliminazione di rifiuti (ar- dalla suddetta sentenza Cremonese Invero, per l’articolo 6, Dlgs materiali residuali di produzione o
ticolo 1, Dlgs 508/1992) o sottopro- in tema di sospensione processuale 22/1997 e per l’articolo 1 della di- di consumo che “possono essere e
dotti di origine animale non desti- per impedimento delle parti o dei rettiva 75/442/Cee costituisce rifiuto sono effettivamente e oggettiva-
nati al consumo umano (articolo difensori, stabilendo però che la so- qualsiasi sostanza od oggetto che mente utilizzati nel medesimo o in
1, regolamento Ce 1774/2002). È spensione non può durare più di rientra in una delle sedici categorie analogo ciclo produttivo di consu-
chiaro che il latte cessa di essere un sessanta giorni oltre la cessazione elencate in Allegato di cui il deten- mo”: a) “senza subire alcun inter-
sottoprodotto di origine animale dell’impedimento; tore “si disfi” o abbia deciso o abbia vento preventivo di trattamento e
quando viene impiegato come ma- c) modificando gli articoli 160 e l’obbligo di “disfarsi”. L’elenco del- senza recare pregiudizio all’am-
teria prima nella produzione casea- 161 C.p., ha stabilito che in caso di le categorie, di cui all’Allegato A, è biente”; ovvero b) “dopo aver subi-
ria, e che il siero di latte che residua interruzione della prescrizione, i un elenco “aperto”, perché la pri- to un trattamento preventivo senza
da questa produzione va qualificato termini prescrizionali non possono ma categoria (Q1) comprende tutti che si renda necessaria alcuna ope-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
come rifiuto speciale ex articolo 7 essere prolungati oltre il quarto per i residui di produzione o di consu- razione di recupero tra quelle indi-
del Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22 sen- gli imputati che non siano recidivi mo in appresso non specificati, e la viduate nell’Allegato C del decreto
za che possa (più) definirsi di origi- specifici o infraquinquennali, de- sedicesima (Q16) qualunque so- legislativo n. 22”.
ne animale. linquenti abituali o professionali. stanza, materia o prodotto che non Invero, secondo la definizione co-
Manca quindi qualsiasi presupposto Alla stregua della novella, nel caso rientri nelle altre categorie. L’arti- munitaria di rifiuto, letteralmente
ex articolo 8, Dlgs 22/1997 per e- di specie, il periodo prescrizionale colo 14, legge 178/2002, invece, nel trasfusa nell’articolo 6, Dlgs
scludere dal regime generale dei ri- ordinario sarebbe scaduto il 14 no- suo primo comma, identifica il 22/1997, un residuo di produzione
fiuti il siero di latte derivante dalla vembre 2005 ma si sarebbe dovuto concetto di “disfarsi” con quello di o di consumo di cui il detentore ab-
produzione casearia, non soltanto prolungare di al meno 67 giorni smaltimento o di recupero, stabi- bia deciso o abbia l’obbligo di “di-
perché la polizia sanitaria e veteri- per le succitate sospensioni proces- lendo che le parole “si disfi” devo- sfarsi” costituisce sempre rifiuto.
naria, oggetto del Dlgs 508/1992 e suali intervenute, arrivando così al no essere interpretate come qualsia- Per l’articolo 14, invece, questo re-
del regolamento Ce 1774/2002, è e- 20 gennaio 2006. si comportamento attraverso il qua- siduo perde la qualità di rifiuto se è
terogenea, e non speciale, rispetto Tuttavia, per effetto della norma le in modo diretto o indiretto una o può essere oggettivamente utiliz-
alla disciplina ambientale della ge- transitoria di cui all’articolo 10, sostanza, un materiale o un bene zato tal quale nel medesimo o in a-
stione dei rifiuti (come ritiene Cass. comma 2, la disciplina del predetto sono avviati o sottoposti ad attività nalogo ciclo di produzione o di
Sezione III, sentenza 4 marzo 2002, articolo 6 non si applica ai processi di smaltimento o di recupero, se- consumo, o più esattamente se è
n. 8520, Leuci), quanto piuttosto in corso, trattandosi di un reato e di condo gli allegati B e C del Dlgs riutilizzato senza trattamenti pre-
perché l’oggetto della disciplina (il una vicenda processuale per cui i 22/1997. ventivi e senza pregiudizio per
citato siero di latte) non rientra in termini di prescrizione risultano Attraverso questa identificazione, l’ambiente ovvero con trattamenti
nessuna delle categorie che il pre- più lunghi di quelli previgenti. però, la norma sedicente interpreta- preventivi che non comportino ope-
detto articolo 8 esclude dalla disci- 5.1 In ordine alla qualificazione tiva restringe la nozione comunita- razioni di recupero (per esempio at-
plina generale dei rifiuti (e in parti- giuridica del fatto, la sentenza im- ria di rifiuto, escludendone ogni so- traverso atti di prelievo, cernita, se-
colare non rientra nella categoria pugnata ha colto nel segno laddove stanza o materiale di cui il detento- parazione, compattamento, frantu-
delle carogne o dei rifiuti di origine ha ritenuto che il siero di latte resi- re “si disfi” mediante semplice “ab- mazione, vagliatura o macinatura,
animale). duato dal processo produttivo del bandono”, posto che nella direttiva che non implicano una trasforma-
Va pertanto disatteso il primo moti- caseificio di (...) rientrava nella ca- comunitaria e nel Dlgs 22/1997 zione merceologica o chimica dei
vo di ricorso (n. 2.1). tegoria dei rifiuti speciali, di cui l’abbandono è nettamente distinto materiali).
4. Va anche respinta la richiesta di all’articolo 6 e 7 Dlgs 22/1997, e dallo smaltimento e a maggior ra- È quindi innegabile che anche sotto
dichiararsi estinto il reato per pre- che la cessione e il trasporto del sie- gione dal recupero (per il diritto questo profilo l’articolo 14 restringe
scrizione. ro, senza alcuna autorizzazione, nazionale v. articolo 14, Dlgs la nozione comunitaria di rifiuto,
Infatti, al periodo prescrizionale dal predetto caseificio all’azienda 22/1997, su cui Cass. Sezione III, giacché per il diritto comunitario la
stabilito dagli articoli 157 e 160 zootecnica di (...), integrava il reato sentenza 5 aprile 2004, n. 21024, volontà o l’obbligo di “disfarsi” di
C.p., va aggiunto il periodo in cui il di cui all’articolo 51 dello stesso de- Eoli, rv. 229225-6; per il diritto co- un residuo di produzione o di con-
processo è rimasto sospeso per im- creto legislativo (in senso conforme munitario v. articolo 4, comma 2, sumo costituisce quest’ultimo come
pedimento dell’imputato o del suo v. Cass. Sezione III 2 agosto 2004, direttiva 75/442/Cee, su cui C. rifiuto, mentre per la norma nazio-
difensore, ovvero su loro richiesta, n. 33295, Cioffi, rv. 229011). Giustizia, Sezione II, dell’11 no- nale sedicente interpretativa quel
sempre che questa non sia dettata La sentenza è incorsa invece in er- vembre 2004, causa C-457/02. residuo diventa semplice materia
da esigenze istruttorie o di termine rore giuridico laddove ha ritenuto Niselli, par. 38, 39 e 40). prima ove ricorra la condizione del-
a difesa (Cass. Sezioni Unite, sen- che la norma interpretativa di cui In sostanza, secondo il diritto co- la sua attuale o potenziale riutiliz-
78
tenza 11 gennaio 2002, n. 1021, all’articolo 14 del Dl 8 luglio 2002, munitario e il Legislatore nazionale zazione.
Concludendo, l’articolo 14 ha in- no è considerato rifiuto ai sensi del- il medesimo risulta chiaramente nitaria sui rifiuti non è autoappli-
direttamente anche alle spedizioni coglibile. dall’ambito della relativa disciplina sovranità derivante dalla sua parte-
di rifiuti all’interno di qualsiasi A rigore, la pronuncia della Corte di i cd. sottoprodotti, cioè quei residui cipazione a ordinamenti interna-
Stato membro”; ma non ha affatto Giustizia che precisa o integra il si- di produzione (esclusi i residui di zionali, quale quello della Comu-
esteso la diretta applicabilità della gnificato di una norma comunita- consumo) dei quali il produttore nità europea;
nozione alle altre tradizionali atti- ria ha la stessa efficacia di quest’ul- non abbia intenzione di disfarsi e b) nonché, ancor più esplicitamen-
vità di gestione o all’attività di ab- tima, sicché la pronuncia è diretta- che siano riutilizzati in modo certo, te, con il novellato articolo 117
bandono, comunque diverse dalla mente ed immediatamente efficace senza previa trasformazione, nel- Cost., che nel suo primo comma
spedizione (Corte di Giustizia,VI nell’ordinamento nazionale se e in l’ambito dello stesso processo pro- impone allo Stato di esercitare la
Sezione, sentenza del 25 giugno quanto lo sia anche la norma inter- duttivo. I “sottoprodotti”, infatti, in sua potestà legislativa nel rispetto
1997, Tombesi e altri, v. mass. e pretata. quanto riutilizzati nello stesso ciclo dei vincoli derivanti dall’ordina-
parr. 44. 45 e 46). In tal senso è l’insegnamento co- produttivo come materie prime, mento comunitario.
Non si può quindi parlare a tale ri- stante della Corte Costituzionale. non presentano rischi per l’am- L’ipotizzato vulnus comunitario e
guardo di una novazione della fon- Basti ricordare la sentenza 11 luglio biente, sicché per essi non ha ra- costituzionale appare tanto più gra-
te del diritto comunitario (da diret- 1989 n. 389 in cui la Consulta, trat- gion d’essere applicare la disciplina ve in quanto, dopo che la Com-
tiva a regolamento) in senso gene- tando del principio di applicazione dei rifiuti. missione di Bruxelles aveva aperto
rale e illimitato. diretta di norme comunitarie im- La fattispecie dedotta nel presente la menzionata procedura di infra-
Inoltre, come è stato opportuna- mediatamente efficaci nel diritto processo, però, esula da ogni possi- zione, e poco dopo che la Corte di
mente sottolineato in dottrina, l’ar- interno, ha avuto modo di precisare bile interpretazione adeguatrice, Giustizia europea aveva emanato la
gomento da una parte non è stato che “quando questo principio viene giacché il siero di latte residuato citata sentenza Niselli, il Legislatore
mai considerato dalla stessa Corte riferita ad una norma comunitaria dalla produzione casearia veniva nazionale, con la legge 15 dicem-
lussemburghese, che, chiamata più avente ‘effetti diretti’ (...) non v’è trasportato e ceduto a un’altra a- bre 2004 n. 308 (delega al Governo
volte a interpretare in via pregiudi- dubbio che la precisazione o l’inte- zienda, esercente attività zootecni- per il riordino, il coordinamento e
ziale la nozione comunitaria di ri- grazione del significato normativo ca, che lo destinava ad alimento per l’integrazione della legislazione in
fiuto, ha sempre focalizzato il suo compiute attraverso una sentenza gli animali. Alla luce del diritto co- materia ambientale e misure di di-
esame solo sulla direttiva 75/442, dichiarativa della Corte di Giustizia munitario come autoritativamente retta applicazione), ha ribadito la
come modificata dalla direttiva abbiano la stessa immediata effica- interpretato dalla Corte di Giustizia sua volontà normativa al riguardo,
91/156; dall’altra non è stato utiliz- cia delle disposizioni interpretate”. europea, non poteva quindi classifi- stabilendo al comma 26 dell’artico-
zato neppure dalla Commissione Invero, nei casi in cui la Corte lus- carsi come “sottoprodotto”, ma era lo 1: “Fermo restando quanto di-
Ue nella menzionata procedura di semburghese ha interpretato il si- invece un vero e proprio rifiuto di sposto dall’articolo 14 del decreto
infrazione aperta contro lo Stato i- gnificato di una norma comunita- cui il produttore si disfaceva perché legge 8 luglio 2002 n. 138, conver-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
taliano, quanto meno per informa- ria direttamente efficace in modo fosse riutilizzato tal quale in altro tito, con modificazioni, dalla legge
re il nostro Governo che il tentativo tale che una norma del diritto na- processo produttivo. 8 agosto 2002 n. 178, ...”.
