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TEOLOGIA DEL DIALOGO ECUMENICO – TP 1039

INTRODUZIONE

Οἰκέω - οἰκουμένη (scil. γῆ)

“Per ‘movimento ecumenico’ si intendono le attività e le iniziative suscitate e ordinate a


promuovere l'unità dei cristiani.” (UR 4)

I – I FONDAMENTI STORICI E TEOLOGICI DELL’ECUMENISMO

1.1 La storia del movimento ecumenico nel XX° secolo

“Ora, il Signore dei secoli, il quale con sapienza e pazienza persegue il disegno della sua
grazia verso di noi peccatori, in questi ultimi tempi ha incominciato a effondere con maggiore
abbondanza nei cristiani tra loro separati l'interiore ravvedimento e il desiderio dell'unione.
Moltissimi uomini in ogni dove sono stati toccati da questa grazia, e tra i nostri fratelli
separati è sorto anche per grazia dello Spirito Santo un movimento che si allarga di giorno in
giorno per il ristabilimento dell'unità di tutti i cristiani … chiamato nuovamente
ecumenico.”
(UR, 1)
“Questo santo Concilio esorta tutti i fedeli cattolici perché, riconoscendo i segni dei tempi,
partecipino con slancio all'opera ecumenica.” (UR, 4)

1.1.1 Gli inizi nelle Chiese e comunità ecclesiali non-cattoliche

Alleanza evangelica mondiale (1846), Lambeth Conference (1867).


Conferenza mondiale delle missioni (Edimburgo, 1910)
Conferenza di Stoccolma (1925)
Consiglio Ecumenico delle Chiese (1948)
Global Christian Forum (2007)

1.1.2 La partecipazione della Chiesa Cattolica

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.


Paul Wattson (Society of the Atonement).
Paul Couturier: “Per l’Unità che Cristo vuole per la sua Chiesa con i mezzi che vuole ...
donata come, quando e dove Lui vorrà”.
Chevetogne (1939) - Focolari (1944) - Taizé (1940) - Grandchamp (1936 – 1950).
Segretariato per l’unità (1960). Preside: Card. Bea.
Revocazione degli anatemi con Costantinopoli (7/12/1965)
Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani (1967)
Visita di Paolo VI al CEC (10/09/69): “Sono in mezzo a voi. Il mio nome è Pietro”…
Bose (1965/1968) - Mother of God (1966) – Comunità Chemin Neuf (1973)
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1.2 Fondamenti teologici

1.2.1 L’unità come determinazione essenziale della Chiesa

Nuovo Testamento

“Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti
unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di
pensiero e d'intenti. Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe,
che vi sono discordie tra voi.” (1 Co 1,10-11)
“Vi esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della
vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a
vicenda con amore, cercando di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della
pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati
chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un
solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in
tutti.”
(Ef 4,1-6)

“Gesù doveva morire per la nazione e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire
insieme i figli di Dio che erano dispersi.” (Gv 11,51-52)
“Prego … perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano
anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu
hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me,
perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come
hai amato me.” (Gv 17, 20-23)
“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così
amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete
amore gli uni per gli altri.” (Gv 13,34-35)

“Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella


frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni
avvenivano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme
e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a
tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e
spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e
godendo la simpatia di tutto il popolo.” (At 2,42-48)

Vaticano II

“Siccome la Chiesa è, in Cristo, in qualche modo il sacramento, ossia il segno e lo strumento


dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano, questo santo Concilio,
continuando il tema dei precedenti Concili, intende con maggiore chiarezza illustrare ai suoi
fedeli e al mondo intero la propria natura e la propria missione universale. Le presenti
condizioni del mondo rendono più urgente questo dovere della Chiesa, affinché tutti gli
uomini, oggi più strettamente congiunti dai vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possano
anche conseguire la piena unità in Cristo.” (LG, 1)
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“Così la Chiesa universale si presenta come ‘un popolo che deriva la sua unità dall'unità del
Padre, del Figlio e dello Spirito Santo’ S. Cipriano, De Orat. Dom. 23: PL 4, 553.” (LG, 4)

“In questo si è mostrato l'amore di Dio per noi, che l'unigenito Figlio di Dio è stato mandato
dal Padre nel mondo affinché, fatto uomo, con la redenzione rigenerasse il genere umano e lo
radunasse in unità cf. 1 Gv 4,9; Col 1,18-20; Gv 11,52. Ed egli, prima di offrirsi vittima
immacolata sull'altare della croce, pregò il Padre per i credenti, dicendo: ‘che tutti siano una
sola cosa, come tu, o Padre, sei in me ed io in te; anch'essi siano uno in noi, cosicché il mondo
creda che tu mi hai mandato’ (Gv 17,21), e istituì nella sua Chiesa il mirabile sacramento
dell'eucaristia, dal quale l'unità della Chiesa è significata ed attuata. Diede ai suoi discepoli il
nuovo comandamento del mutuo amore cf. GV 13,34 e promise lo Spirito consolatore, il
quale restasse con loro per sempre, Signore e vivificatore.” (UR, 2)

