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Il Norico della media Val Seriana: verifica sul terreno del modello

deposizionale e paleogeografico proposto per la piattaforma


carbonatica della Dolomia Principale
Alessandro Paolo Carniti - 920082

a.a. 2017-2018

Indice 7 Bibliografia 28

1 Introduzione 2
Sommario
2 Inquadramento 2
2.1 Inquadramento In media Val Seriana (Bergamo) affiorano dif-
stratigrafico-tettonico . . . . . . 3 fusamente le unità litostratigrafiche noriche-
2.2 Stratigrafia norica della media retiche legate al sistema deposizionale bacino-
Valle Seriana . . . . . . . . . . . 6 piattaforma della Dolomia Principale (Dolomia
Principale, Gruppo dell’Aralata, Argillite di Ri-
3 Evoluzione stratigrafica e paleo- va di Solto).
geografica della piattaforma della Le osservazioni svolte sugli affioramenti di sud-
Dolomia Principale 10 dette unità durante la giornata di terreno del 20
Maggio 2018 hanno permesso in generale di con-
4 Verifica sul terreno 13 fermare il modello stratigrafico - paleogeografico
4.1 Ascesa al Pizzo Formico. sviluppato dagli Autori (e.g. Jadoul 1986, Berra
Gruppo dell’Aralalta . . . . . . . 14 et al. 2010, Jadoul et al. 2012) sulla base del-
4.1.1 Calcare di Zorzino . . . . 14 l’analisi litologica e di facies degli affioramenti e
4.1.2 Filoni Porfiritici . . . . . 16 dei rapporti stratigrafici tra le unità.
4.1.3 Dolomia Principale . . . . 16 La storia dell’evoluzione stratigrafica regionale
4.2 Colzate: Dolomie Zonate - che ne risulta è la seguente. A partire dal Norico
Argilliti di Riva di Solto . . . . . 20 inferiore si sviluppa su gran parte del margine
4.3 Gaverina Terme: Calcare di occidentale della Tetide una grande piattaforma
Zorzino - Argilliti di Riva di Solto 22 carbonatica (Dolomia Principale) che va incon-
tro a dolomitizzazione precoce a causa delle con-
5 Discussione 25 dizioni aride del clima (Frisia 1991 fide Berra et
al. 2010). Durante il Norico medio la distensione
6 Conclusioni 28 del margine tetideo a causa dell’incipiente rifting

1
dell’Oceano Atlantico centrale (“Norian rift” ,
Jadoul 1986) causa una differenziazione in alti e
bassi strutturali della piattaforma. Mentre sugli
alti continua la deposizione carbonatica di acque
basse (Dolomia Principale, Dolomie Zonate), nei
bacini, anossici, si ha decantazione e deposizione
torbiditica dei materiali derivanti dalla piattafor-
ma (Calcare di Zorzino). Alla fine del Norico la
piattaforma della Dolomia Principale viene sof-
focata da un maggior apporto siliciclastico legato
a un raffreddamento climatico globale (Berra et
al. 2010). La produzione carbonatica sulla piat-
taforma si arresta innescando l’arresto della de-
posizione carbonatica nei bacini intrapiattafor-
ma dello Zorzino. Al passaggio Norico-Retico la
sedimentazione nei bacini dello Zorzino diviene
totalmente dominata dal materiale siliciclastico
Figura 1: Posizione geografica della Val Seriana in
derivante dal continente: Argillite di Riva di Sol- Lombardia (www.wikipedia.org).
to. Il riempimento dei bacini intrapiattaforma
porta le ARS a depositarsi anche sopra la Do-
lomia Principale sugli alti strutturali La lacuna ne, e in quelle di Colzate e Gaverina Terme (Fig.
stratigrafica che si ha negli alti strutturali corri- 9), permette di discutere, sulla base dei caratte-
sponde allora a tutto l’intervallo di deposizione ri litologici-sedimentologici delle unità e dei loro
delle ARS nei bacini intrapiattaforma. rapporti stratigrafici, il modello proposto in let-
teratura (e.g. Jadoul 1986, Jadoul et al. 2012)
per l’evoluzione della piattaforma e dei bacini
Indice associati fino all’arresto della produzione carbo-
natica.
1 Introduzione Nell’elaborato che segue, dopo una trattazione
del modello proposto in letteratura, si illustre-
In media Val Seriana (Provincia di Bergamo, ranno gli affioramenti e le zone analizzate duran-
Lombardia, Italia) affiora estesamente la Dolo- te la giornata di terreno (20 Maggio 2018). Dopo
mia Principale, una potente formazione di car- seguirà una discussione sulle criticità del modello
bonati precocemente dolomitizzati deposti in un messe in luce delle osservazioni di terreno.
ambiente di piattaforma carbonatica, cosı̀ come
gli associati depositi bacinali (e.g. Jadoul et al.
2012). L’analisi di determinati affioramenti di 2 Inquadramento
queste unità, cosı̀ come dell’unità sovrastante,
Argillite di Riva di Solto (e.g. Jadoul et al. Le Prealpi Orobie o Bergamasche sono costitui-
2012) nell’area del Pizzo Formico presso Cluso- te dai contrafforti estesi verso sud della catena

2
principale orientata in direzione E-O delle Alpi
Orobie, comprese tra la Valtellina (Linea Insu-
brica) a nord e i passi del Branchino e della Ma-
nina a sud (all’altezza della alta Val Seriana), in
corrispondenza di un sistema di fratture che cor-
re dalla metà del Lago di Como fino all’alta Val
Seriana volgendo poi a nord-est passando poco
a Sud di Edolo, che separa le formazioni geolo-
giche mesozoiche a sud da quelle paleozoiche a
nord (Saglio et al. 1957), e tra il Lago di Como
a est e la Val Camonica a ovest (Fig. 1). Tra
questi contrafforti si intagliano le valli bergama-
sche, tra cui la Val Seriana ( Fig. 2).
La zona, con un substrato prevalentemente
calcareo-dolomitico prealpino, presenta valli pro-
fondamente intagliate in gole e forre, pendii rotti
in balze e cornicioni, dossi morbidamente ondu-
lati, scarsi di vegetazione arborea, ma smaglianti
per vaste estensioni prative, da cui si innalzano
torrioni e creste frastagliate dalle pareti a picco.
Le elevazioni non superano i 2550 m sul livel-
lo del mare, in corrispondenza della Concarena
(Gribaudi, 1957).

2.1 Inquadramento stratigrafico e tet-


tonico della Val Seriana Figura 2: Inquadramento dell’area oggetto di questa
relazione in media Val Seriana (area del Pizzo Formi-
L’area della Val Seriana e dintorni può essere
co) all’interno del Modello Strutturale d’Italia (Bigi
suddivisa in tre porzioni con diverso signifi- et al. 1983). Si notino a Nord del Lineamento peria-
cato stratigrafico-strutturale, sulla base degli driatico (Valtellina) le unità di basamento della ca-
affioramenti delle unità permo-mesozoiche. Tali tena alpina nord-vergente, a Sud del lineamento le 4
zone sono separate da faglie che attraversano unità principali in cui viene diviso il Sudalpino berga-
con andamento prevalente E-O tutta la regione. masco: l’area più settentrionale, di prevalente affiora-
L’assetto generale è quello di una struttura mento delle unità metamorfiche di basamento, corri-
a pieghe e retroscorrimenti legati alla com- sponde indicativamente alle Alpi Orobiche (Orobie),
le altre alle Prealpi Bergamasche.
pressione alpina con vergenza verso i settori
meridionali (Fig. 3). All’interno di queste tre
unità principali sono riconoscibili più unità
minori (Jadoul et al. 2012).

3
La zona più settentrionale della valle costi-
tuisce la fascia di affioramento del basamento
metamorfico e della successione pre-triassica
(syn-orogenica), rappresentata principalmente
dalle successioni permiane del Conglomerato
Basale.
L’inizio della sedimentazione successiva al-
l’evento orogenico varisico (post-orogenica) è
rappresentato dai conglomerati e arenarie apor-
firiche del Conglomerato Basale, che precede
l’intensa fase vulcanica costituita dai depositi
eterogenei di origine mista, prevalentemente
vulcanici alla base (Vulcanite del Monte Ca-
bianca) e sedimentari di ambiente continentale
al tetto (Formazione del Pizzo del Diavolo), i
quali costituiscono il Gruppo del Collio. La
fine dell’attività tettonica è marcata da una
discontinuità sottolineata dalla evidente discor-
danza angolare al passaggio tra la successine del
Permiano inferiore e il Verrucano Lombardo. Il
Verrucano Lombardo, depostosi in un regime
fluviale tipo braided, è ricoperto da sedimenti
riferiti alla Formazione di Servino (Induano) che
documentano l’ingressione marina in direzione
ovest verso est alla base del Triassico.
In generale le successioni di questa prima fascia
(basamento varisico e successione sedimentaria
fino alla Carniola di Bovegno) sono interpretate
Figura 3: Schema tettonico del Foglio CARG
1:50.000 077-Clusone (Jadoul et al. 2012). Sono ri- come un antiformal stack (anticlinale asimme-
conoscibili le unità strutturali inferiore, intermedia trica con asse orientato OSO-ENE con un fianco
e superiore costituite a loro volta da diverse unità settentrionale debolmente immergente verso
tettoniche minori (modificata da Jadoul et al. 2012). nord e un fianco meridionale verticalizzato.
Questa zona è separata da quella a meridione
dalla Linea Valtorta-Valcanale, impostatasi
lungo un intervallo stratigrafico evaporitico
dalle caratteristiche geomeccaniche scadenti, la
Carniola di Bovegno (Fig. 3). Questa è una
superficie di scollamento immersa verso Sud con
angoli variabili tra 30o e 70o (Jadoul et al. 2012).