di restringere la nozione di rifiuto zionale risulti incompatibile con Per la norma nazionale di cui si di- La non manifesta infondatezza del-
era del tutto velleitario, attesa la essa, il Giudice nazionale non deve scute, invece, il siero di latte prodot- la questione risulta dalle considera-
immediata applicabilità nell’ordi- più applicare la norma interna per to nel caseificio e riutilizzato in di- zioni svolte in precedenza, secondo
namento nazionale del regolamen- la definizione dalla controversia al versa azienda zootecnica resta indi- le quali la norma denunciata è in-
to 259/93/Cee. suo esame (senza poter sollevare scutibilmente escluso dalla nozione compatibile (nei limiti anzidetti)
In conclusione, si tratta di argo- questione di costituzionalità: v. di rifiuto, e non vi può rientrare in con il diritto comunitario e per
mento che appare ormai abbando- Corte Costituzionale n. 94/1995). forza di una interpretazione ade- conseguenza lede gli obblighi costi-
nato sia dalla dottrina che dalla Nei casi invece in cui la Corte lus- guatrice. Esso resta perciò sottratto tuzionali di adeguamento all’ordi-
giurisprudenza, le quali non metto- semburghese ha interpretato una alla disciplina sui rifiuti, in palese namento comunitario stesso.
no più in discussione la inapplica- norma comunitaria priva di effica- contrasto col diritto comunitario. 9.1 Dalle considerazioni precedenti
bilità diretta della nozione comuni- cia diretta in modo tale che una 8. L’unico rimedio possibile per ri- risulta altresì evidente la rilevanza
taria di rifiuto (al di fuori della ma- norma interna risulti incompatibile mediare al vulnus perpetrato da della questione, atteso che il proces-
teria delle spedizioni disciplinata con la prima, il Giudice italiano una legge nazionale contro una di- so non può essere definito prescin-
dal menzionato regolamento) non ha altra scelta che applicare la rettiva comunitaria non diretta- dendo dall’applicabilità del denun-
7.3 L’orientamento giurispruden- norma interna o sollevare sulla mente applicabile è, quindi, il ri- ciato articolo 14 e quindi dalla riso-
ziale minoritario, pur dando per stessa l’eccezione di illegittimità co- corso al Giudice delle leggi. luzione della relativa eccezione di
scontato il carattere non autoappli- stituzionale per violazione degli ob- Invero, la norma in questione, e- illegittimità costituzionale.
cativo della direttiva 75/444/Cee, blighi dello Stato italiano di confor- scludendo dalla categoria dei rifiuti Se la norma resistesse al vaglio di
modificata dalla direttiva 91/156/ marsi al diritto comunitario, consa- i residui di produzione o di consu- costituzionalità, infatti, la sentenza
Cee, giunge ugualmente a non ap- crati negli articoli 11 e 117 Cost. (è mo che siano semplicemente ab- impugnata dovrebbe essere annul-
plicare l’articolo 14 del Dl 138/ implicitamente in tal senso anche bandonati dal produttore o dal de- lata senza rinvio perché il fatto non
2002, in base all’argomento che, in la recente sentenza n. 85/2002 Cor- tentore, ovvero che siano riutillizza- è più previsto dalla legge come rea-
ossequio al principio della preva- te Costituzionale). ti in qualsiasi ciclo produttivo o di to, avendo l’articolo 14 sottratto al-
lenza del diritto comunitario, sia o- 7.4 Più di recente, un’altra pro- consumo senza trattamento recupe- la disciplina dei rifiuti il siero di
riginario, sia derivato, il Giudice nuncia di legittimità, seguendo il ratorio, si pone in insanabile con- latte riutilizzato senza trattamenti
nazionale deve comunque dare ap- principio indicato dalla Corte Co- trasto con la nozione di rifiuti sta- preventivi in altro ciclo produttivo.
plicazione alle sentenze della Corte stituzionale con sentenza 190/2000, bilita dalla direttiva comunitaria Se invece la norma fosse dichiarata
di Giustizia europea, che a più ri- ha correttamente sostenuto la ne- 75/442/Ce, modificata dalla diretti- costituzionalmente illegittima e
prese hanno offerto una interpreta- cessità per il Giudice italiano di in- va 91/156/Ce e dalla decisione della quindi inapplicabile al caso di spe-
zione della nozione comunitaria di terpretare la normativa nazionale Commissione 96/350/Ce. cie, al Giudice a quo si aprirebbe la
rifiuto contrastante con quella ri- in termini tali che essa non risulti Nel caso di specie, quindi, va solle- duplice possibilità di rigettare il ri-
sultante dall’articolo 14: in partico- in contrasto con la normativa co- vata d’ufficio questione di legitti- corso, con la conferma della con-
lare devono dare attuazione alla ci- munitaria (Cass. Sezione III, n. 746 mità costituzionale dell’articolo 14 danna degli imputati, o di annulla-
tata sentenza Niselli, che espressa- del 1° giugno 2005, Colli). Dl 8 luglio 2002 n. 138, convertito re senza rinvio la sentenza impu-
mente ha statuito la incompatibi- A questa stregua, ha ritenuto, sulla in legge 8 agosto 2002 n. 178, per- gnata per difetto dell’elemento sog-
lità comunitaria di quest’ultima scia della citata sentenza Niselli, ché in contrasto: gettivo della contravvenzione conte-
norma. che l’articolo 14 in questione non a) con l’articolo 11 Cost., laddove stata, avendo gli imputati fatto affi-
80
Ma anche questo argomento, appa- contrasta con la nozione comunita- questo stabilisce che lo Stato italia- damento incolpevole sulla portata
normativa di una disposizione tio criminis di cui al secondo com- della Consulta che hanno ribadito zati in altri cicli produttivi) a una
munitario (parr. 68 e 69); e ha zione di leggi nazionali di attuazio- A conforto di questa tesi, peraltro,
concluso che “la prima direttiva sul ne, non possa determinare o aggra- militano le numerose sentenze di P.Q.M.
diritto societario non può essere in- vare una responsabilità penale nel- questa Corte, che, proprio in mate- la Corte di Cassazione, terza sezione
vocata in quanto tale dalle autorità la soggetta materia. Mentre nel ca- ria di rifiuti, hanno dichiarato la il- penale, visti gli articoli 134 Cost. e
di uno Stato membro nei confronti so della disciplina sui rifiuti, la di- legittimità costituzionale di varie 23 legge 11 marzo 1953 n. 87, sol-
di imputati nell’ambito di procedi- rettiva comunitaria è stata trasposta leggi regionali che avevano depe- leva d’ufficio questione di legitti-
menti penali, poiché una direttiva nell’ordinamento nazionale attra- nalizzato lo stoccaggio provvisorio mità costituzionale dell’articolo 14
non può avere come effetto, di per verso il Dlgs 22/1997, che ha previ- non espressamente autorizzato di del Dl 8 luglio 2002, convertito in
sé e indipendentemente da una leg- sto in aggiunta un sistema sanzio- rifiuti tossici e nocivi (n. 306/1992; legge 8 agosto 2002 n. 178 per vio-
ge interna di uno Stato membro a- natorio a presidio della disciplina n. 437/1992; n. 194/1993) o l’accu- lazione degli articoli 11 e 117 della
dottata per la sua attuazione, di de- stessa, sicché né la previsione della mulo temporaneo di rifiuti tossici e Costituzione, dichiarandola rile-
terminare o aggravare la responsa- responsabilità penale, né la sua li- nocivi (sentenza 213/1991), o che vante e non manifestamente infon-
bilità penale degli imputati” (par. mitazione derivano direttamente avevano escluso dagli impianti di data.
78 e dispositivo). dalla direttiva comunitaria, essen- smaltimento di rifiuti gli impianti Sospende il giudizio in corso e ordi-
Basti rilevare in proposito che, nel do, invece, state introdotte, la prima di depurazione per conto terzi di ri- na la immediata trasmissione degli
caso esaminato dalla corte europea, dall’articolo 51 del Dlgs 22/1997, e fiuti liquidi, così esonerando la loro atti alla Corte Costituzionale;
né gli originari articoli 2621 e 2622 la seconda dall’articolo 14 del Dl gestione dall’obbligo di autorizza- ordina che, a cura della cancelleria,
C.c., che prevedevano un tratta- 138/2002. Nella presente vicenda zione (sentenza 173/1998). la presente ordinanza sia notificata
mento sanzionatorio più severo, e processuale, quindi, non può farsi Qui la caducazione delle norme le- agli imputati e al loro difensore,
sotto la vigenza dei quali erano sta- ricorso al principio statuito nella gislative regionali per contrasto con nonché al Presidente del Consiglio
ti commessi i reati contestati, né i suddetta sentenza comunitaria del fonti normative gerarchicamente dei Ministri;
nuovi articoli 2621 e 2622 C.c., che 3 maggio 2005, proprio perché pre- superiori, costituzionali e comuni- dà altresì mandato alla cancelleria
hanno introdotto un trattamento supposto di questo principio è la tarie, è perfettamente sovrapponibi- di comunicare la presente ordinanza
penale più mite, costituiscono at- mancanza di norme nazionali at- le alla richiesta caducazione del- ai Presidenti della Camera dei depu-
tuazione di direttive comunitarie; tuative della direttiva comunitaria. l’articolo 14 Dl 138/2002; ed ha gli tati e del Senato della Repubblica.
sicché si comprende l’affermazione 9.5 Per tutte queste ragioni non stessi effetti sul trattamento penale Così deciso in Roma il 14 dicembre
secondo cui una direttiva comuni- sembra dubitabile la rilevanza della degli imputati nell’ambito dei pro- 2005.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
dello Stato che abbia omesso, in tutto o in par- poi lo destinava ad alimento per le bufale. mente all’entrata in vigore del Dl 138/2002, il
te, di dare attuazione alla direttiva o che abbia La Corte pertanto osserva anzitutto che l’appli- reo non potrebbe legittimamente invocare gli
normato in difformità di essa. cazione, nella specifica fattispecie, dell’articolo effetti (diretti o indiretti) di una norma entrata
14 del Dl 138/2002 porterebbe ad escludere in vigore successivamente al fatto e poi cadu-
Pertanto, all’infuori delle ipotesi ecceziona- dalla nozione di rifiuto il siero di latte riutiliz- cata ex tunc, rispetto ai fatti concomitanti il
li di immediata applicabilità delle direttive zato senza trattamenti preventivi in un altro giudice penale, qualora ritenesse che il reo ab-
dettagliate nei rapporti verticali cittadino- ciclo produttivo, per cui “la sentenza impu- bia fatto incolpevole affidamento sul tenore
Stato, in presenza di una norma interna gnata dovrebbe essere annullata senza rin- letterale dell’articolo 14, Dl 138/2002, ben po-
che attui una direttiva in maniera parziale o vio perché il fatto non è più previsto dalla trebbe giudicare inevitabile l’ignorantia legis
addirittura difforme da quanto previsto nel- legge come reato” (16). e, conseguentemente, emettere sentenza di as-
la direttiva medesima, si pone il problema Fatta questa osservazione, l’ordinanza affronta soluzione in applicazione dell’articolo 5 C.p.
