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La memoria Zeigarnik Si divisero dei soggetti (campione) in due gruppi, e ad entrambi furono dati dei

compiti, metà dei quali furono interrotti con una scusa.(=variabile indipendente) Si notò che i soggetti
ricordavano meglio i compiti interrotti anziché quelli portati a termine.(=variabile dipendente) Quando ci
apprestiamo a portare a termine un compito, si forma in noi uno stato di tensione che è acquietato solo dal
raggiungimento del nostro scopo. Il ricordo serve, infatti, come segnale che indica l’esistenza di tale sistema
di tensione non ancora estinto. 2 L’aiuto Darley, Latané Furono condotti, con una scusa, dei soggetti in una
cabina con dentro un paio di cuffie e un microfono.(=apparato sperimentale) Fu fatto credere loro
dell’esistenza di altre cabine con un numero variabile di ragazzi che avrebbero parlato a turno
(=var.indipendente).In realtà si trattava di registrazioni. Si volle osservare il comportamento del soggetto
nel caso in cui uno dei suoi “compagni” gli avesse chiesto aiuto perché nel pieno di una crisi epilettica. Il
comportamento del soggetto sarebbe variato se ad ascoltare la richiesta di aiuta c’erano anche altre
persone? (=var.dipendente) Si! L’esperimento dimostrò che paradossalmente è più probabile che un
individuo soccorra un’altra persona nel caso in cui si trova da solo anziché se si trova in “compagnia”.
Questo a causa della cosiddetta responsabilità diffusa (se non lo aiuto io lo farà qualcun altro!). Vi sono, poi,
altri fattori che influenzano l’iniziativa personale, come – per esempio – l’osservazione del comportamento
altrui (=ignoranza pluralistica). 3 Le illusioni ottiche Fechner, MullerLyer, Ponzo, Necker, ecc. Si volle
costatare il grado di attendibilità della percezione dei soggetti (=var.dipendente), attraverso numerosi
“disegni” raffiguranti illusioni ottiche (=var.indipendente), tra cui ricordiamo: *L’illusione di Muller-Lyer
sulla grandezza degli oggetti e segmenti; *L’illusione di Ponzo sullo stesso tema; La nostra percezione non è
sempre attendibile! Spesso ciò che vediamo è il frutto di una nostra elaborazione mentale e non
corrisponde alla realtà dei fatti. 2 *L’illusione di Necker sugli oggetti irreversibili. 4 Le emozioni Shachter,
Singer Fu somministrata a dei soggetti una dose di adrenalina (1° var.indipendente). Alcuni erano a
conoscenza del contenuto dell’iniezione, altri no (2° var.indipendente). Poi, con una scusa, si faceva
aspettare il soggetto in una camera con un confederato che in alcuni casi si mostrava allegro, in altri
arrabbiato (3° var.indipendente). Come si sentirà il soggetto: allegro, arrabbiato o indifferente?
(var.dipendente) Se sa che a causare gli stimoli fisici che prova è la sostanza chimica non sentirà emozioni.
Se non è a conoscenza del contenuto dell’iniezione giustificherà la sua allegria o rabbia con il
comportamento del “compagno di stanza” Secondo i due ricercatori un’emozione è considerata funzione di
uno stato di arousal (= eccitazione fisiologica) e di un insieme di percezioni e conoscenze sulla situazione
presente che appunto appaiono appropriate allo stato di arousal. In altre parole noi etichettiamo il nostro
stato fisico come un’emozione solo se, in base agli accadimenti del mondo esterno, possiamo spiegare
l’esistenza di quest’ultima. 5 Le immagini mentali Shepard Furono fatti vedere a dei soggetti oggetti astratti
tridimensionali (=var.indipendente) e fu loro chiesto di “ruotarli mentalmente”. In che modo eseguiranno
questo compito? (=var.dipendente) Tra l’evento reale della rotazione e il corrispettivo evento immaginativo
vi è un isomorfismo, cioè vi è una corrispondenza puntuale fra i diversi stadi di cambiamento di posizione
dell’oggetto della realtà fisica e dell’immaginazione. 6 Il senso del vuoto E.Gibson, Walk Attraverso una
struttura da loro stessi costruita (vedi pag.63) i due sperimentatori vollero scoprire se “il senso del vuoto”
