L'emissione di titoli di debito non costituisce una modificazione dell'atto
costitutivo, pertanto il relativo verbale non deve essere necessariamente notarile, tant'è che il legislatore ne affida l'iscrizione nel registro delle imprese agli amministratori. Essendo richiesta la pubblicità, con effetti costitutivi, della decisione di emissione, si ricava implicitamente che essa debba avere forma scritta. In mancanza di indicazioni nella clausola autorizzativa, dal punto di vista contenutistico, la decisione di emissione deve indicare: il tipo di titoli, le condizioni del prestito e le modalità del rimborso. Una volta intervenuta la relativa decisione, l'iter procedurale si snoda con la concreta emissione dei titoli, naturalmente ad opera degli amministratori, e la loro sottoscrizione da parte di investitori professionali, sia tramite contrattazione individuale che mediante offerta al pubblico. Spetta alla clausola statutaria o alla decisione di emissione stabilire se successivamente i titoli siano destinati alla circolazione o meno. In caso affermativo può essere prevista una totale libertà di circolazione oppure possono essere individuate categorie di soggetti potenziali acquirenti, ovvero: altri investitori professionali (non necessariamente soggetti a vigilanza prudenziale), soci, oppure terzi. In questa fase è ammissibile anche la sollecitazione all'investimento. Il legislatore allude alla responsabilità della solvenza della società