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La zona immediatamente a sud di questa Giovanni Bianco (Fig. 3). Anche questa è
linea costituisce la fascia di affioramento della una struttura di scollamento principale che è
successione Induano-Carnica, che forma un stata probabilmente riattivata nel settore della
classico antiformal stack. In generale la succes- bergamasca come faglia normale in periodi
sione è costituita da più ripetizioni tettoniche di recenti, come suggerito anche da una limitata
scaglie variamente impilate, costituite in gran attività sismica e da evidenze morfologiche
parte dai corpi carbonatici anisico-ladinici. Le (Jadoul et al. 2012).
unità presenti sono principalmente unità di piat-
taforma carbonatica di mare basso, localmente La zona a sud della Faglia di Clusone costitui-
separate da unità di mare più profondo. sce la fascia di affioramento della successione
La successione anisica è caratterizzata da facies Norico-Giurassica Inferiore ed è dominata
neritiche (Calcare di Angolo) localmente rico- dalla potente successione norica di piattaforma
perte da facies di mare più basso sino a peritidali carbonatica della Dolomia Principale. Questa
(Calcare di Camorelli). Dopo l’annegamento zona costituisce quella delle unità strutturali
regionale documentato dalle facies calcareo- superiori dell’edificio orobico.
argillose del Calcare di Prezzo, si sviluppa una Al di sotto della Dolomia Principale sono
potente piattaforma ladinica (Calcare di Esino) presenti, in maniera discontinua, le brecce
che tende a progradare, nel settore orientale, calcaree intraformazionali della Formazione di
su facies bacinali (Formazione di Buchenstein, Castro Sebino, mentre superiormente compa-
Formazione di Wengen). All’interno della piat- iono le facies argilloso-calcaree di età Norico
taforma sono presenti solchi intrapiattaforma superiore-Retico dell’Argillite di Riva di Solto
caratterizzati dalla deposizione di calcari scuri e del Calcare di Zu, che colmano le depressioni
stratificati (Calcare di Perledo-Varenna). preesistenti, portando ad una uniformità di
Al di sopra della piattaforma ladinica è registra- sedimentazione in un contesto di piattaforma
to un importante evento di emersione regionale carbonatica al passaggio Triassico-Giurassico
(paleosuoli con terra rossa e brecce residuali, (Formazione dell’Albenza, corrispondente alla
“Calcare Rosso”). Dolomia a Conchodon Auct.). Le successioni
La successione carbonatica del Triassico Me- giurassiche affiorano in aree limitate.
dio è costituita prima da carbonati peritidali In questo settore il raccorciamento legato alla
(Formazione di Breno e Calcare Metallifero Ber- compressione alpina è stato meno intenso di
gamasco), poi da depositi terrigeno-carbonatici quello verificatosi più a settentrione, per cui si
del Carnico inferiore (Arenaria di Val-Sabbia e hanno meno unità strutturali sovrapposte. Gli
Formazione di Gorno) tra di loro parzialmente accavallamenti sono generalmente responsabili
eteropici, e infine dalla successione carnica del raddoppio della successione della Dolomia
superiore, eterogenea e d’ambiente costiero- Principale (Jadoul et al., 2012).
evaporitico, della Formazione di S. Giovanni
Bianco. I piccoli corpi intrusivi presenti nell’area
Questa zona è limitata a Sud dalla Faglia di (“porfiriti”) risultano successivi allo sviluppo
Clusone, che divide la successione stratigrafica delle faglie principali: i filoni si impostano
a livello della Formazione evaporitica di San principalmente lungo faglie e fratture, docu-

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mentando lo sviluppo dei fenomeni intrusivi mente sono presenti dolomie con laminazini
principali successivamente alla formazione delle microbialitiche, doloareniti con dasyclada-
faglie stesse. Sulla base delle datazioni di questi cee, grandi megalodontidi e slump. La de-
corpi (e.g. Zanchi et al. 1990 fide Jadoul et posizione di questa litofacies è avvenuta in
al. 2012: età comprese tra 49.7 ± 1.3 e 55.2 laguna poco profonda – rampa prossimale
± 1.4) si può ritenere che le fasi tettoniche con occasionale sedimentazione da trasporto
di strutturazione della catena che hanno pre- in massa. -
ceduto l’intrusone di questi corpi magmatici
possano essere più antiche almeno dell’Eocene 2. Dolomie grigie subtidali in banchi (DPRb):
inferiore, e comunque più antiche dell’intrusione comprende facies doloarenitiche bioclasti-
dell’Adamello. Possono essere successivi invece che. La base dei cicli peritidali – subtidali
i fenomeni di basculamento e deformazione delle presenta localmente brecciole intraformazio-
superfici principali, con lo sviluppo di pieghe nali mentre la sommità è caratterizzata da
ampie e tendenza a immersione verso Sud dei stromatoliti planari con fenestrae o da li-
piani di sovrascorrimento principali, soprattutto velli con grossi pisoidi-oncoidi di dimensio-
nell’unità superiore, anche se una loro datazione ni sino a decimetriche e da brecciole lofe-
più precisa sembra al momento non possibile ritiche con cavità e filoncelli con sedimen-
(Jadoul et al. 2012). ti neri. Negli intervalli subtidali sono fre-
quenti gli accumuli di alghe dasycladacee,
2.2 Stratigrafia norica della media bivalvi e gasteropodi, oltre a intraclasti, pe-
Valle Seriana loidi e oncoidi (packstone). Gli intervalli
intertidali sono caratterizzati da prevalenti
-DOLOMIA PRINCIPALE (DPR) packstone-bindstone ricristallizzati, con in-
La formazione ha una denominazione introdotta traclasti e cavità di dissoluzione (fenestrae).
nel Sudalpino da Lepsius (1876) equivalente alla Le associazioni di facies indicano un ambien-
Hauptdolomit della letteratura tedesca. te di piattaforma interna soggetta a correnti
La Dolomia Principale caratterizza gran parte tidali e periodicamente a emersioni locali. -
della media Val Seriana con spessori che posso-
no superare localmente i 1000m. 3. Brecce dolomitiche massive associate a
Nel Foglio CARG 077: Clusone (Jadoul et al. dolomie con biocostruzioni a serpulidi e
2012) sono stati distinti all’interno della forma- microbialiti (DPRa): le facies dei clasti
zione un membro e due associazioni di litofacies delle brecce riflettono quelle delle unità di
principali: provenienza (Dolomia Principale, sia in
facies di piattaforma interna, sia in facies
1. “Membro Basale” (DPR5): dolomie scure marginale, e Dolomie Zonate); la matrice
stratificate basali. Si tratta di calcareniti fi- delle brecce è generalmente costituita
ni e calcisiltiti dolomitizzate di colore scuro da packstone grossolani o da wackestone
ben stratificate, laminate, con clasti peliti- fangosi. Le brecce sono associate nei
ci, lenti di brecce intraformazionali e sottili settori subtidali adiacenti alla piattafor-
intercalazioni marnoso-dolomitiche. Local- ma interna a patch reef con serpulidi e

