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STORIA

La situazione degli stati europei a metà '800


- Gran Bretagna (Monarchia Costituzionale portata avanti dalla regina Vittoria dal 1837-
1901):
La Gran Bretagna Vittoriana (1837-1901), rappresentava la prima potenza economica europea
in quel periodo, questo grazie all'ottimo lavoro svolto dalla monarchia costituzionale (il quale
si fondava su un equilibrio tra la tradizione della camera dei Lord e l'efficienza della camera dei
Comuni) e dal parlamento diviso in due camere (sul quale anche Bagehot, noto giornalista
inglese, si esprime in maniera positiva). In Gran Bretagna vigeva il bicameralismo e il
bipartitismo rappresentato dai partiti Whig (partito liberale portato avanti da Gladstone) e Tory
(partito conservatore portato avanti da Disraele) i quali si alternavano il potere.

- Francia (Terza Repubblica dal 1870-1940):


La Francia, contrariamente alla Gran Bretagna, era dominata da instabilità politica. L'avvento
delle fabbriche, aveva indotto i lavoratori ad incontrarsi a determinati orari sotto determinate
condizioni uguali per tutti, questa situazione determinò un aumento del proletariato (una
forma di dittatura al cui capo vi erano i lavoratori; l'obbiettivo era quello di realizzare una forma
di potere comunista) che portò alla creazione del SFIO (un partito socialista) e al CGA (un
sindacato). Un'altra corrente di pensiero diffusasi in Francia durante questo periodo, era quella
del Nazionalismo.
STORIA

Nonostante una situazione politica caotica, in Francia vennero approvate riforme scolastiche
dedite alla laicizzazione e all'obbligo di frequenza fino all'ultimo anno di scuole elementari
nonché la riduzione a 10 ore della giornata lavorativa e la libertà di stampa.

- Germania (Repubblica Parlamentare):


La Germania, rappresentava la seconda potenza mondiale industriale (definita dai Britannici
"Late comers" in quanto il successo economico, era dovuto ad una industrializzazione
posticipata), la cui forma di potere era gestita dal cancelliere Bismarck.
STORIA

La Russia zarista
- Una realtà complessa:
Nonostante in Russia, lo zar Alessandro II nel 1861 avesse abolito la servitù della gleba,
l'agricoltura continuava a basarsi sulla grande proprietà nobiliare e sulla comunità di
villaggio (mir). Seppur tardiva, grazie al ministro delle finanze Vitte (1892-1903) ci fu uno
spiraglio di industrializzazione che permise alla Russia di costruire grandi ferrovie e sfruttare
giacimenti di petrolio e carbone. Così come accadde in Francia, l'evoluzione industriale del
paese fece si che anche in Russia si sviluppasse il proletariato, questo contribuì alla creazione
di 3 opposizioni che minarono ulteriormente la figura dello zar.

- Le opposizioni politiche:

- La rivoluzione del 1905:


A causa degli ingenti costi per la guerra contro il Giappone, più precisamente per il controllo
della Manciuria, lo zar fu costretto ad aumentare le tasse scatenando l'ira e la disperazione del
popolo che sfociò nella cosiddetta domenica di sangue; in questa giornata, un corteo di
persone capeggiato da un prete, si diresse verso la residenza dello zar supplicandolo di
cessare qualsiasi azione bellica, lo zar però, rispose col fuoco provocando più di 100 morti. Il
gesto dello zar scatenò scioperi su tutto il territorio e diede vita ai soviet, un consiglio di
delegati eletti dai lavoratori e dai cittadini comuni. Per riprendere il controllo della situazione, il
governo attuò dure repressioni ma effettuò anche delle concessioni, tra le più importanti la
duma, un parlamento eletto dal popolo, del quale il sovrano si impegnava a rispettare le
decisioni.
Negli anni successivi, il governo fu retto da Stolypin il quale colpì con spietata durezza le
agitazioni dei contadini e il terrorismo social-rivoluzionario, ma avviò anche un'organica opera
di riforma agraria che però ebbe scarso successo. Stolypin morì il 1911 a causa di un attentato.
STORIA

Il caso italiano
- Il decollo industriale:
Come la Russia, anche l'Italia rappresenta un caso di industrializzazione tardiva. Fra Ottocento e
Novecento la nostra penisola conobbe una trasformazione con cui iniziò il lungo percorso di
modernizzazione economica e sociale. Tra il 1887 e il 1911 il reddito nazionale aumentò del
50% grazie alla protezione doganale introdotta dalla sinistra storica con il protezionismo,
questa strategia economica portò dei vantaggi alle città più industrializzate (localizzate
maggiormente al Nord) rafforzandone ulteriormente l'economia, e svantaggi nelle zone del
meridione nelle quali le esportazioni costituivano la maggior parte degli introiti. Un'importante
merito al protezionismo, fu quello di far accrescere le industrie sopratutto quella di tipo
siderurgico che favorì la costruzione di ferrovie e automobili. Il decollo industriale fu
favoreggiato dallo Stato che finanziò l'apertura delle imprese insieme alle banche che
raccoglieva i soldi dei risparmiatori e gli investiva. Nel 1893 nacque la Banca d'Italia che ebbe
il compito di gestire la moneta italiana seppur in un primo momento fu affiancata da quella di
Napoli e Sicilia.

- Il proletariato italiano:
Come era accaduto in altri paesi industrializzati, anche in Italia venne a formarsi un proletariato
industriale sempre più esteso, questo grazie anche al fatto che gli operai lavoravano in
condizioni disumane con salari bassissimi e senza garanzie. La crescita del proletariato portò
lo sviluppo del movimento sindacale articolato in camere del lavoro che organizzavano su
base territoriale lavoratori di diversi settori. Nel 1906 nacque la CGL di ispirazione socialista la
quale dirigeva la lotta sindacale a livello nazionale.
STORIA

- L'eccidio di Bava Beccaris:


Fra il 1898 e il 1900, l'Italia visse un momento di tensione sociale e politica denominato crisi di
fine secolo. Nella primavera del 1898, in seguito ad un'annata di cattivi raccolti, esplosero in
tutto in tutto il paese moti spontanei contro il rincaro del prezzo del pane. Proteste contro il
governo si sollevarono ovunque affinché venissero attuati degli aumenti salariali. La reazione
del governo fu durissima: vennero concretizzate forme di repressione ovunque, in particolar
modo a Milano dove il generale Bava Beccaris cannoneggiò la folla, a questo punto le
tensioni divennero talmente acute, che il governo fu costretto ad assumere atteggiamenti
restrittivi. Nel 1898, fu nominato presidente del consiglio, Luigi Pelloux che propose in
votazione alla Camera, leggi che rendevano permanenti i provvedimenti restrittivi presi nel corso
del tumulti, questa legge non entrò in porto in quanto bloccata sia dalla reazione
dell'opposizione socialista sia dal fatto che la maggioranza liberale si spaccò. Una nuova fase di
Italia liberale venne ristabilita grazie ad un attentato terroristico messo a punto dall'anarchico
Gaetano Bresci che uccise il re Umberto I per vendicare le vittime di Milano, a questo punto
salì al trono Vittorio Emanuele III che nonostante la gravità dell'azione, decise di non
ripercorrere la via della reazione autoritaria.

PROTEZIONISMO

Il protezionismo è una politica economica che,


opposta a quella libero-scambista, tende a
proteggere le attività produttive nazionali
mediante interventi economici statali anche
ostacolando o impedendo la concorrenza di stati
esteri.

SOCIALISMO

Il socialismo è un ampio complesso di ideologie,


orientamenti politici, movimenti e dottrine che
tendono ad una trasformazione della società in
direzione dell'uguaglianza di tutti i cittadini sul
piano economico, sociale e giuridico.

LIBERALISMO

Il liberalismo è un insieme di dottrine politiche,


che pongono precisi limiti al potere e all'intervento
dello stato, al fine di proteggere i diritti naturali e di
salvaguardare i diritti di libertà.
STORIA

L'imperialismo
L'imperialismo è la volontà di uno stato di espandere i propri confini attraverso la conquista di
alcuni territori ai quali verrà attribuita una funzione coloniale. Questo fenomeno interessò alla
fine dell'800, i seguenti stati: Giappone, America, Gran Bretagna, Franca, Germania, Italia e
Belgio.

- Cause economiche:
Tra le cause economiche possiamo inserire la necessità di uno stato di accrescere la propria
influenza commerciale ed l'acquisizione di materie prime e manodopera a basso costo.

- Cause politiche:
Imperialismo significava per uno stato affermare la propria potenza e superiorità rispetto agli
altri stati, ma sopratutto, conquistare sfere di egemonia a livello internazionale..

- Cause militari:
L'esercito vede nelle conquiste coloniali, l'occasione per aumentare il suo peso politico.

- Cause sociali:
L'imperialismo era ben accetto dal popolo in quanto era un modo per sentirsi parte di una
grande nazione, con questo fenomeno inoltre, si intendeva aumentare la nazionalizzazione
delle masse (ovvero rendere omogenea la popolazione da un punto di vista culturale).

- Cause ideologiche:
L'imperialismo portò all'esaltazione dei valori nazionali e ad una successiva diffusione di ideali
di superiorità razziale.
STORIA

- La situazione in Asia:
L'Asia, a fine secolo, era quasi totalmente occupata dalle forze europee, in particolar modo, da
Francia e Inghilterra. Le novità furono rappresentate dall'espansione del Giappone dovute ad
un crescente imperialismo e dall'America, che fino a quel momento si era concentrata
unicamente sulla colonizzazione interna e sulla diplomazia del dollaro, una pratica che
consisteva nell'aumento dell'influenza politica, attraverso investimenti di denaro all'estero.

- La semicolonia cinese:
A causa dei vari conflitti tra i pretendenti del territorio cinese, l'impero celeste non venne mai
diviso politicamente bensì fu la sua economia ad essere affidata in mano a stati stranieri. Viene
definita semicolonia in quanto l'America nel 1899, attuò la politica della porta aperta, cioè
dell'uguale diritto per tutti i paesi di commerciare con la Cina, rendendola di fatto una colonia
di tutte le potenze.

- La rivolta dei boxer:


La rivolta dei boxer, fu per l'appunto una rivolta, che vide protagonisti un gruppo di xenofobi
cinesi i quali puntavano a scacciare il popolo occidentale dal territorio cinese in nome delle
millenarie tradizioni rinunciando quindi anche alla modernizzazione del paese. Fu duramente
represso infliggendo ai cinesi una nuova pesante umiliazione. Un movimento con ideali
moderni e più occidentali, fu rappresentato da Sun Yat-sen con il Guomindang (partito del
popolo) avente 3 punti fondamentali: autonomia nazionale,democrazia politica e
uguaglianza sociale. Sun Yat-sen riuscì nel suo intento e instaurò la prima repubblica nella
storia della Cina nel 1912.