“Gesù stesso nell'ora della sua Passione ha pregato "perché tutti siano una sola cosa" (Gv
17,21). Questa unità, che il Signore ha donato alla sua Chiesa e nella quale egli vuole
abbracciare tutti, non è un accessorio, ma sta al centro stesso della sua opera. Né essa equivale
ad un attributo secondario della comunità dei suoi discepoli. Appartiene invece all'essere
stesso di questa comunità. Dio vuole la Chiesa, perché egli vuole l'unità e nell'unità si esprime
tutta la profondità della sua agape.” (UUS, 9)

1.2.2 Sviluppo della comprensione del rapporto fra la Chiesa Cattolica e le altre Chiese e
comunità ecclesiali

Il “subsistit in”

“Questa è l'unica Chiesa di Cristo, che nel Simbolo professiamo una, santa, cattolica e
apostolica e che il Salvatore nostro, dopo la sua resurrezione, diede da pascere a Pietro (cfr.
Gv 21,17), affidandone a lui e agli altri apostoli la diffusione e la guida (cfr. Mt 28,18ss), e
costituì per sempre colonna e sostegno della verità (cfr. 1 Tm 3,15). Questa Chiesa, in questo
mondo costituita e organizzata come società, sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal
successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui, ancorché al di fuori del suo
organismo si trovino parecchi elementi di santificazione e di verità, che, appartenendo
propriamente per dono di Dio alla Chiesa di Cristo, spingono verso l'unità cattolica.” (LG 8)

“Solo per mezzo della cattolica Chiesa di Cristo, che è il mezzo generale della salvezza, si
può ottenere tutta la pienezza dei mezzi di salvezza.” (UR, 3)

“La Chiesa cattolica afferma che, durante i duemila anni della sua storia, è stata conservata
nell'unità con tutti i beni con i quali Dio vuole dotare la sua Chiesa, e ciò malgrado le crisi
spesso gravi che l'hanno scossa, le carenze di fedeltà di alcuni suoi ministri e gli errori in cui
quotidianamente si imbattono i suoi membri. La Chiesa cattolica sa che, in nome del sostegno
che le proviene dallo Spirito, le debolezze, le mediocrità, i peccati, a volte i tradimenti di
alcuni dei suoi figli, non possono distruggere ciò che Dio ha infuso in essa in funzione del suo
disegno di grazia.” (UUS, 11; cfr. anche Dominus Iesus,16).

Un nuovo sguardo sugli altri cristiani

“Fratelli separati”
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“Comunità considerevoli si staccarono dalla piena comunione della Chiesa cattolica, talora
per colpa di uomini di entrambe le parti.” (UR, 3)
“Quelli poi che ora nascono e sono istruiti nella fede di Cristo in tali comunità separate, non
possono essere accusati di peccato di separazione, e la Chiesa cattolica li circonda di fraterno
rispetto e di amore.” (UR, 3)

Una certa comunione con la Chiesa Cattolica


“Coloro infatti che credono in Cristo ed hanno ricevuto validamente il battesimo, sono
costituiti in una certa comunione, sebbene imperfetta, con la Chiesa cattolica. Sicuramente, le
divergenze che in vari modi esistono tra loro e la Chiesa cattolica, sia nel campo della dottrina
e talora anche della disciplina, sia circa la struttura della Chiesa, costituiscono non pochi
impedimenti, e talvolta gravi, alla piena comunione ecclesiale. … Nondimeno, giustificati
nel battesimo dalla fede, sono incorporati a Cristo cf. Conc. di Firenze, Sess. VIII, Decreto
Exultate Deo (Dz 1314) e perciò sono a ragione insigniti del nome di cristiani, e dai figli
della Chiesa cattolica sono giustamente riconosciuti quali fratelli nel Signore cf. S. Agostino,
In Ps. 32, Enarr. II, 29: PL 36, 299.” (UR, 3)

Esistono elementi di ecclesialità fuori della Chiesa Cattolica


“Tra gli elementi o beni dal complesso dei quali la stessa Chiesa è edificata e vivificata,
alcuni, anzi parecchi ed eccellenti, possono trovarsi fuori dei confini visibili della Chiesa
cattolica: la parola di Dio scritta, la vita della grazia, la fede, la speranza e la carità, e altri
doni interiori dello Spirito Santo ed elementi visibili. Tutte queste cose, le quali provengono
da Cristo e a lui conducono, appartengono a buon diritto all'unica Chiesa di Cristo.” (UR, 3)

Esistono veri sacramenti fuori della Chiesa Cattolica


“Non poche azioni sacre della religione cristiana vengono compiute dai fratelli da noi
separati, e queste in vari modi, secondo la diversa condizione di ciascuna Chiesa o comunità,
possono senza dubbio produrre realmente la vita della grazia, e si devono dire atte ad aprire
accesso alla comunione della salvezza.” (UR, 3)
“Alcuni fratelli separati riconoscono e accettano nelle proprie Chiese o comunità ecclesiali
anche altri sacramenti oltre il battesimo. Molti fra loro hanno anche l'episcopato, celebrano
la sacra eucaristia...” (LG, 15)

A chi attribuire il nome di “chiesa”?