di individuare lo strumento giuridico atto a l’annoso problema della sindacabilità, da par- così come modificato dalla Corte Costituziona-
risolvere tale antinomia. te della Corte Costituzionale, della disposizione le con sentenza 364/1988.
che modifica una norma penale in senso più La stessa Suprema Corte conferma tale conclu-
Nell’ordinamento comunitario, questo stru- favorevole al reo. Secondo una risalente impo- sione laddove afferma che “se (...) la norma
mento è rappresentato dalla procedura di in- stazione, infatti, la caduzione ex tunc di una fosse dichiarata costituzionalmente illegitti-
frazione regolamentata dall’articolo 226 del norma più favorevole al reo non potrebbe co- ma e quindi inapplicabile al caso di specie,
Trattato Ce (13). munque portare ad un’applicazione retroattiva al giudice a quo si aprirebbe la duplice pos-
Nell’ordinamento nazionale, invece, qualora della norma meno favorevole, sicché il sinda- sibilità di rigettare il ricorso, con la confer-
la direttiva sia recepita mediante legge o atto cato di costituzionalità da parte del giudice ma della condanna degli imputati, o di an-
avente forza di legge, lo strumento di “corre- delle leggi risulterebbe intrinsecamente irrile- nullare senza rinvio la sentenza impugna-
zione” non può che essere individuato nel sin- vante ai fini del giudizio a quo. ta per difetto dell’elemento soggettivo della
dacato di legittimità costituzionale, essendo Per confutare tale impostazione, la Suprema contravvenzione contestata, avendo gli im-
l’atto interno contrario al dovere costituzionale Corte ricorre ad un duplice argomento. putati fatto affidamento incolpevole sulla
(14) dello Stato italiano di dare corretta e In primo luogo, la Corte osserva che, per i fatti portata normativa di una disposizione
tempestiva attuazione agli obblighi derivanti a pregressi, vale a dire per i fatti commessi ante- (l’articolo 14) successivamente caducata
suo carico dall’ordinamento comunitario. riormente all’entrata in vigore del Dl 138/2002 dall’ordinamento”.
Applicando queste considerazioni alla nozione (tale è la fattispecie oggetto del giudizio a Del resto, anche la Corte di Giustizia Ce ha a-
di rifiuto, si ha che, nelle ipotesi (per la verità quo), l’eventuale declaratoria di illegittimità vuto modo di chiarire, in più occasioni, che
scolastiche) in cui un singolo o un’associazio- costituzionale “a) non violerebbe il principio l’incompatibilità di una norma interna di fa-
ne lamenti nei confronti di una Pubblica am- di irretroattività di cui al secondo comma vore con una direttiva non può comunque por-
ministrazione la mancata applicazione della dell’articolo 25 Cost., posto che la norma tare ad una applicazione della stessa direttiva
normativa sulla gestione dei rifiuti in conse- dell’articolo 51 era entrata in vigore prima in danno del reo, dal momento che “una di-
guenza della restrizione della nozione di rifiu- del fatto contestato; b) non violerebbe nep- rettiva non può avere come effetto, di per sé
to operata dall’articolo 14, Dl 138/2002, il giu- pure il principio di retroattività dell’abolitio e indipendentemente da una legge interna
dice adito, constatato che la nozione di rifiuto criminis di cui al secondo comma dell’arti- di uno Stato membro adottata per la sua
è delineata dalla direttiva 75/442/Cee in modo colo 2 C.p., giacché la norma dell’articolo attuazione, di determinare o aggravare la
84 sufficientemente preciso, dovrà riconoscere il 14, entrata in vigore dopo il fatto, con l’ef- responsabilità penale di coloro che agiscono
in violazione delle dette disposizioni” (19). pretativo della Corte di Giustizia Ce e, nel caso Granit e Vehmassalon kansanterveystyön kun-
(7) Vale la pena di ricordare che, a norma del- d’incompatibilità con una disposizione successiva 23. Ciò si verificherebbe qualora, in caso di conflit-
l’articolo 226 del Trattato Ce, la Commissione, facente parte della legislazione d’uno stato mem- to tra una disposizione di diritto comunitario ed
quando reputi che uno Stato membro abbia man- bro. una legge nazionale posteriore, la soluzione fosse
cato a uno degli obblighi a lui incombenti in virtù 14. Considerata sotto questo profilo, l’applicabilità riservata ad un organo diverso dal giudice cui è
del Trattato, emette un parere motivato al riguar- diretta va intesa nel senso che le norme di diritto affidato il compito di garantire l’applicazione del
do, dopo aver posto lo Stato in condizioni di pre- comunitario devono esplicare la pienezza dei loro diritto comunitario, è dotato di un autonomo po-
sentare le sue osservazioni; qualora lo Stato in effetti, in maniera uniforme in tutti gli Stati mem- tere di valutazione, anche se l’ostacolo in tal modo
causa non si conformi a tale parere nel termine bri, a partire dalla loro entrata in vigore e per tut- frapposto alla piena efficacia di tale diritto fosse
fissato dalla Commissione, questa può adire la ta la durata della loro validità. soltanto temporaneo.
Corte di Giustizia. 15. Dette norme sono quindi fonte immediata di 24. La prima questione va perciò risolta nel senso
La sentenza con la quale la Corte di Giustizia rico- diritti e di obblighi per tutti coloro ch’esse riguar- che il giudice nazionale, incaricato di applicare,
nosce che uno Stato membro ha mancato ad uno dano, siano questi gli Stati membri ovvero i singo- nell’ambito della propria competenza, le disposizio-
degli obblighi ad esso incombenti in virtù del li, soggetti di rapporti giuridici disciplinati dal di- ni di diritto comunitario, ha l’obbligo di garantire
Trattato, comporta, ai sensi dell’articolo 228 del ritto comunitario. la piena efficacia di tali norme, disapplicando
Trattato, l’obbligo per lo stesso Stato di prendere i 16. Questo effetto riguarda anche tutti i giudici all’occorrenza, di propria iniziativa, qualsiasi di-
provvedimenti che l’esecuzione della sentenza che, aditi nell’ambito della loro competenza, han- sposizione contrastante della legislazione naziona-
comporta. Tale obbligo sussiste per tutti i poteri del- no il compito, in quanto organi di uno Stato le, anche posteriore, senza doverne chiedere o atten-
lo Stato membro interessato, per cui anche gli or- membro, di tutelare i diritti attribuiti ai singoli dere la previa rimozione in via legislativa o me-
gani giurisdizionali, qualora si trovassero ad ap- dal diritto comunitario. diante qualsiasi altro procedimento costituzionale”.
plicare una norma interna giudicata incompati- 17. Inoltre , in forza del principio della preminen- (11) La Corte Costituzionale, correggendo gli o-
bile con l’ordinamento comunitario all’esito di za del diritto comunitario, le disposizioni del trat- rientamenti assunti nelle precedenti sentenze n.
una procedura d’infrazione promossa dalla Com- tato e gli atti delle istituzioni, qualora siano diret- 14/1964 e n. 183/1973, ha infine “sposato” la tesi
missione, dovrebbero disapplicare tale norma in- tamente applicabili, hanno l’effetto, nei loro rap- della preminenza del diritto comunitario a partire
terna e riconoscere i diritti che derivano dall’appli- porti col diritto interno degli Stati membri, non so- dalla sentenza 8 giugno 1984, n. 170, Granital c.
cazione della norma comunitaria (cfr. CGCe sent. lo di rendere ipso jure inapplicabile, per il fatto Ministero delle Finanze.
14 dicembre 1982, cause 314-316/81 e 83/82, stesso della loro entrata in vigore, qualsiasi disposi- Significativo è il seguente passaggio della sentenza
Waterkeyn). zione contrastante della legislazione nazionale Granital:
A norma dell’articolo 234 del Trattato Ce, invece, preesistente, ma anche – in quanto dette disposi- “4. – Vi è un punto fermo nella costruzione giuri-
la Corte di Giustizia è competente a pronunciarsi, zioni e detti atti fanno parte integrante, con rango sprudenziale dei rapporti fra diritto comunitario e
in via pregiudiziale: superiore rispetto alle norme interne, dell’ordina- diritto interno: i due sistemi sono configurati come
a) sull’interpretazione del Trattato; mento giuridico vigente nel territorio dei singoli autonomi e distinti, ancorché coordinati, secondo
b) sulla validità e l’interpretazione degli atti com- Stati membri – di impedire la valida formazione la ripartizione di competenza stabilita e garantita
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
piuti dalle istituzioni della Comunità e della BCE; di nuovi atti legislativi nazionali, nella misura in dal Trattato. “Esigenze fondamentali di egua-
c) sull’interpretazione degli statuti degli organismi cui questi fossero incompatibili con norme comu- glianza e certezza giuridica postulano che le nor-
creati con atto del Consiglio, quando sia previsto nitarie. me comunitarie – non qualificabili come fonte di
dagli statuti stessi. 18. Il riconoscere una qualsiasi efficacia giuridica diritto internazionale, né di diritto straniero, né di
Pertanto, in caso di rinvio pregiudiziale per inter- ad atti legislativi nazionali che invadano la sfera diritto interno – debbano avere piena efficacia ob-
pretazione di una norma comunitaria, la Corte di nella quale si esplica il potere legislativo della bligatoria e diretta applicazione in tutti gli Stati
Giustizia non è chiamata ad accertare l’incompa- Comunità, o altrimenti incompatibili col diritto membri, senza la necessità di leggi di ricezione e
tibilità di una norma interna con l’ordinamento comunitario, equivarrebbe infatti a negare, sotto adattamento, come atti aventi forza e valore di
comunitario, bensì è chiamata ad esprimere questo aspetto, il carattere reale d’impegni incon- legge in ogni Paese della Comunità, sì da entrare
un’interpretazione della norma comunitaria che è dizionatamente ed irrevocabilmente assunti, in ovunque contemporaneamente in vigore e conse-
vincolante per il giudice nazionale. forza del trattato, dagli Stati membri, mettendo guire applicazione eguale ed uniforme nei con-
Qualora poi l’interpretazione fornita in via pregiu- cosi in pericolo le basi stesse della Comunità. fronti di tutti i destinatari”. Così la Corte ha statui-
diziale dalla Corte di Giustizia sia tale che una di- 19. La stessa concezione si desume dalla ratio to nella sentenza n. 183 del 1973. In detta decisio-
sposizione interna risulti incompatibile con l’ordi- dell’articolo 177 del trattato, secondo cui qualsiasi ne è per la prima volta affermata la prevalenza
namento comunitario, spetterà al giudice nazio- giudice nazionale ha la facoltà di rivolgersi alla del regolamento comunitario nei confronti della
nale utilizzare gli strumenti giuridici idonei a ri- Corte, ogniqualvolta reputi necessaria, per emana- legge nazionale. Questo criterio va considerato nel