- Scramble for Africa:


Lo scramble for Africa, fu una corsa delle potenze europee per cercare di conquistare più
territori possibili per ricavarne schiavi e risorse a basso prezzo; questa "fame" di conquista
,venne avvantaggiata dalle innovazioni in ambito tecnologico e medico, un esempio era il
chinino. Il punto di svolta fu segnato dalla conferenza di Berlino del 1884 organizzata per
prevenire scontri fra le potenze contendenti che accelerò tutte le operazioni belliche, in poco
più di 10 anni, tutte le spedizioni militari si conclusero.

CHININO

Il chinino è una sostanza scoperta alla fine del


1800, che permise agli europei di invadere l'Africa
senza il rischio di contrarre la malaria.
STORIA

Giolitti
Il febbraio del 1901 il parlamento italiano, si riunì per discutere sulla chiusura della camera di
lavoro di Genova, questo evento avrebbe segnato un'ulteriore profonda cicatrice all'interno del
panorama sociale italiano che già era stata colpito dalla drammatica crisi di fine secolo. Questo
disastro venne scongiurato da Giolitti, secondo il quale, un evento simile non solo avrebbe
scatenato rivolte in tutto il paese, ma avrebbe reso il governo un nemico delle classi lavoratrici.

- Gli ideali:
Il pensiero di Giolitti può essere definito come liberalismo progressista: un'idea che
promuoveva l'alleanza sociale tra le forze produttive moderne del paese e i socialisti
attraverso una politica di riforme.

- Presa del potere:


Nel 1901, il re Vittorio Emanuele III, diede potere politico al liberale Giuseppe Zanardelli
ritenendo che ciò avrebbe contribuito a pacificare il paese. Zanardelli fu affiancato più volte da
Giolitti il quale, a seconda delle situazioni, lasciava e riprendeva il potere; un'azione furba che
contribuì a mantenere stabile la stima nei suoi confronti da parte del popolo.
Giolitti mantenne le promesse, consentendo al governo di ottenere una posizione di
neutralità dei conflitti sindacali i quali si intensificarono sempre di più fino al 1906 con la
creazione della CGL, tutti questi avvenimenti portarono alla popolazione della Bassa Padana
un aumento salariale che avrebbero giovato sull'economia interna del paese.

- Le riforme:
Il duo Zanardelli-Giolitti promosse delle importanti riforme nel campo della legislazione
sociale: tra le più importanti citiamo la statalizzazione delle ferrovie. municipalizzazione dei
servizi, nazionalizzazione delle assicurazioni sulla vita e una nuova legge scolastica che
garantì l'istruzione elementare obbligatoria; una vera novità fu rappresentata da sistemi di
sicurezza sociale per infortuni ai lavoratori.
Nonostante questa ventata di modernizzazione, Giolitti non prestò grande attenzione ai popoli
meridionali, quasi la totalità delle tasse venivano utilizzate per finanziare opere pubbliche al
nord, al sud verrà si creato l'acquedotto pugliese, ma solo per mezzo di alcune leggi speciali,
tra l'altro molti dei fondi stanziati finiranno per alimentare corruzione e malavita.
STORIA

La prima guerra mondiale


Nonostante sia stata meno sanguinosa della seconda, la prima guerra mondiale sconvolse il
mondo con l'intensità, la durata e la distruttività degli eventi superiori a qualsiasi precedente
esperienza umana.
- Le cause:
-La crescente competizione tra i vari stati europei
-La corsa agli armamenti
-Un nazionalismo aggressivo
-Una forte instabilità politica nell'area balcanica
-La presenza di contenenze territoriali

- La goccia che fece traboccare il vaso, la "trappola delle alleanze":


La principale causa che coinvolse tutte le nazioni europee in questo conflitto, fu l'uccisione
dell'arciduca Francesco Ferdinando (erede al trono dell'impero austro-ungarico) a Sarajevo il
28 Giugno 1914, questo scatenò la cosiddetta trappola delle alleanze.
La trappola delle alleanze, scattò per tutta una serie di decisioni prese dai capi di stato, che
agirono in modo da arrivare alla guerra, nessuno di loro però, capì esattamente ciò che
sarebbe accaduto, finché non ebbero modo di vederlo con i propri occhi. I giorni dell'azzardo
(ovvero i giorni successivi all'attentato) segnarono il momento in cui l'Austria dichiarò guerra
alla Serbia (nonostante non ci fossero prove della partecipazione del governo Serbo
all'attentato). Il 29 luglio, lo zar firmò un ordine di mobilitazione generale (sotto pressione
dell'opinione pubblica) per supportare la Serbia nella guerra contro l'Austria. Nei giorni
successivi, fece comparsa la Germania che chiese alla Russia di mettersi da parte, la richiesta
venne rifiutata e l'impero tedesco si schierò a favore delle truppe austriache dichiarando
guerra alla Russia il 1° Agosto. La prima mossa in questo conflitto, venne effettuata dalla
Germania che intendeva sfondare a occidente attraverso il territorio neutrale del Belgio,
quest'ultimo si rifiutò di concedere il passaggio e venne invaso il 4 agosto dall'impero tedesco;
secondo alcune indiscrezioni, fu questo il momento che segnò l'entrata dell'impero Britannico
nella guerra.

- Il punto della situazione agli inizi di Agosto:

Alleati dell'impero austriaco Alleati della Serbia


Impero tedesco (1 agosto 1914)
(intervenne poiché la Russia non si rifiutò di aiutare Russia (29 luglio 1914)
la Serbia)

3^ Repubblica Francese (1 agosto 1914)


(nonostante fosse rimasta piuttosto passiva,
intervenne in quanto guerra alla Russia significava
guerra alla Francia)
Impero britannico (4 agosto 1914)
(la Germania per raggiungere la Francia, invase il
neutrale Belgio, questo infastidì gli inglesi che,
non potendo sopportare una Germania
dominatrice nel continente Europeo, andava
repressa)
STORIA

- Le comunità d'Agosto:
La notizia dello scoppio della guerra, instaurò nei cittadini di ogni nazione, uno spirito di
concordia nazionale che mise da parte divergenze politiche, conflitti e discriminazioni di
classe per dedicarsi esclusivamente alla repressione del nemico.

- Il fallimento del socialismo:


Convinti di essere chiamati a combattere una guerra difensiva, il socialismo reputò in un primo
momento le azioni del conflitto, giuste; questo creò nei socialisti, una necessità di difendere la
propria patria che tradiva gli ideali del movimento basati sul totale pacifismo.

- Una guerra che smentì ogni previsione:


Secondo alcune previsioni, una guerra di massa non era sostenibile a lungo, perciò si giunse
alla conclusione secondo la quale il conflitto sarebbe dovuto durare non più di qualche mese;
sfortunatamente non fu così: gli stati maggiori, legati ancora a una visione ottocentesca della
guerra, non previdero che i nuovi armamenti avrebbero reso il conflitto non solo più
distruttivo, ma anche più equilibrato. Anche dal lato economico accadde l'inaspettato,
durante il conflitto infatti, gli apparati industriali dimostrarono grande flessibilità il che
contribuì al prolungamento della guerra. Nessuno dei contendenti aveva la superiorità
numerica che serviva a prevalere sul nemico, pertanto la triplice intesa tentò di avere la
meglio sull'impero ottomano, entrato in guerra, a favore degli imperi centrali, nell'ottobre del
1914.

- L'Italia in guerra:
Inizialmente il capo del governo Salandra, dichiarò la neutralità del nostro paese, ma con la
continua richiesta di alleanza da parte dei contendenti, istituì una politica dettata dal sacro
egoismo: da una parte trattò con gli imperi centrali per ottenere le terre irredente in cambio
della neutralità italiana, dall'altra avviò contatti per un intervento a fianco dell'intesa. Dato che
l'Austria non sembrava disposta a concedere le terre irredente all'Italia, si pensò in un primo
momento di continuare a rimanere neutrali, successivamente però, per affermare il proprio
potere nel quadro politico europeo, si decise comunque di intervenire nel conflitto anche se
diversamente dagli altri paesi europei, il consenso da parte del popolo non fu molto diffuso,
anzi vennero attuati diversi scioperi e proteste piuttosto sanguinose. Il 24 maggio 1915
,nonostante tutto, l'Italia entrò in guerra.
STORIA

- Il punto della situazione a fine maggio 1915 :

Alleati dell'impero austriaco Alleati della Serbia


(imperi centrali) (l'intesa)

Impero tedesco (1 agosto 1914) Russia (29 luglio 1914)


(intervenne poiché la Russia non si rifiutò di aiutare
la Serbia)
3^ Repubblica Francese (1 agosto
Impero ottomano (ottobre 1914) 1914)
(si schierò dalla parte degli imperi centrali, (nonostante fosse rimasta piuttosto passiva,
temendo di venire aggredito dalla Russia) intervenne in quanto guerra alla Russia significava
guerra alla Francia)
Impero britannico (4 agosto 1914)
(la Germania per raggiungere la Francia, invase il
neutrale Belgio, questo infastidì gli inglesi che,
non potendo sopportare una Germania
dominatrice nel continente Europeo, andava
repressa)

Impero giapponese (23 agosto 1914)


(l'unico stato ad aver tratto qualche beneficio con
l'inizio della guerra)

Regno d'Italia (24 maggio 1915)


(entrò in guerra sia per affermare il proprio potere
e consolidare l'Unità sia perché, grazie al patto di
Londra, con l'entrata in guerra, avrebbe ottenuto
delle concessioni territoriali)
STORIA

Rivoluzione russa
- Le cause:
La causa principale della rivoluzione russa, fu la grave crisi economica che colpì lo stato a
seguito della Prima Guerra Mondiale. La scarsità degli alimenti dovuti al trasporto dei contadini
verso il fronte,la drastica svalutazione della moneta e l'assolutismo zarista, suscitarono nel
popolo un grande senso di astio verso le classi dirigenti che sfociò in scioperi e manifestazioni
di protesta nel Febbraio 1917. Lo zar ordinò di sciogliere le manifestazioni e dichiarò lo stato di
assedio, le truppe però, fraternizzarono con gli scioperanti costringendo lo zar Nicola II,
rimasto ormai senza supporto militare, ad abdicare: agli inizi di Marzo, il regime zarista era
finito (questo principalmente per la debolezza della monarchia nella quale il potere era
assegnato a pochissime persone).