era innato o meno. Utilizzarono come “cavie” neonati di varie specie. Tale lavoro è conosciuto come
precipizio visibile. Alcune specie di animali e uomini, appena sono in grado di muoversi nell’ambiente,
anche se ciò avviene poco dopo la nascita, percepiscono la profondità ed esibiscono comportamenti motori
di evitamento di uno spazio percepito come un vuoto o un precipizio. 7 L’influenza degli altri su di noi
S.Asch Si chiedono ad un gruppo di elementi, di cui la stragrande maggioranza formata da confederati
(persone che La stragante maggioranza dei soggetti si adeguerà agli altri. Inoltre, di fronte ai (FALSI) giudizi
degli altri, il soggetto 3 partecipano all’esperimento esibendo comportamenti dettati dallo sperimentatore)
il proprio parere su ovvie affermazioni. (=var.indipendente) I confederati, in accordo con lo sperimentatore,
risponderanno il falso. Come si comporterà l’unica “vera cavia”? Dirà il vero, contraddicendo la massa, o si
adeguerà agli altri?(=var.dipendente) comincia a dubitare di se stesso. 8 L’ attenzione Cherry Si fece
ascoltare ad un soggetto, attraverso delle cuffie, due brani contemporaneamente (=var.indipendente) e si
chiese di ripeterne passo passo uno a scelta (=shadowing) (=var.dipendente) E l’altro brano?Il soggetto sarà
in grado di porre l’attenzione su entrambi i messaggi? No!E’ stato dimostrato che l’attenzione è molto
selettiva, e che quindi non è in grado di concentrarsi contemporaneamente su più messaggi. Al massimo
possiamo cogliere le caratteristiche principali dell’altro brano (era un uomo o una donna a parlare?ecc.) 9 Il
pensiero ipoteticodeduttivo Wason e JohnsonLaird Erano presentate a dei soggetti quattro carte con visibile
solo un lato delle stesse. Era loro detto che le carte da un lato presentavano un numero e dall’altro una
lettera. Fu loro chiesto di scegliere quale carta scoprire per verificare tale tesi: Se una carta ha una vocale
da una parte, allora ha un numero pari dall’altra parte. (=compito di selezione) Pochissimi scelsero la
combinazione giusta, cioè la “E” e il “7”…ma perché è proprio questa la combinazione giusta? La logica per
la risoluzione di problemi ha delle regole ferree che si basano su ragionamenti di tipo condizionale. In
pratica abbiamo quello che Piaget chiamò ragionamento ipotetico-deduttivo, poiché si basa sulla
formulazione di un’ipotesi e richiede un processo deduttivo per mettere in opera le procedure che servono
a vagliare la fondatezza dell’ipotesi. Astraendo: Se p, allora q. Dove p è l’antecedente e q la conseguente.
(p.e. Se è un pescatore [p] allora sa nuotare [q]) Le possibili combinazioni di verità o falsità di antecedenti o
conseguenti di una regola condizionale sono quattro: p e q Vera p e non-q Falsa non-p e q Vera non-p e
non-q Vera 4 Il fatto è che pochissime persone sono in grado di fare tali ragionamenti se presentati in forma
più o meno astratta. Ciò confuta la teoria Piagettiana secondo la quale ogni adulto è in grado di ragionare
su una proposizione, considerata come ipotesi, indipendentemente dalla verità fattuale attribuita agli
elementi che la compongono. 10 Imprinting Lorenz Si fanno covare ad un’oca domestica e ad una tacchina
uova di oca selvatica. Gli ultimi giorni le uova covate dalla tacchina furono trasferite dallo sperimentatore in
un’incubatrice. Si farà poi in modo che il primo ad essere visto dall’ochetta appena nata sia lo stesso
sperimentatore.(=var.indipendent e) Chi considererà come sua madre, e quindi appartenente alla sua
specie l’ochetta?(=var.dipendente) Lo sperimentatore! E’, infatti, poi stato appurato che il primo stimolo in
movimento che si presenta dalla nascita alle successive 13- 16 ore successive, per una durata di almeno
dieci minuti, sarà riconosciuto dal neonato come appartenente alla stessa specie. Inoltre si svilupperà nel
neonato un attaccamento nei confronti di questo stimolo. Tale attaccamento prende il nome di Imprinting.