solvere l’antinomia (come si dirà, tali strumenti re la propria sentenza, una pronunzia pregiudi- contesto della pronunzia in cui è formulato, e
sono, a seconda dei casi, la disapplicazione della ziale su questioni d’interpretazione o di validità quindi inteso in intima e necessaria connessione
norma interna o la rimessione degli atti alla Corte relative al diritto comunitario. con il principio secondo cui i due ordinamenti so-
Costituzionale). 20. L’effetto utile di tale disposizione verrebbe ri- no distinti e al tempo stesso coordinati. Invero,
(8) Trattasi di Cassazione penale, Sezione III, sen- dotto, se il giudice non potesse applicare, immedia- l’accoglimento di tale principio, come si è costante-
tenza 1° giugno 2005, n. 20499, Colli. tamente, il diritto comunitario in modo conforme mente delineato nella giurisprudenza della Corte,
Nello stesso senso Cassazione penale, Sezione III, ad una pronunzia o alla giurisprudenza della presuppone che la fonte comunitaria appartenga
sentenza 29 dicembre 2005 n. 47269, Zuffellato, Corte. ad altro ordinamento, diverso da quello statale. Le
nella quale si afferma: “appare evidente che di tale 21. Dal complesso delle precedenti considerazioni norme da essa derivanti vengono, in forza dell’ar-
decisione [sentenza Niselli] si debba senz’altro te- risulta che qualsiasi giudice nazionale, adito ticolo 11 Cost., a ricevere diretta applicazione nel
nere conto in chiave interpretativa come più volte nell’ambito della sua competenza, ha l’obbligo di territorio italiano, ma rimangono estranee al siste-
affermato da questa Corte (ex multis, Sez. 3, Sen- applicare integralmente il diritto comunitario e di ma delle fonti interne: e se così è, esse non possono,
tenza n. 17656 del 15 gennaio 2003 Rv 224716) tutelare i diritti che questo attribuisce ai singoli, di- a rigor di logica, essere valutate secondo gli schemi
con motivazioni che si devono intendere in questa sapplicando le disposizioni eventualmente contra- predisposti per la soluzione dei conflitti tra le nor-
sede richiamate”. stanti della legge interna, sia anteriore sia succes- me del nostro ordinamento. In questo senso va
(9) Tutti e tre i citati provvedimenti sono consulta- siva alla norma comunitaria. quindi spiegata l’affermazione, fatta nella senten-
bili nel sito internet www.lexambiente.com. 22. È quindi incompatibile con le esigenze inerenti za n. 232/75, che la norma interna non cede, di
(10) Il principio della preminenza del diritto co- alla natura stessa del diritto comunitario qualsiasi fronte a quella comunitaria, sulla base del rispetti-
munitario, sancito per la prima volta dalla Corte disposizione facente parte dell’ordinamento giuri- vo grado di resistenza. I principi stabiliti dalla
di Giustizia Ce nella storica sentenza 15 luglio dico di uno Stato membro o qualsiasi prassi, legi- Corte in relazione al diritto – nel caso in esame, al
1964, C-6/64, Costa c. Enel, è stato successivamen- slativa, amministrativa o giudiziaria, la quale regolamento – comunitario, traggono significato,
te consacrato nell’altrettanto storica sentenza 9 porti ad una riduzione della concreta efficacia del invece, precisamente da ciò: che l’ordinamento
marzo 1978, C-106/77, Amministrazione delle diritto comunitario per il fatto che sia negato al della Cee e quello dello Stato, pur distinti ed auto-
Finanze c. Simmenthal spa, nella quale il giudice giudice, competente ad applicare questo diritto, il nomi, sono, come esige il Trattato di Roma, neces-
comunitario argomenta nei seguenti termini: potere di fare, all’atto stesso di tale applicazione, sariamente coordinati; il coordinamento discende,
“13. La prima questione mira in sostanza a far tutto quanto è necessario per disapplicare le dispo- a sua volta, dall’avere la legge di esecuzione del
86 precisare le conseguenze dell’applicabilità diretta sizioni legislative nazionali che eventualmente o- Trattato trasferito agli organi comunitari, in con-
formità dell’articolo 11 Cost., le competenze che siva. Il regolamento comunitario fissa, comunque, di disapplicazione di una norma interna contra-
alle dichiarazioni d’illegittimità delle norme pena- In secondo luogo, le norme penali di favore fanno cui si fosse fondata l’ordinanza di rimessione:
li di favore; altro è il sindacato cui le norme stesse anch’esse parte del sistema, al pari di qualunque donde una serie di decisioni certamente suscettibili
devono pur sempre sottostare, a pena di istituire altra norma costitutiva dell’ordinamento. Ma lo d’influire sugli esiti del giudizio penale pendente”.
zone franche del tutto impreviste dalla Costitu- stabilire in quali modi il sistema potrebbe reagire (19) Si veda, da ultimo, Corte di Giustizia Ce, sen-
zione, all’interno delle quali la legislazione ordi- all’annullamento di norme del genere, non è un tenza 3 maggio 2005, C-387/02, C-391/02 e C-
naria diverrebbe incontrollabile. Né giova replica- quesito cui la Corte possa rispondere in astratto, 403/02, Berlusconi e altri.
re che un tale inconveniente è imposto dalla logica salve le implicazioni ricavabili dal principio d’ir- (20) Nonostante la manifesta opportunità che l’e-
del processo costituzionale, vale a dire dalla neces- retroattività dei reati e delle pene; sicché, per questa ventuale contrasto tra una norma penale di favo-
saria incidenza delle decisioni di questa Corte sugli parte, va confermato che si tratta di un problema re e una direttiva comunitaria sia sottoposto al
esiti dei giudizi in cui siano stati promossi gli inci- (ovvero di una somma di problemi) inerente sindacato centralizzato della Consulta, non va sot-
denti di costituzionalità. Indipendentemente dalla all’interpretazione di norme diverse da quelle an- taciuto come la Corte di Giustizia Ce, nella sopra
sorte degli imputati, è indubbio che nella prospetti- nullate, che i singoli giudici dovranno dunque af- citata sentenza 3 maggio 2005, abbia affermato
va del giudice a quo, cioè del promotore degli inci- frontare caso per caso, nell’ambito delle rispettive (punto 72) “che, nel caso in cui i giudici del rin-
denti in questione, anche le pronunce concernenti competenze. vio, sulla base delle soluzioni loro fornite dalla
la legittimità delle norme penali di favore influi- In terzo luogo, la tesi che le questioni di legittimità Corte, dovessero giungere alla conclusione che i
scano o possano influire sul conseguente esercizio costituzionale concernenti norme penali di favore nuovi articoli 2621 e 2622 del Codice civile, a
della funzione giurisdizionale. non siano mai pregiudiziali ai fini del giudizio a causa di talune disposizioni in essi contenute, non
In primo luogo, l’eventuale accoglimento delle im- quo, muove da una visione troppo semplificante soddisfano l’obbligo del diritto comunitario relati-
pugnative di norme siffatte verrebbe ad incidere delle pronunce che questa Corte potrebbe adottare, vo all’adeguatezza delle sanzioni, ne deriverebbe,
sulle formule di proscioglimento o, quanto meno, una volta affrontato il merito di tali impugnative. secondo una giurisprudenza consolidata della
sui dispositivi delle sentenze penali: i quali dovreb- La tesi stessa considera, cioè, la sola alternativa e- Corte, che gli stessi giudici del rinvio sarebbero te-
bero imperniarsi, per effetto della pronuncia emes- sistente fra una decisione di accoglimento, nei ter- nuti a disapplicare, di loro iniziativa, i detti nuovi
sa dalla Corte, sul primo comma dell’articolo 2 mini indicati dall’ordinanza di rimessione, ed articoli, senza che ne debbano chiedere o attendere
cod. pen. (sorretto dal secondo comma dell’artico- una decisione di rigetto, pronunciata sulla base la previa rimozione in via legislativa o mediante
lo 25 Cost.) e non sulla sola disposizione annulla- dell’interpretazione fatta propria dal giudice a qualsiasi altro procedimento costituzionale (v., in
ta dalla Corte stessa. E conviene aggiungere che la quo. Ma questa Corte non è vincolata in assoluto particolare, sentenze 9 marzo 1978, causa 106/
pronuncia della Corte non potrebbe non riflettersi dalle opzioni interpretative del giudice che pro- 77, Simmenthal, Racc. pag. 629, punti 21 e 24; 4
sullo schema argomentativo della sentenza penale muove l’incidente di costituzionalità. In altre pa- giugno 1992, cause riunite C-13/91 e C-113/91,
assolutoria, modificandone la ratio decidendi: poi- role, non può escludersi a priori che il giudizio del- Debus, Racc. pag. 1-3617, punto 32, e 22 ottobre
ché in tal caso ne risulterebbe alterato – come è la Corte su una norma penale di favore si conclu- 1998, cause riunite da C-10/97 a C-22/97, IN. CO.
stato esattamente notato in dottrina – il fonda- da con una sentenza interpretativa di rigetto (nei GE.’90 e a., Racc. pag. 1-6307, punto 20)”.
mento normativo della decisione, pur fermi re- sensi di cui in motivazione) o con una pronuncia
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
R
tagliando d’ordine da inviare a Edizioni Ambiente fax 02/45487333 www.edizioniambiente.it e-mail mario.pasquali@reteambiente.it
■ Sì, desidero acquistare contrassegno il volume Il cliente ha il diritto di recedere
dal contratto in oggetto secondo le modalità
1) Informativa ex Dlgs 196/2003. La compilazione del presente coupon è facolta-
tiva, ma è necessaria per fornire il servizio da Lei richiesto e, dietro suo consenso,
Politica e ambiente a 20,00 e stabilite dal Dlgs 185/1999.
per inviarLe inoltre informazioni su iniziative commerciali e non della Casa Editrice.
Responsabile del trattamento dei suoi dati è Edizioni Ambiente Srl, via N. Battaglia
nome e cognome 10, 20127, Milano. Nel rispetto del Dlgs 196/2003, i dati da Lei rilasciati saranno
trattati, anche con l’ausilio di mezzi automatizzati, dagli incaricati della gestione dei
ragione sociale servizi in oggetto, del marketing, dell’amministrazione e della gestione clienti. Non
saranno comunicati a terzi se non per adempiere ad obblighi di legge, per ordini di
pubbliche autorità o per esercitare un diritto in sede giudiziaria. È Suo diritto otte-
via n. nerne gratuitamente il controllo, l’aggiornamento, la modifica o la cancellazione e
opporsi al loro trattamento ai sensi dell’articolo 7 del citato Dlgs 196/2003.
città prov. cap 2) Consenso al trattamento dei dati.
Letta l’informativa di cui sopra:
tel. fax [ ] autorizzo
88 [ ] non autorizzo
sito internet e-mail l’utilizzo dei miei dati per l’invio di informazioni commerciali ed iniziative della Casa
Editrice.
data firma Firma ............................................................................