- La nuova organizzazione politica:

In seguito al rovesciamento del regime zarista, bisognava presto trovare una nuova
organizzazione politica. I giorni della rivoluzione produssero due centri di potere: il governo
provvisorio nominato dalla duma (parlamento eletto dal popolo approvato nel 1905 dallo zar
con poteri limitatissimi) e i soviet (assemblee popolari costituite da gente comune) costituiti
anche dai bolscevichi (che intendevano avviare una rivoluzione per instaurare una volta per
tutte, il socialismo). Come sappiamo governo provvisorio e soviet nutrivano ideali
completamente opposti l'un l'altro (in quanto da una parte si intendeva attuare una politica
riformista e dall'altra una politica rivoluzionaria verso il socialismo).

- Vuoto di potere e opposizioni interne:


Né il governo provvisorio né i soviet erano in grado di impugnare le redini di un paese
sconvolto dalla guerra e da una rivoluzione che ogni giorno peggiorava. Le varie posizioni
politiche non volevano incaricarsi di alcuna responsabilità: i liberali erano ostili sia alla pace
che alla riforma agraria ideata dai socialrivoluzionari; i socialisti divisi tra bolscevichi e
menscevichi ritenevano che la rivoluzione fosse di stampo borghese e che spettava ai liberali
condurla; i socialrivoluzionari erano divisi tra un'ala che appoggiava la rivolta contadina e
un'altra ala che invece, voleva frenarla tutto questo portò a una situazione di stallo che venne
definita, vuoto di potere.

- L'espansione bolscevica:
Il vuoto di potere venne colmato dal ritorno di Lenin che, attraverso le tesi d'aprile, propose il
rovesciamento del governo provvisorio e l'attribuzione del potere ai soviet, attuando la
riforma agraria e ponendo fine alla guerra: due questioni che non vennero affrontate dal
governo provvisorio e che man mano lo portarono alla perdita di autorevolezza ma allo stesso
tempo aumentarono la popolarità dei bolscevichi.

- La crisi del luglio 1917:


Nel luglio del 1917 la situazione diventò ingestibile: i tedeschi minacciavano la capitale russa e
un violento movimento insurrezionale costrinse il governo ad arrestare i bolscevichi col la
conseguente fuga verso la Finlandia di Lenin.
STORIA

- La rivoluzione d'Ottobre:
La rivoluzione d'Ottobre segnò il ritorno clandestino di Lenin che, nella notte tra il 24 e il 25
Ottobre del 1917 con l'appoggio di Lev Trockij e Stalin riuscì ad organizzare un'occupazione
con tutti i sostenitori del partito bolscevico di tutti i punti strategici della città, incluso il palazzo
d'Inverno. Questa insurrezione sebbene fosse nota, incontrò pochissima resistenza a causa
del collasso delle istituzioni; grazie a questa insurrezione il governo provvisorio fuggì
lasciando il potere nelle mani dei bolscevichi i quali costituirono un governo rivoluzionario
formato unicamente da soviet.
STORIA

Il pre-fascismo
- Le cause del successo:
Come sappiamo, alla fine della prima guerra mondiale, l'Italia era sull'orlo di una rivoluzione
civile, fortunatamente però, questa non avvenne grazie all'ascesa del fascismo. Nel 1919 il
fascismo non aveva grande rilevanza politica ma, grazie ad un'ottima propaganda, a una crisi
dell'istituzioni, allo squadrismo (squadre fasciste che praticavano atti terroristici incontrastati
dalle forze dell'ordine mirati a distruggere sindacati e movimenti socialisti -spesso finanziati
da proprietari terrieri e industriali-) e al desiderio del popolo di avere al potere una figura forte
che ristabilisse l'ordine,il movimento si ritrovò nel 1922 ad avere potere assoluto sul paese.

- La nascita del partito fascista:


Un'altra causa che contribuì all'ascesa del partito fascista, fu la forte instabilità politica: le
vecchie classi dirigenti, non riuscivano più ad esprimere maggioranze di governo, Mussolini si
mosse abilmente in questa situazione presentando il fascismo come la sola forza politica in
grado di risolvere la crisi italiana. Nel 1921, venne istituito il Partito Nazionale Fascista, con lo
scopo di moderare le violenze squadristiche. I ras (i capi squadristi locali), erano contrari a ogni
moderazione della violenza per questo le violenze continuarono, e il Partito si dedicò per
operare sul piano della legalità politica, con l'obbiettivo di limitare i poteri al parlamento come
previsto col nuovo programma del Partito Fascista.

- Le scissioni socialiste:
Con il congresso di Livorno del gennaio 1921, il partito socialista si indebolì ulteriormente a
causa di nuove divisioni interne: il Partito Comunista d'Italia e il Partito Socialista Unitario con
segretario Giacomo Matteotti. Matteotti continuerà imperterrito la sua campagna anti-violenza
contro Mussolini cercando di denunciarne ogni episodio diventandone a tutti gli effetti il suo
diretto rivale, questo però gli costerà la vita nel 1924.

- La marcia su Roma:
Nell'estate del 1922, Mussolini ritenne che era ormai possibile avviare un'azione di forza, nei
mesi precedenti, aveva rafforzato l'apparato militare riorganizzando le squadre in una milizia
fascista. La marcia su Roma ebbe inizio verso Febbraio con l'occupazione di edifici pubblici in
varie città del centro Italia eccetto Roma ove si temeva una disfatta a causa della difesa
dell'esercito. L'allora presidente del consiglio Facta, cercò di far firmare lo stato d'Assedio al
re ma quest'ultimo rifiutò, il premier si dimise e venne sostituito da Salandra il quale affidò a
Mussolini la carica di ministro, che venne rifiutata con la pretesa del governo dal re e che
venne concessa. Questo episodio, non segnò l'inizio della dittatura fascista bensì un governo
di coalizione. Il 16 novembre Mussolini presenterà il discorso del bivacco e a causa dei voti
favorevoli, si approprierà non solo del governo ma dell'intero Stato.
STORIA

- Il rafforzamento del partito fascista:


Il principale problema di Mussolini restava la stabilità della sua maggioranza, le forze non
fasciste che la costituivano, potevano in qualsiasi momento mettere in ginocchio il partito.
Pertanto Mussolini cercò di prevenire questa situazione istituendo innanzitutto una Milizia
volontaria per la sicurezza nazionale, in modo tale che questi soldati avrebbero risposto solo
al capo di governo e non al re usandolo a tutti gli effetti come arma di ricatto, in seguito attuò
delle riforme economiche che potessero far gola ai privati, e poi cercò di guadagnarsi le forze
clerico-moderate rinunciando ai toni anticlericali precedenti ed istituendo la riforma Gentile
nelle scuole .

- Le elezioni del 1924:


Con la legge Acerbo (voluta da Mussolini per consolidare la maggioranza e togliere spazio alle
opposizioni), si sancì che la maggioranza sarebbe stata tale con il 25% dei voti. Durante le
elezioni del 1924 la lista dei candidati era formata principalmente da fascisti e alleati il che gli
consentì di ottenere il 65% dei voti e di togliere ulteriore spazio alle opposizioni in parlamento.
Ovviamente le votazioni furono accompagnati da violenze e imbrogli che vennero denunciate
da Giacomo Matteotti il 10 giugno 1924, il quale venne subito dopo rapito e ucciso.

- Il delitto Matteotti:
Il delitto Matteotti scosse fortemente l'opinione pubblica aprendo anche una grave crisi
politica: alcuni sostenitori di Mussolini si allontanarono temporaneamente dal partito e le
opposizioni decisero per protesta di non partecipare più ai lavori delle Camere affermando di
non riconoscere l'atto compiuto con la secessione dell'Aventino. Questo atto ebbe un forte
impatto morale ma debole a livello pratico, in quanto per destituire Mussolini, sarebbe
dovuto intervenire Vittorio Emanuele III e così non fu. Il 3 gennaio 1925, Mussolini attraverso
un discorso si assunse le responsabilità dell'accaduto iniziando di fatto ad instaurare la
dittatura fascista.
STORIA

La dittatura fascista
- L'inizio della dittatura:
La dittatura fascista avvenne sotto alcuni provvedimenti noti come leggi fascistissime mirate
a eliminare ogni libertà sia politica sia di pensiero, a centralizzare il potere sul partito e la
nascita di strumenti repressivi come il Tribunale speciale per la difesa dello stato. Con la
centralizzazione del potere, il parlamento assunse una funzione puramente formale accentuata
dalla legge elettorale del 1928 mirata a indebolire il potere del suffragio democratico.

- I sindacati durante il fascismo:


Durante il fascismo, gli organi sindacali, cessarono di essere organismi indipendenti per
sottostare ai controlli dello Stato. Con il patto di Palazzo Vidoni (che vedeva la fusione della
Confederazione nazionale dei sindacati fascisti e Confindustria), si ammettevano solo
contratti di lavoro stipulati con sindacati fascisti. Vennero aboliti scioperi e commissioni
interne in quanto i conflitti dovevano essere decisi dalla magistratura del lavoro. Con la Carta
del lavoro del 1927 si realizzò un ordinamento corporativo, con il quale tutti i settori lavorativi
vennero organizzati in 22 corporazioni.

- Mezzi di comunicazione e stile di vita fascista:


Con l'instaurazione della dittatura fascista, Mussolini si dedicò alla fascistizzazione dello stato
e della società civile; per reprimere eventuali dissensi, venne attuata un'opera di controllo
dell'informazione finalizzato a eliminare stampa antifascista, a creare enti radiofonici (Eiar) e
cinematografici (Istituto Luce). L'agenzia di stampa Stefani, controllata direttamente dal
regime, divenne fonte ufficiale e monopolistica delle informazioni. Attraverso il ministero della
Cultura popolare si misero sotto controllo tutti gli aspetti della vita culturale.

L'iscrizione al partito, divenne quasi obbligatoria per ottenere impieghi e promozioni tanto che
venne chiamata la tessera del pane. Inoltre il regime si occupò di organizzare delle istituzioni
volte a inculcare ideali fascisti nella gioventù (Opera nazionale balilla, Giovani fascisti e
Gruppi universitari fascisti unite successivamente nella Gioventù italiana del littorio).