11 Le funzioni celebrali Sperry Negli anni ’60 alcuni ricercatori esportarono chirurgicamente il corpo calloso,
fascio di fibre che mette in comunicazione i due emisferi cerebrali, al fine di curare l’epilessia. L’epilessia fu,
in gran parte, curata, ma non di poco conto furono gli effetti collaterali: la non comunicazione dei due
emisferi Sperry studiò questi pazienti dal “cervello diviso” (split brain) e notò cose molto interessanti sul
funzionamento cerebrale. I due emisferi cerebrali sono funzionalmente asimmetrici, cioè sanno fare cose
diverse: per quanto riguarda le funzioni cognitive hanno competenze differenti. L’emisfero sinistro possiede
le strutture del linguaggio parlato, della sua comprensione e della sua organizzazione. L’emisfero destro
può rappresentare graficamente ciò che percepisce. N.B.: Ciò che noi percepiamo con la parte sx del corpo
è raggiunge la parte dx del cervello e viceversa. 12 La percezione della casualità Michotte Attraverso
un’ingegnosa tecnica da lui ideata, che permette di far vedere in movimento oggetti che nella realtà
stavano fermi e che differivano per forma e sostanza E’ possibile “vedere” la casualità? Secondo Hume,
filosofo empirista, al massimo la si può pensare ma non vedere. 5 da quello che vedeva o credeva di vedere
il soggetto, Michette studiò numerosi fenomeni percettivi, tra cui l’ effetto lancio e l’effetto trascinamento.
Risultato di questi esperimenti è che la percezione della casualità è reale e non dovuta a preconcetti. La
casualità sarebbe, quindi, un nostro concetto mentale. Esperimenti fatti da Michette, invece, dimostrano il
contrario. Quindi: Si può vedere la casualità?Si! 13 Il condizionam ento Pavlov Attraverso una speciale
apparecchiatura somministrò ad un cane del cibo preceduto da un suono di campanello.
(=var.indipendente) Notò che dopo un po’ il solo suono era sufficente per produrre nel cane la salivazione
(secrezione psichica) tipica di quando gli si propone del cibo.(=var.dipendente) Nella corteccia cerebrale del
cane si sono formati dei legami nervosi attraverso l’associazione tra il rumore e la digestione del pasto che
gli era dato. Diede a tale fenomeno il nome di riflesso condizionato in cui, grazie a opportune associazioni,
basta uno stimolo qualsiasi a provocare un riflesso vegetativo. Tale riflesso ha grande importanza per la
sopravvivenza. 14 Il favoritismo Tajfer, Billig Si divisero, a caso, dei soggetti in due gruppi e si assegnò ad
ogni soggetto un numero che iniziava con 4 o 7 (es:. 421, 756, ecc).(=var.indipendente) Poi si diede la
possibilità ai soggetti di assegnare agli altri somme di denaro che potevano essere divise o a favore di una
sola persona o a favore di tutti.(per es. 10.000£ potevano essere divise o in 5.000£ assegnate a tutti o in
8.000£ per una persona sola e le restanti 2.000£ agli altri) Come saranno divise le somme di denaro dalla
maggioranza dei soggetti?(=var.dipendente) Ognuno preferirà assegnare la somma di denaro più a favore di
una sola persona (quella col suo stesso numero iniziale) che in maniera unanime a tutti. Ciò significa che la
sola idea di far parte di un gruppo, anche se la somiglianza tra le persone è molto tenue e di nessuna
rilevanza pratica, crea dei comportamenti sistematici di favoritismo nei riguardi dei membri del proprio
gruppo. 15 Il concetto di conservazio ne Piaget Si fanno vedere ad un bambino dai quattro fino ai sette anni
(periodo preoperatorio) due palline di pongo di uguale forma e grandezza. Poi si allunga – sotto gli occhi del
bambino - una di queste palline a forma di “salamino” e si chiede al bambino quale delle due palline è la più
grande. Che la più grande è quella a forma di “salamino”. Nella fase preoperatoria, infatti, i bambini non
hanno ancora acquisito il concetto di conservazione secondo il quale cambiando la forma di un oggetto la
quantità rimane invariata. 6 (=var.indipendente) Cosa risponderà il bambino? (=var.dipendente) 16 La
grammatica generativotrasformazio nale Chomsky Dan Slobin Quest’esperimento confuta la famosa teoria
della grammatica generativo-trasformazionale di Chomsky (). Secondo Dan Slobin Chomsky non aveva
tenuto conto dell’importanza della semantica, in altre parole del significato di una frase. Se si presenta
un’immagine di una ragazza che annaffia i fiori ci vuole meno a rispondere FALSO all’affermazione *La
ragazza è innaffiata dai fiori che *La ragazza innaffia i fiori Secondo la teoria di Chomsky ciò non dovrebbe
accadere. In realtà, secondo Dan Slobin, Chomsky non ha tenuto conto di frasi irreversibili (cioè assurde se
