Lo stile romanico valicò gli appennini diffondendosi nei maggiori centri della Toscana dove acquisì
caratteristiche originali. Il Battistero di San Giovanni, ricostruito nel XI sec., mostra tutte le caratteristiche
di rigore geometico, nella composizione e nella decorazione, tipico dell’arte fiorentina che perdurerà, pur
evolvendosi, fino al rinascimento. La pianta centrale è un semplice ottagono, il tetto è una piramida
ottagonale; perfetta è la corrispondenza tra l’esterno e l’interno, infatti le otto facciate sono ugualmente
tripartite da colonne, lesene o archi ciechi su entrambe i lati; la decorazione geometrica ad intarsio
bicromia a fasce, riquadri o archi, arricchisce la tripartizione rispettandone lo spartito in tutti i motivi.
La facciata a salienti del Duomo di Pisa, capolavoro del Buscheto è ripartita in cinque registri: • uno
basamentale scandito da sette archi ciechi retti da semicolonne corinzie, tre dei quali con gli ingressi,
decorati con tarsie geometriche di marmi policromi; • altri quattro sono logge sovrapposte definite da
sequenze di arcate a tutto sesto. In corrispondenza dei salienti sono utilizzate colonnine di altezza
decrescente, mentre archetti zoppi adattano il loggiato alla pendenza del timpano. Sulla parete retrostante,
decorata con tarsie bicrome, si aprono monofore, bifore e trifore che illuminano l’interno.
L’interno, si sviluppa con con impianto basilicale a cinque navate a croce latina in cui tutto è più grande e
monumentale: • le 2 coppie di navate laterali coperte da volte a crociera; • i lunghi bracci del transetto che
terminano con absidi che sono a loro volta piccole basiliche; • gli ampi matronei che corrono lungo l’intero
perimetro della chiesa; • la navata centrale immensa in altezza e profondità perché coperta con un unico
soffitto ligneo cassettonato che non necessita di sostegni intermedi. L’originale commistione di stili
architettonici sancisce l’internazionalismo della repubblica pisana. In un’unica architettura coesistono
elementi romani come il soffitto cassettonato e l’ordine composito, elementi bizantini come i mosaici
dell’abside, elementi francesi come gli archi a sesto acuto della crociera, elementi romanici come le bifore
in archi ciechi ed i pilastri cruciformi dei matronei, elementi toscani come gli eleganti motivi a fasce con
tarsie marmoree bicrome che decorano le navate secondarie, i pilastri del matroneo e le pareti del
claristorio.
La Cattedrale di San Nicola di Bari, ha un aspetto simile ad un’inespugnabile fortificazione, con facciate in
pietra nude ed austere e caratterizzate da forte verticalità ed incastonate tra altre strutture. Quella
principale turrita a ripidi salienti, tripartita da due alti contrafforti e caratterizzata dalle sole bucature è
incastrata tra due basse e massicce torri campanarie. Quelle laterali sono sequenze di colossali contrafforti
collegati da archi, sormontate da logge ed incastrate tra le facciate a capanna del transetto ed i campanili
della facciata.
L’interno, a croce latina commissa, anch’esso in pietra nuda, rivela elementi comuni con lo schema
lombardo di S. Ambrogio, con l’alternanza di un pilastro ogni due colonne. A partire dall’ingresso si
susseguono tra arconi di rinforzo posti tra i matronei, e dopo una campata un’iconostasi, separazione a tre
archi legata alla tradizione bizantina, tra la navata ed il presbiterio.