Per quanto riguarda i lavoratori, Mussolini istituì l'Opera nazionale dopolavoro e la


Federazione nazionale fascista delle massaie rurali che organizzavano il tempo libero dei
lavoratori con gite, gare sportive, sconti, ecc... fu il massimo sforzo compiuto dal regime per
ottenere consensi da contadini e operai.

- I patti lateranensi:
La ricerca del consenso e della stabilità politica, indussero Mussolini a istituire i patti
lateranensi, per riconciliarsi con lo Stato della Chiesa. In questi patti, venne riconosciuta la
sovranità dello stato su Roma capitale e la sovranità pontificia sul Vaticano. Lo stato doveva
poi versare a titolo di indennità una somma di denaro al Vaticano. Questo gesto fece
ottenere al fascismo una sorta di riconoscimento da parte della Chiesa, nonostante in seguito
Mussolini abolirà le associazioni cattoliche (eccetto l'Azione cattolica) e priverà alla chiesa di
praticare attività non legate alla religione.
STORIA

- L'economia fascista:
A causa di una crescente inflazione all'interno del paese, l'economia fu contrassegnata da un
crescente intervento dello stato. che attuò la rivalutazione della moneta (quota 90) attraverso
una severa manovra deflazionistica che non solo aveva uno scopo economico, ma anche
politico ovvero quello di consolidare l'autorevolezza del regime fuori e dentro lo stato.
Questa manovra però mise in difficoltà tutte quelle attività che vivevano di esportazioni e
rafforzò la grande industria.

- La crisi del 1929:


Le conseguenze della crisi del 1929 si fecero sentire anche in Italia, la riduzione della
produzione industriale e del commercio estero aumentò la disoccupazione. Per contrastare
questo fenomeno, venne creato l'Istituto per la ricostruzione industriale (IRI) che acquisì le
principali banche e il 20% dell'intero capitale azionario nazionale, intensificando i rapporti tra
stato e gruppi industriali.

- Politica demografica:
Il fascismo incentivò una politica demografica espansiva, nonostante non ebbe alcun
successo nell'aumento della natalità, ebbe un'importanza nell'ideologia totalitaria fascista
tanto che venne sostenuta con alcuni incentivi come l'imposta sul celibato, assegni famigliari,
sgravi fiscali, ecc... Venne inoltre abolita l'emigrazione per ragioni di prestigio interno e
internazionale.

- Ideologia ruralista:
Mussolini credeva che le campagne fossero i luoghi dove si sarebbe potuta attuare la crescita
demografica affermando allo stesso tempo un modello di vita stabile, lontano dalle
inquietudini della vita urbana. Questo ruralismo si tradusse in una serie di "battaglie" come
quella del grano, che puntava a migliorare la bilancia dei pagamenti e a raggiungere
l'autosufficienza agricola. Avviò anche una serie di bonifiche, di cui solo un decimo vennero
portate a termine, tra quelle più vaste ricordiamo l'agro pontino.

- Amministrazione per enti:


La presenza dello stato in tutti gli ambiti possibili ed immaginabili, diede vita a numerosi enti,
attribuendo allo stato fascista i connotati di uno stato assistenziale come altri paesi europei.

- Espansione coloniale:
La politica coloniale fascista, fu inizialmente rivolta al consolidamento dei possedimenti in
Africa mediante imprese di colonizzazione (costruzione di strade e infrastrutture), nel 1934
però maturò l'idea di conquistare militarmente l'Etiopia (l'unico territorio rimasto inerme alla
gara imperialistica) per una questione di prestigio internazionale, economico e per ottenere
consensi dal popolo. Le spedizioni militari iniziarono nel 3 ottobre 1935 con l'ausilio di ingenti
quantità di soldati e gas tossici. La condanna internazionale dell'aggressione italiana si
tradusse da parte della società delle nazioni (di cui faceva parte anche l'Etiopia) in sanzioni
economiche come ad esempio la vendita di armi in Italia. Ironico è il fatto che non venne
proibita l'esportazione delle materie con cui le armi si fabbricavano.
STORIA

- Le conseguenze dell'espansione:
Durante il periodo delle sanzioni, il popolo italiano donò l'oro alla patria per aiutare il regime
nell'affrontare le spese. Le conseguenze dell'impresa di Etiopia furono ben più gravi:
Innanzitutto l'Italia si allontanò dalle potenze democratiche occidentali ponendosi sempre più
vicino alla Germania di Hitler, in secondo luogo, vi fu un'accelerazione dell'autarchia che in
un paese povero di materie prime come l'Italia, comportò un indebolimento del sistema
produttivo.

"Non è soltanto un esercito che tende verso i suoi obbiettivi, ma è un popolo intero di
quarantaquattro milioni di anime, contro il quale si tenta di consumare la più nera delle ingiustizie:
quella di toglierci un po' di posto al sole."

Mussolini sulle sanzioni imposte dalla società delle nazioni

- Segnali di crisi e leggi razziali:


Un primo segnale di crisi si ebbe a partire del 1938, la politica autarchica, la crescente
invadenza dello stato e un'economia orientata più a una prospettiva bellica, iniziò a
preoccupare ceto medio e borghesia imprenditoriale.
Le leggi razziali furono approvate nell'autunno del 1938, vennero introdotte le norme
discriminatorie nei confronti degli ebrei con divieto di sposarsi con gli italiani ariani e una serie
di provvedimenti mirati ad emarginare la comunità ebraica.
STORIA

La repubblica di Weimar
- La situazione tedesca nel dopoguerra:
In Germania e in tutta l'Europa centrale, il dopoguerra fu dominato da una situazione
economica gravissima e forte instabilità politica. Come sappiamo, dopo il conflitto, l'Impero
Austroungarico si divise in Austria e Ungheria le quali seguirono 2 strade differenti fra loro:
▪ In Austria nacque una repubblica parlamentare sorretta da una costituzione
democratica mandata avanti da partito democratico e partito cristiano-sociale. Il
clima politico comunque, rimase molto instabile e si svilupparono movimenti
squadristici sulla scia del fascismo italiano.
▪ In Ungheria si instaurò comunque una repubblica parlamentare dominata però da
movimenti rivoluzionari. In seguito il paese venne occupato dai rumeni i quali vi
instaurarono un regime autoritario che durò fino alla seconda guerra mondiale.
A Berlino, dopo la fuga del Kaiser, si instaurò una repubblica guidata dai. Il primo atto fu la
firma dell'armistizio di Rethondes, in seguito strinsero accordi con imprenditori per una serie
di vantaggi economici e gerarchie militari affinché fossero fedeli alla repubblica in cambio di
una rinuncia a trasformazioni rivoluzionarie (mosse tipiche del socialismo tedesco basato su
ordine, legalità e riforme). La sinistra tedesca si divideva poi in 3 fazioni principali:
▪ Il partito socialdemocratico (spd): per risolvere la crisi economica era necessario agire
attraverso modi rivoluzionari.
▪ I socialisti indipendenti (uspd): staccati dal partito socialdemocratico in quanto
secondo loro la crisi si sarebbe dovuta risolvere attraverso ampie riforme economiche
e non con la guerra.
▪ Gli spartachisti: Guidati da Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, avevano in programma
una rivoluzione socialista che prevedesse la presa al potere da parte dei consigli
degli operai. In seguito verranno repressi.
In parlamento erano presenti in minoranza anche alte le gerarchie militari e i Freikorps: gruppi
di volontari e ex militari con l'obbiettivo di scacciare la sinistra.

- Riforme e violenza:
Nel 1919, si tennero le elezioni per l'assemblea costituente che vide vincitori il governo di
coalizione formato dal partito socialdemocratico, cattolici e liberal-democratici. Il nuovo
governo introdusse riforme sociali (giornata lavorativa di 8 ore, potenziamento del sistema di
assicurazioni) e firmò la pace di Versailles (firmata a Weimar in quanto relativamente più
tranquilla rispetto Berlino) e le conseguenze disastrose ad essa connesse.

Nell'agosto dello stesso anno, venne approvata la Costituzione di Weimar, che trasformava la
Germania in uno stato parlamentare federale con presidente eletto direttamente dal popolo.
La Costituzione di Weimar era molto avanzata in quanto integrava principi di liberalismo,
democrazia, uguaglianza, giustizia sociale e norme di tutela del lavoro e garanzie sociali.
Durò solo 10 anni. I primi anni della repubblica di Weimar furono estremamente difficili con le
continue pratiche di violenza che si diffondevano a macchia d'olio. Ci furono 2 colpi di stato,
sventati: uno nel 1920 e l'altro nel 1921 a opera di Erich Ludendorff e Adolf Hitler.
STORIA

- Inflazione:
La Francia, per costringere la Germania a pagare i debiti di guerra, occupò Ruhr, una delle
principali aree industriali tedesche, questa azione contribuì ad aggravare la già difficile
condizione economica del paese aumentando ulteriormente l'inflazione e la svalutazione
della moneta a livelli impressionanti, tanto che gli impiegati ebbero mezz'ora di tempo al
giorno per spendere i loro guadagni prima che la moneta si svalutasse. Questa situazione
causò un impoverimento e un malcontento del ceto medio (degli operai in modo minore per
via dei sindacati con i quali difendersi). La situazione migliorò leggermente nel 1924 con
l'intervento degli Stati Uniti attraverso il piano Dawes che assicurò ampi finanziamenti e debiti
di guerra rateizzati. Venne coniata una nuova moneta il Rentenmark (marco di rendita)
garantita dallo stato.

- Un equilibrio precario:
Come ben sappiamo, nel 1929, ci fu una gravissima crisi economica internazionale. L'economia
tedesca, strettamente legata a quella americana, fu quella che maggiormente avvertì il
colpo. Nel giro di qualche anno, 1/3 della popolazione tedesca si ritrovò disoccupata e di
conseguenza ripresero i conflitti sindacali a causa di una nuova svalutazione della moneta.
E' grazie a questa situazione che Adolf Hitler riuscirà a prendere il potere.