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mound microbialitici a grandi oncoidi, Gruppo dell’Aralalta (Dolomie Zonate, Calcare
laminazioni planari e ondulate, associati di Zorzino), che caratterizza le successioni dei
a lenti bioclastiche (bivalvi, gasteropodi solchi intrapiattaforma.
e dasycladacee). Questa litofacies si è In base alla posizione stratigrafica e alle faune a
deposta nella zona di margine e pendio bivalvi e dasycladacee, la formazione è ritenuta
superiore, di raccordo tra piattaforma di età Norico inferiore-medio (Jadoul et al. 1994
interna e bacino. La parte prossimale è ca- fide Jadoul et al. 2012).
ratterizzata dalle biocostruzioni a serpulidi,
che compaiono come clasti nelle facies di
pendio più profonde, dominate dalle brecce. DOLOMIE ZONATE (DZN)
Questa unità passa a facies di piattaforma L’unità è stata introdotta da Desio e Venzo
interna della Dolomia Principale con un (1954), ed è stata istituita da Jadoul (1986), che
limite che in genere è graduale. L’unità si è l’ha inserita all’interno del Gruppo dell’Aralalta
deposta su pendio e scarpate in prevalenza (insieme ai Calcari di Zorzino). Comprende le
legate alla fase tettonica distensiva norica facies carbonatiche noriche, ben stratificate e di
(Jadoul 1986). L’unità è dolomitizzata bacino intrapiattaforma eteropiche alla Dolomia
pervasivamente: la dolomitizzazone precoce Principale, prevalentemente dolomitizzate. Nel
preserva le strutture primarie. settore della Val Seriana l’unità affiora nel grup-
po montuoso del Pizzo Formico – M. Grione, in
Val Gandino e in Val Rossa. Lo spessore delle
L’ambiente deposizionale della Dolomia Dolomie Zonate è estremamente variabile: in
Principale è una vasta piattaforma carbonatica Val Seriana supera i 150 m.
con prevalenti facies lagunari e di piana tidale Le Dolomie Zonate sono costituite da alternanze
nella porzione inferiore. La parte superiore di calciruditi e calcareniti-calcsiltiti dolomitizza-
evidenzia ambienti differenziati in connessione te grigio scure, in strati sino a pluridecimetrici
all’individuazione di solchi intrapiattaforma e piano-paralleli, ma anche con geometrie lenti-
sviluppo di margini con peculiari biocostruzioni colari, con clasti millimetrici chiari e scuri, con
(microbialiti, serpulidi) (Berra & Jadoul 1996, clasti pelitici (clay chip). Nelle litofacies più fini
Zamparelli et al. 1999 fide Jadoul et al. 2012). sono localmente presenti piccoli noduli e liste
Il limite inferiore con la Formazione di Castro di selce nera, livelletti parzialmente silicizzati e
Sebino, raramente osservabile, risulta transi- fratture-cavità geodiche con cristalli di quarzo
zionale, evidenziato dalla comparsa di dolomie autigeno e, più raramente, di fluorite e celestina
scure, ben stratificate, entro le brecce calcaree (Jadoul et al. 1992c fide Jadoul et al. 2012).
dell’unità sottostante. Il limite superiore è Localmente sono intercalate lenti e lingue di
transizionale con le Dolomie Zonate, eviden- spessore anche plurimetrico di paraconglomerati
ziato dalla comparsa di calcareniti e calcsiltiti e megabrecce a clasti intraformazionali e dalla
dolomitizzate grigio scure stratificate e netto Dolomia Principale.
con le Argilliti di Riva di Solto, localmente con Il contenuto paleontologico di questa unità è
hard groud fosfatici. La Dolomia Principale scarso, rappresentato essenzialmente da bio-
è eteropica, nella sua parte superiore, con il clasti (Gasteropodi, Bivalvi, Dasycladacee)

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rimaneggiati. Il Calcare di Zorzio è costituito in prevalenza
I processi di dolomitizzazione sono pervasivi e da una successione monotona di calcari micri-
distruttivi delle strutture microscopiche. tici neri (mudstone-wackestone microsparitici,
Queste associazioni di litofacies si sono deposte fetidi, in strati piano-paralleli di spessore da
sul pendio-scarpata tra la piattaforma della centimetrico a pluridecimetrico, con sottili
Dolomia Principale e i bacini intrapiattaforma intercalazioni di marne nere, più diffuse nella
del Calcare di Zorzino (Jadoul, 1986). Le parte superiore dove si associano anche ritmiti
associazioni di litofacies sono interpretate come millimetrico-centimetriche di calcari marnosi
prevalenti processi di risedimentazione a opera e calcilutiti nere lastroidi, ricchi in sostanza
di torbiditi e debris flow carbonatici. organica e localmente fossiliferi. Nelle por-
Inferiormente le Dolomie Zonate sono in con- zioni inferiori e nei settori dove si osservano
tatto transizionale con la Dolomia Principale, interdigitazioni con le Dolomie Zonate (Pizzo
con la quale risultano eteropiche e localmente Formico) l’unità presenta intercalazioni di
intercalate. Questo limite viene ubicato in calcareniti-calcisiltiti, sovente granoclassate,
corrispondenza della prevalenza delle dolomie laminate, con chip pelitici neri isorientati e
grigie o grigio scure stratificate sulle dolomie rare lenti calciruditiche a supporto di matrice,
grigie della Dolomia Principale. Superiormente base erosiva e clasti centimetrici, in prevalenza
e lateralmente l’unità passa, con limite tran- intraformazionali (debris flow).
sizionale, ai calcari neri ben stratificati del Il contenuto paleontologico è in genere scarso.
soprastante e eteropico Calcare di Zorzino e, più La parte superiore della formazione risulta inve-
raramente, è in contatto netto con l’Argillite di ce localmente riccamente fossilifera: numerose
Riva di Solto. località in Val Brembana (Endenna, Poscante)
Le Dolomie Zonate vengono datate al Norico e in Val Seriana (Cene) hanno permesso di
medio esclusivamente sulla base della loro raccogliere e studiare una ricca, numerosa e
posizione stratigrafica e della datazione con peculiare fauna a pesci, pesci volanti, crostacei
palinomorfi dell’eteropico Calcare di Zorzino e rari coralli e echinodermi, con l’aggiunta di
(Jadoul et al. 1994 fide Jadoul etr al. 2012). interessanti esemplari di rettili (Fig. 4; Tintori
et al., 2005).
Le analisi chimiche di alcuni campioni di questa
CALCARE DI ZORZINO (ZOR) unità hanno evidenziato un elevato contenuto in
Istituito da Casati (1964) e formalizzato dallo sostanza organica (TOC fino a 0,1 – 0,2 %).
stesso nel 1968 con area e sezione tipo sul Le associazioni di lito-biofacies del Calcare di
versante occidentale del Lago d’Iseo presso Zorzino documentano ambienti deposizionali di
la località omonima. Jadoul (1986) lo pone bacino intrapiattaforma non molto profondi, ma
all’interno del Gruppo dell’Aralata (assieme alle subsidenti, e con un elevato tasso di accumulo
Dolomie Zonate). di fanghi carbonatici esportati dalla piattaforma
L’unità affiora estesamente e con continuità sul della Dolomia Principale (torbiditi carbonatiche
versante sinistro della Val Seriana, al di sopra diluite). Nelle facies fini le sottili laminazioni,
delle Dolomie Zonate (spessore sino a 400-500 l’assenza di fauna bentonica (non rimaneggiata)
m). e delle bioturbazioni evidenziano la presenza di

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lizzata dallo stesso nel 1968 con area e sezione
di riferimento sul versante occidentale del Lago
d’Iseo.
Serie spesso condensate ne sono osservabili
sul versante destro della Val Seriana (spessori
variabili da 80-100 m a oltre 200 m).
L’Argillite di Riva di Solto è stata distinta in
due unità informali (Jadoul, 1986; Jadoul et
al. 1994 fide Jadoul et al. 2012): l’inferiore è
prevalentemente argilloso-marnosa, la superiore
è costituita da alternanze argilliti-marne e
calcilutiti nerastre.
Figura 4: Esemplari di vertebrati fossili rinvenuti La litozona inferiore è caratterizzata da argilliti
nel Calcare di Zorzino: A - Eudimorphodon ran- e argilliti marnose nere, molto compattate,
zii, uno dei primi rettili volatori, trovato presso Ce- fogliettate, organizzati in banchi planari di
ne in bassa Val Seriana; B - Brembodus ridens (pe- spessore plurimetrico. A esse si intercalano
sce durofago, picnodonte) trovato presso Zogno, Val
orizzonti marnoso-calcarei, fetidi, a volte con
Brembana; C - Endennasaurus acutirostris, retti-
le semi-acquatico rinvenuto presso Endenna, in Val laminazioni parallele, slumping, ritmiti e patina
Brembana (modificata da Tintori et al. 2005). d’alterazione ocracea, in singoli strati decime-
trici a superficie ondulata, spesso lenticolari,
per compattazione. La litozona inferiore è
fondali in prevalenza anossici. sviluppata solo nelle aree di massimo spessore
Poggia sulle Dolomie Zonate, con le quali dell’unità, in corrispondenza dei depocentri dei
presenta rapporti di eteropia; il limite è transi- bacini (Berra et al. 2010).
zionale, caratterizzato dalla comparsa di calcari Il contenuto fossilifero dell’Argillite di Riva
scuri in prevalenza micritici e meglio stratificati di Solto varia in funzione del contenuto in
rispetto alle dolomie sottostanti. Superiormente carbonato. Gli intervalli argillosi di base si
il Calcare di Zorzino passa, con limite netto, presentano in genere sterili.
a argilliti nere contenenti rare e sottili interca- Il sistema deposizionale è rappresentato da
lazioni di calcari micritici (Argillite di Riva di solchi bacinali ereditati dal gruppo dell’Aralal-
Solto). ta, ancora subsidenti, ma relativamente poco
Sulla base della biostratigrafia con palinomorfi profondi, con elevato tasso di sedimentazione
(Cirilli in Jadoul et al. 1994 fide Jadoul et e fondali in prevalenza anossici. La variabilità
al. 2012) e per la sua posizione stratigrafica il laterale dello spessore riflette la persistenza di
Calcare di Zorzino viene attribuito al Norico zone d’alto strutturale (Jadoul et al. 1994 fide
medio. Jadoul et al. 2012).
Il limite inferiore è sempre netto e evidenziato
dalla comparsa di argilliti e argilliti marnose
ARGILLITE DI RIVA DI SOLTO (ARS) nere sopra le Dolomie Zonate; solo in ristrette
Unità istituita da Gnaccolini (1965) e forma- aree si ha un contatto diretto con la Dolomia

