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Università di Roma “La Sapienza” – A.A.

2006/07

Controllo dei Processi

Modellistica e Controllo delle Colonne di Distillazione

a cura di Leonardo Cavarischia


DIS, Università di Roma “La Sapienza”
Outline

• Utilizzo e finalità

• Principio di funzionamento

• Relazioni costitutive: passaggi di fase

• Schema di massima ed elementi costitutivi

• Modello dinamico delle colonne di distillazione

• Configurazioni tipiche di controllo

• controllo in cascata delle colonne di distillazione

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Generalità e utilizzo
Negli impianti chimici un gran numero di processi avvengono in apparecchiature chiamate
colonne. A seconda della tipologia di processo chimico che in esse si realizza, le colonne
prendono nomi differenti, i più comuni dei quali sono:
• colonne di distillazione (binaria)
• colonne di adsorbimento: una sostanza
da rimuovere viene trasferita dalla fase
gassosa a quella liquida, nella quale si
trova dissolta in un opportuno solovente
• colonne di assorbimento: come sopra,
ma la con fase solida anziché liquida
• colonne di estrazione con solvente
• colonne di desorbimento o stripping per
il recupero del solvente
Le colonne di distillazione, in particolare, vengono utilizzate per separare i diversi componenti
di una miscela al fine di:

• eliminare sostanze indesiderate


• ottenere sostanze con elevata purezza
• effettuare un’analisi dei componenti

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Alcuni esempi...

• separazione di acqua e alcohol (C2 H5 OH)

• estrazione di ossigeno da aria liquefatta per


usi medici

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...altri esempi...

• il petrolio greggio (crude) viene sep-


arato in molte frazioni in grandi
colonne multicomponente

• processi complessi prevedono colonne in cascata (es. butano da benzina)

• la distillazione può avvenire congiuntamente a reazioni chimiche (polimerizzazione)

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Principio di funzionamento

Nelle colonne di distillazione la miscela viene portata in ebollizione secondo modalità parti-
colari al fine di sfruttuare i seguenti fenomeni

• i diversi componenti hanno differenti punti di ebollizione

• al punto di ebollizione della miscela i componenti passano alla fase vapore in modo
disuniforme

• la fase vapore ha una composizione diversa dalla fase liquida

I fenomeni fisico-chimici da considerare sono

• fenomeni di trasporto

• bilanci di materia

• bilanci di energia

• equilibri tra fasi ⇒ relazioni costitutive

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Relazioni costitutive: equilibrio tra le fasi liquida e gassosa

Gli stati di aggregazione della materia


• i gas sono caratterizzati da una equazione di stato
che lega le grandezze di stato P , V , T , H, S, E;
ad es. per i gas perfetti P V = nRT ; per i gas reali
a
P + V 2 (V − b) = RT (eq. di van der Waals)
• per miscele gassose vale la legge di Dalton, che
esprime la pressione parziale pi del gas i-esimo in
funzione della sua frazione molare ni/ntot e della
pressione totale della miscela Ptot :
ni X
pi = Ptot ; Ptot = pi
ntot
• I solidi sono caratterizzati da un reticolo cristallino
• I liquidi sono caratterizzati dalla energia superfi-
ciale e dalla viscosità
I campi di esistenza dei tre stati di aggregazione sono riportati, per una specie pura, nel
diagramma di stato, i cui rami rappresentano i valori di pressione e temperatura in cor-
rispondenza dei quali tra due fasi si instaura un equilibrio dinamico. Tali valori, insieme alla
variazione di entalpia associata al passaggio di fase, sono legati dalla legge di Clapeyron
dP ∆H
=
dT T ∆V

In particolare la pressione gassosa corrispondente all’equilibrio liquido-vapore è detta pres-


sione di vapore saturo P ∗ .
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Relazioni costitutive: equilibrio tra le fasi liquida e gassosa
Evaporazione di miscele liquide binarie

• La pressione di vapore saturo di una miscela ideale∗ di due liquidi A e B è la somma