si guarda al significato) nelle quali la presunta “trasformazione” non produce nessun tipo d’elaborazione
aggiuntiva da parte del nostro cervello. Secondo la grammatica generativo-trasformazionale di Chomsky, la
grammatica è detta generativa giacché genera, cioè crea, la struttura di tutte le frasi di una lingua data. E’
trasformazionale poiché non si limita a definire la struttura di frasi semplici, le dichiarative attive, ma anche
i rapporti che permettono le trasformazioni delle frasi semplici in altre frasi, come le passive, le
interrogative, le negative, ecc. Chomsky introdusse anche i concetti di competence (cioè la mia capacità di
utilizzare una lingua, p.e.: parlando) e performance (cioè l’atto di parlare, scrivere, ecc.). I lapsus, gli errori,
ecc. riguardano, quindi, la performance. Quali processi sono alla base della performance? A tale risposta
devono rispondere, secondo Chomsky, gli psicologi (o meglio…gli psicolinguisti). Secondo degli studi
maggiori sono le trasformazioni apportate ad una frase, maggiori saranno i dati da elaborare, maggiore
quindi il tempo impiegato nel comprenderle. In pratica ci vuole più tempo per capire una frase negativa che
una frase dichiarativa attiva. Tale teoria è stata messa in dubbio da alcuni esperimenti di Dan Slobin () 17
La “falsa” testimonianz a E.Loftus Si fece vedere ad un gruppo di soggetti un filmato di un incidente tra due
auto e si chiese loro di giudicare la velocità delle due macchine. A seconda di com’è impostata la domanda
si avranno risposte più o meno vere. Questo perché, il termine usato acquista nella memoria una 7 Nella
domanda si utilizzarono termini di differente gravità (es: A che velocità le auto si sono urtate?o fracassate?
ecc.) e si ottennero risultati differenti. In pratica più il termine usato nella domanda era grave più la stima
della velocità era alta. rappresentazione diversa. Ciò è particolarmente vero nel caso dell’ipotesi della
costruzione in cui si accetta per vera un’ipotesi falsa che faceva parte della domanda (per es.: L’auto si è
fermata allo STOP?…sorpresi se diciamo che non c’era nessuno STOP?!) 18 La probabilità Tversky e
Kahneman 1) Quale ordine di nascita è giudicato più probabile dalla gente comune: FMFMMF oppure
MFMMMM? Secondo le persone è più probabile la prima…eppure, statisticamente parlando, sono probabili
in uguale misura! Questo perché riteniamo più rappresentativo, per quanto riguarda le nascite, il primo
campione del secondo. 2) Una frequenza di 600 maschi rilevata su 1000 nascite è rappresentativa allo
stesso modo di una frequenza di 60 maschi su 100 nascite? Secondo le persone comuni si…eppure
statisticamente il secondo caso è assai più probabile del primo! Questo perché non abbiamo ben chiaro il
concetto di numerosità del campione. 3) Sono più frequenti (in inglese) le parole che iniziano colla K o
quelle in cui la K compare in terza posizione? Secondo le persone, la prima ipotesi è quella giusta…eppure è
proprio il contrario! Questo perché siamo più disponibili nel prendere in considerazione la lettera iniziale di
una parola che una qualunque altra lettera situata nel mezzo di una parola. Con questi ed altri esperimenti
Tversky e Kahneman dimostrarono che il concetto di casualità statistica è molto lontano da quello della
gente comune per le quali vige una specie di “eventualità soggettiva”. Essi individuarono tre euristiche, cioè
scorciatoie di pensiero applicate comunemente, che spesso sono responsabili degli errori tipici osservati in
relazione a questo tipo di ragionamento. Esse riguardano le concezioni intuitive della probabilità associate
a: 1) La rappresentatività del campione; 2) Il peso dato alla numerosità del campione; 3) La disponibilità
psicologica degli eventi che costituiscono il campione. 19 La moralità Kohlberg Attraverso dei particolari
test (=var.indipendente) somministrati a soggetti (sempre gli stessi che Kohlberg seguì per quasi 16 anni!),
si volle scoprire Secondo la teoria stadiale di Kohlberg, il pensiero morale muove da un iniziale interesse per
le conseguenze fisiche e edonistiche delle proprie azioni, 8 il funzionamento del giudizio morale nell’arco
della vita di un uomo.(=var.dipendente) poi passa ad un’anticipazione delle conseguenze sociali
interpersonali, arriva ad un’identificazione delle conseguenze con le norme correnti, per concludersi con la
capacità di elaborare personalmente i propri principi morali. Gi stadi dello sviluppo morale sono sei.

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