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Principale. In alcuni settori (Pizzo Formico, filoni si impostano lungo lineamenti tettonici
Pizzo di Casnigo) al limite inferiore sono pre- (sovrascorrimenti e faglie verticali) indicando
senti croste nere e/o filoncelli con Fosfato di una messa in posto successiva alla messa in
Calcio (hard ground, Jadoul et al. 1994, fide posto delle principali unità tettoniche delle
Jadoul et al. 2012). Superiormente l’unità Prealpi (fase eoalpina) e che probabilmente
passa transizionalmente al Calcare di Zu. Dove precede di pochi milioni di anni l’intrusione
osservabile il limite è caratterizzato dalla com- dell’Adamello (D’Adda et al. 2011, fide Jadoul
parsa di cicli con carbonati (anche packstone et al. 2012).
fini) prevalenti sulle marne-argillose e da un
maggiore contenuto fossilifero nei calcari.
Recenti studi sui Vertebrati e la biostratigrafia
a palinomorfi (Cirilli in Jadoul et al. 1994, fide
Jadoul et al. 2012) hanno attribuito questa
3 Evoluzione stratigrafica e pa-
unità al Norico superiore. leogeografica della piattafor-
ma della Dolomia Principale
FILONI ANDESITICI (fn) L’evoluzione sedimentaria della successione
Piccoli ammassi e filoni stratoconcordanti e triassica affiorante nell’area di interesse appare
discordanti, corpi ipoabissali definiti general- essere stata controllata da numerosi fatto-
mente con il termine “porfiriti”. Recentemente ri (tettonismo sinsedimentario, subsidenza,
datazioni su zirconi (D’Adda et al. 2011) hanno vulcansimo, variazioni eustatiche del livello
fornito età affidabili di 39 ± 1 Ma per le daciti del mare e cambiamenti climatici), in buona
e andesiti di Gandino. I corpi ipoabissali sono parte esterni ai sistemi deposizionali locali e
molto diffusi nell’area Sud della Val Seriana, connessi all’evoluzione geodinamica della Tetide
soprattutto nel settore della Val Gandino, dove occidentale (Assereto & Casati 1965, Jadoul &
è riconoscibile anche un piccolo stock sul fondo- Rossi 1982, Jadoul et al. 1992b, Gaetani et al.
valle della Val d’Agro e sul versante meridionale 1996 fide Jadoul et al. 2012).
del Pizzo Formico. Si tratta in generale di
corpi con struttura porfirica, caratterizzati da Dopo la fase regressiva del Carnico inferiore si
fenocristalli sino a centimetrici di plagioclasio ebbe nella parte sommitale dell’età un cambia-
e orneblenda, con più rara biotite e localmente mento paleogeografico-climatico con lo sviluppo
quarzo; tra i minerali accessori si rinviene apati- di una generalizzata sedimentazione carbonatica
te, zircone, ilmenite, titanite, magnetite e pirite. di mare basso (Formazione di Castro Sebino).
In genere i filoni sono intensamente alterati, La Formazione di Castro Sebino, ricca in brecce
con formazione di zeoliti, calcite, idrossidi di intraformazionali carbonatiche, evidenzia la
ferro, clorite e epidoto. La massa di fondo è presenza di ambienti marino-transizionali a
in genere a grana molto minuta. Dal punto salinità fluttuante da ipo- a ipersalino e attività
di vista litologico si tratta dunque di andesiti, tettonica sinsedimentaria. In questo periodo la
di serie tholeitica-calcalcalina (De Michele et zona della Val Seriana divenne uno dei settori
al. 1983 fide Jadoul et al. 2012). Molti dei lombardi caratterizzato dai più alti valori di

10
carbonatica, si ebbe una fase di estensione
tettonica (“Fase norica” o “Norian Rift”, Ja-
doul 1986) con lo sviluppo conseguente di un
sistema di zone di alto e di basso (semi-graben)
con orientamento prevalente delle strutture di
distensione N-S, come testimoniato dalle impor-
tanti variazioni di spessore delle unità medio
e tardo noriche (poche centinaia di metri sugli
alti, più di 2 Km nei bacini; Berra et al. 2010).
Questo andamento è discordante con quello delle
strutture ladinico-carniche, ma coincide con
Figura 5: Inquadramento paleogeografico della piat- quello dei lineamenti paleogeografici-strutturali
taforma della Dolomia Principale (da Berra et al. del Giurassico Inferiore, legati all’apertura
2010).
dell’Atlantico centrale (Figg. 5 e 6; Jadoul
1986). La fase tettonica norica è dunque una
prima fase del rifting che porterà all’apertura
subsidenza e di velocità di sedimentazione (3-3.5 dell’Oceano Ligure-Piemontese, cui fa seguito
Km di sedimenti non decompattati deposti in una lunga fase di stasi di età Retico-Giurassico
circa 10 Ma; Jadoul et al. 2012). inferiore (Jadoul 1986).
Immediatamente sopra la Formazione di Ca- Entro le depressioni che si vanno ad indivi-
stro Sebino si ebbe lo sviluppo, a partire dal duare all’interno dei bassi strutturali della
Norico inferiore, della potente successione della piattaforma, i carbonati di acque basse ven-
Dolomia Principale, caratterizzata alla base gono annegati, e la deposizione assume un
da ambienti lagunari ristretti e di piana tidale carattere gravitativo-torbiditico, con materiale
(“Membro basale”). Questa piattaforma si parauctoctono derivante dalle zone di alto (dove
estendeva in tutta la zona centro-orientale del continua la produzione carbonatica), in un
Bacino Sudalpino (Piattaforma veneta e Bacino ambiente anossico al fondale (Jadoul 1986).
Lombardo) e si trova ora conservata nelle Alpi Questi depositi sono quelli costituenti il Gruppo
Meridionali, nell’Australpino centrale e setten- dell’Aralalta (Jadoul 1986) che si trovano in
trionale, nel Range Transdanubiano, nei Carpazi transizione laterale con quelli della parte supe-
occidentali e nell’Appennino meridionale (Berra riore della Dolomia Principale, come dimostrato
et al. 2010). Questa regione si trovava nel dall’eteropia tra le due unità osservabile sul ter-
Norico-Retico circa a 25o N (Marcoux et al. reno, la presenza di facies e micro-facies riferibili
1993 fide Berra et al. 2010). Verso la Tetide a quelle della Dolomia Principale nei clasti del
(est) si depositarono unità di margine (Dach- Gruppo oltre al ritrovamento di pesci durofagi
stein Limestone), adiacenti ai depositi bacinali nei bacini (Tintori et al. 2005) che dovevano
dell’Hallstat Limestone. Verso il continente nutrirsi degli organismi a guscio carbonatico
africano-europeo si avevano invece depositi delle zone di alto della piattaforma (coralli,
costieri e di playa, il Keuper (Fig. 5; Berra bentonici vagili con guscio; Jadoul 1986). La
et al. 2010). Dopo l’innesto della piattaforma mancanza di evidenti sequenze positive-negative

11
dolomitizzazione sembra interessare preferenzial-
mente i carbonati clastici più grossolani. E’ pro-
babile, tuttavia, che una parte dei clasti fosse già
dolomitica al momento della deposizione (doloa-
reniti), in quanto proveniente da facies dolomiti-
che. La associazione di clasti calcarei e dolomi-
tici di piattaforma nelle brecce alla sommità del
C. di Zorzino di Baita Scannagallo (Val Brem-
bana) documenta infatti che la dolomitizzazione
della Dolomia Principale è realmente precoce. In
Figura 6: a-Ricostruzione stratigrafica semplificata questa ottica, i “ciottoletti bianchi” diffusi nello
lungo una sezione E-O delle Alpi Meridionali. b- Zorzino potrebbero essere interpretati come se-
Dettaglio della successione norico-giurassica del Ba- dimenti in parte dolomitici.
cino Lombardo centrale (modificata da Berra et al. Nel Norico superiore si assiste all’arresto della
2010). produzione carbonatica della piattaforma. Nel-
l’area del bacino lombardo, quella più subsidente
all’interno del bacino di deposizione della Dolo-
di strati e di sviluppo di canalizzazioni conferma mia Principale, si assiste nelle sezioni stratigra-
indirettamente lo sviluppo di una scarpata linea- fiche prima a una emersione (croste di fosfato al
re con apparati di alimentazione-distribuzione tetto), seguita poi da un annegamento con conse-
poco confinati, collegati a più nicchie di distacco guente deposizione di argilliti (Argillite di Riva
lungo la scarpata (Castellarin 1982 fide Jadoul di Solto; Gaetani et al. 1998 fide Berra et al.
1986). La depressione antistante la scarpata di 2010). Analogamente nei bacini intrapiattafor-
Artavaggio (Val Bremabana) doveva essere di ma diminuisce fortemente la deposizione calci-
almeno 260 m (Jadoul 1986). torbiditica che sfuma verso l’alto in una unità
di argilliti decantate (Argilliti di Riva di Solto),
Le litofacies che caratterizzano la parte medio- a indicare l’arresto della produttività carbonati-
sommitale della Dolomia Principale documenta- ca sulla piattaforma che alimentava la deposizio-
no proprio una maggiore differenziazione degli ne nel bacino. Evidenze sedimentologiche fanno
ambienti, con vari margini biocostruiti (patch pensare che l’arresto della produttività carbona-
reef e mound microbialitici) che delimitavano i tica non sia stata causata dall’input di sedimenti
solchi intrapiattaforma dove si depositavano i se- clastici ma che lo pre-dati. Si hanno infatti evi-
dimenti del Gruppo dell’Aralata. denze di emersione al top della piattaforma, indi-
Le facies della Dolomia Principale e quelle più cative dunque forse di un cambiamento climatico
prossimali del Gruppo dell’Aralata (Dolomie Zo- importante nella zona (Berra et al. 2010).
nate), grossolane e inizialmente più permeabi- Durante il Norico nella zona continentale a ove-
li, sono dolomitizzate; quelle distali (Calcare di st della Tetide si avevano delle condizioni clima-
Zorzino) e le micriti sono ricristalizzate ma rara- tiche aride, come testimoniato da vari depositi
mente dolomitizzate. Anche nelle zone di transi- evaporitici in bacini isolati (e.g. Anidriti di Bu-
zione e indentazione Dolomie Zonate-Zorzino la rano, Keuper). Probabilmente in questo periodo