∗ = p +p
delle pressioni parziali di vapore pA e pB : Psol A B

• La pressione parziale di vapore di ciascun componente è data dalla Legge di Raoult


pA = xA PA∗ , pB = xB PB∗
dove xi = ni/ntot , i = A, B sono le frazioni molari nella fase liquida e PA∗ , PB∗ sono le
pressioni di vapore saturo alla stessa temperatura. Quindi

Psol = xA PA∗ + xB PB∗

• D’altra parte, considerando la miscela nella fase vapore, per la legge di Dalton
∗ ∗
pA = yA Psol , pB = yB Psol
dove yA, yB sono le concentrazioni nella fase vapore

• possiamo ricavare le frazioni molari nella fase vapore (NB: xA + xB = 1)


pA pA xA
yA = ∗ = = (1)
Psol xAPA∗ + xB PB∗ xA + (1 − xA) PB∗ /PA∗

In conclusione, se A e B hanno la stessa pressione di vapore saturo (PA∗ = PB∗ ) allora la fase
vapore ha la stessa composizione della fase liquida, altrimenti è più ricca del componente
più volatile, cioè con la pressione di vapore saturo più alta (o equivalentemente con la
temperatura di ebollizione più bassa).
∗ Con entalpia di mescolamento nulla
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Relazioni costitutive: equilibrio tra le fasi liquida e gassosa

Miscele che seguono la legge di Raoult

Si consideri la miscela avente frazione mo-


lare xA = C
• CD = xAPA∗
• CE = xB PB∗
• CF = CD + EF ma EF = CD quindi
CF = CD + CE = xAPA∗ + xB PB∗ = Psol∗

→ i punti el segmento PA∗ PB∗ rappresentano la


pressione di vapore della miscela la cui com-
posizione è data dalla corrispondente ascissa

Si definisce volatilità relativa α il rapporto


yA/xA
α=
yB /xB
quantifica la predisposizione dei due compo-
nenti ad essere separati

Raramente la legge di Raoult viene rispettata per tutto il campo delle concentrazioni.
Tipicamente ciò accade solo per soluzioni piuttosto diluite.

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Relazioni costitutive: equilibrio tra le fasi liquida e gassosa

Miscele che non seguono la legge di Raoult

deviazioni negative deviazioni positive


(entalpia di mescolamento < 0) (entalpia di mescolamento > 0)

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Relazioni costitutive: equilibrio tra le fasi liquida e gassosa
Isobare di equilibrio
Conviene tracciare dei diagrammi che indicano,
ad una data pressione, la temperatura di ebol-
lizione e la composizione del vapore in funzione
della composizione del liquido. Per miscele che P=cost TB
seguono la legge di Raoult: t1
• la linea liquido è i luogo delle tempera- v
ture di ebollizione in funzione della com- s l t2
posizione del liquido, e.g. una miscela di
composizione c1 bolle alla temperatura t1 ; t3
i punti sotto la linea liquido rappresentano TA
sistemi costituiti dalla sola fase liquida
• la linea vapore è i luogo delle composizioni
del vapore corrispondenti ad una temper-
atura di ebollizione, e.g. la composizione c4 c3 c2 c1
del vapore della miscela di composizione c1
che bolle alla temperatura t1 è c2 ; i punti xA=1 xA=0
sopra la linea vapore rappresentano sistemi
costituiti dalla sola fase gassosa
I punti tra le due linee rappresentano sistemi costituiti da una fase liquida e una fase vapore
con quantità e composizioni date dalle rispettive intersezioni con le linee liquido e vapore:
dato un punto s, la fase liquida conta un numero di moli proporzionale al segmento sv ed
ha composizione c2 , e la fase vapore conta un numero di moli proporzionale a ls ed ha
composizione c3 .

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Isobare di equilibrio
miscele che non seguono la legge di Raoult

Per miscele che presentano deviazioni negative (positive) dalla legge di Raoult esiste una
composizione detta azeotropica (ca ) tale che il vapore ha la stessa composizione del liq-
uido. Ad essa corrisponde un massimo (un minimo) delle curve liquido e vapore. Allora è
possibile ottenere puro come distillato (come residuo) il componente che è presente nella
soluzione di partenza con concentrazione maggiore che nella soluzione azeotropica, otte-
nendo quest’ultima come residuo (come distillato).