- L'ascesa di Hitler:
Reduce della prima guerra mondiale, Hitler si unì al Partito nazionalsocialista tedesco dei
lavoratori; le sue doti carismatiche lo portarono nel 1923 a tentare un colpo di stato, che però
fallì e per cui venne condannato a 5 anni di reclusione, scontati a 1 grazie a delle sue
conoscenze. Il processo gli diede modo di segnalarsi nel panorama tedesco nel quale riuscì a
propagandare le sue idee con un'opera intensa di agitazione politica. L'esperienza di
Monaco fece comprendere a Hitler come per ottenere il potere, non era necessaria la violenza
bensì il consenso elettorale come imparò da Mussolini, di cui lui era ammiratore. Le tre parole
d'ordine di Hitler furono: comunità di popolo, lo spazio vitale e la razza.
▪ Comunità di popolo (Volksgemeinschaft): I nazisti si proposero come gli autentici
interpreti della volontà del popolo, inteso non come una somma di individui ma come
comunità nazionale. Analogamente a quello che fece Mussolini, Hitler si propose
come l'unico in grado di risollevare le sorti della Germania, conquistando il consenso
di chi nazista non era. In quanto socialista, predicava l'instaurazione di un nuovo tipo di
socialismo, anti-marxista basato non sui valori della classe operaia ma sul potere di
uno stato forte.
▪ Lo spazio vitale (Lebensraum): Lo spazio vitale rappresentò per lo stato nazista
un'idea mai abbandonata ma allo stesso tempo, mai portata al termine. Si trattava di un
diritto per sviluppare e affermare le proprie capacità sul piano internazionale.
Un'esaltazione della lotta e della violenza dove solo i popoli più forti potevano
affermarsi.
▪ La razza: Sarà l'elemento propagandistico fondamentale del periodo nazista e in
seguito, il perno della dittatura, secondo Hitler, il popolo non è una serie di persone
legate tra loro dalla storia, cultura o appartenenza bensì è una comunità razzialmente
omogenea. Come descritto nel programma nazista, per essere considerati cittadini
STORIA

era obbligatorio avere sangue puramente tedesco. Vennero presi di mira gli ebrei,
accusati di un fantomatico complotto giudaico-bolscevico internazionale.

- Il sogno di Hitler:
Più che programma politico, Hitler offrì ai tedeschi una prospettiva di radicale mutamento: il
sogno del risorgimento della Germania liberata dai dissidi sociali e unita nell'odio verso il
nemico. Con questi ideali Hitler si fece spazio all'interno del ceto medio, che non volendo
nuovamente i problemi legati all'inflazione, lo appoggiarono; allo stesso tempo, ottenne
consensi da militari ed élite economico-finanziare in quanto videro in lui una risorsa per
risolvere la crisi attraverso una forma autoritaria (con una situazione analoga a quella di
Mussolini). Il movimento nazista diventò un'organizzazione gerarchica, con squadre militari
come le SA.
Grazie ad una potente campagna propagandistica e a una crisi politica ed economica divenuta
ormai ingestibile, nel gennaio del 1933 venne affidata la carica di cancelliere a Hitler nella
speranza che potesse risollevare le sorti del paese.
STORIA

Il regime nazista
- L'incendio del Reichstag:
Nel marzo 1933, si tennero delle nuove elezioni precedute da violenze e intimidazioni da
parte dell'SA. Al termine delle votazioni, Hitler si assicurò la maggioranza assoluta in
parlamento con il 44% dei voti più 8% dovuti ai suoi fiancheggiatori nazionalisti. L'incendio del
parlamento, avvenuto pochi giorni prima delle votazioni, fornì il pretesto per far arrestare
molti comunisti, socialisti e liberali.

- Il suicidio del parlamento:


Vinte le elezioni, Hitler emanò una legge che conferisse a lui pieni poteri tra il quale
legiferare in contrasto con la Costituzione. Nonostante non avesse la maggioranza
parlamentare, l'arresto di molti suoi nemici politici e i voti favorevoli da parte dei cattolici fece
sì che la legge fosse approvata, segnando di fatti, la fine del parlamento repubblicano.

- L'allineamento:
Ottenuti i pieni poteri, Hitler avviò una pratica chiamata allineamento, questo vietò in qualsiasi
tipo di istituzione (pubblica o privata), organizzazione e giornale e di esprimere opinioni
contrarie al partito nazista. La radio fu sottoposta a controllo governativo e tutti i partiti
furono dichiarati illegali. Si trattava essenzialmente di una legge che abolì la libertà di
pensiero politico, come fece Mussolini con la fascistizzazione dello stato. I rapporti con la
chiesa vennero regolati in modo simile a Mussolini: in cambio della libertà di culto, la chiesa
non avrebbe dovuto interferire con la politica.

- I lager:
Nel marzo del 1933, venne costruito a Dachau il primo campo di concentramento. Inizialmente
lo scopo era quello di contenere i nemici politici, successivamente come sappiamo, vennero
deportati anche gli ebrei. Per stroncare quello che poteva diventare un potere alternativo, il
30 giugno 1934 nella notte chiamata "dei lunghi coltelli", Hitler ordinò l'eliminazione del capo
e di alcuni dirigenti dell'SA, il presidente dell'Azione cattolica e in generali diversi personaggi
inaffidabili. Questa azione non suscitò alcuna polemica, anzi, Hitler venne visto come colui che
per portare a termine le sue promesse, era disposto anche ad ammazzare i suoi amici.

- Il terzo Reich
Alla morte del capo di stato Hindenburg nel 1934, Hitler ne assunse le carica concentrando su
di se tutti i poteri, iniziando di fatto la dittatura Hitleriana. Il Fuhrer non sentì la necessità di
creare una nuova costituzione, bensì decise di privare di ogni autonomia le strutture dal
potere legale in modo che non potessero più esprimere una volontà indipendente.
Differentemente dalla dittatura Mussoliniana, il partito nazista non venne assorbito dallo stato
bensì tutti gli organi diventarono esecutori della volontà di Hitler il quale era l'unica fonte di
diritto con potere assoluto.
STORIA

- La poliarchia nazista:
A differenza del fascismo, nel nazismo tutti gli organi o poteri furono completamente
assorbiti dal sistema totalitario. Lo stato nazista però, non era concentrato solo sul Fuhrer
bensì era organizzato in una pluralità di centri di potere.

-Strumenti repressivi e fronte del lavoro:


Le SS e la Gestapo rappresentavano gli strumenti repressivi con i quali il nazismo incarcerò
ogni possibile oppositore. Il nazismo però, non si servì solo della violenza per aumentare il suo
potere, ma si sforzò anche, di integrare le masse popolari nella sua opera.

Il nazismo fece del lavoro un'ideologia sulla quale si concentrò molto, vennero aboliti
sindacati e scioperi a favore delle corporazioni: essere senza lavoro fu considerato un vero e
proprio reato in Germania. Fu creato il fronte del lavoro che inquadrava ogni lavoratore sotto
ogni punto di vista (come il Dopolavoro fascista).

-Manipolazione delle coscienze:


Il nazismo inculcò nei giovani gli ideali nazisti attraverso il controllo della scuola e le attività
della gioventù hitleriana. L'arte, la letteratura e la scienza furono messi sotto controllo da parte
del regime (10 maggio 1933 - incendio dei libri "stranieri). La propaganda diventò un'arma
fondamentale con la quale il regime guadagnava e manteneva il consenso mediante l'utilizzo
dei più moderni mezzi di comunicazione di massa.

-Economia nel nazismo:


Sull'onda fascista, anche la Germania assunse un'economia di tipo autarchico che aveva come
obbiettivi il consenso da parte del popolo e il raggiungimento della piena occupazione. Grazie
a queste strategie, emerse dalla profonda crisi in cui era caduta, ritrovandosi a metà degli anni
30 addirittura in carenza di forza lavoro. Finanziò imponenti opere pubbliche e sviluppò
un'accelerata politica di riarmo chiamata piano economico quadriennale finalizzata alla
preparazione per la seconda guerra mondiale.

-Violenza ed ebrei
La violenza utilizzata dai nazionalsocialisti, non fu utilizzata solo come strumento per
conquistare e mantenere il potere, bensì ebbe la funzione di rappresentare la Germania come
nazione guerriera per ottenere il suo spazio vitale all'interno dell'Europa. Nel corso dell'ascesa
al potere di Hitler fino alla sua morte, vi furono 3 tipi di repressione: politica (che si affievolì con
la mancanza di oppositori), sociale (ripulitura della società dagli asociali), razziale (risanamento
biologico del popolo tedesco attraverso l'operazione eutanasia mirata a eliminare disabili o
ebrei).

Agli ebrei, in quanto razza inferiore, venne riservato un trattamento particolare. Vennero in
primis, allontanati dalla società e dalle cariche pubbliche, fino a quando nel 1935 con le leggi di
Norimberga, gli venne privata la cittadinanza e gli venne vietato di avere matrimoni e rapporti
sessuali con gli ariani. La notte dei cristalli nel 1938, segnò una tragica svolta dove vennero
attuate furiose violenze antisemite. Questo episodio rappresentò il precursore di quella che
STORIA

sarà definita in seguito arianizzazione che comprenderà il sequestro di ogni bene economico
e la deportazione nei campi di concentramento.

Dopo la notte dei cristalli, gli stupratori vennero accusati ,non per gli atti da loro compiuti, bensì
per aver contaminato la razza. Gli ebrei furono inoltre obbligati a risarcire i danni che i beni
pubblici avevano subito nel disordine.
STORIA

La seconda guerra mondiale


La seconda guerra mondiale rappresenta il conflitto bellico più sanguinoso e disastroso della
storia dell'umanità. Ha inizio con l'invasione della Polonia da parte di Hitler e si conclude con Le
bombe atomiche lanciate dagli americani, su Hiroshima e Nagasaki.

-Le cause:
La guerra, come affermato precedentemente, sarà avviata dalla Germania nazista insieme ai
suoi alleati Italia e Giappone. La colpa però non è da attribuirsi esclusivamente al popolo
tedesco, bensì ad una serie di cause più complesse quali: fragilità nell'ordine internazionale, il
fallimento della Società delle Nazioni (basti pensare alle invasioni della Manciuria e dell'Etiopia
rimaste impunite) e in generale la crisi del 1929 che aveva indotto tutti gli stati a rinchiudersi
nelle proprie aree di influenza o avviando politiche espansionistiche. Un'altro elemento
rilevante che permise il divagarsi del conflitto, fu la varietà di sistemi politici presenti in Europa
che rese difficili le mediazioni diplomatiche.

-I primi passi:
Secondo la mia opinione e quella di alcuni storici moderni, le due guerre non sono separate tra
loro in quanto la seconda è causa delle conseguenze della prima. Come ben ricordiamo infatti,
con il trattato di Versailles, vennero imposte delle condizioni durissime nei confronti della
Germania e questo suscitò nei tedeschi un pensiero di rivalsa e di vendetta. Questo pensiero è
fortemente presente leggendo alcuni punti del Mein Kampf di Hitler:

• liquidazione del trattato di Versailles.


• riunificazione sotto il Reich di tutti i popoli tedeschi.
• conquista di uno "spazio vitale" in oriente.

