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l fondamentale contributo di Andrés Segovia si articolò essenzialmente su due

direzioni:

consolidare la tecnica dello strumento al fine di integrare nuove composizioni


originali (come per gli studi di Villa Lobos, i preludi di Manuel Ponce ecc.);
stimolare il lavoro dei liutai nella ricerca di strumenti dotati di
caratteristiche adeguate all'esibizione nelle grandi sale da concerto.

All'inizio del XX secolo il repertorio contemporaneo della chitarra classica


risultava particolarmente scarno a paragone con quello di altre tradizioni
strumentali. L'apporto di Segovia nell'arricchirlo si concretizzò stimolando la
composizione di brani nuovi per la chitarra. Per mezzo della sua grande popolarità
ottenne infatti che molti compositori a lui coevi scrivessero molti pezzi
originali, di cui fu dedicatario: dopo una tournée in America nel 1928, divenne ben
presto famoso come "il chitarrista", e musicisti come Heitor Villa-Lobos, Mario
Castelnuovo-Tedesco, Joaquín Rodrigo, Manuel Ponce, Joaquín Turina, Federico Moreno
Torroba e Alexandre Tansman composero per lui (e per la chitarra). Nella storia
dello strumento a questi compositori si dà infatti il nome di compositori
segoviani.

Non si dedicò mai con convinzione alla composizione, e il numero di brani che
portano la firma di Andrés Segovia sono in numero molto esiguo. Fra questi, lo
Estudio sin luz in Si minore è certamente il più famoso, e viene spesso proposto
nel repertorio di grandi esecutori. Maggiore impegno dedicò invece al lavoro di
razionalizzazione della tecnica chitarristica, revisionandone aspetti fondamentali
della didattica (come le scale diatoniche) e curando le diteggiature di moltissimi
studi, escludendo però i compositori italiani dell'800: Mauro Giuliani, che quasi
ignorò, Ferdinando Carulli, Matteo Carcassi, Luigi Legnani e Niccolò Paganini.

Il suo successo di musicista contribuì inoltre allo sviluppo del suo strumento dal
punto di vista dei requisiti tecnici. Fino agli inizi del XX secolo, infatti, le
chitarre erano pensate e realizzate il più delle volte per essere ascoltate in
ambienti relativamente ristretti, anche perché spesso ritenuta, nel campo della
musica classica, come uno strumento troppo "popolare" o di solo accompagnamento.
L'approdo della chitarra, per mano di Andrés Segovia, nelle grandi sale da concerto
di teatri e conservatori, indusse un progresso da parte dell'arte liutaia nella
direzione di conferire agli strumenti una maggiore potenza sonora e brillantezza.
In ciò favorì anche la diffusione delle odierne corde in nylon, in grado di
produrre un suono più forte e costante rispetto a quelle di budello usate fino ad
allora: durante la guerra era diventato molto difficile reperire buone corde in
budello (la maggior parte di questo materiale veniva destinato alla produzione di
filamenti chirurgici per gli ospedali militari), e Segovia appoggiò con decisione
le ricerche del liutaio americano Albert Augustin riguardo a questo nuovo materiale
- il nylon, appunto - inventato dalla DuPont negli anni 30.

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