P=cost P=cost

TB TA TB

TA

xA=1 ca xA=0 xA=1 ca xA=0

deviazioni negative deviazioni positive

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La distillazione: principio di funzionamento

Si consideri una miscela liquida dei componenti A e B di composizione c1 . Portata ad


ebollizione, produce inizialmente un vapore di composizione c2 , ovvero più ricco del com-
ponente A, il più volatile. Il vapore condensa condensa ad una temperatura t2 inferiore a
t1 . Per contro la fase liquida sarà ora più ricca del componente meno volatile (B), e la
sua temperatura di ebollizione più elevata di t1 . Procedendo in questo modo lungo la linea
liquido si otterrà come residuo di distillazione il componente B puro allo stato liquido, e
come distillato una miscela più ricca del componente A rispetto alla miscela di partenza.
Reiterando l’operazione partire da questa nuova miscela (dopo averla condensata) si può
ottenere anche il componente A puro. Tuttavia ad ogni iterazione la quantità di distillato
è sempre una frazione della corrispondente miscela di partenza, quindi si può ottenere il
componente più volatile (A) puro, ma solo in quantità infinitesime.

TB
t1
t2

TA distillato

c2 c1
residuo

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Distillazione frazionata
Per ovviare al problema si ricorre a un tipo di distillazione in continua, detta distillazione
frazionata, che si basa sul principio del riflusso. Consideriamo uno schema di principio ad n
stadi per separare due componenti.
• allo stadio inferiore viene fornita una quantità
di calore Q; gli altri sono termicamente isolati V4,y4
• gli stadi contengono miscele via via più ricche
del componente più volatile: xi < xi+1 4
• conseguentemente Ti+i < Ti V3,y3
• il vapore di ciascuno stadio Vi va a gorgogliare L D
nel liquido dello stadio successivo, che ha tem-
peratura inferiore, pertanto condensa cedendo 3
calore V2,y2
• il liquido di ciascuno stadio Li rifluisce nel L4,x4
liquido dello stadio precedente, che ha tem- 2
peratura superiore, pertanto evapora grazie al V1,y1
calore rilasciato dal vapore Vi−2 L3,x3
• immissione di miscela liquida Fin in uno stadio
intermedio
1
• il vapore prodotto nello stadio di testa viene
Q
L2,x2 Fin
condensato e in parte prelevato come distillato
(D), in parte fatto rifluire (L)
• il liquido presente nello stadio di base viene B,x1
prelevato e costituisce il prodotto di fondo (B)
Il riflusso garantisce sia l’autonomia energetica degli stadi successivi al primo che la conti-
nuità della produzione, cioè la possibilità di ottenere quantità desiderate di prodotto con una
data composizione. Inoltre a parità di numero di stadi permette una maggiore separazione.
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Colonna di distillazione

La distillazione frazionata viene realizzata nella pratica in colonne. I singoli stadi hanno
luogo nei piatti attraverso i quali liquido e vapore scorrono in direzioni opposte.

• l’alimentazione avviene in un piatto interme-


VnT K
dio, che divide la colonna nelle sezioni di ar- D
ricchimento e di esaurimento
• il vapore sale fino allo stadio di testa nT , dal
quale passa al condensatore K; dal serbatoio di nT
riflusso∗ D parte della condensa viene avviata
... L D
alle utenze come distillato (D), e il resto viene
avviato al riflusso (L) ...
• il liquido scende fino al primo stadio dal quale Fin
passa al ribollitore† B, dove viene in parte avvi- nF
ato alle utenze come residuo di distillazione ...
(B), e in parte trasformato in vapore e rinviato
agli stadi superiori (V ) 2 B B
• le temperature più alte sono in fondo alla 1
colonna
V
* reflux drum

† di fatto il ribollitore svolge il ruolo del primo stadio dello schema di principio

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Colonna di distillazione: modello matematico