Nel 1935 Hitler si riappropriò della regione di Saar e violò un punto sancito dal trattato di
Versailles, riarmando la Germania e introducendo la coscrizione obbligatoria, Queste decisioni
vennero contestate da una conferenza ango-franco-italiana (fronte di Stresa) che però non
ebbe molto seguito, anche perché la conquista dell'Etiopia aprì una crepa tra francesi e inglesi
da una parte e italiani dall'altra. Questo "isolamento" fece in modo che l'Italia si avvicinasse più
alla Germania. Nel marzo del '36 Hitler entrò con le proprie truppe in Renania la reazione del
governo inglese fu nulla, sulla base di un protocollo chiamato appeasement che, in parole
povere, permetteva ai tedeschi di fare qualsiasi cosa purché non alterassero l'equilibrio
europeo.

-Le prime alleanze:


Come detto precedentemente, il fatto di essere isolata e al contempo preoccupata dalle
iniziative tedesche, fece si che l'Italia stringesse con Hitler nell'ottobre del '36, l'intesa
chiamata asse Roma - Berlino, il mese dopo Hitler strinse con il Giappone il patto anti-
Comintern per contrastare il nemico sovietico. A questo patto si aggiungerà l'anno successivo,
anche l'Italia, diventando di fatto, un'asse Roma - Berlino - Tokyo, uno degli schieramenti del
conflitto.
STORIA

-La conquista dell'Austria:


Da tempo la riunificazione con l'Austria era nei piani di Hitler, e dopo una lunga attesa nel
1938, il paese venne occupato dalla Germania, secondo la politica di riunificazione di Hitler,
attraverso un misto di sovversioni e brutali pressioni diplomatiche. A questo punto era chiaro
quindi, lo schema politico adottato da tutte le principali potenze europee: La Gran Bretagna
continuava a sottovalutare il pericolo tedesco considerandolo come uno scudo contro i
sovietici, la Francia invece, riteneva che la guerra sarebbe scoppiata di li a poco e si adoperò
per fortificare le zone confinanti con la Germania e l'Italia che sino a quel momento ebbe un
ruolo marginale, gravitò sempre più verso la Germania.

-La conquista dei Sudeti:


Sempre secondo la politica di riunificazione dei popoli di lingua tedesca, la Germania pretese
l'unificazione del popolo dei Sudeti (una regione della Cecoslovacchia) al suo regime, una
decisione che venne approvata dalla conferenza di Monaco, nel disperato tentativo di
salvaguardare la pace dell'Europa ma che di fatto, segnò paradossalmente il punto di non
ritorno verso un'inevitabile conflitto. Nel 1939, l'esercito nazista entrò a Praga segnando, la fine
della Cecoslovacchia come stato autonomo il quale venne diviso in Slovacchia e Boemia. Il
colpo di Praga fu un'evento fondamentale in quanto Hitler, si appropriò di territori anche non
tedeschi.

-Il patto d'acciaio:


Nell'aprile del 1939, Mussolini decise di occupare l'Albania, la quale venne annessa al Regno
d'Italia. Allo stesso tempo egli provvide a formare un'alleanza politico-militare con Hitler. I 2
ministri degli esteri Ciano e Ribbentrop firmarono il cosiddetto patto d'acciaio: un accordo di
mutuo soccorso militare.

-Guerra imminente:
Dopo il colpo di Praga, gli inglesi abbandonarono la politica dell'appeasement e si unirono ai
francesi per offrire la loro protezione alla Polonia, verso la quale Hitler indirizzava adesso la
propria aggressività nel tentativo di conquistare Danzica. A questo punto risultava decisivo
l'atteggiamento dell'Unione Sovietica, che nell'estate del '39 firmò un patto di non
belligeranza (Molotov-Ribbentrop) con la Germania, e insieme ad esso, vi fu un protocollo
segreto che definiva le rispettive zone di influenza nell'Europa Orientale; questo accordo
garantì ad Hitler una copertura sicura sul fronte orientale. Il 1 settembre 1939, Hitler invade la
Polonia e due giorni dopo, Francia e Inghilterra gli dichiarano guerra segnando di fatto, l'inizio
della seconda guerra mondiale.

-La guerra di Hitler:


La strategia militare del Fuhrer era basata sulla guerra-lampo una strategia che si dimostrò
vincente: il 27 settembre 1939 le forze tedesche entrarono a Varsavia, e la Polonia venne
spartita con la Russia come da accordi. Dopo 1 anno circa di attesa, Hitler riprese la sua
offensiva, conquistando Danimarca, Norvegia, Paesi Bassi, Belgio ed iniziarono ad attaccare
anche la Francia fino ad occupare Parigi il 14 giugno del 1940. Sei giorni dopo, venne firmato
l'armistizio franco-tedesco: Hitler volle che ciò avvenisse nello stesso luogo e nello stesso
STORIA

vagone ferroviario dove poco tempo prima vennero firmate le condanne tedesche della prima
guerra mondiale.

-La battaglia con l'Inghilterra:


Dopo l'armistizio francese la guerra poteva definirsi finita, l'unica nazione che ancora non
cedeva alle sollecitazioni di Hitler di rappacificamento, fu la Gran Bretagna di Churchill. Il
Fuhrer tentò di spezzare la resistenza britannica con la guerra sul mari dove però venne
sconfitto. Successivamente Hitler si adoperò con le guerre aeree: l'aviazione tedesca colpì le
città inglesi con bombardamenti a tappeto nella speranza che la popolazione facesse
pressioni per accettare la pace. La lunga battaglia ebbe come vincitore la Gran Bretagna, la
quale attrezzò i propri velivoli con il radar.

-L'Italia entra in guerra:


Il patto d'acciaio non faceva distinzioni tra guerra difensiva o offensiva. Mussolini era
consapevole che l'Italia non disponeva delle risorse necessarie per partecipare a un conflitto di
quella portata pertanto comunicò a Hitler che non sarebbe intervenuto prima del '43. I successi
di Hitler indussero Mussolini ad accelerare i tempi portando il paese il 10 giugno del 1940, nel
conflitto. La "guerra parallela" condotta da Mussolini consisteva nell'imporre la propria
influenza nell'area Balcanica e Mediterranea, fu però un fallimento fino a quando non
intervennero le truppe tedesche in appoggio a quelle italiane.

-L'invasione dell'URSS
Nel '41 avvennero due avvenimenti molto importanti: il primo fu l'attacco tedesco all'Unione
Sovietica (mediante l'operazione Barbarossa) e il secondo l'ingresso degli Stati Uniti nel
conflitto. Hitler tentò di conquistare l'Unione Sovietica per due motivi: ideologici (in quanto i
popoli dell'est erano considerati inferiori) ed economici (una vasta popolazione da sfruttare,
più petrolio e grano).

Qualche mese dopo, la Germania si impadronì di una buona parte del territorio Russo, con
molta facilità, per errori tattici e per le purghe attuate da Stalin qualche anno prima. Le guerre
partigiane condotte dal popolo russo e il gelido inverno costrinsero i tedeschi a retrocedere.

-Perchè gli Stati Uniti si unirono al conflitto?


Il Giappone in linea con la sua politica espansionistica, decise di attaccare le flotte americane
di Pearl Harbor. L'intervento degli Stati Uniti però, non fu unicamente effettuato per
rivendicare l'attacco nipponico, bensì per costruire un mercato all'interno dell'Europa che in
primis fu costituito dalla legge Affitti e prestiti, che prevedeva la concessione di macchinari
americani alle potenze antifasciste. Roosevelt e Churchill sottoscrissero la Carta atlantica che
sanciva i principi da seguire al termine del conflitto.
STORIA

-Stati Uniti e Russia insieme:


I sovietici e gli Stati Uniti si unirono per la lotta contro il nemico nazista, che aveva come
obbiettivo una resa senza condizioni. Il successo della resistenza sovietica fu dovuto, oltre che
agli aiuti anglo-americani, anche grazie ad uno sforzo economico e industriali.

-Lo sbarco in Sicilia:


Il primo approccio militare degli Stati Uniti, fu quello di liberare l'Africa Settentrionale dalle
truppe italo - tedesche, da li procedettero in Europa sbarcando in Sicilia il 10 luglio del '43,
questo evento fece esplodere la crisi del regime fascista ormai non appoggiato da nessuno,
nemmeno dal popolo. Il 25 luglio del '43 Mussolini venne destituito dal Gran Consiglio del
Fascismo e venne arrestato. L'8 settembre del '43 Badoglio annuncia l'armistizio con gli
anglo-americani spostando tutto l'apparato politico nella più tranquilla Brindisi. Grazie
all'intervento di Hitler, Mussolini venne liberato e fondò a Salò, la Repubblica sociale italiana
uno stato fascista sotto il controllo tedesco dal quale poi scaturirà la lotta di liberazione.

-Un altro fronte si apre in Europa:


Oltre al fronte italiano, nella conferenza di Teheran, Churchill, Stalin e Roosevelt avviarono lo
sbarco in Normandia, un'imponente operazione aero-navale condotta dal generale
Eisenhower, che condusse le truppe tedesche alla liberazione del Belgio e di quasi tutta la
Francia. Sul fronte orientale invece, procedeva l'armata rossa liberando Ungheria, Romania,
Iugoslavia, Bulgaria e Grecia, sfaldando dunque tutto l'impero nazista.

-La resa della Germania:


Hitler rifiutò tassativamente qualsiasi ipotesi di resa, ordinando una disperata mobilitazione
sociale che permise di arrestare per qualche mese l'avanzata degli alleati costando però,
milioni di morti e distruzione in Germania e buona parte d'Europa. Nella primavera del '45 però,
la Germania era alle strette: anglo-americani da una parte e sovietici dall'altra e nonostante gli
ultimi disperati tentativi, le forze alleate arrivarono a Berlino il 2 maggio del '45. L'8 maggio la
Germania firmò la resa senza condizioni.

-La devastante fine del conflitto:


La resa del Giappone era solo questione di tempo, ma proprio per evitare ulteriori perdite di
soldati americani il neo-presidente Truman trovò in questo, la giustificazione per le due
bombe atomiche lanciate su Hiroshima e Nagasaki. Queste costrinsero il 2 settembre del
1945, la resa del Giappone ponendo difatti fine al capitolo seconda guerra mondiale. L'evento
dell'atomica aprirà però un nuovo capitolo che si concluderà nel 1991, con la caduta del muro
di Berlino.
STORIA

-Movimenti di resistenza in Italia ed Europa:


In Europa vi furono sia casi di collaborazionismo con l'occupante (divisi in collaborazionismo
di stato -per salvare il salvabile-, e collaborazionismo politico-ideologico), che movimenti di
resistenza. Quest'ultimi erano molto diversificati al loro interno a causa di alcune differenze
ideologiche-politiche, ma tutti i soldati erano accomunati da un unico ideale: quello della
libertà. In alcuni paesi, tra cui l'Italia, la crisi delle classi dirigenti fece sì che i movimenti di
resistenza non si dedicassero solo alla liberazione del paese dal pericolo nazista, ma anche
alla ricerca di un nuovo ordine politico e sociale.

