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Il controllore logico programmabile (in inglese programmable logic controller, spesso in sigla, PLC) è un

computer per l'industria specializzato in origine nella gestione o controllo dei processi industriali.

Esegue un programma ed elabora i segnali digitali ed analogici provenienti da sensori e diretti agli attuatori
presenti in un impianto industriale, con la struttura del PLC che viene adattata in base al processo da
automatizzare: durante la progettazione del sistema di controllo, vengono scelte le schede adatte alle
grandezze elettriche in gioco; le varie schede vengono quindi inserite sul BUS o rack del PLC. Il primo PLC è
stato creato da Dick Morley nel 1968 con il marchio Modicon, ora di proprietà di Schneider Electric.

Nel tempo, con la progressiva miniaturizzazione della componentistica elettronica e la diminuzione dei
costi, è entrato anche nell'uso domestico; l'installazione di un PLC nel quadro elettrico di un'abitazione, a
valle degli interruttori magnetotermico e differenziale (salvavita), permette la gestione automatica dei
molteplici sistemi e impianti installati nella casa: impianto di riscaldamento, antifurto, irrigazione, LAN, luci,
ecc. Si tratta di un oggetto hardware componibile. La caratteristica principale è la sua robustezza estrema;
infatti normalmente è posto in quadri elettrici in ambienti rumorosi, con molte interferenze elettriche, con
temperature elevate o con grande umidità. In certi casi il PLC è in funzione 24 ore su 24, per 365 giorni
all'anno, su impianti che non possono fermarsi mai.

Un PLC è composto da un alimentatore, dalla CPU che in certi casi può avere interna o esterna una
memoria di tipo RAM, ROM, EPROM o EEPROM, da un certo numero di schede di ingressi digitali e uscite
digitali, e nel caso in cui sia necessario gestire grandezze analogiche, il PLC può ospitare delle schede di
ingresso o di uscita sia analogiche che digitali.

Se il PLC opera in rete con altri PLC, sono necessarie delle schede di comunicazione adatte al protocollo di
rete già implementato sugli altri PLC.

Nel caso di operazioni di movimentazione, come nel campo della robotica, il PLC ospita delle schede di
controllo assi, cioè delle schede molto veloci e sofisticate che permettono di gestire spostamenti e
posizionamento.

L'alimentatore è un apparato necessario per il funzionamento dei PLC. Esso è utilizzato per fornire l'energia
elettrica a tutte le schede del PLC. Fornisce le tensioni a 5 V necessarie alle schede, le tensioni a + o - 12 V,
le altre tensioni necessarie, sempre in corrente continua (d.c). Può essere interno o esterno al PLC. Nella
normalità dell'uso, in campo industriale, l'alimentazione è a 24 V a.c. compatibile con la maggior parte dei
sensori in commercio.

La CPU è il cervello del PLC. La CPU è una scheda complessa basata su una logica programmabile (Infineon
sulle CPU Siemens S7) con funzionalità base di memorizzazione e accesso ad I/O, nonché bootloader, e con
una zona di memoria a disposizione del programma utente, cioè del programma di automazione.

La memoria utente è spesso esterna come ad esempio nel caso di memoria EPROM. Il vantaggio di una
memoria esterna è legato alla semplicità di programmazione o di modifica dello stesso.

La CPU durante il funzionamento a regime, colloquia con tutte le schede connesse sul BUS del PLC,
trasferendo dati e comandi da e verso il mondo esterno (input e output).
Schede di ingresso digitali

Le schede di ingresso digitali sono utilizzate per il controllo di grandezze "digitali", cioè di tensioni a due
valori (ad esempio 0 V o 24 V, oppure 0 V 110 V). Ogni scheda può gestire da 4 a 64 ingressi digitali
differenti. I segnali dal campo vengono fatti arrivare con cavi elettrici fino alla morsettiera della scheda ed
ogni singolo canale è opportunamente protetto da fusibili di adeguato valore.

Schede di uscita digitali

Le schede di uscita digitali sono utilizzate per i comandi di attuatori digitali. Ad esempio un relè è un
attuatore digitale, in quanto può avere soltanto due stati stabili: diseccitato, o eccitato. Altro esempio di
attuatore è una valvola digitale a due stati: aperta, chiusa (elettrovalvola). Anche nel caso di schede di
uscita digitali, si possono gestire da un minimo di 4 ad un massimo di 64 uscite digitali differenti.

Schede di ingresso analogiche

Questo tipo di schede di ingresso permettono il controllo di grandezze elettriche il cui valore può variare
entro un intervallo. Le grandezze in gioco sono in tensione o in corrente. Ad esempio sono disponibili
schede di ingresso analogiche in corrente, con un intervallo variabile tra 4 mA e 20 mA. Molti produttori di
PLC rendono disponibili schede con ingressi analogici per sonde di temperatura sia Pt100 che termocoppie
T, J, K, ecc. Queste schede sono disponibili con varie risoluzioni (8-12-14-16 bit) e con 1 o più ingressi
separati galvanicamente disponibili in morsettiera o sul connettore frontale.

Schede di uscita analogiche

Le schede di uscita analogiche permettono di controllare degli attuatori variabili. Possono essere in
corrente o in tensione ed avere una determinata risoluzione esprimibile in bit. Ad esempio è possibile
comandare un motore elettrico tramite un inverter variandone la velocità, tramite la frequenza, da zero alla
sua massima velocità. Oltre all'esempio sopra citato servono per regolazioni di temperatura variando
l'intervallo di uscita, regolazioni di luce. Un esempio che può risultare molto chiaro è quella dell'intensità
luminosa di una serie di plafoniere. Tramite un potenziometro noi aumenteremo o diminuiremo l'intensità
luminosa. Ad ogni aumento o diminuzione di luce corrisponde un equivalente segnale in corrente o in
tensione.

Schede di comunicazione

Il PLC durante il suo funzionamento può comunicare con computer, con altri PLC oppure con altri dispositivi
come le macchine CNC (i torni e/o le frese a controllo numerico delle aziende).

La comunicazione con computer e altri dispositivi avviene tramite tipi di connessione standard come:

RS232

La prima azione che il PLC compie è la lettura degli ingressi del portale e si intende tutti gli ingressi sia
digitali sia analogici, on board o su bus di campo (schede remote collegate al PLC o con una rete di
comunicazione). Dopo aver letto tutti gli ingressi, il loro stato viene memorizzato in una memoria che è
definita "Registro immagine degli ingressi". A questo punto le istruzioni di comando vengono elaborate in
sequenza dalla CPU e il risultato viene memorizzato nel "Registro immagine delle uscite". Infine, il
contenuto dell'immagine delle uscite viene scritto sulle uscite fisiche ovvero le uscite vengono attivate.
Poiché l'elaborazione delle istruzioni si ripete continuamente, si parla di elaborazione ciclica; il tempo che il
controllore impiega per una singola elaborazione viene detto tempo di ciclo (solitamente da 10 a 100
millisecondi).

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