Ipotesi di lavoro

1. sistema binario: sia xi (yi) la composizione della fase liquida (vapore) in termini del
componente più volatile; la concentrazione del componente meno volatile è 1−xi (1−yi)

2. liquidi perfettamente mescolati

3. volatilità relativa costante lungo la colonna : αi = α = cost

4. stadi teorici (in equilibrio): la composizione della fase vapore dello stadio i-esimo yi è
legata alla composizione della fase liquida dalla (1), che riscriviamo in termini di α
αxi
yi =
1 + (α − 1) xi

5. equimolal overflow: quando una mole di vapore condensa una mole di liquido vaporizza

6. perdite di calore trascurabili

7. dinamiche termiche condensatore e ribollitore trascurabili ‡

8. dinamiche dovute alla conservazione della quantità di moto trascurabili‡

‡ più veloci → istantanee → semplici relazioni statiche

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Modello matematico
- Piatti -
I piatti sono costituiti da una piastra forata dotata ad una estremità di uno sfioratore, cioè
una paratia p di una certa altezza. Il vapore proveniente dallo stadio inferiore (Vi−1 ) passa
attraverso i fori e gorgoglia nel liquido contenuto nel piatto, provocandone l’ebollizione. Il
vapore prodotto (Vi) passa a sua volta allo stadio i + 1. Contemporaneamente dallo stadio
i + 1 rifluisce una certa quantità di liquido Li+1 a temperatura inferiore. Questo sfrutta
il calore di Vi−1 per bollire. Il liquido in eccesso supera il livello della paratia e passa allo
stadio inferiore (Li).

piatto i+1

Vi Li+1
p
Li Vi-1

piatto i-1

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Modello matematico

Piatto i-esimo xi+1 yi+1


• bilancio di massa
dMi
= Li+1 + Vi−1 − Li − Vi (2) Vi Li+1
dt
Mi =moli nel piatto i-esimo xi Mi yi
• bilancio di massa componenti
d (Mixi) Vi-1 Li
= Li+1 xi+1 + Vi−1 yi−1 − Lixi − Viyi (3)
dt xi-1 yi-1

Piatto di immissione i = nF
• bilancio di massa
dMnF
= LnF +1 + VnF −1 − LnF − VnF + F (4)
VnF LnF +1
dt
• bilancio di massa componenti
F xnF MnF ynF
d (MnF xnF )
= LnF +1 xnF +1 +VnF −1 ynF −1 −LnF xnF −VnF ynF +F znF
dt VnF -1 LnF
(5)
znF =composizione del fluido immesso

...analogamente per il primo e ultimo piatto...


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Modello matematico

Condensatore e serbatoio di riflusso


• bilancio di massa VnT K
dMD
= VnT − L − D (6)
dt ynT D
• bilancio di massa componenti
d (MD xD ) L D
dt
= VnT ynT −1 − (R + d) xD (7) xD

Ribollitore
• bilancio di massa B B
dMB
V1
= V1 − V − B (8)
dt x1 xB
• bilancio di massa componenti
V
d (MB xB )
dt
= V1 x1 − V yB − BxB (9) yB

Utilizzando l’equilibrio tra le fasi yi = φ (xi), le relazioni statiche sulle dinamiche idrauliche
Li = ψ (Mi), e adottando diversi livelli di semplificazione (tipicamente si assume Vi = V , ∀i)
si ottiene un modello della colonna, di ordine 2nT + 4.

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Modello matematico - curve di equilibrio

Importanti decisioni sulle modalità operative possono essere prese sulla base degli andamenti
delle curve di equilibrio. Ad esempio

• il numero minimo di stadi necessari per ottenere soluzioni di data composizione

• l’influenza del riflusso

• l’influenza di V

• considerazioni sull’ottimizzazione

• considerazioni sulla configurazione di controllo

Modello matematico - risposta in frequenza

Alternativamente, individuati i possibili ingressi ed uscite del sistema, si può procedere


all’identificazione della funzione di traferimento che meglio riproduce il comportamento
I/O. Anche in questo caso la scelta della configurazione di controllo è un obiettivo da
perseguire.