“Le Chiese che conservano la successione apostolica e la valida Eucaristia sono vere Chiese
particolari. … Invece le comunità ecclesiali che non hanno conservato l’Episcopato valido e
la genuina e integra sostanza del mistero eucaristico non sono Chiese in senso proprio.”
(Dominus Iesus, 17)
“Oltre i limiti della comunità cattolica non c'è il vuoto ecclesiale.” (UUS, 13)
“Diventa più difficile per la Chiesa esprimere sotto ogni aspetto la pienezza della cattolicità
nella realtà della vita.” (UR, 4) - “La mancanza di unità tra i cristiani è certamente una ferita
per la Chiesa” (Dominus Iesus,17)

Apporto delle altre comunità ecclesiali alla Chiesa Cattolica


“Nelle altre Comunità … certi aspetti del mistero cristiano sono stati a volte messi più
efficacemente in luce.” (UUS, 14)
“Lungo il cammino che conduce verso la piena unità, il dialogo ecumenico si adopera a
suscitare un fraterno aiuto reciproco per mezzo del quale le Comunità si applicano a darsi
scambievolmente ciò di cui ciascuna ha bisogno per crescere secondo il disegno di Dio verso
la pienezza definitiva (cfr. Ef 4,11-13). Ho detto come siamo consapevoli, in quanto Chiesa
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cattolica, di aver ricevuto molto dalla testimonianza, dalla ricerca e finanche dalla maniera in
cui sono stati sottolineati e vissuti dalle altre Chiese e Comunità ecclesiali certi beni cristiani
comuni. Tra i progressi compiuti durante gli ultimi trent'anni, bisogna attribuire un posto di
rilievo a tale fraterno influsso reciproco. Nella tappa alla quale siamo pervenuti, tale
dinamismo di mutuo arricchimento deve essere preso seriamente in considerazione.” (UUS,
87)

1.2.3 I principi cattolici dell’ecumenism

1) Convinzione che viene da Dio


“Questo santo Concilio esorta tutti i fedeli cattolici perché … partecipino con slancio
all'opera ecumenica.” (UR 4)
“La cura di ristabilire l'unione riguarda tutta la Chiesa, sia i fedeli che i pastori.” (UR, 5)

2) Prudenza e guida dei pastori


“Queste cose, quando con prudenza e costanza sono compiute dai fedeli della Chiesa cattolica
sotto la vigilanza dei pastori...” (UR, 4)

3) Tre modi di fare: “Con la preghiera, la parola e l'azione.” (UR 4)

Ecumenismo spirituale
“La preghiera è l’anima di tutto il movimento ecumenico.” (UR, 8)
“Non esiste un vero ecumenismo senza interiore conversione. Infatti il desiderio dell'unità
nasce e matura dal rinnovamento dell'animo.” (UR,7)
Y. Congar, Vera e falsa riforma nella Chiesa.

Dialogo teologico
“Bisogna assolutamente esporre con chiarezza tutta intera la dottrina. Niente è più alieno
dall'ecumenismo che quel falso irenismo, che altera la purezza della dottrina cattolica e ne
oscura il senso genuino e preciso.” (UR, 11)
“Allo stesso tempo la fede cattolica va spiegata con maggior profondità ed esattezza, con un
modo di esposizione e un linguaggio che possano essere compresi anche dai fratelli separati.”
(UR, 11)
“Nel mettere a confronto le dottrine si ricordino che esiste un ordine o ‘gerarchia’ nelle verità
della dottrina cattolica, in ragione del loro rapporto differente col fondamento della fede
cristiana.” (UR, 11)

Ecumenismo della carità.


“La collaborazione ecumenica è soprattutto necessaria nella missione fra le masse
scristianizzate del mondo contemporaneo. La capacità per cristiani ancora divisi di dare, fin
d’ora, una testimonianza comune alle verità centrali del Vangelo può costituire un forte
richiamo a rinnovare la stima per la fede cristiana in una società secolarizzata.”
(PCPUC, Direttorio per l’applicazione dei principi e delle norme sull’ecumenismo, n° 208)

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