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1 FILOSOFIA TEORETICA

Testi

Tema della verità affrontato in termini classici, ma anche nella filosofia del 900. Prendiamo in
considerazione Platone, ma è anche uno dei grandi temi del 900 trattati da vari intellettuali. (es. Montale,
Decadentisti, Ungaretti). Nel 900 i testi decostuiscono il tema della verità, i principali scritti filosofici sono:

Verità e menzogna in senso Extra morale Nietzsche (900), ha come interlocutore Platone, è un platonismo
rovesciato;

La dottrina platonica della verità Heidegger confronto con Platone;

Verità e metodo di Heidegger seconda metà del 900, nascerà così una prospettiva diversa dell’ermeneutica
(approfondimento successivamente).

Un altro testo è utopia del comprendere, di Donatella Di Cesare, e tratta di ermeneutica filosofa. Parla del
rapporto tra essere e linguaggio.

Le parole chiavi accanto a verità: essere e linguaggio, sono i due temi concettuali che sono limitrofi ma
soprattutto è impossibile non far riferimento ad essi.

Il tema della verità è attuale, ad oggi parliamo di crisi della verità con le fake news. (Approfondimento
comunicazione e disinformazione).

Accanto a verità si introducono sempre altre parole, come ad esempio verosimiglianza, falso, menzogna,
oggettività (la verità è sinonimo di oggettività?), interpretazione, fatto.

Il tema che affrontiamo nel corso è il tema della verità ed è uno dei grandi temi classici della filosofia e
anche di grande attualità. Ad oggi infatti abbiamo sentito spesso parlare di fake news, cioè una notizia che
non rappresenta i fatti in maniera oggettiva. Ad esempio con l’ondata di covid 19 sono state diffuse molte
fake news dai media, in questo caso sono pochi I contenuti totalmente inventati. Secondo uno studio del
Retuers Institute, un giornale del regno unito pluripremiato per importanti scoperte sull’attualità, il 59%
delle informazioni false si basa su informazioni vere ma manipolate.

Cosa vuol dire verità? Il ruolo del filosofo:

Il ruolo dei filosofi è mettere in discussione ciò che è ovvio e scontato, la filosofia nasce dalla meraviglia o
dal Thavma (in greco) e solo i curiosi di possono meravigliarsi. Per Aristotele non c’è filosofia senza curiosità
intellettuale e senza la capacità di meravigliarsi, dalla quale nasce l’esigenza di porsi problemi. Chi prova un
senso di dubbio e meraviglia riconosce di non sapere e, come affermò anche Platone, chi inizia a filosofare è
spinto dal desiderio di conoscenza. Per Platone il filosofo non è sapiente, altrimenti non desiderebbe il
sapere, ma non è neppure ignorante perché in questo caso sarebbe convinto di sapere e non desidererebbe
la conoscenza.

Esiste una oggettività? E cos’è il fatto? Questa è la grande questione delle cosiddette scienze dure che non
sono dello spirito, e delle scienze dello spirito come la filosofia.

Cosa vuol dire vero, oggettivo? Il vero è corrispondente della verità? Si ha l’idea che la verità sia un
oggetto da possedere una volta per tutte e che la menzogna si discosti dalla verità come la negazione. La
verità è un concetto poliedrico, non è un concetto fisso: c’è una storia concettuale del concetto di verità,
esso muta nei secoli e ha una storia (bisogna contestualizzare i concetti). Al tema della verità i filosofi hanno
dato risposte diverse nei secoli, ma non sono risposte sganciate l’una d’altra ma si danno sempre all’interno
di un dialogo. Es.
Nietzsche e Heidegger rispondono a Platone, non sono risposte scisse l’una dall’altra.

Ermeneutica filosofica:

Filosofia continentale è la filosofia europea, la filosofia analitica ha uno stampo anglosassone. La filosofia
che prende in considerazione l’ermeneutica e l’interpretazione del filosofo è una filosofia continentale dove
si sente la necessita di fare un confronto con la filosofia classica e i loro testi, con interpretazione annessa.
La filosofia continentale viene chiamata così nella seconda metà del 900, è divisa in diverse correnti. Una di
queste correnti è l’ermeneutica filosofica, oppure troviamo anche la decostruzione (Jaques Derrida
esponente), ci sono anche correnti Haiddegheriane o biopolitica di Focault.

