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Sono schemi semplificati che ci fanno intravedere il meccanismo dal punto di vista delle convenzioni della
chimica organica ma queste reazioni avvengono all’interno del sito attivo di un enzima, quindi condizioni
fisiologiche, temperatura, pH attorno alla neutralità, ambiente acquoso. Condizioni che non possono mai
convertirsi in condizioni estreme come nel caso della chimica organica.
Si forma il NAD+ mentre il FAD ha accettato due atomi di idrogeno (idruro e protone) e quindi diventa
FADH2, la forma ridotta. IL FADH2 generato può ridurre un substrato organico in un’altra reazione che può
essere in qualche modo collegata a questa, verrà riossidato a FAD e potrà riprendere questo ciclo. C’è un
collegamento stretto e funzionale tra gli enzimi della coppia NADH e FAD.
Succinato deidrogenasi
Amminoacido ossidasi
Xantina ossidasi
Acil-CoA desaturasi
Questo è un passaggio molto
importante, intermedio, che ha
luogo nella biogenesi degli acidi
grassi insaturi e polinsaturi. È
possibile che un acido grasso
saturo, privo di doppi legami e catene, venga convertito in un acido grasso insaturo. Gli acidi grassi
polinsaturi sono molto importanti fisiologicamente, aumentano la fluidità delle membrane biologiche e
hanno degli effetti benefici nella riduzione della biogenesi del colesterolo, quindi una dieta in cui ci sia un
buon equilibrio di acidi grassi insaturi è più salutare. In questo processo è possibile il trasferimento di due
atomi di idrogeno dal FAD al FADH2 con formazione di un doppio legame. Si può ipotizzare un
meccanismo abbastanza simile a quello della succinato deidrogenasi, si tratta della rimozione di due atomi di
idrogeno e del trasferimento di due protoni. Sono coinvolti anche altri cofattori, ci sono dei passaggi
intermedi.
Esistono sistemi indiretti con cui queste reazioni sono state analizzate. Questi meccanismi molecolari sono
sempre delle ipotesi teoriche supportate da evidenze sperimentali consolidate, valide, ben riconosciute come
tali ma vanno sempre presi per quello che sono, cioè delle ipotesi meccanicistiche che possono nel tempo
anche subire degli aggiustamenti più o meno lievi in funzione di eventuali successive evidenze sperimentali
che possano dare indicazioni su determinati aspetti del processo.
È sempre coinvolta la regione
attiva del coenzima. Anche qui
dobbiamo tener presente che
siamo all’interno del sito attivo
dell’enzima, una funzione basica
dell’enzima (istidina, lisina)
preleva e facilita il distacco del
protone, la coppia di elettroni va
sul carbonio per generare la
forma enolata. Il meccanismo dà
una versione semplificata della
realtà perché è molto poco
probabile che si generi un vero e
proprio ione enolato
nell’ambiente cellulare, è più
probabile che sia tutto un poco concertato. La coppia di protoni attacca l’azoto del FAD e dall’altro lato un
protone di un amminoacido acido viene attaccato dall’altro atomo di azoto. Abbiamo la formazione di un
intermedio in cui adesso il carbonio α dell’amminoacido i è andato a legare con un legame covalente al
coenzima. Il doppio legame deriva dalla coppia di elettroni che apparteneva all’amminoacido e che adesso è
condivisa con l’azoto del coenzima mentre dall’altro lato è entrato H+. questa coppia di elettroni va a
formare un doppio legame con il carbonio e un protone rilasciato da un gruppo acido dell’enzima
(presumibilmente quello formato nella prima fase) protona l’atomo di azoto, la coppia di elettroni si
stabilizza sul sistema flavinico e si distacca l’imminoacido che probabilmente è in una forma protonata. In
sostanza, si è formato il FADH2 ridotto, abbiamo avuto il trasferimento di una coppia di elettroni e di un
protone. Mentre l’amminoacido si è impoverito di due atomi di idrogeno e ha perso uno a livello dell’azoto
(anche se non appare come perso perché è una funzione protonata) e uno a livello dell’atomo di idrogeno.
Quello che accade allo ione imminio è quello di essere idrolizzato. È un processo abbastanza banale, questo
subisce spontaneamente idrolisi nell’ambiente acquoso, si genera il chetoacido e viene liberata ammoniaca
che non può liberarsi come tale nella cellula, è un processo di distacco dell’ammoniaca che poi viene captata
in altri processi enzimatici per essere escreta dall’organismo.