-Movimenti di resistenza in Francia e Polonia:


In Francia già nel 1940 con l'invasione tedesca, il generale Charles De Gaulle aveva incitato i
francesi a ribellarsi organizzando un esercito di resistenza (France libre) nelle colonie in
collaborazione con gli alleati. Movimenti simili nacquero in tutta Europa ma particolarmente
significativo fu il caso della Polonia dove si verificarono due importanti episodi: la ribellione
del ghetto di Varsavia (che fu stroncata immediatamente dai nazisti, dove 400mila ebrei
persero la vita) e l'insurrezione della città intera, rasa al suolo immediatamente dopo.

-Movimenti di resistenza in Iugoslavia e Grecia:


Anche la Iugoslavia che fu occupata e spartita da tedeschi e italiani, insorse. E' importante
ricordare che questo fu l'unico stato che con la sola forza del popolo locale riuscì a liberarsi
autonomamente dal nemico nazi-fascista. Anche in Grecia sfociarono movimenti di resistenza
subito dopo essere stata invasa dagli italiani, il conflitto tra i partigiani e anticomunisti (che
occuparono il paese dopo la liberazione) continuò in una sanguinosa guerra civile durata fino
al 1948.

-La caduta del fascismo e la ricerca di un nuovo equilibrio:


Il 25 luglio del 1943, Mussolini venne destituito ed arrestato. Il popolo festeggiò nella speranza
che questo potesse essere il segno che dell'imminente fine della guerra e della dittatura
fascista. Il governo venne affidato a Badoglio il quale nelle settimane successive iniziò a
trattare segretamente l'armistizio con gli alleati. L'8 settembre venne annunciato l'armistizio e
in quegli stessi giorni, l'Italia a soli 80 anni dall'unificazione, venne nuovamente divisa: il
centro-nord occupato dai tedeschi sotto la Repubblica sociale italiana guidata nuovamente
da Mussolini e il sud da americani, Vittorio Emanuele III e Badoglio che ricostituirono il Regno
del Sud.

-La crisi dell'esercito:


Il 9 settembre le truppe italiane si svegliarono senza uno stato e con il territorio nazionale
diviso per metà tra tedeschi e americani. I soldati presenti sul fronte di guerra, non sapevano
più come comportarsi con gli ex alleati tedeschi, molti abbandonarono l'esercito altri vennero
uccisi (ricordiamo l'episodio di Cefalonia) o imprigionati. Questi giorni portarono con se la
perdita di ogni punto di riferimento e il crollo di un'intera classe dirigente. Se da un lato molti si
lasciarono sopraffare dalla rassegnazione, altri decisero di intraprendere la via del riscatto
dando vita alla Resistenza Italiana.
STORIA

-Il Cln:
Mentre il movimento della Resistenza compiva i suoi primi passi, esso stava modificandosi in
un vero e proprio movimento politico fondato per lo più su partiti antifascisti. L'unione del:
Partito liberale, Partito comunista, Psiup e Democrazia cristiana, diede vita al Comitato di
liberazione nazionale presieduto da Ivanoe Bonomi. Nella parte centro-settentrionale del
paese, si costituì il Cln Alta Italia. Come movimento politico il Cln dovette affrontare due
compiti non facili: trovare un'identità e mediare fra i diversi orientamenti politici presenti
all'interno del partito stesso. I liberali, pensavano ad un ritorno prefascista, i partiti di sinistra
speravano nella rivoluzione come portatore di cambiamenti nella società e la Democrazia
cristiana si rifaceva agli ideali di solidarismo e interclassismo. Le differenze tra questi partiti si
manifesteranno appieno gli anni successivi alla liberazione.

-La questione istituzionale:


Dal punto di vista politico il problema principale era rappresentato dal dualismo: Regno del
sud e Governo Badoglio da una parte e Cln dall'altra. Quello a cui il comitato aspirava, era
rappresentare la nuova classe dirigente dell'Italia dal momento che gli alleati presenti nel
sud della penisola, riconoscevano come unico interlocutore Badoglio. Il punto più conflittuale
riguardava la figura del re, la quale secondo il Cln, andava abolita a seguito delle
responsabilità avute nel portare il fascismo al potere. Questa contrapposizione venne superata,
seppur con molti contrasti (svolta di Salerno), grazie all'intervento di Palmiro Togliatti
(segretario del PCI). Grazie a questa svolta di Salerno, personalità antifasciste entrarono nel
governo Badoglio. Con la liberazione di Roma da parte degli Alleati, si formò un nuovo
governo diretto dal presidente del Cln, Bonomi.

-Le tre guerre della Resistenza:


La Resistenza italiana fu un fenomeno complesso che si suddivise in 3 guerre:

• una guerra patriottica, condotta per la liberazione degli italiani dal pericolo tedesco
• una guerra civile, condotta tra partigiani e fascisti della Repubblica di Salò
• una guerra di classe, che legava l'obiettivo della lotta contro il nazifascismo, ad una
rivoluzione sociale.

-Il rapporto tra italiani e tedeschi:


Per il governo tedesco, l'Italia rappresentava un posto strategico sotto ogni punto di vista.
Dopo molte discussioni i tedeschi optarono non per il dominio militare diretto ma per il
controllo del paese attraverso l'RSI. Erano fortissimi il disprezzo presso la dirigenza nazista
nei confronti dell'Italia, ma il bel paese non poteva essere punito brutalmente sia per la natura
di ex alleato sia perché la militarizzazione delle fabbriche o le deportazioni in massa
sarebbero risultate inapplicabili o troppo onerose. Occorreva quindi mantenere l'apparenza di
un regime autonomo (anche se poi così non fu) operando sui mezzi propagandistici per
acquisire consenso.
STORIA

-La Repubblica sociale:


Il primo atto compiuto da questo nuovo stato, fu il processo di Verona mirato a punire i
"traditori" del Gran Consiglio del Fascismo che il 25 luglio votarono per la destituzione di
Mussolini dal potere. A questo punto Mussolini volle accreditare la RSI come una pagina nuova
della storia italiana, un'idea che però non decollò incontrando l'opposizione di
operai,imprenditori e degli stessi tedeschi. Tuttavia questo stato non ebbe un ruolo marginale
nel promuovere forme di collaborazione con l'occupante tedesco sia nell'azione repressiva
diretta: ne è un esempio la
partecipazione ai rastrellamenti e persecuzioni contro gli ebrei che in precedenza le autorità
avevano sempre in qualche modo, impedito.

-Lo sciopero generale del marzo 1944:


La strategia del collaborazionismo registrò un certo successo all'interno delle classi
imprenditoriali che, per salvare le proprie aziende decisero di collaborare con l'occupante.
Ebbe invece scarso successo nella classe operaia, anche a causa delle tragedie che il
nazifascismo aveva portato con sé. Questo rifiuto venne testimoniato sia dall'unico sciopero
attuato sotto il dominio nazista sia nella scarsa manodopera che la Germania era riuscita a
prelevare dall'Italia.

-Leva militare:
Anche il tentativo di costruire un esercito fu un fallimento nonostante disertare dalla leva
militare fosse un reato punito con la pena di morte. Questo progetto non fu ben visto dai
tedeschi, che preferivano imporre il loro controllo sulle formazioni italiane già esistenti. Fu
invece molto accentuato lo sviluppo di organizzazioni dedicate alla repressione partigiana.

-La guerra di liberazione al nord:


Nell'Italia del nord, la Resistenza ebbe i veri e propri connotati di una guerra di liberazione.
Dopo un po' di tempo, i partigiani riuscirono ad organizzarsi in un'unica milizia: il Corpo
volontari della libertà. Un'importante aspetto, fu quello di essere riconosciuto sin da subito
formalmente sia dagli Alleati che dal governo italiano. A differenza di quanto accaduto al sud,
dove il fenomeno della Resistenza fu avvertito in maniera minore, qui il Clnai non diede spazio
all'attendismo, in quanto non aspettarono l'aiuto degli Alleati ma preferirono agire
immediatamente per evitare ulteriore distruzione, e in effetti questa scelta giocò un ruolo
determinante.

-Le brigate partigiane:


I partigiani erano divisi in due categorie: coloro che operavano tra le montagne con delle
imboscate ai nazifascisti e i Gap ovvero quelli che combattevano in città. A questi ultimi è
legato uno degli episodi più tragici del fenomeno della Resistenza: il massacro delle Fosse
ardiatine: i nazifascisti giustiziarono più di 300 civili a seguito dell'uccisione di 30 soldati
tedeschi da parte dei partigiani. Sostanzialmente questi rastrellamenti avevano lo scopo di
allontanare le masse dai partigiani.

-Il rapporto con gli Alleati:


STORIA

Il rapporto tra Alleati e Resistenza fu molto complesso. Gli Alleati sostenevano la guerriglia
partigiana nelle retrovie tedesche da una parte, ma si impegnavano affinché non acquisissero
troppa rilevanza politica dall'altra poiché la componente comunista era molto presente. Uno
dei momenti più tesi di questo rapporto, fu determinato dal proclama Alexander che impose
al'esercito partigiano, l'assunzione di un atteggiamento difensivo, fortunatamente la tensione si
alleviò con il riconoscimento ufficiale del Clnai che venne interpretato come delegato del
governo italiano dai protocolli di Roma e il quale venne finanziato dagli alleati.

-La liberazione:
Nonostante le crescenti repressioni, il 25 Aprile 1945, i partigiani riuscirono a liberare l'Italia. 3
giorni dopo catturarono Mussolini ed alcuni esponenti del fascismo i quali vennero uccisi.
STORIA

La guerra fredda
-Nascita dell'Onu
Qualche mese dopo la fine della seconda guerra mondiale, precisamente il 26 giugno del
1945, nacque l'Onu con lo scopo di "preservare le generazioni future dal flagello della guerra"
attraverso una collaborazione internazionale. Tutte le potenze vincitrici del conflitto,
contrariamente con quanto accaduto con la società delle nazioni, si assumevano quindi una
responsabilità collettiva nel caso in cui in futuro ci fossero stati altri conflitti. Tuttavia la
creazione di questa organizzazione e il processo di Norimberga che condannò tutti i nazisti al
crimine di guerra, furono gli ultimi atti di cooperazione internazionale in quanto poco dopo
subentrò la guerra fredda tra USA e URSS.