Tar Veneto – III Sezione
Sentenza 16 marzo 2006, n. 609
La massima
Rifiuti – Discariche – Piano di adeguamento
La valutazione del piano di adeguamento, presentato dai gestori
Giurisprudenza delle discariche esistenti, ai sensi dell’articolo 17 del Dlgs 36/
2003, non può essere una meccanica applicazione delle nuove
disposizioni agli impianti esistenti ma deve tener conto della si-
tuazione di fatto e dello stato in cui la discarica si trova nel mo-
mento dell’entrata in vigore del decreto legislativo citato. Ne con-
segue l’illegittimità della prescrizione diretta al gestore di una di-
scarica pressoché esaurita, che imponga la prosecuzione della
gestione post operativa per un periodo almeno trentennale (ex ar-
ticolo 8, Dlgs 36/2003), e la conseguente integrazione della ga-
Per la discarica ranzia finanziaria per lo stesso periodo, senza valutare l’imprati-
cabilità, di fatto, di un adeguamento ex post del piano finanziario
di gestione dell’impianto che avrebbe consentito la revisione dei
quasi esaurita prezzi praticati al fine di provvedere ai necessari accantonamenti.
piano finanziario già impostato – e li 8 e 15. Quindi, ancorché l’articolo 3 precisi re, quando nell’articolo 17 ha im-
veniva infine approvato solo in data 3. La Regione Veneto, costituita, che “le disposizioni del presente de- posto i piani di adeguamento per
8 ottobre 2004. puntualmente controdeduce nel creto si applicano a tutte le discari- tutte le strutture esistenti, si riferiva,
Tra le clausole imposte vi è quella merito del ricorso, di cui chiede la che” di cui all’articolo 2, comma 1, in realtà, solo a quelle in piena atti-
relativa alla durata trentennale del- reiezione. lettera g) e, di conseguenza, corret- vità, di ritrova nel comma IV, ove è
la gestione post-operativa ed al con- 4. Il ricorso è fondato. tamente, la Regione escluda solo detto che con il provvedimento di
seguente adeguamento dell’impor- 4.1. È indubbio, come corretta- quelle “già chiuse, cioè per le quali approvazione del piano di adegua-
to delle garanzie finanziarie. mente osserva la Regione Veneto, era già stata inoltrata la comunica- mento l’autorità competente “auto-
2. Contro queste prescrizioni la ri- che il Dlgs 13 gennaio 2003 n. 36 si zione di fine lavori” (il che fa rien- rizza la prosecuzione dell’esercizio
corrente deduce: violazione degli applica non solo alle discariche da trare nella previsione generale della discarica”. All’evidenza, se es-
articoli 8, 15, 17 e dell’Allegato 2 autorizzare in futuro, ma anche a quella gestita dalla ricorrente), non sa è invece, come nel nostro caso, e-
del Dlgs 36/2003; violazione dei quelle in attività. In tal senso è va scordato che il successivo artico- saurita, non vi sarà spazio né per
principi di ragionevolezza e propor- chiarissimo il disposto della dispo- lo 8 – innanzi tutto – stabilisce che aumentare la durata della gestione
zionalità, carenza di istruttoria e sizione transitoria di cui all’articolo l’obbligo “di gestione post-operati- successiva oltre il termine fissato
motivazione, travisamento. 17 che fa obbligo ai titolari delle va per un periodo di almeno tren- nell’autorizzazione originaria, né
Secondo l’istante, l’intera questione autorizzazioni (già in essere) di t’anni” deve essere contenuto nella per imporre nuove garanzie finan-
è frutto di un’errata lettura della di- presentare un “piano di adegua- “domanda di autorizzazione”, e ciò ziarie non collegabili ai prezzi pra-
sciplina transitoria in tema di di- mento” alle previsioni di cui al de- ovviamente non può riferirsi che al- ticati durante l’attività.
scariche di rifiuti contenuta nell’ar- creto stesso, entro sei mesi dalla da- le “nuove” domande di autorizza- 5. In definitiva, il ricorso va accol-
ticolo 17 del Dlgs 36/2003, che im- ta di entrata in vigore. zione. to, con conseguente annullamento
pone ai gestori degli impianti in es- Tuttavia è nel giusto anche la ricor- A ciò va aggiunto che, come osserva dell’atto opposto, limitatamente al-
sere di presentare un Piano di ade- rente quando osserva che il piano la ricorrente, l’articolo 8 lega que- le prescrizioni di cui ai punti 4 e 6.
guamento alle nuove disposizioni, di adeguamento non può essere sto assai lungo periodo di gestione 6. Sussistono giusti motivi per com-
che, all’evidenza, potranno essere una totale e meccanica applicazio- successiva al contenuto complessivo pensare totalmente, tra le parti, le
applicate in modo più o meno pun- ne delle nuove disposizioni agli im- del “piano finanziario” ove deve es- spese e competenze di causa
tuale secondo presupposti da valu- pianti esistenti, ma deve tener conto sere previsto che “tutti i costi deri-
tare caso per caso (nella specie, te- della situazione di fatto e dello stato vanti dalla realizzazione dell’im- P. Q. M.
nendo conto che la discarica era in cui la discarica si trova al mo- pianto e dall’esercizio della discari- Il Tribunale amministrativo regio-
pressoché esaurita). mento dell’entrata in vigore della ca, i costi connessi alla costituzione nale per il Veneto, Terza Sezione,
Quindi ha errato la Regione quan- legge. della garanzia finanziaria di cui definitivamente pronunciando sul
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
do ha imposto, senza adeguata mo- In particolare, non poteva non esse- all’articolo 14, i costi stimati di ricorso in premessa, lo accoglie e,
tivazione e non tenendo conto delle re tenuta in debita considerazione chiusura, nonché quelli di gestione per l’effetto, annulla, in parte qua
circostanze di fatto esistenti, il rad- la circostanza che al 27 marzo post-operativa per un periodo di al- – nei termini di cui in motivazione
doppio del periodo di gestione post 2003 (data di entrata in vigore del meno trenta anni, siano coperti dal – il provvedimento opposto.
mortem e l’adeguamento delle ga- Dlgs 36/2003) e ancora di più alla prezzo applicato dal gestore per lo Compensa le spese e competenze
ranzie finanziarie, i cui costi devo- data entro cui il piano di adegua- smaltimento”, il che risulta non del giudizio tra le parti.
no essere sopportati con accantona- mento doveva essere presentato (27 praticabile nel caso di una discarica Ordina che la presente sentenza sia e-
mento delle relative somme, duran- settembre 2003) la discarica in que- pressoché esaurita, in cui non è seguita dall’Autorità amministrativa.
te la gestione attiva. stione era praticamente satura, tan- possibile modificare ex post i prezzi Così deciso in Venezia, il 19 gen-
Che queste prescrizioni siano previ- to che i conferimenti di rifiuti sono praticati e provvedere così ai neces- naio 2006.
ste solo per le nuove discariche ri- cessati il 30 settembre 2003 (circo- sari accantonamenti.
Con la sentenza in esame il Tar Veneto ha posto Il caso esaminato dal Tar Veneto
un tassello importante su una questione che ha È questa la questione affrontata dalla sentenza
il commento sollevato molto allarme tra i gestori delle disca- in esame che riguarda il caso di una discarica
riche, con riferimento alla fase di gestione post- di tipo 2B, che, all’epoca dell’entrata in vigore
operativa, a seguito dell’entrata in vigore (il 27 del Dlgs 36/2003, aveva esaurito il 95% della
La valutazione del piano marzo 2003) del decreto legislativo 36/2003, sua capacità ricettiva e che il 30 settembre 2003
di adeguamento per le che ha introdotto una disciplina autonoma per aveva cessato definitivamente tutti i conferi-
discariche esistenti non è questa tipologia di impianti (recependo la di- menti (cessazione comunicata all’amministra-
rettiva 1999/31/Ce) e che all’articolo 17, com- zione competente). Il gestore dell’impianto a-
una meccanica applicazione ma 3, ha previsto un regime transitorio, dispo- veva comunque presentato il piano di adegua-
del Dlgs 36/2003 nendo la presentazione, entro sei mesi dalla mento (nei termini prescritti) rapportando le
sua entrata in vigore (il 27 settembre 2006), di garanzie finanziarie al periodo di gestione post
un piano di adeguamento alle nuove disposi- mortem della discarica, fissato, dall’originario
zioni per tutte le discariche “esistenti” (1). atto di autorizzazione dell’impianto, in quindi-
di Sonia D’Angiulli In specie, l’adeguamento viene esteso “anche” ci anni.
Avvocato in Roma alle garanzie finanziarie previste dall’articolo Con il provvedimento di approvazione del pia-
14 del medesimo decreto legislativo. no di adeguamento, la Regione Veneto dispo-
Ciò ha indotto diverse amministrazioni a rite- neva, tuttavia, in virtù di quanto previsto dal-
nere che per discariche “esistenti” dovessero in- l’articolo 14 del Dlgs 36/2003, il prolungamen-
tendersi anche quelle “esaurite”, per le quali to del periodo di gestione post-operativa della
l’adeguamento, al nuovo decreto, comprendes- discarica, da quindici a trenta anni, e impone-
se il prolungamento del periodo di gestione po- va il conseguente adeguamento dell’importo
st-operativa e il conseguente adeguamento del- delle garanzie finanziarie alla rinnovata sca-
le garanzie finanziarie già prestate per una du- denza.
90 rata almeno trentennale. Il provvedimento suddetto veniva impugnato
innanzi al Tar Veneto, sul presupposto che la no derivare dalle discariche, ha stabilito requi- Questo si troverebbe a sostenere dei costi ag-
ne in altre disposizioni del Dlgs 36/2003 (12) (5) Ma è previsto dall’articolo 14, comma 3, che tendo quindi costituire (come nel caso di specie)
e nella stessa direttiva comunitaria 1999/31 l’Autorità competente possa disporre un termine una mera prescrizione successiva alla approvazio-
maggiore se ritiene sussistenti dei rischi per l’am- ne del progetto, la verifica del cui rispetto verrebbe
che (all’articolo 8, lettera a), punto IV), tra le
biente. Le garanzie finanziarie (sia per la fase ope- ad essere tardiva rispetto ai rischi connessi ed alla
condizioni per il rilascio dell’autorizzazione, rativa che post-operativa) devono essere prestate ratio della stessa previsione.”
dispone che il richiedente abbia adottato o a- sin dall’inizio a favore dell’Ente che, solo dopo (7) Anche il Piano finanziario dovrà essere allega-
dotti idonei provvedimenti, sotto forma di ga- l’accettazione delle stesse, può rilasciare l’autoriz- to alla domanda di autorizzazione (articolo 8,
ranzia finanziaria “o altra equivalente”, sul- zazione all’esercizio (articolo 10, comma 3). comma 1, lettera m) e sulla base delle risultanze
la base di modalità che gli Stati membri do- (6) Tar Liguria, Sezione I, sentenza 16 aprile di esso viene determinato il prezzo corrispettivo per
vranno decidere, volti ad assicurare che le pre- 2004, n. 745, ove il Collegio, esaminando la di- lo smaltimento dei rifiuti in discarica (articolo
scrizioni (compresa la gestione successiva alla sposizione dell’articolo 9 del Dlgs 36/2003, che 15).
chiusura) derivanti all’autorizzazione rilascia- prevede, nell’ambito delle condizioni necessarie ai (8) Ad esempio, nell’articolo 17 del Dlgs 36/2003
fini del rilascio dell’autorizzazione alla costruzio- non vi è traccia dell’esclusione, ai fini dell’ade-
ta ai sensi della presente direttiva siano state a- ne e all’esercizio di una discarica (lettera d), che il guamento degli impianti esistenti, della valutazio-
dempiute e che le procedure di chiusura di cui richiedente abbia prestato le garanzie finanziarie ne dell’elemento della “localizzazione” dell’im-
all’articolo 13 siano state seguite. Tale garan- o altre equivalenti, ai sensi del successivo articolo pianto che la direttiva 1999/31/Ce, invece, esclude
zia o un suo equivalente sono trattenute per 14, individua “la ratio della norma (peraltro con- espressamente – all’articolo 14, lettera a), con rife-
tutto il tempo necessario alle operazioni di fermata dalla relazione illustrativa al testo delega- rimento all’Allegato 1, punto 1, Ubicazione – co-
manutenzione e di gestione successiva alla to nonché dall’analisi delle premesse della direttiva me ovvia conseguenza del fatto che non può pre-
chiusura della discarica, a norma dell’articolo comunitaria n. 31/99 oggetto di attuazione) lad- tendersi, ora per allora, di mettere in discussione
13, lettera d). dove impone la prestazione di adeguate garanzie l’ubicazione di una discarica esistente, solo perché
Sembra quasi che l’assenza del riferimento ad al fine di assicurare l’adempimento delle prescri- l’attuale collocazione potrebbe non rispondere ai
zioni contenute nell’autorizzazione, commisurata requisiti localizzativi introdotti dalla nuova disci-
altre forme equivalenti di garanzia nell’arti- alla capacità autorizzata della discarica ed alla plina.