Deficienza di riboflavina
Le problematiche che possono essere legate ad una deficienza di questo coenzima che è una vitamina, quindi
è indispensabile per la vita. Sono problematiche legate alla degradazione di tessuti muscolari, mucose, pelle
ed altro ad esempio fenomeni di cheilosi (fessure verticali sulle labbra), stomatite angolare (ferite
nell’angolo della bocca), glossite, fotofobia, dermatite deborroica, anemia normocromo-normocitica,
patologie spesso associate alla pellagra. È chiaro che una carenza di un coenzima può alterare le
trasformazioni dell’altro coenzima e viceversa, ci possono essere problemi nei neonati che vengono trattati
con fototerapia in fase di iperbilirubinemia. Nel caso di neonati si possono verificare delle situazioni per cui
c’è un eccesso di bilirubina nel sangue, questo fenomeno è spesso evidenziato da una leggera pigmentazione
gialla della cute. Sono fenomeni abbastanza comuni nei primi giorni dopo la nascita, il fenomeno può essere
transitorio, molto lieve oppure può essere correlato ad alcune situazioni patologiche più o meno rilevanti.
Quando il livello di bilirubina supera un determinato valore che può determinare nel neonato altri problemi
soprattutto a livello cerebrale si interviene con trattamenti di fototerapia, il neonato viene esposto a luce
ultravioletta sulla cute, questo viene fatto all’interno di una camera in cui viene controllata la temperatura, il
neonato viene bendato e sottoposto per un certo tempo ad una irradiazione con luce UV che degrada la
bilirubina. Può accadere che in queste condizioni si possa avere un abbassamento della riboflavina perché
essendo una molecola molto sensibile alla luce UV può essere degradata.
10 mg/d di vitamina C sono sufficienti in un uomo per prevenire la patologia dello scorbuto, però per un
corretto funzionamento del cofattore sono necessari almeno 30 mg/d, mentre una dose di circa 100 mg/d va
a saturare i tessuti, quindi è necessario un giusto equilibrio. Non ne possiamo fare a meno ma non dobbiamo
neanche abusare delle vitamine. La vitamina C è una vitamina che se presa in eccesso non fa male perché è
facilmente eliminabile ma esistono vitamine che se presenti in eccesso possono comportare anche problemi
di salute. Le dosi medie suggerite nel caso delle donne è di 75 mg/d e per gli uomini 90 mg/d, per i bambini
30 mg e per le donne in gravidanza circa 100 mg. Si aggiungono 35 mg/d per i fumatori. Si utilizza per
prevenire lo scorbuto, un danneggiamento del tessuto connettivo della matrice extracellulare e di alcune
strutture muscolari. Questo perché la vitamina C è fondamentale in una corretta costituzione strutturale del
collagene. L’acido ascorbico può intervenire in terapie per carenze di emoglobina. Alcuni ritengono che
aiuta con il raffreddore.
I fattori che possono alterare il livello della vitamina C negli alimenti sono: una lunga conservazione che
può causare ossidazione e perdita di vitamina C, anche processi di cottura comportano una perdita molto
elevata di vitamina C. Rischi di insufficienza vitaminica sono dovuti ad abuso di alcolici, nei bambini se
vengono nutriti solamente con latte bollito e diete carenti di fabbisogni di carboidrati, di prodotti con un
adeguato apporto calorico e vitaminico.
Svolge un ruolo molto importante nella produzione e conservazione funzionale stabile del collagene. È
estremamente importante questa funzione, è un po’ complesso il meccanismo biologico. È fondamentale il
ruolo che l’acido ascorbico ha nella trasformazione della prolina in idrossiprolina e la lisina in idrossilisina,
che sono importanti componenti del collagene. Poi interviene nella catena di trasporto degli elettroni,
reazione che avviene a livello dei mitocondri con la partecipatione del citocromo C. Interviene nel
metabolismo cerebrale della L-tirosina attraverso processi redox. La tirosina viene trasformata in acido p-
idrossifenilpiruvico, successivamente una seconda ossidazione forma l’acido 2,5-diidrossifenilacetico. È un
meccanismo chiave per la degradazione della tirosina.
La vitamina C è un buon agente riducente, può essere ossidata alla sua forma policarbossilica, dichetonica,
questo può andare a sopperire processi nativi degradativi nelle proteine cellulari e nel DNA. Questo è molto
importante in tutte le condizioni metaboliche cellulari in cui vengono sintetizzati composti organici molto
energici che vengono indicati come superossidi che possono andare ad aggredire molecole molto importanti
dal punto di vista funzionale ed essere causa di danni cellulari, patologie, invecchiamento precoce e anche di
condizioni che possono innescare processi tumorali. La vitamina C è in grado di bloccare gli aspetti deleteri
di questi superossidi perché attraverso il suo potere riducente e antiossidante va a bloccare i superossidi, a
renderli inattivi e a prevenire i danni sulle molecole.