-USA post-bellica:
Il bilancio del dopoguerra americano fu assolutamente positivo. Il prodotto interno lordo fu
triplicato, i loro territori erano rimasti intatti, possedevano il primato tecnologico in tutti i settori
strategici e sopratutto erano in possesso della bomba atomica. A seguito di un'Europa
devastata sotto ogni punto di vista, gli americani si posero l'obbiettivo di determinare un ruolo
di leadership che costruisse un ordine internazionale fondato sulla cooperazione politica ed
economica, in quanto la sicurezza dell'America sarebbe stata possibile solo in un mondo dove
si fossero affermati pace e sviluppo. Tutti questi ideali vennero messi in pratica dagli accordi di
Bretton Woods del 1944.

-URSS post-bellica:
La Russia, nonostante fosse stata la vincitrice, era uscita dalla guerra molto devastata e
militarmente inferiore all'America in quanto non erano in possesso della bomba atomica.
Nonostante tutto però, avevano guadagnato molta popolarità in Occidente e Asia nonché
erano in netta superiorità strategica in Europa: se gli americani avessero lasciato l'Europa,
nessuno sarebbe stato in grado di contrastare i sovietici. Tuttavia non erano disposti a
intraprendere la via della cooperazione dettata dagli americani. Il loro problema
fondamentale, nel dopoguerra, era garantire la propria sicurezza dall'egemonia americana.
Per guadagnare ulteriore popolarità e consensi, nacque il Cominform (1947) un organismo di
informazione e collaborazione dei vari partiti comunisti europei.

-Sfere di influenza:
Durante la conferenza di Yalta, prevalse l'idea di dividere l'Europa in sfere di influenza ,
successivamente queste si trasformarono in blocchi contrapposti, cioè alleanze politico-
militari controllate dall'una o dall'altra superpotenza.

-Conferenza di Parigi:
Durante la conferenza di Parigi del 1946, vennero sottoscritti i trattati di pace che non
comportarono sconvolgimenti della geografia come quelli del 1919, bensì una definizione dei
confini. Le condizioni di dividere la Germania in quattro zone d'occupazione così come quella
di dividere Berlino, presa in considerazione nella conferenza di Yalta, non vennero modificate.
STORIA

-Il contenimento:
L'amministrazione americana abbracciò la strategia del contenimento: essendo un attacco
fisico verso l'URSS irrealistico, si decise di rallentare l'influenza sovietica e il comunismo,
attraverso aiuti onerosi verso gli Europei mirati ad acquisire consenso.

-La divisione della Germania:


Il progetto per la Germania era quello di creare uno stato tedesco occidentale sotto il controllo
di un'alleanza internazionale. Durante l'unificazione dei rispettivi settori di occupazione, i
sovietici bloccarono gli accessi e i rifornimenti a Berlino Ovest. Il blocco fu vanificato da un
ponte aereo americano che come conseguenza ebbe l'irreversibilità della divisione della
Germania: il 23 maggio 1949 nacque la Repubblica Federale Tedesca e nella parte Orientale
la Repubblica Democratica Tedesca ad Est.

-Il patto atlantico:


La divisione della Germania sancì definitivamente la contrapposizione Est-Ovest. Tutta la parte
Ovest dell'Europa fu sottoposta al patto atlantico: un'alleanza politico-militare di tipo difensivo
che si dotò di una forza militare integrata in un unico comando chiamata NATO. Questo patto
garantì quindi, agli europei, la sicurezza da parte degli Stati Uniti

-Il piano Marshall:


L'America esercitò la sua egemonia in Europa non solo ,militarmente, con la NATO ma anche a
livello economico con il piano Marshall: questo piano fu creato per aiutare la ricostruzione
europea dopo la guerra offrendo sia fondi che viveri alla popolazione. Ovviamente questo atto
di generosità ebbe anche il doppio fine di esportare e quindi di conseguenza crearsi un
mercato all'interno dell'Europa.

-Le democrazie popolari:


Le democrazie popolari furono quei stati satelliti dell'Unione Sovietica ai quali venne imposto
il modello politico ed economico Russo, per distinguerle dalle capitalistico-borghesi
occidentali. Nel 1949 nacque il Comecon, con il compito di regolare le economie dei vari paesi
influenzati dall'Unione Sovietica, una sorta di piano Marshall russo, venne istituito inoltre con il
patto di Varsavia un'alleanza simile alla NATO tra i paesi orientali.

-Gli ultimi anni di Stalin:


Gli ultimi anni di Stalin furono devastanti, la speranza che dopo la guerra ci sarebbe stato un
miglioramento delle condizioni dittatoriali, svanì. Anzi, il dopoguerra russo fu carico
nuovamente di deportazioni e repressioni.

-Rivoluzione comunista in Cina:


A conclusione del lungo conflitto tra nazionalisti e i comunisti di Mao Zedong, quest'ultimi
conquistarono la vittoria. Il 1 ottobre 1949 venne proclamata la Repubblica popolare cinese.
Chiang Kai-Shek, con la protezione degli USA si rifugiò a Taiwan dove fondò la Repubblica
della Cina nazionalista.
STORIA

-Nuova strategia americana:


Considerato il corso degli eventi, gli americani abbandonarono la strategia del contenimento e
adottarono una strategia più attiva. In Asia avviarono un nuovo teatro della guerra fredda con
la guerra di Corea.

-La guerra di Corea:


La Corea era stata occupata, durante la guerra, da truppe sovietiche al nord e dagli americani
al sud. Ritiratesi le truppe il paese venne diviso in due parti lungo la linea artificiale del 38°
parallelo. Nel giugno del 1950 le truppe nordcoreane invasero la parte meridionale del paese
conquistandola quasi interamente, la reazione degli americani fu immediata e dopo una
sanguinosa lotta si ripristinò la situazione della Corea in 2 stati: Corea del Nord con capitale a
Pyongyang e la Corea del Sud con capitale Seoul.

-L'inizio della distensione:


Nella seconda metà degli anni '50 la situazione si alleviò. Con la conferenza internazionale di
Ginevra del 1955, si riaprì una sede di dialogo internazionale. Iniziava l'epoca di quella che il
leader sovietico Chruscev definì coesistenza pacifica essa fu agevolata anche dal fatto che
tutti gli stati avevano ormai raggiunto un equilibrio militare tale da non comportare vantaggi
per chi avesse iniziato per primo. Questo clima politico più "leggero" fu favorito anche dalla
morte di Stalin che permise a Chruscev di attuare una maggiore libertà di pensiero (e di
riforme anche negli stati satellite), tentare di migliorare il tenore di vita e amnistia per i reati
politici che vennero denunciate durante il XX congresso del partito.

-Kennedy:
La destalinizzazione fu accolta positivamente dagli USA dove nel 1960 venne eletto
presidente John Fitzgerald Kennedy. Durante gli anni di Eisenhower, gli Stati Uniti avevano
conosciuto una forte crescita economica, concentrata però sopratutto sulle industrie
monopolistiche e che al contempo aumentarono il divario tra le varie classi sociali; a questo si
aggiunsero le tensioni razziali problemi che il neo presidente avrebbe dovuto affrontare. Egli
applicò una politica che facesse risultare l'America portatrice di pace ma al tempo stesso si
impegnò per affermare la potenza statunitense rispetto a quella comunista. Dopo la
rivoluzione socialista di Fidel Castro a Cuba, Kennedy tentò di riacquistare l'egemonia in
quanto Chruscev installò dei missili nucleari diretti verso l'America.

-Le democrazie europee:


Durante gli anni del dopoguerra, l'Europa occidentale visse una fase di grande crescita
economica, eccetto in alcuni regimi autoritari. Durante gli anni sessanta i governi attuarono
politiche di sviluppo dello stato sociale o welfare state mirate a migliorare le condizioni di vita
di tutti gli strati della società.
STORIA

-La ceca e la cee:


I progetti per l'unificazione politica e militare dell'Europa rimasero bloccati a lungo a causa di
alcuni timori e diffidenze. Si avviò invece, un processo di integrazione economica iniziato con la
Ceca mirato a gestire le risorse dell'industria pesante in Europa. In seguito, gli stessi paesi che
avevano votato per la creazione della ceca, istituirono la Cee che aveva l'obbiettivo di creare
un mercato unico, libero e senza dogane.

-La crisi ideologica Russa:


In Cecoslovacchia si venne a creare un nuovo modello di socialismo, approvato da Dubcek,
basato su nuovi ideali di maggiore libertà politica e altri miglioramenti importanti anche sul lato
economico, questo "socialismo dal volto umano" divenne, per un breve periodo (primavera di
Praga), realtà. Breve in quanto l'Unione Sovietica non accettò questo tentativo di auto
riformismo poiché temeva ripercussioni su altri paesi orientali, pertanto il 21 agosto del 1968 le
truppe del Patto di Varsavia ristabilirono il tutto con la forza. A questo punto l'URSS perse
credibilità, prima con le stragi compiute a Budapest in seguito a delle manifestazioni
studentesche di malcontento, poi con la costruzione del muro di Berlino e infine con il
dramma di Praga. Se la guerra fredda era anche un conflitto ideologico per la conquista del
consenso, la Russia aveva perso. Questo non sanciva però la vittoria del capitalismo
americano in quanto, in quel preciso periodo storico, si ritrovò a perdere credibilità con la
guerra del Vietnam.

-La disfatta americana:


Come accadde con la Corea, anche il Vietnam venne diviso in nord (comunista) e sud
(filoccidentale), tra nord e sud si accese un conflitto che pian piano acquisì una portata
maggiore fino a costringere gli americani ad intervenire per motivi di sicurezza. L'impegno in
Vietnam divenne una vera e propria guerra con un dispendio immane di risorse e l'utilizzo di
una strategia distruttiva a base di bombardamenti e napalm. Incredibilmente lo strapotere
americano fu costretto a sopperire alla tenace guerra condotta dai vietcong. Il ritiro degli
americani aprì la strada alla riunificazione del paese, e lasciò delle cicatrici indelebili nella
credibilità dell'America che ora appariva come un gigante molto fragile violento ed oppressivo,
costretto ad arrendersi contro un piccolo popolo.

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