colo 14, comma 4 del Dlgs 36/2003, possa es- classificazione della stessa nonché la gestione suc- (9) La legge 348/1982 disciplina la prestazione
sere considerata una “svista” del Legislatore cessiva alla chiusura della discarica, e quindi delle garanzie finanziarie a favore dello Stato e al-
nazionale, al quale porre rimedio. commisurata al costo complessivo della gestione tri enti pubblici;
post-operativa; da ciò ne viene fatto derivare il co- (10) A tal proposito, il Tar Friuli Venezia Giulia –
rollario per cui le garanzie suddette (articolo 14 Trieste, con la sentenza 23 ottobre 2003, n. 726 ha
(1) Sul concetto di discarica “esistente”, ai sensi commi 1 e 2) nel loro complesso, devono essere affermato che la legge 348/1982 legittima quali fi-
dell’articolo 17 del Dlgs 36/2003, ci sia consentito trattenute per tutto il tempo necessario alle opera- deiussiori nei confronti dello Stato e degli altri enti
il rinvio a S. D’Angiulli “Come applicare sino al 31 zioni di gestione operativa e di gestione successiva pubblici, soltanto le banche e le compagnie assicu-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
dicembre 2005 il regime transitorio alle discariche alla chiusura della discarica. Infatti, i costi con- rative. Pertanto non può ritenersi validamente co-
“adeguate” assimilate alle nuove”, commento alla nessi ai rischi che derivano per gli interessi tutelati stituita una garanzia fidejussoria prestata da so-
sentenza del Tar Veneto, sezione III, n. 2671/2005, in materia dalla realizzazione, gestione e chiusu- cietà di intermediazione finanziaria.
in questa Rivista n. 124 (12/05), pag. 26. ra di una discarica devono essere garantiti dai (11) Si veda ad esempio Regione Piemonte, con la
(2) Tar Veneto, Sezione III, sentenza n. 376 del 10 promotori e diretti beneficiari dell’intervento affin- Dgr n. 86-10262 del 1° agosto 2003; la Regione
gennaio 2006. ché eventuali errori non vengano ad essere posti Emilia Romagna, con la Dgr n. 2281 del 15 no-
(3) L’articolo 6, comma 1, lettera d), del Dlgs ulteriormente a carico dell’incolpevole collettività. vembre 2004; la Regione Liguria, con la Dgr n.
22/1997 fa rientrare tra le fasi di gestione dei ri- A fronte del chiaro disposto normativo, confermato 1803 del 23 dicembre 2003; Regione Toscana, con
fiuti anche il controllo delle discariche e degli im- dalla sottesa ratio legis, va condivisa l’interpreta- la Dgr n. 739 del 18 luglio 2005.
pianti di smaltimento dopo la chiusura. zione proposta da parte ricorrente, per cui la veri- (12) Si veda l’articolo 8, comma 1, lettera o) e
(4) Piano che dovrà essere redatto secondo i requi- fica delle garanzie deve precedere l’autorizzazione l’articolo 9, comma 1, lettera d).
92
a cura di Paola Ficco
e Loredana Musmeci Direttore reparto Suolo e Rifiuti dell’Istituto superiore sanità
Rubriche Quesiti
me ci insegna l’introduzione all’Elenco euro- sere annotati nel registro. La norma, infatti,
La Rubrica si propone di offrire un supporto opera- peo dei rifiuti il quale contiene i vari Cer. nulla dispone riguardo al fatto che una lavo-
tivo alla soluzione dei numerosi problemi interpre-
tativi ed applicativi che sorgono nella produzione, Ciò premesso, l’attività di cui è quesito ha razione artigianale che produce rifiuti non pe-
nella gestione e nel controllo dei rifiuti. una “doppia anima”; vale a dire: nel momen- ricolosi da costruzione e demolizione renda il
La Rubrica non esercita attività di consulenza, di- to in cui gli infissi vengono prodotti in labora- soggetto che la pone in essere esentato dal-
retta o indiretta, e non fornisce supporto a privati torio non si è in presenza di un’attività che l’obbligo. Quindi, a fronte della tassatività
per motivi personali.
genera rifiuti di cui alla categoria 17 dell’E- delle sanzioni (articolo 258, Dlgs 152/2006),
I Curatori risponderanno solo a quesiti ritenuti, a
loro insindacabile giudizio, di valenza generale. lenco, poiché tale categoria (come è eviden- si ritiene che l’artigiano che produce rifiuti da
Ciò al fine di operare una collaborazione culturale te) è riferita alla costruzione solo di immobili costruzione e demolizione sia soggetto all’ob-
e conoscitiva con il Pubblico direttamente coinvolto in senso proprio. bligo di registro;
con le tematiche specifiche. Questo significa che: – Mud: l’obbligo non esiste più per i produt-
Il servizio fornito dalla Rubrica è gratuito ed è ri- – nel momento in cui un infisso viene prodot- tori di rifiuti speciali non pericolosi, a prescin-
servato agli abbonati alla Rivista (sia cartacea che to presso il laboratorio artigiano, i relativi ri- dere da dimensioni e tipologia di attività.
on line) e agli abbonati di “Osservatorio di norma-
tiva ambientale” di ReteAmbiente; pertanto si pre- fiuti ricadono nella categoria 12 dell’Elenco
ga di evidenziare nel quesito il nome del soggetto europeo dei rifiuti (Rifiuti prodotti dalla lavo- 35. All’olio minerale usato, se ri-
intestatario dell’abbonamento. razione e dal trattamento fisico e meccanico fiuto, si applicavano e si applica-
le caratteristiche intrinseche del rifiuto, si ap- sempre verificato a destino non significa che sia possibile indicare solo la
plica sempre tale Dlgs 22/1997, in virtù del Se un produttore o trasportatore ha un si- seconda, anche in caso di difficoltà di valuta-
disposto di cui al cennato articolo 14, com- stema di pesatura verificato e certificato, zione precisa del peso dei rifiuti trasportati.
ma 1 (Cassazione penale, Sezione III, senten- il peso indicato sui formulari in partenza La circolare 4 agosto 1998, esplicativa sulla
za 22 luglio 1997, n. 7151, Occhiena; sen- può valere come peso senza bisogno di compilazione dei registri di carico/scarico dei
tenza 4 febbraio 2000, n. 1345, De Patre; verifica a destino oppure anche con la rifiuti e dei formulari di accompagnamento
sentenza 7 ottobre 2003, n. 37954, Can- pesatura in partenza corretta vale sempre dei rifiuti trasportati, al suo punto 1), lettera
gemi). il peso a destino? t), così si esprime:
“t) alla voce “quantità”, casella 6, terza se-
36. La sosta su camion non è più In ragione della diversa taratura dei sistemi di zione, dell’Allegato B, al decreto ministeriale
deposito incontrollato dal 29 apri- pesa, anche “certificati”, nonché – ad esem- n. 145/1998, deve sempre essere indicata la
le 2006 pio – di un possibile “calo fisiologico” duran- quantità di rifiuti trasportati. Inoltre, dovrà es-
Come ci si deve comportare nel caso di te il tragitto, il peso dei rifiuti, è consigliabile sere contrassegnata la casella “(-)” relativa
interventi con spurghi, di solito relativi a che sia sempre verificato a destino. Per ulte- alla voce “Peso da verificarsi a destino” nel
fosse settiche, oppure interventi di sgom- riori specifiche in ordine all’argomento si rin- caso in cui per la natura del rifiuto o per l’in-
bero e pulizia conseguenti ad incidenti via al quesito “Formulari di identificazione dei disponibilità di un sistema di pesatura si pos-
stradali o per altre cause, quando avven- rifiuti trasportati: divergenze tra il peso indi- sano, rispettivamente, verificare variazioni di
gono nelle ore serali, notturne e festive e cato dal produttore alla partenza e quello an- peso durante il trasporto o una non precisa
non vi sia la possibilità di trasportare il notato dal destinatario all’arrivo”, a cura di corrispondenza tra la quantità di rifiuti in par-
carico immediatamente dopo l’intervento Stefania Pallotta in questa Rivista, n. 119 tenza e quella a destinazione”.
agli impianti di smaltimento? (6/05), p. 33. Questo significa che le due opzioni non sono
Come è possibile mantenere il veicolo e il alternative.
suo carico in configurazione di trasporto 38. Formulario, quando apporre il In altri termini è sempre necessario indicare
in un deposito o area privata, di solito la peso da verificare a destino la quantità di rifiuti in Kg o in litri, e proprio
sede gestionale della società, e riprende- Un’impresa edile effettua il trasporto di solo nei casi in cui vi sia la concreta impossi-
re il trasporto verso gli impianti quando rifiuti inerti di demolizione. Poiché presso bilità a misurare con una certa precisione il
riaprono? peso del carico è possibile barrare anche la
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
Rubriche Quesiti
soggetti sono stati dichiarati colpevoli del (come puntualmente rilevato, anche se in mo- colo 266, comma 5, Dlgs 152/2006.
reato di cui all’articolo 51, comma 1, Dlgs do parziale, dalla Corte). Ciò premesso, si Pertanto, poiché l’ambulante era prima, ed è
22/1997 per aver illecitamente trasporta- continua a ritenere che non essendo menzio- ora, escluso da qualsiasi obbligo di natura
to, senza le prescritte autorizzazioni, car- nati gli pneumatici usati nell’ambito del Cer documentale e autorizzatoria, l’impianto che
casse di pneumatici usati, costituenti ri- essi non possono essere considerati nel cam- riceve i rifiuti recati da costui deve annotare
fiuti. Gli imputati si sono difesi sostenen- po di applicazione della disciplina sui rifiuti. (nello spazio “annotazioni”) del proprio regi-
do la non configurabilità della nozione di Ovviamente, laddove un pneumatico (fuori stro, all’atto del ricevimento dei rifiuti (carico)
“rifiuto” alla luce dell’articolo 14, legge uso, ricostruibile e addirittura nuovo) venga da parte dell’ambulante medesimo, che tali
178/2002. La Corte, statuendo la parziale abbandonato o scaricato in siti non dedicati rifiuti sono stati ricevuti da soggetto ambu-
incompatibilità col diritto comunitario di esso diventa immediatamente un rifiuto, con lante esentato dall’obbligo di formulario e di
tale articolo 14, ha sostenuto che gli tutte le conseguenze del caso. iscrizione all’Albo ex articolo 266, comma 5,
pneumatici destinati alla “ricopertura” Dlgs 152/2006. Per la disciplina relativa
non rientrano nella deroga data dalla no- 41. Il Cer delle pile esauste da RD all’autorizzazione “commerciale” dell’ambu-
zione di rifiuto, in quanto, sono destinati degli urbani lante si rinvia alla risposta al quesito n. 20, in
ad una delle attività di recupero come de- Quale Cer applicare alle pile esauste, pro- questa Rivista, n. 127 (3/06): “Commercio
finita nella lettera R5 dell’Allegato “C” venienti dalla raccolta differenziata urba- ambulante libero fino ad apposita disciplina
Dlgs 22/1997 (In modo difforme, R. Ser- na? Inoltre, esiste un Cer diverso da quel- regionale in un incastro di leggi abrogate”.
vadei in questa Rivista, n. 3/03; P. Ficco lo Ocse?