12
la fascia climatica arida si estendeva da 40o N fi- Iannace e Frisia, 1993 fide Berra et al. 2010):
no all’equatore, escludendo quindi la presenza di dove la componente siliciclastica non è arrivata
una zona umida subtropicale (Berra et al. 2010). si è avuta la deposizione di reef calcarei e facies
Furono proprio queste condizioni, secondo alcuni di backreef (Dachstein del Retico). Altre evi-
autori, a favorire la forte e pervasiva dolomitiz- denze di un raffreddamento climatico al limite
zazione precoce della Dolomia Principale (Fri- Norico-Retico sono fornite dall’analisi degli iso-
sia 1991, Iannace e Frisia 1993 fide Berra et al. topi dell’ossigeno (Veizer et al. 1999, Korte et
2010). Al limite Norico-Retico invece le evidenze al. 2005 fide Berra et al. 2010) cosı̀ come dalla
geologiche nella zona a ovest della Tetide (e.g. ricostruzione della quantità di CO2 in atmosfera
suoli policiclici, varie evidenze paleontologiche) (Godders et al. 2008 fide Berra et al. 2010).
indicano un rapido aumento delle precipitazio- Dunque la fine della deposizione della piattafor-
ni piovose, con l’innesto di condizioni climatiche ma carbonatica della Dolomia Principale e del-
umide temperate perlomeno nella zona continen- l’associato Gruppo dell’Aralalta negli adiacenti
tale europea a nord del Bacino Lombardo, con bacini intrapiattaforma non è da mettersi in re-
alternanza di stagioni umide e secche (Berra et lazione con una nuova fase tettonica distensiva
al. 2010). Lo stesso, successivo, forte apporto legata al rifting giurassico quanto più a un cam-
di materiale clastico fine (Argillite) testimonia biamento climatico con raffreddamento, emersio-
un netto aumento nel Bacino Lombardo dell’ap- ne di parti della piattaforma e aumento della pio-
porto detritico fluviale. Questo è possibilmente vosità e quindi dell’apporto siliciclastico. Questa
legato a un raffreddamento globale con shift ver- visione è supportata dal graduale recovery della
so sud delle fasce climatiche (l’area temperata produttività carbonatica che si ebbe nel Retico
umida alle spese di quella subtropicale arida), medio e superiore quando scemò l’apporto silici-
con dunque abbassamento del livello del mare. clastico e risalı̀ gradualmente il livello del mare
L’abbassamento mise in crisi la produttività car- (Calcare di Zu, Dolomia a Conchodon; Berra et
bonatica, cui poi seguı̀ data la forte subsidenza al. 2010).
tettonica del Bacino Lombardo un annegamento
degli alti strutturali con conseguente deposizione
in tutto il bacino delle argille derivanti dai fiu- 4 Verifica sul terreno
mi che scorrevano dal continente europeo a Nord
(più vicino al margine europeo, nell’Australpino Per la verifica sul terreno del modello genera-
centrale, sopra la Dolomia Principale si trovano le precedentemente descritto (e.g. Jadoul 1986,
depositi siltitici (Berra et al. 2010). Berra et al. 2010, Jadoul et al. 2012) si è scelta
L’associazione faunistica della Dolomia Princi- l’area del Pizzo Formico (1636 m) presso Cluso-
pale (Alghe calcaree, Bivalvi, Serpulidi, Micro- ne, in media Val Seriana, dove affiorano diffusa-
bialiti) venne sostituita da una associazione fora- mente le unità del Gruppo dell’Aralata e dove si
mol (Bivalvi, Foraminiferi, Echinodermi) di cool può apprezzare il passaggio tra le unità più dista-
water nell’Argillite di Riva di Solto (Berra et al. li e quelle più prossimali di suddetta unità. Per
2010). Il cambiamento deposizionale al top della l’analisi del passaggio tra il Gruppo dell’Aralata-
Dolomia Principale è inoltre accoppiato alla fi- Dolomia Principale e le sovrastanti Argilliti di
ne della dolomitizzazione pervasiva (Frisia 1991, Riva di Solto si è invece scelta una serie di aree

13
Figura 8: Posizione dei principali stop (punti
Figura 7: a- Ricostruzione paleogeografica del mar- GPS) in media Val Seriana (foto satellitare da
gine occidentale della Tetide. La zona blu indica la earth.google.it).
probabile estensione della zona umida temperata. b-
Probabile estensione globabale della zona con mag-
giori precipitazioni. c- Relazioni tra la latitudine e 8). Lasciata al parcheggio l’automobile (FO1,
le zone climatiche (celle convettive atmosferiche) du- Fig. 9) si è proseguito a piedi lungo il sentiero
rante i peridi caldi e quelli freddi del clima globale
per il Pizzo.
(da Berra et al. 2010).

limitrofe sempre in media Val Seriana (Figg. 1 e 4.1.1 Calcare di Zorzino


3).
Si è proceduto con: Punto GPS F02 (Fig. 9).
Al punto si ha un affioramento con strati piano
• analisi litologica e di facies degli af- paralleli di 15-20 cm circa amalgamati (giacitura
fioramenti e interpretazione dell’ambiente 160o -32o ) con un sistema pervasivo di fratture
deposizionale; perpendicolari ai piani di frattura con giacitura
345o -65o ), descritto di seguito (Fig. 10).
• analisi delle geometrie e delle relazioni tra
gli affioramenti e interpretazione del loro
1. Litologia: reazione all’ HCl 5% molto vio-
significato.
lenta ma con residuo: si tratta di calcari
Segue la descrizione dell’itinerario seguito con le debolmente marnosi. La grana è molto fine
osservazioni fatte sugli affioramenti analizzati. con parziale ricristalizzazione. Localmente
si hanno particelle più grandi come intra-
4.1 Ascesa al Pizzo Formico. clasti calcarei bianchi (Fig. 11). Si trat-
Gruppo dell’Aralalta ta di mudstones-wackestones sparitici, local-
mente packstones. Colore in frattura fresca
Il giorno 20 Maggio 2018 ci si è portati in grigio molto scuro.
automobile fino al parcheggio, sopra Gandino,
da cui parte l’ascesa verso la cima del Pizzo 2. Struttura: si hanno banconi massivi, al-
Formico seguendo il suo versante Sud-est (Figg. tri più finemente laminati, con lamina-

14
Figura 9: Posizione degli stop (punti GPS) effettuati
nell’area del Pizzo Formico durante la giornata di ter-
reno del 20 Maggio 2018 in media Val Seriana (foto
satellitare da earth.google.it).

Figura 11: Stop F02, Calcare di Zorino, dettaglio di


uno strato. Si notino gli intraclasti bianchi allineati
all’interno della matrice fangosa scura. La differenza
di colore riflette una genesi del fango degli intracla-
sti in un ambiente più ossigenato, probabilmente più
superficiale (come la piattaforma carbonatica della
Figura 10: Stop F02, affioramento di Calcare di Zor- Dolomia Principale).
zino, stratificazione verso la destra della foto. Si no-
ti la fratturazione pervasiva con piani inclinati ver-
so la sinistra della foto, perpendicolari ai piani della
stratificazione.

