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L’ istruttorie e i poteri di indagine dell’amministrazione finanziaria.

Il problema
della discrezionalità.
Nell’ attività istruttoria si ricomprendono tutti quegli atti con cui
l’amministrazione finanziaria individua ed
acquisisce dati e notizie rilevanti al fine di acclarare eventuali violazioni di
norme tributarie.
Nelle imposte sui redditi e nell’Iva l’elevatissimo numero di contribuenti rende
praticamente impossibile
all’amministrazione finanziaria l’effettuazione dei controlli approfonditi sulla
conformità a legge
dell’operato di ciascun soggetto. Da qui la tendenza legislativa a sdoppiare la
fase istruttoria, scindendo il
controllo meramente documentale o formale delle dichiarazioni presentate dai
contribuenti e dai sostituti,
dal controllo sostanziale compiuto utilizzando gli ampi e penetranti poteri
ispettivi conferiti dalla legge, il
quale risulta esperibile solo nei confronti della ridotta percentuale di soggetti.
Paradigmatica è la normativa in materia di accertamento delle imposte sui redditi
che delinea ben tre diversi
livelli di controlli:
a. la liquidazione delle imposte e dei rimborsi dovuti sulla base delle
dichiarazione presentate dai
contribuenti e dei sostituti ,che ha come fine
i.
correggere gli errori materiali o di calcolo in cui siano incorsi i contribuenti;
ii.
escludere in tutto o parzialmente deduzioni e detrazioni esposte in maniera
superiore a quella
consentita dalla legge;
iii.
verificare la rispondenza alle dichiarazioni e la tempestività dei versamenti
eseguiti a titolo di
acconto o di saldo, o delle ritenute operate;
b. il controllo formale delle dichiarazioni presentate dai contribuenti e dei
sostituti al fine :
i.
di escludere in tutto o in parte lo scomputo delle ritenute non risultanti dalle
dichiarazioni dei
sostituti o dalle certificazioni richieste ai contribuenti;
ii.
escludere in tutto o in parte le detrazioni, di deduzioni, i crediti d’imp

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