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Struttura di controllo
Variabili manipolate (ingressi u)
• riflusso L
• flusso di vapore V (tramite flusso vapore ribol-
litore) K
• flusso distillato D
• flusso residuo B D
• flusso vapore di testa VnT (tramite flusso liq-
VnT
uido condensatore)
Variabili controllate (uscite y) L D
• concentrazione distillato xD
• concentrazione residuo xB
• livello condensatore MD Fin
• livello ribollitore MB
• pressione P
Disturbi B B
• variazione della portata, concentrazione, en-
talpia dell’ alimentazione
• variazione della pressione di vapore V
• variazione della temperatura dellacqua di raf-
freddamento
• condizioni metereologiche

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Struttura di controllo
Nella quasi totalità dei casi la colonna viene dapprima
 stabilizzata
 chiudendo tre anelli SISO
decentralizzati per i livelli e la pressione (y2 = MD MB P ). Questi anelli presentano
una bassa interazione, quindi possono essere regolati indipendentemente. Esistono diverse
scelte possibili per i tre ingressi (u2 ). In corrispondenza
 ad ogni scelta rimangono due
ingressi (u1 ) per il controllo di y1 = xD xB .

Configurazione LV

Ad esempio scegliendo D per il controllo di livello


MD , B per il controllo di livello MB e VnT per il
VnT PC LC
controllo di pressione
 
u2 = D B VnT L D
rimangono L e V per controllare y1 . Questa con-
figurazione, molto frequente, viene detta LV .
Fin
Ulteriori analisi portano ad accoppiare ciascun in-
gresso con una delle y1 .
LC
Altre configurazioni diffuse sono DV , DB,
(L/D) (V /B), (L/D) V .
B
V
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Criteri di valutazione delle configurazioni

• la stabilità è un requisito irrinunciabile; pertanto le diverse configurazioni devono prima


essere valutate per quanto riguarda gli anelli u2 − y2 , e poi per gli anelli u1 − y1

• esistono diverse modalità di conduzione della colonna riguardo al controllo di compo-


sizione: open-loop, one-point (controllo solo su xD ), two-point (sia xD che xB )

• esistono dei vincoli strutturali, ad esempio per colonne con grandi flussi interni non
potremo utilizzare D e B per la stabilizzazione

• grandi variazioni dei flussi potrebbero causare disturbi in altre parti dell’impianto

Naturalmente la “migliore” configurazione dipende dalle condizioni operative e dall’obiettivo


di controllo. Tuttavia si possono trarre delle indicazioni generali

• la configurazione LV è adatta in molte situazioni non critiche per la buona reiezione


dei disturbi

• la DV è adatta in caso di elevato riflusso, ma presenta un’elevata sensibilità alle vari-


azioni delle condizioni operative

• la DB garantisce buone prestazioni per controllo two-point ed elevata purezza del


distillato

• infine la configurazione (L/D) (V /B) rappresenta un buon compromesso per diverse


condizioni operative

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Problematiche di controllo

• le grandi quantità di energia richieste favoriscono l’integrazione tra le varie parti del
processo. Ad esempio una parte del calore richiesto dal ribollitore può essere fornita
dalla condensazione. Questo porta a interconnessioni complesse, eventualmente a
feedback positivi che potrebbero compromettere la stabilità.

• oltre alla ricerca della massima purezza del distillato occorre anche massimizzare la
produzione e minimizzare i consumi energetici

Queste problematiche possono essere affrontate con altri approcci di controllo

• controllo centralizzato (M IM O)

• MP C

• sensori aggiuntivi, e.g. di temperatura → controllo in cascata

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La temperatura è spesso utilizzata come misura secondaria perchè di realizzazione pratica ed
economica e di risposta molto rapida. Ciò è attraente a maggior ragione per la distillazione,
laddove le misure di composizione sono particolarmente lente.

Di fatto abbiamo introdotto un nuovo ingresso e una nuova uscita


   
u = D B VnT L V T , y = MD MB xD xB P T

La misura di composizione fornisce il setpoint per la temperature Ts .

VnT PC LC
D
L
CC
Fin T Ts xD

LC

B
V
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