15
zione piano-parallela (15-20 cm circa). Calcare di Zorzino. Si nota anche un aumento
Bioturbazione assente. dei banchi laminati. Vista la giacitura genera-
le degli strati (160o -32o ) si deve immaginare di
3. Ambiente deposizionale: l’alto contenuto in stare procedendo verso l’alto stratigrafico della
materia organica (colore scuro) indica un formazione.
ambiente poco ossigenato, ipotesi peraltro
supportata anche dall’assenza di bioturba-
4.1.2 Filoni Porfiritici
zione e di resti fossili. I banconi massivi
testimoniano una deposizione in massa: si Proseguendo verso nord a partire dal punto F03
tratta probabilmente di flussi torbiditici de- (Figg. 9, 10) si incontra dopo un 200m circa del
positati alla base di uno slope. La deriva- detrito con all’interno dei clasti di un litotipo cri-
zione di parte del materiale deposto da zone stallino.
di alto a profondità minori di quella del ba- Si osservano all’interno dei campioni (Fig. 12)
cino dove si è deposta l’unità ivi affiorante è anfiboli verdi (sezione a losanga; subedrali, di di-
testimoniata anche dalla presenza degli in- mensioni relativamente piccole; in generale mal-
traclasti bianchi, chiaramente derivanti da formati) e plagioclasio. La grana dei minerali è
un ambiente meglio ossigenato (minore con- fine, millimetrica.
tenuto di materia organica) e dunque di mi- Si tratta di gabbro filoniano (ipoabissale) ad an-
nore profondità delle acque. Le intercalate fibolo o andesite ipoabissale. Si tratta di un pic-
laminazioni testimoniano di momenti di in- colo corpo intrusivo, filoniano, intruso dentro il
terruzione di questo stile di sedimentazione Calcare di Zorzino ad una temperatura non su-
con decantazione del materiale fangoso in periore a 300o C. Il corpo era però chiaramente
sospensione. molto limitato, con dunque un’aureola metamor-
fica estremamente piccola. Non si trova infatti
I caratteri litologici di questo affioramento so- alcun segno di metamorfismo di alta tempera-
no tra quelli compresi nella variabilità di facies tura negli affioramenti circostanti di Calcare di
del Calcare di Zorzino, Gruppo dell’Aralalta, pe- Zorzino.
raltro riportato come unità affiorante in questa Questi campioni sono associabili a quelle “por-
zona nel Foglio CARG 077-Clusone (Jadoul et firiti” o filoni andesitici (fn) descritte e riporta-
al. 2012). te nel Foglio CARG 077-Clusone (Jadoul et al.
Proseguendo verso nord-ovest lungo il sentiero 2012).
che porta al Pizzo Formico si continuano ad in-
contrare affioramenti di questo calcare scuro. Si 4.1.3 Dolomia Principale
nota l’aumento dei clasti carbonatici contenuti
all’interno del fango (packstone-floatstone; pun- Procedendo sempre verso Nord fino al punto
to F03, Figg. 9). Si tratta sempre di intra- F04, praticamente sulla cresta orientale del
clasti arrotondati di colore bianco, di ambien- Pizzo Formico si trova sempre calcare scuro
te ben ossigenato. Si hanno anche degli intra- affiorante (Calcare di Zorzino) ma con tessitura
clasti neri, probabilmente derivanti dalla rise- brecciata. Si hanno moltissime fratture riempite
dimentazione degli stessi depositi bacinali del da cementi di calcite dolomitizzati (reazione

16
Figura 12: Sopra stop F03: campioni di gabbri filo-
niani (anfibolo verde a grana fine + plagioclasio) da
detrito.

molto scarsa all’ HCl 5%). Le fratture riempite


possono divenire prevalenti rispetto al resto
della roccia, dandole un aspetto cataclastico
(Fig. 13). Questa zona cataclastica corrisponde
a una faglia che si trova in questo punto e che
mette in contatto tettonico i calcari scuri baci-
nali (Zorzino) con litotipi più chiari di ambiente
meglio ossigenato e meno profondo (Fig. 18).
Si tratta in generale di brecce interpretabili
come appartenenti alla seconda litozona della
Dolomia Principale (DPRa, Jadoul et al. 2012;
vedi Inquadramento). Il passaggio litologico è Figura 13: Stop F04. Calcare di Zorzino cataclastico
in effetti netto. presso il contatto tettonico con la Dolomia Principa-
le. Notare come l’abbondanza di riempimento carbo-
natico dolomitizzato delle fratture porti ad avere in
Tuttavia, se si osserva la parete che chiude la pratica un litotipo di colore chiaro e non più scuro
visuale verso est si vedono dei banchi carbonati- che invece è il colore della matrice.
ci, inclinati di circa 30o , di colore chiaro (presu-
mibilmente le stesse brecce chiare), che si chiudo-
no a lente verso il basso entro corpi sottilmente
stratificati più sottili e scuri, ovvero i depositi
bacinali dello Zorzino (Fig. 14). Questo rap-
porto geometrico (Fig. 13) rappresenta una ete-

17
• dolomie stromatolitiche, probabilmente re-
sti di un margine biocostruito sommerso;

• rocce microbialitiche con cavità riempite di


calcite, sostenute dalle microbialiti. La for-
ma irregolare, convoluta e ripiegata delle
cavità testimonia il fatto che non si possa
trattare di cavità legate a fratturazione del-
la roccia, perché sarebbero più lineari e re-
Figura 14: Stop F04, parete verso est. Banchi di Do- golari, finanche a allineate in sistemi di frat-
lomia Principale intercalati a strati sottili di Calcare turazione. Si hanno anche rocce con oncoidi
di Zorzino, con terminazione lentincolare. (Fig. 16);

• blocchi di packstone scuri lacerati, con lace-


ropia tra i depositi di mare più basso, di slope razione dai bordi ondulati e irregolari (Fig.
come indicato dalle brecce (Dolomia Principale) 15). Si tratta di lacerazioni dei blocchi avve-
e i depositi bacinali, di base di slope, del Calcare nuti ad uno stato pre-litificazione, per quan-
di Zorzino. to i blocchi fossero già consolidati. Alcu-
La geometria del contatto tra i due sembra ni dei granuli contenuti sono gusci sottili di
di downlap: questo indica progradazione dello molluschi, bivalvi lagunari. Il colore scuro di
slope sul bacino (il contrario risulterebbe in un questi packstone indica la loro provenienza
generale onlap del bacino sullo slope). da un ambiente di acque ristrette e mal ossi-
Dunque il contatto tra le due unità, seppur in genate (da cui conservazione di materia or-
questo punto prevalentemente tettonico come ganica e quindi colore scuro), probabilmen-
testimoniato dalla fascia cataclastica e dal te proprio una laguna interna (in accordo
brusco cambiamento di litologia, doveva essere con le faune a bivalvi) di una piattaforma
originariamente stratigrafico e transizionale, carbonatica.
come testimoniato dall’eteropia in visuale.
Alcuni vuoti e fratture all’interno delle brecce
Procedendo dal punto F04 lungo la cresta sono riempiti da sedimenti simili a quello di
orientata E-O del Pizzo Formico verso la cima alcuni dei clasti di packstone-grainstone: le
(dunque verso ovest) si incontrano svariati fratture di queste brecce allora sono sindepo-
affioramenti, in posto o in blocchi franati, di sizionali, sinsedimentarie, di età norica (Fig.
litotipi dolomitizzati dal colore grigio chiaro, 17). Queste fratture sono disposte circa E-O
con facies che rientrano in quelle della seconda (direzione circa 100o -280o ), testimonianti allo-
litozona della Dolomia Principale (DPRa), ivi ra una distensione sindeposizionale in senso N-S.
affiorante secondo il Foglio CARG 077-Clusone
(Jadoul et al. 2012; Fig. 18). Raggiunta la cima del Pizzo Formico (stop
La litologia dominante in questa zona è una F05), se si guarda verso est, oltre il solco
breccia dolomitizzata grigio chiara con blocchi della Val Seriana (Fig. 9) si vedono sopra gli
vari di dolomie: affioramenti chiari di Dolomia Principale dei

18
Figura 15: Cresta del Pizzo Formico. Clasti di pack-
Figura 16: Cresta del Pizzo Formico. Oncoidi in
stone lagunari entro brecce della Dolomia Principale.
clasti delle brecce della Dolomia Principale.
Si notino le lacerazioni pre-litificazione dei clasti.

19
Figura 18: Stralcio di carta (Foglio CARG 077-
Clusone, Jadoul et al. 2012) raffigurante l’area attra-
versata durante l’escursione. Si noti il contatto tet-
tonico, nel quadrato, tra il C. di Zorzino e le Dolomie
Zonate, tra cui si è ritrovata la zona cataclastica.

prati che sono dati in carta (Jadoul et al. 2012)


come zone di affioramento delle Argilliti di Riva
di Solto, ovvero l’unità sovrastante il Gruppo
dell’Aralalta. Allora in quella zona il C. di
Zorzino è scomparso, si è chiuso lateralmente.
Ci si sposta allora in quella zona per analizzare
meglio i rapporti tra le varie unità direttamente
dagli affioramenti e capire il significato di questa
chiusura laterale.

