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La Basilica di S.

Ambrogio è il primo esempio di Romanico lombardo, primo stile regionale autonomo,


sviluppatosi grazie alla vicinanza con la Francia. La mancanza di un transetto ed il quadriportico anteposto
alla facciata a capanna turrita fiancheggiata da due campanili. Alla fine della navata centrale l’ultima
campata prima dell’abside è coperta con un tiburio ottagonale con trifore.
Il quadriportico rettangolare è una sequenza di volte a crociera delimitate da arcate a tutto sesto rette da
pilastri cruciformi. Esse divengono misura della composizione della facciata essendo replicate nello spartito
delle grandi arcate della loggia superiore. Il portico è interamente in mattoni ad eccezione dei pilastri in
pietra. La pietra, utilizzata anche per le arcate della facciata, fa risaltare la geometria delle membrature
architettoniche sulla mutratura. L’utilizzo del materiale povero del mattone, rimarrà caratteristico
dell’architettura lombarda anche nei secoli seguenti.
La corrispondenza tra la composizione del grande quadriportico e della chiesa è leggibile anche in pianta
nella corrispondenza tra elementi interni ed esterni. Le ali laterali del portico sono allineate con le navate
laterali della chiesa, mentre la larghezza del cortile determina la misura delle campate della navata
maggiore. La scansione delle campate delle navate è data dall’alternanza tra pilastri cruciformi più piccoli e
più grandi. I più grandi sono sistemati ai vertici delle campate della navata maggiore, i più piccoli a quelli
delle campate delle navate laterali. Agli archi della navata laterale corrispondono in alto gli archi del
matroneo.
Nell’ultima campata della navata principale, una grande cupola, raccordata alla muratura da “trombe”, è
inserita nel tiburio ottagonale. L’alternanza dei materiali è un aspetto stilistico ripetuto anche nell’interno
della chiesa: la pietra è utilizzata per i pilastri cruciformi e le arcate trasversali; i mattoni sono utilizzati per
le altre arcate; i paramenti murari e le volte sono intonacati. Nuovamente la geometria delle membrature
architettoniche è evidenziata rispetto ai paramenti murari, come per l’esterno della basilica.

Lo stile romanico valicò gli appennini diffondendosi nei maggiori centri della Toscana dove acquisì
caratteristiche originali. Il Battistero di San Giovanni, ricostruito nel XI sec., mostra tutte le caratteristiche
di rigore geometico, nella composizione e nella decorazione, tipico dell’arte fiorentina che perdurerà, pur
evolvendosi, fino al rinascimento. La pianta centrale è un semplice ottagono, il tetto è una piramida
ottagonale; perfetta è la corrispondenza tra l’esterno e l’interno, infatti le otto facciate sono ugualmente
tripartite da colonne, lesene o archi ciechi su entrambe i lati; la decorazione geometrica ad intarsio
bicromia a fasce, riquadri o archi, arricchisce la tripartizione rispettandone lo spartito in tutti i motivi.

La facciata a salienti del Duomo di Pisa, capolavoro del Buscheto è ripartita in cinque registri: • uno
basamentale scandito da sette archi ciechi retti da semicolonne corinzie, tre dei quali con gli ingressi,
decorati con tarsie geometriche di marmi policromi; • altri quattro sono logge sovrapposte definite da
sequenze di arcate a tutto sesto. In corrispondenza dei salienti sono utilizzate colonnine di altezza
decrescente, mentre archetti zoppi adattano il loggiato alla pendenza del timpano. Sulla parete retrostante,
decorata con tarsie bicrome, si aprono monofore, bifore e trifore che illuminano l’interno.
L’interno, si sviluppa con con impianto basilicale a cinque navate a croce latina in cui tutto è più grande e
monumentale: • le 2 coppie di navate laterali coperte da volte a crociera; • i lunghi bracci del transetto che
terminano con absidi che sono a loro volta piccole basiliche; • gli ampi matronei che corrono lungo l’intero
perimetro della chiesa; • la navata centrale immensa in altezza e profondità perché coperta con un unico
soffitto ligneo cassettonato che non necessita di sostegni intermedi. L’originale commistione di stili
architettonici sancisce l’internazionalismo della repubblica pisana. In un’unica architettura coesistono
elementi romani come il soffitto cassettonato e l’ordine composito, elementi bizantini come i mosaici
dell’abside, elementi francesi come gli archi a sesto acuto della crociera, elementi romanici come le bifore
in archi ciechi ed i pilastri cruciformi dei matronei, elementi toscani come gli eleganti motivi a fasce con
tarsie marmoree bicrome che decorano le navate secondarie, i pilastri del matroneo e le pareti del
claristorio.
La Cattedrale di San Nicola di Bari, ha un aspetto simile ad un’inespugnabile fortificazione, con facciate in
pietra nude ed austere e caratterizzate da forte verticalità ed incastonate tra altre strutture. Quella
principale turrita a ripidi salienti, tripartita da due alti contrafforti e caratterizzata dalle sole bucature è
incastrata tra due basse e massicce torri campanarie. Quelle laterali sono sequenze di colossali contrafforti
collegati da archi, sormontate da logge ed incastrate tra le facciate a capanna del transetto ed i campanili
della facciata.
L’interno, a croce latina commissa, anch’esso in pietra nuda, rivela elementi comuni con lo schema
lombardo di S. Ambrogio, con l’alternanza di un pilastro ogni due colonne. A partire dall’ingresso si
susseguono tra arconi di rinforzo posti tra i matronei, e dopo una campata un’iconostasi, separazione a tre
archi legata alla tradizione bizantina, tra la navata ed il presbiterio.

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