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Ad una variazione di g piccolissima, si avrà una variazione della lunghezza della molla piccolissima
e cosi piccolo che non è possibile misurarlo. Si ricorre allora al gravimetro astatico.
La massa è appesa alla molla ma l’asticciola è allungata e questo fa amplificare la risposta alla
variazione di g. Quindi è la geometria stessa del dispositivo che garantisce un’ implicita
amplificazione della risposta.
Con questo strumento sapremo di quanto è diversa la g nella stazione in cui ci si trova, rispetto
alla g della stazione base.
Tuttavia, quello che interessa conoscere è il valore di g reale e il gravimetro non dà questa
informazione. Quant’è l’accelerazione di gravità nella stazione 1? Si conosce quella della stazione
di base, che in gener viene posta proprio in corrispondenza di un punto in cui qualcuno ha
precedentemente fatto una misurazione assoluta con strumentazioni diverse. Quindi basterà
sommare il valore assoluto al valore riscontrato alla stazione 1.
In realtà la G osservata che viene confrontata con la G teorica, deve essere anch’essa elaborata,
perché anch’essa risente di alcuni fattori che contribuiscono a falsare la misura.
Qualunque gravimetro ha uno strano comportamento di cui ci accorgiamo se facciamo più misure
a distanza di tempo, sempre nello stesso punto e con lo stesso strumento: spesso si osserva che
la misura cambia, ossia tende a salire o a scendere. Tale fenomeno è noto come Deriva del
gravimetro.
Esempio di deriva strumentale (DRIFT): facendo passare del tempo e facendo le misure sempre
nella stessa posizione si osserva che il gravimetro dà valori via via crescenti secondo una
progressione che solo approssimativamente può essere considerata lineare, cioè aumenta di un
tot. di mGal la misura ad ogni ora che passa.
DOMANDA: un gravimetro del genere creerà dei problemi?
Se si fanno misure in posti diversi, sì. Ma esiste un modo per ovviare a tale problema.
ESEMPIO: supponiamo di fare delle misure in vari posti:
Alle ore 08:00 si effettua la prima misura alla stazione base. Si preme il contagiri del
gravimetro decidendo che come riferimento il valore alla stazione base sarà pari a 0.
Ci si sposta poi nelle altre stazioni e si ritorna alla stazione base dopo un paio d’ore.
Rifacendo le misure si scoprirà che per portare in equilibrio l’asticciola del gravimetro
bisogna ruotare quanto basta perchè il contagiri segni un numero di giri pari a +1 mGal .
Quindi il gravimetro è arrivato a sovrastimare le misure di +1 mGal.
Alle ore 12:00 il gravimetro fornisce una misura pari a 3 mGal.
Si continuano a fare misure fino alle ore 14:00, si torna alla stazione base, leggendo che
gravimetro misura 2,5 mGal .
Alle ore 16:00 misura 1,5 mGal
Alle ore 18:00 è di nuovo zero.
Quindi cosa si fa di questi risultati? Si uniscono i punti.
In laboratorio bisogna, infatti, decidere cosa fare dei dati che si hanno a disposizione e che sono
stati presi alle varie stazioni (non alla stazione base).
Alle ore 11:00 ci si trovava a S. Fili dove il gravimetro misurava una gravità di +7,5 mGal rispetto
alla stazione base.
DOMANDA: qual è il reale valore di gravità misurato a S.Fili?
Il valore effettivo è di 5.5 mGal, perché estrapolando i dati delle varie stazioni risulta che il
gravimetro alle ore 12:00 sovrastimava le misure di 2 mGal .
Se alle ore 18:00 ci si trova a Commenda e la deriva è pari a 0, non bisogna fare nessuna
correzione.
DOMANDA: cosa succede se c'è un'oscillazione tra le ore 10:00 e le ore 12:00?
Avendo fatto una misura alle 10:00 e una misura alle 12:00, non ci si accorgerà dell’oscillazione
avvenuta alle 11:00 e si commetterà un errore.
C’è da precisare tuttavia, che in genere non si osservano oscillazioni così repentine della deriva, la
quale è abbastanza graduale ed anche se ci fosse un'oscillazione del genere sarebbe comunque
impensabile considerare di tornare ogni mezz'ora alla stazione base per effettuare una misura.
Esistono a tal proposito dei gravimetri che prendono nota della deriva dello strumento e riescono
in qualche modo a prevedere il valore di deriva in futuro.
Esistono dei metodi con cui valutare se le misure di G. fatte in campagna sono affette da un errore
macroscopico oppure no.
Le misure di gravità che si effettuano non sono assolute ma relative, in quanto ci dicono di quanto
la G è cambiata rispetto la stazione base.
Poiché si conosce il valore di G. alla stazione base, è sempre possibile stabilire una differenza tra
una stazione e l’altra.
In figura abbiamo un reticolo in cui e vertici abbiamo le stazioni di misura (A-B-C-D…).
ESEMPIO: Si fanno le varie misure e come si può vedere non si hanno misure per ogni stazione,
ma semplicemente dei numeri in corrispondenza di ogni segmento che unisce due stazioni .
Ciò significa che dopo aver fatto le misure in A si va in B scoprendo che la misura differisce di
567,8 Gu (Gravity Units = 1/10 mGal = 56,78 mGal).
Poi si va in A in E, e si scopre che c'è una differenza di 367,2 Gu.
Successivamente si va da E in B e si rileva una differenza di 201,2 Gu.
Per comprendere meglio, si sostituisce Gu con metri.
Se tutte le misure di quota sono state effettuate correttamente e se si trova un dislivello di 567,8
m da da A a B, vuol dire che misurando prima dislivello tra A-E= 367,3 m e E-B= 201,2 m, si
ottengono due misure che sommate devono sempre essere uguale 567,8 m .
In realtà 201,2+167,2=567,4,quindi c’è una differenza di 0,5 m.
Si continuano a fare misure anche negli altri punti: A-H, H-J, E-J, ecc., scoprendo che c'è una
discrepanza di valore diretto di 0.5 m da E-J.
Si fa questa operazione dappertutto per constatare qual è la differenza nei diversi circuiti e si
decide che 0.5 è una differenza tutto sommato accettabile.
DOMANDA: dov’è allora l’errore?
In questo caso si ragione per esclusione, perché le misure tra B-E non inficiano le misure nel
triangolo B-E-A.
Neanche E-F può essere rappresentabile dell’errore perché la parte del circuito E-F-J dà un risultato
accettabile (0.3 m).
Non può essere neanche C-F perché fa parte di un circuito C-F-G-D in ci l’errore è pari a 0.1m.
Di conseguenza , l’errore deve necessariamente essere stato commesso nel tratto da B-C o da C-B
e si andranno a rifare le misure solo in quel tratto.
Ovviamente tale metodo funziona bene su segmenti adiacenti ad altri poligoni, se si hanno solo
due segmenti in comune o peggio ancora, un solo segmento in comune, sarà difficile andare per
esclusione .
Questa tecnica è comunque molto utile per avere una prima idea di come è formato il sottosuolo,
ossia dove sono le masse più dense e quelle meno dense.
DENSITÀ DELLE ROCCE E DEI MINERALI
Nelle tabelle è riportato il valore minimo, il valore massimo e la media pesata della densità dei
principali minerali e rocce.
La media delle rocce sedimentarie è 2,50 g/cm3.
Questo valore è una media pesata, ciò significa che se su 576 misure il 70% dà un valore di 2,55,
questo stesso valore peserà più degli altri sul valore totale.