4.2 Colzate: Dolomie Zonate -


Figura 17: Fratture sinsedimentarie riempite da sedi- Argilliti di Riva di Solto
mento norico di colore grigio scuro entro la Dolomia
Principale (DPRa), probabilmente lo stesso dei cla- Punto GPS F06 (Fig. 8).
sti packstone derivanti dalla laguna della sovrastante Sotto alla chiesa del monastero di San Patrizio
piattaforma carbonatica.
sopra Colzate affiora un litotipo carbonatico
di colore scuro, stratificato, che non reagisce
all’HCl al 5%, quindi è dolomitizzato. Si tratta
di una breccia con grandi blocchi dolomitici,
fino a metrici (come il grosso blocco dolomitico
bianco su cui è edificata la chiesa, Fig. 19),
imballati in materiale fine. Gli strati hanno un

20
andamento molto caotico nelle loro geometrie,
cosı̀ come le sporadiche laminazioni al loro
interno (Fig. 20).
Nella palestra di arrampicata poco sotto al
monastero si vede come queste brecce siano
composte da una amalgamazione di spessi
banchi metrici di brecce, separati più o meno
da delle superfici che separano i depositi di
un evento di frana da quelli di un altro, con
grossi blocchi decimetrici a metrici. La caoticità
geometrica degli strati e delle laminazioni
testimonierebbe sforzi a cui dovrebbe essere
stata soggetta la roccia in regime plastico
troppo forti perché si sia rimasti nell’ambiente Figura 19: Monastero di San Patrizio sopra Colzate,
diagenetico-sedimentario, ma non si hanno segni dettaglio delle megabrecce (Dolomie Zonate) affioran-
di metamorfismo; si tratta allora di deformazioni ti sotto la chiesa. Si noti il mega-blocco di Dolomia
sinsedimentarie derivanti da processi di slum- marrone chiara su cui appoggia la chiesa, imballato
entro strati caotici di materiale fine più scuro.
ping, che testimoniano dunque la deposizione
delle brecce lungo un pendio sottomarino.
All’interno della matrice fine si hanno delle
croste nere in rilievo che seguono la laminazione: Girando attorno alla chiesa ci si imbatte sul-
si tratta di croste di fosfati che testimoniano la parete della montagna a nord un esteso affio-
degli intervalli di non deposizione, sempre in ramento di argilliti scagliettose nere con patina
ambiente sottomarino (hardground). d’alterazione color ocra molto diffusa; si tratta
Tutti questi caratteri testimoniano un am- delle Argilliti di Riva di Solto (ARS). Dunque
biente deposizionale sempre sullo slope ma queste si appoggiano sopra allo slope prossima-
più prossimale al margine della piattaforma le della piattaforma (Dolomie Zonate), testimo-
rispetto alle brecce della Dolomia Principale niando un brusco cambiamento nello stile depo-
(DPRa) viste al Pizzo Formico. Si hanno infatti sizionale dello slope.
megabrecce (clasti fino a metrici) in banchi e La Legge di Walther non viene rispettata: sopra
strati caoticizzati da slump, quindi depositi allo slope di una piattaforma per questa legge
da processi gravitativi, e non una sequenza dovrebbero trovarsi i depositi bacinali del Calca-
di strati regolari deposti da flussi di densità re di Zorzino, che dovrebbero trasgredire sopra
(torbiditici) con clasti centimetrici. I caratteri questa. Invece in questo punto mancano com-
della facies analizzata corrispondono a quelli pletamente affioramenti di Calcare di Zorzino,
delle Dolomie Zonate (Gruppo dell’Aralalta), come peraltro già si era notato in panoramica
che costituiscono i depositi prossimali di slope verso Est dalla cima del Pizzo Formico. Questa
della Dolomia Principale. mancanza può spiegarsi con il fatto che la zona a
est della Val Seriana fosse un alto strutturale do-
ve non si è mai avuta la sedimentazione di baci-

21
no dello Zorzino. L’annegamento della piattafor-
ma e l’arresto della produzione di carbonato (che
alimentava anche la deposizione calci-torbiditica
del C. di Zorzino) ha portato dunque a un arre-
sto della sedimentazione in tutto il bacino sedi-
mentario, cui poi deve essere seguita la fase di
sedimentazione delle Argilliti.
Se questa idea fosse corretta bisognerebbe aspet-
tarsi le ARS anche sopra il Calcare di Zorzino, a
riempire il suo bacino antistante la piattaforma.
Ci si sposta allora nuovamente sul versante ove-
st della Val Seriana, nella zona di affioramento
dello Zorzino.

4.3 Gaverina Terme: Calcare di


Zorzino - Argilliti di Riva di Solto
Punto GPS F07 (Fig. 8).
Presso il tornante n. 4 della strada che sale da
Piano (sopra Gaverina Terme) verso Casale (so-
pra Gatti-gavazzuolo), sul versante occidentale
della Val Seriana, si ha un piccolo affioramento
di Argilliti di Riva di Solto. Seguendo l’affiora-
mento verso est si osserva un passaggio verso fa-
cies molto più carbonatiche massive assimilabili
a quelle del Calcare di Zorzino viste preceden-
temente. Analizzando l’affioramento si nota co-
me lo Zorzino passi dalla sua facies tipica (spessi
banconi di 10-15cm circa, massivi, torbiditici) a
una litozona composta da strati più sottili più o
Figura 20: Monastero di San Patrizio sopra Colzate,
dettaglio delle laminazioni caotiche nel materiale fi- meno laminati e con un progressivo aumento del-
ne che imballa i mega-blocchi delle brecce (Dolomie le argilliti scure intercalate verso l’alto stratigra-
Zonate). fico. Dopo un ultimo spesso bancone carbonatico
massivo (circa 10cm di spessore) le intercalazio-
ni argillitiche diventano il litosoma dominante:
si hanno dunque solo argilliti scagliettose scure
con sporadici lenti e noduli carbonatici all’inter-
no (Argilliti di Riva di Solto).
Il passaggio dalla facies tipica del C. di Zorzino
alle Argilliti si realizza nel giro di circa 5 m.

22
Figura 22: Stop F07. Contatto tra la litozona alta del
C. di Zorzino (banchi carbonatici laminati intercalati
a argilliti scure scagliettose) a destra e e le Argilliti a
sinistra, marcato dall’ultimo spesso bancone massivo
carbonatico beige (nel mezzo della foto).

Figura 21: Argilliti di Riva di Solto (ARS) affioranti


sopra le Dolomie Zonate presso il Monastero di S.
Patrizio (Colzate).

Dunque si hanno argilliti anche sopra al C. di


Zorzino, a riprova del fatto che l’intero sistema
piattaforma-bacino è andato in crisi, si è arresta-
ta la produzione carbonatica sulla piattaforma,
e che poi su entrambe le zone si è innestata una
deposizione a prevalente carattere argillitico.

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Figura 24: Punto F07. Passaggio tra il C. di Zorzino
in facies normale (banchi carbonatici massivi di 10-
15 cm di colore grigio scuro) a destra, la litozona alta
dello Zoezino (banchi carbonatici di minore spessore
intercalati a intervalli argillitici neri) nel mezzo alle
Argilliti di Riva di Solto (argilliti scagliettose scure
fortemente alterate) a sinistra, oltre l’ultimo banco
carbonatico massivo spesso.
Figura 23: Stop F07. Laminazioni interne a uno
strato calcareo della litozona sommitale del C. di
Zorzino.

24
5 Discussione
Dall’analisi degli affioramenti osservati e dei
rapporti geometrici tra le varie unità lito-
stratigrafiche trovate in media Val Seriana ne
risulta un quadro complessivo di deposizione
carbonatica in un contesto di piattaforma, in
accordo con quanto affermato in letteratura.
In particolare i clasti presenti nelle brecce della
Dolomia Principale (DPRa) e delle Dolomie
Zonate (DZ) osservate al Pizzo Formico e a Col-
zate testimoniano di un sistema di deposizione
carbonatica di acque basse ben sviluppato e
diversificato, posto al di sopra dello slope su cui
si sono deposte le brecce. Si avevano dei margini
biocostruiti (microbialiti, oncoidi) seppure pro- Figura 25: Modello deposizionale del Gruppo dell’A-
babilmente non costituenti un margine rialzato, ralalta. A-Dolomie Zonate, “Brecce sommitali del-
cosı̀ come una zona retrostante di laguna dalle la Dolomia Principale”; B-Dolomie Zonate, litofacies
condizioni maggiormente ristrette (packstone tipica, torbiditi prossimali; C-Dolomie Zonate, lito-
con bivalvi lagunari), come testimoniato dal facies tipica, torbiditi; D-Dolomie Zonate, litofacies
colore più scuro dei clasti provenienti da questa tipica, microtorbiditi; E-Calcare di Zorzino, torbiditi
distali, emipelagiti, conturiti. Da Jadoul, 1986.
zona. Questo è in accordo con il modello gene-
rale di evoluzione della Dolomia Principale, che
prevede nella sua porzione superiore una buona
differenziazione degli ambienti deposizionali del materiale dalla piattaforma è ulteriormente
(e.g. Jadoul et al. 2012). testimoniata dalla presenza degli intraclasti
I depositi di mare più profondo e meno ossi- bianchi allineati e paralleli alla stratificazione.
genato (Calcare di Zorzino) osservati al Pizzo L’eteropia tra le unità di bacino e quelle di
Formico presentano chiari caratteri di deposi- piattaforma è chiara oltre che per quest’ultima
zione di materiale parauctono da parte di flussi osservazione, anche per il contatto eteropico
gravitativi e torbiditici (banconi massivi). Lo osservato al Pizzo Formico tra le brecce di slope
stesso si può dire delle brecce osservate presso della Dolomia Principale e il Calcare di Zorzino
Colzate (Monastero di San Patrizio), che presen- (punto GPS F04).
tano un andamento caotico delle stratificazioni
e laminazioni probabilmente causato da processi E’ bene ragionare anche sulle fratture sin-
di slumping lungo uno slope sottomarino. Tutto sedimentarie (riempite da sedimento norico;
ciò suggerisce proprio la presenza di uno slope Fig. 17) osservate all’interno delle brecce della
lungo cui il materiale carbonatico prodotto Dolomia Principale (DPRa) al Pizzo Formico.
sulla piattaforma doveva essere trasportato fino La direzione generale di questo sistema di
al fondale del bacino anossico. La derivazione fratture noriche è E-O: questo è completamente