Focus Ermeneutica filosofica: ha a che fare etimologicamente con Hermes (dio messaggero e mediatore di
messaggi tra dei e uomini). L’ermeneutica è già greca infatti parliamo dell’opera aristotelica peri
hermeneias che in latino viene chiamata de interpretazione e in italiano viene tradotta come
dell’espressione. In senso aristotelico significa anche articolazione. L’hermeneia è una sorta di materia
nell’antica grecia e fa parte già nella paedeia (educazione) cioè della formazione del cittadino: è impossibile
essere cittadini attivi senza saper affiancarsi all’interpretazione dei testi greci. L’ermeneutica è
strettamente collegata al testo e nella filosofia medievale diventa sempre più interpretazione di un testo
che si propone come monito e strumento di salvezza. (pedagogia medievale / umanesimo). Diviene il modo
per salvare una cultura che rischia il declino e l’estensione, ad esempio pensiamo all’umanesimo e al
rinascimento, cioè epoche molto importanti dal punto di vista ermeneutico dove si tenta l’impresa di
recuperare la classicità. In questo periodo nasce infatti la filologia cioè la disciplina che ha il compito di
ricostruire il testo in modo critico. L’imitazione dei classici ha un senso ideologico poiché è legato alla
visione del mondo: si riprendono infatti concetti chiavi dei classici per proiettarli nella vita, essi fungevano
così da ideologie. In questo periodo è infatti presente una sentita autonomia nei confronti della dimensione
trascendente delle res divinae. Ciò si discosta dal medioevo, epoca in cui le res humane erano subordinate
alle res divinae. L’uomo e la cultura sono concetti centrali, da qui nasce l’antropocentrismo che si
contrappone al conteptus mundi medievale. L’ermeneutica filosofica e il recupero dei classici sono elementi
fondamentali per la nascita del concetto di antropocentismo che è alla base del periodo dell’umanesimo
(XV secolo). Un altro capitolo importante del l’ermeneutica è il periodo della riforma protestante con
Martin Lutero, infatti uno dei principi di Lutero è so la scrittura cioè rapporto diretto con i testi senza
mediazione della chiesa, ciascuno deve interpretare i testi sacri. Lutero tradusse la bibbia in tedesco e c’è
l’idea che ciascun fedele è messo di fronte ai testi sacri ed è libero di interpretare. Non è un caso infatti che
così poi si sviluppa una teoria della interpretazione che culmina all’inizio dell’800 in Germania. È il secolo
d’oro di ermeneutica, troviamo un grande teologo tedesco Friedrich Schleiermacher che è il fondatore
della teoria del l’interpretazione: lui è un filologo che riflette sul tema della traduzione, interpretazione e
comprensione. Durante l’800 si affina questa teoria, ma resta sempre molto ferma al testo.

Cambia un po’ tutto con Heidegger perché segna l’inizio ufficiale dell’ermeneutica filosofica, si parla di essa
ufficialmente nel testo verità e metodo: l’editore tedesco rifiutò il titolo ermeneutica filosofica perché
all’inizio degli anni 1860 non si sapeva cosa fosse e suggerì quindi un altro titolo cioè verità e metodo, si
tratta però di un titolo non riuscito perché forbiante che provocherà diversi fraintendimenti, l’altro titolo
sarebbe stato molto più consono. Per Heidegger, se prima l’ermeneutica era prima circoscritta al testo, ora
diviene ermeneutica di esistenza: Heidegger parla di esserci (= esistenza), con lui quindi non è più teoria
dell’interpretazione del testo ma diviene il modo in cui l’individuo comprende la sua esistenza e il modo cui
si rapporta agli altri.

Questione del relativismo conoscitivo e crisi della ragione:ermeneutica del sospetto, tra cui Nietzsche,
Marx e Freud sono considerati I maestri del sospetto che scardinano i meccanismi sociali. Il linguaggio ha
ruolo fondamentale, si tratta della retorica del linguaggio. Nasce il relativismo spiritualistico nella seconda
metà dell’800 con Bergson. Successivamente con Heidegger si acquisisce una svolta poiché, dallo
spiritualismo di Bergson che tratta del problema del tempo, si passa al problema dell’essere che poi sfocierà
in una nuova concezione dell’essere e della verità. Da Heidegger il linguaggio verrà inteso come casa
dell’essere.

RIFERIMENTI PRIMO E SECONDO CAPITOLO DI UTOPIA DEL COMPRENDERE:

→Gottlob Frege (1848-1925) filosofo tedesco e capostipite della filosofia analitica. Poi abbiamo
Wittgenstein (1889-1951), lui viene collocato da alcuni sulla linea di Frege poiché viene situato all’interno
della filosofia analitica essendo la sua prima opera interpretabile come un’opera di filosofia analitica,
l’opera si chiama il trattato. Ma anche la filosofia continentale vendica Wittgenstein poiché scrive l’opera
“le ricerche” ed egli non è irrilevante per Ermeneutica filosofica.