in “Ambiente e Sicurezza” 5/03). 43. Il Mud va presentato solo per i
Pertanto, chiediamo quale interpretazione Il Cer per le pile esauste da raccolta differen- rifiuti effettivamente prodotti o
viene data alla sentenza 4702/05 consi- ziata urbana è il 200134 (batterie e accumu- gestiti
derando che gli interventi sopra citati latori diversi da quelli di cui alla voce L’azienda che ha rifiuti pericolosi e non
considerano “non rifiuto” gli pneumatici 200133*). pericolosi, deve fare il Mud per tutti i ri-
ricostruibili ma solo gli pneumatici fuori Il Cer 200133* fa riferimento a “batterie ed fiuti o solo per i pericolosi?
uso? L’attività di ricopertura può essere accumulatori di cui alle voci 160601* (piom-
considerata attività di recupero dei rifiuti bo), 160602* (nichel-cadmio) e 160603* Il quesito non è chiarissimo; tuttavia, si ritiene
– R5 – di cui all’Allegato “C” Dlgs 22/ (mercurio). che il Lettore voglia riferirsi al caso di una im-
che successivamente le conferirà in ac- dell’accertamento sulla effettività ed oggetti- menti ed analisi a chi va ascritto? Al pro-
ciaieria o fonderia, possiamo ritenerci vità dell’impiego successivo in fonderia, si po- duttore che conferisce, al recuperatore o
“legalmente” esclusi dall’ambito di appli- trebbe tentare il rischio di considerare i rotta- ad entrambi?
cazione dei rifiuti o sussiste ancora l’ob- mi Mps. Purché si sia consapevoli del fatto – In caso di mancata effettuazione di det-
bligo di conferire direttamente all’u- che l’onere probatorio relativo a tale destina- ti campionamenti e analisi si configura
tilizzatore? Questa esclusione ci evitereb- zione incombe su colui che invoca il regime una violazione delle prescrizioni cui è
be anche lo stoccaggio provvisorio. differenziato di favore (Mps e non rifiuti). sottoposta l’attività di recupero semplifi-
Si è consapevoli dello scalpore che tale ri- cato?
Il recente Dlgs 152/2006 ha abrogato (tra gli sposta può suscitare, tuttavia la clausola esi-
altri) anche l’articolo 14, Dl 138/2002 ed ha mente dalla qualificazione di rifiuti per tali L’articolo 8, Dm 5 febbraio 1998 è stato in-
ripreso sostanzialmente nei suoi articoli 183, materiali è chiarissima e risiede nella lettera tegralmente sostituito dall’articolo 1, comma
comma 1, lettera u) e 212, comma 12, dell’articolo 1, comma 26, legge 308/2004 4, Dm 5 aprile 2006, n. 186 (si veda pag.
quanto già presente nella citata legge 308/ cit.: il loro destino “in modo oggettivo ed ef- 11) che ha apportato una rilevante novella
2004 che continua ad applicarsi fino a quan- fettivo all’impiego nei cicli produttivi siderur- all’intero provvedimento. Ciò posto si eviden-
do non sarà emanato il Dm individuato dal gici o metallurgici”. E questo va dimostrato zia che:
Dlgs 152/2006 nel citato articolo 183, com- mediante i suindicati canoni (fino a quando, a) la caratterizzazione chimico-fisica nei modi
ma 1, lettera u) che indicherà quali siano i come è probabile, la Corte di Giustizia Ue non e nei termini indicati dal Dm va effettuata
rottami ferrosi e non ferrosi che sono da con- emetta apposita sentenza di condanna contro sempre (ovviamente, solo per i rifiuti che ne
siderarsi Mps. l’Italia a fronte di tale legge 308/2004). costituiscono l’oggetto);
Tuttavia, si sottolinea che: Quando sarà emanato il futuro Dm previsto b) campionamento ed analisi vanno effettuati
a) contro tale legge 308/2004 (proprio per la dall’articolo 183, comma 1, lettera u), Dlgs dal produttore dei rifiuti in occasione del pri-
parte relativa ai rottami) è pendente dal 13 152/2006 il criterio di individuazione non mo conferimento all’impianto di recupero e
dicembre 2005 un’apposita procedura d’in- sarà più quello della destinazione “in modo successivamente ogni due anni e, comun-
frazione avviata dalla Commissione Ue contro oggettivo ed effettivo all’impiego nei cicli pro- que, ogni volta che intervengano modifiche
l’Italia (in www.reteambiente.it, Spazio “Rifiu- duttivi siderurgici o metallurgici” bensì quello sostanziali nel processo di produzione.
ti”, Sezione “Documentazione complementa- “secco” della utilizzazione “in modo certo e Tuttavia (a tutela del ricevente), è consigliabi-
re”); non eventuale”. La norma non chiarisce nulla le che tali analisi vengano effettuate in con-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
b) tali rottami sono Mps solo a condizione in ordine al tempo di tale utilizzazione; quindi, traddittorio con il ricevente medesimo;
che “siano destinati in modo oggettivo ed ef- poiché le norme in materia di gestione dei ri- c) la mancata effettuazione di campionamen-
fettivo all’impiego nei cicli produttivi siderur- fiuti dettate dal Dlgs 152/2006 sono ispirate to ed analisi integra certamente gli estremi di
gici o metallurgici”. ai principi di precauzione, prevenzione, pro- una violazione delle prescrizioni cui è sotto-
Poiché non si ritiene che il conferimento ad porzionalità, responsabilizzazione e coopera- posta l’attività di recupero agevolato. Esse in-
un commerciante (che si sostanzia in un in- zione di tutti i soggetti coinvolti nella produ- fatti sono prescritte e previste proprio per ve-
termediario con detenzione dei rottami) sia zione, nella distribuzione, nell’utilizzo e nel rificare sotto il profilo analitico la possibilità
un recupero effettivo e oggettivo, in quanto consumo di beni da cui originano i rifiuti, nel tecnica di procedere a recupero senza dan-
costui non procede a nessun tipo di riproces- rispetto dei principi dell’ordinamento nazio- neggiare l’ambiente (rectius: danneggiarlo il
samento industriale, tali rottami continuano nale e comunitario (si veda l’articolo 178, meno possibile). Ed è proprio questo il fonda-
ad essere rifiuti. In pratica, si ritiene che lad- comma 3), si ritiene che i canoni dell’accer- mento posto alla base della mancanza del-
dove tra il produttore del rottame e la fonde- tamento di tale utilizzazione “certa e non e- l’atto di assenso preventivo rappresentato
ria vi sia un passaggio intermedio, tale pas- ventuale” siano i medesimi dell’attuale desti- dall’autorizzazione.
saggio intermedio inibisca al rottame la qua- nazione “in modo oggettivo ed effettivo
lifica di Mps e gli conservi quella di rifiuto. all’impiego nei cicli produttivi siderurgici o 46. Scade il 31 dicembre 2006 la
Diverso il caso in cui il produttore invii diret- metallurgici”. Quindi, sarà sempre indispen- proroga per le discariche
tamente alla fonderia il rottame, perché in sabile costituirsi una “prova rigorosa” del Ho sentito che c’è stata una proroga agli
quel caso il recupero ai cicli metallurgici e si- reimpiego produttivo, la quale non può esse- adempimenti normativi del Dlgs 36/2003
derurgici è positivamente riscontrabile. Con re certamente rappresentata da un semplice circa la caratterizzazione dei rifiuti in di-
la presenza frapposta tra produttore e desti- documento di trasporto. scarica; vorrei sapere la data di scadenza
natario di un commerciante/intermediario, in- e quando è stato pubblicato.
fatti, vengono meno i canoni propri dell’ac- 45. La novella al Dm 5 febbraio
certamento in ordine al riutilizzo effettivo ed chiarisce i dubbi su campiona- L’articolo 11-quartedecies, legge 2 dicembre
oggettivo e precisamente: mento e analisi 2005, n. 248 (di conversione, con modifica-
– destinazione in tempi ragionevoli al riutilizzo; In ordine all’articolo 8, Dm 5 febbraio zioni, del Dl 30 settembre 2005, n. 203) ha
– prova rigorosa del reimpiego produttivo, ri- 1998 relativamente al campionamento e prorogato al 31 dicembre 2006 il termine fi-
ferita ai singoli carichi; alle analisi per la caratterizzazione chimi- no al quale si potrà continuare ad accettare i
– accertamento caso per caso, proprio per- co-fisica dei rifiuti, si chiede quanto se- rifiuti in discarica osservando i criteri di cui
ché deve risultare in modo sostanziale e con- gue: alla delibera 27 luglio 1984, anziché quelli di
creto l’effettivo, oggettivo ed inequivocabile – Campionamento e analisi, e quindi la cui al Dm 3 luglio 2005 (sostitutivo del Dm
riutilizzo. caratterizzazione chimico-fisica del rifiu- 12 marzo 2003). Tale legge è stata pubblica-
Infatti, non è sufficiente una mera idoneità to, sono obbligo generale e ricorrente in- ta su S.O. n. 195 alla Gazzetta ufficiale n.
del materiale al riutilizzo. dipendentemente dalla tipologia di rifiuto, 281 del 2 dicembre 2005.
Tuttavia, laddove, nonostante la presenza del dal suo Cer e dalla scheda di norme tec-
96
commerciante/intermediario sia possibile niche nella quale i rifiuti sono inseriti? 47. Il nuovo Elenco europeo dei ri-
fiuti si applica dal 1° gennaio risultano compresi nei casi di esclusione 49. Discariche: la verifica di con-
Rubriche Quesiti
2002 citati nell’Allegato 1, comma 4. Le “pro- formità del gestore
Da quando si applica il nuovo Elenco ri- ve” precedentemente citate si riferisco- Per una corretta applicazione della norma-
fiuti? no, allora, ai gestori o ai produttori? tiva che disciplina i criteri di ammissibilità
dei rifiuti in discarica, si chiede un chiari-
L’Elenco dei rifiuti è l’Elenco europeo dei ri- Il Lettore ha colto una evidente contraddizio- mento in ordine agli obblighi del gestore di
fiuti di cui alla decisione 2000/532/Ce e suc- ne del Dm 3 agosto 2005 laddove il discarica per rifiuti, e precisamente in or-
cessive modifiche e integrazioni. Esso è vin- Legislatore ha trattato in modo particolare i dine a quanto previsto dall’articolo 3 com-
colante in tutti i suoi elementi e direttamente rifiuti contenenti amianto (Rca), in particolare mi 1 , 2 e 3, Dm 3 agosto 2005, in partico-
applicabile in tutti gli Stati membri della Ue ha riportato nel medesimo Dm 3 agosto lare: alla richiesta di ammissibilità del ri-
dal 1° gennaio 2002, in quanto anche alle- 2005 alcuni criteri presenti anche nel Dm 29 fiuto in discarica il gestore si attiva per la
gato al regolamento (Ce) 2557/2001 del 28 luglio 2004 relativo alle attività di recupero di verifica di conformità, pertanto:
dicembre 2001. tali Rca. • dispone il campionamento del rifiuto,
Si ritiene di poter superare la contraddizione sul luogo di produzione, e comunque, pri-
intendendo l’inciso “senza essere sottoposti ma del conferimento in discarica;
Risponde Loredana Musmeci a prove” come di non sottoporre i materiali e- • effettua la verifica di conformità sulla
dili contenenti amianto alle prove specifiche base dei dati forniti dal produttore in fase
48. Rca: la caratterizzazione di che vengono riportate nel Dm per gli Rca, e di caratterizzazione;
base è onere del produttore cioè la prova “dell’Indice di rilascio”. Invece, • effettua le analisi sul rifiuto utilizzando
Si richiedono chiarimenti in merito all’ob- la caratterizzazione di base andrà comunque una o più determinazioni analitiche im-
bligo del produttore di provvedere alla effettuata per gli aspetti attinenti a un Rca, e piegate per la caratterizzazione di base
caratterizzazione di base dei rifiuti di a- precisamente: provenienza; tipo di matrice in compreso un test di cessione.