25
in accordo con il modello di distensione norica che si trovano nel livello sommitale dello Zorzino
(“Norian rift”) proposto da Jadoul (1986) per (“Livello a Pesci”; Tintori et al. 2005): solo
spiegare proprio la formazione di bacini come una rapida e casuale ricerca sull’affioramento ha
quello dove si è deposto lo Zorzino del Pizzo permesso il ritrovamento su una lastra di una
Formico. probabile pinna di pesce.
Le osservazioni fatte sul Gruppo dell’Aralata Sullo stesso affioramento di Gaverina Terme si
dunque non possono che confermare pienamente può assistere in contemporanea alla diminuzione
il modello degli autori (e.g. Jadoul et al. 2012) della deposizione carbonatica all’aumento della
di un sistema di deposizione slope-bacino adia- deposizione argillitica, che prende poi il soprav-
cente alla piattaforma e alimentato da questo vento (Argillite di Riva di Solto). Questo forte
(Fig. 25). Bisogna ricordare che in questo cambiamento nello stile deposizionale non può
periodo non si avevano ancora abbondanti che essere indice di un cambiamento climatico
organismi calcificatori nel plancton marino e di apporto fluviale dal continente. Secondo
(peraltro non troppo abbondante negli ambienti Berra et al. (2010) l’apporto siliciclastico ha
di piattaforma carbonatica; Armstrong & postdatato la crisi della piattaforma, che è
Brasier 2005) dunque la micrite componente il andata in crisi invece per una emersione, di
Calcare di Zorzino non può che derivare dalla cui sarebbero testimoni varie evidenze sedi-
piattaforma, per esempio dalla disarticolazione mentologiche (e.g. paleosuoli, erosioni, croste
della alghe calcaree. fosfatiche) sia nel Bacino Lombardo che nelle
altre zone di ritrovamento della Dolomia Prin-
Le osservazioni condotte sul contatto Dolo- cipale. Tuttavia nell’affioramento di Gaverina
mie Zonate-Argillite di Riva di Solto e su Terme le intercalazioni argillitiche cominciano
quello Calcare di Zorzino-Argillite di Riva di proprio in corrispondenza della diminuzione
Solto mostrano in primo luogo che l’arresto dello spessore dei banchi carbonatici e del loro
della produzione carbonatica sulla piattaforma minore carattere massivo. Il fatto che nel Bacino
ha causato un arresto contemporaneo della Lombardo tra la Dolomia Principale-Dolomie
deposizione del Calcare di Zorzino nei bacini Zonate e le Argilliti di Riva di Solto si trovino
intrapiattaforma, a ulteriore riprova della de- croste fosfatiche tipo hardground (peraltro non
rivazione esclusivamente parautoctona del suo osservate durante la giornata di terreno per
sedimento. La forte diminuzione dell’apporto mancanza di affioramenti) è indicativo di una
di carbonato dalla piattaforma al bacino dello lacuna stratigrafica che però può semplicemente
Zorzino è ben testimoniata all’affioramento corrispondere al tempo necessario alle Argilliti
sopra Gaverina Terme (punto GPS F07, Fig. per occupare completamente il bacino dello
24) dal passaggio dai banconi torbiditici massivi Zorzino per essere poi deposte su una topografia
carbonatici a strati più sottili e laminati, dunque sottomarina piatta corrispondente al livello
di materiale derivante da una lenta decantazione sommitale raggiunto dalla piattaforma della
(con quindi un tasso di sedimentazione molto Dolomia Principale (Fig. ??). E’ infatti sensato
più basso; Fig. 23). Il tasso di sedimentazione pensare che durante la deposizione delle ARS
minore è testimoniato anche dalla grande con- non si avesse tettonica distensiva nel Bacino
centrazione di resti fossili di Vertebrati e non Lombardo: non si hanno infatti tracce di frat-

26
ture sindeposizionali E-O come quelle osservate
nella Dolomia Principale al Pizzo Formico.
Il modello di Berra et al. (2010) richiederebbe
dunque per essere confermato da questo lavoro
analisi approfondite del contatto Dolomia
Principale-Calcare di Zorzino in affioramento,
analisi senza le quali rimane preferibile pensare
a un modello più semplice di arresto della
produttività carbonatica dovuto all’apporto
siliciclastico continentale, come suggerisce l’af-
fioramento di Gaverina Terme.
E’ comunque fuori da ogni dubbio che alla crisi
della piattaforma, quale che ne sia stata la
causa, è conseguita la deposizione delle Argilliti,
con quindi un passaggio a un mondo dominato
da una deposizione clastica. L’apporto conti-
nentale come prevalente o esclusiva fonte del
sedimento delle Argilliti è testimoniato oltre
che dall’affinità petrografica delle argille con
materiali derivanti dal basamento europeo,
anche dall’analisi del kerogene contenuto nelle
rocce: mentre nello Zorzino questo è di tipo II
(dunque principalmente derivante da materia
organica marina) nelle Argilliti è di tipo III
(derivante da prevalente materiale organico
continentale; Scotti 2005 fide Berra et al. 2010).
Questo sistema piattaforma-bacino e argilliti
di copertura rappresenta un ottimo analogo
paleogeografico per un sistema petrolifero, con
il Calcare di Zorzino di bacino intrapiattaforma
che è una ottima source rock, la Dolomia
Principale che è un buon reservoir (porosità
secondaria legata alla dolomitizzazione) e le Figura 26: Profili schematici illustranti l’evolu-
Argilliti di Riva di Solto che sono il sill che zione stratigrafico-strutturale del margine norico
tappa l’intero sistema (oltre che un ulteriore piattaforma-bacino intrapiattaforma. Da Jadoul,
source rock). 1986.

27
6 Conclusioni 3. Alla fine del Norico la piattaforma della Do-
lomia Principale va in emersione per abbas-
In media Val Seriana (Bergamo) affiorano dif- samento del livello del mare o soffocata da
fusamente le unità litostratigrafiche noriche- un maggior apporto siliciclastico, queste ul-
retiche legate al sistema deposizionale bacino- time legate a un raffreddamento climatico
piattaforma della Dolomia Principale (Dolomia globale (Berra et al. 2010). Le osservazioni
Principale, Gruppo dell’Aralata, Argillite di Ri- svolte sul terreno fanno propendere per l’ul-
va di Solto). tima ipotesi, ma non è da escludere un insie-
Le osservazioni svolte sugli affioramenti di sud- me di più cause. La produzione carbonatica
dette unità durante la giornata di terreno del 20 nella piattaforma comunque si arresta e a
Maggio 2018 hanno permesso in generale di con- questo corrisponde l’arresto della deposizio-
fermare il modello stratigrafico - paleogeografico ne carbonatica nei bacini intrapiattaforma
sviluppato dagli Autori (e.g. Jadoul 1986, Berra dello Zorzino. Il Calcare di Zorzino passa da
et al. 2010, Jadoul et al. 2012) sulla base del- un litosoma a strati massivi a uno a strati
l’analisi litologica e di facies degli affioramenti e laminati intercalati ad argilliti.
dei rapporti stratigrafici tra le unità.
La storia dell’evoluzione stratigrafica che ne 4. Al passaggio Norico-Retico la sedimentazio-
risulta è dunque la seguente: ne nei bacini dello Zorzino diviene total-
mente dominata dal materiale siliciclastico
1. A partire dal Norico inferiore si sviluppa derivante dal continente: Argillite di Ri-
su gran parte del margine occidentale della va di Solto. L’ARS riempie progressiva-
Tetide una grande piattaforma carbonatica mente i bassi strutturali (sequenza nei bassi
(Dolomia Principale) che va incontro a do- strutturali: Dolomia Principale, Calcare di
lomitizzazione precoce a causa delle condi- Zorzino, Argilliti di Riva di Solto).
zioni aride del clima (Frisia 1991 fide Berra
5. Il riempimento dei bacini intrapiattaforma
et al. 2010).
porta le ARS a depositarsi anche sopra la
Dolomia Principale sugli alti strutturali (do-
2. Durante il Norico medio la distensione del
ve quindi si deposita direttamente sulla Do-
margine tetideo a causa dell’incipiente rif-
lomia, senza Calcare di Zorzino intercalato).
ting dell’Oceano Atlantico centrale (“No-
La lacuna stratigrafica che si ha negli al-
rian rift” , Jadoul 1986) causa una diffe-
ti strutturali corrisponde allora a tutto l’in-
renziazione in alti e bassi strutturali della
tervallo di deposizione delle ARS nei bacini
piattaforma. Mentre sugli alti continua la
intrapiattaforma.
deposizione carbonatica di acque basse, nei
bacini, anossici, si ha decantazione e deposi-
zione torbiditica dei materiali derivanti dal- 7 Bibliografia
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ste due regioni si trovano adiacenti e col- • Armstrong H.A. & Brasier M.D. (1980) -
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