→Wilhelm Humbolt (1767-1835) grande linguistica e importante interprete di Immanuel Kant .


→Nietzsche, fu il filosofo che inaugurò la filosofia del 900 (1844-1900).
→Martin Heidegger (1889-1975) capostipite della filosofia continentale, lui ha un debito enorme con
Nietzsche;
→Hans – George Gadamer (1900-2002), allievo importante di Heidegger. Heiddger smette di insegnare
nel secondo dopo guerra, cioè negli anni 50 del 900.
Dunque nel 900 la filosofia si divide ed è una divisione che resta soprattutto nel mondo accademico
(non in Italia).

Essere e linguaggio:
-Heidegger:“il linguaggio è la dimora dell’essere”, torna in diversi testi come lettere all’umanismo.
-Gadamer, “l’essere, che può essere compreso, è linguaggio”, da verità e metodo.
Rapporto tra essere e linguaggio nella filosofia antica:
→Filosofia antica e medievale: facciamo riferimento al dialogo di Platone come il Cratilo o opere di
Aristotele. L’interesse dei filosofi greci sono gli Onta cioè gli enti, la parola greca Onta è legata all’essere
perché gli esseri sono le cose che sono. Un’altra parola importante è onomata che significa nome e se
ne parla nell’opera Il Cratilo cioè la Prima opera che si interroga sul rapporto tra essere e avere. Il
Cratilo si interroga su “I nomi sono necessari per conoscere gli enti o sono forbianti?” e “bisogna
conoscere gli enti per sé stessi o bisogna affidarsi ai nomi?”. Ci sono due risposte nell’opera:

1-Cratilo risponde “Gli onomata sono indispensabili per arrivare agli Onta”

2- Ermogene risponde “I nomi sono convenzionali, sono frutto di una convenzione e delle scelta degli
uomini e sono persino forbianti”
Nonostante le varie domande L’importante è arrivare agli enti cioè agli Onta. La filosofia greca è una
ontologia (onta + logos) e viene prima di ogni altro ramo della filosofia, per ontologia si intende lo studio
degli enti e dell’essere.

Filosofia moderna e rapporto tra essere avere: troviamo Cartesio come primo filosofo della filosofia
moderna. Si passa ad un interesse gnoseologico, cioè si passa ad un interesse conoscitivo. Non è più il
soggetto a ruotare intorno agli enti (rivoluzione copernicana di Kant), l’importanza è centrata
esclusivamente sul soggetto e sul processo conoscitivo con cui l’uomo conosce gli enti o, in linguaggio
kantiano, li forma. Si parla dunque di gnoseologia e la domanda base è “come il soggetto conosce gli enti”.
Nella filosofia moderna non c’è più un interesse ontologico per il linguaggio ma un interesse gnoseologico:
che ruolo svolge il linguaggio nel processo della conoscenza o quale ruolo svolgono I nomi nel processo
della conoscenza degli enti? Nella filosofia moderna la ragione svolge un ruolo importante e ci si chiede se il
linguaggio è uno specchio fedele della ragione e se è universale come lo è la ragione. Già nell’epoca di Kant,
illuminismo, dunque ci si interroga sulla storicità delle lingue. C’è dunque una discrepanza tra ragione
universale e le lingue storiche?

Humbol critica la ragion pura di Kant, perché essa si articola nelle lingue storiche e non c’è un linguaggio
universale.

Rapporto tra linguaggio ed essere nella filosofia del 900:

Si ribalta il rapporto tra essere e linguaggio, c’è una svolta linguistica e se ne parla negli anni 60 e chi
contribuisce sono Wittgenstein ed Heidegger. In questa epoca ontologia e gnoseologia non hanno più lo
stesso ruolo e il linguaggio passo dai margini al centro della filosofia poiché dove c’è un interesse per
l’ontologia, come in Grecia antica, il linguaggio viene considerato in funzione degli enti ed anche nell’età
moderna dove era importante la gnoseologia il linguaggio era analizzato in funzione del processo
conoscitivo. Nel 900 viene invece messo al centro perché il linguaggio è la dimora dell’essere (cit
Heidegger): l’essere è nel linguaggio ed esistono gli enti in quanto c’è il linguaggio e questa è una
rivoluzione copernicana del 900.

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