mianto in matrice compatta poiché non è cui è inglobato l’amianto (materiale resinoide, Se le determinazioni analitiche, compreso
chiaro nel Dm 3 agosto 2005 se tali rifiuti cementizio ecc.), percentuale di amianto se il test di cessione, confermano l’ammissi-
ne siano esenti o meno. Infatti, all’articolo nota, ecc. Tali prove non devono essere ne- bilità del rifiuto in quella categoria di di-
6, comma 6, lettera c), si afferma che cessariamente effettuate in laboratorio; potrà scarica consente l’accesso per lo smalti-
possono essere smaltiti in discarica per essere sufficiente anche un’attestazione in mento in discarica.
cui si caratterizza l’Rca secondo quanto so-
Direttore responsabile Hanno collaborato © copyright 1994 – 2006 Abbonamento annuo: Euro 120,00
RIFIUTI Paola Ficco Sonia D’Angiulli Edizioni Ambiente srl, Milano Arretrati: Euro 13,00
Numeri speciali: Euro 22,00
bollettino di Maurizio De Paolis
informazione Redazione Giuseppe Gherardelli Tutti i diritti sono riservati:
normativa Vincenzo Dragani, Leonardo Filippucci è vietato qualunque uso, Il presente numero è stato chiuso
Maurizio Quaranta, Giancarlo Longhi anche parziale, dei testi. in Redazione il 26 giugno 2006
Monica Rocca Loredana Musmeci
Maria Letizia Nepi Questa rivista è stampata su
Edizioni
n. 131 (7/06)
Riferimenti Massima
Corte Suprema di Pres. Avitabile Rifiuti – Discarica abusiva – In tema di gestione dei rifiuti, il provvedimento di confisca dell’area sulla
Cassazione, Sez. III, Rel. Onorato Realizzazione o gestione – Sen- quale sia stata realizzata o gestita una discarica non autorizzata e in quanto
26 febbraio 2002, Imp. Dessena tenza penale di condanna – tale abusiva, non può essere disposto dal giudice attraverso la sentenza di
n. 7430 Confisca dell’area in compro- condanna emessa ex articolo 51, comma 3, Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22,
prietà – Condizioni e presuppo- qualora sussista una comproprietà dell’area in questione e i comproprietari
sti non siano responsabili, quanto meno a titolo di concorso, del reato di disca-
rica abusiva, non avendo l’area un’intrinseca criminalità in senso assoluto e
potendo venire bonificata dai residui inquinanti.
Rifiuti – Smaltimento – Attività È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale degli
di demolizione e costruzione di articoli 7 e 51, Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22, in relazione all’articolo 3
manufatti edilizi – Articoli 7 e Cost., ove definisce rifiuti e li sottopone alla conseguente disciplina i mate-
51, Dlgs 22/1997 – Trattamen- riali derivanti dalle attività di demolizione e costruzione di edifici per la pre-
to diversificato per le terre e sunta disparità di trattamento per le terre e le rocce da scavo, anche qua-
rocce da scavo di cui alla legge lora risultassero contaminate, escluse dall’articolo 1, comma 17, legge 21
443/2001 – Questione di legitti- dicembre 2001, n. 443 (delega al governo in materia di infrastrutture ed
mità costituzionale in riferimento insediamenti strategici) dall’ambito dei rifiuti, nonostante la maggiore peri-
all’articolo 3 Cost. – Manifesta colosità ambientale di queste ultime, considerato che si tratta di attività e
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 131 (7/06)
Un gruppo di aziende
al servizio di altre aziende
per la raccolta e lo smaltimento Rubriche Punto imballaggi
degli oli usati
I risultati di recupero e riciclo nale vengono conferiti al sistema Conai-Con- valorizzazione che effettuano recupero ener-
dei rifiuti di imballaggio sorzi di filiera. getico: 31 impianti distribuiti esclusivamente
nel 2005 al Centro-Nord; al Sud al momento non è o-
Risultati di recupero e riciclo perativo alcun impianto.
Il sistema nazionale di recupero dei rifiuti di Il 2005 evidenzia un immesso al consumo
imballaggio registra nel 2005 risultati soddi- di imballaggi sul territorio nazionale sostan- Nel 2005 quindi la percentuale di recupero
sfacenti. Dall’assemblea dei Consorziati Co- zialmente stabile rispetto all’anno precedente. complessivo dei materiali di imballaggio –
nai 2006, che ha approvato il bilancio e i ri- Per quanto concerne il riciclo i quantitativi acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e ve-
sultati di esercizio dell’anno precedente, e- ammontano a oltre 6,6 milioni di tonnellate di tro – si attesta al 65% dell’immesso al con-
merge un quadro nettamente positivo del re- imballaggi avviati al recupero di materia e al- sumo, pari a 7.744.000 tonnellate, un im-
cupero e riciclo dei rifiuti di imballaggio in la fabbricazione di nuovi manufatti, con una portante traguardo che ha consentito la ridu-
Italia. I risultati attestano già oggi il raggiun- crescita del 3,5% circa, pari a 221.000 ton- zione al 35% della quantità di imballaggi che
gimento degli obiettivi previsti dalla nor- nellate, rispetto al 2004. ancora finiscono in discarica.
mativa europea, recepita anche nel nostro Il sistema consortile raggiunge già oggi gli o-
abbonamento abbinato rivista stampata e “Rifiuti on-line” blicato sulla Gazzetta ufficiale n. 146 del 26 giugno 2006 (il Dm sul Cdr e sul
Cdr-Q, anche se attuativo della “delega”, resta efficace poiché emanato dal
Legislazione norme nazionali
Euro 120,00 abbonamento base, Recupero agevolato: adeguamento messa in riserva non pericolosi
Ministero attività produttive). Lo abbiamo saputo a Rivista già chiusa, dove
più servizio telematico al prezzo speciale di Euro 70,00 + iva. entro il 3 dicembre 2006
avevamo provveduto ad esaminare alcuni Dm. Dm 5 febbraio 1998 – Testo vigente 11
Ideale per chi ha l’esigenza di avere a disposizione immediatamente le notizie più recenti e E adesso tutto ritorna al 29 aprile 2006 come se i Dm attuativi non fossero
desidera comunque conservare le annate complete della rivista stampata. il commento di Maria Letizia Nepi 51
mai stati emanati. Le imprese si allarmano. Però non c’è motivo. L’Authority
non ha iniziato a lavorare; per il riutilizzo di acque reflue vige il precedente L’obbligo di registro incombe anche sui piccoli artigiani
sistema di cui al Dm 185/2003 (non dissimile dal nuovo). La gara dell’Au- Dm 2 maggio 2006 56
torità d’ambito non può essere fatta fino a quando non saranno emanate le il commento di Paola Ficco 59
linee guida nazionali per le Regioni; lo “statuto-tipo” dei Consorzi per gli
imballaggi è improduttivo di effetti per almeno un anno, mentre quello sui Cdr-Q, un decreto tampone che malamente colma le lacune
requisiti Cen degli imballaggi ribadisce solo i requisiti essenziali dell’articolo lasciate dal “Codice ambientale”
9, direttiva 94/62/Ce. Il Dm sulle rocce e terre di scavo per i “piccoli cantieri” Dm 2 maggio 2006 63
era già illegittimo per violazione di legge poiché contrario al Dlgs 152/2006. il commento di Pasquale De Stefanis 67
Il Dm sui beni di polietilene è già stato impugnato dinanzi al Tar Lazio da
I rifiuti urbani vanno a gara
Polieco; quello sull’elenco dei rifiuti era tutto sbagliato. Il Dm finanziario Dm 2 maggio 2006 72
sull’Albo gestori c’era tempo per farlo, come quello sulla riorganizzazione il commento di Giuseppe Gherardelli 75
del Catasto rifiuti, ed entrambi finora non hanno praticamente prodotto ef-
fetti operativi per le imprese.
Edizioni Ambiente Su cosa si fonda l’inefficacia dichiarata dal Ministero dell’ambiente? Su una Giurisprudenza
via N. Battaglia 10, 20127 Milano tel. 02 45487277 fax 02 45487333 legge antica ma non vecchia: legge 20/1994, in materia di giurisdizione e
Definizione autentica di rifiuto e conseguenze della sua soppressione
sito internet www.reteambiente.it e-mail box@reteambiente.it offerta valida fino al 31/12/2006 controllo della Corte dei Conti. È sbagliato pensare che al vaglio della Corte
Corte di Cassazione – III Sezione penale
131 vadano inviati solo gli atti che comportano una spesa, perché a mente del
Ordinanza 16 gennaio 2006, n. 1414 77
Tagliando di abbonamento a RIFIUTI bollettino di informazione normativa suo articolo 3, comma 1, vi sono sottoposti anche “atti normativi a rile- il commento di Leonardo Filippucci 82
da spedire via fax a Edizioni Ambiente 02 45487333 l’abbonamento è effettivo vanza esterna … ed atti generali attuativi di norme comunitarie”, cioè
dal ricevimento del presente modulo quelli di cui trattasi. Per la discarica quasi esaurita “no” all’adeguamento post-operativo
■ Sì, desidero abbonarmi a RIFIUTI bollettino di informazione normativa nella formula: compilato e sottoscritto per accettazione
L’unico problema che si riverbera sulle imprese è dato dalla inefficacia del e alle garanzie finanziarie
■ Rivista stampata, spedizione in abbonamento postale (Euro 120,00) nuovo Dm relativo ai registri di carico e scarico. Queste dovranno tornare al Tribunale amministrativo regionale Veneto
■ Rivista stampata, spedizione in posta prioritaria (Euro 143,00) Dm 148/1998 usando l’articolo 190 della “delega” dove l’obbligo di vidima- Sentenza 16 marzo 2006, n. 609 89
■ Rifiuti on-line (Euro 120,00 + iva Euro 24,00 = Euro 144,00)
■ Abbinata rivista stampata e Rifiuti on-line (Euro 120,00 + Euro 70,00 + iva Euro 14,00 = Euro 204,00)
zione, numerazione e stampa entro i termini previsti per le annotazioni non il commento di Sonia D’Angiulli 90
esiste più. L’articolo 190 è norma sostanziale ed essa è ancora vigente, a dif-
Effettuo il pagamento di Euro ............................................................. tramite: ferenza del Dm 2 maggio 2006 (dichiarato inefficace).
■ versamento su c.c.p. 28159200 intestato a Edizioni Ambiente srl di cui allego fotocopia Tuttavia, questo Dm era già ampiamente illegittimo in quanto viziato da in- Rubriche
■ bonifico su cc n. 000000031450, Banca Popolare di Verona (cab 01603, abi 05188, CIN P) di cui allego fotocopia competenza (relativa) che ricorre quando l’atto è emanato da un organo Quesiti 93
■ carta di credito: ■ CartaSì ■ Visa ■ Mastercard amministrativo diverso da quello avente potestà di provvedere. Infatti, esso a- a cura di Paola Ficco e Loredana Musmeci
Numero Carta Scadenza
vrebbe dovuto essere emanato dal Ministero dell’ambiente, di concerto con i
Luglio 2006
Data Firma
l’utilizzo dei miei dati per l’invio di informazioni commerciali ed iniziative della Casa Editrice.
Firma ........................................................................... Edizioni Ambiente